In attesa che il trailer di The Tree Of Life arrivi online, ecco due immagini tratte dall’atteso film di Terrence Malick. Nelle foto vediamo i protagonisti Brad Pitt e Sean Penn!
Prime foto di Red State di Kevin Smith
Ecco le prime immagini ufficiali del nuovo film di Kevin Smith Red State, che ha avuto una difficile fase di preproduzione e che per fortuna tra poco più di un mese verrà presentato durante il Sundance Film Festival, in programma dal 20 al 30 gennaio presso Park City (Utah).
Prima foto per The Beaver con Mel Gibson
Alcuni mesi fa i guai legali (e soprattutto di popolarità) di
Mel Gibson avevano fatto piombare nel limbo il suo nuovo film, The
Beaver, un progetto molto caro a Jodie Foster (qui in veste di
regista e produttrice).
Josh Brolin passa alla regia
Josh Brolin si prepara a dirigere il suo primo lungometraggio tratto dalla pièce di Dominique Cieri, Pitz and Joe, dopo esser passato dietro alla macchina da presa per il corto X, interpretato dalla figlia Eden.
James Bond non muore mai
E’ ormai certo che il ventitreesimo film della saga di Bond è stato sbloccato. A confermarlo diverse voci: la prima è quella della bella Kate Winslet
Frankenstein di nuovo al cinema?
Presto si potrebbe rivedere al cinema il dottor Frankenstein insieme alla sua creatura, ma l’attesa potrebbe essere quasi alla fine.
Megamind: recensione del film d’animazione
Megamind è il supercriminale più brillante che il mondo abbia mai conosciuto. E il meno riuscito. Nel corso degli anni ha cercato di conquistare Metro City in ogni modo immaginabile. Ogni tentativo, è stato un fallimento colossale grazie al supereroe mascherato conosciuto come “Metro Man”, un eroe invincibile, fino al giorno in cui Megamind lo uccide in preda a uno dei suoi pasticciati piani malvagi.
Improvvisamente, Megamind non ha uno scopo. Un supercriminale, senza un supereroe. Si rende conto che il raggiungimento dell’ambizione della sua vita è la cosa peggiore che gli sia mai accaduta. Megamind decide che l’unico modo per uscire dalla sua routine è quello di creare un nuovo avversario, l’eroe chiamato “Titan”, che promette di essere più grande, migliore e più forte di quanto sia mai stato Metro Man. Titan molto presto comincia a pensare che sia molto più divertente essere un cattivo che un bravo ragazzo. Ma Titan non solo vuole governare il mondo, vuole distruggerlo. Ora, Megamind deve decidere: può sconfiggere la sua diabolica creazione? Può l’uomo più intelligente del mondo prendere la decisione più intelligente per una volta? Il genio del male può diventare l’improbabile eroe della propria storia?
Questi interessanti presupposti rendono Megamind un film classico, dalle dinamiche narrative ben scritte e costruite, a partire dalla caratterizzazione dei personaggi. Una commedia d’animazione che può benissimo definirsi americana per il suo buonismo e il trionfo dei buoni sentimenti, ma che allo stesso tempo regala momenti davvero brillanti e di puro divertimento. Ricordiamo che, come è ormai consuetudine per i film d’animazione made in USA, il cast di doppiatori è formato da superstar, con in pole position Will Ferrell, Tina Fey, Jonah Hill, David Cross e il super divo Brad Pitt.
Il regista Tom McGrath, che ha in curriculum il primo e il secondo episodio di Madagascar, riporta sullo schermo una allegra e variegata combriccola di personaggi, che come era già successo per i film precedenti, mettono in gioco non solo risate, ma anche riflessioni personali sull’importanza delle scelta nella vita e del rapporto tra il bene e il male. Riflessioni che forse hanno un che di retorico, ma che senza dubbio non cessano di fare bene al cuore e all’umore, soprattutto a quello degli adulti. Il film adotta la ormai onnipresente tecnologia stereoscopica con risultati non eccezionali, ma comunque gradevoli.
Uscite al Cinema del 3 Dicembre 2010
We Want Sex la fabbrica della Ford nell’Essex dà lavoro a 55mila operai e 187 donne incaricate di cucire i sedili in pelle delle automobili. Purtroppo però l’ala della fabbrica destinata alle donne è completamente rovinata dalla pioggia e per di più è molto calda.
Costrette a lavorare in quelle condizioni le operaie danno vita ad una rivolta quando vengono classificate come “non qualificate”. Ascoltate dai sindacati, dalla comunità, dalle donne borghesi e dal governo, le operaie daranno vita allo sciopero che porterà alla legge sulla parità di retribuzione.
Nigel Cole mecolando commedia e dramma ricostruisce le vicende delle operaie di Dagenham, affrontando temi importanti con un tono che è si leggero ma che rende perfettamente l’importanza di quell’evento. Vengono sottolineate la forza, l’intraprendenza e il coraggio delle protagoniste che, nonostante tutte le difficoltà che incontrarono, riuscirono ad ottenere ciò che volevano.
L’ultimo esorcismo: il reverendo Cotton Marcus, in piena crisi di fede, viene chiamato dal signor Luois Sweetzer per un esorcismo. Marcus decide di andare ma porta con se un cameraman ed un tecnico del suono per registrare l’esorcismo e dimostrare che i posseduti sono solamente dei malati mentali. Quando giunge nella vecchia fattoria in Lousiana, il reverendo si trova però a dover affrontare un orribile verità….la giovane Nell è veramente posseduta da un demonio! Sconvolto e spaventato Marcus dovrà cercare di salvare la giovane ragazza e se stesso dal terrificante male che possiede Nell.
Seguendo la scia di “The Blair Witch Project” e “Paranormal Activity” Daniel Stamm dirige questo nuovo horror dove la paura e il terrore vengono resi non solo dai terribili movimenti di macchina che creano l’effetto di documentario come nei film sopra citati, ma anche attraverso effetti speciali tipo “L’Esorcista” ma in versione moderna, dove la protagonista si contorce in movimenti innaturali e parla con voce infernale.
Incontrerai l’uomo dei tuoi
sogni: Alfie e Helena sono una coppia ormai sposata
da tanti anni, con una figlia, Sally, indipendente e sposata.
Improvvisamente però in Alfie scatta una scintilla, nasce in lui la
paura della vecchiaia…così decide di dare una svolta alla sua vita
e dopo aver lasciato la moglie si fidanza e si sposa con una
giovane e appariscente escort, Charmaine. Helena è disperata e per
cercare di riprendersi si rivolge prima ad uno psicologo poi affida
la sua vita ad una stravagante veggente che si dice in grado di
predire il futuro. Nel frattempo anche il matrimonio di Sally ha
preso una brutta piega. Infatti il marito Roy, dopo aver avuto
successo grazie ad un suo romanzo, entra in crisi e cerca
ispirazione in una ragazza che spia dalla finestra di casa sua.
Mentre Sally cerca di realizzare il suo sogno lavorativo e inizia
ad innamorarsi del suo datore di lavoro, Greg…
Woody Allen torna al cinema con questa commedia sentimentale che,
come la maggior parte dei suoi film precedenti, parla di vita,
delle difficoltà di trovare una stabilità sentimentale e
psicologica, dove ognuno tenta di realizzare i propri sogni ma alla
fine non si ritrova nulla in mano. Per Allen la vità non è un
granché, ma solo affrontandola con leggerezza e un pizzico di
follia si può cercare di essere felici.
Tre all’improvviso: Holly è una giovane pasticcera, possiede un caffè che spera di trasformare in un ristorante, ha una grande amica, Alison, felicemente sposata con Peter. Un giorno Alison organizza un appuntamento al buio per Holly con l’amico di Peter, Eric Messer, un tecnico sportivo di una rete televisiva nazionale. I due però non si sopportano, non fanno altro che litigare. Quando però nelle loro vite entra Sophie, figlia di Alison e Peter, i due dovranno accordarsi per viver insieme. Infatti la coppia sfortunatamente muore in un terribile incidente e nel testamento designano Holly e Eric come affidatari della figlia Sophie. Almeno finché la bimba non compie diciotto anni i due dovranno sopportarsi per il suo bene.
Greg Berlanti dirige questa commedia tutta incentrata su una famiglia poco tradizionale dove spiccano la bellezza e la comicità dei due protagonisti, Katherine Heigl e Josh Duhamel.
Jackass 3D: Johnny Knoxville e compagni tornano con un nuovo esilarante film dove i protagonisti esibiscono i loro corpi sottoponendoli a terribili “torture”. Come sempre le loro performance sono tanti stravaganti quanto dolorose…possiamo vedere un babbo natale in cima ad un abete che sta per essere abbattutto, un bungee jumping dentro una latrina piena di feci, gli stuntmen vengono sottoposti alla potenza dei reattori di un jet, devono bere un bicchiere pieno di sudore, cercare di ammansire un ariete con il suono di una tromba, scappare da tori impazziti, sopportare punture di api e scorpioni e tanto altro…Insomma, come sempre Johnny Knoxville, insieme ai suoi fidati compagni, mettono in scena l’idiozia più pura e senza senso con gag che non sono di certo adatte a persone dallo stomaco debole!
Nowhere Boy: è il 1955, John Lennon ha quindici anni e vive a Liverpool con gli zii. E’ un adolescente come gli altri, un po’ ribelle e molto intelligente, ma la sua vita viene scolvolta quando scopre che la sua vera madre, Julia, abita poco distante da lui. Una volta conosciuta, Julia lo incoraggia ad intraprendere la strada del rock’n’roll andando contro tutto ciò che gli aveva sempre insegnato la zia Mimi, ossia studiare e diventare un bravo e serio uomo borghese. John però segue i consigli della madre e proprio nel mondo della musica incontra Paul McCartney.
Sam Taylor Wood porta sullo schermo il ritratto di un John Lennon giovane ed affascinante, intelligente e sensibile che ha dovuto attraversare molte difficoltà familiari prima di affermarsi nel mondo del rock. Un film che parla non solo della vita del grande artista ma anche del rock anni ’50, di una generazione che vive a Liverpool, ribelle e trasgressiva.
Tornando a casa per Natale: cinque storie si intrecciano il giorno di Natale a Wartown, in ex Jugoslavia, e a Skogli, in Norvegia: Jordan un ex campione di calcio ormai divenuto un barbone alcolizzato tenta di tornare a casa per festeggiare il Natale con la famiglia; Paul, uno studente che, pur di passare la festività con la sua ragazza musulmana, mente sulla sua religione; un uomo che per vedere i propri figli è costretto a travestirsi da Babbo Natale; ed infine due coppie, una che fa nascere il proprio figlio in un cottage senza acqua ma solo grazie all’aiuto di un buon medico, e l’altra coppia dove lei è disperata perché il suo amante non si decide a lasciare la moglie.
Bent Hamer racconta un Natale differente rispetto ai soliti film che occupano le sale cinematografiche in questo periodo dell’anno. E’ un Natale buio e freddo, in una piccola cittadina dove vivono uomini e donne normali che come tutti vogliono trascorrere un Natale a casa con i proprio cari….ma è proprio questo che può accentuare o cancellare le tante tensioni che esistono in qualsiasi famiglia.
Il responsabile delle risorse umane: il responsabile delle risorse umane del più grande panificio di Gerusalemme non sta vivendo una vita felice: la moglie lo ha lasciato e la figlia si è allontanata da lui. Svolge un lavoro che fondamentalmente non gli piace, è un lavoro ripetitivo, alienante e soprattutto che ti riduce al minimo i rapporti interpersonali. Tutto cambia quando, un mese dopo averla licenziata, una donna rumena muore in un attentato suicida. La fabbrica e il responsabile delle risorse umane vengono accusati da un giornalista di essere negligenti, dato che la donna per un errore burocratico risulta ancora sul loro libro paga. Inoltre essendo un immigrata e non avendo parenti rischia di rimanere in obitorio perché nessuno è in grado di riconoscere il cadavere. Quinidi il responsabile delle risorse umane decide di partire per un viaggio: si dirige nel paese natale della donna alla ricerca di qualche parente che possa identificarla…ovviamente insieme alla bara!
Eran Riklis dirige questo film ispirato al romanzo di Abraham B. Jehoshua. Al centro i temi dell’immigrazione, del conflitto israelo-palestinese (infatti inizialmente ci troviamo a Gerusalemme) e del viaggio on the road come riscoperta di se stessi e dei valori fondamentali della vita.
Mià e il Migù: in un
piccolo villaggio dell’America del Sud vive Mià insieme al padre,
Pedro. Sfortunatamente la madre di Mià è morta e quando il padre è
costretto a lasciare il villaggio per lavoro, la piccola bambina
viene affidata a tre vecchiette. Nel frattempo Pedro è all’opera in
un grande cantiere dove l’imprenditore Jackhide vuole costruire un
complesso alberghiero. Tutto questo però sta distruggendo lo
splendido paesaggio circostante e così strane forze della natura
cercano di fermare i lavori causando danni. Ma proprio a causa di
queste forze crolla una galleria sotto la quale rimane intrappolato
Pedro. Mià, durante la notte, si sveglia di soprassalto con un
brutto presentimento…così, dopo aver preso i suoi tre amuleti,
parte per raggiungere il padre. Attraverso deserti e montagne Mià
incontra molte creature fino ad arrivare ad una foresta dove
conosce i Migù, gli spiriti che proteggono la natura e che cercano
di fermare i lavori al cantiere. Nel frattempo Jackhide, venuto a
sapere dei problemi sul lavoro, si reca sul posto e decide di dare
la caccia ai Migù insieme al figlioletto Aldrin. Ma nella foresta
il perfido Jackhide colpisce il sacro albero dei Migù che è il
cuore della Terra. Inizierà una catastrofe ambientale che solo Mià,
insieme all’ormai amico Aldrin e ai Migù, riuscirà a fermare.
Jacques Remy Girerd dirige questo film d’animazione che affronta
non solo tematiche ecologiste, esortando gli spettatori a far
qualcosa di concreto per salvare questo nostro mondo, ma anche temi
come: il rapporto padre-figli e le differenze economiche tra Nord e
Sud. Un bel film che nel 2009 ha già ricevuto l’Oscar Europeo come
miglior film d’animazione.
Hans Zimmer per la soundtrack di Superman
Hans Zimmer, compositore di alcune delle colonne sonore più belle della storia del cinema (La sottile linea rossa, Il gladiatore, Inception), realizzerà la colonna sonora del prossimo Superman, diretto da Zack Snyder.
A partire dal prossimo anno Zimmer avrà trai suoi impegni con ordine: la quarta puntata dei Pirati dei Caraibi, il secondo Sherlock Holmes, e l’ennisimo Superman. La produttrice Emma Thomas, moglie di Christopher Nolan, ha comunque confermato che suo marito, dopo aver approvato la sceneggiatura, non sarà ulteriormente coinvolto nel progetto, in quanto deve concentrarsi su The Dark Knight Rises.
Ben Stiller di nuovo con Noah Baumbach
Noah Baumbach e Ben Stiller si preparano a bissare la collaborazione di Greenberg , questa volta tirandosi dietro anche James Franco.
La trama del prossimo film di Terrence Malick
Mentre il trailer di Tree of Life uscirà questo weekend insieme a Cigno Nero – Black Swan negli USA, e si spera che arrivi presto anche qui da noi, sono trapelate alcune indiscrezioni circa la trama del prossimo progetto di Terrence Malick, che dovrebbe intitolarsi provvisoriamente The Burial.
Il Joker potrebbe tornare in The Dark Knight Rises
Anche se il regista Christopher Nolan ha escluso che il Joker sia il cattivo del terzo film della sua saga di Batman, The Dark Knight Rises, sarebbe ancora deciso a collegare in qualche modo la trama del terzo atto a quella del secondo.
Tom Hanks ufficialmente per Kathryn Bigelow
Il due volte premio Oscar Tom Hanks (Philadelphia, Forrest Gump) è il primo interprete di Triple Frontier, nuovo lungometraggio di Kathryn Bigelow, anche lei doppiamente premiata agli ultimi Academy Award per The Hurt Locker.
Ray Wise si unisce al cast di X-Men: First Class
Ray Wise, caratterista che fu il padre di Laura Palmer nella serie cult Twin Peaks, è l’ultimo arrivato nel già nutrito cast di X-Men – L’inizio (X-men: First Class).
Lo stesso Wise ha rivelato la sua partecipazione, nel piccolo ruolo di un Segretario di Stato degli Stati Uniti, che girerà in un paio di settimane. Il cast del film è composto nei ruoli principali da Michael Fassbender, James McAvoy, Jennifer Lawrence, Rose Byrne, Nicholas Hoult, January Jones,, Jason Flemyng e Oliver Platt. Il film arriverà nelle sale il 30 giugno.
Tutto quello che sappiamo su X-Men – L’inizio
Il film X-Men – L’inizio, prequel della trilogia cinematografica dedicata ai personaggi della Marvel, gli X-Men (X-Men, X-Men 2, X-Men – Conflitto finale), narra le vicende di Charles Xavier (Professor X), Erik Lehnsherr (Magneto) e del loro primo tentativo di formare una scuola per i ragazzi mutanti.
Nel cast di X-Men – L’inizio protagonisti Michael Fassbender, James McAvoy, Jennifer Lawrence, Rose Byrne, Nicholas Hoult, January Jones, Oliver Platt, Kevin Bacon, Edi Gathegi, Lucas Till, Alex Gonzalez, Morgan Lily, Jason Flemyng, Caleb Landry Jones, Corey Johnson, Glenn Morshower, Matt Craven, Laurence Belcher, Bill Milner, Zoë Kravitz, Demetri Goritsas, James Remar, Rade Sherbedgia, Ray Wise.
X-Men – L’inizio (X-Men First Class) rappresenta l’inizio epico per la saga degli X-Men e rivela la storia degli eventi più importanti della saga stessa. Prima che il mondo conoscesse l’esistenza dei mutanti e che Charles Xavier e Erik Lensherr prendessero i nomi di Professor X e Magneto, vediamo due giovani ragazzi che scoprono i loro poteri per la prima volta. I due, che diventeranno nemici giurati, sono amici che lavorano insieme con altri mutanti (alcuni già conosciuti al pubblico, altri nuovi) per fermare l’Armageddon. Ma in questo percorso, tra di loro nasce un contrasto, che scatena l’eterna guerra tra la Confraternita di Magneto e gli X-Men del Professor X.
Winter’s Bone con sette nomination agli Spirit Awards
Winter’s Bone di Debra Granik ha ottenuto il più alto numero di nomination agli Spirit Award, sette. Due in meno ne ha conquistate I ragazzi stanno bene di Lisa Cholodenko, film con Julianne Moore.
Liam Neeson in An Ordinary Man
Liam Neeson starebbe cercando di interpretare, tra i suoi numerosi impegni, il ruolo del protagonista, un criminale di guerra sotto mentite spoglie, in An Ordinary Man, un progetto del regista Brad Silberling.
I progetti di Kirsten Dunst
Kirsten Dunst ha deciso di partecipare al dramma Hick, accanto a Chloe Moretz. Si tratta di un adattamento del romanzo di Andrea Portes, autore della sceneggiatura, e il film verrà diretto da Derick Martini.
Sorrento 2010: spazio al cinema!
Dal 29 novembre al 2 dicembre si terranno nella splendida cornice di Sorrento le Giornate professionali del cinema, manifestazione cinematografica e culturale giunta ormai alla 33esima edizione.
E’ Morto Mario Monicelli!
Il regista Mario Monicelli si e’ ucciso lanciandosi dal quarto o quinto piano del reparto di urologia dell’ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato. Lo rendono noto fonti sanitarie.
Neil Jordan: il genio d’Irlanda
Neil Jordan è il cineasta sicuramente più famoso nella storia irlandese, il più eclettico e talentuoso. Quest’anno alla kermesse capitolina dedicata al cinema Irlandese, Irish Film Festa, tenutasi alla Casa del Cinema e diretta dall’esperta critica Susanna Pellis, si è parlato molto di questo grande regista e nello stesso giorno sono state proiettate due opere, quella che segna il suo esordio nel 1982, Angel e quella più recente, Ondine del 2009.
Non tutti sanno che Jordan è un romanziere prima che regista e bravissimo sceneggiatore. Debuttò nel cinema nel 1980, lavorando come consulente alla sceneggiatura di Excalibur di John Boorman e girando un minidocumentario su quel set: The Making of Excalibur – Myth into Movie. Quell’esperienza fu per lui una vera e propria scuola di cinema, dopo di essa, nonostante i suoi grandi dubbi e le paure di buttarsi sul cinema, decise di debuttare alla regia con Angel nel 1982. Un thriller che dimostra già una sorprendente maturità per un film di esordio. La storia racconta di un carismatico sassofonista (interpretato dal bravo Stephen Ray) che dopo aver assistito all’uccisione di una ragazza cade in un vortice di violenza inaudita, di vendetta crudele verso i responsabili. Si trasforma in una sorta di giustiziere in un Irlanda del Nord già ampliamente devastata dal conflitto tra cattolici e protestanti. Un film ricco di citazioni soprattutto del cinema italiano di Antonioni. Molte furono le critiche mosse dai cineasti irlandesi che non tolleravano che uno scrittore, al suo primo esordio nella regia, avesse ottenuto il sostegno economico del nascente Irish Film Board, a discapito di cineasti già lanciati.
Nonostante le polemiche Neil Jordan continuò a scrivere soggetti e a trasformarli in film: si fece notare con due discreti successi, In compagnia dei lupi (1984) singolare remake della favola di Cappuccetto Rosso, trasformata in un film a tratti erotico, a tratti horror e per la regia di Monalisa (1986) un film definito “il miglior noir del decennio” che è valso l’Oscar alla migliore interpretazione maschile di Bob Hoskins che veste i panni di George, un autista scriteriato che dopo sei anni di carcere, si ritiene un osso duro, mentre invece nasconde un’anima fragile e ingenua. Monalisa si tratta di un film appassionato, energico e veloce, ma, a detta di molti critici, sopravvalutato. Neil Jordan riuscì comunque nell’intento di far conoscere il cinema irlandese al mondo intero. Inoltre dopo Monalisa, Neil Jordan diventò un regista famoso oltre oceano e la sua prima parentesi hollywoodiana si inaugurò con il discutibile remake di Non siamo angeli (1989) per il quale scelse due grandissimi artisti: Robert De Niro e Sean Penn. Nel 1991 girò Un amore, forse due, film molto personale.
Poi, nel 1991 arrivò un premio molto atteso, l’Oscar per la sceneggiatura di The Crying game – La moglie del soldato. Il film, distribuito in Italia con un titolo che tradisce quello originale, che invece si rifaceva alla canzone di Boy George, ottenne un successo in tutto il mondo, di pubblico e di critica. Il primo grande successo irlandese. Il film racconta di Fergus (interpretato dall’immancabile Stephen Rea), un militante dell’IRA (Irish Republican Army) il quale, pur sembrando all’apparenza forte e violento, è in realtà un uomo capace di amare, tanto da affezionarsi al soldato inglese di colore che deve tenere in ostaggio e da promettergli, in punto di morte, di prendersi cura della fidanzata. All’interno del film, due sono i nuclei narrativi che procedono parallelamente fino a intrecciarsi nel finale: quello politico e quello erotico. Ma l’intento principale del film di Jordan è quello di trattare i personaggi e le situazioni da loro vissute, in maniera ambigua. Fergus e il soldato Jody, nel corso della storia, offrono di sé immagini differenti dalla loro essenza: Jody è, un inverosimile soldato inglese sia per il fisico che per il colore di pelle; Fergus in Ulster è un terrorista costretto a recitare la parte del duro. Ma l’ambiguità estrema la ritroviamo in Deal, interpretato dal vero travestito Jaye Davidson, che ebbe una nomination all’oscar come migliore attore non protagonista. Un personaggio intensamente erotico e ambiguo, capace di cambiare look a seconda delle situazioni, passando dalla femminilità più disinvolta alla mascolinità più compiuta. La moglie del soldato è dunque un film complesso e sfuggente, labirintico che fa percorrere allo spettatore un percorso che lo porterà ad accettare la scelta di Fergus di amare Deal, seppur per metà uomo. Nel 1994 durante la sua seconda parentesi hollywoodiana, Neil Jordan diresse Intervista col vampiro che però non convinse la critica, nonostante il cast d’eccezione tra cui Tom Cruise e Brad Pitt.
Nel 1996 fu la volta dell’epico Micheal Collins che vinse il Leone d’oro a Venezia, definito pietra miliare del cinema irlandese. Un film che impegnò Neil Jordan per tredici anni tra studi e sceneggiature riscritte. Racconta sette anni della breve e intensa esistenza di Michael Collins (1891-1922), discusso eroe dell’indipendenza irlandese, ucciso in un’imboscata da altri irlandesi. Michael Collins è un film di guerra, guerra civile, la più disperata e atroce delle guerre, raccontato evidentemente dalla parte di Collins e contro De Valera, che si finisce per odiare. Locations autentiche, una fotografia artistica mirabile che sfrutta ogni luce naturale e l’intensa interpretazione di un cast quasi completamente irlandese e con un finale accompagnato dall’indimenticabile voce di Sinead O’ Connor.
Neil Jordan sembra non fermarsi mai e nel 1997 vinse l’Orso d’Argento come miglior regista per l’inedito The Butcher Boy. Film simbolico e visionario che studia i moti dell’animo umano. Ambientato in una piccola città irlandese negli anni ‘60, segue l’infanzia di un ragazzino Francie Brady (Eamonn Owens – Magdalene) che non riuscirà a evadere dalle brutture della sua famiglia: il suicidio della madre, la morte del padre alcolizzato, la reclusione in riformatorio, l’abuso sessuale a opera di un sacerdote.
Cadrà inevitabilmente nella pazzia e nella violenza. L’intero film procede come una sorta di monologo interiore, stream of cosciusness dell’adulto Francie, conservando l’autenticità del romanzo di McCabe, dal quale è tratto. Il merito più grande di Jordan va però all’aspetto visuale che destabilizza, contrapponendo ironicamente la tradizionale purezza del paesaggio irlandese ai crescenti disturbi psichici del ragazzo (l’inquadratura di un incontaminato lago azzurro fra il verde delle colline viene all’improvviso sconvolta da un’esplosione nucleare). “Un realismo magico e malato al tempo stesso che sovverte l’immaginario irlandese più tradizionale e rappresenta la miglior risposta del regista a chi lo ha sempre considerato uno scrittore solo prestato al cinema o un cineasta troppo asservito al mercato”. Così lo definisce Susanna Pellis nel suo libro Breve storia del cinema irlandese.
Neil Jordan: il genio d’Irlanda
Nel 1999 girò In Dreams, thriller paranormale con Annette Bening e Robert Downey Jr. e, lo stesso anno, diresse la coppia Ralph Fiennes e Julianne Moore nella trasposizione del romanzo omonimo di Grahame Greene, Fine di una storia, vincendo un BAFTA per la migliore sceneggiatura. Con l’arrivo del nuovo millennio, Neil Jordan decise di sperimentare co-produzioni internazionali, coinvolgendo Canada, Francia, Irlanda e Gran Bretagna nella commedia Triplo gioco (2003), che raccoglie nel suo cast Nick Nolte e il regista Emir Kusturica.Tornò invece a parlare di ambiguità sessuale nel 2005 con Breakfast on Pluto, il cui protagonista è un ragazzo figlio del peccato, nato da una relazione sessuale tra un prete e sua madre, che decide di diventare donna. Infine, la più recente opera cinematografica realizzata dal grande Jordan, è Ondine – Il segreto del mare. Una favola malinconica e irreale che racconta la storia di Syracuse (Colin Farrell), un pescatore irlandese noto a tutti gli abitanti del villaggio col soprannome di Circus per via del suo passato da alcolizzato. Circus è divorziato da un’alcolista con la quale ha concepito sua figlia Annie (Alison Barry), vincolata alla sedia a rotelle e a una macchina per la dialisi, a causa dei suoi problemi di salute. Un giorno Circus mentre pesca, trova impigliata nella sua rete una ragazza che si fa chiamare Ondine (Alicja Bachleda). La ragazza, non ricorda nulla di sé ma è spaventata e confusa. Gradualmente nasce una storia d’amore magica tra i due. In paese la chiamano la donna venuta dal mare e la figlia Annie è convinta che sia una Selkie, una creatura marina che abita le leggende scozzesi,una foca che,uscita dalle onde,perde il suo manto e lo seppellisce per restare sulla terraferma con l’uomo che ama. Naturalmente come in ogni favola, si palesa un cattivo che vuol portare via la bella Ondine e che causerà non poche deviazioni narrative. Il ritmo è lento e scandisce con calma gli argomenti, sospesi tra il reale e l’immaginario. Una favola quindi, che purtroppo alla fine ci riporta a una realtà fin troppo cruda e noir che scuote lo spettatore. Ottima la fotografia di Christopher Doyle che ritrae un paesaggio incontaminato, perfetto palcoscenico di storie fantastiche, di miti e leggende sotto il cielo d’Irlanda. Splendida anche la colonna sonora affidata alla straordinaria sonorità dei Sigur Ros.
In conclusione non posso non sostenere quanto sia carismatico questo regista visionario, intelligente e capace di coinvolgere lo spettatore nella profondità dei suoi sentimenti. Un regista che dovrebbe essere più famoso in Italia e nel mondo intero perché ha molto da insegnare ai cinefili che, come me, vorrebbero intraprendere questa strada.
North Face – recensione
Il film racconta la vera storia di Toni Kurz ed Andi Hinterstoisser. Questi sono due alpinisti tedeschi, che nel 1936 trovano la morte scalando l’inviolata “parete nord” del Monte Eiger, sopra Berna. Il regista ha scelto di romanzare il film solo inserendo la figura di Luise Fellner, una fotoreporter innamorata di Toni Kurz. Nel 1936, il nazismo preme perché i tedeschi conquistino la supremazia pure nell’alpinismo. Un giornale berlinese, apertamente spalleggiato dal ministro della propaganda Goebbels, segue dal vivo le vicende degli eroi Kurz ed Hinterstoisser.
Fish Tank: recensione del film di Andrea Arnold
Fish Tank è l’ultimo film girato dalla regista Andrea Arnold, e ha ricevuto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2009. La quindicenne Mia vive con la madre e la sorella più piccola nella periferia urbana di Londra. La ragazza è stata espulsa dalla scuola, ha un temperamento “ribelle”. Mia passa le giornate nel degrado socioculturale della periferia urbana, dove mancano gli spazi per l’aggregazione, tranne che nella pedana per fare sport o ballare al ritmo dello hip-hop.
Un tema estetico che torna nella cinematografia di Ken Loach. Da un lato, esiste l’immobilismo della scenografia. Percepiamo la “pesantezza” dei palazzoni, che “restringono” la nostra visione. Chi è troppo “vecchio” per uscire si limita a ricevere passivamente la televisione, che manda una programmazione dai temi volgari. Andrea Arnold cerca soprattutto il primo piano od il campo medio, mentre la narrazione si sviluppa più tra le stanze di casa che all’aperto (in esterna).
Dall’altro lato, la macchina da presa si muove di continuo, seguendo direttamente i passi della protagonista. Una regia che in qualche modo ci ricorda quella di Lars Von Trier. Il ballo del tipo hip-hop si configura per “scatti”. Qui, le gambe e le braccia si distendono salvo poi ritrarsi immediatamente, così da visualizzare una successione di linee spezzate. La camera a mano di Andrea Arnold insegue le corse di Mia: quando lei s’arresta, è inquadrato il fermo-immagine del suo volto. Simbolicamente, le persone che vivono nel quartiere popolare s’illudono di “movimentare” la loro vita.
Fish Tank, tra fermo immagini e profondità
Nel fermo-immagine dei volti, che guardano verso una profondità per noi solo “astratta” (in apparenza, senza riconoscere qualcosa di particolare), si cela invece lo “sbarramento che la desolazione socioculturale dà loro. La sceneggiatura prevede che Mia speri di riscattarsi diventando una ballerina professionista. Tuttavia, lei rinuncerà a sostenere l’esame d’ammissione: proprio sul più bello… La ragazza ha un carattere per così dire eccessivamente “maschile”: tende ad imporsi sugli altri, parla in modo schietto. Mia fronteggia senza paura le molestie, avanzate dai giovani sbandati del quartiere. Lo stesso temperamento vale per la sorella minore, di cui ci sorprende il linguaggio scurrile.
L’unico personaggio caratterialmente “femminile” del film pare Condor, il nuovo fidanzato della madre. Un uomo dai modi gentili, che vive la “paternità” verso Mia promettendosi di educarla, perché s’inserisca nella società che “conta” (oltre la chiusura in periferia). Condor però nasconde un “segreto”, che ne contraddice l’autorevolezza. Rispetto a quello, la sua attrazione sessuale per la ragazza è persino insignificante. La < peschiera >, cui rinvia il titolo del film (Fish tank in inglese), si spiega bene nella scena dove Mia va a “sguazzare” liberamente nella casa dell’uomo. Mia vuole vendicarsi, e cerca di “sporcare” le regole del mondo di Condor, portandovi le sue. Per la regista, questo non sembra possibile. Ricordiamo l’episodio dove la ragazza (pentita per aver “sguazzato” un po’ troppo…) salverà la bambina. Condor negherà la pacificazione con Mia, ed anzi lascerà pure sua madre. Proprio per questo, il finale più “riposante” dove le tre donne ballano insieme ci pare un po’ stonato.
Box Office Usa: Harry Potter in vetta 22/11
Ancora Harry Potter in vetta al box office USA – Nel weekend del Thanksgiving il box office USA é dominato dai film per ragazzi, o per magi cresciuti. In testa alla classifica degli incassi rimane infatti, forte dei suoi ulteriori 76 milioni di dollari di incasso Harry Potter e i doni della morte Parte 1, seguito dall’ultima produzione Disney Tangled, una rilettura della favola di Raperonzolo.
Il film dá un certo filo da torcere ad Harry
Potter visto che, appena uscito, incassa giá quasi 70 milioni di
dollari. In terza posizione troviamo un altro film di animazione,
ormai alla sua terza settimana di uscita: Megamind della
Dreamworks. In quarta posizione si affaccia Burlesque, che segna il
debutto cinematografico come protagonista di Christina Aguilera, al
fianco di Cher, che guadagna 17 milioni di dollari.
In quinta posizione troviamo Unstoppable di Tony Scott con Denzel
Washington, Chris Pine e Rosario Dawson. Nella seconda metá della
classifica troviamo una sola nuova uscita, la commedia Love and
other drugs con Anne Hathaway e Jake Gyllenhall, che si attesta al
sesto posto con 14 milioni di incasso, seguito da Faster, il nuovo
film con The Rock.
Le ultime tre posizioni del box office se le spartiscono film
usciti giá da qualche settimana: Due date con Zach Galifianakis e
Robert Downey Jr, il nuovo film di Paul Haggis con Russell Crowe,
The next three days e infine la commedia Rachel Mc Adams. Ora uno
sguardo alle uscite previste per la prossima settimana: in prima
linea Black Swan di Darren Aronofsky che da noi è stato visto in
anteprima al Festival del cinema di Venezia, e, con quasi due anni
di ritardo esce I love you Philip Morris, che vede Jim Carrey
impersonare un truffatore che, a metá della sua vita si innamora di
un uomo, qui nei panni di Ewan Mc Gregor. Forse la tematica non ha
aiutato il film a trovare una distribuzione negli Stati Uniti fino
a questo momento, il fatto che il film, visto appunto quasi due
anni fa al Festival
di Cannes sia di per sé un po’ sfilacciato, certo non aiuta.
Come nota a margine, da noi è uscito in poche sale lo scorso Aprile
distribuito con il titolo “Colpo di fulmine: il mago della
truffa”.
Le altre uscite settimanali di spicco sono All good things con Ryan
Gosling e Kirsten Dunst, Night catches us sul movimento delle Black
Panthers e il western con arti marziali The warrior’s way.
James Franco e Anne Hathaway presenteranno gli Oscar 2011!
L’Academy ha annunciato i presentatori dell’83esima edizione degli Academy Awards, che si terrà il 27 febbraio 2011. Si tratta di James Franco e Anne Hathaway!
Box Office ITA al 29/11/2010
Harry Potter ovviamente in testa anche alla sua seconda settimana, seguito dalle new entry A Natale mi sposo, Rapunzel e La donna della mia vita. Deludenti le altre novità. Non c’era alcun dubbio che Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 avrebbe mantenuto il primo posto al suo secondo weekend, e lo fa raccogliendo 3,4 milioni di euro per un totale di 13,2 milioni. Prevedibili anche le due posizioni successive, con il cinepanettone A Natale mi sposo che la spunta su Rapunzel – L’intreccio della torre con 2,4 contro 1,8 milioni. In particolare, quest’ultimo risultato non soddisfa più di tanto, soprattutto considerando la distribuzione della pellicola disney in 3D; è pur vero, tuttavia, che il target di riferimento è più o meno lo stesso di Harry Potter…
Quarto posto per un’altra new entry, ovvero La donna della mia vita, che ottiene 965.000 euro. Scende quindi in quinta posizione Saw 3D, arrivato a 4,2 milioni con altri 831.000 euro. Seguono due pellicole italiane di successo: Maschi contro femmine, giunto a quota 13,1 milioni con altri 367.000 euro, e Benvenuti al Sud, che supera i 29 milioni complessivi con altri 303.000 euro.
Scende in ottava posizione The Social Network, incassando altri 240.000 euro per 2,1 milioni totali. Risale invece Noi credevamo, che con il buon passaparola guadagna altri 216.000 euro per 737.000 euro complessivi. Chiude la top10 la commedia Un marito di troppo, arrivato a 829.000 euro con altri 185.000 euro.
Da segnalare l’undicesimo posto
dell’acclamato Precious, arrivato con
spaventoso ritardo nel nostro Paese. Il film vincitore di
2 Premi Oscar debutta con 169.000 euro in 80 sale.
Brutto diciottesimo posto, infine, per Il mio nome è
Khan: la pellicola bollywoodiana è stata
letteralmente snobbata nel nostro Paese, ottenendo appena 51.000
euro nelle 50 sale in cui è stata distribuita.
Jackass 3D – recensione
C’è poco da dire, davanti ad un altro episodio al cinema di Jackass si sa già cosa aspettarsi. Partito da una serie televisiva in onda su Mtv, il film è giunto alla quarta apparizione sul grande schermo. Lasciando da parte la puzza sotto al naso e le pretese di narrazione classica, il gruppo di stunt man guidato da Johnny Knoxville ci accompagna in una serie di giochi, scommesse o scherzi (a voi la scelta) per i quali sarebbe azzardato parlare di film.
In Italia si potrebbe pensare al popolare show televisivo, Paperissima, per riuscire a spiegare qualcosa del genere, ma allo stesso tempo non si renderebbe bene l’idea di quello che è Jackass, in primo luogo per la diversa natura degli eventi, qui ricreati e progettati con precisione, in secondo luogo per l’eccessiva stravaganza a volte oltre i limiti dell’immaginabile (e del buon gusto) che Knoxville e company ci mostrano. Quando non si resta troppo disgustati dalle immagini il film fa ridere fino alle lacrime.
Non c’è niente da aggiungere se non che questa volta le gag sono in un buon 3D che aumento l’effetto visivo di alcune scene e che senza dubbio aumenterà anche gli incassi per un conseguente aumento del prezzo del biglietto.
Incontrerai l’Uomo dei tuoi Sogni: recensione del film
Mantenendo il suo ritmo frenetico, Woody Allen torna al cinema con la sua ultima commedia, Incontrerai l’Uomo dei tuoi Sogni. La storia ruota intorno a due coppie: Roy (Josh Brolin) e Sally (Naomi Watts), e i genitori di lei Alfie (Anthony Hopkins) e Helena (Gemma Jones).
Insicurezze, sogni e desideri si affacciano nelle loro vite, mandando all’aria progetti e infrangendo speranze di una vita agognata ma mai raggiunta, questi gli ingredienti del film che per definizione è una commedia, e il tono del film lo conferma decisamente, ma lascia trasparire, in maniera a tratti didascalica il profondo pessimismo del regista Allen, forse mai così fuori forma come in questo caso.
Aiutato da un cast di artisti d’eccezione, Woody Allen racconta la sua storia sull’insoddisfazione e sulla ricerca dei propri sogni, con una regia davvero interessante, costituita per lo più da piani sequenza retti con grande bravura dagli attori che si muovono nei piccoli appartamenti della storia come all’interno delle menti dei personaggi, seguendone le nevrosi. La sceneggiatura come al solito è brillante e i dialoghi ben costruiti, tuttavia resta una sensazione di impalpabilità che nel finale sfiora l’inconsistenza, e il film è penalizzato da questo disfattismo che pur mostrando l’autorialità del regista ne decreta forse l’estrema fretta nel voler fare film tutti un po’ troppo uguali.
Resta di interessante il ruolo della veggente ciarlatana che non a caso viene citata nel titolo: Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni è una delle frasi tipiche che queste cartomanti dicono quasi in ogni situazione, e come dice il personaggio di Josh Brolin, si tratta dello sconosciuto che prima o poi incontriamo tutti (indipendentemente dal fatto che sia alto e bruno, come nel titolo originale).
Nel quadro pessimistico della storia, non fanno eccezione nemmeno i due personaggi collaterali: Dia (Freida Pinto) misteriosa e bellissima dirimpettaia di Roy, e l’affascinante Greg (Antonio Banderas) datore di lavoro di Sally che resta vittima del suo intrigante aspetto.
Tutti i personaggi sono alla ricerca di qualcosa che non troveranno, e che anche quando pare sia vicino, sfugge improvvisamente: Alfie non troverà la felicità con la giovane e svampita mogliettina, e probabilmente Roy non porterà a buon fine le sue trame per diventare un grande scrittore. L’unica che trova nel suo mondo uno spiraglio di serenità è Helena, anziana nevrotica e sola che grazie alla sua amica cartomante vive un’esistenza di follie e credenze distaccate dalla realtà che in qualche modo l’aiutano a sopravvivere. Come a dire che il mondo è follia e furia e solo che si attiene a questa follia riesce a sopravvivere.
Impossibile non sottolineare il cambiamento di titolo dall’originale all’italiano, l’uomo alto e bruno del titolo di Allen è diventato l’uomo dei sogni, forse a voler apparire più invitante, ma forse meno misterioso e sicuramente non necessario.
Tornando a Casa per Natale: recensione del film
Tornando a Casa per Natale è tratto da una selezione di racconti brevi dello scrittore norvegese Levi Henriksen, dal titolo Only Soft Present Under the Tree, e segue le vicende di una piccola comunità che aspetta il Natale in un’immaginaria cittadina norvegese.
Diverse
le storie raccontate: ci sono i due profughi dalla Ex Yugoslavia
che cercano un riparo nella neve perché lei è alle porte del parto,
ricordando in maniera scontata ma romantica una situazione ben più
nota dello stesso genere; c’è l’ex calciatore fallito che vuole
tornare a casa; il vecchio che in solitudine aspetta il natale e la
donna che sperando in una vita completa e felice prepara una serata
romantica aspettando il suo amante sposato.
Bent Hamer, regista norvegese di Kitchen Stories, ritorna al cinema con Tornando a Casa per Natale, film corale a episodi, che segue a grandi linee la struttura narrativa di Crash Contatto Fisico, o di Magnolia, e andando ancora più a ritroso, di America Oggi di Altman. A dire il vero, il primo film che viene in mente guardando Tornando a Casa per Natale è Love Actually, le storie che si intrecciano e l’atmosfera natalizia suggeriscono esattamente questa associazione, ma nel loro cuore tematico i due racconti di Natale sono molto diversi.
In primo luogo
l’ambientazione londinese del film di Curtis si
distanzia notevolmente da quella di Skogli, cittadina della
Norvegia, decisamente meno trafficata e caotica, ma più romantica,
in secondo luogo il tenore dei racconti vira decisamente su un tono
malinconico che pervade tutto il film, lasciando allo spettatore un
gusto di dolce tristezza, sensazione rara e preziosa, soprattutto
da trovare al cinema. Il film racconta principalmente il senso
della casa, il desiderio di avere un posto dove stare, che non
sempre si risolve in un luogo fisico, ma è il più delle volte una
condizione intima che si rispecchia principalmente nello stare
accanto a chi si ama, che siano i figli, gli amici o l’amante
restio a lasciare la sua vita coniugale.
Il racconto di Hamer procede lento e delicato, senza sobbalzi, ma accompagnando lo spettatore in un paesaggio innevato e sospeso, quasi irreale, magistralmente incorniciato da un prologo ed un epilogo che insieme completano l’ennesima esistenza che nel film viene raccontata. Il senso di casa che nel film si tenta di costruire viene principalmente fatto veicolare attraverso l’atmosfera natalizia che forse inconsciamente aiuta la vie colazione di un tale messaggio che risulta tuttavia universalmente legato alla vita umana, senza la necessità precisa di essere collegato ad un periodo particolare dell’anno.
Tornando a Casa per Natale è un film delicato e piacevole, che lascia negli occhi e nel cuore la piacevole sensazione di aver visto qualcosa di malinconico ma dolce.