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Claudio Giovannesi parla di Fratelli d’Italia

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Claudio Giovannesi parla di Fratelli d’Italia

Nato dalla collaborazione con Giorgio Valente, presidente dell’Associazione di cultura cinematografica “Centro Ricerche Spettacolo- Il Labirinto”, Fratelli d’Italia, girato da Claudio Giovannesi, si inserisce nel progetto  Educinema che, pratrocinato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, ha attivato una decina di laboratori di produzione assistita nelle scuole superiori di Roma e del Lazio, affidati a giovani registi diplomati del Centro Sperimentale di Cinematografia.

 

Fratelli d’Italia – recensione

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Fratelli d’Italia – recensione

Fratelli d’Italia – Tre storie di tre adolescenti immigrati che frequentano l’Istituto Tecnico Toscanelli di Ostia, tre vite raccontate in 90 minuti nel documentario di Claudio Giovannesi, regista di “La casa sulle nuvole” e del documentario “Welcome Bucarest”. Alin Delbaci, 17 anni, rumeno, vive in Italia da quattro anni, ha un rapporto difficile con i compagni di classe e con la professoressa di italiano.

Masha Carbonetti, 18 anni, bielorussa, è stata adottata quando aveva 4 anni da una famiglia italiana, si è integrata completamente nella nostra società, ha da poco ritrovato il fratello e vorrebbe andarlo a trovare in Bielorussia. Nader Sarhan, 16 anni, di origine egiziana ma nato a Roma, oltre ad avere problemi scolastici deve affrontare l’ostilità dei genitori (fortemente legati alla loro religione e molto tradizionalisti) che non accettano il suo legame con una ragazza italiana.

Fratelli d’Italia, il film

Sicuramente il tema trattato, i problemi di integrazione legati anche ai classici problemi adolescenziali che rendono ogni ragazzo uguale anche se di nazionalità differente, è molto attuale e molto interessante, soprattutto per il modo in cui è trattato. Fratelli d’Italia  non ha una trama, una sceneggiatura da seguire che rischia di non essere realistica, ma è un racconto di vite vere, un girato di mesi e mesi, tagliato ed adattato per il grande schermo che segue passo passo i protagonisti del documentario. Un grande fratello, che ha si dei problemi di audio e di fotografia, ma che riesce a tenere alta l’attenzione, a portare gli spettatori ad immedesimarsi con i ragazzi e cercare di capire i loro problemi e i loro pensieri. Certo il modo di affrontare il tema è originale o quanto meno poco visto in Italia, un documentario che non solo spiega il problema dell’integrazione (che a quanto pare non è tanto posto dai giovani italiani, quanto piuttosto dall’idea che gli immigrati hanno di noi italiani e di come si pongono nei confronti della società), ma mostra anche come la scuola cerca di aiutare questi ragazzi e come i loro problemi somiglino a quelli di qualsiasi altro ragazzo adolescente. Alin per esempio non vuole comunicare con i suoi compagni di scuola ne tantomeno con la professoressa di italiano, sono loro invece che cercano in tutti i modi di parlare con lui e di farlo ragionare; mentre, nella storia di Nader sono i genitori di lui, che essendo islamici tradizionalisti, non vogliono mischiare la loro cultura con la cultura italiana. Masha invece, ormai pienamente integrata, cerca di ascoltare i consigli di genitori e insegnanti per affrontare il suo problema, che non è solo quello di partire per la Bielorussia ma anche quello di un ragazzo geloso che non la vorrebbe far partire da sola.

Beh, quale ragazzo non ha avuto problemi con la scuola? Chi non ha mai litigato con i professori? Chi non ha mai discusso con i proprio genitori per il/la ragazzo/a? Insomma ragazzi come gli altri ma con in più il problema dell’integrazione, ma tutti e tre aiutati e supportati dalla scuola e dalle proprie famiglie. Anche se a volte sembra che la storia sia forzata o quantomeno ci sia lo zampino del regista che sperava in qualcosa in più (anche se lo stesso Claudio afferma che di forzato non ci sia niente o comunque nulla di rilevante) non risulta essere un problema, non è un aspetto negativo che distrugge la credibilità del documentario. Credibilità che risulta non solo  dalle modalità di ripresa ma anche dal linguaggio (a volte anche molto forte!) e dai fatti raccontati (basta pensare alla scena dove Nader afferma di essere razzista!). In conclusione quindi si può dire che sia un ottimo lavoro che, anche se girato con pochi mezzi e con un badget limitato, è interessante e a tratti anche divertente, una piacevole novità che si spera abbia il successo che merita.

Oltre le regole – The Messenger: recensione del film

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Oltre le regole – The Messenger: recensione del film

Arriva al cinema il film distribuito da Lucky Red Oltre le regole – The Messenger, il film diretto da Oren Moverman, con Ben Foster, Woody Harrelson e Samantha Morton.

“Andiamo solo a notificare, non a fare le veci di Dio.” – William Montgomery (interpretato da Ben Foster) è un sergente dell’esercito americano di ritorno da una missione in Iraq, rimasto ferito a un occhio gli restano ancora alcuni mesi prima del congedo, gli viene assegnata però un lavoro gravoso: la notificazione alle famiglie della morte dei soldati in Iraq prima che la notizia giunga dai mass media.Verrà affiancato e supervisionato dal capitano Tony Stone (un bravissimo Woody Harrelson), all’inizio saranno apertamente in contrasto tra loro anche per via dei loro caratteri dicotomici.

Oltre le regole – The Messenger, il film

Stone è un uomo tutto di un pezzo, fedele all’esercito americano, per cui non prova nessuna difficoltà ad effettuare i compiti più gravosi, Montgomery è un ragazzo sensibile ancora provato dalla guerra, è all’inizio restio a compiere queste operazioni di notifica e finirà per contravvenire a molte regole dettate dal capitano, innamorandosi di una giovane vedova di un soldato americano.

Oren Moverman sceneggiatore israeliano alla sua prima prova dietro alla macchina da presa, confeziona con maestria una pellicola di una eleganza stilistica rara, un film dove non viene sparato neanche un colpo ma che impone una decisa riflessione sugli effetti della guerra e l’elaborazione del lutto, prima sul giovane montgomery, eroe militare per caso e sul capitano Tony Stone uomo letteralmente di pietra ma con un animo pieno di ferite difficili da rimarginare. Nascerà quindi una particolare amicizia tra i due, superando i limiti dettati dall’esercito, finendo per essere uno la spalla su cui piangere per l’altro.

In Oltre le regole – The Messenger molto riuscita la partecipazione di Steve Buscemi nei panni di una padre distrutto dal dolore che vorrà (inizialmente) rivalersi negativamente sui due soldati. Al solito sottoliniamo il titolo scelto per l’edizione italiana che travisa completamente quello originale (The Messenger) facendolo percepire come una pellicola di tutt’altro genere.

Watts e McGregor insieme

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Naomi Watts e Ewan McGregor saranno i protagonisti del secondo film dello spagnolo Juan Antonio Bayona, regista di The Orphanage.

La data di Batman3 by Nolan

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La Warner ha dichiarato la data d’uscita del suo probabilissimo prossimo campione di incassi: il terzo Batman diretto da Christopher Nolan uscirà il 20 luglio 2012.

Roman Polanski parla

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Dopo mesi di silenzio, Roman Polanski ha scritto una dichiarazione ufficiale sul caso che lo vede coinvolto, diffusa tramite lo scrittore e filosofo francese Bernard Henry-Levy.

Box office: Iron Man 2 come prevedibile trionfa!

Box office: Iron Man 2 come prevedibile trionfa!

Iron Man 2 ottiene il successo previsto senza alcun rivale a fungere da ostacolo. Dietro di lui la sorpresa Oceani 3D e Matrimoni e altri disastri. Discreti risultati per le altre new entry.

Era chiaro sin dall’inizio che questo sarebbe stato il weekend di Iron Man 2: il sequel del cinecomic uscito esattamente due anni fa conquista senza difficoltà il primo posto al botteghino italiano con 3,5 milioni. Il risultato non è eccezionale, considerando soprattutto le 580 sale che distribuiscono la pellicola con Robert Downey Jr, ma è appena iniziata la stagione primavera/estate e il pubblico italiano, come di consueto, inizia a preferire le gite al mare al cinema… In ogni caso, sarà interessante vedere come reggerà il film, che ha comunque superato il risultato iniziale di Iron Man.

Sorprende il secondo posto di Oceani 3D: 908.000 euro per il documentario narrato da Aldo, Giovanni e Giacomo. Evidentemente, se la stampa aveva criticato la scelta della Eagle Pictures di affidare il documentario a tre volti comici del piccolo schermo italiano, il pubblico mostra di aver invece apprezzato tale iniziativa.

Scende al terzo posto Matrimoni e altri disastri, arrivato a 2,3 milioni con i 797.000 euro del weekend. Segue Scontro tra Titani che, con altri 677.000 euro, arriva a sfiorare i 7 milioni totali.

Quinto e sesto posto per altre due new entry. Cosa voglio di più ottiene 632.000 euro, risultato non soddisfacente per la critica italiana che ha decantato le lodi del film di Soldini; The Last Song, la pellicola sentimentale con Miley Cyrus, incassa 556.000 euro: sì, in questo film non interpreta Hanna Montana…

Agora scende al settimo posto, ottenendo 487.000 euro per 1,4 milioni totali. Ottava posizione per Basilicata coast to coast, arrivato a 2,3 milioni con altri 238.000 euro; nono l’horror La città verrà distrutta all’alba, che con 233.000 euro giunge a 934.000 euro totali. Chiude la top10 L’uomo nell’ombra (191.000 euro per un totale di 3,1 milioni).

Da segnalare infine il risultato di altre due novità del weekend: Vendicami, al tredicesimo posto, ottiene 77.000 euro in 79 sale; mentre Gli amori folli (quattordicesimo) incassa 75.000 euro in appena 31 sale.

Iron Man 2: recensione del film con Robert Downey Jr

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Iron Man 2: recensione del film con Robert Downey Jr

Un passato che nel primo capitolo non si era neppure intuito si affaccia all’inizio di Iron Man 2, ne aziona i meccanismi d’azione e ne scioglie i nodi narrativi. Un passato che si bada sull’ereditarietà della colpa, da padre in figlio, in una sorta di omaggio alla letteratura classica, dalla tragedia greca al dramma shakespeariano.

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Iron Man 2, la trama

Robert Downey Jr. e Scarlett Johansson in Iron Man 2 (2010)
© 2010 Paramount Pictures

Il film è ambientato sei mesi dopo gli eventi di Iron Man e segue le vicende del miliardario Tony Stark, che dopo aver rivelato di essere Iron Man è stato invitato dal governo statunitense a consegnare ai militari la sua armatura; nel frattempo lo scienziato russo Ivan Vanko sta costruendo un’armatura simile a quella di Tony e prepara la sua vendetta nei confronti di quest’ultimo. Una parte della trama del film è basata su quella del fumetto Iron Man: il demone nella bottiglia.

Ecco allora Tony Stark che riappare sugli schermi, beffardo e irriverente, ma ancora più umano, ancora più partecipe della sua doppia natura, umana e meccanica, e ancora più consapevole della sua dipendenza dalla tecnologia che lo tiene in vita. Se questo secondo episodio appare più votato all’azione, è anche maggiormente sorretto dalla sola presenza fisica e morale di un Robert Downey Jr che porta su di sé le sorti del film, non solo da protagonista, ma soprattutto da unico personaggio capace di far procedere l’azione.

Come mostrato anche nel primo film e in The Incredible Hulk, il lavoro di Kevin Feige alla produzione mira a dare omogeneità ai film, soprattutto nel modus operandi nella costruzione della storia. Lo spunto è sempre originato dalla lettura dei fumetti, mentre la trasposizione del film porta la storia in una direzione ben precisa e prestabilita che condurrà al prossimo eroe, alla prossima avventura. La base letteraria però è fondamentale e arricchisce moltissimo tutti i personaggi.

L’azione regna sovrana

Robert Downey Jr. in Iron Man 2 (2010)
© 2010 Paramount Pictures

Il villain di turno, un silenzioso e vendicativo Whiplash/Mickey Rourke, bilancia bene la sbruffoneria starkiana e ne mina la sicurezza, senza però metterlo davvero in pericolo. Non si ha infatti mai la vera impressione che l’eroe sia seriamente in difficoltà, anche perché ora c’è War Machine/James ‘Rhodey’ Rhodes, alias Don Cheadle, che malamente sostituisce il più adatto Terrence Howard del primo capitolo.

Interessante anche il Justin Hammer di Rockwell, che da vita ad un personaggio dall’avidità cieca che parte sconfitto dal confronto sia con l’eroe che con il succitato villain. Ma non si può prescindere dai personaggi femminili: Pepper Pots, magnificamente disegnata da Gwyneth Paltrow e l’affascinante Vedova Nera di Scarlett Johansson. Se l’una è il naturale completamente dell’umanissimo Uomo di Ferro, l’altra si rivela una semplice e bidimensionale figura ponte, insieme al personaggio di Samuel L. Jackson, per strizzare l’occhio all’annunciato The Avenger, anche se non priva di attrattiva e di promesse per un futuro davvero grandioso.

Qui dove l’azione regna sovrana però ancora più forte è il legame tra Tony e la sua armatura che diventa la sua anima, Tony Stark non può esistere senza Iron Man, e Iron Man non esiste senza la sua anima di carne. Un legame indissolubile che lega il personaggio al proprio “costume”, un concetto assolutamente archetipico del racconto dell’eroe e del legame con la sua arma e con il suo simbolo, e che in questo episodio lo spinge a guardarsi al passato, per trovare attraverso la tecnologia che manipola con le sue mani, senza paura di sporcarsele, un rimedio alla sua dipendenza tossica proprio da quella stessa tecnologia che contemporaneamente lo tiene in vita. Si trova qui il senso del cuore di Stark, il senso della sua volontà di trovare un riscatto personale.

L’uomo e la macchina

L’anima di Iron Man 2 è tutta in questo dualismo che poi verrà spiegato e chiarito nel futuro dell’universo Marvel al cinema, ma sappiamo che è un tassello fondamentale per lo sviluppo del personaggio che a oggi è sicuramente il più amato di questa avventura collettiva che approderà alla prima riunione dei Vendicatori al cinema.

A tirare le somme di Iron Man 2, ci si rende conto che davvero Iron Man senza Tony Star (e senza Robert Downey Jr ) non esiste, che il legame tra persona e super eroe non è solo importante da un punto di vista strettamente narrativo, ma soprattutto per la sopravvivenza del film tout court. Rappresenta il vero cuore del racconto, contribuisce a strutturare il personaggio leader che, siamo sicuri, ci darà tante soddisfazioni: un uomo fondamentalmente arrogante e egocentrico, sgradevole molto spesso, ma con un grande cuore e un forte desiderio di riscatto, di fare la cosa giusta. Probabilmente è proprio la presenza carismatica di Robert Downey Jr ., e un leggerissimo accento autobiografico che fa assonanza con le vicende di Tony Stark, a sopperire a quella mancanza di brillantezza nella sceneggiatura, a quella sintesi eccessiva nell’esposizione di fatti e nella strutturazione degli altri personaggi, priva di smalto che aveva invece caratterizzato con successo il primo episodio di due anni fa.

Trai cameo divertenti che vediamo in questo film, c’è naturalmente quello di Stan Lee, che in questo caso interpreta brevemente Larry King, ma ci sono anche volti noti al cinema e alla serialità televisiva: Olivia Munn, Kate Mara e Seth Green hanno un loro piccolo spazio. Infine, durante la scena ambientata a Montecarlo, c’è un breve cameo, circa dieci secondi, di Elon Musk che interpreta se stesso. Insomma, sembra fare parecchio gola apparire in un film Marvel Studios.

Da un punto di vista del disegno complessivo dei Marvel Studios, questo Iron Man 2 rappresenta un momento centrale nella Fase 1 che dovrebbe concludersi con il film sui Vendicatori. Per il momento abbiamo conosciuto soltanto Tony Stark e Hulk, ma sappiamo che sono collegati e sappiamo che l’introduzione di Nick Fury, con Vedova Nera al suo fianco, e l’aver sentito nominare per la prima volta lo SHIELD e il Progetto Avengers, ci mette di fronte ad un momento storico nella storia del cinema di intrattenimento e della storia del fumetto. Si sta costruendo davanti ai nostri occhi una macro-produzione cinematografica che vedrà realizzati i sogni di intere generazioni di lettori dei fumetti che hanno sognato questo momento per 50 anni.

Barrymore e Krasinski insieme

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Drew Barrymore e John Krasinski (In amore niente regole e E’ complicato) saranno i protagonisti di un’avventurosa commedia per famiglia dal titolo Whales, che sarà diretto dal Ken Kwapis di La verità è che non gli piaci abbastanza.

Un regista per Gambit

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Il produttore del remake di Gambit (scritto dai Coen), Mike Lobell, ha trovato un regista cui affidare il progetto: Doug Liman.

Gesù al museo del cinema di Torino

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Torino sta ospitando l’ostensione della Sindone e in parallelo a questo si è voluto inserire alcune altre proposte culturali inerenti la figura di Gesù esaminata da varie angolature. Una di queste è la mostra Ecce homo, al Museo del cinema di Torino in via Montebello 20, all’interno della Mole Antonelliana.

Claudia cardinale madrina del cinema gay

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Torino ha ospitato dal 15 al 22 aprile la venticinquesima edizione di Da Sodoma ad Hollywood, il festival internazionale di cinema dedicato a tematiche omosessuali, che è stato tenuto a battesimo da una madrina d’eccezione, Claudia Cardinale, interprete di uno dei film presentati, Le fil di Mehdi Ben Attia, esordiente regista tunisino che si interroga sui rapporti tra modernità e tradizione, spesso laceranti, nel suo Paese.

Uscite al cinema 30 Aprile


Iron Man 2: sono passati sei mesi da quando Tony Stark ha rivelato di essere l’eroico Iron Man e ora si trova costretto prendersi le responsabilità della sua invenzione.

 

Remake anche per Commando

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Remake anche per Commando

Tra gli innumerevoli remake che Hollywood sta sfornando senza sosta, ci sarà anche quello di Commando, il film che ha segnato una sorta di apice sopra le righe di un certo cinema d’azione degli anni Ottanta.

J. J. Abrams & Steven Spielberg

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J. J. Abrams medita un nuovo lavoro cinematografico, definito come “un tributo e una collaborazione con Steven Spielberg”.

 

La città verrà distrutta all’alba: recensione del remake

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La città verrà distrutta all’alba: recensione del remake

La città verrà distrutta all’alba è il remake dell’omonimo film del 1973 diretto dal maestro  George Romero (titolo originale “The Crazies”).

Alla regia c’è Breck Eisner, regista statunitense non alle prime armi col genere horror e che già ha mostrato le sue abilità in molti sceneggiati televisivi in terra americana, come produttore esecutivo ritroviamo Romero che dovrebbe in un certo senso garantire una certa qualità sotto la sua supervisione.

La trama di La città verrà distrutta all’alba

La trama di La città verrà distrutta all’alba è presto detta: Ogden Marsh è una cittadina americana dove tutto scorre tranquillamente, gli abitanti sono i classici cittadini modello e lo sceriffo non ha grossi grattacapi finché un giorno durante una partita di baseball, l’agricoltore Rory Hamill non decide di entrare sul campo con un fucile senza un non ben precisato motivo se non quello che di uccidere qualche sconosciuto, Dadid Dutton è quindi costretto ad ucciderlo per non rischiare la vita di nessun innocente.

La cosa sembra finire lì ma ben presto la maggior parte degli abitanti comincia a comportarsi stranamente per poi nel giro di 48 ore diventare degli assassini senza scrupoli. Lo sceriffo decide quindi, in una città allo sbando totale, di fuggire insieme a pochi superstiti non contagiati.

La questione sembrerebbe già complicata così, se non che il governo venuto a conoscenza della situazione cittadina, decide di intervenire con forze armate alla disinfestazione e all’uccisione di chiunque mostri i sintomi della pazzia.

Devo dire che questo è uno dei pochissimi remake in grado di migliorare le pellicole da cui prendono spunto, sarà che i mezzi odierni hanno permesso notevoli migliorie per gli effetti speciali e che la regia di Eisner non è niente male regalando anche alcune scene particolarmente affascinanti (una per tutte la moglie dello sceriffo illuminata dai fari della trebbiatrice abbandonata) sta di fatto che la pellicola scorre senza problemi ricalcando in pieno lo spirito che faceva parte dell’originale.

Certamente non vi è nulla di nuovo sotto al sole e per chi conosce bene le regole di questo genere cinematografico non vi è nulla di innovativo, ma una buona dose di colpi scena e una tensione sempre vivida rendono la pellicola piacevole e sopra la sufficienza.

E’ morto Furio Scarpelli

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E’ morto Furio Scarpelli

E’ morto stanotte a Roma il grande sceneggiatore Furio Scarpelli, 90 anni. A dare la notizia in pubblico è stato il nipote.

Olga Kurylenko è una sirena

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Olga Kurylenko è una sirena

Olga Kurylenko è stata scelta per il ruolo di regina delle Sirene in un film fantastico d’avventuta intitolato Empires of the Deep.

Bryce Dallas Howard in The Help

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Bryce Dallas Howard, sostituta di Rachelle Lefevre nel prossimo The Twilight Saga: Eclipse, si è aggiunta a Emma Stone e Viola Davis nel cast del film drammatico della DreamWorks The Help, tratto da un bestseller di Kathryn Stockett.

Sequel di Scontro fra Titani

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Sequel di Scontro fra Titani

Considerato l’enorme successo che Scontro tra Titani sta avendo in tutto il mondo, era solo questione di tempo prima che arrivasse un annuncio ufficiale di un sequel. Ed eccolo qui: la Warner ha infatti deciso di proseguire le avventure di Perseo.

Ecco il poster di Buried

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Grazie a FirstShowing, abbiamo un nuovo poster di Buried, prossimo thriller con l’indaffaratissimo Rayn Reynolds. Nel poster diamo un primo sguardo allo spazio claustrofobico nel quale Reynolds trascorrerà la maggior parte del film.

I vampiri neonati di Eclipse

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Il sito di MTV ha pubblicato una nuovissima foto di The Twilight Saga: Eclipse, nella quale vediamo l’esercito dei vampiri neonati capeggiato da Riley (Xavier Samuel). Nell’immagine non compaiono  invece la “creatrice” dell’esercito, Victoria (interpretata in questo film da Bryce Dallas Howard, dopo il “licenziamento” di Rachelle Lefevre), né Bree Tanner, l’altra neonata, i cui panni nel film saranno vestiti da Jodelle Ferland.

Ecco l’immagine:

Fonte: badtaste.it

Jennifer Connelly a lavoro con Howard

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Jennifer Connelly a lavoro con Howard

Jennifer Connelly potrebbe interpretare la sua prima commedia diretta da Ron Howard. All’attrice premio Oscar è stato infatti offerto un ruolo in Cheaters, un film che parla di tradimenti. Il titolo non è comunque definitivo, mentre del cast fanno già parte Vince Vaughn, Kevin James e Winona Ryder. La Connelly sarebbe la moglie di Vaughn, che non sa se dire o meno al miglior amico di lui (James) che tra i rispettivi coniugi c’è una storia. La sceneggiatura è di Alan Loeb (Noi due sconosciuti). L’inizio riprese è previsto tra breve a Chicago.

Fonte: comingsoon.it

Olivia Thirlby per Ivan Reitman

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Olivia Thirlby (Juno, The Darkest Hour) è in trattative per unirsi al cast di una commedia che sarà diretta da Ivan Reitman per la Paramount, della quale però non si conosce ancora il titolo.

Soldini racconta il suo Cosa Volgio di Più

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L’ultimo film di Soldini, Cosa voglio di più, è stato presentato ieri alla stampa italiana. Presente il cast artistico (quasi) al completo, il regista e i produttori.

Cosa voglio di più: recensione del film di Silvio Soldini

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Cosa voglio di più: recensione del film di Silvio Soldini

Proprio dal titolo si potrebbe cominciare: cosa voglio di più? L’elenco sarebbe lungo: un film che racconti una storia, 30 minuti in meno, meno banalità, più ritmo, un montaggio funzionale … e si potrebbe ancora continuare in riferimento al film di Soldini. Cosa voglio di più infatti esula dalla categoria  di film di nicchia, andando a collocarsi in un posto tutto suo, nella sezione dei film che parlano solo a se stessi. E forse è questo l’intento di Soldini che almeno narrativamente continua un percorso sulla crisi economica che diventa crisi dei sentimenti e delle relazioni, cominciato con Giorni e Nuvole, ma che tuttavia si allontano troppo dai suoi lavori migliori, e mi riferisco al ben godibile Pane e Tulipani. 

La quotidianità, il realismo (si potrebbe quasi dire) sono resi perfettamente, aiutati anche da un apparato tecnico (suono e fotografia) davvero eccellenti. Tuttavia molto della storia non si giustifica, fino a metà film si aprono mille trame, molti personaggi che necessitano un approfondimento ma che ovviamente non possono averlo per permettere alla storia, allo spettatore di seguire i protagonisti, accomunati da un forte legame passionale che li proietta in una stanza buia che sembra esaurire tutto il loro mondo.

Cosa voglio di più, il film di Silvio Soldini

E’ pur vero che il film punta molto sull’aspetto emozionale della vicenda, Favino e la Rohrwacher sono imbrigliati nella loro relazione che per nessuno dei due e costruttiva ma che entrambi non riescono a lasciar andare anche se non si percepisce la nascita del forte amore che viene dichiarato. Per quello che riguarda le interpretazioni, brava Alba in un ruolo ancora diverso dal suo curriculum, un po’ meno Favino, che dimostra di essere un bravo attore solo quando storia e sceneggiatura sono brillanti, e non è questo il caso. Menzione speciale al cast di contorno, che come già detto, meriterebbe più spazio a dispetto degli insipidi protagonisti, in particolar modo il personaggio di Giuseppe Battiston, che incarno un compagno così mite da sembrare stupido seppure a modo suo divertente.

Cosa voglio di più è un film che punta a smuovere i sentimenti, e che sicuramente in fase di lavorazione è risultato coinvolgente per gli interpreti principali, se non altro per le numerose scene di intimità, ma che rivolto allo spettatore rischia di smuovere soprattutto una grande noia, causata oltretutto dall’eccessiva lunghezza di una film che senza troppi danni sarebbe potuto durare 40 minuti in meno. Distribuito da Warner Bros, Cosa voglio di più esce in Italia il 30 aprile.

Vendicami: recensione del film di Jhonnie To

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Vendicami: recensione del film di Jhonnie To

Osannato come un piccolo gioiello, arriva nelle sale italiane il 30 aprile Vendicami, ultima fatica di Jhonnie To, premiato al Festival del Film Noir con il leone Nero.

La storia parte dal titolo, da una vendetta che perde la sua sostanza quando il vendicatore perde la memoria degli eventi che lo hanno guidato fino a metà film. Un personaggio, quello di Costello (Hollyday), che è un misto tra Alain Delon e Steven Segal, un uomo con un passato oscuro che a mala pena si intuisce e che racchiude in se una miriade di citazioni, forse involontarie, che strizzano l’occhio a tanto di quello che è già stato visto.

Vendicami – recensione del film di Jhonnie To

Al di là del tema portante della vendetta, il film di To porta avanti anche tematiche quali l’amicizia cameratesca tra il protagonista e i tre killer che, seppure parzialmente ingiustificata, aggiunge epicità ad un racconto più che altro lacunoso. I pochi spunti narrativi interessanti si perdono nelle lunghissime sequenze di sparatorie, mirabolanti operazioni balistiche che mirano ad una spettacolarizzazione fine a se stessa e che esaurisce in sé tutta la godibilità del film. Le pallottole sembrano non finire mai e non bastare mai ad uccidere, a dispetto degli schizzi abbondanti di sangue che pure sembrano senza fine.

Il lavoro del regista è stato semplicemente quello di orchestrare queste sinfonie di polvere da sparo in maniera organica e senza dubbio il risultato è armonioso nella sua sinfonia di morti e sangue. Visivamente godibile il film si fonda soprattutto sull’atmosfera stagnante delle strade, sulla claustrofobica persistenza di luoghi chiusi, sul vento minaccioso che impera su molte scene.

Più enigmatico resta il significato generale della storia, il sorriso rumoroso di Costello sul finale, l’insieme delle vite che inevitabilmente si intrecciano e l’inutilità di una vendetta senza ricordi. Un film che non manca certo di spunti interessanti ma che lascia perplessità sul legame tra le scene e sulla trama in generale, troppo farraginoso, troppo lungo.

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