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The Girl on the Train, svelata la data di uscita

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Procede senza sosta la fase di pre-produzione di The Girl on the Train, adattamento dell’omonimo bestseller di Paula Hawkins su cui la DreamWorks pare contare moltissimo. Lo studio ha finalmente svelato la data di uscita del film in America, fissata per il 7 ottobre 2016.

Diretto da Tate Taylor (The Help), The Girl on the Train vanterà un ricco cast che si sta delineando in questi giorni. Le tre voci narranti femminili del romanzo – Rachel, Anna e Megan – saranno rispettivamente incarnate da Emily Blunt, Rebecca Ferguson e Haley Bennett. L’acquisto più recente del cast è Allison Janney, che vestirà i panni della detective incaricata di indagare sul mistero che caratterizza la trama gialla del film.  Allison Janney, volto della serie CBS Mom, ha già lavorato con Tate Taylor in The Help e Get on Up.

Sul fronte maschile, sappiamo che Jared Leto interpreterà Scott, il marito di Megan (Haley Bennett) mentre Justin Theroux è appena salito a bordo del progetto per sostituire un impegnato Chris Evans nel ruolo di Tom, l’ex marito della protagonista, la pendolare alcolizzata Rachel (Emily Blunt). 

The Girl on The Train sarà prodotto da Marc Platt con Jared LeBoff, mentre a curare l’adattamento del romanzo di Paula Hawkins – che ha venduto milioni di copie – è Erin Cressida Wilson.

Fonte: Variety

The Girl In The Photographs: trailer dell’ultimo film su cui ha lavorato Wes Craven

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Arriva il trailer ufficiale di The Girl In The Photographs, l’ultimo film su cui ha lavorato il compianto Wes Craven, trai migliori registi di genere della sua generazione.

Infatti, The Girl In The Photographs con protagonista Kal Penn vede Wes Craven nelle vesti di produttore esecutivo della pellicola che è un thriller-horror.

The Girl In The Photographs uscirà in una serie di copie limitate in USA il 1 Aprile. Diretto da Nick Simon si basa su una sceneggiatura scritta da Nick Simon, Oz Perkins e Robert Morast.

The Girl in the Fountain: la recensione del documentario con Monica Bellucci

Girata tra il gennaio e il marzo del 1959 (ancora oggi ci sono voci discordanti sulla data esatta), la celebre scena nella fontana di Trevi di La dolce vita ha reso l’attrice svedese Anita Ekberg una figura leggendaria della storia del cinema, ma l’ha al contempo intrappolata in una vera e propria gabbia dorata. A sei anni dalla scomparsa di lei, il documentario The Girl in the Fountain, diretto da Antongiulio Panizzi, ripercorre la carriera dell’attrice ponendola in stretta relazione con quella di un’altra diva del cinema, ovvero Monica Bellucci. Un intento ambizioso e interessante, che non si concretizza però in un’opera capace di rendere il giusto tributo a nessuna delle due.

The Girl in the  Fountain vuole infatti porsi come il racconto di un’attrice divorata dalla sua stessa icona raccontato attraverso la voce e la sensibilità della Bellucci. Questa, con attenzione e delicatezza si mette alla ricerca di quel personaggio e di quella donna, per riscattarne la figura stereotipata della “ragazza nella fontana”.  La loro si manifesta nel film come una conversazione verbale e visiva, un dialogo impossibile tra due dive di epoche  diverse, attraverso cui riscoprire il percorso di una donna libera e indipendente, che ha  pagato un prezzo molto alto per il suo non voler sottostare a nessuno.

Anita Ekberg, la donna oltre la diva

Il nuovo documentario di Panizzi, già noto per My Way – The Rise and Fall of Silvio Berlusconi, si apre sulla finta proposta di un regista (interpretato da Roberto De Francesco) alla Bellucci di interpretare Anita Ekberg in un film biografico su quest’ultima. A partire da questo evento nasce il dialogo tra le due attrici, con la prima che va alla scoperta della seconda al fine di comprenderla meglio per poterla interpretare in modo fedele. La Bellucci si lancia dunque nella visione dei film della Ekberg, nel provare alcuni degli abiti più celebri da lei indossati e nello studio attento della sua gestualità e modo di parlare.

Ad alternarsi a questi momenti vi sono invece spezzoni tratti dai film dell’attrice svedese o sue celebri interviste, durante le quali lascia trasparire la propria personalità e il proprio pensiero. Questo passato e presente viene montato insieme in modo tale da dar vita ad un vero e proprio dialogo fatto di rimandi visivi e tematici. Dopo aver ad esempio visto la Ekberg formato gigante di Boccaccio ’70 agirarsi per le strade del quartiere Eur, è poi la Bellucci a camminare per quelle stesse vie, quasi come alla ricerca del fantasma dell’attrice, di quello che lei ha lasciato a quei luoghi.

Mentre la Bellucci si prepara dunque per un film che in realtà è solo un pretesto narrativo, la parabola della Ekberg si svela allo spettatore in tutta la sua tragicità, dai matrimoni falliti ai film di basso livello interpretati sul finire della sua carriera. Si ricorda così una volta di più di quanto un personaggio possa davvero divorare il suo interprete, condannandolo per sempre ad essere associato in modo irrinunciabile a tale ruolo. La Ekberg è e sarà per sempre la ragazza della fontana di Trevi, un luogo dal quale non sembra essere mai realmente uscita, almeno non per lo spettatore.

The Girl in the Fountain Monica Bellucci

The Girl in the Fountain: la recensione del film

A The Girl in the Fountain si attribuisce dunque il merito di riportare all’attenzione la delicata differenza che passa tra un personaggio e un attore. Il caso della Ekberg è a tal proposito tra i più esemplari a riguardo. È proprio nel raccontare la vita dell’attrice svedese che si ritrovano dunque i momenti più interessanti del film. Al di fuori di questi, però, il documentario di Panizzi si presenta come un’opera discordante, che non riesce a rendere davvero omogenee le sue componenti. The Girl in the Fountain sembra voler essere un documentario biografico, il making of di un film e un racconto celebrativo, senza però riuscire ad essere realmente nessuna delle tre cose. In particolare, spezzano l’attenzione proprio le scene che vedono la Bellucci intenta a fare ricerche sulla Ekberg.

È certamente interessante analizzare la gestualità dell’attrice svedese, meno lo è vedere la Bellucci che tenta di replicare quei modi di fare. Le scene che la vedono protagonista finiscono per apparire piuttosto bizzarre e innaturali. Guardando tali momenti non fa che avanzare l’idea che il regista sia più innamorato delle due interpreti che non del racconto che dovrebbe fare di loro. A ciò si aggiungono anche ulteriori scelte stilistiche particolarmente frustranti, su cui spicca la scelta di non identificare (se non nei titoli di coda) le personalità intervistate. In fin dei conti, dunque, The Girl in the Fountain sembra purtroppo fermarsi a quella stessa apparenza di cui la Ekberg è stata vittima nella sua vita.

The Girl From Plainville: recensione della serie con Elle Fanning

Per tentare di spiegare con accuratezza cosa sia The Girl From Plainville bisogna a nostro avviso partire dai fatti realmente accaduti: il 13 luglio 2014 il diciottenne Conrad Roy si suicidò nel parcheggio di un Kmart inalando i gas di dell’auto di cui era al volante. La sua fidanzata di allora Michelle Carter venne in seguito incriminata per omicidio colposo involontario in quanto nelle ore precedenti la tragedia lo istigò al suicidio tramite messaggi telefonici.

La storia vera dietro The Girl From Plainville

Creata da Liz Hannah e Patrick Macmanus, la serie Hulu Original racconta (prendendosi alcune libertà per fini drammaturgici) i fatti e i personaggi di questa vicenda complessa e tristemente simbolica. La storia si dipana principalmente su due piani temporali distinti, i quali si alternano nel racconto: il 2014 e i giorni successivi al suicidio di Conrad, tornando poi indietro al 2012 per mettere in scena l’inizio e lo sviluppo della relazione problematica tra il ragazzo e Michelle. La grande sfida dei creator e della regista Lisa Cholodenko  dietro la macchina da presa per molti degli episodi – è stata quella di costruire uno show che si basa quasi interamente sullo studio delle due psicologie psicologie, tentando di sviluppare il gioco al massacro mentale ed emotivo che la Carter ha più o meno volontariamente prodotto nei confronti di Roy.

Un tentativo molto interessante in quanto costretto a basarsi sull’assenza totale o quasi di azione vera: The Girl From Plainville mette infatti in scena la vita più che comune vissuta dai due giovani, in particolare da una ragazza il cui bisogno di attenzione diventa progressivamente distacco dalla realtà dei fatti. I meccanismi che regolano i pensieri deviati e le azioni in molti casi meschine di Michelle rappresentano evidentemente il punto focale dello show, disposto a rischiare di presentare al pubblico un personaggio complesso, ambiguo e respingente nello svolgimento delle sue piccole, subdole macchinazioni.

Elle Fanning non sbaglia un colpo

Ottimamente interpretata da una Elle Fanning sempre più matura e capace di aderire psicologicamente ai propri ruoli, la protagonista di The Girl From Plainville risulta fin dal pilot un personaggio molto difficile da decifrare, che almeno nei primi episodi non va incontro al pubblico tentando di portarlo dalla sua parte, tutt’altro. E questo, pur lodevole dal punto di vista della definizione dei caratteri, risulta il punto debole dello show: per larga parte la volontà di non scivolare eccessivamente nel melodramma, abbinata a quella di presentare figure in chiaroscuro, non fornisce allo spettatore molti appigli. A parte la discreta progressione drammatica bel presentare i fatti adoperando i due piani temporali, le prime quattro parti risultano piuttosto “piatte”, il che non deve comunque trarre in inganno, poiché sembra essere proprio questo lo scopo della serie, ovvero mostrare quanto la gioventù americana più comune sia in realtà psicologicamente fragilissima, oppressa da una società che valorizza l’apparenza senza più dare il giusto peso alla sostanza degli esseri umani.

Il punto di svolta di The Girl From Plainville

In questo modo il “tepore” soporifero in cui sembrano muoversi tutti i personaggi di The Girl From Plainville diventa piuttosto emblematico. Può non funzionare pienamente a livello di presa emotiva, ma ha un suo fondamento. Merita poi un discorso a parte il quinto episodio dello show, il quale fornisce finalmente una luce più specifica e emotivamente forte sul mondo interiore di Michele Carter, consentendoci finalmente di vederne i bisogni e le insicurezze nascoste. Si tratta di un vero e proprio punto di svolta nella serie, che seppur non ribaltando le prospettive – e sarebbe stato un errore farlo – permette almeno di comprendere un poco più a fondo una psicologia tanto comune quanto problematica.

Difficile dare un giudizio definitivo su The Girl From Plainville, servirebbe probabilmente una seconda visione, a debita distanza dalla prima per riflettere con calma su quanto visto ed esperito. Possiamo però senz’altro scrivere che si tratta di un progetto coraggioso, nell’ideazione e nelle scelte narrative con cui è stato sviluppato.  E per questo, se non per altro, merita il nostro consenso.

The Gilded Age: trailer della seconda stagione in arrivo su SKY e NOW

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L’aristocrazia con i suoi sfarzosi balli, i meravigliosi palazzi decorati con gusto e una rigida etichetta e la nuova borghesia con le sue innovazioni, con invenzioni pronte a rivoluzionare il mondo e la voglia di infrangere le vecchie regole: sono queste le due fazioni che continuano a confrontarsi, scontrarsi e scoprirsi nel nuovo capitolo di The Gilded Age, di cui viene rilasciato oggi il trailer ufficiale. Come già la prima, anche la seconda stagione della serie HBO nasce dalla penna di uno dei più celebrati maestri del dramma in costume, sir Julian Fellowes (Downton Abbey, Belgravia). La serie Sky Exclusive andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 30 ottobre.

Affermarsi in società è un vero e proprio lavoro per la nuova borghesia di New York, che cerca faticosamente di farsi notare ritagliandosi un posto nei migliori teatri e ristoranti, guadagnando inviti ai balli più esclusivi. Bertha Russell (Carrie Coon), stella nascente della classe emergente, non ha sicuramente intenzione di accettare rifiuti e nella nuova stagione continua la sua lotta contro l’antiquata aristocrazia, rappresentata da Agnes van Rhijn (Christine Baranski), che cerca invece di mantenere la propria esclusiva supremazia. Ma il progresso, la modernità, lo stile di vita innovativo e libero che ormai regnano sovrani a New York minano dalle fondamenta quel vecchio status quo che sembra ormai dover cedere il passo ad una società più dinamica.

La serie vanta un cast stellare che include Christine Baranski (The Good Wife, Mamma Mia), Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like That…), Carrie Coon (The Leftovers – Svaniti nel nulla, Fargo), Nathan Lane (The Blacklist, Modern Family) e Morgan Spector (Il complotto contro l’America).

The Gilded Age è scritta e prodotta da Julian Fellowes, affiancato nella produzione da Gareth Neame, David Crockett e Bob Greenblatt. Producono e dirigono Michael Engler e Salli Richardson-Whitfield. La serie è una co-produzione HBO e Universal Television.

La trama della seconda stagione di The Gilded Age

L’Età dell’Oro americana fu un periodo di immensi cambiamenti economici, di grande conflitto tra vecchie modalità e nuovi sistemi, e di enormi fortune guadagnate e perse. La seconda stagione di The Gilded Age inizia la mattina di Pasqua del 1883, con la notizia che l’offerta di Bertha Russell per un palco all’Academy of Music è stata respinta. Durante gli otto episodi della stagione, osserviamo come Bertha sfidi Mrs. Astor e il vecchio sistema e lavori non solo per guadagnare una posizione sicura nella società, ma per assumere potenzialmente un ruolo di primo piano in essa. George Russell affronta la sua battaglia con un sindacato in crescita nella sua acciaieria a Pittsburgh. A casa Brook, Marian continua il viaggio per trovare la sua strada nel mondo insegnando segretamente in una scuola femminile, mentre con sorpresa di tutti Ada inizia un nuovo corteggiamento. Naturalmente, Agnes non approva per nulla. A Brooklyn, la famiglia Scott inizia a guarire da una scioccante scoperta e Peggy attinge al suo spirito attivista grazie al suo lavoro con T. Thomas Fortune al NY Globe.

The Gilded Age: trailer della seconda stagione in arrivo su SKY

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The Gilded Age: trailer della seconda stagione in arrivo su SKY

Arriva oggi il trailer ufficiale in italiano di The Gilded Age, la seconda stagione della serie HBO e Sky Exclusive nasce dalla penna di uno dei più celebrati maestri del dramma in costume, sir Julian Fellowes (Downton Abbey, Belgravia). La serie andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 30 ottobre.

L’aristocrazia con i suoi sfarzosi balli, i meravigliosi palazzi decorati con gusto e una rigida etichetta e la nuova borghesia con le sue innovazioni, con invenzioni pronte a rivoluzionare il mondo e la voglia di infrangere le vecchie regole: sono queste le due fazioni che continuano a confrontarsi, scontrarsi e scoprirsi nel nuovo capitolo di The Gilded Age.

Affermarsi in società è un vero e proprio lavoro per la nuova borghesia di New York, che cerca faticosamente di farsi notare ritagliandosi un posto nei migliori teatri e ristoranti, guadagnando inviti ai balli più esclusivi. Bertha Russell (Carrie Coon), stella nascente della classe emergente, non ha sicuramente intenzione di accettare rifiuti e nella nuova stagione continua la sua lotta contro l’antiquata aristocrazia, rappresentata da Agnes van Rhijn (Christine Baranski), che cerca invece di mantenere la propria esclusiva supremazia. Ma il progresso, la modernità, lo stile di vita innovativo e libero che ormai regnano sovrani a New York minano dalle fondamenta quel vecchio status quo che sembra ormai dover cedere il passo ad una società più dinamica.

Il cast della seconda stagione di The Gilded Age

La serie vanta un cast stellare che include Christine Baranski (The Good Wife, Mamma Mia), Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like That…), Carrie Coon (The Leftovers – Svaniti nel nulla, Fargo), Nathan Lane (The Blacklist, Modern Family), Morgan Spector (Il complotto contro l’America) e Louisa Jacobson (Gone Hollywood).

The Gilded Age è scritta e prodotta da Julian Fellowes, affiancato nella produzione da Gareth Neame, David Crockett e Bob Greenblatt. Producono e dirigono Michael Engler e Salli Richardson-Whitfield. La serie è una co-produzione HBO e Universal Television.

La trama della seconda stagione di The Gilded Age

L’Età dell’Oro americana fu un periodo di immensi cambiamenti economici, di grande conflitto tra vecchie modalità e nuovi sistemi, e di enormi fortune guadagnate e perse. La seconda stagione di The Gilded Age inizia la mattina di Pasqua del 1883, con la notizia che l’offerta di Bertha Russell per un palco all’Academy of Music è stata respinta. Durante gli otto episodi della stagione, osserviamo come Bertha sfidi Mrs. Astor e il vecchio sistema e lavori non solo per guadagnare una posizione sicura nella società, ma per assumere potenzialmente un ruolo di primo piano in essa. George Russell affronta la sua battaglia con un sindacato in crescita nella sua acciaieria a Pittsburgh. A casa Brook, Marian continua il viaggio per trovare la sua strada nel mondo insegnando segretamente in una scuola femminile, mentre con sorpresa di tutti Ada inizia un nuovo corteggiamento. Naturalmente, Agnes non approva per nulla. A Brooklyn, la famiglia Scott inizia a guarire da una scioccante scoperta e Peggy attinge al suo spirito attivista grazie al suo lavoro con T. Thomas Fortune al NY Globe.

The Gilded Age 2 quando esce e dove vederla in streaming

The Gilded Age 2 dal 30 ottobre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

The Gilded Age: recensione del primi due episodi della nuova serie di Julian Fellowes

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The Gilded Age è il nuovo period drama firmato da Julian Fellowes e in onda su Sky Serie, on demand su Sky e in streaming su NOW dal 21 marzo. La serie, prevista inizialmente per il 2018, è slittata ed è stata acquisita su HBO che negli Stati Uniti l’ha distribuita a partire dalla fine di gennaio 2022. Adesso The Gilded Age è arrivata in Italia e promette di far appassionare tutti gli orfani di Downton Abbey, il più famoso period drama firmato da Fellowes e che presto tornerà per un secondo lungometraggio (dopo il primo di 3 anni fa e la serie completa di sei stagioni).

La trama di The Gilded Age

La storia di The Gilded Age ruota intorno a Marian Brook, giovane orfana di buona famiglia ma ridotta in povertà, che si vede costretta a trasferirsi a New York (siamo negli anni ’80 dell’Ottocento) dove vivono le sue due zie, sorelle del padre, una delle quali, zia Ada, ancora nubile, l’altra, Agnes van Rhijn, vedova molto ricca che amministra la fortuna del suo defunto e poco amato marito e pretende di amministrare anche le vite che le gravitano intorno: quella della sorella, del figlio e non ultima della nipote appena arrivata. Di fronte alla zia di Marian, una vera e propria roccaforte degli antichi valori e della vecchia nobiltà si staglia Bertha Russell, donna appartenente alla classe dei nuovi ricchi, che si è trasferita proprio dall’altro lato della strada, in una enorme casa nuova, costruita da un architetto europeo, un vero e proprio monumento alla ricchezza del signor Russell, magnete delle ferrovie e visto di cattivo occhio dall’alta società newyorkese. Scopo di Bertha è quello di farsi accettare nella cerchia bene della città, e se da una parte si troverà di fronte grande ostilità, non ultima quella di Agnes van Rhijn, troverà anche sostegno e curiosità inaspettata da parte della giovane Marian, che si troverà immischiata nelle vicende della grande casa di fronte. 

Con The Gilded Age, Julian Fellowes si conferma un raffinato narratore, mette insieme intrigo, frivolezze, lotta di classe, questa volta articolata in maniera ancora più precisa e specifica rispetto a quanto visto, per esempio, in Downton Abbey, confezionando un dramma che appare un Instant classic, forse grazie soprattutto alle splendide protagonisti e ai costumi incredibili che queste indossano come se fossero davvero nate nell’Ottocento (anche se chi ne sa qualcosa di storia della moda, intercetterà delle licenze e delle stravaganze ante litteram).

Donne straordinarie di fine Ottocento a New York

Il personaggio di Marian in particolare mescola insieme una serie di elementi che difficilmente si trovano fusi nello stesso personaggio: la giovane donna è nobile ma povera, è intelligente ma non ha talenti particolari, è ribelle, tuttavia tutto sembra indirizzarla verso una vita ordinaria di moglie e madre, purché il partito in questione appartenga alla “vecchia nobiltà newyorkese”, nei piani della zia maggiore. Sicuramente la ragazza riuscirà a trovare il suo spazio, insinuandosi tra le maglie che la sua condizione le impone, ma a che prezzo?

Ma la stessa Bertha, e le zie di Marian risultano già dal primo episodio donne che combattono e hanno combattuto per ciò che desiderano, figure forti e determinate, non importa quale sia il loro orientamento sociale, ma sempre fautrici del loro stesso destino, per quanto la società in cui vivono è ancora formalmente gestita da uomini.

La scrittura di Julian Fellows non fa mai prigionieri, e anche in questo caso lo spettatore è catturato dal primo istante, coinvolto nelle esistenze di questa donne straordinarie, protagoniste contraddittorie e proprio per questo affascinanti di The Gilded Age. 

The Gilded Age: la terza stagione dal 23 giugno su SKY e NOW

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The Gilded Age: la terza stagione dal 23 giugno su SKY e NOW

Una città che cresce, che si trasforma e, mentre guarda al futuro, continua a nascondere dietro ogni palazzo sfarzoso una crescente rivalità tra vecchia e nuova aristocrazia. La New York di fine XIX secolo, in cui il potere si sposta dalle famiglie dell’old money a quelle emergenti, fa da sfondo alle vicende della terza stagione di The Gilded Age, il period drama HBO e Sky Exclusive nominato agli Emmy firmato da uno fra i più celebrati maestri del dramma in costume, sir Julian Fellowes (Downton Abbey, Belgravia). Il nuovo capitolo della serie, in otto episodi, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 23 giugno, in contemporanea con gli US.

Cosa succede nella terza stagione di The Gilded Age

Fra ambientazioni sontuose, costumi spettacolari e riferimenti storici reali, nei nuovi episodi il vecchio è stato soppiantato dal nuovo: la vecchia guardia è uscita indebolita dalla Guerra dell’Opera e, ormai affermati nei salotti più esclusivi, i Russell sono pronti a prendere il loro posto alla guida dell’alta società di New York. Imponendosi come la nuova Mrs. Astor, Bertha (Carrie Coon) punta a un premio che eleverebbe la famiglia a livelli inimmaginabili, mentre George (Morgan Spector) rischia tutto in un’impresa che potrebbe rivoluzionare l’industria ferroviaria, sempre che non lo rovini prima. Dall’altra parte della strada, la famiglia Brook viene gettata nel caos quando Agnes (Christine Baranski) si rifiuta di accettare la nuova posizione di Ada (Cynthia Nixon) come padrona di casa. Peggy (Denée Benton) incontra un affascinante medico di Newport, ma la famiglia di lui è ben poco entusiasta della carriera della giovane. Mentre tutta New York si affretta verso il futuro, le ambizioni dei protagonisti potrebbero andare a scapito di ciò che hanno di più caro.

La serie vanta un cast stellare che include Carrie Coon, Christine Baranski, Cynthia Nixon, Morgan Spector, Louisa Jacobson, Denée Benton, Taissa Farmiga, Harry Richardson, Blake Ritson, Ben Ahlers, Ashlie Atkinson, Dylan Baker, Kate Baldwin, Victoria Clark, John Ellison Conlee, Michael Cumpsty, Kelley Curran, Jordan Donica, Jessica Frances Dukes, Claybourne Elder, Amy Forsyth, Jack Gilpin, LisaGay Hamilton, Ward Horton, Simon Jones, Celia Keenan-Bolger, Ben Lamb, Nathan Lane, Andrea Martin, Audra McDonald, Brian Stokes Mitchell, Debra Monk, Hattie Morahan, Donna Murphy, Kristine Nielsen, Paul Alexander Nolan, Kelli O’Hara, Patrick Page, Rachel Pickup, Taylor Richardson, Douglas Sills, Bobby Steggert, Erin Wilhelmi, John Douglas Thompson, Leslie Uggams, Merritt Wever. Con Bill Camp e Phylicia Rashad.

THE GILDED AGE è creata, scritta e prodotta da Julian Fellowes; produttori esecutivi, oltre a Fellowes, anche Gareth Neame e David Crockett; regista e produttore esecutivo Michael Engler; produttore esecutivo Bob Greenblatt; sceneggiatrice e produttrice esecutiva Sonja Warfield; regista e produttrice esecutiva Salli Richardson-Whitfield. La serie è una co-produzione HBO e Universal Television, divisione di Universal Studio Group.

The Gilded Age: il teaser trailer della seconda stagione

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The Gilded Age: il teaser trailer della seconda stagione

Bentornati nella New York di fine Ottocento, una città in cui il vecchio e il nuovo lottano per guadagnare il proprio spazio, in cui la classe aristocratica deve fronteggiare l’ascesa di una nuova borghesia, moderna e scoppiettante, piena di idee innovative e rivoluzionarie. La seconda stagione di The Gilded Age, di cui oggi viene rilasciato il teaser ufficiale, in arrivo da ottobre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, racconta l’età dorata americana di fine XIX secolo, proprio al centro del conflitto tra tradizione e modernità. La serie scritta e creata dal premio Oscar® Sir Julian Fellowes (Downton Abbey, Belgravia), una vera e propria istituzione in tema di drammi in costume, vanta un cast d’eccezione che vede fra i protagonisti Carrie Coon (The Leftovers), Christine Baranski (The Good Wife), Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like That…), Morgan Spector (Il complotto contro l’America).

Nella prima stagione, se la tradizione è incarnata dall’intransigente e orgogliosa ereditiera Agnes van Rhijn (Christine Baranski) – spalleggiata dalla sorella Ada Brook (Cynthia Nixon) , la modernità ha le appariscenti sembianze della coppia borghese interpretata da Morgan Spector nei panni di George Russell (Il complotto contro l’America) e Carrie Coon nelle vesti di Bertha Russell. Nel mezzo, la protagonista di questa storia, interpretata da Louisa Jacobson Gummer: Marion Brook, la malcapitata nipote di Agnes e Ada che si ritrova suo malgrado, insieme all’aspirante scrittrice Peggy Scott (Denée Benton), nel bel mezzo di una contesa tra le zie e i nuovi, rampanti vicini. Questa nuova stagione racconta di come Bertha sfidi la signora Astor e il vecchio sistema, lavorando non solo per prendere piede nella società, ma per assumerne potenzialmente un ruolo di primo piano mentre suo marito George affronta la propria battaglia contro un sindacato in crescita nella sua acciaieria di Pittsburgh. Nella Brook House, Marian continua il suo viaggio per trovare la sua strada nel mondo, intanto a Brooklyn, la famiglia Scott inizia a riprendersi da una scoperta scioccante e Peggy attinge al suo spirito attivista attraverso il suo lavoro con T. Thomas Fortune al NY Globe.

Nel cast anche Louisa Jacobson, Denée Benton, Ben Ahlers, Michael Cerveris, Kelley Curran, Taissa Farmiga, Jack Gilpin, Simon Jones, Sullivan Jones, Celia Keenan-Bolger, Debra Monk, Donna Murphy, Kristine Nielsen, Kelli O’Hara,Patrick Page, Harry Richardson, Taylor Richardson, Blake Ritson, Douglas Sills, Erin Wilhelmi, Nathan Lane, Audra McDonald, John Douglas Thompson, Ashlie Atkinson, Laura Benanti, Nicole Brydon Bloom, Christopher Denham, David Furr, Ward Horton, Matilda Lawler and Robert Sean Leonard.

La serie è stata scritta e creata da Julian Fellowes, produttore esecutivo insieme a Gareth Neame e David Crockett; regista e produttore esecutivo Michael Engler; produttore esecutivo Bob Greenblatt; scrittore e produttore esecutivo Sonja Warfield; produttore esecutivo Salli Richardson-Whitfield. The Gilded Age è una coproduzione HBO e Universal Television, parte di Universal Studio Group.

The Gilded Age: HBO rinnova per la quarta stagione dopo lo sconvolgente colpo di scena nella terza stagione

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Dopo gli sconvolgenti eventi che hanno appena caratterizzato la serie drammatica in costume della HBO, la quarta stagione di The Gilded Age ha appena ricevuto un importante aggiornamento. In vista della quarta stagione, la serie creata da Julian Fellowes ha ampliato il suo cast sulla scia del successo ottenuto e del notevole aumento di attenzione da parte del pubblico dopo la conclusione della seconda stagione di The Gilded Age.

Tale aumento si è consolidato durante la terza stagione, con la serie drammatica candidata agli Emmy che ha registrato ascolti record di settimana in settimana. A ciò si sono aggiunti grandi colpi di scena che hanno lasciato il pubblico senza fiato.

Sulla scia della morte scioccante di un personaggio nell’ultimo episodio, HBO ha annunciato che The Gilded Age è stata ufficialmente rinnovata dalla rete. La notizia arriva anche a poche settimane dal finale della terza stagione, previsto per il 10 agosto. Francesca Orsi, vicepresidente esecutivo di HBO Programming, ha commentato il successo di critica e l’aumento significativo degli ascolti in una dichiarazione sul rinnovo:

Non potremmo essere più orgogliosi degli innegabili livelli di audience raggiunti da The Gilded Age in questa stagione. Trasportandoci nella New York del 1880, Julian Fellowes e il cast e la troupe di grande talento hanno creato un’esperienza di intrattenimento imperdibile, settimana dopo settimana, e siamo lieti di continuare a esplorare le grandi ambizioni di questi personaggi in quella che promette di essere una quarta stagione emozionante.

Anche Erin Underhill, presidente della Universal Television, che co-produce la serie con HBO e Neamo Film and Television, ha celebrato il continuo successo e il rinnovo di The Gilded Age con la seguente dichiarazione:

Grazie a Julian e al cast e alla troupe di straordinario talento, ogni stagione di The Gilded Age offre storie ricche di dramma e storia, interpretazioni stellari e un valore produttivo straordinario. Ogni momento trascorso in questo mondo e con questi personaggi non fa che aumentare il nostro amore per la serie, e siamo molto felici che i nostri partner della HBO e il pubblico di tutto il mondo ne chiedano ancora.

Cosa significa questo per The Gilded Age

The Gilded Age ha invertito la tendenza generale di molte commedie e drammi. Mentre la maggior parte delle serie televisive stabilisce il proprio pubblico di riferimento nelle prime fasi, per poi registrare un calo e un aumento modesto, la serie di successo della HBO ha continuato a rafforzarsi. Ha vinto un Emmy, è stata nominata per altri sei e ha aumentato significativamente il proprio pubblico nella terza stagione.

Lo show ha registrato un aumento per cinque settimane consecutive. Il quinto episodio ha raggiunto quattro milioni di spettatori nei primi tre giorni, grazie anche all’aumento delle visualizzazioni su HBO Max. The Gilded Age, nel complesso, ha registrato un aumento del 20%. Questo risultato arriva dopo un importante cambiamento nel cast di The Gilded Age, con la morte inaspettata di John Adams nell’episodio 6.CorrelatiLa tragica morte nell’episodio 6 della terza stagione di The Gilded Age difesa dal regista e dai produttori esecutivi: “Le cose scioccanti sono vere nella vita”Esclusiva: la scioccante morte nell’episodio 6 della terza stagione di The Gilded Age è stata difesa dalla regista Deborah Kampmeier e dai produttori esecutivi della serie.

Questo dato è in linea con una tendenza simile a quella della terza stagione di The White Lotus, che ha registrato il suo pubblico più vasto fino ad oggi. Tuttavia, quella commedia drammatica ambientata in un resort, con un accenno di omicidio, ha registrato una crescita relativamente costante. The Gilded Age, invece, sta finalmente diventando la grande serie originale HBO che ha sempre avuto il potenziale per essere.

The Gilded Age, nuovi ingressi nel cast della terza stagione

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The Gilded Age, nuovi ingressi nel cast della terza stagione

Subito dopo i Tony Awards, The Gilded Age ha aggiunto quattro precedenti vincitori e nominati al cast della terza stagione: Phylicia Rashad, Brian Stokes Mitchell, Jordan Donica e Victoria Clark.

Rashad ricoprirà il ruolo della signora Elizabeth Kirkland. Viene descritta come “una donna proveniente da una famiglia importante di Newport con legami risalenti alla Rivoluzione Americana che ha standard elevati e una lingua occasionalmente tagliente. Non è disposta a compromettere gli standard e le aspettative del suo gruppo sociale esclusivo ed elitario, in particolare quando si tratta di suo figlio.”

Nel ruolo da guest, Mitchell interpreterà Frederick Kirkland, marito di Elizabeth e patriarca della famiglia Kirkland. È il pastore di un’importante chiesa nera e un leader nella comunità di Newport.

Donica sarà ricorrente nei panni del figlio di Elizabeth e Frederick, il dottor William Kirkland, descritto come “un medico gentile e affascinante proveniente dall’importante famiglia Kirkland che non ha una mentalità ristretta come i membri più anziani della sua cerchia sociale d’élite. È stato ispirato ad aiutare gli altri diventando medico dopo aver visitato la farmacia di Arthur Scott (John Douglas Thompson) da ragazzo.”

Clark sarà guest star nel ruolo di Joan Carlton, “una donna gentile e geniale proveniente dall’alta società di New York. Sincera e solidale con suo figlio, è sorpresa di trovarsi in una situazione complicata e offensiva.”

the gilded age stagione 2Il logline ufficiale della HBO per la terza stagione di The Gilded Age recita: “L’American Gilded Age è stato un periodo di immensi cambiamenti economici e sociali, in cui enormi fortune furono accumulate e perse da un giorno all’altro. Con la vecchia guardia ufficialmente deposta, la società di New York si ritrova sottosopra e tutti devono mettere ordine in casa propria. Ma anche coloro che sono al timone di questa nuova era potrebbero scoprire che il cambiamento ha un costo”.

The Gilded Age, il cast

Il cast della seconda stagione comprende Carrie Coon, Christine Baranski, Cynthia Nixon, Morgan Spector, Louisa Jacobson, Denée Benton, Ben Ahlers, Michael Cerveris, Kelley Curran, Taissa Farmiga, Jack Gilpin, Simon Jones, Sullivan Jones, Celia Keenan-Bolger, Debra Monk , Donna Murphy, Kristine Nielsen, Kelli O’Hara, Patrick Page, Harry Richardson, Taylor Richardson, Blake Ritson, Douglas Sills, Erin Wilhelmi, Nathan Lane, Audra McDonald, John Douglas Thompson, Ashlie Atkinson, Laura Benanti, Nicole Brydon Bloom, Christopher Denham, David Furr, Ward Horton, Matilda Lawler e Robert Sean Leonard.

Il creatore Julian Fellowes scrive e produce esecutivamente la serie insieme a Bob Greenblatt, Gareth Neame, David Crockett e Michael Engler, che ne è anche il regista. Sonja Warfield e Salli Richardson-Whitfield sono anche produttrici esecutive. “The Gilded Age” è coprodotto da HBO e Universal Television.

The Gilded Age, la storia della vera famiglia Vanderbilt

The Gilded Age, la storia della vera famiglia Vanderbilt

La serie HBO The Gilded Age racconta le vicende delle famiglie dell’alta società newyorkese alla fine del XIX secolo, in particolare dei Russell. Proprio come altre popolari serie televisive ambientate in epoche passanti e ricche di scandali, quali Bridgerton o Downton Abbey, The Gilded Age offre uno sguardo romanzato sulla vita e gli avvenimenti delle famiglie ricche e influenti di New York, combinando realtà e finzione. La serie è stata creata dall’attore e sceneggiatore inglese Julian Fellowes, già autore di Downton Abbey. Fellowes ha iniziato a sviluppare The Gilded Age, che ha descritto come un “Downton americano”, per la NBC nel 2016, prima che la serie approdasse alla HBO nel 2019.

The Gilded Age offre uno sguardo romanzato sulla vita dei ricchi americani del XIX secolo, ma è basata su famiglie newyorkesi reali al centro della storica Gilded Age, un periodo di rapida crescita economica. I Russell sono personaggi di fantasia, ma sono ispirati alla vera famiglia Vanderbilt, che a un certo punto era la più ricca degli Stati Uniti. Molte delle altre famiglie ritratte nella serie sono famiglie newyorkesi realmente esistenti e alcuni personaggi famosi dell’età dell’oro compaiono come personaggi della serie. Sono molti i modi in cui la famiglia Vanderbilt ha ispirato The Gilded Age, anche se i personaggi reali erano piuttosto diversi da quelli della serie.

Le famiglie newyorkesi di The Gilded Age: quali sono reali?

Diverse famiglie dell’età dell’oro sono realmente esistite

I Russell di New York non sono una famiglia reale, ma il personaggio di Carrie Coon, la signora Russell, cita alcune importanti famiglie storiche di New York che vorrebbe invitare alla sua sontuosa festa. A parte la famiglia Van Rhijn, i nomi che ha menzionato sono quelli di vere famiglie dell’alta borghesia che erano importanti durante l’età dell’oro. Mamie Fish, Caroline e Carrie Astor, i Livingston, i Roosevelt e i Vanderbilt erano tutti personaggi reali.

La famiglia Astor di The Gilded Age, in particolare Caroline, era una delle famiglie più importanti della vera Gilded Age, essendo una famiglia di antica ricchezza e parte importante dell’alta società newyorkese. Il loro nome ha influenzato vari luoghi famosi di New York, tra cui il quartiere Astoria nel Queens. Caroline Astor ha avuto un’influenza determinante nel decidere chi era chi a New York, creando la Four Hundred, una lista di persone di spicco che lei considerava il meglio dell’alta società. Anche sua figlia Carrie era una mondana di New York e sconvolse la Four Hundred quando esortò la madre a invitare Alva Vanderbilt alle sue feste.

Alva Vanderbilt e Mamie Fish facevano parte dei Quattrocento, insieme a Tessie Oelrichs. Mamie Fish voleva essere vista come la “creatrice di divertimento” ed era nota per organizzare feste stravaganti. Nella serie, il figlio dei Russell, Larry (Harry Richardson), incontra Carrie Astor (Amy Forsyth) a una delle sue feste, che sua madre vuole che lui conosca per via del suo cognome. Alva Vanderbilt non compare nella serie, ma viene citata come esempio di famiglia di nuovi ricchi che è stata accettata. Alva ha contribuito a far entrare la famiglia Vanderbilt nella cerchia delle vecchie famiglie, che in precedenza la guardavano con disprezzo a causa della reputazione del patriarca come magnate senza scrupoli.

La famiglia Livingston, citata come la famiglia da cui discendono i Van Rhijn, è una famiglia importante di New York che fa risalire le sue origini al quarto Lord Livingston. Anche la famiglia Astor e la famiglia Fish sono entrambe presunte discendenti della linea Livingston. Ward McAllister, interpretato da Nathan Lane nel cast di The Gilded Age, era un creatore di tendenze e cugino della famiglia Astor, la cui protettrice era Caroline Astor. Coniò il termine “The Four Hundred” e si autoproclamò esperto della nobiltà newyorkese. McAllister pubblicò un libro intitolato Society As I Have Found It nel 1890, che rovinò la sua reputazione sociale presso le famiglie dell’alta società, che tenevano molto alla loro privacy e considerarono il libro una violazione.

La vera famiglia Vanderbilt

The Gilded Age è incentrato sui Russell e sul loro tentativo di entrare a far parte dell’alta società newyorkese. Nella vita reale, la famiglia Vanderbilt ha avuto un percorso simile. La famiglia Vanderbilt di The Gilded Age era considerata una famiglia di nuovi ricchi perché, a differenza delle famiglie di vecchia data, i Vanderbilt non erano importanti prima della Rivoluzione Americana. Cornelius Vanderbilt era il patriarca che accumulò una grande fortuna nel settore navale e ferroviario a metà del XIX secolo.

Era soprannominato “barone ladro”, un termine dispregiativo usato per indicare un uomo d’affari che ricorre a pratiche di sfruttamento per accumulare ricchezza. Cornelius è il primo “barone ladro” americano, poiché il termine fu usato per la prima volta dal New York Times nel 1859 per descrivere le sue pratiche commerciali. Era considerato rozzo e incolto dall’alta società newyorkese, anche se stava rapidamente diventando l’uomo più ricco della città.

I membri della famiglia Vanderbilt citati nella cronologia dell’età dell’oro sono il nipote di Cornelius, William Kissam Vanderbilt, e la sua prima moglie, Alva Vanderbilt. William gestì gli investimenti ferroviari della famiglia dopo la morte del nonno e ereditò 55 milioni di dollari del patrimonio dei Vanderbilt. La sua allora moglie, Alva, voleva far parte dell’alta società ed era una arrampicatrice sociale.

Non solo riuscì ad aiutare la famiglia Vanderbilt a farsi accettare dalle famiglie dell’alta borghesia di New York, ma sfidò persino il regno di Caroline Astor, le cui feste decidevano chi faceva parte dei Quattrocento dell’età dell’oro. William e Alva ebbero tre figli prima che l’infedeltà di William ponesse fine al loro matrimonio. Alva si risposò in seguito con il rappresentante degli Stati Uniti Oliver Belmont.

Il ruolo dei Vanderbilt nella serie The Gilded Age

I Vanderbilt sono personaggi che, nella serie, fungono da ispirazione per Bertha Russell per una famiglia di nuovi ricchi che viene accettata dalla società. Sono anche la famiglia della Gilded Age nella vita reale su cui sono modellati i Russell. I Russell sono una famiglia di nuovi ricchi che ha fatto fortuna grazie alla ricchezza accumulata da George Russell nell’industria ferroviaria. Il signor Russell è più simile a Cornelius Vanderbilt che a William Kissam Vanderbilt, che era in realtà una figura di spicco dell’età dell’oro.

George Russell, come Cornelius Vanderbilt, è lui stesso un magnate che sta facendo fortuna acquistando ferrovie e costruendone di nuove per superare la concorrenza di altri uomini d’affari che non vogliono vendergli le loro. Sua moglie Bertha, tuttavia, prende ispirazione dalla moglie di William Kissam Vanderbilt, Alva, che era determinata a farsi accettare dall’alta società newyorkese e alla fine è diventata così importante nella società da poter praticamente decidere chi faceva parte dell’ambita cerchia dei Quattrocento.

Nella prima stagione di The Gilded Age, la signora Russell menziona i Vanderbilt quando parla della sua ambizione di lasciare un segno nell’alta società newyorkese. La “signora Vanderbilt” a cui si riferisce nel primo episodio è Alva, a cui si attribuisce il merito di aver aiutato i Vanderbilt a farsi accettare dall’alta società newyorkese. Le famiglie dell’alta borghesia newyorkese snobbano la signora Russell nel primo episodio di The Gilded Age, il che la rende determinata a lasciare il segno nella società. Come la signora Vanderbilt, diventa un’abile arrampicatrice sociale, calcolando la sua strada per entrare nell’ambita Four Hundred.

Anche la figlia dei Russell, Gladys (Taissa Farmiga), è probabilmente ispirata a Consuelo, figlia di William Vanderbilt e Alva Belmont, che Alva aveva dato in sposa al duca di Marlborough per assicurarsi un posto nell’alta società. Il matrimonio combinato dell’ex duchessa potrebbe suggerire un possibile futuro per Gladys di The Gilded Age, che vive secondo le regole della madre opportunista.

Cosa succede alla famiglia Russell nella seconda stagione di The Gilded Age

Con la seconda stagione di The Gilded Age in corso, i Russell continuano a lottare per mantenere il loro posto nell’alta società newyorkese e ad affrontare il continuo scrutinio dei loro omologhi dell’alta borghesia. La vera famiglia Vanderbilt ha vissuto molti alti e bassi nel suo percorso verso la fama, la fortuna e la posizione sociale, quindi presumibilmente i Russell immaginari affrontano un percorso simile a quello della loro vera storia nella seconda stagione di The Gilded Age.

In particolare, la seconda stagione di The Gilded Age presenta una trama che vede Bertha entrare in guerra con la signora Astor per decidere quale teatro dell’opera fosse considerato alla moda dall’élite newyorkese. Dopo che l’Academy of Music ha snobbato i Russell rifiutandosi di vendere loro dei palchi permanenti (considerati un must dell’alta società newyorkese), Bertha offre invece il suo sostegno finanziario e sociale al rivale Metropolitan Opera House. Questa faida tra i due teatri è realmente avvenuta quando il Metropolitan aprì i battenti nel 1880.

I Vanderbilt reali erano tra le numerose famiglie benestanti che finanziarono il Metropolitan Opera House per snobbare l’aristocrazia tradizionale di New York e, per estensione, l’Academy of Music. Questo è uno dei numerosi parallelismi tra i Russell e i Vanderbilt finora emersi, e probabilmente ce ne saranno molti altri prima della conclusione della seconda stagione di The Gilded Age. Tuttavia, come sempre, la serie televisiva apporterà diverse modifiche creative agli eventi reali, mantenendo la storia dei Russell davvero unica.

The Gilded Age rinnovato per una terza stagione

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The Gilded Age rinnovato per una terza stagione

Dopo il successo del secondo ciclo, “The Gilded Age” tornerà per la terza stagione su HBO. “Siamo così orgogliosi di ciò che Julian Fellowes e la famiglia di “The Gilded Age” hanno raggiunto. Dai costumi alle scenografie e alle performance, lo spettacolo ha affascinato tante persone settimana dopo settimana. Insieme ai nostri partner della Universal Television, siamo entusiasti di continuare questa grande storia per la terza stagione”, ha affermato Francesca Orsi HBO Programming EVP e responsabile HBO Drama Series and Films.

Erin Underhill, presidente della Universal Television, aggiunge: “Ci sono ancora molte storie da raccontare in ‘The Gilded Age’. Siamo lieti che HBO offra ai fan un’altra stagione dell’incredibile narrazione di Julian Fellowes. Il cast e la troupe hanno messo così tanto cuore e anima nelle ultime due stagioni, e siamo così orgogliosi che tutto questo duro lavoro stia dando i suoi frutti con un’altra stagione… non vorrete perdervi quello che verrà dopo!”

Il cast della seconda stagione comprende Carrie Coon, Christine Baranski, Cynthia Nixon, Morgan Spector, Louisa Jacobson, Denée Benton, Ben Ahlers, Michael Cerveris, Kelley Curran, Taissa Farmiga, Jack Gilpin, Simon Jones, Sullivan Jones, Celia Keenan-Bolger, Debra Monk , Donna Murphy, Kristine Nielsen, Kelli O’Hara, Patrick Page, Harry Richardson, Taylor Richardson, Blake Ritson, Douglas Sills, Erin Wilhelmi, Nathan Lane, Audra McDonald, John Douglas Thompson, Ashlie Atkinson, Laura Benanti, Nicole Brydon Bloom, Christopher Denham, David Furr, Ward Horton, Matilda Lawler e Robert Sean Leonard.

Il creatore Julian Fellowes scrive e produce esecutivamente la serie insieme a Bob Greenblatt, Gareth Neame, David Crockett e Michael Engler, che ne è anche il regista. Sonja Warfield e Salli Richardson-Whitfield sono anche produttrici esecutive. “The Gilded Age” è coprodotto da HBO e Universal Television.

The Gilded Age – Stagione 3: il creatore spiega il sorprendente cambio di location della premiere

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Il creatore di The Gilded Age Julian Fellowes spiega il sorprendente cambio di location della premiere della terza stagione. La serie drammatica storica della HBO, vincitrice di un Emmy, è tornata dopo due anni di attesa, riaccendendo l’intrigo dell’alta società newyorkese, in particolare per Bertha Russell (Carrie Coon), la cui famiglia si ribella al suo piano di sposare sua figlia Gladys (Taissa Farmiga) al Duca di Buckingham (Ben Lamb). Nel frattempo, George Russell (Morgan Spector) si trova a centinaia di chilometri di distanza dall’elegante East 61st Street e dalla 5th Avenue.

In un’intervista con Variety che ha trattato tutti gli aspetti della premiere della terza stagione di The Gilded Age, Julian Fellowes ha parlato del viaggio di George Russell a Morenci, in Arizona. Questo netto cambiamento nella ambientazione di The Gilded Age è una nuova frontiera in senso letterale, e Fellowes spiega che lui “voleva ricordare al pubblico che non abbiamo dimenticato il selvaggio West”. Leggi la citazione di Fellowes qui sotto:

Sono sempre stato molto interessato al fatto che tutta la storia dell’America si sia svolta contemporaneamente. E sapete, il selvaggio West, con cui siamo tutti cresciuti, e la costa orientale, dove le persone cercano di far sposare le loro figlie con nobili inglesi e costruiscono palazzi sulla Fifth Avenue, esistevano contemporaneamente. Volevamo ricordare al pubblico che non abbiamo dimenticato il selvaggio West, sappiamo che esisteva.

Perché George Russell è nel selvaggio West nella premiere della terza stagione di The Gilded Age

The Gilded Age – stagione 3 si apre con George Russell in viaggio verso Morenci, in Arizona, un cambiamento inaspettato ma emozionante nello status quo della serie. George cerca di costruire una versione più veloce della ferrovia transcontinentale e sta sfruttando la propria fortuna per realizzare il suo sogno. Come ha sottolineato Julian Fellowes, l’espansione del West americano avveniva contemporaneamente all’età dell’oro della costa orientale. In qualità di magnate milionario, gran parte della ricchezza di George deriva dai lavoratori del selvaggio West.

Mettere George Russell in un saloon di una città di frontiera con pistoleri che sparano alle sue spalle è stato un modo originale per dare il via alla terza stagione di The Gilded Age. The Gilded Age è ambientato solo 20 anni dopo la guerra civile, quando i cercatori d’oro facevano fortuna estraendo l’oro in tutto il West, mentre le ferrovie portavano nuovi lavoratori e coloni negli stati occidentali. Julian Fellowes ha abilmente ricordato al pubblico come l’America della fine del XIX secolo fosse civilizzata su una costa, ma diventasse sempre più selvaggia man mano che ci si avventurava verso ovest.

The Gilded Age – Stagione 3: ecco il trailer!

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The Gilded Age – Stagione 3: ecco il trailer!

L’Età dell’Oro americana fu un periodo di grandi cambiamenti economici e sociali, in cui furono costruiti enormi imperi, ma in cui nessuna vittoria arrivò senza sacrifici. Torna con nuovi episodi The Gilded Age, il period drama HBO e Sky Exclusive nominato agli Emmy firmato da uno fra i più celebrati maestri del dramma in costume, sir Julian Fellowes (Downton Abbey, Belgravia).

Il terzo capitolo, in otto episodi di cui viene rilasciato oggi il trailer in italiano, andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 23 giugno in contemporanea assoluta con gli US.

La vecchia guardia è uscita indebolita dalla Guerra dell’Opera, e ormai affermati nei salotti più esclusivi, i Russell sono pronti a prendere il loro posto alla guida della società.

Bertha (Carrie Coon) punta a un premio che eleverebbe la famiglia a livelli inimmaginabili, mentre George (Morgan Spector) rischia tutto in un’impresa che potrebbe rivoluzionare l’industria ferroviaria, sempre che non lo rovini prima. Dall’altra parte della strada, la famiglia Brook viene gettata nel caos quando Agnes (Christine Baranski) si rifiuta di accettare la nuova posizione di Ada (Cynthia Nixon) come padrona di casa. Peggy (Denée Benton) incontra un affascinante medico di Newport, ma la famiglia di lui è ben poco entusiasta della carriera della giovane. Mentre tutta New York si affretta verso il futuro, le ambizioni dei protagonisti potrebbero andare a scapito di ciò che hanno di più caro.

The Gilded Age, il cast

Il cast della seconda stagione comprende Carrie Coon, Christine Baranski, Cynthia Nixon, Morgan Spector, Louisa Jacobson, Denée Benton, Ben Ahlers, Michael Cerveris, Kelley Curran, Taissa Farmiga, Jack Gilpin, Simon Jones, Sullivan Jones, Celia Keenan-Bolger, Debra Monk , Donna Murphy, Kristine Nielsen, Kelli O’Hara, Patrick Page, Harry Richardson, Taylor Richardson, Blake Ritson, Douglas Sills, Erin Wilhelmi, Nathan Lane, Audra McDonald, John Douglas Thompson, Ashlie Atkinson, Laura Benanti, Nicole Brydon Bloom, Christopher Denham, David Furr, Ward Horton, Matilda Lawler e Robert Sean Leonard.

Il creatore Julian Fellowes scrive e produce esecutivamente la serie insieme a Bob Greenblatt, Gareth Neame, David Crockett e Michael Engler, che ne è anche il regista. Sonja Warfield e Salli Richardson-Whitfield sono anche produttrici esecutive. “The Gilded Age” è coprodotto da HBO e Universal Television.

The Gilded Age – Stagione 3: conferme, cast e tutto quello che sappiamo

The Gilded Age è in arrivo con la terza stagione e la popolarità di questo dramma storico ne garantisce il successo. In onda sulla rete originale NBC nel 2022, The Gilded Age è scritto e creato da Julian Fellowes, noto per la serie di successo Downton Abbey. Con un cast che include diversi veterani del teatro e attori di formazione classica, The Gilded Age porta le sfumature delle altre serie di Fellowes al boom industriale americano della fine del 1800, in particolare agli industriali e ai mondani di New York che prosperarono (e caddero) durante questo momento storico unico.

La serie è stata acclamata dalla critica durante le prime due stagioni e la seconda stagione di The Gilded Age ha addirittura superato la precedente con un punteggio di oltre il 90% su Rotten Tomatoes. Con la crescente popolarità dei drammi storici grazie a serie come Bridgerton, The Gilded Age ha la possibilità di diventare il prossimo dramma imperdibile che trae ispirazione dagli annali della storia. La terza stagione offre a HBO l’opportunità di consolidare la serie come il prossimo grande dramma storico.

Ultime notizie su The Gilded Age stagione 3

Rivelato il mese di uscita della terza stagione

Dopo mesi senza notizie concrete, l’ultimo aggiornamento conferma il mese di uscita della terza stagione di The Gilded Age. Il dramma in costume arriverà su HBO e Max nel giugno 2025, ma la data esatta di uscita rimane ancora sconosciuta. L’annuncio è stato accompagnato da una serie di immagini della prossima stagione, tra cui alcune foto delle star Carrie Coon, Cynthia Nixon e Christine Baranski. Per quanto riguarda il nuovo cast, in un’immagine spicca anche Phylicia Rashad.

La terza stagione di The Gilded Age è confermata

La terza stagione è in arrivo

HBO ha dato il via libera alla terza stagione di The Gilded Age solo pochi giorni dopo la fine della seconda stagione, e questo è un buon segno per il futuro della serie. A differenza di altre serie che accumulano visualizzazioni in un periodo di tempo prolungato, la popolarità di The Gilded Age ha reso indispensabile un rapido rinnovo. Il lavoro è proceduto lentamente nel corso del 2024 e le riprese si sono concluse nella seconda parte dell’anno. Da allora è stato annunciato che The Gilded Age stagione 3 sarà trasmessa nel mese di giugno 2025, ma per ora non è ancora stata comunicata una data precisa.

La seconda stagione di The Gilded Age si è conclusa il 17 dicembre 2023.

Il cast della terza stagione di The Gilded Age

Il clan Russell torna nella terza stagione

Il cast di The Gilded Age è un vasto ensemble e la maggior parte degli attori dovrebbe tornare nella terza stagione di The Gilded Age. Poiché la storia è incentrata su Marian, Agnes, la famiglia Russell e il rigido ambiente sociale dei “nuovi ricchi” in cui vivono, sembra probabile che i Russell torneranno nella terza stagione di The Gilded Age. Tuttavia, dato che la serie abbraccia un ecosistema sociale in continua evoluzione, potrebbero entrare in scena anche una serie di nuovi personaggi che sconvolgeranno le carte in tavola.

Non ci è voluto molto perché nuovi membri del cast fossero aggiunti alla terza stagione, con Phylicia Rashad scelta per interpretare la ricca e protettiva signora Elizabeth Kirkland. Ad affiancarla ci saranno Brian Stokes Mitchell, che interpreterà suo marito Frederick, e Jordan Donica, che interpreterà il dottor William Kirkland, un parente non specificato di Elizabeth. Victoria Clark interpreterà un’altra donna ricca, Joan Carlton. Bill Camp è stato scelto per interpretare il finanziere JP Morgan, mentre LisaGay Hamilton sarà la suffragista Frances Ellen Watkins Harper.

Altri nomi si sono aggiunti al cast nel novembre 2024, con l’aggiunta di Dylan Baker nel ruolo del dottor Logan, che cura l’élite ricca. Inoltre, Kate Baldwin interpreterà Nancy Adams Bell, la sorella di John, al fianco di Michael Cumpsty nel ruolo dell’aristocratico britannico Lord Mildmay. John Ellison Conlee è il ricco uomo d’affari Weston, mentre Bobby Steggert interpreterà il famoso pittore americano John Singer Sargent. Hannah Shealy interpreterà Charlotte, la figlia adulta della signora Astor.

La trama della terza stagione di The Gilded Age

Ada conquista ricchezza e status nella terza stagione

La rottura tra Gladys e Bertha rischia di frammentare il clan Russell nella terza stagione di The Gilded Age.

In termini di colpi di scena, il finale della seconda stagione di The Gilded Age non solo ha stravolto tutto, ma ha anche fornito agli sceneggiatori molti spunti per la terza stagione. Forse il cambiamento più grande è stata la rivelazione che Ada ha ereditato una grossa somma di denaro che non solo salverà la famiglia Brook, ma le darà anche potere. Le conseguenze della rottura tra Gladys e Bertha potrebbero anche portare alla frammentazione del clan Russell nella terza stagione di The Gilded Age, il che potrebbe preparare il terreno per ulteriori colpi di scena in futuro.

Francesca Orsi, dirigente della HBO, ha offerto alcune anticipazioni su ciò che accadrà nella terza stagione di The Gilded Age, e stando alle sue dichiarazioni, il divorzio sarà un tema importante. Secondo Orsi, la stagione non solo esaminerà l’introduzione del divorzio nella società, ma anche come la fine delle relazioni (dal punto di vista legale) abbia ripercussioni sul modo in cui le donne sono viste nelle loro comunità.

Leggi qui i commenti di Orsi:

Penso che, in generale, sia un modo interessante di esplorare quell’epoca in cui il divorzio è diventato un tema centrale nelle relazioni negli Stati Uniti. Penso che ci sia da discutere sui matrimoni combinati e, se non funzionano necessariamente, su come fosse il divorzio a quel tempo e cosa significasse per la società. E poi se si viene accettati o meno dalla società in base al divorzio.

The Gilded Age – Stagione 3, Episodio 5, Spiegazione del finale: i rapporti nella famiglia Russell si surriscaldano

Ora, a più di metà della terza stagione di The Gilded Age, la serie ha ancora molte domande a cui rispondere e grandi storie da continuare per ciascuno dei suoi personaggi principali. Nello specifico, in una serie ricca di eventi glamour, il matrimonio dell’episodio 4 della terza stagione di The Gilded Age è stato uno dei più sfarzosi, ma ha anche causato molti problemi a molti dei personaggi coinvolti.

Dopo il matrimonio infelice di Gladys Russell con Hector, duca di Buckingham, l’episodio 5 si tuffa direttamente nella loro vita coniugale e nelle conseguenze che il matrimonio ha avuto sulla sua famiglia in particolare. Mentre Bertha e George Russell stanno affrontando più turbolenze che mai, Larry Russell non vede l’ora di intraprendere nuovi affari e nuove relazioni amorose, così come Peggy Scott e Marian Brook.

Lady Sarah sta già causando problemi al matrimonio di Gladys e del duca

La nobildonna guarda dall’alto in basso Gladys Russell

Gladys Russell e Hector, duca di Buckingham, si sono appena sposati alla fine dell’episodio 4 della terza stagione di The Gilded Age, ma solo un episodio dopo, la loro relazione ha, come prevedibile, un inizio burrascoso. La storica Sidmouth Castle è più di quanto la sorella del duca, Lady Sarah, ritenga che Gladys possa gestire, e lo ha fatto sapere.

Dal loro arrivo nella dimora ancestrale del duca, Lady Sarah ha umiliato e sminuito Gladys ogni volta che ne ha avuto l’occasione. Dal rimproverarla davanti agli ospiti al reclamare l’attenzione del duca, Lady Sarah ha chiaramente l’autorità al castello di Sidmouth, ma questo pone un enorme problema, dato che Gladys è ora la padrona di casa.

Lady Sarah e il Duca hanno bisogno dei soldi di Gladys, ma in realtà non vogliono che lei sia presente, quindi Gladys dovrà imparare ad affermarsi per avere successo in Inghilterra nei prossimi episodi.

C’era qualcosa di strano in Lady Sarah nell’episodio 4 e questo è continuato nell’episodio 5 con la rivelazione che era stato un suo piano far sposare Hector con una ricca americana. Lady Sarah e il Duca hanno bisogno dei soldi di Gladys, ma in realtà non vogliono che lei sia presente, quindi Gladys dovrà imparare ad affermarsi per avere successo in Inghilterra nei prossimi episodi.

Marian e Larry sono fidanzati

Solo alcuni membri della famiglia sono felici della notizia

Il matrimonio di Gladys e del Duca è già un evento importante per la famiglia Russell, ma la storia della famiglia in questa stagione è diventata ancora più drammatica con il nuovo fidanzamento di Larry Russell e Marian Brook. Dopo aver aspettato mesi per confermare i loro sentimenti, i due sono finalmente fidanzati, ma non tutti sono entusiasti.

Dopo essersi fidanzati ufficialmente, Larry e Marian lo comunicano subito alle loro famiglie, ma sia la zia di Marian, Agnes van Rhijn, che la madre di Larry, Bertha Russell, non sembrano felici. Entrambe le donne si sentono escluse, il che significa che i loro sentimenti potrebbero avere più a che fare con le loro insicurezze.

Al di là del giudizio che la coppia sta già affrontando da parte dei propri familiari, la relazione tra Marian e Larry non sembra ancora definitiva. Nell’episodio, George Russell chiede a Larry di andare in Arizona per lavoro, interrompendo i preparativi della coppia e lasciando tempo a The Gilded Age per lanciare un colpo di scena.

Perché George Russell sta alzando la posta in gioco nei suoi affari

La nuova impresa di George è più rischiosa che mai

George Russell non è mai stato estraneo agli affari rischiosi, ma The Gilded Age – stagione 3 sta alzando nuovamente la posta in gioco per il magnate. Questa volta, George Russell potrebbe aver puntato troppo in alto con il suo nuovo piano per una ferrovia transcontinentale, e i suoi soci in affari non hanno avuto remore a dirglielo.

The Gilded Age ha aperto la stagione nel selvaggio west dell’Arizona, con George che cerca di concludere un accordo per acquistare dei terreni dai minatori. Da allora, ha cercato di negoziare l’accordo senza successo. Allo stesso tempo, si è esposto finanziariamente in modo eccessivo nel progetto, causando il ritiro dei suoi finanziatori, tra cui J.P. Morgan.

Persino la sua segretaria ha detto a George che stava esagerando, lasciando intendere che negli episodi rimanenti della terza stagione George e il resto della famiglia Russell potrebbero perdere tutto.

Altri uomini d’affari hanno dubitato di George Russell nelle stagioni precedenti, ma lui è sempre riuscito a spuntarla. Tuttavia, il suo comportamento nella terza stagione sembra molto più avventato. Persino la sua segretaria gli ha detto che stava esagerando, lasciando intendere che negli episodi rimanenti della terza stagione George e il resto della famiglia Russell potrebbero perdere tutto.

L’ex fiamma di Peggy crea problemi e opportunità

The Gilded Age organizza una grande intervista per Peggy

Molto è cambiato per Peggy Scott nella terza stagione di The Gilded Age, ma l’episodio 5 ha introdotto un richiamo alla trama della seconda stagione. Peggy si è ammalata e si è ripresa, trovando un nuovo amore nel dottor William Kirkland. Mentre i due devono già affrontare alcuni problemi con la madre di lui, l’episodio 5 ha mostrato che anche il passato di lei potrebbe causare dei problemi.

The Gilded Age stagione 3, episodio 6, “If You Want to Cook an Omelette” sarà trasmesso in anteprima su HBO Max domenica 27 luglio 2025 alle 21:00 EST.

Mentre assiste a una partita di baseball con William, Peggy incontra T. Thomas Fortune, il suo vecchio capo del The Globe. La scorsa stagione, Peggy ha deciso di licenziarsi dopo aver baciato l’uomo sposato, dicendo che voleva concentrarsi sul suo romanzo. Ora sembra che il signor Fortune non abbia recepito chiaramente il messaggio.

Peggy accetta la sua offerta di intervistare Frances Ellen Watkins Harper, ma quando arriva alla stazione ferroviaria lui è lì. Sia Peggy che William chiariscono che il signor Fortune non è il benvenuto e lui sembra lasciarli in pace. Questo crea una situazione molto scomoda per Peggy, nonostante l’enorme opportunità di intervistare la suffragista.

La terza stagione di The Gilded Age, episodio 5, pone un grande dilemma per la signora Astor

La società sta cambiando più velocemente di quanto lei riesca a stare al passo

Nel corso delle sue tre stagioni, The Gilded Age ha fatto un ottimo lavoro nell’esplorare come la struttura del potere a New York sia cambiata notevolmente durante quel periodo. Il denaro antico aveva sempre regnato sovrano, ma l’età dell’oro ha visto questo cambiamento con l’ascesa della nuova classe ricca. Allo stesso tempo, questo significava anche che le norme sociali stavano cambiando.

La terza stagione di The Gilded Age ha esplorato questo tema in modo approfondito, grazie al tema del divorzio. Persino la signora Astor, che governa la società, non è più immune a questo cambiamento, poiché ora deve affrontare pressioni da più parti affinché cambi la sua opinione sul divorzio. I giornali hanno diffuso pettegolezzi su sua figlia Charlotte e sulla sua relazione.

Come sottolinea Mamie Fish, se la signora Astor emargina Aurora Fane, dovrà fare lo stesso con sua figlia.

Questo avviene contemporaneamente all’esilio di Aurora Fane a causa della sua separazione. Come sottolinea Mamie Fish, se la signora Astor emargina Aurora Fane, dovrà fare lo stesso con sua figlia. Per evitare uno scandalo ancora più grande, la signora Astor potrebbe essere costretta a cambiare opinione, portando a un cambiamento ancora più radicale nel dibattito sul divorzio in The Gilded Age.

The Gilded Age – stagione 3, episodio 3, la spiegazione del finale

The Gilded Age – stagione 3, episodio 3 anticipa un grande matrimonio per Hector, duca di Buckingham, che deciderà una volta per tutte se sposare Gladys Russell. Dopo la sua sorprendente entrata in scena alla fine dell’episodio 2 della terza stagione di The Gilded Age, gli spettatori avevano bisogno di risposte su cosa sarebbe realmente successo tra Hector e Gladys.

La terza stagione di The Gilded Age, episodio 3, ha anche iniziato a riscaldare la nuova storia d’amore di Peggy Scott, mentre Charles Fane si è affermato come il cattivo di The Gilded Age. All’interno della famiglia Van Rhijn, l’impegno di Ada Forte per la temperanza ha causato ulteriori conflitti con Agnes van Rhijn, ma ha anche dato vita a un’intrigante nuova trama per il personaggio nel finale dell’episodio.

Gladys Russell accetta di sposare il duca di Buckingham

Il duca trae profitto dalla partnership

La rivelazione più importante della terza stagione di The Gilded Age, episodio 3, è che Gladys Russell ha finalmente accettato di sposare Hector, duca di Buckingham. Sebbene Bertha Russell fosse da tempo determinata a far sposare Gladys con il duca, Gladys stessa ha sempre cercato una via d’uscita. Dopo aver rotto con Billy Carlton, però, Gladys ha finalmente accettato il suo destino.

Dopo il ritorno del duca alla fine dell’episodio 2 e la sua enigmatica dichiarazione sul suo avvocato, il pubblico ora capisce esattamente cosa ha in mente. Sulla base dell’accordo stipulato con Bertha nella seconda stagione, il duca credeva di poter negoziare una grossa somma di denaro per sposare Gladys, che gli avrebbe permesso di mantenere le sue proprietà e i suoi titoli.

Inizialmente, George Russell si era opposto al Duca che chiedeva più della generosa somma che era disposto a pagare all’inglese. Alla fine, però, le ambizioni di Bertha hanno avuto la meglio, poiché lei ha essenzialmente garantito al Duca più soldi dicendo che avrebbe potuto prendere la rendita promessa a Gladys da suo padre.

Quando George cede e accetta la proposta di Hector, tradisce la sua promessa di permettere a Gladys di sposarsi per amore.

Le promesse di Bertha al Duca ignorano tutte le paure e i desideri di Gladys. Tuttavia, quando George cede e accetta la proposta di Hector, tradisce la promessa di permettere a Gladys di sposarsi per amore. Sia Gladys che il Duca ammettono di non conoscersi affatto e promettono di essere onesti, anche se questo non serve a placare il disagio di Gladys.

The Gilded Age prepara una svolta soprannaturale per Ada Forte

La signora Bauer dice che può aiutare Ada a parlare con il suo defunto marito

La signora Bauer chiede ad Ada se vorrebbe parlare di nuovo con il suo defunto marito, il reverendo Luke Forte, se potesse. Dalla sua morte in The Gilded Age-  stagione 2, Ada è senza una guida, dedicandosi al movimento per la temperanza mentre cerca di capire come vivere senza Luke, quindi la prospettiva è immediatamente allettante.

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Questa domanda introduce uno degli aspetti più emozionanti della terza stagione di The Gilded Age: una seduta spiritica. I trailer precedenti della stagione hanno mostrato brevi clip di un medium in visita alla casa dei Van Rhijn e di una seduta spiritica, introducendo un elemento soprannaturale nella serie e un potenziale modo per Ada di affrontare il suo dolore.

Il padre di Peggy Scott disapprova già il suo nuovo corteggiatore

Peggy Scott non ha sempre avuto un ottimo rapporto con i suoi genitori in The Gilded Age, ma la famiglia sembra più unita nella terza stagione. I genitori di Peggy sono persino andati a casa dei Van Rhijn con un medico per lei quando era malata nell’episodio 2, il che ha dato il via alla nuova storia d’amore di Peggy.

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Il medico e l’interesse amoroso di Peggy, William Kirkland, sembra abbastanza simpatico e sua madre incoraggia persino la relazione. Dopo aver incontrato la famiglia di William a Newport, però, Dorothy e Arthur Scott sono rimasti molto preoccupati per il futuro di Peggy.

Mentre il dottor Kirkland sembra simpatico, sua madre, Elizabeth, ha dei pregiudizi nei confronti del padre di Peggy perché è uno schiavo liberato. È chiaramente convinta di essere superiore a lui perché la sua famiglia è ricca da generazioni, mentre lui si è fatto da solo, il che significa che Peggy potrebbe dover affrontare gli stessi pregiudizi nei prossimi episodi.

Il comportamento di Elizabeth Kirkland potrebbe diventare insopportabile.

Dorothy avverte Arthur di non immischiarsi troppo nella vita sentimentale di Peggy, poiché in passato ciò ha portato alla tragedia, ma sia la madre che il padre di Peggy sono preoccupati per il futuro della figlia con William. Anche se gli Scott sono determinati a non dire nulla nell’episodio 3, il comportamento di Elizabeth Kirkland potrebbe diventare insopportabile.

Bertha scopre la relazione tra Marian Brook e Larry Russell

Marian Brook e Larry Russell continuano la loro relazione segreta, ma The Gilded Age ha anche reso molto chiari alcuni degli ostacoli che devono affrontare. Mentre i due si baciano nella casa dei Russell, la nuova cameriera di Bertha li sorprende e più tardi racconta a Bertha ciò che ha visto. Naturalmente, Bertha non è mai stata indifferente al futuro dei suoi figli.

Bertha probabilmente non vede Marian come una pretendente seria per Larry.

Considerando quanto Bertha sia stata coinvolta nel futuro sentimentale di Gladys, non sarebbe sorprendente se avesse delle obiezioni alla relazione tra Marian e Larry. Ciò è particolarmente vero considerando che la signorina Brook ha già avuto due fidanzamenti falliti e Bertha probabilmente non vede Marian come una pretendente seria per Larry.

Larry ha anche un passato con Susan Blane, con cui ha avuto una breve relazione nella seconda stagione di The Gilded Age. Anche se non deve affrontare lo stesso stigma sociale di Marian, potrebbe comunque causare un problema se Marian venisse a conoscenza della portata della relazione. Marian e Larry sono carini insieme, ma hanno ancora i loro passati e le loro famiglie con cui fare i conti.

Jack Trotter è ancora alla ricerca di investitori per la sua sveglia

La sveglia di John “Jack” Trotter fa parte della storia di The Gilded Age dalla seconda stagione, ma il sogno di Jack di vendere la sua invenzione rimane irrealizzato nella terza stagione di The Gilded Age. Dopo aver iniziato a lavorare con Larry alla fine della seconda stagione di The Gilded Age, i due hanno cercato investitori, ma non hanno trovato acquirenti.

Sebbene tutti nella casa Van Rhijn credano ancora che Jack troverà degli investitori per la sua sveglia, il giovane inventore sta iniziando a perdere la pazienza e la fiducia in se stesso. Sorprendentemente, è la signora Armstrong a farlo sentire leggermente meglio, affermando che dovrebbe essere felice di aver almeno messo un piede nella porta.

The Gilded Age, stagione 3, episodio 4, andrà in onda su HBO e HBO Max domenica 13 luglio alle 21:00 EST.

Sebbene sia solitamente arrabbiata e abbia torto su quasi tutto, la signora Armstrong ricorda giustamente a Jack di non arrendersi. I suoi incontri di lavoro non hanno ancora portato a nulla, ma The Gilded Age ha dedicato così tanto tempo a questa storia che sarebbe molto sorprendente se Jack Trotter non riuscisse a risolvere la situazione nel corso della stagione.

The Gilded Age – Stagione 2: recensione della serie di Julian Fellowes

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The Gilded Age stagione 2, la serie di Julian Fellowes (Downton Abbey, Belgravia) disponibile dal 30 ottobre su NOW, torna a farci immergere nell’opulenta New York del XIX secolo. In mezzo a un periodo non certo semplice per la nostra contemporaneità, questa serie, sfarzosa, in costume, tutto sommato leggera nonostante alcuni approfondimenti su temi ancora oggi attuali, offre una piacevole evasione in un’epoca in cui i problemi erano discussi mentre si giocava a tennis a Newport.

The Gilded Age stagione 2, la trama principale

In quel contesto storico e sociale, la Guerra Civile è appena finita, e la seconda stagione si concentra su un tipo differente di battaglia: il mecenatismo e il prestigio tra l’Accademia di Musica dell’establishment e il nuovo Metropolitan. Bertha Russell (Carrie Coon), una newyorkese nuova-ricca, si scontra con la grande dama Caroline Astor (Donna Murphy), mentre Marian Brook (Louisa Jacobson) cerca di trovare il suo posto come insegnante d’arte, all’interno di una famiglia benestante e di un contesto sociale che non la vorrebbe mai impegnata in alcun tipo di lavoro. La trama si dipana in maniera fluida, tra lo sfarzo della messa in scena e le contrapposizioni tra gli status sociali che di volta in volta prendono la scena, offrendo una visione affascinante dell’epoca.

L’importanza dei temi sociali

Questa nuova stagione fa un passo in avanti nell’esplorare le dinamiche sociali e i problemi reali del tempo. Attraverso il personaggio di Peggy (Denée Benton), vediamo come l’emancipazione influisca sulle vite della comunità black, toccando questioni di grande importanza. Sorprendentemente, la serie racconta anche come George Russell (Morgan Spector) ha costruito la sua fortuna, sfruttando principalmente il lavoro di altri. In un’epoca in cui lo sciopero degli attori di Hollywood è ancora in corso e il ricordo di quello degli sceneggiatori un ricordo freschissimo, The Gilded Age stagione 2 concentra una delle sue tante trame proprio su una disputa legata allo sfruttamento sul posto di lavoro, un cambiamento significativo rispetto alla tendenza della prima stagione a evitare i problemi del mondo reale e l’eccessiva storicizzazione dei conflitti sociali.

Questi temi sono un tentativo ammirevole di Fellowes di affrontare le implicazioni della sua ambientazione storica. L’Età dell’Oro è spesso associata all’oligarchia e all’accumulo di ricchezza, ed è giusto che una serie con questo nome non ignori completamente queste tematiche. Tuttavia, mentre Peggy rappresenta un tentativo di dare voce alle preoccupazioni delle persone nere, il suo personaggio guida comunque una storyline che si muove ai margini delle altre, senza intrecciarle mai profondamente. La serie riconosce che per Peggy è molto più difficile superare le barriere sociali rispetto a Bertha, ma accomuna comunque i due personaggi in una dualità ideale per la quale le due donne affrontano il pregiudizio per la loro condizione particolare.

the gilded age stagione 2Associazioni dissonanti e ardite

Più la serie dà peso a queste sotto-trame sociali, più sembra sforzarsi di unificarle in una narrazione coerente. Ad esempio, la parentesi di Peggy a Tuskegee, in Alabama, e del suo scontro con il razzismo reale, molto meno violento in città che in provincia, viene messo in parallelo con le liti delle signore ricche per i favori di un ospite di rilievo in occasione di una serata di gala. Un’associazione molto ardita, quasi stridente a causa della giustapposizione di un problema reale di violenza razziale e il frivolo tentativo di accaparrarsi l’ospite più distinto.

La seconda stagione offre anche un’evoluzione dei personaggi principali. George Russell, inizialmente ritratto come un manipolatore spietato, viene reso più complesso e suscettibile alle richieste dei lavoratori, alle quali alla fine cede, dopo essere entrato in contatto con la loro umanità. La serie cerca di bilanciare il conflitto tra lavoro e capitale, ma a volte sembra che gli eventi vengano diluiti, per evitare un vero e proprio conflitto tra le parti che, nel tono generale della serie, stonerebbe.

Una riflessione sul cambiamento, questa volta poco a fuoco

In teoria, The Gilded Age era concepita come una riflessione sul cambiamento sociale, ma a volte sembra che i conflitti tra i personaggi siano più una questione di narcisismo di piccole differenze. La serie cerca di enfatizzare la mobilità sociale, ma sembra lottare nel bilanciare i suoi vari elementi, spaziando tra distrazione leggera e insegnamento storico. Etichetta e disuguaglianza sembrano avere lo stesso peso nell’economia del racconto, ma la serie potrebbe beneficiare da una maggiore attenzione alle dinamiche sociali dell’epoca e ai sistemi che perpetuavano la ricchezza.

A fronte di un valore produttivo altissimo, che si manifesta principalmente nei costumi e nella scenografia, The Gilded Age stagione 2 offre un’immersione affascinante nell’America del XIX secolo, ma a volte fatica a mantenere una narrazione coerente tra i diversi temi sociali e le sottotrame romantiche. Si avverte, infine, in maniera prepotente la nostalgia di Downton Abbey, lo show di maggiore successo di Fellowes: sia alcune scelte narrative che registiche e musicali riecheggiano dei fasti dello show inglese, che però non trova un avversario di pari livello nel cugino americano.

The Gilded Age – stagione 2: la spiegazione del finale

The Gilded Age – stagione 2: la spiegazione del finale

Con la conclusione trionfale della Guerra dell’Opera e il salvataggio della fortuna della famiglia Van Rhijn, la seconda stagione di The Gilded Age si è conclusa in modo spettacolare. Dopo aver combattuto per tutta la stagione, la signora Astor e la signora Russell fanno il loro ultimo sforzo per ingraziarsi l’elite di New York City mentre l’Accademia della Musica e il Metropolitan iniziano le loro stagioni la stessa sera. Mentre le luci si abbassano sulla serata di apertura, diverse sorprese scuotono le fondamenta del set di cucchiai d’argento e mandano la società in tilt.

The Gilded Age si ispira ai Vanderbilt e ad altre famiglie storiche reali, quindi mentre la prima stagione ha impiegato molto tempo per introdurre i personaggi e definire le loro rispettive storie, la seconda stagione ha accelerato il ritmo, passando da una piacevole passeggiata in giardino a una corsa in carrozza per le strade acciottolate. Non solo ogni episodio è stato rivelatore e dinamico, ma poiché le basi dei personaggi sono state gettate, è stato necessario dedicare meno tempo al contesto e all’esposizione. Grazie a tutta la nuova crescita e allo sviluppo, il finale ha preparato ogni sorta di emozionante melodramma per la terza stagione di The Gilded Age.

Cosa promise Bertha al duca per vincere la guerra dell’opera?

Doveva dargli qualcosa che la signora Astor non poteva

Dopo aver superato in astuzia la signora Winterton per aggiudicarsi il duca di Buckingham, Bertha Russell supera in astuzia la signora Astor all’ultimo momento, assicurandosi la presenza del duca alla serata di apertura del Met invece di accettare un palco all’Academy. Quando si rese conto che non poteva offrirgli i soldi di suo marito, né promettergli i contatti della signora Astor con la cerchia ristretta del Vecchio Mondo, decise di dargli qualcosa che solo lei poteva dargli. Il contenuto del loro incontro clandestino nella sua stanza all’Union Hotel rimane avvolto nel mistero fino alla fine della seconda stagione di The Gilded Age.

In base a dove si siede il duca durante lo spettacolo e a quanto si preoccupa Bertha per sua figlia, è chiaro che lei gli ha promesso Gladys. Dal momento in cui ha risistemato i cartoncini dei posti a sedere quando ha incontrato per la prima volta il nobile, era chiaro che stava cercando di organizzare un matrimonio vantaggioso. Il duca ha un titolo e delle terre, ma non ha i soldi per mantenerli, quindi deve sposarsi bene per mantenere il suo status. La scelta di Bertha potrebbe metterla in contrasto con suo marito nella terza stagione di The Gilded Age, perché lui ha promesso a Gladys che avrebbe potuto sposarsi per amore.

Come Bertha Russell ha reinventato la società americana

Il nuovo denaro supera la vecchia guardia

Quando la signora Fish si rende conto che il posto dove stare è il Met, abbandona completamente l’Accademia e si affretta a stare con il resto dell’élite di New York. Fa in modo di dire alla signora Russell che non solo ha vinto la guerra dell’opera, ma che con la sua vittoria ha “reinventato la società americana”. Quando la signora Russell assiste allo spettacolo dal suo palco, vede che quasi tutte le persone importanti che voleva che venissero hanno scelto di stare al suo fianco, lasciando solo la signora Astor, Agnes Van Rhijn e qualche decina di membri della Vecchia Guardia a sedere e a rimuginare sulla sconfitta all’Accademia.

Le parole della signora Fish implicano che i vecchi standard di funzionamento della società sono cambiati e che è possibile per i nuovi ricchi come i Russell dettare nuove condizioni piuttosto che essere alla mercé di coloro che lasciano poco spazio all’innovazione. Sostenendo il Met come luogo di cultura e arte, la signora Russell ha sfidato le regole della signora Astor e ne ha inventate di proprie. La guerra dell’opera rappresenta il progresso e la potenza industriale evidenziata nell’età dell’oro americana come motore di grandi cambiamenti e prosperità, con il successo che arriva a coloro che aiutano a realizzarlo, non a ostacolarlo.

Cosa significa la fortuna di zia Ada per il futuro della famiglia Van Rhijn

Una delle rivelazioni più scioccanti del finale della seconda stagione di The Gilded Age è arrivata da zia Ada che, nella scena finale dell’ottavo episodio, spiega che suo marito Luke Forte, recentemente scomparso, le ha lasciato una grossa eredità. Mentre Oscar Van Rhijn potrebbe aver investito male i soldi di sua madre e averla lasciata indigente, sua sorella potrebbe essere la sua salvezza. Non solo Agnes non dovrà vendere la casa e trasferirsi, ma tutto il personale di servizio non dovrà cercare un altro lavoro e i nomi Van Rhijn e Brook non dovranno essere infangati acquisendo la reputazione di poveri.

Come dimostra l’avvocato che si rivolge alla zia Ada, invece che ad Agnes, nella scena finale della serie, la dinamica della famiglia è cambiata. Ada pagherà i salari dei domestici e sarà quindi il loro datore di lavoro, e anche se Agnes è ancora proprietaria della casa, non avrà più l’ultima parola sulle questioni domestiche. Ada disse al suo defunto marito poco prima che morisse che il suo amore l’aveva resa più forte e le aveva fatto credere in se stessa, ed è chiaro che la solitamente mite Ada diventerà una forza potente con cui fare i conti, soprattutto dopo aver vissuto per così tanto tempo sotto il governo dittatoriale di Agnes.

L’importanza dell’invenzione della sveglia di Jack

Una delle sottotrame più affascinanti tra il personale del piano inferiore è stata il viaggio della sveglia di Jack. Dopo aver inventato un meccanismo di scappamento che assicurava che i componenti di un orologio sveglia che indicano l’ora non si bloccassero (anche senza olio), i membri della famiglia Van Rhijn si unirono per procurargli i fondi per brevettare il componente. Dopo essersi unito a una società di orologeria e aver ottenuto le certificazioni necessarie, la sua invenzione ottenne il proprio brevetto, e non solo, ma Larry Russell suggerì a Jack di mettersi in affari insieme a lui con il loro design superiore di sveglia.

L’invenzione di Jack non è solo significativa nella storia dei dispositivi per la misurazione del tempo e della crescente precisione delle sveglie, ma mostra anche la mobilità ascendente insita nell’ingegno e nell’innovazione dell’epoca. Dimostra che, anche se non è nato in una famiglia ricca, qualcuno come Jack può raggiungere la mobilità ascendente nella società attraverso le proprie idee. Questo è il “sogno americano” all’opera, e un esempio delle tante storie tipicamente americane che hanno visto l’avanzamento della classe inferiore a quella superiore attraverso il duro lavoro, la dedizione e una rete di sostenitori.

L’importanza della lotta contro il Consiglio dell’Istruzione che chiudeva le scuole per le persone di colore

Una triste verità nella storia americana è radicata nel fatto che il Consiglio dell’Istruzione di New York City cercò di chiudere le scuole per gli studenti di colore durante l’Età dell’Oro, negando loro l’accesso a importanti competenze scolastiche e a contatti vitali per il loro avanzamento nella vita. Citando la frequenza insufficiente e insegnanti con credenziali insufficienti, il Consiglio dell’Istruzione cercò di chiudere tre scuole separate, arrivando persino a cambiare le date del voto in modo che nessuna opposizione potesse presentare prove contro la loro causa. Fortunatamente, il sostegno e le prove sono fornite in massa, e riescono a chiudere solo una scuola.

A quel tempo, gli immigrati irlandesi, come le persone di colore, subivano pregiudizi e ostilità estremi, e ci volle un lavoro di squadra per sopraffare il Consiglio dell’Istruzione e ottenere un cambiamento significativo. Quando il Consiglio dell’Istruzione si rese conto che anche gli studenti bianchi avrebbero frequentato queste scuole, non ebbe altra scelta che modificare la sua decisione. La lotta sarebbe continuata fino al secolo successivo, ma grazie al lavoro svolto da Peggy Scott, dalla sua famiglia e dalla loro comunità, alle persone di colore non poterono essere negate le necessità e la dignità.

Perché Peggy Scott dovette sacrificare il lavoro dei suoi sogni

Anche se ci sono molti momenti di euforia nel finale della seconda stagione di The Gilded Age, ce n’è uno che brucia a causa delle sue implicazioni personali. Peggy Scott decide di rinunciare al lavoro dei suoi sogni presso il giornale del signor Fortune e di concentrarsi sul suo romanzo. Mentre lui è contento di lavorare al suo fianco perché crede nelle sue capacità di scrittrice e di avvocato, lei non vede un futuro in cui possa scrivere per il giornale e mettere da parte i suoi sentimenti per lui, soprattutto considerando le voci che circolano dopo il bacio proibito che i due si sono scambiati a Tuskegee, in Alabama.

Un grande impulso alla decisione di Peggy di rinunciare al lavoro dei suoi sogni è il fatto di aver incrociato la moglie e il figlio del signor Fortune, che prima erano stati per lei concetti astratti. Vedere due persone innocenti che potrebbero essere molto ferite dai sentimenti che Peggy prova per il suo datore di lavoro (e lui per lei) le fa riconsiderare l’impropietà del loro rapporto di lavoro. Potrebbe essere il destino di Peggy diventare una grande scrittrice e continuare a influenzare cuori e menti con i suoi scritti intrepidi sulle sfide che le persone di colore hanno affrontato nell’età dell’oro.

Cosa significa per lei e Larry Russell il matrimonio annullato di Marian

Dashiell Montgomery è stato il pretendente di Marian per tutta la seconda stagione di The Gilded Age, ma è stato chiaro fin dall’inizio che, sebbene potesse essere un partner sensibile, non era quello giusto per Marian Brook. Lei ha dimostrato di avere una certa chimica con Larry Russell, ma i due sono stati tenuti separati a favore delle sue imminenti nozze. Dopo un’attenta riflessione, decide che non può sposare Dashiell in buona fede perché non è pronta a rinunciare alla sua carriera e a sistemarsi, lasciando a lei e Larry l’opportunità di corteggiarsi da qualche parte nella terza stagione.

La posta in gioco è molto alta per le giovani donne del livello sociale di Marian, e zia Agnes vuole assicurarle un futuro con un buon partito e un marito rispettabile. Sfortunatamente, Marian non si preoccupa molto delle regole della società e preferirebbe avere una carriera e nessuna prospettiva piuttosto che sposare la persona sbagliata che considera la sua vocazione frivola. Lei e Larry hanno una mentalità molto più artistica e sono desiderosi di cambiare il mondo, mentre il loro corteggiamento creerebbe ogni sorta di divertente melodramma tra Bertha Russell e Agnes Van Rhijn nella terza stagione di The Gilded Age.

The Gift: trama, cast e spiegazione del film di Sam Raimi

The Gift: trama, cast e spiegazione del film di Sam Raimi

Il regista Sam Raimi ha debuttato nel 1981 con il suo primo lungometraggio, La casa, e da quel momento si è costruito una fama come autore di opere che fondevano al loro interno tanto l’horror quanto la commedia. Nel corso degli anni Novanta, però, egli si è cimentato anche con generi ben differenti, tra cui spicca il western Pronti a morire, il dramma di Gioco d’amore e il thriller soprannaturale The Gift. Quest’ultimo, distribuito nel 2000, è in particolare un titolo particolarmente affascinante nella filmografia di Raimi, dove si mescolano elementi differenti per dar vita ad un racconto intriso di mistero, psicologia e paure.

La storia è stata scritta da Tom Epperson e Billy Bob Thornton, celebre anche come attore di L’uomo che non c’era e Fargo – La serie. Quest’ultimo, in particolare, ha affermato di aver basato molto del racconto su alcune esperienze psichiche vissute da sua madre. La presenza di tale elemento ha fatto sì che Raimi si rivelasse il regista giusto, capace di conferire al tutto il giusto tono. The Gift è però caratterizzato anche dalla presenza di un cast di attori di prim’ordine, che ancora oggi conferiscono al film grande attrattiva.

Apprezzato dalla critica e dal pubblico, The Gift è oggi uno dei titoli meno noti diretti da Raimi, ma certamente tra quelli che più meritano di essere riscoperti. Ricco di un fascino particolare, il film è un ottimo titolo da vedere per gli appassionati di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di The Gift

Protagonista del film è Annie Wilson, un donna che in seguito alla morte di suo marito scopre di avere il dono della premonizione. Bisognosa di soldi, Annie decide allora di sfruttare tale potere per riuscire a mantenere i suoi tre figli, prestandosi a consultazioni in cambio di denaro. Non tutti apprezzano però questa sua attività, in particolare Donnie Barskdale, un uomo rude he accusa Annie di raggirare sua moglie Valerie. Sempre più Donnie inizia dunque a minacciare la sensitiva, la quale ben presto inizia a sospettare che l’uomo sia anche un omicida.

Quando il preside Wayne Collins le chiede di aiutarlo a ritrovare la sua promessa sposa, Jessica King, scomparsa da diversi giorni, Annie inizia infatti ad avere una serie di visioni che la inducono a credere che proprio Donnie possa essere il responsabile della sparizione. Mentre la polizia procede con le indagini e Annie cerca di difendersi con l’aiuto del suo amico Buddy Cole, alcune inaspettate verità verranno però alla luce, inducendo la donna a dover rivedere le sue supposizioni. Forse stavolta le sue premonizioni l’hanno tratta in inganno, forse qualcosa le sfugge ancora. Mentre cerca ulteriori risposte, Annie capirà di essere più in pericolo di quello che credeva.

The Gift cast

The Gift: il cast del film e la spiegazione del finale

Ad interpretare Annie Wilson vi è la premio Oscar Cate Blanchett, particolarmente apprezzata per la sua interpretazione della sensitiva. Per prepararsi al meglio a questo ruolo, comprendendolo e donandogli verità, l’attrice ha incontrato diverse sensitive, apprendendo da loro tutto ciò che c’era da sapere. Una di queste sembra anche avergli consigliato di procurarsi una guardia del corpo, per via dei rischi che questo potere comporta. Nel ruolo di Donnie Barskdale vi è invece Keanu Reeves, qui al suo secondo ruolo da cattivo. Hilary Swank interpreta invece sua moglie Valerie. Per prepararsi ai loro ruoli, i due hanno incontrato alcune donne vittime di abusi, per comprendere meglio la natura di questo tipo di relazioni.

L’attore Giovanni Ribisi interpreta invece il meccanico Buddy Cole, un ruolo che lo ha portato ad essere nominato come miglior attore non protagonista ai Saturn Awards e agli Independent Spirit Award. Greg Kinnear, celebre per i film C’è posta per te e Qualcosa è cambiato, interpreta invece il preside Wayne Collins, mentre Katie Holmes è la sua promessa sposa Jessica King. In seguito la Holmes ha affermato di aver avuto alcuni dubbi sull’accettare o meno il ruolo, spaventata da ciò che accade al suo personaggio e dal fatto che erano previste alcune scene di nudo. Nel film è poi presente l’attore J. K. Simmons, nei panni dello sceriffo Pearl Johnson.

Al di là dell’elemeno soprannaturale, The Gift si configura come un vero e proprio thriller investigativo. Nel corso del film Annie si trova infatti a dover individuare l’assassino di Jessica King, conducendo le indagini grazie al suo potere. Quello che sembrava essere il principale sospettato, però, si rivela però ben presto essere un’altra vittima degli eventi. Giunta al finale, Annie si trova dunque a doversi confrontare con il vero assassino, scoprendo dunque tutta la verità. L’elemento di grande sorpresa, però, arriva quando l’amico Buddy la salva da morte certa. Solo poco dopo Annie saprà però che Buddy si è suicidato e che a salvarla è stato il suo fantasma, lasciando dunque intendere quanto il mondo dei vivi e dei morti siano strettamente connessi.

The Gift: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente The Gift non è attualmente presente su nessuna delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Il film, tuttavia, è presente nel palinsesto televisivo di martedì 14 febbraio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie. Di conseguenza, per un determinato periodo di tempo sarà possibile vederlo anche sulla piattaforma Rai Play, completamente gratuita.

Fonte: IMDb

The Gift: trailer del film da regista di Joel Edgerton

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The Gift: trailer del film da regista di Joel Edgerton

STX Entertainment ha diffuso online il trailer di The Gift, thriller che annovera nel cast Jason Bateman, Rebecca Hall e Joel Edgerton. La pellicola segna il debutto dietro la macchina da presa di Edgerton. Potete vedere il trailer di seguito:

Il film racconta la storia di Simon (Bateman) e Robyn (Hall), una giovane coppia felicemente sposata la cui felicità viene minacciata dall’arrivo del misterioso Gordo (Edgerton), un uomo legato al passato di Simon che porterà a galla un segreto tenuto nascosto per oltre 20 anni.

Prodotto da Jason Blum (Whiplash, The Purge), The Gift uscirà al cinema il prossimo 31 luglio.

Fonte

The Gift: nuovo trailer del film con Jason Bateman

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The Gift: nuovo trailer del film con Jason Bateman

È stato diffuso online il nuovo trailer del thriller The Gift, che vede nel cast Jason Bateman, Rebecca Hall e Joel Edgerton. La pellicola segna il debutto dietro la macchina da presa di Edgerton.

Ecco il trailer:

Il film racconta la storia di Simon (Bateman) e Robyn (Hall), una giovane coppia thegiftposterfelicemente sposata la cui felicità e tranquillità viene minacciata dall’arrivo del misterioso Gordo (Edgerton), un compagno delle scuole superiori di Simon.

Inizialmente Simon non riconosce Gordo, ma dopo una serie di incontri casuali porterà a galla un segreto tenuto nascosto per oltre 20 anni. Appena Robyn scoprirà la verità su quanto accaduto tra i due, comincerà a farsi delle domande sul passato del marito.

Prodotto da Jason Blum (Whiplash, The Purge), The Gift uscirà al cinema il prossimo 31 luglio.

 

The Gift: il cortometraggio di Carl Erik Rinsch

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The Gift: il cortometraggio di Carl Erik Rinsch

Trai corti che sta facendo discutere il mondo del web quest’anno c’è sicuramente The Gift di Carl Erik Rinsch.

L’opera rientra in un’iniziativa di Philips in collaborazione con la casa di produzione, Ridley Scott Associates. Tra le opere The Gift, sta suscitando più di un interesse ad Hollywood. Il nome di Carl Erik Rinsch, d’altronde, non è nuovo. Tony e Ridley Scott ne hanno più volte parlato bene, tant’è che proprio lui sembrava dovesse dirigere il prequel di Alien, prima che Ridley si convincesse a realizzarlo direttamente in prima persona.

ECCO IL CORTO

https://www.youtube.com/watch?v=DRNv-V7jV-g

The Ghost Writer: ecco il poster

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The Ghost Writer: ecco il poster

Uscirà ufficialmente il 9 aprile in Italia L’Uomo Nell’Ombra (The Ghost Writer in inglese), l’ultimo film di Roman Polanski, grazie al quale il regista ha conquistato l’Orso d’Argento all’ultima Berlinale.

The ghost of Richard Harris arriva su SKY ARTE

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The ghost of Richard Harris arriva su SKY ARTE

The ghost of Richard Harris, su Sky Arte lunedì 24 aprile alle 21.15, in streaming solo su NOW e disponibile anche on demand, è un film diretto da Adrian Sibley che esplora la vita privata e pubblica di uno degli attori più significativi della sua generazione, Richard Harris. Figura intensa ed elettrica sia sul palcoscenico che sullo schermo, l’attore irlandese nella sua carriera ha attraversato cinque decenni e generi cinematografici diversi, è stato premiato come miglior attore a Cannes nel 1964 ed è stato nominato due volte agli Oscar, nel 1963 e nel 1990.

È morto nel 2002, lasciando un grande vuoto in chi lo ha amato, in particolare nei suoi tre figli Damian, Jarede e Jamie, che in questo film scavano nella memoria e ripercorrono insieme la vita del padre che avrebbero voluto tutto per sé ma che invece era spesso assente per lavoro.

Tra vecchi scatoloni e fotografie in bianco e nero, filmati inediti e interviste a chi ha lavorato con lui, come Vanessa Redgrave e Russell Crowe, il film racconta l’infanzia e gli esordi di Harris, e prosegue con aneddoti che ricordano come fosse eccessivo, dipendente dall’alcol e dalla droga, ma anche profondamene dedito al suo lavoro e capace di mettersi in gioco: è stato infatti anche un cantante che ha raggiunto le vette delle classifiche con cinque album, e un poeta acclamato e prolifico.

The ghost of Richard Harris è un ritratto di un uomo turbolento, che ha vissuto di alti e bassi, ma che in fondo era anche padre e nonno affettuoso, che ha deciso di accettare nella saga di Harry Potter la parte di Silente, l’ultima in cui ha recitato al cinema, per far felice la nipote.

The Gentlemen: tutto quello che c’è da sapere sul film con Matthew McConaughey

Dopo aver diretto King Arthur – Il potere della spada e Aladdin, il regista Guy Ritchie è tornato alle origini del suo cinema con The Gentlemen (qui la recensione), con cui, raccontando di moderni gangster e personaggi malavitosi, recupera i toni dei suoi primi film, ovvero Lock & Stock – Pazzi scatenati, Snatch – Lo strappo e RocknRolla. Da lui anche scritto e prodotto, The Gentlemen si muove dunque tra thriller, azione, canoni del gangster movie, espedienti metacinematografici e, naturalmente, tanto humor inglese a condire un film particolarmente riuscito e arricchito da un cast di celebri attori inglesi, irlandesi e americani.

Per i fan del regista, dunque, si tratta di un titolo imperdibile, un’opera di puro intrattenimento capace di far riscoprire il talento di Ritchie come regista, abile nel costruire intrecci narrativi ricchi di personaggi particolarmente memorabili. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori, ma anche sull’annunciata serie TV ispirata al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama di The Gentlemen

La storia ruota intorno all’americano Michael Pearson, il re della marijuana in Gran Bretagna. Egli la coltiva su larga scala sfruttando un ingegnoso stratagemma ed il suo business vale ora ben 200 milioni di dollari. Adesso, però, Michael vorrebbe uscire dal giro vendendo tutto al suo storico rivale Matthew Berger, per poi godersi la vita assieme a sua moglie Rosalind. Le cose però non vanno esattamente previsto. L’investigatore privato Fletcher, viene assoldato dal potente editore Big Dave, che vuole vendicarsi per uno sgarbo subito da Michael.

Fletcher però ha un suo piano e si presenta da Ray, uomo di fiducia di Michael, per ricattarlo ed offrirgli delle importanti informazioni sui rischi che Michael corre. Nel frattempo anche il cinese Occhio Asciutto, ha messo gli occhi sul patrimonio di Michael e vuole utilizzarlo per fare finalmente le scarpe al suo boss, Lord George. Per districarsi in questo labirinto, Michael dovrà fare ricorso a tutta la sua astuzia ed anche all’aiuto di un’improbabile quanto efficace banda di combattenti rapper capitanata da un irlandese di nome Coach.

Il cast di attori di The Gentlemen

Ad interpretare Michael “Mickey” Pearson, il boss della marijuana in Gran Bretagna, vi è l’attore Matthew McConaughey. Il suo braccio destro, invece, è interpretato da Charlie Hunnam, che torna a recitare per Ritchie dopo King Arthur – Il potere della spada. Come noto, la maggior parte del guardaroba di Ray non proveniva dal reparto costumi ma, piuttosto, dallo shopping che Hunnam e Ritchie hanno fatto insieme a Londra. L’attrice Michelle Dockery, invece, interpreta Rosalind, moglie di Michael. Un ruolo ottenuto all’ultimo in seguito all’uscita dal progetto dell’attrice Kate Beckinsale.

Hugh Grant interpreta il detective Fletcher, il quale ha filmato tutte le sue scene, pari a circa 40 pagine di dialogo, in appena cinque giorni. Per aiutarsi con queste lunghe riprese piene di monologhi, Grant si era preparato dei foglietti riassuntivi, i quali però gli sono stati rubati dall’auto la notte prima delle riprese, costringendolo dunque a farne a meno. Recitano poi nel film gli attori Henry Golding nei panni di Occhio Asciutto, Eddie Marsan in quelli di Big Dave e Jeremy Strong come Matthew Berger. Colin Farrell interpreta infine il buffo Coach, il quale insieme al suo gruppo The Toddlers, indossa delle particolari tute realizzate dalla Lonsdale.

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The Gentlemen: la serie TV su Netflix

Nell’ottobre 2020, la Miramax Television ha iniziato lo sviluppo di una serie televisiva spin-off del film, con Ritchie alla guida del progetto. Nel novembre 2022, poi, la serie è stata ufficialmente acquisita da Netflix. Il pilot verrà scritto da Guy Ritchie e Matthew Read, con Ritchie che dirigerà questo e anche il secondo episodio, svolgendo poi anche il ruolo di produttore esecutivo insieme a Ivan Atkinson, Marn Davies e Bill Block. Per quanto riguarda il cast, The Gentlemen sarà interpretato da Theo James, accanto a Vinnie Jones, Kaya Scodelario, Giancarlo Esposito, Daniel Ings, Joely Richardson, Peter Serafinowicz, Alexis Rodney e Chanel Cresswell.

La serie, stando alle prime indiscrezioni sulla trama, ruoterà attorno a un nuovo personaggio, Eddie Halstead, che dopo aver ereditato la proprietà del suo defunto padre, si rende conto di essere seduto in cima all’impero dell’erba di Pearson. Il punto cruciale della serie sarà dunque legato al dilemma di questo giovane che ha tutto quello che serve per essere un boss della malavita britannica, ma non è certo di volersi gettare in questo pericoloso mondo. Attualmente la serie è in fase di riprese ed una data di rilascio su Netflix dovrebbe essere idealmente prevista per i primi mesi del 2024.

Il trailer di The Gentlemen e dove vedere il film in streaming in TV

È possibile fruire di The Gentleman grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 16 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb, GQ

The Gentlemen: Theo James nel teaser trailer della serie spin-off di Netflix

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Netflix ha finalmente pubblicato il teaser trailer di The Gentlemen, il prossimo adattamento in serie del film The Gentlemen poliziesco di Guy Ritchie del 2020.

Il video presenta la star di The White Lotus, Theo James, nel ruolo di un erede britannico che scopre il coinvolgimento della sua famiglia in una delle più grandi piantagioni di cannabis d’Europa. Il teaser offre anche un assaggio di alcune sequenze violente e ricche di azione dello spin-off. Il debutto è previsto per marzo 2024.

Chi c’è il cast della serie The Gentlemen?

La serie The Gentlemen è creata, scritta e prodotta esecutivamente da Guy Ritchie, che ha anche diretto i primi due episodi. A James si aggiungono Ray Winstone, Kaya Scodelario, Daniel Ings, Joely Richardson, Vinnie Jones, Giancarlo Esposito, Chanel Cresswell, Michael Vu, Max Beesley, Jasmine Blackborow, Harry Goodwins, Dar Salim, Pearce Quigley, Ruby Sear e Peter Serafinowicz.

Lo spin-off vede Eddie Horniman (James) ereditare inaspettatamente la considerevole tenuta di campagna del padre – solo per scoprire che fa parte di un impero clandestino della cannabis”, si legge nella logline. “Inoltre, molti personaggi sgradevoli della malavita britannica vogliono una parte dell’operazione. Determinato a liberare la sua famiglia dalle loro grinfie, Eddie cerca di giocare al loro stesso gioco. Tuttavia, man mano che viene risucchiato nel mondo della criminalità, inizia a provarci gusto“.

The gentlemen: recensione della serie con Theo James

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The gentlemen: recensione della serie con Theo James

Spin-off dell’omonimo film con Matthew McConaughey, The gentlemen è una nuova miniserie targata Netflix ideata dallo stesso Guy Richie, regista della precedente versione cinematografica. La serie, formata da una sola stagione da otto episodi, ognuno da circa 50 minuti l’uno, vede Theo James, attore noto per il ruolo di Quattro/Tobias nella serie Divergent, nei panni del protagonista.

Nel cast di The gentleman sono presenti altri volti già ben noti nel mondo delle serie tv: primo fra tutti è Giancarlo Esposito (Gus Fring in Breaking Bad e Better call Saul) che qui interpreta Stanley Johnston (con la t). A questo si affianca anche Kaya Scodelario (Cime tempestose, The maze runner) e Ray Winstone (The departed – il bene e il male).

The gentlemen: il nuovo duca

Edward Horniman, secondo genito del duca di Halstead, viene richiamato dalla sua attività di soldato per l’imminente morte del padre. Dopo il decesso del vecchio duca, il testamento mostra delle strane sorprese per Edward: è lui ad ereditare il titolo nobiliare e tutti i possedimenti, a scapito del fratello maggiore Freddie. Ma il titolo di duca sembra presto rivelarsi un onere più che un onore. Edward viene a conoscenza dei traffichi sommersi che garantivano al padre una tale ricchezza: un imponente produzione e vendita di marjuana, gestita dalla temuta famiglia Glass. Con il boss Bobby Glass in prigione, è la figlia maggiore Susan a gestire gli affari. Ha così inizio la collaborazione tra Edward e Susan, prima per risolvere i tanti problemi causati da Freddie, e poi per far prosperare e ingrandire la loro “impresa”.

Tanti saranno gli ostacoli che si porranno nella loro strada, tra cui il misterioso Signor Johnston, interessato a comprare la tenuta degli Horniman a qualunque prezzo per via della sua bellezza, o forse per il tesoro che si trova al di sotto?

The Gentleman Netflix
Credits: Christopher Rafael/Netflix

Edward il duca boss di Halstead

Il personaggio su cui si concentra maggiormente l’attenzione durante la narrazione in The gentlemen è senza alcun dubbio Edward. Il pubblico vede passare questo protagonista dall’essere un outsider nella propria famiglia nobiliare, avendo intrapreso la carriera militare, fino a diventare la figura di spicco come nuovo duca. Da questo momento in poi, Edward inizia a trasformarsi sempre più in un gangster senza alcuno scrupolo, con l’unico scopo di mantenere la propria famiglia al sicuro. Questa sua poliedricità sembra essere l’elemento che rende Edward un soggetto utile e interessante agni occhi di Susan: un ricco duca che non ha paura di sporcarsi le mani.

Per quanto Edward cerchi fino all’ultimo di reprimere la propria parte oscura, negando di voler continuare a lavorare con i Glass, non può ignorare i suoi impulsi e desideri.

The gentlemen: una relazione mancata

Dal primo incontro tra Susan e Edward sembra essere chiaro dove si arriverà seguendo i classici cliché amati dal pubblico: l’amore tra i due. Con lo scorrere della narrazione diviene subito chiaro come il rapporto tra i due non sembri essere più solamente lavorativo ma anche solo d’amicizia. Un ulteriore passaggio per arrivare a una relazione sarebbe stato molto immediato, attirando magari maggiormente un grande pubblico ma sfociando anche in una certa banalità. Guy Richie è riuscito a non perdere di vista il punto della storia, limitandosi a sottolineare le affinità tra Edward e Susan, senza farle sfociare in nulla di effettivo.

Freddie: la pecora nera della famiglia

L’elemento che sembra portare maggiore comicità in The gentlemen è sicuramente il personaggio di Freddie, fratello maggiore di Edward. Questo nel primo episodio viene presentato come un figlio avido, reso folle dall’ingiustizia di non essere l’erede designato dal padre, nonostante avesse un maggiore diritto di successione come primo genito. Si rendono ben presto chiari i motivi che hanno portato il padre a lasciare tutto a Edward: Freddie è una persona impulsiva, con una terribile tendenza al gioco e con debiti per ben otto milioni di sterline.

Dopo che Edward riesce a risolvere il problema dei suoi debiti, Freddie non esita a crearne altri, finché sia il duca che Susan non lo mettono definitivamente da parte. A questo punto, vediamo Freddie vagare per la tenuta e i laboratori, insieme a Jimmy, collaboratore di Susan, o solo; ciò che sembra mancargli è uno scopo nella vita, viene pervaso da una sorta di perenne insoddisfazione. Questo stato sembra risolversi nel finale, quando Freddie è intenzionato a sacrificarsi per la sua famiglia.

In un perenne alternarsi di saloni di alta società e covi di gangster, The gentlemen sembra essere tutt’altro che scontata come serie. Nonostante le numerose scene di azione, si mantiene limitata la visione di sangue, rendendo The gentleman fruibile anche per un pubblico più sensibile, e, grazie anche ai momenti più comici, intrattiene il pubblico al meglio!

The Gentlemen: i character poster del nuovo film di Guy Ritchie

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The Gentlemen: i character poster del nuovo film di Guy Ritchie

Ecco i character poster di The Gentlemen, il nuovo film di Guy Ritchie con un super cast, guidato da Matthew McConaughey.

The Gentlemen, precedentemente noto come Toff Guys e Bush, è la nuova commedia poliziesca diretta da Guy Ritchie e in arrivo nel 2020. Il film è stato basato su una sceneggiatura di Ivan Atkinson, Marn Davies e Ritchie stesso, e nel cast ci sono Charlie Hunnam, Henry Golding, Michelle Dockery, Colin Farrell, Hugh Grant e Matthew McConaughey.

Protagonista principale del film è proprio McConaughey che interpreta un uomo d’affari americano che però vive a Londra, dove ha messo in piedi un ricco e remunerativo impero della marijuana. Quando però l’uomo vuole ritirarsi dal giro, vendendo la sua “quota di mercato” a dei miliardari dell’Oklahoma, il mondo intorno a lui si trasforma in una trappola di ricatti e macchinazioni.

The Gentlemen, il trailer del nuovo film di Guy Ritchie