Dopo aver dato uno
sguardo a Roberto Benigni nei panni di Geppetto,
ecco arrivare la prima immagine ufficiale di Federico
Ielapi, il giovanissimo protagonista di
Pinocchio di Matteo Garrone.
Coproduzione internazionale
Italia/Francia, la pellicola uscirà nelle sale italiane
a Natale distribuita da 01 Distribution.
“Sono molto felice di
aver avuto modo di collaborare con un grande artista
come Mark Coulier, già impegnato nella
realizzazione dei personaggi di Harry
Pottere vincitore di due premi Oscar
per Grand Budapest Hotel e The Iron
Lady.” ha dichiarato il regista parlando del lavoro
sugli effetti speciali. “Sapevamo di non voler ricorrere a
tecniche digitali nella creazione dei personaggi diPinocchio, e per questo motivo ci
siamo affidati a Mark, che grazie allo special make-up è riuscito a
restituire la magia e insieme il realismo delle creature immaginate
da Collodi, sorprendendoci e trasportandoci in un’atmosfera
fiabesca. Speriamo che quello stesso stupore arrivi al pubblico, e
soprattutto agli spettatori più piccoli“.
Dopo la rinuncia di Sam
Mendes, sembra che la Disney abbia
finalmente ingaggiato il regista definitivo per il live action di
Pinocchio: si tratta di Paul
King (Paddington, Paddington
2), a cui verrà affidata la sceneggiatura di Jack
Thorne.
Lodato dalla critica per i suoi
precedenti lavori, King ha appena firmato un
contratto con la Warner Bros per dirigere un nuovo adattamento di
Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, il classico
per bambini di Roald Dahl.
Pinocchio si
aggiunge alla lunga lista di live action finora prodotti dalla
Disney, come Alice nel Paese delle
Meraviglie, Il libro della
giungla, Cenerentola e il più
recente La Bella e la Bestia.
È stato presentato oggi
alla Casa del Cinema di Roma Pinocchio, il quinto
lungometraggio d’animazione di Enzo D’Alò (La
Gabbianella e il Gatto, Opopomoz).
Vanity Fair ha
pubblicato le prime immagini ufficiali di
Pinocchio di Guillermo del Toro,
il nuovo lavoro in stop motion del regista premio Oscar prodotto
con Netflix. Nella presentazione del film, la rivista
fornisce anche delle dichiarazioni del regista, alcune delle quali
molto interessanti per capire lo spirito del progetto.
Tra queste, spicca una piccola
modifica che del Toro ha fatto alle origini di Pinocchio. Il legno
da cui Geppetto fabbrica il burattino, infatti, secondo questo
nuovo racconto proviene da un albero nato sulla tomba di Carlo, il
vero figlio del falegname e questo gesto è una specie di seconda
occasione per l’uomo solo, che “chiede un’altra possibilità di
essere padre”. Il regista approfondisce il retroscena:
“Lui implora per avere un’altra
possibilità di essere padre, ma non riconosce che l’essenza di suo
figlio ritorna nella forma di questo ragazzo indomabile. Il
conflitto principale tra Geppetto e Pinocchio è che Geppetto voleva
Carlo, che era un ragazzo molto ben educato, molto docile, e non
capisce Pinocchio, che è turbolento, selvaggio ed
esuberante.”
Foto di Vanity Fair
Il regista premio Oscar® Guillermo
del Toro reinventa il grande classico di Carlo Collodi dedicato al
burattino di legno che prende magicamente vita per riscaldare il
cuore di Geppetto, intagliatore in lutto. Questo stravagante
musical in stop-motion diretto da Guillermo del Toro e Mark
Gustafson segue le spericolate e indisciplinate avventure di
Pinocchio nella sua ricerca di un posto nel mondo.
Diretto da Guillermo del
Toro e Mark Gustafson, il film presenta
un cast vocale stellare con Ewan McGregor nei panni del Grillo Parlante,
David Bradley in quelli di Geppetto, mentre
l’esordiente Gregory Mann presta la voce a
Pinocchio. Nel cast figurano anche Finn Wolfhard, la vincitrice
dell’Oscar®
Cate Blanchett,
John Turturro, Ron Perlman, Tim Blake Nelson, Burn
Gorman, insieme al premio Oscar® Christoph Waltz e alla vincitrice dell’Oscar®
Tilda Swinton.
In occasione della presentazione di
Pinocchio
di Matteo Garrone, Gigi Proietti (Mangiafuoco),
Rocco Papaleo (il Gatto) e Massimo
Ceccherini (la Volpe), hanno raccontato i loro personaggi
nel film che arriverà in sala il 19 dicembre, distribuito da 01
Distribution.
Pinocchio,
una coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da
ARCHIMEDE con RAI CINEMA e
LE PACTE, con RECORDED PICTURE
COMPANY, in associazione con LEONE FILM
GROUP, in associazione con BPER BANCA,
con il contributo del MIBACT – DIREZIONE GENERALE CINEMA E
AUDIOVISIVO e di EURIMAGES, con il
sostegno della REGIONE LAZIO – Avviso pubblico Attrazione
produzioni cinematografiche (POR FESR LAZIO 2014-2020) Progetto
Cofinanziato dall’Unione Europea e Regione Lazio Fondo Regionale
per il Cinema e l’Audiovisivo, con il contributo della
REGIONE PUGLIA (POR Puglia FESR-FSE 2014/2020) Fondazione Apulia Film Commission e della
REGIONE TOSCANA – Toscana Promozioni, con il
contributo di CANAL + e di CINE
+. Vendite internazionali: HANWAY FILMS.
Distribuzione italiana: 01 DISTRIBUTION.
In occasione della presentazione di
Pinocchio, Matteo
Garrone (regista), Roberto Benigni
(Geppetto) e Federico Ielapi (Pinocchio) hanno
parlato del film che riporta al cinema la fiaba di Collodi.
Pinocchio arriverà al cinema il prossimo 19 dicembre, distribuito
da 01 Distribution.
PINOCCHIO, una
coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da
ARCHIMEDE con RAI CINEMA e
LE PACTE, con RECORDED PICTURE
COMPANY, in associazione con LEONE FILM
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con il contributo del MIBACT – DIREZIONE GENERALE CINEMA E
AUDIOVISIVO e di EURIMAGES, con il
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REGIONE TOSCANA – Toscana Promozioni, con il
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+. Vendite internazionali: HANWAY FILMS.
Distribuzione italiana: 01 DISTRIBUTION.
Ecco il trailer ufficiale di
Pinocchio,
il nuovo film di Matteo Garrone che arriverà il 19
dicembre al cinema. Nel film, nei panni di Geppetto, è stato scelto
Roberto Benigni.
Pinocchio,
una coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da
ARCHIMEDE con RAI CINEMA e
LE PACTE, con RECORDED PICTURE
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REGIONE TOSCANA – Toscana Promozioni, con il
contributo di CANAL + e di CINE
+. Vendite internazionali: HANWAY FILMS.
Distribuzione italiana: 01 DISTRIBUTION.
Anche se da un po’ di tempo non
sentiamo parlare del progetto di Guillermo del
Toro relativo a un film in animazione stop-motion che
riporterebbe al cinema le vicende di Pinocchio, il
film non è stato accantonato dal regista de Il Labirinto
del Fauno.
Parlando con Collider, del Toro ha
dichairato che il lavoro procede e che è stato appena assunto uno
sceneggiatore per mettere insieme uno script.
Guillermo del Toro ha trovato uno
sceneggiatore per Pinocchio
“Sto preparando – ha
dichiarato Guillermo del Toro– il mio debutto
nell’animazione stop-motion con Pinocchio, che sto cercando di
realizzare da un po’, e non ne sono stato ancora capace. Le ultime
novità sul progetto sono che avevo bisogno di un co-sceneggiatore,
che potesse essere un buon partner di lavoro, e sono felice di dire
che l’ho trovato in Patrick McHale, che ha scritto Over
the Garden Wall, e che mi affiancherà nella stesura di questa nuova
versione della sceneggiatura.”
I dettagli del progetto sono
chiaramente ancora in via di definizione e vi terremo aggiornati su
eventuali novità in merito.
Il film d’animazione in stop-motion
non va confuso con il progetto in live action che vede protagonista
nei panni di Geppetto Robert Downey Jr.
Considerando la natura originaria di
Pinocchio, ovvero quella di un burattino che
prende vita, l’animazione in stop-motion sembra il
mezzo narrativo più appropriato a raccontarne le gesta.
In occasione di Ciné – Giornate
estive di Cinema, 01 Distribution ha
presentato il primo trailer di Pinocchio,
il nuovo film di Matteo Garrone, con
Roberto Benigni nei panni di Geppetto. Eccolo a
seguire:
Il regista, reduce dal travolgente successo ai
Premi David di Donatello 2019, dove il suo
Dogman ha conquistato nove premi, è tornato subito
al lavoro al suo nuovo ambizioso progetto che vede Roberto
Benigni di nuovo alle prese con il burattino di Collodi,
questa volta nei panni di Geppetto.
Pinocchio,
una coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da
Archimede con Rai Cinema e
Le Pacte, con Recorded Picture
Company, in associazione con Leone Film
Group, con il contributo del MiBAC – Direzione
Generale Cinema – e di Eurimages, in
associazione con Unipol Banca, con il sostegno di
Regione Toscana – Toscana Promozione. Le vendite
internazionali sono curate da HanWay Films. Il
film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution
e in Francia da Le Pacte.
Le riprese del film sono iniziate
lo scorso 18 marzo e proseguiranno tra Toscana,
Lazio e Puglia per un totale di
11 settimane. Il film è scritto e diretto da
Matteo Garrone che si avvale della stessa
squadra che lo ha seguito in Dogman: fotografia di Nicolaj
Bruel, scenografie di Dimitri Capuani,
costumi di Massimo Cantini Parrini, montaggio di
Marco Spoletini, suono di
Maricetta Lombardo. Al Prosthetic make up ci
saranno i francesi Coulier Creatures SFX, mentre
gli effetti speciali saranno eseguiti da One of
Us.
Come parte dell’evento TUDUM dello scorso fine
settimana, Netflix ha condiviso una nuovissima
featurette dietro le quinte che esplora le complesse tecniche di
burattini e stop-motion utilizzate nell’imminente rivisitazione
di Pinocchio
da parte di Guillermo del Toro. Il recente riavvio dal vivo
della Disney non è riuscito a conquistare fan e spettatori, quindi
tutti gli occhi sono ora puntati su questa versione per offrire una
nuova interpretazione della storia iconica.
“Volevo davvero che questo
film arrivasse in un modo che avesse l’espressività e la natura
materiale di un’animazione fatta a mano”, spiega il
regista nel video qui sotto. “Un esercizio artigianale
e bellissimo di intaglio, pittura [e] scultura, ma aveva il
movimento [sofisticato] a cui ci hanno portato la ricerca sulle
piattaforme e sulla creazione di marionette”. Alcuni dei
pupazzi usati sono abbastanza piccoli da stare nella mano di
qualcuno, mentre altri sono più grandi di una persona
reale. Tuttavia, questo fa tutto parte dell’esclusivo processo
di realizzazione del film.
“Pinocchio è una favola
vissuta nei secoli”, dice del Toro del suo amore per la
fiaba “[È] una favola che mi sta molto a cuore e siamo
molto sicuri che questa iterazione sia particolarmente
bella”. La versione Disney+ è stata una grande
delusione, e qualcosa ci dice che la sensibilità horror e fantasy
di del Toro trarrà grandi benefici da questa versione. Si
spera che un altro trailer sia proprio dietro l’angolo (per ora
puoi dare un’occhiata al primo proprio qui).
PINOCCHIO DI GUILLERMO DEL TORO arriva su Netflix questo
dicembre. Diretto da Guillermo del Toro e Mark
Gustafson, il film presenta un cast vocale stellare con
Ewan McGregor nei panni del Grillo Parlante,
David Bradley in quelli di Geppetto, mentre
l’esordiente Gregory Mann presta la voce a
Pinocchio. Nel cast vocale figurano anche
Finn Wolfhard, la vincitrice dell’Oscar
Cate Blanchett,John Turturro, Ron Perlman, Tim Blake
Nelson, Burn Gorman, insieme al premio Oscar Christoph Waltz e alla vincitrice
dell’Oscar Tilda Swinton.
Inizieranno nel 2019 le riprese di
Pinocchio, nuovo adattamento in live action del
classico d’animazione Disney, e i set verranno ricostruiti tra
l’Inghilterra e l’Italia, come dichiarato dallo sceneggiatore Chris
Weitz:
“Siamo
ancora nelle prime fasi di sviluppo della sceneggiatura, quindi non
possiamo ancora parlare di casting, ma ne sono molto
entusiasta“.
Dopo la rinuncia di Sam
Mendes, la Disney ha finalmente
ingaggiato il regista definitivo per il live action
di Pinocchio: si tratta di Paul
King (Paddington, Paddington
2), a cui verrà affidata la sceneggiatura di Jack
Thorne.
Lodato dalla critica per i suoi
precedenti lavori, King ha appena firmato un
contratto con la Warner Bros per dirigere un nuovo adattamento
di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato,
il classico per bambini di Roald Dahl.
Pinocchio si
aggiunge alla lunga lista di live action finora prodotti dalla
Disney, come Alice nel Paese delle
Meraviglie, Il libro della
giungla, Cenerentola e il più
recente La Bella e la Bestia.
Arriva direttamente dall’account
Instagram di Disney+ la prima immagine di
Pinocchio, il nuovo adattamento in live action
della fiaba di Collodi, destinato alla piattaforma. Nell’immagine
di seguito si può vedere Tom Hanks nei panni di Geppetto che scruta da
vicino suo figli Pinocchio, il burattino appena “nato”.
Diretto dal vincitore dell’Academy
Award® Robert Zemeckis, Pinocchio rivisita in chiave live action
l’amata storia di un burattino di legno che intraprende
un’emozionante avventura per diventare un bambino vero. Tom Hanks
interpreta Geppetto, l’intagliatore di legno che costruisce e si
prende cura di Pinocchio (Benjamin Evan Ainsworth) come se fosse
suo figlio. Joseph Gordon-Levitt è il Grillo Parlante, guida di
Pinocchio nonché sua “coscienza”; la candidata all’Academy Award®
Cynthia Erivo è la Fata Turchina; Keegan-Michael Key è la Volpe; la
candidata all’Academy Award® Lorraine Bracco è Sofia il Gabbiano,
un nuovo personaggio; e Luke Evans è il Postiglione.Il film è
prodotto da Robert Zemeckis, Derek Hogue, Andrew Miano, Chris Weitz
e Paul Weitz, mentre Jackie Levine, Jack Rapke, Alexandra
Derbyshire e Jeremy Johns sono i produttori esecutivi.
Uno dei film più amati della Disney,
il classico per eccellenza, tornerà in una nuova versione in live
action su Disney+,
diretto da Robert Zemeckis e con Tom
Hanks, Luke Evans, Cynthia Eviro, Joseph
Gordon-Levitt.Pinocchio sarà
protagonista di un nuovo racconto in carne e ossa.
Cynthia Erivo e
Joseph Gordon-Levitt sono entrati a far parte del
cast di Pinocchio nei panni, rispettivamente,
della Fata Turchina e del Grillo Parlante. Sappiamo già che in
questo live action che adatterà la fiaba di Collodi
Tom
Hanks sarà Geppetto, mentre Luke
Evans è stato scelto per interpretare il Cocchiere.
Uno dei film più amati della Disney,
il classico per eccellenza, tornerà in una nuova versione in live
action su Disney+,
diretto da Robert Zemeckis e con Tom
Hanks, Luke Evans, Cynthia Eviro, Joseph
Gordon-Levitt.Pinocchio sarà
protagonista di un nuovo racconto in carne e ossa.
Nel giorno di Santo Stefano, per
tradizione uno dei più ricchi dell’intero box office italiano,
Pinocchio di Matteo
Garrone è primo al botteghino, sfiorando 1,9 milioni di
euro e superando così i 6,5 milioni di incasso complessivo.
Un dato eccezionale che, unito a quello altrettanto
positivo del 25 dicembre (oltre 1 milione di euro), fa di Pinocchio
il maggiore risultato del Natale 2019.
Dichiara Matteo Garrone: “Che emozione
sapere che il film è stato visto da tanti spettatori, grandi e
piccoli. Vogliamo ringraziare tutto il pubblico che ha scelto
Pinocchio e che si è lasciato trasportare per un paio di ore in un
mondo magico, dove il reale si mescola al fantastico“.
PINOCCHIO, una
coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da
ARCHIMEDE con RAI CINEMA e
LE PACTE, con RECORDED PICTURE
COMPANY, in associazione con LEONE FILM
GROUP, in associazione con BPER BANCA,
con il contributo del MIBACT – DIREZIONE GENERALE CINEMA E
AUDIOVISIVO e di EURIMAGES, con il
sostegno della REGIONE LAZIO – Avviso pubblico Attrazione
produzioni cinematografiche (POR FESR LAZIO 2014-2020) Progetto
Cofinanziato dall’Unione Europea e Regione Lazio Fondo Regionale
per il Cinema e l’Audiovisivo, con il contributo della
REGIONE PUGLIA (POR Puglia FESR-FSE 2014/2020) Fondazione Apulia Film Commission e della
REGIONE TOSCANA – Toscana Promozioni, con il
contributo di CANAL + e di CINE
+. Vendite internazionali: HANWAY FILMS.
Distribuzione italiana: 01 DISTRIBUTION.
Potrebbe essere Ben
Stiller a dirigere Robert Downey Jr nella
nuova versione live action di Pinocchio di cui è
tanto a lungo parlato. Stiller prenderebbe quindi il posto di
Tim
Burton, da sempre associato al progetto, per dirigere
l’interprete di Iron Man nei panni di mastro
Geppetto e riunire i due dopo l’esperienza di Tropic
Thunder.
Sembra che Jane
Goldman sia stata inoltre incaricata di rivedere lo script
di Bryan Fuller, integrandolo con le note di
Robert Downey Jr stesso. Tratto dall’immortale libro di Carlo
Collodi, questa nuova versione vorrebbe dedicare meno spazio alla
figura del burattino concentrandosi proprio su Geppetto, pronto ad
affrontare un lungo viaggio per ritrovare il figlioletto scomparso
affrontando mille peripezie, fino a finire nello stomaco della
balena.
Narratore del realismo sempre
intriso di un’aura di tenerezza e magia, Matteo
Garrone si confronta per la prima volta nella sua carriera
con la fiaba pura, quel Pinocchio di
Carlo
Collodi che rappresenta l’ossatura della tradizione
letteraria italiana per ragazzi. Dopo il trionfo di critica e
pubblico di Dogman,
Garrone si impegna, finalmente, in quello che per lui è stato il
progetto della vita, e lo fa partendo dal testo. La prima cosa che
si evince dalla sua lettura di Pinocchio è che si tratta di una
rappresentazione abbastanza fedele alle pagine, ma che comunque
racconta una storia che interessa più a Matteo che a Carlo.
Nel lavoro che Matteo
Garrone compie su Pinocchio
cogliamo la volontà del regista di mettere a fuoco non tanto gli
aspetti educativi della fiaba sul piano delle regole e della
disciplina, che il burattino deve imparare per diventare un bambino
vero, quanto quelli relativi alla crescita umana ed empatica del
burattino/bambino. A Garrone interessa non che Pinocchio diventi
uno studente e un figlio ubbidiente (non solo, almeno), ma che
impari la bontà e la compassione, l’impegno a prendersi cura degli
altri.
La storia di
Pinocchio
La storia ricalca quasi
completamente il testo, ad eccezione di poche sequenze che si è
scelto di non includere. Geppetto, falegname poverissimo, riceve da
Mastro Ciliegia un ceppo di pino, dal quale ricava un bellissimo
burattino di legno che battezza Pinocchio. Il burattino si rivela
da subito senziente, vivace, discolo, ma risveglia immediatamente
la paternità nel vecchio falegname solitario che da subito
sacrifica tutto ciò che ha, ben poco a dire il vero, per permettere
al figlio di andare a scuola.
Pinocchio però non entrerà mai in
classe, attirato dal teatrino di burattini di Mangiafuoco, lì verrà
preso prigioniero del burattinaio, ma riuscirà a commuovere il suo
cuore e a farsi liberare, addirittura con un regalo di 5 zecchino
d’oro, da portare al suo povero babbo. Sulla strada per casa,
Pinocchio si fa abbindolare da Gatto e Volpe, due cialtroni
truffaldini, e così via, passando per l’intervento della Fata
Turchina, la visita al Paese dei Balocchi con Lucignolo, la pancia
del Pescecane e il lieto fine che tutti conosciamo.
Il
Pinocchio “realistico” di Garrone
Nonostante si tratti del
più fantastico dei suoi racconti cinematografici, Garrone infonde
un realismo estremo alla storia, dall’utilizzo di scenografie
prevalentemente naturali, alla scelta di volti caratteristici,
salvo poi rendere antropomorfi i personaggi animaleschi che
Pinocchio incontra nelle sue peripezie. Garrone gioca ancora una
volta con realtà e fiaba, sovrapponendo le due visioni e giocando
con lo spettatore.
Non calca la mano su ciò che
potrebbe essere spaventoso, e nella storia di Collodi ce ne sono di
momenti così, né spettacolarizza gli eventi che si presterebbero a
evoluzioni e utilizzo di effetti visivi roboanti, rimane su un
registro lineare e rassicurante, alla ricerca di una purezza
dell’immagine e del linguaggio che si rispecchia nel Pinocchio di
Federico Ielapi, sincero seppure disobbediente,
mai in mala fede, completamente inesperto del mondo e che alla fine
impara che non è tanto il seguire le regole che conta, quanto il
capire per cosa vale la pena lottare e faticare.
Il linguaggio di Matteo
Garrone è dolce, delicato, affettuoso e devoto, come il
Geppetto di Roberto Benigni, ricco solo dell’amore
che nutre per la sua creatura e dello struggimento che prova quando
il burattino scappa di casa.
Con
Pinocchio, il regista romano si cimenta
con la memoria collettiva popolare, e riesce ad imporre la sua
visione sulla storia, sui personaggi, suoi volti e sui paesaggi
senza rompere la tradizione, ma insinuandosi nell’immaginario
condiviso, rimanendo autentico e fedele al proprio sguardo.
Il remake in live-action di
Pinocchio a cura di Robert
Zemeckis e rifacimento del classico Disney del 1940, è ora
disponibile su Disney+ e
ha già attirato su di sè non poche critiche per le grandi e piccole
differenze che ha applicato al film originale. Diretto da
Robert Zemeckis di Ritorno al futuro e interpretato da Tom Hanks nel ruolo di
Geppetto, il Pinocchio del 2022 rimane per lo più
fedele all’aspetto e all’atmosfera dell’originale del 1940.
Tuttavia, alcuni elementi chiave della trama sono stati eliminati o
modificati per il nuovo film, in base all’attuale contesto
socio-culturale.
Pinocchio è
l’ultimo remake
in live action del catalogo animato della Disney, che segue le
orme de
Il libro della giungla, Lilli
e il vagabondo e La
bella e la bestia. Come per questi remake, il
Pinocchio di Zemeckis mescola personaggi in CGI più fotorealistici
con attori in carne e ossa per aggiornare la storia classica e
consegnarla a un nuovo pubblico. In fondo, il
Pinocchio live-action è ancora la storia di un
burattino di legno che desidera diventare un bambino vero, ma nella
sua durata di 111 minuti, rispetto ai 91 minuti dell’originale, ci
sono diversi elementi e aggiunte che hanno fatto storcere il naso
al pubblico.
Geppetto ha una storia tragica
alle spalle
L’originale
Pinocchio del 1940 non si sofferma sulle ragioni
che spingono Geppetto ad affidare a una stella il
desiderio di poterle donare un bambino vero, cosa che invece viene
affrontata dal remake live-action. Quando il pubblico viene
introdotto per la prima volta al Geppetto di Tom Hanks, questi sta cantando una canzone,
intitolata “Quando era qui con me”, mentre lavora alla marionetta
che diventerà Pinocchio. Geppetto guarda la foto incorniciata di un
ragazzino che, come si capisce dalla canzone, non è più con
Geppetto. Il destino del figlio scomparso di Geppetto non viene mai
chiarito, ma quando Pinocchio non torna a casa, la sua ansia di
lasciare il negozio per la prima volta dopo un evento ignoto ci
suggerisce un incidente traumatico nel suo passato, in cui potrebbe
aver perso moglie e figlio.
Gli orologi a cucù sono tutti
easter egg Disney
Il laboratorio di
Geppetto è pieno di Easter Eggs
Disney, scelta che continua una tendenza ormai nota dello
studio. Quando tutti gli orologi a cucù del suo laboratorio si
attivano contemporaneamente, si possono vedere spuntare da questi
le repliche in legno di Woody di Toy
Story, Roger Rabbit e
Aurora de La bella addormentata nel
bosco. Ci sono altri orologi che si riferiscono al vasto
catalogo di film Disney che hanno seguito le orme del
Pinocchio originale, uscito per la prima volta
nelle sale 82 anni fa. Considerata la data di uscita del film, il
Disney+ Day, non sorprende che
Pinocchio includa questo tributo alla ricca storia dei film
d’animazione della Disney.
L’orologio più controverso è stato
modificato
Uno dei pochi orologi
rimasti nel laboratorio di Geppetto del
Pinocchio originale è quello più oscuro: la madre
arrabbiata che sculaccia il figlio allo scoccare dell’ora, ogni
ora. Tuttavia, il suo design è stato chiaramente modificato e
aggiornato secondo gli standard del “politically correct” del 2022.
Questa volta, quando l’orologio batte l’ora, la madre di legno alza
la mano per sculacciare il povero figlio, ma viene interrotta da un
poliziotto.
La Fata Turchina canta “Una stella
cade”
Scritta per il
Pinocchio originale da Ned
Washington e Leigh Harline, “Una stella
cade” è diventata da allora la sigla della Walt Disney Company. Nel
Pinocchio originale, il Grillo Parlante
(Cliff Edwards) canta la canzone all’inizio del
film. Saggiamente, RobertZemeckis e Chris Weitz hanno
mantenuto la canzone nel remake di Pinocchio, ma con una piccola
modifica. Anche il Jiminy di Joseph Gordon-Levitt apre il film cantando la
canzone, ma solo per un paio di battute. Solo quando
Cynthia Erivo, nei panni della Fata
Turchina, appare nel laboratorio di Geppetto, l’iconica
canzone viene eseguita per intero proprio dalla Fata, anziché dal
Grillo Parlante.
Mangiafuoco è ancora più
minaccioso
Mangiafuoco è il
principale personaggio cattivo nel Pinocchio
originale, che rinchiude il burattino in una gabbia per uccelli e
si rifiuta di lasciarlo andare a casa. Tuttavia, il Mangiafuoco del
remake è molto più minaccioso di quello del Pinocchio originale: ha
una mostruosa macchina in stile steampunk che aziona le marionette
e ci sono marionette inquietante appese al soffitto del suo
ufficio. È una creazione molto più da incubo rispetto allo spavaldo
uomo di spettacolo del film originale.
Pinocchio ha una fidanzata (o
quasi)
Una delle altre marionette
del teatro di Mangiafuoco è
Sabina, uno dei nuovi personaggi del remake di
Pinocchio. A differenza di Pinocchio, Sabina non è
magica ed è manovrata da Fabiana, una burattinaia
frustrata che lavora instancabilmente dietro le quinte. È Sabina a
salvare Pinocchio quando cade sul palcoscenico, mentre nel film
originale la sua caduta è parte dello spettacolo messo in scena.
Pinocchio e Sabina stringono un
legame, che prevede molte strette di mano e balli insieme e che
sembra essere un potenziale set-up per un sequel live-action,
soprattutto quando vediamo Fabiana acquisire l’attività di
Mangiafuoco alla fine, trasformandola in un
business decisamente più inclusivo.
Il paese dei balocchi è più a
misura di bambini
Sebbene il modo in cui
Pinocchio approda all’Isola dei
Balocchi sia leggermente diverso nel remake, il burattino
si ritrova più o meno nello stesso contesto del cartone, che rende
schiavi ragazzi e ragazze trasformandoli in asini. Tuttavia, ci
sono alcune modifiche significative all’isola che la rendono molto
più appetibile per i film Disney+ del 2022. L’attenzione si
concentra ancora sull’abilitazione di comportamenti distruttivi e
sull’ingordigia infantile, ma la birra bevuta da Pinocchio
nell’originale non è alcolica nel remake, mentre la datata sequenza
in cui Pinocchio fuma il sigaro è stata saggiamente eliminata.
Pinocchio sugli sci d’acqua
Dopo aver evitato per un
soffio di essere trasformato in un asino e spedito nelle miniere di
sale, Pinocchio torna a casa e scopre che
Geppetto se n’è andato. Nel film originale, un
biglietto magico dice a Pinocchio e al Grillo che
Geppetto, Figaro e
Cleo sono all’interno di una balena gigante. Nel
remake, un gabbiano parlante di nome Sofia,
doppiato da Lorraine Bracco dei
Soprano, informa i due della posizione di
Geppetto, che ha venduto tutti i suoi preziosi
orologi per comprare una barca nel tentativo di salvare il figlio
dal Paese dei Balocchi.
In entrambi i film, la dinamica costringe
Pinocchio e Grillo ad
intraprendere una missione di salvataggio. Nell’originale,
Pinocchio attraversa il fondale marino e si tiene
compagnia con i pesci, che lo aiutano a raggiungere
Geppetto. Nel nuovo remake live-action della
Disney, i pesci attaccano una corda a Sofia, che
li fa volare attraverso il mare mentre Pinocchio
si tiene stretto e usa i suoi piedi di legno come sci d’acqua. Più
avanti nel film, dopo aver salvato Geppetto,
Figaro e Cleo,
Pinocchio usa anche i suoi magici piedi di legno
come pale d’elica per superare il mostro marino gigante, la
Balena.
La Balena è un vero e proprio
mostro marino
Nel
Pinocchio originale, tutti vengono inghiottiti
dalla Balena, un capodoglio gigante, e sono
costretti a sfruttare l’astuzia e l’ingegno per sfuggire alla sua
terribile digestione. Come nell’emozionante climax del film
originale, la stessa cosa accade nel remake di
Pinocchio in live action. La differenza principale
è che la Balena non è un semplice capodoglio nel remake: è un
terrificante mostro marino con tentacoli multipli e una gigantesca
pinna sporgente e appuntita.
Geppetto annega al posto di
Pinocchio
Poiché
Pinocchio è un film con Tom
Hanks, quest’ultimo ha più possibilità di brillare
rispetto al Geppetto animato originale. Ad
esempio, il film si concentra di più sui suoi tentativi di
ritrovare Pinocchio quando non torna a casa da scuola. Si inverte
anche il ruolo di Pinocchio nel momento culminante del remake
live-action, forse perché un essere umano che annega è più
realistico di un burattino di legno senza polmoni. Si conclude così
l’arco emotivo di Pinocchio, che finalmente si dimostra coraggioso,
onesto e altruista. Presumibilmente, le lacrime magiche che versa
alla morte di Geppetto sono la prova della sua onestà emotiva. Le
lacrime riportano in vita anche il padre umano e i due si
incamminano verso la rassicurante luce blu alla fine del tunnel,
felici e contenti.
Pinocchio non diventa un bambino
vero (o forse sì?)
Il cambiamento più grande
riguarda il modo in cui termina il remake di
Pinocchio in live action.
Geppetto dice a Pinocchio che smetterà di cercare
di plasmarlo a immagine e somiglianza di “qualcun altro” e afferma
che il burattino onesto, altruista e coraggioso è esattamente il
“vero ragazzo” che vuole. Una voce fuori campo finale aggiunge
ambiguità alla trasformazione di Pinocchio. In una delle
inquadrature finali, le sue gambe sembrano diventare vere – non
fatte di pino – come dice il Grillo Parlante al
pubblico: “La gente dice che è stato trasformato in un ragazzo vero
e proprio. Ma è successo davvero?”. Sicuramente è successo nel film
originale del 1940, quando, dopo l’annegamento, viene resuscitato
come un ragazzo in carne e ossa. Forse Robert
Zemeckis e Chris Weitz volevano che la
loro versione di Pinocchio fosse incentrata sull’importanza di ciò
che si ha dentro, piuttosto che sull’inseguimento di una versione
fantastica di se stessi.
Il regista messicano è pronto a
tornare in grande stile con il suo Pinocchio di Guillermo del
Toro, in maniera più semplice
Pinocchio, rivisitazione della storia di Carlo
CollodiLe avventure di Pinocchio. Storia di un
burattino. La scelta di inserire il suo nome nel titolo della
pellicola è chiara: il racconto qui proposto non è lo stesso di
quello conosciuto, c’è la sua rilettura.
L’idea di costruire un nuovo
universo del burattino di legno nasce al regista messicano nel
2008, un progetto molto ambizioso che però vede nel 2017 una
rinuncia anche a causa dei costi troppo elevati del film. Per
fortuna Netflix nel 2018 decide di acquistarne i diritti,
mettendo di nuovo in moto la sua lavorazione. Il prodotto è un film
d’animazione realizzato con la tecnica dello stop-motion,
e arriverà nelle sale cinematografiche dal
4 dicembre e su Netflix dal
9 dicembre.
Pinocchio di Guillermo del Toro, la
trama
Prima Guerra Mondiale. Geppetto
(David Bradley) è un falegname che vive in un
paesello nel Nord Italia insieme a suo figlio Carlo, al quale
insegna l’arte dell’artigianato. Una sera, ultimato un lavoro che
l’uomo aveva fatto in chiesa, i due vengono colpiti da un
bombardamento aereo, che causa la morte di Carlo. Il lutto per la
perdita del figlio porta Geppetto a consolarsi nelle bottiglie di
alcol, consumate sulla lapide del bambino.
È ora il ventennio fascista. Dopo
essere rientrato da una delle sue solite visite alla tomba, preso
da un momento di collera, il falegname inizia a intagliare su un
pezzo di legno grezzo una sorta di burattino incompleto. Nella
notte, però, uno Spirito (Tilda
Swinton) dall’aspetto etereo giunge in casa per
regalargli la vita, dando la possibilità a Geppetto di essere
nuovamente felice. Non appena questo prende vita, diventando
Pinocchio (Gregory Mann), le avventure che deve
subito affrontare insieme al grillo Sebastian (Ewan
McGregor), per rendere orgoglioso il padre, lo portano
faccia a faccia con la vera dittatura.
Dentro il racconto di del Toro
Se Guillermo del
Toro avesse dovuto presentare il suo
Pinocchio esattamente come introduce i racconti
estraendo oggetti dal suo wunderkammer in Cabinet of
Curiosities, avrebbe esordito così: “Questa è la storia di
un burattino di legno, pregna però di sfumature oscure, contorni
crudi e verità forse inaccettabili. Questo, signori, non è il
Pinocchio che conosciamo”. E non c’è niente di più vero.
Le opere di Del Toro si distinguono
principalmente per tre fattori: lo sfondo politico, l’atmosfera
pseudo religiosa, lo spazio gotiche. E qui, nel suo
Pinocchio, tali caratteristiche si presentano
tutte in maniera equilibrata, evidenziando la sua impronta
registica – e stilistica – che si estende a
macchia d’olio lungo l’impianto narrativo del film.
D’altronde, se non avesse potuto marchiare la storia di Collodi
seguendo i dettami della sua arte, probabilmente il film non
sarebbe mai esistito.
Il regista apre la finestra
della realtà credibile sull’universo di Pinocchio,
proponendo un racconto in cui condizione umana e politica si
intrecciano e si fondono. Del Toro opera allo stesso modo di
Il labirinto del fauno, rinunciando però qui
alle eccessive sfumature fiabesche, il cui guizzo si può
riscontrare piuttosto negli insegnamenti di vita che il burattino
assorbe nel suo percorso di crescita. Questi, infatti,
arricchiscono la trama di continui moniti, veicolati allo
spettatore attraverso tematiche sulle quali spesso si ha timore di
soffermarsi: la storia e l’evoluzione, a volte terribile, del
genere umano.
Quello che porta al cambiamento e
alla crescita, a maggior ragione se inserito in un avvenimento
storico di rilievo quale – in questo caso – il periodo ostico della
dittatura, non può essere mostrato attraverso colori sgargianti e
morbidi climax, ma piuttosto esposto con una crisi
profonda e un ostacolo, quello sociale e politico, che va al di là
degli happy ending. È questa l’opera di Del Toro.
In una sceneggiatura che ha
prediletto il taglia e cuci, il regista spoglia la storia
della sua bellezza favolistica, riducendo Pinocchio agli
elementi essenziali in grado di far virare ad una narrazione molto
più impattante a livello contenutistico. Del Toro fa camminare il
suo burattino nelle difficoltà di una Italia intrappolata
nel ventennio fascista, in un contesto di
assoggettamento del popolo al suo Duce, dalle cui labbra pendono
tutti i personaggi che Pinocchio incontra lungo il cammino, e di
cui si serve per prendere consapevolezza.
L’ambiente politico è il primo vero
tema caldo dello script, in cui emerge l’inclinazione del
burattino a non soccombere come gli altri al Podestà, uno dei
principali villain che vede in lui un’arma indistruttibile ai fini
della guerra – essendo immortale – e di cui le truppe militari
fasciste possono farne uso. Ciò che corrode l’intero villaggio in
cui Pinocchio è “nato”, ma che si annida come muffa in tutto lo
stivale, è la famosa propaganda “Il Duce ha sempre
ragione”, seguita da un discorso dittatoriale che seppur non
si senta, si riesce a percepire: “La libertà senza ordine e
senza disciplina significa dissoluzione e catastrofe.”
Il tessuto del film si districa
proprio attraverso questo concetto “Mussoliniano” a cui Pinocchio
si ribella, imponendosi come individuo capace di fare la
differenza a dispetto di chi, con credenze bigotte di
fronte al suo essere “semplicemente di legno” – seppur venerino
Gesù, fatto di legno, sulla croce – lo reputi una maledizione e
un’opera del Diavolo. Eppure lui, nonostante sia di pino, si rivela
essere più umano di quelli fatti di carne e ossa poiché, al
contrario di come succedeva all’epoca di Benito Mussolini, riesce
ad esercitare il libero arbitrio. Ecco dunque la morale principale
del regista: essere diversi, e in questo caso sovversivi, può
divenire un atto salvifico.
Una storia di fragilità umana
Sin dalle prime inquadrature, il cui
ricco setting evidenzia una minuziosa lavorazione
del profilmico, è chiaro ciò che Del Toro porterà
all’occhio attento dello spettatore: questa è una fiaba che non sa
di meraviglia, sa di verità. Da Steve Barron, passando a Robert
Zemeckis e finendo a Roberto Benigni, l’avventura coming of
age di Pinocchio è sempre stata smorzata da
toni prevalentemente caramellosi e semplici, il cui obiettivo era
viaggiare sulle ali della fantasia, più che impegnarsi in un reale
racconto di formazione. E alla domanda “cosa si cela dietro la
storia di Pinocchio?” fino ad oggi è riuscito a rispondere
esaustivamente solo il regista messicano.
Nelle pellicole antecedenti la
rivisitazione deltoriana, Geppetto è stato designato come un uomo
il cui desiderio era avere un figlio a cui donare tutto l’amore di
cui avesse bisogno. Ma nessuno, fino ad oggi, aveva tentanto di
esplorare davvero il passato del falegname per
capire da cosa potesse derivare tale necessità, fornendo solo
qualche informazione poco dettagliata a riguardo. Del Toro invece
osa. E osa più che bene. Entra nella condizione di fragilità umana
di Geppetto e ne restituisce una versione cruda e senza filtri di
un uomo lacerato dal lutto, il cui avvenimento lo ha condotto sulla
strada dell’alcolismo mentre piange disperato sulla lapide del suo
bambino, Carlo.
Carlo, un figlio strappato troppo
presto dalle braccia del padre per colpa dei bombardamenti della
Prima Guerra Mondiale; un bambino vittima della guerra come tanti
altri; un figlio, che diventa il figlio di tutti, il cui padre non
è riuscito ad accettare la sua morte improvvisa, e che nel
tentativo di addormentare un dolore che brucia costantemente nel
petto, si abbandona tristemente a se stesso. Entrare in contatto
profondo con il background di Geppetto prepara emotivamente
alla storia. Accende il processo dell’identificazione e
permette alla fruizione di essere molto più densa e, per certi
versi, molto più difficile ma necessaria per una mise en scene il
cui elemento realistico è garantito.
Comprendere a pieno chi fosse
Geppetto prima di Pinocchio, imprime di valore il rapporto
dell’uomo con il burattino di legno. Se all’inizio il falegname era
restio ad accettare la sua presenza a causa della ferita ancora
aperta di Carlo, il loro tendersi progressivamente la mano per
costruire un legame di fiducia reciproco, conferisce alla nascente
relazione padre-figlio il taglio del vero
amore.
Bellezza stilistica
Se Del Toro ha impiegato diverso
tempo per la produzione del suo Pinocchio, la
visione del prodotto ne fa capire il motivo. La tecnica dello
stop-motion non è di sicuro un “metodo” semplice per costruire
delle pellicole, specie se in termini di minutaggio queste
risultino essere lunghe. Basti pensare che per un movimento del
personaggio ripreso, bisogna scattare precisamente 24 fotogrammi e
le espressioni facciali, seppur impercettibili, devono essere
diverse. Eppure, ogni personaggio che entra a far parte di
questo lungometraggio è pieno di sfaccettature, di
dettagli, di cura. L’attenzione e la minuzia nel disegnarli e
portarli in vita è evidente: passando dai tratti del grillo, che
seppur non abbia un volto umano sa trasmettere tutte le emozioni
che prova, e finendo a quelli di un Geppetto le cui lacrime che
solcano il viso sembrano reali.
L’ambiente, poi, è ben studiato. Di
solito, lo spazio-tempo attorno ad un personaggio deve essere molto
pieno nei fumetti per restituire al lettore un orientamento della
scena. Al cinema, l’ambiente ha senz’altro una sua importanza e
rilevanza, ma molto fa la bravura degli attori e non è sempre
scontato che quando invece si tratti di dare vita ad un film
d’animazione, che potrebbe essere paragonato ad un fumetto, si
ponga accortezza sul luogo. Nel Pinocchio di Del Toro, invece, il
setting principale, rappresentato dal villaggio, sembra condurre
realmente nel paesello arroccato nel Nord Italia. Non c’è senso di
vuoto, ma pienezza completa e misurata, senza la
presenza di elementi superflui. La scelta cromatica, seppur ampia,
predilige come sempre nel cinema deltoriano la prevalenza
dell’ambra, che garantisce un”atmosfera sia magica che realistica.
Il tutto, poi, amalgamato con le spettacolari musiche di
Alexandre Desplat.
Pinocchio di
Guillermo del Toro risulta perciò un film la cui bellezza
favolistica cede il passo a quella reale, i cui tratti
spesso sono crudi ma mai eccessivi. Il suo essere un film
antifascista lo trasforma in un inno alla libertà in cui il suo
protagonista dimostra che a volte, anche se c’è meno fiaba, si può
sempre indirizzare un messaggio d’amore, di patria e di crescita. E
così Del Toro ci ricorda che tutte le favole, alla
fine, nascono da frammenti di realtà rielaborati.
Ed è per questo che dall’altra parte noi riusciamo a imparare.
Sarà un adattamento su Pinocchio il
nuovo film di Matteo Garrone che sarà basato
sull’omonima classico di Carlo Collodi. Dunque, altro fantasy per
Garrone che ha già firmato l’apprezzatissimo Il
racconto dei racconti – Tale of Tales.
Al momento si sa molto poco su film
ma sarà sicuramente una pellicola con un budget importante, simile
ai 15 milioni di euro spesi per Il Racconto dei Racconti. Al momento
inoltre pare siano già partiti i casting per il film che sarà
prodotto da Archimede,
casa di produzione dello stesso Garrone.
Vi ricordiamo che Pinocchio sta
tornando di moda proprio in questo periodo e sono in cantiere anche
adattamenti di un certo respiro come Il Pinocchio
hollywoodiano che avrà come protagonista Robert Downey
jr. La storia 14 anni fa fu portato in sala da
Roberto Benigni, il film più costoso
nella storia del cinema italiano con 45 milioni di euro di
budget.
Il sito Bleeding
Cool ha diffuso una notizia alquanto interessante.
Robert Downey Jr potrebbe interpretare sia
Pinocchio che Geppetto nell’adattamento cinematografico della
celebre favola di Collodi ad opera di Ben
Stiller.
Inizialmente Pinocchio
sarebbe dovuto arrivare sul grande schermo per mano di
Tim
Burton, con Downey Jr sempre nei panni del tenero
burattino di legno. Qualche mese fa, però, l’attore protagonista di
Iron-Man dichiarò pubblicamente: “Vorrei fare di
Pinocchio un live action, senza ricorrere all’animazione. Lo vorrei
fare con Ben Stiller…“. Così, per volere della Warner Bros,
Burton è stato rimpiazzato da Stiller, attualmente in fase di
negoziazione per dirigere il film, mentre a Robert potrebbe
spettare l’arduo ma sicuramente affascinante compito di
interpretare due personaggi nella medesima pellicola. Al momento
non sappiamo se l’attore presterà solo la voce ad entrambi i
personaggi o se li interpreterà per mezzo della tecnica del
motion-capture.
Ben Stiller sarà tra i protagonisti
di The Secret Life of Walter Mitty,
remake dell’omonima commedia di Norman Z. McLeod del 1947. In
cantiere per lui anche Zoolander 2 ed
Una notte al museo 3. Robert Downey Jr., invece, sarà tra i
protagonisti di The Judge, commedia
drammatica diretta da David Dobkin con Robert Duvall, Vera Farmiga, Vincent D’Onofrio, Billy Bob Thornton e Leighton Meester. Tra
i prossimi progetti dell’attore, Sherlock Holmes
3 e The Avengers 2 e
3.
Robert Zemeckis è
in trattative iniziali per dirigere il live action di Pinocchio
in produzione alla Disney.
Andrew Miano e Chris Weitz
produrranno il film con la loro compagnia Depth of
Field con Weitz che scriverà la sceneggiatura. Il regista
di Paddington, Paul King, era stato
inizialmente scelto per dirigere, ma all’inizio dell’anno ha dovuto
abbandonare il progetto per ragioni sconosciute. Anche
David Heyman, che era a bordo per la produzione,
non è più coinvolto nel film.
Sebbene l’accordo non sia ancora
concluso, Zemeckis si aggira intorno al progetto dalla scorsa
estate. Stava ancora lavorando al suo nuovo adattamento de
Le Streghe per la Warner Bros e non
voleva impegnarsi in un nuovo film fino a quando quel film non ha
fatto ulteriori progressi nella produzione.
Con Le Streghe in post-produzione,
Robert Zemeckis ha iniziato pensare che non è
prematuro approcciarsi a Pinocchio.
Il famoso regista ora cercherà di orientare il processo di casting,
in particolare cercando di trovare il suo Geppetto, ruolo per cui è
stato fatto il nome di Tom
Hanks, ma alla fine ha passato.
Il film d’animazione originale
racconta la storia di un burattino vivente che, con l’aiuto di un
grillo parlante in qualità di coscienza, deve dimostrarsi degno di
diventare un ragazzo vero. Il film si aggiunge alla lunghissima
lista di live action prodotti e in produzione da Disney, basti
pensare che solo quest’anno sono usciti Dumbo, Il Re
Leone e Aladdin, e gli
ultimi due sono stati dei successi al box office.
Negli ultimi anni, Zemeckis è stato
più concentrato su film drammatici destinato ad un pubblico di
adulti, come Flight o Allied, o ancora il
bellissimo Benvenuti a Marwen, rispetto
ai grandi blockbuster per tutta la famiglia che ha firmato nel
corso della sua carriera. Il suo prossimo film sarà il nuovo
adattamento de Le Streghe con Anne Hathaway.
Per quanto riguarda invece
Pinocchio, a Natale arriverà al cinema,
in Italia, la versione di Matteo Garrone, mentre
negli Stati Uniti sono in produzione una versione in live action
con Robert Downey Jr. nei panni di
Geppetto, e un progetto guidato da Guillermo Del
Toro che forse troverà il suo spazio produttivo su
Netflix.
Dopo le prime voci di una trattativa
in merito, arrivate lo scorso ottobre, arriva, via Deadline, la
conferma che Robert Zemeckis dirigerà e
co-sceneggerà, al fianco di Chris Weitz, il live
action di Pinocchio in lavorazione alla
Disney.
Andrew Miano e
Chris Weitz produrranno il film con la loro
compagnia Depth of Field con Weitz che scriverà la
sceneggiatura. Il regista di Paddington, Paul
King, era stato inizialmente scelto per dirigere, ma
all’inizio dell’anno ha dovuto abbandonare il progetto per ragioni
sconosciute. Anche David Heyman, che era a bordo
per la produzione, non è più coinvolto nel film.
Con Le
Streghe in post-produzione, Robert
Zemeckis ha iniziato pensare che non è prematuro
approcciarsi a Pinocchio.
Il famoso regista ora cercherà di
orientare il processo di casting, in particolare cercando di
trovare il suo Geppetto, ruolo per cui è stato fatto il nome di
Tom
Hanks, ma alla fine ha passato.
Il film d’animazione originale
racconta la storia di un burattino vivente che, con l’aiuto di un
grillo parlante in qualità di coscienza, deve dimostrarsi degno di
diventare un ragazzo vero. Il film si aggiunge alla lunghissima
lista di live action prodotti e in produzione da Disney, basti
pensare che solo quest’anno sono usciti Dumbo, Il Re
Leone e Aladdin, e gli
ultimi due sono stati dei successi al box office.
Negli ultimi anni, Zemeckis è stato
più concentrato su film drammatici destinato ad un pubblico di
adulti, come Flight o Allied, o ancora il
bellissimo Benvenuti a Marwen, rispetto
ai grandi blockbuster per tutta la famiglia che ha firmato nel
corso della sua carriera. Il suo prossimo film sarà il nuovo
adattamento de Le Streghe con Anne Hathaway.
Il live action di
Pinocchio della Disney arriverà il 12
marzo del 2021.
Roberto Benigni
torna al cinema per interpretare Geppetto in Pinocchio,
il nuovo film scritto e diretto da Matteo
Garrone.
Il film, una coproduzione
internazionale Italia/Francia, è prodotto da
Archimede con Rai Cinema e
Le Pacte, in associazione con Recorded
Picture Company. Le vendite internazionali sono curate da
HanWay Films. Il film sarà distribuito in Italia
da 01 Distribution e in Francia da Le
Pacte.
«Girare finalmente
Pinocchio e dirigere Roberto Benigni sono due sogni che si
avverano in un solo film – dichiara Matteo
Garrone –. Con il burattino di Collodi ci “inseguiamo”
da quando – bambino – disegnavo i miei primi “storyboard”.
Poi, negli anni, ho sempre sentito in quella storia qualcosa di
familiare. Come se il mondo di Pinocchio fosse penetrato nel mio
immaginario, tanto che in molti hanno ritrovato nei miei film
tracce delle sue Avventure. Anche con Benigni è stato un
“inseguimento” iniziato molto tempo fa: l’ho conosciuto da bambino,
grazie a mio padre (il critico teatrale Nico Garrone, tra i
primi a scrivere di Benigni ai suoi esordi, ndr). Avere
finalmente l’opportunità di lavorare insieme è per me un’occasione
straordinaria: Pinocchio sarà un film per tutta la
famiglia, grandi e piccoli, e nessuno come Roberto – che ha
divertito e commosso milioni di spettatori in tutto il mondo –
riesce a emozionare il pubblico di ogni età. Lo ringrazio per la
fiducia che mi ha dimostrato accettando di condividere con me
questa nuova, spericolata avventura».
Roberto Benigni
aggiunge: «Un grande personaggio, una grande favola, un grande
regista: fare Geppetto diretto da Matteo Garrone è una delle forme
della felicità».
«Siamo particolarmente
orgogliosi di fare parte di un’opera di così alto livello –
afferma Paolo Del Brocco, amministratore delegato
di Rai Cinema –. Matteo Garrone è uno dei registi più
importanti e originali del mondo, con lui abbiamo iniziato un
percorso di collaborazione molti anni fa, che ora continua
felicemente. La scelta di Roberto Benigni ci sembra uno dei colpi
di genio di Garrone, e il fatto che Benigni abbia accettato di
interpretare Geppetto è un regalo che ci riserverà delle
meravigliose sorprese. La Rai contribuisce a portare nuovamente al
cinema un artista tra i più amati in Italia e all’estero come
Roberto Benigni, e questo ci riempie di gioia».
«Sono impaziente di lavorare di
nuovo con Matteo Garrone all’adattamento di un classico della
letteratura così amato in tutto il mondo. Non vedo l’ora di poter
vedere la versione di Garrone, con un attore unico come Roberto
Benigni», aggiunge Jeremy Thomas di
Recorded Picture Company.
Oscar 2019: Dogman di
Matteo Garrone il candidato per l’Italia
«È un onore essere di nuovo
accanto a Matteo Garrone, con il quale abbiamo lavorato sin dai
tempi di Gomorra – dichiara Jean Labadie di
Le Pacte –. Roberto Benigni è il miglior Geppetto che avremmo
mai potuto immaginare, in questo progetto che torna alle radici del
capolavoro di Collodi famoso in tutto il mondo».
«Sono entusiasta della
meravigliosa scelta di Benigni – dice Gabrielle
Stewart, Managing Director di HanWay –. Garrone è un
cineasta visionario che reinventauna delle storie più
famose del mondo, che affonda le sue radici ben più in profondità
del classico d’animazione Disney. Sarà un vero spettacolo
cinematografico, con un team tecnico internazionale d’eccezione e
una star molto speciale. L’autenticità di girare nei luoghi dove
Collodi ambientò il suo Pinocchio sarà qualcosa di mai
visto prima».
Le riprese di Pinocchio
inizieranno nei primi mesi del 2019: il film sarà interamente
girato in Italia, tra Lazio, Toscana e Puglia.
I personaggi e le creature
fantastiche saranno realizzati all’insegna di uno straordinario
realismo, combinando trucco prostetico ed effetti digitali grazie
al talento del due volte premio Oscar per il Miglior Trucco
Mark Coulier (Grand BudapestHotel,
The Iron Lady) e della VFX Supervisor Rachael
Penfold (The Revenant, CloudAtlas).
Eccolo, nella prima foto ufficiale
dal set, in compagnia di quello che è ancora un pezzo di legno, ma
che diventerà il protagonista di una grande e celebre
avventura.
Pinocchio,
una coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da
Archimede con Rai Cinema e
Le Pacte, con Recorded Picture
Company, in associazione con Leone Film
Group, con il contributo del MiBAC – Direzione
Generale Cinema – e di Eurimages, in
associazione con Unipol Banca, con il sostegno di
Regione Toscana – Toscana Promozione. Le vendite
internazionali sono curate da HanWay Films. Il
film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution
e in Francia da Le Pacte.
Le riprese del film sono iniziate
lo scorso 18 marzo e proseguiranno tra Toscana,
Lazio e Puglia per un totale di
11 settimane. Il film è scritto e diretto da
Matteo Garrone che si avvale della stessa
squadra che lo ha seguito in Dogman: fotografia di Nicolaj
Bruel, scenografie di Dimitri Capuani,
costumi di Massimo Cantini Parrini, montaggio di
Marco Spoletini, suono di
Maricetta Lombardo. Al Prosthetic make up ci
saranno i francesi Coulier Creatures SFX, mentre
gli effetti speciali saranno eseguiti da One of
Us.
Di seguito tutto il cast al completo:
Pinocchio Federico Ielapi Geppetto
Roberto Benigni Mangiafuoco Gigi
Proietti Gatto
Rocco Papaleo Volpe Massimo
Ceccherini Fata adulta Matilda De
Angelis Fatina bambina Alida Baldari
Calabria
Lucignolo Alessio Di Domenicantonio Lumaca
Maria Pia Timo Grillo parlante Davide
Marotta Mastro Ciliegia Paolo
Graziosi Civetta Gianfranco Gallo
Corvo Massimiliano Gallo Pappagallo
Marcello Fonte Gorilla Teco
Celio Faina Enzo Vetrano Omino di
burro Nino Scardina
Ecco il primo poster ufficiale di
Pinocchio, il nuovo film di
Matteo Garrone che arriverà il prossimo Natale.
Nel film, nei panni di Geppetto, è stato scelto Roberto
Benigni.
PINOCCHIO, una coproduzione internazionale
Italia/Francia, è prodotto da ARCHIMEDE con
RAI CINEMA e LE PACTE, con
RECORDED PICTURE COMPANY, in associazione con
LEONE FILM GROUP, in associazione con BPER
BANCA, con il contributo del MIBACT – DIREZIONE
GENERALE CINEMA E AUDIOVISIVO e di
EURIMAGES, con il sostegno della REGIONE
LAZIO – Avviso pubblico Attrazione produzioni cinematografiche (POR
FESR LAZIO 2014-2020) Progetto Cofinanziato dall’Unione Europea e
Regione Lazio Fondo Regionale per il Cinema e
l’Audiovisivo, con il contributo della REGIONE
PUGLIA (POR Puglia FESR-FSE 2014/2020) Fondazione Apulia Film Commission e della
REGIONE TOSCANA – Toscana Promozioni, con il
contributo di CANAL + e di CINE
+.
Vendite internazionali: HANWAY FILMS.
Distribuzione italiana: 01 DISTRIBUTION.
Arriva su Sky a distanza di quasi
un anno dall’uscita al cinema Pinocchio,
la fiaba diretta da Matteo Garrone, e dopo aver
vinto 5 nomination e 5 statuette ai David di Donatello a cui,
qualche giorno fa, si sono aggiunti anche 6 Nastri d’Argento tra
cui la miglior regia e il migliore attore non protagonista.
Pinocchio
debutterà Lunedì 13 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Uno e
alle 21.45 su Sky Cinema Family Disponibile anche on demand
su Sky e in streaming su NOW TV.
Il film – una coproduzione
internazionale Italia/Francia, prodotto da Archimede con
Rai Cinema e Le Pacte – vede la presenza di un
cast stellare, capitanato dal Premio Oscar
Roberto Benigni nei panni di Geppetto e quella di
un giovanissimo e bravissimo Federico Ielapi in
quelli di Pinocchio. Non mancano i personaggi senza tempo della
famosissima fiaba: da Mangiafuoco (interpretato da Gigi Proietti) al Gatto e la Volpe, che hanno
le sembianze di
Rocco Papaleo e Massimo
Ceccherini, e la Fata dai capelli turchini con il volto di
Marine Vacht.
Con questo film «ho completato
un viaggio, perché ho iniziato 4 anni fa a lavorare a questo
progetto partendo dal testo letterario originale»: parla così
Matteo Garrone. «Era per me difficile
resistere alla tentazione di ripetere questa storia. Disegnavo
spesso le storie di Pinocchio quando ero un bambino e poi da
grande, rileggendo la storia, ho scoperto cose nuove».
L’obiettivo del regista era proprio quello di creare «un film
che aiutasse il pubblico a riscoprire un grande classico, però allo
stesso tempo anche a divertirsi, a passare due ore in un mondo
magico, dove il reale si mescola al soprannaturale. Perché
Pinocchio è comunque un testo che parla di noi, non ha epoca,
non ha tempo, parla di vizi e virtù degli Italiani. Ha un tempo
universale».
Dopo averne visto il primo trailer,
presentato a Ciné – Giornate estive di Cinema di Riccione, possiamo
dire che il Pinocchio di Matteo
Garrone si candida ad essere uno dei titoli di maggiore
interesse e richiamo dei prossimi mesi.
Seguendo il suo stile sempre
personale e identificabile, il regista ha realizzato, sembra, un
film che fonde alla perfezione realtà e fantasia, dimostrando di
trovarsi perfettamente a suo agio in quel fiabesco che riesce ad
inserire anche negli scenari più crudi e realistici.
Anche il suo approccio al materiale
di Collodi è stato quindi personale e unico, nonostante gli
adattamenti della storia siano numerosi e soprattutto ancora
attuali, visto che sono in produzione a Hollywood almeno altri due
film sul tema (un live action con Robert DowneyJr. e uno stop motion di Guillermo Del
Toro).
Stando a quanto dichiarato dal
location manager di Pinocchio di Garrone,
Gennaro Aquino, incontrato in occasione del
Sardinia Film Festival, il film sarà il più fedele ai realizzato
alla storia di Collodi.
“Il risultato finale non lo
conosco ancora, ma l’intento è quello di rimanere fedeli a Collodi
– ha dichiarato Aquino – a differenza delle altre
produzioni cinematografiche. Mi riferisco principalmente allo
sceneggiato televisivo di Comencini, ma anche ad altre versioni,
italiane e non. Ad esempio, per la prima volta Pinocchio resta
burattino dall’inizio alla fine del racconto, e diventa bambini
solo nel finale. Un altro elemento di fedeltà è stato quello di
mantenere intatte tutte le figure antropomorfe dell’originale, ad
esempio il Gatto e la Volpe hanno sembianze animalesche, ma anche i
mastini/carabinieri, o il gorilla/giudice e i dottori/uccelli.
Tutto ciò che aveva connotati antropomorfi nel racconto, li avrà
anche nel film.”
Stando a quanto visto nel primo
trailer del film, questa scelta sembra premiare tutto l’impegno e
l’immaginario visivo di Garrone e della sua squadra.
PINOCCHIO, una
coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da
Archimede con Rai Cinema e
Le Pacte, con Recorded Picture
Company, in associazione con Leone Film
Group, con il contributo del MiBAC – Direzione
Generale Cinema – e di Eurimages, in
associazione con Unipol Banca, con il sostegno di
Regione Toscana – Toscana Promozione. Le vendite
internazionali sono curate da HanWay Films. Il
film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution
e in Francia da Le Pacte.
Le riprese del film sono iniziate
lo scorso 18 marzo e proseguiranno tra Toscana,
Lazio e Puglia per un totale di
11 settimane. Il film è scritto e diretto da
Matteo Garrone che si avvale della stessa
squadra che lo ha seguito in Dogman: fotografia di Nicolaj
Bruel, scenografie di Dimitri Capuani,
costumi di Massimo Cantini Parrini, montaggio di
Marco Spoletini, suono di
Maricetta Lombardo. Al Prosthetic make up ci
saranno i francesi Coulier Creatures SFX, mentre
gli effetti speciali saranno eseguiti da One of
Us.
Di seguito tutto il cast al completo:
Pinocchio Federico Ielapi Geppetto
Roberto Benigni Mangiafuoco Gigi
Proietti Gatto
Rocco Papaleo Volpe Massimo
Ceccherini Fata adulta Matilda De
Angelis Fatina bambina Alida Baldari
Calabria
Lucignolo Alessio Di Domenicantonio Lumaca
Maria Pia Timo Grillo parlante Davide
Marotta Mastro Ciliegia Paolo
Graziosi Civetta Gianfranco Gallo
Corvo Massimiliano Gallo Pappagallo
Marcello Fonte Gorilla Teco
Celio Faina Enzo Vetrano Omino di
burro Nino Scardina
“Pinocchio è una delle storie
più care, amata dalle famiglie di tutto il mondo. Siamo
rimasti colpiti dalla bellezza del mondo sovrannaturale e dalla
geniale narrazione del film di Matteo, e siamo entusiasti di
portare al pubblico vecchio e nuovo un’avventura così fresca,
maliziosa ed emozionante”, dicono Howard
Cohen e Eric d’Arbeloff, co-presidenti di
Roadside Attractions.
Matteo Garrone
aggiunge: “Sono molto felice e orgoglioso che
Pinocchio possa finalmente incontrare il pubblico americano
grazie a una distribuzione così prestigiosa come la Roadside
Attractions. Spero che, come già successo in Italia, Pinocchio
riunisca davanti al grande schermo famiglie e spettatori di tutte
le età, facendoli evadere dalla realtà e portandoli in un mondo
parallelo, dove il reale si confonde con il magico dando vita a una
delle fiabe più belle e spettacolari al mondo”
Roberto Benigni
dichiara: “Sono veramente felice che la distribuzione
americana Roadside Attractions abbia amato il Pinocchio
di Matteo Garrone e lo distribuirà nelle sale degli Stati
Uniti. È un’ottima notizia per il nostro cinema e
per questo film che ancheio amo molto . Un film
pieno di fantasia e speranza, così meravigliosamente italiano, una
storia che da più di un secolo incanta, diverte e commuove le
persone di ogni età in tutto il mondo”
Per Jeremy Thomas
“è fantastico che Howard Cohen e il suo gruppo abbiano avuto
l’intuizione di portare questa versione più originale di
Pinocchio ai bambini e agli adulti americani, per i quali è
stato magistralmente realizzato il doppiaggio in
inglese”.
Paolo Del Brocco,
amministratore delegato di Rai Cinema aggiunge: “Pinocchio è
forse la favola italiana più conosciuta nel mondo. Siamo molto
orgogliosi che una distribuzione importante come la Roadside
Attractions abbia deciso di offrire al pubblico americano la
meravigliosa versione di Matteo Garrone, interpretata da un cast
straordinario. Un film che è un inno al talento e alle bellezze
dell’Italia”.
L’accordo è stato negoziato da Cohen
di Roadside e Gabrielle Stewart di HanWay Films.
PINOCCHIO,
una coproduzione Italia/Francia. Prodotto da ARCHIMEDE e RAI
CINEMA, LE PACTE e RECORDED PICTURE COMPANY, in associazione con
LEONE FILM GROUP, in associazione con BPER BANCA, con il contributo
di MIBACT – DIREZIONE GENERALE CINEMA E AUDIOVISIVO e di EURIMAGES,
con il contributo della REGIONE LAZIO – Avviso pubblico Attrazione
produzioni cinematografiche (POR FESR LAZIO 2014-2020) Progetto
Cofinanziato dall’Unione Europea e Regione Lazio Fondo Regionale
per il Cinema e l’Audiovisivo, con il contributo della REGIONE
PUGLIA (POR Puglia FESR-FSE 2014/2020) Fondazione Apulia Film Commission e della REGIONE
TOSCANA – Toscana Promozioni, con il contributo di CANAL + e CINE
+.
ROADSIDE
ATTRACTIONS
Dalla sua fondazione nel 2003, i
film della Roadside Attractions hanno incassato oltre 300 milioni
di dollari e ottenuto 21 nomination agli Academy Award®. Le recenti
uscite di Roadside Attractions includono il film premio Oscar®
Judy, interpretato da Renée Zellweger, e il film
indipendente primo incasso dell’estate 2019, The Peanut Butter
Falcon. Una Canzone per Mio Padre, a sfondo religioso, è stato
il film indipendente n. 1 del 2018 con un incasso lordo di 83,5
milioni di dollari. La società ha distribuito successi di critica e
commerciali come Manchester by the Sea, Ben Is Back, Beatriz a
Dinner, Whitney, Stronger, Love & Friendship, Hello, My Name Is
Doris, Mr. Holmes, Love & Mercy, A Most Wanted Man, Cara gente
bianca, I gemelli scheletro, All Is Lost, Fango, Winter’s Bone, The
Cove, Arbitrage, Margin Call e Super Size Me.
Il Pinocchio di Guillermo del Toro è una
pellicola in stop-motion piena di magia. La capacità del regista di
rendere le storie così autentiche nonostante lo stampo fiabesco,
deriva dalla sua abilità a raggiungere il vero cuore dei
personaggi, riuscendo a mostrarne le sfaccettature più
impercettibili. Nella sua rivisitazione della storia
burattino di legno, Del Toro ha voluto far suo il racconto di Carlo
Collodi, modificandolo secondo la sua interpretazione e la sua
sensibilità, differenziandolo – senza mai stravolgerlo –
dall’originale del 1883.
Nonostante il suo Pinocchio scavi molto più a fondo nel
background dei personaggi, portando alla luce un’opera molto più
realistica e struggente, rispetto ad altre trasposizioni della
storia come quella Disney del 1940, il regista non ha comunque
voluto rinunciare a quel tocco favolistico della storia disneyana,
inserendo all’interno del film nove toccanti canzoni che
accompagnano il burattino durante tutto il suo percorso di
crescita. In realtà, la colonna sonora di Pinocchio ne
elenca dieci, ma fra queste ce n’è una non originale.
La musica all’interno del
lungometraggio in stop-motion è affidata ad Alexandre
Desplat, uno dei più noti compositori cinematografici che,
fra l’altro, ha già condiviso il tavolo da lavoro con il regista,
vincendo l’Oscar alla migliore colonna sonora per La forma dell’acqua. Di seguito una guida alle canzoni
di Pinocchio, ognuna delle quali affidata agli attori che prestano
la voce ai personaggi.
My son
La prima canzone originale di
Pinocchio si trova nelle sequenze d’apertura,
quando lo spettatore incontra per la prima volta Geppetto insieme
al figlio. “My son” è cantata da David
Bradley e accompagna con dolcezza le scene le cui immagini
presentano la quotidianità del falegname con Carlo, fra lavoro,
diletto e chiesa.
“My son” prepara
all’incidente scatenante della pellicola deltoriana, caratterizzata
da un patos estremo che viene accentuato al ricordo della canzone
poco prima terminata.
Everything Is New to Me
Quella che segue dopo potrebbe
essere considerata la canzone più innocente ma al tempo stesso
divertente del film. Principalmente è la voce di Gregory
Mann, ossia Pinocchio, a condurre le
parole e la musica, con qualche intervento di David
Bradley.
È “Everything is New to
Me”, ed esprime a pieno la meraviglia del burattino verso ciò
che lo circonda e gli è sconosciuto, desideroso di andare quanto
prima in esplorazione. In questa scena Pinocchio è talmente
euforico da distruggere tutta la casa di Geppetto, mentre intona il
motivetto saltellando.
We Were a King Once
Con la canzone “We Were a King
Once” si incontra uno dei villain principali di Pinocchio:
Conte Volpe. Come lo stesso Del Toro afferma, per dare vita a
questo personaggio serviva un attore che fosse in grado di
modificare all’improvviso il tono della voce, per dargli il giusto
tocco maligno e folle.
Il nome che subito balenò nella
mente del regista fu quello di
Christoph Waltz e, nella scena della canzone, intona parole in
ricordo dei bei tempi andati, quando il suo circo era all’apice del
successo e la sua condizione economica migliore. Non appena la
musica termina, Conte Volpe incontra Pinocchio,
che poi usa per poter tornare in carreggiata con la sua
attività.
My Bubblegum
Quando Pinocchio incontra il Conte
Volpe, quest’ultimo gli garantisce successo e fama, esattamente
come avveniva nel Pinocchio disneyano con
Mangiafuoco. Il burattino, dall’animo ancora puro e non consapevole
dell’avidità del Conte, si lascia convincere ad esibirsi al suo
spettacolo di marionette, firmando con lui lunghissime clausole
contrattuali.
Dopo aver lasciato Sebastian il
Grillo, Pinocchio è pronto a dare il meglio di sé davanti ad una
folla di persone curiose. È qui che Pinocchio, con la voce di
Gregory Mann, intona “My Bubblegum”, fra
balli, piroette e applausi.
The Late Lamented
A seguito dell’esibizione di
Pinocchio, Geppetto riesce a raggiungere il
burattino all’entrata del circo per poterlo portare a casa. È qui
che il falegname ha un diverbio con il Conte Volpe, terminato con
la morte del burattino investito da un’auto.
Pinocchio si risveglia in una bara
portata sulle spalle dai Conigli Neri. Questi stanno cantando
“The Late Lamented”, e la voce è di Tim Blake
Nelson.
Ciao Papà
Nel secondo atto,
Pinocchio decide di andare in tournée con lo
spettacolo del Conte Volpe, per poter pagare i debiti del padre e
mandargli la sua percentuale di guadagno. Le immagini scorrono
veloci mentre il burattino viaggia da una città all’altra in giro
per la penisola. Ad accompagnare queste sequenze c’è la canzone
“Ciao Papà” di Gregory Mann, la più
struggente e malinconica di tutta la pellicola in stop-motion.
Pregna di tutto l’amore che
Pinocchio nutre per Geppetto, “Ciao Papà” esprime il
coraggio del burattino nel lasciare la sua casa, per poter
permettere a suo padre un futuro migliore. La canzone è cantata
anche davanti ad un pubblico entusiasta di vedere Pinocchio sul
palco.
Marcia della Patria
Del Toro ha realizzato un’opera
antifascista per eccellenza, in cui Pinocchio deve
affrontare non solo un’Italia piegata da Benito Mussolini, ma anche
una privazione della libertà individuale e di pensiero. Molti sono
i personaggi che si muovono con l’obiettivo di compiacere il Duce,
o come lo chiama Pinocchio il Dulce, e fra questi c’è il Conte
Volpe.
Nella tournée, infatti, Pinocchio
canta un’ode all’Italia, o meglio all’ideologia fascista.
“Marcia della Patria” di Gregory Mann è
la canzone che il burattino si ritrova ad eseguire con fierezza,
seppur non sia a conoscenza di cosa realmente significhi.
Marcia del Duce Big Baby II
Il giorno tanto atteso è arrivato,
Pinocchio è in Sicilia per esibirsi proprio di
fronte a Benito Mussolini. Ma dopo aver assistito alla spiacevole
aggressione del Conte Volpe verso Spazzatura, Pinocchio si ribella
e decide di provocarlo stravolgendo il testo di “Marcia della
Patria”.
Questa è una delle canzoni più
emblematiche ed esilaranti, poiché in fondo rappresenta più che la
vendetta del burattino, una vera e propria protesta al regime
dittatoriale e fascista. La “Marcia del Duce Big Baby II”,
nome con cui si intitola il motivo, è cantata proprio davanti a un
Duce allibito.
Rataplan Delle Camicie Nere
Nel terzo atto,
Pinocchio è preso dal Podestà e inserito insieme
al figlio Lucignolo nel Progetto Militare Elitario per la Speciale
Gioventù Patriottica, per prepararsi alla guerra. Mentre la
macchina da presa mostra la struttura atta ad addestrare i futuri
soldati fascisti, Daniele Derra intona “Rataplan Delle Camicie
Nere”, canzone del periodo Mussolinano e inno alla guerra da
parte dell’Italia. Questa è, fra le dieci, la canzone non originale
della pellicola.
Bonus: l’addestramento dei giovani
soldati fascisti è stato ripreso dalla vera organizzazione
giovanile del Regno d’Italia, chiamata Operazione nazionale
Balilla, in cui i bambini – che venivano divisi per sesso,
categoria ed età – imparavano o a diventare ottimi soldati fascisti
nel caso dei maschi, oppure grandi donne della società fascista nel
caso delle femmine, grazie a corsi di cucito, pronto soccorso,
ricamo ed economica domestica.
Better Tomorrows
La canzone “Better
Tomorrows” è eseguita da
Ewan McGregor nei panni di Sebastian il Grillo a conclusione
del film Pinocchio. Non appena i titoli di coda
scorrono, Sebastian illuminato da luci da palcoscenico la intona
poeticamente.
L’intro della canzone inizia nel
corso di Pinocchio un paio di volte, quando Sebastian tenta di
ritagliarsi uno spazio tutto per sé, ma viene sempre bruscamente
interrotto a causa degli spiacevoli eventi che lo coinvolgono.
Netflix rilascia oggi il teaser trailer
ufficiale e il key art di Pinocchio di Guillermo del Toro, una
stravagante rivisitazione in stop-motion del racconto classico, in
arrivo a dicembre su Netflix.
Il regista premio Oscar
Guillermo del Toro reinventa il grande classico di
Carlo Collodi dedicato al burattino di legno che prende magicamente
vita per riscaldare il cuore di Geppetto, intagliatore in lutto.
Questo stravagante film in stop-motion diretto da Guillermo del
Toro e Mark Gustafson segue le spericolate e indisciplinate
avventure di Pinocchio nella sua ricerca di un posto nel mondo.
Diretto da Guillermo del
Toro e Mark Gustafson, il film presenta un cast vocale
stellare con Ewan McGregor nei panni del Grillo Parlante,
David Bradley in quelli di Geppetto, mentre
l’esordiente Gregory Mann presta la voce a
Pinocchio. Nel cast vocale figurano anche
Finn Wolfhard, la vincitrice dell’Oscar
Cate Blanchett,John Turturro, Ron Perlman, Tim Blake
Nelson, Burn Gorman, insieme al premio Oscar Christoph Waltz e alla vincitrice
dell’Oscar Tilda Swinton.