La storia di
Pinocchio, il celebre burattino “figlio” della
penna e del cuore di Carlo Collodi ha ispirato
innumerevoli adattamenti al cinema e in tv. La parabola di
Geppetto, intagliatore di legno dal cuore gentile,
che costruisce il burattino del titolo e desidera che prenda vita,
crescendolo poi come un figlio, è una delle storie sempreverdi
nella tradizione letteraria italiana, che continua a vivere grazie
alla cinepresa di grandi maestri, tra cui
Guillermo del Toro e Robert
Zemeckis, impegnati entrambi in trasposizioni della storia
di Pinocchio che usciranno rispettivamente su
Netflix e Disney+.
Pinocchio (1911)
Il
mediometraggio di
Giulio Antamoro
rappresenta la prima trasposizione della storia di
Carlo Collodi
al cinema. In questa versione, il burattino combina guai è
interpretato dall’attore adulto
Ferdinand Guillaume
(noto anche col nome di
Polidor)
ed è possibile visionarlo per interno sul canale ufficiale
Vimeo
della
Fondazione Cineteca Italiana.
Pinocchio (1940)
L’accattivante
storia di un burattino di legno, costruito da un vecchio falegname
solitario, che sogna di diventare un bambino vero è uno dei
classici senza tempo di
Walt Disney.
L’adattamento del 1940 diretto da registi vari ha introdotto al
grande pubblico per la prima volta i personaggi principali della
storia di
Pinocchio,
soprattutto il
Grillo Parlante,
la coscienza di
Pinocchio,
che cercherà di tenerlo lontano da situazioni difficili o
pericolose finché il burattino non avrà maturato la consapevolezza
necessaria per divenire un ragazzo vero.
Un burattino di nome Pinocchio
(1971)
Un burattino di
nome Pinocchio è un lungometraggio di animazione italiano
del 1971 tratto dal romanzo Le avventure di Pinocchio.
Storia di un burattino di Carlo Collodi.
È l’opera più nota dell’animatore e regista Giuliano
Cenci, considerato per la sua arte ed estro creativo il
“Walt Disney italiano“. Innamoratosi del
film d’animazione targato Disney e uscito nel
1940, Cenci decise di mettere la propria firma su
un nuovo adattamento del romanzo, quanto più possibile vicino al
racconto originale, ispirato ai modelli classici di Attilio
Mussino e alla cui produzione presero parte anche gli
eredi di Carlo Collodi, i nipoti
Mario e Antonio Lorenzini, che la
ritennero l’unica versione di Pinocchio che abbia
rispettato in toto l’iconografia collodiana.
Le avventure di Pinocchio
(miniserie televisiva 1972)
La genesi di questa
produzione risale in realtà al 1963 quando
Comencini e Suso Cecchi
D’Amico, caduti i diritti d’autore sull’opera di
Collodi nel 1940, cominciarono a scrivere una
nuova sceneggiatura a quattro mani, per poi rinunciarvi quando
Federico Fellini si dichiarò intenzionato a girare
un film sulla storia.
Comencini ci
restituisce attraverso questa serie tv una versione della storia di
Pinocchio che ne sviscera la poetica e la
delicatezza del rapporto padre-figlio, avvalendosi di grandissimi
interpreti: Andrea Balestri
(Pinocchio), Nino Manfredi
(Geppetto), Gina Lollobrigida
(Fata Turchina), Franco Franchi
(il Gatto), Ciccio Ingrassia (la
Volpe), Vittorio De Sica (il
giudice), Lionel Stander
(Mangiafoco), Domenico Santoro
(Lucignolo). Secondo Paolo
Mereghetti, lo sceneggiato ebbe un “cast perfettamente
azzeccato”, con una soddisfacente riduzione dal libro con “più
realismo sociale a (lieve) discapito della componente
fantastica”.
Bad Pinocchio (1996)
Questo adattamento horror
diretto da Kevin S. Tenney con Candace
McKenzie e Lewis Van Bergen rielabora il
racconto di Pinocchio in maniera davvero
peculiare. Dopo essere stato condannato per omicidio, il serial
killer Vincent Gorro regala al suo avvocato
Jennifer Garrick un
Pinocchio di legno, suo unico oggetto personale
nonché prova recuperata da una delle “sue” scene del crimine.
Zoe, la figlia dell’avvocato, pensando che la
bambola sia un regalo indirizzato a lei, inizia ad affezionarvisi,
inconsapevole che scatenerà ben presto un serie di sfortunati
eventi.
Le straordinarie avventure di
pinocchio (1996)

Allontanandosi dal classico
Disney, questo aggiornamento in live-action di
Steve Barron include effetti speciali
all’avanguardia e una trama più vicina al materiale di partenza di
Collodi. E’ un film passato in sordina durante la
sua prima uscita nelle sale, ma che ha riguadagnato fiducia grazie
alla distribuzione home-video e che possiamo definire
intrattenimento delicato, luminoso e dal cuore tenero, pensato per
coinvolgere l’intera famiglia.
Pinocchio (cortometraggio
1999)

Laddove la versione
Disney marginalizzava gli elementi più oscuri del
romanzo, l’adattamento di Gianluigi Toccafondo li
mette al centro della narrazione. Si tratta di un cortometraggio
che ha richiesto tre anni per essere completato. Come un dipinto
onirico in movimento, questa versione di Pinocchio
vive della giocosità folle delle commedie del cinema muto,
ricordandoci come i personaggi di Buster Keaton,
Stanlio e Ollio e Charlie
Chaplin siano ancora tutti ragazzi nel cuore:
curiosi e ignoranti, ancora stupiti, sorpresi e inorriditi dal
mondo che li circonda.
Pinocchio (2002)
Il
Pinocchio di
Roberto Benigni è stato il film più costoso
nella storia del cinema italiano, costato circa 45 milioni di euro.
Fu scelto come rappresentante dell’Italia alla 75ª edizione
degli Oscar per la categoria miglior film straniero senza
però riuscire ad essere candidato. A detta di
Benigni, l’idea del progetto risale al 1990,
quando, durante le riprese del film La voce della luna,
Fellini ribattezzò Benigni e
Paolo Villaggio “personaggi collodiani”. In
quell’occasione vennero anche girate alcune scene di prova e
Vincenzo Cerami – futuro sceneggiatore del film –
iniziò a lavorare sul soggetto.
Seppur vennero apprezzate le
scenografie, i costumi, la fotografia e la colonna sonora a cura di
Nicola Piovani, questa versione della favola di
Pinocchio venne prevalentemente criticata,
soprattutto in termini di performance, ritenute troppo
caricaturali, in particolare quella di Nicoletta
Braschi nei panni della fata turchina e dello stesso
Benigni. All’estero, la pellicola non incontrò di
certo più favore, dato che i critici attaccarono pesantemente il
doppiaggio in lingua inglese, in particolare la scelta di
Breckin Meyer come doppiatore di
Benigni, la cui voce era considerata decisamente
troppo giovanile.
Pinocchio 3000 (2004)
Pinocchio
3000, analogamente ad
A.I. Intelligenza Artificiale (2001), è
un’interpretazione fantascientifica futuristica del classico
romanzo di Carlo Collodi. In questo film Pinocchio
non è un burattino animato dalla magia, ma un robot che prende vita
attingendo alla corrente elettrica di una città. Pinocchio cerca di
adattarsi alla vita degli umani, ma incontrerà parecchie difficoltà
nella città di Scamboville.
Pinocchio è accompagnato nella sue
avventure da Spencer, un pinguino robotico
parlante che lo aiuta a prendere decisioni morali, guidandolo
attraverso la città ed evitando i pericoli. È basato sul
personaggio del Grillo Parlante della storia
originale, ma a differenza di lui non ha un ruolo così importante
nella storia. È un po’ goffo e rilassato e viene mostrato come
assistente di Geppetto. Altro personaggio
rilevante è House, la casa di
Geppetto dotata di un’intelligenza artificiale in
grado di controllare porte, finestre e altri elettrodomestici. Si
tratta di un’evoluzione del concetto di casa intelligente già in
atto con progetti di abitazioni tecnologiche a
Scamboville.
Pinocchio (2012)
Attenendosi al testo di
Collodi, l’adattamento di Enzo
D’Alò vive della logica onirica e impulsiva tipica
dell’artista e che si adatta perfettamente al mezzo animato. Gli
sfondi vibranti e impressionisti che incorniciano le avventure di
Pinocchio definiscono a quest’opera largamente
apprezzata un senso visivo attraente e anticonformista, che
rispecchia ottimamente la vivacità grottesca della storia di
Pinocchio. Un film da non perdere per gli
appassionati di D’Alò e che è stato nominato agli
European Film Awards nella categoria
Miglior Film D’Animazione.
Pinocchio (miniserie televisiva
2013)
La regista Anna
Justice si rivolge chiaramente al pubblico dei più piccoli
con questo adattamento, sia per l’umorismo piuttosto sobrio che lo
contraddistingue che per la rappresentazione stessa di
Pinocchio. I bambini si identificheranno subito
con il vivace ragazzo di legno che mette costantemente alla prova i
suoi limiti, non ama ascoltare gli altri, preferisce i dolci
all’apprendimento e vuole solo piacere agli altri. Il fatto che
venga ricondotto sulla retta via da persone estranee, in primis dal
coscienzioso grillo Coco, rende anche questa
versione di Pinocchio educativamente preziosa,
nonostante la moltitudine di episodi raccontata in 180 minuti renda
nel complesso l’opera di Justice
disarticolata.
Pinocchio (2019)
Nel 2019
Matteo Garrone ha riavvicinato
Roberto Benigni alla favola di
Pinocchio, questa volta facendogli però
interpretare il saggio Geppetto. La sua versione
si rifà direttamente al testo di Collodi e, a
parte la digressione iniziale, che sottolinea la magia insita nella
creazione del burattino, Garrone ha optato per un
approccio duro e realistico nei confronti delle avventure del
nostro protagonista. “La nostra sfida è stata quella di tornare
alle origini. Roberto ha usato un altro approccio,
ed è bene che ci siano visioni diverse. Ho preferito tornare
all’originale e basare i disegni sulle illustrazioni che
accompagnavano la prima versione, realizzate sotto la supervisione
dello scrittore”, ha affermato Garrone.
Pinocchio: A True Story (2022)

Diretto dal regista russo
Vasiliy Rovenskiy, Pinocchio: a True
Story rielabora il racconto di Collodi in
chiave umoristica e inserendovi una storia d’amore come centro
propulsivo del racconto. Invece di sembrare un bambino, Pinocchio è
qui un giovane adulto dall’umorismo asciutto, che scappa dal suo
geniale creatore Jepetto accompagnato dal cavallo
Tibalt per scoprire il mondo e si unisce al circo
itinerante gestito dal truffatore Modjafocco.
Pinocchio (Disney, 2022)
Robert
Zemeckis (Forrest
Gump) ha firmato l’ennesimo remake dell’iconico
burattino, che arriverà su Disney+ l’8 settembre, scritto
insieme a Chris Weitz, autore anche della
sceneggiatura del remake live-action di
Cenerentola del 2015. In questo caso, più che il
burattino guastafeste, la vera attrazione del film sembra essere il
cast-all star di cui si avvale.
Vedremo infatti Tom
Hanks nel ruolo di Geppetto,
l’intagliatore che crea Pinocchio e lo tratta come
se fosse suo figlio, mentre sarà Benjamin Evan
Ainsworth (The
Haunting of Bly Manor) a dare la voce a Pinocchio e
Joseph Gordon-Levitt (500
Days of Summer) a impersonare il Grillo
Parlante che funge da guida e “coscienza” di Pinocchio.
Cynthia Erivo (Harriet) sarà la
Fata Turchina e Keegan-Michael
Key (Keanu) l'”Onesto”
John. In questa nuova versione della storia,
incontreremo poi Sofia il Gabbiano, nuovo personaggio interpretato
da Lorraine Bracco (I Soprano),
mentre Luke Evans (La
Bella e la Bestia) interpreta il
Cocchiere.
Pinocchio (Netflix, 2022)

L’adattamento di Guillermo Del Toro della favola di
Pinocchio sarà un film d’animazione stop-motion
del diretto insieme a Mark Gustafson con Gregory Mann,
Ewan McGregor,
Tilda Swinton,
Christoph Waltz,
Finn Wolfhard,
Cate Blanchett,
John Turturro, Ron Perlman,
Tim Blake Nelson e Burn Gorman.
Ispirato alla famosa fiaba di Carlo Collodi,
questo musical in stop motion segue le straordinarie avventure di
un bambino di legno portato magicamente in vita da un desiderio del
padre. Ambientato durante l’ascesa del fascismo nell’Italia di
Mussolini, il film di Del Toro è una storia
d’amore e disobbedienza, in cui Pinocchio fatica a
essere all’altezza delle aspettative del padre.