Arriva la notizia che la 20th
Century Fox e la MGM hanno appena reso disponibili le prime
terrificanti immagini del reboot di Poltergeist,
prodotto niente meno che da Sam Raimi
(La Casa) e diretto da Gil
Kenan (Monster House).
“Ogni volta che
qualcuno si approccia a un materiale cinematografico che è così
amato, c’è sempre da preoccuparsi delle possibili
reazioni” afferma Kenan, aggiungendo “Si
tratta di una responsabilità che prendiamo davvero sul serio.
Stiamo lavorando per fare un film di Poltergeist che viva
dell’eredità dell’originale”
Il
nuovo Poltergeist vanterà un cast
davvero eccezionale, che includerà Sam Rockwell, Jared
Harris, Rosemarie DeWitt, Saxon Sharbino e Jane
Adams, oltre alla piccola Kennedi
Clements di 8 anni nel ruolo di Madison.
Nella gallery sottostante le prime
immagini dal film:
[nggallery
id=1435]
“A differenza del
classico film horror, volevo mettere insieme un cast in grado di
davero peso e realtà a questi personaggi. Si tratta di una storia
così emotiva: dei genitori che combattono per avere indietro loro
bambina dall’aldilà.” ha aggiunto infine il
regista.
Come il classico film del 1982
prodotto da Steven Spielberg e diretto da
Tobe Hooper, il nuovo Poltergeist parlerà di una
famiglia, i Bowens, i quali si trasferiscono in una casa infestata
da uno spirito malefico (qualcosa riguardante set televisivi),
fatto che li porterà a chiedere l’invervento di un rispettato
chiaroveggente (Harris).
“Il Poltergeist
originale era a commento del fatto che spesso lasciamo che la
televisione esca fuori da ogni controllo lasciandola fare da
babysitter ai nostri figli” ha affermato
Raimi“La cosa è ulteriormente
peggiorata con i dispositivi portatili. Gli schermi sono
ovunque.”
Ecco un nuovo spot per Poltergeist,
il remake del celebre film del 1982 prodotto da Steven Spielberg e diretto da
Tobe Hooper. Poltergeist è diretto da
Gil Kenan, con
Sam Rockwell, Rosemarie Dewitt
e Jared Harris.
Sam Raimi (“Spiderman,” “Evil Dead”,
“The Grudge”) e il regista Gil Kenan (“Monster House”) hanno
riadattato la classica storia della famiglia che vive in periferia
in una casa infestata da forze maligne. Quando le apparizioni
iniziano ad essere sempre più frequenti la figlia più piccola viene
rapita e la famiglia è costretta a cercare di salvarla prima che
scompaia per sempre.
Nella gallery sottostante le prime
immagini dal film:
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“A differenza del classico
film horror, volevo mettere insieme un cast in grado di davero peso
e realtà a questi personaggi. Si tratta di una storia così emotiva:
dei genitori che combattono per avere indietro loro bambina
dall’aldilà.” ha aggiunto infine il
regista.
Come il classico film del 1982
prodotto da Steven Spielberg e diretto da
Tobe Hooper, il nuovo Poltergeist parlerà di una
famiglia, i Bowens, i quali si trasferiscono in una casa infestata
da uno spirito malefico (qualcosa riguardante set televisivi),
fatto che li porterà a chiedere l’invervento di un rispettato
chiaroveggente (Harris).
“Il Poltergeist originale era a
commento del fatto che spesso lasciamo che la televisione esca
fuori da ogni controllo lasciandola fare da babysitter ai nostri
figli” ha affermato Raimi “La cosa è ulteriormente
peggiorata con i dispositivi portatili. Gli schermi sono
ovunque.”
Ecco il nuovo trailer di Poltergeist,
il remake del celebre film del 1982 prodotto da Steven Spielberg e diretto da
Tobe Hooper. Poltergeist è diretto da
Gil Kenan, con Sam Rockwell, Rosemarie
Dewitt e Jared Harris.
Sam Raimi (“Spiderman,” “Evil Dead”,
“The Grudge”) e il regista Gil Kenan (“Monster House”) hanno
riadattato la classica storia della famiglia che vive in periferia
in una casa infestata da forze maligne. Quando le apparizioni
iniziano ad essere sempre più frequenti la figlia più piccola viene
rapita e la famiglia è costretta a cercare di salvarla prima che
scompaia per sempre.
Nella gallery sottostante le prime
immagini dal film:
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“A differenza del classico
film horror, volevo mettere insieme un cast in grado di davero peso
e realtà a questi personaggi. Si tratta di una storia così emotiva:
dei genitori che combattono per avere indietro loro bambina
dall’aldilà.” ha aggiunto infine il
regista.
Come il classico film del 1982
prodotto da Steven Spielberg e diretto da
Tobe Hooper, il nuovo Poltergeist parlerà di una
famiglia, i Bowens, i quali si trasferiscono in una casa infestata
da uno spirito malefico (qualcosa riguardante set televisivi),
fatto che li porterà a chiedere l’invervento di un rispettato
chiaroveggente (Harris).
“Il Poltergeist originale era a
commento del fatto che spesso lasciamo che la televisione esca
fuori da ogni controllo lasciandola fare da babysitter ai nostri
figli” ha affermato Raimi “La cosa è ulteriormente
peggiorata con i dispositivi portatili. Gli schermi sono
ovunque.”
Poltergeist è
il film horror del 1982 diretto da Tobe Hopper con
protagonisti nel cast Graig T. Nelson, JoBeth Willims,
Dominique Dunn, Oliver Robins e Heather
O’Rourke.
La trama di Poltergeist
In una tranquilla cittadina vive
una famiglia composta da Steve e Diane ed i loro figli: Carol Anne,
Robbie e Dana. Tutto procede tranquillo finché un giorno i genitori
trovano Carol Anne a parlare da sola davanti al televisore, e
comunica loro che “sono arrivati”. Da quel momento strani fenomeni
cominciano a verificarsi nella loro casa.
La famiglia non sembra tanto
spaventata fino a quando Carol Anne scompare nel nulla, anche se la
sua voce continua a sentirsi all’interno della casa. Il padre
chiama allora una parapsicologa, che dopo aver visto tutto ciò che
accade in quella casa, con la stanza di Carol Anne che nel
frattempo è totalmente invasa da fenomeni paranormali, si dichiara
incapace di fronte a tante stranezze, ma dice di conoscere la
persona adatta a risolvere il mistero.
Poltergeist, da un’idea di Steven
Spielberg
Poltergeist è un
horror per famiglie, è una fiaba malefica, confezionata sì come un
blockbuster, ma costruita con tatto e grande stile. Inoltre
rappresenta uno dei rari casi in cui il connubio produttore/regista
diventa straordinariamente fruttuoso. Ma arriviamo all’analisi pura
del film.
La pellicola rappresenta una vera
opera anticipatrice di tematiche fondamentale che negli anni
successivi dominerà la scena: il televisore, mezzo con cui forze
sconosciute possono trovare accesso al nostro mondo, come avveniva
per esempio in film successivi quali Ringu
di Hideo Nakata, Videodrome d
iDavid
Cronenberg. Inoltre, possiamo notare ma in questo caso
al contrario come la bambina Carol Anne, protagonista e tramite del
male richiami un’altra figura ambigua del cinema del terrore: il
Danny di Shining
di Stanley Kubrick (non a caso amico e mentore di
Steven Spielberg).
Nonostante i ruoli distinti e ben
definiti(almeno in didascalia) fra regia e produzione, non possiamo
non notare lo zampino dello Spielberg di “Incontri
ravvicinati” ed “E.T.” il quale dispiega il suo
meglio, ovvero racconti ad effetti fantastici che vedono come
protagonisti i bambini, veri emblemi d’innocenza in tutto il
miglior cinema spielberghiano. Dal canto suo Tobe
Hooper, ha messo a disposizione della storia tutta la sua
dimestichezza con il terrore, la critica sociale e gli effetti
truculenti, che vanno a formare un equilibrio davvero
irripetibile.
Poltergeist è
dunque l’esito dei diversi temperamenti dei due cineasti americani,
i quali hanno saputo garantire un raro equilibrio tra le diverse
tendenze e i diversi generi di cui l’opera è contaminata. Per
questo motivo e grazie al successo il film è diventano negli anni
un vero Cult da non perdere e da cui trarre ispirazione.
Curiosità: da notare
l’impressionante uso di gadget del film Star Wars
dell’amico Lucas. Tutto sommato Poltergeist,
che evidenzia l’equilibrio fra le due menti registiche, diventa
motivo di distinzione fra le due carriere dei sudetti autori:
Spielberg per la prima volta fa vedere il suo
talento produttivo dando la vita ad un prodotto che è diventato
subito un successo di pubblico, e confermandosi fra l’olimpo dei
più potenti; L’ Hopper, invece, successivamente remerà per quasi
tutta la sua carriera ai margini, non a caso il suo più grande
successo è appunto Perltergeist.
Titolo originale
Poltergeist
Regista
Tobe Hopper
Produzione
Metro-Goldwyn-Mayer (MGM)
Scritto da
Story Steven Spielberg Screenplay
Steven Spielberg
Michael Grais
Mark Victor
Cast
Graig T. Nelson – Steve Freeling
JoBeth Willims – Diana Freeling
Dominique Dunn – Dana Freeling
Oliver Robins – Robbie Freeling Heather
O’Rourke – Carol Anne Freeling
Ecco nella nostra gallery il nuovo
poster di Poltergeist, il remake del
celebre film horror del 1982 prodotto da Steven Spielberg e diretto da
Tobe Hooper. Poltergeist è diretto da
Gil Kenan, con Sam Rockwell, Rosemarie
Dewitt e Jared Harris.
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“A differenza del classico
film horror, volevo mettere insieme un cast in grado di davero peso
e realtà a questi personaggi. Si tratta di una storia così emotiva:
dei genitori che combattono per avere indietro loro bambina
dall’aldilà.” ha aggiunto infine il
regista.
Come il classico film del 1982
prodotto da Steven Spielberg e diretto da
Tobe Hooper, il nuovo Poltergeist parlerà di una
famiglia, i Bowens, i quali si trasferiscono in una casa infestata
da uno spirito malefico (qualcosa riguardante set televisivi),
fatto che li porterà a chiedere l’invervento di un rispettato
chiaroveggente (Harris).
“Il Poltergeist originale era a
commento del fatto che spesso lasciamo che la televisione esca
fuori da ogni controllo lasciandola fare da babysitter ai nostri
figli” ha affermato Raimi “La cosa è ulteriormente
peggiorata con i dispositivi portatili. Gli schermi sono
ovunque.”
Ad oltre trent’anni di distanza da
quel 1982 in cui Steven
Spielberg, in qualità di produttore,
e Tobe Hopper, dietro la macchina da presa,
diedero vita all’ormai
iconico Poltergeist, presto il film
si ripresenterà nelle sale sotto una nuova veste grazie al remake
diretto da Gil Kenan.
La 20th Century
Fox per pubblicizzare l’avvenimento ha da pochi giorni
reso disponibile un nuovo promo della pellicola interpretata
da Sam Rockwell, Rosemarie
Dewitt e Jared Harris.
Come il classico film del 1982
prodotto da Steven Spielberg e diretto da
Tobe Hooper, il nuovo Poltergeist parlerà di una
famiglia, i Bowens, i quali si trasferiscono in una casa infestata
da uno spirito malefico (qualcosa riguardante set televisivi),
fatto che li porterà a chiedere l’intervento di un rispettato
chiaroveggente (Harris).
“Il Poltergeist originale era a
commento del fatto che spesso lasciamo che la televisione esca
fuori da ogni controllo lasciandola fare da babysitter ai nostri
figli” ha affermato Sam Raimi,
produttore “La cosa è ulteriormente peggiorata con i
dispositivi portatili. Gli schermi sono ovunque.”
Il film horror Poltergeist si trasformerà in una serie tv.
Presso gli Amazon MGM Studios è infatti in via di sviluppo una
serie basata sul cult diretto da Tobe Hooper e
prodotto da Steven Spielberg. A darne notizia
per primo è stato Variety.
Nessuno sceneggiatore è attualmente
associato al progetto. Darryl Frank e
Justin Falvey saranno i produttori esecutivi per
conto di Amblin Television. Amblin ha prodotto il film originale
del 1982, con Steven Spielberg che ha ideato la
storia, co-scritto la sceneggiatura e prodotto. Non ci sono
dettagli sulla trama da condividere in questo momento, oltre al
fatto che la serie sarà ambientata nel mondo del film.
Poltergeist è incentrato sulla famiglia
Freeling, che si trasferisce in una nuova casa e scopre che è
infestata da un’orda di fantasmi. Dopo che i fantasmi hanno rapito
la loro giovane figlia, i Freeling lavorano con un parapsicologo e
un medium spirituale per liberare la figlia e sfuggire ai
fantasmi.
Il film originale si è rivelato un
grande successo al box office. Ha incassato circa 121 milioni di
dollari in tutto il mondo contro un budget dichiarato di 10,7
milioni di dollari. È stato anche nominato per tre Academy Awards:
migliori effetti visivi, miglior montaggio degli effetti sonori e
migliore colonna sonora originale.
Seguirono due sequel nel 1986 e nel
1988. Zelda Rubinstein, che interpretava la medium
Tangina Barrons, e Heather O’Rourke, che
interpretava Carol Anne Freeling, furono gli unici membri del cast
ad apparire in tutti e tre i film. Un reboot è stato distribuito
nel 2015 ma non ha avuto lo stesso successo.
Se il progetto di Amazon MGM
Studios andasse avanti, si tratterebbe della seconda serie tv
ambientata nel mondo di Poltergeist. La serie
Poltergeist: The Legacy è andata in onda su
Showtime per tre stagioni e poi ha visto la sua quarta e ultima
stagione uscire su Sci-Fi Channel nel 1999. La serie raccontava di
un gruppo di esperti del paranormale che proteggeva l’umanità dai
pericoli soprannaturali.
Questa notizia segna anche l’ultimo
tentativo da parte di Amazon di adattare la nota IP MGM da quando
ha acquisito lo storico studio. Il braccio streaming del colosso
della vendita al dettaglio online è già al lavoro su nuovi progetti
basati su proprietà come “Robocop”, “Legally Blonde”, “Barbershop”
e altro ancora.
Ecco una esplicativa infografica che
mostra come riconoscere un Poltergeist e soprattutto in che modo
capire che la presenza con cui abbiamo a che fare è proprio uno di
questi spiriti che infestano le abitazioni:
Chiaramente l’infografica è relativa alla promozione del
remake di Poltergeist, dal titolo
omonimo.
Come il classico film del 1982
prodotto da Steven Spielberg e diretto da
Tobe Hooper, il nuovo Poltergeist parlerà di una
famiglia, i Bowens, i quali si trasferiscono in una casa infestata
da uno spirito malefico (qualcosa riguardante set televisivi),
fatto che li porterà a chiedere l’invervento di un rispettato
chiaroveggente (Harris).
“Il Poltergeist originale era a
commento del fatto che spesso lasciamo che la televisione esca
fuori da ogni controllo lasciandola fare da babysitter ai nostri
figli” ha affermato Sam Raimi,
produttore “La cosa è ulteriormente peggiorata con i
dispositivi portatili. Gli schermi sono ovunque.”
Il remake di
Poltergeist sarà distribuito dalla
MGM in collaborazione con la Fox
2000. Ma chi sarà il protagonista della nuova versione di
uno degli horror cult più amati della cinematografia mondiale?
Secondo The Wrap,
Sam Rockwell sarebbe in trattative per
interpretare il ruolo del protagonista, anche se nessuna conferma è
stata ancora data in merito, considerati i vari impegni dell’attore
statunitense.
Il remake di Poltergeist,
uscito nel 1982 per la regia, all’epoca, di Tobe Hooper e prodotto
da Steven Spielberg, sarà diretto di
Gil Kenan (Monster House) e sceneggiato
da David Lindsay-Abaire (Il grande e potente
Oz). Sam Raimi e Robert
Taper si occuperanno invece della produzione della
pellicola attraverso la Ghost House Pictures. Tra
i produttori esecutivi figurano invece Roy Lee
(The Strangers) e Nathan Kahane (The
Grudge).
Se Rockwell sarà effettivamente
coinvolto nella pellicola, andrà ad affiancare Rosemarie
DeWitt, scelta da tempo come protagonista femminile. Il
film racconterà la storia della famiglia Bowen, la cui esistenza
verrà improvvisamente minacciata da una presenza soprannaturale che
sconvolgerà la loro quotidianità.
Si stanno attualmente svolgendo a
Ontario, in Canada, le riprese del remake del film horror
culto degli anni ’80 diretto da Tobe Hooper e
sceneggiato e prodotto da Steven Spielberg. Oggi vi mostriamo
in esclusiva le prime immagini direttamente dal set.
Nel remake Rosmarie
DeWitt e Sam Rockwell
interpretano il ruolo dei coniugi Bowen, i genitori di
una sventurata ragazzina che sarà posseduta da oscure forze
paranormali. Jared Harris, invece,
interpreterà la figura di Carrigan, un ex professore universitario
impegnato con la conduzione di una trasmissione
intitolata Pulitori di Case Infestate.
Gil Kenan dirigerà da una
sceneggiatura
di David Lindsay-Abaire, con
Sam Raimi, Rob Tapert e
Roy Lee nel ruolo di produttori.
Non prendete impegni
per il 13 febbraio 2015! Arriva al cinema l’omonimo remake di
Poltergeist, film del 1982 diretto da
Tobe Hooper e prodotto nientemeno che da
Steven Spielberg. Ovviamente la
data d’uscita è relativa al mercato USA e non sappiamo ancora con
certezza quando (e se) il film arriverà da noi in Italia.
Nel remake Rosmarie
DeWitt e Sam Rockwell
interpretano il ruolo dei coniugi Bowen, i genitori di
una sventurata ragazzina che sarà posseduta da oscure forze
paranormali. Jared Harris, invece,
interpreterà la figura di Carrigan, un ex professore universitario
impegnato con la conduzione di una trasmissione
intitolata Pulitori di Case Infestate.
Gil Kenan dirigerà da una
sceneggiatura
di David Lindsay-Abaire, con
Sam Raimi, Rob Tapert e
Roy Lee nel ruolo di produttori.
Vi abbiamo già detto tempo fa che Gil
Kenan sarebbe stato ufficialmente il regista del remake di
Poltergeist . Adesso arrivano le prime
indiscrezioni sulla trama film che vuole discostarsi un po’ dal
classico remake, e che sarà prodotto da Sam Raimi. Le riprese
cominceranno a Settembre a Toronto, in Canada.
Negli esclusivi primi dettagli, la
nuova versione della storia segue Eric Bowen è la sua famiglia che,
dopo che lui ha perso il suo lavoro, si trasferiscono in una nuova
città cercando di ricominciare una nuova vita. Sua figlia Madison
viene rapita facendogli capire cosa è veramente importante nella
vita: la famiglia. Nella nuovaversione, Amy, moglie di Eric, può
parlare con i defunti. Altro interessante personaggio del nuovo
film è Carrigan Burke, un presentatore televisivo che conduce la
trasmissione “Haunted House Cleaners” (letteralmente “pulitori di
case stregate”), un uomo che non è spaventato dal soprannaturale!
La dottoressa Brooke Powell, l’ex moglie di Carrigan, è una
parapsicologa all’università locale che con la sua squadra
investiga a rigurado delle cause soprannaturali della scomparsa
della piccola Madison.
Vi ricordiamo che il film originale
(Poltergeist – Recensione)
uscito nel 1982, è stato diretto da Tobe Hooper e
nato da un’idea di Steven Spielberg che ha anche
prodotto il film. Quel film generò ben due
sequel, Poltergeist II: The Other
Side nel 1986 e Poltergeist
III nel 1988.
Il nuovo film sarà prodotto oltre a
Raimi, anche da Nathan
Kahane e Roy Lee.
Buongiorno a tutti, oggi inizio
mettendo qualche puntino sulle i sulle polemiche di questi giorni,
e poi vorrei rivolgermi direttamente alle lettrici del blog, perché
lo sapete, un post a festival è dedicato a voi. Anche questo blog
ha bisogno di un tocco di femminile, di qualche chiacchiera tra
donne, ma soprattutto ho bisogno della vostra solidarietà su quello
che accade qui a Venezia.
Intanto partiamo col dire una cosa,
e questa valida per tutti.
Al lido si sta tenendo la
Mostra Internazionale d’Arte CinematograFICA, e
insomma stetece, vi chiediamo venia se solo quest’anno ci siamo
ricordati il vero senso da dare a questa kermesse, ma meglio tardi
che mai, no? Se si chiama così è inutile scandalizzarsi se ci sono
ragazze che sfilano vestite con il costume che ti mette l’estetista
quando fai la ceretta all’inguine. E’ così, un po’ ce deve sta, per
folklore. A Roma il festival si chiama Festa del Cinema di Roma,
quindi prendetevela con gli organizzatori, ma smettetela di fare
gli indignati che non mi sembra proprio il caso, ci sono cose
peggiori nella vita da sopportare e a tal proposito se volete vi
passo il numero del mio ginecologo così capite a cosa mi
riferisco.
Mi rivolgo soprattutto ai
maschietti, che ho percepito ancora più accaniti verso questa
faccenda, prendetela bene, e non sentitevi esclusi. Potete fare due
cose: o mettervi anche voi un costume da
Borat e farve una vasca per il lungomare,
oppure smetterla di fare i leoni da tastiera contro ogni cagata
mediatica che succede. Ma ancora ve turbate?
Detto questo, ragazze, oggi vi parlo
dell’evento del giorno. La novità è che non parlo dello sbarco al
Lido di Rocco Siffredi (A quello ci pensa
Ang. Voci sicure affermano che per farlo scendere dalla lancia non
abbia usato nemmeno la passerella ma si sia esibito in un salto con
l’asta, tra una folla esultante in visibilio), ma di qualcosa di
ancor più sconvolgente. Mi riferisco al vero film antagonista del
documentario dedicato al re dei film porno, che gli organizzatori
del festival hanno piazzato guardaunpò la sera prima, e che si
chiama La regiòn salvaje. Entrando in
sala capisci da una manciata di secondi che il titolo ha poco a che
vedere con un documentario su un ritorno alla natura, o con un film
di denuncia verso il consumismo. Ti siedi in sala e per cento
minuti vedi solo scene di sesso spinte: anale, vaginale, orale,
lasciate spazio alla fantasia.
Quello che non sapete in realtà è
che il mondo dei film porno ha adesso un nuovo re indiscusso, ci
spiace Rocco, ma devi accettarlo, il protagonista di questa
pellicola ti ruba la scena.
Siete impazienti di sapere chi è,
vero? Tutto inutile, vive in un capanno sperduto nel niente, e per
appagarvi sessualmente dovete piacergli, perché altrimenti vi
perfora come uno scolapasta. Quando vuole fare del sesso vi chiama
a se in una maniera molto comoda: tu puoi stare seduto in salotto a
guardà Narcos, o in auto bloccato sulla
Colombo (non puoi sapere mai quando arriverà ‘la chiamata’,
eccheccazzo siete le prescelte, accontentatevi!) che si manifesta,
comoda e discreta, facendoti venì le fregole. Squirtando senza
ritegno, ti ritrovi così, benedetta tra le donne in questa
imbarazzante acqua santa, e non puoi fare altro che trovare il
primo mezzo di locomozione (se stai a Roma cazzi tuoi) possibile e
raggiungerlo, per trovare finalmente la pace dei sensi in un
rapporto sessuale dopo il quale perdi 10 kg e entri finalmente in
quel paio di jeans del 1985 che continui ostinatamente a non voler
buttare via. Ma a te non frega niente, praticare sesso con il
protagonista del film è un’attività totalizzante. Se hai la fortuna
di essere prescelta non riesci più a farne a meno, e la tua vita
perde di senso, perché, care amiche, vi troverete perennemente in
lotta con i vostri impulsi sessuali e nessun altro potrà mai
appagarvi così tanto.
Va bene, ve lo confesso. Chi è
questo Adone?
È un polipone de ‘na tonnellata, che
vive accartocciato su una trave.
Certo, ogni tentacolo corrisponde in
sostanza a un’appendice fallica sbavante, quindi in effetti il suo
charme va considerato anche alla luce di questo elemento.
Ma non trovate anche voi che
sia una storia bellissima? Non trovate anche voi un senso
metaforico sublime, in questo doppio livello di narrazione che
rimanda alla caducità dei rapporti umani, e al bisogno di
semplificazione massima?
Ma perché invece de lamentarvi che
non c’avete uno straccio d’omo non andate al supermercato nel
reparto pesce?
Se siete curiose non preoccupatevi,
il film (ovviamente) uscirà in 20 lingue diverse. In Italia, per
fare una cosa simpatica, stanno pensando di titolarlo
‘Polpo e patate’.
Venite numerose.
(Vì)
Oggi è stato il giorno della svolta,
del ribaltamento di carte in tavola, del colpo di scena. Oggi ho
gridato ‘tutto ha un senso’ come Samuel L. Jackson nel finale di
Unbreakable, quando scopre di essere un cattivo da fumetto e non un
inenarrabile coglione come era apparso fino a quel momento. Oggi ho
scoperto che quel poliziotto sfigato con le orecchie a sventola è
Robin, che lo zoppo con il parrucchino che manco Pippo Baudo è
Kaiser Soze, che Bruce Willis sa recitare meglio da morto che da
vivo, oggi m’hanno accoltellato la protagonista nella doccia dopo
manco un quarto d’ora, ho trovato la mamma mummificata e l’usciere
segaiolo che la interpreta con la parrucca da vecchia, ho capito
che l’Arca dell’Alleanza sono solo polvere e spiriti e che quel
tizio nero e lucido non è un cesso ma è ‘tuo padre’.
Insomma, ci siamo intesi. E’ stato
il giorno che ha dato un significato a questa mia moscia Venezia 73
passata dietro a una sezione collaterale e poco ricca di momenti
entusiasmanti. Tutto portava a oggi, a incontrare Rocco Siffredi,
protagonista sì di tanti pornazzi che hanno allietato le ore più
dure della mia adolescenza, ma anche del serio e ben costruito
documentario Rocco di Thierry Demaiziere
e Alban Teurlai, dove si mette a nudo… no aspe…
dove tira fuori… no dai…dove scarica….
E niente. Non se po’ fa. Quando
parli di Rocco tutto diventa equivoco, e quindi sticazzi (vedete?),
sia quel che sia, si va avanti, liberi da ogni imbarazzo e consci
di tutte le battute che arriveranno quando pubblicherai il tuo
personalissimo porno-selfie con il divo dell’hard per eccellenza.
Io davanti, lui dietro, poi. Figurati quello che potranno dire,
accompagnato da grottesche e grasse risate alternate a degli
‘harrrr’ che manco il Pirata Barbanera. ‘L’hai usato il bastone da
selfie?’. Harrr harrr harrr. ‘E’ stata una cosa lunga?’. Harrr
harrr harrr. ‘Il microfono ce lo avevi tu o lo ha messo lui?’.
Harrr harrr harrr. ‘Nascerà un’amicizia profonda?’. Harrr harrr
harrr.
Ma non conta, perché per me
sinceramente Rocco non è tanto diventato un mito per le dimensioni
del suo pene e per il numero di donne che si è rotolato nel corso
degli anni, ma per il suo senso dell’ironia mentre lo faceva. Uno
dei suoi film che preferisco – non mi chiedete il titolo, aveva a
che fare con ‘Dai spingimelo!’ – era una produzione francese, dove
lui interpretava un artista italiano che non toglieva mai il
cappellino dalla testa, per non perdere questa sua connotazione
nazionale. Ovviamente le donne gli cadevano ai piedi perché era
italiano, al grido di ‘Roccò, tu est très romantique’ mentre lui
sfondava loro rovinosamente ogni pertugio disponibile. Glie l’ho
detto e lui ha riso e giurava pure che il film se lo ricordava, pur
avendone fatti miliardi tutti tutto sommato confondibili.
Probabilmente era per gentilezza.
Che poi, credeteci, è
veramente un tipo simpatico e abbiamo parlato di cose serie: di
come si vive la famiglia, il rapporto con sua moglie, i suoi figli,
il senso di colpa e la necessità di domare i suoi demoni, ma tanto
so che non potrete fare a meno de dì qualche cazzata a sfondo porno
– non vi giudico, lo farei anch’io – sul ‘domare i suoi demoni’,
per cui meglio che vi riporto che mi ha raccontato di quando ha
costruito un galeone di origami col cazzo costringendo quattro
Geishe a passarci la cera con la lingua cantando nel contempo la
sigla di chiusura di Ken il Guerriero.
Comunque, alla fine il selfie
l’abbiamo fatto ed io ero emozionato come bambino che scarta un
pacco la mattina di Natale. Sì, lo so. Ho detto ‘scartare un
pacco’. Certo che siete fissati.
Probabilmente vi dovreste liberare
il cervello con il film che ha visto Vì, quello del polpo
multinerchia. Anzi, facciamo una cosa, chiediamo a Rocco di farci
un crossover. Una cosa tipo Batman v Superman, in cui i due prima
si scontrano e poi devono collaborare, quando scoprono di che cosa
è veramente capace Martha.
In Pollo alle
prugne Nasser Ali è un talentuoso violinista, sposato e
con due bellissimi bambini. Ma l’amore che ha per la musica lo
avvolge al punto da offuscare tutto il resto, famiglia compresa.
Così, durante un’ennesima sfuriata, la moglie fracassa per terra il
suo preziosissimo Stradivari, dai cui frammenti inizierà il magico
racconto di una struggente storia di un amore mai vissuto. Ma della
narrazione l’elemento cardine sarà proprio la sorpresa: con il
costante inserimento di elementi surreali, fantasiosi, scenografie
fumettistiche, insieme all’alternanza di attimi drammatici ma dal
sapore grottesco.
E non è casuale in Pollo
alle prugne perché la coppia alla regia proviene
direttamente dall’affascinante mondo dell’illustrazione.Marjane
Satrapi e Vincent Paronnaud sono alla loro seconda collaborazione
dopo la fortunata graphic novel Persepolis e, questa
volta, si cimentano in un film vero con attori in carne ed ossa. Il
maestro di musica dice al protagonista, suo allievo: «Colei che
hai perduto sarà in ogni nota che uscirà dalle tue dita». E’
questo il mondo che ci viene dipinto dall’incredibile sodalizio dei
due registi. Una storia reale con solidi inserimenti storici, ma al
limite del sogno, che guizza sempre qua e là, agguanta lo
spettatore e lo fa entrare nella pellicola. Arricchito da una
colorata multiculturalità, Pollo alle prugne sposa
diversi generi insieme e differenti modalità di racconto. A detta
stessa di Marjane Satrapi, è stato divertente già per loro
percorrere tanti stili, saltare dalla parodia alla sitcom,
sbizzarrendosi in innumerevoli citazioni: da
Hitchcock a Méliès, passando per Sophia
Loren. Citazioni, peraltro, dirette anche a loro
stessi: il cinema della città si chiama Persepolis.
Si scopre persino un cast composto
da piccole stelle del firmamento cinematografico: Isabella
Rossellini, Chiara Mastroianni e – per i più attenti, direttamente
da Pulp Fiction – Maria De Medeiros nella parte della
sfortunata moglie. Una storia d’amore, di vita e – naturalmente –
di morte, con tanto di angelo nero, nero al punto giusto, che ci
racconta una famosa leggenda cantata anche dal Vecchioni nostrano
in Samarcanda, e, con delizioso atteggiamento sarcastico,
ammonisce: «Non devi certo temere che sia tardi, perché ormai è
troppo tardi. La vita è una. È un peccato che tu non l’abbia
vissuta quando avevi tempo».
Teheran, 1958. Nasser Ali Khan,
celebre musicista, ha perso il gusto per la vita. Da quando il suo
violino si è rotto a causa di un incidente, nessuno strumento
musicale riesce più a dargli l’ispirazione. La sua tristezza si è
accentuata da quando ha incontrato per caso il suo amore di
gioventù all’angolo di una strada ma lei non lo ha riconosciuto.
Dopo aver tentato invano di rimpiazzare lo strumento rotto che gli
aveva regalato il suo maestro di musica, Nasser giunge all’unica
soluzione possibile: visto che nessun altro violino riuscirà più a
dargli la gioia di suonare, si metterà a letto e attendederà la
morte.
L’attore Bruce
Willis è noto per i suoi numerosissimi film d’azione. Un
genere che negli anni lo ha visto interpretare personaggi sempre
diversi in contesti altrettanto vari, ma sempre con Willis
impegnato a lottare contro il male e le ingiustizie. A tal
riguardo, rimane esemplare e memorabile la serie Die Hard, che lo ha ad oggi
visto protagonista di cinque film. Nel corso della sua carriera
l’attore non ha però disdegnato anche altri generi, tra cui la
commedia. Pur rimanendo in ambito poliziesco, il film
Poliziotti fuori – Due sbirri a piede
libero (qui la recensione), presenta
infatti momenti comici che hanno messo in risalto le qualità di
Willis a riguardo.
Il film, del 2010, è diretto dal
celebre Kevin Smith, regista cult noto per film
come Clerks – Commessi, Dogma e Tusk. Alla
sceneggiatura del film vi sono invece Robb
e Mark Cullen, i quali avevano
originariamente intitolato il film A Couple of Dicks. Date
le controversie suscitate dal possibile significato a doppio senso,
i due dovettero però cambiarlo in Cop Out, riscrivendo
anche alcune parti della storia. La storia assunse così sempre più
i toni di una tradizionale commedia poliziesca, con due agenti
estremamente diversi tra loro chiamati a risolvere un caso
quantomai delicato.
Il film si affermò poi come una
commedia di buon successo, arrivando a guadagnare un totale di 55
milioni di dollari a livello globale a fronte di un budget di 30.
Ancora oggi, è considerato come uno dei più divertenti e apprezzati
del regista, capace di non rendere banale un film altrimenti
convenzionale. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Poliziotti fuori: la trama del film
Protagonisti del film sono gli
agenti di polizia Jimmy Monroe e Paul
Hodges, i quali pur lavorando insieme presentano caratteri
e modi di fare decisamente contrastanti e comunque poco ortodossi.
Proprio per via dei diverbi tra di loro, i due si ritrovano a
fallire un’importante missione, venendo dunque esonerati dal
servizio. Sono però decisi quantomeno ad ottenere ciò che gli
spetta, ovvero una rarissima figura di baseball da collezione,
rubata a Jimmy durante l’operazione. La loro indagine, tra alti e
bassi, ha così inizio, portandoli a confrontarsi con risvolti
quanto mai inaspettati.
Ritrovare la figurina è infatti
quantomai vitale per Jimmy, che con il ricavato potrebbe
permettersi di pagare il matrimonio di sua figlia, impedendo al
nuovo marito della ex moglie di prendere il suo posto. Quella che
sembrava una ricerca personale, però, si trasforma in un vero e
proprio caso che ha per protagonista un gangster impegnato
nell’attività di riciclaggio di denaro sporco. Risolvere il caso
potrebbe dunque non solo permettere loro di ritrovare la figurina
rubata, ma anche di vedersi reintegrati nel corpo di polizia.
Un’occasione che i due agenti non possono lasciarsi sfuggire.
Poliziotti fuori: il cast del film
Ad interpretare il ruolo
dell’anziano agente Jimmy Monroe vi è, come anticipato, l’attore
Bruce Willis. Per
quanto la sua interpretazione complessiva sia poi stata apprezzata,
l’attore ebbe un bruttissimo rapporto con il regista durante il
set. Willis non approvava lo stile di regia di Smith, e in più
occasioni si è rifiutato di dire le proprie battute o di
presentarsi per determinate scene. Willis ha inoltre dichiarato di
aver disprezzato Smith in particolare per il suo non interagire
molto con il cast ma di perdere invece tempo a fumare marijuana.
Dal canto suo, anche Smith ha dichiarato di aver profondamente
odiato lavorare con Willis, il quale sembra essere anche arrivato a
minacciare di colpire con un pugno il regista.
Nei panni dell’agente Paul Hodges vi
è invece Tracy Morgan, attore comico noto in
particolare per lo show Saturday Night Live e la serie
30 Rock. Con lui Smith ha raccontato di avere avuto un
rapporto decisamente migliore, ritenendo Morgan estremamente
divertente. Nel film si ritrovano poi gli attori Kevin
Pollack nei panni di Hunsaker e Seann William Scott in
quelli di Dave, ovvero colui che ruba la figurina al protagonista
del film. Michelle Trachtenberg è Ava Monroe, la
figlia di Jimmy, mentre Rashida Jones compare
nei panni di Debbie Hodges, la moglie di Paul. Lattrice
Francie Swift è Pam, ex moglie di Jimmy, mentre
l’attore Jason Lee è Roy, il suo nuovo arrogante
marito.
Poliziotti fuori: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Poliziotti fuori – Due
sbirri a piede libero è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 2
novembre alle ore 21:10 sul canale
TwentySeven.
Arriva al cinema distribuito
da Warner Bros. Pictures Italia Poliziotti fuori –
Due sbirri a piede libero, il film diretto da Kevin Smith
e con protagonisti Bruce
Willis e Tracy Morgan.
In Poliziotti fuori – Due
sbirri a piede libero Jimmy e Paul sono due poliziotti in
coppia da molti anni. Affiatati ma molto diversi: Paul (Tracy
Morgan)non perde occasione per imitare i suoi colleghi del grande
schermo, compresi i personaggi di Die Hard (cosa paradossale
considerando che il suo collega è interpretato da Bruce Willis che
dice: “Non ho mai visto questo film!”…..), Jimmy (Willis) dal canto
suo è molto più serio e soprattutto si prende molto più sul
serio.
Poliziotti fuori – Due sbirri a piede: il film
Dopo aver subito l’esonero dal
servizio in seguito a un’operazione non andata a buon fine, i due
si trovano sulle tracce di un pericoloso capogang. Inoltre Paul è
preoccupato per il presunto tradimento da parte della moglie con il
vicino di casa mentre Jimmy deve a tutti i costi ritrovare una
preziosissima figurina (che gli è stata rubata nel corso di una
rapina) la cui vendita gli permetterebbe di sostenere le spese del
lussuoso matrimonio della figlia. Se non fosse in grado di pagare
sarebbe il nuovo compagno della ex moglie a farlo, umiliandolo.
Si ripete qui la storia dei due
poliziotti che lavorano in squadra e che più diversi l’uno
dall’altro non si può. Purtroppo l’idea è usurata, e Kevin
Smith, genio ribelle, non riesce a rinfrescare il
cliché della coppia scoppiata, con l’aggravante della
riproposizione di una Scuola di Polizia sui genris.
Tuttavia ci tengo a sottolineare,
complice il mio amore per il cinema precedente di Smith, le
accidentate vicende produttive del film, che già durante le riprese
se l’è dovuta vedere con la censura, a partire dal titolo, che in
originale era A couple of Dick che in italiano sarebbe suonato più
o meno fedelmente così “Una coppia di C****”, decisamente troppo
per la società americana, forse anche per Kevin che con Dogma,
ricordiamo, aveva fatto molto peggio in modo decisamente migliore.
Ma lungi dall’attribuire la colpa alla censura, è senza dubbio che
il film, pur riservando parentesi esilaranti, non è all’altezza del
resto della produzione del regista di Clerks.
Nota di merito tuttavia per Willis,
che impotente davanti all’età che avanza, riesce a reinventarsi,
ripetendo in maniera beffarda il suo John MaClane, ma
adattando la sua persona non più giovanissima a ruoli che riescono
in qualche modo a risultare credibili. Come già aveva fatto con gli
intensi personaggi offertigli da Shyamalan, il
nostro Bruce, non si prende troppo sul serio e resta un piacere
andare al cinema a guardarlo, anche quando si mette consapevolmente
in ridicolo.
Universal Pictures
International Italia ha diffuso il trailer di Polite
Society, il nuovo film scritto e diretto da Nida
Manzoor in arrivo al cinema dal 15 Giugno 2023.
Una divertente miscela di amore tra
sorelle, delusione dei genitori e grande azione, Polite Society –
Operazione Matrimonio è la storia di Ria Khan, aspirante artista
marziale, che crede di dover salvare la sorella maggiore Lena dal
suo imminente matrimonio. Potendo avvalersi dell’aiuto dei suoi
amici, Ria tenta di mettere a segno il più ambizioso dei colpi
nuziali in nome dell’indipendenza e della complicità tra
sorelle.
C’era una volta un’aspirante
stuntwoman. Una ragazzina indiana che, sfuggendo al controllo
prestabilito di secoli di usanze ferree, cerca di riscrivere il
proprio destino salvando la sorella da una sorte immeritata e,
contemporaneamente, raccontandoci di come l’avere un sogno così
dinamico e irrefrenabile possa portare a una rivoluzione nella
percezione del coming-of-age. Polite Society –
Operazione matrimonio, scritto e diretto da Nida
Manzoor, arriva nelle sale italiane dal 14 giugno 2023,
distribuito da Universal
Pictures, dopo la presentazione ufficiale al Sundance
Film Festival 2023.
Polite Society, la trama:
sorellanza infrangibile
La trama di Polite Society –
Operazione matrimonio segue le disavventure di
Ria (Priya Kansara),
un’adolescente di origini indiane e residente a Londra che sogna di
diventare una stunt woman. Dopo la scuola e le uscite con le sue
amiche del cuore, Clara (Seraphina
Beh) e Alba (Ella
Bruccoleri), Ria passa spesso il tempo in compagnia della
sorella maggiore, Lena (Ritu
Arya), che la sostiene e la comprende come nessun altro
nella loro famiglia. Infatti, Lena aiuta Ria a perfezionare il suo
carattere da combattente, a realizzare video per YouTube in cui la
sorella più piccola mostra le sue abilità e a fare il tifo per lei
da bordo campo. Il loro rapporto così simbiotico sembra l’unica
cosa che abbia senso nella vita di Ria, fino a quando Lena non
incrocia lo sguardo di Salim (Akshay
Khanna), un ricco spasimante che le fa perdere la testa.
Quando i sospetti di Ria sulle oscure intenzioni della famiglia di
Salim nei confronti di Lena vengono confermati, toccherà alla
nostra futura stunt woman salvare la situazione e impedire il
matrimonio della sorella.
Il dinamismo di Ria
Priya Kansara ruba
la scena con carisma impressionante, grazia ma anche risolutezza
nel modo di imporsi e, soprattutto, una mimica facciale
irresistibile, che fa divertire lo spettatore davvero per tutto il
film. Sembra entrare perfettamente in questo mondo che è a suo modo
una distopia, l’incubo ad occhi aperti di una ragazzina per cui è
arrivata l’ora di vedere il mondo con occhi diversi.
La verve e il carattere ferino di
Rea sembrano rispondere alla sveltezza e al
dinamismo propri di Edgar Wright. Il film è
montato per farla arrabbiare, muovere e orchestrare piani come se
fosse l’eroina di un fumetto moderno, pronta a fare ordine nella
sua storia che assume dei contorni fiabeschi – è pur sempre una
ragazzina che deve ancora solcare il passo del
coming-of-age – ma viaggia alla velocità ipersonica dei
cambiamenti della vita, del turbinio fiammeggiante che il diventare
grandi porta con se.
Tra l’India delle tradizioni e
attualità cinematografica
Con Polite Society –
Operazione matrimonio, Nida Manzoor onora
parte del retaggio di Broadway e sfrutta consapevolmente alcuni
capisaldi della cultura indiana (vestiti, usanza matrimonio
combinato) per inscenare un intreccio fiabesco, che si sposa
benissimo con il contesto in cui è stato presentato il film. Il
Sundance Film Festival predilige, infatti, racconti adolescenziali
che si distinguono per stile e modalità di racconto inedite e,
soprattutto negli ultimi anni, che scelgano cast diversificati e
puntino sull’inclusività, il racconto di società e culture a cui
non è stata concessa grande rappresentanza nel cinema del
passato.
Polite Society – Operazione
matrimonio è un film che sfida la categorizzazione: siamo
tra la commedia – a cui viene aggiunto un pizzico d’azione –
l’heist movie e il coming-of-age. C’è spazio per
una riflessione circa le aspettative riposte sui figli di famiglie
radicate in una cultura con regole specifiche. Ria
si oppone a questo sistema ed è l’unica che, sfidando un’idea
preimpostata di femminilità, tenterà di aprire gli occhi alla
sorella, fagocitata dal sistema. L’escapismo che permea l’intera
narrazione ha un senso ben preciso: dare una definizione visiva a
conflitti culturali e tra famiglie, fare capire dal punto di vista
di Ria quanto obsoleti e lontani dalla quotidianità le sembrano
questi concetti. Un ibrido in cui l’eroina vuole risanare il
rapporto con la sorella – non trovare l’amore – e al contempo
raccontarci il suo salto generazionale.
La regista francese
Maïwenn porta sullo schermo la routine quotidiana
della Sezione Protezione Minori (Brigade de Protection des
Mineurs). A scatenare la curiosità della giovane e poliedrica
transalpina verso questa tematica è stato un documentario di Virgil
Vernier su questo particolare reparto: in Polisse
ci sembra infatti di rivivere costantemente, a stretto contatto con
gli uomini della Sezione, stralci di indagini su casi di abuso,
pedofilia e delinquenza minorile. Ma la macchina da presa non si
ferma a questo, vuole mostrarci ancora più chiaramente le
ripercussioni emotive su Nadine (Karin Viard),
Fred (Joey Starr), Iris (Marina
Foïs), Mathieu (Nicolas Duvauchelle), di un lavoro che
porta allo stremo persino chi è immerso in queste vicende
quotidianamente.
Polisse, il film
Maïwenn riesce a
far collimare perfettamente sia il lato documentaristico che quello
più romanzesco. Il lavoro del cast accanto a veri agenti della
Sezione Protezione Minori ha sicuramente facilitato il lavoro della
regista facendo raggiungere a Polisse un alto livello di
verosimiglianza in entrambi i lati. L’illusione della realtà è
molto forte e coinvolge in pieno lo spettatore, il quale risulta
totalmente immerso in ogni dramma che il film racconta.
Lo stile registico della giovane
francese si accosta un po’ troppo a quello di numerose serie
poliziesche viste e riviste in televisione. L’originalità non può
di certo dirsi il punto forte della pellicola, ma nonostante tutto
ne esce fuori un qualcosa di convincente ma soprattutto di
coinvolgente, che porta lo spettatore ad immergersi totalmente
negli orrori su cui indagano gli uomini della Sezione, ma anche a
comprendere i complicati meccanismi che ci sono dietro questo
lavoro.
L’unica parte che rimane
confusionaria in Polisse risulta essere quella
relativa alle numerose relazioni amorose all’interno del nucleo.
Queste porzioni di pellicola avrebbero dovuto lasciare più spazio
all’azione documentaristica del film. Maïwenn ed il suo Polisse ha
sicuramente meritato il Prix du Jury a Cannes e un riconoscimento
ancora maggiore lo otterrà sicuramente dal consenso del pubblico
che lo vedrà in sala dal 3 Febbraio 2012.
Maiwenne Le
Besco D.: Polisse è un film che riesce a dare la sensazione di
essere una presa diretta sulla realtà. C’è un motivo particolare
per cui ha scelto di dare al film un taglio documentaristico
selezionando, poi, i casi da portare sulla pellicola?
R.: Molto probabilmente riesce a dare la sensazione della realtà
perché è girato bene e la percezione di veridicità che si prova nel
guardarlo è dovuta proprio al modo in cui è stata effettuata
la selezione dei casi trattati nel film, dettata non tanto
dall’elemento della straordinarietà che, inevitabilmente, avrebbe
fatto dei poliziotti francesi degli eroi, ma piuttosto in
base alla capacità delle storie di essere molto vicine alla realtà.
Quello che ho cercato di fare con Polisse è stato fare mia la
realtà che mi circonda. E ogni volta che la realtà viene riportata
in un film questa assume sempre una connotazione differente a
seconda di chi è a raccontarla. Ad esempio i personaggi del film
non sono inventati ma sono persone il cui modo di essere è stato
messo in scena direttamente da me e l’elemento del suicidio ne è
una prova visto che proprio una poliziotta ha tentato di
suicidarsi. D.: Ha lavorato a contatto con la polizia francese? E se si
come è stato valutato il suo operato da chi quotidianamente svolge
questo lavoro e quali difficoltà ha incontrato?
R.: Non ho avuto la possibilità di lavorare con loro perche i loro
capi non hanno voluto. Poi però alla proiezione si sono sentiti a
disagio perché il film effettivamente meritava e si sono resi conto
di aver perso un’opportunità. Quando si dirige un film non si ha la
possibilità di raccontare tutto, quello in cui mi sono impegnata è
stato cercare di fare un film che lasciasse libero lo spettatore di
riflettere senza essere pro o anti polizia.
Nel mio mondo, quello della “sinistra al caviale”, purtroppo quando
si parla di polizia si reagisce sempre in maniera negativa. Quando
mi sono resa conto che avrei potuto individuare degli elementi
positivi e quindi metterli in scena sono stata criticata, in
particolar modo, da quella sinistra di cui mi sento parte.
A tal proposito vi racconto un aneddoto. Un giorno con la mia
macchina ho imboccato una strada preferenziale e, giustamente, i
poliziotti mi hanno fermata. Quando ho aperto la portiera si sono
resi conto chi ero e mi hanno ringraziata per come sono riuscita a
portare sulla scena il loro lavoro.
Quello che effettivamente conta per me nella vita non è essere
compiacente con tutti, ma essere me stessa. Ho prodotto il mio
primo film da sola, l’ho girato da sola e sono fiera di essere
quello che sono.
Se mi rendo conto che c’è un poliziotto che fa bene il suo lavoro,
penso anche che valga la pena raccontarlo. Sono di sinistra, è
vero,ma non voglio e non devo compiacere nessuno.
Questa è una delle caratteristiche della Francia: fai una cosa per
trovare giustizia e poi vieni accusato di tradimento.
A Cannes sono stata contenta di due cose. Prima di tutto che una
rivista di sinistra mi abbia messo in copertina e abbia definito
Polisse: “un film che colpisce lo stomaco”. Seconda cosa quando il
Direttore del Festival
di Cannes mi disse che la decisione di eliminare alcuni
personaggi francesi dalla giuria avrebbe portato alla vittoria di
qualche film francese. D.: Ha scelto Riccardo Scamarcio perché era intenzionata a
trovare un attore straniero o ci sono altre
motivazioni?
R.: Sinceramente a me non interessava riuscire a trovare un
attore straniero, quello che maggiormente volevo era un attore
carismatico. Alle origini del film il ruolo interpretato da
Riccardo rientrava a far parte di un triangolo amoroso: me, lui e
il poliziotto. Inizialmente avevo elaborato quest’idea di creare
conflittualità sia tra i due personaggi sia tra i due mondi che
essi stessi rappresentano: da una parte la facilità della vita
borghese e dall’altra la realtà povera del poliziotto. Poi mi sono
resa conto che creare una storia parallela a quella raccontata nel
film non funzionava. E il motivo principale per cui ho scelto
Riccardo è perché le sue peculiarità caratteriali si sarebbero
integrate perfettamente in questo contesto e soprattutto lo avrebbe
avvantaggiato il suo modo di essere un po’ chiuso nei
sentimenti. Mentre per quanto riguarda la lingua inizialmente ho
pensato che avrebbe potuto rappresentare un ostacolo poi invece
sono arrivata alla conclusione che avrebbe potuto aiutare a
renderlo un personaggio diverso dal contesto raccontato e che in un
certo senso mi avrebbe aiutato a riconciliarmi con le mie origini
maghrebine.
Forse in futuro girerò Polisse 2 con Riccardo come attore
principale! D.: Il film è semplicemente straordinario. Cos’ha però di
autobiografico?
R.: La domanda e la risposta, in questo caso, rischiano di essere
uguali per tutti i registi. Ad ogni modo in ogni film c’è una parte
dell’inconscio che viene fuori e che ti porta a realizzare
determinate cose.
Io credo che qualsiasi artista quando produce una sua opera che sia
un quadro, una canzone o altro, racconta sempre qualcosa di sé, la
sua identità che poi è il passato.
Per me, ogni cosa che faccio, è autobiografica. L’abilità è nel
saperla nascondere. Molto probabilmente io non sono molto brava in
questo. Alcune volte però si tratta di antibiografia cioè
raccontare quello che si vorrebbe essere. Nei miei film, ad
esempio, è sempre molto presente l’aspetto della genitorialità, del
come si fa ad essere genitori o come si fa ad essere figli. Per
esempio nel mio ultimo film si percepisce la mancanza d’amore che
caratterizza il periodo dell’infanzia.
Se non ricordo male era Troufau a dire che si fa sempre lo stesso
film per tutta la vita e ci sono due frasi che caratterizzano la
mia esperienza: la prima me la disse un ragazzo quando avevo 11
anni: “Sai non ci sono regole per saper scrivere, si scrive come si
pensa.” La seconda è la seguente:” Tutti si possono identificare in
storie autobiografiche e in ogni storia autobiografica c’è qualcosa
di intimo”. Riccardo Scamarcio D.: Questa volta, al contrario di quello che succede
normalmente, hai recitato per un ruolo non da protagonista. Ti ha
fatto piacere?
R.: Avevo avuto modo di vedere il primo film di Maiwenne e la
conoscevo. Conoscevo il suo lavoro e il suo modo di lavorare e di
mettere in scena. Sostanzialmente ero curioso di lavorare con lei
che ha comunque un modo particolare di produrre film. Questo mi ha
spinto ad accettare questa parte che, sicuramente, in origine,
aveva un’importanza diversa da quella che ha avuto poi alla fine,
ma questo sinceramente non è rilevante perché la mia è stata
sostanzialmente una sfida, un mettersi in gioco nel recitare in
francese e nell’andare a lavorare in un altro Paese. La cosa che mi
ha spinto maggiormente è che Maiwenne quando gira un film parte dal
copione ma poi lascia ampio spazio all’improvvisazione. E questo,
per una persona che conosce il francese ma non lo parla come un
madrelingua è una grande sfida!
E poi Polisse è un film importante che parla di un argomento
altrettanto importante quale quello della pedofilia e ne parla in
maniera così differente dalla normalità che alla fine del film ho
provato un sentimento di tenerezza sia nei confronti dei bambini
che degli adulti. D.: Secondo quanto detto prima il tuo ruolo avrebbe dovuto
essere molto più importante. Cosa hai provato quando hai visto le
tue scene ridotte?
R.: Mi è dispiaciuto perchè alla fine avevo fatto un gran lavoro in
10 giorni ma, allo stesso tempo, sono contento di essere in questo
film, anche con una piccola parte. Questo perché Polisse mi ha
trasmesso delle sensazioni e delle emozioni particolari: provare
tenerezza per un bambino è insito nella natura umana ma provare
quello stesso tipo di tenerezza anche per gli adulti non è cosa da
tutti i giorni.
Sono felice di averne preso parte perché è un film
intensamente vivo, che trasmette una grande vitalità e allo stesso
tempo una immensa tenerezza.
Inoltre guardandolo si riesce ad individuare quella sensazione
di malessere del vivere che, ormai, ci riguarda tutti, è un
film denso e non penso ce ne siano molti. D.: Dato il tuo carattere pignolo com’è stata la tua prima
volta sotto la direzione di una donna e che hai provato a girare un
film in un paese straniero?
R.: Si effettivamente è la prima volta che recito in un film sotto
la direzione di una donna. E sinceramente ho accettato passivamente
tutto quello che Maiwenne mi ha chiesto. Per quanto riguarda,
invece, il mio essere pignolo non penso che i registi italiani
pensino questo di me o, perlomeno, nel set sono quello che tende a
risolvere i problemi poi al di fuori del set è tutta un’altra
cosa. D.: Progetti Futuri?
R.: Tornerò a Roma a breve e comincerò il film con Valeria Golino,
al quale lavoro da ormai un anno, ovviamente come produttore. Il
titolo provvisorio è Vi perdono.
Polisse di Maïwenn Le Besco è
il film che, in questa terza giornata di Cannes 2011, si contende i
riflettori con il papa titubante di Nanni Mortti, per quello che
riguarda il Concorso.
Vi presentiamo il trailer italiano di
Polisse, diretto da Maïwenn, la cui uscita nelle nostre sale è
prevista per il 3 febbraio 2012. Il film, premiato al Festival
di Cannes – Premio della Giuria, è basato su casi di cui la
stessa regista ha avuto esperienza diretta nei mesi che ha passato
affiancata agli agenti della BPM (Brigade de protection des mineurs
– Sezione Protezione Minori) E da un lato ci mostra gli orrori
legati ad abusi sessuali compiuti ai danni dei bambini, dall’altro
vuole in maniera ancora più esplicita raccontare delle
ripercussioni emotive e psicologiche di un lavoro tanto duro in
coloro i quali lo portano avanti con passione e positivo
idealismo.
POLICE, marchio
italiano di occhiali e orologi unisex audace e urbano, è lieto di
annunciare la sua partnership con Warner Bros. e The
Batman. I due brand iconici si sono uniti nella
realizzazione di quattro orologi in edizione limitata che vantano
elementi misteriosi e audaci, caratteristici del fenomeno globale.
I seducenti orologi sono stati svelati in occasione di un evento
esclusivo che ha avuto luogo il 17 gennaio 2022 a Dubai al Float
Restaurant and Lounge dell’Hotel Queen Elizabeth II alla presenza
di ospiti VIP e delle più importanti testate giornalistiche del
Medio Oriente.
Realizzati solamente in 10.000
esemplari in tutto il mondo, gli orologi saranno disponibili al
pubblico a partire da venerdì 4 febbraio 2022. I singoli pezzi o
l’intera collezione saranno certamente contesi da collezionisti e
aficionados e presumibilmente andranno sold out. I segnatempo sono
stati progettati per celebrare il tanto atteso film, che sarà
presentato in anteprima il 4 marzo 2022. L’edizione limitata Police
x The
Batman, pensata per soddisfare sia i gusti femminili
sia quelli maschili, sarà disponibile in tutti i principali
rivenditori di orologi a partire da € 199 fino a € 399.
I quattro orologi sono stati
sapientemente denominati traendo ispirazione dall’avvincente
partnership che annovera i seguenti segnatempo: l’orologio The
Batman, l’orologio The
Batman Edizione Vengeance, l’orologio The
Batman Edizione Gotham City e l’orologio The
Batman Edizione Catwoman.
Orologio THE
BATMAN€ 399 – Maschile
L’orologio THE
BATMAN presenta un’esclusiva struttura della cassa di 50 x 32
mm divisa in due parti che evoca la doppia identità del
personaggio. Ogni cassa può essere impostata su un fuso orario
specifico, una caratteristica che rende l’orologio perfetto per
avventure internazionali. Gli elementi distintivi – il logo The Bat
e la grafica del titolo del film – decorano la parte inferiore
dell’orologio. Le due corone, posizionate in maniera inusuale,
gestiscono i quadranti separati. Il logo Police, posizionato
sull’elemento cilindrico al centro, aggiunge un tocco di
artigianalità all’orologio. Il cinturino di pelle completa il look
finale del segnatempo.
Orologio THE
BATMANEdizione Vengeance € 299 –
Maschile
La furia imperturbabile
di THE BATMAN prende vita nell’edizione Vengeance (Vendetta)
dell’orologio. Questo segnatempo è dotato di tre quadranti per tre
fusi orari separati. L’orologio si presenta con una cassa di 49 x
56 mm e un bracciale in acciaio inossidabile placcato nero. Il
quadrante principale è collocato in profondità, con indici
proiettati verso l’alto e verso l’esterno. La cassa e il quadrante
sono intrisi del personaggio, con viti dal carattere “industrial” e
il simbolo The Bat posto su differenti livelli, che creano un senso
di profondità e di innovazione. Ciascuna delle tre corone scanalate
presenta l’iconico logo “P”.
Orologio THE
BATMANEdizione GothamCity € 199
– Maschile
Un’ode alla città
testimone di tutto, l’edizione Gotham City è animata da una
retroilluminazione all’interno di una cassa in acciaio inossidabile
placcato nero di 44 x 52 mm. Il leggendario simbolo di The Batman
si illumina sul quadrante scuro connotato da una texture a nido
d’ape. La corona prominente posizionata a ore quattro è protetta
dal copri-corona funzionale in metallo. A completare l’orologio, un
morbido cinturino in silicone con inserti in metallo con inciso il
simbolo The Bat su entrambi i lati.
Orologio THE
BATMANCatwoman Edition € 199 –
Unisex
Un elegante orologio
multi-quadrante ispirato al personaggio agile e veloce di Catwoman.
Il segnatempo è dotato di una cassa in acciaio inossidabile
placcato nero di 40 x 46 mm ornata da una lunetta decorata con
pietre di colore nero corvino. Il quadrante a due livelli presenta
il logo The Bat incassato. A completarlo, 12 indici sapientemente
sfaccettati e lancette lucide sfaccettate in perfetta armonia con
lo stile di Catwoman. Il cinturino di pelle ha un carattere
proprio, strutturato nella finitura con decorazioni funzionali.
Invitiamo a festeggiare il ritorno
di The
Batman sul grande schermo indossando un orologio
Police x The
Batman e diventando così uno dei 10.000 possessori di
questo incredibile segnatempo. I quattro orologi in edizione
limitata saranno disponibili al pubblico a partire da venerdì 4
febbraio 2022 in tutti i principali rivenditori.
Cinefilos.it mette
a disposizione per i suoi lettori la possibilità di partecipare
alla premiere di Poli Opposti, il film di
Max Croci con Luca Argentero e
Sarah Felberbaum. Alla proiezione sarà presente in
sala anche il cast del film, che parteciperà alla serata e saluterà
i fortunati partecipanti.
Per avere la possibilità di
partecipare scrivi a [email protected]
indicando Nome e
Cognome. L’invito è valido per 2 persone.
L’anteprima si terrà mercoledì 7
ottobre alle ore 20.30 presso The Space Odeon di Milano.
NB Tutte le e-mail che non conterranno
i dati richiesti saranno automaticamente
scartate.
Opera prima del regista Max Croci, autore anche di Al posto
tuo e La
verità, vi spiego, sull’amore, il film Poli
Opposti (qui
la recensione) propone una classica situazione da commedia
sentimentale, sfruttando però una serie di dinamiche sempre buone a
partire dalle quali costruire un film emozionante e ricco di colpi
di scena. Lo stesso Croci ha raccontato che: “Quello che
abbiamo scelto di raccontare è un tema affrontato più volte dal
cinema, abbiamo pensato ad esempio soprattutto alle commedie
sofisticate americane di Howard Hawks con Cary Grant, con la
battaglia dei sessi e il contrasto iniziale tra i due personaggi
principali che porta all’inevitabile happy end“.
Poli Opposti,
arrivato nelle sale nel 2015, ha dunque proposto sul grande schermo
la coppia formata da Luca Argentero e SarahFelberbaum, posti
all’interno di una storia portata avanti dalle differenze che
intercorrono tra i loro personaggi ma anche dagli elementi che
invece li attraggono l’uno all’altro. Proprio la presenza di questi
due interpreti ha poi favorito il buon risultato del film, arrivato
ad un incasso di circa 2 milioni di euro. Poli
Opposti è infatti stato tra le commedie sentimentali
italiane più apprezzate del suo anno.
Girato interamente a Roma, il film è
ancora oggi un buon titolo ricco di romanticismo che non manca di
soddisfare gli appassionati di questo genere. Grazie al suo
passaggio televisivo è poi possibile rivederlo e riscoprirlo, anche
a distanza di quasi un decennio dalla sua uscita. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a Poli Opposti. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Poli Opposti
Protagonisti del film sono
Stefano Parisi e Claudia Torrini.
I due fanno due lavori che, apparentemente, non potrebbero essere
più distanti: terapista di coppia lui, avvocato divorzista lei.
Stefano, inoltre, si è appena separato dalla moglie, mentre Claudia
è invece una madre single. I loro uffici, con annessa abitazione,
si ritrovano sullo stesso pianerottolo. L’antipatia (e
l’attrazione) reciproca sono immediate, e a queste si aggiunge la
rivalità professionale quando i pazienti dell’una cominciano a
rivolgersi all’altro, e viceversa. Ma i poli opposti, si sà, sono
destinati ad attrarsi.
Il cast di Poli Opposti
Ad interpreare Stefano e Claudia vi
sono gli attori Luca Argentero e SarahFelberbaum. Mentre
Argentero si è trovato a dover interpretare un ruolo profondamente
romantico, Felberbaum ha invece dovuto costruire la sua Claudia a
partire da un’idea di austerità e severità. Accanto a loro, nel
film, si ritrovano gli attori Tommaso Ragno e Anna
Safroncik rispettivamente nei ruoli di Stefano e
Mariasole, suocero ed ex moglie di Stefano. Riccardo
Russo interpreta il figlio di Claudia, Luca, mentre
Giampaolo Morelli è suo fratello Alessandro,
sposato con la Rita di Elena Di Cioccio.
Completano il cast Jack Queralt nel ruolo di
Manolo, Grazia Schiavo in quello di Carolina e
Stefano Fresi in quello di Marco.
Il finale di Poli Opposti e il suo
significato
Ma cosa vuol dire Poli
Opposti? I poli costituiscono i due estremi opposti di una
medesima realtà, essendo connessi inestricabilmente tra loro in una
Unità. Non si può ad esempio comprendere il giorno senza la notte,
né il freddo senza il caldo, o la povertà senza la ricchezza. Poli
opposti sono però anche quelli che in una carica magnetica si
attraggono. Ecco dunque che nel film Stefano e Claudia sono dunque
Poli Opposti, in quanto operano all’opposto di uno stesso ambito ma
proprio per questo finiscono per attrarsi. Così, dopo un iniziale
allontanamento, nel finale del film grazie al figlio di Claudia i
due protagonisti si ricongiungono e si riconoscono come
inseparabili.
Il trailer di PoliOpposti e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di Poli
Opposti grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV, Prime Video, Now,
Rai Play e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì
13 marzo alle ore 21:25 sul canale
Rai 1.
Lui tranquillo, lei sempre nervosa.
Lui scende a compromessi, lei rimane ferma nelle sue idee. Lui
aiuta le coppie a tornare insieme, lei le aiuta a dividersi. Due
persone talmente distanti non potrebbero esistere, eppure…si
attraggono! Parte con questa premessa il primo lungometraggio di
Max Croci, Poli Opposti, la
commedia della 01 Distribution al cinema dal’8
Ottobre, che vede come protagonisti Luca Argentero e Sarah Felberbaum insieme a Giampaolo Morelli, Anna
Safroncik, Elena Di Cioccio,
Grazia Schiavo e l’esordiente e bravissimo
Riccardo Russo.
In Poli Opposti
Stefano (Luca
Argentero) è un dolce terapista di coppia, infelice
del suo matrimonio con l’egoista Mariasole (Anna
Safroncik) mentre Claudia (Sarah
Felberbaum) è un avvocato divorzista, anche detta La
Iena, madre di Luca (Riccardo Russo), ragazzino
sveglio ma poco seguito. Dopo un primo incontro-scontro, Stefano e
Claudia finiscono per essere vicini di casa e la guerra tra i due e
il loro modi di pensare totalmente diversi si sfoga tra dispetti,
ripicche e innegabile attrazione.
Come ci insegnano i
grandi classici della commedia sentimentale, Poli
Opposti ripropone il concetto dell’importanza del
romanticismo nella vita. Con giochi di regia originali (anche
se a volte forzati), Max Croci omaggia più volte
quel tipo di film che con il lieto fine ha fatto sognare
generazioni intere e quindi non ci fa mancare la corsa sotto la
pioggia, l’immancabile piedino di lei che si alza con il primo
grande bacio e anche quel tocco di magia che aiuta i due
protagonisti ad andare incontro al loro destino insieme.
Tutto molto ben costruito e molto
all’americana, ma forse tutto troppo. C’è tanta
prevedibilità nella trama, con personaggi esageratamente
caricaturali tanto da essere poco credibili ma di cui sappiamo già
il destino dopo le prime scene e sebbene siano tutti
particolarmente centrati (in particolare Luca Argentero e
Giampaolo Morelli), la Claudia di Sarah Felberbaum non convince fino in fondo,
forzando troppo il suo personaggio.
Infine, le situazioni comiche che
ci aspetteremmo da una commedia del genere vengono a mancare e
questo fa perdere ulteriore ritmo ad una sceneggiatura già debole
di suo che con un’incipit originale ci promette un film che mai
vedremo.
“Avete davanti a voi un bambino
felice!”, così esordisce Max Croci alla
conferenza stampa di presentazione del suo film Poli
Opposti, al cinema dal’8 ottobre 2015 per
la 01Distribution in 300 copie in tutta
Italia. “Finalmente ho realizzato il mio sogno di fare un
lungometraggio, ho più di 40 anni ma mi considero un giovane
regista e sono contento di essere riuscito a trascinare in questo
progetto molti esordienti con cui ho formato una squadra fantastica
e per questo li ringrazio”.
Poli Opposti è una
commedia sentimentale che vede come protagonisti Luca
Argentero e Sarah Felberbaum,
“Attraverso il mio film ho voluto omaggiare diversi film con
cui io sono cresciuti, la classica commedia Hollywoodiana”
continua Max Croci, “È molto importante non
dimenticarsi dell’aspetto romantico della vita. La mia idea era
proprio quella di riportare ai giorni nostri le classiche dinamiche
da commedia romantica: lo scontro tra i sessi, il bacio, la
pioggia… e anche Roma! È volutamente colorata, quasi una cartolina,
come veniva rappresentata in technicolor dalle produzioni
americane”.
Nel ruolo del terapista di
coppia Stefano, troviamo Luca Argentero che si è
trovato molto a suo agio nei suoi panni, “Quando mi hanno dato
il copione ho subito capito chi era Stefano, mi è venuto facile
pensare in quel modo: non era solo un eleganza di costumi ma anche
di modi. Siamo nell’era di WhatsApp e noto che da parte degli
uomini non c’è più la voglia di avvicinarsi ad una donna con garbo.
Il film di Max trovo che abbia la giusta eleganza
contemporanea”. L’attore inoltre conferma di avere anche lui
un lato romantico, come tanti dei personaggi interpretati nelle
ultime commedie (genere in cui ormai è uno degli attori di punta in
Italia), “Il romanticismo non si può imparare e devo ammettere
che aprire una portiera, portare dei fiori o invitare una donna a
cena fuori mi è sempre venuto naturale. Ma penso che sia anche
dovuto all’ambiente in cui sono cresciuto, ai miei genitori che
ancora si salutano con un bacino anche se devono fare un viaggio in
macchina di 100 metri. Io quando mi sveglio la mattina non penso di
essere un sex-symbol e non sono per niente vanitoso, ma lo so che è
merito del mio aspetto se da qualche anno a questa parte mi fanno
fare questo tipo di commedia: ho il physique du rôle! Ma non mi
lamento, mi piace essere l’eroe romantico della storia! Purtroppo
non sono io che scelgo, l’attore subisce delle scelte: non è che
possono andare a citofonare a Garrone e e chiedergli di fare il
gangster. Ma ripeto, io mi ritengo molto fortunato perché passo la
maggior parte dei mesi dell’anno sul set mentre molti miei colleghi
purtroppo stanno a casa”.
Al contrario Sarah
Felberbaum interpreta l’avvocato divorzista Claudia, un
ruolo opposto al suo essere, “Questo ruolo è stata un
esperienza unica e non mi era mai capitato di interpretare un
personaggio così. Mentre ero sul set, Max e gli altri mi chiedevano
sempre di più, di portare in scena una donna sempre più incazzata
con il mondo, trattenere il respiro, essere tutta d’un pezzo.
Difficile ma stimolante! E devo ammettere che anche il look di
Claudia è stato molto interessante. Alla primissima prova costume
sono andata in crisi: mi sembrava un po’ tutto troppo perfetto. Poi
però mi sono accorta che i costumi erano un altro personaggio nella
storia ed erano necessari per capire Claudia”.
Sul finale è intervenuto anche il
produttore della Rodeo Drive, Marco
Poccioni che si è collegato al discorso aperto da
Argentero sui ruoli e tipo di film che gli vengono sempre proposti,
“La nostra industria cinematografica è un po’ povera. In un
contesto come questo, di questo tipo di commedia, si tende a non
rischiare e, purtroppo, a stereotipare gli attori. Questa è la
tendenza in Italia e concordo che c’è poca voglia di rischiare e si
tende ad andare su modelli già testati.”
La The
Weinstein Company ha diffuso il primo trailer e il
teaser poster del film horror Polaroid, diretto
da Lars Klevberg e prodotto
da Roy Lee (The Ring, The
Grudge).
https://www.youtube.com/watch?v=3Zmk3z1ZJzA
Il poster di Polaroid
Nel film Bird Fitcher, una
giovane studentessa, trova per caso una macchina fotografica
Polaroid. Un oggetto molto particolare, che sembra causare la morte
di ogni persona fotografata.
Scritto da Blair
Butler, Polaroid vede protagonisti Kathryn
Prescott (Finding Carter), Mitch
Pileggi (X-Files), Grace
Zabriskie (The Grudge), Tyler
Young (Eyewitness), Keenan
Tracey (Bates Motel), Samantha
Logan (The Fosters), Priscilla
Quintana (Stranded), Madelaine
Petsch (Riverdale) e Javier
Botet (Mama, IT).
Arriva al cinema dal 6 giugno
distribuito da Notorius PicturesPolaroid, il nuovo film horror diretto da
Lars Klevberg e con protagonisti nel cast
Kathryn Prescott Tyler Young Samantha Logan Keenan
Tracey.
In Polaroid Sarah
e la sua amica Linda, stanno rovistando nell’attico di casa quando
trovano una scatola con dentro una vecchia Polaroid SX-70. Quando
Sarah è sola, qualcosa inizia a spaventarla; rumori improvvisi
provenienti dalla macchina fotografica, scricchiolii, la visione di
una ragazza impiccata e infine la presenza di un’ombra misteriosa
che finisce per ucciderla. Si susseguiranno una serie di omicidi
sempre più efferati fino a quando lo spirito intrappolato nella
polaroid, non riuscirà a vendicarsi e a porre fine al suo disegno
di morte e distruzione.
Polaroid è il
primo lungometraggio del regista norvegese Lars Klevberg, che
adatta un suo cortometraggio omonimo che ha ottenuto il plauso
della critica quando ha fatto il giro del festival nel 2015.
Il film vede la partecipazione di
Kathryn Prescott, Mitch Pileggi, Grace Zabriskie, Tyler Young,
Keenan Tracey, Samantha Logan, Priscilla Quintana, Madelaine Petsch
e Javier Botet, quest’ultimo attore spagnolo specializzato nel
ritrarre creature sovrannaturali nei film horror, ha interpretato
Niña Medeiros nella trilogia REC, La Madre
nell’omonimo film e più recentemente ha vestito i panni dello
Slender man nell’omonimo film e de L’uomo Storto in The
Conjuring 2.