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Parto col folle: recensione del film con Robert Downey jr.

Parto col folle film

Todd Phillips torna in sala con Parto col folle, una brillante commedia che si presenta come piccolo intervallo fra il suo grande successo Una notte da leoni e l’attesissimo sequel previsto per questa primavera. Ma Phillips non permette ai suoi fan più accaniti di disperarsi nell’attesa e anche questa volta butta dentro il film il divertente e amato (nonostante il nome impronunciabile) Zach Galifianakis, il cognato dello sposo de Una notte da leoni per intenderci.

Protagonista di Parto col folle questa volta è il carismatico Robert Downey jr. che visti i successi degli ultimi anni (da Iron Man a Sherlock Holmes) può permettersi di guardare al futuro e lasciarsi alle spalle le vicissitudini giudiziarie che l’hanno coinvolto nei primi anni del 2000 e che gli regalarono anche un calo di popolarità. Peter Highman, architetto in trasferta, riceve la notizia dell’imminente nascita del suo bambino, intenzionato a prendere il primo volo per Los Angeles si imbatte nel curioso Ethan, aspirante attore, con cui ha una serie di imprevisti che gli faranno saltare il volo. Paradossalmente da qui in poi sarà proprio Ethan l’unico con cui potrà viaggiare on the road fino all’ospedale di Los Angeles in una corsa contro il tempo piena di situazioni “anomale”.

Parto col folle, Robert Downey jr. e Zach Galifianakis in stato di grazia

Formula già vista e ben rodata, Phillips utilizza l’ennesima strana coppia per l’ennesimo film on the road pieno zeppo di spunti comici, malintesi, equivoci e situazioni irritanti. I due attori tengono bene il film, Downey ha finalmente la possibilità di mettere i suoi costumi da detective/supereroe nell’armadio mentre Galifianakis ripropone con pochissime varianti il personaggio di Alan Garner della precedente pellicola di Phillips. Il regista dal canto suo, si rifà molto al suo datato ma sempre molto divertente Road Trip.

Oltre ai due attori che recitano a tutto campo sono senz’altro da segnalare le altre presenze del film, Jamie Foxx, Juliette Lewis e RZA, attori che curiosamente svolgono tutti e tre la duplice carriera di cantante/attore, chi più e chi meno bilanciato da una parte e dall’altra. Un Jamie Foxx, qui nei panni dell’amico Jim, che ritrova per la terza volta Robert Downey jr.  dopo Kiss Kiss Bang Bang e il bellissimo film di Joe Wright: Il solista. Chiude la fila Michelle Monaghan fresca del film Somewhere di Sofia Coppola che qui interpreta la moglie di Peter, donna incinta in attesa dell’arrivo di suo marito.

Ottima anche la colonna sonora per lo più a tinte rock dove spiccano nomi come Cream, Wolfmother, Rod Stewart, Neil Young e Pink Floyd.

 
 

Parto col Folle edizione Blu-ray e Dvd

Edizioni Blu-ray e DVD in vendita dal 21 giugno 2011 Il film, che ha incassato quasi 4 milioni di euro al botteghino ed interpretato da Robert Downey Jr. e Zach Galifianakis, arriva finalmente in Blu-ray e DVD.

 
 

Partir un jour: recensione del film di Amélie Bonnin – Cannes 78

Partir un jour recensione film

Si alza il sipario sulla 78 edizione del Festival di Cannes con quella che ormai sembra una vera e propria tradizione consolidata per la Croisette: una commedia. Solo per citare alcuni titoli, è da anni che le danze del concorso cinematografico più prestigioso del mondo prendono il via sulle note di una visione “leggera”, pur con le dovute variazioni: ricordiamo, ad esempio, Cut! Zombi contro zombi! del 2022, remake dell’horror comedy giapponese Zombie contro Zombie e Le Deuxieme Acte di Quentin Dupieux (2024), è il turno per l’edizione 2025 di Partir un jour, esordio al lungometraggio di Amélie Bonnin e sviluppato a partire dall’omonimo corto vincitore di un premio César nel 2023.

Bentornata a casa

Cècile (Juliette Armanet) sta per realizzare il suo sogno: aprire un ristorante gourmet tutto suo, dopo un’esperienza di successo al programma televisivo Top Chef. Ma proprio quando tutto sembra andare per il meglio, riceve una notizia che la costringe a tornare nel suo paese natale: il padre ha avuto un infarto. Lontana dalla frenesia di Parigi, Cécile si ritrova immersa nei luoghi e nei ricordi della sua adolescenza. Qui, inaspettatamente, rincontra il suo amore giovanile (Bastien Bouillon), e il passato riemerge con forza, mettendo in discussione tutte le sue certezze.

Negli ultimi anni, stiamo assistendo a una sorta di estensione del raggio di interesse del coming-of-age: spesso, complice la realtà frammentaria in cui viviamo, i protagonisti di questo tipo di narrazioni non sono più ragazzi sulla soglia della maturità, ma millenials alle prese con le difficoltà di un ingresso nel mondo adulto che è notevolmente mutato rispetto a quello conosciuto dai loro genitori. Questo è anche il caso di Cécile, chef di cucina gourmet all’apice della sua carriera professionale, ma totalmente ingarbugliata nella sfera privata. Fatica a comunicare con gli affetti dunque Bonnin si avvale di alcuni inserti musicali che dovrebbero restituire frammenti del passato, percezioni del presente e speranze o timori per il futuro, tanto della protagonista quanto dei comprimari. Purtroppo, non sempre la loro attinenza ai vari segmenti narrativi risulta particolarmente decisiva e, pur restituendo parentesi divertenti, in linea con lo spirito più generale dell’opera, resta da chiedersi cosa rimane oltre la superficie di un racconto agrodolce su una millenial frammentata.

Ritrovare una cucina lontana

Particolarmente interessante è la prospettiva adottata, quella di una femminilità non canonica, che ritrova soprattutto nel confronto con le figure maschili legate alla sua infanzia un nuovo punto di vista. Curiosamente, Cécile riesce a connettersi con la sua emotività lontano dalla rigidità della cucina altolocata, sporcandosi le mani nella cucina casalinga dei suoi genitori, in mezzo ad amici che lavorano con i motori, e serate all’insegna di bevute in compagnia. Senza la pressione che il suo ruolo prominente nella brigata parigina porta con sè, la nostra giovane protagonista sarà costretta a confrontarsi con un avvenimento destinato a cambiare per sempre la sua vita. Quello che riesce a restituire con tenerezza è il riavvicinamento al fiorire di emozioni tipico dell’adolescenza, il ritrovo con gli amici e la “stupidità” delle avventure in gruppo, ma siamo lontani dall’accuratezza con cui Joachim Trier – curiosamente in concorso anche quest’anno con il film Sentimental Value – aveva tracciato lo scrapbook frammentato di Julie nel suo La persona peggiore del mondo. Nota di merito a tutte le performance, sfaccettate nella loro sincerità e particolarmente in linea con il tono del racconto.

Performance attoriali centrate

Armanet incarna con credibilità un carattere in crisi tra la nuova vita cittadina che si è costruita e il ritorno alle origini, dove tutto è apparentemente rimasto uguale, esattamente come il suo sguardo su di esso, che non ha mai messo in discussione. D’altra parte, Bouillon brilla nei panni dell’amore giovanile, che con un immutato senso dell’umorismo sembra riuscire a rimettere tutto in equilibrio. È proprio grazie a queste prove attoriali se, nel complesso, Partir un Jour risulta un’esperienza di visione comunque piacevole, seppur non particolarmente accattivante. Ma, ça va sans dire, il vero festival deve ancora iniziare.

Partir un jour apre Cannes 2025 con delicatezza, raccontando il ritorno alle origini di una millennial in crisi. Nonostante qualche superficialità narrativa, le interpretazioni sincere e il tono nostalgico rendono il film una visione piacevole, seppur non memorabile.

 
 

Parthenope: nuova immagine del film di Paolo Sorrentino in concorso a Cannes

Parthenope
Parthenope di Paolo Sorrentino - Foto Credit Hollywood Authentic/ Greg Williams

Parthenope, del regista premio Oscar Paolo Sorrentino, sarà presentato in anteprima mondiale al 77° Festival di Cannes (qui l’intera selezione ufficiale).

Il film racconta, nelle parole di Paolo SorrentinoIl lungo viaggio della vita di Parthenope, dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore. I veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore. E poi ti fanno ricominciare. La perfetta estate di Capri, da ragazzi, avvolta nella spensieratezza. E l’agguato della fine. Le giovinezze hanno questo in comune: la brevità.

E poi tutti gli altri, i napoletani, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, disillusi e vitali, le loro derive malinconiche, le ironie tragiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sa essere lunghissima la vita, memorabile o ordinaria. Lo scorrere del tempo regala tutto il repertorio di sentimenti. E lì in fondo, vicina e lontana, questa città indefinibile, Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

Nel cast, in ordine alfabetico, Dario Aita, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli Alfonso Santagata.

Il film, girato tra Napoli e Capri, è una co-produzione Italia-Francia. Scritto e diretto da Paolo Sorrentino, è un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Il direttore della fotografia è Daria D’antonio, il Costume Artistic Director è Anthony Vaccarello per Saint Laurent, il costumista è Carlo Poggioli, il montatore è Cristiano Travaglioli, lo scenografo è Carmine Guarino, il casting è di Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni.

Di seguito, dopo alcune prime foto, ecco la nuova immagine ufficiale del film:

Parthenope
Parthenope by Paolo Sorrentino. Da sinistra Celeste Dalla Porta e Stefania Sandrelli. Foto di GIanni Fiorito.
 
 

Parthenope: le prime foto ufficiali del nuovo film di Paolo Sorrentino!

Parthenope di Paolo Sorrentino - Foto Credit Hollywood Authentic/ Greg Williams
Parthenope di Paolo Sorrentino - Foto Credit Hollywood Authentic/ Greg Williams

Sono state diffuso le foto del nuovo film del regista premio Oscar Paolo SorrentinoParthenope. Nel cast, in ordine alfabetico, Dario Aita, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli e Alfonso Santagata. Le foto sono sono di Greg Williams.

Il film, girato tra Napoli e Capri, è una co-produzione Italia-Francia. Scritto e diretto da Paolo Sorrentino, è un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Il direttore della fotografia è Daria D’antonio, il Costume Artistic Director è Anthony Vaccarello per Saint Laurent, il costumista è Carlo Poggioli, il montatore è Cristiano Travaglioli, lo scenografo è Carmine Guarino, il casting è di Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni. Le vendite internazionali saranno gestite da UTA e Fremantle.

 

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Il film è scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Le vendite internazionali saranno gestite da UTA e Fremantle.

La trama del film Parthenope

La vita di Partenope, che si chiama come la sua città, ma non è né una sirena, né un mito. Dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Dentro di lei, tutto il lunghissimo repertorio dell’esistenza: la spensieratezza e il suo svenimento, la bellezza classica e il suo cambiamento inesorabile, gli amori inutili e quelli impossibili, i flirt stantii e le vertigini dei colpi di fulmine, i baci nelle notti di Capri, i lampi di felicità e i dolori persistenti, i padri veri e quelli inventati, la fine delle cose, i nuovi inizi. Gli altri, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, le loro derive malinconiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sempre in compagnia dello scorrere del tempo, questo fidanzato fedelissimo. E di Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

 
 

Parthenope: il vero significato e la spiegazione del finale del film di Paolo Sorrentino

Parthenope
Parthenope by Paolo Sorrentino. Da sinistra Celeste Dalla Porta e Stefania Sandrelli. Foto di GIanni Fiorito.

Presentato al Festival di Cannes 2024 è arrivato nelle nostre sale il 24 ottobre, Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino è stato un evento accolto con più entusiasmo all’estero che in patria, visto che non è raro che nessuno è profeta in patria, anche ai livelli altissimi raggiunti dal cinema di Sorrentino.

Il regista partenopeo di adozione romana evoca un lirismo frammentato, per alcuni ridondante e autoreferenziale, ma ha anche un’anima punk che gli impedisce di essere incasellato in un sistema. Non si fa scrupoli a fare suo qualsiasi argomento. E poi, è un uomo dotato di una sensibilità superiore a quella comune, che nota e intuisce frequenze emotive e sfumature di significato accessibili a pochi. Una visione fatta di tante domande e pochissime risposte, perché Sorrentino è un uomo votato al dubbio, proprio come i suoi film. Ed è forse per questo che la frenetica ricerca di “senso” al termine della visione di Parthenope lascia spesso interrogativi ancora aperti e un sapore amaro in bocca.

Il film con protagonista Celeste della Porta si distingue, a livello formale, per la sua netta divisione in due macro sezioni, la prima prettamente narrativa, che segue la giovinezza di questa fanciulla inafferrabile. La seconda, decisamente più interessante e enigmatica, che abbraccia a piene mani la metafora di una donna/città che si fa attraversare da tutte le sue anime. Parthenope nasce in mare e cresce sulla costa, alimentata dal bello, la cultura, i giochi d’infanzia con suo fratello e il suo migliore amico, in questa specie di triangolo incestuoso in cui nessuno davvero si immerge.

Il vero significato di Parthenope

Ma dopo il traumatico avvenimento centrale, Parthenope diventa Napoli, che senza essere mai catturata nella sua essenza si fa toccare da ognuno dei suoi “luoghi comuni”. La fanciulla entra in contatto quindi con le anime della città, in quelli che sembrano episodi slegati, indipendenti l’uno dall’altro, ma tutti che fanno riferimento alla ricchezza e alla molteplicità di Napoli. Nel realizzare il suo Roma, in continuo accostamento (forse solo degli altri) a Fellini, Sorrentino scompone la sua città: la fede, la ricchezza, la mala vita, la cultura, l’accademia, lo sport, la vita e la morte, la musica e l’arte. Ogni “episodio” che vede protagonista il personaggio di Celeste della Porta vede rappresentata una delle caratteristiche della città. Una grande metafora della ricchezza composita e inafferrabile della splendida ninfa nata dal mare.

Parthenope di Paolo Sorrentino – Foto Credit Hollywood Authentic/ Greg Williams

La spiegazione del finale di Parthenope

Nel finale del film, Sorrentino torna alla narrazione classica, attraverso il personaggio di Stefania Sandrelli, una Parthenope non più giovane, ma saggia e risolta, che una volta raggiunta la pensione torna a Napoli e si pacifica con lei. La giovinezza, l’età verde in cui tutto è possibile, è passata ma guardando la città intorno a sé, la donna si rende conto che esiste una eredità in essa, proprio per il fatto che l’ha attraversata così in profondità, l’ha indossata come la preziosissima mitra che porta con regalità in una delle sequenze più discusse del film, e con fierezza è diventata una sola cosa con Napoli.

Come detto in apertura, Paolo Sorrentino non è un uomo di risposte, ma di domande, e sebbene le spiegazioni siano sempre appaganti, il dubbio e l’interpretazione delle sue opere rimarrà sempre uno degli aspetti più interessanti della sua produzione.

 
 

Parthenope: il trailer del film di Paolo Sorrentino

Ecco il teaser trailer di Parthenope, il film di Paolo Sorrentino che sarà nelle sale italiane dal 24 ottobre distribuito da PiperFilm, preceduto da un programma di proiezioni speciali di mezzanotte dal 19 al 25 settembre. Il film, venduto già in tutto il mondo da Pathé – che lo distribuirà anche in Francia e Svizzera – uscirà in Nord America distribuito da A24.

«Parthenope sta per cominciare il suo lungo viaggio nei cinema di tutto il mondo. Un viaggio fatto di amori impossibili e amori mancati. Ma è proprio questa imperfezione a rendere la vita affascinante e la gioventù indimenticabileE Napoli sullo sfondo, il grande amore riuscito». Dichiara il regista Paolo Sorrentino.

Il film, presentato in concorso al Festival di Cannes, racconta il lungo viaggio della vita di Parthenope, dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore. I veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore. E poi ti fanno ricominciare. La perfetta estate di Capri, da ragazzi, avvolta nella spensieratezza. E l’agguato della fine. Le giovinezze hanno questo in comune: la brevità.

E poi tutti gli altri, i napoletani, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, disillusi e vitali, le loro derive malinconiche, le ironie tragiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sa essere lunghissima la vita, memorabile o ordinaria. Lo scorrere del tempo regala tutto il repertorio di sentimenti. E lì in fondo, vicina e lontana, questa città indefinibile, Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

Il cast di Parthenope

Il film è interpretato da (in ordine alfabetico), Dario Aita, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli e Alfonso Santagata.

Il film, girato tra Napoli e Capri, è una co-produzione Italia-Francia. Scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Un film Fremantle prodotto da The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, e Pathé in associazione con Numero 10, in associazione con PiperFilm e Saint Laurent. I produttori sono Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società di FremantleAnthony Vaccarello per Saint LaurentPaolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per PathéDouglas Urbanski è il produttore esecutivo.

Il direttore della fotografia è Daria D’Antonio, premiata a Cannes con il CST Artist-Technician, il Costume Artistic Director è Anthony Vaccarello per Saint Laurent, il costumista è Carlo Poggioli, il montatore è Cristiano Travaglioli, lo scenografo è Carmine Guarino, il casting è di Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni. Le musiche originali sono di Lele Marchitelli e la canzone originale “E si’ arrivata pure tu” è di Valerio Piccolo.

 
 

Parthenope: il poster del film di Paolo Sorrentino

Parthenope
Parthenope by Paolo Sorrentino. Da sinistra Celeste Dalla Porta e Stefania Sandrelli. Foto di GIanni Fiorito.

Ecco il poster di Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino che concorrerà in Concorso a Cannes 2024. Ecco la suggestiva immagine:

Nel cast, in ordine alfabetico, Dario Aita, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli Alfonso Santagata.

Il film, girato tra Napoli e Capri, è una co-produzione Italia-Francia. Scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Un film Fremantle prodotto da The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, e Pathé in associazione con Numero 10, in associazione con PiperFilm e Saint Laurent. I produttori sono Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società di Fremantle; Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Douglas Urbanski è il produttore esecutivo.

Il direttore della fotografia è Daria D’antonio, il Costume Artistic Director è Anthony Vaccarello per Saint Laurent, il costumista è Carlo Poggioli, il montatore è Cristiano Travaglioli, lo scenografo è Carmine Guarino, il casting è di Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni.

Pathé cura le vendite internazionali del film e lo distribuirà anche in Francia e Svizzera. A24 distribuirà il film in Nord America.

 
 

Parthenope: il photocall dal Festival di Cannes

Il cast di Parthenope
Il cast di Parthenope al 77esimo Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Ecco le foto dal photocall di Parthenope alla 77a edizione del Festival di Cannes al Palais des Festivals. La regista Paolo Sorrentino era accompagnato sul red carpet dai suoi interpreti. Ecco tutte le foto:

Da Le Conseguenze dell’Amore (2004) a Il Divo (Premio della Giuria nel 2008) e This Must be the Place (2011), senza dimenticare La Grande Bellezza (2013) e Youth nel 2015, Paolo Sorrentino torna a presentare il suo settimo lungometraggio in Concorso. Nel 2017, durante la sua partecipazione alla Giuria presieduta da Pedro Almodóvar, il cineasta italiano ha rivelato la sua intenzione di immortalare su pellicola la sua città natale. Parthenope è il secondo film girato a Napoli, dopo La mano di Dio, premiato a Venezia nel 2021.

Paolo Sorrentino cerca di ritrarre la sua casa d’infanzia come una città vivace e vibrante, aperta sul mare; una visione splendidamente catturata nel suo film ampiamente autobiografico, “La mano di Dio”. Ora, attraverso questa rivisitazione della storia della leggendaria sirena, divenuta una divinità napoletana, “Parthenope” continua questa rappresentazione del fascino della città. Il destino di questa figura guardiana, che nella mitologia greca si intreccia con il destino della città, evoca amori “veri e indicibili”. Suggerisce l’intero repertorio di emozioni vissute da Parthenope, la vera protagonista del film, di cui seguiamo il viaggio dagli anni Cinquanta a oggi.

 
 

Parthenope: A24 distribuirà negli USA il film di Paolo Sorrentino

Parthenope
Parthenope by Paolo Sorrentino. Da sinistra Celeste Dalla Porta e Stefania Sandrelli. Foto di GIanni Fiorito.

Arriva una notizia che fa ben sperare per il percorso del nuovo film Parthenope di Paolo Sorrentino che sarà presentato al Festival di Cannes in concorso. La società americano A24, dietro a enormi successi e film che hanno trionfato alle recenti edizioni degli Oscar, ha comprato i diritti del film per distribuirlo negli USA.

Questa notizia lascia ben sperare per il percorso che la pellicola potrà intraprendere, che potrebbe essere quello compiuto da Anatomia di una caduta, film che quest’anno ha ottenuti ben più nomination della classica “Miglior film Straniero” concorrendo anche alle categorie principali come Miglior film, Miglior attori, portandosi a casa la statuetta per la migliore interpretazione Miglior sceneggiatura originale a Justine Triet e Arthur Harari e le candidatura per il miglior film Candidatura per la miglior regia a Justine Triet Candidatura per la miglior attrice protagonista a Sandra Hüller Candidatura per il miglior montaggio.

Il film Parthenope

Parthenope racconta, nelle parole di Paolo SorrentinoIl lungo viaggio della vita di Parthenope, dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore. I veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore. E poi ti fanno ricominciare. La perfetta estate di Capri, da ragazzi, avvolta nella spensieratezza. E l’agguato della fine. Le giovinezze hanno questo in comune: la brevità.

E poi tutti gli altri, i napoletani, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, disillusi e vitali, le loro derive malinconiche, le ironie tragiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sa essere lunghissima la vita, memorabile o ordinaria. Lo scorrere del tempo regala tutto il repertorio di sentimenti. E lì in fondo, vicina e lontana, questa città indefinibile, Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

A24

L’A24, si è fatta notare per la prima volta nel 2013 grazie alla promozione e distribuzione di Spring Breakers – Una vacanza da sballo di Harmony Korine, per poi aumentare la propria notorietà negli anni seguenti ottenendo i diritti di distribuzione statunitensi di film come Ex Machina e Room, e quelli internazionali di film come The Witch. Nel 2015, ha lanciato una propria divisione di produzione televisiva. Il primo film di produzione originale della compagnia, Moonlight di Barry Jenkins, ha vinto l’Oscar al miglior film ai premi Oscar 2017. Recentemente hanno prodotto The Lighthouse, The Whale, regia di Darren Aronofsky, Everything Everywhere All at Once, Past Lives, Civil War, tutt’ora nelle nostre sale.

 
 

Parthenope, il trailer ufficiale del film di Paolo Sorrentino

Ecco il trailer ufficiale di Parthenope, il film di Paolo Sorrentino che sarà nelle sale italiane dal 24 ottobre distribuito da PiperFilm. Il film, venduto già in tutto il mondo da Pathé – che lo distribuirà anche in Francia e Svizzera – uscirà in Nord America distribuito da A24.

«Parthenope sta per cominciare il suo lungo viaggio nei cinema di tutto il mondo. Un viaggio fatto di amori impossibili e amori mancati. Ma è proprio questa imperfezione a rendere la vita affascinante e la gioventù indimenticabileE Napoli sullo sfondo, il grande amore riuscito». Dichiara il regista Paolo Sorrentino.

La video-recensione di Parthenope

Il film, presentato in concorso al Festival di Cannes, racconta il lungo viaggio della vita di Parthenope, dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore. I veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore. E poi ti fanno ricominciare. La perfetta estate di Capri, da ragazzi, avvolta nella spensieratezza. E l’agguato della fine. Le giovinezze hanno questo in comune: la brevità.

E poi tutti gli altri, i napoletani, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, disillusi e vitali, le loro derive malinconiche, le ironie tragiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sa essere lunghissima la vita, memorabile o ordinaria. Lo scorrere del tempo regala tutto il repertorio di sentimenti. E lì in fondo, vicina e lontana, questa città indefinibile, Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

Il cast di Parthenope

Il film è interpretato da (in ordine alfabetico), Dario Aita, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli e Alfonso Santagata.

Il film, girato tra Napoli e Capri, è una co-produzione Italia-Francia. Scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Un film Fremantle prodotto da The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, e Pathé in associazione con Numero 10, in associazione con PiperFilm e Saint Laurent. I produttori sono Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società di FremantleAnthony Vaccarello per Saint LaurentPaolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per PathéDouglas Urbanski è il produttore esecutivo.

Il direttore della fotografia è Daria D’Antonio, premiata a Cannes con il CST Artist-Technician, il Costume Artistic Director è Anthony Vaccarello per Saint Laurent, il costumista è Carlo Poggioli, il montatore è Cristiano Travaglioli, lo scenografo è Carmine Guarino, il casting è di Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni. Le musiche originali sono di Lele Marchitelli e la canzone originale “E si’ arrivata pure tu” è di Valerio Piccolo.

 
 

Parte a Toronto l’Italian Contemporary Film Festival

Italian Contemporary Film FestivalAndrà a Carlo Verdone il Premio alla carriera dell’Italian Contemporary Film Festival 2014, il Festival che ogni anno promuove in Canada il meglio del cinema contemporaneo di origine italiana. Una manifestazione che nasce con l’obiettivo di diffondere in Canada la rilevanza sociale e culturale del cinema italiano proveniente da tutto il mondo. Protagonista indiscusso sarà, quindi, il cinema italiano: per nove giorni nelle città di Toronto, Vaughan, Hamilton, Montreal Quebec City verranno proiettate ben 65 pellicole tra lungometraggi, corti e documentari in lingua originale con sottotitoli in inglese. In calendario, incontri con registi, attori e dibattiti con diversi esperti del settore.

Ad aprire la kermesse, presentata da IC Savings e con partner ufficiali il TIFF Toronto International Film Festival e l’Istituto Italiano di Cultura, sarà un altro maestro del cinema italiano, Giuseppe Tornatore con la proiezione del suo ultimo film La migliore offerta.

L’ultimo film di Carlo VerdoneSotto una buona stella, sarà proiettato per la prima volta a Toronto il 19 giugno al TIFF Bell Lightbox. Verdone sarà presente nella serata di chiusura al Palazzo del Cinema sede del Toronto International Film Festival. In quell’occasione, l’attore e regista verrà omaggiato per i numerosi lavori e successi, tra cui l’ultima interpretazione nel film La grande bellezza di Paolo Sorrentino, vincitore del Premio Oscar come miglior film straniero.

Il Festival sarà impreziosito per la sua terza edizione dall’anteprima mondiale da 2047 – Sights of Death. Direttamente dai set hollywoodiani gli attori del cast, nonché stelle del cinema internazionale, Stephen Baldwin e Danny Glover calcheranno il red carpet della prestigiosa sede del TIFF Bell Lightbox il 13 giugno a Toronto, dove sarà proiettato il filmper la prima volta in assoluto, insieme ai produttori Andrea Iervolino e  Monika Bacardi, co-fondatori della holding Ambi Pictures, entrambi con all’attivo decine e decine di produzioni di successo. Tra le pellicole scelte che verranno proiettate durante il Festival,Come il vento di Marco Simon Puccioni con l’attrice Valeria Golino, un’altra pellicola di Ambi Pictures.

Tra gli ospiti attesi alla manifestazione, che si terrà dal 12 al 20 giugno, il regista Paolo Genovese e Vittoria Puccini, per la presentazione di Tutta colpa di FreudEnrico Brignano protagonista del film di Alessio Maria Federici Stai lontana da me, in anteprima in Nord America, e Martina Stella che riceverà un premio.

Tra le commedie made in Italy proiettate al Festival e per la prima volta assoluta in Nord America anche Un boss in salotto di Luca Miniero con Paola CortellesiUna piccola impresa meridionale di Rocco Papaleo, Amiche da morire, di Giorgia Farina con Claudia Gerini e La mossa del pinguino di Claudio Amendola. A impreziosire ulteriormente l’ampia e vivace selezione dell’edizione di quest’anno, le anteprime canadesi de La mafia uccide solo d’estate, il debutto alla regia di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, e Nottetempo di Francesco Prisco.

L’ICFF è una vera e propria vetrina della declinazione multiforme del cinema italiano e dell’italianità – ha commentato Cristiano de Florentiis, direttore artistico del Festival – e rappresenta un tassello importante in un paese che ha fatto del mosaico multiculturale l’anima della propria identità nazionale.”

Il pubblico potrà votare il miglior film, determinando il vincitore del People’s Choice Award, il premio al lungometraggio più apprezzato in platea, che si aggiudicherà una preziosa statuetta ideata e realizzata dal celebre scultore Silvio Mastrodascio. Per i film in concorso nella categoria cortometraggi, in palio un premio del valore di 1000 dollari. Ulteriori riconoscimenti saranno assegnati sia dai critici dell’associazione Toronto Film Critics (FIPRESCI) che dall’IC Savings, che premierà la pellicola che meglio rappresenta e promuove i valori sociali e culturali della comunità italo-canadese. Il Festival, infatti, non a caso si svolge a giugno, mese in cui in Ontario si celebra il patrimonio culturale italiano.

I NUMERI DEL FESTIVAL:
–      9 giorni di programmazione dal 12 al 20 giugno
–      65 pellicole in programmazione: 28 lungometraggi, 37 cortometraggi
–      10 anteprime in Nord America, 3 anteprime mondiali, 3 canadesi, 1 internazionale

LE LOCATION DEL FESTIVAL:
–       Toronto (Tiff Bell Lightbox, Bloor Hot Docs, Isabel Bader Theatre)
–       Vaughan (Colossus Theatre, Silver City Richmond Hill)
–       Montreal (Cinémathèque Québécoise, Centro Leonardo Da Vinci)
–       Quebec City (Le Clap, Musée de la Civilisation)
–       Hamilton (HWT Centre)

 
 

Parole Arcane (se le conosci le eviti)

Laurie Anderson è una musicista di estrema sensibilità e talento, capace di toccare le corde dell’anima in una maniera che pochi altri al mondo riescono a fare. Infatti è nota ai più per aver realizzato la musichetta dello spot-progresso dell’AIDS negli anni ottanta, quella col TUM-TUM martellante e i tizi circondati da un alone azzurro manco fossero appestati. Poraccia. E calcolate che quello era il suo pezzo più catchy e commerciale.

aidsC’è da dire che il suo minimalismo non aiuta. Per lo più le sue musiche sono una singola nota ripetuta ossessivamente con su dei latrati casuali alternando il tempo di 3/8 moderato andante a quello di 7/4 stracciacoglioni. Arte astratta e sperimentale insomma, ma che ne volete capì.

Se non che, cosa che non sapevo, pare che Laurie Anderson faccia anche dei film, e uno, Heart of a Dog, lo presenta a Venezia. Dico vabbè è una cosa di musica, andiamo. Quando hai la lucidità di un fustino di Dixan e il tempo di 3 millisecondi per decidere prima che chiudano le porte della sala con una formula magica indecifrabile manco fossero le miniere di Moria, capita anche a volte di fare scelte affrettate.

E insomma il film rivela dei tratti dell’artista Anderson che nessuno ancora conosceva, per esempio quello di portare sfiga: in un anno le sono morte la mamma (che ha dovuto ascoltare la musica dello spot dell’AIDS allo sfinimento, pòra vecchia, e a una certa aveva pure diritto alla pace eterna) e la cagnetta che lei adorava come una figlia. Senza contare Lou Reed, il marito, grande musicista (lui intelligibile), scomparso nel 2013. Quindi scatta tutta una riflessione su temi fondamentali dell’esistenza umana come la vita, la morte, l’amore, il trapasso, la reincarnazione, l’undici settembre, la fettina panata e i film di Pierino apocrifi dopo la dipartita di Alvaro Vitali. E conseguentemente le domande fondamentali che uno si pone durante i momenti bui dell’esistenza (come ad esempio il Festival di Venezia a seconda settimana inoltrata): chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? ‘Ndo sta er cesso?

Il film parte con un sogno dell’artista dai connotati horror, realizzato a disegni animati (anzi, animali), dove lei si cuce sto pòro cane nella pancia e poi finge di partorirlo tra atroci sofferenze di lei e del cane. Ma è una cosa filosofica eh, perché per amare devi dare la vita. Lo spiegavano anche in un film della Troma, non ricordo se fosse Toxic Avenger – Parte IV o Killer Condom. Comunque alla fine ti racconta tutta l’agonia de sta pòra bestia, che negli ultimi anni era diventata cieca e paralitica ma il maestro buddhista dice che l’iniezione letale sugli animali ridotti allo stremo è uno scempio perché nessuno ha diritto di togliere la vita a nessuno. Sarà.

Quindi per consolare ‘sto catorcetto canino Laurie le insegna prima a dipingere e poi a suonare il piano, e il grande colpo di scena è che si scopre che il cane, cieco e paralitico, suona molto meglio di lei.

Tutto ciò mi ricorda una vecchia barzelletta, con cui mi piace chiudere questo post che poi c’ho la presentazione del mio libro e oggi devo far finta di essere una persona seria dalle 17,15 alle 18,15 circa.

Nel salotto di una villa nobiliare elegante e demodé un signore elegante e una dama sono seduti meditabondi sulle loro poltrone, davanti a un camino scoppiettate, con un bel cane di razza (diciamo un rat terrier, per omaggiare la defunta cagnolina di Anderson, pace all’anima sua) che dorme sornione accoccolato ai loro piedi.

Lui: “Deh, cara! Essere o Non Essere, questo è il problema!”

Lei: “Oh, caro! Perché pronunci queste parole arcane?”

Lui: “Ar cane? E chi se lo incula er cane?”

Ai posteri

(Ang)

 

E infatti io il cane non me lo so inculata, e ovviamente vincerà il Leone d’Oro. Segnatevelo.

Ma io stamattina avevo una cosa seria da fare: ritornare donna. Ho cercato Hooper da qualche parte, visto che gliè venuto bene il colpaccio con Redmayne, e io diciamocelo che so’ ‘la danni girl’ potevo pure impietosirlo. Ma niente, credo sia scappato sulla lancia di Ang, per cui mi tocca fa il gatto bagnato con le meravigliose ragazze della L’Oreal.

Vi premetto che sono arrivata al salone che avevo du occhi pesti grandi quanto la Nigeria. Questo perché mi sono svegliata in modo strano, sto provando a ricostruire le mie ultime 24 ore.

Ricordo vagamente che ero alla festa di un film italiano che per discrezione non dirò, e ho fatto le 4. Il party si è tenuto a Bobbio, abbiamo preso una lancia che si è dematerializzata e rimaterializzata nel fossato di un antico chiostro di monaci trappisti, che hanno accolto gli invitati su un tappeto di luppoli. whoopèAppena entrati, un coro di monache dirette da Whoopi Goldberg inneggiava all’amore di Dio cantando una versione gospel di  ‘Le ragazze lo voliono melìo’ (ah no quello è n’altro film). Insomma, capite bene che con uno stato d’animo che per semplicità definirò solamente ‘mesto’ entro silenziosa con le mie fide compari in questo posto, e dovevo sospettare qualcosa in effetti. Mi avvicino al bar, dove servono solo cocktail a base di spremuta di pancreas di pavone. Gusto strong. Per giustizia devo ammettere che da ste parti ho provato intrugli molto peggiori, tipo il vino della casa sventra stomaco dell’altra sera. Va bene. Parte la musica seria: vedo gente incappucciata e libidinosa che inizia a ballare, balli tipo ‘il ballo del mattone’, ‘dammi una lametta che mi laglio le vene’, me ricordo vagamente che è la festa di un film e continuo a preoccuparmi in maniera sempre più agitata della mia incolumità. A un certo punto, non faccio in tempo a trovare la porta d’uscita, che qualcuno urla: ‘Fidelio!’ e il pavimento si sgretola e ci troviamo in una sala al piano di sotto, gialla, dove ci servono la cena. Tutto molto buono, devo dire, specialmente una pietanza. Mi sono fatta dare la ricetta, adesso ve la dico:

Polpettine speziate al sangue del tuo sangue con capperi di Pantelleria.

Difficoltà: bassa

Per 4 persone

Prendete 10 uova dal pollaio di Sorrentino, del pane raffermo e un po’ di critici cinematografici dopo che avete proiettato in loop l’ultimo film di Guadagnino. Mi raccomando prendeteli giovani e dalla Sala Grande, che altrimenti si sente che non sono freschi e non vengono bene le polpette. Sale, olio e pepe quanto basta.

Prendete una planetaria (quanto mi sento cazzuta quando so i termini tecnici), rompete le uova, anche i coglioni, così per gradire, e aggiungete sale, pepe, formaggio grattugiato, e metteteci un po’ di allegria mentre impastate, e che cazzo. Triturate gli spettatori del film, per insaporire prima di infierire col macinacarne, mi raccomando, ditegli che sono dei dementi perché hanno sprecato due ore della loro vita. Dopo unite i due composti, fate delle piccole polpettine. Prendete una padella, scaldate dell’olio e rosolate le polpette per 5-6 minuti da entrambi i lati. Togliete dal fuoco, salate. Servite con del bloody mary aromatizzato con del buon tabasco e dei capperi di Pantelleria.

Poi ricordo il suono della sveglia. Ho vomitato. Mi sa che le uova non erano del pollaio di Sorrentino, ma di quello di Messina.

Vado a vedere 11 Minuti.

(Vì)

 
 

Parodia western per Adam Sandler

C’erano una volta i Magnifici Sette; toglietene uno, metteteci Adam Sandler ed ecco che tutto finisce in farsa con i Ridicoli Sei, nel segno di un ritrovato interesse per le commedie western che preso porterà sugli schermi altri progetti del genere a cominciare da Casa De Mi Padre di Will Ferrell. Di Ridicolous Six al momento non si sa molto: certo il titolo suggerisce l’idea di una parodia dei più celebri Magnifici…

Il film è prodotto dalla Happy Madison, la società dello stesso Sandler, che si occuperà anche della sceneggiatura, assieme a Tim Herlihy, suo consueto collaboratore. Le riprese cominceranno il prossimo aprile, in vista dell’uscita sugli schermi nel 2014.

Fonte: Empire

 

 
 

Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo: recensione

Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo

Prima la notizia dell’inizio di un nuovo film, poi qualche foto, poi la notizia shock (l’attore protagonista muore durante una pausa dalle riprese), poi ancora le voci: “il film si finirà!”, le prime immagini, il trailer, l’anteprima mondiale a Cannes e poi il grande annuncio per gli aficionados del Festival di Roma: Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo proiettato in anteprima italiana nell’ambito dell’omaggio a Heath Ledger.

Il grande giorno infine è arrivato e il pubblico è accorso numeroso ad osannare non solo la memoria di Heath, ma ad accogliere calorosamente la delegazione, Terry Gilliam e (l’altissima) Lily Cole. Saluti di benvenuto, applausi e luci spente: la lunga attesa è finita.

Il dottor Parnassus (Christopher Plummer) è un uomo vecchissimo, capo di una bizzarra compagnia di ambulanti che gira per le strade di Londra con il suo Carrozzone: l’Inmaginarium. Ma ci accorgiamo subito che qualcosa non va, qualcosa di strano si nasconde dietro un specchio magico al centro del palco di Parnassus, una porta verso altri mondi, dove le sembianze umane cambiano a seconda dell’animo della persona che viene trasportata all’interno.

Alla compagnia si aggiunge presto un nuovo elemento, Tony, un giovane che è stato ripescato dal London Bridge, dove penzolava da una forca. Che sia buono o cattivo, Tony si unisce a Parnassus e qui comincia il suo viaggio. La grande curiosità del pubblico è stata infine soddisfatta. Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo di Terry Gilliam, pur non godendo della luce di un prodotto eccelso, riesce a catturare ed affascinare, le scene di una Londra umida e triste, nella povertà del carrozzone di Parnassus assumono un fascino particolare e la storia misteriosa riesce a far scorrere via le due ore del film con facilità.

Pur risultando confuso nella trama soprattutto nella parte finale, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo è un bel film, tripudio di effetti speciali che hanno colmato delle difficoltà di produzione che sono insorte durante la lavorazione a causa dell’accidentale morte di Ledger. Ma a dimostrazione che l’industria cinematografica ha ancora un anima, sono accorsi tre amici di Heath, Depp, Law e Farrell, a sostituire l’amico e a dargli il volto nei diversi mondi che il suo personaggio attraversa.

Gilliam è stato chiaro durante la conferenza stampa: le modifiche alla sceneggiatura sono state minime dopo la traumatica interruzione, ma il dubbio resta, qualcosa di poco organico permane alla fine del film che lascia un po’ l’amaro in bocca, forse determinato dalle altissime aspettative. Il tripudio di colori e le grandi interpretazioni tuttavia restano, facendo di Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo un film che si ricorderà, per la sorte assurda toccata al protagonista, per la storia, in profondità crudele e involontariamente profetica, per la dimostrazione che nonostante il cinema sia sempre più un’industria e non una fabbrica di sogni, esiste ancora un’anima in un lavoro ritmato dai numeri del guadagno.

La scritta finale, quasi come un epitaffio recita: un film di Heath Ledger e dei suoi amici, omaggio che Gilliam ha sottolineato definendosi soltanto il realizzatore di un prodotto che era stato pensato esattamente in quel modo dall’attore australiano.

 
 

Parlare ai ragazzi coi ragazzi: il talk dell’ARF! Festival con Andrea Arru, Samuele Carrino, Alessandro Celli e Licia Troisi

Parlare ai ragazzi coi ragazzi ARF! Festival talk
Chiara Guida, Licia Troisi, Andrea Arru, Samuele Carrino, Alessandro Celli e Mauro Uzzeo durante il talk "Parlare ai ragazzi coi ragazzi" dell'ARF! Festival.

La seconda giornata dell’ARF! Festival ha ospitato uno dei momenti più attesi di questa undicesima edizione, ovvero il talk Parlare ai ragazzi coi ragazzi, con ospiti d’eccezione quali i due giovani attori Andrea Arru Samuele Carrino (protagonisti insieme di Il ragazzo dai pantaloni rosa e noto il primo per la serie Di4ri e il secondo prossimamente protagonista per la serie Riv4li), ma anche il regista di queste due serie, Alessandro Celli, e infine la celebre scrittrice Licia Troisi, autrice di serie fantasy ambientate nel Mondo Emerso e di altre opere quali La ragazza drago, I regni di Nashira, Pandora e La saga del Dominio.

Un dialogo quello con loro – moderato da Mauro Uzzeo, tra i fondatori dell’ARF e responsabile dell’area talk, e dalla giornalista Chiara Guida – incentrato sulle attuali pratiche che il cinema, la serialità e l’editoria (ma non solo) attuano per parlare ai più giovani, ma anche sulle modalità con cui è più giusto approcciarsi a questa delicata età. Trovandoci all’ARF! Festival, però, la domanda rompighiaccio non può che riguardare i propri interessi nell’ambito del fumetto, quesito a cui Arru risponde rivelando: “Da bambino volevo fare il fumettista. Con un mio compagno di classe avevamo anche realizzato un piccolo fumetto. Poi crescendo gli interessi sono cambiati, ma conservo ancora quei disegni”.

Diverse sono le risposte degli altri partecipanti, con Carrino che rivela di non essere più un assiduo lettore di fumetti ma di aver avuto un certo interesse per manga come One Piece My Hero Academia, mentre Celli replica con un nome proprio di una generazione diversa, quello di Frank Miller (iconico fumettista noto per Sin City e Batman: Anno Uno), mentre Troisi rivela di essere cresciuta con Topolino, ma anche Sailor Moon I Cavalieri dello Zodiaco e di dovere proprio ai manga il suo aver appreso come si compone e scrive una storia.

DI4RI Netflix
Un’immagine di “Di4ri”, cortesia di Netflix.

Porsi al livello dei ragazzi

È proprio la scrittrice a suggerire allora la prima chiave per poter pensare di rivolgersi ad un pubblico di giovani con la propria arte, affermando: “Ancora oggi mi considero una scrittrice per ragazzi e continuo ostinatamente a volermi rivolgere a loro con le mie storie. Nel tempo ho imparato che se vuoi avere la loro attenzione non devi mai parlargli dall’alto. Non devi sentirti superiore solo perché hai un’età maggiore. Bisogna invece aver presente che stai parlando con persone al tuo stesso livello, a cui probabilmente non devi insegnare nulla se non fornirgli delle chiavi di lettura del mondo”.

Della stessa opinione è Celli, il quale afferma di essere sempre stato interessato ai racconti di “qualcuno che cerca o è in procinto di diventare qualcosa di diverso da ciò che è stato”. Per riuscire a far sì che questa tipologia di racconti raggiunga il pubblico al quale vuole rivolgersi, occorre dunque affidarsi all’ascolto. “È solo con l’ascolto che riesco a rimanere io stesso bambino, giovane, trovando il giusto equilibrio nei toni. Perché se fai troppo l’infantile non funziona, se come diceva Licia ti poni al di sopra peggio ancora. Ci vuole ascolto ed equilibrio”.

Andrea Arru, Samuele Carrino e il rapporto con i fan

Arru e Carrino portano invece sul palco del talk dell’ARF Festival la loro esperienza di giovani attori chiamati ad interpretare personaggi di questa età e del rapporto con i loro coetanei. Il primo dei due ha portato proprio l’esempio del suo ruolo da bullo in Il ragazzo dai pantaloni rosa, raccontando di aver “dovuto cercare di capire il mio personaggio fino in fondo, tendando di far emergere il suo passato. Quello che di brutto compiono ragazzi come lui è solo uno specchio di quello che vivono in prima persona. La sfida è quindi stata quella di cercare di renderlo umano”. 

In Il ragazzo dai pantaloni rosa i nostri personaggi sono entrambi fragili. – racconta poi Carrino – La responsabilità di interpretare due ragazzi realmente esistenti è stata tanta. Con il film siamo però riusciti a parlare ai ragazzi della nostra età, che non è facile ma quando hai la dimostrazione di esserci riuscito, allora senti davvero di aver fatto qualcosa di giusto”. “Per quanto riguarda il rapporto con i nostri coetanei, – continua Carrino – io cerco di essere sempre me stesso, con chi mi segue ho instaurato un rapporto molto umile, famigliare. Penso che anche in questo bisogna dare il buon esempio, portare avanti le cose belle.”

Dai social cerchiamo di far trasparire noi stessi, – concorda Arru – ma per me c’è anche una certa difficoltà di mettermi a nudo. Cerco di tenere privati gli aspetti della mia vita fuori dal set. Specialmente perché quando prendi parte ad una serie Netflix, vista in tutto il mondo, la popolarità ti investe senza freni. Ho quindi sviluppato una certa difficoltà a capire se la persona che sono piace per come è o se i personaggi che interpreto fanno avere di me una certa idea, che non corrisponde però alla realtà. Insomma, quando incontro persone dal vivo è più semplice. Ogni nostro gesto sui social deve invece essere ben ponderato”.

Samuele Carrino in Il ragazzo dai pantaloni rosa
Samuele Carrino in Il ragazzo dai pantaloni rosa

L’editoria per ragazzi

Questo incontro dell’ARF! Festival si è concluso poi con una riflessione di Licia Troisi sul ruolo dell’editoria per ragazzi. La scrittrice, innanzitutto, sostiene di credere “nell’uguaglianza dei mezzi creativi, che siano libri o videogiochi. In ognuno di essi puoi mettere dei segnali con cui lasciare qualcosa al pubblico. Io non credo a chi dice che se non leggi stai sprecando il tuo tempo. Certamente ti perdi qualcosa, ma lo perdi anche se non giochi ai videogiochi, se non guardi film e via dicendo”. “Non è vero poi che i giovani non leggono. I lettori oggi sono soprattutto giovani, ma il mondo editoriale è mutato”, continua Troisi.

20 anni fa il fantasy era un genere di nicchia scritto da pochi, per cui ci si poteva permettere maggiori rischi. Intorno al 2008, l’anno della crisi, l’editoria classica è però diventata ovviamente molto più prudente, spesso anche troppo. Certo, rimane un mondo in espansione e continua a ricoprire un ruolo importante nella formazione di nuovi autori. Ma oggi c’è evidentemente una minore propensione all’assumersi il rischio di proporre qualcosa di diverso e questo non rende un buon servizio né agli autori né ai lettori. Anche per questo negli anni l’autopubblicazione è diventata una pratica così diffusa”. 

 
 

Parlano i protagonisti di Harry Potter e i Doni della Morte

Emma Watson Merilyn

Intervistati da una rivista francese, Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint hanno anticipato qualche dettaglio sulle scene più attese di Harry Potter e i Doni della Morte: parte I e Harry Potter e i Doni della Morte: parte II, settimo e ottavo film della saga.

Radcliffe ha parlato della scena della “Cerva d’argento”, in cui apparirà nudo: “Nei Doni della Morte, vedrete Harry come non l’avete mai visto prima! Per esempio, in una scena sono completamente nudo. Quando ho letto la sceneggiatura ho pensato che avrei potuto indossare biancheria intima, ma no! L’ho già fatto a teatro per Equus, quindi non è stato difficile. Mi domando come reagiranno gli spettatori, anche se certe… cose resteranno invisibili!” Riguardo alla scena dei “Sette Potter”, Radcliffe commenta: “Di recente abbiamo girato una scena che mi ha procurato qualche difficoltà. E’ la scena dei Sette Potter! Ho dovuto interpretare sette personaggi diversi, ciascuno dei quali assume le mie sembianze. E’ stato divertente, ma molto difficile, perché a volte dimenticavo chi dovevo essere… sono quasi impazzito!”

Intanto, Emma Watson ha parlato della scena in cui bacia Rupert Grint: “Baciare Rupert davanti alle cineprese è l’esperienza più strana che mi sia mai capitata da quando recito in Harry Potter. Eravamo molto spaventati all’idea di questa scena, e speravamo di sbrigarcela in fretta. Ma il momento peggiore deve ancora arrivare… Dovrò baciare anche Dan! E’ la scena in cui Ron immagina un bacio tra Harry e Hermione.” Riguardo all’epilogo della saga, la Watson dice: Non abbiamo ancora girato l’epilogo, in cui vedremo Harry, Ron e Hermione diciannove anni dopo la fine della storia. All’inizio i produttori pensavano di usare altri attori, ma poi hanno deciso di tenere noi. Dovremo dimostrare quarant’anni, non vedo l’ora di scoprire come faremo!

Rupert Grint ha parlato invece delle difficoltà legate alle scene d’azione: “Abbiamo girato molte scene d’azione, e per Daniel è stato molto difficile. Ma non si è mai lamentato… neppure quando si è ammalato per il troppo sforzo sul set.”

 
 

Parlami di te: il trailer del nuovo film di Hervé Mimran

Ecco trailer di Parlami di te (Un homme pressé), la divertente ed emozionante commedia di Hervé Mimran con l’eccezionale Fabrice Luchini, Premio Coppa Volpi per La Corte.

Dopo Il medico di campagna, Parlami di te è il nuovo vincitore del Premio del Pubblico all’ultima edizione del France Odeon e sarà dal 21 febbraio al cinema grazie a Bim Distribuzione.

Protagonista del film, nel ruolo di Alain, è Fabrice Luchini, attore pilastro del cinema francese che abbiamo amato in Molière in bicicletta, Potiche – La bella statuina, Gemma Bovery. Dirigente di un’azienda importante, completamente assorbito dal lavoro, trascura la famiglia, gli affetti e se stesso. Colpito da un ictus che gli crea difficoltà di linguaggio e vuoti di memoria, durante la riabilitazione Alain prova a concedersi il tempo per vivere, ricostruire se stesso e i legami con le persone a cui vuole bene, in particolare sua figlia.

Ispirato a una storia vera di rinascita, il film vede nel cast anche Leïla Bekhti, Rebecca Marder della Comédie française e Igor Gotesman.

La ricostruzione è il tema principale del film – racconta il regista. Un tema universale poiché riguarda sia un uomo che conduce una vita agiata, sia un impiegato che si ritrova disoccupato a 50 anni. Nella corsa sfrenata al successo, al denaro, alla riuscita, le persone dimenticano di fermarsi un istante a riflettere su quello che sono, su quello che desiderano veramente.

 Un racconto commovente e allo stesso tempo ironico del viaggio di un uomo alla riscoperta di se stesso e delle cose importanti della vita: la cura di sè, il rapporto con la propria figlia, i legami di affetto e amicizia.

 
 

Parkland: recensione del film con Paul Giamatti

Parkland

Con un cast corale, Parkland racconta gli eventi che si sono verificati al Parkland Memorial Hospital, dopo l’assassinio di John F. Kennedy nel 1963. Il film si concentra sui personaggi che sono stati protagonisti nelle tristi ore successive alla morte di uno dei Presidenti più amati della storia degli Stati Uniti, cercando di mostrare un lato nascosto dai riflettori. E così vediamo Paul Giamatti che interpreta il personaggio che film l’omicidio per puro caso alle prese con un dramma di coscienza, consapevole del fatto di aver ripreso un uomo che muore e terrorizzato da ciò che il mondo farà del suo video, Colin Hanks e Zac Efron sono i due medici che fino alla fine hanno cercato di tenere in vita JFK. Tutti personaggi storici diversamente colpiti dall’evento tragico di quel 22 novembre.

Nel film Parkland sembra che il regista Peter Landesman voglia raccontarci qualcosa che non sappiamo, sembra volerci mostrare tutto ciò che la storia ha nascosto a favore dei personaggi più invista coinvolti in prima persona, ovvero lo stesso John Fitzgerald, la moglie Jackie e Johnson con loro. Tuttavia, oltre a commuovere inevitabilmente per l’evento mostrato, Parkland dice poco altro, limitandosi a mostrare, senza approfondire nè commentare, pur servendosi di un grandissimo cast e di epedienti narrativi molto interessanti, come quello di non mostrare mai hiaramente in volto i suddetti personaggi noti della vicenda.

Parkland è stato presentato in concorso alla 70esima edizione del Festival di Venezia.

 
 

Parkland: prima clip con Zac Efron

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Prima clip ufficiale di Parkland, film drammatico diretto da Peter Landesman. La pellicola racconterà gli eventi che si verificarono Parkland Memorial Hospital nelle ore successive all’assassinio di John F. Kennedy nel 1963. Un cast corale per un film che descriverà le vite di numerosi personaggi ordinari, le cui vite andranno ad incrociarsi con il tragico avvenimento.

Protagonista della clip è l’attore Zac Efron, che interpreterà Jim Carrico, il chirurgo a cui venne affidato il Presidente dopo l’attentato,  con la compagnia di Mark Duplass e Marcia Gay Harden, che vestiranno rispettivamente i panni di un agente dei Servizi Segreti e di un’infermiera.

Potete vedere la clip di Parkland qui di seguito:

Il cast del film, che sarà presentato in concorso alla 70esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, include Zac Efron, Tom Welling, James Badge Dale, Paul Giamatti, Jacki Weaver, Jackie Earle Haley, Billy Bob Thornton, Marcia Gay Harden e Bitsie Tulloch. Basato sul libro Four Days in November di Vincent Bugliosi e prodotto da Tom HanksParkland verrà distribuito nei cinema statunitensi dalla Open Road Films a partire da settembre.

 
 

Parkland poster e immagini ufficiali

Yahoo! Movies ha diffuso in rete il poster ufficiale e ben cinque immagini esclusive della nuova pellicola di Peter Landesman dal titolo Parkland. Si tratta di un dramma prodotto da, tra gli altri, da Gary Goetzman e Tom Hanks, e racconta gli eventi che ebbero luogo al Parkland Memorial Hospital in seguito all’assassinio di John F. Kennedy nel 1963. La pellicola, un po’ come Bobby del 2006 di Emilio Estevez, descriverà le vite di numerosi personaggi ordinari e di come queste verranno ad incrociarsi in seguito a quel terribile avvenimento.

Il cast del film, che sarà presentato in concorso alla 70esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, include Zac Efron, Tom Welling, James Badge Dale, Paul Giamatti, Jacki Weaver, Jackie Earle Haley, Billy Bob Thornton, Marcia Gay Harden e Bitsie Tulloch. Basato sul libro Four Days in November di Vincent Bugliosi, Parkland verrà distribuito nei cinema statunitensi dalla Open Road Films a partire da settembre.

Parkland poster

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Parkland poster e immagini

Fonte: Coming Soon

 
 

Parking Lot 3D – recensione

Nel parcheggio coperto di un centro commerciale una ragazza non riesce più a trovare la sua auto e, mentre la sta cercando in una zona un po’ isolata dell’enorme sotterraneo, perde i sensi.

 
 

Parker: recensione del film con Jason Statham

Parker

Arriva al cinema distribuito da Indie Pictures il thriller-action Parker diretto da Taylor Hackford, con protagonisti Jason Statham e Jennifer Lopez.

Parker è un esperto nella pianificazione e nell’esecuzione di furti impossibili. Ai suoi collaboratori chiede soltanto due cose: assoluta lealtà e preciso rispetto dei piani. Un giorno però, a causa della disattenzione di un membro della squadra, la sua ultima rapina ha risvolti mortali. Parker viene aggredito dal boss Melander e dalla sua banda, che lo lascia apparentemente morto sul ciglio di una strada deserta; in realtà l’uomo è vivo e deciso a vendicarsi quanto prima dei malfattori che lo hanno tradito…

Parker: il film

A quattro anni di distanza dall’ultimo Love Ranch, il camaleontico Taylor Hackford – regista di pellicole quali Ufficiale e gentiluomo, L’avvocato del diavolo e Ray – torna al cinema con un action thriller in piena regola, tratto dal romanzo Flashfire: fuoco e volontà, scritto nel 2000 da Donald E. Westlake. Il risultato è un’operazione da manuale, che va dritta per la sua strada inseguendo tutti i topos del genere: abbiamo il criminale di professione interpretato dal rude attore hollywoodiano del momento; la cantante/attrice che incarna la bellezza mozzafiato pronta a sedere a fianco del protagonista, finendo per innamorarsene; abbiamo i delinquenti di turno; abbiamo le pistole; abbiamo anche gli sfarzosi scenari di Palm Beach. Insomma, a Parker sembra non mancare proprio nulla. Eppure, quello che potrebbe apparire come il thriller noir perfetto, manca di adrenalina palbabile e, di conseguenza, di coinvolgimento reale, quello davvero in grado di catturare l’interesse del pubblico. C’è poca emozione e poco pathos persino in quelli che dovrebbero essere i momenti salienti.

Solo l’intero cast è da ammirare: Jason Statham, nei panni dell’affascinante antieroe Parker, si presta ormai con facilità disarmante a ruoli che ricordano i più celebri di Bruce Willis – in effetti, la pellicola sembra essere costruita più intorno a lui che altro – mentre Jennifer Lopez, in quelli dell’agente immobiliare Leslie, torna a destreggiarsi, dopo Out of Sight e Amore estremo, tra sangue, denaro e proiettili. Il lavoro migliore, però, viene fatto dal cast di supporto, tra cui spicca, oltre all’intramontabile Nick Nolte, una straordinaria Patti LuPone, vera e propria macchietta dell’intera pellicola, nonostante le poche scene a disposizione.

Tirando le somme, Parker si riduce a questo: un classico action thriller con due bellissimi protagonisti e con qualche dialogo azzeccato che, nel bene o nel male, finisce per intrattere senza mai trascinare eccessivamente lo spettatore. Il film uscirà al cinema l’8 Maggio.

 
 

Parker: libro, trama e cast del film con Jason Statham

Parker film

Divenuto uno dei principali interpreti dei film d’azione statunitensi, l’attore Jason Statham si è trovato nel 2013 a dar volto ad un personaggio ambito da molti. Si tratta del ladro noto come Parker, specializzato in furti ma con un ferreo codice morale che gli impedisce di rubare ai poveri. Questi è il protagonista di Parker (qui la recensione), film diretto da Taylor Hackford, già regista di Ufficiale e gentiluomo, e tratto dal romanzo Flashfire: fuoco a volontà, scritto nel 2000 da Donald E. Westlake. Si tratta di uno degli ultimi volumi della saga, composta da oltre venti romanzi, dedicata al personaggio.

Considerato uno dei più grandi giallisti di tutti i tempi, nonché maestro insuperato dello humor nelle trame poliziesche, Westlake aveva già visto diventare il suo ladro gentiluomo un personaggio dei film. Questo era infatti stato portato sul grande schermo nel 1967 da Lee Marvin in Senza un attimo di tregua, e nel 1999 da Mel Gibson in Payback – La rivincita di Porter. In entrambi i casi, però, l’autore non autorizzò l’utilizzo del nome da lui scelto per il personaggio. Per il film del 2013 fu possibile avvalersi di questo a causa della scomparsa di Westlake, avvenuta nel 2008.

Girato nelle città di Columbus, New Orleans e West Palm Beach, il film si affermò al suo arrivo in sala come un discreto successo. Con un budget di circa 30 milioni di dollari, Parker ne guadagnò infatti 46 a livello globale, e Statham venne lodato per la sua interpretazione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Parker: la trama del film

Protagonista della storia è il ladro Parker, il quale ha costruito la sua fama sul non derubare mai i più bisognosi e innocenti, mettendosi invece spesso al loro servizio. All’inizio del film egli si trova coinvolto in una nuova rapina, richiestagli dal suo mentore, Hurley. Il suo compito è quello di collaborare con una banda di criminali capeggiata da Melander per sottrarre gli incassi della Ohio State Fair, fiera locale che raccoglie milioni di dollari. Nonostante un imprevisto, il colpo riesce ma durante la fuga in auto Parker rifiuta la proposta di unirsi alla banda per il loro successivo colpo. Non disposti ad accettare il suo rifiuto e a cedergli la parte di bottino che gli spetta, i criminali aggrediscono Parker e gli sparano, lasciandolo apparentemente morto sul ciglio di una strada deserta.

Questi riesce tuttavia a sopravvivere, e a trovare riparo presso una famiglia di braccianti agricoli. Qui si rimette in forze, progettando una spietata vendetta nei confronti dei suoi aggressori. Messosi sulle loro tracce, Parker giungerà fino nella sfarzosa Palm Beach, dove sa che i criminali daranno vita al loro prossimo colpo. Ad aiutarlo nella soddisfazione della rivincita, ci sarà Leslie Rodgers, un’agente immobiliare dotata di una conoscenza enciclopedica della zona. Con l’esperienza di lei, Parker diventerà pressocché inarrestabile, e nulla potrà fermarlo dall’ottenere ciò che vuole.

Parker cast

Parker: il cast del film

Per riportare sul grande schermo il celebre personaggio, Jason Statham è stato l’unico attore considerato dai produttori e dal regista. Questi è noto per la sua grande presenza scenica ed esperienza con questo tipo di storie ricche di azione e adrenalina. Come suo solito, egli richiese di poter interpretare quante più scene possibile senza avvalersi dell’uso di controfigure. Ebbe così modo di eseguire spericolate acrobazie d’auto e complesse coreografie fisiche. Il regista affermò di essere stato in più occasioni seriamente preoccupato per la sua incolumità, ma Statham non ha riportato nessun infortunio. Accanto a lui, nel ruolo del suo mentore Hurley, vi è invece l’attore candidato all’Oscar Nick Nolte.

Il ruolo dell’affascinante Leslie Rodgers è invece interpretato da Jennifer Lopez. L’attrice si dichiarò particolarmente interessata a questo, che le avrebbe permesso di tornare a recitare in un film d’azione dopo diverse commedie romantiche. Nel romanzo il personaggio ha in realtà origini diverse da quelle sudamericane, ma il regista decise di riscriverlo affinché si adattasse alla Lopez. Michael Chiklis, celebre per essere stato La Cosa in I Fantastici 4, interpreta invece il criminale Melander, mentre Wendell Pierce e Clifton Collins Jr. i suoi scagnozzi Carlson e Ross. Bobby Cannavale, noto per i film Blue Jasmine e The Irishman, veste qui i panni dello sceriffo di Palm Beach Jake Fernandez. Patty LuPone, recentemente vista nella miniserie Hollywood, è invece la severa madre di Leslie, di nome Ascension.

Parker: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Parker è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 23 maggio alle ore 21:25 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

 
 

Parker Posey e Jamie Blackley nel nuovo film di Woody Allen

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Il regista, attore e sceneggiatore  Woody Allen  ha aggiunto due new entry al cast del  nuovo film che sta girando in questi giorni a Rhode Island.

Al fianco dei già confermati Joaquin Phoenix ed Emma Stone, infatti, ci saranno sarà Parker Posey (Broken English) e Jamie Blackley (Snow White and the Huntsman).

Il nuovo film di Woody Allen per il momento ancora non ha un nome, si sa soltanto che sarà prodotto da due storici collaboratori del regista: Letty Aronson e Stephen Tenenbaum.

Inoltre, mentre l’ultima fatica del regista newyorkese prende forma, la pellicola Magic in the Moonlight, girata dal regista nel sud della Francia lo scorso anno e prodotta da Sony Pictures Classics, è pronta per essere rilasciata domani, 25 luglio.

Fonte: comingsoon.net

 

 
 

Parker con Jason Statham al cinema dall’8 Maggio

Parker-Jason-StathamUscirà l’8 Maggio il film Parker diretto da Taylor Hackford e con protagonisti Jason Statham, Jennifer Lopez, Nick Nolte, Michael Chiklis.

Basato sul romanzo Flashfire di  Donald E. Westlake, Parker è un film del 2013 diretto da Taylor Hackford, con protagonisti Jason Statham e Jennifer LopezIl film è tratto dal romanzo del 2000 Flashfire: fuoco a volontà, scritto da Donald E.Westlake.Il personaggio di Parker, protagonista della saga letteraria di oltre venti libri scritta da Donald E.Westlake, venne portato sul grande schermo anche da Mel Gibson in Payback – La rivincita di Porter e da Lee Marvin in Senza un attimo di tregua, entrambi i film tratti dal primo romanzo della serie letteraria. Nei due precedenti film non venne mai usato il nome Parker per i protagonisti perché lo scrittore della serie Donald E. Westlake fino ad allora non autorizzò mai l’uso del nome originale.

Indie Pictures, nata dalla recente joint venture tra Stargate Entertainment Srl, subholding del gruppo FH, e Riccardo Magnoni, amministratore delegato, socio di riferimento e fondatore di One Movie Srl, distribuirà nelle sale italiane dall’8 maggio 2014 il film di Taylor Hackford Parker con Jason Statham nei panni dell’astuto ladro e Jennifer Lopez sua abile complice. Inoltre
Indie Pictures in associazione con The Space hanno indetto un concorso a premi legato al film Parker: sarà possibile partecipare da giovedì 8 maggio 2014 fino a giovedì 5 giugno 2014, recandosi presso le Sale del circuito The Space che proiettano in film Parker nel periodo di vigenza del concorso, acquistare un biglietto per la proiezione del film e collegarsi al sito www.indiepictures.it.
 
 

Park Chan-wook vorrebbe dirigere un film di James Bond

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In una recente intervista con Deadline, Park Chan-wook ha parlato di come il franchise di James Bond abbia avuto una grande influenza sulla sua carriera di regista. Quando gli è stato chiesto se avrebbe voluto dirigere un film della serie, il regista di Oldboy ha dichiarato che “sarebbe stato divertente”, ma ha notato che il pubblico potrebbe non essere così interessato a una visione del franchise come la sua.

“Sì, sarebbe divertente. Ma non sono sicuro che le persone che lo guarderanno si potrebbero divertire tanto quanto me, a fare il film. Quelli di voi che hanno visto il mio ultimo film potrebbero trovarlo difficile da credere, ma penso che tutto sia iniziato con un film di Bond. Ero alle elementari in quel momento. Penso che fosse forse Moonraker – Operazione spazio, ma era certamente uno con Roger Moore. Mi sono davvero appassionato al film e mi sono divertito a immaginare storie diverse nella mia testa quando ero a casa da solo.

A quel tempo, la Corea era una società militare totalitaria, quindi non permettevano a tutti, o solo a persone particolari, di poter viaggiare fuori dal Paese. Questo è, credo, il motivo per cui mi è particolarmente piaciuto immaginarmi in un luogo esotico, interagire con diverse razze di persone e vivere avventure divertenti. Quindi sono rimasto suggestionato quelle trappole e quelle armi strane realizzate con tecnologia ed effetti speciali e i modi ingegnosi per fuggire da esse, avevo pensato storie molto dettagliate e fantasiose nella mia testa. Sono andato così tanto nei dettagli che ho anche immaginato il posizionamento della telecamera o il movimento della telecamera che riprende quelle situazioni. E penso che sia stato il mio primo storyboard mentale, anche se poi non li ho disegnati.”

Il futuro cinematografico di James Bond è al momento in sospeso, visto che deve ancora essere annunciato il nuovo interprete, dopo l’addio di Daniel Craig. Tuttavia, l’idea di affidare a Park Chan-wook un film del genere, sarebbe molto interessante.

 
 

Park Chan-wook espulso dalla Writers Guild of America: ecco perché!

La Writers Guild of America ha annunciato venerdì di aver espulso due membri, Park Chan-wook e Don McKellar, per aver scritto la miniserie per la HBO “The Sympathizer” durante lo sciopero del 2023.

Park e McKellar hanno co-creato la serie di sette episodi, con Hoa Xuande e Robert Downey Jr., basata sull’omonimo romanzo del 2015 dello scrittore Viet Thanh Nguyen. La serie è andata in onda nel 2024. Secondo la Writers Guild, Park Chan-wook e Don McKellar non hanno presentato ricorso contro le loro espulsioni.

La WGA ha inoltre annunciato che Anthony Cipriano è stato sospeso fino al 1° maggio 2026 per aver scritto “The Last Breath“, precedentemente noto come “Untitled True Story Haunting—Thriller Project“. Cipriano ha ricevuto anche una censura pubblica e l’interdizione a vita dal ruolo di capitano dello sciopero.

Park Chan-wook, 61 anni, è uno sceneggiatore, regista e produttore sudcoreano noto per film come “Oldboy” (2003) e “The Handmaiden” (2016). Il suo prossimo lungometraggio, una produzione coreana intitolata “No Other Choice“, sarà presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia alla fine di agosto. McKellar è un attore e regista canadese che ha scritto, diretto e interpretato “Last Night” (1998). Ha una sceneggiatura per “No Other Choice“, che condivide con Park, Lee Kyoung-mi e Lee Ja-hye.

La WGA aveva precedentemente annunciato di aver sanzionato sette sceneggiatori per varie presunte violazioni durante lo sciopero del 2023. Quattro di questi scrittori sono stati identificati pubblicamente quando hanno scelto di presentare ricorso, ma gli altri tre sono rimasti anonimi fino a venerdì. In una nota ai soci, i dirigenti della WGA hanno affermato che il consiglio direttivo aveva “deciso che le sanzioni disciplinari dovessero essere rese pubbliche”.

La WGA non ha fornito dettagli sulle violazioni dello sciopero commesse da Park, McKellar e Cipriano. Nella nota, la gilda ha ringraziato i volontari che hanno prestato servizio nel Comitato per il rispetto delle regole dello sciopero. “Hanno indagato su decine di accuse di violazioni e hanno stabilito se ci fossero prove sufficienti per inviare i casi al Consiglio direttivo per ulteriori azioni”, ha dichiarato la dirigenza.

Il consiglio e i funzionari hanno inoltre ringraziato i membri delle varie commissioni processuali, che hanno ascoltato le testimonianze e hanno fornito raccomandazioni disciplinari al consiglio.

“Tutti questi membri hanno offerto volontariamente il loro tempo per il delicato ma necessario compito di responsabilizzare gli scrittori affinché adempiano ai propri obblighi nei confronti dei colleghi, ai sensi delle Norme sullo Sciopero, delle Norme di Lavoro e dello Statuto della WGAW”, ha affermato la WGA.

 
 

Park Chan-wook dirigerà Carey Mulligan e Jodie Foster

jodie fosterA giugno si era già parlato di Stoker, un film drammatico scritto dal protagonista di Prison Break, Wentworth Miller. All’epoca, la giovane attrice Carey Mulligan era entrata nel cast  e Jodie Foster era in trattative per prender parte al progetto, mentre Ridley Scott veniva dato come probabile regista.

 
 

Park Chan-Wook a lavoro sullo sci-fi Second Born

Park Chan-wookDopo il suo debutto dall’altra parte dell’Oceano con il disturbante Stoker, Park Chan-Wook si mette di nuovo alla prova e si cimenta nello sci-fi. Trai suoi prossimi progetti ci sarà infatti Second Born, storia futuristica prodotta dalla Rumble Films.

Leggi anche: Festival di Roma 2014: A rose reborn, incontro con Park Chan-Wook

Scritto da David Jagernauth, Second Born è ambientato in un mondo futuristico in cui degli impianti di microcip nel corpo possono conservare la memoria e la coscienza dei portatori di questi aggeggi elettronici. L’idea, anche se già sentita e affrontata dal cinema, si arricchisce di un dettaglio interessante: questi cip, e l’idea che scambiandoli da persona a persona si possa fingere di essere qualcun altro, alimenta un mercato nero di scambio di corpi. E proprio questo tocco macabro sembra trovare riscontro nei toni oscuri che di solito caratterizzano il cinema di Park Chan-Wook.

Prima di dedicarsi a Second Born, Park Chan-Wook si occuperà della trasposizione cinematografica di Fingersmith, il romanzo best seller del 2002 di Sarah Waters, che per l’occasione sarà ambientato in Corea, invece che nella Londra Vittoriana, come nel romanzo.

Sempre nel suo prossimo futuro ci sono altri due progetti: The Brigands Of Rattleborge e The Ax.

Fonte: EMPIRE