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Nicolas Cage ha accidentalmente “bevuto il suo sangue” durante le riprese di Renfield

Nicolas Cage ha assunto i panni Dracula durante le riprese di Renfield, in un modo particolarmente coerente alla natura del suo personaggio. Sebbene non sia il vero protagonista del film Reinfield, dato che quel titolo va all’omonimo eroe oppresso interpretato da Nicholas Hoult, Cage è un’attrazione decisamente importante all’interno del lungometraggio, con la sua rappresentazione del famigerato succhiasangue Dracula. Come capo orribilmente crudele di Renfield, il personaggio di Cage è stato sin da subito un punto di forza della campagna di marketing del film.

Tuttavia, nonostante Renfield sia, come dichiarato, un sequel del Dracula del 1931 che non presenterà poi molto il vampiro, Cage ha avuto comunque l’opportunità di far sue le parti peggiori del vampiro nel mondo reale. L’attore ha infatti ammesso di aver accidentalmente bevuto il proprio sangue a un certo punto durante le riprese. Di certo non aiuta il fatto che avesse delle vere zanne. “Nessun motivo in termini di metodo, – ha raccontato Cage – ma le zanne erano autentiche, erano di ceramica e piuttosto appuntite. Quindi mi sono morso il labbro un paio di volte che mi ha fatto bere il mio stesso sangue”.

Questo non fa che rendere ancor più iconica l’interpretazione di Nicolas Cage del personaggio. Per quanto riguarda la trama del film, invece, come già rivelato, in Renfield, il giovane che dà il titolo al film è costretto a procurare le vittime del suo padrone ed a eseguire ogni suo ordine, per quanto spregevole. Ma ora, dopo secoli di servitù, Renfield è pronto a scoprire che c’è una vita al di fuori dell’ombra del Principe delle Tenebre. Se solo riuscisse a capire come porre fine alla sua codipendenza. Il film sarà in sala dal 25 maggio.

Fonte: ScreenRant

 
 

Nicolas Cage era la prima scelta per interpretare il Dottor Destino

Prima di scegliere Julian McMahon per il ruolo, i produttori di I Fantastici Quattro avevano pensato a Nicolas Cage per interpretare il classico cattivo Marvel, dottor Destino. Distribuito nel 2005, il film ha visto Ioan Gruffudd nei panni di Reed Richards, Jessica Alba nei panni di Sue Storm, Chris Evans, prima che diventasse Captain America, nei panni di Johnny Storm e Michael Chiklis in quelli di Ben Grimm. Diretto da Tim Story, il film era una storia di origine per il team di supereroi e li ha visti affrontare il Dr. Destino di McMahon. Il film non ha avuto successo di critica, ma è stato un successo al botteghino e ha generato un sequel, I Fantastici Quattro e Silver Surfer.

McMahon ha interpretato una versione abbastanza naif del classico cattivo della Marvel, ma al netto della sceneggiatura molto debole, ha dato senso al personaggio. Il problema era che la scrittura e la trama hanno portato a un terzo atto che non ha entusiasmato molto e, nonostante sia sopravvissuto agli eventi del film, non è tornato per il sequel del 2007. Toby Kebbel ha interpretato il personaggio nel riavvio del 2015, ma ha avuto a che fare con uno script ancora peggiore, con il film che è stato un vero disastro (senza star qui ad indagarne le cause).

Il concept artist Ryan Unicomb, che sta anche producendo un documentario sul film cancellato di George Miller dedicato alla Justice League, ha recentemente rivelato su Instagram che McMahon non è stata la prima scelta per interpretare il personaggio nel 2005. Secondo Unicomb, Nicolas Cage è stato contattato per interpretare il personaggio, ai tempi in cui sarebbe stato una versione molto diversa, con braccia biomeccaniche senza pelle e un viso ispirato al trucco di scena di Marilyn Manson. Chiaramente, Cage non ha accettato il ruolo, e il resto è storia. Ecco cosa ha dichiarato Unicomb:

Prima che Julian McMahon accettasse il ruolo, Nicholas Cage era stato scelto come per interpretare il Dottor Destino nel film dei Fantastici Quattro. Il team di produzione ha deciso di avvicinarsi a Cage dopo che un concept artist aveva usato le sembianze del cantante Marilyn Manson per alcuni dei loro lavori. A quel tempo, il progetto era notevolmente più oscuro e l’aspetto di Destino era avviato su un binario del film vietato. Questo ovviamente non ha mai funzionato, ma comunque era un approccio interessante.

 
 

Nicolas Cage entra nel cast di Tokarev

Nicolas Cage sarà protagonista di Tokarev, thriller diretto da Paco Cabezas, regista spagnolo noto in patria, ma all’esordio negli Stati Uniti. La sceneggiatura è stata curata da Jim Agnew e Sean Keller e vede protagonista Paul Maguire (Cage), un ex poliziotto alle prese col rapimento della figlia, legato al suo oscuro passato.

Al momento non è stata fissata una data per l’avvio della produzione: il film è ancora in attesa di qualcuno che ne acquisti i diritti, in occasione dello European Film Market di Berlino. Il titolo Tokarev deriva dal nome di una pistola di fabbricazione russa.

Fonte: Empire

 
 

Nicolas Cage entra nel cast di Snowden di Oliver Stone

Appena annunciata l’entrata nel cast del prossimo film di Oliver StoneSnowden, da parte di Nicolas Cage, che torna a collaborare con il regista dopo World Trade Center. L’attore vestirà i panni di un ex ufficiale dei servizi segreti degli Stati Uniti.

Stone è già impegnato nelle riprese del film a Monaco. Scritto e diretto dal regista tre volte premio Oscar Oliver Stone (Platoon, JFK), lo script è basato sui libri The Snowden Files: The Inside Story of the World’s Most Wanted Man di Luke HardingTime of the Octopus di Anatoly Kucherena. Quest’ultimo libro in particolare, si occupa principalmente del tempo che l’ex analista ha trascorso in Russia nella speranza di ottenere asilo politico, mentre gli Stati Uniti chiedevano la sua estradizione per poterlo incarcerare a causa della fuga di informazioni classificate.

Nel cast anche Joseph Gordon-Levitt, Shailene WoodleyTimothy Olyphant, Zachary Quinto, Melissa Leo, Tom Wilkinson, Rhys IfansJoely Richardson.

Edward Snowden (Joseph Gordon-Levitt) è un informatore della NSA che ha inviato alla giornalista di Gardian, Glenn Greenwald, importanti documenti top secret nel giugno del 2013. Snowden, ora bloccato in Russia, dopo che gli Usa gli hanno annullato il passaporto, è una figura che divide, da una parte chi lo vede come un eroe (come il regista Stone) e dall’altra chi lo vede come un traditore.

Fonte: Empire

 
 

Nicolas Cage e Willem Dafoe nel primo trailer di Dog Eat Dog

Ecco il primo trailer di Dog Eat Dog (Cane Mangia Cane), film basato sull’omonimo romanzo di Eddie Bunker, che sarà diretto da Paul Schrader (sceneggiatore di Taxi Driver e Toro Scatenato, e regista di American Gigolo). Il film ha come protagonisti Nicolas Cage e Willem Dafoe.

https://www.youtube.com/watch?v=Pt0FkSTyffs

Nicolas Cage aggiorna su Il Mistero dei Templari 3

Per Dafoe e Schrader si tratta dell’ennesima collaborazione: i due, infatti, avevano già lavorato insieme diverse volte in pellicole come Lo Spacciatore del 1992, Affliction del 1997 e The Walker del 2007.

La sceneggiatura del film è stata scritta da Matt Wilder e Schrader. Il film  è stato presentato a Cannes 2016 lo scorso maggio, ed è prodotto dalla Arclight Films e dalla Pure Dopamine. Le riprese del film sono iniziate a ottobre 2015.

La pellicola racconta la storia di tre ex detenuti di Los Angeles che vengono incaricati di compiere un rapimento. Quando le cose non vanno secondo i piani e i tre finiscono per perdere il controllo della situazione, saranno costretti alla fuga per cercare in ogni modo di non finire ancora una volta in prigione.

Fonte: ScreenRant

 
 

Nicolas Cage è rimasto perplesso dal suo cameo in CGI in The Flash: “Non aveva l’aspetto giusto”

Nicolas Cage The Flash

Nicolas Cage  è tornato a condividere nuovamente i suoi pensieri sulla sua apparizione in CGI nei panni di Superman in The Flash. Durante una recente intervista con Deadline a Cage è stato chiesto del cameo nel film e la star ha ammesso di essersi sentito un po’ “perplesso” per la CGI utilizzata per l’apparizione dell’Uomo d’Acciaio e, pur essendo “felice” di veder realizzato il suo cameo, ritiene che non avesse “un aspetto corretto“.

Ma è stato molto tempo fa. E poi, successivamente, quello che è successo con The Flash… Non ero arrabbiato, ero solo perplesso. Ho pensato: “Non era quello che avevo girato”, ed ero preoccupato. Mi chiedevo: “Mi hai appena detto che stavo assistendo alla distruzione dell’universo, in modo da potermi fotografare e poi animare?”. Che fosse attraverso la CGI o l’IA, non era questa la conversazione che avevamo avuto. Quindi ero confuso“, ha dichiarato Cage nel corso dell’intervista. “Ma ero comunque felice di guardarlo. Volevo ancora vedere l’abito di Colleen Atwood, che ritengo sia un bellissimo abito, e il 50% di quel personaggio era stato progettato da me.”

“Volevo che Superman avesse i lunghi capelli neri da samurai e una sensazione di vulnerabilità, quasi senza battere le palpebre, con gli occhi immobili. Quindi è stato un 50/50. Eravamo io e Tim, avevamo progettato qualcosa che non è mai venuto alla luce, quindi quando l’ho visto in movimento, sono stato molto felice che Andy Muschietti abbia voluto che lo facessi io. Ho avuto una certa soddisfazione nel vedere il personaggio, ma per me non aveva l’aspetto giusto. Ma poi Superman è un alieno. Kal-El viene da un altro pianeta. Quindi, in un certo senso, la CGI sembrava giusta, perché è aliena. Non sembra reale. Non sembra che abbia un battito cardiaco. Quindi posso guardarlo in questo modo e pensare che abbia funzionato.”, ha concluso Nicolas Cage.

 
 

Nicolas Cage e Michele Soavi?

Il regista Michele Soavi  autore de “Il sangue dei vinti” è stato accostato recentemente a Nicolas Cage. A quanto pare è stato proposto all’attore americano il ruolo del protagonista del suo prossimo film Treasure of Pompeii, un racconto famigliare in stile Goonies ambientato a Pompeii, che apparentemente dovrebbe essere il prossimo progetto di Soavi.

Nicolas Cage è attualmente impegnato sul set di Ghost Rider 2, e dovrebbe in seguito girare anche National Treasure 3. Non si sa nient’altro sulla notizia, ma dall’agenda apprendiamo che l’attore sia abbastanza impegnato.

 
 

Nicolas Cage e i sette ruoli che potevano essere suoi

Nicolas Cage ha avuto una carriera decisamente interessante. Definito ‘cane’ da moltissimi e allo stesso tempo idolatrato da moltissimi fan che nutrono una vera ammirazione per lui, Cage è decisamente un attore e una personalità che divide. Appartenente alla talentuosa famiglia Coppola, ha vinto un Oscar (cosa che magari non può dire Leonardo DiCaprio) ed è stato protagonista di tantissimi film ricordati anche per la loro bruttezza. In questa gallery scoprirete sette ruoli che il nostro ha rifiutato o per il quale è stato preso anche solo in considerazione: [nggallery id=479]

Nicolas CageCome sarebbe andata la sua carriera se fosse stato scelto nel 1998 per interpretare il protagonista di The Matrix? E come sarebbe stato il ‘suo’ scemo se fosse stato preferito a Jim Carrey?

Sono domande che ovviamente non trovano risposta, ma è divertente immaginare che l’attore, con la sua monolitica espressione, avrebbe potuto far parte di tutti questi film, e addirittura avrebbe potuto combattere per la salvezza della Terra di Mezzo al posto di Viggo Mortensen!

 
 

Nicolas Cage e Hayden Christensen nella Cina medievale

Nicolas Cage in Il Prescelto

Un kolossal da 25 milioni di dollari, ambientato nella Cina del X decimo secolo: è il nuovo progetto nel quale è appena entrato Nicolas Cage, che verrà affiancato da Hayden Christensen, intitolato Outcast. Poco si sa riguardo la storia, se non che dovrebbe essere incentrata su un guerriero che cerca la redenzione andando a salvare una principessa. La sceneggiatura è in corso di scrittura da parte di James Dormer; alla regia dovrebbe arrivare Nick Powell, che dovrebbe avvalersi nella sua lunga esperienza come stunt in film come Il Gladiatore, L’Ultimo Samurai, Cinderella Man e Resident Evil.

I diritti internazionali del progetto saranno offerti da Arclight Films in occasione dell’American Film Market del mese prossimo. Le riprese dovrebbero cominciare non prima del 2013. Nicolas Cage nel frattempo sarà protagonista di Joe di David Gordon Green e in I Am Wrath diretto da William Friedkin.

Fonte: Empire

 
 

Nicolas Cage e Elijah Wood nel primo trailer di The Trust

Ecco il primo trailer di The Trust, film distribuito da Saban Films che vede protagonisti Nicolas Cage e Elijah Wood in un’inedita coppia di poliziotti corrotti. Il film è diretto da Alex Brewer e Benjamin Brewer.

The Trust è un criminal drama, scritto sempre da Benjamin Brewer, insieme a Adam Hirsch, e racconta di due poliziotti corrotti David Waters (Wood) e Jim Stone (Cage) e della loro scoperta di una cassaforte nascosta nel dipartimento di polizia. I due si lasciano vincere dall’avidità e dalla voglia di possedere quello stesso bottino, tanto che alla fine invece che per i soldi dovranno combattere per la loro vita.

Previsto per il 13 maggio nelle sale USA, The Trust non ha ancora una distribuzione italiana.

Di seguito il trailer e il poster:

The Trust

 
 

Nicolas Cage è “Nick Cage” nel divertente trailer di The Unbearable Weight of Massive Talent

The Unbearable Weight of Massive Talent film

E’ stato diffuso finalmente il divertente trailer di The Unbearable Weight of Massive Talent, l’annunciata commedia d’azione che vedrà Nicolas Cage interpretare uno dei suo ruoli più divertenti: “Nick Cage“. La Lionsgate ha finalmente rilasciato un trailer per l’imminente commedia d’azione, che vedrà il vincitore dell’Academy Award interpretare una versione iper-romanzata di se stesso. Parlando con Entertainment Weekly l’attore ha speigato che “[Nick Cage] è una versione inventata di Nicolas Cage. Il personaggio si sente insoddisfatto e lotta con il rifiuto che può capitare così spesso nella piccola città che è Hollywood. Non sono io. Mi sento abbastanza bene riguardo alle cose“.

Nella pellicola Nicolas Cage interpreterà due ruoli “Nick” e “Nicky”, che è una versione più giovane dell’attore e frutto della sua stessa immaginazione. “Ha i capelli lunghi e allampanati; è solo costantemente in giro con Nick riguardo alle sue scelte di carriera. Non ero troppo entusiasta all’idea di interpretare me stesso, ma quando Tom mi ha inviato questa sceneggiatura, Nicky mi ha ricordato un po’ Buddy Love di Jerry Lewis. ne Il professore matto. Ho sempre ammirato quello che ha fatto con quel film. Per me, Nicky ruba la scenaOltre a Cage, il cast includerà Pedro Pascal (The Mandalorian; Game of Thrones), Neil Patrick Harris (The Matrix Resurrections; Harold & Kumar), Sharon Horgan (Catastrophe ; Together), l’esordiente Lily Sheen e Tiffany Haddish (Bad Trip).

 
 

Nicolas Cage come Superman in una clip di The Death of Superman Lives

Arriva dal Los Angeles Time una nuova clip estratta dal film  The Death of Superman Lives; What Happened?, il documentario sul film mai visto su Superman con Nicolas Cage e che doveva essere diretto da Tim Burton. Il progetto fu cancellato a poco meno di un mese dalle riprese.

GUARDA LA CLIP QUI

 
 

Nicolas Cage arrestato per violenza domestica

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Nicolas Cage è stato arrestato ieri a New Orleans. Il 47enne attore americano è stato accusato di violenza domestica e turbamento dell’ordine pubblico a causa di una furibonda lite con la mogli Alice.

 
 

Nicolas Cage al Giffoni Film Festival

Dopo i già confermatissimi Jean Reno, Jessica Alba e Dianna Agron si arricchisce ancora di più il parterre di ospiti internazionali

 
 

Nicolas Cage aggiorna sulla serie “noir” di Spider-Man

Nicolas Cage
Nicolas Cage al Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Nicolas Cage ha fatto un po’ di tutto a Hollywood, ma ora si prepara ad affrontare un territorio inesplorato con la sua prima serie televisiva: La serie live-action Spider-Man Noir di MGM+ e Prime Video. Nicolas Cage interpreterà la versione alternativa dell’iconica testa di ragnatela, riprendendo il suo ruolo dal film d’animazione Spider-Man: Into the Spider-Verse, e recentemente ha fornito qualche dettaglio in più sul prossimo show in un’intervista al New Yorker.

Voglio dire, la fantasia sarebbe che potrei cercare di aspirare a essere qualcosa di più Golden Age“, ha detto Cage, aggiungendo: “Volevo avere quel tipo di aura, sai, come il più enigmatico, non si sa troppo. Ecco perché non sono sui social media. Questo è il pensiero, comunque. Non lo so. Vedremo cosa succederà se farò [Spider-Man Noir] e mi metteranno in bianco e nero. Vedremo se riusciremo a ottenere un po’ di quel sapore”. Nicolas Cage ha anche parlato al New Yorker delle sue preoccupazioni per la televisione:

“Non voglio correre troppi rischi fisici inutili. Ma la televisione è terrificante perché hai solo poco tempo per far entrare il libretto nel tuo corpo, e devi continuare, continuare, continuare a girare. E ho pensato: “È una sfida. Mi fa paura. Non mi sono mai preparato in questo modo prima d’ora”.

Nicolas Cage interpreterà la versione in bianco e nero di Spider-Man

noir Spider-Man serie tv

La versione di Spider-Man di  Nicolas Cage, vista per la prima volta nel già citato Into the Spider-Verse, proviene da un universo alternativo che rende omaggio allo stile cinematografico noir diffuso negli anni Quaranta. Il personaggio è apparso per la prima volta nel 2009 nella serie di fumetti Noir della Marvel ed è stato un’aggiunta popolare all’universo di Spider-Man. Quando Cage ha doppiato il personaggio in Into the Spider-Verse, il Noir Spider-Man in bianco e nero e con il borsalino proveniva dalla Terra 90214 e si univa ad altri Spider-Man i cui universi si scontravano con quello di Miles Morales (Shameik Moore).

Si conoscono pochissimi dettagli sulla serie in arrivo. Tuttavia, una logline di Amazon afferma che seguirà un “investigatore privato invecchiato e sfortunato (Cage) nella New York degli anni Trenta, costretto a confrontarsi con la sua vita passata come unico e solo supereroe della città”. La serie è stata creata da Oren Uziel e Steve Lightfoot, che saranno co-produttori e produttori esecutivi. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios. I registi di Into the Spider-Verse , Phil Lord e Christopher Miller, produrranno esecutivamente per la loro Lord Miller Productions grazie a un accordo globale con la Sony. Altri produttori esecutivi sono Amy Pascal per Pascal Pictures e Harry Bradbeer, che dirigerà anche i primi due episodi.

Non è stata annunciata alcuna finestra di uscita per Noir, ma la serie debutterà su MGM+ e Amazon Prime Video. Into the Spider-Verse è ora in streaming su Prime Video.

 
 

Nicolas Cage aggiorna su Il Mistero dei Templari 3

nicolas cage Il mistero dei Templari 3

In una nuova intervista con Entertainment Weekly, Nicolas Cage ha aggiornato su Il Mistero dei Templeari 3, terzo chiacchieratissimo capitolo del franchise iniziato nel 2004 con Il Mistero dei Templeari – National Treasure e proseguito nel 2007 con Il mistero delle pagine perdute.

Ai microfoni della nota rivista in occasione della promozione del thriller The Trust, l’attore premio Oscar ha spiegato: “È da un po’ che non sento nulla al riguardo. So che certe sceneggiature sono veramente difficili da scrivere, perché necessitano di una certa credibilità in termini storici, in modo da risultare vere o plausibili. E poi bisogna trasformare il tutto in una forma di intrattenimento. So che è difficile scrivere una storia del genere, che rispetti soprattutto queste esigenze. Purtroppo è tutto ciò che so, ma so che ci stanno lavorando”.

nicolas cage

Il mistero dei Templari – National Treasure (National Treasure) è un film del 2004 diretto da Jon Turteltaub, con protagonisti Nicolas Cage, Diane Kruger, Justin Bartha e Jon Voight.

Il film ha avuto un seguito nel 2007, intitolato Il mistero delle pagine perdute. La storia è incentrata sulla ricerca di un altro tesoro diverso (quello delle sette città di Cibola) e ricalca quella del primo film; anche il cast è lo stesso: stesso regista (Jon Turteltaub), stesso produttore (Jerry Bruckheimer) e stessa squadra, con l’aggiunta di Ed Harris e di Helen Mirren.

Il sequel termina con Gates che parla col presidente degli Stati Uniti della pagina 47 del libro del Presidente, il che ha sempre lasciata aperta la strada per un terzo episodio.

Fonte: EW

 
 

Nicolas Bedos racconta il suo Un Amore Sopra le Righe

Un Amore sopra le righe

Al cinema dal 15 marzo, è arrivato anche in Italia Un Amore Sopra le Righe, una commedia francese anomala scritta diretta e interpretata da Nicolas Bedos, che parla di vita, di amore e di tempo, ma soprattutto parla di una donna magnetica e di un uomo che fatica a starle dietro, nell’arco dei 45 anni del loro rapporto, tra fughe d’amore, tradimenti, liti, successo, fama e impossibilità a lasciarsi andare.

Abbiamo incontrato il regista, Nicolas Bedos, che ha anche firmato la sceneggiatura e interpretato il protagonista del film, Victor. Ecco cosa ci ha raccontato.

Come e perché è nato questo film?

Questo film è nato dal nostro desiderio, di Doria Tillier (compagna nella vita di Bedos, che nel film interpreta Sarah, ndr) e me, di scrivere il film dei nostri sogni, con ruoli più ricchi e più emozionanti rispetto a tutto quello che viene proposto oggi. Poi volevo parlare della coppia sul lungo corso. Le prove, le gioie, il lavoro, l’insuccesso e il successo che inevitabilmente influenzano l’intensità dei sentimenti. Volevamo anche rendere omaggio ai nostri genitori, alla loro generazione.

– Una storia d’amore tradizionale avrebbe raccontato l’amore, la seduzione e il lieto fine. Questa storia racconta al contrario l’amore e la sua evoluzione nel tempo. Come mai hai deciso di sviluppare la storia nel corso di 45 anni?

Per il piacere di attraversare il tempo, il piacere intellettuale (ogni epoca ha il suo modo di pensare e le sue circostanze politiche) e il piacere visivo, puramente estetico: costumi, acconciature, musica, decorazioni. Era un desiderio molto infantile legato al gusto del travestimento.

– Il trucco che vi ha invecchiati è eccezionale nel film. Qual è stato l’approccio a questo aspetto, come attore e regista del film?

Molto spaventoso, i primi test erano inconcludenti. Abbiamo dovuto provare più volte, perfezionare, specificare. In effetti, il metodo giusto è spesso quello di lavorare sodo e insistere.

Un Amore Sopra le Righe– Nel film, gli abiti, la loro evoluzione è molto importante per l’identificazione di diversi decenni nella storia. Hai lavorato anche con i costumisti o hai scelto e realizzato gli abiti in modo indipendente?

Mi sono state offerte tante soluzioni differenti. E io ho scelto. Il ruolo di un regista è spesso quello di spingere gli altri a fare meglio. Non dobbiamo dire di no a tutti, perché corriamo il rischio di scoraggiare i talenti, ma non dobbiamo dire di sì agli errori importanti che pensiamo di poter migliorare.

– Come ti sei avvicinato alla realizzazione di questo film per il cinema? Perché era importante essere il regista di questa storia?

Perché ero uno sceneggiatore di diversi film, a volte contento del risultato a volte meno, e questo progetto era troppo personale e troppo ambizioso per permettermi di correre il rischio di vederlo realizzato in modo diverso rispetto a quello che sognavamo. Ho preferito che, nel caso, sarei stato io a perdere e non qualcun’altro!

Un amore sopra le righe, recensione del film di e con Nicolas Bedos

– Che tipo di collaborazione artistica c’è stata con Doria Tillier e in che misura avete collaborato per scrivere insieme la sceneggiatura del film?

Una complicità artistica molto forte. In tutte le fasi. Avevo bisogno del consiglio di Doria su molte cose, inclusi dettagli che non avevano nulla a che fare con la sua recitazione. La maggior parte delle volte mi ha appena detto che era d’accordo con me, ma il fatto che andasse bene per lei mi ha dato il coraggio di imporre le mie idee. Perché mi fido dei suoi occhi.

– Nel cinema americano ed europeo, le donne stanno trovando sempre più la propria voce, e penso che Sarah sarebbe molto felice di questo movimento. Sembra essere un personaggio scritto con precisione in riferimento a queste donne: è sicura e innamorata, ma ciò non significa che rinuncerà a chi è. Sarah è un personaggio femminile completo e complesso. Pensi che il cinema abbia bisogno di personaggi come lei?

Per fortuna c’erano personaggi femminili completi, forti e complessi anche prima! E ce ne sono sempre di più adesso. Sono molto contento dell’attuale movimento, ma non dimentichiamo che la liberazione delle donne non è iniziata nel 2018!

– Nel film, la vita di Victor e Sarah tiene conto di un legame artistico e creativo molto importante. Tanto significativo che si può pensare che si tratti di una storia biografica. Victor ti assomiglia molto? Ci sono aspetti di Nicolas Bedos in lui?

Sì, molto! Ma provo sempre a migliorare me stesso!

– Stai già pensando a un altro film, o stai pensando di tornare a teatro?

Mi sto preparando per il mio prossimo film, che girerò a settembre. È un film molto eccitante e tecnicamente anche più complicato del primo! In effetti, mi piacciono le storie molto romantiche e i salti nel tempo, è una specie di ossessione per me: il tempo che passa. Quindi nel mio prossimo film ce ne sarà di più.

 
 

Nicola Piovani racconta la musica de La Conquete

In occasione della presentazione a Cannes del film “La Conquete”, vi inviamo una video intervista in cui Nicola Piovani, autore della colonna sonora del film,

 
 

Nicola Piovani e Charline Bourgeois – Tacquet presentano Les Amours d’Anaïs

Les Amours d'Anaïs

Nella splendida cornice dell’Accademia di Francia a Roma, a Villa Medici, è stato presentato alla stampa romana Les Amous d’Anaïs, esordio leggero ma acuto della giovane Charline Bourgeois-Tacquet, già selezionato per la Settimana della Critica a Cannes e per il Festival di cinema francese di Firenze France Odeon, che, giunto alla sua tredicesima edizione, ha deciso di conferire al Maestro Nicola Piovani il premio per la miglior colonna sonora. Ecco perchè la serata si apre con un breve saluto ai giornalisti intervenuti e con la consegna ufficiale a Piovani del Premio France Odeon – FoglLes Amours d’Anaïsia d’Oro Manetti Battiloro, che rinsalda la collaborazione tra l’Accademia e il Festival fiorentino.

Sulla composizione delle musiche originali e la scelta di brani non originali da abbinare al film Nicola Piovani spiega: “Innanzitutto, questo è un film di Charline. Lei è molto chiara nel suo bagaglio di proposte e per quel che riguarda le presenze di musica nella sua vita. Io non ho fatto che scrivere alcune musiche che potessero incastonarsi, soprattutto che potessero entrare in punta di piedi, senza proporsi in modo protagonistico. Questo è un film in cui la musica non deve cantare niente, si limita timidamente a cantare un po’ qualcosa, quando si accenna all’amore tra le protagoniste” il suo obiettivo, prosegue, è stato quello di lavorare “cercando di non rompere la cristalleria. È un lavoro non sempre facile, che però vale la pena fare”. 

Les Amours d’Anaïs non è solo incentrato su una giovane donna in cerca di sé, ma vuole essere anche una riflessione sulla possibilità di trovare un equilibrio tra passione, istinto e razionalità. Sulla dicotomia tra le due, la regista,  Charline Bourgeoise-Tacquet, afferma che, sebbene la passione sia più importante della saggezza, preferirebbe apprendere i segreti della seconda. 

La regista illustra poi così la sua scelta di dare alla protagonista lo stesso nome, Anaïs, dell’attrice che la interpreta, Anaïs Demoustier: “La prima ragione è che cercavo un nome che non fosse legato a nessuna connotazione sociale. Ecco perché ho scelto Anaïs. Avevo già lavorato con lei in un cortometraggio. Ho chiesto il suo permesso per intitolare il film col suo nome e lei ha accettato. Anche perchè il personaggio le rassomiglia molto”. Prosegue poi precisando che la protagonista racchiude in sé alcune caratteristiche proprie della personalità, del modo di essere di Demoustier, e altre più vicine alla regista stessa. 

Sulla scelta di un’attrice molto amata in Francia come Valeria Bruni Tedeschi, Bourgeois-Tacquet afferma di aver cercato: “un’attrice bella, sensuale, che fosse credibile nel ruolo dell’intellettuale”. Valeria Bruni Tedeschi possedeva tutte queste caratteristiche. 

Les Amours d’Anais sarà nelle sale italiane da aprile, distribuito da Officine UBU.

 
 

Nicola Peltz: 10 cose che non sai sull’attrice

Nicola Peltz film

Anche se giovanissima e con giusto pochi titoli nel suo curriculum, l’attrice Nicola Peltz è già una vera e propria star del piccolo e grande schermo. Le sono infatti bastati alcuni ruoli in titoli di rilievo per dimostrare tutto il suo talento e con una carriera ormai lanciata verso la fama e una vita sentimentale che procede a gonfie vele, la Peltz è davvero uno dei nomi da tenere d’occhio, poiché promette grandi cose per il futuro.

Ecco 10 cose che forse non sai di Nicola Peltz.

Nicola Peltz: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film e debutterà come regista. La prima apparizione dell’attrice sul grande schermo si ha nel film Conciati per le feste (2006). In seguito recita in Harold (2008), L’ultimo dominatore dell’aria (2010), Eye of the Hurricane (2012) e Transformers 4 – L’era dell’estinzione (2014), che la rende celebre al grande pubblico. In seguito ha recitato in Affluenza (2014), Ultimo viaggio in Oregon (2016) e Back Roads (2018). Tra i suoi ultimi film vi sono Our House (2018), The Obituary of Tunde Johnson (2019) e Holidate (2020). Attualmente ha da poco terminato le riprese del suo film da regista, Lola James, dove interpreta anche la parte della protagonista.

2. Ha recitato in note serie. Parallelamente al cinema, l’attrice ha recitato in diverse occasioni anche per il piccolo schermo. È infatti comparsa con un ruolo ricorrente nella celebre serie Bates Motel, dove ha recitato dal 2013 al 2015. In seguito è apparsa in un episodio di Inhumans (2017), mentre attualmente è impegnata nelle riprese della serie Immigrant, dove interpreterà il ruolo di Dorothy Stratten recitando accanto a Dan Stevens Juliette Lewis.

Nicola Peltz in Transformers

3. Ha recitato nel quarto film della saga. Nel quarto film della saga di Transformers, ovvero Transformers 4 – L’era dell’estinzione, l’attrice ha avuto il ruolo della protagonista femminile, ovvero Tessa Yeager, figlia del protagonista Cade, interpretato dall’attore Mark Wahlberg. Questo film presenta infatti un cast diverso rispetto ai precedenti tre e ha dato all’attrice l’occasione di farsi conoscere presso un pubblico particolarmente più ampio.

Nicola Peltz Transformers

4. Ha vinto alcuni premi per il suo ruolo. Per la sua interpretazione in Transformers 4 – L’era dell’estinzione, la Peltz è stata candidata come miglior promessa della recitazione ai premi Young Hollywood Awards, Teen Choice Awards e CinemaCon Awards, trionfando poi in quest’ultima occasione. Sfortunatamente ha anche ricevuto una nomination ai temuti Razzie Awards come peggior attrice non protagonista, senza però vincere il premio.

Nicola Peltz è su Instagram

5. Ha un profilo molto seguito. L’attrice ha un proprio account Instagram ufficiale che è seguito da qualcosa come 2,1 milioni di persone in tutto il mondo. Sulla sua bacheca sono numerosi i post che la vedono protagonista indiscussa, tra set fotografici, momenti di lavoro e svago insieme al fidanzato. Seguendola si potrà dunque rimanere sempre aggiornati sulle sue attività, lavorative o meno, scoprendo anche tante altre curiosità a lei legate.

Nicola Peltz in Bates Motel

6. Ha un ruolo di rilievo nella serie. Nell’apprezzata serie Bates Motel, dedicata alle origini della follia di Norman Bates, il protagonista del film Psycho, l’attrice ha avuto un ruolo di rilievo per le prime tre stagioni. Interpreta infatti qui Bradley Martin, una compagna di scuola di Norman, molto popolare ed è attratta dal nuovo arrivato, che nella serie è interpretato da Freddie Highmore.

Nicola Peltz Brooklyn Beckham

7. È apparsa in pochi episodi della seconda stagione per via di un altro set. Nella prima stagione della serie l’attrice è una presenza ricorrente, mentre nella seconda stagione è comparsa solamente in due episodi. Ciò è stato dovuto dal fatto che l’attrice era in quel periodo impegnata sul set di Transformers 4 – L’era dell’estinzione e non aveva dunque modo di poter partecipare anche alle riprese della serie.

Nicola Peltz e Brooklyn Beckham

8. È fidanzata con un noto modello. L’11 luglio del 2020 l’attrice ha annunciato di essere ufficialmente fidanzata con il modello Brooklyn Beckham, figlio del calciatore David e della cantante Victoria. Nato nel 1999, Brooklyn vanta già diverse copertine importanti ed è stato fotografato da celebri fotografi del mondo della moda. I due giovani si erano già conosciuti nel 2019, ma avevano reso pubblica la relazione solo nel gennaio del 2020.

9. Il loro matrimonio sarà un grande evento. I due fidanzati si stanno ora preparando al giorno delle loro nozze e in rete iniziano già a circolare alcuni dettagli a riguardo. La data della cerimonia è il 9 aprile 2022, mentre il tutto si terrà nella grande tenuta della famiglia di Nicola Peltz  a Palm Beach, in Florida. Il matrimonio, inoltre, verrà celebrato secondo il rito ebraico, su decisione di Brooklyn di convertirsi all’ebraismo di Nicole.

Nicola Peltz: età e altezza dell’attrice

10. Nicola Peltz è nata il 9 gennaio del 1995 a Westchester County, New York. L’attrice è alta complessivamente 1.66 metri.

 
 

Nicola Peltz, la nuova musa di Michael Bay in Transformers 4

Nicola Peltz

E’ la bella e bionda Nicola Peltz la nuova musa del regista Michael Bay che vedremo tra i protagonisti dell’atteso  Transformers 4 L’Era dell’Estinzione, quarto film del franchise della Hasbro  e Paramount Pictures.

Nicola è nata nella contea di WestchesterNew York, figlia dell’ex-modella Claudia Heffner e del miliardario uomo d’affari Nelson Peltz (ex-possessore del marchio Snapple). La Peltz è stata scelta per la prima volta da M. Night Shyamalan per vestire i panni di Katara nel film L’ultimo dominatore dell’aria. Ha recitato nel ruolo di Renee Kyte nel film indipendente Nell’occhio del ciclone.

Ricordiamo che Transformers 4 L’Era dell’Estinzione sarà diretto nuovamente da Michael Bay con protagonisti: Mark Wahlberg, Jack Reynor, Nicola Peltz e Kelsey Grammer. Vi ricordiamo che per tutte le news sul film potete consultare il nostro speciale: Transformers 4. Mentre per le info utili sulla pellicola c’è la nostra Scheda Film:  Transformers Age of Extinction. Le riprese cominceranno in giugno e la pellicola uscirà negli Stati Uniti il 27 Giugno 2014.

Piccole anticipazioni sulla trama. Il film comincerà dove è finito il terzo capitolo, in un mondo in cui nonostante la minaccia dei Deception è stata debellata, l’umanità ne è uscita distrutta. La pace non durerà poi così tanto, quando alcuni  uomini potenti, cercando di studiare la tecnologia dei robot alieni.

 
 

Nicola Peltz posa per Harper’s Bazaar Cina

Nicola Peltz

Nicola Peltz, protagonista femminile di Transformers 4 l’Era dell’Estinzione, posa per Harper’s Bazaar Cina. Non a caso il film ha sbancato i botteghini orientali, incassando molto più in Cina che in patria.

Nicola è nata nella contea di WestchesterNew York, figlia dell’ex-modella Claudia Heffner e del miliardario uomo d’affari Nelson Peltz (ex-possessore del marchio Snapple). La Peltz è stata scelta per la prima volta da M. Night Shyamalan per vestire i panni di Katara nel film L’ultimo dominatore dell’aria. Ha recitato nel ruolo di Renee Kyte nel film indipendente Nell’occhio del ciclone.

Ricordiamo che Transformers 4 L’Era dell’Estinzione sarà diretto nuovamente da Michael Bay con protagonisti: Mark WahlbergStanley TucciJack Reynor, Nicola Peltz e Kelsey Grammer. Vi ricordiamo che per tutte le news sul film potete consultare il nostro speciale: Transformers 4. Mentre per le info utili sulla pellicola c’è la nostra Scheda Film:  Transformers Age of Extinction. Le riprese cominceranno in giugno e la pellicola uscirà negli Stati Uniti il 27 Giugno 2014.

Il film comincerà dove è finito il terzo capitolo, in un mondo in cui nonostante la minaccia dei Deception è stata debellata, l’umanità ne è uscita distrutta. La pace non durerà poi così tanto, quando alcuni  uomini potenti, cercando di studiare la tecnologia dei robot alieni.

 

 
 

Nicola Peltz nel cast di Transformers 4!

Nicola-Peltz-transformers-4Trovata la nuova sensuale protagonista femminile di Transformers 4, sarà Nicola Peltz. A confermare la notizia è lo stesso Michael Bay attraverso il suo profilo Twitter,

 
 

Nicola Peltz e Brenton Thwaites in Transformer 4?

Mark Wahlberg è stato recentemente confermato in Transformers 4. Altre news arrivano sul resto del cast, Michael Bay avrebbe scelto Nicola Peltz (The Last Airbender)

 
 

Nicola Nocella: la Puglia, John Belushi e “il fuoco, che mi fa tendere verso l’alto”

nicola nocella

Volto inconfondibile del cinema italiano, “attore, autore e essere umano” come lui stesso si definisce, Nicola Nocella è stato il presidente di Giuria dell’edizione 2022 di Cinemambiente, che si è svolto dal 13 al 21 giugno ad Avezzano, in Abruzzo. 

Lo abbiamo raggiunto al telefono e ci ha raccontato come ci si trova a stare dalla parte di chi “giudica”, lui che da attore e creativo è più a suo agio nella parte di colui che invece è giudicato. 

“Giudicare è sempre sbagliato – esordisce Nocella – partiamo dall’idea che non si possono mettere sullo stesso piano dei film molto diversi per budget, per motivazioni e intenti, per argomento. E poi c’è la differenza fondamentale tra gusto e sapore, se qualcosa ha un determinato sapore, lo sai e sai perfettamente a cosa corrisponde. Invece il gusto è sempre molto soggettivo. È un compito complesso, ma per fortuna non lo faccio da solo, c’è la giuria popolare, una giuria di esperti, c’è il direttore artistico del festival, Paolo Santamaria, che prende parte alle decisioni con la sua opinione. In qualità di presidente di giuria io sono quello che conteggia più che giudicare, e il mio parere vale esattamente come quello di tutti gli altri. Le giurie sono meravigliose perché creano situazioni divertenti, si discute, si parla di cinema, diventano una scusa per entrare nello specifico del cinema.”

La biografia di Nicola Nocella sul sito di Cinemambiente Avezzano recita: “Radicato come un ulivo, stagliato come un ulivo, produttivo come un ulivo (…) attore e autore con le radici nella terra e i rami verso il cielo.” Ma cosa tiene Nicola Nocella radicato e cosa lo fa crescere verso l’alto?

“Ancestralmente, mi tiene radicato la terra. È sempre complesso spiccare il volo, perché sai, io peso 130 chili però tendo ad andare verso l’alto perché ho scoperto la leggerezza. Tendo a librarmi come una mongolfiera, che è enorme, sicuramente è pesante, però vola perché è alimentata da un fuoco. Ecco, io pur essendo molto grosso, sono alimentato dal fuoco, e dalla passione, che mi fa tendere verso il cielo. Quello che invece mi tiene radicato è il mio passato, non in senso nostalgico ma nel senso di imparare da quello che è successo. Tutte le volte che ho provato a spiccare il volo senza rimanere ben piantato a terra è stato un disastro. Se ti dimentichi che cosa sei, se tradisci te stesso, è quello il momento in cui non riesci a librarti in aria. Non tradire se stessi vuol dire rimanere radicati. E poi, come dice Ibrahimovic, puoi togliere il ragazzo dalla Puglia, ma non puoi togliere la Puglia dal ragazzo.”

In che momento della tua carriera hai capito che quella dell’attore poteva essere la strada giusta, quando hai capito che ce la potevi fare?

“Alla fine del primo giorno di riprese di Il Figlio più Piccolo. Quel giorno ho capito che ce la potevo fare. Ci avevo messo quattro anni per entrare al Centro Sperimentale, poi ho seguito il corso di tre anni, poi ancora la gavetta, le piccole cose, e poi Pupi Avati mi ha ribaltato la vita. Alla fine di quel primo giorno di riprese, tornando a casa, ero in macchina con mio padre, ci siamo guardati e io ho detto ‘Ok, allora è vero, si può fare’ come fossi in Frankenstein Junior! Fu un giorno faticoso, anche emotivamente, ma l’abbraccio di Pupi a fine giornata, il suo ‘ci vediamo domani’, mi ha fatto capire che ce la potevo fare, molto di più rispetto a quando poi sono arrivati i premi. Quando è arrivato il primo Nastro d’Argento, che era una menzione come miglior attore esordiente, di sicuro non poteva che essere un punto di partenza. Quando poi è arrivato, l’anno dopo, un altro Nastro per il migliore attore in un corto, ho capito che ogni volta che ti fermi sei fregato. Il sogno della mia vita è vincere il David di Donatello, quando sono stato nominato ma non ho vinto (ha vinto Carpentieri, che è quello che avrei votato anche io), ho capito che l’obbiettivo non poteva essere solo vincerlo, ma continuare a fare dei bei film.”

Nicola Nocella e John Belushi

Nicola Nocella ha legato il suo nome a quello di John Belushi, non solo per una spiccata somiglianza fisica, ma anche perché lo ha interpretato a teatro e perché tra rubriche di cinema e account social, il suo nick name è sempre BelushiVive. Cosa ti lega all’attore americano?

“Io detesto il mondo che dimentica le cose. Credo sia bello che invece le azioni e i pensieri rimangano, anche quando le persone non ci sono più, come nel caso di Belushi. È bello che qualcuno porti avanti il suo ricordo. Nel 2000, quando ho cominciato al Centro Sperimentale, fu il mio tutor, Giannini, a chiamarmi per la prima volta Belushi, e io non sapevo neanche chi fosse. Poi, il 23 dicembre vidi per la prima volta Blues Brothers e quella sera stessa scoprii che mi avevano preso al Centro Sperimentale, l’ho preso come un segno. Quando ho cominciato, cercare un attore con la mia fisicità che facesse dei ruoli da protagonista, in Italia, era impossibile. Quindi per avere un riferimento dovevo guardare all’estero, così facendo ho trovato lui e da lui ho imparato tantissimo. Oltre che un riferimento culturale, per me è stato un riferimento attoriale, perché era un attore con i contro fiocchi, eccezionale. Quando ho compiuto 34 anni, ho scritto a sua moglie su Twitter, e le ho detto che avevo fatto l’unica cosa che mi poteva riuscire meglio rispetto a lui, ovvero compiere 34 anni (dal momento che Belushi si è spento a 33, ndr). E lei mi ha risposto ‘Si vede che sei stato più bravo a fare la spesa nei negozi di liquori’. La verità è che ora sono sempre più simile al Belushi che invecchia, e sto scoprendo tanti momenti di calma, che forse lui non ha conosciuto. Io devo fare i conti con il fatto che sto invecchiando.”

Nicola Nocella sogna, un giorno, di passare dall’altro lato della macchina da presa?

“Io penso che per fare l’attore bisogna studiare tantissimo, e per fare il regista bisogna studiare ancora di più. In tutti questi anni, ogni volta che non ero sul set, ho studiato sia sceneggiatura che regia, come un matto. Per adesso, usciranno un paio di progetti co-scritti da me. Per quanto riguarda la regia, invece, diciamo che fino ad ora ho aspettato la storia giusta, e forse è arrivata. Se dovessi esordire oggi alla regia, sicuramente non lo farei in un film in cui sono anche protagonista, perché ho scoperto che farsi dirigere è, come direbbe Jerry Calà, una libidine.”

Se avessi la possibilità di parlare con te stesso da bambino, cosa gli diresti?

“Non ho mai subito bullismo, ma da piccolo ero innegabilmente il ciccione, quello che si sentiva brutto. Ho scoperto, negli anni, che vieni percepito dagli altri esattamente come ti senti. Ecco, una cosa che ho imparato da John Belusci è lo stare bene con se stessi, nonostante i tumulti e i travagli. Io mi sento costantemente inadeguato e inadatto, però alla fine rimani da solo con te stesso. Quindi al me ragazzino direi di non preoccuparsi, perché arriverà un momento in cui si sentirai bene con se stesso. Mi consiglierei di fare scelte più ponderate a inizio carriera, di non sentirmi mai arrivato. E soprattutto di fidarmi del mio agente, Massimiliano Vitullo, insieme al quale discuto delle mie scelte professionali, perché di natura sono curioso. Ho fatto il film con Zalone perché volevo vedere da vicino come lavora un genio della comicità. Ho fatto tutta una serie di scelte per soddisfare la mia curiosità.

Giannini dice sempre che il nostro lavoro in inglese si dice play e in francese jouer, se smetto di divertirmi non ha più senso nulla. Se devo dare conto solo a me stesso, allora che mi diverta. La mia libertà ha un grande prezzo, la solitudine, ma mi permette anche di rifiutare ruoli molto ben pagati per progetti che mi incuriosiscono di più. Al me bambino direi anche questo, di continuare a essere curioso, di non smettere mai di crederci, perché sono tantissime le volte in cui vorresti mollare, di imparare a capire di chi fidarsi, e gli direi anche basta con tutti questi carboidrati a 16 anni!”.

 
 

Nicola Guaglianone: intervista allo sceneggiatore di Freaks Out

Ecco un estratto di una nostra chiacchierata con lo sceneggiatore Nicola Guaglianone, che ha firmato lo script dell’attesissimo Freaks Out, di Gabriele Mainetti, e che aveva messo la sua firma anche sulla sceneggiatura di Lo chiamavano Jeeg Robot, primo film del regista romano. Tra ispirazioni e futuro, ecco cosa ci ha raccontato Guaglianone.

 
 

Nicola Conversa racconta Un oggi alla volta: “Sono ossessionato dal tempo, è l’unica cosa che vorrei raccontare”

Nicola Conversa un oggi alla volta
Ginevra Francesconi, Tommaso Cassissa

Volto noto del web e della comedy, Nicola Conversa esordisce alla regia cinematografica con Un oggi alla volta, in sala dal 25 luglio con Vision Distribution. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente, mentre era impegnato su un progetto top secret, e così come si chiedono di continuo Aria e Marco, protagonisti del suo film, gli abbiamo chiesto: “Obbligo o Verità?” “Verità, ovviamente!” ride Nicola Conversa, confermandosi immediatamente una persona brillante e auto-ironico.

Per realizzare Un oggi alla volta, Nicola Conversa si è raccontato

Verità, dunque. Qual è la cosa che hai fatto e che non rifaresti mai per realizzare Un oggi alla volta?

“Marco mi somiglia molto. Ho dovuto tirare fuori un lato romantico che nella vita faccio davvero fatica a mostrare. E’ stato difficile ma in realtà lo rifarei. Mi sono esposto tanto, anche in merito a delle emozioni che mette a nudo; rivedendole, mi hanno spiazzato. Però ho visto che funzionavano. Mi è piaciuto ma è stato faticoso.”

Francesco Centorame

Ti sei esposto a livello emotivo, cosa che chi fa commedia in genere non fa.

“Sì, io nasco comico. Mi piace ridere, amo la commedia all’italiana, e ho sempre avuto un velo di malinconia nel mio modo di essere, quando scrivo. Sono sempre stato affezionato alle sfumature di grigio delle cose. Una bella giornata può diventare brutta in un attimo e viceversa. Per me, comico e drammatico camminano di pari passo, credo che nella vita ognuno di noi sia un monologhista tristissimo e un grandissimo stand-up comedian, contemporaneamente.”

Ci siamo incontrati nel 2018 per School Hacks, e ora siamo di nuovo qui, per il tuo primo film per il cinema, da regista. Questo esordio è il coronamento di un percorso lunghissimo; preferisci vederlo come un punto di arrivo, un coronamento appunto, o un punto di partenza?

“Un punto di partenza senza dubbio. Non ci speravo più, fare un film mi sembrava una cosa troppo lunga e difficile per chi non ha fatto uno studio canonico. Io vengo da internet, sono figlio di chi ha imparato questo mestiere facendolo. La mia vita è sempre stata una serie di punti d’arrivo che poi si sono trasformati in punti di partenza. Questo è il film che volevo fare, One More e Emanuela Cacciamani mi hanno dato tutta la libertà del mondo, per me è un punto di partenza e spero di farne altri.”

Nicola Conversa – Foto approvata dall’ufficio stampa, via BoomPr

Un punto di partenza per continuare nel mondo del cinema

Fare un film è un piccolo miracolo. Cosa serve oggi per fare cinema?

“C’è un film con Adam Sandler che si intitola Hustle in cui si dice che ‘l’ossessione batte il talento’. Io condivido molto questa frase. Secondo me, per fare questo lavoro, devi essere ossessionato e non devi considerarlo un lavoro. Io dico sempre ‘vado a giocare’ non ‘vado a girare’. Perché questo è il lavoro che avrei voluto fare anche gratis, dopo il lavoro. È quello che voglio fare da quando avevo nove anni. Non ho mai smesso di provarci perché sentivo di avere qualcosa da raccontare. L’ossessione è quello che serve, secondo me. E poi l’ascolto. Sul set ci sono tante persone che bisogna essere disposti ad ascoltare perché il consiglio di chiunque può contribuire a portare a casa il risultato. Bisogna essere il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. L’ossessione e l’ascolto, sono fondamentali.”

Un oggi alla volta è un film molto ricco, sembra una teen comedy romantica, poi si trasforma in un cancer movie, ma racconta anche di genitori, figli, di inadeguatezza generazionale, di incapacità di stare al mondo, di senso per aver perso tempo. Come mai hai voluto arricchire il film con tutti questi elementi?

“Mi era stato chiesto di scrivere un teen movie, e questo ho fatto in compagnia di Giulia Uda, anche lei al suo esordio. Però man mano che scrivevamo ci siamo resi conto che più scrivevamo più non era un teen movie. Noi viviamo una generazione che va velocissima e viviamo i sentimenti in maniera amplificata. Ad esempio, ho avuto tanta difficoltà a scrivere il monologo di Francesco Centorame perché lo sentivo tantissimo, per me quello è il punto chiave del film. Un oggi alla volta è un calderone di emozioni, ci abbiamo messo tutto dentro. Gli stessi Aria e Marco devono confrontarsi con una malattia, e a me non interessava raccontare quello, ma più il fatto che volevano innamorarsi e come avrebbero gestito il fatto che il loro tempo era limitato. È un film sul tempo e su come le persone lo gestiscono: tutti i personaggi pensano di non avere abbastanza tempo anche se non è così, e l’unica che va al passo giusto sembra Aria, che invece davvero di tempo non ne ha.”

Ginevra Francesconi

I riferimenti cinematografici di Un oggi alla volta

Il film sembra pieno di citazioni al cinema pop contemporaneo, in particolare alcune scene sembrano riferirsi a dei film specifici. Quali sono stati i tuoi riferimenti? 

“I miei tre film preferiti sono The World’s End, Il Ciclone e Questione di Tempo. La scena iniziale delle birre è presa dal primo film, Aria si chiama Quarini di cognome, come il personaggio di Levante nel film di Pieraccioni, e il tempo è, come dicevo, una componente essenziale del film e delle storie che mi piace raccontare. Sono ossessionato dai viaggi nel tempo e sostanzialmente ho fatto un film che mi sarebbe piaciuto guardare. L’ho visto tantissime volte, ormai, e non smetto di ridere.”

Il film utilizza con cadenza regolare le didascalie diegetiche, perché hai scelto questo tipo di espediente?

“In realtà le avevo usate già altre due volte, quando l’ho suggerito a Cristina Del Zotto, la nostra scenografa, lei ha apprezzato così tanto la scelta che ha inserito le didascalie nei punti più impensati. Ce n’erano moltissime, abbiamo dovuto tagliare molte scene. Ma è un espediente che vorrei portare in tutti i miei film, perché sono davvero ossessionato dal tempo che scorre, è l’unica cosa che vorrei raccontare. Non sono padre e non sono marito, non posso raccontare un mondo che non conosco, ma vivo costantemente la sensazione di sentirmi in ritardo, in quel campo sono cintura nera.”

Ginevra Francesconi

Un oggi alla volta, uno stile di vita per chi vuole fare cinema secondo Nicola Conversa

Chi fa cinema può vivere Un oggi alla volta?

“Il nostro lavoro va vissuto per forza un giorno alla volta, perché è una macchina enorme spostata da tante teste differenti. Un giorno hai un progetto, il giorno dopo no. Devi sempre raggiungere un compromesso, quindi o vivi un giorno alla volta o ti disinnamori di questo mestiere.”

Della dedica finale che si legge prima dei titoli di coda non abbiamo parlato, ma alcune emozioni sono più forti quando non hanno bisogno di essere spiegate.

Un oggi alla volta esce al cinema il 25 luglio distribuito da Vision Distribution. Nel film Tommaso Cassissa, star del web al suo primo ruolo da protagonista, e Ginevra Francesconi. Completano il cast anche Francesco Centorame, Katia Follesa, Marilù Pipitone, Edoardo Pagliai, Federica Pagliaroli, Cesare Bocci ed Elisabetta de Palo.

 
 

Nico, 1988: recensione del film di Susanna Nicchiarelli

Nico, 1988

Apre con una storia di musica e dolore la sezione Orizzonti di Venezia 74; il film è Nico, 1988 e alla regia c’è l’italiana Susanna Nicchiarelli, che torna dietro la macchina da presa dopo tre anni, e lo fa con coraggio e bellezza.

Il film racconta di Christa Päffgen, in arte Nico. Musa di Warhol, cantante dei Velvet Underground e donna dalla bellezza leggendaria, Nico vive una seconda vita dopo la storia che tutti conoscono, quando inizia la sua carriera da solista. La sua musica è tra le più originali degli anni ‘70 e ‘80 ed ha influenzato tutta la produzione musicale successiva. Ambientato tra Parigi, Praga, Norimberga, Manchester, la Polonia e Anzio, il film è un atipico road movie che racconta gli ultimi due anni di vita della donna che riesce finalmente a dismettere i panni di mito e icona e a indossare quelli sgualciti di musicista e quelli mai indossati di madre del figlio dimenticato.

Nico, 1988 – biopic su Christa Päffgen

La Nicchiarelli utilizza un linguaggio privo di fronzoli, delicato eppure diretto, che mostra la forza della donna che non rinuncia all’essere madre dopo aver davvero capito il valore di questo particolare legame che la lega ad Ari, unico figlio che ha abbandonato da piccolo, perché incapace a fare la madre. La “sacerdotessa delle tenebre” insiste a voler portare l’attenzione su se stessa, durante il suo ultimo tour, mentre il pubblico e la stampa continuano a trascinarla indietro, negli anni ’70, a quando era intrappolata, per sua stessa ammissione, nella sua bellezza che le valse i favori di Warhol.

Senza farsi cronistoria (alcuni eventi sono stati modificati per rispettare la privacy dei coinvolti), né apologia (la donna è mostrata in tutte le sue numerose debolezze e nei suoi vizi), il film illustra con tocco leggero la storia di una vita che si spoglia della sua eccezionalità e diventa rincorsa di un rapporto normale (quello tra madre e figlio) in un contesto politico sociale ostile, quello europeo di metà anni ’80. A un passo dalla serenità cercata e conquistata, Christa Päffgen trova a Ibiza il suo piccolo angolo di paradiso, ma trova anche la sua fine, che l’ha consegnata alla storia della cultura pop, e da oggi ricordata anche dal cinema.

 
 

Nico, 1988: il film e la musica di Christa Päffgen

Nico, 1988-film

La musa dei Velvet Underground raccontata nella sua dimensione più intima, la vita di Christa Päffgen dopo Nico, quando l’artista esprime a pieno sé stessa, allontanandosi dai cliché che la volevano bella e fatale per percorrere con rabbia e passione sentieri musicali oscuri e malinconici, per riannodare le fila della propria esistenza. È questa l’essenza di Nico, 1988, diretto e sceneggiato da Susanna Nicchiarelli, trionfatore a Venezia 2017 nella sezione Orizzonti. Prodotto da Vivo Film e Rai Cinema, Nico 1988 ha raccolto ampi consensi anche ai David di Donatello 2018 – Migliore Sceneggiatura, Miglior Trucco (Marco Altieri), Miglior Acconciatore (Daniela Altieri) e Miglior Suono (Adriano Di Lorenzo, Alberto Padoan, Marc Bastien, Eric Grattepain, Franco Piscopo). La colonna sonora del film si deve a Gatto Ciliegia contro il grande freddo e conta su diversi brani di Nico interpretati dall’attrice protagonista, la danese Trine Dyrholm (Festen, Love is all you need, Orso d’Argento a Berlino per La comune di Thomas Vinterberg).

Nico, 1988 secondo Susanna Nicchiarelli

Intervistata, la regista ha dichiarato che con Nico 1988 il suo intento non era fare un film biografico, ma “fare un film su una cosa che nessuno sa, che sta dietro a qualcosa che tutti sanno. Ed è proprio questa la forza del film: mostrare una Nico inedita, ormai lontana dal clamore dei riflettori del primo periodo, ma più autentica, facendola conoscere a quanti ancora la identificano solo con la limitata e limitante esperienza assieme ai Velvet Underground. “Mi sembrava che la vita di Nico diventasse più interessante dopo i quarant’anni, quando era meno famosa e meno bella”.

Mentre sulla scelta di Trine Dhyrolm per il ruolo della protagonista Nicchiarelli ha affermato: “Ho scelto lei perché aveva l’energia giusta, era brava, e soprattutto non somigliava a Nico. Quando ho iniziato a cercare un’attrice, sapevo di doverne trovare una che non somigliasse a Nico. Era l’unico modo per distaccarmi dall’originale e creare la mia Nico”.

Trine Dyrholm è Nico

Trine Dyrholm si cala ottimamente nel ruolo della protagonista, pur non somigliandole esteticamente. L’attrice riesce a rendere con un’interpretazione toccante ed emotivamente sentita il tormentato personaggio di Nico. Una donna forte, nonostante l’infanzia turbolenta, la vita sregolata, la dipendenza, l’allontanamento dal figlio Ari, col quale in ultimo recupera un rapporto. Nico non si arrende e affronta i propri demoni, cercando una tranquillità che trova forse solo nell’ultimo periodo della sua vita. Ne emerge il ritratto vivido di chi ha voluto con tenacia tracciare la propria strada, scontrandosi con la fatica di affermarsi per ciò che realmente era.

Trine Dyrholm cantante per Nico, 1988

L’attrice danese mette al servizio del personaggio le proprie doti canore. La stessa Dyrholm è infatti anche una cantante ed ha interpretato tutti i brani di Christa Päffgen presenti nel film, riarrangiati per l’occasione. Il personaggio di Nico è stato creato proprio a partire dalla vocalità così particolare, parte integrante della sua identità, che Dyrholm ha saputo efficacemente ricreare. Una serie di pezzi accuratamente selezionati dal repertorio della cantante – tra cui Nibelungen, My heart is empty, My only child, These days – dai toni oscuri ma grintosi, e alcune emblematiche esibizioni live scandiscono i momenti salienti del film e accompagnano lo spettatore a scoprire cosa si agita nell’animo della protagonista. Significativa la performance durante il concerto oltre la cortina di ferro, un’esplosione di energia davanti a pochi ma entusiasti fan.

 

Nico, 1988, le frasi più significative 

Ecco come risponde il personaggio di Nico in un’intervista a chi le chiede perché porti sempre con sé un registratore, rendendo il profondo legame tra musica e memorie d’infanzia: “Cerco un suono che ho sentito quando ero bambina. Non quello in particolare, ma la sua qualità. Era il vento che lo portava, era il suono di Berlino bombardata, della guerra che finiva, della città che bruciava. Non era un vero suono. Era tante cose allo stesso tempo. Era il suono della sconfitta”.

Sugli alti e bassi di una carriera e di una vita: “Sono stata in cima, sono caduta in basso. Entrambi i luoghi sono vuoti”. Infine, una frase che sintetizza il difficile rapporto con la bellezza e con la propria immagine, oltre a racchiudere tutta la grinta di Nico: “Sono brutta? Bene, perché non ero felice quando ero bella”. Chi volesse approfondire, può consultare la recensione del film:

Nico, 1988: recensione del film di Susanna Nicchiarelli

 
 

Nico, 1988 nominato Film della Critica per il SNCCI

Nico, 1988

NICO, 1988 di  Susanna Nicchiarelli è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI, con la seguente motivazione:

«Nel tracciare gli ultimi anni di Nico, Susanna Nicchiarelli evita con cura l’approccio mitologico o divistico, privilegiando, grazie anche alla straordinaria interpretazione di Trine Dyrholm, l’aspetto intimo e dolente di un’artista complessa, la cui presenza ha segnato il ventesimo secolo. Un film complesso, affascinante e decisamente unico nel panorama del cinema italiano contemporaneo».

Nico, 1988 recensione del film di Susanna Nicchiarelli

Prodotto da Vivo film con Rai Cinema e Tarantula in co-produzione con VOO e Be TV, il film sarà in sala in Italia dal 12 ottobre distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Il film è stato presentato nella sezione Orizzonti a Venezia 74, vincendo il premio per il miglior film di categoria.