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La Walt Disney acquisisce la Lucasfilm e pensa a Star Wars Episodio VII

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Difficile a credersi ma oggi la Walt Disney Company ha annunciato ufficialmente oggi l’acquisizione della Lucasfilm Ltd di George Lucas. A quanto pare l’accordo

La volta buona di Vincenzo Marra al cinema dal 2 Luglio

La volta buona di Vincenzo Marra al cinema dal 2 Luglio

E’ La volta buona di Vincenzo Marra con protagonista Massimo Ghini, affiancato da Max Tortora, Francesco Montanari e dal giovane Ramiro Garcia, arriverà in sala giovedì 2 luglio e sarà il primo film che debutta al cinema dopo la riapertura. Grazie all’impegno della distribuzione Altre Storie insieme ai produttori Lotus Production – una società Leone Film Group – e TIMVISION che hanno deciso di sostenere la riapertura delle sale cinematografiche, il pubblico italiano potrà tornare al cinema per godersi un film nuovo, un film per tutti, girato tra l’Italia e l’Uruguay, che affronta i grandi temi della vita: la famiglia, la paternità, la migrazione. Un’opera firmata da Vincenzo Marra, amato e premiato regista italiano, con  Massimo Ghini per la prima volta protagonista assoluto.

In un momento per niente facile che ci ha visto e ci vede tutti coinvolti, abbiamo deciso di sostenere la riapertura dei cinema con uno dei nostri titoli più importanti.” – ha dichiarato Cesare Fragnelli, distributore del film per Altre Storie – “La regia precisa di Vincenzo Marra e il suo cast eccezionale raccontano, con il tono della commedia dolceamara, una grande storia che parla di sogni, di giovani, di famiglia, e si rivolge al cuore di tutti noi. Una formula, amata dalla critica all’ultima Festa del Cinema di Roma, che siamo certi saprà dare la giusta speranza ai nostri spettatori, perché è questo il momento giusto de LA VOLTA BUONA: il momento di affrontare a testa alta il virus che ci ha colpiti negli ultimi mesi, il momento di rialzarsi e tornare in sala insieme al grande pubblico. Perché la voglia di cinema, del cinema autentico, emozionante, è più forte di ogni altra cosa.

La volta buona: la trama

Bartolomeo, procuratore sportivo, vive di espedienti e piccoli imbrogli. Negli anni ha sprecato le tante occasioni che ha avuto, il vizio del gioco gli ha fatto perdere soldi e famiglia e ora passa le giornate nei campetti di periferia sperando di trovare il nuovo Maradona. Sempre alla ricerca del colpo di fortuna, un giorno riceve una telefonata: in Uruguay c’è un ragazzino, Pablito, che è un vero fenomeno, un fuoriclasse che sicuramente sfonderà nel calcio italiano. Per Bartolomeo è finalmente arrivata l’occasione per riprendersi tutto quello che ha perso. Per Pablito si può realizzare il sogno di una vita migliore. Per entrambi sembra essere la volta buona…

La volta buona è prodotto da Lotus Production – una società di Leone Film Group – e TIMVISION in associazione con Altre Storie distribuito da Altre Storie

La voce nella tempesta

La voce nella tempesta Regia: William Wyler Anno: 1939 Cast: David Niven, Merle Oberon, Laurence Olivier, Flora Robson, Miles Mander.

Trasposizione cinematografica dell’unico romanzo di Emily Brontë, Cime tempestose (1847) e forse la più riuscita. Ne seguiranno di fatti altre tre che non riescono ad ottenere lo stesso impatto emotivo sullo spettatore, sebbene degna di nota è anche la versione di Luis Buñuel, Abismos de pasión, del 1953, nel suo stile essenziale e sapientemente grezzo.

In una notte flagellata da una fitta bufera di neve, un forestiero raggiunge una tenuta della quale dovrà fittare alcuni locali. Viene accolto da persone dal volto segnato dalla sofferenza, molto fredde e schive. Sistemato momentaneamente nella stanza degli ospiti, durante la notte ode alcune voci e dalla finestra scorge la sagoma di una donna immersa nella neve. Il proprietario della tenuta lo sente gridare e raggiunge l’uomo, e dopo aver sentito i motivi delle sue urla, si precipita in fretta fuori dalla casa, nel pieno della tormenta, come se volesse raggiungere la donna. Come se la conoscesse. L’uomo è meravigliato di tanta foga e la domestica, la signora Ellen, soddisfa la sua curiosità, raccontandogli tutta la storia di quella casa. Dalle origini randagie dell’oggi ricco proprietario, Heathcliff, all’amore tormentato con Cathy, fino alla legge del contrappasso che ha colpito il precedente proprietario della tenuta, Lockwood.

La trama segue fedelmente quella del libro, riuscendo a seguirne il passo articolato e la struttura complessa. Non a caso, quando uscì, il libro fu accolgo negativamente, definito da alcuni critici “violento, confuso, incoerente e improbabile, ma anche con un grande potere di scrittura”. Fu riabilitato e apprezzato del tutto solo a partire dal ‘900. Lo si può dunque definire un romanzo d’avanguardia, che ha anticipato una modalità narrativa moderna che ha spesso fatto le fortune del Cinema stesso. Una  storia di amori infelici, tormentati, di ambizioni, ingiustizie, rivalse, pregiudizi, espressa al meglio da un bianco e nero antico, tipica di un film di fine anni ’30. Splendida anche l’interpretazione degli attori protagonisti, con eccellenti espressioni che valgono più di mille parole e gesti.

Quando ha diretto questo film, il regista William Wyler aveva già alle spalle diversi film muti, drammatici e western. Noto al grande pubblico per film come Vacanze romane e Ben-Hur, si è dedicato soprattutto al genere drammatico e di denuncia sociale. Morì a Los Angeles a 79 anni nel 1981, ma lasciò la macchina da presa già 11 anni prima con l’ultimo film Il silenzio si paga con la vita, del 1970.

Senza dubbio La voce nella tempesta è tra i suoi film più riusciti. Ottenne otto nomination agli Oscar, fra cui quella per il miglior film, vincendo solo il premio per la miglior fotografia in bianco e nero.

Nel 1939 il National Board of Review of Motion Pictures l’ha inserito nella lista dei migliori dieci film dell’anno. Nel 2007 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

La vita straordinaria di David Copperfield, trailer del film

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La vita straordinaria di David Copperfield, trailer del film

Ecco il trailer ufficiale del film La vita straordinaria di David Copperfield di Armando Iannucci, al cinema dal 16 ottobre 2020 distribuito da Lucky Red in associazione con 3 Marys. 

Armando Iannucci –  regista di Morto Stalin se ne fa un altro e candidato all’Oscar per In the loop – è qui alle prese con l’adattamento di uno dei romanzi più famosi di Charles Dickens, nonché l’opera più autobiografica e tra le più amate dallo stesso scrittore, del quale ricorre l’anniversario dei 150 anni dalla morte.

La vita straordinaria di David Copperfield offre una rilettura inedita del celebre romanzo dickensiano, attraverso lo stile ironico e irresistibile tipico del regista, che infonde nuova linfa a un grande classico della letteratura anche grazie a un cast corale di attori teatrali e cinematografici provenienti da tutto il mondo: nei panni di David Copperfield troviamo l’attore candidato all’Oscar Dev Patel, acclamato protagonista di The Millionaire e Lion – La strada verso casa, affiancato dalla pluripremiata star Tilda Swinton, da Hugh Laurie, indimenticabile protagonista della serie tv Dr. House e da Ben Whishaw (Profumo – Storia di un assassino e volto noto della saga 007 in Spectre e Skyfall).

In questo film straordinariamente divertente, il regista Iannucci attraversa l’Inghilterra del XIX secolo seguendo il destino a zig-zag del suo eroe, il giovane David Copperfield, un ragazzo baciato inizialmente dalla sfortuna che si ritroverà alle prese con numerose (dis)avventure. In questa brulicante Inghilterra ottocentesca, presa dai fermenti della Rivoluzione Industriale e non priva di divisioni sociali, quella di Copperfield è una vicenda sul grande fiume della vita, che scorre impetuosa tra gli slums londinesi e la campagna britannica, raccontata in un romanzo appassionante e fluviale che il regista Iannucci porta sul grande schermo con rinnovata vitalità.

“La ragione è che ne percepivo profondamente lo spirito contemporaneo, ma anche che tutti gli adattamenti che avevo visto erano molto seriosi e incentrati sull’aspetto drammatico della storia.  Se è vero che la trama è molto densa e i risvolti drammatici sono numerosi, questi per me erano i tratti meno interessanti del racconto, che è ricco di scene spassose e di momenti che rasentano la slapstick comedy. È un testo molto realistico e tuttavia surreale…” (Armando Iannucci)

La trama di La vita straordinaria di David Copperfield

Dall’immaginazione del regista candidato all’Oscar Armando Iannucci, l’adattamento di uno dei romanzi più amati di Charles Dickens. Un racconto della vita del personaggio letterario, dalla sua giovinezza fino all’età adulta, narrato in uno stile ironico, tipico del regista. Un film straordinariamente divertente che attraversa l’Inghilterra del XIX secolo seguendo il destino a zig-zag del suo eroe.

La vita straordinaria di David Copperfield, al cinema dal 16 ottobre

Arriva nelle sale italiane il film La vita straordinaria di David Copperfield di Armando Iannucci, al cinema dal 16 ottobre 2020 distribuito da Lucky Red in associazione con 3 Marys.

Armando Iannucci –  regista di Morto Stalin se ne fa un altro e candidato all’Oscar per In the loop – è qui alle prese con l’adattamento di uno dei romanzi più famosi di Charles Dickens, nonché l’opera più autobiografica e tra le più amate dallo stesso scrittore, del quale ricorre l’anniversario dei 150 anni dalla morte.

La vita straordinaria di David Copperfield offre una rilettura inedita del celebre romanzo dickensiano, attraverso lo stile ironico e irresistibile tipico del regista, che infonde nuova linfa a un grande classico della letteratura anche grazie a un cast corale di attori teatrali e cinematografici provenienti da tutto il mondo: nei panni di David Copperfield troviamo l’attore candidato all’Oscar Dev Patel, acclamato protagonista di The Millionaire e Lion – La strada verso casa, affiancato dalla pluripremiata star Tilda Swinton, da Hugh Laurie, indimenticabile protagonista della serie tv “Dr. House” e da Ben Whishaw (Profumo – Storia di un assassino e volto noto della saga 007 in Spectre e Skyfall).

In questo film straordinariamente divertente, il regista Iannucci attraversa l’Inghilterra del XIX secolo seguendo il destino a zig-zag del suo eroe, il giovane David Copperfield, un ragazzo baciato inizialmente dalla sfortuna che si ritroverà alle prese con numerose (dis)avventure. In questa brulicante Inghilterra ottocentesca, presa dai fermenti della Rivoluzione Industriale e non priva di divisioni sociali, quella di Copperfield è una vicenda sul grande fiume della vita, che scorre impetuosa tra gli slums londinesi e la campagna britannica, raccontata in un romanzo appassionante e fluviale che il regista Iannucci porta sul grande schermo con rinnovata vitalità.

“La ragione è che ne percepivo profondamente lo spirito contemporaneo, ma anche che tutti gli adattamenti che avevo visto erano molto seriosi e incentrati sull’aspetto drammatico della storia.  Se è vero che la trama è molto densa e i risvolti drammatici sono numerosi, questi per me erano i tratti meno interessanti del racconto, che è ricco di scene spassose e di momenti che rasentano la slapstick comedy. È un testo molto realistico e tuttavia surreale…” (Armando Iannucci)

La vita segreta delle mogli mormoni: trailer della seconda stagione in arrivo su Disney+

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Disney+ ha diffuso il trailer ufficiale della seconda stagione de La vita segreta delle mogli mormoni, che in Italia debutterà giovedì 15 maggio con tutti e 10 gli episodi in esclusiva sulla piattaforma streaming. Disney+ e Hollywood Records hanno inoltre pubblicato la sigla ufficiale della serie, “Secret Temptation”, e il suo remix. Entrambi i brani sono ora disponibili sulle piattaforme streaming.

Trama e cast della seconda stagione di La vita segreta delle mogli mormoni

Nella seconda stagione, lo scandaloso mondo mormone del #MomTok è tornato ed è più forte che mai. Quando una scambista coinvolta nel loro famigerato scandalo sessuale torna a sorpresa, le amicizie minacciano di disfarsi mentre vengono a galla segreti, bugie e accuse. In una lotta per preservare l’anima di #MomTok, il tradimento manderà in frantumi la sorellanza o la verità le renderà libere?

La vita segreta delle mogli mormoni segue le vite di Taylor Frankie Paul (@taylorfrankiepaul), Demi Engemann (@demilucymay_), Jen Affleck (@jenniferaffleckk), Jessi Ngatikaura (@_justjessiiii), Layla Taylor (@laylaleannetaylor), Mayci Neeley (@maycineeley), Mikayla Matthews (@mikaylamatthews), Whitney Leavitt (@whitneyleavitt) e la nuova arrivata Miranda McWhorter (@miranda_mcw).

La serie è prodotta da Jeff Jenkins Productions (Bling EmpireThe McBee Dynasty: Real American CowboysMy Unorthodox Life), in associazione con 3BMG e Walt Disney Television Alternative. Gli executive producer della seconda stagione di La vita segreta delle mogli mormoni sono Jeff Jenkins, Russell Jay-Staglik, Andrea Metz ed Elise Chung della Jeff Jenkins Productions, Ross Weintraub e Reinout Oerlemans della 3BMG e Danielle Pistotnik, Georgia Berger e Lisa Filipelli della Select Entertainment.

La vita oscena: recensione del film con Isabella Ferrari #Venezia71

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Renato De Maria porta sullo schermo il romanzo autobiografico di Aldo Nove, che dice averlo così colpito da esserne rimasto ossessionato per le immagini evocate da quella storia drammatica ma incredibilmente visionaria. E le immagini, anche se alla lunga divengono reiterate e a tratti auto-manieriste, sono l’unica cosa che sembra funzionare nel film. Ma non bastano buone intuizioni visive, o espedienti che rimandano alla video-arte e al teatro, a tenere in piedi una non-storia, fatta di riflessioni intime, di fragilità emotiva, di pulsioni incontenibili.

Ne La vita oscena Andrea, ragazzo fragile, sensibile e legatissimo alla madre, vive una vita tranquilla, cullato in un’adolescenza che sembra non voler finire. Ma la morte della donna a seguito di una malattia incurabile e quella improvvisa del padre, lo gettano in una situazione nuova e in un dolore incolmabile. E’ l’inizio di un viaggio verso il basso, fatto di droghe, sesso e di una ricerca ossessiva della morte. Solo il suo amore per la poesia e la scrittura potrà forse salvarlo.

La vita oscena, il film

Sono lontane le felici intuizioni vicine alla grafica e al fumetto che De Maria aveva saputo dosare nel lontano 2001 in Paz e, nonostante la dichiarazione d’intenti, il mondo pop di Andrea, onirico, distorto, colorato, fatto di skateboard, graffiti e pornografia, diviene un qualcosa da esibire in maniera pretenziosa, elitaria, sciorinata. La voce fuori campo del protagonista incombe sulla totalità della narrazione, annientando la spontaneità delle situazioni e divenendo in alcuni momenti pericolosamente didascalica, se non inutile. Le battute pronunciate dagli attori sono ridotte all’osso e fanno da scarna punteggiatura alla voce pensiero di Andrea, sminuendo ulteriormente interpretazioni scialbe e prive di carattere.

La storia de La vita oscena è un filo sottilissimo, quasi inesistente, che certamente non aiuta i tanti personaggi, così esili da essere trasparenti, insignificanti, quando non si riducono in macchiette, come le numerose prostitute con le quali Andrea si intrattiene. Durante la narrazione ci si chiede continuamente quando arriverà una svolta, un qualcosa di significativo, un episodio che finalmente possa dar vita al film; si spera questo nei primi dieci minuti, si continua a farlo per altrettanti e infine si rimane amareggiati nel rendersi conto che tutta la storia, se di storia si può parlare, sarà portata avanti in questo modo, senza più sorprese. Così la noia sopraggiunge e ci accompagna sferzante e beffarda fino a un finale che definire banale è dir poco.

Si respira poi una straniante e fastidiosa sensazione di già visto, forse dovuta anche alla presenza di Isabella Ferrari e all’uso di sequenze amatoriali in super8 e di vecchie fotografie, che riporta la mente ad altri film italiani che seguono la stessa codifica, per non dire la stessa deriva, come E la chiamano estate di Paolo Franchi. Che sia una nuova preoccupante tendenza del nostro cinema?

La vita nascosta: una nuova clip dal film di Terrence Malick

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La vita nascosta: una nuova clip dal film di Terrence Malick

Arriverà nei cinema di tutto il mondo il 13 dicembre La Vita Nascosta, il nuovo film di Terrence Malick già visto e amato al Festival di Cannes 2019. Il film non ha ancora una data di distribuzione italiana, ma la Fox Searchlight ha acquistato i diritti di distribuzione del film nel nostro Paese, cosa che fa sperare i fan in una uscita all’inizio del 2020.

Ecco la clip del film:

La storia di A Hidden Life è quella vera di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che visse nel borgo di Sankt Radegund: fervente cattolico, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si rifiutò di arruolarsi, definendosi obbiettore di coscienza.

La vita nascosta, recensione del film di Terrence Malick

La vita nascosta: trailer del nuovo film di Terrence Malick

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La vita nascosta: trailer del nuovo film di Terrence Malick

La Fox Searchlight Italia ha diffuso il trailer italiano di La vita nascosta (A Hidden Life), il nuovo film di Terrence Malick che è stato presentato al Festival di Cannes 2019. Il trailer non informa, purtroppo, su quale sia la data d’uscita ufficiale del film nel nostro Paese.

La storia di A Hidden Life è quella vera di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che visse nel borgo di Sankt Radegund: fervente cattolico, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si rifiutò di arruolarsi, definendosi obbiettore di coscienza.

La vita nascosta, recensione del film di Terrence Malick

La vita in un attimo: recensione del film di Dan Fogelman

La vita in un attimo: recensione del film di Dan Fogelman

Dall’ideatore della serie di successo This Is Us, arriva il nuovo film dal titolo La vita in un attimo, con un ricco cast di attori che va da Olivia Wilde a Oscar Isaac, da Antonio Banderas ad Annette Bening. Il regista Dan Fogelman ci conduce all’interno di un film commovente e umano, che guarda alla famiglia, all’amore e al ruolo del destino. Scandito dai brani dell’album Time Out of Mind di Bob Dylan, il film vuole essere un’autocelebrazione della vita e di tutte le sue sfumature.

Il film segue le vicende di Will (Oscar Isaac) e Abby (Olivia Wilde), dal loro primo incontro al college al matrimonio, dal concepimento di un figlio fino all’inaspettata separazione. Man mano che la storia si dipana, si riveleranno i loro legami con Dylan (Olivia Cooke), giovane ribelle che cerca di sfuggire alla propria sofferenza, e al signor Saccione (Antonio Banderas), ricco proprietario terriero spagnolo e alla famiglia del suo braccio destro Javier (Sergio Peris-Mencheta).

Esperto di questo genere di racconti che hanno come nucleo fondante l’imprevedibilità della vita, Fogelman ci presenta un film scandito per capitoli, come quelli di un romanzo. Ognuno di questi capitoli risulta ben presto essere influenzato dal precedente, e causa di influenza sul successivo, in un continuo gioco di citazioni e rimandi che incastrano gli episodi in un più ampio puzzle che è quello della vita. A guidarci attraverso questi è la voce di un narratore, che più di una volta sembra però rivelarsi inattendibile.

Attraverso questa figura Fogelman ci consegna le intenzioni del film, dove la vita, identificata come narratore esterno per eccellenza, si rivela essere inattendibile poiché imprevedibile, pronta a nascondere costantemente ciò che potrà accadere ai suoi protagonisti. La vita in un attimo diventa così non tanto un film sulla vita, ma sulle sfumature e sugli imprevisti che questa può assumere e riservare.

Con un incipit accattivante, merito anche di un bizzarro cameo di Samuel L. Jackson, La vita in un attimo, si guadagna l’attenzione dello spettatore. Un inizio insolito per un film che si presenta come un dramma sentimentale, costituito da una comicità brillante, e che per l’intero primo episodio, con protagonisti due splendidi Olivia Wilde e Oscar Isaac, mantiene alta la sua attrattiva nella sua destrutturazione spazio-temporale e nel suo affrontare con sguardo amorevole i piccoli dettagli dell’amore. Si viaggia avanti e indietro nella storia d’amore di Will e Abby, appassionandosi così sempre più ai due personaggi.

Nel passaggio ai capitoli successivi, tuttavia, il film sembra rientrare nei binari più canonici al genere, diventando più lineare e perdendo così quelle particolarità che avevano reso vincenti la prima parte dell’opera. La seconda parte, che ha tra i suoi protagonisti principali Antonio Banderas, risulta così ben meno interessante. Lentamente il film scade in un sentimentalismo da lacrima facile. Il regista, anche sceneggiatore, si fa prendere la mano e calca gli eventi alla ricerca di emozioni che tuttavia appaiono forzate. Le storie dei protagonisti iniziano ad intrecciarsi in modi che paradossalmente si allontanano dalla ricerca di un realismo e tendono ad assomigliare sempre più a situazioni riscontrabili prevalentemente al cinema.

Non bisogna dimenticare che La vita in un attimo è anche un film sui casi del destino, ma Fogelman sembra arrivare a narrare di questi dimenticando quanto fatto in precedenza. Quella che poteva rivelarsi un’originale storia sulle infinite sorprese della vita, finisce invece con il diventare un classico prodotto buono per intrattenere e commuovere, ma che in fin dei conti manca di perseguire fino in fondo il proprio scopo originario.

La vita in un attimo, il trailer

https://www.youtube.com/watch?v=StxXUICkiIo

La vita immortale di Henrietta Lacks: il film HBO con Oprah Winfrey

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LA VITA IMMORTALE DI HENRIETTA LACKS, il film targato HBO diretto da George C. Wolfe (Come un uragano, Qualcosa di buono) con Rose Byrne (Troy, X-Men) e Oprah Winfrey (The Butler – un maggiordomo alla Casa Bianca, Selma – La strada per la libertà) nei panni della figlia di Henrietta Lacks, la donna che rivoluzionò la storia della medicina, sbarca in prima tv esclusiva domenica 22 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno HD (disponibile anche su Sky On Demand).

Attraverso numerosi flashback, verranno mostrati dettagli sulla storia di Henrietta Lacks, oltre alle conseguenze che la notizia ebbe su Deborah e la sua famiglia, tenuta all’oscuro dei fatti per più di vent’anni.

Considerata una fra le donne più potenti del mondo e soprannominata “Regina di tutti i media” per il suo The “Oprah Winfrey Show”, la conduttrice e attrice statunitense ha ricevuto diversi apprezzamenti di critica per la sua interpretazione. Il Time l’ha definita “profonda, capace di mostrare l’anima vera ed emozionante della storia”, per il Boston Herald “l’icona della tv è il vero cuore del film, offre una performance potente ed emozionante”, mentre per Variety “si tratta della migliore interpretazione della sua vita”.

LA VITA IMMORTALE DI HENRIETTA LACKS, la trama

E’ il 1951 quando ad Henrietta, giovane madre di cinque figli, viene diagnosticato il cancro alla cervice uterina. La donna viene sottoposta a un intervento e, senza il suo consenso, le viene asportata una porzione del tessuto cancerogeno. Inaspettatamente, quelle cellule avrebbero cambiato la storia della medicina. Si riproducono, infatti, di un’intera generazione in sole 24 ore e possono quindi essere trasmesse in vitro senza morire.

Henrietta morì lo stesso anno, ma quelle cellule asportate nel 1951 – denominate in seguito “HeLa” – continuano a vivere e a riprodursi tutt’ora, trovando utilizzo in numerose ricerche scientifiche.

Basato sull’omonimo best seller di Rebecca Skloot e candidato come Miglior film per la televisione agli Emmy 2017, il filmripercorre la disperata ricerca di informazioni che la figlia di Henrietta, Deborah (Oprah Winfrey), ha condotto grazie all’aiuto della scrittrice (Rose Byrne), provando a scoprire come la raccolta non autorizzata delle cellule della madre abbia attuato un’innovazione medica senza precedenti.

George C. Wolfe

La regia di George C. Wolfe ha voluto omaggiare la memoria di Henrietta e rendere giustizia alla sua famiglia, avvalendosi dei contributi diretti dei figli della Lacks: David, Jr E Zakariyya Rahman e di sua nipote Jeri.

LA VITA IMMORTALE DI HENRIETTA LACKS è stato presentato a FuoriCinema, l’evento cinematografico che si è svolto a Milano dal 14 al 17 settembre, e che ha visto Sky Italia come media partner.

LA VITA IMMORTALE DI HENRIETTA LACKS sarà trasmesso in prima visione esclusiva domenica 22 ottobre alle 21:15 su Sky Cinema Uno HD e disponibile anche su Sky On Demand, all’interno di una collezione dedicata con oltre 20 titoli targati HBO.

La vita facile: recensione del film con Pierfrancesco Favino

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La vita facile: recensione del film con Pierfrancesco Favino

La vita facile di Lucio Pellegrini è una commedia che scava nella profondità caratteriale dei due protagonisti, due borghesi che hanno deciso di vivere in maniera completamente differente la loro professione e di conseguenza la loro vita. Mario è l’italiano medio, e come dice Favino stesso “C’è un Mario Tirelli in tutti quelli che parcheggiano in doppia fila, in quelli che si accodano alle ambulanze per sfruttare la scia, in quelli che se non chiedi fattura sono 30 euro di meno, e che se vuoi la visita in ospedale è fra sei mesi, a studio privato fra un’ora”. Luca invece ha preso una strada completamente diversa: ha abbandonato questo mondo per ricercare una nuova dimensione di sé, a livello professionale e umano, e quale posto migliore dell’Africa?

La vita facile  è la vita vissuta da Mario, (Pierfrancesco Favino) medico di una lussuosa villa privata, residente nel centro di Roma, sposato con una donna, Ginevra (Vittoria Puccini), invidiata da tutti, persino dal suo migliore amico. L’amico in questione si chiama Luca (Stefano Accorsi), medico anche lui, ma che svolge la sua professione in Africa e la sua non è una vita facile. Queste due vite s’incrociano, un giorno, quando Mario dopo dodici anni, decide di andare dal suo amico Luca in Kenya, perché vuole ritrovare se stesso e il senso della vita che forse ha smarrito nel lusso e nel benessere. Da quel momento in poi la loro vita subisce radicali cambiamenti, alcuni positivi, altri totalmente inaspettati; il peggio arriva quando Ginevra, stufa di stare sola a Roma ad attendere il marito, decide di raggiungerli in Kenya. Luca, che aveva abbandonato l’Italia, non solo spinto dalla vocazione, ma anche dall’amore e dalla sofferenza che provava a vedere Ginevra insieme a Mario, ne è sopraffatto e l’invasione della donna rompe inevitabilmente il suo equilibrio.

Lucio Pellegrini ha diretto un buon film che probabilmente è migliore anche grazie alla sua principale ambientazione: il Nord del Kenya che con i suoi scenari immensi, assume il ruolo di co-protagonista del film. Per il resto è una commedia che scorre ma senza particolari eccellenze, divertente grazie al modo spontaneo e rozzo con cui ha recitato Favino, al quale vanno i principali meriti della riuscita del film. Lo stesso vale per il personaggio di Stefano Accorsi, assolutamente sincero nella sua sensibilità verso una professione che ultimamente assomiglia troppo a quella meccanica e utilitaristica svolta dall’amico. Il personaggio che interpreta Vittoria Puccini invece è poco simpatico, inadeguato, a tratti vuoto.

Il film uscirà nelle sale italiane il 4 marzo 2011 ed è stato prodotto dalla Fandango in collaborazione con Medusa Film, Sky Cinema e Apulia Film Commission.

La vita è una danza, la recensione del film con Marion Barbeau

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La vita è una danza, la recensione del film con Marion Barbeau

Cédric Klapish dirige il suo nuovo lungometraggio immergendosi ancora una volta nel mondo del balletto classico. La vita è una danza, in sala dal 6 ottobre, racconta della ballerina Elise che subisce un grave infortunio proprio durante uno spettacolo ma, da quel momento in poi, la sua vita cambierà totalmente.

Il regista e sceneggiatore francese ha un rapporto con il ballo che risale a più di dieci anni fa, quando aveva diretto il documentario su Aurélie Dupont uscito nel 2010, a cui sono seguiti vari progetti e contatti con ballerini e coreografi, come la realizzazione di Four contemporary dancers del 2018, durante la quale ha fatto la conoscenza di Hofesh Shechter, che in questo film interpreta se stesso. Celebre è diventato anche il suo cortometraggio Dire merci uscito durante il lockdown: un montaggio di video che i ballerini dell’Opera di Parigi hanno girando riprendendosi con i propri smartphone mentre ballano in casa.

Ma Cédric Klapish era già famoso dal 2002 nella scena internazionale grazie a L’appartamento spagnolo, fama che gli ha fatto toccare anche la serialità con Chiami il mio agente! esilarante ritratto del capriccioso mondo dei talent scout.

La vita è una danza è una sintesi dello stile di Cédric Klapish

La vita è una danza è dunque tutto questo: una perfetta sintesi dello stile del regista, che narra la storia di una ragazza dalla bravura eccezionale, e lo fa tuffando la macchina da presa tra i movimenti tesi e muscolari, delicati e fluttuanti a partire delle prime sequenze, appena assistiamo all’impatto con la fragilità del corpo di Elise (Marion Barbeau, prima ballerina dell’Opera di Parigi), fino ad arrivare ad un divertimento spiazzante, grazie ad attori come Pio Marmaï in coppia con Souheila Yacoub, o François Civil, che interpreta un fisioterapista ispirato a niente meno che Brad Pitt in Burn after reading.

Quindi la giovane Elise troverà e proverà se stessa misurandosi con quell’infortunio alla caviglia, che la condurrà verso un nuovo lavoro, dove conoscerà nuove persone e – forse – un nuovo mondo di danzare la vita, il ballo, la musica e, naturalmente, il suo corpo.

La traduzione del titolo evoca un aspetto metaforico, che in lingua originale è En corps, suggerimento ancora più profondo del viaggio che la giovane protagonista dovrà intraprendere fuori e dentro di sé, ma sempre unite a quelle punte di comicità quasi grottesca che caratterizzano il regista francese.

L’aspetto interessante del film di Cédric Klapish è infatti la leggerezza con cui attraversa fino ad atterrare su una tematica che nella sua semplicità, alla fine, risulta essere un fondamento: scoprire che qualunque cosa di bello si sappia fare, non rappresenta mai una destinazione finale, perché al centro c’è sempre l’unicità del proprio modo di essere, che può essere quindi declinata anche in direzioni diverse e, soprattutto, inaspettate.

Elise dovrà fare fisioterapia, riprendere a muoversi con cautela, cercando di affrontare la paura di fratturarsi di nuovo, o che la spaccatura subita continuerà a restarle dolorante. E tutto questo, ovviamente, non riguarderà certo solo la sua caviglia.

La fascinazione per i corpi

Cédric Klapish è palesemente affascinato dai corpi, dalla capacità che un essere umano ha di creare un’opera d’arte a partire da se stesso, dai propri arti, nervi, e quel modo incredibile, quasi inspiegabile, di riuscire a muoverli così. Con le lunghe sequenze dei balli, anche quelle colte nei momenti di gioco tra i personaggi, lo sguardo della macchina da presa resta in silenzio a guardare, seguendo gli scatti, la lentezza di mani, gambe e piedi, che con armonia seguono la musica e, attraverso l’uso della commedia e di qualche nota romantica, raccontano che il talento ha la missione di trasmettere una bellezza che altrimenti resterebbe muta. A dispetto di quel che possa sembrare, La vita è una danza scende in profondità e parla di quanto ognuno sia fondamentalmente insostituibile, con l’urgenza di rispondere a quel richiamo che riecheggia dentro ciascuno: usare quel dono, allenandosi, giorno dopo giorno.

La Vita è Meravigliosa: un sequel per il classico di Capra

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La Vita è Meravigliosa: un sequel per il classico di Capra

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Ormai è ufficiale, è scattata la corsa al reboot o al sequel. Nessun film sembra ormai poter resistere alle dure leggi del mercato. I classici, sinora, sembravano intoccabili, posti lì sotto teca circondati da aure mistiche, ma, da poche ore, è giunto un annuncio come un fulmine a ciel sereno che potrebbe apparire quanto meno curioso.

La Vita è Meravigliosa sosteneva Frank Capra nel classico del 1946 pluricandidato agli Oscar ed interpretato dalla coppia James Stewart e Donna Reed. Secondo Variety, in un periodo storico in cui la vita sembra essere tutt’altro che meravigliosa ed in cui le icone del bianco e nero hanno subito un processo di commercializzazione, neppure il classico dei classici ha potuto sottrarsi alle volontà dei produttori, in questo caso Allen J. Schwalb di Star Partners Bob Farnsworth di Hummingbird, intenzionati a produrne un sequel entro l’estate del 2015.

La sceneggiatura, scritta dallo stesso Farnsworth e da Martha Bolton, porterebbe il titolo di It’s A Wonderfull Life: The Rest Of The Story e racconterebbe del pronipote di George Bailey (il fu James Stewart) che riceverà una visita da Zuzu (Karolyn Grimes), figlia di Bailey, sotto forma d’angelo intenta a mostrargli come la vita sarebbe stata migliore in sua assenza.

Farnsworth ha così commentato la notizia:

“La storia del nuovo film manterrà lo spirito dell’originale – ogni vita è importante se vissuta con gli amici”

Circa la sceneggiatura Karolyn Grimes si è pronunciata così:

“Probabilmente negli anni avrò letto circa 20 sceneggiature riguardanti un sequel di ‘La Vita è Meravigliosa’, ma nessuna di esse era quella giusta. Lo script di Bob Farnsworth e Martha Bolton, invece, era meraviglioso e desideravo di essere coinvolta immediatamente nella loro versione del film.”

Il progetto, per la cui produzione è stato stanziato un budget tra i 25 ed i 35 milioni di dollari, attualmente non è orfano di regista, ma ciò di cui resta la certezza è che sarà un fardello non indifferente per il malcapitato di turno.

Fonte: Variety

La vita è meravigliosa: la Paramount mette un freno al sequel

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la vita è meravigliosaLa Paramount Pictures pone uno  stop ai piani dei produttori indipendenti per mettere su un sequel dell’iconico racconto di Natale di Frank Capra La vita è meravigliosa. Lo studio ha dichiarato che la Star Partner e la Hummingbird Prods. non hanno ottenuto i diritti per il sequel del film interpretato da Jimmy Stewart e Donna Reed. Un portavoce della casa di produzione americana ha riferito:

Nessun progetto relativo a La vita è meravigliosa  può procedere senza una licenza da parte della Paramount. Ad oggi, questi individui non hanno ottenuto alcuno dei diritti necessari, e vorremmo prendere tutte le misure appropriate per proteggere tali diritti. 

Dal canto suo, il produttore Bob Farnsworth ha detto a Variety che i produttori hanno un obbiettivo concreto per i diritti del sequel ed ha espresso ottimismo riguardo alla risoluzione della controversia.

La RKO Pictures ha distribuito il film nel 1946. Paramount possiede il copyright attraverso l’acquisizione della Spelling Entertainment e della sua sussidiaria Republic Pictures avvenuta nel 1998, le quali sono state titolari dei diritti per l’originale racconto del 1939  The Greatest Gift. Il sequel, dal titolo La vita è meravigliosa: il resto della storia, è stato finanziato da Allen J. Schwalb di Star Partners, che dovrebbe anche produrre con Farnsworth della Hummingbird. Farnsworth ha detto:

Abbiamo speso un sacco di tempo, di denaro e di ricerca che ci porta a credere che siamo puliti riguardo ad eventuali infrazioni del diritto d’autore. Se qualcuno sente di avere un diritto in sede giudiziaria, saremo felici di parlare con lui. Credo che qualsiasi risoluzione debba essere fatta, sarà fatta amichevolmente, nello spirito positivo del progetto. 

Karolyn Grimes, che ha recitato la parte della figlia di George Bailey nell’originale, ha accettato di tornare per il sequel come un angelo che mostra all’antipatico nipote di Bailey (anche lui chiamato George Bailey), come sarebbe il mondo se non fosse mai nato.

La vita è meravigliosa (It’s a Wonderful Life) è un film del 1946 diretto da Frank Capra. Tratto dal racconto The Greatest Gift, scritto nel 1939 da Philip Van Doren Stern, è considerato uno dei film più ispiratori, popolari e amati del cinema americano, la cui visione è divenuta tradizionale durante il periodo natalizio. La trama è incentrata su George Bailey, un uomo nato e cresciuto in una piccola cittadina rurale che, dopo aver rinunciato per tutta la vita a sogni e aspirazioni pur di aiutare il prossimo, colto dalla disperazione, è sul punto di suicidarsi la sera della vigilia di Natale. In suo soccorso, grazie alle preghiere sue e di amici e familiari, arriverà un angelo custode mandato da Dio. Il film, che vede James Stewart e Donna Reed tra i protagonisti, ottenne cinque candidature ai premi Oscar. Nel 1990 venne scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, mentre nel 1998 l’American Film Institute lo inserì nella lista dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.

Fonte: Variety

La vita è bella: l’immaginazione è più importante della Storia

La vita è bella: l’immaginazione è più importante della Storia

“Questa è una storia semplice. Ma non è facile da raccontare. Come una favola, c’è dolore, c’è meraviglia e felicità”. Così inizia La vita è bella di Roberto Benigni, una meditazione sulla tragedia dell’Olocausto. Ambientato nell’Italia fascista, il film racconta la storia dell’ebreo italiano Guido Orefice, che viene deportato in un campo di concentramento nazista insieme al figlio Joshua e alla moglie cristiana Dora. Guido è un buffone teneramente sfortunato il cui mondo è plasmato da una combinazione di casualità, sia felici che sfortunate, e dalla sua fede nelle capacità dell’amore di sostenere e trasformare.

Entrambe queste cose segnano la sua vita nel campo, dove si dedica a proteggere suo figlio da ogni conoscenza della raccapricciante realtà circostante dicendogli che loro e gli altri prigionieri sono in realtà concorrenti in un elaborato gioco. Sebbene Guido venga infine ucciso nel Lager, salva lo spirito e la vita del figlio, che, seguendo la finzione creata dal padre, esulta per aver vinto la partita quando si riunisce alla madre alla fine del film.

Roberto Benigni e la fama internazionale prima de La vita è bella

All’epoca della produzione, Roberto Benigni era già una star internazionale, grazie alla sua collaborazione con Jim Jarmusch, e con questo film ha scommesso nel fare del suo caratteristico approccio caotico e clownesco il veicolo di una narrazione dell’Olocausto. L’uso del registro comico da parte di Benigni ha scatenato all’epoca un nuovo ciclo di dibattiti sui parametri e le possibilità della rappresentazione dell’Olocausto. Benigni ha anche rischiato una censura più specifica in Italia. La commedia si è dimostrata un modo accettabile di affrontare pubblicamente il delicato argomento della partecipazione e della sconfitta dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, ma gli antieroi non marziali delle parodie militari italiane del dopoguerra evitano abilmente la questione dell’aggressione fascista.

Il film di Benigni perpetua solo in parte questo disconoscimento della violenza casalinga. Incarna l’Olocausto come un fenomeno interamente tedesco, ma ricorda agli italiani la loro complicità nel creare un clima persecutorio attraverso l’applicazione delle leggi razziali del fascismo.

Una risposta positiva di pubblico e critica

roberto benigniBenigni e il suo co-sceneggiatore Vincenzo Cerami hanno quindi coperto le loro scommesse svolgendo ricerche approfondite, assumendo consulenti storici dal Centro di documentazione ebraica di Milano e proiettando il film per gruppi ebraici italiani prima della sua uscita. Tale cura ha dato i suoi frutti: mentre il film ha attirato alcune critiche all’estero per il suo tono ottimista e sentimentale, in Italia la risposta della critica e del pubblico è stata per lo più positiva. Il seguente successo internazionale di Benigni, che ha compreso premi a Cannes, Gerusalemme, Varsavia e Hollywood, ha consolidato la sua popolarità tra gli italiani come ambasciatore delle qualità nazionali “essenziali” di fantasia e umanesimo. In effetti, la pubblicità all’estero per La vita è bella ne ha enfatizzato l’inventiva piuttosto che la precisione storica. In America, il film è stato pubblicizzato come una favola italiana “che dimostra che amore, famiglia e immaginazione conquistano tutto”, e Benigni disse alla rivista Indie di aver realizzato il film come “regista… il cui dovere è inventare storie, quindi ho inventato completamente questo. È una favola, ma inventata dalla verità”.

Il tema dello slittamento tra realtà e finzione è al centro di La vita è bella e trova articolazione sia nel contenuto del film che nella sua struttura narrativa. “Sono ciò che voglio essere” è il motto di Guido, ma i sogni di trasformazione ossessionarono anche i nazisti e i fascisti; in definitiva, il film di Benigni richiama l’attenzione sul potenziale della fantasia di operare sia nel male che nel bene.

Le conseguenze distruttive del pensiero utopico totalitario sono onnipresenti. I sogni di impero e superiorità razziale guidano i fascisti italiani, che organizzano feste con temi coloniali e si rassicurano a vicenda di essere ariani e “la migliore di tutte le razze”.

La vita è bella: edizione speciale per il 20° anniversario

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In occasione del 20° anniversario dall’uscita in sala de “La vita è bella”, il film di Roberto Benigni premiato con 3 Oscar sarà pubblicato in una nuova prestigiosa edizione accompagnata negli extra da un’intervista esclusiva rilasciata dal regista. Il film sarà disponibile in vendita in Dvd e in Blu Ray Disc in tutta Italia dal prossimo 24 ottobre .

Al via le prenotazioni IN ESCLUSIVA su CGENTERTAINMENT.IT della VERSIONE LIMITATA e AUTOGRAFATA

CG ha riservato per i suoi fan una sorpresa: in esclusiva all’indirizzo http://www.cgentertainment.it/startup/limitededitionlavitabella/  è possibile prenotare la versione celebrativa che comprende il  Dvd + il Blu Ray in edizione limitata (500 pezzi), numerata e autografata da Roberto Benigni e Nicoletta Braschi; inoltre, tutti coloro che prenoteranno la copia dal sito di CG entertainment (questa versione non è disponibile altrove) entro il 2 ottobre vedranno pubblicato il loro nome all’interno del cofanetto.

Guido (Roberto Benigni), un giovane ebreo pieno di allegria e vitalità, parte per cercare fortuna in città, dove incontra la sua “principessa”, Dora (Nicoletta Braschi), una maestrina fidanzata con un burocrate arrogante e pomposo. Guido se ne innamora follemente e la rapisce. Dal loro amore nasce Giosuè (Giorgio Cantarini). Ma la loro felicità viene spezzata dalle leggi razziali: la famiglia viene deportata in un lager nazista. Per salvare il figlio dall’orrore che li circonda, Guido gli fa credere che tutto ciò che vedono è parte di un grande gioco in cui dovranno affrontare prove tremende per vincere il meraviglioso premio finale…

La vita è bella 

Oscar 1997 – Migliore Attore, Migliore Film Straniero, Migliore Colonna Sonora

Festival di Cannes – Gran Premio della Giuria

David di Donatello – Migliore Film, Migliore Regista, Migliore Attore protagonista,

Migliore Autore della fotografia, Migliore Costumista, Migliore Produttore,

Migliore Sceneggiatura, Migliore Scenografo, David Scuola

Nastri D’Argento – Migliore Regia, Migliore Attore, Migliore Attore non

protagonista, Migliore Sceneggiatura, Migliore Soggetto

European Film Award – Migliore Film, Migliore Attore

Premi César – Migliore Film Straniero

Una produzione MELAMPO CINEMATOGRAFICA – ROBERTO BENIGNI presenta “LA VITA È BELLA” con ROBERTO BENIGNI – NICOLETTA BRASCHI – GIUSTINO DURANO – SERGIO BUSTRIC – MARISA PAREDES – HORST BUCHHOLZ – LYDIA ALFONSI – GIULIANA LOJODICE – GIORGIO CANTARINI

soggetto e sceneggiatura VINCENZO CERAMI e ROBERTO BENIGNI costumi, scenografia, arredamento DANILO DONATI musiche NICOLA PIOVANI montaggio SIMONA PAGGI direttore della fotografia TONINO DELLI COLLI produttore esecutivo MARIO COTONE prodotto da ELDA FERRI e GIANLUIGI BRASCHI regia di ROBERTO BENIGNI

La vita è bella: dal cast alle location, tutte le curiosità sul film di Roberto Benigni

«Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla. Come in una favola c’è dolore, e come in una favola è piena di meraviglia e di felicità.» Su queste parole si apre uno dei film italiani più celebri di sempre nel mondo, La vita è bella, scritto, diretto e interpretato da Roberto Benigni nel 1997. Si tratta di una storia incentrata sull’Olocausto, sulla deportazione degli ebrei nei campi di concentramento, ma è anche una storia che infonde amore e speranza là dove sembrerebbe poterci essere solo orrore. Con quest’opera, Benigni ha consegnato agli spettatori di tutto il mondo la concreta prova che è possibile trattare tematiche difficili cercando allo stesso tempo di strappare un sorriso.

 Reduce dai successi comici di Johnny Stecchino Il mostro, il regista e attore toscano aveva intenzione di concentrarsi su un progetto particolarmente più ambizioso. Anche La vita è bellaavrebbe originariamente dovuto essere una commedia pura, ma si è nel tempo arricchito di sentimenti e situazioni che lo hanno portato a sfoggiare uno spettro ben più ampio dell’umanità, delle sue gioie e dei suoi dolori. Nello scrivere tutto ciò, Benigni ha raccontato di essersi avvalso della collaborazione di personalità realmente coinvolte nell’Olocausto, come lo scrittore Rubino Salmoni, e il membro della Sonderkommando Shlomo Venezia.

Alla sua uscita in sala, il film si affermò come un successo senza precedenti, arrivando ad incassare la cifra record di 92 miliardi di lire. Tale risultato ha portato La vita è bella a diventare il film italiano dal maggiore incasso di sempre, nonché quello con il maggior risultato economico nel mondo, per una cifra pari a 229 milioni di dollari. In questo articolo approfondiamo ulteriormente alcune curiosità legate a tale titolo. Proseguendo qui nella scrittura sarà infatti possibile ritrovare dettagli relativi alla trama, al cast, ai premi vinti e, infine, alle piattaforme streaming contenenti il titolo nel loro catalogo. Infine, si potranno qui ritrovare anche alcune delle frasi più belle del film.

La vita è bella cast
Roberto Benigni in La vita è bella

La trama di La vita è bella

La vicenda si svolge in Italia, nel 1939. Protagonista è Guido, un giovane ebreo pieno di allegria e vitalità, il quale parte dalla campagna toscana per cercare fortuna in città. Qui si imbatterà nella sua “principessa”, Dora, una maestra fidanzata con un burocrate arrogante e pomposo. Guido se ne innamora follemente e desidera farne la sua sposa. Dopo un lungo corteggiamento, i due si sposeranno e dal loro amore nasce Giosuè. Ma la loro felicità viene spezzata dall’incombere delle leggi razziali: la famiglia viene deportata in un lager nazista e separata brutalmente. Per salvare il figlio dall’orrore che li circonda, Guido gli farà credere che tutto ciò che vedono è parte di un grande gioco in cui dovranno affrontare prove tremende per vincere un meraviglioso premio finale.

Il cast del film

Sceneggiatore, regista e interprete del protagonista Guido, Roberto Benigni si dedicò anima e corpo al suo personaggio. Pur non essendo di religione ebraica, questi raccontò di essere riuscito a calarsi senza problemi nei panni di Guido, in quanto umano e mosso da passioni umane. Accanto a lui, nei panni dell’amata Dora, si ritrova l’attrice Nicoletta Braschi. Realmente moglie di Benigni, questa aveva già recitato in numerosi dei precedenti film del marito. Il giovanissimo Giorgio Cantarini, che all’epoca delle riprese aveva appena 6 anni, dà invece vita al figlio Giosuè. Nel film si ritrovano poi anche l’attrice spagnola Marisa Paredes, nei panni della madre di Dora, e Horst Buchholz, in quelli del tedesco dottor Lessing. Giustino Durano è invece Eliseo Orefice, zio di Guido. Sergio Bustric interpreta invece l’amico Ferruccio Papini.

Roberto Benigni e Nicoletta Braschi in La vita è bella
Roberto Benigni e Nicoletta Braschi in La vita è bella

Dove è stato girato il film?

Le riprese hanno coinvolto principalmente la Toscana e in parte il Lazio e l’Umbria. La città toscana di Arezzo e i paesi limitrofi fanno da sfondo principale al film. Qui sono state filmate le scene in bicicletta del protagonista, nei pressi di piazza Grande fino a via Borgunto, dove c’è la libreria gestita da Guido. Celebre è anche Villa Masini a Montevarchi, utilizzata come location sia per la casa di Dora che per il Grand Hotel dove Guido va a lavorare. Appaiono poi anche alcuni scorci di Castiglion Fiorentino, paese natale di Roberto Benigni, dove Guido viene scambiato per Vittorio Emanuele III e acclamato dalla folla.

Sempre in provincia di Arezzo vi è poi Cortona, altra località dove si sono svolte diverse riprese, a partire dall’ingresso del teatro Signorelli, dove Guido incontra per la prima volta Dora. Nella seconda parte del film, invece, caratterizzata dalla deportazione dei protagonisti, si ritrova la stazione di Ronciglione, in provincia di Viterbo, dove ci sarà la partenza verso il campo di concentramento, che è stato invece ricostruito a Papigno, in provincia di Terni, in una fabbrica dismessa dove è poi nato uno studio cinematografico.

Giorgio Cantarini e Roberto Benigni in La vita è bella
Giorgio Cantarini e Roberto Benigni in La vita è bella

I premi vinti dal film, dai David all’Oscar

Tra i film italiani più premiati nel mondo, La vita è bella arrivò ad ottenere alcuni dei massimi riconoscimenti possibili per un’opera cinematografica. Presentato con successo nel concorso del Festival di Cannes, questo vinse qui il Grand Prix Speciale della giuria. Fu solo l’inizio di un lungo e ricco percorso. Seguirono infatti ben 9 David di Donatello, 5 Nastri d’argento, il premio César per il Miglior film straniero e 2 European Film Awards. Il film di Benigni venne poi anche designato come rappresentante italiano agli Oscar, dove ottenne un incredibile risultato. Qui vinse ben tre premi, rispettivamente per la Miglior colonna sonora, il Miglior film straniero e il Miglior attore protagonista.

Il trailer del film e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La vita è bella grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di NetflixParamount+ e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 28 gennaio alle ore 21:20 su Canale 5.

La Vita Dopo – The Fallout, disponibile su tutte le principali piattaforme

Scritto e diretto da Megan Park con protagoniste Jenna Ortega e Maddie Ziegler, La Vita Dopo – The Fallout, arriva oggi, martedì 14 giugno, su tutte le principali piattaforme digitali per Warner Bros. Home Entertainment.

La Vita Dopo – The Fallout, la trama

Grazie a nuove amicizie nate in circostanze improvvise e tragiche, la liceale Vada (Jenna Ortega) inizia a reinventarsi, rivalutando le sue relazioni con la famiglia, gli amici e la sua visione del mondo. Allontanandosi dalla sua comoda routine familiare, inizia a correre dei rischi prendendo una serie di decisioni fulminee che mettono alla prova i suoi limiti e la spingono verso nuove direzioni. Vada trascorre sempre più tempo con Mia (Maddie Ziegler). Le due adolescenti si avvicinano sempre di più e Vada ridefinisce lentamente sé stessa attraverso le loro esperienze comuni.

La Vita di Pi film d’apertura al New York Film Festival

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La Vita di Pi film d’apertura al New York Film Festival

L’ambizioso progetto in 3D di Ang Lee tratto dal classico di Yann Martel è stato scelto per aprire il New York Film Festival il 28 Settembre, e sarà un occasione per vederlo

La vita di Adele: red band trailer in vista degli Oscar

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La vita di Adele: red band trailer in vista degli Oscar

la-vita-di-adele

In occasione delle votazioni per le nomination relative agli Oscar 2014, la IFC Films ha diffuso un red band trailer esclusivo de La vita di Adele, il vincitore della Palma d’Oro a Cannes 2013. Il trailer è incentrato in maniera particolare sulla protagonista Adèle Exarchopoulos, con la speranza di aumentare una sua possibile candidatura nella categoria “Migliore Attrice Protagonista”. Eccolo di seguito.

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La pellicola di Abdellatif Kechiche racconta la storia d’amore di due donne interpretate dalle rivelazioni Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos. E’ uscita in Italia lo scorso 24 Ottobre.

PER LEGGERE LA NOSTRA RECENSIONE DE LA VITA DI ADELE CLICCATE QUI.

Trama: A 15 anni, Adele ha due certezze: è una ragazza, e una ragazza di solito esce con i ragazzi. Il giorno in cui intravede il blu dei capelli di Emma, sente che la sua vita sta per cambiare. Sola con i suoi dilemmi adolescenziali, cambia l’idea che ha di se stessa e sente trasformarsi il modo in cui gli altri la guardano.

Fonte: Firstshowing

La vita di Adele: recensione del film con Lèa Seydoux

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La vita di Adele: recensione del film con Lèa Seydoux

Arriva al cinema l’acclamato film La vita di Adele, che ha vinto la Palma d’oro al 66° Festival di Cannes diretto da Abdellatif Kechiche, adattamento cinematografico del romanzo a fumetti Il blu è un colore caldo di Julie Maroh.

In La Vie d’Adèle Adèle (Adèle Exarchopoulos), una liceale introversa e sensibile, vorrebbe sentirsi innamorata come le sue coetanee, ma la relazione con il suo ragazzo Thomas (Jeremie Laheurte) non la rende felice. Un giorno incrocia per strada una sconosciuta che attira la sua attenzione. Ha occhi e capelli azzurri, un’espressione maliziosa e lo sguardo fisso sul suo viso. Come stregata, l’adolescente segue questa fata moderna. La trova, le dà un nome, Emma (Lèa Seydoux), scopre che studia all’Accademia di Belle Arti e che è un’artista un po’ snob, un’intellettuale.

Il loro è un colpo di fulmine da romanzo e, nonostante le incolmabili diversità, tra le due si insinua la complicità, l’affetto, un primo bacio, un secondo e infine la passione. I loro corpi si cercano in modo vorace, come se dovessero nutrirsi l’una dell’altra. Il contatto, che Kechiche mostra in scene lunghissime senza alcuna censura, somiglia a un’urgenza: l’urgenza di amare, di cogliere l’anima dell’altro, di fermare un istante fuori dal tempo.

La vita di Adele, il film

Gli anni passano, Adèle ed Emma vanno a vivere insieme, ma le preoccupazioni quotidiane, le gelosie e i tradimenti rubano spazio allo slancio iniziale. Qualcosa si spezza. Ma quando la nostalgia si sostituisce definitivamente alla felicità e le lacrime ai sorrisi, poco prima dei titoli di coda, ecco che si presenta un accenno di futuro, una possibilità, a suggerire che la vita, più forte degli eventi avversi, andrà avanti. Un frammento di esistenza che in tre ore buca lo schermo e arriva al cuore di chi guarda. Una poesia in immagini. Una storia personale e intima sventolata ai quattro venti eppure scevra di timori. Questo è il cinema quando compie la sua magia, questa la sensazione che lascia l’incantesimo riuscito di Kechiche: La vita di Adele.

Con una delicatezza senza eguali il regista e le due bravissime protagoniste mettono in scena un ventaglio di emozioni intense e pure, lasciando ad altri il galateo, i trucchi del mestiere, l’accompagnamento dei violini. Senza paura di mostrare come diventa davvero un volto sfigurato dal pianto o dall’estasi, dalla rabbia o dalla disperazione, Kechiche srotola il filo di una vicenda come tante astenendosi da giudizi (resterà deluso chi si aspetta un manifesto dell’amore saffico) e toccando in profondità ogni spettatore.

Tutti, per qualche ora, sono Adèle e possono sentire, complice la camera vicinissima ai volti e ai corpi, la sua forza vitale, la sua tenerezza, le sue paure. Dopo l’ultima scena si vorrebbe riavvolgere il nastro per rivedere ancora ogni istante e, contemporaneamente, prolungare il film con la mente, inventare un futuro, dare una destinazione a tutte le strade rimaste aperte. Vincitrice della Palma d’Oro al Festival di Cannes appena concluso, la pellicola, che ha giustamente rapito la giuria con la sua grazia brusca e l’assenza di maniera, è destinata a chi preferisce la bellezza piena di imperfezioni della realtà alla patina rigida del cinema classico. Consigliata in particolare a quelli che riempiono le piazze contro le coppie omosessuali, perché ne La vita di Adele potrebbero addirittura riconoscere sé stessi.

La vita di Adele: dal cast alle scene d’amore, tutte le curiosità sul film

Dal momento della sua presentazione al Festival di Cannes ad oggi, il film francese La vita di Adele (qui la recensione) non ha mai veramente smesso di far parlare di sé. Considerato uno dei più struggenti film d’amore e di formazione dell’ultimo decennio, il lungometraggio diretto da Abdellatif Kechiche è divenuto estremamente popolare per molteplici motivi, dalle grandi interpretazioni delle due protagoniste alle loro bollenti scene di sesso, e fino al suo ritratto incantato della gioventù.

Il film è un libero adattamento della graphic novel Il blu è un colore caldo, realizzato dalla fumettista Julie Maroh nel 2010. La pellicola finisce in realtà per rielaborare la storia dell’amore tra due giovani, aggiungendovi una serie di dettagli ed elementi inediti. Le principali differenze si possono ritrovare nella caratterizzazione della protagonista, ma rispetto al testo letterario, il film prevede in particolare la lunga serie di esplicite scene di sesso a cui si accennava, che esaltano la morbosità della relazione amorosa.

Tali scene sono state ovviamente motivo di grande scandalo, e la stessa Maroh dichiarò di non averle particolarmente apprezzate. Spaccando in due l’opinione della critica e del pubblico, il film arrivò a vincere il prestigioso premio del Festival di Cannes, la Palma d’Oro. Fu un’assegnazione unica nel suo genere, poiché la giuria decise di assegnare il premio tanto al regista quanto alle due straordinarie interpreti che diedero vita agli indimenticabili personaggi protagoniste: Adèle Exarchopoulos Léa Seydoux.

La vita di Adele trama

La trama di La vita di Adele

Protagonista del film è Adele, giovane liceale francese alle prese con la vita di tutti i giorni. Tra scuola e casa, la ragazza sembra continuamente cercare il proprio posto nel mondo. Seguire le regole della società non sembra però fare al caso suo, e anche il tentativo di una storia d’amore con un suo compagno di scuola naufragherà inesorabilmente. Le sue già fragili certezze si spezzano definitivamente nel momento in cui per strada incrocia Emma, una ragazza dai capelli blu e dallo stile androgino, che subito suscita un suo forte interesse.

Lentamente le due si avvicinano molto l’una all’altra, finendo per innamorarsi perdutamente. Per Adele quello è però un mondo sconosciuto, dal quale si sente attratta e spaventata allo stesso modo. La ragazza infatti teme il giudizio dei genitori, dei compagni di scuola, e inizia a sentirsi giudicata come mai prima d’ora. L’amore per Emma però è troppo forte, e diventa via via sempre più morboso e passionale. Con il passare degli anni, però, le due si ritrovano a dover fare i conti con percorsi di vita che non sempre coincidono.

La vita di Adele Adèle Exarchopoulos Léa Seydoux

 

Il cast del film

Nei ruoli di Adele ed Emma si ritrovano le attrici Adèle ExarchopoulosLéa Seydoux. La prima delle due era poco più che esordiente all’epoca del film, avendo recitato soltanto in qualche film poco noto. Convocata per un provino per il ruolo principale, l’attrice raccontò in seguito di aver dovuto sostenere una dura selezione prima di ottenere la parte. Nel corso di due mesi incontrò più volte il regista, dimostrando le sue capacità di improvvisazione. Dopo lunghe conversazioni con Kechiche, questi si convinse infine che l’interprete di origini greche era la persona giusta per il ruolo.

A togliergli ogni dubbio a riguardo fu però il momento in cui la vide mangiare ad un ristorante dove si trovavano. Il modo in cui lei mangiava era proprio come il regista aveva immaginato il personaggio. La Seydoux, invece, aveva ottenuto la parte di Emma già ben dieci mesi prima dell’inizio delle riprese. Anche lei aveva avuto modo di incontrare in più occasioni il regista. Ciò che più di ogni altra cosa convinse Kechiche fu il modo in cui Seydoux parlava della società e delle sue problematiche.

Per potersi calare ulteriormente nei panni di Emma, l’attrice decise di prendere lezioni di pittura e scultura, attività praticate dal personaggio, come anche dedicarsi a numerose letture sulla filosofia. In aggiunta a ciò, lavorò anche da un punto di vista fisico per costruire la mascolinità di Emma. Seguì dunque un allenamento per acquisire massa muscolare, e guardò film di Marlon Brando e James Dean per studiare i loro atteggiamenti e la loro postura.

La vita di Adele scene amore

Le scene d’amore e sesso di La vita di Adele

Come anticipato, del film sono note e apprezzate diverse scene di grande impatto visivo e poetico. Nessuna è però più celebre delle lunghe sequenze in cui le due protagoniste si cimentano in conturbanti scene di sesso. Proprio queste sono state al centro di numerosi dibattiti e polemiche, alle quali hanno preso parte anche le due stesse protagoniste. Entrambe hanno infatti in più occasioni lamentato di essersi spesso sentite costrette a girare tali scene, e che le condizioni sul set non erano particolarmente favorevoli.

Kechiche, infatti, era solito girare con 3 o 4 camere da presa, e ciò poneva le due attrici in uno stato di grande pressione. Le riprese di tali scene, inoltre, sembrano essersi protratte per diverse ore al giorno per più giorni, rendendo particolarmente snervante il set. A tali accuse il regista non ha mancato di rispondere, negando le voci secondo cui sarebbe stato eccessivamente severo. Egli, in sua difesa, affermò di aver semplicemente ricercato il realismo, sempre però con il consenso delle due interpreti. Queste hanno comunque affermato che molto di quanto si è detto riguardo alle scene di sesso è stato ingigantito dalla stampa.

Le due, infatti, non hanno dovuto praticare veri e propri atti sessuali, né erano realmente nude. Per loro furono realizzate delle protesi da applicare sui genitali, e che consentisse dunque di non essere esposte da questo punto di vista. Tali scene, inoltre, venivano perfettamente studiate e coreografate. Ciò non ha comunque impedito alle due attrici di provare forte imbarazzo, superato grazie al profondo legame di amicizia instauratosi tra di loro nel corso delle riprese.

Il trailer di La vita di Adele e dove vedere il film in streaming e in TV

La vita di Adele è presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Apple TV, Google Play e Now. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per venerdì 28 giugno alle ore 21:15 sul canale Cielo.

La Vita di Adele trailer e nuove locandine del film Palma d’oro

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La Vita di Adele trailer e nuove locandine del film Palma d’oro

Ecco il nuovo trailer e due nuove locandine di La Vita di Adele, il vincitore della Palma d’Oro a Cannes 2013, che arriverà in sala il mese prossimo. Dopo il trionfo al Festival di Cannes 2013, La Vita di Adele si appresta a uscire nelle sale di tutto il mondo. Acclamato dalla critica internazionale, il film che ha conquistato la Palma d’Oro sarà distribuito in Italia da Lucky Red dal prossimo 24 ottobre.

La pellicola di Abdellatif Kechiche racconta la storia d’amore di due donne interpretate dalle rivelazioni Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos. Oggi possiamo ammirare il trailer americano e due nuove locandine del film tratto dalla graphic novel Le Bleu est Une Couleur Chaude di Julie Maroh.

In attesa di vedere La Vita di Adele, vi rimandiamo alla nostra recensione.

Di seguito il trailer e le locandine.

La Vita di Adele recensione blu-ray

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La Vita di Adele recensione blu-ray

E’ disponibile dal 18 marzo, in alta definizione Blu-ray Disc, La Vita di Adele il film Palma d’oro 2013 di Abdellatif Kechiche, con le straordinarie Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux, tratto dal graphic novel “Il blu è un colore caldo” di Julie Maroh (Rizzoli – Lizzard).

La vita di Adele”, edito da Lucky Red e distribuito da CG Home Video per Mustang Entertainment, è accompagnato nella versione dvd da trailer e dalle scene tagliate e in quella blu-ray anche da un interessantissimo e inedito making of.

Adele è un’adolescente e non ha dubbi: le ragazze stanno coi ragazzi. La sua visione del mondo però inizia a vacillare il giorno in cui incontra Emma, una giovane donna dai capelli blu, che le farà scoprire il desiderio e le permetterà di realizzarsi come donna e come adulta. Sotto lo sguardo di chi la circonda, Adele cresce, cerca se stessa, si perde, si trova di nuovo…

Recensione Film

Adèle (Adèle Exarchopoulos), una liceale introversa e sensibile, vorrebbe sentirsi innamorata come le sue coetanee, ma la relazione con il suo ragazzo Thomas (Jeremie Laheurte) non la rende felice. Un giorno incrocia per strada una sconosciuta che attira la sua attenzione. Ha occhi e capelli azzurri, un’espressione maliziosa e lo sguardo fisso sul suo viso. Come stregata, l’adolescente segue questa fata moderna. La trova, le dà un nome, Emma (Lèa Seydoux), scopre che studia all’Accademia di Belle Arti e che è un’artista un po’ snob, un’intellettuale.

Il loro è un colpo di fulmine da romanzo e, nonostante le incolmabili diversità, tra le due si insinua la complicità, l’affetto, un primo bacio, un secondo e infine la passione. I loro corpi si cercano in modo vorace, come se dovessero nutrirsi l’una dell’altra. Il contatto, che Kechiche mostra in scene lunghissime senza alcuna censura, somiglia a un’urgenza: l’urgenza di amare, di cogliere l’anima dell’altro, di fermare un istante fuori dal tempo.

La Vie d’AdeleGli anni passano, Adèle ed Emma vanno a vivere insieme, ma le preoccupazioni quotidiane, le gelosie e i tradimenti rubano spazio allo slancio iniziale. Qualcosa si spezza. Ma quando la nostalgia si sostituisce definitivamente alla felicità e le lacrime ai sorrisi, poco prima dei titoli di coda, ecco che si presenta un accenno di futuro, una possibilità, a suggerire che la vita, più forte degli eventi avversi, andrà avanti.

Un frammento di esistenza che in tre ore buca lo schermo e arriva al cuore di chi guarda. Una poesia in immagini. Una storia personale e intima sventolata ai quattro venti eppure scevra di timori. Questo è il cinema quando compie la sua magia, questa la sensazione che lascia l’incantesimo riuscito di Kechiche: La Vie d’Adèle.

Con una delicatezza senza eguali il regista e le due bravissime protagoniste mettono in scena un ventaglio di emozioni intense e pure, lasciando ad altri il galateo, i trucchi del mestiere, l’accompagnamento dei violini. Senza paura di mostrare come diventa davvero un volto sfigurato dal pianto o dall’estasi, dalla rabbia o dalla disperazione, Kechiche srotola il filo di una vicenda come tante astenendosi da giudizi (resterà deluso chi si aspetta un manifesto dell’amore saffico) e toccando in profondità ogni spettatore.

Tutti, per qualche ora, sono Adèle e possono sentire, complice la camera vicinissima ai volti e ai corpi, la sua forza vitale, la sua tenerezza, le sue paure. Dopo l’ultima scena si vorrebbe riavvolgere il nastro per rivedere ancora ogni istante e, contemporaneamente, prolungare il film con la mente, inventare un futuro, dare una destinazione a tutte le strade rimaste aperte.

Vincitrice della Palma d’Oro al Festival di Cannes appena concluso, la pellicola, che ha giustamente rapito la giuria con la sua grazia brusca e l’assenza di maniera, è destinata a chi preferisce la bellezza piena di imperfezioni della realtà alla patina rigida del cinema classico.

Consigliata in particolare a quelli che riempiono le piazze contro le coppie omosessuali, perché ne La Vie d’Adèle potrebbero addirittura riconoscere sé stessi.

Commento all’edizione: La traccia video dell’edizione in alta definizione del capolavoro di Abdellatif Kechiche è di ottimo fattura, grazie all’utilizzo dello standard 1080 HD, come anche la traccia audio DTS-HD. Debole è forse invece la quantità di contenuti extra, simili più a un’edizione dvd piuttosto che alla qualità dei contenuti dei blu-ray. Infatti, abbiamo solo due contenuti oltre al classico trailer, si tratta del making of e delle scene tagliate.

La Vita di Adèle nuovo trailer italiano

La Vita di Adèle nuovo trailer italiano

Dopo il grande successo allo scorso Festival di Cannes,arriva il trailer italiano de La Vita di Adele, film del tunisino Abdellatif Kechiche con Léa Seydoux Adèle Exarchopoulos, vincitore della Palma d’Oro.

Protagonista del film è ,appunto, Adèle, diciasettenne che non ha dubbi sull’amore: i ragazzi stanno con le ragazze. Poi un giorno incontra Emma, una ragazza dai capelli blu che le cambierà completamente la vita, dandole la possibilità di realizzarsi come adulta nel mondo che la circonda, riscoprendo se stessa, tra dubbi e ansie ma scoprendo un amore che non aveva mai conosciuto. Una storia intensa, piena di amore, sesso e emozioni intense che, grazie alle due bravissime attrici francesi, arrivano subito al pubblico.

Il regista si è ispirato alla graphic novel di Julie Maroh, Le Bleu est Une Couleur Chaude, nonostante la Maroh abbia stroncato l’opera di Kechiche, affermando di non essere stata consultata sulla realizzazione e criticando fortemente la rappresentazione della storia nel film.

La casa di distribuzione Lucky Red finalmente ha diffuso il trailer per l’Italia, che trasmette l’intensità e l’amore presenti nella storia di questo film, in uscita il 24 Ottobre 2013.

Ecco il Trailer italiano de La Vita di Adèle.

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La vita di Adele in blu-ray e dvd

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Sarà disponibile da domani, 18 marzo, in dvd e in alta definizione Blu-ray Disc, La Vita di Adele il film Palma d’oro 2013 di Abdellatif Kechiche, con le straordinarie Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux, tratto dal graphic novel “Il blu è un colore caldo” di Julie Maroh (Rizzoli – Lizzard).

La vita di Adele”, edito da Lucky Red e distribuito da CG Home Video per Mustang Entertainment, è accompagnato nella versione dvd da trailer e dalle scene tagliate e in quella blu-ray anche da un interessantissimo e inedito making of.

 Adele è un’adolescente e non ha dubbi: le ragazze stanno coi ragazzi. La sua visione del mondo però inizia a vacillare il giorno in cui incontra Emma, una giovane donna dai capelli blu, che le farà scoprire il desiderio e le permetterà di realizzarsi come donna e come adulta. Sotto lo sguardo di chi la circonda, Adele cresce, cerca se stessa, si perde, si trova di nuovo…

La Vita di Adele disponibile su Netflix

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La Vita di Adele disponibile su Netflix

Nonostante sia stato snobbato agli Oscar la scorsa notte, ma pure ai premi Cesar in Francia, La Vita di Adele resta uno dei film migliori dello scorso anno, se non il film più bello del 2013. Il film è stato aggiunto da oggi a Netflix Instant Watch. IndieWire comunica la notizia che purtroppo per il nostro Paese non vale, dal momento che Netflix non è ancora disponibile in Italia.

La Vita di Adele vede protagonista la debuttante Adèle Exarchopoulos affiancata dalla bella e brava Léa Seydoux, vista in Mission Impossible Protocollo Fantasma e ora sui nostri schermi con La Bella e la Bestia. Il film, diretto da Abdellatif Kechiche, ha vinto la Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes.

Trama: A Lille l’adolescente Adele intraprende il percorso della scoperta di sé dopo un fugace incontro con Emma, artista dai capelli blu. Lasciato il proprio ragazzo, ritrova Emma in un bar gay e instaura con lei un’amicizia che presto si trasforma in amore.

Le ragazze vanno a vivere insieme. Ma mentre Emma persegue la realizzazione di sé attraverso la pittura, Adele – che nel frattempo si è dedicata all’insegnamento ai bambini – mette da parte le ambizioni di scrittrice. Dopo la brusca separazione a causa della propria infedeltà, Adele vivrà anni di solitudine nel ricordo della felicità di un tempo. Emma inizia invece una relazione più stabile (ma anche meno appassionata) con un’altra donna. Dopo l’ultimo incontro, Adele sceglie finalmente di voltare pagina e ricominciare a vivere.

La vita davanti a sé: Sophia Loren su Netflix, in tutto il mondo

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La vita davanti a sé: Sophia Loren su Netflix, in tutto il mondo

La vita davanti a sé, il film con il premio Oscar Sophia Loren, una delle attrici più importanti di tutti i tempi, sarà in esclusiva su Netflix. Diretto da Edoardo Ponti e scritto da Ugo Chiti e dallo stesso Ponti, il film uscirà nella seconda parte del 2020 in tutto il mondo.

Accanto a Sophia Loren fanno parte del cast Ibrahima Gueye, Renato Carpentieri e Massimiliano Rossi.  La vita davanti a sé è prodotto da Palomar – Mediawan Group, con il supporto di Impact Partners Film Service, Artemis Rising Foundation, Foothills Productions, Another Chapter Productions e Scone Investments.

Sophia Loren interpreta Madame Rosa, una superstite dell’Olocausto che si prende cura dei figli delle prostitute nel suo modesto appartamento a Bari. Accoglie anche Momo, un dodicenne senegalese che l’ha derubata. Insieme supereranno la loro solitudine, formando un’insolita famiglia. Il film è l’adattamento contemporaneo del bestseller internazionale La vie devant soi di Romain Gary.

“Non potrei essere più felice di collaborare con Netflix per un film così specialeha commentato Sophia LorenNella mia carriera ho lavorato con tutti gli studios più importanti ma posso dire con certezza che nessuno ha l’ampiezza di respiro e la diversità culturale di Netflix. Ed è proprio questo che apprezzo particolarmente. Hanno capito che non si costruisce una casa di produzione globale senza coltivare talenti locali in ogni paese, senza dare a queste voci l’opportunità di essere ascoltate. Tutti hanno il diritto di essere ascoltati, il nostro film parla proprio di questo e proprio questo è quello che fanno a Netflix”.

Ted Sarandos, Chief Content Officer di Netflix, ha dichiarato: “Sophia Loren è una delle attrici più importanti e celebrate di tutto il mondo. Siamo onorati di dare il benvenuto a lei, a Edoardo e al team che ha portato questo film nella famiglia di Netflix. La vita davanti a sé è una storia bella e coraggiosa che, proprio come Sophia, affascinerà il  pubblico in Italia e in tutto il mondo”.

LA VITA DAVANTI A SÉ 
Regia: Edoardo Ponti (Il turno di notte lo fanno le stelle, Voce umana)
Sceneggiatura: Ugo Chiti (Dogman, Il racconto dei racconti, Gomorra), Edoardo Ponti (Cuori estranei, Voce umana)
Cast: Sophia Loren (Madame Rosa), Ibrahima Gueye (Momo), Renato Carpentieri (Doctor Coen), Massimiliano Rossi (Ruspa)
Produzione: Palomar – Mediawan Group, con il supporto di Impact Partners Film Service, Artemis Rising Foundation, Foothills Productions, Another Chapter Productions e Scone Investments.

La vita davanti a sé, recensione del film con Sophia Loren

La vita davanti a sé, recensione del film con Sophia Loren

Dopo Cuori estranei Edoardo Ponti torna a dirigere sua madre, Sophia Loren, affidandole il personaggio di una donna forte anche se provata dalla vita. La vita davanti a sé è basato sul romanzo di Romain Gary, La vie devant soi, che aveva già avuto un adattamento cinematografico, peraltro di grande successo: La vita davanti a sé di Moshé Mizrahi, protagonista Simone Signoret, vincitore dell’Oscar come Miglior film straniero nel 1978. Ponti adatta la vicenda ai tempi d’oggi.

La vita davanti a sé, la trama

Madame Rosa, Sophia Loren, è una ex prostituta ebrea, reduce da Auschwitz, che accoglie in casa propria i figli delle colleghe che non possono tenerli, dietro compenso. Ne ha già due quando il suo vecchio amico, il dottor Cohen, Renato Carpentieri, le propone di prendere con sé anche Momo, Ibrahima Gueye, un bambino di 12 anni originario del Senegal che ha perso la madre. Madame Rosa è anziana e stanca e Momo si presenta subito come un ragazzino problematico. Lei però accetta e inizia una convivenza che si trasformerà in un legame affettivo molto stretto. Quando la salute di Madame Rosa inizia a peggiorare, la donna si fa promettere da Momo che non la farà portare in ospedale, perché non vuole subire un accanimento terapeutico. Il ragazzo farà di tutto per cercare di mantenere la promessa fatta a Madame Rosa.

La vita davanti a sé, un racconto edificante

La storia di Momo e Madame Rosa, raccontata da Edoardo Ponti, anche autore del soggetto e della sceneggiatura assieme a Ugo Chiti, mette insieme una serie di marginalità e invita lo spettatore a guardarvi dentro senza pregiudizi. Ecco dunque che tra i vicoli di Bari vecchia si incontrano la stessa Rosa, due volte emarginata, perché ebrea e prostituta, il transessuale Lola, Abril Zamora, che affida sua figlia alle cure dell’anziana donna, e ovviamente, immigrati di varie generazioni, dal negoziante musulmano da decenni in Italia, interpretato da Babak Karimi, che prenderà Momo sotto la sua ala, fino a Momo stesso, appena arrivato dal Senegal, e al suo compagno di stanza, Iosif Diego Pirvu, con cui litiga sempre, ma a cui in fondo vuole bene. C’è poi la marginalità di un sud in cui le opportunità e le lusinghe della criminalità sono sempre dietro l’angolo. Nel suo percorso di formazione Momo le sperimenterà, incontrando personaggi come quello interpretato da Massimiliano Rossi (Gomorra – La serie, Indivisibili, Il primo re), che sfrutta ragazzi di origine africana come bassa manovalanza per lo spaccio.

Obiettivo di Ponti, però,  è mostrare come sia possibile intraprendere strade forse meno facili della criminalità e del pregiudizio, dell’odio contro il diverso, l’estraneo. Mostrare che queste strade ci sono, sono ampiamente percorribili e portano senz’altro a un futuro più luminoso e che i ragazzi come Momo, apparentemente ribelli, in realtà, vogliono solo essere visti e amati – come suggerisce la canzone Io sì, interpretata da Laura Pausini. È importante, poi, riannodare i fili della memoria, ricordare il passato per non ripeterne gli errori, come il personaggio di Madame Rosa insegna.

Sophia Loren e il cast de La vita davanti a sé

È proprio lei, Sophia Loren, ad impedire che la trattazione didascalica appesantisca troppo il lavoro. Questo avviene solo in misura contenuta proprio perché Sophia Loren è capace di dare grazia e poesia alla sua Rosa, non senza la ruvidezza necessaria a dare corpo a un’altra donna forte, che va ad aggiungersi alla lunga galleria di personaggi interpretati dall’attrice, premio Oscar per La Ciociara. Accanto a lei, un altro pilastro del cinema italiano come Renato Carpentieri e tre bambini ben scelti, protagonisti insieme di momenti anche buffi. Massimiliano Rossi, Abril Zamora e Babak Karimi completano il gruppo offrendo buone prove. Come dimenticare poi Bari, anch’essa protagonista del film: il fascino dei vicoli della città vecchia, i palazzoni di recente costruzione, il mercato del pesce. Una città multiculturale che pur con tutti i suoi problemi resta simbolo di integrazione.

La vita davanti a sé in streaming, dove e quando vederlo 

La vita davanti a sé, prodotto da Palomar e distribuito da Netflix, è disponibile dal 13 novembre sulla piattaforma streaming.       

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