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La zona d’interesse: un video svela il dietro le quinte del dramma candidato all’Oscar

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A24 ha pubblicato un nuovo video di La zona d’interesse, l’acclamato film drammatico di Jonathan Glazer sulla Seconda Guerra Mondiale, che ha recentemente ottenuto cinque nomination agli Oscar, tra cui quella per il Miglior Film.

La featurette dietro le quinte mostra Jonathan Glazer che parla della premessa del film, che racconta di un uomo che vive una vita idilliaca con la sua famiglia nella casa dei loro sogni, che si trova vicino al campo di concentramento di Auschwitz. Il direttore della fotografia Lukasz Zal ha parlato anche del processo di ripresa, rivelando che hanno cablato l’intera casa con telecamere visibili e nascoste.

Chi è coinvolto in La zona d’interesse?

Tratto dal romanzo di Martin Amis del 2014, La zona d’interesse è scritto e diretto da Jonathan Glazer, che torna alla regia dopo dieci anni da Under the Skin del 2013. Il film è interpretato da Christian Friedel nel ruolo del comandante del campo di Auschwitz Rudolf Höss, Sandra Hüller nel ruolo di Hedwig Höss, Johann Karthaus nel ruolo di Klaus Höss, Nele Ahrensmeier nel ruolo di Inge-Brigitt Höss, Lilli Falk nel ruolo di Heidetraut Höss e Medusa Knopf nel ruolo di Elfriede.

La zona d’interesse è prodotto da Reno Antoniades, Daniel Battsek, Len Blavatnik, Danny Cohen, Ke’Lonn Darnell, David Kimbangi, Ollie Madden e Tessa Ross. I produttori sono Bugs Hartley, Ewa Puszczynska, Bartek Rainski e James Wilson. Il film ha vinto il Grand Prix al Festival di Cannes 2023.

La zona d’interesse: recensione del film di Jonathan Glazer

La zona d’interesse: recensione del film di Jonathan Glazer

Era dalla Mostra del Cinema di Venezia del 2013 che non si avevano notizie di Jonathan Glazer, il quale dopo l’Under the Skin con Scarlett Johansson continuava a rimandare la presentazione di questo suo nuovo film. Prima di arrivare al Festival di Cannes 2023, infatti, si era già parlato di La zona d’interesse tra i titoli papabili per le precedenti edizioni delle kermesse del Lido e della Croisette, dove finalmente è approdato. Interpretato dalla coppia Christian Friedel-Sandra Hüller, il film offre uno sguardo diverso della tragica quotidianità e dell‘orrore dei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale e attraverso lo sguardo dei protagonisti della teorizzata soluzione finale alla base dell’Olocausto.

Camera con vista, sull’Inferno

Ne La zona d’interesse Rudolf Höss e sua moglie Hedwig sono una coppia di coniugi tedeschi, divisi tra famiglia – numerosa – e lavoro quotidiano, dentro e fuori la loro bella casa. Quel che li rende unici è il fatto di vivere a ridosso del perimetro del Campo di concentramento di Auschwitz, del quale lui è il comandante. Un militare ambizioso e senza scrupoli che, per motivi di carriera, sembra esser pronto a lasciare la cosiddetta “zona di interesse” (la Interessengebiet di circa 40 chilometri, che circonda la triste struttura) e la villetta con giardino nella quale la donna continua a crescere i loro cinque figli, a godere di una vita perfetta e della speranza di un brillante futuro e a fare finta di non vedere cosa accade al di là delle mura di recinzione.

La zona d'interesse Sandra Hüller
Sandra Hüller in una scena di La zona d’interesse

L’orrore suggerito, più che raccontato

Le prime immagini di La zona d’interesse  fanno ripensare al Suburbicon del 2017 diretto da George Clooney, non per il tono né tanto meno per la sostanza del narrato, quanto piuttosto per la superficie di normalità che nasconde altro. Lì un conflitto prossimo a esplodere, qui una tragedia della quale conosciamo l’entità, ma che Glazer mostra attraverso una serie di indizi lasciati sullo sfondo, impossibili da ignorare.

Lo spunto è quello offerto dal romanzo omonimo di Martin AmisLa zona d’interesse“, storia d’amore e burocrazia che l’immagine filmata supera e potenzia nella sua possibilità di mostrare – senza soffermarsi troppo – il fumo e le fiamme che fuoriescono dalle ciminiere delle famigerate docce. Anche il sonoro segue la stessa direttrice, con la macchina da presa a restituire il suono della scena ripresa, senza mai indulgere in sottolineature, ma senza nascondere i colpi di pistola e gli ordini urlati sullo sfondo.

La zona d'interesse

La zona d’interesse, la vita che continua

Sordi e ciechi all’inconcepibile, i protagonisti, intanto, continuano la loro vita. Fatta anche di riunioni con gli ingegneri del Reich, arrivati a proporre nuove tecnologie e più funzionali soluzioni per il funzionamento dei forni crematori, o con gli altri direttori dei vari campi, convocati per organizzare lo smaltimenti dei prossimi arrivi dall’Ungheria. Una normalità, di nuovo, che si specchia nella pulizia formale di un racconto familiare qualsiasi e insieme in quella degli ambienti di Auschwitz oggi.

Dopo i lunghi minuti di total black con i quali si apre La zona d’interesse , quasi a suggerirci di aguzzare l’udito più che la vista, improvvisamente il salto nel futuro, il nostro presente, ci mostra per l’unica volta cosa resta di quelle vittime: scarpe, bagagli abbandonati, vestiti, oggetti preziosi. Non la vita, della quale resteranno depredati in eterno. Una sorte che continua a capitare anche nelle nostre società civili, giusto fuori dal nostro giardino, mentre molti continuano a erigere muri di protezione dando mostra di non aver imparato ad aprire gli occhi sui limiti della nostra stessa coscienza.

La Zona d’interesse: per Steven Spielberg è “il miglior film sull’Olocausto dai tempi del mio”

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Durante lo speciale del THR dedicato al suo capolavoro sull’Olocausto, Schindler’s List, il regista Steven Spielberg oltre a svelare alcuni retroscena compreso l’aiuto ricevuto da suo amico e leggenda del cinema George Lucas ha avuto occasione di citare La Zona d’interesse (The Zone of Interest) svelando cosa pensa del film!

Dai tempi di Schindler’s List, c’è stata un’esplosione di film sull’Olocausto: tra questi, La vita è bella, Il pianista, Il figlio di Saul e l’attuale candidato all’Oscar come miglior film The Zone of Interest.

SPIELBERG The Zone of Interest è il miglior film sull’Olocausto a cui abbia assistito dai tempi del mio. Sta facendo un ottimo lavoro nel sensibilizzare l’opinione pubblica, soprattutto sulla banalità del male.

La Zona d’interesse, il film

La Zona d’interesse di Jonathan Glaze debutta oggi al cinema in Italia. Un uomo e sua moglie tentano di costruire una vita perfetta in un luogo apparentemente da sogno: giornate fatte di gite in barca, il lavoro d’ufficio di lui, i tè con le amiche di lei e le scampagnate in bici con i figli. Ma l’uomo in questione è Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, e la curata villetta con giardino della famiglia si trova esattamente di fianco al muro del campo… Dal talento di Jonathan Glazer (Under The Skin), un’opera imprescindibile sulla perdita dell’umanità e sulla banalità del male, Grand Prix a Cannes 2023.

La Zona d’interesse: la storia vera dietro al film di Jonathan Glazer

La zona d’interesse (la recensione) di Jonathan Glazer è indubbiamente uno dei film più discussi del 2024, e lo è stato già dalla sua presentazione in concorso al Festival di Cannes 2023, dove si è aggiudicato il Gran premio della giuria. Il film, candidato a 5 premi Oscar, analizza la quotidianità della famiglia del comandante del campo di concentramento di Auschwitz, Rudolf Höss, che cerca di crearsi una vita idilliaca nella loro nuova dimora situata proprio al lato del filo spinato, dall’altra parte del muro dove si svolge tragedia dell’Olocausto.

Basato, in parte, sulla storia dell’omonimo romanzo di Martin Amis del 2014, che racconta in maniera romanzata la vita dell’ufficiale nazista, che Glazer stava cercando di adattare da oltre un decennio. Questo provocatorio dramma sulla Seconda Guerra Mondiale solleva molte domande, lasciando gli spettatori immersi in un silenzio contemplativo anche giorni dopo la visione. In occasione dell’uscita nelle sale italiane de La zona d’interesse, vogliamo analizzare con la voi la tragica storia vera dietro al film di Jonathan Glazer e la prospettiva unica con cui il regista britannico ha scelto di adattarla.

La zona d’interesse: cosa è accaduto veramente

Rudolf Hoess personaggio vero La zona d'interesse
Bernhard Walther or Ernst Hofmann or Karl-Friedrich Höcker, Public domain, via Wikimedia Commons

Anche se La zona d’interesse si basa su eventi reali, non tutto ciò che viene rappresentato nel film è necessariamente avvenuto. Gran parte della trama si focalizza sulle dinamiche della famiglia Höss, di cui esistono pochi documenti pubblici, pertanto, una porzione del film si basa su speculazioni e concessioni creative. Tuttavia, il film apporta una significativa modifica rispetto al libro originale.

Al posto di scegliere come protagonista la famiglia Doll, attorno a cui Amis sviluppa la sua narrazione, il regista Jonathan Glazer sceglie di concentrarsi sulla famiglia Höss, realmente esistita. Un approccio che rende il film più fedele alla Storia, poiché permette di esplorare in maniera più accurata i nazisti coinvolti nei crimini di massa perpetrati durante l’Olocausto.

L’orrore di un edificio realmente esistito

La zona d'interesse Sandra Hüller
Sandra Hüller in una scena di La zona d’interesse

La villa degli Höss, nel sud della Polonia, è il luogo d’azione dell’insidioso dramma sull’Olocausto. All’apparenza idilliaco edificio a due piani con un giardino curato alla perfezione, si trova in realtà all’ombra di Auschwitz, il campo di concentramento più grande e più letale del Terzo Reich. Qui viveva il comandante nazista Rudolf Höss,  comandante del campo di Auschwitz dal maggio 1940 al dicembre 1943, assieme alla moglie Hedwig e ai loro due figli.

La zona d’interesse dipinge un ritratto della felicità domestica della famiglia Höss, che ha costruito il proprio paradiso sulle fondamenta di un genocidio, senza mai mettere in contrasto questa utopia con le vittime dell’Olocausto dall’altra parte del muro, e concentrandosi (quasi) esclusivamente sui suoi carnefici. La narrazione si apre con una scena familiare, un tranquillo pic-nic in riva al lago, sotto il sole splendente.

Tuttavia, mentre ci addentriamo nell’intimità domestica di questa famiglia, scopriamo che Rudolf (interpretato da Christian Friedel) è coinvolto direttamente nello sterminio degli ebrei europei. La moglie Hedwig (interpretata da Sandra Hüller), che si autoproclama in maniera agghiacciante “Regina di Auschwitz”, gestisce con rigore una casa in cui le regole vengono poste al di sopra di tutto, persino del legame con il marito. Nonostante la famiglia faccia del suo meglio per soffocare i suoni di disperazione, pianti e spari, le atrocità che avvengono al di là del muro sono innegabili e filtrano attraverso le fessure della normalità apparente.

Ricreare la dimora degli Höss

Ricreare la dimora degli Höss
Fonte: The Movie Database

Lo scenografo Chris Oddy sapeva che il design della casa era fondamentale per l’efficacia del film. “All’inizio siamo partiti dalla casa vera e propria, e credo che l’avremo visitata forse sei o sette volte in totale“, dice Oddy. “Ho familiarizzato molto con la casa e l’ho osservata abbastanza a lungo da capire cosa c’era di originale“. Le ricerche di Oddy gli hanno permesso di ricreare l’intera casa e il suo giardino come si presentavano dopo i lavori di ristrutturazione di Rudolph ed stata costruita nello stesso quartiere, non lontano dal sito originale.

Secondo lo scenografo, la casa era stata sottratta a una famiglia polacca e sottoposta a modifiche architettoniche a immagine e somiglianza della famiglia Höss. Dopo anni di preparazione e quattro mesi “molto efficienti” di sforzi pratici, il team di produzione è stato in grado di allestire un’incarnazione dell’utopia nazista, una casa che diventa importante quanto qualsiasi personaggio sullo schermo.

Quello che Chris ha costruito lì è davvero una simulazione diretta della casa e del giardino e la sua vicinanza al campo è stata essenziale per noi“, dice Glazer. “Non c’è nessuna messa in scena di fantasia. Si sta guardando come vivevano“. Lo spazio ricreato era una casa a sè stante, così vicina all’indirizzo originale da avere una vista sulla ciminiera del campo di concentramento. Il team ha dovuto rielaborare l’ambiente per garantire spazi dinamici che consentissero agli attori di muoversi, camere da letto e l’ufficio di Rudolph posizionati correttamente, nonché finestre nei punti giusti.

Catturare la banalità del male

Catturare la banalità del maleIl film La zona d’interesse è stato girato con 10 telecamere nascoste in luoghi diversi della casa e senza troupe sul set, per creare un senso di neutrale obiettività nella narrazione, un approccio “da Grande Fratello”, come è stato definito dal regista stesso. Gli attori entravano sul set “e si limitavano ad esistere“, svolgendo attività domestiche banali nella casa mentre le telecamere giravano.

Anche se ci troviamo in una sorta di casa intima, non ci lasciamo coinvolgere dalle loro psicologie sullo schermo“, dice Glazer. “Li osserviamo più per il loro comportamento e le loro azioni che per il loro pensiero“. Glazer ha consolidato questa distanza critica evitando le convenzioni e gli strumenti cinematografici come i primi piani, l’illuminazione artificiale e il trucco. In questo modo, lo spettatore non viene manipolato dalla “gloria e dalla glorificazione dei personaggi“, aggiunge. Al contrario, ci viene offerta una visione dettagliata e francamente banale della loro routine domestica: i bambini giocano, marito e moglie rievocano vecchi ricordi e Hedwig si trucca con rossetto e abiti presi da donne ebree. Non ci avviciniamo alla conoscenza di questi colpevoli, eppure le loro vite non appaiono drammaticamente diverse dalle nostre.

Una vita borghese costruita sulla sofferenza

La zona d'interesse, Jonathan Glazer
Fonte: The Movie Database

In genere possiamo pensare ai nazisti e alle persone che commettono atrocità come a dei mostri e quindi non a noi, non a degli esseri umani[…] il che in realtà non ci insegna nulla“, dice Glazer.Ci lascia una distanza molto sicura, immaginando che nessuno di noi sia in grado di farlo“. Invitando gli spettatori a passare dalla parte del a quella del colpevole, Glazer ci invita a riflettere sulle nostre somiglianze con queste persone, a intendere che potenzialmente siamo tutti capaci di un simile male.

Trascorrendo il tempo da questa parte del muro, ci rendiamo conto di come i coniugi Höss riescano a ripartire senza sforzo il successo materiale che hanno costruito sulla sofferenza. “Erano persone normali che erano riuscite a separare i loro cervelli in modo tale che questo non li preoccupasse“, dice Oddy. “In un certo senso si rallegravano dello stile di vita da nouveau riche che si erano ritagliati grazie a questo, senza battere ciglio“. Questa compartimentazione è presente anche a livello strutturale. Glazer dice che La zona d’interesse è formato da due film sovrapposti, uno auditivo e uno visivo. Il film che sentiamo quando i nostri occhi sono chiusi è informato dai suoni dei filmati d’archivio, dei documentari e dei libri di storia.

Il potere del fuoricampo

la zona d'interesse jonatan glazer

L’impatto de La zona d’interesse deriva sia da ciò che mostra sia da ciò che omette, arrivando persino a un frangente documentartistico verso la fine del film. Con il raro permesso degli amministratori del sito, gli spettatori vengono portati all’interno del Museo e Memoriale di Auschwitz-Birkenau nel presente, mentre gli addetti alle pulizie si occupano dello spazio. “Stavano di nuovo catturando ciò che accade realmente al museo ogni mattina di ogni giorno“, dice Oddy. La troupe ha collaborato con il museo per molti mesi, utilizzando la sua biblioteca d’archivio e la sua vasta collezione di immagini per la realizzazione del film.

Le scene girate nel museo sono i nostri unici scorci dell’altro lato del muro, lontano dalla famiglia Höss. Ci rimane la straziante eredità di Auschwitz e ci viene ricordata la portata dei crimini del nazismo. Gli archivi del museo hanno fornito preziose informazioni sulla vita di Rudolph e Hedwig, che iniziarono come una famiglia di operai che aspirava a uno stile di vita borghese. Solo grazie alle promozioni militari di Höss e alla volontà della coppia di compartimentare le sofferenze di cui la loro ideologia è responsabile, hanno potuto raggiungere questo livello di mobilità sociale e finanziare le loro aspirazioni.

Gli ultimi anni di Rudolph

La zona d'interesse Christian Friedel

In qualità di comandante di Auschwitz, Rudolph fu responsabile dell’uccisione di quasi un milione di ebrei e di altre persone detenute nel campo. Dopo la fine della guerra, visse sotto falsa identità prima che i servizi segreti britannici lo rintracciassero e lo arrestassero. Ruloph testimoniò al processo di Norimberga – un tribunale congiunto ordinato da Francia, Unione Sovietica, Regno Unito e Stati Uniti tra il 1945 e il 1946 – prima di essere processato in Polonia e impiccato il 16 aprile 1947 sul luogo dei suoi crimini.

Rudolph non ammise mai la colpevolezza delle sue azioni, insistendo fino alla fine – con un ritornello che divenne ossessionantemente familiare come giustificazione di tanti altri nazisti – che stava semplicemente eseguendo gli ordini. Hedwig si rifece una vita in Germania, per poi risposarsi e trasferirsi in America, dove visse fino alla morte, avvenuta a 90 anni. Nel film non vengono mostrate le vite della famiglia Hoss oltre al periodo ad Auschwitz.

Al contrario, Glazer lascia il pubblico nell’ossessione di quello che chiama “genocidio ambientale“. Sono stati realizzati molti film efficaci sull’Olocausto, molti dei quali hanno lasciato agli spettatori immagini indelebili di sofferenza. Glazer ha aggiunto a questo corpus di opere un film in cui le atrocità più terribili sono appena fuori dall’inquadratura. “Le atrocità sono perpetue“, dice, anche se non si possono vedere. “Quando guardo ogni fotogramma del film, sono sempre lì“.

La zona d’interesse: la spiegazione del finale del film

La zona d’interesse: la spiegazione del finale del film

La Zona di interesse è uno dei film più audaci dello scorso anno (qui la recensione): un esperimento radicale di prospettiva, – ispirato ad una storia vera e basato sull’omonimo romanzo di Martin Amis – che limita il punto di vista del pubblico sulle atrocità adottando quello delle persone che le perpetrano. Il regista Jonathan Glazer stabilisce immediatamente la sua concezione formale, spingendo tutti gli orrori di Auschwitz appena oltre la linea dell’inquadratura e concentrandosi invece su una famiglia nazista beatamente imperturbabile che svolge la sua routine quotidiana nella periferia del campo.

Poiché il regista non si discosta mai molto da questo approccio, il suo punto di vista sulla capacità della società di compartimentare il male – e di tenere la propria complicità lontana dalla vista e dalla mente – arriva molto più forte e chiaro delle urla fuori campo della colonna sonora. È un film che continua a dire una cosa sconfortante più e più volte, e forse è per questo che molti recensori hanno fatto riferimento alla stessa citazione di Hannah Arendt sulla banalità del male, ispirata dallo studio di un burocrate nazista le cui azioni mostruose si scontravano con l’apparenza ordinaria.

Perché nel finale di La zona d’interesse Hoss vomita?

La lettura popolare – e forse anche voluta – del finale di La Zona d’interesse è che Höss viene finalmente messo di fronte all’enormità del suo ruolo di primo piano nella Soluzione Finale di Hitler. Rantola perché l’orribile verità, nella terribile quiete e oscurità, lo ha trovato. Anche se solo per un momento, la sua dissociazione sociopatica ha vacillato.

Discutendo del film in una recente intervista, l’attore Christian Friedel sembra rafforzare questa interpretazione. “Penso che sia una lotta: il corpo contro la sua anima“, ha detto l’attore a proposito dell’improvvisa malattia di Höss. “Perché il corpo dice la verità, anche se nella nostra mente possiamo tradire noi stessi. Siamo maestri dell’autoinganno“. Friedel indica anche un’importante fonte di ispirazione per lui e Glazer: la scena finale del documentario The Act of Killing, in cui un criminale di guerra – il genocida gangster indonesiano Anwar Congo – scoppia in una crisi di vomito, come se fosse finalmente sopraffatto da ciò che ha fatto.

Una spiegazione alternativa al finale

Tuttavia, vale la pena ricordare che c’è un modo alternativo di leggere la fine di questo film. Höss potrebbe sperimentare un altro tipo di brusco risveglio ne La Zona d’interesse: non tanto l’emergere tardivo di una coscienza, quanto la consapevolezza di quanto sia piccolo nel grande schema delle cose.

Non è che Glazer dipinga un chiaro ritratto della colpevolezza morale che si afferma. Per cominciare, il vomito avviene prima della visione, il che complica qualsiasi senso netto di causa ed effetto psicologico. Höss sta sentendo le onde d’urto fisiche della verità che la sua premonizione illustrerà ulteriormente – i segni interni rivelatori che si trova dalla parte sbagliata della storia? O ha semplicemente bevuto troppo alla festa?

Il capovolgimento dell’ordine degli eventi nega la semplice ottica drammatica di un criminale di guerra impenitente che prova un sentimento di rimpianto. È da notare che il film termina nel 1943, ben due anni prima della resa della Germania. Il vero Höss non ebbe un momento alla Oskar Schindler. Continuò a servire la visione di Hitler e non si pentì fino a pochi giorni prima della sua esecuzione. Uno psicologo americano che parlò con Höss scrisse di lui: “C’è troppa apatia per lasciare un’idea di rimorso“.

La zona d'interesse finale vomito

È davvero il senso di colpa?

Quindi, se non è il senso di colpa a premere sul personaggio negli ultimi minuti, sconvolgendo il suo stomaco e la sua mente, cosa lo fa? Forse qualcosa di più piccolo e insignificante. La zona d’interesse presenta Höss come un mostro decisamente burocratico: l’assassino di massa come un verme arrivista che vede l’Olocausto – questo male insondabile che sta direttamente commettendo – come un mero risultato professionale.

Ricercando per il ruolo, Friedel ha trovato una citazione del vero comandante: “Era il mio lavoro, e volevo essere il migliore nel mio lavoro“. Höss, in altre parole, non si limitava a “seguire gli ordini“, la difesa di default del nazista medio. Stava cercando di eseguirli molto bene, per ottenere una stella d’oro.

E forse quello che vede alla fine della sala è un futuro in cui nessuno apprezza quello che ha fatto: non l’ingegnosità tecnologica dei suoi omicidi, né l’efficienza del campo sotto la sua guida. Sono le sue vittime che la gente verrà ad Auschwitz per onorare. Egli è una nota a piè di pagina nella storia, ricordato come un mero ingranaggio della macchina della morte, se viene ricordato. Non è un caso che l’ultimo dialogo che il personaggio pronuncia sia un gongolamento su come intitoleranno a lui un futuro atto di genocidio. È un uomo preoccupato soprattutto della sua reputazione professionale. L’irrilevanza di quest’ultima con il senno di poi storico è ciò che gli fa rivoltare lo stomaco

In un certo senso, la breve scena a cui Glazer salta – un quasi-documentario in miniatura di inservienti che puliscono quello che era un campo di concentramento e che ora è un museo – riflette il pensiero ottuso del personaggio, anche se offre una deliberata pausa da esso. Auschwitz è ancora un luogo di lavoro. I custodi che vediamo spolverare con calma le sue superfici stanno facendo un lavoro, proprio come Höss. Se c’è una qualche correlazione tra il suo mal di pancia e la visione che segue, probabilmente risiede nella sua consapevolezza di essere lui stesso una specie di custode.

Il finale è come una mostruosa distorsione dell’incubo dello stacanovista. Il suo lavoro non sarà celebrato. Il suo certificato di impiegato del mese verrà ritirato. Alla fine, La Zona d’interesse rimane la storia di un genocidio come progetto Q3, una riga sul curriculum di un middle manager. Anche quando Jonathan Glazer taglia, mantiene questa inquietante cornice.

Detto questo, il finale si spinge anche oltre la complicità specifica di Höss, fino alle barriere che il mondo intero erige tra sé e l’indicibile. È più facile, come dice lo spezzone finale, definire il male con il senno di poi, vederlo come qualcosa che è accaduto una volta, una storia oscura che possiamo studiare dietro un vetro, un orrore che può essere pianto ma non più evitato. Ma il male dell’Olocausto non è un problema strettamente legato al passato. Si ripropone in forme sempre nuove, ignorato e tollerato mentre parliamo. I monumenti commemorativi di domani sono le atrocità di oggi che accadono appena al di là del muro di cinta del giardino.

La Zona d’interesse: A24 lancia un nuovo trailer del dramma storico di Jonathan Glazer

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A24 ha rilasciato un nuovissimo trailer di La Zona d’interesse (The Zone of Interest) (recensione), il dramma storico di Jonathan Glazer, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il trailer continua a mettere in risalto la vita idilliaca di una famiglia nazista tedesca, che vive vicino al campo di concentramento di Auschwitz. Il contributo presenta anche alcune delle prime reazioni critiche del film. Il film debutterà negli USA in sale selezionate il 15 dicembre. In Italia la pellicola arriverà a fine Febbraio 2024. Di seguito, ecco il trailer di La Zona d’interesse qui sotto:

Cosa aspettarsi da La Zona d’interesse?

Il comandante di Auschwitz, Rudolf Höss, e sua moglie Hedwig, si sforzano di costruire una vita da sogno per la loro famiglia in una casa e un giardino vicino al campo“, si legge nella sinossi.

Basato sul romanzo di Martin Amis del 2014, La Zona d’interesse (The Zone of Interest) (recensione) è scritto e diretto da Jonathan Glazer che fa il suo ritorno alla regia dopo un decennio dalla regia di Under the Skin del 2013. Il film vede come protagonisti Christian Friedel nei panni del comandante più longevo del campo di Auschwitz Rudolf Höss, Sandra Hüller nei panni di Hedwig Höss, Johann Karthaus nei panni di Klaus Höss, Nele Ahrensmeier nei panni di Inge-Brigitt Höss, Lilli Falk nei panni di Heidetraut Höss e Medusa Knopf nei panni di Elfriede.

La Zona d’Interesse è il miglior film ai Los Angeles Film Critics Association Awards

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La Los Angeles Film Critics Association ha rivelato oggi i suoi premi 2023 e Deadline orivela che La Zona D’interesse trionfa come miglior film! 

Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki ha vinto il premio per la migliore animazione, proprio dopo aver registrato un debutto record in Nord America con 12,8 milioni di dollari. Laurent Sénéchal si è aggiudicato il premio per il miglior montaggio per Anatomia di una caduta, mentre il premio per le scenografie è andato a Sarah Greenwood di Barbie .

Mica Levi ha vinto il premio per la colonna sonora per La Zona D’interesse (The Zone of Interest), e il favorito della stagione dei premi, Poor Things, ha vinto il primo premio della giornata, quello per la migliore fotografia per Robbie Ryan. Barbie è arrivato solo secondo  in entrambe le categorie.

La sceneggiatrice nominata all’Oscar di Europa Europa e la regista di Treme nominata all’Emmy Agnieszka Holland riceveranno il LAFCA Career Achievement Award di quest’anno.

Pochi registi sono stati così impavidamente conflittuali con il loro sguardo storico come ha fatto Agnieszka Holland nel corso dei decenni, e siamo entusiasti di onorarla quest’anno“, ha affermato il presidente della LAFCA Robert Abele. “Con chiarezza morale, profonda empatia e una regia rinvigorente, il suo lavoro mette a nudo il danno che i regimi oppressivi e i conflitti sociopolitici provocano nelle anime di tutti i giorni. In un momento di crescenti disordini a livello mondiale, con l’autoritarismo in aumento, i film fieramente umani dell’Olanda ci ricordano che la storia non è del tutto alle nostre spalle, e che un cinema vivacemente politico è più vitale che mai”.

  • Miglior film
    • VINCITORE: La zona di interesse
    • SECONDO CLASSIFICATO: Oppenheimer
  • Miglior regista
    • Vincitore: Jonathan Glazer per The Zone of Interest
    • Secondo classificato: Yorgos Lanthimos per Poor Things
  • Miglior documentario/saggistica
    • Vincitore: Menus-Paisirs – Les Troisgros
  • Miglior sceneggiatura
    • VINCITORE: Andrew Haigh per Gli Estranei (All of Us Strangers)
    • SECONDO classificato: Samy Burch per maggio dicembre
  • Premio cinematografico sperimentale Douglas Edwards
    • VINCITORE: La gioventù di Wang Bing (primavera).

Miglior protagonista

    • Vincitore: Sandra Hüller, Anatomia di una caduta e La zona di interesse,
    • ed Emma Stone, Povere Creature
    • Secondo classificato: Andrew Scott, Gli Estranei (All of Us Strangers) e Jeffrey Wright, American Fiction
  • Miglior attore non protagonista

    • Vincitore: Rachel McAdams, Are You There God? It’s Me, Margaret and Da’Vine e Joy Randolph, The Holdovers

    • Seconda classificata: Lily Gladstone, Killers of the Flower Moon e Ryan Gosling, Barbie

  • Vincitore della migliore animazione

    • Il ragazzo e l’airone

    • secondo classificato: Robot Dreams

  • Vincitore del montaggio

    • Laurent Sénéchal, Anatomy of a Fall

    • Secondo classificato: Jonathan Alberts, All of Us Strangers

  • Vincitore della miglior scenografia

    • Sarah Greenwood, Barbie

    • Secondo classificato: Shona Heath e James Price, Poor Things

  • Vincitore della migliore musica/colonna sonora

    • Mica Levi, The Zone of Interest

    • Secondo classificato: Mark Ronson e Andrew Wyatt, Barbie

  • Vincitore della miglior fotografia

    • Robbie Ryan, Poor Things,

    • secondo classificato: Rodrigo Prieto, Killers of the Flower Moon e Barbie

  • Premio alla carriera Agnieszka Holland

La Wonder Woman di Gal Gadot non farà parte del DCU

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La Wonder Woman di Gal Gadot non farà parte del DCU

Sembra essere un continuo tira e molla quello tra i DC Studios e Gal Gadot riguardo Wonder Woman. Dopo l’iniziale assenza di piani per riportare il personaggio sul grande schermo, a seguito dell’annuncio riguardante il nuovo DCU, nell’agosto del 2023 Gal Gadot ha dichiarato ai media di aver incontrato Gunn e Safran e di aver ricevuto la garanzia che sarebbe tornata nel ruolo. Da allora, si sono susseguite una serie di voci e rapporti contrastanti che affermano che la Gadot tornerà a vestire i panni della supereroina o che è fuori dal progetto.

Nel settembre del 2023, il sempre “affidabile” scooper @MyTimeToShine aveva cercato di fare chiarezza affermando che la Gadot sarebbe tornata ad interpretare il personaggio. Tuttavia, un nuovo rapporto di Variety afferma che Gunn e Safran “stanno creando un nuovo Universo DC e la Wonder Woman di Gadot non ne fa parte”. Si tratta di una fonte più autorevole, che suggerisce dunque come ad oggi non sia previsto un ritorno dell’attrice nei panni della supereroina. Inoltre, è riemersa online un’interessante dichiarazione di Gunn dove il regista afferma di voler inserire Wonder Woman in progetti d’animazione.

Stiamo lavorando per portarla in più animazione. Sono d’accordo sul fatto che non c’è stato abbastanza di lei in quell’area ed è stata una delle prime cose che ho fatto presente ai responsabili dell’animazione“, ha detto Gunn via Twitter. Il luogo più probabile per la comparsa di Wonder Woman è la serie televisiva Paradise Lost per HBO, che si dice sia fortemente ispirata a Games of Thrones. Tuttavia, si dice che la serie sia una storia delle origini dell’isola di Themyscira, quindi potrebbe svolgersi molto prima della nascita di Diana. Ad oggi, dunque, non sembra esserci traccia di Gal Gadot nel DCU.

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Cosa avremmo visto in Wonder Woman 3?

Non ci sono notizie certe riguardo ciò che sarebbe stato incluso in Wonder Woman 3, ma secondo l’insider @CanWeGetSomeToast il film sarebbe stato ambientato ai giorni nostri, successivamente agli eventi di Justice League e al cameo di Diana in The Flash. Secondo quanto riferito, altri personaggi DC, incluso il Batman di Ben Affleck, sarebbero apparsi nel film. Questi sono solo dettagli non ufficialmente confermati, ma l’ambientazione contemporanea sembra decisamente probabile, considerando che il primo film si svolge durante la Seconda guerra mondiale e il suo sequel passa poi al 1984. Ciò avrebbe permesso di raccontare la supereroina nel presente, comprendendo anche i rapporti con i suoi colleghi supereroi.

La Weinsten Company dichiara bancarotta

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La Weinsten Company dichiara bancarotta

Nella giornata di lunedì 19 marzo la Weinsten Company ha ufficialmente dichiarato bancarotta. La società di produzione e distribuzione cinematografica fondata dai fratelli Bob e Harvey Weinsten chiude così un periodo di lunghe trattative, proposte di vendita mai concretizzate e, come ultima spiaggia, una richiesta di fallimento che risale a fine Febbraio.

I guai sono sopraggiunti dopo le accuse di abusi sessuali contro il co-fondatore Harvey Weinstein lo scorso autunno. Da allora quasi tutte le uscite previste sono state posticipate a data da destinarsi.

Weinstein Company rifiuta la vendita e presenta la richiesta di fallimento

Secondo quanto scritto da Variety (sul sito trovate maggiori dettagli), che ha riportato la notizia e il comunicato ufficiale, la compagnia potrebbe ancora essere in grado di riorganizzare e continuare a produrre programmi televisivi e film sotto le direttive di una nuova proprietà.

Inoltre la società ha anche annunciato di aver liberato i suoi dipendenti dagli accordi di non divulgazione, come parte di una trattativa in corso con il Procuratore Generale di New York, Eric Schneiderman.

Weinstein Company: l’azienda è molto vicina alla vendita

Fonte: Variety

La Weinstein Company prepara l’adattamento di A Speck in the Sea

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La Weinstein Company prepara l’adattamento di A Speck in the Sea

La Weinstein Company, in collaborazione con la Weinstein Books, ha annunciato di aver acquistato i diritti per la trasposizione cinematografica di A Speck in the Sea, romanzo scritto da Anthony Sosinski e John Aldridge.

La pellicola sarà prodotta da Rachael Horovitz, nominata all’Oscar per Moneyball, insieme a Jason Blum e naturalmente Harvey Weinstein.

A Speck in the Sea racconta la storia vera del pescatore John Aldridge, che nel 2013 cadde nell’oceano in piena notte, a 40 miglia da Montauk, senza alcuna speranza di sopravvivere. A lanciare l’allarme fu l’amico d’infanzia dell’uomo, Anthony Sosinski. La vicenda fece il giro del mondo e venne seguita in maniera approfondita da Paul Tough del New York Times.

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La WB produrrà nuovo film su Al Capone

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La WB produrrà nuovo film su Al Capone

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La Warner Bros produrrà un nuovo film sulla vita di Al Capone, che sarà intitolato Cicero e racconterà le origini della sua carriera di gangster…

La WB per Carter e il Diavolo

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La Warner Bros. ha opzionato i diritti di sfruttamento cinematografico del romanzo “Carter e il Diavolo”, scritto da Glen David Gold (in foto), pubblicato in Italia da Baldini Castoldi Dalai.

Il libro è ambientato negli anni venti, per l’America un decennio dorato che precedette la crisi della grande Depressione iniziata nel 1929, e racconta la vita dell’illusionista Charles Carter, che ben presto diventa famoso come Carter il Grande.

La sua volontà di affermarsi come il più grande mago del suo tempo lo porterà a prendersi più rischi del dovuto…

Fonte: Comingsoon.it

La Warner pensa a Mandrake

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Fumetti al cinema, non solo Marvel: la Warner sarebbe seriamente intenzionata a portare sugli schermi Mandrake, personaggio che tra gli anni ’30 e ’40 godè negli Stati Uniti di un’enorme popolarità, trai primi a varcare i confini delle pagine disegnate, per approdare in radio e al cinema; il personaggio ebbe una certa notorietà anche in Italia, con la pubblicazione delle sue strisce e perfino un’esilarante parodia ad opera di Jacovitti.

Da decenni Mandrake è ormai stato consegnato agli archivi, diventando materiale per appassionati di memorabilia, ma ora la Warner ne vuole rinverdire i fasti. Sebbene sia stato ribattezzato Mandrake Il Mago, il personaggio non ha poteri soprannaturali: si tratta invece di un illusionista che decide di usare le sue potentissime facoltà di ipnosi e suggestione per raddrizzare torti e combattere il male; ad aiutarlo c’è Lothar, un forzuto africano suo fedele compagno.

Nel corso delle sue avventure, Mandrake si ritrova a combattere criminali comuni, alieni e anche il classico gemello malvagio con poteri analoghi ai suoi. Il personaggio è stato protagonista  di un breve revival negli ’80, quando venne inserito nel cast delle serie animata Defenders of The Earth, a fianco di altri personaggi ripescati dal passato, come Phantom e Tarzan. L’idea di riportare il personaggio sullo schermo venne accarezzata negli anni ’60 anche da Federico Fellini; a inizio anni ’80 al progetto si dedicò Michael Almereyda, ma il tutto sfumò dopo poche settimane.

In anni recenti, vi era stato l’interesse della Disney: per il ruolo del protagonista si fecero i nomi di Jonathan Rhys Meyers e Hayden Christiansen.  Arrivando ai tempi attuali, della produzione è stato incaricato Charles Roven (The Dark Kinght); a quanto sembra, per Mandrake la Warner vuole seguire lo stesso percorso di riattualizzazione già compiuto per Sherlock Holmes.

Fonte: Empire

La Warner Bros. vuole riallacciare i rapporti con Christopher Nolan

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Torna a casa Nolan. Stando a quanto riportato, la Warner Bros. vorrebbe ardentemente riallacciare i rapporti con il regista di Oppenheimer, Christopher Nolan, così da poter dunque tornare a lavorare insieme su nuovi progetti. Nel corso di un’intervista esclusiva su Variety, i co-CEO di Warner Bros. Film Group Michael De Luca e Pam Abdy hanno rivelato come la società voglia cambiare le sorti dello studio, peggiorate a seguito della deludente strategia di rilascio dei film nello stesso giorno in salae su HBO Max.

Tra i miglioramenti che De Luca e Abdy vogliono apportare c’è dunque anche quello di convincere il regista della trilogia de Il cavaliere oscuro a tornare a collaborare con loro, in nome del lungo rapporto lavorativo che li ha sempre contraddistinti. “Speriamo di riavere Nolan“, ha detto De Luca. “Penso che ci sia un mondo.” Nolan e la Warner Bros. sono infatti stati legati l’uno all’altro per circa 20 anni, durante i quali il regista ha realizzato la maggior parte dei suoi grandi successi, dai film su Batman fino al fantascientifico Inception e, più recentemente, Tenet.

Il loro forte rapporto si è però spezzato quando la Warner Bros. ha iniziato a cambiare la sua strategia di rilascio del film durante la pandemia. L’allora CEO di WarnerMedia Jason Kilar ha preso la decisione nel 2021 di inviare l’intera lista di film della compagnia direttamente a HBO Max a causa della pandemia in corso e della generale diffidenza del pubblico a tornare nei cinema. Ciò che ha portato all’attuazione di una strategia ritenuta frustrante da molti registi, tra cui Nolan, il quale alla fine ha interrotto i legami con lo studio, portando il suo nuovo film Oppenheimer alla Universal.

Con parole molto dure Christophern Nolan aveva in quell’occasione dichiarato: “Non capiscono nemmeno cosa stanno perdendo. La loro decisione non ha alcun senso economico e anche l’investitore più casuale di Wall Street può vedere la differenza tra interruzione e disfunzione. Alcuni dei più grandi registi del nostro settore e le più importanti star del cinema sono andati a letto la sera prima pensando di lavorare per il più grande studio cinematografico e invece si sono svegliati scoprendo che stavano lavorando per il peggior servizio di streaming“.

Con la nuova direzione, potrebbero ora esserci segnali che lo strappo potrebbe ricucirsi. Per prima cosa, la Warner Bros. ha inviato a Nolan un succoso assegno di royalty a sette cifre per Tenet come bonus in buona fede per il film. Anche Christopher Nolan sembra però essersi dimostrato ricettivo nei confronti dello studio, tornando alla Warner Bros. per buona parte della post-produzione di Oppenheimer. Attualmente, il regista non ha un nuovo film in programma, quindi potrebbe esserci il tempo per la Warner Bros. di riallacciare definitivamente i rapporti e assicurarsi i diritti sul prossimo film di Nolan.

La Warner Bros. rivela ulteriori dettagli sui prossimi film di Harry Potter e Il Signore degli Anelli

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Recentemente la Warner Bros. ha affermato di avere intenzione di portare al cinema nuovi film di Harry Potter Il Signore degli Anelli. Per quanto riguarda la prima di queste due popolarissime saghe, il CFO della Warner Bros. Discovery Gunnar Wiedenfels ha annunciato un promettente aggiornamento sull’espansione del franchise. Il videogioco Hogwarts Legacy recentemente rilasciato ha infatti rinnovato l’interesse per la serie, mentre un nuovissimo tour di Harry Potter verrà lanciato a Tokyo entro la fine dell’anno, e Wiedenfels ha colto l’occasione di queste estensioni della saga per anticipare che ci sarà ancora dell’altro nel futuro di Harry Potter.

Sebbene queste osservazioni svelino un punto di vista particolarmente ottimista, resta il dubbio su in quali altri modi il mondo magico di Harry Potter potrebbe espandersi, date anche le recenti e continue controversie legate a J. K. Rowling e il doloroso flop della saga di Animali fantastici. Per quanto riguarda Il Signore degli Anelli, invece, il CEO di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, ha anticipato che lo studio e la New Line Cinema collaboreranno con il nuovo detentore dei diritti del franchise, Embracer Group, per nuovi film, per i quali però non vi sono ancora dettagli relativi alle storie che verranno raccontate.

Mentre parlava durante un panel alla conferenza degli investitori, Wiedenfels ha però vagamente anticipato i possibili tempi di realizzazione per questi nuovi progetti. “David ha fatto una promessa per rivitalizzare molto presto parte di quell’iconico universo e stiamo iniziando a fare progressi”. Sembra dunque la fase di sviluppo di questi nuovi film sia già in atto presso la Warner Bros., che potrebbe voler sfruttare il rinnovato interesse per Il Signore degli Anelli sull’onda del successo della serie Prime Video Gli Anelli del Potere, portando dunque in tempi relativamente brevi tali nuovi progetti sul grande schermo.

Fonti: CBR, ComicBookMovie

La Warner Bros. rinvia l’uscita di Mickey 17, ma anticipa quella di Godzilla e Kong

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La Warner Bros. ha comunicato il rinvio di Mickey 17il nuovo film di Bong Joon-ho, con protagonista Robert Pattinson, annunciando però l’uscita anticipata di di Godzilla e Kong: Il Nuovo Impero, ora fissata per gli Stati Uniti al 29 marzo. Secondo le fonti di Variety, la decisione di spostare l’attesissimo film di fantascienza del regista coreano, reduce dalle molteplici vittorie agli Oscar nel 2019 per Parasite, è stata presa per avere più tempo per terminare il progetto, che era stato condizionato dagli scioperi dello scorso anno e da altri vari spostamenti di produzione. Pertanto, il nuovo capitolo della saga di Godzilla e Kong della Warner Bros. e della Legendary Entertainment, che in precedenza doveva arrivare nelle sale il 12 aprile, debutterà ora due settimane prima.

Nel comunicare ciò, la Warner Bros. non ha indicato una nuova data di uscita per Mickey 17, segno che potrebbe volerci più del previsto per vedere il nuovo film. Idealmente, però, il film dovrebbe in ogni caso uscire entro la fine del 2024. Come noto, questo nuovo progetto del regista sudcoreano, successivo a Parasite, è tratto dal romanzo di Edward Ashton del 2022, descritto dalla casa editrice St. Martin Press come un thriller cerebrale high-concept facente parte di quel filone di film come “The Martian” e “Dark Matter“. Pattinson interpreta qui un “sacrificabile”, ovvero un dipendente usa e getta di una spedizione umana inviata a colonizzare un pianeta ghiacciato, che improvvisamente si rifiuta però di lasciare che il suo clone sostitutivo prenda il suo posto.

Oltre che una semplice immagine e un breve teaser, ad oggi non è stato mostrato altro del film, su cui vige dunque un certo mistero. Sappiamo però che nel cast vi sono anche gli attori Naomi Ackie, Steven Yeun, Toni Collette e Mark Ruffalo. Bong, oltre ad aver scritto e diretto, produce anche il film attraverso la sua società Offscreen. A questo punto non resta dunque che attendere novità sulla nuova data di uscita, comunicazione che potrebbe essere accompagnata da qualche nuovo materiale promozionale. Per quanto riguarda Godzilla e Kong: Il Nuovo Impero, si attende invece l’ufficialità dell’anticipo nella sua uscita in sala anche per quanto riguarda il territorio italiano.

La Warner Bros. progetta l’espansione dei Leavesden Studios

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La Warner Bros. ha annunciato di avere in cantiere un progetto di espansione dei Leavesden Studios, famosi per aver ospitato la produzione dei vari Harry Potter per oltre 10 anni. Il progetto di espansione prevede, entro la fine dell’anno, la realizzazione di tre nuovi teatri di posa di circa 3200 mq e di due nuovi edifici di 1580 mq.

L’annuncio del progetto è stato dato in seguito all’inizio delle riprese di Tarzan di David Yates, con Alexander Skarsgård nel ruolo di Tarzan,Margot Robbie, Samuel L. Jackson , Christoph Waltz e Djimon Hounsou. L’uscita del film è prevista per il primo luglio 2016.

Basato su una sceneggiatura di Stephen Sommers e Stuart Beattie, il film in live action sarà un adattamento del romanzo di Edgar Rice Burroughs del 1912 Tarzan of the Apes. Secondo le prime indiscrezioni, il film riporterà Tarzan alle origini.

Attualmente i Leavesden Studios ospitato anche la produzione di Pan di Joe Wright, che come sappiamo vedrà protagonisti un cast d’eccezione composto da Hugh Jackman, Garrett Hedlund, Rooney Mara e Amanda Seyfried.

Pan è un adattamento del romanzo di J.M. Barrie, Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere. Il film sarà ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e seguirà le vicende di un irfano, Peter, che viene rapito dai pirati e portato nell’Isola che non c’è. La sceneggiatura del film è firmata da Jason Fuchs, mentre la produzione è affidata a Greg Berlanti e Paul Webster. Il film uscirà in tutto il mondo il 17 luglio 2015.

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La Warner Bros. e Will Smith per il sequel di Io Sono Leggenda!

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Non se ne parlava da molto tempo ma oggi Deadline annuncia che la  la Warner Bros. non ha ancora rinunciato a sviluppare un sequel di Io Sono Leggenda. Infatti lo studio ha appena chiuso un accordo con il produttore e sceneggiatore Akiva Goldsman e con la Overbriook Entertainment di Will Smith per la realizzazione di un seguito.

La Warner Bros pronta ad adattare altri nove fumetti DC?

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Ieri l’annuncio che il film sulla Justice League sarà diretto da Zack Snyder; adesso, un’altra interessantissima notizia circa l’universo cinematografico DC è approdata in rete. E’ da tempo, infatti, che la Warner Bros. cerca di sfruttare al meglio le sue proprietà DC Comics, e sembra crescere sempre di più l’intenzione di dare vita ad un universo tanto grande quanto quello dei Marvel Studios. Nell’annunciare il film sulla Justice League e il relativo regista, il Wall Street Journal ha riportato anche la notiza che la Warner ha in cantiere la realizzazione di ben altri 9 film basati sui fumetti DC.

Naturalmente, non sappiamo ancora di quali pellicole si tratti, ma è possibile che la grande major voglia adattare Shazam, Metal Men, 100 Bullets, Fables e The Sandman (quest’ultimo già in lavorazione, con David Goyer e Joseph Gordon-Levitt alla produzione), oltre ad un possibile spin-off dedicato a Wonder Woman e ad un film su Flash. Naturalmente, tra tutti questi progetti non bisogna escludere un altro film su Superman o, addirittura, un reboot della trilogia di Batman.  Restiamo in attesa di ulteriori chiarificazioni…

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La Warner Bros porterà al cinema The Monstrumologist

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The MonstrumologistLa Warner Bros ha in programma una trasposizione cinematografica per la serie in quattro libri, The Monstrumologist, scritta da Rick Yancey. Lo scopo dello studio è quello di lanciare un nuovo franchise. Jessica Postigo, sceneggiatrice di Shadowhunter, è stata assunta per realizzare una riduzione cinematografica della prima parte delle storie.

The Monstrumologist è il primo romanzo di una tetralogia che continua con The Curse of Wendigo, The Isle of Blood e The Final Descent, pubblicato l’anno scorso.

Di seguito il book trailer dellìintera raccolta:Fonte: CS

La Warner Bros porta l’Odissea di Omero … nello spazio!

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La Warner Bros porta l’Odissea di Omero … nello spazio!

odisseaAncora una volta gli americani saccheggiano la letteratura tradizionale classica della vecchia Europa e portano avanti progetti cinematografici di pericolosa realizzazione.

La Warner Bros non stamperà più Harry Potter in Dvd!

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La Warner Bros non stamperà più Harry Potter in Dvd!

La Warner Bros ha annunciato che, a partire dal 29 dicembre di quest’anno, smetterà per un periodo di tempo non determinato di stampare dvd e Blu-ray della saga di Harry Potter. La strana decisione della Major Sinclude anche Harry Potter e i Doni della Morte Parte II, in uscita il 2 dicembre.

La Warner Bros nomina il nuovo capo della DC Films

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La Warner Bros nomina il nuovo capo della DC Films

Arriva una notizia che in molti aspettavano e secondo quanto apprendiamo daVariety, al Warner Bros ha nominato il nuovo capo della divisione DC Films.  Si tratta di Walter Hamada, che supervisionerà essenzialmente tutti i film tratti dai fumetti dello studios. 

Hamada, vecchia conoscenza dello studio è stato per molti anni Direttore di Produzione della New Line, aiutando la Warner Bros ha produrre successi e franchise quali IT e The Conjuring. Naturalmente Hamada ha legami con il regista di AquamanConjuring James Wan che insieme hanno lavorato a espandere il marchio con la serie Annabelle

Precedentemente Hamada ha lavorato per la TriStar e la Columbia Pictures.

In merito al nuovo ingresso Toby Emmerich che è stato promosso nel 2016 come presidente e chief content officer della Warner Bros ha commentato: “Walter è creativo, intraprendente e impegnato per l’eccellenza e porterà queste qualità alla sua supervisione dei nostri film di supereroi”.

Emmerich ha continuato aggiungendo: “Sono fiducioso che Walter e Geoff, lavorando con i nostri partner di produzione cinematografica, offriranno film che saranno in sintonia sia con il vasto pubblico globale sia con i fan e le fan della DC”.

Per quanto riguarda il modo in cui ciò influenzerà l’attuale roster di DC Films:

  • Gli ex dirigenti DC Films Jon Berg e Geoff Johns sono stati spostati. Berg lavora come partner di produzione con Roy Lee (IT, LEGO Movie); Geoff Johns sarà ancora a lavoro con la DC Films, in un “ruolo di consulenza”.
  • Courtenay Valenti, che ha lavorato per la WB ai franchising di Harry Potter continuerà nel suo recente incarico di presidente della produzione.
  • Diane Nelson continuerà come capo della DC Entertainment.
  • Hamada si staccherà completamente dalla New Line, e supervisionerà anche tutti i film di fumetti della Warner Bros. al di fuori del canone DC.
 Vi ricordiamo che mentre Justice League sta finendo la sua corsa nelle sale cinematografiche. Il film sarà seguito da Aquaman il 21 dicembre 2018, Wonder Woman 2 il 1 ° novembre 2019, Shazam il 5 aprile 2019 e Cyborg nel 2020 e Green Lantern Corps nel 2020.

La Warner Bros investe sui Leavesden Studios

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La Warner Bros investe sui Leavesden Studios

Sono ben 155 milioni di dollari l’investimento che la casa statunitense Warner Bros. ha messo a disposizione per rinnovare degli studi cinematografici

La Warner Bros e i problemi con l’universo condiviso DC

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La Warner Bros e i problemi con l’universo condiviso DC

Batman-vs-Superman-Photo-High-ResNel suo report sull’universo DC che Warner Bros sta portando al cinema, la famosa rivista The Hollywood Reporter ha esaminato la strategia della WB rispetto al competitor Marvel, sottolineandone il più evidente punto debole: la mancanza di un supervisore unico, una figura che porti avanti in maniera coesa e integrata la visione dei film e dei personaggi che fanno parte dell’universo cinecomic della major.

Se la Marvel può infatti contare su Kevin Feige, in ambito Warner Bros questa figura stenta ad affermarsi. Si può citare Zack Snyder, responsabile anche della composizione attoriale della Justice League, ma il regista risulta al momento troppo concentrato su Batman V Superman per dedicarsi ad altro. In Warner sembra prevalere un atteggiamento orientato alla personalità del singolo regista, a cui viene lasciato un sufficiente margine di azione e di libertà creativa, come sta accadendo a David Ayer per Suicide Squad.

The Hollywood Reporter fa notare come questa scelta possa rivelarsi non del tutto sbagliata sul lungo periodo. Se, da una parte, i film Marvel portano avanti una filosofia condivisa e sbancano al botteghino di tutto il mondo, è altrettanto vero che rischiano di assomigliarsi tutti, annullando le peculiarità di registi e personaggi stessi. Insomma, la strategia della WB è più rischiosa, ma potrebbe condurre a film qualitativamente migliori. Non manca poi la competizione intera: 5 diversi sceneggiatori sono al lavoro su Wonder Woman e lo stesso modello verrà ripetuto con Acquaman

Chi avrà ragione allora: la Marvel con il suo supervisore o il pluralismo della Warner Bros? Ai posteri l’ardua sentenza.

Fonte: Comicbookmovie

La Warner Bros debutta con la sua prima produzione coreana

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Come annunciato da Variety, la Warner Bros Pictures si appresta a realizzare la sua prima produzione in lingua coreana con Secret Agent, diretto dall’acclamato regista Kim Jee-woon.

Ambientato in Corea, nel 1930, durante il periodo coloniale giapponese, il dramma Secret Agent vedrà l’attore sud coreano Song Kang-ho al fianco di Gong Yoo.

La Corea del Sud è diventata uno dei più grandi mercati per i film stranieri, ottenendo un introito di 1,52 miliardo solo lo scorso anno. Non solo, il paese è diventato anche un luogo scelto dalle grandi major Hollywoodiane per girare i loro film, come nel caso di Avengers Age of Ultron, alcune grandi scene d’azione sono state girate a Seoul, infatti; così come per il prossimo Star Trek Beyond, che ha in programma di filmare nella capitale.

Secret Agent sarà una co-produzione della Warner e della Grimm Pictures del regista Kim, che inizierà a girare in Cina e in Corea questo ottobre.

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La Warner Bros da il via libera ad Akira!

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La Warner Bros da il via libera ad Akira!

La Warner Bros ha finalmente preso una decisione definitiva su Akira. Dopo mesi di stallo il film si farà. La major ha infatti dato il via libera al proseguo dei lavori del progetto tratto dal celebre anime giapponese di Katsushiro Otomo.

La Warner Bros annuncia il film basato su Dungeons & Dragons

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La Warner Bros annuncia il film basato su Dungeons & Dragons

La Warner Bros ha annunciato che è in lavorazione il film basato sul noto gioco Dungeons & Dragons, 10 mesi dopo la fine del processo su chi deteneva i diritti del gioco fantasy.

dungeons-and-dragons-bannerDopo mesi di trattative, Warner Bros, Allspark Pictures della Hasbro e Sweetpea Entertainment rivelano che sono venuti ad un accordo riservato, ponendo fine alla vecchia causa di due anni, e si stanno muovendo in avanti con il franchising del film.

David Leslie Johnson ha già scritto la sceneggiatura ambientato nel mondo fantasy di “D & D” Forgotten Realms. Brian Goldner e Stephen Davis della Hasbro, Courtney Solomon e Allan Zeman della Sweetpea Entertainment, e Roy Lee (The Lego Movie) produrranno il film con alta priorità.

”Questo è di gran lunga il marchio più noto nel fantasy, genere che guida i seguaci cinematografici più appassionati”, ha affermato Greg Silverman, presidente della Warner Bros, dello sviluppo creativo e produttivo mondiale. ”D & D ha infinite possibilità creative, dando ai nostri cineasti immense opportunità per deliziare ed emozionare sia i fan che gli spettatori nuovi”.

Dungeons & Dragons divenne popolare nel 1974, e ha accumulato milioni di fan accaniti di tutto il mondo da allora.

“Siamo entusiasti che questa proprietà amata può finalmente fare la sua strada sul grande schermo dopo 20 anni, e che soprattutto venga realizzata dalla Warner Bros, che è stata responsabile dei più grandi franchise di fantasy negli ultimi due decenni”.

La Warner infatti ha dato vita ai franchise di Harry Potter e Il Signore degli Anelli, due delle serie di film con il più alto incasso di sempre.

Fonte

La Warner al lavoro su Otherland

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La Warner al lavoro su Otherland

Otherland, primo volume di un ciclo di romanzi sci-fi di Tad Williams (inedito in Italia, dove dello stesso autore sono stati pubblicati i libri del Ciclo delle Spade) sarebbe avviato ad avere una trasposizione cinematografica, ad opera della Warner e prodotta Dan Lin, già produttore di Sherlock Holmes.  La vicenda di Otherland è ambientata 100 anni nel futuro e vede protagonista un gruppo di improbabili eroi cercare di scampare ad un assassino mentre si trovano ad operare nel mondo virtuale, finendo per scoprire una cospirazione il cui scopo è niente meno che la distruzione dell’umanità.

I cinque volumi del Ciclo di Otherland sono usciti  negli USA tra il 1996 e il 2001:  la Warner potrebbe quindi lanciare una nuova saga in più capitoli. Nel frattempo, Dan Lin sta lavorando, tra gli altri, su Gangster Squad di Ruben Fleischer, e si appresterebbe a portare sullo schermo anche la pluripremiata serie a fumetti Bones di Jeff Smith. Per la sceneggiatura di Otherland si è invece pensato a John Scott III, attualmente impegnato sull’adattamento di Abissi d’acciaio, uno dei capolavori di Isaac Asimov.

Fonte: Empire

La Walt Disney prepara un nuovo live action su Crudelia De Mon

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La Walt Disney sta lavorando ad un live action sul personaggio di Crudelia De Mon. Dopo La carica dei 101 – Questa volta la magia è vera del 1996 e La carica dei 102 – Un nuovo colpo di coda del 2000, entrambi interpretati dalla straordinaria Glenn Close, la grande major ha in cantiere un nuovo progetto, dal titolo Cruella, per riportare sul grande schermo, in carne e ossa, uno dei villain femminili più amati dell’universo cinematografico Disney.

Secondo The Hollywood Reporter, Aline Brosh McKenna, sceneggiatrice de Il diavolo veste Prada e del prossimo Cinderella di Kenneth Branagh, starebbe attualmente lavorando alla sceneggiatura della pellicola, anche se al momento nessun dettaglio sulla trama è stato rivelato. Tra i produttori del film ci sarà Andrew Gunn, mentre la stessa Glenn Close sarà uno dei produttori esecutivi. Il regista verrà ufficializzato nei prossimi mesi.

Fonte: The Hollywood Reporter

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