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Il Viaggio di Arlo: dietro le quinte del film Pixar con Disney Channel

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Movie Surfers di Disney Channel ha fatto visita agli studi della Pixar per mostrarvi il dietro le quinte del nuovo film d’animazione Il Viaggio di Arlo (The Good Dinosaur). Diretto da Peter Sohn e ispirato a una storia di Enrico Casarosa e Bob Peterson, Il Viaggio di Arlo prova a raccontare la nostra Terra nel caso in cui i dinosauri non si fossero mai estinti.

La data d’uscita italiana del film è prevista per il prossimo 25 novembre.

https://youtu.be/fQoRrcz8oqA

https://youtu.be/02BM-tlSMyA

https://youtu.be/NdCI4bQc5_0

Il Viaggio di Arlo recensione del film Pixar

Il Viaggio di Arlo recensione del film Pixar

Spesso le amicizie più belle sono quelle che nascono in modo inaspettato: magari si viene da mondi diversi, magari c’è della rivalità o addirittura inizialmente c’è antipatia. Eppure poi scatta qualcosa, spesso un esperienza condivisa che fa scoprire l’altra persona e fa capire che in realtà si è più simili di quello che si pensa, che anche se si è diversi ci si può capire. Preparatevi quindi a riscoprire una amicizia vera e genuina nel nuovo cartone Disney Pixar Il Viaggio di Arlo al cinema dal 25 Novembre per la regia di Peter Sohn.

Ma chi è Arlo? Un dinosauro! In questa avventura si parte dalla premessa che la famosa asteroide che portò alla loro scomparsa in realtà lisciò la terra e quindi ci saremmo ritrovati oggi con i dinosauri a dominare la terra e noi umani… ancora poco evoluti!

Arlo è un giovane dinosauro inesperto ed estremamente fifone che perde la via di casa dopo essere caduto in un fiume. Si troverà quindi costretto a farsi forza e ad affrontare le sue più grandi paure nel viaggio di ritorno verso la sua famiglia. Per fortuna non è solo ma con lui c’è Spot, un piccolo di umano particolarmente selvaggio che, anche se inizialmente non ben voluto, aiuterà Arlo nei momenti più duri e condividerà con lui i momenti più belli dando inizio ad una commuovente amicizia.

Il Viaggio di ArloBisogna mettere da parte le proprie paure per vedere la bellezza delle cose: è questo il concetto alla base de Il Viaggio di Arlo. Questa frase detta ad inizio film sarà l’ancora di salvezza per il piccolo dinosauro che scopre il mondo facendosi un po’ di coraggio, una lezione che sarà sicuramente assimilata dal pubblico più giovane e perché no, una sveglia anche per quello più grande che alle volte si dimentica che bel mondo che c’è là fuori.

Peter Sohn e il suo team alla Pixar ci propongono una storia semplice, fatta di meraviglie della natura, sguardi e sentimenti puri. Personaggi dalle personalità ben delineate e tratti esilaranti (imperdibile il triceratopo indovino!) piccoli animaletti buffi e due protagonisti con personalità inverse, con l’umano molto più animale del dinosauro. La resa della natura, dai prati sconfinati, alle alte montagne fino alle infinite sfumature e riflessi dell’acqua, sono sicuramente il punto di forza in un tipo di animazione che è arrivata a tracciare una linea sottilissima tra finzione e realtà. All’occhio dell’appassionato poi, non potranno sfuggire diversi omaggi a film di animazione del passato tra cui Il Re Leone.

Ne Il Viaggio di Arlo si ride spesso e si rimane a bocca aperta per la bellezza del mondo, ma c’è anche tanto spazio ai sentimenti più cupi e a pensieri più profondi, una morale ben precisa che sicuramente rende questo film molto speciale.

Il viaggio degli eroi l’11 Luglio 2022 in onda su Rai 1

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Il viaggio degli eroi l’11 Luglio 2022 in onda su Rai 1

Lunedì 11 luglio 2022 andrà in onda alle 21.25, su RAI 1 e in contemporanea su RaiPlay, “Il viaggio degli eroi”, il nuovo film documentario sulla vittoria del terzo titolo mondiale della nazionale italiana di calcio nel 1982 a Madrid. A quarant’anni esatti dalla “notte del Bernabeu” – in cui i gol degli azzurri inchiodarono sul 3 a 1 la fortissima e favorita Germania Ovest – Rai 1 racconta una delle imprese più esaltanti degli azzurri attraverso le inedite riflessioni dei protagonisti di quel viaggio. Un cammino folle e irripetibile, contro tutto e contro tutti, che dopo un avvio difficile fatto di sconfitte, polemiche e silenzio stampa, terminò con le mani ferme e rassicuranti del capitano, Dino Zoff, che innalzavano la coppa del mondo regalandola a tutti gli italiani. “Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!”, in quell’istante la voce dell’indimenticabile Nando Martellini, sottolineava che l’Italia aveva raggiunto il Brasile, unica nazione, fino ad allora, ad avere vinto tre titoli.

Il film, diretto da Manlio Castagna e narrato dall’attore Marco Giallini, ci riporta le immagini, le voci, l’atmosfera che hanno fatto di quell’evento un pezzo della nostra memoria nazionale. Dall’esultanza del Presidente Pertini alla partita a carte sul volo di ritorno, e alla tagliente serenità di Enzo Bearzot, il film scava in una memoria lontana nel tempo ma ancora condivisa, in grado di parlarci con quella forza e quella partecipazione che solo le imprese collettive sanno restituire per poter poi essere rilette e apprezzate nel presente.

 “La vittoria inattesa e incredibile degli Azzurri in Spagna – dice Manlio Castagnafu non solo una grande impresa sportiva, ma soprattutto un grande momento di partecipazione e di condivisione nazionale che segnò simbolicamente la rinascita del Paese dopo anni difficili. È una storia di valori e di passioni, di impegno e di speranza che va raccontata, soprattutto oggi, in un momento storico difficile, segnato dalla pandemia e dalla guerra. Eppure, come nell’82, l’Italia ha trionfato agli Europei ed alle Olimpiadi: queste vittorie raccontano la forza di un Paese che non si arrende alle difficoltà”.

Nel film prodotto da ONE MORE PICTURES con RAI CINEMA e RAI COM, le interviste ai campioni del mondo: Giancarlo AntognoniGiuseppe BergomiAntonio CabriniBruno ContiClaudio Gentile, Gabriele Oriali, Dino Zoff. Gli interventi di Federica Cappelletti, moglie dell’indimenticabile Paolo Rossi, di Cinzia Bearzot, figlia dell’allenatore che portò la squadra alla vittoria e di Roberto ManciniGianluca Vialli.

“Per me – ha affermato Antonio Cabrini,  uno dei principali eroi di quella Nazionale italiana- questo film celebra non solo i ricordi del Paese meraviglioso che siamo, ma soprattutto l’espressione di un grande sentimento che si creò nel gruppo: compagni di squadra uniti indissolubilmente.  Quel sentimento fu il motore di una vittoria impossibile, che si tramutò in una vera e propria impresa. Dedico il mio ricordo a quegli eroi che oggi ci mancano tantissimo: Mister Enzo Bearzot, Mister Cesare Maldini, il meraviglioso Gaetano Scirea e il mio fraterno amico Paolo Rossi. Ringrazio i produttori, One More pictures, Rai Cinema e Rai Com, per aver reso possibile la trasposizione filmica di una così grande emozione. Grazie, infine, a Marco Giallini per la sublime interpretazione”.

“Quarant’anni fa, nel 1982, ho potuto alzare la coppa del mondo. Per un bambino nato a San Siro, che non desiderava altro che arrivare a giocare lì dentro, è stato il traguardo più alto – ha continuato Giuseppe DossenaL’ho fatto sacrificando la mia gioventù, la mia infanzia e nel periodo della mia maturità gli affetti, le amicizie e la famiglia. Ma, nonostante tutto, è stata una gioia indescrivibile. Sono stati d’animo molto intimi e difficili da spiegare. Voglio ringraziare tutti i miei compagni di viaggio per la passione e l’amicizia che non mi hanno mai fatto mancare”.

Fulvio Collovati ha ricordato che “Nonostante siano passati quarant’anni, c’è un valore che è rimasto immutato nel tempo. Sono consapevole del fatto che alzare una coppa del mondo non sia da tutti, ma poter contare sull’amicizia profonda dei miei compagni di squadra mi rende ancora più felice”.

“L’esperienza vissuta grazie ai mondiali del 1982 mi ha donato una piena consapevolezza di me stesso, la capacità di non mollare mai e una notorietà sorprendente, tanto da essere riconosciuto in tutto il mondo. Sono passati tanti anni eppure lo constatiamo ancora oggi” – Ha sottolineato Giancarlo Antognoni.

Bruno Conti ha ricordato che “Il mondiale ha significato tanto divertimento e tante emozioni, ma soprattutto mi ha permesso di incontrare moltissimi campioni, come Paolo Rossi. Dopo le ingiustizie subite, ritrovare il nostro Bomber è stata la gioia più grande per tutta la squadra”.

Per Franco Causio“Diventare campione del mondo è il sogno della maggior parte dei ragazzi appassionati di calcio. Quando mi chiedono un ricordo dei mondiali del 1982, mi emoziono come se stessi vivendo, ancora oggi, quel meraviglioso giorno”.

“Vincere il mondiale dell’82 mi ha permesso di vivere un sogno che non osavo neanche immaginare – sottolinea Franco Selvaggi– è stata un’esperienza da estasi pura!”

Il Viaggio (The Journey): trailer italiano del film con Timothy Spall

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Dopo il clamoroso risultato delle elezioni in Irlanda del Nord, arriva nei cinema a partire dal 30 marzo il film Il Viaggio (The Journey). Officine UBU è lieta di rilasciare il trailer italiano del film diretto da Nick Hamm.

Ispirato a un fatto realmente accaduto, Il Viaggio (The Journey) vede protagonisti due grandi interpreti della tradizione britannica, Timothy Spall e Colm Meaney, in un incredibile viaggio che ha cambiato la storia e i rapporti personali tra i due avversari protagonisti.

Dopo 40 anni di Troubles i due leader politici dell’Irlanda del Nord, il predicatore protestante IAN PAISLEY e il repubblicano MARTIN McGUINNESS, si incontrano a St. Andrews, in Scozia, per discutere uno storico accordo di pace. Quando le trattative si trovano in una situazione di stallo, i due nemici giurati sono costretti, dalle circostanze e dal destino, a intraprendere un viaggio in macchina insieme, che sarà ricco di imprevisti. Un percorso nella conciliante natura scozzese che, dopo una serie di battute pungenti, apre spiragli nella barriera tra i due e diventa occasione di scoperta reciproca. Costretti a passare molte ore insieme, i due leader realizzeranno di non essere poi così diversi e instaureranno una bizzarra relazione di amicizia, ricordata ancora oggi come “Chuckle Brothers”, che porterà a un futuro di pace nell’Irlanda del Nord.

 Il Viaggio (The Journey) narra la straordinaria storia dei due leader dell’Irlanda del Nord e di quando furono costretti a fare un viaggio insieme, mettendo da parte il loro passato e le loro incomprensioni, incominciando a conoscersi per davvero. Oltre agli straordinari Timothy Spall e Colm Meaney, nel cast anche Catherine McCormack, il promettente Freddie Highmore, Toby Stephens e John Hurt, in una delle sue ultime apparizioni sul grande schermo. Dopo essere stato presentato come Evento Speciale Fuori Concorso all’interno della 73° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, il film Il Viaggio (The Journey) arriverà nei cinema italiani a partire dal 30 marzo distribuito da Officine UBU.

 

Il verbo “to MacGyver” entra nell’Oxford Dictionary

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Il verbo “to MacGyver” entra nell’Oxford Dictionary

L’Oxford Dictionary ha ufficializzato molti vocaboli mutuati dalla cultura pop negli ultimi anni. Ma sembra che per il 2015 si sia superato. Da quest’anno infatti la massima autorità della lingua inglese riconosce il verbo “to MacGyver“, in omaggio al celeberrimo personaggio dell’omonima serie tv. Il significato? Semplice: riparare un oggetto in maniera improvvisata ed ingegnosa, utilizzando qualsiasi cosa si trovi a portata di mano (To make or repair (an object) in an improvised or inventive way, making use of whatever items are at hand).

Che ve ne pare?

Fonte

 

Il vento che accarezza l’erba recensione del film di Ken Loach

Il vento che accarezza l’erba recensione del film di Ken Loach

Il vento che accarezza l’erba è un film del 2006 diretto a Ken Loack e con protagonisti Cillian Murphy, Pádraic Delaney e Liam Cunningham.

Il vento che accarezza l'erbaIrlanda, 1920. Laureatosi in medicina da poco, Damien O’Donovan (Cillian Murphy) ha già in tasca il biglietto di solo andata per Londra, dove lo aspetta un ottimo impiego come medico. Pochi giorni prima della partenza però, la morte di un caro amico, barbaramente ucciso dai soldati governativi inglesi e il linciaggio di poveri ed inermi macchinisti alla stazione del treno, lo convincono a non partire, che quello non è il momento di lasciare l’Irlanda. Damian si unirà alla colonna dell’esercito repubblicano capeggiata dal fratello Teddy (Podraic Delaney), e combatterà senza esitazioni per l’indipensenza del suo paese. Dopo mesi di guerriglia, violenze e inauditi soprusi si giungerà al fatidico trattato di pace del 1921. L’Irlanda otterrà un’indipendenza formale che non soddisferà l’ala più radicale dell’Ira così inizierà una terribile guerra civile ancora più drammatica di quella contro gli inglesi. Compagni e fratelli di lotta si troveranno all’improvviso l’uno contro l’altro e così sarà anche per Damian a Teddy.

Vincitore della Palma d’oro al 59° Festival di Cannes, Il vento che accarezza l’erba è un film del 2006 diretto mirabilmente da Ken Loach. Il titolo particolare scelto dal regista prende spunto dal verso di una poesia del XIX secolo di Robert Dwyer Joyce, un’immagine che ricorre sovente nel corso del film, soprattutto quando i giovani partigiani irlandesi aspettano distesi e nascosti nella brughiera, pronti ad un nuovo agguato. L’Irlanda, con le sue immense distese verdeggianti, la sua campagna selvaggia ma gentile al tempo stesso, è il meraviglioso contesto in cui prende corpo la storia, in cui si dipanano le vicende dei nostri protagonisti. La guerra d’indipendenza prima e quella civile poi, dopo l’insoddisfacente trattato del 1921, ci vengono raccontate con intensità e crudezza ma anche con sentimento e delicatezza. Loach inquadra il grande avvenimento storico non tanto attraverso gli occhi e le mosse dei grandi protagonisti come Micheal Collins, ma preferisce seguire le vicende di una piccola colonna di giovani volontari in cui si inserisce la drammatica epopea dei fratelli O’Donovan. Ideali e patria, principi grandi e non barattabili che portano il giovane Damian a calpestare e violentare la propria natura mite e gentile; il suo tramutarsi da giovane medico in soldato spietato è forse uno degli aspetti più affascinanti del film.

Il vento che accarezza l’erba recensione del film di Ken Loach

Doveroso sottolineare come Damian sia interpretato da un ottimo Cillian Murphy (Batman Begins, Il cavaliere oscuro, Ritorno a Cold Mountain, Red Eye). Loach, senza troppe velature, si schiera al fianco degli indipendentisti socialisti, i quali oltre ad un’Irlanda veramente libera e indipendente, ambiscono ad una società nuova, più giusta e dove tutti possano avere pari opportunità. Una corrente radicale straordinariamnete espressa nella figura e nelle parole di Dan, grande amico e ispiratore di Damian ed interpretato magistralmente da un coinvolgente Liam Cunningham.

Il vento che accarezza l'erba Il vento che accarezza l’erba è un film che alterna sequenze dal forte impatto emotivo, senza risparmiare una necessaria dose di crudo realismo, ad altre dove “la questione irlandese” viene discussa e dibattuta con dialoghi estremamente illuminanti. Il grande merito del regista inglese è quello di disegnare un quadro nitido e completo del complesso passaggio storico trattato e solo per questo merita un’attenta visione che, ovviamente, consigliamo. Il vento che accarezza l’erba è un film che non parla solo di storia e politica ma che inserisce nella solida base narrativa anche una tormentata storia d’amore, quella tra Damian e la giovane Sineàd. Interpretata molto intensamente dalla brava Orla Fitzgerald, Sineàd è una volontaria dell’esercito repubblicano la quale proverà sulla sua pelle tutto il dramma della guerra, una guerra che coinvolse in modo terribile anche e soprattutto la popolazone civile.

Ottima regia, ottimi interpreti ed una sceneggiatura senza sbavature confezionano un film importante, forse in parte fazioso ma comunque profondo e onesto nel raccontare e trasmettere il dramma di uomini chiamati a opprimere la propria indole, la propria natura ed i propri affetti più cari per qualcosa di più grande, per qualcosa che per loro non aveva prezzo.

Il ventaglio segreto di Wayne Wang

Il ventaglio segreto di Wayne Wang

Wayne Wang, già regista di Smoke e Chinese box, porta sul grande schermo la sua ultima fatica: Il ventaglio segreto. In questo lavoro, ci racconta la Cina dell’Ottocento con un’attenta ricostruzione antropologica. La sceneggiatura si basa, infatti, su un romanzo di Lisa See, che prende spunto dalla tradizione cinese del laotong, per raccontare dell’amicizia e dell’affetto tra donne nella società cinese del diciannovesimo secolo. Protagoniste della pellicola due bambine cui sono stati fasciati i piedi nello stesso giorno: Fiore di Neve e Giglio Bianco.

Il laotong – vincolo che unisce due donne in un’amicizia per la vita, più forte di un legame parentale – è un vero e proprio contratto, che suggella l’unione tra le due bambine. A cementarla ulteriormente, l’uso del nu shu: un linguaggio segreto, di cui si serviranno per comunicare, scrivendolo nelle pieghe di ventagli di seta bianca. L’amicizia tra le due donne attraverserà prove difficili, ma le due si terranno in contatto segretamente, attraverso lo scambio dei ventagli. Accanto a questa, una storia moderna, ambientata ai giorni nostri, che vede Nina e Sophia, unite anch’esse da laotong, nell’attuale Shanghai.

Il ventaglio segreto inanella tre livelli temporali: l’800, il presente e gli anni ’90. Era dunque una bella sfida per il regista tenere insieme tutta questa materia in maniera non lineare. Tuttavia, se l’inizio può generare qualche confusione, presto tutto si chiarisce: le due storie si svolgono in una sorta di gioco di specchi. È stato Wang stesso a voler inserire la parte moderna, ambientata a Shanghai, per attualizzare il tutto e fornire allo spettatore anche un racconto più vicino alla sensibilità moderna. Scelta senza dubbio felice, che sortisce l’effetto sperato, anche grazie agli sceneggiatori che hanno curato questa parte della storia (il premio Oscar Ron Bass e Michael Ray). Passato e presente sono dunque, allo stesso tempo simili, perché simile è la storia delle protagoniste, ma opposti, come inevitabilmente lo sono la Cina dell’800 e quella di oggi.

Le due attrici offrono buone prove, interpretando caratteri diversi, ma complementari, in maniera intensa e convincente. Il regista ha tempo e modo di delineare i personaggi in maniera precisa e dettagliata. Quello che Il ventaglio segreto sconta però è un’eccessiva retorica, uno smaccato sentimentalismo, certo gusto melodrammatico, evidente in alcuni snodi della sceneggiatura e soprattutto nei dialoghi. Wang riesce comunque a darci una lettura critica del presente asiatico che, in tumultuosa crescita, rincorre il modello di sviluppo occidentale, pagando però un prezzo per questo affanno verso sviluppo, progresso e ricchezza, cioè quello del deterioramento dei rapporti umani.

Il ventaglio segreto è quindi un invito a riscoprire i valori umani, i legami forti e autentici tra le persone, come l’amicizia e l’affetto, e a mantenerli, perché davvero essi costituiscono l’essenza della vita, al di là della realizzazione nel lavoro, del denaro. Dal punto di vista estetico, il film è pregevole: molto accurata la ricostruzione scenografica della Cina Ottocentesca, vivissimi i colori, affascinanti i costumi e i materiali di scena. Tutto è ricreato con particolare attenzione. Con altrettanta cura si caratterizza l’ambiente moderno: una Shanghai sfavillante di progresso, simboleggiato da grattaceli e lavori in corso. Una città in continuo mutamento.

Le musiche, del premio Oscar Rachel Portman ben si accordano con la vena melodrammatica del film. La pellicola è distribuita da Eagle Pictures e sarà nelle sale italiane dall’8 luglio.

Il venditore di medicine: recensione del film

Il venditore di medicine: recensione del film

Presentato Fuori Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma, Il Venditore di Medicine di Antonio Morabito è un film che attraverso le vicende fittizie di Bruno risalta uno spaccato di vita italiano ben noto ma poco approfondito dal mondo cinematografico. Difatti viene portata in scena più che un episodio di “mala sanità”, un vero e proprio sistema contraddistinto dal mero baratto, che non riguarda le sale operatorie ma piuttosto illustra ciò che lega le case farmaceutiche e i medici. Seppur i personaggi e i luoghi siano fittizi, nella storia è evidente l’impronta documentaristica con cui viene sviluppata e intrecciata la storia di Bruno. Egli è interpretato da un bravo Claudio Santamaria, la cui funzione principale è di stare sulla soglia di questo mondo e indirizzare lo sguardo dello spettatore.

In Il venditore di medicine Bruno è un informatore medico. La sua azienda, la Zafer, sta vivendo un momento difficile. Pur di non perdere il suo posto di lavoro, Bruno è disposto a corrompere medici, a ingannare colleghi, a tradire la fiducia delle persone a lui più vicine. E se alcuni dottori si rifiutano di prestarsi a questo gioco, molti di loro non si sottraggono affatto.

Il venditore di medicine, il film

Quando indossa il suo completo e la valigetta con i campioni omaggio, viene rappresentata l’intenzione della sceneggiatura di fare luce in questo mondo. Quindi, assistiamo Bruno nella sua giornata tipo, portando in rilievo un mondo fatto di medici-regine e di primari-squali il cui pregio più rilevante è di essere corrotti e amorali. In queste scene lo vediamo sfoderare le sue doti di “venditore” che asseconda i vezzi e i desideri dei dottori che parlano di “piazzare” prodotti o “spingere” determinati medicinali. Nell’altro aspetto, quello fittizio, assistiamo alla sua vita familiare; preoccupato di un amico malato e di sua moglie, che gli mostrano il contraddittorio della sua doppia vita e come questo lavoro lo ha reso un uomo disposto a tutto per mantenersi un lavoro che lo porta ad assumere pillole per l’ansia per placare i suoi dubbi di coscienza.

Sarà proprio questa sfera a frenare un potenziale thriller; poiché seppure la vicenda sia lineare e ben dettagliata con i suoi gerghi e i suoi intrallazzi, tiene comunque lo spettatore lontano, fuori dal disincanto della storia facendo risultare di troppo le vicende private che portano il bilanciamento nella storia senza aggiungere nulla di nuovo; mentre invece sarebbe stato interessante seguire altri percorsi narrativi, come quelli del Dr. Sebba (Ignazio Oliva), che potevano esaurire il quadro narrativo.

Il venditore di medicine è un buon film che porta una storia inedita nella nostra cinematografia ma che perde nella seconda parte tutta la tensione ben costruita nella prima. Il regista riesce comunque a far passare le vicende sulle multinazionali farmaceutiche e sul vero costo della salute, reso un semplice prodotto “commerciale”.

Il Venditore di Medicine teaser trailer del film di Antonio Morabito

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Ecco il teaser trailer di Il Venditore di Medicine, il discusso film di Antonio Morabito presentato all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma.

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IL VENDITORE DI MEDICINE (8)

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

La cronaca dello scandalo del comparaggio farmaceutico, riportata con drammatica periodicità dai media in Italia e nel mondo, con clamorose denunce di corruzione, inchieste, processi, è il punto di partenza del film di Antonio Morabito.

Un racconto teso, compatto, che sullo sfondo di una trama di illegalità e una progressione thriller, fa trasparire un ritratto più ampio di un tempo di guerra silenziosa, in bilico tra ansia e spettro del fallimento. In cui sembra impossibile fermare una caduta volontaria.

Nel film ci sono Claudio Santamaria, Isabella Ferrari, Evita Ciri, Marco Travaglio. Il film è prodotto da Classic e Peacock Film, in coproduzione con RSI, in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da Luce-Cinecittà.

Il Venditore di medicine conferenza stampa del film

Il Venditore di medicine conferenza stampa del film

Quest’oggi presso l’AuditoriumArte si è tenuta la conferenza stampa del film Fuori Concorso Il venditore di medicine di Antonio Morabito. In sala oltre al regista era presente il cast, composto da Claudio Santamaria, Isabella Ferrari e Ignazio Oliva ed il produttore Matteo Pagani.

Come è stato pensato il personaggio di Bruno?
Antonio Morabito:
Stiamo parlando di una persona che all’interno di una situazione dilagante, di corruzione non rappresenta uno dei primi artefici, cioè uno dei vertici che muovono i fili di questa dinamica, ma rappresenta anche la vittima di questo ingranaggio, questo perché volevo assolutamente far vedere come questo problema, la corruzione tra la farmaceutica e la sanità, sia un qualcosa di vicinissimo a noi, non stiamo parlando dei grandi soprusi che le nazionali del farmaco fanno nel sud del mondo. Ma stiamo parlando del nostro medico di fiducia, il medico di base. Volevo porre l’accento di quanto fosse un qualcosa di molto prossimo a noi.

IL VENDITORE DI MEDICINE (6)Il film nasce da quale esigenza?
A.M.:Nasce da un’esigenza personale perché io purtroppo mi sono trovato a con necessità di trovare un farmaco per una malattia rara che colpì mio padre, prima che questo farmaco fosse messo in commercio in Italia ed in occidente. Questo farmaco già esisteva in altre parti del mondo ma l’FDA non dava il permesso di entrare nel mercato. Siccome vengo da una famiglia di medici, i miei zii, i miei nonni erano medici, ho sempre visto la malattia e il farmaco come un qualcosa di molto regolato. Non riuscendo a trovare questo farmaco ho provato a interessarmi personalmente sul perché e perciò ho scavalcato quella linea immaginaria che c’è tra la sanità e la farmaceutica, per vedere tutti le fasi di un farmaco e lì mi si è aperto un mondo. Che ho approfondito conoscendo una marea di informatori del farmaco delle più disparate case farmaceutiche, ma anche medici che operano oggi nel settore, e lì sono arrivato a capire come funzionano le cose, purtroppo sottolineo che questo non si tratta solo di poche “mele marce” ma purtroppo si tratta dell’andazzo del sistema.

Claudio tu sei protagonista di questo film, sei vittima e carnefice
C.S.: Il film prende il punto di vista da questa figura che è l’ultima ruota del carro, colui che conta meno di tutti, ma rappresenta non solo dell’informato scientifico ma una classe molto precisa, l’uomo con la valigetta, il rampante, colui che cerca di raggiungere un certo status sociale della ricchezza, ed è proprio questo il meccanismo che funziona tanto nel film, perché è il carnefice e anche vittima, perché di fatto per sostenere questo ritmo e questa pressione che viene dall’alto è costretto di fatto a drogarsi, quello che gli prescrive il suo medico non è altro che cocaina legale, anfetamina. Non solo questo ma attraverso i suoi strumenti, fa del male anche alla sua famiglia, distrugge ciò che ama, sua moglie, ritrovandosi dall’altra parte e forse capisce davvero e profondamente di cosa si tratta il suo lavoro.

Isabella e Ignazio siete due lati opposti dello stesso sistema.
Isabella Ferrari: Mii sono resa conto di avere un personaggio che comunque era tanto che non mi veniva offerto, lontano dai ruoli fatti ultimamente, quindi c’era una curiosità d’attrice che si muoveva, inoltre è un opera prima, in qualche modo, è un film di denuncia, un film che socialmente e politicamente ha un senso farlo oggi. Poi portato da Matteo Pagani un produttore che io stimo e seguo da sempre quindi non ho avuto dubbi. Ho avuto un po’ di dubbi quando l’ho letto perché mi sembrava, terribilmente forte, che non poteva essere reale, questa capo area con una totale mancanza di umanità. La mia preoccupazione era capire se era reale lo script, ho preso le mie informazioni, ho incontrato due capo area, è molto difficile parlare di queste cose, quindi ho sentito una sorta di fastidio, perciò ho fatto leggere solo le mie battute. E loro mi hanno confermato questo sistema. Inseguito mi sono buttata nella direzione che mi ha dato il regista.
Ignazio Oliva: Io rappresento la parte etica ed è stata abbastanza facile farla, perché siamo più o meno tutti sulla stessa onda, il regista ha voluto fare il film per denunciare la situazione che per me è oggettiva ed è vera. Ed io rappresento secondo me quel tipo di medici, che secondo me esistono, che ci sono, che vanno valorizzati, quelli che si rifiutano di stare al gioco, rischiando il lavoro, la vita e tutto quello che ne consegue. Per me è stato un grande piacere ed onore lavorare con tutti loro.

IL VENDITORE DI MEDICINE (2)Data la forza del messaggio che viene trasmesso dal film, siete mai stati ostacolati durante la produzione?
Matteo Pagano: Ti ringrazio ma non c’è stato nessun coraggio, è stata una necessità. Antonio mi ha portato questa storia ed è interessantissima, non credo che serva tanto coraggio per dire la verità. Tengo a precisare che tutto quello che c’è nel film è assolutamente vero. Non c’è un minimo di esagerazione, anzi c’è una forma di riduzione dell’evidenza.
A.M: Si ci sono state, a parte le varie lettere al limite della protesta, ci sono arrivati insulti…anche fantasiosi, di informatori e medici indignati, che “la sanità venga sempre dipinta in questo modo” oppure “diamo una brutta immagine dell’Italia”. Infatti, quando abbiamo fatto la conferenza stampa a Bari tre giorni prima delle riprese, il direttore sanitario dell’ospedale che già avevamo contattato per usare l’ospedale per girare, inseguito a questa conferenza, revocato l’utilizzo dell’ospedale. Così come anche i tre medici che ci avevano dato il loro studio privato. E questi tre medici lavorano nello stesso ospedale di quel direttore sanitario….sicuramente sarà stato un caso!

Qual’è la sua posizione sulle staminali?
A.M: Fare questo film fa male proprio perché la sanità Italiana avrebbe un grosso potenziale, ci sono paesi al mondo che non hanno sistemi sanitari come il nostro, per cui vederlo distrutto e stracciato fa ancora più male. Per quanto riguarda le staminali non capisco perché la ricerca venga così frenata.

Quanto sei stato costretto a censurarti?
A.M.: A me è piaciuto molto The Costant Gardner, però guardando quel film lo sento un po’ protetto dalla distanza, quello è anche un film d’inchiesta che fa vedere questi grandi meccanismi a livello dei vertici, io volevo fare un’altra cosa, volevo far vedere che noi questi livelli ce li abbiamo in casa e ci viene presentato dal nostro dottore, e questa cosa secondo me si può fare solo se si rimane appiccicati al suo personaggio e si diventa la sua ombra, facendogli pressione con la macchina da presa.

Il velo dipinto: libro, trama e cast del film con Edward Norton

Il velo dipinto: libro, trama e cast del film con Edward Norton

In un suo noto sonetto il poeta romantico Percy Bysshe Shelley descrive il velo dipinto come un “filtro” che distorce la nostra percezione del mondo e dei sentimenti, ma che nonostante ciò non deve essere rimosso. Il film Il velo dipinto, diretto da John Curran nel 2006 racconta proprio di questo desiderio proibito, dando vita a quella che è la terza trasposizione del romanzo omonimo scritto da William Somerset Maugham nel 1925. Già portato sul grande schermo nel 1934 con Il velo dipinto e nel 1957 con Il settimo peccato, questo ha con questo terzo film trovato la sua più fedele traduzione cinematografica.

Si tratta di una delicata e intensa storia d’amore sullo sfondo di un contesto cinese tanto affascinante quanto complesso. I tentativi di realizzare un nuovo film a riguardo hanno iniziato a prendere forma nel 1999, quando la produttrice Sara Colleton iniziò a scrivere una versione della storia ambientata in epoca contemporanea e con un taglio femminista. Il subentrare di altre personalità nel progetto ha però riportato Il velo dipinto ad essere un più fedele adattamento del romanzo, pur apportando alcune significative modifiche. Girato tra Shanghai e le tradizionali città cinesi di Huangyao e Guangxi, andò poi incontro ad un buon successo.

Apprezzato da critica e pubblico, il film coinvolse in particolare grazie alla forze delle emozioni e dei sentimenti che racconta. Di particolare fascino sono però anche le interpretazioni dei protagonisti, gli ambienti e la colonna sonora di Alexander Desplat premiata con il Golden Globe. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi al romanzo, alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il velo dipinto: il romanzo da cui è tratto il film

Lo scrittore britannico William Somerset Maugham è ricordato in particolare per il forte pessimismo e cinismo delle sue opere, nelle quali puniva duramente i vizi e la follia dei suoi personaggi. Oltre a Schiavo d’amore, giudicato il suo capolavoro, Il velo dipinto è un altro dei suoi più celebri e apprezzati romanzi. Questo fu inizialmente pubblicato in forma seriale sulla rivista Cosmopolitan, dal novembre 1924 al marzo 1925. In seguito venne pubblicato anche in forma unitaria. Per il nuovo adattamento di questo, lo sceneggiatore Ron Nyswaner e l’attore Edward Norton collaborarono al fine di apportare una serie di modifiche che permettessero comunque di restare tematicamente fedeli al libro.

In particolare, Norton ha affermato di aver voluto espandere quanto già presente nel libro, donando ad ogni personaggio un più ampio arco di trasformazione. Così facendo si è costruito un racconto particolarmente più ambizioso, dove i personaggi hanno modo di esprimere meglio sé stessi e il proprio mondo interiore. Norton, inoltre, ha dichiarato di essere stato molto ispirato da film La mia Africa e Il paziente inglese, dove sono presenti storie d’amore estremamente intense e universali. Allo stesso modo furono condotte numerose ricerche per rendere più realistica l’ambientazione cinese e la società dell’epoca.

Il velo dipinto libro

La trama e il cast di Il velo dipinto

Ambientato inizialmente a Londra durante i primi anni Venti, il film racconta la storia di Walter e Kitty. La giovane coppia, tuttavia, vive una crisi nel momento in cui il sentimento provato da lui non è corrisposto da lei. Walter lavora come medico, nello specifico un batteriologo, e proprio la sua professione porta poi i due sposi a trasferirsi a Shangai, in Cina. Qui Kitty trascorre le sue giornate annoiata e l’unico diversivo a questa monotonia è Charlie Townsens, un viceconsole inglese di cui lei si innamora perdutamente. Nonostante i due siano entrambi sposati, iniziano a frequentarsi, ma la loro relazione extraconiugale non sfugge a Walter, che pone sua moglie di fronte a una scelta: il divorzio per adulterio o seguirlo in una zona remota della Cina, dove è in atto un’epidemia di colera.

Ad interpretare Walter vi è l’attore Edward Norton, il quale rimase talmente tanto affascinato dalla storia da decidere di esserne anche sceneggiatore e produttore. Egli, in particolare, si ritrovò molto nel personaggio, nelle sue ambizioni e nei suoi fallimenti. Norton decise poi di assumere per il ruolo di Kitty l’attrice Naomi Watts, in quel momento molto popolare grazie a Mulholland Drive e 21 grammi. Furono proprio i suoi ruoli in questi due film a convincere gli altri produttori ad affidarle il ruolo. L’attrice, in quel momento legata all’attore Liev Schreiber, riuscì poi a far ottenere a questi il ruolo di Charlie Townsend, così da poter stare vicini durante il periodo di riprese in Cina. Nel cast si ritrovano poi anche Toby Jones nel ruolo di Waddington, Diana Rigg in quello della madre superiora e Anthony Wong Chau-sang come colonnello Yu.

Il velo dipinto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il velo dipinto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 27 febbraio alle ore 21:15 sul canale Cielo.

Fonte: IMDb

Il vegetale: trama e cast del film con Fabio Rovazzi

Il vegetale: trama e cast del film con Fabio Rovazzi

Divenuto popolare grazie a tormentoni come Andiamo a comandare e Faccio quello che voglio, il cantante e youtuber Fabio Rovazzi ha infine debuttato anche al cinema nel 2018 con il film Il vegetale (qui la recensione). Questo è diretto dal regista Gennaro Nunziante, noto per essere stato l’autore dei primi film di Checco Zalone, da Cado dalle nubi a Quo vado?. Distaccatosi dal comico pugliese, Nunziante ha poi intrapreso un percorso diverso, che lo ha portato ad incrociare la strada con Rovazzi, dando vita ad una commedia tanto umile quanto apprezzabile su alcune importanti e spesso trascurate tematiche sull’Italia di oggi.

Nunziante e Rovazzi applicano infatti in modo vincente la formula usata per i film di Zalone, confezionando una commedia che ritrae con ironia uno spaccato della nostra società, la difficoltà di entrare nel mondo del lavoro da parte dei giovani e i diversi problemi che affliggono il paese, dai furbetti di turno alle grandi delusioni. Tra personaggi ben caratterizzati, situazioni paradossali, l’amichevole partecipazione di Barbara D’Urso (che rappresenta uno dei momenti più divertenti del film) e battute ben pensate, il film si presenta dunque come una godibile commedia che allo stesso tempo offre un’immagine inedita di Rovazzi.

Non vi è infatti tempo per canzoni, balletti o cameo di amici celebri. Il tutto si regge unicamente sulle spalle della storia e del suo protagonista, rappresentando un ritorno alla naturalezza delle cose particolarmente apprezzabile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il vegetale

Protagonista del film è Fabio Rovazzi, giovane neolaureato in Scienze della Comunicazione alla disperata ricerca di un lavoro che rispetti i suoi criteri etici. Oltre a relazionarsi con tali problematiche lavorative, egli è anche impegnato a gestire un padre ingombrante, Bruno Rovazzi, e una sorellina capricciosa e viziata, Nives Rovazzi. Entrambi considerano Fabio un “vegetale”, buono a nulla capace solo a combinare guai e per questo del tutto inadatto a svolgere un vero lavoro. Subentrato al padre nella gestione della sua azienda, non tarda infatti a far fallire la suddetta. Un evento inatteso, però, cambierà improvvisamente in meglio la situazione di Fabio.

L’occasione giusta sembra arrivare durante il colloquio in una grande azienda, dove Fabio aveva precedentemente svolto attività di volantinaggio. Richiamato da questa, Fabio si vedrà proporre uno stage molto particolare che cambierà per sempre la sua esistenza. In contrasto con i suoi studi e le sue capacità, Fabio scoprirà a proprie spese che lo stage consiste nel lavorare come bracciante agricolo in un paesino sperduto del nord Italia. Qui, però, farà la conoscenza di Caterina, bella maestra di Scuola, e di Armando, misterioso locale che prenderà Fabio sotto la propria ala di protezione. Quella che sembrava essere la più assurda delle situazioni si rivelerà invece un’occasione molto importante di crescita.

Il vegetale cast

Il vegetale: il cast del film

Ad interpretare il protagonista, vi è dunque Fabio Rovazzi, che porta in scena una versione di sé stesso più sobria di quella che si era soliti conoscere. Accanto a lui vi sono poi diversi attori particolarmente noti, a partire da Luca Zingaretti, che interpreta il misterioso Armando, personaggio che si rivelerà particolarmente importante per la formazione personale del protagonista. L’attore Ninni Bruschetta, invece, è Bruno Rovazzi, padre del protagonista. Lo youtuber Alessio Giannone è presente nei panni di Nicola, coinquilino pugliese di Fabio, mentre Matteo Reza Azchirvani è Vidar. Nei panni di Caterina, la maestra di cui Fabio si innamora vi è Paola Calliari, mentre per la prima volta sullo schermo appare Rosy Franzese, nel ruolo della pestifera sorellina Nives.

Il vegetale: le location, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Il film è stato parzialmente girato nella città di Milano, dove si svolgono le prime scene in cui Fabio è impegnato nella ricerca di un lavoro. Gran parte del film, però, si svolge in alcune meravigliose località rurali, qui valorizzate al meglio. Tra queste vi è Bereguardo, in provincia di Pavia, con scene girate presso l’Azienda Agricola Cascine Orsine. Altre località sono Greccio, Contigliano, Labro e Cottanello, tutte presenti nella provincia di Rieti. Alcune riprese sono invece state realizzate presso il lago di Piediluco, nella provincia di Terni. Il film alterna dunque scenari urbani a scenari più naturali, esaltando la bellezza e la tranquillità di questi ultimi rispetto ai primi.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il vegetale è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4 febbraio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Il Vegetale: trailer e poster del film con Rovazzi

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Il Vegetale: trailer e poster del film con Rovazzi

A un mese dall’uscita nelle sale italiane, il poster e il trailer ufficiale de Il Vegetale, la nuova commedia scritta e diretta da Gennaro Nunziante che vede protagonista Fabio Rovazzi, al suo esordio come attore, con Luca Zingaretti, Ninni Bruschetta, Paola Calliari, Alessio Giannone e la giovanissima Rosy Franzese.

Ecco il poster e a seguire il trailer del film:

https://www.facebook.com/cinefilos.it/videos/1777123725631299/

Il Vegetale, prodotto da Piero Crispino per 3ZERO2 e co-prodotto da The Walt Disney Company Italia, in collaborazione con Sky Cinema, uscirà nelle sale italiane giovedì 18 gennaio 2018, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Daniel Frigo, Country Manager di The Walt Disney Company Italia, ha dichiarato: “Sono davvero entusiasta di questo progetto tutto italiano. Grazie alla rinnovata collaborazione con uno dei registi e sceneggiatori più affermati nel nostro Paese, Gennaro Nunziante, il pubblico potrà vedere per la prima volta sul grande schermo un personaggio poliedrico come Fabio Rovazzi che riserverà non poche sorprese”.

Il Vegetale: su sky cinema il film con Fabio Rovazzi

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Il Vegetale: su sky cinema il film con Fabio Rovazzi

Dopo il grande successo al Box Office, Sky Cinema presenta Fabio Rovazzi in Il Vegetale (recensione), il film diretto da Gennaro Nunziante (Sole a catinelle, Quo vado?), con Luca Zingaretti (Mio fratello è figlio unico, Immaturi – il viaggio) e Ninni Bruschetta (La mafia uccide solo d’estate, La trattativa).

Il film, prodotto da The Walt Disney Company Italia e 3zero2 in collaborazione con Sky Cinema, andrà in onda in prima visione lunedì 24 settembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e alle 21.45 su Sky Cinema Hits, disponibile anche su Sky On Demand.  

GUARDA ANCHE: Il Vegetale: trailer e poster del film con Rovazzi

Fabio (Rovazzi) è un giovane neolaureato milanese in cerca di un impiego, figlio di un ricco e avido imprenditore che non intende aiutarlo perché lo ritiene incapace, un vegetale. Il ragazzo inizia a fare colloqui ed ottiene uno stage in una ditta di volantinaggio nel centro Italia, ma ben presto scoprirà che questo impiego consiste nella raccolta di pomodori insieme ad altri braccianti. Nonostante tutto, Fabio non si perde d’animo e va avanti, conoscendo ben presto Armando, un personaggio locale con il quale nasce una singolare amicizia.

Arricchiscono il cast anche Paola Calliari (Moglie e marito), Matteo Azchirvani (Il padre e lo straniero, Che bella giornata). Con l’amichevole partecipazione di Barbara D’Urso nel ruolo di se stessa. IL VEGETALE in prima visione lunedì 24 settembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e alle 21.45 su Sky Cinema Hits. Disponibile anche su Sky On Demand.

 

Il Vegetale: recensione del film con Fabio Rovazzi

Il Vegetale: recensione del film con Fabio Rovazzi

Il Vegetale, per The Walt Disney Company Italia e 3zero2, in collaborazione con Sky Cinema.

Scordatevi il “trattore in tangenziale”, scordatevi Fedez e compagnia, scordatevi anche il balletto con le spalle e la dab, il Fabio Rovazzi che arriva al cinema non è assolutamente quello che abbiamo conosciuto in questi ultimi tempi, amato e si, anche odiato. Chi lo avrebbe mai detto che la strada per il grande schermo passava proprio dalla musica e da quel tipo di tormentone che fa conoscere un personaggio dall’oggi al domani? Ma proprio così ha funzionato per Rovazzi, che per la sua prima prova di attore si affida a Gennaro Nunziante per debuttare sul grande schermo.

Fabio Rovazzi non si definisce un cantante e se si va ad analizzare il successo della sua ascesa, una grande componente è proprio la parte visiva: le sue canzoni infatti, senza i video clip con numeri da record su YouTube, quasi non avrebbero ragione di essere, perché è proprio nella creazione dei video, dal soggetto al montaggio, che il rapper si esprime meglio. Dopotutto nasce come videomaker, prima che per se stesso, per altri youtuber di successo. Ma allora, perché non c’è lui alla regia del suo primo lungometraggio? Forse perché ha capito che affidarsi ad un regista ironico come Nunziante poteva essere la scelta più adatta per lui ma forse anche perchè sotto tutti quei numeri e visualizzazioni, c’è un ragazzo umile che vorrebbe semplicemente entrare nel mondo del cinema senza arroganza o presunzione. E probabilmente la sua è stata la scelta più saggia.

La trama de Il Vegetale

Nella commedia Il Vegetale, Rovazzi interpreta l’omonimo Fabio, che però ha poco in comune con lui se non nome e baffetti. Laureato in Scienze della Comunicazione e in cerca di lavoro, Fabio affronta una delusione dietro l’altra, tra colloqui che promettono bene e finiscono male, fino alla ragazza che lo lascia. La sua vita cambia quando il padre (Ninni Bruschetta), che non sente da anni, finisce in coma in ospedale a causa di un incidente, insieme alla nuova moglie e così Fabio è costretto a prendere le redini nell’azienda di costruzioni e anche a prendersi cura della nuova sorellina capricciosa Nives (Rosy Franzese). Chiamato dal padre “il vegetale”, Fabio sarà costretto a reinventarsi, in particolare quando gli viene proposto uno stage misterioso fuori Milano, che accetta subito trasferendosi con Nives in un paesino del nord, dove tra immigrati che cercano di integrarsi, signore anziane che parlano solo dialetto, troverà anche una bella insegnante (Paola Calliari) e un inaspettato amico (Luca Zingaretti).

Dalla piccola e bravissima Rosy Franzese al veterano Luca Zingaretti che splende in una commedia, i personaggi sono ben centrati e recitati. Lo stesso Fabio Rovazzi riesce a caricarsi sulle spalle il peso del film da protagonista, senza mai essere troppo caricaturale ma anzi, con una inaspettata naturalezza. Sarà anche “merito” del fisico magrissimo, che lo ha reso molto buffo in diversi momenti del film (come quando, con uno strano movimento delle braccia, cerca di riunire un gregge di pecore!). Nessun balletto, nessuna canzone, nessun amico che compare all’improvviso in scena, il mondo musical di Rovazzi è rimasto fuori dalla porta de Il Vegetale, cosa che forse potrebbe deludere una fetta di pubblico, ma potrebbe anche fargliene guadagnare altro.

Uno spaccato ironico dell’Italia

Gennaro Nunziante applica in modo vincente la formula usata per i film di Checco Zalone da Cado dalle Nubi in poi, offrendoci una commedia che ritrae con ironia uno spaccato della nostra società, la difficoltà di entrare nel mondo del lavoro da parte dei giovani e i diversi problemi che affliggono il paese, dai furbetti di turno a le grandi delusioni. Tra personaggi ben caratterizzati, situazioni paradossali, l’amichevole partecipazione di Barbara D’Urso (che rappresenta uno dei momenti più divertenti del film) e battute ben pensate, “Il Vegetale” è un film divertente, senza troppe pretese ma che vi farà passare 90 minuti in modo leggero.

https://www.facebook.com/cinefilos.it/videos/1777123725631299/

Il Vegetale: iniziate le riprese del film con Fabio Rovazzi

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Iniziate le riprese de Il Vegetale, la nuova commedia scritta e diretta da Gennaro Nunziante con Fabio Rovazzi.

Hanno avuto inizio in un borgo del centro Italia le riprese de Il Vegetale, il nuovo film scritto e diretto da Gennaro Nunziante. Il protagonista è Fabio Rovazzi, al suo esordio come attore, con Luca Zingaretti, Ninni Bruschetta, Paola Calliari e la giovanissima Rosy Franzese.

Con la sua nuova commedia, Gennaro Nunziante porta sul grande schermo l’esilarante storia di Fabio, giovane neolaureato che non riesce a trovare un lavoro, alle prese con un padre ingombrante e una sorellina capricciosa e viziata. Entrambi lo considerano un “vegetale”. Un evento inatteso cambierà improvvisamente i ruoli. Fra situazioni comiche e trovate paradossali, il protagonista dovrà reinventare la sua vita.

La nostra scommessa – ha detto Gennaro Nunziante – sarà realizzare un film che faccia ridere ma sappia anche far riflettere il pubblico all’uscita dalla sala. Il Vegetale intende sfruttare la naturale comicità di Rovazzi, la sua fisicità e allo stesso tempo vuole anche offrire spunti su temi oggi importantissimi come il senso della comunità e quello della giustizia sociale”.

Il film, prodotto da Piero Crispino per 3ZERO2 e co-prodotto da The Walt Disney Company Italia, uscirà nelle sale italiane giovedì 18 gennaio 2018. Il film sarà distribuito da The Walt Disney Company Italia.  

Il Vegetale: data di uscita del film con Fabio Rovazzi

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Walt Disney Italia annuncia la data ufficiale di uscita de Il Vegetale il nuovo film scritto e diretto da Gennaro Nunziante con Fabio Rovazzi.

Prodotto da Piero Crispino per 3ZERO2 e co-prodotto da The Walt Disney Company Italia, uscirà nelle sale italiane il 18 gennaio 2018. Il film sarà distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Daniel Frigo, Amministratore Delegato di The Walt Disney Company Italia, dichiara: “Lo scorso 4 luglio, nel corso della manifestazione Cinè – Giornate Estive di Cinema a Riccione, The Walt Disney Company Italia ha presentato, come sempre, tutte le novità firmate Disney Pixar, Marvel e LucasFilm dei prossimi mesi. A differenza degli anni passati, quest’anno la nostra convention è stata introdotta da Gennaro Nunziante e Fabio Rovazzi. Un’ incredibile sorpresa che ha particolarmente divertito gli esercenti in sala. Un modo diverso per Disney Italia di presentare questa nuova produzione Il Vegetale che si rivolgerà ad un pubblico ampio e trasversale. Sono veramente felice che la nostra azienda possa portare nelle sale uno dei beniamini più amati di questi ultimi anni, come Fabio Rovazzi, e uno dei registi e sceneggiatori più stimati del panorama nazionale”.

Il vecchio e il muro, presentato a Venezia 80 il cortometraggio di Antonio Palumbo

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In occasione della consegna del Sorriso Diverso Venezia Award, che si è tenuta il 6 settembre 2023, presso l’Hotel Ecxelsior di Venezia Lido, durante la 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato presentato, in apertura, il cortometraggio Il vecchio e il muro, diretto dal regista e attore Antonio Palumbo.

Il cortometraggio è stato scelto in quanto vincitore assoluto del Festival Tulipani di Seta Nera 2023, promosso da Rai per il sociale per una proiezione in apertura della cerimonia di consegna del premio collaterale.

La potenza di questo cortometraggio è evidente – afferma Claudia Pastorelli, Vicario della Direzione regionale Inail Puglia, che ha sostenuto la realizzazione del film – parlano le immagini, la musica e i silenzi: narrano di malattia, una delle patologie professionali in crescita negli ultimi anni, ma parlano anche e soprattutto di prevenzione. Dalla nostra parte la certezza di aver promosso un progetto ben costruito, ben realizzato e assolutamente innovativo: un modo di parlare di sicurezza sul lavoro instaurando un dialogo diretto con lo spettatore, con i lavoratori. Una strada di successo che continueremo a percorrere.”

Madrina della Cerimonia l’attrice Giovanna Sannino di Mare Fuori. L’evento è organizzato da Diego Righini, direttore del Festival Tulipani di Seta Nera.

Il vecchio costume sul set di The Amazing Spider-Man 2!

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Il vecchio costume sul set di The Amazing Spider-Man 2!

Ecco una seconda immagine del  costume di Spider Man in The Amazing Spider-Man 2. Da quanto apprendiamo sembra però che il costume sia quello del primo film, e nella foto lo indossa lo stuntman William Spencer, che ha pubblicato una sua foto dal set a New York del film.

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Vi ricordiamo che nel film ritorneranno i protagonisti  e  ai quali si aggiungono  in Electro, ​​ nei panni di Mary Jane Watson e  come Harry Osborn. Tutte le news sul film le trovate nel nostro speciale: The Amazing Spider-Man 2.

Mentre per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra Scheda Film: The Amazing Spider-Man 2La pellicola è diretta ancora una volta da  su una sceneggiatura di   ed uscirà il 2 Maggio 2014.

Il tuttofare: trama, cast e curiosità del film con Sergio Castellitto

Già sceneggiatore di Smetto quando voglio, Valerio Attanasio ha debuttato alla regia di un lungometraggio con Il tuttofare, distribuito in sala nel 2018. Al centro di questo vi è la vicenda di un giovane praticante legale che si ritrova a svolgere il ruolo di assistente personale di un illustre avvocato, finendo però per servirlo ben oltre ciò che gli compete. Distribuito da Vision Distribution, tale opera prima si è affermata come una delle più brillanti commedie italiane del suo anno, e lo stesso Attanasio ha dichiarato di aver tratto grande ispirazione proprio dai grandi capolavori della commedia all’italiana.

Nel film sono infatti diversi gli omaggi a questa. Dal nome del protagonista, Antonino Bonocore, uguale al personaggio di Totò in La bande degli onesti, fino a diverse sequenze che ricordano titoli come Sissignore e Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue. Il regista ha però dichiarato che per la trama importanti fonti di ispirazione sono state anche il capolavoro L’appartamento, e il romanzo Lazarillo de Tormes, anonimo romanzo picaresco. Un film ricco di omaggi, dunque, che trova però ugualmente una propria originalità raccontando un contesto tristemente attuale come quello dello sfruttamento lavorativo e delle raccomandazioni.

Affermatosi come un buon successo al box office, Il tuttofare ha dimostrato ancora una volta la possibilità di dar vita ad una commedia intelligente, capace tanto di far ridere quanto di parlare di specifiche problematiche. Prima di intraprendere una visione del film sarà però certamente utile approfondire ulteriori elementi circa la sua trama e il cast di attori. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare tutto ciò, come anche un elenco delle principali piattaforme streaming all’interno delle quali si potrà ritrovare tale opera per una comoda visione casalinga.

Il tuttofare: la trama del film

La vicenda qui narrata è quella di Antonio Bonocore, giovane praticante in legge che sogna un contratto nel prestigioso studio del suo mentore, il principe del foro Salvatore “Toti” Bellastella. Questi è un fine giurista, nonché il non plus ultra tra gli avvocati italiani. Ottenuta l’occasione di prendere servizio al suo fianco, il giovane si troverà però a dover accettare una situazione di precariato, con uno stipendio mensile irrisorio. Ma per il prestigio del lavoro egli sembra ben disposto ad accettare anche questo, ed è così che inizia a svolgere per Bellastella una serie di attività. Dall’assistente personale al portaborse, dall’autista e fino al cuoco personale.

Ben presto l’immagine immacolata che aveva dell’avvocato si macchia sempre più. A maggior ragione dopo aver scoperto che, di fatto, lo studio è di proprietà della moglie di lui, Titti Mandorlini. Resistendo a tutto cio, Antonio ha infine modo di superare brillantemente l’esame di stato, con la possibilità di diventare socio dello studio con un compenso eccezionale. Eppure c’è ancora un favore da fare: Antonio dovrà sposare Isabel, l’amante argentina di Toti per assicurarle la cittadinanza italiana. Quello che doveva essere un ultimo favore nei confronti del suo mentore diventerà però inaspettatamente il più grande dei suoi problemi.

Il tuttofare cast

Il tuttofare: il cast del film

Per dare vita al giovane Antonio Bonocore, che, come suggerisce il cognome, ha una certa inclinazione per l’aiutare gli altri, il regista ha chiamato l’attore Guglielmo Poggi. Diplomatosi presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, questo si fa notare in particolare grazie a film come Smetto quando voglio, La profezia dell’armadillo e Beata ignoranza. È però proprio Il tuttofare a conferirgli una certa notorietà. Grazie alla sua interpretazione arriva anche a vincere il prestigioso Premio Guglielmo Biraghi come miglior attore rivelazione. Accanto a lui, nel ruolo della bella Isabel, la ragazza che Bonocore si ritrova a dover sposare, vi è l’attrice argentina Clara Alonso. Questa è nota in particolare per aver recitato nella soap opera Violetta.

L’attore Sergio Castellito, celebre per film come Non ti muovere e Venuto al mondo, dà invece vita al cinico avvocato Toti Bellastella. Raccontando il personaggio l’attore ha dichiarato di come si sia approcciato a questo come un atto d’amore. Bellastella è infatti costruito come ringraziamento ai suoi maestri della commedia all’italiana. Elena Sofia Ricci, recentemente vincitrice del David di Donatello per il suo ruolo in Loro, ha qui dato vita alla tirannica moglie di Bellastella, Titti Mandorlini. Un’interpretazione che le ha permesso di ottenere ulteriore popolarità al cinema. Nel film sono poi presenti anche gli attori Tonino Taiuti nei panni di Mario Bonocore, e Domenico Centamore che è invece il criminale Gambino. È inoltre presente Pierfrancesco Poggi, padre dell’attore protagonista, nei panni del giudice.

Il tuttofare: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il tuttofare grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Tim Vision e Now TV. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale, e si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione soltanto un determinato limite temporale entro cui guardare il film. Il tuttofare sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 20 aprile alle ore 23:30 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Il turno di notte lo fanno le stelle di Erri De Luca diventa un cortometraggio

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L’appassionante racconto dello scrittore napoletano Erri De Luca si trasforma in progetto cinematografico. Interpretato da Nastassja Kinski e Filippo Timi, Il turno di notte lo

Il Turco: recensione dell’ultima parte della serie con Can Yaman

Il Turco: recensione dell’ultima parte della serie con Can Yaman

Hasan Balaban è tornato per la seconda e ultima volta sugli schermi (qui la recensione della prima parte). La parabola del giannizzero rifugiatosi a Moena ha trovato la sua conclusione in una puntata decisamente più esplosiva rispetto alla prima. Il Turco, come sappiamo, prende spunto da un romanzo che affonda le radici in eventi storici del Seicento, e ancora oggi, nel cuore del Trentino, si celebra la Festa del Rione Turchia: un’occasione che intreccia storia e leggenda, ispirata per l’appunto a un soldato ottomano ferito durante il Secondo Assedio di Vienna.

Nonostante la serie abbia attraversato rallentamenti e modifiche di programma, il suo arrivo sulla rete generalista – ormai sempre più vicina alle produzioni turche – ha portato una boccata d’aria fresca. Il Turco ha lasciato il segno, e possiamo dirlo senza mezzi termini: è una delle produzioni più riuscite della stagione, pur con qualche sbavatura nella trama.

Il turco, la trama delle ultime 3 puntate

Hasan Balaban si prepara a difendere Moena insieme agli altri giannizzeri. Ma, prima di poter scatenare una vera e propria guerra, decide di incontrare Marco per sfidarlo a duello. Quello che un tempo era uno dei suoi più cari fratelli, però, pur avendo accettato, ha in serbo una sorpresa. Nel luogo in cui i due si sarebbero dovuti incontrare, manda Skelettwolf, incaricato di ucciderlo e di strappargli dal petto il tatuaggio dell’artiglio, che un tempo rappresentava loro due, Decibal, Yedder e Guido. Il piano di Marco, però, non è solo vendicarsi. Lui vuole diventare un cavaliere valoroso agli occhi del principe vescovo Francesco di Paolo, per poter sposare la figlia. Ed è proprio con lei che organizza un piano studiato: convincere Gloria ad andare con loro a Trento per essere processata come strega, fingendo che lui abbia conquistato Moena.

Can Yaman: il suo Hasan Balaban è credibile e magnetico

Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: anche nei nuovi episodi, Can Yaman non delude. Scattante e perfettamente a tempo in ogni scena d’azione, riesce a tenere alta la tensione, dimostrando quanto abbia lavorato per dare al suo Hasan Balaban spessore e intensità. Il giannizzero è uno dei ruoli che gli si cuciono addosso meglio: impavido, passionale, energico. Ma anche segnato da ferite profonde. Il suo è un personaggio stratificato, in bilico fra la fedeltà alla patria, il desiderio di vendetta verso chi l’ha tradito, e un amore travolgente per Gloria, che lo spinge a scelte impensabili. Can calibra ogni emozione con attenzione, rendendo visibile tutto il caos interiore che Balaban vive. E sì, possiamo confermarlo: alla sua prima vera prova drammatica, Can Yaman convince fino in fondo.

Due culture che si incontrano

Gli ultimi episodi de Il Turco alzano poi ulteriormente il ritmo: sono più frenetici, più serrati, più d’impatto. Merito anche delle battaglie, numerose e orchestrate con efficacia, che permettono un coinvolgimento maggiore. Certo, la parte finale, pur carica di pathos, a tratti si perde in passaggi narrativi un po’ confusi, ma nonostante qualche smagliatura di sceneggiatura, questi episodi risultano più incisivi dei primi.

Perché vanno dritti al cuore del racconto: ci sono due popoli, due visioni del mondo, che da nemici imparano a guardarsi con occhi diversi. I turchi e gli italiani, ma ancor prima i cristiani e i musulmani. Si sa, quando entra in gioco la religione, le fratture sembrano inevitabili. Eppure questa storia ci mostra un’altra viaquella in cui anche i popoli più diffidenti riescono a trovare un terreno comune. Perché quando c’è da combattere un nemico più grande – come in questo caso l’oppressione – anche i più lontani riescono a stringersi fianco a fianco.

Quello che perciò viene trasmesso è un messaggio potente, che parla ai popoli di oggi: a chi ancora si scontra per il potere, per ideologia, per paura. Il Turco ci ricorda che, oltre i confini e le bandiere, siamo esseri umani. E che in fondo, più di ogni principio terreno, è il cuore a guidarci davvero.

Il Turco: recensione della prima parte della serie con Can Yaman

Il Turco: recensione della prima parte della serie con Can Yaman

Dopo un lungo periodo di gestazione, cambi di programmazione e piattaforme, Il Turco è finalmente arrivato in Italia. Prodotta da Madd Entertainment e Ay Yapım, la serie televisiva – acquistata da Mediaset e trasmessa su Canale 5 – segna il ritorno sul piccolo schermo di Can Yaman, scomparso dai radar dopo l’ultima messa in onda di Viola come il mare 2, avvenuta nell’aprile dello scorso anno.

L’attore turco, ormai di casa in Italia, è stato impegnato sul set di Sandokan, produzione firmata Lux Vide che dovrebbe debuttare su Rai 1 entro la fine del 2025. Intanto, sta promuovendo Il Turco, un progetto a cui ha dedicato anima e corpo. La miniserie, diretta da Uluç Bayraktar, è stata girata tra Budapest e la zona di Moena, in Trentino, e vanta un cast internazionale. Tra i protagonisti spiccano l’italiana Greta Ferro, nei panni di Gloria, e l’inglese William Kemp, che interpreta l’antagonista Mete/Marco Benedetti da Vicenza.

Diviso in due parti, in onda l’8 e il 15 aprile, Il Turco si ispira al romanzo El Turco: Un’avventura inedita durante il secondo assedio di Vienna di Orhan Yeniaras.

La trama delle prime 3 puntate de Il Turco

Nel XIV secolo nasce un corpo militare privato messo a disposizione del sultano Orhan I: sono i giannizzeri, soldati strappati da bambini alle famiglie cristiane, convertiti e addestrati per servire l’Impero ottomano. Nel 1683, durante il secondo assedio di Vienna, molti di questi uomini combattono sotto il comando del Gran Visir Kara Mustafa.

Tra loro c’è Hasan Balaban, uno dei più forti giannizzeri, che viene accusato di tradimento. Per evitare la condanna a morte, sceglie l’esilio e, dopo essere stato ferito, trova riparo nel piccolo paese di Moena, in Trentino. Qui viene accolto da Gloria, una donna che vive ai margini del villaggio e che, per la sua forza e il suo pensiero libero, viene considerata una strega.

Nel corso delle prime tre puntate si scopre che il vero traditore dell’Impero non è Balaban, ma Mete – anche noto come Marco Benedetti da Vicenza – anch’egli un ex giannizzero, ora deciso a vendicarsi e a conquistare potere dopo essere stato sottratto alla sua famiglia da bambino. Mete dichiara guerra proprio a Moena, dove si trova Balaban, che si unisce a Gloria e agli abitanti per difendere il villaggio dall’oppressione.

Can Yaman, la prova di un attore in continua crescita

Sin dalla prima inquadratura, in cui Hasan Balaban è sospeso fra la vita e la morte, è evidente il salto di qualità compiuto da Can Yaman sul piano attoriale. Le sue precedenti interpretazioni – dalle dizi turche alle fiction italiane – avevano sempre conservato un tono leggero, romantico, tipico delle commedie. Con Il Turco cambia tutto: qui c’è la guerra, il sangue, la sofferenza che tempra corpo e mente. E c’è la grande Storia del Seicento, che arricchisce la profondità narrativa della serie.

Il lavoro fatto da Yaman su se stesso è tangibile, non solo fisicamente, ma anche a livello espressivo. I primi piani che la regia gli dedica esaltano il suo impegno e la volontà di dimostrare i progressi raggiunti negli ultimi anni. L’attore ha documentato spesso sui social i suoi allenamenti, necessari per affrontare le scene action presenti nel racconto, e il risultato si vede. Anche nelle sequenze più complesse, Yaman si muove con sicurezza, ritmo, passione. Un’intensità che emerge molto meno nella prima puntata, ma che esplode nella terza, sia nel flashback iniziale sia durante l’arrivo all’accampamento dei soldati di Mete.

Donne libere, fratelli risentiti, doppiaggi mal riusciti

Se l’interpretazione di Can Yaman nei panni di Hasan Balaban è tra le più riuscite della sua carriera – e ci dà un assaggio di ciò che potrebbe essere il suo Sandokan – non si può dire lo stesso per la sua partner su schermo. Greta Ferro, che incarna la lotta femminile contro un mondo patriarcale pronto a etichettare come “streghe” le donne libere e autonome, porta avanti un messaggio forte e attuale. Il suo lavoro è buono, ma l’efficacia emotiva risulta penalizzata da un doppiaggio poco armonioso, che ne attenua la forza espressiva.

Più coinvolgente è invece il rapporto tra Balaban e Mete: un conflitto che va oltre la semplice vendetta e mette in scena lo scontro tra due culture e due destini in fondo simili. Mete, diventato Marco, è il risultato del trauma vissuto nell’infanzia: strappato dalla sua famiglia, convertito all’Islam e addestrato come giannizzero, incarna il lato oscuro dell’Impero, quello che annulla l’identità e genera mostri.

Molto apprezzate le location naturali, che insieme alle scenografie contribuiscono a rendere ancora più vivido e credibile il contesto della narrazione, immerso nel paesaggio montano.Nel complesso, perciò, a parte qualche scena di combattimento un po’ macchinosa all’inizio e alcuni passaggi narrativi meno efficaci, Il Turco, per le prime tre puntate, si posiziona come una miniserie valida.

Il tuo ex non muore mai: trama e cast del film con Mila Kunis

Il tuo ex non muore mai: trama e cast del film con Mila Kunis

Commedia d’azione dai risvolti imprevedibili, Il tuo ex non muore mai (titolo italiano di The Spy Who Dumped Me) è un’irriverente film del 2018 che pone al centro della sua trama due donne ritrovatesi a dover assumere i panni di esperte spie, pur dimostrandosi decisamente inadatte a tale ruolo. A dirigere la divertente pellicola vi è Susanna Fogel, distintasi anche come sceneggiatrice di Life Partners, Chasing Life e La rivincita delle sfigate. Con questa sua seconda opera da regista ha così dimostrato una volta di più di saper coniugare generi apparentemente molto distanti tra loro per dar vita ad un film affermatosi come un buon successo.

Girato in diversi località europee, come Amsterdam e Budapest, Il tuo ex non muore mai si è da subito rivelato uno dei titoli comici più interessanti dell’anno, arrivando anche vincere un People’s Choice Awards come miglior film commedia. Pur se non particolarmente apprezzato dalla critica, tutti si sono dimostrati concordi nell’individuare nell’interpretazione delle due protagoniste il maggiore punto di forza dell’opera. Accostato a titoli come Spy, Corpi da reato e Attenti a quelle due, il film della Fogel vanta però una propria originalità proprio per via delle situazioni comiche qui fuse con le principali caratteristiche dei film di spionaggio.

Costato 40 milioni di dollari, Il tuo ex non muore mai è arrivato ad incassarne globalmente circa 75, raggiungendo un risultato particolarmente entusiasmante. Si tratta infatti di un film capace di rileggere un genere prettamente maschile in chiave femminile, dimostrando di non avere nulla da invidiare ai suoi simili.  Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il tuo ex non muore mai: la trama del film

Protagoniste del film sono Audrey e Morgan, due amiche trentenni che vivono a Los Angeles. La loro quotidianità procede in modo estremamente tranquillo, quasi al limite della noia. Divise tra i videogiochi e attività di ginnastica, le due non hanno però idea che la loro vita sta per essere sconvolta in modi imprevedibili. Tutto ha infatti inizio nel momento in cui l’ex fidanzato di Audrey, Drew Thayer si presenta inaspettatamente nel loro appartamento per nascondersi da un gruppo di spietati assassini che lo stanno inseguendo. Prima di morire a causa delle ferite riportate, l’uomo svela di essere un agente della CIA e assegna alle due donne un prezioso oggetto da portare quanto prima a Vienna.

Incredule e stupite, le due donne saranno dunque costrette ad entrare in azione e trasformarsi in due spie provette. Nel tentativo di portare a termine la missione, dovranno cercare di attraversare indenni l’Europa, confrontandosi con i killer sulle loro tracce e con un agente segreto britannico, misterioso e affascinante. Sarà proprio la loro inesperienza per tale mestiere a poter rappresentare la fonte di salvezza. Lungo il percorso dovranno però anche imparare a riconoscere gli alleati dai nemici, evitando quanto più possibile di combinare guai. Ogni mossa falsa, potrebbe infatti essere particolarmente letale, per loro o per chi gli sta intorno.

Il tuo ex non muore mai cast

Il tuo ex non muore mai: il cast del film

Ad interpretare le protagoniste femminili vi sono due tra le più note e apprezzate interpreti del panorama cinematografico statunitense. Mila Kunis, celebre per film come Il cigno nero, Amici di letto e Bad Moms, questa interpreta qui Audrey. Kate McKinnon, nota invece per la sua partecipazione al Saturday Night Live, è l’amica Morgan. Le due hanno sviluppato sul set una grande amicizia, riversata poi nei loro rispettivi personaggi. La McKinnon, inoltre, ha dato vita ad un personaggio particolarmente estroverso e caotico, caratteristiche estremamente lontane dalla sua vera personalità. Le due attrici, inoltre, hanno opinioni diverse circa una loro possibile carriera da spie. La Kunis si vede infatti adatta al ruolo, mentre la collega non potrebbe mai svolgerlo a causa della sua incapacità a mentire.

Accanto a loro, nei panni dell’ex fidanzato di Audrey vi è l’attore Justin Theroux, celebre per il suo ruolo in Zoolander. Ad interpretare l’agente dell’MI6 Wendy vi è invece Gillian Anderson. L’attrice, nota per le serie X-Files, Sex Education e The Crown, era da sempre la cotta giovanile della McKinnon. Nel lavorare insieme le due hanno così potuto soddisfare il desiderio reciproco di condividere il set. Sam Heughan è l’agente della CIA Sebastian Henshaw, mentre Hasan Minhaj è il suo collega Duffer. Ivanna Sakhno, attrice di origini ucraine, è qui la spia russa Nadedja, che darà filo da torcere alle due protagoniste. Jane Curtin e Paul Reiser sono invece i coniugi Carol e Arnie Freeman. L’attore islandese Ólafur Darri Ólafsson, celebre per numerosi film, è invece presente nei panni di un viaggiatore finlandese.

Il tuo ex non muore mai: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il tuo ex non muore mai grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili Cinema, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 26 novembre alle ore 23:15 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Il tuo ex non muore mai: trailer della commedia con Mila Kunis e Kate McKinnon

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Leone Film Group ha diffuso il trailer italiano di Il tuo ex non muore mai, la nuova commedia in arrivo in Italia l’8 agosto con Mila Kunis e Kate McKinnon, diretto da Susanna Fogel.

Ecco di seguito il trailer:

Cosa faremmo se improvvisamente dovessimo lanciarci in uno spericolato inseguimento a bordo della nostra auto? E come ci comporteremmo se dovessimo affrontare un pericoloso assassino? È quello che si chiedono Mila Kunis (Ted, Bad Moms) e Kate McKinnon (Ghostbusters, Masterminds – I geni della truffa) nella spy comedy, tutta al femminile, più divertente dell’estate. In IL TUO EX NON MUORE MAI, due amiche del cuore si ritroveranno improvvisamente e involontariamente coinvolte in un roccambolesco complotto internazionale. La causa di tutto? Un ex… come al solito! L’ex fidanzato di Audrey, spia in incognito, ritorna dal passato in cerca di aiuto, inseguito da spietati killer. Diretto da Susanna Fogel, regista di Life Partners e Famous in love, nel cast anche Justin Theroux (Zoolander 2, La ragazza del treno), Gillian Anderson (X-Files, Mistero a Crooked House) e Sam Heughan (Alexander, Outlander). Il film arriverà nelle sale italiane mercoledì 8 agosto distribuito da Leone Film Group e 01Distribution.

SINOSSI

Audrey (Mila Kunis) e Morgan (Kate McKinnon), due amiche trentenni che vivono a Los Angeles, si ritrovano al centro di una cospirazione internazionale, quando l’ex fidanzato di Audrey (Justin Theroux) si presenta nel loro appartamento per nascondersi da un gruppo di spietati assassini che lo stanno inseguendo. Incredule e stupite, le due donne saranno costrette ad entrare in azione e trasformarsi in due spie provette. Dovranno fare i conti con i killer e con un agente segreto britannico, misterioso e affascinante, mentre cercano di salvare il mondo… e la loro pelle.

Il tuo ex non muore mai: i nuovi poster con Mila Kunis e Kate McKinnon

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Sono stati diffusi una serie di poster artistici di Il tuo ex non muore mai, la commedia action con protagoniste Mila Kunis e Kate McKinnon e in arrivo in Italia il prossimo 8 agosto.

Cosa faremmo se improvvisamente dovessimo lanciarci in uno spericolato inseguimento a bordo della nostra auto? E come ci comporteremmo se dovessimo affrontare un pericoloso assassino? È quello che si chiedono Mila Kunis (Ted, Bad Moms) e Kate McKinnon (Ghostbusters, Masterminds – I geni della truffa) nella spy comedy, tutta al femminile, più divertente dell’estate. In Il tuo ex non muore mai, due amiche del cuore si ritroveranno improvvisamente e involontariamente coinvolte in un roccambolesco complotto internazionale. La causa di tutto? Un ex… come al solito! L’ex fidanzato di Audrey, spia in incognito, ritorna dal passato in cerca di aiuto, inseguito da spietati killer. Diretto da Susanna Fogel, regista di Life Partners e Famous in love, nel cast anche Justin Theroux (Zoolander 2, La ragazza del treno), Gillian Anderson (X-Files, Mistero a Crooked House) e Sam Heughan (Alexander, Outlander). Il film arriverà nelle sale italiane mercoledì 8 agosto distribuito da Leone Film Group e 01Distribution.

Il tuo ex non muore mai: trailer della commedia con Mila Kunis e Kate McKinnon

SINOSSI

Audrey (Mila Kunis) e Morgan (Kate McKinnon), due amiche trentenni che vivono a Los Angeles, si ritrovano al centro di una cospirazione internazionale, quando l’ex fidanzato di Audrey (Justin Theroux) si presenta nel loro appartamento per nascondersi da un gruppo di spietati assassini che lo stanno inseguendo. Incredule e stupite, le due donne saranno costrette ad entrare in azione e trasformarsi in due spie provette. Dovranno fare i conti con i killer e con un agente segreto britannico, misterioso e affascinante, mentre cercano di salvare il mondo… e la loro pelle.

Fonte

Il tuo ex non muore mai, recensione del film con Kate McKinnon

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Il tuo ex non muore mai, recensione del film con Kate McKinnon

Con Il tuo ex non muore mai, Hollywood ci propone (dall’8 agosto al cinema) una nuova versione del buddy movie con spie per caso, declinato al femminile. In piena era di rivendicazione del gentil sesso che vuole a tutti i costi dimostrare di non essere da meno rispetto agli uomini, le attrici si cimentano sempre più in ruoli che erano fino a qualche anno fa esclusiva dei colleghi maschi, e i risultati sono di natura contrastante.

Quando il tentativo è quello di raccontare lo stesso film con protagoniste donne, il risultato è disastroso (vedi Ocean’s 8), quando invece ci si trova a costruire da zero una storia nota, strutturandola su personaggi, esigenze e scopi differenti, l’esito è meno disastroso ma comunque guardato con sospetto (vedi Ghostbusters del 2016). Con Il tuo ex non muore mai siamo in una terra di mezzo. Mila Kunis e Kate McKinnon sono le protagoniste del film, un’alchimia che sembra ben rodata tra la bella e famosa Kunis e l’infinitamente talentuosa McKinnon, stand up comedian che viene dal SNL. Amiche da sempre, le due protagoniste della storia si trovano coinvolte in un’avventura tra spie, omicidi, sangue a iosa, inseguimenti e soprattutto comicità sopra le righe. A dirigere c’è Susanna Fogel.

Il risultato, riproposizione di dinamiche già viste e raccontate abbondantemente sullo schermo, fa leva prevalentemente sui personaggi, anzi, sulla McKinnon, vera forza della natura, e protagonista di un “movimento” che vede sempre più volti della tv passare al grande schermo (è tra le protagoniste del sopracitato Ghostbusters). La brillante attrice comica straborda dallo schermo, mettendo in ombra sia la performance tutta virata al comico della Kunis, sia la storia vera e propria, trasformando il film in uone woman show. Troppo brava per l’intero progetto, la McKinnon sembra divertirsi moltissimo al servizio dello spettatore che probabilmente ricorderà soltanto la sua folle Morgan una volta uscito dalla sala.

Il tuo ex non muore mai svolge con diligenza il ruolo di divertissement estivo, abbracciando una tendenza hollywoodiana, quella della riproposizione al femminile di storie e generi, che potrebbe rappresentare una vera ricchezza per il cinema, se guidata da idee chiare.

Il truffatore di Tinder, recensione del documentario Netflix su Simon Leviev

Tinder è la nuova frontiera delle relazioni amorose, ma non solo. C’è chi cerca l’amore on-line e chi usa l’app mascherando la propria identità per i più contorti motivi. È il caso di Simon Leviev, il truffatore israeliano che per diversi anni è riuscito a vivere sulle spalle di  decine di donne, facendole credere le sue uniche amanti. Il documentario Netflix Il truffatore di Tinder esplora, attraverso gli occhi delle sue vittime, il sistema di frodi architettato da Simon e mette all’erta sul fenomeno del catfishing.

Di cosa parla Il truffatore di Tinder

L’intero docu-film ruota attorno ad un uomo che maschera la sua identità per vivere un’esistenza lussuosa a spese degli altri. Israeliano d’origine, cresciuto umilmente in una famiglia ebrea, Simon Leviev è un truffatore fin dalla adolescenza. Allontanatosi dalla sua terra natale, ha cambiato più volte nome e identità: dal 2016, si finge figlio di un magnate che lavora nel commercio dei diamanti. Attraverso l’app per incontri Tinder, Simon ha messo in piedi un sistema di frodi estremamente efficace: ammalia donne benestanti per poi portarle sul lastrico.

Riprendendo lo schema di Charles Ponzi, truffatore italiano risalente agli anni Venti, Leviev riesce a pagare la sua costosissima vita – fatta di viaggi, feste e lusso – con i soldi delle donne che trova su Tinder. Prima le incanta con la sua apparente ricchezza, che in realtà è pagata da altre vittime precedentemente infatuate, poi inizia a chiedere loro soldi in prestito, fino a mandarle in rovina. Lo schema regge fino a quando una delle sue amanti, Cecilie Fjellhøy, decide di smascherarlo con un azione combinata di polizia e giornalisti.

La truffa perfetta

Simon Leviev mette in piedi un sistema che coinvolge decine e decine di vittime e, purtroppo, funziona perfettamente. Utilizzando costantemente carte di credito di altri per le operazioni, mettendo le vittime in rapporto con le banche, riesce a rimanere sempre nell’ombra. Nonostante la truffa di Leviev sia pari a 10 milioni di dollari, le autorità non possono, dopo averlo arrestato, trattenere il ladro per più di cinque mesi. Mancano le prove, Leviev per il mondo della finanza non esiste e no ha mai fatto nulla.

Per due anni, Simon è andato in giro per il mondo, passando da un hotel lussuoso all’altro e da una donna all’altra, il tutto senza sborsare un centesimo. Ogni nuova spesa è pagata da un creditore – o più spesso una creditrice – incastrato precedentemente. Se lo schema di Ponzi poteva funzionare nel 1920, oggi con i social network e la miriade di informazioni tacciabili sulla rete, è impossibile essere del tutto invisibili.

Il potere della comunicazione

Cecilie Fjellhøy, Pernilla Sjoholm e Ayleen Charlotte sono solo tre delle vittime che Leviev ha mandato in bancarotta. Sono però anche coloro che hanno tentato di andare fino in fondo. Non trovando supporto da parte della polizia, Cecilie ha usato un’altra arma: il giornalismo. Ha contattato un noto giornale norvegese e, con il supporto del giornalista israeliano Uri Blau, ha fatto scrivere un pezzo, chiamato The Tinder Swindler (Il truffatore di Tinder) che raccontasse quello che Leviev stava facendo. Nel 2019, il pezzo è stato pubblicato e, grazie alle condivisioni, ha permesso a tutto il mondo di conoscere la verità.

Il docu-film Netflix è un ulteriore passo: per una soggetto simile, che non può essere condannato in termini legali, la diffamazione è l’arma più potente. Leviev è ora un uomo libero, gestisce una sua attività in Israele e ancora nega le azioni compiute, ma, almeno, ora tutti sanno che cosa è in grado di fare.

Il truffatore di Tinder è un ottimo docu-film

Avvincente, ricco di contenuti multimediali e di volti, Il truffatore di Tinder è un documentario fatto coi fiocchi. Racconta una storia vera, mettendo anche in evidenza l’aspetto sentimentale che, in questo caso, è imprescindibile. Facendo parlare le vittime di Leviev, non possiamo che calarci nei loro panni e comprendere meglio quanto hanno vissuto. Le immagini realmente scattate, i messaggi vocali, i video, danno sostanza al protagonista del documentario: veniamo a conoscenza di ogni aspetto del truffatore, dalla voce alle movenze.

In conclusione, Il truffatore di Tinder è investigativo al punto giusto, non è troppo tecnico ma permette di comprendere meglio come funziona il catfishing e come stare allerta rispetto ai truffatori online.

Il Truffacuori: recensione del film

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Il Truffacuori: recensione del film

La recensione del film Il Truffacuori di Pascal Chaumeil (L’arnacoeur), presentata allo scorso Tribeca Film Festival con il titolo Heartbreaker. Il Truffacuori – “La vostra unica figlia è follemente innamorata di un ostinato imbecille? Vostra sorella si è appena fidanzata con un rozzo bruto? La vostra miglior amica esce con uno stronzo? C’è un uomo che può ancora salvare la situazione. Il suo nome: Alex Lippi. La sua professione: sabotatore di coppie. Il suo metodo: la seduzione!”

Così comincia Il Truffacuori, la commedia di Pascal Chaumeil (L’arnacoeur), presentata allo scorso Tribeca Film Festival con il titolo Heartbreaker. Alex (Romain Duris), la sorella Melanie (Julie Ferrier) e il marito Marc (Francois Damiens), insieme costituiscono una troupe imbattibile. Il loro mestiere? Mandare all’aria relazioni sentimentali di donne infelici. Ogni mezzo è opportuno pur di raggiungere l’obiettivo della missione: nascondigli, intercettazioni, false identità, paesaggi romantici come dune sabbiose sorvolate da uccelli rarissimi (appena liberati da una voliera), frasi appassionate, sorrisi smaglianti e pianti al momento giusto.

Il Truffacuori

Una vera squadra di 007 dell’amore, o meglio, della separazione. Nessuna complicazione sentimentale. Questa è la regola principale. Alex è perfetto nel suo ruolo da adorabile scavezzacollo, riesce a conquistare tutte le donne cui mira, per poi tirarsi indietro al momento giusto. Poi però arriva Juliette (Vanessa Paradis), una giovane e affascinante ereditiera, colta ed emancipata. Tra dieci giorni sposerà un giovane e ricco inglese, Jonathan (Andrew Lincoln). Il padre di Juliette (Jacques Frantz) teme che sua figlia possa annoiarsi a morte in questo matrimonio e quindi chiede ad Alex di occuparsi di lei. Inizialmente al trio dei Truffacuori, appare una missione improbabile, sia per il poco tempo a disposizione, ma soprattutto perché Juliette sembra veramente innamorata del suo futuro sposo.

Decidono comunque di inseguire questa missione e partono verso il Principato di Monaco, dove Juliette sta organizzando il matrimonio. Inizia così, una Mission Impossible di seduzione in cui Alex scoprirà a sue spese che il piano perfetto non esiste e che non sempre è semplice ritirarsi al momento giusto. Il truffacuori, primo lungometraggio del regista televisivo Pascal Chaumeil, è una commedia fresca, con una sceneggiatura semplice che fa scorrere il film con ritmo e leggerezza. Ad ogni modo, ciò che rende gradevole il film è l’interpretazione del carismatico ed espressivo Romain Duris, (il nostro Luca Argentero francese), il quale riempie lo schermo e ci fa sorridere con le sue espressioni smaliziate. Indimenticabile la scena in cui i due protagonisti ballano sulle note di Dirty Dancing. In definitiva è un film piacevole se si è disposti a fantasticare senza fare troppe domande sulla trama, perché come ogni commedia romantica, lo spettatore conosce fin dall’inizio quale sarà il destino dei personaggi.

Ma forse è per questo che ha avuto in Francia così successo (prima in classifica nel box office con oltre 20 milioni di euro e 3 milioni di spettatori), e probabilmente lo avrà in altri Paesi, perché a volte gli spettatori hanno voglia di sognare e soprattutto di vedere le cose a loro modo, senza alcuna sorpresa. Il film uscirà in Italia l’11 febbraio 2011.

Il truffacuori: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Il truffacuori: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Grande successo cinematografico in Francia, il film del 2010 Il truffacuori (qui la recensione) si è affermato come uno dei più riusciti esempi di commedia romantica, caratterizzato da personaggi memorabili, ottime interpretazioni, situazioni particolarmente comiche ed emozioni che scaldano il cuore. Opera prima del compianto Pascal Chaumeil, che in seguito ha diretto anche Un piano perfetto e Non buttiamoci giù, questo film è ancora oggi ricordato in modo particolarmente positivo e sono molti gli spettatori che lo riscoprono con piacere.

Candidato a 5 Premi Cèsar – gli Oscar francesi – Il truffacuori ha venduto 3,8 milioni di biglietti in Francia e dopo questo successo Chaumeil e l’attore protagonista Romain Duris hanno provato a lavorare di nuovo insieme, in un progetto che voleva essere un omaggio al classico francese Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo (1973). In questa rivisitazione, un impiegato d’albergo si improvvisa sceneggiatore per uscire da un pasticcio e inventa una storia da film d’azione, dove i personaggi condividono molti tratti di quelli che lo circondano.

Questo progetto sfortunatamente non è mai andato mai in porto e dunque Il truffacuori rimane l’unico progetto che ha visto collaborare Chaumeil con Duris, artefici di questo film che tutti gli appassionati del genere non dovrebbero lasciarsi sfuggire. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Il truffacuori. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il truffacuori cast

La trama e il cast di Il truffacuori

Il film racconta le vicende di Alex, “sfasciacoppie” di professione, che, insieme alla sorella e al cognato, gestisce una società specializzata nel salvare donne infelici dalle loro relazioni disfunzionali. Generalmente, la piccola società viene contattata dalla famiglia delle donne in questione e a quel punto Alex, sfoderando fascino e innovative tecniche di spionaggio, seduce le poverette, inducendole a chiudere le relazioni con i rispettivi fidanzati e salvandole così da un futuro di infelicità.

Un giorno Alex viene contattato per risolvere il caso di Juliette, una ricca ereditiera pronta a sposarsi con Jonathan, di cui è perdutamente innamorata. In un primo momento, Alex pensa di rifiutare il caso, poiché, per una questione etica, desidera interferire solo nella vita di coppie infelici. Alla fine, però, spinto dalle necessità economiche, finisce per accettare. Ma la sfida si rivela davvero difficile: perché mancano solo dieci giorni al matrimonio di Juliette e Jonathan e sedurre la donna si rivelerà più complicato del previsto.

Ad interpretare Alex vi è l’attore Romain Duris, celebre per i film Tutti i battiti del mio cuore e The Animal Kingdom. Accanto a lui, nel ruolo di Juliette, si ritrova invece la cantante e attrice Vanessa Paradis, anche nota per essere stata la compagna di Johnny Depp dal 1998 al 2012. Andrew Lincoln, noto per il film Love Actually e per il ruolo di Rick Grimes in The Walking Dead, interpreta invece il promesso sposto Jonathan. Gli attori Julie Ferrier e François Damiens interpretano invece Mélanie e Marc, sorella e cognato di Alex.

Il truffacuori finale

La storia vera che ha ispirato il film

Quella di Il truffacuori non è una storia vera, ma come spesso accade lo spunto è nato da una vicenda realmente avvenuta. Lo sceneggiatore Laurent Zeitoun ha infatti raccontato di aver tratto l’idea per il film da un fatto accaduto nella sua famiglia, quando una sua cugina era innamorata di un uomo che non la trattava bene e lui disse a suo zio che avrebbero dovuto assumere un attore esperto in improvvisazione per far dividere la coppia. Quella che venne fuori più come una battuta che non una reale intenzione è dunque diventata la scintilla da cui poi ha preso vita il racconto del film.

Come finisce il film? Ecco il finale di Il truffacuori

Nel finale del film, Juliette scopre che suo padre ha assunto Alex per cercare di fermare il matrimonio e questo la convince ancor di più ad allontanarsi da Alex – per cui ha iniziato però a provare dei sentimenti – e a volersi sposare. Il giorno del matrimonio, però, prima di raggiungere la fine del navata della chiesa, Juliette si volta e fugge dalla cerimonia per trovare Alex. Il truffacuori le è infatti corso incontro dopo essere stato rimproverato da sua sorella per essersi allontanato dal vero amore per tornare a una vita vuota di falsa seduzione.

I due, dunque, si incontrano e si baciano, coronando così il loro amore. Mentre scorrono i titoli di coda, vengono risolte alcune vicende rimaste in sospeso: tornando al “non matrimonio”, viene dunque rivelato che lo strozzino a cui Alex deve dei soldi lavora in realtà per il padre di Juliette, mentre l’intrigante amica di Juliette, Sophie, flirta con Jonathan, non più promesso sposo. In ultimo, Mélanie e Marc tentano da soli un’altra “seduzione”, ma Marc non ha il fascino di Alex per riuscirci e con l’abbandono di Alex di tale ruolo l’agenzia sembra destinata a chiudere i battenti.

Il trailer di Il truffacuori e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il truffacuori grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Apple TV, Google Play e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 7 maggio alle ore 21:30 sul canale Rai 1.