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Illusioni perdute: il libro di Balzac e le curiosità sul film

Illusioni perdute: il libro di Balzac e le curiosità sul film

Honoré de Balzac è non solo uno dei più importanti letterati francesi di tutti i tempi, ma anche il principale maestro del romanzo realista del XIX secolo durante la fase finale del romanticismo. Molte delle sue opere, facenti parte della sua monumentale La Comédie humaine, sono state fonte di ispirazione per intere generazioni di scrittori ma sono in più occasioni state anche oggetto di adattamenti cinematografici e televisivi. Tra i più noti si ricordano L’amabile ingenua (1949), La bella scontrosa (1991) e La duchessa di Langeais (2007). La trasposizione più recente di una sua opera è però Illusioni perdute, tratta dall’omonimo romanzo e portata al cinema nel 2021 da Xavier Giannoli.

Già regista di apprezzati film come Quand j’étais chanteur (2007), Marguerite (2015) e L’apparizione (2018), Giannoli ha con questo nuovo film assunto un compito tanto ambizioso quanto rischioso, ovvero adattare uno dei romanzi più lunghi, complessi e apprezzati dell’intera opera di Balzac. Lo ha fatto avvalendosi della collaborazione dello sceneggiatore Jacques Fieschi, con cui aveva già collaborato in passato. Presentato poi in concorso alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film si è dimostrato una scommessa vinta per i due autori.

Acclamato da critica e pubblico, Illusioni perdute è poi arrivato ad ottenere 15 nomination ai Premi César, vincendone sette, incluso Miglior film e Miglior adattamento. Si tratta dunque di uno dei titoli più importanti del suo anno, che è bene non farsi sfuggire! Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori ma anche qualche dettagli in più sull’opera da cui è tratto. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Illusioni perdute: il libro di Honoré de Balzac

Pubblicato da Honoré de Balzac in tre parti (I due poeti, Un grande uomo di provincia a Parigi e Eva e David) tra il 1837 e il 1843, Illusioni perdute è la decima opera delle Scene di vita di provincia, il secondo degli svariati cicli narrativi dell’ambiziosa serie de La Comédie humaine. Tra i libri più lunghi dell’intera serie è, nel giudizio di molti scrittori e studiosi, il migliore mai scritto dall’autore. In esso si racconta del fallimento esistenziale di Lucien Chardon, giovane provinciale alla ricerca d’amore e gloria, e delle sue illusioni perdute mentre affronta il mondo letterario alla ricerca di un suo futuro.

In Illusioni perdute si affrontano temi come lo stile di vita delle province contrapposto a quello delle metropoli (da qui la collocazione all’interno delle Scene di vita di provincia), la vita artistica di Parigi nel 1821-22 e la natura della vita artistica in generale e la duplicità di tutte le cose. Nel far ciò Balzac offre un ritratto della società del suo tempo particolarmente ampio e preciso. Il suo obbiettivo con La Comédie humaine era d’altronde quello di descrivere nel modo più esaustivo possibile la società che lo circondava, racchiudendo tutta la propria epoca nella sua Commedia umana.

Illusioni perdute cast

La trama di Illusioni perdute, il suo finale e il cast del film

Il film racconta dunque di Lucien, un giovane poeta che, nella Francia del XIX secolo, aspira a diventare un noto artista. Pieno di speranze e aspettative, lascia la tipografia di famiglia nella sua città natale, per trasferirsi a Parigi in cerca di successo. Mentre Lucien affronta il mondo letterario alla ricerca del proprio futuro, si renderà presto conto che avrà a che fare con una realtà spietata, sottoposta alla legge del guadagno e della finzione, dove tutto ha un prezzo. Riuscirà allora il giovane ragazzo di provincia a rimanere sé stesso e riuscire a realizzare i propri sogni?

La trama del film non copre però l’intero libro di Balzac, ma si concentra soprattutto sulla seconda parte, intitolata Un grande uomo di provincia a Parigi. In essa si racconta appunto dell’arrivo a Parigi di Lucien, del suo tentativo di realizzare una grande opera letteraria e del suo cedere al giornalismo per ottenere rapidamente la fama. La corruzione morale a cui va incontro lo porta però a venire completamente screditato nell’ambito lavorativo e a ritrovarsi economicamente rovinato, costretto così a tornarsene nella sua provincia. Ad interpretare il protagonista Lucien vi è l’attore Benjamin Voisin, già visto in Estate ’85 e affermatosi poi proprio grazie a questo film.

Accanto a lui si ritrovano gli attori Cécile de France nel ruolo di Louise de Bargeton, Vincent Lacoste (premiato ai César come Miglior attore non protagonista) nel ruolo di Étienne Lousteau e il noto attore-regista Xavier Dolan in quello di Raoul Nathan. Il suo personaggio è in realtà una sintesi di tre personaggi del romanzo: Raoul Nathan, un giornalista intrigante, Daniel d’Arthez, uno scrittore laborioso e Melchior de Canalis, un poeta di successo. Completano poi il cast Salomé Dewaels nel ruolo di Coralie, Jeanne Balibar in quello di Marchesa d’Espard, Gérard Depardieu come Dauriat e Louis-Do de Lencquesaing nel ruolo di Finot.

Il trailer di Illusioni perdute e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Illusioni perdute grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 16 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Illusioni mortali, recensione del film di Ann Elizabeth James

Illusioni mortali, recensione del film di Ann Elizabeth James

Disponibile su Netflix dal 18 Marzo, Illusioni mortali racconta la storia di Mary, autrice di best seller thriller dalle tinte erotiche che, dopo anni di pausa, accetta di scrivere il quarto capitolo di una saga di libri a cui stava lavorando, spinta dal fatto che il marito Tom (Dermot Mulroney) ha messo a rischio le finanze familiari con alcuni investimenti sbagliati. Mary, per potersi dedicare al meglio alla stesura del nuovo romanzo, accetta il consiglio di un’amica di rivolgersi a un’agenzia per tate di lusso, in modo tale da assumere qualcuno che si prenda cura dei figli. Approda così nella vita di Mary Grace (Greer Grammer), giovane e candida baby sitter, la cui presenza nella casa costituirà un punto di svolta nella vita di Mary. Il mondo della realtà e quello della finzione romanzesca inizieranno infatti a confondersi nella mente di Mary, cosi come la figura di Grace, che assumerà tinte sempre più ambigue e che attrarrà sempre di più Mary con cui instaurerà una relazione  intima e misteriosa.  

Illusioni mortali: un impianto narrativo privo di basi solide

Col procedere della storia le dinamiche tra i personaggi si fanno sempre più confuse e ambigue, purtroppo però senza risultare intriganti e mantenere alto il livello di tensione; Mary vacilla tra sogno e realtà, non del tutto certa che quanto stia accadendo tra lei e Grace -che intanto inizia anche un gioco di seduzione nei confronti del marito – sia vero o semplicemente un’illusione mortale, come recita il titolo del film. Il rapporto tra le due si fa sempre più morboso, le dinamiche sempre più strane e pericolose. L’identità di Grace viene costantemente messa in dubbio, oscilla tra la facciata candida ed innocente di baby sitter e quella di femme fatale seducente ed erotica. Questi tre personaggi principali, tuttavia, appaiono privi di una caratterizzazione convincente, per cui è difficile stabilire alcun tipo di connessione emotiva con lo spettatore.

Sono personaggi che vivono esclusivamente nel presente; vengono inserite alcune informazioni sulla loro backstory ma non sono sufficienti per permetterci di comprenderli veramente. Il blocco dello scrittore di cui è preda Mary, la frustrazione e l’ossessione generate dalla scrittura non vengono indagate in maniera approfondita e risultano quasi un mero deus ex machina per poter portare in scena un gioco di respingimento e interdipendenza tra le due figure femminili. Eppure non riesce a crearsi un vero e proprio conflitto tra i due personaggi, si strizza l’occhio ai thriller in stile Basic Instinct ma senza riuscire a trovare una propria dimensione. La sceneggiatura del film non convince proprio perché le motivazioni e i desideri dei personaggi non sono chiariti, ma semplicemente abbozzati e lasciati scivolare via, tra battute non memorabili, scandite da un ritmo fiacco e che non riesce a risollevarsi coi pochi -e prevedibili- colpi di scena. Neanche le interpretazioni femminili riescono a salvare questa trama priva di originalità: la gestualità e il lavoro espressivo delle attrici risulta essere troppo caricaturale e macchiettistico, senza conferire alcun valore aggiuntivo all’interpretazione dei personaggi. 

Illusioni mortali: un finale senza reali colpi di scena 

Il personaggio di Grace, teoricamente uno dei punti focali della narrazione, in quanto va a scardinare le dinamiche iniziali della storia, non riesce a risultare tridimensionale, è privo di qualsiasi alone di mistero, che avrebbe potuto almeno avvicinare il film al genere di cui se ne dichiara l’appartenenza. Quando arriva la finale rivelazione sul perché del suo modo di agire, che dovrebbe giustificare l’ambiguità e ambivalenza dei comportamenti del personaggio, questa è così superficialmente accennata che non offre alcuna soddisfacente spiegazione. Si sarebbero potuti approfondire di più alcuni spunti, come il collegamento tra il romanzo che Mary sta scrivendo e quello che accade nella realtà, ma non veniamo neanche a conoscenza del tema del romanzo, se non a grandi linee. Anche il passato di Grace, se gli fosse stato concesso più spazio narrativo, avrebbe potuto rappresentare una storyline quantomeno interessante. Vengono prelevati gli stilemi del thriller ma senza che questi trovino una loro reale dimensione nel racconto.

Il film si propone come un thriller psicologico, ma non viene indagata a fondo la sfera psichica di nessun personaggio; ci si limita a qualche tentativo tramite voice over o flashback, che genera, di fatto, più confusione e ambiguità se guardiamo alla totalità della pellicola. Perfino il finale, quindi, che avrebbe dovuto essere più di impatto, puntando sull’aspetto della rivelazione della misteriosità di Grace, non riesce a convincere, rimanendo blanda testimonianza della scrittura poco audace del film.

Illumination e Universal annunciano quattro nuovi film fino al 2023

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Illumination e Universal non si fermano più. Dopo la conferma dei sequel di MinionsSingPets – Vita da Animali, c’è l’annuncio di quattro nuovi titoli in produzione. I due studi non rivelano ancora i titoli dei nuovi progetti, ma rendono note le date di uscita nelle sale americane.

Universal e Illumination puntano sul week-end dell’Indipendence Day e sulle festività natalizie, sperando di replicare i fasti al box office registrati da SingPets – Vita da Animali. I quattro nuovi film usciranno infatti: il 2 luglio 2021; il 1 luglio 2022; il 21 dicembre 2022 e il 30 giugno 2023.

Riepiloghiamo, invece, le date dei sequel già noti:

Cattivissimo Me 3 in Usa uscirà il 30 giugno 2017 (in Italia ad agosto)

Dr. Seuss’ How The Grinch Stole Christmas con Benedict Cumberbatch in versione Grinch sarà in sala il 9 novembre 2018

– Pets – Vita da Animali 2 è previsto per 3 luglio 2019

Minions 2 sarà in programmazione dal 3 luglio 2020

Sing 2 uscirà il 25 dicembre 2020

Fonte

Illuminati: un progetto in arrivo nel MCU?

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Illuminati: un progetto in arrivo nel MCU?

Gli Illuminati sono un gruppo di personaggi della Marvel Comics creati da  Brian Michael Bendis (testi) e Steve McNiven (disegni) e apparsi per la prima volta in “New Avengers #7” del 2005. Il gruppo è formato da alcuni dei più celebri e potenti supereroi della Terra, come Iron Man, Charles Xavier, Namor il Sub Mariner, Freccia Nera, Doctor Strange e Mister Fantastic.

Gli Illuminati non sono stati determinanti solo in saghe come “Planet Hulk” (è stata loro la decisione di esiliare Hulk nello spazio), ma hanno anche interferito in una serie di altri grandi eventi (ad esempio, il loro ruolo è stato essenziale all’interno delle vicende narrate in “Civil War”). Per contrastarli, venne anche ideata una loro versione malvagia, nota come Cabala, e composta da personaggi quali Norman Osborn, Dottor Destino e Loki.

Adesso, come riportato da The Illuminerdi, sembra che i Marvel Studios abbiamo intenzione di realizzare un film dedicato proprio al gruppo di eroi. Come apprendiamo dalla fonte, pare sia stata una lista relativa ai casting a rivelare le intenzioni della Casa delle Idee circa l’ingresso nell’Universo Cinematografico dei personaggi creati da Bendis.

Gli Illuminati: il gruppo formato da alcuni dei più celebri e potenti supereroi della Terra

Al momento non sappiamo se il progetto in questione sarà un film per il grande schermo o una serie tv destinata a Disney+. In attesa di maggiori dettagli (qualora la notizia dovesse essere confermata), è interessante notare come un progetto del genere potrebbe riunire alcuni dei personaggi più amati del MCU ad eccezione di Iron Man (morto alla fine di Avengers: Endgame). Al di là della direzione che Kevin Feige e lo studio decideranno di intraprendere, un progetto legato agli Illuminati ha comunque un vastissimo potenziale.

Illuminati: quale sarà il loro futuro nel Marvel Universe?

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Illuminati: quale sarà il loro futuro nel Marvel Universe?

Lo scorso fine settimana è stato rilasciato il documentario Marvel Studios Assembled (tramite The Direct) incentrato su Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Mentre commentava l’introduzione degli Illuminati nel film, il co-produttore Richie Palmer ha parlato del futuro della squadra, spiegando che la versione del multiverso del gruppo ha aperto le porte a una diversa incarnazione che apparirà più avanti lungo la strada.

“Gli Illuminati sono un gruppo che volevamo introdurre nei nostri film da anni. Sono un’organizzazione segreta che lavora fuori dai radar. Fanno le cose di cui gli altri gruppi come i Vendicatori non sarebbero molto contenti di fare… Farlo in un universo alternativo nel Multiverso è stata una cosa davvero eccitante perché abbiamo incontrato una versione di questo gruppo in quest’altro universo, e poi un giorno potremmo vedere gli Illuminati del nostro MCU principale, il che è anche molto eccitante”.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: recensione del film con Benedict Cumberbatch

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Illuminae: lo sci-fi firmato Brad Pitt e Warner Bros.

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Illuminae: lo sci-fi firmato Brad Pitt e Warner Bros.

Secondo le ultime voci Brad PittWarner Bros. sarebbero intenzionati a realizzare un adattamento cinematografico del romanzo Illuminae, firmato dal duo australiano composto da Amie Kaufman e Jay Kristoff, è il primo di una trilogia sci-fi ambientata nell’anno 2575 e caratterizzata da una narrazione che si sviluppa attraverso una serie di documenti e dossier trafugati da una coppia di hacker.

A produrre la pellicola ci penserà lo stesso Pitt in collaborazione con Dede GardnerJeremy Kleiner di Plan B, mentre è ancora presto per sbilanciarsi su chi dirigerà il film in quanto, al momento, si è ancora alla ricerca di uno sceneggiatore che firmi lo script.

Fonte: Hollywood Reporter

Ilenia Pastorelli: 10 cose che non sai sull’attrice

Ilenia Pastorelli: 10 cose che non sai sull’attrice

Ilenia Pastorelli è attiva solo da pochi anni nel campo cinematografico, eppure ha già ottenuto ampi consensi di critica e pubblico. L’attrice ha infatti saputo scegliere ruoli che meglio le permettevano di esprimere il suo potenziale, affermandosi tanto per le doti comiche che per quelle più drammatiche.

Ecco 10 cose che non sai di Ilenia Pastorelli.

Ilenia Pastorelli film

1. Ha debuttato da protagonista. L’attrice prende parte nel 2015 al suo primo film, Lo chiamavano Jeeg Robot, diretto da Gabriele Mainetti e nel quale recita accanto a Claudio Santamaria e Luca Marinelli. Successivamente partecipa al film Niente di serio (2017) e nel 2018 è la protagonista del film Benedetta follia, di e con Carlo Verdone. Sempre nel 2018 è tra i protagonisti del film Cosa fai a Capodanno?, mentre nel 2019 recita insieme a Alessandro Gassmann, Marco Giallini e Edoardo Leo in Non ci resta che il crimine. Nello stesso anno è nuovamente protagonista nel film Brave ragazze.

Ilenia Pastorelli vita privata

2. E’ single. L’attrice ha dichiarato di recente di essere single da un paio di anni, e di convivere esclusivamente con il proprio gatto.

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Ilenia Pastorelli Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 79,3 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche foto promozionali dei suoi progetti futuri o scatti realizzati per diverse riviste di moda.

Ilenia Pastorelli Il Grande Fratello

4. Ha partecipato al celebre reality show. L’attrice ha raggiunto una prima notorietà già nel 2011, quando ha partecipato alla dodicesima edizione del reality show Il Grande Fratello. L’attrice arrivò fino in seminifinale, trascorrendo dunque diversi mesi all’interno della casa.

5. Ha sofferto la permanenza. La Pastorelli si è in seguito dichiarata sconvolta dall’esperienza, affermando che l’isolamento richiesto dal programma l’ha indebolita fisicamente ed emotivamente. Uscita di lì l’attrice si dedicò infatti a riacquistare tutto ciò che aveva perso in quei mesi nella sua vita.

Ilenia Pastorelli Lo chiamavano Jeeg Robot

6. Si è trovata in sintonia con il suo ruolo. L’attrice era spaventata dall’idea di recitare in un film, ma quando lesse il copione scoprì che Alessia, il personaggio che avrebbe dovuto interpretare, parlava proprio come lei ed entrare nella parte le fu semplice. In seguito venne a sapere che il ruolo era stato modellato proprio su di lei, dopo che gli sceneggiatori l’avevano vista ne Il Grande Fratello.

7. Ha vinto un importante riconoscimento. Per il suo ruolo nel film l’attrice ha ottenuto grandi consensi da parte di critica e pubblico. In seguito, nel 2016, ha vinto il David di Donatello come miglior attrice protagonista, al suo ruolo di debutto.

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Ilenia Pastorelli Non ci resta che il crimine

8. Aveva timore a girare le scene di nudo. Nel film diretto da Massimiliano Bruno Ilenia Pastorelli interpreta la donna del boss criminale, e numerose sono le scene di nudo che vedono protagonista l’attrice. La Pastorelli ha infatti dichiarato di essersi inizialmente sentita a disagio, ma di essersi poi resa conto che paradossalmente la nudità conferisce un senso di forza, e che erano gli altri attori a sentirsi a disagio.

Ilenia Pastorelli Benedetta Follia

9. Ha recitato nel film di Carlo Verdone. Nel film la Pastorelli interpreta Luna, ragazza sfrontata della periferia romana che sconvolgerà la vita di Guglielmo, interpretato dallo stesso regista. L’attrice si è dichiarata entusiasta di poter lavorare con Verdone, che da sempre è il suo mito cinematografico.

Ilenia Pastorelli età e altezza

10. Ilenia Pastorelli è nata a Roma, il 24 dicembre 1985. L’altezza complessiva dell’attrice è di 177 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

 

 

Ilary: recensione della docuserie sulla “nuova vita” di Ilary Blasi

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Disponibile su Netflix a partire dal 9 gennaio, la docuserie Ilary che nelle premesse (e nelle promesse) vuole far scoprire al pubblico una Ilary Blasi come non l’abbiamo mai vista prima. Diretta da Tommaso Deboni e scritta da Romina Ronchi, Peppi Nocera, Ennio Meloni e Jacopo Ghirardelli, la serie è prodotta da Banijay Italia e si presenta come un viaggio nella vita della celebre conduttrice televisiva. Attraverso cinque episodi, Ilary offre uno sguardo dietro le quinte della quotidianità di una delle figure più iconiche dello spettacolo italiano, intrecciando ironia, emozioni e momenti di riflessione.

La serie si distingue immediatamente per il suo tono scanzonato, rispecchiando appieno la personalità della protagonista. Dopo aver affrontato il delicato tema della separazione dal marito Francesco Totti in Unica, Ilary Blasi si racconta ora in una fase completamente nuova della sua vita. La narrazione si dipana tra scene glam sotto i riflettori, momenti più intimi e le sfide di una quotidianità che, nonostante la fama, cerca di mantenere una parvenza di normalità.

Ilary è un mix di ironia e introspezione

Ilary alterna momenti divertenti e spensierati a riflessioni più profonde che non sempre hanno il sapore dell’autenticità. La serie ci porta nel backstage di “Battiti Live” insieme all’immancabile Alvin, ma anche nella tranquillità della vita familiare, con episodi esilaranti come il rinnovo della patente della nonna novantenne. Tuttavia, c’è spazio anche per emozioni più intime, come i sogni mai realizzati, le sfide personali e le nuove direzioni di vita. Ilary decide, ad esempio, di iscriversi all’università per studiare criminologia, alimentando una sua vecchia passione, o di affrontare una delle sue più grandi paure lanciandosi col paracadute.

Un cast di volti noti e momenti memorabili

A rendere la serie più accattivante è la presenza di guest star d’eccezione come Michelle Hunziker, Nicola Savino e Federica Sciarelli. Ognuno di loro aggiunge un tocco unico alla narrazione, creando momenti inaspettati e talvolta esilaranti. Federica Sciarelli, in particolare, ha un ruolo centrale in una delle scelte più significative di Blasi, offrendo un ulteriore livello di profondità alla storia.

Il gruppo di amiche storiche di Ilary, che include le sorelle Silvia e Melory Blasi, rappresenta un altro elemento cardine della serie. Dai corsi di abbracci (un paradosso per la showgirl, che li odia) alle vacanze in barca, queste relazioni donano alla narrazione un senso di genuinità e leggerezza. Anche il nuovo compagno, Bastian, fa la sua comparsa, contribuendo a raccontare la rinascita personale della protagonista.

Tra glamour e contraddizioni

La forza di Ilary risiede nella sua protagonista, capace di affrontare la vita con autoironia e leggerezza. Tuttavia, proprio questa leggerezza diventa il punto di partenza per una riflessione critica sull’intera operazione. La serie si rifà chiaramente a modelli statunitensi, come quelli di Al passo con i Kardashian, ma applicarli al contesto italiano risulta meno efficace. Se negli esempi americani il culto della personalità è costruito attorno a figure che incarnano uno stile di vita aspirazionale ed estremo, Ilary cerca di presentare una donna che si definisce “normale” pur vivendo in un mondo fatto di privilegi, lussi e opportunità straordinarie. Questa dicotomia può risultare spiazzante, lasciando il dubbio su quanto la serie riesca davvero a connettersi con la sensibilità del pubblico italiano.

Un prodotto piacevole ma non rivoluzionario

Ilary è un prodotto leggero con un’idea molto precisa di storytelling. La regia di Tommaso Deboni e la scrittura di un team esperto riescono a mantenere alto il ritmo, alternando momenti di puro intrattenimento a segmenti più riflessivi (e più deboli). La forza della serie risiede nella capacità di raccontare una vita straordinaria con toni leggeri e accessibili, anche se il risultato finale non sempre trova un equilibrio perfetto.

In definitiva, la docuserie si rivolge principalmente ai fan della conduttrice e agli appassionati di gossip. Non è un prodotto che mira a rivoluzionare il genere, contribuendo principalmente alla costruzione di una personalità solare e autentica della sua protagonista. Ilary è davvero uno sguardo unico su una delle figure più amate della televisione italiana, quanto poi sia autentico, è stata la Blasi a deciderlo.

Il wrestler Dylan “Hornswoggle” Postl sarà il nuovo Leprecano!

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Lionsgate e WWE Studios stanno gettando le basi per un reboot di Leprechaun, film horror del 1993 diretto da Mark Jones, primo di una serie

Il WGA, sindacato degli sceneggiatori, favorevole, con alcune condizioni, all’uso dell’IA

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Negli ultimi mesi, in seguito della forte popolarità di ChatGPT e altri programmi di intelligenza artificiale, sono notoriamente state sollevate diverse preoccupazioni riguardo all’uso che di tali strumenti si può fare, specialmente riguardo quei mestieri che si fondano sulla scrittura. Da un lato, gli utenti sono sbalorditi dalle capacità sempre più potenti di questi programmi. D’altra parte, tuttavia, la prospettiva della scrittura generata dall’intelligenza artificiale è infatti terrificante per scrittori e sceneggiatori, che temono che il loro lavoro possa  divenire obsoleto dinanzi a tali nuovi tecnologie. Il WGA, ovvero il sindacto degli sceneggiatori, ha ora comunicato di approvare i film scritti dall’intelligenza artificiale.

Secondo Variety, la Writer’s Guild of America ha infatti proposto di consentire l’uso dell’intelligenza artificiale nella scrittura di sceneggiature. In base a tale proposta, gli sceneggiatori potrebbero dunque utilizzare l’intelligenza artificiale come strumento, ma a delle condizioni. La prima di queste è il mantenimento del pieno credito di scrittura del film. La proposta afferma che il lavoro generato dall’intelligenza artificiale non può essere considerato “materiale letterario” o “materiale di partenza”. Per questo motivo, ChatGPT o altri programmi di intelligenza artificiale utilizzati non verrebbero considerati uno scrittore del progetto e, e questa è la seconda condizione, il loro utilizzo non può avere un impatto sul compenso residuo degli scrittori.

La WGA probabilmente continuerà a contrattare questa proposta per le prossime settimane. Al momento, infatti, la decisione del sindacato degli sceneggiatori non sembra suggerire che le IA possano superare i lavori di uno scrittore umano. Ma questa decisione critica, secondo alcuni, dipenderà probabilmente da un fattore chiave: ovvero se gli script generati dall’intelligenza artificiale saranno più o meno buoni. Più l’intelligenza artificiale viene utilizzata, migliore diventa l’algoritmo. Dunque, se sempre più scrittori accettano l’invito del WGA e usano l’intelligenza artificiale come aiuto, lo sceneggiatore AI acquisirà capacità, rendendo sempre più difficile da definire il ruolo di tali tecnologie.

https://twitter.com/WGAWest/status/1638643544977195008?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1638643544977195008%7Ctwgr%5E7f167ebdfb1ca1517ae58b94151653d446b41350%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fai-written-movies-officially-approved-screenwriters-details%2F

Fonte: ScreenRant

Il week-end di Venezia 69!

Grandi sorprese ci sono state e ci aspettano nel week-end veneziano. Ieri c’è stata la proiezione di The Master di Paul Thomas Anderson,

Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere: recensione della serie d’animazione Disney+

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Dal 29 gennaio, su Disney+, sono disponibili i primi due episodi di Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere. Da oltre sessant’anni, Spider-Man è uno dei supereroi più amati della cultura popolare. Creato da Stan Lee e Steve Ditko, il personaggio ha vissuto numerose incarnazioni, dai fumetti alle serie animate fino ai blockbuster cinematografici, fino al rivoluzionario Spider-Man: Into the Spider-Verse del 2018. Ora, con Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiereDisney+ offre un nuovo, entusiasmante approccio alla storia delle origini di Peter Parker, curato dal creatore Jeff Trammell. La serie animata in dieci episodi riesce a bilanciare nostalgia e modernità, offrendo un ritratto autentico della vita adolescenziale nella contemporaneità.

Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere racconta una nuova origine di Spider-Man

La serie si apre nel cuore del Queens, New York, dove Peter Parker (doppiato da Hudson Thames, già noto per What If…?) è pronto per il suo primo giorno alla Midtown High School. Tuttavia, il suo entusiasmo viene bruscamente interrotto quando un mostro sconosciuto proveniente da un’altra realtà attacca la scuola, gettando tutti nel caos. Nel bel mezzo della confusione, un ragno radioattivo morde Peter, conferendogli poteri straordinari che cambieranno la sua vita per sempre. 

A seguito di questo attacco, la Midtown viene distrutta, costringendo Peter a trasferirsi alla Bales High. Qui stringe nuove amicizie con Nico Minoru (Grace Song), la sua migliore amica, Pearl Pangan (Cathy Ang), per la quale ha una cotta, e Lonnie Lincoln (Eugene Byrd), il popolare quarterback della scuola che ah una storia con Pearl. Mentre cerca di destreggiarsi tra la sua nuova vita scolastica e i suoi sentimenti contrastanti per Pearl e Lonnie, verso il quale nutre una naturale simpatia nonostante sia geloso di lui, Peter inizia anche ad abbracciare la sua identità segreta di Spider-Man, combattendo il crimine con un costume improvvisato e cercando di proteggere la città.

Un’adolescenza tra amicizie, scelte morali e mentori ambigui

Uno degli elementi di maggiore interesse della serie è il modo in cui esplora le classiche dinamiche adolescenziali, con Peter alle prese con amicizia, appartenenza e amore. Tuttavia, Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere va oltre, analizzando anche temi come l’avidità, il potere e la lealtà. Si innesta quindi nel filone del racconto teen, come di recente avevano fatto i film con Tom Holland, ma in una maniera quasi più adulta e consapevole.

Peter, in cerca di una guida, ottiene uno stage presso Oscorp, la gigantesca compagnia scientifica e ingegneristica diretta da Norman Osborn (Colman Domingo). Inizialmente affascinato dalla figura di Osborn, il giovane eroe si ritrova presto a mettere in discussione le reali intenzioni del suo mentore. Il rapporto tra Peter e Osborn è uno degli aspetti più intriganti della serie: l’ambiguità morale dell’uomo d’affari e il conflitto interiore di Peter creano una tensione avvincente che attraversa tutta la stagione.

Ma Osborn non è l’unico antagonista in scena. A complicare ulteriormente le cose c’è Big Don (doppiato dal wrestler Ettore “Big E” Ewen), il temibile boss criminale della 110th Street, e Otto Octavius (Hugh Dancy), ex scienziato Oscorp, le cui pericolose ricerche sulla fusione Gamma finiscono nelle mani sbagliate. La presenza di questi iconici villain, già apparsi nei film di Spider-Man di Sam Raimi, viene rivisitata in modo originale, rendendo i personaggi attuali e imprevedibili.

Animazione nostalgica e omaggi allo Spider-Verse

Visivamente, Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere è un vero spettacolo. Sotto la guida di Leo Romero e dello studio Polygon Pictures, la serie combina animazione 2D e 3D, adottando uno stile che richiama le illustrazioni dei fumetti degli anni ’90. Questo design retrò offre un contrasto affascinante con le moderne tecniche d’animazione, evocando la stessa atmosfera delle serie classiche come Spider-Man: The Animated Series e The Spectacular Spider-Man. Gli amanti dell’universo Marvel troveranno anche molte sorprese: personaggi iconici come Daredevil (Charlie Cox) e Kingpin (Vincent D’Onofrio) fanno la loro apparizione, gettando le basi per l’attesissima serie live-action Daredevil: Rinascita, in uscita il 4 marzo su Disney+.

Un nuovo classico dell’animazione Marvel

Con una sceneggiatura ben strutturata, un cast vocale eccezionale e una miscela perfetta di azione, emozione e umorismo, Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere è una vera e propria lettera d’amore ai fan di Spidey. Jeff Trammell e il suo team, guidato da Charlie Neuner, non solo onorano la tradizione del personaggio, ma riescono anche a renderlo accessibile a una nuova generazione di spettatori, confermato che in casa Marvel, l’animazione è una cosa seria (come testimonia anche il successo di X-Men ’97).

Questa serie è un viaggio nella crescita di Peter Parker come eroe, ma anche un’esplorazione più ampia del suo mondo e delle persone che lo abitano. Il risultato è uno show avvincente, ricco di Easter egg e momenti memorabili, capace di conquistare sia i fan di lunga data che chi si avvicina per la prima volta all’universo dell’Uomo Ragno. La serie si impone come una delle migliori incarnazioni animate del nostro amichevole supereroe di quartiere.

Il Volto di un’altra: recensione del film di Pappi Corsicato

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Il Volto di un’altra: recensione del film di Pappi Corsicato

Pappi Corsicato si è sempre distinto nel panorama cinematografico italiano per il suo spirito libero e per le sue geniali intuizioni di sceneggiatura,  realizzando sempre pellicole ai limiti del surreale e spesso riuscendo a dire molto sulla società contemporanea con grande acume e naturalezza. E con Il volto di un’altra non cambia genere. Il film presentato in Concorso al Festival del Film di Roma parte da un’intuizione geniale, sviluppata poi in una storia a metà tra grottesco e surreale in cui i contorni sono molto più curati e interessanti della storia principale.

Bella è la splendida ed esuberante conduttrice di un famoso programma televisivo sulla chirurgia estetica. René è suo marito, un medico chirurgo che nello stesso programma effettua gli interventi sugli ospiti. Il volto di un’altra inizia con il licenziamento di Bella. La motivazione è che gli ascolti dello show sono in calo, il pubblico è stanco ormai di vedere la sua faccia. Bella, infuriata, lascia lo studio televisivo e, sulla via del ritorno a casa, ha un brutto incidente d’auto che in qualche modo le cambierà la vita e le offrirà una seconda possibilità.

Il volto di un’altra, il film

Corsicato si sente a suo agio a raccontare questa storia, che genera a tratti incredulità per l’eccessiva stranezza di quello che accade, non solo a livello narrativo, ma anche da un punto di vista della messa in scena. L’handicap grave del film però sono gli attori: Laura Chiatti e Alessandro Preziosi non verranno certo ricordati per la loro interpretazione in questo film, cosa che invece succederà per tutte le comparse che hanno ruoli minori e passeggeri.

Interessante lo sviluppo finale del racconto e soprattutto la rappresentazione dei media e dei popolo medio, ritratto che rispecchia la realtà italiana fatto di scoop, gossip, reality e spazzatura venduta su tv e giornali e spacciata per informazione. Il volto di un’altra è un interessante riflessione sulla società italiana raccontata attraverso una storia di imbrogli che vede protagonista non solo una donna e suo marito, ma soprattutto una società allegramente ignorante.

Il volto di Galactus è (quasi) completamente svelato nel nuovo spot di I Fantastici Quattro: Gli Inizi

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L’ultimo spot televisivo di I Fantastici Quattro: Gli Inizi mostra ancora di più la Prima Famiglia Marvel in azione, mentre si raduna per combattere contro il Divoratore di Mondi, Galactus.

Guardate attentamente e, quando la Torcia Umana si accende e attacca il cattivo, otteniamo la nostra migliore occhiata al volto di Galactus. Ralph Ineson ha sicuramente l’aspetto giusto per la parte, e sappiamo che la star di Nosferatu ha anche la voce giusta per dargli vita sullo schermo.

Il promo mostra anche Mister Fantastic all’attacco e, nonostante l’evidente differenza di dimensioni, questa squadra darà chiaramente il massimo per sconfiggere l’essere Celestiale che minaccia il loro mondo.

Parlando del suo approccio all’interpretazione di Johnny Storm, l’attore Joseph Quinn ha recentemente dichiarato: “È un uomo che guida con molta spavalderia, il che a volte può essere un affronto. Ma è anche divertente. Io e [il capo dei Marvel Studios] Kevin [Feige] stavamo parlando delle sue precedenti interpretazioni e della nostra situazione culturale.”

“Era etichettato come un tipo donnaiolo e spensierato, ma è sexy oggigiorno? Non credo”, ha continuato. “Questa versione di Johnny è meno insensibile ai sentimenti altrui e, si spera, c’è una maggiore consapevolezza di ciò che lo spinge a cercare attenzioni.”

I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film Marvel Studios I Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale.

Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.

Il vizio della speranza: recensione del film di Edoardo De Angelis

Dopo tre lungometraggi, tutti girati nelle periferie della Campania e nei suoi angoli più disperati, la coerenza di Edoardo De Angelis inizia a farsi vedere, e Il vizio della speranza contribuisce a rendere evidente il percorso di un regista che sa come raccontare storie inverosimili ambientate in contesti realistici con sguardo originale, affamato di carne e polvere, di bellezza e degrado. Stavolta abbandonando l’immaginario fantastico che aveva caratterizzato Indivisibili e abbracciando la simbologia cristiana in chiave contemporanea: Maria è il miracolo della nascita, come l’Immacolata concezione, e incubatrice dell’umanità stessa racchiusa nei luoghi dimenticati da Dio. In questo caso, il fazzoletto di spiaggia e la palude che circondano Castel Volturno.

Ne Il vizio della speranza la fine del mondo ha il nome e l’aspetto di Castel Volturno, un comune della provincia di Caserta sepolto da cumuli di spazzatura, strade deserte e prostituzione. Qui comanda la mafia, con i suoi traffici illeciti di bambini, e vive Maria, figlia dell’assenza della madre e del luogo, che ogni giorno traghetta da una parte all’altra le povere anime delle donne con in grembo la vita, e non c’è sogno o possibilità di fuga in questo purgatorio terrestre: semplicemente si gira a vuoto aspettando che sorga e tramonti il sole (ma nemmeno la luce riesce a filtrare per quante nubi affollano il cielo), in un circolo “viziato”, terrificante, dove ogni gesto suggerisce miseria e morte. L’unico tocco di colore è dato dall’insegna rossa luminosa che delimita il confine tra il mondo reale e l’universo sospeso sul fiume Volturno; culla della criminalità e tomba dei silenzi.

De Angelis si mette alle (e sopra le) spalle della protagonista, interpretata da Pina Turco, e la insegue instancabilmente lungo tutto il film, con carrellate dense di dolore e riprese che lasciano il segno; sulla pelle di chi questa esperienza la vive dentro lo schermo e di chi la riceve impassibile, senza avere la forza di reagire. Ma se ci fosse stata una maggiore corrispondenza tra le meravigliose trovate della messa in scena e le intenzioni della sceneggiatura, Il vizio della speranza avrebbe rappresentato qualcosa di unico nel panorama cinematografico italiano (così come lo era stato in parte Indivisibili) e universale, anche rifiutandone l’accezione negativa del termine.

Il vizio della speranza, il trailer

Il visionario mondo di Louis Wain: recensione del film

Il visionario mondo di Louis Wain: recensione del film

Con un elogio alla pittura, all’amore e alla follia, il regista Will Sharpe ci accompagna nella vita di Louis Wain, artista dall’animo sensibile e fragile, creando un universo variopinto e affascinante. Uscito su Prime Video il 5 novembre 2021Il visionario mondo di Louis Wain vede un bravissimo Benedict Cumberbatch nelle vesti del protagonista, pittore realmente esistito, circondato da donne impersonate da attrici magistrali come Claire Foy (The Crown), Andrea Riseborough (Black Mirror), Aimee Lou Wood (Sex Education).

Louis Wain: la storia dell’artista tormentato

Il visionario mondo di Louis Wain racconta la storia di un artista britannico dell’800. Louis Wain nasce a Londra nel 1860: è il primogenito di sei figli e l’unico maschio. In seguito alla morte del padre, a 20 anni si trova costretto a lasciare la scuola d’arte per lavorare e sostenere l’intera famiglia. Nonostante il suo disordine mentale e la sua instabilità, i guadagni di Louis come illustratore per i giornali permettono alle sorelle di avere una governante che le educhi, Emily Richardson. Contro tute le dicerie e la differenza di età (Emily è dieci anni più grande di Louis), i due si innamorano e si sposano. Dopo soli tre anni di vita insieme, Emily si ammala di cancro e muore, lasciando Louis solo con il loro amato gatto Peter. Seguono per l’artista anni di enorme sofferenza interiore ma grande successo sul lato artistico: i gatti antropomorfizzati dai grandi occhi diventano i protagonisti dei disegni di Wain e lo conducono alla notorietà. Per tutta la vita l’artista vive dilaniato da lutti e dispiaceri famigliari, ma non rinuncia mai alla sua arte, nemmeno quando è ormai privo di vista e in casa di cura.

Ne Il visionario mondo di Louis Wain, il folle diventa magico

Will Sharpe prende la follia dell’artista e la trasforma in magia, creando un racconto fiabesco. Una voce narrante accompagna le immagini dall’inizio alla fine, seguendo gli avvenimenti e i viaggi della disturbata mente di Louis. Come spesso accade nei biopic sugli artisti, si veda ad esempio Gaugin con Vincent Cassell, anche ne Il visionario mondo di Louis Wain c’è il tentativo di giustificare, esplicitare, la follia e il tormento che stanno dietro ad un grande artista. Come se fosse necessario riscattare compassione attorno a figure geniali ma sole e disturbate. In questo caso però, la rappresentazione di Wain non è banale o estremamente forzata da sembrare una caricatura. Benedict Cumberbatch è riuscito a interpretare con delicatezza ogni stato d’animo vissuto dall’artista. Ricordando vagamente Buster Keaton, attore del cinema muto noto come Faccia di pietraCumberbatch mostra un volto serio e spesso immobile, ma comunque potentissimo a livello espressivo. Il velo di tristezza e di tormento dell’artista sono incastonati perfettamente nei minimi movimenti facciali dell’attore.

L’amore e gli affetti di Wain, croce e delizia

Louis Wain, crescendo circondato da cinque sorelle femmine, è un animo estremamente sensibile. Ne Il visionario mondo di Louis Wain, la caratterizzazione delle sorelle è ben studiata: ognuna di esse ha un ruolo preciso nel film come nella vita dell’artista. La maggiore, Caroline (Andrea Riseborough), ha un carattere potente, pieno di ombre e sfumature di follia, in grado di influenzare tutti i fratelli. La minore, Marie (Hayley Squires), è tormentata fin da bambina dagli incubi, come Louis: tra i due vi è un forte legame.

Un’altra donna essenziale nel film è Emily (Claire Foy), unico grande amore a cui Louis dà tutto sé stesso. L’affetto tra i due è descritto con assoluta dolcezza, dai primi incontri fino all’intensissimo dialogo prima della morte di lei. Wain ama tutte le sue donne: Emily, le sorelle, la madre. Ogni disgrazia che le tocca è per lui motivo di estrema sofferenza, dolore che solo il disegno sembra momentaneamente placare. In un circolo vizioso.

Il visionario mondo di Louis Wain è un film pittorico

L’aspetto pittorico, colorito e pieno di sfumature dell’arte di Wain viene ripreso sotto molteplici aspetti dal regista. In primis, le ambientazioni: si passa dalle ricostruzioni incantevoli della Londra nel pieno della Rivoluzione Industriale, caotica, densa di animali e di umanità variopinta, agli spazi suburbani della campagna inglese, scorci incantevoli che da realtà si trasformano in dipinto. L’attenzione ai costumi, agli interni domestici, non fanno che riempire gli occhi dello spettatore di meraviglia. Il visionario mondo di Louis Wain è un film che vuole esaltare la bellezza. Non soltanto la bellezza esteriore, della natura, degli animali, ma anche la bellezza della mente umana, tra luci e ombre, e di ciò che l’uomo è in grado di pensare, progettare e creare.

The electrical life of Louis Wain

Riprendiamo il titolo inglese originale de Il visionario mondo di Louis Wain perché il discorso sull’elettricità è il fil rouge dell’intero film. L’artista britannico ammirava la forza elettrica, trovava che l’elettricità avesse una grossa influenza sulla vita degli uomini e degli animali. Venerata e temuta come se fosse una divinità, l’elettricità di cui parlava Wain è quasi un concetto filosofico, la chiave da ricercare per comprendere in profondità il segreto della vita.

Qualcosa di potente e spettacolare, forse l’amore, forse la bellezza, forse l’arte. In ogni caso, il film di Wain sicuramente è ricco di questa elettricità.

Il vigneto dell’amore: dal cast alle location, tutto quello che c’è da sapere sul film

La commedia romantica Il vigneto dell’amore, diretto da , arriva su Rai 2 per offrire un racconto che tra vini, vigneti e buoni sentimenti non deluderà gli appassionati di questo genere. Come noto, i film e le serie dedicate al mondo della ristorazione e sono aumentati notevolmente, ma in questo film prodotto dalla Hallmark il principale degli ingredienti è, come suggerisce il titolo, l’amore.

La Hallmark, per chi non lo sapesse, è una produzione televisiva specializzata in particolare in pellicole di genere sentimentale, dove si raccontano dunque storie di personaggi che il più delle volte si trovano a compiere percorsi articolati e imprevedibili prima di cascare definitivamente l’uno nelle braccia dell’altro. Altri titoli della Hallmark particolarmente noti sono Sognando Parigi, Un amore in fondo al mare, Tra le onde delle HawaiiUn Natale spettacolare (molti dei film natalizi della Hallmark si possono ritrovare su Prime Video).

Con questo lungometraggio in programma sulla Rai, però, si entra nel mondo dell’alta cucina, dove tra ricette, fornelli ed equivoci non mancherà di fare capolino anche l’amore. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Il vigneto dell’amore. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove è stato girato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il vigneto dell'amore trama
Juan Pablo Di Pace in Il vigneto dell’amore. © Crown Media United States, LLC

La trama di Il vigneto dell’amore

Protagonista del film è la giovane aspirante sommelier Jenna Savern. Il suo fidanzato ha un ristorante dove lei vorrebbe occuparsi della selezione dei vini, ma lui non sembra considerarla sufficientemente all’altezza. Jenna sentendosi frustrata, decide perciò di tornare a casa nel vigneto dei suoi genitori in California. Il suo scopo è quello di perfezionare le sue competenze affiancando per un periodo l’enologo che si occupa del vino prodotto dalla sua famiglia.

Si tratta di Marcelo Castillo, un affascinante professionista argentino che segue metodi anticonvenzionali che hanno alla base il rispetto per la natura. Jenna è presto stregata dal giovane enologo e tra i due non tarderà a nascere un amore travolgente. Ben presto, però, la ragazza si troverà naturalmente a dover compiere delle scelte, cercando di capire cosa desidera davvero di più per sé e il suo futuro.

Il vigneto dell'amore cast
Juan Pablo Di Pace, Laura Osnes e Matthew James Dowden in Il vigneto dell’amore. © Crown Media United States, LLC

Il cast e le location dove è stato girato il film

Ad interpretare Jenna Savern vi è l’attrice Laura Osnes, vista nei film Come ti salvo il NataleJust in Time, ma nota anche per aver interpretato Lizzie nell’episodio The Legend of Lizzie della serie La fantastica signora Maisel. Accanto a lei, nel ruolo di Marcelo Castillo, vi è invece, l’attore Juan Pablo Di Pace, celebre per il ruolo di Fernando nella serie Le amiche di mamma. L’attore Matthew James Dowden, invece, è Aidan Parker, fidanzato di Jenna.

Eric Keenleyside e Lini Evans interpretano invece Mike Savern e Lynn Savern, genitori di Jenna. La celebre sommelier Jennifer Lyn Huether interpreta invece sé stessa e nel film e l’idolo di Jenna. Nella realtà, Huether è diventata Master Sommelier nel 2011, divenendo una delle sole 26 donne su 255 in tutto il mondo a ricoprire tale grado. Per quanto riguarda il luogo dove si sono svolte le riprese, questo è l’Okanagan Valley, nella Columbia Britannica, in Canada, luogo ricco di aziende vinicole.

Il trailer di Il vigneto dell’amore e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di giovedì 20 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Il viaggio leggendario, la recensione del film dei DinsiemE

Il viaggio leggendario, la recensione del film dei DinsiemE

I DinsiemE sono una coppia di giovani youtuber siciliani che si sono registrati sulla piattaforma di condivisione video a partire da gennaio 2018 e che, ad oggi, hanno superato il milione e mezzo di utenti iscritti al loro canale.

Erick Parisi e Dominick Alaimo, fidanzati, 27 anni lui e 26 lei, hanno inventato il nome del loro duo artistico usando le loro iniziali e mettendole all’inizio e alla fine della parola “insieme”. Così cinque anni fa partono col pubblicare contenuti indirizzati ai più piccoli in cui, all’interno di video che durano dai dieci ai venti minuti, superano prove e sfide che si lanciano reciprocamente o che vengono dai loro nemici dottor Timoti e dottor Giniu, dove devono svolgere giochi di varia natura il cui scopo è, tendenzialmente, non arrendersi.

Il viaggio leggendario è la loro prima performance su grande schermo, diretto da Alessio Liguori, prodotto da Lotus Production e distribuito da Medusa, è tratto dal loro omonimo libro uscito due anni fa che è solo una parte della loro proficua attività, fatta anche di canzoni, gadget di ogni sorta e altre pubblicazioni con proposte d’intrattenimento più o meno luccicanti.

La storia de Il viaggio leggendario inizia con la coppia impegnata nel suo passatempo preferito, ovvero cucinare facendo pasticci e incolpandosi di conseguenza in maniera scherzosa, sgranando gli occhi ed emettendo frasi con vocali allungatissime. Il programma serale prevedrebbe un pigiama party con le amiche di Dominick, senonché, nel cuore della notte, bussa alla porta un corriere che gli recapita un pacco contenente un lettore di videogiochi ma, appena lo accendono, i due giovani vengono risucchiati dalla console e catapultati in un mondo di fantasia (con uno dei cattivi interpretato da Herbert Ballerina).

Il viaggio leggendario è disponibile su Prime Video

Le premesse che strizzano evidentemente l’occhio a Jumanji sarebbero deliziose e, in effetti, l’ambientazione, i costumi, così come la messa in quadro molto curata dal regista, abbelliscono tutta la parte visiva del film. Liguori fa un gran lavoro nell’uso della macchina da presa, dei piani e i campi, delle luci e gli effetti speciali, e anche le musiche affidate a Fabrizio Mancinelli mostrano quanto l’atmosfera sia soprattutto data dall’abilità nel riconoscere i dettagli da giustapporre al momento opportuno, questione che non è mai marginale.

Assodato questo, è naturalmente necessario che una pellicola abbia delle basi, prima di tutto. La sceneggiatura in questo caso è stata chiaramente affidata a Erick Parisi e Dominick Alaimo – anche perché già il soggetto del film era un loro prodotto – che hanno quindi provveduto alla sua stesura con Fran Crisafulli e Beatrice Valsecchi, ma la banalità del piano del racconto trasuda continuamente, partendo dai passaggi tra una scena e l’altra fino ad arrivare ai dialoghi tra i personaggi.

Il fatto che i due ragazzi non nascano come degli attori sarebbe forse tollerabile a fronte di tematiche affrontate in maniera semplice, sì, in quanto rivolte a una fascia d’età entro la prima decade di vita, ma non certo demenziale.

L’ondata di creatori di contenuti, per lo più comici, che ha visto decollare la propria fama grazie a YouTube, si perde ormai nella notte dei tempi web, e gran parte di loro ha fatto l’approdo al grande schermo con prodotti talvolta deludenti a confronto dei positivi riscontri avuti invece su piattaforma. Il punto è che la differenza tra due linguaggi distanti quanto il cinema e lo smartphone sembra quasi incredibile che sia così tanta, forse perché si tratta comunque di due schermi, a voler ben vedere, ma tant’è. E Il viaggio leggendario di Erick e Dominick ne è la riprova. La fatica con cui si riesce a tollerare l’andamento della storia, a volte, fa quasi tenerezza. Il problema in questo caso è che il fine non giustifica i mezzi, dove il fine è un pubblico di bambini e il mezzo un linguaggio beota con tonalità affatto stimolanti, ma ripetitive e alla fine estremamente superficiali. Rimane l’ottima confezione creata da tutto il cast tecnico, che però non ripaga dell’insensatezza che resta addosso durante i titoli di coda. Dopo i quali c’è addirittura il riferimento a un sequel.

Il viaggio leggendario, la recensione del film con i DinsiemE

Il viaggio leggendario, la recensione del film con i DinsiemE

Prima c’era la tv. Rai Gulp, Disney Channel, Nickelodeon. Reti traboccanti di storie, programmi educativi, cartoons, telefilm per ragazzi. Era solo davanti a quegli schermi che i più piccoli riempivano il loro tempo. Adesso, invece, c’è anche YouTube, con personaggi e format tutti da scoprire. I canali di intrattenimento online per bambini sono nati in parallelo al progresso di internet, diventando un altro bacino attraverso cui inebriarsi di racconti fantasiosi e divertenti giochi.

L’approccio al pubblico junior, in tal caso, è per certi versi perfino più diretto e il cinema, che cerca di stare al passo con i tempi sviluppando nuove narrazioni, ha intercettato (quasi) subito questa modalità di fruizione, decidendo di trarne qualche vantaggio. E così, passando da un medium piccolo come lo schermo televisivo o il computer ad uno molto più grosso come quello del grande schermo, questi nuovi protagonisti – gli youtubers – sono riusciti ad ampliare il loro vasto e variegato mondo.

Il caso box office di gennaio dell’ultimo film dei Me contro Te nati dall’estro di Luì e Sofì, che ha visto un superamento di Avatar – La via dell’acqua a livello di incassi, ha fatto molto riflettere sulla direzione presa dal cinema italiano. Il quale sta sperimentando nuove strade per permettere all’industria di prendere una bella boccata d’aria e, in qualche modo, risollevarsi. E chissà se Il viaggio leggendario, primo film dei famosi youtubers DinsiemE, non ne ripeterà l’evento, rallegrando il nostro botteghino. La pellicola, diretta da Alessio Liguori, è tratta dall’omonimo libro dei due protagonisti, Erick Parisi e Dominick Alaimo, e sarà nelle sale cinematografiche dal 23 marzo.

Il viaggio leggendario, la trama

È una serata di pioggia. I DinsiemE (Erick Parisi e Dominick Alaimo) stanno dormendo sul divano, quando sentono bussare alla porta. È un postino (Herbert Ballerina) che consegna loro un misterioso pacco, dentro il quale la coppia trova un videogioco intitolato “Il viaggio leggendario”. Decidono così di provarlo, ma non appena lo avviano ne vengono risucchiati dentro. Approdati a Leggendaria, i DinsiemE saranno separati e dovranno affrontare una serie di livelli per poterne uscire fuori. Compito del duo sarà sconfiggere il Dottor Giniu, fratello del Dottor Timoti, il quale vuole impossessarsi dei tre amuleti dei Regni di Camelot, Atlantide e Diamante per poter essere l’unico regnante.

Un film dal target specifico

Il viaggio leggendario è un film che ben conosce il pubblico di riferimento. Per quanto possa apparire una pellicola per famiglie, è in realtà costruito con un linguaggio che solo lo spettatore infantile può decodificare. La recitazione dei protagonisti è caricaturale ma semplice, rimane invariata rispetto al suo format digitale, adatta per comunicare ai bambini e a loro soltanto. Tale approccio permette ai piccoli spettatori di interfacciarsi con una narrazione in cui già si riconoscono e amano, e che consente loro di vivere le stesse emozioni ma in maniera molto più amplificata e suggestiva. Alessio Liguori, con una regia basica e colorata, costruisce sullo schermo un mondo fantasioso e magico, in cui far rivivere al pubblico – come lui stesso dice – sia la scoppiettante storia dei Dinsieme che l’avventura dei parchi tematici. Sfruttando i paesaggi meravigliosi del Bel Paese, vengono rappresentati i Tre Regni di Leggendaria, Camelot, Atlantide e Diamante, in cui il frizzante duo si muove per superare i livelli del videogioco in cui è finito.

Buono persino il bilanciamento fra effetti meccanici e digitali, i quali restituiscono una composizione visiva tipica delle pellicole amate dal regista, da Star Wars a Ritorno al futuro. Anche la scrittura dei dialoghi rimane fedele ai contenuti presenti sul web, con quella giusta dose di ironia fanciullesca in grado di sviluppare molti momenti di divertissement. A cui si alternano, mai smorzando i toni ludici della pellicola, attimi di riflessione sull’essere se stessi, sullo scoprirsi insieme e tendersi la mano. Un argomento che calza a pennello considerato il target in erba a cui si rivolge. Il motto di Erick e Dominick “l’unione fa la forza” diventa così il cuore pulsante dell’intera opera. Partendo dalla scoperta di sé e delle proprie abilità, dall’affrontare paure e insicurezze, i protagonisti si ricongiungono verso la fine per affrontare insieme, con più consapevolezza e tenacia, i villain di Leggendaria.

Il viaggio leggendario, grazie alla sua freschezza e vivacità, riesce dunque a veicolare messaggi importanti in modo chiaro ed elementare, non sfociando mai nella noia e risultando sempre ben leggibile allo sguardo dei bambini. Un prodotto confezionato con sapienza per chi dall’altra parte lo fruisce, il cui ritmo serrato mantiene alta l’attenzione e il coinvolgimento. Non sorprenderebbe, quindi, se schizzasse in cima alla classifica delle pellicole più viste già al primo weekend di proiezioni.

Il viaggio di Fanny: trailer ufficiale italiano

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Il viaggio di Fanny: trailer ufficiale italiano

Ecco il trailer italiano di Il viaggio di Fanny, vincitore dell’ultimo Festival di Giffoni, che arriverà al cinema il 26 e 27 gennaio 2017 in occasione della giornata della memoria.

Il viaggio di Fanny: trailer ufficiale italiano

Diretto da Lola Doillon, il film vede protagonisti Léonie Souchaud, Fantine Harduin, Juliane Lepoureau, Ryan Brodie, Anaïs Meiringer.

SINOSSI. Basato su una storia vera, il film racconta la vicenda di Fanny, una ragazzina ebrea di 13 anni che nel 1943, durante l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi, viene mandata insieme alle sorelline in una colonia in montagna. Lì conosce altri coetanei e con loro, quando i rastrellamenti nazisti si intensificano e inaspriscono, scappa nel tentativo di raggiungere il confine svizzero per salvarsi.

Un viaggio emozionante sull’amicizia e la libertà raccontato attraverso gli occhi dei bambini che consentirà ai giovani spettatori di comprendere più a fondo il dramma della guerra e della persecuzione razziale.

Fonte: Lucky Red

Il Viaggio di Arlo: una sfida tecnica il nuovo film Disney Pixar – video

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Il nuovo film Disney Pixar Il Viaggio di Arlo, catapulta il giovane dinosauro in un ambiente vasto e misterioso che lo costringe ad affrontare le proprie paure. Secondo la produttrice Denise Ream, il paesaggio straordinario creato dagli artisti, ha avuto un ruolo fondamentale nella storia. “La natura è più forte di qualsiasi cosa”, dice, “persino di un enorme dinosauro”.

Ispirati dai paesaggi del Nord-Ovest degli Stati Uniti, i filmmaker hanno scoperto che persino i dinosauri più imponenti possono sentirsi piccoli nell’ambiente giusto.

L’ambientazione di Il Viaggio di Arlo non solo è completamente esterna, ma presenta anche variazioni climatiche. Per realizzare questi effetti, gli artisti e tecnici Pixar hanno creato una vera e propria library con vari tipi di pioggia e di nuvole che potevano essere mescolate e abbinate fra loro, oppure allungate, compresse e manipolate, al fine di ottenere il risultato desiderato.

Le nuvole vengono realizzate di solito attraverso il matte painting (pittura di sfondi), mentre inIl Viaggio di Arlo, per la prima volta in assoluto, sono completamente tridimensionali. Ciò significa che hanno spessore, mobilità e che possono ricevere la luce da qualsiasi angolazione. L’effetto ottenuto è davvero incredibile.

Il Viaggio di Arlo: trailer internazionale del film Pixar

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Il Viaggio di Arlo: trailer internazionale del film Pixar

Guarda il nuovo trailer internazionale di Il Viaggio di Arlo, la nuova avventura Disney Pixar storia del coraggioso e curioso dinosauro Arlo e del suo giovane amico umano che arriverà nelle sale italiane il 25 novembre.

Diretto da Peter Sohn (Parzialmente Nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Cars 2, Up), il nuovo lungometraggio Disney•Pixar Il Viaggio di Arlo arriverà nelle sale italiane il 25 novembre e trasporterà il pubblico in un viaggio epico nell’era della preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo stringe un’insolita amicizia con un essere umano. Attraversando luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace.

Il Viaggio di Arlo: quando la Pixar mi ha deluso

Il Viaggio di Arlo: quando la Pixar mi ha deluso

Non mi era mai capitato di ritrovarmi a pensare “ma sto davvero guardando un film della Pixar?” dopo neanche mezz’ora di visione. Mai. Vidi Cars 2 al cinema e non mi fece questo effetto. Non lo trovo un bel film, ma non lo trovo neanche pessimo come dicono tutti. È un film con dei dialoghi banali e dei (bei) personaggi usati male, che probabilmente puntava a recuperare il pubblico dei più piccoli. Vidi anche Brave e Monsters University al cinema, e nemmeno loro mi fecero quell’effetto, anche se sono considerati i Pixar “minori”. Di entrambi ho adorato soprattutto le bellissime tematiche e i messaggi forti, potenti, straordinariamente attuali, forse espressi in maniera un po’ confusionaria ma comunque incisivi. Il Viaggio di Arlo, invece, è stato il primo film Pixar in cui non ho trovato niente.

Ho passato buona parte della proiezione ad aspettare che la storia ingranasse. Ci sono delle singole scene molto belle, emozionanti, dirette bene, che dimostrano la sensibilità e la cura che la Pixar mette in tutto ciò che fa. Ma sono singole scene e a me non sono bastate. Ho cercato anche di affezionarmi ad Arlo e Spot, ma questi due personaggi non mi hanno detto proprio niente. E dire che io e il piccolo dinosauro condividiamo l’ansia verso tutto ciò che ci circonda…

Il Viaggio di Arlo è anche una lunga serie di incontri, purtroppo poco incisivi. Ci sono film Pixar che tratteggiano dei personaggi straordinari in pochi minuti di screentime. Qualche nome? Edna Mode in Gli Incredibili, Bruto e gli squali di Alla ricerca di Nemo, Roz in Monsters & Co. Non ho trovato nulla di tutto ciò nella storia di Arlo, in cui i personaggi che i due protagonisti incontrano nel corso del loro viaggio semplicemente non mi sono rimasti impressi in mente, non aggiungono niente alla storia e non sono neanche esteticamente interessanti.

Gli incontri con altre specie di dinosauri sarebbero risultati più interessanti se fossero serviti a spiegarci come funziona il mondo di Arlo. Il worldbuilding è infatti forse il difetto più grande dell’intera pellicola, e quello che a mio parere rende il film poco pixariano. La casa di Luxo è famosa per l’abilità e il genio con cui immagina e descrive nei minimi particolari i suoi mondi immaginari, rovesciando, parodizzando o estremizzando le regole della nostra realtà. È importante che queste nuove regole ci vengano descritte o quantomeno ci vengano fatte capire affinché il mondo in cui ci troviamo sia credibile e affinché si attivi la sospensione dell’incredulità. Invece, qui vediamo soltanto la famiglia di Arlo (ma non altri brontosauri) intenta a coltivare la terra, mentre i tirannosauri sono allevatori di bestiame e gli pterodattili sembrano una sorta di parassiti che vivono a spese del lavoro degli altri. Ma non sappiamo nient’altro del mondo dei dinosauri, e di fatto la grande domanda che ci si pone nel trailer (“come sarebbe il mondo se l’asteroide non avesse mai colpito la Terra?”) non trova una vera risposta. Certo, la cosa è assolutamente scusabile, considerato che il focus dell’attenzione è il viaggio di maturazione di Arlo e quindi tutto ruota attorno a lui e, al massimo, al suo compagno Spot. Tuttavia ho avvertito molto questa mancanza e sono uscita dalla sala con mille curiosità riguardo la società dei dinosauri.

Sicuramente le sequenze più interessanti sono quelle con protagonisti i t-rex. La vera genialità della Pixar si vede nelle piccole cose, come il fare un film con i dinosauri e inserirlo nel genere western. A tal proposito, la versione di Peterson, prima che il film fosse riscritto da capo nel 2014, doveva essere una vera e propria parodia del western, con un taglio più comico (nel risultato finale invece si ride pochissimo, e il tono generale rimane maliconico e molto raccolto, intimo). Al cinema mi sono chiesta più volte se quella versione avrebbe forse incontrato maggiormente i miei gusti. L’impressione che mi è rimasta, infatti, è che il western vero e proprio sia stato soltanto accennato, come se fosse un’idea rimasta dalla prima stesura della trama che non si voleva eliminare del tutto, ma su cui allo stesso tempo non bisognava soffermarsi troppo, per non togliere spazio ad Arlo. Si poteva forse osare di più e caratterizzare l’intero film sul genere.

In ultimo, credo che il mio giudizio generale e la mia completa incapacità di connettere con i personaggi e con la vicenda siano stati influenzati in negativo in parte anche dalla componente estetica. Lo stile adottato per questa pellicola è quello già visto in Brave e The Blue Umbrella: personaggi stilizzati e cartoon che si muovono in ambienti incredibilmente fotorealistici. Sicuramente la resa dei paesaggi è straordinaria, tanto che possiamo spingerci fino all’affermare che la natura stessa sia quasi una co-protagonista. La cura del dettaglio è maniacale, ma ciò che davvero stupisce sono i campi lunghi, mozzafiato. Purtroppo ho avuto la reazione opposta osservando i personaggi, che ho trovato davvero brutti. L’effetto “pupazzone gommoso” mi ha infastidito, specialmente nei primi piani dei brontosauri. Temo che, stavolta, questo palese voler creare personaggi che sono di fatto action figures e pupazzi per bambini mi abbia impedito di godere della storia.

Non mi aspettavo molto da Il Viaggio di Arlo; la visione di alcune clip mi aveva già lasciato poco convinta. Ma ero pronta a farmi sorprendere, perché solitamente è questo che gli studi di Emeryville fanno. Invece, ho avuto ancora meno di quello che mi aspettassi: ho avuto un film Pixar che, per la prima volta, mi ha davvero annoiata. E un po’ mi dispiace.

Il Viaggio di Arlo: primo trailer in italiano della nuova avventura Disney Pixar

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Guarda il primo trailer in italiano di Il Viaggio di Arlo, la nuova avventura Disney Pixar storia del coraggioso e curioso dinosauro Arlo e del suo giovane amico umano che arriverà nelle sale italiane il 25 novembre.

Diretto da Peter Sohn (Parzialmente Nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Cars 2, Up), il nuovo lungometraggio Disney•Pixar Il Viaggio di Arlo arriverà nelle sale italiane il 25 novembre e trasporterà il pubblico in un viaggio epico nell’era della preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo stringe un’insolita amicizia con un essere umano. Attraversando luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace.

Il Viaggio di Arlo: nuovo trailer ufficiale italiano

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Il Viaggio di Arlo: nuovo trailer ufficiale italiano

Pubblicato il nuovo trailer italiano del film d’animazione Il Viaggio di Arlo, presentato alla Festa del Cinema di Roma. 

Il viaggio di Arlo della Disney Pixar, diretto da Peter Sohn (Parzialmente Nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Cars 2), sarà presentato in anteprima, eccezionalmente, da Kelsey Mann, Story Supervisor del nuovo capolavoro nelle sale dal 25 novembre, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Kelsey Mann, che ha collaborato al film premio Oscar® Toy Story 3 – La Grande Fuga e diretto il cortometraggio Party Central, lavora ai Pixar Animation Studios dal 2009. Nel 2013 è stato story supervisor per il film Disney•Pixar Monsters University; da sempre appassionato di cinema, animazione e marionette, Mann ha inaugurato la propria carriera in un piccolo studio d’animazione per poi trasferirsi nel 2000 a Los Angeles, dove ha lavorato come animatore, storyboard artist e regista.

Nel corso di questa nuova edizione, la Festa del Cinema di Roma celebra inoltre i Pixar Animation Studios vent’anni dopo l’uscita nelle sale del suo primo lungometraggio d’animazione con un’ampia retrospettiva che trae ispirazione dal team creativo guidato da John Lasseter che, da Toy Story a Inside Out, ha ridefinito i confini dei film d’animazione, registrando incassi record in tutto il mondo per tutti gli straordinari film realizzati fino ad oggi.

I quindici magnifici lungometraggi – Toy Story – Il Mondo dei Giocattoli, A Bug’s Life – Megaminimondo, Toy Story 2 – Woody e Buzz alla Riscossa, Monsters & Co., Alla Ricerca di Nemo, Gli Incredibili – Una “Normale” Famiglia di Supereroi, Cars – Motori Ruggenti,Ratatouille, Wall•E, Up, Toy Story 3 – La Grande Fuga, Cars 2, Ribelle – The Brave, Monsters University, Inside Out – e i memorabili corti che hanno accompagnato le uscite combinando fantasia, passione e accuratezza conquisteranno, ancora una volta, gli spettatori che sino al 24 settembre riempiranno le sale dell’Auditorium Parco della Musica.

Il Viaggio di Arlo: nuovo trailer italiano

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Il Viaggio di Arlo: nuovo trailer italiano

Guarda il nuovo trailer italiano di Il Viaggio di Arlo, la nuova avventura Disney Pixar storia del coraggioso e curioso dinosauro Arlo e del suo giovane amico umano che arriverà nelle sale italiane il 25 novembre.

Diretto da Peter Sohn (Parzialmente Nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Cars 2, Up), il nuovo lungometraggio Disney•Pixar Il Viaggio di Arlo arriverà nelle sale italiane il 25 novembre e trasporterà il pubblico in un viaggio epico nell’era della preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo stringe un’insolita amicizia con un essere umano. Attraversando luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace.

Il Viaggio di Arlo: nuovo trailer e footage alla Festa del Cinema 2015

Il 18 ottobre la storia del coraggioso e curioso dinosauro Arlo e del suo giovane amico umano sarà presentata alla Festa del Cinema che ospiterà un incontro con Kelsey Mann, Story Supervisor de Il Viaggio di Arlo, che ha anche lavorato al film premio Oscar® Toy Story 3 – La Grande Fuga e diretto il cortometraggio Party Central.

La decima edizione della Festa del Cinema di Roma celebra Pixar Animation Studios vent’anni dopo l’uscita nelle sale del suo primo lungometraggio d’animazione con un’ampia retrospettiva che trae ispirazione dal team creativo guidato da John Lasseter che, da Toy Story a Inside Out, ha ridefinito i confini dei film d’animazione, registrando incassi record in tutto il mondo per tutti gli straordinari film realizzati fino ad oggi.

In occasione dell’evento sarà inoltre presentato un footage del nuovo lungometraggio Disney•Pixar Il viaggio di Arlo (The Good Dinosaur) diretto da Peter Sohn (Parzialmente Nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Cars 2), nelle sale italiane dal 25 novembre, distribuito da The Walt Disney Company Italia. Questa nuova avventura d’animazione trasporterà il pubblico in un viaggio epico nella preistoria dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo stringerà un’insolita amicizia con Spot, improbabile compagno di avventura. Attraversando luoghi inospitali e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace.

Nell’attesa di scoprire che cosa sarebbe successo se l’asteroide che ha cambiato per sempre la vita sulla Terra non avesse colpito il nostro pianeta e i dinosauri non si fossero mai estinti, ecco il nuovo trailer:

 

Il Viaggio di Arlo: nuovo trailer del film Pixar

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Il Viaggio di Arlo: nuovo trailer del film Pixar

Guarda il nuovo trailer di Il Viaggio di Arlo, la nuova avventura Disney Pixar storia del coraggioso e curioso dinosauro Arlo e del suo giovane amico umano che arriverà nelle sale italiane il 25 novembre.

Diretto da Peter Sohn (Parzialmente Nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Cars 2, Up), il nuovo lungometraggio Disney•Pixar Il Viaggio di Arlo arriverà nelle sale italiane il 25 novembre e trasporterà il pubblico in un viaggio epico nell’era della preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo stringe un’insolita amicizia con un essere umano. Attraversando luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace.

Il Viaggio di Arlo: nuova clip e featurette dal film

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Il Viaggio di Arlo: nuova clip e featurette dal film

Ecco nuove clip tratte dal nuovo film d’animazione Pixar Il Viaggio di Arlo (The Good Dinosaur). Diretto da Peter Sohn e ispirato a una storia di Enrico Casarosa e Bob Peterson, Il Viaggio di Arlo prova a raccontare la nostra Terra nel caso in cui i dinosauri non si fossero mai estinti.

Che cosa sarebbe successo se l’asteroide che ha cambiato per sempre la vita sulla Terra non avesse colpito il nostro pianeta e i dinosauri non si fossero mai estinti? Il nuovo lungometraggio Disney Pixar Il Viaggio di Arlo trasporterà il pubblico in un viaggio epico nell’era della preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo stringe un’insolita amicizia con un essere umano. arlo-posterAttraversando luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace.

La data d’uscita italiana del film è prevista per il prossimo 25 novembre.

 

Il Viaggio di Arlo: nuova clip dal film Disney Pixar

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Il Viaggio di Arlo: nuova clip dal film Disney Pixar

Guarda la nuova inedita Clip di Il Viaggio di Arlo, il film d’animazione targato Disney Pixar.

Il film Disney Pixar Il Viaggio di Arlo pone la seguente domanda: che cosa sarebbe successo se l’asteroide che ha cambiato per sempre la vita sulla Terra non avesse colpito il nostro pianeta e i dinosauri non si fossero mai estinti? I Pixar Animation Studios trasportano il pubblico in un viaggio epico nell’era della preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo stringe un’insolita amicizia con un essere umano di nome Spot. Quando si misurerà con una natura misteriosa e inospitale, Arlo imparerà a superare le proprie paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace.

“Arlo deve superare le sue paure”, spiega il regista Peter Sohn. “Suo padre sa che è in grado di fare molto di più di quel che crede, ma per scoprirlo, dovrà compiere un lungo viaggio, fisico ed emotivo”.

I due incontrano una serie di personaggi interessanti, fra cui predatori, pterodattili e una famiglia di T-Rex.

I PREDATORI prendono di mira la mandria che appartiene a Butch e alla sua famiglia di T-Rex. I predatori – o ladri di bestiame, come li definisce Butch — sfoggiano corpi piumati, le cui dimensioni e potenzialità non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle di un tirannosauro. Tuttavia, in gruppo, possono costituire una minaccia e persino un T-Rex potrebbe essere costretto a chiamare i rinforzi prima di misurarsi con loro.