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Horror: 10 villain ispirati a persone realmente esistite

Horror: 10 villain ispirati a persone realmente esistite

I film horror hanno molteplici influenze. Alcuni sono basati su leggende, come le classiche storie di lupi mannari, vampiri e zombi. Altri, invece, sono basati sulla fervida ed iperattiva immaginazione degli sceneggiatori. Eppure, ci sono molti film horror che si basano su persone realmente esistite, in alcuni casi ancora più spaventose dei mostri iconografici che hanno turbato i nostri sogni. Screen Rant ha raccolto 10 cattivi di altrettanti celebri film horror che son stati ispirati da persone della vita reale:

L’insaziabile (1999)

Nel 1999, la regista Antonia Bird ha diretto L’Insaziabile (in originale Ravenous), divenuto negli anni un vero e proprio cult tra gli appassionati del genere. Il film è interpretato da Guy Pearce, Robert Carlyle e David Arquette, e racconta una storia di cannibalismo ambientata nella California del 1840.

La storia si basa sulla vita vera dei delitti di Alfred Packer che della fallita Spedizione Donner. Packer faceva parte di un gruppo che viaggiava attraverso il Colorado e che venne colpito da una tempesta di neve: per sopravvivere, ricorse al cannibalismo. 

Henry, pioggia di sangue (1986)

Il film Henry, pioggia di sangue (in originale Henry: Portrait of a Serial Killer) vede Michael Rooker (che anni dopo avrebbe interpretato Yondu Udonta nel franchise Guardiani della Galassia) nei panni di un serial killer di nome Henry.

Si tratta di un film che offre una prospettiva davvero scomoda: anziché narrare i fatti secondo un punto di vista oggettivo, Henry, pioggia di sangue mostra le vicende basandosi sulle confessioni del killer. Il film è infatti ispirato alla vita del serial killer Henry Lee Lucas, condannato per l’omicidio di 11 persone, che confessò erroneamente di averne uccise circa 100.

Wolf Creek (2005)

Wolf Creek, horror australiano del 2005 che ha generato una serie tv e anche un sequel,  racconta una storia molto efficace che la maggior parte degli spettatori ha però odiato (il film ha anche ricevuto una F su CinemaScore), e questo a causa delle scene cruente e dello stato di desolazione alla base della storia.

Il film parla di tre turisti che vengono rapiti e poi perseguitati dal serial killer Mick Taylor ed è basato sulla storia vera di due diversi serial killer molti noti in Australia: il primo, Ivan Milat, che negli anni ’90 uccise sette turisti muniti di zaino e sacco a pelo; il secondo, Bradley Murdoch, che nel 2001 che ha ucciso una persona.

Psyco (1960)

Siamo tutti d’accordo sul fatto che Alfred Hitchcock fosse il maestro del brivido e dei film di suspense: nel 1960 si è addirittura messo alla prova con il genere horror. Il risultato fu Psyco, basato sul romanzo di Robert Bloch. Hitchcock ha usato il libro come riferimento, ma ha fatto comunque suo il film, che è la storia di un proprietario di un motel che in realtà è anche un serial killer.

Come molti altri film horror usciti sia prima che dopo, anche Psyco è stato influenzato dalla storia di Ed Gein, un serial killer del Wisconsin, noto per essere stato anche un profanatore di tombe. Anche Non aprite quella porta e Il silenzio degli innocenti hanno usato la figura di Gein come riferimento rispettivamente per Leatherface e Buffalo Bill.

Scream (1996)

Negli anni ’90, quando il genere horror era fortemente in crisi, Wes Craven ha contribuito a rivitalizzarlo ancora una volta dando vita alla saga di Scream. Il primo film può essere considerato a tutti gli effetti un gioiello, soprattutto per il modo in cui ha saputo ribaltare le regole non scritte del genere e, al tempo stesso, prendersene gioco.

Insieme a tutti gli omaggi ai grandi classici del genere horror, anche il personaggio dell’iconico Ghostface è stato ispirato da una persona realmente esistita, ossia Danny Rolling, noto come lo squartatore di Gainesville, un serial killer che nel 1990 uccise cinque studenti in Florida. 

Il silenzio degli innocenti (1991)

Prima della serie Hannibal, c’è stato Il Silenzio degli Innocenti, film vincitore di ben 5 premi Oscar (tutti nelle principali categorie), ancora oggi considerato uno dei migliori thriller della storia del cinema. Il film vede Jodie Foster nei panni di un’agente dell’FBI che viene incaricata di intervistare un serial killer affetto da cannibalismo, noto come Hannibal Lecter (Anthony Hopkins), nel tentativo di ricevere aiuto circa la cattura di un altro omicida, Buffalo Bill.

Mentre Bill era basato sul già citato Ed Gein, lo scrittore Thomas Harris, creatore del personaggio di Lecter, aveva basato l’ex psichiatra e criminologo su un medico serial killer realmente esistito di nome Alfredo Balli Trevino, un uomo che lo stesso Harris aveva intervistato in prigione quando era un giovane reporter.

IT (2017/2019)

Stephen King ha scritto il romanzo IT nel 1986, e da allora è stato adattato ben due volte: la prima volta per la tv e la seconda per il cinema. Nel romanzo, un mostro si presentava ogni 27 anni per uccidere i bambini nella città di Derry, nel Maine. Nel romanzo, Pennywise, il clown ballerino, è uno dei tanti alter ego del mostro, nonché la forma attravers cui si mostra ai bambini per attirarli a sé ed ucciderli.

L’idea del pagliaccio assassino si basa sul serial killer realmente esistito John Wayne Gacy, che venne proprio soprannominato “Killer Clown”. Gacy venne condannato a morte per aver rapito, torturato, sodomizzato e ucciso 33 vittime, tutte adolescenti e di sesso maschile.

Dracula (1939)

Dracula è un mostro creato nel romanzo horror seminale di Bram Stoker e da allora è diventato il più famoso dei mostri/vampiri nei racconti di fiction e nei film. Tuttavia, vi fu una chiara influenza sulla creazione dell’iconico Conte, influenza con la quale il personaggio condivide persino il nome: Vlad l’Impalatore.

Vlad era un sovrano che guidò una grande guerra e saccheggiò i villaggi sassoni, impalando tutti coloro che aveva catturato. Ha massacrato decine di migliaia di persone prima della sua morte, sulla quale esistono differenti teorie.

Misery non deve morire (1990)

Stephen King scrisse Misery nel 1987. La storia racconta di uno scrittore di romanzi famoso in tutto il mondo che rimane coinvolto in un incidente e viene salvato da un’infermiera di nome Annie Wilkes, una donna che si professa la sua “ammiratrice numero uno”, ma che in realtà è soltanto una psicopatica che lo tiene prigioniero e gli ordina di scrivere un nuovo libro soltanto per lei, incapace di distinguere la realtà dalla finzione.

Il personaggio della Wilkes (interpretato dall’immensa Kathy Bates) era basato su un infermiera realmente esistita, Genene Jones, una donna che ha ucciso innumerevoli persone con letali iniezioni di droghe.

Le colline hanno gli occhi (1977)

I mostri de Le colline hanno gli occhi di Wes Craven non sembrano essere basati su persone realmente esistite. Nel film una famiglia viene catturata e uccisa da un gruppo di persone mutate da alcune radiazioni in una collina nel Nevada. Il film era piuttosto grottesco e pieno di personaggi terrificanti. Tuttavia, anche questo film è stato influenzato dalla vita reale.

La sceneggiatura, infatti, era basata sul cannibale Sawney Bean, il capo di un clan che durante il 16° secolo uccise e cannibalizzò oltre 1.000 persone in 25 anni. Quando l’identità e le atrocità di Bean vennero rivelate, i cittadini locali uccisero brutalmente sia lui che la sua famiglia. Anche se non ci sono prove sufficienti che confermano o negano l’esistenza di Bean, il suo mito persiste ancora oggi…

Horror: 10 grandi film “snobbati” dagli Oscar

Horror: 10 grandi film “snobbati” dagli Oscar

Non è un segreto che l’Academy non sia una sostenitrice accanita del genere horror. Troppo spesso, anche agli occhi dei membri della prestigiosissima organizzazione, l’horror è considerato un genere di serie b, inferiore ad altre forme di intrattenimento. Proprio per questo, nel corso di ben 92 anni, non abbiamo mai visto – salvo alcune dovute eccezioni (prendi L’esorcista o Il silenzio degli innocenti) – alcun film horror tra i grandi protagonisti della cerimonia di premiazione.

Anche oggi, in una realtà cinematografica dove il genere horror ha acquistato maggiore rilevanza rispetto al passato, gli Oscar continuano a non tributare il dovuto omaggio al genere. Ecco di seguito 10 grandi film horror che sono stati totalmente “snobbati” dall’Academy:

Hereditary – Le radici del male (2018)

Hereditary è probabilmente l’horror più acclamato dell’ultimo decennio. Su Rotten Tomatoes ha raggiunto un punteggio pari all’89%, mentre su Metascore una valutazione stellare pari ad 87. Il film è stato ampiamente apprezzato dalla critica, che ha lodato in particolar modo la straordinaria interpretazione di Toni Collette.

Erano in molti a sperare che l’attrice potesse conquistare la sua seconda candidatura agli Oscar (dopo la prima ottenuta grazie a The Sixth Sense – Il sesto senso), ma così non è stato. Un vero peccato!

Shining (1980)

Oggi, Shining di Stanley Kubrick è universalmente riconosciuto come una pietra miliare del genere horror, oltre ad essere un film che ha irreversibilmente segnato l’immaginario collettivo della pop-culture. All’epoca della sua uscita in sala, però, il film non venne accolto bene dalla critica, ed ottenne addirittura due candidature ai Razzie Awards (peggior regista e peggiore attrice a Shelley Duvall).

Anche l’Academy, l’anno successivo, snobbò totalmente il film: quantomeno, l’incredibile lavoro di Jack Nicholson doveva essere riconosciuto con una candidatura al migliore attore. Stiamo parlando di una delle performance più iconiche della storia del cinema…

Psyco (1960)

Psyco, probabilmente uno dei più grandi film horror mai realizzati, ottenne ben quattro candidature alla 33esima edizione degli Oscar: miglior regia, migliore attrice non protagonista (Janet Leigh), migliore fotografia e migliore scenografia. Tuttavia, il film non riuscì a portare a casa neanche una statuetta. Clamorosamente, non venne considerato né per il miglior film né per la miglior colonna sonora.

The Witch (2015)

The Witch è stato uno degli horror più acclamati dell’annata 2015. Ha ottenuto un punteggio pari al 90% su Rotten Tomatoes e una valutazione stellare pari a 83 su Metacritica. In particolare, la critica ne ha elogiato la sceneggiatura, la regia e la recitazione. Nonostante abbiamo ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale, inclusi il Directing Award al Sundance Film Festival e ben due Independent Spirit Awards, il film non ha ricevuto neanche una candidatura agli Oscar.

The Lighthouse (2019)

The Lighthouse è l’opera seconda di Robert Eggers, regista di The Witch. A differenze del predecessore, il film è stato considerato dall’Academy, pur sempre in minima parte: ha infatti ottenuto una candidatura all’ultima edizione degli Oscar per la miglior fotografia, ma ha perso contro 1917 di Sam Mendes.

Molti critici hanno sostenuto che anche le interpretazioni dei due protagonisti – soprattutto quella di Willem Dafoe – avrebbero meritato un doveroso riconoscimento. Per la sua performance nel film, Dafoe ha ottenuto una Satellite Award e un Independent Spirit Awards, ma nessuna nomination all’Oscar.

La cosa (1982)

Il fatto che l’Academy non abbia riconosciuto il lavoro de La cosa di John Carpenter a livello di trucco ed effetti speciali è ancora oggi uno dei più grandi misteri nella storia del premio. All’epoca della sua uscita, la critica non fu particolarmente indulgente con il film, che ottenne anche una candidatura ai Razzie Award per la peggior colonna sonora. Oggi il film è considerato a tutti gli effetti un cult del genere horror.

A Venezia… un dicembre rosso shocking (1973)

E parlando sempre di film horror che hanno ricevuto la giusta considerazione, non si può non citare A Venezia… un dicembre rosso shocking di Nicolas Roeg, da sempre considerato uno dei capisaldi del genere horrror.

E anche se il film non è stato accolto come La cosa di Carpenter, non ha comunque ricevuto dalla critica il plauso che avrebbe meritato. Il film ottene sette candidature alla 27esima edizione dei BAFTA, vincendo per la migliore fotografia. Agli Oscar di quell’anno non ottenne neanche una nomination.

Poltergeist – Demoniache presenze (1982)

Il 1982 è stato un anno veramente incredibile per Steven Spielberg, e non solo grazie all’uscita in sala del capolavoro E.T. – L’extra-terrestre, ma anche perché il celebre regista contribuì alla sceneggiatura e alla produzione di un vero e proprio classico del genere horror, Poltergeist – Demoniache presenze.

Il film ottenne tre candidature agli Oscar: miglior montaggio sonoro, migliori effetti speciali e miglior colonna sonora. Tuttavia, non riuscì a portare a casa alcun premio, nonostante in tutte e tre le categorie perse proprio contro E.T. 

Babadook (2014)

Babadook è stato uno degli horror più acclamati del 2014. Su Rotten Tomatoes ha raggiunto un punteggio pari al 98%, mentre su Metascore una valutazione stellare pari ad 86. Il film è stato universalmente acclamato, anche grazie alla performance della protagonista Essie Davis, ed ad oggi è già considerato un cult del genere. In patri il film è riuscito a conquistare numerosi riconoscimenti importanti, mentre gli Oscar hanno completamente ignorato la pellicola.

Carrie – Lo sguardo di Satana (1976)

Carrie – Lo sguardo di Satana di Brian De Palma è un altro celeberrimo horror a non aver ricevuto il giusto riconoscimento da parte dell’Academy. Nel 1977 il film ricevette soltanto due candidature: a Sissy Spacek e Piper Laurie, rispettivamente nominate come migliore attrice e migliore attrice non protagonista. Nessuna delle due riuscì però a portare a casa l’ambita statuetta, nonostante entrambi i loro ruoli sia oggi considerati assolutamente iconici.

Fonte: ScreenRant

Horror: 10 film in cui è il villain a sopravvivere

Horror: 10 film in cui è il villain a sopravvivere

In un tipico film horror, c’è quasi sempre una vittima o un gruppo di amici che riesce a sopravvivere all’omicida mascherato di turno. Quasi sempre, appunto. Spesso, infatti, può capitare che sia il famigerato killer a trionfare.

C’è sempre un modo per riuscire a far sopravvivere il cattivo, in modo da poterlo “resuscitare” per un eventuale sequel, o semplicemente perché il regista di quel film non ama il lieto fine e vuole che sia il male ad avere la meglio sul bene. Non che sia una pratica comunque nei film dell’orrore, ma spesso succede. Ecco di seguito 10 horror in cui è il cattivo ad avere la meglio e a sopravvivere:

Freddy Vs. Jason

Sebbene la scomparsa di Freddy in questo film parecchio confusionario sia molto ambigua, è chiaro che Jason è il personaggio che riesce a sopravvivere in Freddy Vs. Jason, inquietante crossover del 2003, diretto da Ronny Yu

Se i personaggi delle vittime adolescenti risultano davvero insopportabili, è innegabile quanto lo scontro tra i due iconici antagonisti sia parecchio divertente. E ammettiamolo: può non essere memorabile una scena in cui Jason emerge dall’acqua e raccoglie la testa mozzata di Freddy?

Psycho

Anche se Norman Bates non è propriamente un “vincitore” nel classico di Alfred Hitchcock, riesce comunque a sopravvive e a continuare con la sua vita. Nei minuti finali di Psycho vediamo Norman – ormai totalmente schiavo della personalità di sua madre – abbandonarsi al monologo interiore della stessa, con uno sguardo ed un sorriso inquietanti che hanno segnato l’immaginario di più generazioni cinefile.

Norman – interpretato da un magnifico e magnetico Anthony Perkins – è ancora uno squilibrato e lo “spirito” di sua madre ha ancora il controllo sulla sua fragile personalità. Forse non tutti sanno che il film ha avuto ben due sequel, usciti nel 1983 e nel 1986, e con al centro sempre il personaggio di Norman. 

Halloween

Michael Myers è probabilmente uno degli antagonisti più iconici del grande schermo, nonché un invincibile per antonomasia, soprattutto se consideriamo quanti sequel del primo iconico Halloween di John Carpenter sono stati realizzati.

Alla fine del film del 1978, il personaggio di Loomis arriva in tempo e spara sei colpi a Michael, che cade dal balcone e rimane a terra apparentemente morto. Loomis si affaccia dal balcone per rivedere il killer, ma Michael è scomparso…

The Witch

The Witch di Robert Eggers è un horror molto diverso rispetto alle tradizionali produzione di genere che siamo abituati a vedere, in cui le paure non vengono generate dai classici e abusati jumpscare, ma riguardano il tessuto narrativo e ciò che si decide – con estrema intelligenza – di mostrare e non allo spettatore, cogliendolo spesso di sorpresa.

L’ambiguità è uno degli elementi chiave del film, soprattutto perché lo spettatore non riesce subito a capire da dove provenga il male che sembra affliggere tutti i personaggi della storia. E sarà proprio quel male, alla fine, ad avere la meglio, come esemplificato nella bellissima, inquietante ed euforica sequenza finale…

Hell Fest

Per gli amanti dell’horror hardcore, Hell Fest del 2018 ha rappresentato una sorta di ritorno al passato. Nel film, che richiama palesemente il ben più noto Il tunnel dell’orrore di Tobe Hooper del 1981, un gruppo di adolescenti viene preso di mira, all’interno di un parco a tema horror, da uno spietato serial killer mascherato.

L’aspetto più interessante del film è rappresentato proprio dal finale: il pericoloso assassino non viene catturato e torna a casa da quella che sembra essere la sua famiglia, come se nulla fosse accaduto. Un finale forse non convenzionale, ma sicuramente agghiacciante.

Saw – L’enigmista

Prima di generare una sconfinata legione di sequel, Saw – L’enigmista è stato sempre riconosciuto come un horror unico nel suo genere, anche piuttosto crudo. L’orrore non proveniva da un mostro o da un uomo mascherato, ma piuttosto dalle trappole diaboliche partorite dalle mente contorta di John Kramer.

Lo stesso Jigsaw, nel film, è presente insieme alle vittime praticamente per tutta la durata della pellicola, senza che lo spettatore riesca mai ad accorgersene. Tuttavia, come sia riuscito a fingersi morto così a lungo davanti alle sue “pedine”, rimane ancora un mistero… 

Il presagio

Sicuramente tra i film più inquietanti presenti in questa lista, Il presagio è probabilmente l’horror a tema demoni e dintorni più iconico dopo L’esorcista. Il film uscì nel 1976 per la regia di Richard Donner, che due anni dopo avrebbe diretto Superman con Christopher Reeve.

Al centro della storia un bambino di nome Damien che, dopo una serie di spaventosi e inspiegabili avvenimenti, si scopre l’Anticristo. Il film generà ben due sequel: il secondo, uscito 1981, ha visto Sam Neill nei panni di un Damien ormai cresciuto, divenuto Presidente delle industrie di famiglia.

The Wicker Man

Riconosciuto universalmente come uno dei film horror più spaventosi di sempre, The Wicker Man di Robin Hardy, uscito nel 1973, racconta la storia di un detective determinato a scoprire la verità dietro la misteriosa scomparsa di una bambina.

La morte è probabilmente collegata ad un’isola sinistra e piena di inquietanti personaggi, tra cui troneggia un incomparabile Christopher Lee. Lo spettatore si aspetta che la bambina venga ritrovata, ma il finale del film rivela ben più di una sorpresa, sulla scia dei rituali celtici praticati dagli abitanti dell’isola.

Il silenzio degli innocenti

Anche se tecnicamente non è il cattivo principale di questo autentico capolavoro (vincitore dei cinque premi Oscar più importanti) del compianto Jonathan Demme, alla fine de Il silenzio degli innocenti Hannibal Lecter riesce a fuggire alle autorità e alla giustizia, trovando una località segreta dove nascondersi. 

Nonostante il suo comportamento da gentiluomo e la sua raffinatezza, Lecter – interpretato da un mastodontico Anthony Hopkins – segue la strada intrapresa già da altri personaggi della cinematografia horror, pronto anche a lui a fare ritorno nel sequel realizzato nel 2001 e nel prequel uscito nel 2002. 

Quella casa nel bosco

Considerato da molti come un vera e propria lettera d’amore al genere horror, Quella casa del bosco si deve alla fervida immaginazione di Joss Whedon, che ha curato soggetto e sceneggiatura del film insieme al regista Drew Goddard.

Alla fine del film, gli unici due sopravvissuti dell’originario gruppo di amici al centro della storia, scopre che gli orrori che li hanno perseguitati da quando hanno messo piede nella remota casa nel bosco è opera di una grande cripta chiamata “Il Tempio” che opera a livello globale attraverso una serie di brutali “rituali”.

Fonte: Screen Rant

Horror: 10 film che sono arrivati agli Oscar

Horror: 10 film che sono arrivati agli Oscar

Una delle discussioni più interessanti ed affascinanti sorte ancor prima dell’assegnazione degli Oscar di quest’anno, era relativa al “genere” di appartenenza di Parasite: può l’acclamato film di Bong Joon-ho essere considerato un horror? Nell’ottima di critca acuta alla società e alla lotta di classe – argomenti che sempre più di recente sono stati affrontati dal genere horror (prendiamo ad esempio Scappa – Get Out e Noi, entrambi di Jordan Peele) -, Parasite potrebbe tranquillamente essere annoverato come horror capace di rompere gli schemi narrativi del genere.

Di recente, sempre più titoli dalle venature horror (e non propriamente tali, dal momento che il genere è sempre stato considerato di serie B) sono riusciti a catturare l’attenzione tanto della critica quanto del pubblico, fino ad arrivare ad essere riconosciuti dai più illustri sindacati o dalle più rinomate organizzazioni, ricevendo validissimi riconoscimenti.

Ecco 10 horror (o presunti tali) che, prima di Parasite, hanno ricevuto premi molto importanti:

Dracula di Bram Stoker (1992)

Le interazioni di Dracula sul grande schermo non si contano. Quella di Francis Ford Coppola è sicuramente una delle più conosciute e amate, ma anche quella ad aver ricevuto il maggior numero di riconoscimenti. Il film con Gary Oldman ha ricevuto tre Oscar, per il miglior trucco, per i migliori costumi e per il miglior montaggio sonoro (ma era stato candidato anche per la miglior scenografia). Ha anche vinto ben cinque Saturn Award: per il miglior film horror, la miglior regia (Coppola), il miglior attore protagonista (Goldman), la migliore sceneggiatura e i migliori costumi.

Lo Squalo (1975)

Lo Squalo di Steven Spielberg è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi blockbuster di tutti i tempi. È un thriller avventuroso, sì, ma è in grado anche di mescolare sapientemente numerosi elementi proveniente dal genere horror. All’inquietante, tensiva ed immortale colonna sonora di John Williams sono stati conferiti l’Oscar, il Golden Globe, il BAFTA e persino un Grammy. Altri due Academy Awards sono stati vinti dal film nelle categorie miglior montaggio e miglior sonoro.

Il Presagio (1976)

Vero e proprio classico del genere horror, ha dato vita a tre sequel ed un remake. Al pari de Lo Squalo, Il Presagio di Richard Donner non era propriamente uno dei titoli che avrebbe potuto incontrare i gusti dell’Academy, almeno all’epoca della sua uscita. Ciononostante, il film ottenne l’Oscar per la miglior colonna sonora, nominata ai Grammy e premiata anche con l’International Film Music Critics Awards. Indubbiamente, una colonna sonora sensazionale, capace di suggerire a pieno il vero terrore intriso nella storia.

Un Lupo Mannaro Americano a Londra (1981)

Il film horror diretto da John Landis nel 1982 viene ancora oggi ricordato come uno dei titoli sui lupi mannari a contenere al suo interno la migliore scena di trasformazione di un personaggio (da uomo a bestia) della storia del cinema. Quella scena è talmente incredibile e potente da aver permesso al film di conquistare l’Oscar al miglior trucco, oltre a due Saturn Award: miglior film horror e – ancora – miglior trucco.

A Quiet Place (2018)

A Quiet Place di John Krasinski è sicuramente uno degli horror moderni più riusciti. Nella season award del 2018, il film riuscì a conquistare un numero sconfinato di candidature, nonostante non sia riuscito a vincere nessun riconoscimento importante. Agli Oscar e ai Golden Globe è stato candidato rispettivamente per il miglior montaggio sonoro e per la miglior colonna sonora originale. L’American Film Institute l’ha inserito tra i dieci miglior film dell’anno, mentre Emily Blunt ha trionfato agli Screen Actors Guild come migliore attrice non protagonista. Il sequel arriverà nelle sale americane il prossimo 20 marzo.

Rosemary’s Baby (1968)

Un classico del genere, nonché uno dei capolavori di Roman Polanski. Un film senza tempo, capace ancora oggi di affascinare, sedurre e spaventare allo stesso tempo. Ruth Gordon (interprete di Minnie Castevet) portò a casa l’Oscar e il Golden Globe come migliore attrice non protagonista, mentre Polanski ricevette il Directo’s Guild Award. Anche due David di Donatello nel palmarès della pellicola: miglior regista straniero (Polanski) e migliore attrice straniera (Mia Farrow).

Alien (1979) e Aliens (1986)

Due dei più grandi titoli appartenenti al genere horror/fantascientifico, che nonostante siano stati diretti da due registi diversi (Ridley Scott e James Cameron) e presentino dei toni altrettanto discordanti, hanno entrambi avuto un successo incredibile. Il primo Alien ha ottenuto l’Oscar per i migliori effetti visivi ed una candidatura per la migliore scenografia (premiata, invece, con il BAFTA). Il secondo, invece, ottenne ben sette candidature agli Oscar, portando a casa due statuette: miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali. Entrambi i capitoli della saga hanno vinto il Saturn Award come miglior film. Per il suo ruolo in Aliens, Sigourney Weaver ricevette una nomination all’Oscar e al Golden Globe come migliore attrice.

Scappa – Get Out (2017)

Scappa – Get Out di Jordan Peele è stato uno dei “casi cinematografici” del 2017. L’incredibile successo riscosso dal film, culminò con la vittoria – assolutamente inaspettata – dell’Oscar alla migliore sceneggiatura originale. Il film ottenne altre tre candidature: miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista (Daniel Kaluuya). La sceneggiatura di Jordan Peele conquistò anche il Writer’s Guild Award, mentre l’American Film Institute lo inserì tra i dieci migliori film dell’anno.

Il Silenzio degli Innocenti (1991)

Uno dei più grandi film della storia del cinema, nonché uno dei titoli il cui genere di appartenenza è stato ampiamente dibattuto. Un thriller? Un dramma? Un poliziesco? O addirittura un horror? Semplicemente, il capolavoro del compianto Jonathan Demme è tutte queste cose messe insieme, e anche di più. Ad oggi, è il terzo film, dopo Accadde una notte e Qualcuno volò sul nido del cuculo, ad aver vinto i cinque premi Oscar più ambiti: miglior film, miglior regia (Demme), miglior attore (Anthony Hopkins), miglior attrice (Jodie Foster) e sceneggiatura (Ted Tally).

L’Esorcista (1975)

Universalmente riconosciuto come il più grande film horror di tutti i tempi, L’Esorcista di William Friedkin ricevette ben 10 candidature agli Oscar, incluso quella per il miglior film (vero e proprio clamore per l’epoca e per il genere di film). Due le statuette vinte: migliore sceneggiatura non originale e miglior sonoro. Tra gli altri riconoscimenti importanti che il classico si è aggiudicato, ricordiamo quattro Golden Globe (miglior film, miglior regia (Friedkin), migliore attrice non protagonista (Linda Blair), miglior sceneggiatura) e quattro Saturn Award (miglior film horror, migliore sceneggiatura, miglior trucco e migliori effetti speciali).

Fonte: ScreenRant

Horror Unmasked – A History of Terror from Nosferatu to Nope, di Brad Weismann

Il cinema horror raccontato attraverso i secoli, le cinematografie, i cambiamenti sociali ma anche le declinazioni capaci di arrivare alla contaminazioni ad altri generi. Horror Unmasked scritto da Brad Weisman ed edito negli Stati Uniti da Epic Ink rappresenta un viaggio ultra-aggiornato dentro il cinema dell’orrore, partendo dalle origini stesse della “Settima Arte” fino ad arrivare ad analizzare il lavoro di Jordan Peele, last but not least il suo recente successo Nope già annunciato nel titoli del testo.

L’approccio narrativo di Weismann non potrebbe essere più lontano da quello enciclopedico abusato da questo tipo di pubblicazioni: fin da subito l’autore riesce a coinvolgere il lettore in un dialogo molto spesso semiserio sull’horror e la sua evoluzione nel corso degli anni e delle tendenze. Un approccio che facilita enormemente la lettura anche perché, quasi per contrappasso, Horror Unmasked si rivela pagina dopo pagina un libro che prende estremamente sul serio il processo di scambio quasi osmotico che questo tipo di cinema ha avuto con il periodo storico e sociale in cui è stato realizzato. Partendo dal concetto sacrosanto che si tratta di un tipo di cinema che tende a mettere in discussione, se non addirittura a destabilizzare lo status quo, il cinema dell’orrore ha spesso rappresentato una cartina di tornasole delle contraddizioni sociali, civili e politiche dell’epoca e del paese di appartenenza. Weismann ha ad esempio messo in evidenza come ad esempio nel XX, in Paesi guidati da un regime dittatoriale come l’Italia fascista o la Spagna di Franco, questo fosse un genere più o meno ufficialmente bandito.

Procedendo in ordine cronologico nella prima parte del suo libro Weismann ricostruisce con minuzia e pienezza di dettagli informazioni la storia dei classici che hanno dettato le regole estetiche e contenutistiche dell’horror per molti decenni a venire. Ecco quindi che tornare a leggere di come sono nati capolavori dell’Espressionismo quali Il gabinetto del dottor Caligari (1921) o Nosferatu (1922) diventa un’immersione avvincente dentro le correnti storiche e sociali che hanno scosso l’Europa tra le due guerre. Capire poi come l’horror sia passato da produzioni apprezzate e importanti come queste a diventare un genere di “serie B” nei decenni immediatamente successivi porta il lettore a comprendere in profondità quanto il sistema industriale hollywoodiano abbia basato la propria efficacia sullo sfruttamento industriale fin praticamente dagli albori del cinema stesso inteso come arte popolare. Weismann continua però costantemente, con ragione e non senza ironia, a cercare il grande cinema in mezzo alla valanga di produzioni commerciali. L’analisi attenta dell’autore si rivolge ad esempio al grande lavoro di costruzione del personaggio e del “mito” che attori iconici come Bela Lugosi, Boris Karloff o Peter Lorre hanno portato avanti nel tempo. In particolar modo viene analizzato il lavoro di Lon Chaney Sr. (Il gobbo di Notre Dame del 1923 e Il fantasma dell’opera del 1925 i suoi capolavori), considerato da Weismann il primo interprete ad adoperare il celeberrimo “metodo” per la costruzione fisica ed emotiva dei propri personaggi.

Tra i più di venti capitoli che il libro propone quelli maggiormente interessanti riguardano la differenza tra i prodotti della Hammer di origine britannica degli anni ‘60 e i “cugini” americani realizzati da Roger Corman. Il minimo comun denominatore rimane Edgar Allan Poe e la sua smisurata bibliografia, ma sta nell’analisi delle strategie estetiche e produttive che separano i due progetti cinematografici il vero piacere di una lettura cinefila. Così come l’ultimo capitolo dedicato a quello che Wiesmann definisce il “post-horror” contemporaneo rappresenta una riflessione tutt’altro che scontata su quanto il genere oggi più che mai si trovi a voler riflettere sulle zone d’ombra di una società non soltanto americana, e qui il discorso sui film di Jordan Peele, sulle produzioni della Blumhouse ma anche su una serie di culto come The Walking Dead diventano stimolo indubbio di riflessione.

Per momenti di lettura maggiormente frivoli consigliamo invece il godibilissimo capitolo dedicato alla contaminazione con la commedia, in cui ti titoli maggiormente analizzati sono – e non poteva a nostro avviso essere altrimenti – Frankenstein Junior di Mel Brooks, Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis e Ghostbusters di Ivan Reitman. Ultima nota “partigiana” nel raccontare Horror Unmasked la vogliamo spendere mettendo in luce il notevole capitolo dedicato ai maestri del giallo italiani: l’autore spende enormi parole di elogio per il cinema di Dario Argento, sottolineando come nei suoi capolavori degli anni ‘70 abbia saputo sempre mettere la sua idea estetica innovativa e visionaria comunque la servizio della storia, facendo propria la lezione di Alfred Hitchcock a trasportandola dentro un nuovo modo di intendere il thriller.

“I migliori film dell’orrore vogliono scoperchiare le nostre teste e farci scrutare gli impulsi soppressi che possediamo. Vogliono farci contemplare un universo in cui morte, decadenza e corruzione hanno un ruolo. Il genere, nonostante le limitazioni e i cliché, ci permette di affermare quello che pensiamo della vita ma raramente articoliamo: l’innocenza è perduta, la vendetta sicura, la morte vicina. Avremo comunque sempre bisogno di uscire dall’oscurità, e tentare di sconfiggere il mostro…”

B.Weismann, Horror Unmasked

Horror Night: proiezione di The Conjuring 2 e anteprima di The Nun – La Vocazione del Male

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Per celebrare l’uscita di The Nun – La Vocazione del Male, arriva una terrificante iniziativa The Space Cinema, la Horror Night. Il caso vuole che siano passati 40 anni esatti dal Poltergeist di Enfield, caso di cronaca e presunta attività paranormale realmente accaduto, che tra il 1977 e il 1978 ha scosso l’intera cittadina a nord di Londra. Ad indagare sull’accaduto, allora, intervennero Ed e Lorraine Warren, celebre coppia di demonologi e ricercatori statunitensi.

A questi eventi è ispirato il secondo capitolo della serie The Conjuring: Il caso Enfield (2016), che il prossimo 19 settembre torna in tutti i cinema The Space per fare da introduzione a The Nun – La Vocazione del Male, in uscita il 20 settembre.

A partire dalle 20:00, infatti, sarà proiettato prima il film che racconta il conflitto tra la famiglia Hodgson e Valak, figura demoniaca con sembianze e abiti da suora, che sfida gli Warren e tormenta la piccola Janet Hodgson, posseduta dallo spirito di un settantaduenne morto in passato nella stessa casa.

A seguire, dalle 22:30 e in anteprima, The Nun – La Vocazione del Male, incentrato sulla figura della suora che diverrà il potente e maligno demone Valak. Lo spin-off, ambientato in Romania 20 anni prima del caso Enfield, inizia proprio con il suicidio della suora di clausura, su cui il Vaticano chiamerà ad indagare un prete, assistito da una giovane in procinto di prendere i voti.

Aspettando The Nun, i 10 personaggi horror più cattivi visti al cinema

L’anteprima è inclusa nella programmazione cui è possibile assistere con The Space Pass, l’abbonamento che consente la visione di tutti i film ed eventi in programmazione ogni giorno nei cinema The Space a soli 15,90 euro al mese. Il biglietto da acquistare è quello per lo spettacolo delle 22:30.

Per questo evento è previsto il refill dei pop-corn: chi acquista un pop Maxi potrà riempire illimitatamente il proprio cesto per tutta la durata della maratona.

Di seguito il programma della serata:

Maratona Horror – The Nun Night (evento nazionale)

  • 20:00 – The Conjuring 2: Il caso Enfield (2016) – Durata: 133’
  • 22:30 – The Nun – La Vocazione del Male (2018) – Durata 96’

Per maggiori informazioni consultare la pagina dell’evento sul sito di The Space Cinema.

Horrible Bosses 2 iniziate le riprese

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Horrible Bosses 2 iniziate le riprese

HORRIBLE BOSSES 2

La Warner Bros ha annunciato l’inizio delle riprese di Horrible Bosses 2, diretto da Sean Anders, attesissimo sequel del ormai più che conosciuto Come Ammazzare il capo e Vivere Felici.

L’intero cast del primo capitolo è stato riconfermato: Jason Bateman, Charlie Day e Jason Sudeikis torneranno a vestire i panni di Nick, Dale e Kurt. Faranno parte degli interpreti anche Jennifer Aniston, Jamie Fox e Kevin Spacey.

Trama: Stufi di essere maltrattati dai propri superiori, i tre protagonisti decidono di diventare a loro volta dei capi, aprendo un’attività privata. Il sogno dura poco: un investitore privato, infatti, soffia loro l’attività stessa. A questo punto, Nick, Dale e Kurt prendono una decisione importante: rapire il figlio maggiore dell’investitore per chiedere un riscatto e riprendersi il proprio lavoro.

Il film uscirà nelle sale il il 28 Novembre 2014

Fonte: worstpreviews

Horns: primo teaser trailer con Daniel Radcliffe

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Dopo il nuovo poster per Horns, il film che vede protagonista Daniel Radcliffe accompagnato da un bel paio di … corna, ecco che arriva il primo teaser trailer ufficiale del film.

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hornsHorns, basato sul romanzo thriller di Joe Hill, è diretto da Alexandre Aja (Le colline hanno gli occhi).Il poster è la riproduzione di una pagina di giornale in cui campeggia il volto di Daniel Radcliffe decisamente trasformato. Cosa ne pensate?

Il cast di Horns include anche Juno Temple, Max Minghella, James Remar, Joe Anderson e Kelli Garner. Il film, prodotto dalla Red Granite Pictures, è l’adattamento cinematografico del romanzo di Joe Hill La vendetta del diavolo e racconta un una storia d’amore virata sull’horror in cui un giovane di 26 anni una mattina si alza ed ha un belpaio di corna sulla fronte. Le corna crescono ogni giorno e lui viene accusato di aver rapito e ucciso la sua ragazza. Cosa ancora più strana, quelle corna sembrano dagli il potere di forzare chiunque a dire la verità.

Fonte: CBM

Horns: nuovo poster per Daniel Radcliffe

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Al Comic Con 2014 è stato presentato il nuovo poster di Horns di Alexandre Aja.

Il poster, che potete vedere qui sotto, è stato rilasciato insieme al messaggio “Love Hurts Like Hell” (Trad.: l’amore brucia come l’Inferno).

Ricordiamo che Horns uscirà negli Stati Uniti il 31 ottobre, e che avrà come protagonisti la star di Harry Potter Daniel Radcliffe e Juno Temple.

Horns

Fonte: comicbookmovie

Horns: nuovo inquietante poster per il film con Daniel Radcliffe

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Ecco un nuovo poster, abbastanza inquietante, di Horns, nuovo film con Daniel Radcliffe in versione decisamente inedita. L’attore reso noto dal personaggio di Harry Potter indossa, per il film, un vistoso e ‘impegnativo’ paio di corna!

Ecco il poster mentre a questo link trovate il primo trailer del film:hornsIl poster  un’esclusiva Comingsoon.net.

Daniel con il regista e l’autore del romanzo da cui è tratto il film saranno ospiti al Comic Con di San Diego il prossimo 25 luglio.

Horns, basato sul romanzo thriller di Joe Hill, è diretto da Alexandre Aja (Le colline hanno gli occhi).Il poster è la riproduzione di una pagina di giornale in cui campeggia il volto di Daniel Radcliffe decisamente trasformato. Cosa ne pensate?

Il cast di Horns include anche Juno Temple, Max Minghella, James Remar, Joe Anderson e Kelli Garner. Il film, prodotto dalla Red Granite Pictures, è l’adattamento cinematografico del romanzo di Joe Hill La vendetta del diavolo e racconta un una storia d’amore virata sull’horror in cui un giovane di 26 anni una mattina si alza ed ha un belpaio di corna sulla fronte. Le corna crescono ogni giorno e lui viene accusato di aver rapito e ucciso la sua ragazza. Cosa ancora più strana, quelle corna sembrano dagli il potere di forzare chiunque a dire la verità.

 

Horns: le prime inquietanti foto dal film con Daniel Radcliffe

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Horns: le prime inquietanti foto dal film con Daniel Radcliffe

Ecco le prime immagini ufficiali di Horns, l’atteso e inquietante film che vedrà il rassicurante Daniel Radcliffe trasformato in una creatura infernale, un vedo diavolo con tanto di corna. E se l’immagine di Radcliffe con le corna da caprone ha già fatti il giro del web, gli scatti dal film che vedrete di seguito vi lasceranno a bocca aperta. Ecco l vero volto di Daniel Radcliffe in Horns!

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Horns 6GUARDA IL TRAILER DEL FILM

Horns, basato sul romanzo thriller di Joe Hill, è diretto da Alexandre Aja (Le colline hanno gli occhi). Il poster è la riproduzione di una pagina di giornale in cui campeggia il volto di Daniel Radcliffe decisamente trasformato. Cosa ne pensate?

Il cast di Horns include anche Juno Temple, Max Minghella, James Remar, Joe Anderson e Kelli Garner. Il film, prodotto dalla Red Granite Pictures, è l’adattamento cinematografico del romanzo di Joe Hill La vendetta del diavolo e racconta un una storia d’amore virata sull’horror in cui un giovane di 26 anni una mattina si alza ed ha un belpaio di corna sulla fronte. Le corna crescono ogni giorno e lui viene accusato di aver rapito e ucciso la sua ragazza. Cosa ancora più strana, quelle corna sembrano dagli il potere di forzare chiunque a dire la verità.

Horns: i character poster di daniel Radcliffe e Juno Temple

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Horns: i character poster di daniel Radcliffe e Juno Temple

Oggi vi mostriamo due character poster per il film Horns, che ha già destato parecchia curiosità per il fatto che il suo protagonista, Daniel Radcliffe, indosserà (come titolo esige) un bel paio di corna caprine che pare gli porteranno parecchi problemi. I toni del film però saranno tutt’altro che ilari dal momento che si tratta di un horror in cui il nostro Daniel sarà accusato dell’omicidio della sua ragazza, l’angelica Juno Temple.

GUARDA IL TRAILER DEL FILM

Di seguito trovate i due character poster in cui le due nature contrapposte dei personaggi vengono messe a confronto:HornsHorns 2

Horns, basato sul romanzo thriller di Joe Hill, è diretto da Alexandre Aja (Le colline hanno gli occhi). Il poster è la riproduzione di una pagina di giornale in cui campeggia il volto di Daniel Radcliffe decisamente trasformato. Cosa ne pensate?

Il cast di Horns include anche Juno Temple, Max Minghella, James Remar, Joe Anderson e Kelli Garner. Il film, prodotto dalla Red Granite Pictures, è l’adattamento cinematografico del romanzo di Joe Hill La vendetta del diavolo e racconta un una storia d’amore virata sull’horror in cui un giovane di 26 anni una mattina si alza ed ha un belpaio di corna sulla fronte. Le corna crescono ogni giorno e lui viene accusato di aver rapito e ucciso la sua ragazza. Cosa ancora più strana, quelle corna sembrano dagli il potere di forzare chiunque a dire la verità.

Fonte: CBM

Horns: Daniel Radcliffe nella prima clip del film

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In occasione della presentazione in anteprima al Toronto Film Festival, è stata diffusa online la prima clip ufficiale di Horns, l’atteso thriller di Alexandre Aja (Le colline hanno gli occhi) con protagonista assoluto Daniel Radcliffe. Eccola di seguito.

http://youtu.be/us0dR2NF8lE

Il cast di Horns include anche Juno Temple, Max Minghella, James Remar, Joe Anderson e Kelli Garner. Il film, prodotto dalla Red Granite Pictures, è l’adattamento cinematografico del romanzo di Joe Hill La vendetta del diavolo e racconta un una storia d’amore virata sull’horror in cui un giovane di 26 anni una mattina si alza ed ha un belpaio di corna sulla fronte. Le corna crescono ogni giorno e lui viene accusato di aver rapito e ucciso la sua ragazza. Cosa ancora più strana, quelle corna sembrano dagli il potere di forzare chiunque a dire la verità.

Horns Daniel Radcliffe 

Fonte: Collider

Horns: Daniel Radcliffe ‘ricercato’ nel nuovo poster

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Ecco un nuovo poster per Horns, il film che vede protagonista Daniel Radcliffe accompagnato da un bel paio di … corna! Il film, basato sul romanzo thriller di Joe Hill, è diretto da Alexandre Aja (Le colline hanno gli occhi).Il poster è la riproduzione di una pagina di giornale in cui campeggia il volto di Daniel Radcliffe decisamente trasformato. Cosa ne pensate?

horns

Il cast di Horns include anche Juno Temple, Max Minghella, James Remar, Joe Anderson e Kelli Garner. Il film, prodotto dalla Red Granite Pictures, è l’adattamento cinematografico del romanzo di Joe Hill La vendetta del diavolo e racconta un una storia d’amore virata sull’horror in cui un giovane di 26 anni una mattina si alza ed ha un belpaio di corna sulla fronte. Le corna crescono ogni giorno e lui viene accusato di aver rapito e ucciso la sua ragazza. Cosa ancora più strana, quelle corna sembrano dagli il potere di forzare chiunque a dire la verità.

Horns nuovo trailer del film con Daniel Radcliffe e Juno Temple

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Horns nuovo trailer del film con Daniel Radcliffe e Juno Temple

Lionsgate pubblica online il nuovo trailer di Horns, nuovo film con Daniel Radcliffe in versione decisamente inedita. L’attore reso noto dal personaggio di Harry Potter indossa, per il film, un vistoso e ‘impegnativo’ paio di corna! Horns, basato sul romanzo thriller di Joe Hill, è diretto da Alexandre Aja (Le colline hanno gli occhi).Il poster è la riproduzione di una pagina di giornale in cui campeggia il volto di Daniel Radcliffe decisamente trasformato.

Il cast di Horns include anche Juno Temple, Max Minghella, James Remar, Joe Anderson e Kelli Garner. Il film, prodotto dalla Red Granite Pictures, è l’adattamento cinematografico del romanzo di Joe Hill La vendetta del diavolo e racconta un una storia d’amore virata sull’horror in cui un giovane di 26 anni una mattina si alza ed ha un belpaio di corna sulla fronte. Le corna crescono ogni giorno e lui viene accusato di aver rapito e ucciso la sua ragazza. Cosa ancora più strana, quelle corna sembrano dagli il potere di forzare chiunque a dire la verità.

Horns acquisito dalla Dimension Film

horns

Il  nuovo film con Daniel Radcliffe, l’horror Horns diretto da Alexandre Aja, è stato acquisito, per quanto riguarda gli Stati Uniti, dai distributori Dimension Film e da Radius Twc.

La storia è basata sul romanzo di Joe Hill La vendetta del diavolo, che ha al centro dell’azione un ragazzo che un giorno scopre delle corna fuoriuscire dalla sua testa, dopo la misteriosa morte della sua ragazza, della quale verrà accusato ingiustamente. Nonostante la scia horror, il film presenta anche note romantiche e scene comiche.

Il protagonista Radcliffe ha affermato di essersi divertito ad interpretare questo strano personaggio, di essere molto orgoglioso del suo lavoro e di aver lavorato con un regista coma Aja.

L’ex maghetto di Hogwarts sarà affiancato nel film da attori come Juno Temple, Max Minghella, Joe Anderson, Kelli Garner, Heather Graham, David Morse, Kathleen Quinlan and James Remar.

Il film, che è stato presentato allo scorso Toronto Film Festival, non ha ancora una data d’uscita, anche se si dice che sarà entro l’anno 2014.

The Hollywood reporter

Horizon: An American Saga, trailer ufficiale e data di uscita della saga di Kevin Costner

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Warner Bros Italia ha diffuso il trailer ufficiale di Horizon: An American Saga, l’attesa epopea western di e con Kevin Costner. Questa estate, vivi il grande viaggio che ha fatto l’America. Horizon: An American Saga. Capitolo 1 al cinema dal 4 luglio. Capitolo 2 al cinema dal 15 agosto.

L’epopea western di Costner è in lavorazione da decenni, con l’attore che ha sviluppato il film come un unico film nel 1988, prima che si espandesse in una saga in più parti. Costner recita, dirige, scrive e produce entrambe le parte. Sebbene il Capitolo 1 e il Capitolo 2 abbiano confermato le date di uscita, Costner ha precedentemente dichiarato le sue intenzioni di realizzare quattro film dal concetto originale.

Il nuovo filmato mostrato sottolinea i rischi che Kevin Costner sta correndo con Horizon, creando un’enorme saga che si svolge in più di un decennio di tempo. Tuttavia, ha già dimostrato di essere un regista di talento con Balla coi lupi. Il fatto che questo sia stato un suo progetto appassionato fin dalla fine degli anni ’80 significa che rifletterà una storia che ha sempre voluto raccontare e che potrà finalmente rappresentarla sul grande schermo come ha sempre desiderato. Sappiamo che il film sarà presentato in anteprima al Festival di Cannes 2024.

Secondo la sinossi ufficiale del film, Horizon: An American Saga esplorerà un periodo di oltre un decennio di espansione nel West americano prima e dopo la guerra civile. Non è stato ancora rivelato nulla sul personaggio di Costner o su nessuno dei personaggi secondari, ma il film vanta un cast impressionante. Il film è diviso in due parti, Horizon: An American Saga – Capitolo 2 anche dovrebbe debuttare nel 2024.

Oltre a Costner, il cast di Horizon: An American Saga include Sienna Miller, Sam Worthington, Will Patton, Thomas Haden Church, Luke Wilson, Jena Malone, Dale Dickey, Abbey Lee, Isabelle Fuhrman, Jamie Campbell Bower, Michael Rooker e Giovanni Ribisi.

Horizon: An American Saga, recensione del film di e con Kevin Costner

Kevin Costner è davvero l’ultimo grande interprete del cinema western. Interprete non solo nel senso di attore ma anche di colui capace di fare da intermediario tra questo genere sempre più relegato ai margini e il grande pubblico. Lo ha dimostrato già in altre occasioni nel corso della sua carriera, da Balla coi lupi (1990) a Wyatt Earp (1994), da Terra di confine (2003) alla serie Yellowstone (2018-2024). Torna ora a darne prova con Horizon: An American Saga, un mastodontico progetto di quattro film da circa tre ore l’uno dove si racconta, durante un arco di tempo sfaccettato e lungo anni, dell’espansione e insediamento nell’Ovest americano.

Al Festival di Cannes 2024 è stato presentato Fuori concorso il Capitolo 1, che è ora nelle sale italiane dal 4 luglio e verrà seguito poi dal Capitolo 2 a partire dal 15 agosto. Mentre le riprese del Capitolo 3 sono in corso, ancora incerto è il Capitolo 4, date le difficoltà economiche riscontrate nel realizzare questo ambiziosissimo progetto. Un progetto che vede coinvolti numerosi attori di prim’ordine, ricostruzioni curate al dettaglio e in generale un affresco quanto più ampio possibile della vita in quei pericolosi e selvaggi anni di fondazione. La speranza però è che Horizon: An America saga possa trovare completezza, dato il convincente assaggio offerto dal Capitolo 1.

La trama di Horizon: An American Saga

Quello narrato in Horizon: An American Saga è l’incredibile ed epico viaggio dell’espansione del West americano, prima e dopo la Guerra Civile. Espansione che inizia con il desiderio di alcuni coloni di fondare una nuova città, Horizon, in un territorio però appartenente agli Apache. Mentre dunque si svolge uno scontro tra queste due realtà, si seguono tre distinte storie composte da gruppi di personaggi a loro modo diretti ad Horizon, venduta come nuova terra promessa. Per arrivarvi sani e salvi, però, dovranno essere superati numerosi ostacoli e pericoli. Nel cast, oltre a Costner, si ritrovano Sienna Miller, Sam Worthington, Michael Rooker, Giovanni Ribisi, Abbey Lee, Jamie Campbell Bower, Thomas Haden Church, Luke Wilson e Jena Malone.

Horizon An American Saga Sienna Miller
Sienna Miller è Frances Kittredge in Horizon: An American Saga.

Horizon: An American Saga è un film-fiume che guarda al futuro

Come si accennava, l’ambizione di Kevin Costner con Horizon: An American Saga è elevatissima. Ce lo conferma la specifica nel titolo di voler raccontare una vera e propria saga americana di come il West è stato esplorato, vinto e colonizzato. Costner, anche sceneggiatore insieme a Jon Baird, pone dunque in campo una moltitudine di punti di vista, di contesti e di temi, con l’intenzione di restituire una panoramica a 360° dello sviluppo di questo territorio. Si ritrovano così nel film scontri tra coloni e indiani d’America, vicende amorose, pericolose attraversate in carovana, famiglie di fuorilegge e molto altro ancora. Costner sembra dunque voler inserire nel film ogni elemento della tradizione di questo genere.

Essendo Horizon: An American Saga finanziato in buona parte con il proprio patrimonio, il regista non si pone dunque limiti e dà così vita ad un film-fiume che indubbiamente risulta talvolta disorientante nell’ampiezza del suo racconto. Sarebbe a questo punto fin troppo facile ritenere questo primo film un’opera caratterizzata da troppe direzioni, frutto di un’eccessiva libertà artistica che può essere accostata a quella vista in Megalopolis (qui la recensione), anch’esso presentato al Festival di Cannes. Eppure come avviene per il film di Francis Ford Coppola, anche Costner sembra invitare il pubblico alla pazienza, al lasciarsi trasportare dalla corrente del fiume senza dunque tentare di resistervi ricercando nel film omogeneità o immediata chiarezza.

Bisogna infatti tenere sempre a mente che questo è solo il primo di quattro film e, come spesso avviene in questi casi, il Capitolo 1 ha una funzione prevalentemente introduttiva. Horizon: An American Saga offre dunque numerosi assaggi di personaggi e situazioni che si ipotizza troveranno poi maggiore approfondimento e sviluppo nei prossimi film. Questo non giustifica però il modo approssimativo con cui alcune delle linee narrative vengono qui portate avanti, lasciando forse un po’ troppo al futuro, a cui non rende giustizia neanche un montaggio talvolta troppo brusco nel passare da una vicenda ad un’altra. Il risultato è dunque convincente in parte ma potrebbe appunto trovare riscatto con i successivi film.

Horizon An American Saga Kevin Costner
Una scena di Horizon: An American Saga

Il mito della fondazione

Al di là di come Horizon: An American Saga ci presenta e racconta le sue storie, risulta invece molto interessante il modo in cui Costner si trovi oggi a dover ragionare su determinati temi propri di narrazioni di questo tipo. La sua intenzione è quella di proporre un ritratto quanto più realistico possibile della vita a quel tempo e per farlo gli è neccessario anche mostrare situazioni che oggi si potrebbero definire controverse o sbagliate. Si fa in particolare riferimento allo scontro tra i coloni bianchi e gli indiani d’America, con questi ultimi raffigurati anche come brutali cacciatori intenzionati a difendere il proprio territorio.

Per troppo a lungo queste popolazioni sono state proposte come i cattivi da sconfiggere del genere western e ciò sembra inizialmente avvenire anche qui. Ma Costner è molto più intelligente di cosi e pur sapendo di non poter rinunciare a mostrare le reali barbarie di cui anche gli indiani d’America si “macchiarono” trova il modo per giustificare tali azioni e conferire loro una certa umanità. Più che loro, dunque, il vero nemico si afferma essere il territorio. Un territorio da domare e conquistare, che tutti ambiscono a fare proprio ma su cui, nonostante gli suoi sconfinati spazi aperti, sembra non esserci posto per tutti. Si ripercorre così il mito della fondazione di un paese, edificato non solo su valori positivi ma anche sul sangue.

C’è dunque un po’ tutto in questo primo capitolo di Horizon: An American Saga, forse troppo, ma ciò permette anche di fare esperienza di un affresco completo che passa da momenti di quiete ad altri di grande azione (l’assalto dei nativi contro i primi coloni di Horizon è un perfetto esempio di azione che narra). Quasi superfluo è poi dire che gli scenari western che Costner conosce tanto bene e ancor meglio sa inquadrare fanno da soli buona parte del lavoro. Il film è un piacere per gli occhi degli appassionati di questo genere e anche alla luce di ciò vale la pena attendere di vedere come proseguirà questa epica saga prima di dare giudizi affrettati.

Horizon: An American Saga, ecco il teaser trailer del film in due parti di Kevin Costner

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Un primo trailer di Horizon: An American Saga è appena stato rilasciato dalla Warner Bros., fornendo così un primo vero e proprio sguardo al nuovo epico film western diretto, prodotto ed interpretato da Kevin Costner. Attualmente meglio conosciuto per il suo ruolo in Yellowstone, l’attore aveva infatti da tempo espresso il desiderio di realizzare un nuovo kolossal western, tornando dunque al genere con cui si è consacrato all’inizio degli anni Novanta grazie al suo Balla coi lupi. Il teaser mostra in realtà ben poco, mostrando Costner a cavallo, inseguito da qualcuno non mostrato, salvo poi fermarsi e sparare contro i propri inseguitori.

Secondo la sinossi ufficiale del film, Horizon: An American Saga esplorerà un periodo di 15 anni di espansione nel West americano prima e dopo la guerra civile. Non è stato ancora rivelato nulla sul personaggio di Costner o su nessuno dei personaggi secondari, ma il film vanta un cast impressionante. Oltre a Costner, il cast di Horizon: An American Sagacome confermato dal trailer, include Sienna Miller, Sam Worthington, Will Patton, Thomas Haden Church, Luke Wilson, Jena Malone, Dale Dickey, Abbey Lee, Isabelle Fuhrman, Jamie Campbell Bower, Michael Rooker e Giovanni Ribisi.

Anche se l’uscita del film non è prevista prima del prossimo anno, più di preciso a giugno, è già stata confermata l’esistenza di una seconda parte, che arriverà nei cinema due mesi dopo la pria, ad agosto. Finora, la maggior parte delle notizie sul film riguardavano il modo in cui la produzione di esso abbia influenzato gli impegni di Costner con Yellowstone. Secondo quanto riferito, Costner stava cercando di limitare la propria partecipazione alla serie di Taylor Sheridan per dedicare più attenzioni al suo progetto, che sembra Costern desiderasse realizzare già negli anni Ottanta.

Horizon: An American Saga, il teaser trailer del film

Horizon: An American Saga – Capitolo 2 a Venezia 81 Fuori Concorso

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Horizon: An American Saga – Capitolo 2 di e con Kevin Costner, e con Sienna Miller, Sam Worthington, Jena Malone e Danny Huston, sarà presentato in prima mondiale fuori concorso sabato 7 settembre 2024, completando il programma dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera (28 agosto > 7 settembre 2024). Anche Horizon: An American Saga – Capitolo 1 sarà presentato all’81. Mostra nella stessa giornata di sabato 7 settembre, prima del Capitolo 2.

Horizon: An American Saga, Capitoli 1 e 2 (New Line Cinema), è una cronaca articolata della Guerra civile e della colonizzazione dell’Ovest americano. È una storia dell’America troppo vasta per un solo film, che Kevin Costner ha anche scritto insieme a Jon Baird (The Explorers Guild) e prodotto con la sua Territory Pictures.

Horizon: An American Saga – Capitolo 2, l’uscita in sala è rimandata a data da destinarsi

Kevin Costner ha dichiarato: «Il mio sogno era quello di presentare Horizon: An American Saga – Capitolo 2 alla Mostra del Cinema di Venezia. Il fatto che ora al Lido saranno proiettati prima il Capitolo 1 e poi la prima mondiale del Capitolo 2, dimostra non solo il modo in cui i due film si legano, ma anche il sostegno alla visione di un regista. Sono in debito con Alberto Barbera per il coraggio che ha dimostrato nell’impegnarsi in questo viaggio cinematografico. È con gratitudine ed emozione che torno alla Mostra. Lunga vita ai film e a chi li vuole sostenere».

Alberto Barbera ha dichiarato: «È un grande piacere e un onore ospitare la prima mondiale del Capitolo 2 di Horizon: An American Saga, insieme al suo Capitolo 1. Questa new entry nel programma della Mostra di Venezia rende un sentito e rispettoso omaggio al progetto visionario di un grande attore e regista, che si è impegnato nella ricostruzione epica degli anni cruciali della fondazione del suo Paese, scavando oltre il mito in cerca di quell’autenticità capace di restituire un pezzo di storia nella sua realtà complessa e contraddittoria».

Horizon An American Saga Kevin Costner
Una scena di Horizon: An American Saga.

Nella grande tradizione degli iconici western della Warner Bros. Pictures, Horizon: An American Saga esplora il fascino del vecchio West, e come è stato conquistato – e perso – attraverso il sangue, il sudore e le lacrime di molti. Nei quattro anni della Guerra civile, dal 1861 al 1865, l’avventura cinematografica di Kevin Costner porta il pubblico in un viaggio emozionante attraverso un Paese in guerra con se stesso, attraverso la lente di famiglie, amici e nemici che cercano di scoprire cosa significa veramente essere gli Stati Uniti d’America.

Kevin Costner torna a dirigere per la prima volta da Open Range del 2003 e rivisita l’epoca della Guerra civile in America, cornice del suo debutto da regista nel 1990 col blockbuster Balla coi lupi, vincitore di sette Oscar, tra cui miglior film e miglior regista. Produce a fianco di Howard Kaplan e Mark Gillard, con Danny Peykoff, Robert Scannell, Armyan Bernstein, Charlie Lyons, Barry Berg e Rod Lake come produttore esecutivo.

Dietro la macchina da presa Kevin Costner è affiancato dal direttore della fotografia J. Michael Muro (Billionaire Boys Club, Parker), dallo scenografo Derek R. Hill (Jack Ryan, I magnifici sette), dal montatore Miklos Wright (For All Mankind, Open Range) e dalla costumista Lisa Lovaas (Ambulance, Transformers-L’ultimo cavaliere). La musica è composta del candidato all’Oscar John Debney (La Passione di Cristo, The Greatest Showman).

Horizon: An American Saga sarà un’epopea su larga scala divisa in due parti

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Nuove immagini di Horizon: An American Saga sono stati mostrati al CinemaCon, rivelando qualcosa in più su cosa aspettarsi dall’epopea western di Kevin Costner. Il film in due parti segue un cast di personaggi a metà del 1800, mentre gli Stati Uniti iniziano la loro espansione verso ovest. Sarà diviso in due “Capitoli”, ed entrambi i film arriveranno al cinema più avanti nel 2024.

Warner Bros. ha rivelato nuovi filmati di Horizon: An American Saga al CinemaCon, rivelando di più sul prossimo western. Introdotto da Costner, che ha confermato che i film si svolgeranno lungo un arco temporale di 12 anni, il filmato mette in luce l’ampio cast riunito per il progetto, tra cui Danny Huston, leader di un gruppo di soldati dell’Unione, Michael Rooker, Sam Worthington e Luke Wilson, che guida un gruppo di civili nel loro viaggio. Il filmato mette in luce anche l’alta posta in gioco del film con le sue molteplici sparatorie e un bambino che seppellisce una persona cara.

L’epopea western di Costner è in lavorazione da decenni, con l’attore che ha sviluppato il film come un unico film nel 1988, prima che si espandesse in una saga in più parti. Costner recita, dirige, scrive e produce entrambe le parte. Sebbene il Capitolo 1 e il Capitolo 2 abbiano confermato le date di uscita, Costner ha precedentemente dichiarato le sue intenzioni di realizzare quattro film dal concetto originale.

Il nuovo filmato mostrato sottolinea i rischi che Kevin Costner sta correndo con Horizon, creando un’enorme saga che si svolge in più di un decennio di tempo. Tuttavia, ha già dimostrato di essere un regista di talento con Balla coi lupi. Il fatto che questo sia stato un suo progetto appassionato fin dalla fine degli anni ’80 significa che rifletterà una storia che ha sempre voluto raccontare e che potrà finalmente rappresentarla sul grande schermo come ha sempre desiderato. Sappiamo che il film sarà presentato in anteprima al Festival di Cannes 2024.

Secondo la sinossi ufficiale del film, Horizon: An American Saga esplorerà un periodo di oltre un decennio di espansione nel West americano prima e dopo la guerra civile. Non è stato ancora rivelato nulla sul personaggio di Costner o su nessuno dei personaggi secondari, ma il film vanta un cast impressionante. Il film è diviso in due parti, Horizon: An American Saga – Capitolo 2 anche dovrebbe debuttare nel 2024.

Oltre a Costner, il cast di Horizon: An American Saga include Sienna Miller, Sam Worthington, Will Patton, Thomas Haden Church, Luke Wilson, Jena Malone, Dale Dickey, Abbey Lee, Isabelle Fuhrman, Jamie Campbell Bower, Michael Rooker e Giovanni Ribisi.

Horizon: An American Saga in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2024

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Kevin Costner presenterà la prima parte di Horizon: An American Saga in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2024, fuori concorso. Questo progetto in più episodi sulla conquista del West americano è diretto dallo stesso Costner, che è anche co-protagonista insieme a Sienna Miller. Kevin Costner, come già riportato, ha sempre avuto l’obiettivo di dipingere un ritratto dell’America: le sue origini, i suoi difetti e le sue leggende. Come sappiamo da Balla coi lupi, il western è diventato il suo genere preferito per esprimere il suo impegno politico a favore della democrazia e dell’ambiente.

“Vorrei ringraziare il Festival di Cannes per aver incluso il mio film Horizon, An American Saga nella selezione di quest’anno“, ha affermato Kevin Costner. “Erano 20 anni che non avevo il piacere di essere sulla Croisette. Ho aspettato il momento giusto per tornare e sono orgoglioso di dire che questo momento è arrivato. Horizon: An American Saga è una storia iniziata 35 anni fa, e non riesco a pensare a un posto migliore di Cannes per rivelare al mondo il risultato di un’avventura così meravigliosa. I francesi hanno sempre sostenuto i film e hanno creduto profondamente nella cinematografia. Così come io credo profondamente nel mio film…“.

Dopo le incursioni nelle serie Hatfields and McCoys e Yellowstone, Costner torna dunque al genere che ha fatto la fortuna del cinema americano per un progetto monumentale sul costo, in termini di guerra e violenza, della costruzione e dell’espansione degli Stati Uniti d’America. Il Festival di Cannes è dunque lieto di accogliere Kevin Costner per presentare il suo nuovo film Horizon, che sarà proiettato domenica 19 maggio 2024.

Quello che sappiamo su Horizon: An American Saga

Secondo la sinossi ufficiale del film, Horizon: An American Saga esplorerà un periodo di 15 anni di espansione nel West americano prima e dopo la guerra civile. Non è stato ancora rivelato nulla sul personaggio di Costner o su nessuno dei personaggi secondari, ma il film vanta un cast impressionante. Il film è diviso in due parti e anche il Capitolo 2 dovrebbe debuttare nel 2024. Oltre a Costner, il cast, come confermato dal trailer, include Sienna Miller, Sam Worthington, Will Patton, Thomas Haden Church, Luke Wilson, Jena Malone, Dale Dickey, Abbey Lee, Isabelle Fuhrman, Jamie Campbell Bower, Michael Rooker e Giovanni Ribisi.

Horizon: An American Saga – Capitolo 2, l’uscita in sala è rimandata a data da destinarsi

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La Warner Bros. ha rimosso Horizon: An American Saga – Capitolo 2 dal calendario delle uscite di agosto, abbandonando dunque la data di uscita prevista dopo che il primo capitolo (qui la recensione) si era rivelato una delusione al botteghino. I due film di Kevin Costner, come noto, sono stati girati insieme, con l’intenzione di distribuirli essenzialmente uno di seguito all’altro nelle sale. Il primo capitolo, presentato in anteprima a giugno e nelle sale italiane dal 4 luglio, ha guadagnato solo 11 milioni di dollari nel fine settimana di apertura, arrivando ad oggi ad un totale di 24 milioni su un budget di circa 100.

Secondo quanto riferito, il piano prevede ancora l’uscita del secondo capitolo nelle sale, ma al momento non c’è ancora una data di uscita ufficiale, poiché la New Line Cinema, l’imprinting della Warner Bros. che ha distribuito il primo film, spera di creare entusiasmo per il sequel una volta che l’originale arriverà in streaming. Il terzo capitolo – di quattro previsti, è invece attualmente in fase di produzione. Costner, come noto, si è fatto carico di gran parte del budget del film, presumibilmente pensando che avrebbe recuperato i soldi tra la licenza per la distribuzione e il risultato finale.

Territory Pictures e New Line Cinema hanno deciso di non distribuire Horizon: An American Saga – Capitolo 2 il 16 agosto per dare al pubblico una maggiore opportunità di scoprire il primo capitolo di ‘Horizon’ nelle prossime settimane, anche su PVOD e Max“. È questo ciò che ha dichiarato un portavoce di New Line Cinema a Variety, che ha riportato la notizia. “Ringraziamo i nostri partner cinematografici per il loro continuo supporto mentre gli spettatori di tutti gli Stati Uniti scoprono il film in sala“. Non resta a questo punto che attendere ulteriori novità sul destino dell’atteso secondo capitolo.

Horizon An American Saga recensione film

Quello che c’è da sapere su Horizon: An American Saga

Quello narrato in Horizon: An American Saga è l’incredibile ed epico viaggio dell’espansione del West americano, prima e dopo la Guerra Civile. Espansione che inizia con il desiderio di alcuni coloni di fondare una nuova città, Horizon, in un territorio però appartenente agli Apache. Mentre dunque si svolge uno scontro tra queste due realtà, si seguono tre distinte storie composte da gruppi di personaggi a loro modo diretti ad Horizon, venduta come nuova terra promessa. Per arrivarvi sani e salvi, però, dovranno essere superati numerosi ostacoli e pericoli.

Il film è attualmente composto da due parti, e mentre la prima è arrivata al cinema dal 4 luglio, Horizon: An American Saga – Capitolo 2 dovrà ora attendere una nuova data d’uscita. Oltre a Costner, il cast di Horizon: An American Saga include Sienna Miller, Sam Worthington, Will Patton, Thomas Haden Church, Luke Wilson, Jena Malone, Dale Dickey, Abbey Lee, Isabelle Fuhrman, Jamie Campbell Bower, Michael Rooker e Giovanni Ribisi. Attualmente Kevin Costner ha rivelato di aver già iniziato le riprese del terzo capitolo della sua prevista saga in quattro parti.

Horizon: An American Saga – capitolo 1, trailer ufficiale dell’epopea western di Kevin Costner

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Warner Bros Discovery USA ha diffuso il trailer ufficiale in inglese di Horizon: An American Saga, l’epopea western scritta, diretta e interpretata da Kevin Costner.

L’attore è tornato alla ribalta western con ilsuo ruolo in Yellowstone, e aveva infatti da tempo espresso il desiderio di realizzare un nuovo kolossal western, tornando dunque al genere con cui si è consacrato all’inizio degli anni Novanta grazie al suo Balla coi lupi.

Secondo la sinossi ufficiale del film, Horizon: An American Saga esplorerà un periodo di 15 anni di espansione nel West americano prima e dopo la guerra civile. Non è stato ancora rivelato nulla sul personaggio di Costner o su nessuno dei personaggi secondari, ma il film vanta un cast impressionante. Il film è diviso in due parti, Horizon: An American Saga – Capitolo 2 anche dovrebbe debuttare nel 2024.

Oltre a Costner, il cast di Horizon: An American Sagacome confermato dal trailer, include Sienna Miller, Sam Worthington, Will Patton, Thomas Haden Church, Luke Wilson, Jena Malone, Dale Dickey, Abbey Lee, Isabelle Fuhrman, Jamie Campbell Bower, Michael Rooker e Giovanni Ribisi.

Horizon Line – Brivido ad alta quota: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere

Una delle più diffuse paure dell’essere umano è quella di volare. L’essere costretto per un certo numero di ore all’interno di un velivolo che si libra nell’aria a svariate migliaia di metri dal suolo non è certo la cosa più entusiasmante del mondo, specialmente quando poi si sentono casi di incidenti o scampati disastri. Film come Cast Away, Flight, Non-Stop, Sully o il recente La società della neve – alcuni dei quali basati su storie vere – affrontano sotto aspetti diversi questo argomento e a loro nel 2020 si è unito anche Horizon Line – Brivido ad alta quota.

Il cinema si è infatti in più occasioni interessato a questi racconti e alle forti emozioni che suscitano. Il film diretto da si inserisce dunque in un lungo elenco di titoli di questo genere che puntano a costruire uno stato di tensione capace di tenere gli spettatori con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Probabilmente non il genere di film adatto a chi soffre di questa paura, ma senza dubbio opere in grado di intrattenere e lasciare quel certo brivido.

Anche il film di Marcimain fa tutto ciò, oltre a fare della sua situazione di pericolo un’allegoria del difficile rapporto esistente tra i protagonisti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Horizon Line – Brivido ad alta quota. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla descrizione del suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Horizon Line - Brivido ad alta quota cast Allison Williams

La trama e il cast di Horizon Line – Brivido ad alta quota

Protagonisti del film sono Jackson e Sara, una ex coppia di fidanzati che si imbarca casualmente sullo stesso volo privato per i Caraibi per partecipare a un matrimonio su una delle isole. Il piccolo aereo è pilotato da un amico di Sara, Wyman, che le chiede di sedere come copilota, mentre Jackson dorme nella cabina principale. Durante il volo, però, Wyman ha un attacco di cuore e muore improvvisamente, lasciando il comando a Sara.

Ignara di come si piloti un aereo, la ragazza rischia inizialmente di mandare il velivolo in caduta libera. La coppia si rende poi conto che l’autopilota è danneggiato e dovranno quindi cercare di guidare loro stessi il piccolo aereo. Come se non bastasse, il volo sembra diretto verso una tempesta. I due si troveranno così a dover dare il meglio delle loro capacità per cercare di superare la perturbazione e raggiungere la terra sani e salvi.

Ad interpretare Sara vi è l’attrice Allison Williams, celebre per aver recitato nella serie Girls e in seguito nei film Scappa – Get Out e M3GAN. Accanto a lei, nel ruolo dell’ex compagno Jackson vi è invece l’attore Alexander Dreymon, noto per aver interpretato Uhtred di Bebbanburg nella serie televisiva The Last Kingdom. I due attori, conosciutisi sul set di questo film, sono poi diventati una coppia nella realtà. Nel ruolo del pilota Wyman, invece, vi è l’attore Keith David.

Horizon Line - Brivido ad alta quota finale

Il film è tratto da una storia vera?

La risposta è no, il film non è direttamente basato su una precisa storia vera, anche se ci sono stati casi di voli in cui un malore del pilota ha richiesto l’intervento di uno dei passeggeri. Una vicenda simile è capitata anche all’attore Rowan Atkinson (l’interprete di Mr. Bean), quando nel 2001 in Kenya rischiò la vita mentre stava volando su un aereo privato insieme alla sua famiglia, a causa di uno svenimento del pilota. Fu proprio Atkinson a prendere i comandi del velivo fino a quando il pilota non si riprese.

Come finisce il film? Ecco la descrizione del finale

Nel momento in cui l’aereo sta esaurendo il carburante, Sara e Jackson individuano un’isoletta e tentano di far planare l’aereo in avaria su di essa. L’aereo però si schianta in mare e si capovolge. Fortunatamente, entrambi riescono a salvarsi e a nuotare verso l’isola. Quando vi arrivano, scoprono però che si tratta solo di un banco di sabbia che scomparirà presto con l’alzarsi della marea. Quando ciò avviene e i due rimangono a galla.

Jackson, sentendo che sta per morire, offre a Sara il suo giubbotto di salvataggio, ma lei lo rifiuta, dicendogli che sono una squadra. È a quel punto che Jackson professa il suo amore per Sara, dicendosi dispiaciuto per come sono andate le cose tra di loro. Quando la fine sembra ormai essere arrivata e i due si sono riappacificati, proprio in quel momento arriva un peschereccio che ha sentito la loro trasmissione radio e li salva.

Il trailer di Horizon Line – Brivido ad alta quota e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Horizon Line – Brivido ad alta quota grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim VisionInfinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 12 giugno alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Horizon 2074, rivelati il titolo e le anticipazioni della serie Netflix

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Sony ha recentemente annunciato di avere una serie Horizon in lavorazione per Netflix, ma non sono stati rivelati maggiori dettagli. Ebbene, oggi un nuovo documento apparso online per lo spettacolo non solo rivela il suo titolo, ma anche la sua troupe.

Come trovato da Jeff Grubb di Giant Bomb, una pagina della serie riporta Horizon 2074, il presunto titolo della serie, la pagina è apparsa sul sito web della Directors Guild of Canada. Il documento riporta un intero gruppo di membri della troupe che hanno lavorato a spettacoli come The BoysGotham KnightsWhat We Do in the ShadowsLocke & KeyThe Umbrella Academy e altro ancora. Non c’è molto altro sullo spettacolo nel documento, ma chiama Horizon 2074 ed è una serie TV.

Questo è in linea con quanto affermato da Grubb all’inizio di giugno. Ha anche detto che si chiamava Horizon 2074  e probabilmente sarebbe stato girato a Toronto a causa degli incentivi fiscali. Grubb ha anche affermato che avrebbe avuto due linee temporali: una vicina o parallela ai giochi e una molto prima nel tempo.

I giochi si svolgono tra il 3020 e il 3041, il che significa che i 2074 bit sarebbero un bel salto di tempo. Secondo la cronologia del wiki, c’è un divario tra il 2074 e l’anno del gioco il che lasciamo molto spazio per raccontare storie nel mezzo. Da quello che leggiamo sembra anche essere un periodo di gravi difficoltà, poiché è subito dopo che Ted Faro ha ucciso il personale di GAIA Prime (una dettaglio che chi gioca può vedere in Zero Dawn in un registro imperdibile). Che dire, ovviamente non è nulla di ufficiale ma se le notizie sono vere la serie tv Horizon 2074 inizia a prendere forma! 

Horcrux: tutte le armi che possono distruggere i pezzi dell’anima di Lord Voldemort

La serie di Harry Potter è piena di tradizioni misteriose che devono ancora essere completamente esplorate. Una delle magie più oscure che incontriamo nel corso della saga letteraria e cinematografica è quella legata agli Horcrux, oggetti che mantengono intatto il loro fascino maligno e che soprattutto sono avvolti dal mistero nella loro “meccanica”.

Sappiamo che gli Horcrux servono per custodire parti di un’anima, così che se il corpo principale della persona che crea l’incantesimo viene ucciso, un pezzetto della sua anima continua a rimanere in vita nel Horcrux appena creato. Per far ciò è necessario commettere un atto feroce, un omicidio, che spacca l’anima.

In pochissimi, nella storia della magia, hanno provato a creare degli Horcrux, chi ci è riuscito con successo è ovviamente Lord Voldemort, che ne ha creati sei (Il Diario di Riddle, l’Anello di Orvoloson Gaunt, il Medaglione di Salazar Serpeverde, la Coppa di Tosca Tassorosso, il Diadema di Priscilla Corvonero, Nagini), più il settimo, inconsapevole, Harry Potter stesso.

Nell’ultimo capitolo della saga, Harry, Ron e Hermione dedicano tutti i loro sforzi a distruggerli, ma quali sono i modi in cui un Horcrux può essere distrutto? Eccoli di seguito!

Quali sono gli Horcrux, la lista completa

HorcruxGli appassionati della saga sanno che gli Horcrux formati da Lord Voldemort in maniera consapevole sono ben sei. Alla fine della storia, scopriamo che l’anima già in brandelli di Tom Riddle si è ulteriormente frammentata la notte che ha ucciso i Potter, generando inconsapevolmente un altro Horcrux, il settimo. Harry stesso. Ecco di seguito la lista completa degli Horcrux:

  • Il Diario di Riddle,
  • l’Anello di Orvoloson Gaunt,
  • il Medaglione di Salazar Serpeverde,
  • la Coppa di Tosca Tassorosso,
  • il Diadema di Priscilla Corvonero,
  • Nagini
  • Harry Potter

Horcrux viventi e non

Horcrux viventi e nonPrima, una precisazione: una cosa che va capita bene è che gli Horcrux si possono realizzare sia con oggetti inanimati che con esseri viventi. Non importa se si tratta di una creatura vivente o di un gingillo insignificante. Nagini, Harry, e probabilmente il professor Raptor erano tutti esseri viventi che portavano dentro di sé un pezzo dell’anima di Voldemort.

A differenza degli oggetti fisici come il Diario di Tom Riddle, queste creature non hanno sempre bisogno di essere distrutte da qualcosa di molto potente come ad esempio la Spada di Grifondoro. La maledizione che uccide ha sconfitto il pezzo dell’anima di Voldemort dentro Harry, per esempio. Queste logistiche non sempre funzionano, poiché la maledizione che uccide è stata tentata su Nagini senza alcun effetto. Le regole che circondano questa scappatoia non sono chiare, ma sono ovviamente presenti. Detto questo, addentriamoci nei modi per distruggere un Horcrux.

Ardemonio

ArdemonioApparso per la prima volta nel romanzo di Harry Potter e i Doni della Morte, l’Ardemonio è una magia incredibilmente oscura e pericolosa. Il mago abile a maneggiare l’Ardemonio è in grado di produrre fiamme alte, vivaci e distruttive, spesso riuscendo a fargli assumere la forma di animali minacciosi, come serpenti, leoni e rapaci. Nel mondo dei film, l’Ardemonio è apparso nell’Ordine della Fenice durante il duello tra Silente e Voldemort, e nel Principe Mezzosangue quando Bellatrix attacca la tana.

Questo uso contraddittorio della magia aggiunge anche una ruga nella sua efficacia contro gli Horcrux. Nel libro, quando l’Ardemonio insegue il Trio nella Stanza della Necessità, i tre usano le fiamme per distruggere il Diadema di Corvonero (uno degli Horcrux di Voldemort). La versione cinematografica invece mostra Harry che pugnala il diadema e Ron che lo spinge a calci nelle fiamme. Non riceviamo quindi conferma dal cinema sull’efficacia dell’Ardemonio per distruggere questi oggetti di magia nera.

La Maledizione che uccide (Avada Kedavra)

La Maledizione che uccide è il modo più efficace per uccidere praticamente qualsiasi cosa nell’universo di Harry Potter. Completamente privo di sintomi, la maledizione rimuove semplicemente la vita dal corpo. La maledizione che uccide non sembra funzionare contro la maggior parte degli Horcrux, ma ancora una volta entriamo nell’erba alta delle differenze tra libri e cinema. I libri non presentano questo scenario mentre il film mostra chiaramente che l’Avada Kedavra che non funziona contro Nagini.

Anche se potrebbe non aver ucciso Nagini, la maledizione assassina è riuscita a distruggere l’Horcrux presente in Harry. Forse qui ci sarebbe da fare un’altra distinzione sul fatto che la maledizione potrebbe funzionare sugli essere umani e non sugli animali/ibridi umani. Tuttavia, avendo distrutto almeno un Horcrux, quello in Harry, la Maledizione deve stare in questa lista.

La spada di Grifondoro

Come accennato, la Spada di Grifondoro era un’arma potente contro gli Horcrux. La spada stessa conteneva un passato mistico. Forgiata dai Folletti, la spada è incantata e apparirebbe a un Grifondoro che ne è degno e ne ha un disperato bisogno. Polemiche sulla proprietà ruotarono attorno all’arma, poiché la comunità dei Folletti la considera rubata, perché credono che le loro opere di manifattura restino sempre di chi le ha create, mentre i maghi, in quanto esseri umani, ragionano in base ai concetti di commissione e pagamento.

La spada stessa aveva certamente il potenziale, poiché il metallo Goblin assorbe ciò che lo rende più forte. Quando Harry Potter usò la spada per uccidere il Basilisco, questa rimase imbevuta del veleno della bestia. Questa combinazione di lama antica e potente veleno ha reso l’arma uno strumento formidabile nella distruzione dei tesori di Voldemort. Il suo potere aggiunto gli permetteva di distruggere tutti gli Horcrux incontrati. Neville Paciock l’ha usata per uccidere Nagini, Silente l’ha usata per distruggere l’Anello, e Ron ha fatto lo stesso contro il Medaglione.

Zanna di Basilisco

Arrivati a questo punto, sembra che tutti questi strumenti siano connessi. L’arma più utile contro gli Horcrux, vista finora, è il veleno di un Basilisco. Forse questo elisir è strettamente legato alla natura oscura sia degli Horcrux che dei serpenti giganti. Per combattere il male terribile devi usare il male terribile. Ovviamente, Voldemort era un Serpeverde, ma persino il mago oscuro Herpo il Folle (il primo mago che tentò di realizzare degli Horcrux) aveva un Basilisco domestico, ironicamente la stessa creatura responsabile della distruzione della maggior parte degli Horcrux di Voldemort.

Il primo momento in cui ci è stato rivelato il potere del Basilisco è stato in Harry Potter e la Camera dei Segreti. Harry usò la zanna per distruggere il Diario di Riddle che era, a sua insaputa, il primo Horcrux in cui si imbatteva. Il veleno avrebbe poi potenziato la spada di Grifondoro e infine, i nostri avrebbero poi usato una zanna per distruggere la Coppa di Tassorosso. Il veleno di Basilisco è stato il “giocatore più prezioso” dall’inizio.

Amore sacrificale

Si tratta di un punto controverso, ma Raptor potrebbe facilmente essere considerato uno pseudo-Horcrux. Ha servito come custodia per l’anima di Lord Voldemort (Ralph Fiennes). Sebbene l’anatomia di questa relazione fosse molto diversa da quella di Harry o Nagini, non si può negare che i due fossero profondamente connessi quasi allo stesso livello. Per questo motivo, Raptor potrebbe essere visto come il primo Horcrux di Voldemort che viene distrutto.

Ma a differenza della maggior parte degli altri contenitori, Raptor è stato distrutto da… l’amore. Nella Pietra Filosofale, solo il tocco delle mani di Harry fa sì che Raptor si sbricioli in polvere. Ovviamente, questo non ha funzionato sugli Horcrux tradizionali, ma questo momento è caratteristico nel comprendere la complessità e il mistero degli Horcrux.

Hoppy Easter: i conigli al cinema

Hoppy Easter: i conigli al cinema

Il coniglio pasquale è un personaggio che pur esulando dalla cultura italiana è entrato a forza nell’immaginario collettivo grazie all’immagine che il cinema ci ha dato nel corso degli anni. Sotto forma di personaggio buffo o inquietante, addirittura violento, l’animaletto ha sempre avuto un posto di primo piano nel panorama cinematografico.

Ecco una raccolta dei coniglietti (carini e non) che si sono avvicendati sul grande schermo negli anni:

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Hoppers: Pixar svela un film sullo scambio di corpi con Jon Hamm, Bobby Moynihan e Piper Curda

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La Pixar ha svelato un nuovo grande progetto venerdì sera al D23 Expo con la promozione di “Hoppers“, una storia di scambio di corpi interpretata da Jon Hamm, Bobby Moynihan e Piper Curda.

La storia segue una giovane ragazza, Mabel, che può trasferire la sua mente in un castoro robot con l’obiettivo di andare sotto copertura nel regno animale. Finisce per fare amicizia con un castoro regale, Re Giorgio, e per unire gli animali per contrastare i piani di un promotore immobiliare. L’uscita del film è prevista per la primavera del 2026.

Hamm, vincitore di un Emmy per “Mad Men” e candidato quest’anno per “Fargo” di FX, darà voce a un sindaco avido di progetti di sviluppo. Curda, che dà la voce a Mabel, è un ex attore di Disney Channel che è apparso in diversi episodi della serie “A.N.T Farm” dal 2013 al 2014. Ha partecipato anche a diversi episodi della serie di supereroi della CW “Legacies”, dal 2018 al 2022.

Moynihan è una superstar dell’animazione e un ex allievo del “Saturday Night Live”. Recentemente ha prestato la voce a Forgetter Bobby in “Inside Out 2” della Pixar.

La presentazione del prossimo progetto della Pixar per il grande schermo arriva dopo una grande estate per l’amata unità di animazione della Disney, con l’apprezzato sequel “Inside Out 2” che ha dominato il botteghino dopo la sua uscita a giugno.

Il sequel è uscito nove anni dopo l’originale “Inside Out” ed è riuscito a superare l’asticella fissata dall’originale. Riley, che era una ragazzina nel primo “Inside Out”, è ora un’adolescente e frequenta un campo estivo di hockey con i suoi amici. Tuttavia, la pubertà sta distruggendo le sue emozioni, quindi deve gestire il trasferimento dei suoi amici delle medie e allo stesso tempo fare colpo sulle ragazze del liceo.

Hopper/Welles, la recensione del film di Orson Welles #Venezia77

Hopper/Welles, la recensione del film di Orson Welles #Venezia77

Si fa sempre un gran parlare della Magia del Cinema, ma in un momento in cui il solo poter raccontare una Mostra del Cinema sembra un miracolo vedere resuscitati due nomi come quelli citati dal titolo appare davvero come il più riuscito degli incantesimi. L’Hopper/Welles presentato a Venezia tra i Fuori Concorso non è altro che la ripresa della conversazione svoltasi nel 1970 tra un trentacinquenne Dennis Hopper e Orson Welles durante una serata passata insieme dai due tra sigarette e gin tonic a parlare di società, rivoluzioni e soprattutto – e imprescindibilmente – cinema.

Impossibile non pensare immediatamente all’incontro tra Alfred Hitchcock e François Truffaut (raccontato in un celebre libro e nel documentario di Kent Jones, presentato al Festival di Cannes nel 2015). Un incontro diverso e più strutturato di questo, che da subito prende una piega molto particolare e rivela rapidamente uno squilibrio tra le forze in campo. Da un lato il regista di Easy Rider, autore di uno degli esordi più sorprendenti della Nuova Hollywood ed ex giovane ribelle, dall’altro il grande Maestro di Quarto Potere, qui anche regista del documentario realizzato durante le travagliate riprese del suo ultimo L’altra faccia del vento (The Other Side of the Wind) e il complicato montaggio di Fuga da Hollywood (The Last Movie) di Hopper.

Orson Welles, genio e grande burattinaio

Difficile relegare una personalità come quella di Welles a un cliché, figurarsi se una tale occasione poteva vederlo semplice spettatore, intervistatore, regista. Hopper, sullo schermo, lo definisce un Party, ma la sua pare più una speranza malriposta, forse dettata dalla disperazione di trovarsi sotto il fuoco di fila di una controparte dialettica di rara entità, una personalità strabordante, che fuoriesce dallo schermo e si materializza davanti alla macchina da presa, che pure non lo mostra mai. Un colosso con il quale ogni scambio sembra destinato a diventare tenzone, ogni incontro uno scontro. Ed è interessante scoprire i diversi orientamenti, o le letture dello spettacolo offerto: quello che per The Wrap è una sorta di Talk Show, per Screen diventa una conversazione intima e rivelatrice… e forse la lettura più condivisibile arriva da IndieWire, che ne parla come di “brain candy for cinephiles“.

Un dolcetto, un piccolo ‘treat‘, una chicca per i più nostalgici di due grandi ormai scomparsi. E perché no per il gusto voyeuristico che non pochi proveranno nel poter superare il limite, e nel vedere una tale celebrità in difficoltà davanti a un Mito più grande di lei. Che si offre con una generosità rara e del quale è possibile intuire l’umanità – per quanto venata di sadismo, ma piuttosto divertito (e divertente) – come poche altre volte. Welles è saccente, pretestuoso, scorretto, incalzante, poco conciliante e tutto sommato ospitale… ma è il suo modo di essere, non solo regista. Il timone è nelle sue mani, prevalere è inevitabile. Anche se forse avrebbe potuto mostrare maggior indulgenza, almeno verso gli spettatori, condensando ulteriormente il materiale raccolto con buona pace di qualcuno degli argomenti trattati.

Intrigante, ma per cinefili pazienti

Interessante la fase di riscaldamento dei due ‘pugili’, con scambi sul ruolo del regista ‘Dio’ o ‘Mago’ e con le citazioni di tanto cinema a noi vicino – da Visconti e Buñuel, a L’anno scorso a Marienbad e 8 e 1/2 – o i diversi punti di vista sul montaggio, per uno straziante mutilazione della propria creatura per l’altro cinica eliminazione del superfluo e di tutto ciò che non permette di vederne il meglio. Purtroppo prima ancora di entrare nel vivo, la dinamica del confronto si rivela nella sua completezza. E purtroppo non cambia molto nel suo procedere. I momenti migliori – al netto del piacere intellettuale per ragionamenti tanto taglienti – sono forse quando Hopper spezza la monotonia e si mostra meno passivo. Ma è tutta una tattica. Welles gode nell’incastrare l’altro, costretto a stare al gioco. Lo forza, lo imbocca e poi ne distorce le risposte. Una provocazione continua che a tratti porta a empatizzare con la vittima della serata.

Non si fraintenda, Hopper sarà pure un pugile incapace di uscire dall’angolo in cui è stato chiuso, ma non è certo uno sparring partner. La sua storia e la sua carriera parlando da sole, eppure in questo frangente non si ha mai l’impressione che possa sorprenderci e assestare un colpo. Forse il difetto più grave del documentario, che rischia di diventare noioso ai più. Se non esasperante. In attesa del colpo di grazia si passa dall’analisi psicanalitica alla politica, con Hopper che di volta in volta si trova a vestire i panni del ‘rivoluzionario da festa in piscina’, del ‘impegnato confuso’, del teledipendente pigro, del buon americano nostalgico, del politico da Reader’s Digest o dell’artista di rottura per colpa di una madre dispotica e di un padre assente (in realtà agente dei servizi segreti in Cina). Sul filo di lana arriva l’ultima battuta, la definitiva schiacciata dell’indiscusso dominatore, che chiude i giochi: “Le rivoluzioni le fa chi legge, non chi guarda la tv!”. Game. Set. Match.