Lo ammetto: quando uscì
Ant-Man non ero minimamente interessata
ad andarlo a vedere al cinema. Sarà per il fatto che non mi
piacciono gli insetti oppure perché non mi era mai sembrata una
grande idea basare un film su una persona che riesce a
rimpicciolirsi come una formica, proprio non riuscivo a
immaginarmelo.
Ma percorriamo un secondo la storia
di questa travagliata pellicola: Ant-Man
fu presentato al Comic-Con di San Diego ancora prima di
The Avengers. Era un progetto del
quale si era sempre parlato in casa Marvel, un progetto molto
ambizioso. Non lo realizzarono subito perché all’epoca le
tecnologie per realizzare questo film erano poche e scarse. Ma non
solo per quello. Sfortunatamente, molti registi lasciarono il
progetto, perché, secondo loro, “era troppo impegnativo e
dispendioso”.
Ad ogni Comic-Con il film veniva
annunciato, ma mai realizzato. I fan cominciarono a chiedersi se
effettivamente l’uomo formica sarebbe riuscito ad entrare nella
Marvel Cinematic Universe.
Finalmente, al San Diego Comic-Con
2014, al panel Marvel venne presentato ufficialmente
Ant-Man. Questa volta, però, non c’erano
solo vane promesse e un logo su uno schermo, no. C’era un cast, un
regista. Alla fine, divenne realtà. Il film su questo piccolo ma
grande supereroe sarebbe approdato al cinema.
E qui torniamo all’inizio. Quando
ad agosto uscì, non ero tanto convinta nel volerlo vedere. C’era un
qualcosa che non mi attirava. Però, da brava fan delle saghe
cinematografiche della Marvel, decisi comunque di andarlo a vedere
perché così avrei completato almeno tutto il ciclo della Phase
2 prima di
Captain America: Civil War. Ero partita
col piede sbagliato perché non riuscivo ancora a mandare giù il
fatto che Ultron fosse stato creato da Tony Stark e non da Hank
Pym, ma si sa…non sempre si riesce a far coincidere il fumetto col
film, per motivi di trama, o di copyright o per il semplice fatto
che alcuni personaggi della stessa saga appartengono a case
cinematografiche differenti.
Ricordo ancora che quella sera la
sala era mezza vuota perché la gente era tutta in vacanza, e io
stavo già pensando “Ecco, questo sarà un flop garantito”.
Dovevo riprendermi dalla mezza delusione di
Avengers: Age of Ultron che mi aveva
lasciata con un po’ di amaro in bocca. La Marvel aveva cominciato
una striscia positiva di successi a cominciare da
Captain America: The Winter Soldier,
per poi lanciarsi nel vuoto con il fantascientifico
Guardiani della Galassia. Il secondo film
dedicato agli Avengers ebbe comunque molto successo, ma non tanto
tra i fan amanti della saga (me compresa). Il povero Joss
Whedon dovette cancellare il suo account Twitter per le
continue polemiche che gli arrivavano dai supporter del film.
Quindi, in un certo senso, Ant-Man
avrebbe dovuto un po’ riempire quel vuoto di mancate promesse che
noi tutti ci aspettavamo da Age of
Ultron, e anche perché è l’ultimo film che precede
Civil War. Inconsciamente, questo
lungometraggio doveva soddisfare tutti i fan, e sarebbe stata una
cosa veramente difficile da fare.
Risultato? È stato un
vero successo. Non solo è riuscito ad accontentare tutti, ma è
piaciuto anche a chi, solitamente, ha sempre qualcosa da ridire sui
film Marvel. Ed è piaciuto veramente tanto anche a me, e non ci
avrei scommesso neanche un centesimo sulla sua buona riuscita. E vi
posso spiegare anche il perché, ovviamente, secondo il mio punto di
vista, ovvero da quello di una fan accanita della MCU.
Tralasciamo il fatto che non è
proprio come il fumetto. Scott Lang è una persona qualunque. Non ha
un reattore piantato nel petto, non è stato investito da raggi
gamma oppure fatto nascere da un’ampolla (e vorrei ricordare che
neanche Peter Quill, detto Star-Lord, è del tutto essere umano).
Non ha alcun segno particolare. È un uomo al quale è stata cambiata
la vita perché finito in prigione. Quando esce non ha assolutamente
nulla, non ha più una casa o una famiglia. Deve integrarsi di nuovo
nella società, ma non ci riesce. Hank Pym gli offre un’opportunità
per cambiare, per non commettere di nuovo quegli errori che l’hanno
portato dietro le sbarre.
Oltre ai meravigliosi tempi comici,
immancabili in un film Marvel, è piaciuto il fatto che qualcuno
possa diventare un supereroe senza che gli fosse successo qualcosa
di straordinario. Il suo potere deriva tutto dalla tuta di
contrazione creata da Pym, nessun potere straordinario o altro.
Però tanto basta per far rimanere impressionato Falcon quando, come
missione, doveva recuperare un dispositivo nella nuova sede degli
Avengers. Non a caso, nella scena post-titoli di cosa, si parla di
Ant-Man in un’ambientazione che ci fa capire che la guerra civile
tra i supereroi sarebbe iniziata a breve. È per questo che è
piaciuto così tanto, perché la Marvel ci ha finalmente mostrato che
anche le persone comuni possono riuscire a fare qualcosa di
straordinario (Kick-Ass,
anche se non è Marvel, non vale).
Nessuno si aspettava un successo da
un così piccolo supereroe. Ci ha fatto veramente penare , però
questa lunga attesa è stata ben ricompensata. Non ci resta che
aspettare con calma Civil War e vedere
cosa riuscirà a fare Scott con l’esercito di formiche al suo
fianco.