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Robert Downey Jr. mostra “la prova che Tony Stark ha un cuore”

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Robert Downey Jr. mostra “la prova che Tony Stark ha un cuore”

Robert Downey Jr. è uno di quegli attori che, non solo è molto amato dalle donne per il suo fascino assassino, ma che è preso ad esempio anche da moltissimi giovani fan, che lo vedono giustamente come l’incarnazione di Iron Man sul grande schermo. Già in passato l’attore ha mostrato di essere sensibile ai suoi giovani fan e adesso, su Instagram, ne dà conferma.

Ecco la foto che l’attore si è fatto scattare per un bimbo di nome Daniel, affetto da fibroma.

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In Captain America: Civil War lo schieramento di Cap sarà formato da Bucky, Falcon, Ant-Man, Agente 13 e Occhio di Falco. Quello di Iron Man invece da Vedova Nera, War Machine, Black Panther e Vision. Al momento non è ancora chiaro che parte prenderanno Spider-Man e Scarlet Witch.

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captainamericacivilwarartworkIn attesa di nuovi dettagli in merito ricordiamo che Captain America: Civil War sarà diretto da AnthonyJoe Russo e vedrà nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian Stan, Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Il film uscirà il 6 maggio 2016.

Grey’s Anatomy 12: anticipazioni su Amelia

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Mentre cresce l’attesa per la messa in onda dei prossimi episodi di Grey’s Anatomy 12, oggi vi svegliamo alcune anticipazioni sulle prossime puntate che andranno in onda sul network americano della ABC. 

In Grey’s Anatomy 12 come per Meredith, anche per Amelia non sarà facile lavorare con Penny in ospedale e la donna potrebbe trovare conforto rivolgendosi ad Owen, sebbene molto presto quest’ultimo dovrà affrontare serie questioni personali.

Arrow 4: anticipazioni sui prossimi episodio

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Arrow 4: anticipazioni sui prossimi episodio

Mentre cresce l’attesa per la messa in onda dei prossimi episodi di Arrow 4, oggi per ingannare il tempo vi sveliamo alcune anticipazioni su Malcolm. 

In Arrow 4 Malcolm è spaventato dal ritorno in vita di Sara ed allo stesso tempo non sa cosa accadrà quando la ragazza riemergerà dal Lazarus Pit, dato che anche Damien Darhk è emerso da quelle acque ed è diventato qualcosa di diverso e totalmente incontrollabile

Festa di Roma 2015: Angry Indian Goddesses vince il premio del pubblico

Angry Indian Goddesses di Pan Nalin vince il Premio del Pubblico BNL della decima edizione della Festa del Cinema di Roma, assegnato in collaborazione con lo storico Main Partner della Festa, BNL Gruppo BNP Paribas. Gli spettatori hanno votato online tramite un sistema elettronico realizzato da Xaos.

LEGGI LA RECENSIONE DI ANGRY INDIAN GODDESSES

Il primo “Buddy movie” indiano al femminile – firmato dal regista di Ayurveda: Art of Being, il documentario indiano di maggior incasso – è un ritratto fresco e spigliato delle donne nell’India di oggi.

Angry Indian GoddessesLa decima edizione della Festa del Cinema di Roma è stata prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma, presieduta da Piera Detassis. Nel suo lavoro di selezione, il direttore artistico Antonio Monda è stato supportato da Mario Sesti (coordinatore artistico del comitato di selezione), Richard Peña, Giovanna Fulvi, Alberto Crespi, Alessia Palanti, Francesco Zippel.

“Le donne in India – ha dichiarato Luigi Abete, Presidente di BNL Gruppo BNP Paribas – costituiscono uno dei principali motori dell’evoluzione del Paese riuscendo, grazie al loro impegno e dinamismo, ad abbattere barriere culturali e sociali. Il Gruppo BNP Paribas aveva già percepito questa realtà tanto che nel 2010  aveva raccontato – attraverso la mostra fotografica ‘Women Changing India’ –  i differenti ruoli e i contributi che esse danno al cambiamento della società del continente indiano. Anche lì, come nel film Angry Indian Goddesses, le donne vengono raccontate nella loro caleidoscopica energia creativa facendoci vivere emozioni universali. Ci fa molto piacere che il pubblico della Festa del Cinema di Roma abbia scelto questo, tra i tanti film di valore presentati in questa edizione, perché testimonia l’attenzione verso temi e storie lontane dal nostro quotidiano che ci consentono di riflettere e di conoscere meglio realtà differenti. Per BNL la diversità è un valore che va salvaguardato e incoraggiato in una società sempre più globale e multietnica”.

“Sono particolarmente lieta che un film coraggioso, rivelatorio, in grado di far luce sulla condizione femminile in India, anche attraverso un genere solitamente al maschile, abbia ricevuto il massimo gradimento da parte dei nostri spettatori – ha spiegato Piera Detassis, presidente della Fondazione Cinema per Roma – Il risultato ci mostra come il pubblico della Festa sia sempre pronto a leggere e premiare le proposte più interessanti, innovative e al tempo stesso popolari, provenienti dal miglior cinema internazionale”.

Festa del Cinema di Roma 2015“Nel corso di questi giorni gli spettatori hanno apprezzato il ricco programma di quest’anno, sono orgoglioso e soddisfatto che la qualità dei film sia stata sempre lodata anche dalla stampa estera, oltre che da quella italiana – ha detto Antonio Monda, direttore artistico della Festa del Cinema di Roma – La vittoria di questo film mi rende particolarmente felice perché uno degli obiettivi che mi ero prefissato era proporre al pubblico pellicole di qualità provenienti da tutto il mondo: l’industria cinematografica indiana è fra le più avanzate e il film di Pan Nalin uno dei suoi prodotti più stimolanti, energetici e provocatori. Spero che Angry Indian Goddesses arrivi presto nelle sale italiane e possa godere dello stesso successo ottenuto alla Festa del Cinema”.

Fantozzi: 40 anni di disagio dell’italiano medio

Fantozzi: 40 anni di disagio dell’italiano medio

Il critico d’arte André Chastel era solito affermare che l’elemento indicatore dell’acquisizione di fama e notorietà altro non è che il numero delle imitazioni e parodie che nascono attorno ad un qualunque oggetto o soggetto, decretandone di fatto l’ingresso dell’universo della cultura popolare. Molto spesso però accade (ed è accaduto) che a raggiungere lo status di icona pop o di fenomeno cult possa essere una figura o un elemento capace di collocarsi nel pericoloso quanto magico confine fra il grottesco di consumo e la più elevata forma di espressione artistica, dividendo aspramente pubblico e critica. La lunga tradizione artistica del nostro paese conta una più che nutrita schiera di maschere popolari che, al di là della personale modalità di espressione e dei contenuti del loro progetto, si sono impresse indelebilmente nel nostro immaginario collettivo, il più delle volte ricorrendo sapientemente all’arma della risata e dell’intelligente esasperazione del reale.

Fin dalle celebri macchiette nostrane che furono Petrolini e Tecoppa, passando per i personaggi dialettali di Gilberto Govi e del sommo Totò, si è giunti, a cavallo fra gli anni ’70 e ’90 ad una nuova generazione di mattatori che hanno saputo sempre meglio incarnare le bruttezze e le idiosincrasie dell’italiano medio-basso, transitando verso un universo surreale e tragicomico nel quale le bruttezze e le contraddizioni del nostro Bel Paese si sono incarnate in figure laide e grottesche ma di efficace comprensione. Nell’Olimpo di queste personalità sgangherate e buzzurre un posto d’onore non può che essere riservato al più che celebre personaggio di Fantozzi, una macchietta nazionale divenuta celebre non solo per aver saputo dar corpo e (rauca) voce alle peripezie della classe media italica post-boom economico, ma grazie alla mimesi indissolubile nei confronti del suo creatore e burattinaio Paolo Villaggio è riuscita a nel difficile intento di far più volte ragionare con l’arma tagliente della satira socio-culturale.

Il ragionier Fantozzi, o come vuole l’intestazione ufficiale della sua occupazione “Ugo Rag. Fantozzi”, è una personalità che incarna appieno il senso più puro della mediocrità della classe media italiana, un misero tapino senza pregi e capacità particolari che si ritrova, suo malgrado, a doversi districare all’interno di un ambiente lavorativo dove impera la più rigida e svilente forma di servilismo e soggezione al potere burocratico, per non parlare di un nucleo familiare degno di una commedia surreale di Bertolt Brecht. Il povero Fantozzi (o Fantocci, come spesso viene storpiato da colleghi e amici) si porta addosso il peso di una società arrivista e schizofrenica dalla quale viene continuamente vessato e costretto a subire soprusi e angherie senza poter far nulla, il tutto sempre all’insegna di un umorismo cinico ed esasperato che ha saputo dar vita ad alcune delle più celebri e spassose gag di tutta la storia del cinema comico italiano.

Era il lontano il 1968 quando, durante la celebre trasmissione televisiva Quelli della domenica trasmessa su Programma Nazionale, il comico genovese Paolo Villaggio divenne celebre per i suoi monologhi dedicati alla società e al mondo del lavoro che vedevano come protagonista di terza persona un certo ragionier Ugo Fantozzi, chiara evocazione autobiografica del suo breve periodo di occupazione negli uffici dell’azienda Italsider, una realtà grottesca nella quale il povero impiegato si trova a doversela cavare in mezzo a situazioni buffe e scapestrate che hanno però tutte un occhio di riguardo per i problemi reali della cultura dell’epoca. Usando il cognome di un suo vecchio compagno di scrivania e iniziando a delineare fin da subito un surreale microcosmo di personaggi e situazioni che ritorneranno ben più avanti nelle successive trasposizioni cinematografiche, Villaggio inizia a scrivere alcuni racconti ispirati proprio a questo personaggio reso (indirettamente) celebre dalle apparizioni televisione rigorosamente evocative e mai fisiche, e dopo una prima pubblicazione sul quotidiano l’Europeo, nel 1971 uscì nelle librerie la prima antologia di racconti dal titolo Fantozzi, divenendo ben presto un libro richiestissimo e di grande successo, tanto da far vincere al suo autore il premio Gogol come “miglior scrittore in cirillico” alla rassegna letteraria di Mosca.

Ciò in realtà a posteriori non può che far sorridere, se si pensa che alcuni anni dopo proprio il personaggio cinematografico incarnato da Villaggio sarà protagonista di una delle più esilaranti e celeberrime de-mistificazioni del glorioso cinema sovietico degli anni ’20, nel momento in cui proprio Fantozzi de Il secondo tragico Fantozzi (1976), durante un dibattito culturale a seguito di una terribile ed interminabile rassegna cinematografica d’essai arriverà a pronunciare la celebre sentenza critica: “Per me…la corazzata Kotiomkin… è una ca***a pazzesca!!!”.

Dopo la pubblicazione di altri due volumi di grande successo, nel 1975 il regista Luciano Salce riuscì a convincere Villaggio a realizzare una versione cinematografica dei primi due libri dedicati al suo strampalato personaggio, ma inizialmente per il ruolo erano stati proposti nientemeno che gli amici e colleghi Ugo Tognazzi e Renato Pozzetto. Dopo il cortese rifiuto di entrambi i comici, Salce convinse infine Villaggio a vestire lui stesso i panni di una macchietta che tanto conosceva bene per averle dato i natali, e perciò venne alla luce Fantozzi (1975), primo capitolo di un ciclo di ben nove pellicole destinate a divenire uno dei fenomeni cinematografici più discussi e amati della metà del decennio, soprattutto grazie alla spassosa e indimenticabile caratterizzazione dello sfortunato impiegato e della sua sgangherata combriccola di compagni, anch’essi archetipi distorti e volutamente esasperati dei soggetti più comuni della vita quotidiana: la mostruosa e scimmiesca figlia Uga, la flemmatica e sciatta mogliettina Pina (interpretata da una indimenticabile Milena Vokotic), la formosa e profittatrice signora Silvani (una scoppiettante Anna Mazzamauro) e il più che celebre ragionier Filini, personaggio entrato nel culto popolare e fortemente autobiografico, mutuato dall’unione di due differenti personaggi della saga letteraria di Villaggio, tra cui l’organizzatore di viaggi Fracchia (divenuto col tempo un personaggio cinematografico collaterale ed alter-ego di Fantozzi stesso).

Nel giro dei primi due film diretti da Salce fra il 1975 e il 1976 (Fantozzi e Il secondo tragico Fantozzi), considerati come i migliori di tutta la serie, e i successivi sette orchestrati da Neri parenti sino al 1996 (Fantozzi contro tutti, Fantozzi subisce ancora, Superfantozzi, Fantozzi va in pensione, Fantozzi alla riscossa, Fantozzi in paradiso e Fantozzi – il ritorno), Villaggio e i suoi collaboratori seppero delineare progressivamente le caratteristiche fisiche e comportamentali di questo povero relitto umano, facendoli assumere in tratti fumettistici e caricaturali di un tipo lavoratore medio pressato attraverso varie e fantasiose forme di mobbing lavorativo e accidenti quotidiani. Fantozzi è un uomo basso, ben tarchiato e panciutello tanto da ricordare uno dei due fratelli gemelli Tweedledum e Tweedledee di Alice nel paese delle meravilgie; porta un piccolo basco sulla testa (copricapo che ricorda però più quello indossato dai camalli genovesi) che non si toglie mai neppure dal dottore o nella vasca da bagno; si veste sempre in maniera sciatta ma elegante (come il suo antico corrispettivo chapliniano) ed esterna i le sue emozioni e pensieri con versi gutturali e soffocati, quasi onomatopeici, fino ad indicare la propria eccitazione erotica sporgendo vistosamente la lingua da un lato della bocca ed emettendo mugugni.

Il povero Fantozzi viaggia su una Fiat 500 “Bianchina” mezzo distrutta ma che ben identifica lo status economico-sociale a cui appartiene; mangia abbondanti piatti di spaghetti al sugo e, soprattutto col progredire della saga cinematografica, abbassa notevolmente il proprio livello culturale ed espressivo sino a ruttare rumorosamente e ad emettere altri allusivi rumori corporei. Il ragionier Ugo non riesce quasi mai ad averla vinta su niente e nessuno, è un eterno perdente che forse, proprio per questo, passa sopra ad ogni cosa senza troppe preoccupazioni, trovandosi sempre nel mezzo di situazioni degne di un fumetto per ragazzi o delle comiche del cinema muto.

Non è un caso che, più che il cinereo Buster Keaton, la mente degli spettatori più scafati passi immediatamente in rassegna il ricco bagaglio (panto)mimico di Charlie Chaplin, poiché entrambi i due personaggi, seppur chiaramente appartenenti a due epoche e a due standard culturali diversi, intraprendono un rapporto originale e anticonvenzionale con il mondo circostante, sapendo reinventare abilmente l’uso e consumo degli oggetti che li attorniano. Dopo l’ultima (a dire il vero non proprio eccelsa) apparizione in Fantozzi 2000 – La clonazione (1999) diretto da Domenico Saveri, la stanca e fiaccata macchietta fantozziana decise di non sopravvivere al nuovo secolo che si approssimava e perciò scelse di eclissarsi con stile, ben consapevole che i tempi erano cambianti ma che, in fondo, tutto era e sarebbe rimasto più o meno come prima, solo con l’illusione di una felicità e di una ricchezza che l’uomo medio mai riuscirà a raggiungere.

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La nuvoletta dell’impiegato che, proprio come in una slaptick comedy o un fumetto satirico, rincorre il povero ragioniere nei momenti più difficili e topici, è divenuta di buon grado una metafora della perenne e pressante sfortuna che a volte (o molto più spesso) sembra attaccarsi come una zecca a ciascuno di noi, una sfortuna simbolica che il Fantozzi della finzione cinematografica è costretto a subire per davvero, sempre però con il gusto della risata amara e della satira pungente che molto spesso vale da sola più di un trattato di sociologia. Sull’onda della grande popolarità del suo personaggio, per altro fonte di almeno una mezza dozzina e più di cloni e imitazioni (ufficiali e apocrife), Villaggio decise di riesumare un altro celebre personaggio della sua personale saga umoristica, quel certo Fracchia che nell’universo letterario aveva costituito l’embrione del futuro ragionier Filini, scegliendo però di affidargli un posto tutto suo in ben due lungometraggi, Fracchia la belva umana (1981) e Fracchia contro Dracula (1985), entrambi diretti da Neri Parenti, questa volta dando vita ad un alter-ego crepuscolare e molto più cinico del Fantozzi d’altri tempi.

Lo stesso Villaggio poi si troverà a impersonare, nel corso della sua carriera, personaggi e maschere nella quale gli venne richiesto espressamente di replicare le movenze e addirittura le gag già sperimentate nella saga fantozziana. Nel corso degli anni ’70 la figura di Fantozzi ispirò il celebre fumetto a sfondo erotico Pancozzi, e a partire dal 1993 sul giornale per ragazzi “Corrierino” lo scrittore Antonio Orecchia e la disegnatrice Lola Airaghi decisero di realizzare una serie a fumetti ispirata al rocambolesco impiegato genovese, seguita poi da una celebre apparizione in un numero speciale della saga di Topolino (“La tragica avventura di Paperon de Paperozzi” del 1988) e una graphic novel commemorativa dal titolo “Fantozzi Forever”, edita nel 2014 e ideata da Villaggio stesso assieme a Francesco Schietrona per raccontare le vicessitudini di un vecchio e stanco Fantozzi alle prese coi più contemporanei problemi sociali e culturali. Sono passati ormai esattamente quarant’anni da quando, in quel lontano 1975, la corpulenta e sgraziata figura del ragionier Ugo Fantozzi apparve per la prima volta sullo schermo dei cinema italiani, forse senza avere il ben che minimo sentore del grande successo internazionale che ne sarebbe derivato e senza sapere che decenni dopo il suo battesimo di celluloide, l’Italia del 2015 avrebbe continuato a ridere e a sganasciarsi per le avventure di un piccolo e mesto uomo comune, un uomo che ci fa tenerezza e simpatia proprio perché incarna l’omuncolo che vive in ognuno di noi.

Festa di Roma 2015: Paola Cortellesi e Carlo Verdone chiudono gli incontri col pubblico

La sala dedicata a Giuseppe Sinopoli, la più grande dell’auditorium, si riempie come non mai in questa edizione della Festa di Roma, per l’ultimo degli incontri ravvicinati.

Carlo Verdone e Paola Cortellesi ci parlano della leggerezza e della malinconia della commedia, un genere spesso ignorato dai festival. La leggerezza, che non è sempre superficialità, ma anzi un mezzo per veicolare spesso grandi drammi, è due volte importante perché riesce ad arrivare a un pubblico più vasto, rispetto a film più “ricercati” e ha un valore terapeutico che non deve essere sottovalutato, concordano i due protagonisti della commedia italiana, che nel 2014 li ha visti lavorare insieme in Sotto una buona stella.

L’incontro che chiude questa edizione della festa, come di consueto si snoda attraverso clip di film dei protagonisti. Ripercorriamo la carriera di Verdone attraverso Viaggi di Nozze, il film che molti giudicano il suo più comico, ma che egli stesso dice essere probabilmente il più malinconico; Grande Grosso e Verdone, in cui la caratterizzazione dei personaggi e le situazioni in cui questi sono calati, invita a riflettere su situazioni che di comico in realtà hanno ben poco e molto più di tragico. Verdone si dichiara una grande fan dei grandi caratteristi della commedia italiana anni ’50 e ’60, come i fratelli Carotenuto e Leopoldo Trieste, in particolare a lui e alla sua interpretazione ne Lo Sceicco Bianco di Federico Fellini si è ispirato per la creazione del personaggio di Furio in Bianco Rosso e Verdone. Davanti a sequenze dall’umorismo senza tempo, il pubblico in sala non può fare a meno di ridere come fosse se le vedesse per la prima volta e Verdone fa eco lasciandosi andare alle imitazioni dei suoi personaggi più amati.

IMG_8579Tra aneddoti sul rapporto affettuoso e lavorativo con Sergio Leone, che è stato per lui maestro dal piglio paterno nel cinema e racconti sulla celeberrima Sora Lella (Elena Fabrizi), una delle ultime caratteriste con cui ha avuto l’onore di lavorare, dalla mano pesante in cucina e la genuinità che appartiene a pochi, Verdone e la Cortellesi fanno dei veri e propri sketch, mentre sullo schermo ci viene riproposta una divertente sequenza di Sotto una buona stella. Della Cortellesi, Verdone parla come di un talento naturale, una di quelle attrici che fanno passare la bravura per naturalezza. Quando gli si chiede quali ruoli preferiscano, tra quelli comici e drammatici, lui rivela che ha accolto con molto piacere la chiamata di Paolo Sorrentino, che lo ha scelto ne La Grande Bellezza in un ruolo diverso dal solito e che gli piacerebbe un ruolo drammatico importante, ora che ha acquisito sicurezza come attore. La Cortellesi, invece, non differenzia molto le due tipologie di ruoli, «mi diverto in tutte le cose che mi piacciono – dice – che siano ruoli drammatici, come nel caso della miniserie sulla Montessori, o comici». La Cortellesi, che a partire dal 12 novembre vedremo al cinema con Gli ultimi saranno ultimi di Nicola Bruno, di Verdone parla come di una persona che conosce da sempre, prima ancora di incontrarlo di persona, dalla Tv e dalle gare di imitazione dei suoi pezzi con gli amici. Ripercorriamo la sua carriera d’attrice con Scusate se esisto e Un boss in salotto.

Poi arriva il momento dei saluti, la Festa del Cinema si avvia verso la fine di questa edizione, che chiude in bellezza con due ospiti eccezionali.

Se non vieni a vedere questo film ammazziamo il cane per Unipol Biografilm il 28 ottobre

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Per il secondo anno di seguito, Unipol Biografilm Collection e I Wonder Pictures presentano ogni settimana in 16 multisala UCI i più coinvolgenti biopic, narrati da autori premiati nei più prestigiosi festival del mondo, proponendo un programma ricco non solo di grandi riscoperte, come era stato già l’anno scorso, ma anche di imperdibili anteprime, presentate in UCI Cinemas prima dell’uscita in sala. L’appuntamento firmato Unipol Biografilm Collection è ogni mercoledì alle 18 e alle 21.

Mercoledì 28 ottobre ad accompagnare in sala il pubblico degli UCI Cinemas sarà John Belushi, protagonista di Se non vieni a vedere questo film ammazziamo il cane: La storia del National Lampoon, il film di Douglas Tirola che ripercorre la storia del National Lampoon, la più dissacrante rivista di satira degli Stati Uniti, sulle cui pagine, negli anni Settanta, ha esordito una squadra di giovani di talento che avrebbero fatto la Storia della comicità americana.

L’America degli anni Settanta, la cultura pop, la libertà creativa alimentata anche da cannabis e alcol… È in questo contesto che Doug Kenney ed Henry Beard fondano un magazine destinato a diventare un punto di riferimento per la satira e la comicità mondiali: era la nascita del National Lampoon. Il regista Douglas Tirola traccia il ritratto di una generazione di talenti, i comici che dalle pagine di National Lampoon sono poi approdati nelle fila di quel Saturday Night Live che avrebbe consacrato al grande pubblico star del calibro di John Belushi e Bill Murray. Dalla carta, alla tv, al cinema, tra interviste e materiale inedito, il film mette in scena una ricca messe di pagine e disegni, parole e immagini di una stagione indimenticabile.

Grazie alla scommessa di Unipol Biografilm Collection e del circuito UCI Cinemas, per il secondo anno consecutivo, contenuti di qualità dalla forte valenza culturale come i film documentari si allargano al pubblico popolare dei multisala. Una scommessa che pone però le sue radici nel dato concreto del crescente successo commerciale del genere documentario nel mondo, e in particolar modo negli Stati Uniti e in Francia.

Steve McQueen una vita spericolata: 26 e 27 ottobre con Sala Bio

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Lunedì 26 ottobre alle ore 21.00, presso il Cinema Odeon di Bologna, e Martedì 27 ottobre, presso il Cinema Colosseo di Milano, torna Sala Bio, nell’ambito di Be Original, con un’imperdibile evento targato Unipol Biografilm Collection: l’anteprima di Steve McQueen una vita spericolata, il film di Gabriel Clarke e John McKenna, che, ripercorrendo la lavorazione di Le 24 Ore di Le Mans, restituisce un ritratto autentico e per certi versi inedito dell’attore più amato di sempre, Steve McQueen.

L’iconico interprete statunitense, grandissimo appassionato di corse, sia su due che su quattro ruote, era disposto a tutto purché il film incentrato sulla gara più impegnativa del calendario del motorsport a livello mondiale vedesse la luce, anche a mettere a repentaglio la propria carriera.

Il film sarà presentato a Sala Bio in versione originale sottotitolata e proposto in anteprima anche a Sala Bio Roma (Cinema Adriano) e Milano (Cinema Colosseo) martedì 27 ottobre e sarà poi distribuito in sala da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection il 9, il 10 e l’11 novembre, per ricordare l’attore nel trentacinquesimo anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 7 novembre del 1980.

STEVE MCQUEEN: UNA VITA SPERICOLATA

(Stati Uniti/2015/112′) di Gabriel Clarke, John McKenna

Steve McQueen aveva un sogno: girare il film definitivo sulle corse automobilistiche, il più realistico, il più coinvolgente. Come avrebbe potuto immaginare che la lavorazione de Le 24 ore di Le Mans gli sarebbe costata così tanto, in termini artistici, economici e umani? Tra divergenze con la troupe, problemi con la sceneggiatura, incidenti e tradimenti, i registi Gabriel Clarke e John McKenna costruiscono – sul filo delle testimonianze di Chad McQueen, figlio di Steve, e degli altri protagonisti di quella storica avventura cinematografica – un film nel film sul circuito dove l’icona della vita spericolata sfrecciò confondendo la finzione con la realtà dell’autodromo. E compongono il ritratto di un uomo lanciato a tutta velocità nell’esistenza e nell’arte.

Uscita italiana: 9 – 10 – 11 novembre (I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection)

Festa di Roma 2015 foto: La Grande Bellezza sul red carpet

Nella serata di chiusura della Festa del film di Roma 2015, l’omaggio a La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Ecco il red carpet con tutto il cast del film premio Oscar:

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Creed: featurette dello spin-off di Rocky

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Creed: featurette dello spin-off di Rocky

Sylvester Stallone è pronto a vestire nuovamente i guantoni in Creed, spin-off ambientato nell’universo di Rocky in cui l’attore sarà chiamato ad allenare Adonis Johnson (Michael B. Jordan) figlio del defunto Apollo Creed.

Qui di seguito vi presentiamo una featurette dal titolo Generations, che ci porta dietro le quinte di un film che segna un vero e proprio passaggio di testimone tra Stallone e Michael B. Jordan.

Il film seguirà le vicende del figlio di Apollo Creed con Stallone che ritorna nei panni di Rocky Balboa, in qualità di allenatore riluttante del più giovane Creed. Diretto da Ryan OJ Coogler, il film è prodotto anche da Stallone insieme a Robert Chartoff, Kevin King Templeton e Irwin Winkler. Nicolas Stern è il produttore esecutivo. Creed è stato co-scritto da Aaron Covington e OJ Coogler.

Fonte: Collider

Ant-Man and the Wasp: Peyton Reed potrebbe dirigere il sequel

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Ant-Man and the Wasp: Peyton Reed potrebbe dirigere il sequel

Nonostante le numerose difficoltà che hanno accompagnato la genesi di Ant-Man, il cinefumetto made in Marvel si è rivelato essere uno dei più riusciti della Fase 2, raccogliendo consensi sia del pubblico che della critica. Ebbene, con Captain America Civil War in produzione e con la Fase 3 pronta a fare irruzione nel Marvel Cinematic Universe è inevitabile gettare un occhio anche al sequel di Ant-Man.

La pellicola, dal titolo Ant-Man and the Wasp è prevista per il 2018 sebbene al momento non si abbiano ancora notizie in merito a cast ed al regista, anche se, secondo quanto raccolto da Hollywood Reporter, Peyton Reed sarebbe in trattative per tornare a dirigere la creatura eredita da Edgar Wright.

Ancora è tutto molto lontano dall’ufficialità ma sembrerebbe che l’ottimo lavoro svolto da Reed abbia soddisfatto la Marvel, pronta a concedere nuovamente al regista statunitense le redini del progetto Ant-Man.

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Dotato della strabiliante capacità di rimpicciolirsi e al contempo accrescere la propria forza, il ladro provetto Scott Lang (Paul Rudd) dovrà ricorrere alle sue doti eroiche per aiutare il proprio mentore Dr. Hank Pym (interpretato dal premio Oscar Michael Douglas) a proteggere il suo spettacolare costume di Ant-Man da nuove, terribili minacce. Esposti a ostacoli apparentemente insormontabili, Pym e Lang dovranno pianificare un colpo che salverà il mondo.

Diretto da Peyton Reed (Ragazze nel pallone, Ti odio, ti lascio, ti…) il resto del cast di Ant-Man comprende Evangeline Lilly come Hope Van Dyne, Corey Stoll come Darren Cross aka Calabrone, Bobby Cannavale come Paxton, Michael Peña come Luis, Judy Greercome Maggie, Tip “Ti “Harris come Dave, David Dastmalchian come Kurt, Wood Harris come Gale e Jordi Molla come Castillo.

Fonte: Hollywood Reporter

Batman V Superman: Gal Gadot e i segreti dietro l’audizione per Wonder Woman

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Ormai da tempo i progetti cinematografici firmati Marvel e DC vengono realizzati in uno stato di totale segretezza, è risaputo, infatti, che spesso neppure i protagonisti delle pellicole hanno piena conoscenza di quanto accadrà nel corso dei film.

Ma, secondo quanto dichiarato da Gal Gadot, spesso anche nelle audizioni vige un regime di segretezza:

“È stato un lungo processo. Ha avuto inizio quando mi trovavo a Los Angeles e mi fu detto che avevo un importante audizione con la Warner Bros, ma nessuno mi disse cosa riguardava. Dopo un mese o due mi chiamarono per dirmi che mi avrebbero testata per il film. È pazzesco perchè sembra di lavorare con la CIA poichè tutto è strettamente confidenziale. E poi, una settimana dopo, Zack Snyder mi chiamò. Disse “Ok non sono sicuro se in Israele l’abbiate o abbia la stessa importanza, ma hai mai sentito di Wonder Woman?” E a quel punto mi è caduta letteralmente la mascella. Sono morta per qualche secondo, poi sono resuscitata. Così ho cercato di fare la mia voce più ‘figa’ e non far capire che fossi tremante e sopraffatta.”

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“Temendo le azioni incontrastate di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e Superman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto prima”.

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Ricordiamo che Batman v Superman: Dawn of JusticeZack Snyder è stato scritto da Chris Terrio, da un soggetto di David S. Goyer. Nel film saranno presenti Henry Cavill nel ruolo di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno anche: Amy AdamsLaurence FishburneDiane LaneJesse EisenbergRay Fisher, Jason Momoa e Gal GadotBatman v Superman: Dawn of Justice arriverà nelle sale di tutto il mondo il 6 maggio 2016.

Fonte: Comic Book Movie

Ghostbusters: Kristen Wiig sulla diffidenza dei fan

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Ghostbusters: Kristen Wiig sulla diffidenza dei fan

Nonostante ne sia passata d’acqua sotto ai ponti dall’annuncio di un remake al femminile di Ghostbusters la pellicola continua ad essere vista con occhio scettico da parte di tutti i fan del franchise lanciato al successo nel lontano 1984.

A commentare lo scetticismo che accompagna l’attesa per il debutto del film ci ha pensato Kristen Wiig, attrice chiamata a raccogliere la pesante eredità di Bill Murray, Dan Aykroyd, Harold Ramis ed Ernie Hudson. “Il fatto che sia così controverso solo perchè siamo donne mi ha sorpreso. Alcune persone hanno detto cose poco piacevoli riguardo il fatto che siamo donne. Non mi ha fatto arrabbiare, ma mi è dispiaciuto perchè stiamo onorando quel film.”

Ghostbusters è diretto da Paul Feig, regista che negli Stati Uniti ha riscosso grande successo di pubblico grazie al suo film tutto al femminile Le Amiche della Sposa, dove era già presente l’attrice comica americana Melissa McCarthy, protagonista negli ultimi anni di diverse nuove commedie tra cui Corpi da Reato con Sandra Bullock e Io sono tu con Jason Bateman.

Kristen Wiig (Le Amiche della SposaWalter Mitty), Melissa McCarthy (Corpi da Reato,Tammy), Leslie Jones (Saturday Night Live, Top Five) e Kate McKinnon (Saturday Night Live, Life Partners) saranno le quattro protagoniste del film.

Nel realizzare il remake del film del 1984 di Ivan Reitman, Feig ha dichiarato di voler adottare un tono spaventoso e allo stesso tempo comico, che però non abbia nessuna soluzione di continuità con il sequel del film del 1989, nè con la serie animata The Real Ghostbusters.

A completare il cast la presenza maschile di Chris Hemsworth. Il film uscirà al cinema il 15 luglio 2016 negli Stati Uniti.

Fonte: Hollywood Reporter

Sanjay’s Super Team: clip e immagini del nuovo corto Pixar

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Sanjay’s Super Team: clip e immagini del nuovo corto Pixar

Disney e Pixar hanno appena reso disponibile in rete un video ed una lunga serie di immagini di Sanjay’s Super Team, corto d’animazione della durata di sette minuti che di fatto ha aperto l’Annency International Animation Film Festival tenutosi in Francia.

Il corto ci presenterà una personalissima versione Hindu dei Vendicatori di casa Marvel, così come sono immaginati dal protagonista della pellicola il giovane Sanjay.

Sanjay’s Super Team 01 Sanjay’s Super Team 07 Sanjay’s Super Team 06 Sanjay’s Super Team 04 Sanjay’s Super Team 03

Fonte: Comic Book Movie

Spectre: quattro nuove clip ricche d’azione

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Spectre: quattro nuove clip ricche d’azione

Daniel Craig è pronto a tornare a vestire i panni di James Bond nell’attesissimo Spectre di Sam Mendes e, per spezzare l’attesa che ci separa dal debutto al cinema della pellicola, vi proponiamo qui di segutio quattro clip nuove di zecca.

https://www.youtube.com/watch?v=2rEkbJRhTao

https://www.youtube.com/watch?v=MWjAmfXadQg

A interpretare l’agente segreto è ancora una volta Daniel Craig che torna così a collaborare, dopo il successo di “Skyfall”, insieme al regista Premio Oscar Sam Mendes. Sceneggiata da John Logan, Neal Purvis e Robert Wade, la pellicola è attesa nelle sale italiane a novembre 2015. Completano il cast del film: il Premio Oscar® Christoph Waltz (“Bastardi senza gloria”), il candidato all’Oscar® Ralph Fiennes (La furia dei Titani, Scontro tra titani, la serie “Harry Potter”, The Avengers – Agenti speciali), Léa Seydoux (“La vita di Adele”, “Grand Budapest Hotel”), Ben Whishaw (“Skyfall”, “Cloud Atlas”, In the Heart Of The Sea), Naomie Harris (“Skyfall”, Ninja Assassin), Rory Kinnear (“The Imitation Game”, “Skyfall”, Monica Bellucci (Matrix Reloaded, Matrix Revolution, Baaria) e Andrew Scott (“Salvate il soldato Ryan”).

Fonte: Comic Book Movie

Sherlock Christmas Special: nuove foto ufficiale con Benedict Cumberbatch

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Mentre cresce l’attesa per la messa in onda di Sherlock Christmas Special, oggi arrivano finalmente nuove foto dell’atteso ritorno dello show con protagonisti Benedict Cumberbatch e Martin Freeman.

Sherlock: Martin Freeman riceve minacce di morte

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SHERLOCK CHRISTMAS SPECIAL: FULL TRAILER CON BENEDICT CUMBERBATCH

L’episodio, al momneto ancora senza un titolo ufficiale, è stato scritto da Mark Gatiss e Steven Moffat e vedrà tornare nei rispettivi personaggi Benedict Cumberbatch, Martin Freeman, Rupert Graves, Louise Brealey, Una Stubbs, Mark Gatiss, Andrew Scott e Jonathan Aris.

Jesse Eisenberg parla del rapporto tra Lex Luthor e Bruce Wayne

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Jesse Eisenberg parla del rapporto tra Lex Luthor e Bruce Wayne

Jesse Eisenberg ha recentemente parlato del suo personaggio, il villain Lex Luthor, e di cosa dovremmo aspettarci da lui nel prossimo film del regista Batman v Superman Dawn of Justice.

Il regista Zack Snyder ha rivelato poi che Eisenberg – in realtà – non è stato provinato per il ruolo di Luthor.

Stando a Snyder, Eisenberg ha fatto il provino per un altro ruolo, ma dopo l’audizione, Snyder non riusciva a togliersi dalla testa la star di The Social Network come Lex Luthor. Il regista ammette che «avevano preso in considerazione tutti i possibili Lex dell’immaginario collettivo».

Eisenberg ha precisato quali saranno i suoi contributi al personaggio: «Lui sarà molto vicino a come immaginiamo il personaggio. Ma con uno sguardo moderno a quel personaggio iconico e storico.Ha, oserei dire, una psicologia riconoscibilmente moderna, che viene usata per affascinare e distruggere». L’attore ha poi parlato del rapporto che Lex avrà con Batman, interpretato da Ben Affleck: «È strano recitare con persone come Ben Affleck, dover trattare con sufficienza qualcuno come lui. Fuori dal set ho questa idea di lui, quasi reverenziale, e poi sul set l’ho trattato davvero con sufficienza, è stato alquanto maligno…. ».

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Ricordiamo che Batman v Superman: Dawn of JusticeZack Snyder è stato scritto da Chris Terrio, da un soggetto di David S. Goyer. Nel film saranno presenti Henry Cavill nel ruolo di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno anche: Amy AdamsLaurence FishburneDiane LaneJesse EisenbergRay Fisher, Jason Momoa e Gal GadotBatman v Superman: Dawn of Justice arriverà nelle sale di tutto il mondo il 6 maggio 2016.

Fonte: CBM

Mark Ruffalo parla di Hulk in Thor Ragnarok

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Mark Ruffalo parla di Hulk in Thor Ragnarok

Mark Ruffalo tornerà ad interpretare Bruce Banner/Hulk in Thor: Ragnarok. Intervistato dall Huffington Post, Ruffalo ha dichiarato: “Interpreto Bruce Banner e, occasionalmente, si trasforma in un grosso mostro verde e cattivo. Mi entusiasma tornare in questo ruolo. C’è molto da approfondire.”

Ci sono molte cose fantastiche da esplorare, specialmente nella relazione tra Banner e Hulk. Spero di vederli insieme in una scena. Sarebbe grandioso.”

Ruffalo ha poi lasciato intendere che continuerà ad interpretare Hulk finché i fan lo vorranno. “Non voglio abusare della mia presenza e spero di non farlo mai. Se lo faccio, sarò il primo a voler andare via.”Avengers- Age of Ultron character poster Hulk

Diretto da Taika Waititi (What we do in the shadows) da una sceneggiatura di Christopher Yost (Thor: The Dark World) e Craig Kyle (i due precedenti film di Thor), Thor: Ragnarokvedrà il ritorno nel cast di Chris Hemsworth, Tom Hiddleston e Anthony Hopkins. Il film vedrà inoltre la presenza di Mark Ruffalo nel ruolo di Bruce Banner/Hulk.

Fonte: CBM

Jumanji: il remake ha trovato lo sceneggiatore

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Jumanji: il remake ha trovato lo sceneggiatore

La Sony Pictures sembra voglia riportareo sul grande schermo Jumanji. Già  nel 2012 era stata affidata la sceneggiatura di un possibile remake a Zach Helm (Mr. Magorium e la Bottega delle Meraviglie)ma sembra che non siano stati trovati gli accordi per concretare il progetto. Ora lo studio ha ingaggiato lo sceneggiatore Scott Rosenberg(Con Air), per riscrivere la sceneggiatura del film, mentre sembra che Jeff Pinkner (spesso produttore esecutivo per la Bad Robot di J.J. Abrams) farà da consulente per il film.

Sembra proprio che il film sarà un nuovo adattamento del romanzo per bambini scritto da Chris Van Allsburg del 1985. Il film originale del 1995 guadagnò $ 262.700.000 in tutto il mondo al box office, con $ 65.000.000 di budget di produzione. Tra gli attori, oltre al grande Robin Williams, abbiamo avuto il piacere di vedere  Kirsten Dunst (Spider Man, Marie AntoinetteIntervista col vampiro), Bonnie Hunt (Rain Man, Jerry Maguire, Il Miglio Verde) e Bebe Neuwirth (Fame).

Il remake di Jumanji uscirà nelle sale americane il 25 dicembre 2016, anche se non c’è ancora un nome dietro la regia. Ted Field e Mike Weberne, saranno i produttori esecutivi.

 

Steve Jobs: Ecco un nuovo spot tv del film con Michael Fassbender

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Ecco un nuovo spot tv di Steve Jobs, biopic che vede protagonista Michael Fassbender.

La sceneggiatura, scritta da Aaron Sorkin, verterà attorno a tre principali momenti, corrispondenti al lancio di tre grossi progetti: il Mac, la compagnia NeXT, e l’iMac. La foto che ritrae Fassbender, si riferisce al lancio della della società NeXT creata da Jobs a metà degli anni ’80 dopo essere stato estromesso dalla Apple. Il film, che uscirà in Italia a Gennaio 2016, vede tra i protagonisti Kate Winslet, Seth Rogen, Jeff Daniels, Adam Shapiro, Michael Stuhlbarg, Katherine Waterston e Sarah Snook.

Steve Jobs, il film

Ricordiamo che Steve Jobs uscirà  il 9 ottobre negli USA. La sceneggiatura, scritta da Aaron Sorkin, verterà attorno a tre principali momenti, corrispondenti al lancio di tre grossi progetti: il Mac, la compagnia NeXT, e l’iMac. La foto che ritrae Michael Fassbender, si riferisce al lancio della della società NeXT creata da Jobs a metà degli anni ’80 dopo essere stato estromesso dalla Apple. Il film, che uscirà in Italia a Gennaio 2016, vede tra i protagonisti Kate Winslet, Sarah Snook, Seth Rogen, Jeff Daniels, Michael Stuhlbarg, Perla Haney-Jardine, Katherine Waterston, Adam Shapiron

Ambientato nel backstage del lancio di tre prodotti iconici culminato nel 1998 con l’inaugurazione dell’iMac, Steve Jobs ci porta dietro le quinte della rivoluzione digitale per dipingere il ritratto intimo di un uomo geniale. Steve Jobs è diretto dal premio Oscar Danny Boyle e scritto dal Premio Oscar Aaron Sorkin, basandosi sulla biografia best-seller del fondatore della Apple, opera di Walter Isaacson. I produttori sono Mark Gordon, Guymon Casady di Film 360, Scott Rudin ed il premio Oscar Christian Colson.

Michael Fassbender interpreta Steve Jobs, il pionieristico fondatore della Apple, mentre l’attrice Premio Oscar Kate Winslet ritrae Joanna Hoffman, ex responsabile marketing di Macintosh. Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, è interpretato da Seth Rogen, e Jeff Daniels interpreta l’ex CEO della Apple John Sculley. Il film ha anche come interpreti Katherine Waterston nei panni di Chrisann Brennan, l’ex-fidanzata di Jobs, e Michael Stuhlbarg nel ruolo di Andy Hertzfeld, uno dei membri originali del team addetto allo sviluppo del Macintosh della Apple.

Johnny Depp e Edgar Wright insieme per Fortunately, the Milk

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Johnny Depp e Edgar Wright insieme per Fortunately, the Milk

La 20th Century Fox svilupperà l’adattamento cinematografico di Fortunately, the Milk, libro di Neil Gaiman, con Johnny Depp ed Edgar Wright (Scott Pilgrim vs. the World, The World’s End).

Fortunately, the Milk, un romanzo per bambini, pubblicato la prima volta nel 2013, del quale lo stesso scrittore non aveva una grande opinione, infatti dichiarò: “È il libro più sciocco che abbia mai scritto”. Il libro, che vanta le illustrazioni di Skottie Young, è una storia raccontata dal punto di vista di un ragazzo e di sua sorella, che ascoltano le avventure del padre (alieni, pirati, piranha e un viaggio nel tempo) su ciò che successe quando uscì semplicemente per acquistare del latte.

milkQuesto non è il primo progetto su cui Wright e Depp hanno cercato di collaborare. Si diceva nel 2012 che i due avrebbero lavorato insieme per portare sul grande schermo The Night Stalker, ma il progetto non venne più portato a termine.

Neil Gaiman, nel frattempo, ha già parecchie delle sue opere sulla strada per la trasposizione cinematografica: Ron Howard, ha intenzione di portare sul grande schermo The Graveyard Book e John Cameron Mitchell è ora in procinto di produrre uno dei suoi racconti, How to Talk to Girls at Parties.

Fonte: Variety

Suffragette: nuova featurette del film con Carey Mulligan

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Suffragette: nuova featurette del film con Carey Mulligan

Ecco una nuova featurette di Suffragette, il film che vedono protagoniste Carey MulliganMeryl Streep e Helena Bonham Carter. Il film è diretto da Sarah Gavron.

La pellicola, che racconta la storia delle suffragette inglesi che all’inizio del 20° secolo si batterono per poter acquisire diritto di voto, vedrà come protagonista Carey Mulligan (Il Grande Gatsby, Shame), nel ruolo di una giovane madre determinata a lottare in difesa della propria dignità sia a casa che nel luogo di lavoro. Accanto a lei, Meryl Streep, che vestirà i panni dell’attivista Emmeline Pankhurst, leader del movimento delle suffragette. Nel cast anche Helena Bonham Carter, Ben Whishaw, Anne-Marie Duff e Brendan Gleeson.

L’uscita del film è prevista per il 30 ottobre nel Regno Unito.

Top 10: gli attori che hanno lavorato più volte insieme

Top 10: gli attori che hanno lavorato più volte insieme

Squadra che vince non si cambia, e chi lavora nel mondo dello spettacolo sa bene quanto sia difficile trovare qualcuno con cui è bello collaborare. Lo possono sicuramente dire gli attori e le attrici che vi proponiamo di seguito, nella top 10 delle coppie professionali più longeve di sempre:

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Batman v Superman: l’Uomo Pipistrello e l’Uomo d’Acciaio fanno a botte [foto]

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Ecco alcuni nuovi scatti dal nuovo numero di Total Film dedicato a Batman v Superman Dawn of Justice, in cui vediamo Batman e Superman mentre se le danno di santa ragione:

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“Temendo le azioni incontrastate di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e Superman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto prima”.

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Ricordiamo che Batman v SupermanDawn of JusticeZack Snyder è stato scritto da Chris Terrio, da un soggetto di David S. Goyer. Nel film saranno presenti Henry Cavill nel ruolo di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno anche: Amy AdamsLaurence FishburneDiane LaneJesse EisenbergRay Fisher, Jason Momoa e Gal GadotBatman v SupermanDawn of Justice arriverà nelle sale di tutto il mondo il 6 maggio 2016.

Festa di Roma 2015, Antonio Monda: “La Festa è quella che intendo io”

“Siamo partiti in corsa e volevamo creare una Festa della città – così esordisce Piera Detassis, membro del nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione Cinema – Voglio ringraziare non solo Antonio Monda, ma tutta la commissione per la qualità dei film e degli incontri. La Festa deve essere la vetrina di un lavoro di un anno, quello della Fondazione Cinema per Roma, che lavora a pieno regime è che dà valore all’audio-visivo”.

La conferenza stampa di chiusura della Festa di Roma ha regalato più di qualche momento di imbarazzo, principalmente legato alla discrepanza tra quello che si è percepito tra gli addetti ai lavori durante gli ultimi 9 giorni e quanto invece è stato detto e applaudito in sede di conferenza con la stampa.

Che la Selezione Ufficiale sia stata senza dubbio di buona qualità è innegabile, ma fingere che tutto sia filato liscio, anche di fronte ai numeri inequivocabili che hanno visto anche gli eventi gratuiti poco frequentati, sembra decisamente troppo.

La Detassis in particolare, ha dichiarato la sua soddisfazione per un lavoro che non si concentra nella settimana dell’evento dell’Auditorium, ma che attraverso molte forme ed eventi si snoda in tutto l’anno solare: “Non ci occupiamo solo di cinema, ma di TV e documentario. La Festa li mescola e il mercato, in cui abbiamo avuto un grandissimo riscontro, li copre tutti, a partire dal Roma Fiction Fest che arriverà tra pochissimo. Tutto questo richiede uno sguardo complessivo sul lavoro di Festa che deve essere diverso. Questo è un lavoro di un primo anno che possiamo perfezionare e questo è il punto di vista da proporvi come Fondazione Cinema per Roma”.

L’atteggiamento pragmatico e positivo della Detassis viene subito però sostituito dalla presa di posizione di Antonio Monda, Direttore Artistico, che comincia il suo discorso con una presa di posizione, un chiarimento di fronte ai giornalisti a giustificare quel peggioramento degli incassi (circa il 20% in meno rispetto allo scorso anno, percentuale provvisoria) che sembra in qualche modo offuscare quello che lui considera evidentemente un trionfo: “Un giorno e una sala in meno (la Santa Cecilia, 2500 posti). Si traduce in 13.000 posti in meno come offerta, in tutto abbiamo avuto 9.000 posti in meno. Cioè ne abbiamo guadagnati 4.000, il segno è positivo. Abbiamo conquistato anche la stampa straniera, non solo i giornali si settore, ma anche testate come il New York Times”.

Come si accennava sopra, la qualità dei film è senza dubbio stata importante, e Monda ne è consapevole, facendosi anche un po’ scudo di questo contro tutto ciò che non è piaciuto, come gli incontri, autoreferenziali ed estremamente concentrati sul rapporto tra il moderatore stesso e la star di volta in volta ospite.

“Voglio congratularmi con tutti quelli che hanno selezionato i film- ha spiegato Monda – sono particolarmente contento anche per gli incontri, mi piace il fatto che ci siano stati film “caso” come Lo chiamavano Jeeg Robot, ma anche le retrospettive sono state seguitissime”.

E sull’identità, tanto discussa, dell’evento capitolino, sulla differenza del Festival rispetto alla Festa, Monda finalmente chiarisce la sua posizione, che guiderà la kermesse almeno fino al 2017: “La mia idea di Festa è la condivisione del cinema, dove per cinema si intende uno spazio buio in cui le persone condividono un film. questa è la mia Festa. Tutto il resto, red carpet, lustrini, gente, è benvenuto ma viene dopo. La mia è una sinergia informale con il Festival di Londra, con il quale ci siamo scambiato dei film, visto che sia io che la sua direttrice, Sandra Hebron, una donna intelligentissima, eravamo interessati agli stessi film. Così ce li siamo divisi, per esempio Truth, che noi abbiamo avuto in apertura e loro il giorno dopo (con tanto di protagonista ospite, ndr) oppure come Office 3D che invece è passato prima da loro”. Belle parole, se non fosse che dopo pochi minuti è lo stesso Monda a contraddirsi proprio sullo stesso tema spiegando che non ha scelto Suffragette con Meryl Streep perché aveva aperto Londra e non voleva prendere il film “immagine” di un altro festival.

Per quanto riguarda invece il futuro dell’evento (non osiamo chiamarlo Festa, visto che la Festa è soltanto quella che intende lui), Monda è chiaro: “Nessuno premio fino a che ci sarò io, mentre per quanto riguarda gli ospiti ci lavoreremo di più l’anno prossimo. Ci sono anche problemi di policy, ma lavoreremo anche su questo. Ho inseguito tanto Steve Jobs con Michael Fassbender, ma c’è stata anche l’opposizione della distribuzione. Tutto l’anno, ormai, è zeppo di eventi, per cui non c’è un buon momento, l’unica scelta che abbiamo è cambiare formula. Noi siamo un’altra cosa ed è festa nel senso che intendo io, non per quello che si intende di solito. Il mio modello ideale sarebbe il New York Film Festival”.

Che quest’anno però ha presentato Steve Jobs e Il Ponte delle Spie di Steven Spielberg, aggiungiamo e chiudiamo noi.

Festa di Roma 2015: il red carpet di Elio Germano

Ecco le foto dal red carpet di Alaska, alla Festa del Cinema di Roma 2015, con Elio Germano e Claudio Cupellini.

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

GUARDA L’INTERVISTA SUL RED CARPET

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L’essenziale è invisibile agli occhi. Gli sparuti e incostanti sprazzi della Festa del Cinema di Roma

Pare che siamo arrivati alla fine. Oggi ultimo giorno di Festa (ehi, ho imparato a chiamarla così. Sicuramente l’anno prossimo cambieranno di nuovo diciture), c’è il sole, Vì è tornata e –sia lode a Chtulhu – non c’è una premiazione finale. Il film più bello lo decideranno i ventiquattro spettatori che sono accorsi qui a questa manifestazione, e dunque problemi loro, significa che noi addetti se ci va di culo siamo perfino liberi di andarcene a cena in un orario decente e pregustare ‘sto mezzo week-end di riposo che in finale ci siamo meritati prima di partire per le prossime avventure (per me Lucca Comics, per altri Torino).

Oggi devo seguire Il Piccolo Principe. Il film l’ho già visto a Cannes, il che mi avvantaggia di due ore di tempo libero. Purtroppo ieri nella fretta ho guardato il programma a cazzo, e ho confuso gli orari di proiezione e conferenza, quindi arrivo comunque in orario per la proiezione, cioè con un paio d’ore d’anticipo. Che potevo usare per dormire, passeggiare, fare altro. Niente, è il destino del festivaliero. Fino all’ultimo, la kermesse ti risucchia con intricati giri d’eventi e tu non puoi sottrarti nemmeno se vuoi. E quindi andiamo di bilancio, che è un po’ quel che dicono tutti.

Che sarà vero che sta Festa sembra più una fiera di paese che un evento internazionale, che gli ospiti sono stati in generale di poca caratura, ma i film in media erano belli, insomma almeno due tre da consigliare io me li porto. Probabilmente è vero che “l’essenziale è invisibile agli occhi”.piccolo principe Ah, tra parentesi, il film di oggi col Piccolo Principe c’entra abbastanza sega, è una cosa spielberghiana, alla Hook, volendo, ma le parti del romanzo che tutti abbiamo amato da bambini si vede solo in alcune scene d’intermezzo realizzate con gli origami – tra l’altro ben riuscite – per il resto è tutta animazione moderna simil-Pixar, dove Antoine de Saint-Exupéry compare nel ruolo di sé stesso e in guisa di vecchio rincoglionito.

Nel pomeriggio un documentario su La grande bellezza pure bellino e con il merito di durare solo 60’, che per la stanchezza un po’ de cecagna me piglia – articolo, e poi se Nicolas Cage vuole è finita. Come sempre a mancarci saranno soprattutto gli incontri più o meno fugaci con la bella gente del festival, come quello che abbiamo fatto ieri al Tiepolo, un noto locale della capitale dove ti danno la patata, e infatti è sempre pienissimo.

S’è scoperto che parte della tavolata già lo frequentava abitualmente e che aveva un gruppo Whatsapp nominato ‘Quelli del Tiepolo’. Noi ci siamo ribattezzati ‘Figli del Tiepolo Minore’, in onore di tanti personaggi ‘minori’ che circolano da ‘ste parti e che per un motivo o per l’altro ci vogliono corteggiare con insistenza o picchiare. Di solito Vì ottiene il primo trattamento, io il secondo, ma non è detto.

Ma ora basta chiacchiere, il momento che aspettavate è arrivato, perché per il gran finale, Vì è di nuovo tra noi!

  1. Premio Realizzazione Tecnica Demmerda alle macchinette per la traduzione in sala conferenze. Il segnale sfancula in continuazione e non c’è modo di sentirle se non alzando a palla, con sommo disappunto di chi non le usa.

(Ang)

E infatti sono tornata, in realtà non so nemmeno da dove perché in realtà non mi sono mai fermata. Praticamente ormai sono un essere mitologico mezza donna e mezza rotaie. In ogni caso ieri sera ero qui di nuovo in diretta da questa festa splendida a fare un bagno di folla, a sgomitare per trovare posto, a fare file immense per riuscire a vedere qualcosa, praticamente ce stavamo solo noi, lo sapete. Noi e i parenti di Cupellini.

Ieri, e non so perché devo essere completamente rincoglionita, ho deciso di andare a vedere Sport, un docufilm in cui quattro registi, israeliani e palestinesi, hanno girato dei minicorti sul tema appunto dello sport.

Che uno che un minimo mi conosce sa benissimo che a me fottepropriosega di qualunque roba sportiva. Non che non lo sia, attenzione. Tutt’altro. È che trovo mostruosamente noioso guardare gare e robe simili. È come se vi costringessi a guardarmi mentre corro sul tapis roulant, per dire, o pretendessi l’applauso dopo che ad aerobox corco di legnate il mio avversario, o che vi propinassi due ore di visione di me che faccio squat in pantaloncini. Per non parlare del calcio, che per me il derby è al massimo un succo di frutta, capiamoci. Insomma, detto questo, posseduta da chissà quale demone (un po’ come la mia macchina, ma questa è un’altra storia), mi avvio in questa sala e iniziamo malissimo. Il primo corto è proprio sul calcio e per di più una filippica mediorientale stile documentario. Inizio a boccheggiare, soprattutto perché ero scesa dal frecciargento due ore prima, capite bene che ero un po’ stremata. Ma poi, sorprendentemente, con gli altri episodi sono stata totalmente rapita da questo lavoro, tant’è che sono uscita felicissima, spingendolo a tutti, ma che bello lo sport!

Restano irrisolti alcuni punti cruciali. Perché c’era un corto su due in prigione che fanno yoga?

Ah, anche quello non è un succo di frutta? Dite?

Po’ esse’, bravi, vi meritate un like.

Come se lo meritano il mio fido socio e tutti quelli che mi hanno aspettata, i lettori che si sono lamentati con me perché ho trascurato Ang, è vero, mi farò perdonare. Intanto ieri sera ‘i figli di un Tiepolo minore’ hanno deciso che oggi faranno un reportage di vita reale, proprio lì dove vige il sordido, svelandovi volti e nomi sui veri retroscena del festival. Oggi puntiamo a un selfie con la Stefania, santa donna del kebabbaro-universal  (si qui è brandizzato, come il mio meccanico ‘Tonino’ che se chiama Daniele, ‘Tonino’ è il brand) che mi nutre e mi avvolge di tante cure. Durante la cena delle patate ieri abbiamo ricordato molto le sue gesta. Questo Festival è nato sotto il segno del calendario cinese delle patate. Se fate i bravi un giorno vi spiegheremo perché.

grande bellezzaAdesso scappo, vado a prendere Ang, andiamo a vedere l’ennesima versione de La Grande Bellezza, dall’originale titolo Cercando la grande bellezza. Un film in cui ‘un regista minore’ (scusate, è una citazione meta-testuale sulla serata di ieri, non è dispregiativo, noi amiamo i registi minori, almeno quelli che non vogliono mena’ Ang) in cinque capitoli che cerca di ricostruire il modo di pensare e di fare il cinema di Paolo Sorrentino. Quindi ci ubriacano tutti prima di entrare in sala.

Detto questo, lo sapete che scherzo, come dico più volte Sorrentino per me può girare pure il menu di Cesare al Casaletto, anche se epica la frase (di gelo) di mia madre oggi: ‘ancora a vedere roba su ‘la Grande Bellezza?’ ‘Cosa ti dovranno mai dire che non sono riusciti a far passare in 5 ore di pellicola?’ ‘Ma cos’è in realtà un sequestro?’

Mamma ti amo, ti volevo salutare che qua ci teniamo a ringraziare i cari. Scappo, addio, o forse arrivederci Roma. Non lo so, ci pensiamo domani.

(Vì)

Festa di Roma 2015: premio TAODUE a The Wolfpack e Mustang

Festa di Roma 2015: premio TAODUE a The Wolfpack e Mustang

Il Premio Taodue “Camera d’Oro 2015” per la migliore opera prima va a Crystal Moselle per il film “THE WOLFPACK”. Per l’occhio lucido e la compiutezza con cui la regista ha raccontato una storia intensa, curiosa e difficile; per la naturalezza e la genuinità del registro usato come per la coerenza nel seguire la vicenda in tutto il suo arco temporale; per la forza dei personaggi, che personaggi non sono.

La menzione speciale al film “MUSTANG” di DENIZ GAMZE ERGUVEN per la forza e la gioia con cui racconta, attraverso una regia forte e matura e un tono allo stesso tempo leggero e drammatico, l’animo di cinque giovani donne e il loro passaggio da un’adolescenza segregata a una vita adulta imposta, attraverso l’elaborazione della vita e della libertà.

Taodue, a conferma del sostegno agli autori/cineasti emergenti, ufficializza anche quest’anno il Premio “Camera d’oro” per la migliore opera prima all’interno della Festa del Cinema di Roma.
Il premio nasce dal bisogno di registrare come, anche in un momento di crisi e di radicali cambiamenti, il cinema riesca a rivelarsi centrale nell’evoluzione dei linguaggi, della cultura e del costume.

Il premio Taodue “Camera d’oro” per la migliore opera prima, inserito nella selezione di Alice nella Città, intende infatti rivolgere uno sguardo trasversale alla ricerca delle forme e delle modalità espressive più innovative e vicine allo spirito dei nostri tempi. Tra i premiati nelle edizioni precedenti SCOTT COOPER (regista di “ Black Mass – L’Ultimo Gangster” ) per il film “Out of the Furnace”.

Come dichiara il produttore Pietro Valsecchi: “Il Premio nasce dalla nostra profonda convinzione che il cinema sia un’arte necessaria all’immaginario contemporaneo. La crisi di sistema che stiamo attraversando non è una crisi di idee e questo premio intende proseguire nella ricerca e nella valorizzazione di nuovi talenti.”

Il Premio si rivolge al migliore regista emergente, selezionato su 13 opere in concorso. La giuria è presieduta dal regista Giovanni Veronesi ed è composta da: Camilla Nesbitt, The Pills, Edoardo Ferrario, Céline Sciamma, Fabio Mollo, Sara Serraiocco e Michele Riondino.

Festa del Cinema Roma 2015 Daily 9: Il Piccolo Principe, Legend con Tom Hardy

Ultimo giorno alla Festa del Cinema di Roma 2015, oggi si chiude con Legend con Tom Hardy e Il piccolo Principe. Ecco il video commento:

https://youtu.be/ivxMvD1dLmY

George Clooney dirigerà Suburbicon, da una sceneggiatura dei fratelli Coen

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George Clooney sarebbe pronto a dirigere Suburbicon, film che nasce da una sceneggiatura originale di Joel e Ethan Coen e che sarà prodotto da Joel Silver. Clooney sarebbe interessato alla sceneggiatura da anni e ora, secondo Deadline, potrebbe davvero essere il regista di questo nuovo film.

Davvero pochi dettagli sulla trama. Quello che si sa è che si tratterebbe di un noir drama ambientato negli anni ’50, sulla scia di Blood Simple. George Clooney ha già lavorato con i fratelli Coen in Fratello dove sei? e anche nell’ultimo film, Ave Cesare!

Fonte: deadline

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