Arriva un nuovo trailer
dell’attesissima serie evento Marco Polo
targata Netflixcon protagonisti i due attori
italiani Lorenzo
Richelmy e Pierfrancesco
Favino e basato sul noto personaggio italiano.
https://www.youtube.com/watch?v=hB-ltNasHVw
Richelmy sarà Marco Polo, il
celebre viaggiatore e mercante italiano vissuto tra il XIII ed il
XIV secolo, autore de “Il Milione” e noto per il
suo viaggio in Asia attraverso la via della seta. Nel cast dello
show creato da John Fusco e diretto nei
primi due episodi da Joachim
Rønning e Espen
Sandberg anche Benedict Wong, Zhu
Zhu, Joan Chen.
Si
riconferma per il secondo anno consecutivo la partnership
tra MYmovies.it e
il Torino Film Festival 2014 che in
occasione della 32a. edizione, rinnova con entusiamo il
progetto di programmazione streaming inaugurato lo scorso anno,
presentando una ricca selezione di film del nuovo programma
ufficiale nella Sala
Web (www.mymovies.it/live/32tff/).
In programma a Torino dal 21 al 29
Novembre, il TFF mantiene inalterata la sua vocazione di ricerca
delle nuove tendenze del cinema indipendente e, al tempo stesso,
coniuga il cinema d’autore con le forme più sperimentali di messa
in scena contemporanea.
Anche quest’anno, uno degli eventi
cinematografici più attesi in Italia, estende la propria offerta
culturale puntando sulle potenzialità della Rete: ogni sera
alle 21.30 su MYMOVIESLIVE! sarà
possibile assistere alla visione in streaming di sette
film del nuovo programma ufficiale del Festival
semplicemente attivando un profilo UNLIMITED. I titoli disponibili
online comprendono tre documentari italiani (Per tutta la
vita di Susanna Nicchiarelli, Let’s
Go di Antonietta De Lillo eQui di Daniele
Gaglianone) e quattro innovative opere provenienti da Europa e
Stati Uniti:L’enlevement de Michel Houllebecq di
Guillaume Nicloux; Eau Zoo di Emilie
Verhamme; Young Bodies Heal Quickly di Andrew T.
Betzer; Okean di Tamara Drakulic. Ad aprire
la programmazione streaming sarà, invece, il
vincitore della 25a. edizione del
TFF, Garage di Lenny Abrahamson, unico titolo ad
accesso gratuito con profilo FREE attivo in contemporanea con le
proiezioni ufficiali al Festival.
La capienza massima
della Sala Web è limitata a 500 posti
per ciascuno dei titoli disponibili. I film (in versione
originale con sottotitoli in italiano) saranno accessibili sul
territorio italiano, San Marino e Città del Vaticano e disponibili
anche on demand nell’arco di 5 giorni a partire dalle 21.30 del
giorno della presentazione ufficiale su MYMOVIESLIVE!,
limitatamente agli streaming disponibili.
Per accedere alla Sala
Web del “Torino Film Festival” e assistere
alla visione dei film in streaming, basta collegarsi alla
pagina www.mymovies.it/live/32tff/,
registrarsi e attivare un profilo UNLIMITED di una settimana
(1,99€), uno (6,00 €), tre (9,90 €) o dodici mesi (35,00 €).
Il re del pop rivive in un nuovo
evento cinematografico: solo il 25 e il 26
novembre arriva in oltre 250 sale Michael
Jackson Life Death and Legacy, il film concerto
dedicato alla vita e all’eredità artistica di Michael
Jackson.
La scuola più bella del
mondo è al è al primo posto per incassi del
weekend. In soli quattro giorni ha ottenuto oltre
due milioni di euro (€ 2.494.280),
e ha registrato il più alto numero di presenze pari
a 374.043. Per l’occasione eccovi una clip
del film:
Il
regista Luca Miniero torna sul set reduce dai grandi successi
di Benvenuti al sud,Benvenuti al
nord e il più recente Un boss in
salotto, primo incasso italiano della stagione.
La scuola più bella del
mondo è prodotto da Cattleya e distribuito dalla
Universal Pictures Italia.
Sinossi: La
scuola più bella del mondo è un’irresistibile commedia degli
equivoci che, come suggerisce il titolo, è ambientata nel mondo
della scuola. Christian De Sica è il preside puntiglioso di una
scuola media toscana nella quale giunge in visita una classe
di studenti napoletani accompagnati da un eccentrico professore
(Rocco Papaleo). Non tutto però sembra corrispondere al
programma.
Perché quando la tecnologia inganna
– in questo caso basta solo che Accra, in
Ghana, diventi… Acerra Napoli – si genera l’equivoco che
porterà confusione e tanto scompiglio. Ma sicuramente risate a
non finire, divertimento assicurato.
Arriverà
nelle sale italiane distribuito da Moviemax il prossimo 4 dicembre
“La metamorfosi del male“, il nuovo film
del regista americano William Brent Bell
(Stay Alive e L’ altra faccia
del diavolo – Devil Inside).
“Centinaia di anni fa, se
capitava di vedere un uomo che versava in condizioni fisiche
particolari, pieno di peli o con altre caratteristiche che lo
facevano somigliare ad un lupo mannaro, allora quell’individuo ERA
un lupo mannaro. Oggi invece sappiamo benissimo che se un uomo è
coperto di peli, c’è una spiegazione scientifica. (…) Abbiamo
voluto riportare sullo schermo un ragazzo che impazzisce e che
ricorda un personaggio di cinquecento anni fa; allora tutti, anche
a distanza di centinaia di anni, lo avrebbero di nuovo additato
come un mostro. Ecco che il lupo mannaro torna ad
esistere.” – William Brent Bell
Una delle leggende classiche
dell’orrore rivisitata in chiave moderna e resa quanto mai
verosimile, “La metamorfosi del male” vede come protagonisti Aj
Cook, Brian Scott O’connorr, Sebastian Roché, Simon Quarterman e
Vik Sahay
SINOSSI
La famiglia Porter, in vacanza
nella Francia rurale, viene brutalmente uccisa. Dopo le prime
ipotesi di un attacco animale, viene accusato della strage Talan
Gwynek, un uomo dall’aspetto rozzo che vive proprio nei pressi
della scena del crimine. L’avvocato Kate Moore, giovane americana
che vive in Francia insieme alla sua équipe, viene chiamata a
difenderlo e, convinta della sua innocenza, decide di adottare un
approccio scientifico per dimostrare l’incapacità fisica dell’uomo
di procurare danni ad altre persone. Attraverso la testimonianza
della madre di Talan, infatti, Kate scopre che l’uomo soffre di una
particolare malattia genetica ereditaria che lo ha reso sin da
piccolo lo zimbello del vicinato. Scavando nell’enigmatica storia
familiare di Talan, Kate e la sua squadra riportano alla luce una
sorprendente leggenda. Ne deriverà un bagno di sangue e Kate dovrà
fare tutto quanto in suo potere per sopravvivere ed evitare che il
caos, il terrore e la morte si diffondano.
Arriva un nuovo poster di 50 Sfumature di
grigio, l’atteso adattamento cinematografico
dell’omonimo romanzo che è diretto da Sam
Taylor-Johnson e che vede
protagonisti Jamie
Dornan e Dakota Johnson.
Ricordiamo che il film è diretto
da Sam Taylor-Johnson e vedrà
protagonisti Dakota Johnson nella parte
di Anastasia Steele e Jamie Dornan, nel ruolo
di Christian Grey. Altri membri del cast
saranno Eloise Mumford, Jennifer Ehle, Luke Grimes,
Victor Rasuk.
Cinquanta sfumature di grigio è
diventato un fenomeno globale e la trilogia, dalla sua uscita, è
stata tradotta in cinquanta lingue in tutto il mondo. Ad oggi, ha
venduto oltre 70 milioni di libri e e-book, diventando da subito
una delle serie più acquistate. Il film si concentrerà sull’ inizio
della relazione tra la studentessa del college Anastasia Steele e
il miliardiario ventisettenne Christian Grey.
50 Sfumature di
Grigio arriverà nei cinema italiani l’anno
prossimo, a partire dal 12 febbraio 2015, a due giorni di
differenza con gli Stati Uniti, dove si dovrà aspettare il giorno
di San Valentino 2015.
Nel cast, oltre
a Jamie Dornan nei panni di Christian
Grey e a Dakota Johnson nei panni di
Anastasia Steele, anche Luke Grimes nel ruolo di
Elliot, Victor Rasuk che nel film sarà Josè
intimo amico di Anastasia, Jennifer Ehle, mamma della
protagonista, Marcia Gay Harden, mamma
di Mr. Grey, Rita Ora che sarà Mia,
e Max Martini.
Il film, riadattato per il grande
schermo da Kelly Marcel e diretto da Sam
Taylor-Johnson, parla della storia di Anastasia,
studentessa americana di ventun anni che perde la testa
per un giovane imprenditore, Christian Grey, bellissimo e
misterioso. La ragazza prova in tutti i modi di non pensare a lui,
convinta di non poter avere un futuro insieme, ma il destino le
giocherà un brutto scherzo. Grey, infatti, entrerà nel negozio dove
lavora e la inviterà ad uscire. Entrambi sono attratti l’un l’altra
da una sensazione indescrivibile, e si faranno travolgere dalla
passione.
Il film uscirà negli States il
giorno di San Valentino del 2015.
Questi ultimi mesi del 2014,
cinematograficamente parlando, sembrano essere particolarmente
dedicati all’assenza, al vuoto, e agli infiniti modi in cui l’uomo
reagisce ad essi. Lutti, sparizioni improvvise, eventi traumatici
dal punto di vista di chi resta ad affrontarli faccia a faccia in
modo obbligato, senza esserne assolutamente preparato.
Titoli come L’Amore Bugiardo – Gone
Girldi David Fincher, nelle
sale italiane dal 18 dicembre prossimo, Une Nouvelle Amie
del regista francese François Ozon e Colpa delle Stelle,
tutte opere focalizzate sulla mancanza di una persona a noi vicina,
senza la quale non sapremmo pensare la nostra vita. Si aggiunge con
forza a questo filone anche White Bird in a
Blizzard, nuovo film di Gregg Araki,
conosciuto per il riuscito Mysterious Skin.
Kat Connors
ha infatti solo 17 anni, quando la madre scompare misteriosamente
nel nulla. Una figura piuttosto autoritaria che segna pesantemente
la sua infanzia, così come la vita del fragile padre, privo di
polso e di carattere. Proprio alla luce del passato, i due
protagonisti reagiscono all’evento con discreto sollievo,
ma solo per ritrovarsi negli anni successivi a fare i conti
con le macerie dell’assenza, del silenzio.
A differenza dei titoli nominati
appena sopra, che sanno ben prendere la direzione del thriller,
della commedia nera o del dramma, White Bird in a Blizzard
possiede un vizio di forma che lo rende fastidiosamente ibrido; la
colonna sonora leggera, spensierata, le voci off e la messa in
scena fanno pendere la bilancia verso il teen movie, lo scheletro
della trama vira invece sul noir, lasciando lo spettatore
decisamente confuso durante la visione.
Anche i sentimenti che ne derivano
finiscono per essere contrastanti, risultando alla fine dei giochi
freddi e distaccati. Un chiaro errore di scrittura, insieme ad un
linguaggio ridondante, in contrasto con le buone intenzioni
generali e il tema – l’elaborazione dell’assenza di una madre da
parte di una teenager e di un padre – di profondo interesse. Anche
la cura delle inquadrature e l’attenzione ai dettagli, insieme a
una fotografia ben bilanciata e fumettata (con filtri che potremmo
definire ‘alla Instagram’) avrebbero meritato sceneggiatura
migliore.
Allo stesso modo gli interpreti,
abbandonati in balia delle onde senza un reale spessore; la
promettente Shailene Woodley – astro nascente del panorama
americano dopo Divergent – non è messa in condizione di brillare in
modo particolare e torna a casa con un’interpretazione inferiore a
quella vista in Colpa delle Stelle. Persino la statuaria
Eva Green – nell’insolita veste di madre di
famiglia… – viene portata sullo schermo con troppi freni e limiti,
non le bastano le capigliature strambe a donarle un’anima.
Un ritratto adolescenziale dunque
appena tratteggiato, glaciale, raccontato con un linguaggio ormai
datato che resterà impresso nella mente di pochi.
Si è tenuta domenica 16 novembre al
Winter Village al Bryant Park Ice Rink, New York City, la premiere
de
I Pinguini di Madagascar. A presenziare all’evento
tutto il cast vocale del film e ovviamente anche Benedict
Cumberbatch, che ha attirato l’occhio di fan e
fotografi.
Ecco gli scatti alla premiere:
[nggallery id=1181]
Con
Benedict Cumberbach erano presenti anche
John Malkovich, Ken Jeong, Mariska Hargitay, Brooke
Sheilds, Debra Messing e Pitbull.
Dopo la serie televisiva, i
Pinguini tornano sul grande schermo, con le voci
di Benedict Cumberbatch, Peter Stormare, Annet
Mahendru, John Malkovich, Ken Jeong, Andy Richter, Tom McGrath,
Chris Miller, Christopher Knights.
A dirigere il film ci
sono Simon J. Smith e Eric
Darnell. L’uscita del film è prevista in UK per il 5
dicembre.
Migliaia di attori ed attrici si
sono avvicendati sui pallidi schermi da proiezione fin dalla
nascita del cinema, alcuni brillando per pochi attimi per poi
scomparire miseramente nel grande baratro dei ricordi dimenticati,
altri invece imprimendosi in modo indelebile nella memoria
collettiva, diventando delle vere e proprie icone. Ognuno di questi
personaggi, dal più insignificante al più celebre, ha avuto una
propria storia, proprie radici che lo hanno fatto crescere,
germogliare e fiorire (o sfiorire), ed ognuno ha lasciato una
traccia nel suo passaggio dinnanzi ai nostri occhi. Ma è proprio
per una di queste stelle del luminoso firmamento delle immagini in
movimento che oggi scomodiamo i nostri ricordi, facendo un breve
tuffo in un passato ormai nebuloso ma che ci riserva in realtà
numerose sorprese.
Era infatti il lontano 1914 quando
negli Stati Uniti venne proiettato per la prima volta
Kid Auto Races at Venice, cortometraggio
di soli 7 minuti prodotto da Marck Sennett per la
Keystone, storica casa di produzione specializzata in slapstick
comedy (una forma di umorismo estremamente esagitata
caratterizzata da inseguimenti, acrobazie e comicità fisica, molto
in voga alle origini del cinema).
La pellicola, scritta, diretta e
interpretata dal regista Henry Lehrman mostrava
per la prima volta sullo schermo, nei sui tratti caratteristici, un
personaggio destinato a diventare a breve una vera e propria icona
della comicità mondiale, una pietra miliare della storia del
cinema; un piccolo vagabondo abbigliato con un frac troppo piccolo,
con ai piedi enormi scarpe, un bastoncino di bambù in mano, una
piccola bombetta e un paio di piccoli baffi neri. Un giovanissimo
attore di nome Charles Spencer Chaplin (in seguito
conosciuto meglio come “Charlie”), apparso per la prima
volta sullo schermo appena alcuni mesi prima in un altro
cortometraggio di Lehrman dal titolo Making a
Living (in Italia Charlot
giornalista), partecipa come spettatore ad una corsa
d’aiuto per bambini, continuando ad importunare un piccola troupe
cinematografica, formata dallo stesso Lehrman e dall’operatore
Franck D.Williams, mentre è intenta a riprendere
l’evento, cercando in tutti i modi di intromettersi
nell’inquadratura. Ricorrendo ad una continua alternanza fra
riprese oggettive dall’esterno in cui viene mostrata l’azione degli
operatori e del neonato Charlot e alcune immagini della
soggettiva di camera (tanto cara e abusata dai moderni
mokumentary), Lehrman da prova di una grande
sperimentazione stilistica per l’epoca, ma il vero gioiello di ogni
scena rimane sempre e comunque il nuovo irriverente personaggio del
vagabondo Charlot, che diverrà in futuro protagonista di
celebri pellicole come Il monello (1921),
il Circo (1928) e Tempi
moderni (1936).
Seppur nel film precedente
Chaplin aveva già iniziato ad impostare le sue future
caratteristiche recitative (l’uso creativo degli oggetti, i
movimenti-danza, la pantomima espressiva) assumendo anche alcuni
elementi fisici in sintonia col futuro ruolo (il cappello a
cilindro, il frac e il bastone), è solo qui che finalmente tutti i
tratti caratteristici del suo personaggio appaiono definitivamente
codificati, seppur ancora acerbi e grezzi. Le capacità atletiche e
mimiche di Chaplin emergono chiaramente nelle poche inquadrature
che compongono il film, anche grazie ad una storia semplice ma ben
strutturata dal sapore pseudo-documentaristico, che per giunta
tratta chiaramente un discorso metacinematografico (un
film sulla realizzazione delle riprese di un film).
Lehrman, ancor prima di Sennett,
passerà alla storia come il primo regista ad aver diretto Chaplin,
e il loro sodalizio durerà ancora molto all’interno della Keystone,
prima che il giovane e promettente attore passi ad altre case di
produzione, tra cui la Mutual, per poi fondare nel 1919 la famosa
United Artist assieme al regista D.W Griffith e
gli attori Mary Pickford e Duglas
Fairbanks. Proiettata in Italia con il titolo di
Cahrlot si distingue, la pellicola segna
la consacrazione filmica di uno dei personaggi più iconici della
comicità a 24 fotogrammi al secondo, mostrandosi come il seme
ancestrale da cui sarebbe presto germogliato un fiore dai mille
petali di bravura, capostipite e ispiratore di una comicità sana,
genuina e sincera, baluardo di epoca in cui per far ridere
bastavano due panini e una scarpa fatta di liquirizia (vedere per
credere La febbre dell’oro). Un’epoca in
cui volgare non era ancora sinonimo di divertente.
My old lady è l’adattamento di una fortunata
pièce, già diretta dal regista e sceneggiatore Israel
Horovitz – alle spalle una lunga e brillante carriera di
drammaturgo – che ha voluto farne anche la sua prima regia
cinematografica.
In My old lady
Mathias Gold (Kevin Kline) è un newyorkese
spiantato che eredita dal padre un lussuoso appartamento a Parigi.
Parte così per la capitale francese con gli ultimi soldi,
determinato a venderlo e ricavarne quanto basta per rifarsi una
vita chissà dove. Al suo arrivo, scopre però che si tratta di una
nuda proprietà: di aver “ereditato” cioè assieme all’appartamento,
anche l’anziana signora che lo abita, Mathilde Girard
(Maggie Smith). Mathias potrà vendere la casa solo
alla morte della donna, che intanto vive lì assieme alla figlia
Chloé (Kristin
Scott Thomas) e ha diritto a un cospicuo assegno
mensile. Mentre cerca, nonostante tutto, di organizzarne la
vendita, Mathias conosce le due donne e scopre con sorpresa di
avere in comune con loro ben più di quell’appartamento.
In una sempre affascinante Parigi,
ecco un godibile lavoro che parla d’amore, tradimento,
responsabilità familiari, vecchiaia. Ma soprattutto, del rapporto
genitori-figli, delle conseguenze subite da questi ultimi a causa
delle scelte dei primi, di come il sacrificio, il prevalere del
senso di responsabilità di padri e madri, che li allontana da ciò
che realmente desiderano e li rende infelici, non possa non
ripercuotersi sui figli, causando difficoltà nel rapporto con loro.
Si cercano le radici di queste difficoltà e mancanze, che hanno
minato alle fondamenta le esistenze di Chloé e Mathias, ormai
sessantenni, e dell’insicurezza che ne consegue. Ma Horovitz
insiste sulla capacità di ciascuno di emanciparsi e sulla necessità
di non usare i vuoti affettivi come alibi per la propria
rassegnazione.
My old lady: dal teatro al cinema
Si tratta però, al tempo stesso, di
una commedia brillante, ben costruita, caratterizzata da un
raffinato senso dello humour, con echi di Wilde e Beckett, da
dialoghi acuti, e sorretta da tre interpreti di prima grandezza: i
premi Oscar Maggie Smith (perfetta nel ruolo della scrupolosa e
previdente vecchina inglese) e Kevin Kline (nei
panni di chi non riesce a liberarsi di un doloroso passato,
newyorkese sconfitto, cui si offre una seconda possibilità), e la
candidata all’Oscar Kristin Scott Thomas (figlia premurosa, ma
donna infelice e frustrata). Il dolce, l’amaro e il comico si
fondono abilmente. Una certa prevedibilità sconta però l’intreccio
sentimentale che coinvolge Mathias e Chloé.
L’ambientazione parigina è curata e
suggestiva, senza essere patinata. La presenza di Dominique
Pinon, attore legato ai lavori di Jean-Pierre
Jeunet, riporta poi lo spettatore al più estroso
Il favoloso mondo di Amélie, complice
anche un breve tema musicale vicino alle sonorità di Yann
Tiersen.
Tornano al cinema Egon,
Peter, Ray e Winstone, meglio noti come i
Ghostbusters, gli Acchiappafantasmi. Il
film culto diretto da Ivan Reitman torna al cinema
rimasterizzato in occasione del 30esimo anniversario dell’uscita in
sala.
Non mancate all’appuntamento con il
divertimento e la paura nella New York degli anni ’80!
Bill Murray è Peter
Venkman, Dan Aykroyd è Raymond “Ray” Stantz,
Harold Ramis è Dott. Egon Spengler, Ernie
Hudson è Winston Zeddemore, Sigourney
Weaver è Dana Barrett, Rick Moranis è
Louis Tully e Annie Potts è Janine Melnitz.
Ghostbusters –
Acchiappafantasmi
(Ghostbusters) è un film del 1984 diretto
da Ivan Reitman e interpretato da un gruppo di
attori provenienti dalla popolare trasmissione televisiva Saturday
Night Live. Nel 2000 la pellicola è arrivata alla posizione numero
ventotto nella lista delle migliori cento commedie americane di
sempre (AFI’s 100 Years… 100 Laughs), secondo un sondaggio
effettuato dall’American Film Institute.
Un uomo e una donna alle prese con
una controversa vita di coppia e la figura incombente del loro
cane. Un ragazzo ed una ragazza affascinati che vivono il loro
idillio sulle rive della Senna, mentre un bateau trasporta frotte
di turisti. Si parla di politica, filosofia, letteratura e di
cinema, un cinema che viene mostrato glorificando sé stesso. Con
questa matassa aggrovigliata di schegge narrative Jean-Luc
Godard, il grande terrorista del racconto
filmico, crea un oggetto talmente particolare che definirlo
cinematografico è a dir poco un eufemismo. Adieu au
langage (Addio al linguaggio), titolo dichiaratamente
programmatico fino al midollo, non può essere definito un film per
nessuna ragione.
Assomiglia più che altro ad una
bomba sonoro-visiva che implode e deflagra innumerevoli volte su sé
stessa, eclissando educatamente la linearità logico-narrativa
(consuetudine per il vecchio ed unico reduce della Nouvelle
Vague), frammentandosi in una moltitudine di accadimenti che
hanno come unico collante il piacere di mostrare come si possano
buttare a mare ben 120 anni di linguaggio cinematografico, creando
un qualcosa che non assomiglia più al normale concetto di
audiovisivo. Idealmente organizzato su due capitoli tematici, la
Natura e la Metamorfosi,
l’ordigno filmico di Godard, contestato premio della giuria a
Cannes 2014, ricorre ad uno sperimentalismo estremo nell’uso di
differenti qualità di ripresa, dalla classica patina
cinematografica (contaminata di digitale) alle visioni pixelate e
super-sature delle videocamere compatte e dei cellulari, creando un
puzzle estetico impressionante nel suo insieme.
Ricorrendo a modalità
narrative ormai canoniche (il non-racconto, il conflitto
di coppia, la diatriba filosofico-politica) e soluzioni visive che
riecheggiando i lavori più nobili dei tempi della sacra
contestazione (da La donna è donna a
La Cinese), il grandeprovocatore arriva persino a utilizzare la terza
dimensione in un modo talmente originale da far quasi gridare al
miracolo. È una stereoscopia narrativa quella che Godard ci mostra,
lontana dal sollazzo spettacolare contemporaneo, dove
altezza, larghezza e profondità
finiscono per diventare parti integranti del racconto, vere
forme estetiche.
Lo stesso regista non rinuncia
nemmeno a rendere spesso esplicito lo stesso meccanismo di ripresa,
mostrandoci innocentemente l’ombra della macchina da presa. Vecchio
e nuovo, innovazione e progresso convivono tra loro, come mostra
l’esemplare sequenza in cui uno smartphone e un libro vengono
sfogliati all’unisono nell’inquadratura, dimostrando l’intento di
adattare uno stile leggendario ad una nuova epoca (forse una
predica agli addetti ai lavori?). Per alcuni l’ultimo delirio di un
ostinato pazzo del cinema che vuole imporre ancora la sua
ingombrante presenza, per altri un Fino all’ultimo
respiro 2.0, dove ciò che fù la rivoluzione
linguistica dell’epoca si ripresenta oggi più potente che mai. Ci
si chiede come potrà mai essere fruito un oggetto del genere, un
qualcosa che è ormai oltre il cinema stesso.
Ecco il nuovo trailer di
Quadrophenia, il film ispirato
all’omonimo album degli Who e che ritornerà il 10 dicembre al
cinema in versione
restaurata e digitalizzata.
Londra, anni ’60. Lambrette,
anfetamine, parka, scontri sulle spiagge tra mods e rockers. La
Gran Bretagna post bellica e la musica soul. L’esplosione di rabbia
adolescenziale di una generazione che vuole provare a vivere
scrivendo da sola il proprio futuro e cede infine alla
disillusione. Tutto racchiuso in un film straordinario, diretto da
Franc Roddam, che attinge linfa vitale e canzoni dall’omonimo album
capolavoro degli Who, uno dei 10 dischi più importanti della storia
del rock. Con un giovane Sting nel ruolo di Ace, uno dei
protagonisti del film.
A distanza di 35
anni da quel 1979 che lo vide uscire nelle sale di tutto il
mondo, Quadrophenia, il film capolavoro diretto
ispirato all’omonimo album degli Who del 1973, torna al cinema
in versione restaurata e digitalizzata solo mercoledì 10
dicembre (elenco delle sale a breve disponibile su
www.nexodigital.it).
Un’uscita attesissima perché cade nell’anno del
cinquantesimo anniversario della band. Il film,
ripercorrendo le musiche dell’album, racconta attraverso il
protagonista Jimmy, i contrasti della generazione inglese degli
anni ’60 che si divideva fra i Mods (giovani ben vestiti che
guidavano scooter italiani) e i Rockers (seguaci del rock and roll
americano anni ’50, vestiti con giubbotti di pelle e sempre in
sella a grosse motociclette). Così Quadrophenia resta
probabilmente a tutt’oggi il film capace di mostrare come nessun
altro il connubio tra rock e ribellione giovanile.
Mentre il film cult ispirato
all’album degli Who torna in sala restaurato e digitalizzato,
Universal Music propone da oggi in radio THE WHO “BE LUCKY”, il
brano inedito che anticipa l’uscita della nuova raccolta THE WHO
“HITS 50!” prevista il 4 novembre in occasione del 50° anniversario
della band di Roger Daltrey e Pete Townshend.
Con oltre 100 milioni di dischi
venduti nel mondo e la reputazione di “migliore gruppo dal vivo di
sempre”, per dirla con Eddie Vedder dei Pearl Jam, gli Who (Pete
Townshend – chitarra, Roger Daltrey – voce, John Entwistle – basso
e Keith Moon – batteria) hanno rappresentato per molti versi
l’emblema del gruppo rock per eccellenza, in grado di influenzare
svariate generazioni future. Furia iconoclasta, senso di
appartenenza generazionale, una sconfinata ambizione musicale e un
talento fuori da ogni schema si uniscono sul palco e in canzoni
diventate pietre miliari della storia del rock, come “My
generation”, “I can’t explain” e album come “Who’s next”,
“Tommy” e “Quadrophenia”, per la cui definizione venne coniato il
temine “rock opera”. Dopo gli esordi come gruppo portabandiera del
movimento mod inglese, a partire dalla seconda metà degli anni ’70
gli Who si ergono a rockband a tutto tondo, costituendo un punto di
riferimento e di influenza per band loro coetanee come Beatles e
Rolling Stones, e finendo per influenzare, con la loro attitudine
diretta e nervosa, anche i musicisti che daranno vita alla scena
punk, nella seconda metà degli anni ’70, i Clash in primis.
Nonostante la morte di Keith Moon, avvenuta nel 1978, e quella del
bassista John Entwistle, nel 2002, gli Who hanno proseguito a
suonare e a fare dischi, l’ultimo dei quali, datato 2006, si
intitola “Endless wire”. Una delle loro ultime pubblicazioni è
stata proprio l’album dal vivo intitolato “Quadrophenia live”,
celebrazione di uno dei loro album più belli di sempre.
Quadrophenia è distribuito in Italia
da Nexo Digital in collaborazione con Universal Music, Radio DEEJAY
e MYmovies.it.
Dopo il suo debutto
dall’altra parte dell’Oceano con il disturbante
Stoker, Park Chan-Wook
si mette di nuovo alla prova e si cimenta nello sci-fi. Trai suoi
prossimi progetti ci sarà infatti Second
Born, storia futuristica prodotta dalla Rumble
Films.
Scritto da David
Jagernauth, Second Born è
ambientato in un mondo futuristico in cui degli impianti di
microcip nel corpo possono conservare la memoria e la coscienza dei
portatori di questi aggeggi elettronici. L’idea, anche se già
sentita e affrontata dal cinema, si arricchisce di un dettaglio
interessante: questi cip, e l’idea che scambiandoli da persona a
persona si possa fingere di essere qualcun altro, alimenta un
mercato nero di scambio di corpi. E proprio questo tocco macabro
sembra trovare riscontro nei toni oscuri che di solito
caratterizzano il cinema di Park Chan-Wook.
Prima di dedicarsi a
Second Born, Park
Chan-Wook si occuperà della trasposizione cinematografica
di Fingersmith, il romanzo best seller
del 2002 di Sarah Waters, che per l’occasione sarà
ambientato in Corea, invece che nella Londra Vittoriana, come nel
romanzo.
Sempre nel suo prossimo futuro ci
sono altri due progetti: The Brigands Of
Rattleborge e The Ax.
Continua la marcia di Ficarra e Picone al box office italiano.
Dopo l’eccellente risultato ottenuto nel primo weekend di
programmazione (più di 2 milioni e mezzo di euro), “Andiamo
a quel paese” ha continuato a macinare incassi
molto significativi anche durante la settimana passata, non
scendendo praticamente mai sotto i 200mila euro giornalieri e
riportando una performance prestigiosa anche durante il weekend di
cinema appena trascorso. La a commedia firmata dalla coppia
(produzione Tramp e Medusa, che distribuisce) ha infatti incassato
altri 2 milioni di euro (1.980.084), conseguendo la seconda miglior
media per copia della chart (4.552 euro) e superando
abbondantemente i 5 milioni di euro di incasso totale (5.220.928).
In appena undici giorni di programmazione in sala, “Andiamo a quel
paese” diventa così il secondo incasso italiano della stagione, ad
appena un’incollatura di distanza dal primo posto occupato dal
Martone de “Il giovane favoloso” (5.469.178) e in procinto di
superarlo già nel corso di questa settimana.
Altra grande vittoria al box office quella per Brando Quilici
che con “Il mio amico Nanuk” ha riempito le sale nel weekend,
incassando nei suoi primi quattro giorni di programmazione
unmilione di euro (910.215), confermandosi spettacolo capace di
conquistare grandi e piccoli. Il film, avvincente e commovente, in
molte sale è stato applaudito, anche a scena aperta.
Diffuso in esclusiva da Empire, ecco il nuovo poster di
Wild, film che vede protagonista
Reese Witherspoon. Il film è stato diretto da
Jean-Marc Vallée, il regista di Dallas
Buyers Club, che l’anno scorso regalò l’Oscar ai suoi
due protagonisti, Matthew McConaughey e
Jared Leto. Quest’anno con Wild sembra che ci
siano buonissime probabilità anche per la Witherspoon di gareggiare
trai favoriti nella stagione dei premi.
Ecco il poster:
Basato sul best
seller Wildfirmato
da Cheryl Stranded, la pellicola racconterà
la storia di Strayed (Reese Witherspoon)
un’escursionista che, in seguito alla dolorosa perdita della madre
ed alla fine del proprio matrimonio, deciderà di lanciarsi in un
viaggio, privo di speranza, lungo il Pacific Crest
Trail, un itinerario lungo oltre 4.000 chilometri che si
rivelerà essere un vero e proprio percorso curativo.
Il Giustiziere Sfida la
Città è l’ennesima pellicola, datata 1975, che vede
la collaborazione all’apparenza inossidabile tra Tomas
Milian e Umberto Lenzi fiorire e far presagire nuove,
interessanti, svolte professionali, almeno fino all’anno 1977, che
ha portato alla crisi irreversibile tra i due.
Per una volta Milian non interpreta
il classico bandito, malavitoso, personaggio “nero” senza scrupoli
che tanto sembra attrarlo- almeno, prima della svolta “cialtrona” e
bonaria dall’altro lato della barricata col personaggio del
Maresciallo Giraldi- anzi, qui si cala nei panni alla Bronson di un
giustiziere civile: come ne Il Giustiziere della
Notte Charles Bronson vendicava soprusi e angherie
nella metropoli violenta, anche Milian qui si cala nei panni di
Rambo- nomen omen- ex delinquente, tornato a Milano dopo anni di
peregrinazioni in giro per il mondo; qui ritrova l’amico Pino
Scalia, che cerca di convincerlo ad entrare nell’agenzia di
vigilanza privata con la quale collabora da tempo. Ma Rambo è
restio, anche se accetta di appoggiare l’indagine dell’amico volta
alla cattura della gang del boss Conti, accusato di aver
sequestrato il figlioletto di un ricco industriale. Ma Scalia pesta
i piedi alle persone sbagliate, e paga con la vita la sua
curiosità: adesso spetta a Rambo fare giustizia privata sgominando
Conti e i suoi uomini, adesso alleati con il suo vecchio boss, Don
Paternò.
Lenzi trasferisce i suoi
vertiginosi inseguimenti dalla tangenziale di Roma alle strade
dell’interland milanese, tra la nebbia e la foschia; le auto non
sono più le protagoniste, a spadroneggiare stavolta è una rombante
moto, il cavallo nero sul quale si muove Rambo, una sorta di emulo
degli eroi pallidi e schivi protagonisti delle epopee western. Il
personaggio di Milian è un cavaliere pallido dei giorni nostri,
votato al bene ma dotato di una morale ambigua che lo spinge ad
usare mezzi poco ortodossi per garantire l’ordine cosmico- e
l’equilibrio- nella metropoli, vessata dalla violenza. I “cattivi”
sono crudeli e senza sfumature, bidimensionali nella loro
malvagità, e lo spettatore non può far altro che tifare per l’anti
eroe protagonista, emblema sfuggente di una nuova concezione del
bene.
Milian, messi da parte il trucco e
il parrucco che da sempre ne mascheravano la fisionomia, stavolta
si riappropria della sua fisicità e di una serietà priva di
sfaccettature sardoniche e ciniche, come invece accadeva in altre
pellicole e con altri personaggi. Rambo, pur essendo doppiato
dall’immancabile Ferruccio Amendola, non ha delle particolari
inflessioni dialettali e non sciorina battute taglianti al limite
del turpiloquio; l’archetipo al quale si rifà è quello dell’eroe da
western metropolitano che non ha più niente da perdere, pronto a
difendere i diritti dei più deboli contro le angherie dei malvagi;
non a caso, infatti, il film può essere letto come un remake- in
chiave poliziottesca- dell’immortale capolavoro di Sergio
Leone
Per un Pugno di Dollari.
Manca ancora un po’ per l’arrivo di The Mentalist 7, l’atteso
settimo e ultimo ciclo di episodi della serie di successo trasmessa
dal network americano della CBS. Ebbene oggi nell’attesa vi
sveliamo alcune anticipazioni su cosa aspettarci da questa nuova
stagione.
In The Mentalist, dove Lisbon non è ancora pronta a parlare
della sua relazione con Jane a lavoro, mentre Pike ritornerà per
tormentare ancora Jane sull’argomento.
The Mentalist è una serie televisiva statunitense creata da
Bruno Heller e prodotta dal 2008.
La serie viene trasmessa in prima visione assoluta negli Stati
Uniti da CBS dal 23 settembre 2008. In lingua italiana, la messa in
onda si divide tra quella in Italia, sui canali Mediaset, e quella
in Svizzera, su RSI LA1, entrambe dal 2009.
Patrick Jane è consulente al California Bureau of Investigation
(CBI), dove aiuta la squadra investigativa coordinata da Teresa
Lisbon e formata da Kimball Cho, Wayne Rigsby e Grace Van Pelt
usando il suo particolare talento di mentalista. La sua dote gli
permette di notare ogni piccolo dettaglio, ogni sfuggevole
particolare all’apparenza inutile, che per Patrick diventa un
prezioso tassello del puzzle che lo porterà a risolvere caso dopo
caso. Il suo talento, però, non gli ha sempre portato solo
successi. Ha un passato segnato da una tragedia, causata dalla
spavalderia nello sfruttare la sua dote fingendosi sensitivo, che
ha provocato le ire di John il Rosso, un assassino seriale che ha
sterminato la sua famiglia provocandogli un crollo psicologico.
Proprio a causa sua si noterà il lato oscuro di Patrick, persona
apparentemente solare e serena, ma nel profondo turbata e
desiderosa di vendicare la sua famiglia.
La prima posizione al box office
italiano di questa settimana non era poi così scontata. Infatti la
vetta è stata contesa tra La scuola più bella del mondo e
Interstellar, che hanno registrato
incassi quasi identici.
Alla fine è La scuola più bella del mondo a
spuntarla. La commedia con Christian De Sica e Rocco Papaleo apre
in testa con 2.494.000 euro incassati in 515 sale, mentre Interstellar scende al secondo posto
con un incasso di 2.449.000 euro.
Se la commedia italiana registra
una media per sala superiore (4800 euro), Interstellar regge benissimo
dopo l’esordio della scorsa settimana. Con una media per sala
di 4000 euro, la pellicola di Christopher Nolan conta su un ottimo
passaparola e giunge a quota 6,3 milioni di euro in dieci giorni di
programmazione.
Andiamo a quel paese scende al terzo
posto con 1,9 milioni raccolti al suo secondo weekend. Il film con
Ficarra e Picone arriva così a 5,2 milioni complessivi.
Quarta posizione per una new entry,
Il mio amico Nanuk, che debutta con
910.000 euro incassati in 333 copie.
Doraemon – Il
film scende al quinto posto con altri 675.000 euro,
per un totale di 2,1 milioni.
Clown apre con un incasso di 663.000
euro registrato in 184 sale, ottenendo una media di ben 3600
euro.
Segue Dracula Untold, arrivato a quota 5
milioni con altri 557.000 euro.
Lo sciacallo – Nightcrawler esordisce
in ottava posizione con un risultato discreto, ossia 417.000 euro
incassati e una media per sala che sfiora i duemila euro.
Chiudono la top10 Confusi e felici (389.000 euro) e
Il giovane favoloso (337.000 euro),
giunti rispettivamente a 3,5 milioni complessivi e 5,4 milioni
totali.
Continua il successo di Interstellar al
box office. Infatti, il film di Christopher Nolan
durante l’ultimo week end pur perdendo qualcosa ha racimolato altri
milioni superando i 300 milioni di dollari complessivi d’incasso
dopo appena due settimana di programmazione. La pellicola
precisamente è arrivata a 321 milioni con 224 milioni proveniente
dal resto del mondo. Inoltre, va detto che il film è uscito solo
mercoledì in Cina e ha già fatto segnare un’incasso di 42 milioni
di dollari, dato che potrebbe incrementare notevolmente nelle
prossime settimane. Senza contare che non è ancora uscito in
Giappone, dove Christopher Nolan va sempre molto
forte.
Dal celebrato regista Christopher Nolan (la serie di “The Dark
Knight”, “Inception”), Interstellar
vede come interpreti il premio Oscar Matthew McConaughey (“Dallas Buyers Club”), il
premio Oscar Anne Hathaway (“Les Miserables”), la candidata
all’Oscar Jessica Chastain (“Zero Dark Thirty”),
Bill Irwin (“Rachel Getting Married”), il premio
Oscar Ellen Burstyn (“Alice Doesn’t Live Here
Anymore”) ed il premio Oscar
Michael Caine (“Le regole della casa del sidro”).
Il cast principale include anche Wes Bentley,
Casey Affleck, David Gyasi, Mackenzie Foy e
Topher Grace.
La trama: Quando i nostri giorni
sulla Terra stanno per giungere al termine, un team di esploratori
dà il via alla missione più importante nella storia dell’uomo: un
viaggio attraverso la galassia per scoprire se l’uomo potrà avere
un futuro tra le stelle.
Diretto da Christopher
Nolan, il film è stato sceneggiato da Jonathan Nolan e
Christopher Nolan. Emma Thomas, Christopher
Nolan e Lynda Obst hanno prodotto
Interstellar
con Jordan Goldberg, Jake Myers, Kip Thorne e
Thomas Tull come produttori esecutivi. Il team
creativo dietro la macchina da presa del film di Nolan, è stato
guidato dal direttore della fotografia Hoyte Van
Hoytema (“Her”), lo scenografo candidato all’Oscar
Nathan Crowley (“The Dark Knight”), il montatore
candidato all’Oscar Lee Smith (“The Dark Knight”)
e la costumista candidata all’Oscar Mary Zophres
(“Il Grinta”). La colonna sonora è stata composta dal premio Oscar
Hans Zimmer (la trilogia di “The Dark Knight” “Il
Re leone”).
Mentre cresce l’attesa per l’arrivo
in home video di Guardiani della
Galassia, continuano ad arrivare nuovi contributi
dagli extra contenuti nell’edizione e oggi è la volta dell’attore
Vin Diesel che si trasforma in Groot nella nuova
featurette:
La sinossi di
Guardiani della Galassia: L’audace esploratore
Peter Quill è inseguito dai cacciatori di taglie per aver rubato
una misteriosa sfera ambita da Ronan, un essere malvagio la cui
sfrenata ambizione minaccia l’intero universo. Per sfuggire
all’ostinato Ronan, Quill è costretto a una scomoda alleanza con
quattro improbabili personaggi: Rocket, un procione armato; Groot,
un umanoide dalle sembianze di un albero; la letale ed enigmatica
Gamora e il vendicativo Drax il Distruttore. Ma quando Quill scopre
il vero potere della sfera e la minaccia che costituisce per il
cosmo, farà di tutto per guidare questa squadra improvvisata in
un’ultima, disperata battaglia per salvare il destino della
galassia.
Cresce l’attesa per vedere
all’opera i nuovi dinosauri
dell’attesissimo Jurassic World, il
nuovo capitolo del franchise di enorme successo prodotto da
Steven Spielberg. Ebbene dopo il
d-Rex di ieri oggi arrivano nuovi foto dal set dei lego che ci
svelano nuove specie che vedremo nel film. Tutti i lego nella
nostra gallery:
Il nuovo film è ambientato 22 anni
dopo gli eventi terribili del film originale Jurassic
Park. Vi ricordiamo che Jurassic
World, attualmente in fase di riprese è diretto dal
regista Colin Trevorrow e
uscirà al cinema negli USA il 12 Giugno 2015.
Trevorrow ha scritto la sceneggiatura
con Derek Connolly. Steven
Spielberg, Frank Marshall e Pat
Crowley sono i produttori. Protagonisti della
pellicola sono al momento confermati Chris
Pratt, Bryce Dallas Howard, Ty Simpkins, Jake
Johnson, Nick Robinson, Andy
Buckley e Irrfan Khan.
Jurassic
World sarà diretto da Colin
Trevorrow (Safety Not Guardanteed),
accompagnato nella sceneggiatura da Derek
Connolly, e arriverà in 3D nelle sale USA a partire
dal 12 Giugno 2015. Frank
Marshall e Pat
Crowley sono i produttori della
pellicola. Spielberg sarà il produttore
esecutivo del sequel e affiancherà il regista nella lavorazione del
film. In questo quarto capitolo saranno inseriti nuovi dinosauri
acquatici, ma soprattutto un nuovo temibile dinosauro che potrebbe
essere l’erede del famoso T-Rex che tutti noi ben conosciamo. La
trama completa rimane ancora incerta e nascosta. Dovremo aspettare
ancora un po’ per conoscere la storia e i suoi segreti, almeno fino
a giugno 2015.
Più o meno all’unanimità, baciare
Jennifer Lawrence è uno dei tanti privilegi di
Liam Hemsworth e Josh Hutcherson
che lavorano con lei nella saga di Hunger Games. Ma non è tutto oro
quello che luccica, infatti secondo il giovane Hemsworth, baciare
la collega è strano, anzi, disgustoso. Come mai? Ecco cosa ha
raccontato l’attore a Jimmy Fallon.
“Tutte le volte che devo
baciare Jennifer è sempre abbastanza strano. Voglio dire, quando lo
vedi da fuori sembra una cosa magnifica, sembra una bellissima
foto. Lei è una delle mie migliori amiche, le voglio molto bene. Ma
se abbiamo una scena di bacio in programma, lei mangia qualcosa
tipo tonno o aglio. O qualunque cosa che sia disgustoso. E proprio
prima della scena lei mi diceva ‘ho mangiato aglio’ oppure ‘ho
mangiato tonno e non ho lavato i denti’.”
Si intitola The Gray Man, NCIS:
Los Angeles 6×08, l’ottava puntata dell’atteso sesto
ciclo di episodi della serie televisiva di enorme successo
trasmessa dal network americano della CBS.
https://www.youtube.com/watch?v=mOD0lr7F4co
NCIS: Los
Angeles è una serie
televisiva statunitense prodotta dal 2009, nata
come spin-off della serie NCIS – Unità
anticrimine. La serie è stata creata da Shane
Brennan, ed è interpretata da Chris O’Donnell e LL
Cool J. NCIS: Los Angeles ha debuttato
in prima visione negli Stati Uniti il 22
settembre 2009 sulla CBS, mentre
in Italia è trasmessa in prima visione assoluta dal 21
marzo 2010 da Rai 2. Il 13 marzo 2014 la serie è
stata rinnovata per una sesta stagione.
La
squadra NCIS di Los Angeles vede come uomo di
punta G. Callen (neanche lui sa cosa significhi questa “G”, visto
che nessuno ha mai potuto dirglielo, essendo orfano), un enigmatico
agente famoso per il suo talento nel ricoprire incarichi sotto
copertura. Nelle indagini è affiancato dall’agente speciale Samuel
“Sam” Hanna, ex Navy SEAL della United States
Navy che lavora nell’unità di sorveglianza speciale; parla
correntemente l’arabo ed è un esperto di
cultura mediorientale. Fanno parte della squadra anche lo
psicologo Nate, l’investigatrice forense Kensi, e l’agente di
collegamento con la polizia Marty Deeks.
Si intitola And the Old
Bike Yarn, 2 Broke Girls
4×04, la quarta puntata dell’atteso quarto ciclo di
episodi della serie televisiva di successo trasmessa dal network
americano della CBS.
https://www.youtube.com/watch?v=KRa5q3BIHmI
2 Broke
Girls (reso graficamente come 2 BROKE
GIRL$) è una serie televisiva statunitense,
trasmessa in prima visione assoluta da CBS dal 19
settembre 2011. In Italia ha debuttato in prima
visione pay il 21 maggio 2012, in onda sui
canali Mediaset Premium, mentre in chiaro è
trasmessa da Italia 1 dal 10 marzo 2013.
New York. Nei bassifondi
di Brooklyn c’è una tavola calda, il Williamsburg
Diner, gestita da un personale oltremodo singolare. Tra di loro c’è
Max, una cameriera risoluta e sarcastica, che in
pratica porta avanti da sola l’intera baracca. La ragazza è un po’
disillusa per via della sua condizione sociale, di conseguenza vede
la vita con molto cinismo; tuttavia possiede delle
grandi doti culinarie che esprime attraverso la sua
specialità, i cupcake, dei dolci artigianali che vende
con discreto successo all’interno del locale. Frequenti sono i suoi
battibecchi con Oleg,
il perverso cuoco d’origini ucraine, e col
proprietario Han, un timido e
impacciato immigrato coreano; l’unico collega con cui Max
va d’accordo è Earl, l’anziano cassiere con la passione
della musica.
Questa movimentata ma in fin dei
conti scialba routine, che non dà alla ragazza
prospettive per il futuro, cambia radicalmente quando a Max viene
affiancata una nuova collega, Caroline, che si rivela essere la
figlia caduta in rovina di Martin Channing, un famoso uomo d’affari
finito in carcere a seguito di un grosso scandalo
finanziario. La ex rampolla dell’alta società è maldestra e
del tutto incapace nel mestiere ma, pur di fronte a dei prematuri
giudizi, viene presa da Max sotto la sua ala protettiva,
ospitandola come coinquilina a casa sua e stabilendo con lei una
bizzarra ma sincera amicizia.
Nonostante l’apparenza, Caroline è
una ragazza decisamente sveglia e l’aver frequentato le migliori
scuole l’ha dotata di molta inventiva e di uno spiccato senso
imprenditoriale. Notando la maestria culinaria dell’amica, le
propone di sfruttare questa sua dote in modo più proficuo, così da
diventare socie d’affari: con le mance della tavola calda
e la vendita dei cupcake, cercano di mettere insieme
quanti più soldi possibili per aprire una pasticceria,
affinché entrambe possano riscattarsi dalle rispettive situazioni.
A dar loro una mano arriva inoltre Sophie, eccentrica vicina di
casa, una donna in carriera che le prende in simpatia e le aiuta a
emergere nel difficile mondo degli affari.
Mentre cresce l’attesa
dell’attesissimo Hunger Games Il Canto della
Rivolta Parte 1 di Francis Lawrence,
oggi vi proponiamo la video intervista a Natalie
Dormer alla world premiere svoltasi a Londra settimana
scorsa. L’attrice nota per lo show di successo HBO, Game of
Thrones, qui interpreta Cressida, una reporter che sposa la causa
dei distretti.
Il fenomeno mondiale di
Hunger Games torna ad illuminare l’oscurità con Hunger Games: Il
Canto della Rivolta – Parte 1. Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence)
si trova ora nel Distretto 13 dopo aver annientato i giochi per
sempre. Sotto la guida della Presidente Coin (Julianne Moore)
e i consigli dei suoi fidati amici, Katniss spiega le sue ali in
una battaglia per salvare Peeta (Josh Hutcherson) e un intero Paese
incoraggiato dalla sua forza.
Hunger Games: Il Canto della
Rivolta – Parte 1, è diretto da Francis Lawrence per la
sceneggiatura di Danny Strong e Peter Craig, e prodotto dalla Color
Force di Nina Jacobson con il produttore Jon Kilik. Il libro
da cui il film è tratto è il terzo della trilogia scritta da
Suzanne Collins, stampata in più di 65 milioni di copie solo in
U.S.
La Lionsgate presenta, una
produzione Color Force / Lionsgate, di Francis
Lawrence . HUNGER GAMES: IL CANTO DELLA
RIVOLTA – PARTE 1 uscirà in Italia il 20
novembre 2014 al cinema.
Hunger
Games (The Hunger Games) è un romanzo per
ragazzi scritto da Suzanne Collins. È stato
originariamente pubblicato in edizione rilegata il 14 settembre
2008 da Scholastic. In Italia è uscito il 20 agosto 2009
da Mondadori. È il primo libro della trilogia degli Hunger
Games.
Il romanzo è ambientato in
un Nord America post apocalittico. Protagonista è la
sedicenne Katniss Everdeen, che vive nella nazione
di Panem, divisa in distretti e governata da un regime
totalitario con sede a Capitol City. In seguito ad un passato
tentativo di rivolta, ogni anno da ciascun distretto vengono scelti
un ragazzo e una ragazza per partecipare agli Hunger Games, un
combattimento mortale trasmesso in televisione. La Collins ha
dichiarato che l’idea per Hunger Games è stata
conseguenza di un momento di zapping televisivo e che il servizio
di suo padre nella guerra del Vietnam l’ha aiutata a
comprendere le emozioni derivanti dalla paura di perdere una
persona amata.
Cresce l’attesa per la messa in
onda di Arrow 3×07, settima puntate del
terzo ciclo di episodi della serie televisiva di successo trasmessa
dal network americano della The CW. Oggi arriva un
nuovo promo nel quale possiamo vedere Cupid mettere in ridicolo
Oliver:
Arrow è
una serie televisivastatunitense sviluppata da Greg
Berlanti, Marc
Guggenheim e Andrew
Kreisberg. È basata sul personaggio
di Freccia Verde,
supereroe protagonista di una serie
di fumetti pubblicata da DC
Comics. Viene trasmessa dal 10
ottobre 2012 sul
canale The CW. In Italia la serie è stata trasmessa in prima visione
su Italia 1 dall’11
marzo al 27 maggio 2013.
Dal 10 gennaio va in onda in Italia la seconda stagione su Italia
1, anche se precedentemente la versione sottotitolata in italiano
della stessa stagione è stata trasmessa dal 22 ottobre 2013
suPremium Action.
La
serie segue le avventure del playboy miliardario Oliver Queen.
Naufrago per cinque anni su un’isola deserta, viene tratto in salvo
e torna finalmente a casa, a Starling City; giunto qui assumerà l’identità segreta nota
come “l’incappucciato” (o il giustiziere) per combattere il crimine
e la corruzione di Starling City, seguendo una lista di nomi
trovata in una tasca della giacca del padre prima di seppellirlo.
Facendo uso delle abilità fisiche, delle tecniche di lotta e
dell’incredibile maestria con l’arco ottenuta sull’isola con anni
di pratica e scontri mortali e aiutato dal suo braccio destro e
confidente Diggle e dall’abile informatica Felicity Smoak,
perseguirà uno ad uno i criminali.
Mentre rimaniamo in attesa della
nostra recensione dell’episodio di ieri, oggi il network americano
della AMC ha diffuso il promo e la clip di The
Walking Dead 5×07, il settimo episodio dello show che
andrà in onda domenica prossima e che si
intitola “Crossed”:
https://www.youtube.com/watch?v=EvNIrNeyFEc
https://www.youtube.com/watch?v=Me26IVCV40M
https://www.youtube.com/watch?v=_gqrSsTfXaU
The Walking
Dead è una serie
televisiva statunitense prodotta dal 2010. Ideata
dal regista Frank Darabont, la serie è basata
sull’omonima serie a fumetti scritta da Robert Kirkman,
anche produttore esecutivo dello show, illustrata da Tony
Moore e Charlie Adlard e pubblicata dalla Image
Comics. Rispetto al fumetto, di cui comunque vengono seguite le
linee guida a livello di trama, la serie presenta parecchie novità
nella storia, come ad esempio l’introduzione di alcuni personaggi
inediti.
Il primo episodio è stato trasmesso
dal canale televisivo AMC il 31 ottobre 2010, durante
il Fearfest. In Italia viene trasmessa, quasi
in contemporanea, da Fox a partire dal 1º novembre dello
stesso anno; l’episodio pilota è stato invece trasmesso in chiaro
da Cielo il 21 aprile 2012
L’ultima uscita
pubblica di Chadwick Boseman è stata quella in
occasione degli Hollywood Film Awards. l’attore ha infatti
presentato il premio Hollywood Blockbuster Award a
Guardiani della
Galassia.
Prima della cerimonia però l’attore ha sfilato sul red carpet e in
questa occasione ha condiviso dei dettagli riguardanti il suo
personaggio di Black Panther
nell’Universo Cinematografico Marvel.
“Sarò in Captain America Civil War. Ci stiamo preparando per
quest’incontro nel migliore dei modi. Ho appena cominciato
l’allenamento. Abbiamo anche A Message From The King, che ci sarà
appena prima Civil War.”
“L’ho detto ad alcuni dei miei amici più stretti, ma dovevo
tenere la cosa sotto silenzio, quindi non c’era molto che potessi
fare ad essere onesti. Solo dopo l’annuncio ufficiale ho potuto
divertirmi e festeggiare la cosa con le persone a cui tengo in
maniera adeguata. Al momento però mi sto preparando per un altro
ruolo, A MessagePad Fron The King è il film che farò ora e mi sto
preparando per quello. Black Panther avrà il suo momento quando
potrò concentrarmi completamente su quel ruolo.” Captain America Civil War uscirà al
cinema il 6 maggio 2016. Nel film torneranno Christopher
Evans, Scarlett Johansson, Sebastian Stan, Samuel
L. Jackson e la new entry Daniel Bruhl in
un ruolo per ora misterioso.
Il film sarà diretto dai fratelli Russo.
Il film solo su Black Panther uscirà
invece il 3 novembre 2017.
Si intitola
Mama, Sleepy Hollow 2×09,
la nona puntata del secondo ciclo di episodi della serie televisiva
di successo trasmessa dal network americano della FOX.
In Sleepy
Hollow 2×09 una valanga di suicidi avvengono nell’ospedale
psichiatrico e lo sceriffo Reyes assegna il caso ad Abbie. Con
Crane raffreddato, Mills è costretta a chiedere aiuto a sua sorella
e a Nick Hawley, interrogando sin da subito Frank Irving. Le sue
indagini portano, ancora una volta, Abbie al nome di Moloch e,
insieme a sua sorella, è costretta ad affrontare il suo
passato.