Claudio Di Biagio
e Luca Vecchi hanno tenuto una Masterclass
al Giffoni Experience durante la quale hanno
presentato il loro progetto Dylan Dog – Vittima degli
Eventi. Un incontro (molto divertente) tra ragazzi, tra
chi ce la sta facendo e chi vorrebbe farcela. Il consiglio? Tanta
intraprendenza e molta incoscienza.
Entrambi proveniente dal web,
Claudio Di Biagio attraverso video su YouTube dove
per prima cosa ci ha messo la faccia, ma con i quali ha anche
affinato le sue tecniche registiche e Luca Vecchi, protagonista,
creatore e sceneggiatore degli esilaranti episodi dei The
Pills.
Grazie al crowd-funding i due
ragazzi romani stanno per debuttare con Dylan Dog – Vittima
degli Eventi, un film nato dalla passione di entrambi per
il fumetto tutto italiano, un progetto partito ad inizio 2013 e che
ha impiegato oltre 100 persone che hanno prestato il loro talento a
costo zero. Come è nato questo progetto?
“Diciamo che noi non ci facciamo
i fatti nostri.” risponde Claudio Di
Biagio,”Per fare una cosa del genere non bisognava
avere quel filtro che dice ‘ma magari succede questo…’. No, noi
abbiamo iniziato senza pensare alle conseguenze. Nessuno poteva
essere così incosciente come noi da iniziare un progetto di
crowd-funding su un soggetto i cui diritti li hanno per metà gli
americani e per metà una delle case editrici più storiche in
Italia, che non ha mai collaborato con niente nel mondo degli
audiovisivi. “
“Non ti devi fermare a pensare
alle cose, se no è la fine. Noi italiani abbiamo quest’indole, ma
l’importante è farlo.” conclude Luca Vecchi.
Come è stata la reazione
della Bonelli e di Sclavi?
C: “Dopo che avevamo rilasciato
il primo teaser ci è arrivata una mail con scritto ‘Bravi ragazzi,
continuate così, state facendo un buon lavoro’ firmato
Tiziano Sclavi. Ci siamo guardati e ci siamo messi
a ridere: bello scherzo. Poi mesi dopo abbiamo parlato con quelli
della Sergio Bonelli Editore e subito ci hanno
chiesto, ‘Come mai non avete risposto alla mail di Tiziano?’. Era
tutto vero! Ora quella mail ce l’ho stampata e incorniciata!
All’ultimo ComiCon abbiamo presentato un altro teaser e sembrava
che la Bonelli fosse piacevolmente soddisfatta di quello che ha
visto.”
Quali sono le difficoltà
maggiori che avete incontrato durante la realizzazione di questo
mediometraggio?
C.: “Diciamo che le difficoltà
le abbiamo evitate semplicemente perché, se sei un regista italiano
famoso in Italia e vuoi fare un film su Dylan Dog, non lo puoi
fare. Noi abbiamo saltato i passaggi! Saremmo dovuti andare dagli
americani a comprare i diritti che loro avevano comprato 30 anni fa
(Dylan Dog- Vittima degli eventi è classificato infatti come
‘fan movie no profit’, n.d.r.). Ma all’inizio non ci siamo
proprio interessati a chiedere i permessi, anzi non glielo dite
agli americani! Abbiamo semplicemente iniziato il progetto e
dimostrato che alle persone interessava il nostro soggetto. Questa
è una forza che ad esempio il regista famoso non ha: noi abbiamo un
gruppo di persone fidelizzate che hanno creduto in noi. Abbiamo
puntato sulle persone.”
L.: “Pensate che noi abbiamo
avuto dalle persone 27 mila euro per realizzare il film!”
Quanta responsabilità c’è
verso queste persone che di tasca loro hanno finanziato il vostro
progetto?
C: “E’ la stessa questione dello
sceneggiatore che mette il suo lavoro nelle mani del regista: oltre
ai soldi le persone dovevano darci anche la loro fiducia. Ma farci
ascoltare da queste persone è stata una cosa molto graduale.
All’inizio non ci prendevano sul serio: abbiamo dovuto far
innamorare il pubblico del progetto prima di mostrargli cosa
sapevamo fare. Ma poi ha funzionato talmente bene che dopo le prime
due campagne di crowd-funding, c’era ancora gente che voleva darci
i soldi. Ma ci vuole un pizzico di menefreghismo, non devi avere le
paranoie della responsabilità. Sai che ormai il gioco è fatto e sai
che ormai il progetto lo dovrai portare a termine. Te sei il primo
fan che non vuole essere deluso. Io leggo Dylan Dog da quando ho
5-6 anni e sono il primo a voler essere meraviglioso da questo
film.”
Nel cast, nel ruolo di
Dylan Valerio Di Benedetto, ma anche lo stesso
Luca Vecchi, nell’iconico ruolo baffuto di Groucho: “Groucho è
forse l’elemento che ho sentito più vicino a me durante la
lavorazione. Ho pensato che Dylan senza Groucho non esisterebbe e
viceversa. Si compensano! Groucho serve a ridimensionare Dylan, se
no lui sarebbe troppo fico.”
Dylan Dog – Vittima degli
Eventi è un progetto che avrà delle proiezioni al cinema
(in particolare per i backers) ma che sarà poi successivamente
distribuito la notte di Halloween sul web in modo totalmente
gratuito. Ma questo “piccolo particolare nel no profit”
non ha fermato attori del calibro di Alessandro
Haber e Milena Vukotic ad appassionarsi
alla storia, “Ci siamo ritrovati a casa della Vukotic a esporle
il suo personaggio e alla fine lei ha voluto che le aggiungessimo
delle scene. Scene che poi sono diventate essenziali e chiave! Ma
la cosa che più mi ha sconvolto era che aveva questa quindicina di
Dylan Dog con tutti i post-it dentro, perché lei si era preparata
per la parte! Io ero estasiato, non sapevo che fare… Ero a casa sua
a dirle come recitare: mai avrei pensato ad uno scenario del
genere!”
Giovanissimi, suscitano
curiosità e anche un pizzico di invidia. Cosa consigliate a chi
vuole seguire il loro stesso percorso?
“Io non sono contro
l’università, sono contro i percorsi sbagliati.Ad esempio io non
sarei fatto per la scuola di cinema, semplicemente perché non
riuscirei a stare sui banchi ad ascoltar parlare di cinema, senza
avere la possibilità di farlo tutti i giorni quando vuoi. E anche
oggi, io non mi sento arrivato come regista. Un regista deve avere
la possibilità di potersi dedicare al suo film per tutto il tempo
che serve. Ora la post-produzione sta funzionando, ma io non la sto
seguendo come vorrei perché sto facendo mille altre cose e anche
Luca non ha avuto tanti mesi per scrivere la sceneggiatura. Non
abbiamo ancora questo lusso.” commenta Claudio di Biagio,
mentre Luca Vecchi è più diretto: “Il consiglio che possiamo
dare è: FATE! Il vero problema di oggi è il bombardamento di input.
il computer ci ha illuso che possiamo fare tante cose insieme, ma
non è così. Concentratevi su una cosa e fatela.”
Qual è il vostro intento
artistico?
“Il messaggio che io vorrei
cercare di dare, banalissimo ma vero, è che tutti ce la possono
fare. Proprio come Ratatouille! Volendo fare regia e non avendo
nessun contatto, stiamo acquisendo autorevolezza lentamente. Ci
sono un sacco di problemi in Italia, ma il mio spazio lo sto
trovando. Non è vero che non si può fare nulla. Se vuoi fare il
regista e a 25 anni non hai mai girato un corto, io non so che
dirti, perché è una cosa sbagliata. Noi ci giustifichiamo tutti i
giorni e io sono incazzato con la mia generazione, perché certi di
noi ci fanno sfigurare! Noi non la stiamo effettivamente sentendo
la crisi, noi possiamo ancora fare qualcosa. E se non ci muoviamo
noi, chi lo fa?” conclude determinato Claudio Di
Biagio.