Sarà la Columbia Pictures a
distribuire negli USA Fury il film guerra che
sarò diretto da David Ayer e con protagonista
Brad Pitt. Ad annunciarlo è il
Ceo della QED International Bill Block, e il presidente della
Columbia Doug Belgrad.
“Ci siamo innamorati di questo script dal primo
momento in cui l’abbiamo letto:” “Si tratta di narrazione
epica e autentico e non potremmo essere più felici di avere
coinvolti nel film David Ayer e Brad Pitt in questa
incredibile storia di sacrificio e di eroismo.”
La QED è uno studios nuovo ma
ha già collaborato ai successi mondiali di District 9.
Fury è il secondo film del regista Ayer con lo
studios che ha anche prodotto il suo ultimo film End of Watch – Tolleranza
zero. La QED ha anche prodotto Elysium secondo
film del regista di District 9 Neill Blompkamp, oltre di Ten, prossimo
film che vede protagonisti Arnold
Schwarzenegger, Sam Worthington e Mireille
Enos ed uscirà a Gennaio 2014.
Insieme alla QED produrranno il fil anche John Lesher
Productions, Le Grisbi e Ethan Smith. Le riprese inizieranno a
settembre del 2013 per un’uscita programmata il 14 Novembre
2014.
Il film è
ambientato alla fine della seconda guerra mondiale, nell’aprile del
1945.Mentre gli Alleati portano avanti il loro attacco finale
all’Europa, un agguerrito sergente di nome Wardaddy (Pitt) che
comanda un carro armato Sherman e il suo equipaggio di cinque
uomini guida una missione mortale dietro le linee nemiche.
Sottonumero e disarmato, Wardaddy ed i suoi uomini cercano di
affrontare le forze schiaccianti dei tedeschi nei loro tentativi
eroici di colpire il cuore della Germania nazista.
The Hollywood Reporter
ha intervistato il boss della Columbia Pictures Doug Belgrad
carpendo succosissime news sui progetti che bollono in pentola a
Culver
Abbiamo incontrato per la prima
volta la variante “Colui
che Rimane” di Kang alla fine della prima stagione di
Loki. È stato rivelato che, dopo una
Multiversal War, era l’ultimo Kang rimasto in vita, libero di
creare la sua “Sacra Linea Temporale” su cui governare.
Essendosi annoiato dopo un’eternità
intrappolata alla fine del tempo, Colui che rimane
sperava che Loki e Sylvie prendessero il suo posto. Invece,
quest’ultima decide di ucciderlo, anche se in seguito avremmo
scoperto che faceva tutto parte del piano di Kang, poiché sapeva
che sarebbe risorto dopo che il Time Loom fallito aveva distrutto
la TVA e le linee temporali ramificate (il tutto lasciando
prosperare la Sacra Linea Temporale).
Loki si rifiuta di seguire il
percorso di Colui che rimane e crea invece un
nuovo Multiverso alimentato da lui, dando a tutti il libero
arbitrio e ai suoi amici della TVA abbastanza tempo per prepararsi
alla guerra che sarebbe arrivata con le Varianti di Kang.
Ne abbiamo incontrato uno in
Ant-Man and the Wasp: Quantumania quando
è stato rivelato che il Consiglio dei Kang aveva intrappolato
Kang il Conquistatore, apparentemente ucciso dagli eroi
protagonisti, nel Regno Quantico a causa della minaccia che
rappresentava per i loro piani. E, nei momenti finali della seconda
stagione di Loki, la TVA ha brevemente menzionato che
stavano tenendo d’occhio le Varianti di Kang.
Simile al cliffhanger di
Eternals, sembra che dovremmo supporre che
la TVA abbia affrontato le sue Varianti prima di poter iniziare una
guerra, lasciando la scena post-credits del terzo Ant-Man e la
storia del cattivo in gran parte irrisolte.
Secondo l’affidabile insider
@Crypitc4KQual, “L’ultima volta che ho
riferito, il suo ruolo sarebbe stato ridotto e sembra che ora non
puntino a nessuna presenza. Tutto quello che otteniamo è il fatto
che il nome di Kang viene lasciato cadere.”
Un nome farebbe in qualche modo
piacere ai fan, anche se fosse solo per confermare che Doom
ha spazzato via il Consiglio. I Marvel Studios potrebbero
semplicemente scegliere di voltare pagina e fingere che non
sia mai esistito, ma sarebbe come dimenticare Thanos dopo
il suo ruolo nei Guardiani della Galassia e
tutta quella messa in scena delle Gemme dell’Infinito. Il che
sarebbe una grande delusione.
Colton Haynes è un
attore conosciuto per i suoi ruoli in Teen
Wolf,Arrow e American Horror Story, ma
non solo: è anche un modello affermato e un bravo cantante. Un
talento ricco di carisma e cuore tutto da scoprire. Ecco,
quindi, dieci cose che non sai su Colton Haynes.
Colton Haynes: serie tv e film
1. Ha recitato in alcuni
noti film per il cinema. La prima esperienza sul grande
schermo di Haynes arriva nel 2007 con il film Transformers, dove ha
un breve cameo indicato come “Cafe Kid”. Successivamente si
dedicherà prevalentemente alla televisione, tornando al cinema solo
nel 2015 con il film San Andreas, con Dwayne Johnson. Nel
2017 recita invece in Crazy Night – Festa col morto,
con Scarlett
Johansson, dove interpreta il poliziotto Scotty
McBody. Più di recente ha recitato in Bigger (2018) e
Triumph (2021).
2. È noto per i suoi ruoli
in televisione. Dopo la sua breve apparizione in
Transformers, Colton Haynes ha iniziato a prendere parte a
diverse serie tv, come CSI: Miami (2007),
Privileged (2008), Al cuor non si comanda (2009)
e The Gates (2010). Nel 2011 è stato scritturato per uno
dei ruoli principali di Teen Wolf (serie durata fino al
2017) e dal 2013 è entrato nel cast della serie
Arrow, dove ha interpretato la parte di Roy Harper,
divenendo uno dei personaggi principali a partire dalla seconda
stagione e recitandovi fino al 2020. Nel frattempo, nel 2017, ha
anche preso parte ad alcuni episodi di American Horror
Story, nella settima stagione, recitando nei panni del
detective Jack Samuels.
Colton Haynes in Arrow
3. Si è allenato molto per
il suo ruolo. Al fine di poter assumere i panni di Roy
Harper, alias Arsenal, nella serie supereroistica Arrow,
l’attore si è sottoposto ad un rigido allenamento al fine di
ottenere una forma fisica ideale. Nel corso del tempo, Haynes ha
progressivamente incrementato il carico di lavoro, specializzandosi
anche nell’utilizzo di diverse armi e nel combattimento corpo a
corpo. Questo gli ha permesso di poter interpretare personalmente
molte delle scene più complesse.
4. Si credeva che avrebbe
lasciato la serie. Quando l’ottava stagione di
Arrow è stata annunciata come l’ultima della serie, a
spaventare ulteriormente i fan è arrivata anche la notizia che
Haynes non avrebbe ripreso il suo iconico ruolo. Per gli
appassionati di vecchia data si sarebbe trattata di una mancanza
particolarmente grave, per un personaggio presente sin dall’inizio
della storia. Fortunatamente, i produttori hanno in seguito
smentito l’assenza dell’attore, confermato nuovamente nei panni di
Arsenal.
Colton Haynes e sua sorella Willow Haynes
5. Ha fratelli e sorelle più
grandi di lui. Colton è il più giovane della sua famiglia,
avendo anche due fratelli maggiori di nome Clinton e Joshua e una
sorella, anche lei più grande, di nome Willow. Proprio con
quest’ultima Colton ha negli anni dimostrato una grande sintonia,
condividendo spesso e volentieri fotografie che li ritraggono in
attività svolte insieme. Si tratta dei pochi momenti di vita
personale che l’attore è solito condividere, essendo notoriamente
riservato.
Colton Haynes: il coming out e Jeff
Leatham
6. Ha avuto diversi problemi
legati all’ansia. La maggior parte dei problemi d’ansia
dell’attore sono nati dal fatto di aver nascosto per anni la sua
omosessualità e dopo aver vissuto pesanti ripercussioni per aver
rivelato a famiglia e compagni di classe il suo orientamento
sessuale. Nel 2016 è infine riuscito a fare coming out, dopo che un
utente su Tumblr aveva commentato una sua immagine riferendosi ad
un passato gay. Stanco di vivere in quello stato emotivo, l’attore
ha dunque trovato la forza necessaria per affrontare il giudizio
dell’opinione pubblica, uscendone vincitore.
7. Colton Haynes si è
sposato (ma si è anche già separato). Nel 2017 ha iniziato
a frequentare il fiorista dei vip Jeff Leatham,
con il quale si è fidanzato con l’approvazione di Cher, e si è
sposato in Messico alla fine di ottobre dello stesso anno. Ma già
dopo sei mesi viene annunciato il divorzio. Pare che il modello
americano abbia deciso di interrompere il matrimonio a causa di
ripetuti tradimenti da parte di lui, smentiti poi da Colton stesso.
Tuttavia, Colton ha eliminato dai social le foto fatte con l’ormai
ex marito.
Colton Haynes è su Twitter e
Instagram
8. Colton Haynes è molto
attivo sui social. Colton non è una di quelle star che
preferisce non mostrarsi sui social o non dare delle proprie
opinioni. A differenza, Haynes è molto attivo e uno dei suoi social
preferiti è sicuramente Twitter. Dal suo profilo ufficiale, Colton
commenta notizie di ogni tipo, specialmente riguardo il suo lavoro
e non esita a fare i complimenti ad amici che colleghi, come è
avvenuto in questi giorni dopo la consegna dei premi Emmy.
9. Colton Haynes è assiduo
utilizzatore di Instagram e You Tube. Colton Haynes non
esita a mostrarsi su Instagram. Su questo social posta almeno una
foto al giorno, in cui vengono mostrate scene di vita quotidiana o
immagini tratte da vari shooting. Principalmente, però, le foto
ritraggono sé stesso, come a mostrare il proprio percorso di
rinascita e di benessere e i suoi risultati. Su You Tube. Colton
Haynes ha un proprio canale ufficiale in cui pubblica video di
diversa natura: da video parodia a rifermenti al suo lavoro sia di
attore che di modello, fino alla pubblicazione di canzoni da lui
realizzate.
Colton Haynes: età, altezza e fisico dell’attore
10. Colton Haynes è nato il
13 luglio 1988 a Wichita, nel Kansas. Figlio di Dana
Denise e William Clayton Haynes, ultimo di quattro fratelli, ha
iniziato a quindici anni la sua carriera di modello a New York e il
suo primo successo è arrivato grazie ad una campagna firmata
Abercrombie & Fitch. Ha fatto il modello anche per J. C. Penney,
Kira Plastinina e Raplh Lauren. Fisico atletico, aspetto curato,
lineamenti delicati e occhi azzurri che non passano di certo
inosservati, la sua carriera di modello continua tutt’ora.
Affermatosi come uno dei più famosi
attori di action movie orientali, Jackie Chan ha
nel corso dei decenni dato vita a veri e propri titoli cult, dove
ha potuto sfoggiare il suo particolare stile di combattimento che
unisce le arti marziali alla mimica del cinema muto. Giunto ad
Hollywood, ha sempre più dato vita ad ibridi contenenti tanto le
sue tradizioni orientali quanto quelle del cinema statunitense. A
farlo entrare nell’Olimpo del cinema statunitense, è stato il film
del 1998 Rush Hour – Due mine
vaganti, un comico poliziesco dal successo
strepitoso. Nel 2001 è poi stato realizzato il primo sequel,
intitolato Colpo grosso al drago
rosso.
Come noto, il primo film si basava
su un improbabile duo di poliziotti, configurandosi dunque come un
Arma letale ma con più demenzialità e scene di
combattimento con arti marziali. Questo sequel diretto ancora una
volta da Brett Ratner, regista ache di
The Family Man, Red Dragon e Hercules – Il
guerriero, riprende la formula spostando però l’azione tra
Hong Kong e Las Vegas. Con un incasso di quasi 350 milioni di
dollari, questo secondo capitolo superò di gran lunga il successo
del primo film, configurandosi come il più grande successo
commerciale della storia per un film di arti marziali.
Per gli amanti del genere, per chi
ha giù visto il primo epico Rush Hour e in attesa di
vedere il terzo capitolo della trilogia, questo sequel è allora un
titolo da non perdere, che offre intrattenimento, epico
combattimenti e grandi risate. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Colpo grosso al drago
rosso: la trama del film
Dopo gli eventi del primo film,
l’ispettore Lee e il detective James
Carter, ormai grandi amici, hanno deciso di andare in
vacanza a Hong Kong. Tuttavia, quello che doveva essere un periodo
di riposo viene ben presto spezzato dall’esplosione di una bomba
presso l’ambasciata americana. Il caso viene subito assegnato a
Lee, il quale prende la faccenda sul personale: si scopre infatti
che il responsabile dell’accaduto è proprio Ricky
Tan, l’ex compagno di lavoro di suo padre. Tan, passato
poi capo della Triade, la più letale gang criminale di tutta la
Cina, ebbe un ruolo decisivo nella morte del padre di Lee.
Mentre le autorità americane e
cinesi si contendono la giurisdizione del caso, Lee e Carter
intercettano Tan sul suo yacht privato, nel bel mezzo di un party.
Qui, però, il boss afferma di essere stato incastrato dai suoi
nemici, ma proprio in quel momento la sua tirapiedi Hu
Li gli spara e scappa. Creduto a questo punto responsabile
della morte di Tan, a Lee viene tolto il caso e torna insieme a
Carter a Los Angeles. Qui i due, però, decidono di continuare a
investigare sul caso per conto loro: le tracce che seguono li
portano a Las Vegas, al casinò del Drago Rosso, dove ci sarà una
resa dei conti senza esclusione di colpi.
Colpo grosso al drago
rosso: il cast del film
Come noto, i produttori del primo
film erano poco convinti del fascino che l’attore Jackie
Chan poteva esercitare sul pubblico statunitense, ma dopo
il successo del primo film non ci furono più dubbi e Chan tornò ad
interpretare l’ispettore Lee. L’attore, notoriamente un maestro
d’arti marziali, ebbe modo di cimentarsi anche in questo caso in
diverse scene di lotta, senza ricorrere ad alcuna controfigura. Per
il ruolo del detective James Carter, invece, vi è ancora una volta
l’attore ChrisTucker, il quale
in questo film si lancia anche in un’imitazione di Michael Jackson
divenuta particolarmente celebre.
Accanto a loro, nei panni di Ricky
Tan vi è l’attore John Lone, celebre per il film
L’ultimo imperatore. Alan King, invece,
interpreta il corrotto uomo d’affari di nome Steven Reign.
L’attrice Zhang Ziyi, celebre per film come La
tigre e il dragone e La foresta dei pugnali volanti,
interpreta qui l’assassina Hu Li. La Ziyi non parla inglese e sul
set è dunque stata aiutata da Chan ad orientarsi nella
comunicazione con il regista. L’attrice Roselyn
Sanchez, invece, interpreta l’agente Isabella Molina,
mentre Don Cheadle è Kenny,
proprietario di un ristorante cinese. L’attore accettò il ruolo
solo a condizione di potersi battere con Jackie Chan.
Colpo grosso al drago
rosso: il sequel, trailer del film e dove vederlo in TV e in
streaming
Dato il successo del film, si parlò
da subito di realizzare un terzo capitolo della serie. Per questo
ci volle però più tempo del previsto. Solamente nel 2007 è infine
stato realizzato il terzo capitolo, intitolato Rush
Hour – Missione Parigi, ancora con Chan e Tucker
protagonisti. Dopo che anche questo ebbe ottenuto notevoli
guadagni, si iniziò a parlare della possibilità di realizzare un
quarto capitolo. Ad oggi, tuttavia, non sembrano esserci piani a
riguardo. Nel 2016, però, è stata realizzata una serie sempre dal
titolo Rush Hour, non interpretata dagli attori dei film
ma basata sulle stesse premesse.
È possibile fruire di
Colpo grosso al drago rosso grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Google Play. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
29 luglio alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Dopo l’anteprima dello scorso
dicembre nell’ambito di “Più libri più liberi”, dove il
libro, fresco di stampa, ha fatto capolino allo stand di
MdS Editore, arriva la prima presentazione
ufficiale di “Colpo di scena”(MdS Editore, 2018 –
218 pgg. – € 14,oo), debutto nella narrativa di Andrea Guglielmino,
giornalista cinematografico e fumettista con diverse pubblicazioni
di saggistica alle spalle (da ultimo Star
Wars–il mito dai mille volti, Golem libri,
2018).
Un debutto che avrà come
palcoscenico quello della Libreria- Caffè letterario
Mangiaparole e che ha visto l’autore romano alle prese con
un genere, quello dell’antologia di racconti a cornice, che affonda
le sue radici nel passato, dal Decameron alle Mille e
una notte, come annota Andrea Pergolari nella
sua nota di postfazione, e che trova qui l’occasione di una
riscoperta e un rilancio, in un mercato editoriale all’apparenza
dominato dalla forma romanzesca.
In questo intarsio bizantino di
storie, invenzioni e divagazioni troviamo un padre e un figlio che
non sono più in grado di comunicare. Due mondi distanti. Ruoli che
si invertono, si fondono e si confondono, nella sospensione di un
limbo in cui cercare insieme una via d’uscita. Il figlio è uno
scrittore intellettuale e di successo, il padre un nerd
appassionato di cinema, fumetti e letteratura pop che ha scelto una
posizione passiva verso il racconto. Fa infatti il critico
cinematografico, destinato a osservare senza agire, a giudicare
senza creare. Fino a che, pur di riconquistare il dialogo con il
figlio, si decide a scendere in campo in prima persona, rivelando
una serie di storie da lui scritte e mai pubblicate, che diventano
anche l’occasione per parlare al figlio di sé, della sua vita, dei
traguardi raggiunti e di quelli mancati.
Un escamotage narrativo,
quello scelto da Guglielmino, che gli dà l’opportunità di spaziare
fra molteplici generi senza far perdere omogeneità al racconto
complessivo, ma anzi con l’intento, come scrive Andrea
Cavaletto nella sua prefazione, di “suscitare nel lettore
le più svariate emozioni: la risata, l’angoscia, la meraviglia, la
sorpresa … regalandoci un po’ di quel senso d’incanto del bambino
che tutti siamo stati”.
L’appuntamento con Andrea
Guglielmino e il caleidoscopio di storie nella storia del suo
Colpo di scena – seguito poi da un seminario sulle
tecniche di scrittura creativa tenuto dai docenti della
Bugs Academy – è dunque per Sabato 2
febbraio 2019 alle 18:00 alla Libreria-Caffè
letterario Mangiaparole (via Manlio Capitolino
7/9 – Roma). Insieme all’autore parteciperanno l’editor del testo,
Fabrizio Bartelloni e l’autore e regista teatrale
Andrea Pergolari.
Capita spesso che un film sia
ricordato principalmente per un colpo di
scena finale, un twist, come si dice in gergo, che in
qualche modo conferisce maggiore valore al prodotto complessivo e
rende il film stesso memorabile.
15 film con un colpo di scena
memorabile
Non capita più tanto spesso
di sorprendersi di fronte a un film, ma quando succede quelle
pellicole che riescono a sorprendere lo spettatore restano
impresse. Ecco 15 film il cui colpo di scena riesce a rimanere
impresso nella memoria dei fan.
Secret Window
Si scopre nel finale che il
personaggio di Johnny Depp soffre di uno sdoppiamento della
personalità. Si tratta di un meccanismo già visto in Fight Club ma
in questo caso il twist conclusivo è il momento che fa ricordare
davvero il film.
Sleepaway Camp
Il film, che ha dato vita a
un franchise, si conclude con la scoperta che il personaggio di
Angela è in realtà il fratello. Si tratta del primo momento in cui
si comincia a giocare con il gender, in particolare nei film
horror.
Sette anime
Il film, che segna la
seconda collaborazione di Muccino con Will Smith, svela nel finale
l’intenzione del protagonista di uccidersi per donare gli organi a
sette persone che ne hanno bisogno, in penitenza dell’incidente
iniziale del film in cui ha perso la vita sua moglie.
Orphan
La bambina, che dall’inizio
del film ha mostrato atteggiamenti molto strani, è in realtà una
donna di 33 anni affetta da nanismo.
Schegge di paura
Il personaggio di Edward
Norton non ha nessun disturbo della personalità, riuscendo così
abilmente a evitare i sospetti.
The Village
A metà film scopriamo che
le creature del bosco sono in realtà un’invenzione, ma alla fine
scopriamo che la comunità del XIX secolo è in realtà un’invenzione
per tutelare la comunità dalla violenza del mondo.
Shutter Island
Nel finale Leonardo
DiCaprio scopre che in realtà è lui il criminale a cui sta dando la
caccia. Il finale, inquietante e aperto, lascia intendere che il
suo personaggio sceglierà la soluzione più drastica.
The Mist
Nel film si conclude con il
padre che, vedendo all’orizzonte, nella nebbia, avvicinarsi quelli
che crede essere dei mostri, usa l’ultimo proiettile che ha a
disposizione per uccidere il figlio, in segno di pietà. Tuttavia le
creature che si avvicinano nella nebbia sono in realtà militari
dell’esercito americano intervenuti per proteggere i civili.
The Game
Il terribile incubo in cui
si trova il personaggio di Michael Douglas è in realtà un gioco
vero e proprio, messo in piedi dal fratello per fargli apprezzare
il valore della vita.
La moglie del soldato
Dil, la ragazza del soldato
catturato dall’IRA, è in realtà un transgender, informazione che
sembra non importare molto a Fergus, l’uomo dell’IRA arrivato a
Londra per cercarla.
The Prestige
Il colpo di scena finale ci
rivela che il personaggio di Christian Bale ha in effetti un
fratello gemello con il quale non solo si è scambiato sul
palcoscenico, ma addirittura il loro inganno dura da tutta la loro
vita. Il secondo twist riguarda invece il personaggio di Hugh
Jackman che ogni sera “uccide se stesso” dopo essersi replicato con
la macchina costruita da Tesla.
The Others
Celebre il colpo di scena
in cui Nicole Kidman scopre che lei e i suoi figli sono in realtà i
morti della storia.
2022: i sopravvissuti
In una Terra
sovrappopolata, nel finale si scopre che il cibo che viene prodotto
per sfamare la popolazione mondiale è in realtà prodotto fatto di
esseri umani.
I soliti sospetti
Il famigerato Keyser
Soze è in effetti il personaggio di Kevin Spacey che alla fine del
film si allontana sotto al naso degli ignari poliziotti.
Il sesto senso
Bruce Willis è morto. Il
più celebre colpo di scena della storia del cinema moderno.
In Love Hurts – Colpi
d’amore, in uscita nelle sale italiane l’8 maggio,
Ke Huy Quan torna sul grande schermo nel suo
primo ruolo live-action dopo l’Oscar vinto per Everything Everywhere All at Once. Ed
è evidente che il film cerca di replicare quella formula vincente:
combattimenti coreografati in ambienti quotidiani, una narrazione
che mescola filosofia spicciola e violenza slapstick, e un
protagonista che nasconde una vita segreta sotto un’apparenza
ordinaria.
Questa volta, però, il risultato è
meno sorprendente e più caotico. Marvin Gable, interpretato da
Quan, è un agente immobiliare solare e goffo, ma con un passato da
sicario alle dipendenze del fratello Knuckles (Daniel
Wu), boss del crimine. Quando Rose (Ariana
DeBose), ex fiamma di Marvin e traditrice del clan
mafioso, ricompare con un piano di vendetta e riconciliazione,
l’equilibrio del protagonista viene stravolto. La storia si
sviluppa tra colpi di scena, flashback, voiceover intermittenti e
parecchie botte. Peccato che, nonostante l’intrigante premessa, la
pellicola cada spesso vittima delle sue stesse ambizioni.
Colpi d’amore, un
San Valentino al sangue: tra risate, arti marziali e romanticismo
mancato
A livello visivo, il regista
esordiente Jonathan Eusebio (storico stunt coordinator di
John Wick e The Bourne
Ultimatum) sa chiaramente come costruire una scena
d’azione. I combattimenti, spesso girati in location anonime come
uffici, villette a schiera e locali vuoti, hanno momenti di
brillantezza – ma vengono soffocati da un montaggio nervoso e una
regia che sembra temere la violenza che mette in scena. Eppure,
quando il film osa con il gore, lo fa senza mezze misure: coltelli
nelle mani, penne negli occhi, denti strappati da nastro adesivo.
Tutto molto sopra le righe, quasi a voler scioccare più che
intrattenere. Il problema è che questi momenti risultano tanto
eccessivi quanto privi di impatto emotivo, riducendo l’effetto a
semplice shock visivo. Anche la struttura narrativa contribuisce
alla confusione: la voce narrante di Marvin – che dovrebbe aiutare
a chiarire temi e snodi – appare come una pezza posticcia per
nascondere una sceneggiatura disordinata. In un momento, la
narrazione passa inspiegabilmente a Rose, senza alcuna coerenza. Si
ha l’impressione che il film non sappia mai davvero che tono
adottare.
Il ritorno di Ke Huy Quan
non basta a salvare una love story senza fuoco
Quan si impegna con tutto il suo
carisma a costruire un Marvin credibile: un uomo in cerca di
normalità, che cerca rifugio in un’esistenza apparentemente
tranquilla fatta di biscotti rosa, gnomi da giardino e raccolta
differenziata. Ma dietro i maglioni kitsch e l’aria da bravo
ragazzo si nasconde un personaggio bloccato, poco credibile nel suo
desiderio di mantenere una vita così piatta e priva di significato.
Quando Rose torna a cercarlo, evocando il passato e proponendo un
nuovo inizio, la scintilla tra i due dovrebbe essere il motore
emotivo del film. E invece, il romanticismo resta sempre e solo
suggerito, mai vissuto. DeBose, pur avendo dimostrato talento
altrove (West Side Story su tutti), qui
appare quasi svogliata. Il suo personaggio, descritto come una
femme fatale tormentata, risulta invece abbozzato, privo
di un pericolo reale.
Nemmeno gli altri personaggi
riescono a dare spessore alla narrazione: Lio
Tipton, nei panni della collega Ashley, riesce almeno a
strappare qualche sorriso grazie alla sua cotta per un assassino
poeta (Mustafa Shakir), che a sua volta viene
ridotto a una gag ripetitiva. Camei curiosi – come Sean
Astin, collega di Quan ne I
Goonies, in un ruolo secondario da mentore con
cappello da cowboy – non bastano a risollevare il ritmo del film.
Marshawn Lynch e Otis André
Eriksen, nei panni di due killer sopra le righe, vengono
sacrificati da un montaggio che non lascia respiro all’azione. La
regia di Eusebio, abituato alla costruzione fisica della scena ma
non alla gestione del tono o della profondità dei personaggi,
mostra i suoi limiti: l’alternanza tra ironia, romanticismo e
violenza non trova mai un equilibrio vero. Il risultato è un ibrido
confuso che tenta di essere Rumble in the Bronx, una
commedia romantica e un omaggio all’exploitation anni ’70 – ma non
riesce in nessuno di questi intenti.
Un film schizofrenico, tra
nostalgia, citazionismo e sprechi di talento
A livello stilistico,
Colpi d’amore cerca di pescare a
piene mani dal cinema di Edgar Wright, con gag
visive à laHot Fuzz e
un’estetica che vorrebbe essere pop e ipercinetica, ma manca di
anima. Anche la colonna sonora, tra chitarre wah-wah e archi
drammatici, sembra un tentativo forzato di evocare un mondo pulp
che però non viene mai pienamente abbracciato. I combattimenti,
potenzialmente il cuore pulsante del film, sono castrati da una
fotografia piatta e da tagli di montaggio troppo serrati.
Eusebio dimostra di conoscere gli ingredienti dell’action,
ma ne dimentica completamente le dosi: manca la
costruzione della tensione, l’uso efficace dello spazio, la
coreografia che “respira”. Tutto viene sacrificato in nome di una
velocità che non emoziona.
Alla fine, Colpi
d’amore è un film che vuole dire troppo e non
dice nulla. Cerca di essere una critica alla routine borghese, una
storia d’amore impossibile, un viaggio di redenzione, una commedia
nera, un film d’azione sopra le righe. Ma ogni volta che tenta una
strada, si perde. Persino la sua durata contenuta (83 minuti)
sembra un espediente per non affrontare davvero le domande che
pone. Vale la pena proteggere una vita di mediocrità solo
perché è “normale”? Il film dice di sì, ma non riesce a
convincerci. E quando anche l’ironia fallisce, resta solo
una scia di sangue e il rimpianto per ciò che Love Hurts
poteva essere: una bizzarra ma riuscita lettera d’amore al cinema
di genere. Invece è solo un biglietto di San Valentino
scarabocchiato in fretta.
E’ arrivata al termine
la storica e più che decennale collaborazione tra l’attore
Christian De Sica e Filmauro,
regista che lo ha sempre scelto quale protagonista indiscusso dei
suoi film di natale, ribattezzati poi ‘cinepanettoni’. Già lo scorso anno però con
Colpi di Fulmine, si era avvertito un
cambiamento di rotta, nelle scelte narrative e nelle intenzioni
dell’immancabile film di Natale, e con questo Colpi di
Fortuna si prosegue su quello stesso binario: storie
ad episodi isolate, protagonisti diversi e strizzate d’occhio a
diversi generi di commendia, partendo dalla citazione del
Totò de La Patente, fino
al più moderno Una Notte da Leoni, che
costituisce l’esempio per la struttura del primo episodio.
Protagonisti della prima storia sono
Luca e Paolo, impegnati nella ricerca di una
giacca in cui è conservato un biglietto milionario del lotto, dopo
una notte brava di cui non ricordano nulla. Il secondo episodio invece racconta di
un imprenditore (De Sica) iper superstizioso, alle
prese con un interprete, indispensabile per la chiusura di un
importante contratto, che però porta jella. Infine è il turno di
Lillo e Greg, nei panni di due fratelli: il primo
ha una grande famiglia e si trova a dover accudire un fratello
squilibrato e forse pericoloso.
Diviso in tre
parti, Colpi di Fortuna ha come filo
conduttore la fortuna, o meglio le diverse declinazioni della
fortuna che si affrontano in agnuno degli episodi: può essere una
vincita al lotto, una grande superstizione o un’eredità
inaspettata, ma la fortuna cambia la vita a tutti i
protagonisti.
Il film presenta una netta separazione
tra i primi due episodi, dal tono demenziale, e l’ultimo, vero e
proprio gioiellino di comicità semplice e immediata, realizzata
grazie a due attori dalla sicura alchimia e dalle doti comiche
innate. Lillo e Greg portano a casa un ottimo risultato, alzando un
po’ la media del lavoro svolto dai loro colleghi di set, che si
devono accontentare di misere performance e scrittura raffazzonata
e approssimativa.
Colpi di
Fortuna è un film squilibrato, che non riesce a
salvarsi per l’unico terzo godibile che mostra, ma che pone il
pubblico italiano davanti ad un grande enigma: cosa ci dobbiamo
aspettare il prossimo anno dalla Filmauro?
Arriva l’8 maggio distribuito da
Universal Pictures Colpi d’Amore
(qui
la nostra recensione), il film d’esordio di Jonathan
Eusebio, stunt coordinator e padawan alla corte di
David Leicht, che negli ultimi anni con la sua
87North Productions sta riscrivendo le regole dell’action a
Hollywood.
Con protagonisti Ke Huy Quan e Ariana DeBose, il film è un’atipica storia
d’amore che contamina la rom-com con l’action e il buddy movie.
Abbiamo intervistato Eusebio che ha cominciato a raccontare
la sua esperienza di esordio alla regia, dirigendo due premi
Oscar.
“È stato eccitante e divertente,
però ero anche nervoso perché sono un regista esordiente alle prese
con due Premi Oscar! Ma non potevo chiedere un cast più
collaborativo e di supporto. Ho sentito questa collaborazione come
un progetto davvero molto molto gratificante.”
Colpi d’Amore non è
il film romantico tradizionale e si allontana dagli stereotipi.
Qual’è stato il tuo processo di evoluzione della
storia?
“Ho pensato che fosse prima di
tutto la storia di Ke e Ari, ma anche che ci fossero molti
personaggi di contorno e che volevo sviluppare, a parte l’azione,
anche tutti gli aspetti che l’amore può assumere. Romantico, per se
stessi, fraterno. Volevo essere sicuro che questo aspetto emotivo
si vedesse in ogni personaggio, questa è stata la parte più
divertente per me. Non solo siamo spinti a vedere se l’eroe
conquisterà la ragazza, ma ogni emozione che si sviluppa in ogni
personaggio.”
La produttrice Kelly
McCormick ha dichiarato in un’intervista che gli attori,
professionisti o esordienti, amano molto lavorare con te. Secondo
te come mai?
“Spero che lo dicano perché
pensano che sono una persona carina, ma penso sia principalmente
perché sono entrato nel business del cinema in qualità di performer
e poi ho cominciato la scalata verso la regia. Credo che queste
esperienza mi abbia reso molto aperto e predisposto ad accogliere
le idee e a lavorare collaborando con gli altri. Sento che non puoi
fare un film da solo, e quindi un cast collaborativo è
fondamentale. Credo sia importante far sentire tutti visti e
ascoltati, per me è una parte importantissima del mio lavoro, anche
quando faccio gli stunt. Li vuoi ascoltare, ma li vuoi anche far
apparire al meglio di quello che possono, e questo credo sia una
parte decisiva del lavoro, questo mutuo rispetto nel cercare di
tirare fuori il meglio dagli altri.”
In un panorama a volte
pigro, come hai gestito la storia e le sue svolte?
“Ho cercato di allontanarmi
dalle formule, perché non mi piace un progetto confezionato a
tavolino. Voglio solo capire che tipo di storia posso raccontare e
raccontarla nel modo più autentico possibile. Nel film ci sono
tutta una serie di elementi che io amo e che si vedono: i vecchi
film di Hong Kong, i buddy movies, le commedie romantiche. Sono
tutti lì presenti, non c’è una formula, ho qualcosa da dire e
voglio che arrivi al pubblico.”
Colpi d’Amore è
chiaramente una produzione 87North Productions perché rispetta
tutti i canoni del marchio di fabbrica. Come ha bilanciato la tua
impronta con quelle direttive?
“David Leitch è stato il mio
mentore e Kelly la mia agente per tanto tempo. Il nostro modo di
vedere l’action e lo storytelling è molto simile e quindi
semplicemente ho fatto quello che diceva la mia sensibilità, che si
allinea con quella della casa di produzione. Vuoi che sia
divertente e brillante, ma allo stesso tempo, essendo un regista
esordiente, ho voluto mettere nel film anche la mia personalità e
la mia sensibilità nella storia.”
Dopo Richard Donner, hai
diretto Ke e Sean Astin insieme, ci hai pensato mentre realizzavate
le loro scene insieme?
“Io e Ke abbiamo la stessa età,
sono cresciuto guardando Indiana Jones e il Tempio Maledetto a
ripetizione, perché mi vedevo nel personaggio di Shorty. E questo
mi ha portato ai Goonies. Per me, averli entrambi nel mio debutto
alla regia è stato come un sogno che si realizza. Come un cerchio
che si chiude, è una sensazione incredibile, non riesco neanche a
articolare la gioia che ho provato.”
Cosa ci possiamo aspettare
dalla tua carriera di regista?
“Al momento sto facendo molti
incontri e ho molti appuntamenti per diversi progetti. Mi piace
questo genere, quindi si tratta solo di trovare la storia giusta,
amo davvero il genere delle arti marziali e quindi non lascerò
questa strada molto presto. Ma voglio anche crescere a livello
creativo, quindi sono molto aperto a quello che verrà.”
Legge e criminalità hanno spesso e
volentieri avuto un rapporto molto stretto al cinema, il più delle
volte confluendo entrambi anche all’interno degli stessi
personaggi. Nel thriller del 2002 Colpevole
d’omicidio questi due estremi convivono invece
all’interno della stessa famiglia, tra un padre poliziotto e il
figlio criminale. Diretto da Michael Caton-Jones,
noto anche per i titoli voglia di ricominciare e The Jackal, il film si
configura così come un complesso dramma famigliare, che spinge i
personaggi a confrontarsi con aspetti di sé stessi e di quanti li
circondano particolarmente imprevedibili.
Scritto da Ken
Hixon, il film è basato sull’articolo Segno di un
assassino, scritto per Esquire da Mike
McAlary. All’interno di questo si raccontava la vera
storia dell’agente Vincent LaMarca, il quale
crebbe adottato dal dipartimento della polizia della sua città dopo
che suo padre venne giustiziato negli anni Cinquanta per un
rapimento. Cresciuto, divenuto poliziotto e padre, Vincent si trovò
poi ad indagare sull’omicidio di uno spacciatore, ritrovando in suo
figlio Joey il colpevole. Da qui parte il racconto del film, che va
così ad esplorare il burrascoso e complesso rapporto tra padre e
figlio.
Passato quasi del tutto inosservato
al momento della sua uscita, raccogliendo pochi consensi al box
office, Colpevole d’omicidio è invece un
entusiasmante thriller che meriterebbe di essere riscoperto. Al suo
interno si potranno ritrovare elementi e temi più profondi del
previsto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Colpevole d’omicidio: la trama del film
Protagonista del film è
Vincent LaMarca, detective della polizia di
Manhattan vicino al pensionamento. Nonostante la sua gloriosa
carriera, egli non gli ha mai dimenticato la propria provenienza,
come anche la difficile situazione famigliare che ha caratterizzato
i suoi primi anni di vita. Figlio di un criminale poi arrestato e
giustiziato, Vincent è cresciuto con il desiderio di riscattare il
proprio nome e grazie al suo operato sembra esserci riuscito.
Improvvisamente, però, una nuova macchia minaccia di intaccare il
suo status. Indagando sul brutale omicidio di uno spacciatore,
Vincent si trova infatti a scoprire verità spiacevoli.
L’omicida viene infatti individuato
con il nome di Joey Nova. Ben presto, Vincent si
rende conto di come questi altri non sia che suo figlio
Joseph. Questo nuovo episodio di cronaca nella
famiglia LaMarca induce naturalmente la stampa a calcare la mano a
riguardo. Eppure Vincent è convinto che ci sia qualche aspetto di
quella vicenda ancora non chiarito e che potrebbe scagionare suo
figlio. Nel disperato tentativo di scoprire di più e di
riallacciare i rapporti con il Joey, il detective si troverà a
doversi scontrare anche con i fantasmi del passato.
Colpevole d’omicidio: il cast del film
Ad interpretare il detective Vincent
LaMarca vi è il due volte premio Oscar Robert De Niro,
anche se per il ruolo era inizialmente stato considerato anche
Al Pacino. Come sempre, De Niro si approcciò al
personaggio in modo meticoloso, studiando l’attività dei detective
ed esercitandosi anche nell’utilizzo della pistola, così da poter
risultare più realistico nel maneggiarla. Accanto a lui, nel film,
si ritrova anche sua figlia Drena De Niro, nei
panni di Vanessa Hansen. Colpevole d’omicidio è stato il
secondo film del 2002 in cui De Niro ha recitato insieme a sua
figlia, l’altro è Showtime. L’attrice premio Oscar
Frances
McDormand è invece presente nei panni di Michelle,
nuova compagna di Vincent.
Nel ruolo di Joey, il problematico
figlio del protagonista, vi è l’attore James Franco.
Fu lo stesso De Niro a richiedere la presenza del giovane
interprete per questo ruolo, essendo rimasto colpito dalla sua
performance in James Dean – La storia vera e desiderando
pertanto lavorare con lui. L’attrice Eliza Dushku
recita nei panni di Gina, la compagna di Joey che aiuterà Vincent
nelle sue indagini. Sono poi presenti gli attori George
Dzundza nei panni del collega di Vincent, RegDuffy, e
William Forsythe in quelli di Spyder, pericoloso
spacciatore della città. La nota attrice teatrale Patti
LuPone, infine, è presente nei panni di Maggie LaMarca, ex
moglie di Vincent.
Colpevole d’omicidio: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Colpevole
d’omicidio è infatti disponibile nei cataloghi di
Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 29
aprile alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Gli anni Novanta sono stati
particolarmente importanti per il genere thriller, che ha durante
questi visto riformulare i propri canoni e i limiti versi cui
spingersi sempre di più. Titoli come Seven, Copycat, Il fuggitivo, Il cliente o Il rapporto Pelican
sono solo alcuni esempi delle tante declinazioni che questo genere
ha assunto nel tempo. Un altro celebre film di questo genere è
Colpevole d’innocenza, diretto nel 1999
da Bruce Beresford su sceneggiatura di
David Weisberg e Douglas Cook.
Anche in questo caso, come in alcuni dei titoli poc’anzi citati, si
ritrova un complesso caso da risolvere prima che sia troppo
tardi.
Colpevole d’innocenza,
infatti, come suggerisce anche lo stesso titolo, vede la sua trama
prendere vita a partire da un errore giudiziario. Un tema più volte
già trattato in quegli anni, dove la giustizia era spesso guardata
con altrettanto sospetto della criminalità. Si tratta infatti di
anni violenti, dove si può finire nei guai per il minimo errore. Il
cinema anche in questo caso capta tutto ciò e lo traspone sul
grande schermo con storie tese e cupe come questa. Lo spettatore si
trova così davanti a grande intrattenimento ma anche a fare i conti
con scottanti argomenti.
Come molti altri film di questo
genere, anche Colpevole d’innocenza si affermò come un
grande successo. A fronte di un budget di 40 milioni di dollari, il
film è arrivato ad incassarne 177 in tutto il mondo. Acclamato da
critica e pubblico, è ancora oggi un brillante esempio di thriller
anni Novanta, con grandi interpretazioni e imprevedibili risvolti.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo
alla trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Colpevole d’innocenza: la
trama del film
Protagonista del film è
Elizabeth Parsons, donna benestante e felicemente
sposata con Nick Parsons. I due vivono in una casa
sul mare insieme al figlio Matthew. Tutto si
svolge normalmente e tranquillamente per loro, finché l’idillio non
si spezza imprevedibilmente. Un giorno, infatti, Nick propone alla
moglie di trascorrere il weekend in barca a vela, lasciando il
figlio ad un’amica di famiglia. Durante la prima notte in mare,
Elizabeth si sveglia però ricoperta di sangue, un coltello in mano
e di suo marito neanche l’ombra. Raggiunta da una vedetta della
Guardia Costiera, la donna si vede accusata di omicidio.
Processata e condannata ad 8 anni,
nonostante il corpo del marito non sia stato mai ritrovato.
Incapace però di provare la propria innocenza, l’unica speranza di
Elizabeth è quella di poter riabbracciare quanto prima suo figlio.
Le visite del bambino, accompagnato dall’amica di famiglia
Angela, che ne è ora la tutrice, sono il suo unico
sollievo. Quando però Angela le comunica che si trasferiranno a San
Francisco, Elizabeth inizia a sospettare qualcosa. Grazie ad alcuni
suoi contatti riesce a scoprire una terribile verità sulla
scomparsa di suo marito. Decisa ad avere la sua vendetta, la donna
dovrà però fare i conti con la giustizia, incarnata dal severo
poliziotto Travis Lehman.
Colpevole d’innocenza: il
cast del film
Ad interpretare Elizabeth Parsons vi
è l’attrice Ashley Judd, particolarmente nota
anche per i thriller Il collezionista e High Crimes –
Crimini di Stato. Originariamente, però, per il ruolo erano
state contattate altre attrici, tra cui Meg Ryan e
Michelle Pfeiffer.
Entrambe però declinarono e il ruolo venne offerto all’attrice
premio Oscar Jodie Foster. Questa,
tuttavia, rimase incinta prima dell’inizio delle riprese, cedendo
dunque il ruolo alla Judd. Nei panni di Nick Parsons, il marito di
Elizabeth, vi è invece l’attore Bruce Greenwood.
Curiosamente, questi si è trovato qui a fingere la sua morte nello
stesso modo di come fa anche nel film Amara vendetta.
Ad interpretare Matthew, il figlio
della coppia, vi è l’attore Spencer Treat Clark,
mentre l’amica di Elizabeth, Angela, ha il volto di
Annabeth Gish. Di grande importanza è anche la
presenza nel cast dell’attore premio Oscar Tommy Lee Jones. In
quegli anni all’apice della sua carriera e interprete ricorrente in
molti dei maggiori thriller del decennio, egli ottenne per recitare
in Colpevole d’innocenza un compenso pari a dieci milioni
di dollari. Come già avvenuto in Il fuggitivo e
U.S. Marshals – Caccia senza
tregua, anche qui egli interpreta il ruolo di un
poliziotto impegnato nella cattura di un protagonista ingiustamente
accusato di crimini. Infine, nel film sono presenti anche
Jay Brazeau nei panni di Bobby Long e Roma
Maffia in quelli di Margaret Sklowski.
Colpevole d’innocenza: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Colpevole
d’innocenza è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di sabato 17 dicembre alle ore
21:25 sul canale Rete 4.
Colpa
delle stelle(The Fault in Our Stars) è il
quarto romanzo scritto dall’autore John Green e pubblicato nel
gennaio 2012. La storia è narrata da Hazel, una sedicenne affetta
dal cancro. che è obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di
supporto. Qui incontra e si innamora del diciassettenne Augustus,
un ex giocatore di basket con una gamba amputata. Sul suo blog di
Tumblr e sul suo vlog di Youtube, Green ha dichiarato che “il
titolo è ispirato alla famosa frase del Giulio Cesare di
Shakespeare (Atto 1, scena 2), dove il nobile Cassio dice a Bruto:
“La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo
dei subalterni”.
Arriva il trailer esteso del film
Colpa
delle stelle, il film diretto da Josh
Boone, con Shailene Woodley e Ansel
Elgort. In originale The
Fault In Our Stars, adattamento cinematografico
del romanzo di John Green, in Italia
conosciuto come Colpa delle
stelle.Protagonisti anche Nat Wolff,
Willem Dafoe e Laura Dern.
Colpa
delle stelle(The Fault in Our Stars) è il
quarto romanzo scritto dall’autore John Green e pubblicato nel
gennaio 2012. La storia è narrata da Hazel, una sedicenne affetta
dal cancro. che è obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di
supporto. Qui incontra e si innamora del diciassettenne Augustus,
un ex giocatore di basket con una gamba amputata. Sul suo blog di
Tumblr e sul suo vlog di Youtube, Green ha dichiarato che “il
titolo è ispirato alla famosa frase del Giulio Cesare di
Shakespeare (Atto 1, scena 2), dove il nobile Cassio dice a Bruto:
“La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo
dei subalterni”.
Adattare un libro per il cinema non
è cosa facile. Soprattutto quando il libro è così amato che i
lettori lo citano parola per parola e i suoi personaggi sono vivi,
nostri amici e i loro problemi e disavventure così vicine a noi. Si
esce quindi con lo stupore negli occhi dalla proiezione di Colpa
delle Stelle per l’impressionante somiglianza di
Shaileen Woodley e Ansel Elgort con i loro personaggi Hazel Grace
e Augustus Waters, nati dalla penna di John
Green.
Colpa
delle Stelle diretto da Josh Boone e
in uscita in Italia il 4 Settembre dopo un debutto “stellare” al
botteghino americano, racconta la storia di Hazel Grace (Shaileen
Woodley), adolescente condannata a sopravvivere con un
cancro ai polmoni, che inizia a frequentare un gruppo di supporto
per accontentare i genitori. Cinica e annoiata dalla routine fatta
di pillole e reality tv, incontra Augustus Waters (Ansel
Elgort), un bel ex giocatore di basket con una sola
gamba, amputata a causa di un tumore ora in remissione, che senza
mezzi termini le fa capire che è interessato a lei. Grazie a lui
Hazel torna a sorridere e nasce l’amore tra i due, un amore un po’
titubante, ma che da subito diventa l’unica ragione di vita.
Potrebbe far storcere il naso a
molti, ricordando i teen drama alla Nicholas
Sparks, e sicuramente a quel pubblico è indirizzato il
prodotto, ma Colpa delle stelle è un film con
scelte registiche intelligenti ma soprattutto con una sceneggiatura
fedele al libro e funzionale, dove Josh Boone si
mette a servizio della storia. Mai pesante o scontata, il film
sorprende per le citazioni così precise che, se avete amato il
libro, vi stamperanno un sorriso sulla bocca per tutta la durata
della pellicola. Perché anche se il tema trattato porta più volte a
lasciarsi andare alla commozione, in Colpa delle
Stelle si ride e sorride molto.
Il punto di forza
del film è la scelta dei protagonisti, che devono reggere da soli
tutto il film, e ci riescono. Lei, Shaileen
Woodley, astro nascente del cinema americano era già una
certezza: bravissima, bella e centrata nella parte della forte e
determinata Hazel. La vera sorpresa è però Ansel Elgort, semi esordiente al suo primo
vero ruolo (forse ve lo ricordate nella parte del fratello di
Shaileen nella saga fantasy Divergent) e con una faccia da
ragazzino che è difficile da prendere sul serio. E invece no: da
subito lascia a bocca aperta per la somiglianza con Augustus
Waters. Somiglianza di gesti, intendiamoci. Come sorride, come si
muove, come guarda lei e come poggia la “metafora” tra le labbra:
l’amato personaggio esce dalla carta e debutta sul grande schermo
grazie ad un carismatico e bravissimo attore.
I fan del libro di John
Green non rimarranno delusi, e se invece questo sul grande
schermo sarà per voi il primo incontro con Hazel e Augustus,
preparatevi ad essere rapiti da questa grande storia d’amore e
ricordatevi di portare i fazzoletti!
Arriva la prima clip e la
featurette del film Colpa
delle Stelle diretto da Josh Boone, con
Shailene Woodley e Ansel Elgort. In
originale The Fault In Our Stars,
adattamento cinematografico del romanzo di John
Green, in Italia conosciuto come Colpa
delle Stelle.Protagonisti
anche Nat Wolff, Willem
Dafoe e Laura Dern.
Colpa
delle Stelle (The Fault in Our Stars) è il quarto
romanzo scritto dall’autore John Green e pubblicato nel gennaio
2012. La storia è narrata da Hazel, una sedicenne affetta dal
cancro. che è obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di
supporto. Qui incontra e si innamora del diciassettenne Augustus,
un ex giocatore di basket con una gamba amputata. Sul suo blog di
Tumblr e sul suo vlog di Youtube, Green ha dichiarato che “il
titolo è ispirato alla famosa frase del Giulio Cesare di
Shakespeare (Atto 1, scena 2), dove il nobile Cassio dice a Bruto:
“La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo
dei subalterni”.
Adattamento dell’omonimo e popolare
romanzo per ragazzi, Colpa delle
stelle è arrivato nelle sale cinematografiche nel
2014 con la regia di Josh Boone. In breve, la
pellicola è diventata un grande successo in tutto il mondo,
ottenendo ottimi riscontri di pubblico anche in Italia, dove è
arrivata a guadagnare oltre 5 milioni di euro. A livello mondiale
l’incasso ammonta ad oltre 300 milioni di dollari, a fronte di un
budget di soli 12. Il merito va anche ai due giovani e apprezzati
protagonisti, che hanno saputo attrarre numerosi spettatori verso
questa storia d’amore e di lotta contro un destino avverso.
Tutto nasce dal romanzo pubblicato
nel 2012 da John Green, divenuto in breve tempo un
vero e proprio best seller, apprezzato tanto da un pubblico giovane
quanto da uno più adulto. In particolare, critica e lettori sono
concordi nell’indicare come elementi di successo del libro il suo
trattare in modo leggero temi delicati come quello della malattia.
Così facendo, Green ha offerto un nuovo punto di vista a riguardo,
narrato attraverso personaggi complessi e intriganti. Per il titolo
del romanzo, l’autore si è ispirato al primo atto, scena 2, del
Giulio Cesare di William Shakespeare, in
cui Cassio dice a Bruto: “la colpa, caro Bruto, non è delle
nostre stelle, ma nostra, se siamo dei subalterni“.
Colpa delle stelle: la trama e il
cast del film
Protagonisti del film sono Hazel e
Gus, due giovani adolescenti, anticonformisti e dallo spiccato
spirito sarcastico. Conosciutisi durante le riunioni in un gruppo
di sostegno per malati di cancro, i due si innamoreranno
irrimediabilmente l’uno dell’altro, decidendo di vivere la loro
storia nonostante le avversità che il destino porrà sul loro
cammino. Nel timore che le rispettive malattie possano separarli, i
due iniziano a condividere tutte le loro passioni, tra cui il libro
preferito di Hazel, intitolato Un’afflizione imperiale,
scritto da Peter Van Houten. Desiderosi di incontrare quest’ultimo,
i due partiranno verso una nuova avventura, coronando la loro
storia d’amore. La malattia di Gus, tuttavia, si ripresenterà
inesorabile, complicando il loro rapporto.
Nel ruolo dei due ragazzi
protagonisti vi sono gli attori Shailene
Woodley e Ansel
Elgort. I due, già piuttosto noti prima del film,
hanno con questo consacrato la loro popolarità. Nello stesso anno
hanno inoltre recitato insieme nel film Divergent,
primo capitolo di una trilogia proseguita con Insurgent
(2015) e Allegiant
(2016). In questa recitavano nel ruolo di due fratelli, passando
invece ad essere amanti in Colpa dellestelle. La
loro amicizia è stata di aiuto a ciò, permettendogli di ottenere
un’ottima chimica di coppia. Per dar vita ai loro personaggi,
l’attrice ha inoltre affinché Elgort leggesse il libro da cui è
tratto il film, e di cui lei è una grande fan. L’attore, che non
sembrava ritenere necessaria la lettura, si convinse infine a farlo
per lei, pur di non deluderla.
Particolarmente desiderosa di far
parte del progetto, la Woodley scrisse numerose e-mail al regista e
allo scrittore del romanzo, affermando di essere pronta a qualunque
cosa pur di far parte del progetto. Green, inizialmente, non
credeva che l’attrice fosse adatta per il ruolo, ma dopo aver
assistito al provino si ricredette immediatamente, affermando di
essere stato profondamente commosso dalla sua dedizione. Per la
parte, inoltre, la Woodley decise di tagliarsi realmente i capelli
per il ruolo di Hazel, rifiutandosi di indossare una parrucca.
L’attrice ha poi donato i propri capelli all’ospedale locale,
permettendo così di realizzare con questi una parrucca per i
bambini malati. Completano il cast anche gli attori Laura
Dern, nel ruolo della madre di Hazel, e Willem
Dafoe, nel ruolo del burbero scrittore Van Houten.
Colpa delle stelle: la vera storia
che ha ispirato il romanzo
Benché riadattata per poter
diventare un romanzo prima e un film poi, la storia di Colpa
delle stelle si basa sulla vera amicizia che legava Green ad
una giovane ragazza malata di cancro. Questa è Esther Earl, nata
nel 1994, a cui all’età di 12 anni venne diagnosticato un cancro
alla tiroide. La ragazza visse il periodo della malattia con grande
coraggio, aprendo un canale YouTube dove parlava della propria
malattia e della propria vita con essa. In breve, divenne una
piccola celebrità sul Web, fino al momento della sua scomparsa. La
ragazza si spense infatti il 25 agosto del 2010, all’età di 16
anni.
Esther e Green si conobbero nel
2009, ad un evento dedicato alla saga di Harry Potter. Lo
scrittore si trovava lì per assistere ad un’esibizione del
fratello, mentre la ragazza era presente in quanto fan della saga
fantasy. L’attenzione di Green fu catturata dalla bombola
d’ossigeno che lei portava dietro con sé, e i due iniziarono così a
parlare stringendo amicizia. I due intrapresero poi una fitta
corrispondenza, scambiandosi novità, curiosità e qualunque altra
cosa accadesse nelle loro vite. In seguito alla scomparsa della
ragazza, per elaborare il lutto Green decise di rimettere mano al
romanzo che stava scrivendo, trasformando radicalmente la storia
affinché prendesse maggiormente spunto dalla vicenda di Esther.
Lo scrittore ha infatti raccontato
che ciò che più lo ha ispirato nello scrivere il libro è stata
l’empatia e la vitalità di Esther, la quale affrontava sempre con
il sorriso la sua difficile situazione. Green non voleva però
appropriarsi della sua storia, decidendo perciò di costruirne una
che avesse solo dei piccoli riferimenti alla giovane. Il
personaggio di Hazel, ad esempio, presenta solo alcune somiglianze
superficiali con Esther. Tra queste vi sono il tipo di cancro e la
necessità di girare con le bombole d’ossigeno. L’autore è inoltre
convinto del fatto che se non avesse incontrato la ragazza, non
avrebbe mai potuto scrivere una storia del genere, dedicando quindi
a lei tutto il suo successo.
Colpa delle stelle: le canzoni, le
frasi, il trailer del film e dove vederlo in streaming
La storia d’amore tra i due
protagonisti è caratterizzata dal alcuni popolari brani, che
caratterizzano il film e la sua malinconica atmosfera. Tra questi
si annoverano Simple As This di Jake
Bugg, All I Want dei Kodaline,
Let Me In dei Grouplove, Wait
degli M83, No One Ever Loved di
Lykke Li e What You Wanted dei
OneRepublic. A firmare il brano portante del film
è poi il celebre cantautore britannico Ed Sheeran.
La sua All of the Stars si afferma come la canzone che
meglio descrive i due protagonisti e il loro struggente amore. Si
tratta di una ballata romantica, ricca del talento popolare
cantante che riconferma con questo brano il proprio successo tra le
giovani generazioni.
Per gli amanti del film, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Colpa delle stelle è
infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google
Play, Apple iTunes e Infinity. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
Il film è celebre anche per via di
alcune frasi divenute simbolo del difficile amore tra i due
protagonisti. Grazie a queste, gli spettatori hanno potuto
affezionarsi ancor di più a loro e alle loro emozioni, sentendole
come proprie. Ecco allora alcune delle frasi più belle presenti nel
film:
– Sono innamorato di te, e non
sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere di dire cose
vere. Sono innamorato di te, e so che l’amore non è che un grido
nel vuoto, e che l’oblio è inevitabile, e che siamo tutti dannati e
che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in
polvere, e so che il sole inghiottirà l’unica terra che avremo mai,
e sono innamorato di te! (Gus)
– Puoi scegliere di non soffrire
in questo mondo, però puoi scegliere per chi soffrire. E a me piace
la mia scelta, spero che ad Hazel piaccia la propria.
(Gus)
– Mi sono innamorata di te come
quando ci si addormenta: piano piano poi… Profondamente.
(Hazel)
– Se vuoi vedere l’arcobaleno,
devi sopportare la pioggia. (Hazel)
– È questo il problema del
dolore. Esige di essere sentito. (Gus)
Ieri 17 giugno, si
è svolta presso il Mayfair Hotel di Londra una speciale proiezione
di Colpa
delle stelle il film diretto
da Josh Boonec he uscirà in Italia il
prossimo 4 settembre. Alla serata hanno
partecipato gli attori Ansel
Elgort, Nat
Wolff e Laura Dern, che si sono
intrattenuti con i fan sul red carpet, firmando autografi e facendo
foto.
[nggallery id=840]
Colpa
delle stelle(The Fault in Our Stars) è il
quarto romanzo scritto dall’autore John Green e pubblicato nel
gennaio 2012. La storia è narrata da Hazel, una sedicenne affetta
dal cancro. che è obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di
supporto. Qui incontra e si innamora del diciassettenne Augustus,
un ex giocatore di basket con una gamba amputata. Sul suo blog di
Tumblr e sul suo vlog di Youtube, Green ha dichiarato che “il
titolo è ispirato alla famosa frase del Giulio Cesare di
Shakespeare (Atto 1, scena 2), dove il nobile Cassio dice a Bruto:
“La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo
dei subalterni”.
Si è tenuta a New
York la premiére
U.S.A. di Colpa delle
stelle, il film diretto da Josh
Boone, con Shailene
Woodley, Sam
Trammel eWillem Dafoe, che uscirà in
Italia il prossimo 4 settembre.
Hanno partecipato alla
serata Shailene Woodley, Ansel Elgort, Nat
Wolff, Willem Dafoe, Laura Dern e Sam
Trammell. Anche John Green,
l’autore del libro dal quale è stato tratto il film, si è
intrattenuto sul red carpet firmando autografi e facendo foto con i
numerosi fan presenti.
Ascolta la soundtrack ufficiale
dell’atteso film Colpa
delle Stellediretto da
Josh Boone e interpretato da Shailene
Woodley e Ansel Elgort, ancora
insieme dopo aver recitare in Divergent.
Le musiche originali del film sono di Mike
Mogis e Nate
Walcott membri della band indie-rock statunitense
dei Bright Eyes.
Colpa delle
stelle(The Fault in Our Stars) è il quarto
romanzo scritto dall’autore John Green e pubblicato nel gennaio
2012. La storia è narrata da Hazel, una sedicenne affetta dal
cancro. che è obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di
supporto. Qui incontra e si innamora del diciassettenne Augustus,
un ex giocatore di basket con una gamba amputata. Sul suo blog di
Tumblr e sul suo vlog di Youtube, Green ha dichiarato che “il
titolo è ispirato alla famosa frase del Giulio Cesare di
Shakespeare (Atto 1, scena 2), dove il nobile Cassio dice a Bruto:
“La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo
dei subalterni”.
In Colour from the
Dark in un casolare sperduto nella campagna ferrarese vive
una famiglia di giovani contadini: Pietro (Michael Segal),
lavoratore instancabile e marito appassionato, sua moglie Lucia
(Debbie Rochon), dolce e paziente, e la sorella di
lei, Alice (Marysia Kay), sordomuta affetta anche
da disturbi mentali. La ragazza, ormai ventenne, si comporta come
fosse ancora una bambina, tanto che non si separa mai dalla sua
bambola di pezza, Rosina: la usa quasi come ‘periscopio’, per
sondare il mondo che la circonda. Un mondo pericoloso. C’è la
guerra, il paese è occupato dai tedeschi, e chiunque offra asilo
agli ebrei rischia la vita. Come il signor Giovanni (Gerry
Shanahan) e la figlia Anna (Eleanor
James), che hanno accolto l’ebrea Teresa
(Alessandra Guerzoni) nella loro fattoria, mentre
aspettano con ansia il ritorno dal fronte di Luigi (Emmet
J. Scanlan), fratello di Pietro, nonché fidanzato di
Anna.
Un giorno, quando Alice va a
prendere l’acqua al pozzo, si intravede una strana luce che sembra
sgorgare dal fondo. Il secchio rimane incastrato laggiù e deve
intervenire Pietro. Nel tentativo di sbloccarlo, però, l’uomo
inconsapevolmente libera una sorta di entità misteriosa destinata a
cambiare per sempre tutto ciò con cui entra in contatto. Se
all’inizio si assiste a veri e propri miracoli – Alice riacquista
la parola, Pietro guarisce da una malformazione alla gamba che lo
fa zoppicare, gli ortaggi nei campi crescono rigogliosi ad una
velocità esorbitante – ben presto le cose si metteranno male. Per
tutti. A cominciare dall’amabile Lucia. Tanto da richiedere
l’intervento di Don Mario (Matteo Tosi). Riuscirà il giovane prete
a scacciare questa forza soprannaturale malvagia e sfuggente?
Un casolare isolato, un pozzo
profondo, una luce misteriosa, una bambola di pezza. Tutti gli
indizi puntano all’horror. Per non parlare del soggetto alla base
del film: un racconto del 1927, The colour out of space,
di H.P. Lovecraft, maestro indiscusso del fantasy (horror incluso).
Mentre però l’autore si concentrava su elementi fantascientifici
per caratterizzare la sua storia, il regista di Colour
from the dark, Ivan Zuccon – cultore di Lovecraft di
lunga data, malgrado la giovane età – adatta il racconto in chiave
più ‘intimista’, personalizzandolo. A partire dal teatro che fa da
sfondo alle vicende: l’azione viene trasportata dalla provincia
americana a quella ferrarese, che Zuccon conosce bene perché è
proprio di quelle parti. Il trasferimento geografico presentava per
lui un interesse particolare, quasi una sfida: offriva, infatti, la
possibilità di calare il mito lovecraftiano dentro una realtà
insolita, che non gli appartiene affatto, quella della tradizione
cattolica italiana.
La rivisitazione di Zuccon è
inoltre ambientata in un periodo molto particolare, nel pieno della
seconda guerra mondiale e dell’occupazione tedesca. L’orrore vero
del nazifascismo e della Storia del mondo viene dunque a fondersi
con l’horror fantasy di questa piccola storia familiare. In fondo,
il tema della guerra rappresenta il male dell’uomo, ed è proprio di
questo che l’entità misteriosa si nutre. Tuttavia, il regista
lascia in secondo piano eserciti e combattimenti, per concentrarsi
sui suoi contadini. Dapprima uniti e solidali nel condurre una vita
semplice e al tempo stesso faticosa, i personaggi si allontanano
sempre più gli uni dagli altri, incapaci di comprendersi e
riconoscersi.
“Cosa succede in una famiglia
quando tutto va a rotoli?”. Questa l’intenzione ‘intimista’ che ha
guidato l’adattamento cinematografico di Zuccon. Certo, non tutti
avrebbero pensato all’horror come genere narrativo per trattare una
crisi familiare. E, forse, agli occhi dello spettatore, non è
proprio la crisi familiare a rappresentare il cuore della vicenda.
Che sembra svolgersi seguendo una trama piuttosto banale, infarcita
di tutti i must del film horror. Un forza malvagia arriva
improvvisamente ad interrompere la tranquilla routine di una
famiglia perbene, insinuandosi silenziosa nelle vite dei
personaggi. Seguono possessioni più o meno demoniache,
allucinazioni, morti trucide e compagnia bella. Certo, essendo un
film di genere, è ovvio che vengano rispettati tutti i
diktat che il genere stesso comporta. Ma con una tradizione ormai
centenaria in materia di horror, ci si aspetterebbe qualcosa di
più. Uno sguardo nuovo, un elemento-sorpresa in grado di stupirci
davvero. E di spaventarci nel profondo.
Non bastano le musiche d’atmosfera,
né le scene splatter con litri di sangue al seguito. Tutto questo
ci è fin troppo familiare; ormai sappiamo prevedere ogni mossa. La
regia non è sufficientemente efficace nello spiazzarci. Zuccon ha
un indubbio gusto estetico e ci regala inquadrature assai
suggestive, ma nel quadro complessivo del genere non ci
spaventa. Forse perché l’opera vuole essere più intimista; forse
perché alcuni effetti visivi risultano quasi ‘datati’ (il film è
del 2008); o forse perché il ritmo non è quello classico,
incalzante, cui l’horror ci ha piacevolmente abituati (e di cui si
sente un po’ la mancanza).
Venduto all’estero in numerosi
Paesi, Colour from the Dark esce soltanto adesso
in Italia, sottotitolato, grazie al circuito di Distribuzione
Indipendente.
Il regista Ivan Zuccon
(collaboratore fisso di Pupi Avati) presenta il suo
Colour from the dark, horror ispirato ad
un racconto del maestro del fantasy H.P. Lovecraft. Con lui, gli
attori Michael Segal (il protagonista, Pietro) e Matteo Tosi (nel
ruolo del prete, Don Mario), il compositore Marco Werba, la
co-produttrice Roberta Marrelli, e il distributore Giovanni
Costantino (Distribuzione Indipendente).
Dopo essere passata dai fasti
imperiali di Pretty Pincess alle
fatiche supereroistiche in lettex
di Catwoman in The Dark Knight
Rises – transitando nel frattempo nella giungla del
glamour de Il diavolo veste Prada e
nelle rivolte canore de I Miserabili – la
bella e brava Anne
Hathawaysi prepara ora ad
approdare con grinta e stile nello sci-fi grazie al
nuovo Colossal, kaiju-move detto
da Nacho
Vigalondo di cui è ora possibile ammirare il secondo
teaser trailer ufficiale.
https://youtu.be/B5J3GNsrhAo
Nel nuovo teaser trailer
di Colossal è possibile notare uno stile
decisamente meno cupo e più irriverente rispetto alle precedenti
immagini già mostrate dell’atteso sci-fi, nel quale una
sperduta Anne
Hathawaysi trova nella
condizione di poter comandare “in remoto” dal proprio piccolo
appartamento un essere mostruoso di oltre dieci metri e più situato
a Seoul. Da queste poche immagini è già
possibile intuire come la pellicola non nasconde, ma anzi omaggia,
la propria derivazione dal celebre Pacif Rimm
di Guillermo del Toro.
Colossal vede l’attrice
premio Oscar recitare al fianco di Dan
Stevens (Downton Abbey, La bella e la bestia) e Jason
Sudeikis (Come ti spaccio la
famiglia, Mother’s Day). Tim Blake
Nelson e Austin
Stowell completano il cast del film che sarà scritto
e diretto da Nacho Vigalondo, e che sarà
presentato in anteprima al prossimo Toronto Film Festival.
La storia segue una donna che torna
a vivere nel suo paese d’origine dopo aver perso il suo fidanzato a
New York, solo per scoprire che è stranamente connessa con una
creatura gigante che si è materializzata a Seoul e sta distruggendo
la città.
Colossal è
programmato per uscire nelle sale nella
primavera 2017.
L’ultima volta
che abbiamo visto Anne Hathaway sul
grande schermo è stato in Alice Attraverso lo
Specchio, sequel di Alice in
Wonderland in cui l’attrice è tornata a vestire i
panni della Regina Bianca.
È stato diffuso online il nuovo
trailer di Colossal, monster movie
con Anne Hathaway, scritto e diretto da
Nacho Vigalondo.
Il film, definito
“Godzilla che incontra Lost
in Translation“, ha come protagonista Gloria
(Anne Hathaway appunto), costretta a lasciare New
York dopo aver perso lavoro e fidanzato. Tornata nella città
natale, scopre con sgomento di essere in qualche modo connessa
mentalmente a una mostruosa creatura gigante che sta spargendo il
panico a Seul. Gli eventi sfuggono ben presto al controllo e
Gloria dovrà capire come mai la sua esistenza abbia così
tanta influenza sul destino del mondo.
Anne Hathaway è
affiancata da Jason Sudeikis, Dan Stevens, Austin
Stowell e Tim Blake Nelson.
Colossal,
presentato in anteprima mondiale al Toronto Film festival, uscirà
negli States il 7 aprile.
Quentin
Tarantino si è sempre distinto tra le eccellenze nel campo
delle colonne sonore, un vero maestro nella scelta delle tracce che
avrebbero accompagnato, davvero tenendoli per mano, i suoi film e
delle sue pellicole, in cui la musica ha un ruolo rilevante, e
Django Unchained, ultimo suo lavoro, non fa che
confermare questa sua grande capacità nell’intrecciare suono e
immagine in un unico, uniforme filo.
Il loro è sempre stato un fortunato
sodalizio, ma per l’ultima versione cinematografica dell’ Anna
Karenina di Tolstoj la collaborazione non poteva essere più
azzeccata: stiamo parlando di Joe Wright e Dario
Marianelli, regista inglese e compositore italiano già uniti
sotto la buona stella della letteratura con Orgoglio e
Pregiudizio, nomination per la miglior Colonna Sonora agli
Oscar 2006 ed Espiazione, che aveva conquistato
l’ambita statuetta nel 2008 fondendo il ritmo spietato di una
macchina da scrivere col lirismo dell’orchestra sul devastato campo
di battaglia di Dunkirk.
Non appena si alza il sipario su
Anna Karenina, appare subito evidente quanto in un
film dall’architettura tanto complessa la colonna sonora fosse non
un semplice orpello ornamentale ma un vero e proprio pilastro di
sostegno, senza il quale difficilmente la pellicola avrebbe mai
trovato la sua dimensione: messo in scena con ambizioni
metateatrali in un vecchio teatro dove ciascuno pretende di
presentare un’immagine sufficientemente compiacente e
artificiale per gli occhi della buona società, con i suoi
personaggi intenti a danzare con costanza un walzer dell’ipocrisia
per favorire il continuo cambio di scenografie che segna il
passaggio da un’ambientazione all’altra, Anna Karenina si apre con
un Overture intrisa di una pomposità del tutto
funzionale a presentare lo sfarzo della Russia imperiale e con esso
i tratti caricaturali del fratello della protagonista,
Obloskij. Si prosegue con Clerks, curioso
Walzer che accompagna la catena di montaggio sempre uguale e
impeccabile di un gruppo di impiegati e con She’s of the
Heavens, il brano che ci introduce al candido
personaggio di Kitty e all’amore non corrisposto del suo
tenero spasimante Levin: il cuore della santa madre Russia
inizia a scaldarsi grazie a Beroza (tema ripreso in
the Girl in the Birch), tipica filastrocca del
folclore popolare che con violino e balalaika vibra di vecchie e
immortali glorie gitane.
Se è Interessante notare come le
sonorità più squisitamente romantiche siano lasciate alle scene
lontane dal palcoscenico (Beyond The Stage, Someone is
Watching), quando il violino di Jack Liebeck può
finalmente abbandonarsi a note più intime e meno altisonanti nel
tentativo di catturare l’anima della mutevole protagonista
Anna (un approccio vicino a quello perseguito dalle musiche,
sempre firmate da Marianelli con la collaborazione dello stesso
Liebeck, di Jane Eyre di Cary
Fukunaga), un vero è proprio capolavoro è Dance With
me, la memorabile danza che segna lo scoccare definitivo
della scintilla fra Anna e il Conte Vronskij: pur mantenendo
alcuni tratti felici del Netherfield Ball di Orgoglio e
pregiudizio( dove Elizabeth e Darcy erano talmente coinvolti da
riuscire a isolare il resto dei convitati danzando su una melodia
più dolce e misurata), qui ci troviamo decisamente su altri
livelli, con una catena di Walzer che inizia gradualmente e procede
incessante fino a soffocare la protagonista e a risucchiarla in un
vortice senza uscita, dove la vertigine è palpabile e il crescendo
dell’orchestra sembra minacciare l’arrivo di una locomotiva
impazzita per presagire il triste destino di Anna in modo
Magistrale.
La sensualità del Walzer torna
nuovamente a imperare in I dont’ Want you go, dove il
violino continua a insinuarsi pericolosamente e a tessere la rete
fra Anna e Vronskij fino ad esplodere definitivamente in too
late, dove può infine avvolgere la scandalosa passione dei
due amanti.
Anna
Karenina è anche però la storia di Kitty e Levin,
coppia altrettanto innamorata il cui legame è reso ancora più
profondo perché nutrito da tenerezza e devozione:quanto sia
necessaria e non ingombrante la presenza dei due giovani
nell’economia della storia è evidente in Leaving home, coming
home, dove l’impeto del violino riservato ad un’ Anna che
abbandona il suo stesso figlio per fuggire con l’amato declina
nella pacata armonia dei due giovani sposi, intenti ad esplorare
quella casa che li vedrà iniziare la loro nuova vita insieme; due
temi che si scontrano sul campo della medesima partitura, ma che si
sostengono in perfetto equilibrio.
A Kitty è dedicata anche Masha’s
song, commovente e malinconica ninna nanna che esalta tutta la
dolcezza del suo personaggio e ci lascia vedere la ragazza con gli
stessi occhi di Levin.
Forse la pecca più grande di questo
score è di non volere focalizzarsi su un unico tema portante che
possa restare a lungo nella memoria dopo la visione, ma la
ricchezza della composizione è tanto esaltante che la mancanza è
facilmente perdonabile.
note: candidato agli Oscar 2013,
Anna Karenina ha dovuto cedere lo scettro per la miglior colonna
sonora all’ost di Life Of Pi firmato da Michael
Danna.
La secolare tradizione storica
inglese è piena zeppa di leggende folkroristike e fiabe
affascinati, ma una su tutte ha sempre suscitato, sia nei grandi
che nei piccini, un’ammirazione particolare. Si tratta di
Jack e la pianta di fagioli, uno dei racconti più
radicati della cultura normanna e trasposto per la prima volta
nelle stampe cinquecentesche di Benjamin Tabat e portato
alla ribalta internazionale grazie alla raccolta di racconti di
Fate e Gnomi Inglesi di Joseph Jacobs. Il tema è stato
rivisitato più volte nel mondo dell’illustrazione e del fumetto, ma
è solo nel 1947 che per la prima volta la Disney rielaborò il
racconto grazie alla figura di Topolino in Bongo e i tre
avventurieri.
Nel 2001 poi Brian Henson ha
realizzato un film televisivo ispirato al tema del giovane
contadino che si ritrova per le mani dei fagioli incantati, capaci
di far crescere una pianta che giunge sino al cielo, oltre il quale
si cela un’orda famelica di giganti. Senza poi tener conto della
rivisitazione apocrife de Il gatto con gli stivali
del 2011 e la serie televisiva Fox C’era una volta,
ecco che nel 2013, con l’uscita del nuovissimo Il cacciatore
di Giganti diretto da Bryan Singer, il giovane e
temerario Jack ritorna sul grande schermo, prontissimo, grazie
all’aiuto della computer grafica e della stereoscopia, a farci
vivere nuove emozionati avventure dove i mostri e gli uomini sono
destinati a darsi battaglia. E ancora una volta in regista di
X-Men, I soliti sospetti e
Operazione Valchiria ritorna a collaborare con
l’amico compositore, montatore e neo-regista John Ottman per
tessere una colonna sonora epica e maestosa, in puro stile
hollywoodiano così come il cinema Fantasy ci ha sempre
abituati.
Ottman, dopo l’ esperienza di regia
in Urban Legend – Final Cut, ritorna dietro il suo
spartito per sprigionare una serie di composizioni che, come nel
suo ormai consolidato stile, tentano di far emergere il lato più
oscuro e gotico della narrazione, riproponendo una classica storia
per bambini in una veste insolitamente macabra e spaventosa.
D’altronde Ottman non è assolutamente digiuno dalle atmosfere dark,
in quanto nel suo curriculum spiccano collaborazioni per film di
genere come Biancaneve nella foresta nera, Arac
Attack, Gothika, Nascosto nel
buio e il recente Uknown. Il tema principale
del film, Jack and Isabelle, ci inserisce subito in
un universo imponente, introducendo l’antefatto narrativo sulla
primigenia battaglia tra uomini e giganti e il loro conseguente
esilio nel mondo di sopra. La partitura di puro stampo orchestrale
affida agli ottoni e ai timpani il ruolo preponderante, per poi
addolcirsi grazie al pianoforte per annunciare il preludio al
futuro amore di Jack e la principessa. Il brano To
Cloister, in cui il coro prende il sopravvento sulla
struttura musicale, ci configura l’universo del regno in cui la
storia è ambientata, un mondo fantastico ed epico come nella pura
tradizione fantasy, mentre le note di Climb ci
introducono nei madri del castello reale, dove gli archi fanno da
guida tematica nelle varie sale e ci portano fino al trono del
re.
Nel momento in cui Jack si lascia
sfuggire incautamente un fagiolo caduto tra le travi del pavimento,
ecco che i timpani e le melodie inquietanti di Free
Appears ci delineano la mutazione biologica del seme
immerso nell’acqua, anticipando lo spuntare della famelica pianta.
Lo sprigionarsi del terribile ortaggio dal terreno avviene mediante
tre distinti attimi musicali; un’attesa preparatoria in cui la
musica è leggera ma perturbante, la crisi centrale, caotica e
devastante in cui la casa di Jack viene sradicata, ed infine un
tema distensivo finale di stupore e meraviglia che accompagna il
risveglio del nostro eroe e la sua impressionate scoperta.
L’incontro con i terribili giganti avviene mediante una partitura
trascinate e confusionaria, dove coro, timpani e l’intera orchestra
contribuiscono a rendere appieno un senso di orrore e di pericolo,
replicato in maniera più leggera e scherzosa nel tema della Cucina,
dove uno strambo cuoco gigante canta una macabra filastrocca
intanto che impana maiali e uomini. Questo è forse il momento più
forte in cui la musica contribuisce a rende appieno l’orrore della
situazione. Durante la discesa di Jack e la principessa Isabella,
ecco che il loro primo bacio viene sottolineato dai soavi archi di
Firts Kiss, subito però interrotti dalle note cupe ed
incombenti di The Beanstalk che segnano la discesa
dei terribili mostri sulla terra.
Sicuramente però il tema più
imponete di tutti è quello della battaglia finale tra uomini e
giganti, dove Otman dimostra di non aver nulla da invidiare alle
partiture di J.Williams o altri mostri sacri dell’epica
cinematografica; possente, caotico, destabilizzante ed emozionate.
Il brano All is Lost fa letteralmente tremare le
ginocchia allo spettatore, che si configura una sconfitta dei
nostri eroi, per poi gioire alle note distensive ed esultanti di
the New King, brano finale che suggella
definitivamente la vittoria dei buoni e l’amore tra Jack e
Isabella. Grande prova per Otman che ci accompagna all’interno di
un mondo da fiaba oscura, fatto di mostri, incubi ma anche di amori
e coraggio.
Abbiamo visto oggi in
anteprima Hunger Games La ragazza di fuoco di
Francis Lawrence(qui la recensione), e in attesa che il film
esca nelle sale, vi proponiamo la colonna sonora di Hunger Games. Ecco di
seguito la lista della soundtrack della pellicola tratta dal primo
libro di una trilogia di Suzanne Collins, campione
di incassi nel box office. Colonna sonora, anch’essa degna di
attenzione che è stata per molto tempo al primo posto della chart
Billboard,
mantenendosi stabile nella top 20 per molto tempo.
Che i 74esimi Hunger Games abbiano inizio! Arriva anche in
Italia il fenomeno di incassi Hunger Games, basato sul primo
romanzo della saga scritta da Suzanne Collins e portata al cinema
da Gary Ross.
Ogni anno a Panem, Capitol City indice gli Hunger Games, un
reality all’ultimo sangue in cui 24 giovani tra i 12 e i 18 anni si
sfidano in un’arena fino a che non ne rimane solo uno. I 24 giovani
vengono estratti a sorte dai 12 Distretti sudditi di Capitol City,
un ragazzo e una ragazza per ogni Distretto. Il giorno della
mietitura, ovvero quando avviene questo spietato sorteggio, Katniss
si troverà costretta ad offrirsi volontaria per salvare la
sorellina Primrose, estratta a sorte trai nomi del Distretto numero
12. Sorteggiato con lei, per il Distretto 12, è Peeta, un ragazzo
silenzioso che nasconde un grande segreto che potrebbe salvare la
vita di Katniss.
Il film porta con sé una grande aspettativa da parte dei
moltissimi fan, anche italiani, che hanno amato il libro, e come
adattamento questo film diretto da Ross è decisamente fedele.
Sceneggiatura e casting si adattano perfettamente ad un romanzo che
sarebbe stato sacrilego tradire.Continua
a leggere Hunger Games – recensione
Si intitola StarWaves la
prima traccia della colonna sonora di Oblivion,
che oggi vi facciamo ascoltare grazie a Rolling Stone che l’ha
pubblicata da qualche minuto.
La soundtrack, composta da
Anthony Gonzalez e Joseph
Trapanese, meglio noti come gli M83,
ricorda le sonorità elettroniche che hanno fatto la fortuna dello
score di Tron: Legacy.
Arriva finalmente dopo la track list anche un’anteprima della
colonna sonora de L’uomo d’Acciaiocomposta
per l’occasione da Hans Zimmer, colui che è
riuscito a ridare immortalità in nota a Batman e ora ci prova anche
con Superman.