Il Santa Barbara International
Film Festival onorerà Bruce Dern con il
Modern Master Award durante l’edizione di quest’anno, che si terrà
dal 30 gennaio al 9 febbraio. La cerimonia di premiazione di
quest’anno si terrà l’8 febbraio all’Arlington Theatre.
“Siamo profondamente grati e
riconoscenti verso Bruce Dern che ha voluto accettare questo
premio. Non è solamente un Modern Master, ma è un eroe”,
questo quanto dichiarato da Roger Durling,
direttore esecutivo del SBIFF.
Emma Thompson,
all’inizio segnalata come personaggio a cui sarebbe potuto andare
il premio, ha dovuto declinare l’invito perchè impegnata a Londra
per la messa in scena della versione della Filarmonica di New York
dello Sweeney Todd di Stephen Sondheim.
Il Modern Master Award è un premio
molto prestigioso. Venne istituito per offrire un riconoscimento ad
un personaggio che avesse contribuito ad accrescere la cultura
attraverso il suo impegno nell’industria cinematografica.
La casa automobilistica britannica
Jaguar ha pubblicato lo
post Rendezvous che vede
protagonisti gli attori Tom Hiddleston Ben
Kingsley e Mark Strong
nel video a tema “British Villains”. A dirigere lo spot niente meno
che Tom Hooper. Il video che
introduce la Jaguar F -Type Coupé ruota intorno
al’assunto che gli inglesi hanno sempre interpretato i migliori
cattivi nella storia del cinema e punto di riferimento di questa
bravura è l’intelligenza, unita al fascino, all’irrequietezza e
alla sicurezza di sè. E’ proprio Sir Ben Kingsley
che pone la domanta all’inizio dello spot: “Avete mai notato
come nei film di Hollywood, tutti i cattivi siano interpretati da
inglesi ?”
Tom Hooper ha anche prodotto
Rendezvous con la sua Smuggler
Films. Le musiche sono composte da Alexandre
Desplat, che ha già lavorato con Hooper per Il
Discorso del Re.
Lo spot è stato realizzato dalla
Jaguard per lo spazio pubblicitario del SuperBowl, ma i 60 secondi
sono già finiti on line. Eccoli di seguito:
Ecco la divertente parodia di
Her del Saturday Night Live, dove
Jonah Hill fa il verso al personaggio interpretato
da Joaquin Phoenix. Al suo fianco nella
divertente clip Michael Cera.
La parodia è stata trasmessa il 26
Gennaio, il giorno in cui l’attore insieme a Leonardo
DiCaprio hanno rifatto Jack & Rose nella famosa scena di
Titanic.
Circa l’esistenza di un extended
cut di The Wolf of Wall Street, film
firmato Martin Scorsese che nella sua
incarnazione finale ha sfiorato le tre ore di durata se ne era già
parlato ai tempi dell’ufficializzazione del final cut. Ma la
conferma della sua release ufficiale sembra essere arrivata solo
oggi attraverso le parole dei produttori Joey
McFarland e Rita Aziz.
I due, interrogati circa i
contenuti extra contenuti nella versione home video dell’ultima
fatica partorita dal duo Scorsese–Di
Caprio, si sono sbilanciati sostenendo la possibilità di
inserire nel Blu-Ray/DVD un’ora aggiuntiva di riprese che
porterebbero il film a superare le 4 ore.
Tali contenuti, tuttavia, non
modificherebbero in alcun modo l’andamento del film essendo,
principalmente, solo versioni estese di sequenze già presenti nella
pellicola distribuita nei cinema.
Joey McFarland si
è così pronunciato: “Penso che abbiamo ottime sorprese per
voi, ad essere onesto il film non sarà molto differente nella sua
versione estesa, è solo una versione più lunga in alcune
scene.”
Se, quindi, siete rimasti
soddisfatti del risultato del final cut di The
Wolf of Wall Streetnon vi resta che attendere
la messa in commercio della sua versione home per poter gustare la
pellicola nella sua versione originale.
Questa la trama del
film: Jordan Belfort, uno dei broker di maggior successo nella
storia di Wall Street, viene condannato a 20 mesi di carcere dopo
aver rifiutato di collaborare alle indagini su di un massiccio caso
di frode atto a svelare la diffusa corruzione vigente negli anni
’90 a Wall Street e nel mondo bancario americano. Il film è
l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro
autobiografico di Jordan Belfort. La pellicola segna la quinta
collaborazione tra Martin
Scorsese e Leonardo
DiCaprio.
In seguito allo slittamento che ne
ha causato l’esclusione dagli imminenti Academy
Awards e dopo essere stato selezionato nella
categoria fuori concorso come film di apertura del
Festival di Cannes
2014, Grace diMonaco, biopic dedicato
all’immensa Grace Kelly, si mostra nel suo
primo trailer ufficiale in lingua italiana.
Qui di seguito vi proponiamo il
video pubblicato attraverso il canale Youtube
di LuckyRed, distributrice italiana del
film.
In Grace di
MonacoNicole
Kidman interpreterà la principessa più amata di
sempre, quella Grace Kelly che, da musa
di Alfred Hitchcock, rinunciò alla carriera
di attrice per coronare la storia d’amore col principe Ranieri di
Monato, interpretato nella pellicola da Tim
Roth.
Ad affiancare i due attori sotto la
direzione del regista e sceneggiatore francese Oliver
Daham nel cast risultano anche Paz
Vega, Frank Langella, Milo
Ventimiglia, Derek Jacobi
e Parker Posey.
Grace di
Monacogiungerà nei cinema
nostrani il prossimo 15 maggio.
Perdete ogni speranza o voi che
siete in trepidante attesa di una, anche minima, fuga di notizie in
merito allo script di Star
Wars Episodio VII, ennesimo capitolo della
leggendaria saga ideata da George Lucas,
nonché primo realizzato sotto la supervisione
della Disney, neo proprietaria
della Lucas Film.
J.J. Abrams,
regista e sceneggiatore attualmente impegnato nella stesura della
sceneggiatura di questo settimo episodio, è intervenuto in
un’intervista rilasciata a The Daily
Telegraph sottolineando la riservatezza che
caratterizza queste prime fasi del progetto. Circa eventuali
possibilità di spoiler Abrams si è così
pronunciato:
“C’è un qualcosa di puro nel
non conoscere ogni piccolo dettaglio [di una storia prima del
tempo]. Stiamo vivendo un periodo d’informazione istantanea in cui
percepiamo un senso di diritto nei confronti di questa
informazione. Penso che sia giusto ricordare che non c’è nulla di
sbagliato nel pazientare”. Ed ancora: “Stavo lavorando
allo script di Star Wars oggi e le persone nel mio ufficio hanno
coperto tutte le finestre con della carta nera. Penso che volessero
essere sicuri che nessuno potesse vedere cosa stessi facendo. Mi è
sembrato leggermente eccessivo.”
Ciò che traspare dalle parole
di J.J. Abrams è dunque la conferma
dell’assoluto regime di segretezza in cui procedono i lavori in
vista di questo Star Wars EpisodioVII. Che i fan si mettano l’anima in
pace, la Disney è pronta ad agire come
un sergente di ferro al fine di evitare eventuali fughe di notizie.
L’unico dato sinora certo resta la data di esordio del film
prevista per il 18 dicembre 2015.
“La parte più difficile nel
partecipare a Dallas
Buyers Club è stata probabilmente il fatto di
riuscire a realizzare il film”. Il protagonista di Dallas
Buyers Club
Matthew McConaughey ha raccontato oggi alla
stampa romana il suo film, la sua esperienza, il suo momento d’oro
(tra premi arrivati e altri che forse arriveranno), ma ha anche
parlato di possibilità e di capacità, di volontà nel cambiare le
cose e del problema dell’HIV come un tema ancora attuale e di cui
discutere.
Di nuovo in forma, dopo la
disastrosa ma necessaria perdita di peso,
Matthew McConaughey non è apparso come quei
protagonisti che cercano la battuta, che ringraziano tutti e che
sono sempre e per forza sorridenti. Deciso nei commenti, preciso
nelle risposte, articolato nel raccontare la sua esperienza sul set
e le decisioni della sua vita, l’attore è riuscito a fare qualcosa
che poche personalità dello spettacolo riescono a fare: rendere
interessante una conferenza stampa. Ecco alcune delle risposte che
ha dato, a partire da una breve spiegazione della genesi di un film
particolarmente complesso da realizzare.
“La sceneggiatura ha girato per
20 anni ed è stata rifiutata per 137 volte. E’ stato difficilissimo
trovare i soldi per fare il film, e anche cinque settimane prima
delle riprese ci sono venuti a mancare i soldi. Quindi la parte più
difficile è stata quella di riuscire a farlo. Per me la cosa più
difficile è stata che Ron Woodroof è pieno di rabbia, si scontra
con tantissime opposizioni, la morte in primis, poi contro la FDA.
La mia sfida principale è stata quella di rappresentare le
sfumature della rabbia cercando di non rendere una interpretazione
ripetitiva.”
-Quando è entrato a far parte del progetto?
“Le sceneggiatura mi è arrivata
5 anni fa. Non c’era nessuno coinvolto, nemmeno il regista. Così
sono stato il primo a decidere di parteciparvi, dopo averla letta
ci ho scritto sopra ‘questa sceneggiatura ha le zanne’ e avevo
assolutamente intenzione di realizzare il film, ma ogni anno
slittavamo e non si riusciva mai a prendere in mano la situazione.
L’anno in cui ho deciso che avrei voluto farlo, era gennaio, ho
detto ‘in autunno girerò questo film’ e qualcuno ha cominciato a
mettere in dubbio la cosa, ma io ho insistito. I soldi sono stati
difficilissimi da trovare, ma quell’anno ho incontrato il regista
Jean-Marc Vallée che ha detto di voler partecipare. Non abbiamo
mollato nonostante le difficoltà, ma noi eravamo determinati. E
così all’improvviso sono venuti i soldi, ma cinque settimane prima
delle riprese abbiamo avuto la brutta sorpresa che i soldi erano
spariti. Poi abbiamo deciso di farlo lo stesso. Non avevamo
materialmente i soldi ma avevamo le spalle coperte, e così abbiamo
deciso di farlo. E’ stata la nostra determinazione a far si che il
film venisse realizzato.”
-E’ stato nominato agli Oscar insieme ai suoi colleghi
di The Wolf of Wall Street.
“Ho lavorato a The Wolf
of Wall Street solo per pochi giorni, sono stati nominati
Jonah Hill, e Leonardo DiCaprio,
che ha ricevuto tantissime nomination…(sorride) Vi
racconto un piccolo aneddoto: quando ho saputo che Martin
Scorsese mi voleva incontrare, mi sono ricordato che
all’Università di cinema studiavo i film di Scorsese. Dopo 20 anni
stavo andando verso casa sua. E mi sono detto ‘io 20 anni fa
studiavo i suoi film’, fuori da casa sua mi sono detto ‘mi stanno
portando davvero a casa di Scorsese per un film?’, è stata una cosa
fantastica! Inoltre le prime cose che ho notato una volta
conosciuto è che prima di tutto ha una profondissima conoscenza del
cinema, poi che ama tantissimo le parti divertenti. Mi è stato
offerto questo ruolo piccolissimo. Io mi sono documentato e ho
improvvisato alcune cose, e a lui è piaciuto tutto tantissimo. Dopo
un po’ non ci parlavamo nemmeno più, ci capivamo a mugugni, in
termini musicali. Abbiamo girato quella scena ed è stato davvero
divertente.”
-Cosa pensa de La Grande Bellezza che è il film
italiano nominato?
“Non ho visto il film ma ho
incontrato il regista, ci siamo salutati e ci siamo detti una cosa
che in questi casi non si dice mai ‘ci vediamo agli
Oscar!'”
-La sua carriera ha preso una piega decisamente
interessante, molto diversa dai suoi inizi. Cosa è cambiato? Le
scelte, i ruoli offerti o è una sua maturazione
artistica?
“Credo sia una combinazione dei
tre elementi. Qualche anno fa ero molto soddisfatto della mia
carriera, ma sentivo che volevo qualche cosa in più. Ho deciso
quindi di ricalibrare il rapporto con il mio lavoro. Avevo una vita
più avventurosa della mia carriera, il che è bene, ma ho cercato di
dare una scossa alla mia vita professionale. Mi arrivavano tante
sceneggiature che leggevo, ma volevo offerte diverse, volevo un
ruolo che mi spaventasse e che mi facesse mancare il terreno sotto
i piedi. Ho detto di no ad un sacco di cose: commedie, film
d’azione, film romantici. Mia moglie disse che prima o poi si
sarebbe esaurito il filone, e così è stato, per un po’ non mi è
arrivato nulla. Ma ho considerato che potevo permettermi di non
lavorare per un po’, nel frattempo sono diventato papà e per circa
un anno non mi è stato offerto nulla mentre mi dedicavo a mio
figlio. A questo punto sono diventato una buona idea per alcuni
registi, come è accaduto per William Friedkin per
Killer Joe, o per Steven
Soderberg che mi ha chiamato per Magic
Mike, che mi hanno pensato in un altro ruolo. C’è stato
quindi non un re-branding, ma una specie di cancellazione del
marchio che avevo. Ora ho superato i 40 anni, e un uomo comincia a
questa età ad avere nuove idee e nuove aspirazioni. La cosa
importante per me è stata la famiglia. Quanto più un uomo si sente
sicuro in casa, tanto più può allontanarsene e volare verso nuove
sfide. Ho chiuso la mia casa di produzione e la mia casa
discografica e ho deciso che volevo essere solo un attore da
ingaggio”.
– Cosa spaventava i produttori che dicevano no al
film?
“Rifiutato 137 volte. Tutti
quelli che investono soldi in un film, in particolare gli Studios,
vogliono fare buona arte, ma vogliono anche guadagnarci dei soldi.
Quando la riga di presentazione del film dice: film d’epoca, dramma
sull’HIV, eroe omofobico. Queste cose fanno dire ai produttore ‘i
soldi non li prenderò mai’.”
-Come ha fatto a perdere tutto questo peso mantenendosi
in salute e mantenendo l’energia per affrontare un ruolo così
intenso?
“La perdita di peso è stata per
me un compito molto difficile e metodico. Da militante. Sono andato
da un medico che mi ha detto quanto peso dovessi e potessi perdere,
circa 20 chili. Mi sono dato quattro mesi, quindi circa 1,5 / 2
chili a settimana. Ho vissuto da eremita, chiuso in casa,
circondato dalle cose delle quali si sarebbe circondato il
personaggio del film. La cosa sorprendente di questa fase è stata
che quanto più perdevo energia dal collo in giù, tanta più ne
guadagnavo dal collo in su. Prima di tutto avevo bisogno di meno
ore di sonno, mi svegliavo ogni mattina alle 4, qualunque fosse
stata l’ora in cui andavo a letto. L’energia che perdevo dal corpo,
si accumulava nella testa, come è accaduto a Ron Woodroof. Più
perdeva forze nel fisico, più l’energia della sua mente combatteva
per vivere ancora.”
-Ruolo cruciale per la sua nuova vita
d’attore?
“Credo che siano stati tanti
ruoli, quello che ricevo dalle persone è che forse il lavoro degli
ultimi anni mi rappresenta bene nel cambiamento. Il primo ruolo
forse è stato Lincoln Lawyer, che è piaciuto ed è andato bene al
botteghino. Per quello che mi riguarda un ruolo, un film non sono
una destinazione. Io amo molto più il processo di realizzazione del
film piuttosto che vedere il film. Ho l’ossessione di scoprire chi
è il mio personaggio.“
-Caratteristica di Ron Woodrof che è
rimasta?
“Una delle grandi lezioni che
ho imparato da Ron è che se vuoi una cosa devi fartela da
solo.”
-Che rapporto ha avuto con gli altri attori sul
set?
“Conoscevo Jennifer Garner
perchè avevo lavorato con lei prima. Non conoscevo Jared Leto prima
del film, e ci siamo incontrati veramente solo alla fine delle
riprese. Sul set io ho incontrato Rayon, e lui Ron. Non avevamo
tempo, interesse nè voglia di chiacchierare di noi personalmente, e
questo è straordinario perchè quando ci sono queste caratteristiche
vivi in una bolla, dove esiste solo il film e il tuo personaggio e
dove guardi tutto dall’interno verso l’esterno. Nei 25 giorni in
cui abbiamo girato abbiamo solo lavorato, il resto non ci
interessava.
-Hollywood ha sempre amato le trasformazioni fisiche. La
candidatura sarebbe arrivata anche senza i 23 chili in
meno?
“La capacità che ha un uomo di
superare i suoi limiti non rappresenta per forza una buona arte.
Spingersi tanto oltre può essere segno di espressione del sè, ma
non è necessariamente arte. Il fatto che io avessi perso tutto quel
peso, può avere avuto il valore di uno shock, ma quando vedi il
film non vedi una storia su ‘Matthew McConaughey che è diventato
secco’, ma su Ron Woodroof. Quando vedi il film vedi lui, il
personaggio. Dopo la prima scena io stesso mi sono detto ‘mamma mia
sembro un rettile’ ma dopo mi sono perso seguendo le vicende del
personaggio. E’ evidente che è una storia vera e lui è un uomo
reale. E il pubblico percepisce questo, e questo non vale solo per
me, anche per gli altri attore, anche per Jared.”
-Come sta vivendo l’attesa per la magica notte degli
Oscar?
“Non vivo in un’atmosfera di
aspettativa, mi sto godendo questo periodo e il fatto che parlo del
film. Il film va avanti e mi precede, è una cosa molto diversa
della promozione. Dallas Buyers Club parla da
solo. Io potrei parlarne per altri 100 anni, non mi stancherei mai
soprattutto perchè è un film realizzato con meno di 5 milioni,
perchè ha avuto una storia difficile e perchè non sono solo io, ma
è anche Jared Leto, è la sceneggiatura e il film stesso che sono
tutti candidati. Sono molto orgoglioso di questo.”
-Il problema delle cause farmaceutiche e delle cure
alternative che impatto ha avuto negli USA?
“Nel 1986 l’HIV era una
patologia che i medici non sapevano cosa fare. Davano l’AZT alle
persone, perchè si erano accorti che poteva funzionare perchè aveva
funzionato anche con alcuni malati di cancro, solo che non avevano
capito che insieme al virus uccideva anche tutto il resto. I medici
non avevano alternativa, semplicemente non sapevano cosa fare. La
cura dell’HIV non era nemmeno in cima alla lista delle
priorità. Ron Woodroof ha fatto rumore e così la FDA ha dovuto
prendere atto che ci fosse il problema. Lui sapeva che c’erano
delle medicine alternative e sapeva che alcune funzionavano. In
alcuni casi quelle medicine potevano funzionare. Lui ha fatto
rumore, ha fatto sentire la sua voce ma in tribunale ha perso, ma
ha sollevato il problema e grazie a lui il Congresso prendesse
coscienza dell’importanza di far andare avanti le pratiche e la
ricerca per la cura contro l’HIV. Per quanto riguarda le cure
alternative, la materia è insidiosa. Se una persona è affetta da
una patologia terminale perchè impedire di provare, ma ci sono
anche altri problemi diversi. Quando medicina e business si
scontrano ci sono sempre zone grigie. L’importanza di
Dallas Buyers Club è che rimane attaccato alla
pelle delle persone perchè parla proprio di questo, di cose ancora
attuali.”
-Come è stato accolto il film nella comunità
gay?
“Da quello che so la comunità
gay ha accolto molto bene il film. Molte persone sono venute da me
a dirmi, ah si io mi ricordo quel periodo, ho perso un fratello, ho
perso un amico. All’epoca l’argomento era un tabù, una vergogna
essere affetti dalla malattia. Oggi mi rendo conto che magari
alcune persone che non ci sono più e che conoscevo possono essere
morte per l’HIV ma lo nascondevano. Questo film può essere
importante anche per le nuove generazioni che non hanno idea di
come erano le cose l’epoca. Oggi dal punto di vista medico si è
fatta molta strada, e si può parlare di HIV senza problemi, una
volta si era bollati ed emarginati. Per cui è ancora importante
parlarne.”
Dallas
Buyers Club diretto da Jean-Marc
Vallee comprende nel cast
Matthew McConaughey,
Jennifer Garner,
Jared Leto, Steve Zahn, Dallas Roberts,
Griffin Dunne, Denis O’Hare, e Bradford
Cox. La storia è quella vera di Ron Woodroof, un
elettricista a cui nel 1986 viene diagnosticata l’AIDS, e a cui
rimangono sei mesi di vita. Deciso a non arrendersi, l’uomo tenta
una cura alternativa con farmaci sperimentali.
Dopo avervi riportato la decisione
di Quentin Tarantino di intentare causa
a Gawker Media (qui la notizia), colpevole di
aver contribuito alla diffusione online dello script
di The Hatetfull Eight, ci giunge
fresca di giornata la replica della testata all’autore
statunitense.
La risposta arrivataci attraverso
la pubblicazione online di un editoriale dal provocatorio
titolo “Quentin Tarantino fa causa alla Gawker per il link
ad uno script che egli stesso vuole Online”, richiama la
volontà del regista di diffondere ufficialmente lo script nella
rete in seguito all’abbandono del progetto (qui la notizia).
Il post, suddiviso in sei punti,
giustifica l’operato dell’azienda sostenendo che “Qualcuno
di sconosciuto alla Gawker lo avrebbe pubblicato su un sito web
chiamato AnonFiles e che qualcun’altro ignoto alla Gawker lo
avrebbe pubblicato su un sito differente chiamato
Scribd” sostenendo poi che “Lo scorso giovedì
Gawker ricevette una soffiata da un lettore informandoli che lo
script era online su AnonFiles, dopodichè Gawker pubblicò
l’articolo riportando che lo script era apparso nella
rete.”
Inoltre Gawker ha voluto
sottolineare di non essere stata citata per violazione di
copyright, ma per “aver contribuito alla violazione di
copyright per aver linkato un sito utilizzato per la violazione
diretta del copyright”.
Si è poi precisato che “La
notizia del fatto che (lo script) fosse online derivasse da
un’episodio dichiarato dallo stesso Tarantino” precisando
che il loro riferimento al link “era una comune ed
inevitabile componente del nostro lavoro: mettere le persone al
corrente di notizie ed informazioni che stuzzicano la loro
curiosità“.
La già corposa line up del prossimo
64th Festival Internazionale del
Cinema di Berlinosi è
recentemente arricchita di un’ulteriore opera. Secondo notizie
dell’ultima ora, infatti, Martin Scorsese,
reduce dal successo di The Wolf of
WallStreet, presenterà nel corso
della famosa kermesse il suo ultimo documentario, il cui titolo non
è stato ancora reso pubblico.
Il documentario, nel corso del
quale si approfondirà la storia editoriale del New
York Review ofBooks, è stato
realizzato a quattro mani in collaborazione con David
Tedeschi, già editor del
documentario George Harrison: Living in The
Material World (2011) e del film
concerto Shine aLight (2008).
La Retrospettiva della
67a edizione del Festival del film Locarno (6–16 agosto 2014) sarà
dedicata alla casa di produzione italiana Titanus.
Il Festival di Locarno torna a
omaggiare una grande casa di produzione, dopo la retrospettiva del
1984 dedicata alla Lux. Il programma vuole riscoprire in tutta la
sua ampiezza, grazie alla stretta collaborazione con l’odierna
Titanus, il ruolo della casa di produzione fondata nel 1904 da
Gustavo Lombardo, dalle origini fino a oggi.
La Titanus è stata l’equivalente
della Metro Goldwyn Mayer e della 20th Century Fox per il cinema
americano, case con cui ha avviato negli anni Sessanta numerose
coproduzioni. L’ampia rassegna si concentrerà sul periodo d’oro del
cinema italiano, dal dopoguerra agli anni Settanta, e presenterà
sia film già entrati nella memoria sia opere più rare. Il pubblico
del Festival avrà la possibilità di vedere i grandi melodrammi con
la coppia Nazzari-Sanson diretti da Matarazzo, le serie Pane
amore e Poveri ma belli dirette da Comencini e Risi, ma
anche i film più rivelatori di grandi autori come Fellini,
Visconti, Lattuada, Olmi, Pietrangeli, Zurlini, e dei maestri di
genere quali Bava, Margheriti, Freda, Mastrocinque, ritrovandovi
infine le presenze dei maggiori interpreti italiani, da Sordi a
Mastroianni e Gassman, da Sophia Loren e Gina Lollobrigida a
Claudia Cardinale.
Il Direttore artistico Carlo
Chatrian dichiara:“L’idea di raccontare la storia del cinema
italiano attraverso la sua più grande “fabbrica di sogni” si
collega direttamente a quel percorso di rilettura del passato,
volto a rompere steccati e pregiudizi consolidati che caratterizza
la programmazione del Festival. Guardare all’universo Titanus è
gettare uno sguardo a quel laboratorio dove il cinema popolare e
quello d’autore si confondono e si nutrono vicendevolmente. L’idea
di spettacolo che sta alla base della spinta creativa di Lombardo
padre e figlio è trasversale ai generi e alle epoche, trova una sua
unità nel senso di una narrazione capace di rappresentare un paese
senza eliminarne le diversità. È specchio di un’Italia la cui
identità è frutto di un continuo processo di ricostruzione, pensato
a partire da linee di frattura che non vengono mai camuffate.
Un’Italia capace anche di proiettarsi oltre i suoi confini e
pensare collaborazioni ambiziose con le major americane o con altre
grosse società di produzione francesi. La retrospettiva 2014,
frutto di un lungo lavoro di ricerca e di una imprescindibile
collaborazione tra varie istituzioni, intende scoprire quei fili
affascinanti, e in gran parte inesplorati, che nell’universo
Titanus intrecciano spettacolo popolare e ricerca artistica. Siamo
sicuri che lo scudo che, col suo inconfondibile motivo musicale,
apre i film della Titanus diventerà anche per gli spettatori d’oggi
una sigla memorabile.”
La retrospettiva e la relativa
pubblicazione sono a cura dei programmatori e storici
cinematografici Sergio M. Germani e Roberto Turigliatto. La
retrospettiva, sostenuta per il secondo anno dalla Posta Svizzera,
è organizzata in collaborazione con la Cineteca di Bologna,
depositaria del Fondo Titanus, il Centro Sperimentale di
Cinematografia – Cineteca Nazionale, coeditore del volume,
l’Istituto Luce Cinecittà e la Cinémathèque suisse di Losanna.
Numerose le istituzioni europee e
americane che riprenderanno il programma: la Cineteca di Bologna,
la Cineteca Nazionale, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la
Cinémathèque suisse, Les Cinémas du Grütli di Ginevra, il
Filmpodium di Zurigo, la Film Society of Lincoln Center di New
York, l’American Cinematheque e la USC School of Cinematic Arts di
Los Angeles.
Presentato inoltre il
manifesto della 67a edizione del Festival del film Locarno, ideato
dallo studio di Londra/Lugano Jannuzzi Smith.
“La Piazza Grande è uno
straordinario soggetto, ma è anche uno dei luoghi più fotografati
della Svizzera. Fin da subito abbiamo intuito che bisognava cercare
l’immagine nel “tempo”, piuttosto che in un nuovo “punto di
vista”. La proiezione sta per finire e già si vedono i titoli di coda.
Le facciate delle case si illuminano di mille colori. Le luci delle
uscite di sicurezza proiettano
un’insolita fascia rossa. La cabina di
proiezione diventa una navicella spaziale in procinto di
decollare, infuocata dalle luci dei ristoranti che man mano
riprendono la loro attività. E quella straordinaria distesa di
persone che ogni sera assiste silenziosa allo spettacolo
del cinema si rianima in una grande festa popolare. Niente di più che una manciata di secondi senza regia o
coreografia. Senza trucchi o manipolazioni, solo calibrando
esposizione e diaframma, la Piazza Grande ci regala un suo nuovo
volto.”
Michele Jannuzzi
Secondo quanto riportato da
Variety, Benedict Cumberbatch sarà il protagonista
di Blood Mountain, Thriller diretto
da Sergei Bodrov (“Mongol,” “Seventh
Son”) e prodotto da Lawrence Bender
(“Pulp Fiction,” “Bastardi Senza Gloria,” “Kill
Bill”), Nicola Horlick e James
Gibb; la sceneggiatura è stata scritta
da Jonathan W. Stokes e rivista
da John Romano.
Blood Mountain racconterà la storia
di un mercenario, privato dei suoi uomini in seguito a un’imboscata
e costretto a scortare da solo uno dei terroristi più ricercati al
mondo, attraverso un territorio ostile, per assicurarlo finalmente
alla giustizia.
La produzione dovrebbe partire ad
aprile, ma ulteriori notizie sul progetto non sono ancora state
rese disponibili.
Da poche ore è giunta inaspettata
una notizia assolutamente gradita per tutti i nostalgici desiderosi
di viaggiare ancora una volta oltre l’arcobaleno per approdare
nuovamente nel Mondo di Oz.
Per festeggiare l’anniversario
dei 75 anni dall’esordio al cinema
de Il Mago di Oz, storica pellicola
diretta da Victor Fleming ed
interpretata dall’indimenticabile Judy
Garland, nel corso degli
86thAcademy Awards avrà
luogo un omaggio al film ispirato al primo dei quattordici libri di
Oz nati dall’inventiva di L. Frank Baum.
A confermare la notizia
un’affermazione ufficiale da parte dei
produttori Craig
Zadan e Neil Meron:
“Siamo lietissimi di celebrare
il compleanno di uno dei film più amati di tutti i tempi nel corso
degli Oscar di quest’anno.”
Il Mago di
Oz, d’altronde, non è nuovo ai
salotti degli Oscar, già nel 1939 ricevette ben 6 nomination
all’agognata statuetta quali: miglior film, migliore fotografia,
migliore scenografia, migliori effetti speciali, miglior colonna
sonora e migliore canzone, riuscendo, tuttavia, a trionfare solo
nelle ultime due categorie.
Over The
Raimbow, storica colonna sonora del film scritta
da Harold Arlen e resa immortale dalla
stessa Judy Garland è da allora una delle
canzoni più note del panorama musicale e cinematografico.
Per poter scoprire quale sarà
l’omaggio offerto a Il Mago diOz non ci resta che attendere il
prossimo 2 marzo, data in cui gli Oscar
avranno luogo presso il Dolby Theatre.
Dopo la carrellata, durata 25 ore,
delle cover di Empire dedicate ai 24 personaggi di
X-Men days of future past (più una tutta
per il regista Bryan Synger) ecco che abbiamo
ricostruito, affiancando le stesse, due cover banner in cui si
ricostruisce anche il paesaggio alle spalle dei personaggi, che
nella seconda parte divente decisamente apocalittico.
La trama di X-Men
giorni di un futuro passato, tratta dall’omonimo
fumetto del 1981, ripercorre un arco temporale ambientato in un
imprecisato futuro in cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle,
mentre i mutanti vivono confinati in campi di concentramento. Kitty
Pride torna indietro nel tempo e impedisce dal passato che gli
eventi precipitino a tal punto da trasformare la vita dei mutanti
del futuro in un inferno di reclusione.
Vi ricordiamo che
nel cast sono
confermatissimi Hugh
Jackman, Ian McKellen, James
McAvoy, Halle Berry, Jason
Flemyng, Jennifer Lawrence, Michael
Fassbender, Nicholas Hoult,Peter
Dinklage e Patrick Stewart.
Il film è ispirato ai fumetti di Chris
Claremont e John Byrne dal
titolo: ”Uncanny X-Men” # 141 e 142
nel 1981. Tutte le info sul film nella nostra
scheda: X-Men: giorni di un futuro
passato.Tutte le news
sul film invece sono nel nostro
speciale: X-Men.
Guarda il Trailer internazionale del
nuovo atteso film di Terry
Gilliam, The Zero Theorem
che vede protagonisti un cast d’eccezione composto
da Christoph Waltz, Tilda Swinton, Ben Whishaw,
Mélanie Thierry, David Thewlis e Lucas
Hedges.
Trama: In un futuro dominato
dalle corporazioni, la popolazione è controllata attraverso
videocamere, dalla figura umana chiamata Management. Qohen Leth è
un hacker che lavora rinchiuso in casa, interrotto saltuariamente
da Bainsley, una donna tentatrice che lo invita a fare del sesso
virtuale, mentre Bob, un bambino prodigio figlio di Management, lo
invita a continuare il suo lavoro senza distrazioni. Qohen cercherà
di scoprire la ragione dell’esistenza umana e della condizione
sociale attuale
Arriva da The Hollywood
Reporter la notizia che
l’attrice Elizabeth Banks presto
debutterà dietro la macchina da prese per dirigere il sequel di
Pitch Perfect 2, commedia che lei stesso
ha prodotto ed interpretato qualche anno fa. Pitch
Perfect 2 continuerà quindi ad esplorare il lato
comico del mondo musicale e della concorrenza spietata tra gruppi.
Probabilmente a breve saranno annunciati anche le due
protagoniste del primo film, ovvero Anna
Kendrick e Rebel Wilson, mentre al
momento non c’è una data certa per l’uscita al cinema.
Pitch Perfect 2
sarà sceneggiato da Kay Cannon , che ha anche
scritto il primo capitolo. La sceneggiatrice insieme alla
Banks produrranno il film al fianco di
Paul Brooks , Jeff Levine e Max
Hendelman con Scott Niemeyer produttore
esecutivo .
Vi ricordiamo
che Elizabeth Banks presterà la sua voce nel
film The Lego Movie oltre ad essere fra le
protagoniste della commedia Walk of
Shame. Inoltre presto riprenderà il ruolo
di Effie Trinket in The Hunger Games Il canto
della rivolta parte 1 di Francis
Lawrence.
Voices (Pitch Perfect) è un film del 2012 diretto da Jason Moore con Anna Kendrick protagonista.
Trama: Beca è una ragazza piuttosto
alternativa che inizia il suo anno di matricola alla Barden
University con un’idea ben precisa: abbandonare dopo il primo anno
e trasferirsi a Los Angeles per diventare una DJ di successo, il
suo sogno. Lì incontra Jesse, anche lui appassionato di musica e i
due iniziano a lavorare insieme alla radio dell’università. Spinta
dal padre, professore di letterature comparate all’università,
cerca di partecipare alle attività del campus per farsi delle
amiche. Un giorno nello spogliatoio Beca canta sotto la doccia e
Chloe la sente. Lei cerca di farle fare il provino per il suo
gruppo a cappella, riuscendoci. Beca viene presa nel gruppo delle
Barden Bella’s capitanato dalla ferrea Aubrey, mentre Jesse viene
preso dall’altro gruppo maschile a cappella del college, i
Ritmonelli. L’affiatamento con le altre ragazze, ognuna con il suo
carattere e i suoi problemi, all’inizio stenta a decollare, pian
piano però le cantanti cominciano a conoscersi e soprattutto a
trovare l’intesa musicale, ecco che il gruppo allora spicca il volo
verso la grande musica. L’obiettivo è il Lincoln Center di New
York, dove ogni anno si tiene il campionato nazionale di cori tra
college. Beca dimostrerà il proprio valore di musicista anche
all’interno di un gruppo non solo come DJ, dopo varie
incomprensioni, il rapporto con Jesse avrà un lieto
fine.
Will Wilder
(Moritz Bleibtreu) è un ex-attore che ora si confronta solo
con un programma televisivo per bambini, dove veste i panni di un
gigantesco coniglio. Depresso, frustrato, incompreso e la goccia
arriva quando nessuno della sua famiglia, moglie (Patricia
Arquette) inclusa, sembra ricordarsi del suo 40esimo
compleanno. Grazie ad un equivoco, parenti e amici lo credono morto
e Will, invece di confessare la verità, sfrutterà l’occasione per
cambiare identità, diventando l’indiano Vijay Singh. Scoprirà di
essere più felice lui e tutti quelli che gli sono intorno ma non
solo: troverà una nuova intesa con la (ormai) ex-moglie.
Vijay, il mio
amico indiano di Sam Garbarski è una commedia
semplice, o meglio semplicistica, dove si rimane sempre un filino
sotto l’approfondimento, così da risultare ripetitivi, prevedibili
e a tratti paradossali. L’eco de Il Fu Mattia Pascal è
forte, almeno nel soggetto, ma resta solo un dettaglio della trama,
una citazione fine a se stessa, perché il tema non viene mai
condotto fino in fondo, probabilmente per scelta. Ci sono anche
altri echi pirandelliani, come le “maschere” indossate dal
protagonista, in una complessiva voglia di riscatto che rimane “in
attesa di giudizio” agli occhi dello spettatore: è lecita oppure
no?
Garbarski è riuscito
a donare all’indiano interpretato da Bleibeteu, autore di una buona
prova attoriale, una doppia dose di fascino: una estetica, più
interessante ed esotica rispetto alla “prima” versione di Will; ed
una immateriale, distaccata dal concetto esteriore, che accompagna
il personaggio durante tutto il film. Del resto, così com’è
affascinante il protagonista, lo è anche l’occasione che gli si
prospetta: uscire dalla statica quotidianità, avere una speranza di
cambiamento, ma soprattutto, sapere cosa gli altri pensano di lui.
Senza tralasciare la chicca di poter partecipare al proprio
funerale. Che si spalanchino le porte anche per il cuore allora, un
riscoprirsi affettivo che ha dell’incredibile, ma tant’è.
Pur con un andamento
che a volte sembra voler essere delicato e raffinato per forza,
Vijay, il mio amico indiano resta un prodotto
godibile, una commedia alla fine poco riflessiva per nulla basata
sui dialoghi, che fa della rappresentazione fascinosa del suo
protagonista il suo punto di forza, rimanendo però costantemente
dentro alla pagina della superficialità.
Arriva il dietro le quinte del
Marvel Universe Live, show
di casa Marvel che dal 10 Luglio porterà tutti i supereroi in giro
per gli Stati Uniti d’America. La manifestazione dopo aver riscosso
successo in madre patria rivolgerà il suo interesse nel mondo. Nel
dietro le quinte possiamo vedere le prime immagini della
manifestazione.
Le coreografie sono curate da Andy
Armstrong (il coordinatore delle controfigure in Thor) mentre la
regia è di Shanda Sawyer su una sceneggiatura di Adam Wilson e
Melanie Wilson LaBracio. Ulteriori info sullo show le potete
trovare qui.
Parliamoci chiaro: Elijah Jordan
Wood rimarrà negli annali come il mite-eppur-coraggioso
FrodoBaggins della trilogia de Il signore
degli anelli, con quei boccoli scuri e i piedoni pelosi da
hobbit. Ma se il personaggio creato da Tolkien – e reso
immortale una volta per tutte da Peter Jackson – è oggi
un’icona pop tra le più amate, è merito anche degli occhioni blu di
Elijah. O no?
È vero, Mr Wood è esploso nel 2001
con l’Anello & Compagnia bella, ma ricordiamoci che recita
ufficialmente dall’età di 8 anni. Dopo aver preso lezioni di
pianoforte (chissà se gli è tornato utile per il suo ultimo film,
Grand Piano), essersi cimentato in qualche spettacolo
scolastico, e aver fatto il baby-modello nella sua città natale
(Cedar Rapids, Iowa), nel 1988 Elijah si trasferisce a Los Angeles
con la famiglia e lì debutta come si deve. Compare, infatti, in un
video di Paula Abdul diretto da un certo David
Fincher, per poi aggiudicarsi una particina in Ritorno al
futuro II. Iniziano, quindi, gli anni Novanta e il
ragazzino appare in una miriade di titoli di vario genere: La
strada per il paradiso, Amore per sempre,
Le avventure di Huck Finn, L’innocenza del
diavolo, Flipper, solo per citarne
alcuni.
Un vero stacanovista. Entrato a
pieno regime nell’adolescenza, il giovanotto passa finalmente
a ruoli un po’ più adulti, che lo portano ad affrontare tempeste
di ghiaccio (con Ang Lee) e meteoriti impazziti (colpa
di Mimi Leder ), per non parlare dei parassiti che infettano
tutto il suo liceo (il solito Robert Rodriguez!). Elijah
comunque se la cava, ed è un bene perché a breve arriverà il
momento della svolta quella vera. Siamo nel 2000 e Peter Jackson ha
deciso di portare sul grande schermo la saga dell’Anello del
potere, viaggio epico in una Terra di Mezzo popolata da mille
creature e insidiata da mille pericoli. Wood viene scelto per il
ruolo dell’eroe più eroico della trilogia, l’hobbit Frodo, che, un
po’ ingenuamente, accetta di imbarcarsi nell’impresa impossibile di
riportare l’anello incriminato nella tana del lupo (o dell’Occhio,
che dir si voglia).
Il trittico firmato da Jackson è un
successo mondiale e Elijah diventa una superstar, come del resto
tutti gli altri membri del folto cast. Oltre alla fama, il giovane
si porta a casa un tatuaggio col numero “9” (condiviso con tutti
quelli della Compagnia) e, per gentile concessione del regista, una
copia del famigerato anello + Pungolo (la sua spada
intercetta-orchi) + un paio di prostetici dei suoi piedi da hobbit.
Certo, non sono propriamente i trofei che esporresti sul camino di
casa, ma, in mancanza di un Oscar, per ora il signorino si deve
accontentare. Grazie all’avventura tolkeniana, Wood è ormai un nome
su cui puntare, e negli anni successivi lo troviamo in vari
progetti, tutti molto diversi – per genere e portata – dal
blockbuster che lo ha catapultato nello star-system. Ecco quindi
che il suo faccino compare in pellicole d’autore un po’ indie, come
Se mi lasci ti cancello, Hooligans e
Ogni cosa è illuminata; ma è anche in Sin
City (seconda collaborazione con Rodriguez), in
Bobby e in Oxford Murders.
Nel 2012 Elijah fa una toccata e
fuga nella sua Hobbiville per un cameo ne Lo Hobbit – Un
viaggio inaspettato, dove torna a vestire i panni (e i
piedi) di Frodo. Ma la sua vita non è tutta casa & Contea. Wood fa
anche il produttore (ha una società, la SpectreVision, che
sforna horror) e si occupa di musica: nel 2005 ha fondato la sua
etichetta discografica e da un po’ si diletta anche come DJ (nei
club lo conoscono col nickname Wooden Wisdom o , ehm… DJ
Frodo). Una curiosità: nel 2006 è comparso in una singolare
classifica, quella della rivista Autograph Collector
Magazine, che lo ha piazzato al settimo posto nella top 10 dei
migliori firmatori-di-autografi (?!?). Noi, invece, oggi lo
piazziamo al primo posto nella rubrica Buon Compleanno. HAPPY
BIRTHDAY ELIJAH!
Resiste al primo posto il buddy movie
all black, una simpatica eccezione alla norma, Ride
along, con IceT nelle vesti di geloso fratello poliziotto,
che questa settimana incassa 21 milioni di dollari, portando il suo
totale a 75. Segue, risalendo di una posizione, Lone
survivor, con Mark Whalberg, che incassa quasi 13
milioni di dollari per un totale di 94. La terza posizione è invece
occupata dal film di animazione The nut job,
che incassa 12 milioni di dollari per un totale di 40. Il
quarto posto è del film Frozen, ormai ben
oltre la decima settimana di presenza tra i dieci film più visti al
box office americano, con un incasso settimanale di 9 milioni di
dollari per un totale di 348. La quinta posizione è invece del film
Jack Ryan: Shadow Recruit, che non sembra convincere molto
il pubblico: incassa infatti 9 milioni di dollari portando il suo
totale a 30. Il sesto posto se lo
aggiudica I,Frankenstein nuovo adattamento
del classico di Mary Shelley che sembra avere come unica
caratteristica interessante Aaron Eckhart nel ruolo della creatura:
il film ha incassato 8 milioni di dollari. Dal settimo posto in giù
troviamo invece un’accoppiata da Oscar che però non attira pubblico
in sala: American Hustle nonostante premi e
candidature, resiste in classifica dei dieci film più visti nelle
sale nordamericane da quasi due mesi, ma sempre nelle zone basse, e
con un incasso, questa settimana di 7 milioni di dollari per un
totale di 127. L’altro super candidato ma poco vittorioso al box
office è The wolf of Wall Street, che incassa
5 milioni di dollari per un totale di 98, restando in ottava
posizione. Relegato alla (molto) bassa classifica è anche un altro
mastodonte da premi: August and the Osage
County, super cast, molte candidature, poco incasso: in
cinque settimane solo 26 milioni di dollari di cui 5 questa
settimana. Chiude la classifica Devil’s due,
horror dal marketing irruento che ha incassato quasi tre milioni di
dollari questa settimana per un totale di 13.
La prossima settimana usciranno: il
remake di RoboCop, che molti attendono, e
molti attendono con preoccupazione, The lego
movie, un film con un cast
stellare: Monuments men, con, tra gli altri:
Bill Murray, George Clooney, Matt Damon.
Era il lontano 2010 quando il regista
Guy Ritchie (Sherlock
Holmes e Snatch) parlò
dell’interesse di portare sul grande schermo un nuovo adattamento
fedele alla leggenda di Re Artù. Ebbene,
da allora del film si sa pochissimo, ma oggi arriva un
aggiornamento da Deadline, che riporta la
notizia che ci sono stati dei tentativi da parte di Warner
Bros di mettere in progetto di un franchise sulle gesta di
Re Artù, che potrebbe portare a ben sei lungometraggi separati.
Secondo il noto
sito Joby Harold ha già sviluppato la
sceneggiatura del primo film che lui stesso produrrà insieme
a Akiva Goldsman, Tory Tunnell e
Lionel Wigram. Sappiamo inoltre che un privo
tentativo doveva basarsi sul lavoro di Thomas
Mallory intitolato “La Morte di Arthur”
che a sua volta è diviso in otto volumi.
Vi ricordiamo che
presto Guy Ritchie sarà al cinema con
l’atteso The Man From UNCLE con
protagonisti Henry Cavill, Armie Hammer, Alicia
Vikander, Elizabeth Debicki, Jared Harris, Hugh Grant e
Luca Calvani.
Tutte le foto nella nostra foto gallery:
[nggallery id=312]
La trama: sullo sfondo della guerra
fredda, l’agente della CIA Solo e
l’agente del KGB Kuryakin devono mettere
da parte le ostilità tra i due team e collaborare per cercare di
fermare una misteriosa organizzazione criminale avente lo scopo di
destabilizzare il fragile equilibrio mondiale attraverso l’utilizzo
di armi tecnologiche e nucleari. L’unica speranza è rappresentata
dalla figlia di un noto scienziato tedesco scomparso, la chiave per
infiltrarsi all’interno dell’organizzazione. Nel cast dei
confermati Henry Cavill (Man
of Steel), come Napoleon Solo, Armie
Hammer (The Social Network)
come Illya Kuryakin ed e Hugh
Grant (Cloud Atlas) come Waverly. Nel cast
anche Alicia Vikander (Anna
Karenina), Elizabeth
Debicki (Il grande Gatsby)
e Jared Harris (Sherlock
Holmes: Gioco di ombre).
Dell serie
originale, Robert Vaughn era Napoleon
Solo e David McCallum interpretava Illya
Kuryakin; i due erano agenti speciali della United Network Command
for Law Enforcement (U.N.C.L.E.) che combattevano contro le forze
della Technological Hierarchy for the Removal of Undesirables and
the Subjugation of Humanity (T.H.R.U.S.H.).
La sceneggiatura è scritta
da Guy Ritchie e Lionel
Wigram, che sono anche i produttori insieme
a John Davis (Chronicle)
e Steve Clark-Hall (RocknRolla, Sherlock
Holmes). David Dobkin invece è il
produttore esecutivo.
E’ arrivato sul web
il sito ufficiale italiano di
Snowpiercer, attesissimo film che
arriverà da noi il 27 febbraio.
Se volete un assaggio di questa
entusiasmante pellicola, prima che vi lasci senza fiato con tutta
la sua potenza ed intensità quando il 27 febbraio arriverà nei
cinema, eccovi accontentati…E’ online il nuovo sito italiano
ufficiale di Snowpiercer: www.snowpiercer.it che permette di
gustare e assaporare, fin da ora, l’incredibile e avvincente
atmosfera che caratterizzerà il film in tutta la sua durata.
Il film, basato sulla graphic novel
francese “Le Transperceneige”, è ambientato in un futuro in cui,
dopo un esperimento fallito per fermare il riscaldamento globale,
l’era glaciale uccide tutta la vita sul pianeta, tranne che per gli
abitanti che si trovano sul Snowpiercer, un treno che viaggia in
tutto il mondo ed è alimentato da un motore in moto
perpetuo. Sul treno cominciano a nascere divergenze
sociali, e ha inizio una ribellione. Il film al momento non ha una
data d’uscita fissata ne negli USA ne in Italia.
Nel cast del film diretto da
Bong Joon-Ho ci sono Chris Evans, Song
Kangho, Tilda Swinton, Jamie Bell, Octavia Spencer, Ewen Brewmner,
Alison Pill, John Hurt e Ed Harris.
La
Lionsgate ha diffuso un trailer internazionale di
A Long Way Down, un film diretto da
Pascal Chaumeil e basato sul romanzo di
Nick Hornby, in cui i quattro protagonisti della
storia sono interpretati da Pierce Brosnan, Toni Collette,
Aaron Paul e Imogen Poots, ai quali si
aggiungono Rosamund Pike, Sam Neill e
Tuppence Middleton.
Il film racconta la particolare,
divertente e commovente storia di quattro persone che per caso si
ritrovano tutte su un tetto di un palazzo a New York durante la
vigilia di Capodanno. Tutti e quattro vogliono suicidarsi, ma
l’incontro reciproco sembra salvare loro la vita.
Purtroppo non esiste ancora una data
USA per il film, quindi temiamo che avere una data italiana per il
momento sia quasi impossibile.
E’ Deadline a riportare
l’ennesima puntata della vicenda che vede protagonista il
regista Quentin Tarantino e la sua
ultima sceneggiatura che sarebbe dovuto diventare il
film The Hateful
Eight.Il noto sito infatti oggi
riporta la notizia che il regista ha fatto causa
a Gawker Media, il sito che ha diffuso lo
script in questione. Al momento il sito dovrebbe essere accusato di
violazione di copyright ai danni di Quentin
Tarantino, l’imputazione sembrerebbe quella di aver
superato i limiti del giornalismo avendo diffuso la sceneggiatura
integrale del regista, attraverso un articolo e dei link da cui è
possibile accedere alla sceneggiatura. Questa è, pare, l’azione che
si reputa illegale commessa dal sito.
Secondo chi ha letto lo script il
film avrebbe raccontato la storia di due cacciatori di
taglie Samuel L.
Jackson e Michael
Madsen (con ogni probabilità) e il loro ritorno a
casa, in una città chiamata Red Rock, a riscuotere le taglie. I due
sulla strada di casa avrebbero incontrato un sudista ed insieme ad
un prigioniero si rifugiano in una merceria per ripararsi da una
tempesta. Ma in questa merceria trovano un quartetto con accapo un
generale sudista, che altri non è che un boia. I tre arriveranno
allo scontro con la banda. La pellicola è descritto un western
d’insieme con personaggi molto importanti sia per Madsen che
per Bruce Dern.
Ecco la verisone italiana del primo
teaser poster di 50 Sfumature di Grigio
in cui Mr. Grey (Jamie Dornan) appare di spalle in
un elegante completo, neanche a dirlo, grigio:
Nel cast, oltre a Jamie Dornan nei panni di
Christian Grey e a Dakota Johnson nei panni di
Anastasia Steele, anche Luke Grimes nel ruolo di
Elliot, Victor Rasuk che nel film sarà Josè
intimo amico di Anastasia, Jennifer Ehle, mamma della
protagonista, Marcia Gay Harden, mamma di Mr.
Grey, Rita Ora che sarà Mia, e Max
Martini.
Il film, riadattato per il grande schermo da Kelly
Marcel e diretto da Sam
Taylor-Johnson, parla della storia di Anastasia,
studentessa americana di ventun anni che perde la testa
per un giovane imprenditore, Christian Grey, bellissimo e
misterioso. La ragazza prova in tutti i modi di non pensare a lui,
convinta di non poter avere un futuro insieme, ma il destino le
giocherà un brutto scherzo. Grey, infatti, entrerà nel negozio dove
lavora e la inviterà ad uscire. Entrambi sono attratti l’un l’altra
da una sensazione indescrivibile, e si faranno travolgere dalla
passione.
Il film uscirà negli States il giorno di San Valentino del
2015.
Arriva in blu-ray Elysium,
l’ultimo film del regista di District
9, Neill Blomkamp e che vede
protagonisti Matt Damon e Jodie
Foster in un futuro lontano e in un
mondo distopico.
Commento
all’edizione: il blur-ray di casa Sony risalta subito agli
occhi per la nuova frontiera dell’ultra HD intrapresa dal colosso
nipponico. Infatti, la masterizzazione di Elysium
è un vero fiore all’occhiello, grazie al formato panoramico ad alta
definizione 2.40:1 che vanta un master di partenza a 4 K, ovvero
una risoluzione vicina al 4096×2304. L’edizione è davvero di
pregevolissima fattura ed è in gran parte dovuta alla scelta di
editare alcuni titoli di un certo tipo con questa nuova frontiera
che inevitabilmente conferisce alla visione una nuova e più
completa esperienza. Le immagini di Elysium offrono una nitidezza e
un’incisività senza eguali. Inoltre, posseggono una capacità di
dettaglio incredibile. Corredato di un’ottima qualità anche la
traccia audio in italiano, con un DTS-HD dolby digital 5.1 che
completa alla perfezione l’esperienza visiva del prodotto. Vera
specialità invece sono in contenuti, veri e propri contenitori di
qualità, soprattutto per ciò che riguarda la lavorazione del film e
lo sviluppo. L’edizione di Elisyum per queste e molte altre ragioni
rimane davvero un fiore all’occhiello dell’home video in
Italia.
Vi ricordiamo che Elysium è
diretto dal regista (pupillo di Peter Jackson e autore di Dristict
9) Neill Blomkamp e comprende nel cast oltre al protagonista
Matt Damon anche
Jodie Foster, Sharlto
Copley, William Fichtner,
Alice Bragae
Diego Luna. Fanno parte del cast anche gli attori
Adrian Holmes, Carly Pope, , Faran
Tahir, Jose Pablo Cantillo,, Maxwell Perry
Cotton, Michael Shanks, Ona Grauer, Talisa
Soto, Terry Chen, Wagner Moura.
Trama: Nell’anno 2159,
esistono due classi di persone: i ricchi abitanti che vivono in una
stazione spaziale immacolata, chiamata Elysium, e gli altri, che
vivono su una terra sovrappopolata e in rovine. Il segretario
Rhodes (Jodie Foster) è un duro ufficiale governativo che non si
fermerebbe davanti a nulla pur di imporre le leggi
anti-immigrazione e preservare lo stile di vita lussuoso dei
cittadini di Elysium. Ciò non impedisce agli abitanti della terra
di tentare di entrare, con ogni mezzo necessario. Quando lo
sfortunato Max (Matt Damon) viene messo all’angolo, accetta di
partecipare a una missione impossibile che, se avesse successo, non
solo salverebbe la sua vita, ma potrebbe portare uguaglianza tra
questi mondi opposti.
Ecco, in esclusiva per Repubblica,
il primo trailer italiano di Lei (Her),
di Spike Jonze. Il film, come vi abbiamo già
riferito, è doppiato da Micaela Ramazzotti che
prenderà il ruolo (solo voce) di Scarlett
Johansson. Ecco di seguito il video:
Ad un primo ascolto il risultato
del doppiaggio non è malvagio. La Ramazzotti riesce abbastanza bene
a dare idea di una voce che è anche corpo e quindi concretezza, pur
non comparendo mai. Vedremo come se la caverà “sulla lunga
distanza”del film intero.
Risordiamo che il film ha già
portato a casa un meritato Golden Globe per la migliore
sceneggiatura assegnata a Spike Jonze.
Ecco le 5 nomination
di Lei:
MIGLIOR FILM– Produttori: Megan Ellison, Spike Jonze
e Vincent Landay MIGLIOR SCENEGGIATURA
ORIGINALE – Spike Jonze MIGLIORI SCENOGRAFIE – K.K. Barrett
(Production Design); Gene Serdena (Set Decoration) MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE– William Butler e Owen Pallett MIGLIOR CANZONE ORIGINALE– “The Moon Song” Musica di Karen; Testo
di Karen e Spike Jonze
Lei di
Spike Jonze uscirà nei nostri cinema il
13 marzo 2014.
Ecco il podcat della puntata numero
143 di Pop Corn da Tiffany. Questa sera, a partire
dalle 21.30 su Ryar Web Radio, Emanuele Rauco, Francesca
Vennarucci, Simone Dell’Unto e Riccardo
Iannaccone (alla regia e non solo) ci parleranno del
cinema di questa settimana.
Intervengono in puntata
Daniele Gaglianone, regista del documentario
La Mia Classe, presentato all’ultima
Mostra di Venezia. Si parlerà poi di The Counselor – Il
Procuratore, ultimo film di Ridley
Scott con Michael Fassbender, Brad Pitt, Javier
Bardem, Penelope Cruz e Cameron Diaz e
poi di buon cinema, in questi giorni sugli schermi, con
C’era una volta a New York e
Nebraska. Chiuderà la
puntata la rubrica Nerd Herd dedicata ai remake “chi non piacciono
a nessuno” partendo da Carrie Lo Sguardo di
Satana, uscito la scorsa settimana al cinema. Infine
l’appuntamento fisso con Spoilerman di Riccardo e I cineastri di
Simone.
Mentre volge al termine
il primo ciclo di appuntamenti Nexo Digital che si concluderà
domani, martedì 28 gennaio, con l’Hamlet interpretato da
Rory Kinnear (elenco sale
http://www.nexodigital.it/1/id_339/National-Theatre-Live—Hamlet.asp),
Nexo Digital è lieta di annunciare l’arrivo al cinema di altri 4
nuovi titoli d’eccellenza del National Theatre di Londra.
A partire dall’11 marzo arriva infatti in sala la nuova stagione
del più importante teatro di Londra per proporre sul grande
schermo in lingua originale e con sottotitoli in italiano
(elenco delle sale e dettagli sulla programmazione a breve
disponibile su www.nexodigital.it) quattro titoli attesissimi
richiesti a gran voce dal pubblico e dalla critica:
L’Othello di Nicholas Hytner con Adrian Lester e Rory
Kinnear (11 marzo); Coriolanus con Tom Hiddleston (8
aprile); War Horse reso celebre dal film di Steven Spielberg
(6 maggio); Re Lear del regista Premio Oscar Sam Mendes con
Simon Russell Beale (24 giugno).
L’idea di fondo del progetto è
quella di permettere a coloro che normalmente non hanno accesso al
National Theatre di Londra di gustarne le produzioni in diverse
parti del mondo. Per questa ragione nelle giornate delle riprese
cinematografiche gli attori tendono a dare il meglio di sé sul
palcoscenico: sanno che si tratta delle performance in assoluto
più viste tra quelle portate in scena, performance che saranno tra
l’altro conservate negli archivi del Teatro per la memoria dei
posteri. Performance che faranno cioè la storia del National.
Gli spettacoli del
National Theatre al cinema vengono inoltre arricchiti da “extra”
di grande interesse come interviste con registi e attori,
scambi di battute con esperti, dietro le quinte, dettagli
inediti. Tutti speciali cui gli spettatori a teatro non possono
naturalmente accedere.
Ecco il calendario
della stagione:
Othello | 11
Marzo
Nicholas Hytner e Adrian
Lester uniscono nell’Othello i loro talenti per una
rappresentazione agile, lucida e avvincente che mette in scena un
Otello appena sposato con una giovanissima Desdemona. Ogni
scetticismo sulla contemporaneità della rappresentazione lascia
spazio all’efficacia di un thriller psicologico in grado di mettere
in scena i sentimenti che muovono la tragedia proprio come li
concepì Shakespeare. Hytner insomma fa sì che tutto cambi senza che
nulla cambi; ecco allora un pub di Londra, musica pop a tutto
volume, riunione in un tetro fortino di cemento armato, la base
britannica a Cipro. Il tutto coronato da un cast perfetto.
Coriolanus | 8
aprile
La tragedia di Shakespeare
Coriolanus affronta, nel corso dei suoi 5 atti, il tema
sempre attuale della manipolazione politica e della vendetta.
Ispirato a Le vite parallele di Plutarco e al testo di Tito
Livio Ab urbe condita, Coriolanus fu composto
dallo scrittore inglese tra il 1607 e il 1608. Oggi è portato in
scena con un eccezionale Tom Hiddleston (The Avengers, War
Horse) nel ruolo di Coriolano e con Mark Gatiss (Doctor Who,
Sherlock della BBC) in quello Menenius.
War Horse | 6
maggio
War Horse è basato
sull’omonimo romanzo di Michael Morpurgo. Pubblicato nel 1982, il
romanzo è divenuto uno spettacolo teatrale messo in scena con
grande successo a Boadway e a Londra. La sua popolarità ha spinto
Steven Spielberg a farne un film capace di conquistare 6
nomination all’Oscar. La rappresentazione teatrale mette in scena
sentimenti universali e senza tempo e con la potenza dell’arte e la
forza del movimento li fa vivere sul palcoscenico; il tutto
accompagnato dalla spettacolarità fantasiosa della South Africa
Handspring Puppet Company che per l’occasione ha realizzato cavalli
in scala reale, coi loro corpi di teste, fianchi e tendini di cavi
di ferro.
Re Lear | 24
giugno
Shakespeare deriva il materiale per
questa sua tragedia dall’antica mitologia britannica. Il vecchio Re
Lear, prossimo ad abdicare, decide di dividere il regno tra le tre
figlie sulla base dell’amore che sapranno dimostrargli. Le prime
due gli offrono altisonanti dichiarazioni di affetto mentre la
preferita racconta con estrema sincerità e senza falsa enfasi il
suo amore. Irritato, Lear la ripudia. Si renderà però ben presto
conto del suo errore, come racconta il Premio Oscar Sam
Mendes che torna così al National Theatre di Londra per
dirigere Simon Russell Beale nella celebre tragedia.
L’atteso The Wolf of Wall Street ha
conquistato il box office italiano con un ottimo incasso,
piazzandosi in testa alla classifica con ben 3,8 milioni di euro.
Il film di Martin Scorsese candidato a 5 Oscar ha conquistato il
pubblico italiano, ottenendo una media stellare di quasi settemila
euro. Un vero successo per la pellicola con Leonardo DiCaprio,
considerando le 3 ore di film e il conseguente numero limitato di
spettacoli nelle 560 sale disponibili.
Buon debutto anche per Tutta colpa di Freud, che apre in
seconda posizione con 2 milioni incassati in oltre 350 copie. La
commedia di Paolo Genovese ottiene un’ottima media per sala di 5400
euro e punta a un passaparola molto positivo.
Terzo posto ma incasso discreto per
A spasso con i dinosauri, che nonostante
il sovrapprezzo 3D incassa 1,5 milioni in 500 copie
disponibili (aumentate nelle giornate di sabato e domenica).
Il Capitale Umano scende in quarta
posizione con altri 700.000 euro, giungendo a 4,5 milioni
complessivi alla sua terza settimana di programmazione.
Dopo l’esordio in testa del primo
weekend, The Counselor – Il Procuratore
precipita al quinto posto perdendo oltre il 50% rispetto al
debutto. Il film di Ridley Scott raccoglie altri 646.000 euro per
2,7 milioni totali.
Segue Un Boss in Salotto, arrivato a ben
11,8 milioni complessivi con altri 571.000 euro.
Le due posizioni successive sono
occupate da due new entry che ottengono risultati piuttosto
deludenti.
Infatti l’horror I, Frankenstein debutta con 442.000
euro in 210 sale, registrando una media di poco superiore ai
duemila euro, mentre la commedia che sfoggia un cast di veterani di
Hollywood, Last Vegas, non va oltre 404.000 euro
in 212 copie.
Il franchise di successo
Paranormal Activity sembra non avere fine
e arriva anche in Italia l’annunciato spin-off intitolato
Il segnato, in
originale Paranormal Activity: The Marked
Ones. La pellicola, nata abbastanza
inspiegabile da una costola del primo
capitolo Paranormal Activity
di Oren Peli, è diretta
da Christopher Landon e vede nel cast
protagonisti Andrew Jacobson, Molly Ephraim, Richard
Cabral, Carlos Pratts, Eddie J. Fernandez. Ancora una
volta a produrre la pellicola la Paramount Pictures con
l’apporto da produttore di Oren Peli.
La storia inizia nel Giugno del 2012
ad Oxnard, in California. Dopo la morte di una donna
nell’appartamento sotto al quale si sta tenendo una festa, alcuni
partecipanti decidono di tirare fuori la telecamera ed indagare.
Nel farlo, scoprono un oggetto associato ai rituali di magia nera
ed il protagonista della storia, Jesse, trova delle foto che lo
ritraggono: i giorni successivi il ragazzo si ritroverà con un
morso non umano sul braccio, e sarà solo l’inizio. CONTINUA A LEGGERE LA
RECENSIONE