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Detachment: il distacco – Clip in esclusiva per Cinefilos.it con Adrien Brody!

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In Esclusiva per Cinefilos.it ecco una clip di Detachment: il distacco, pellicola presentata con successo al Tribeca Film Festival 2011 che  ha poi fatto incetta di premi in diverse kermesse cinematografiche in tutto il mondo.

Breaking Bad sul grande schermo?

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Breaking Bad, serie che vede protagonista un professore di chimica che, venuto a sapere di avere il cancro, decide di cambiare vita utilizzando le proprie conoscenze per dedicarsi alla produzione di droga, potrebbe avere una versione cinematografica. Si tratta al momento solo di voci di corridoio, nulla è stato ancora deciso.

Il protagonista Bryan Cranston ha recentemente dichiarato che il creatore della serie, Vince Gilligan, ha già accumulato un discreto bagaglio di idee, per le 16 puntate che andranno a comporre la quinta stagione della serie e oltre,  e l’idea di un film non è poi così lontana. Cranston ha del resto sottolineato come nemmeno lo stesso Gilligan sappia quali sviluppi potrà prendere la serie prossimamente, non si può quindi eslcudere nulla. Ovviamente nel caso il film fosse effettivamente girato, Cranston ne sarebbe con tutta probabilità il protagonista, visto che il suo contratto lo obbligherà almeno a dover prendere in considerazione la possibilità. La quinta stagone di Breaking Bad prenderà il via negli USA il prossimo 15 luglio.

Fonte: Empire

Frankenweenie: ecco tutti i personaggi del nuovo film targato Tim Burton!

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Ecco tutti i personaggi di Frankenweenie. Dal genio creativo di Tim Burton (Alice in Wonderland, The Nightmare Before Christmas) arriva Frankenweenie,

Lo Hobbit: ecco un concept dal videogame

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Lo Hobbit: ecco un concept dal videogame

In attesa di vedere il film all’imminente ComicCon, ecco un concept art dello Hobbit, realizzato dall’illustratore Ilya Nazarov per il videogioco War in the North.

Monsters University: ecco il teaser trailer del film

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Monsters University: ecco il teaser trailer del film

Ecco il primo teaser trailer italiano di Monsters University, il prequel del fortunatissimo e bellissimo Monsters & Co, capolavoro targato Pixar. In attesa di vedere ancora Ribelle, ecco cosa ci aspetta all’università dei mostri, con due giovani Mike Wazowski e James “Sulley” Sullivan.

Ecco il video:

 

Ecco anche quattro immagini ufficiali, prese direttamente dal teaser:

Monsters University – Il teaser trailer ufficiale italiano HD

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Monsters University – Il teaser trailer ufficiale italiano HD

Ecco il teaser trailer italiano in HD di Monsters University, sequel del famoso film Pixar Mosters. I 18enni Mike Wazowski e James “Sulley” Sullivan, matricole alla “monsters University”, hanno un desiderio: partecipare al più prestigioso corso per spaventatori del mondo. Inseguendo questo sogno, da grandi rivali diventeranno inseparabili amici. La vita del college non è mai stata così…mostruosamente divertente! Monsters University sarà prossimamente al cinema!

Ecco il personaggio di Winona Ryder in Frankenweenie

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Tutti ricordano in suo bellissimo ruolo in Edward Mani di Forbice, ed ora la 40enne Winona Ryder ritorna a lavorare con Tim Burton in Frankenweenie, film in

Anne Hathaway su Catwoman e Fantine

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Anne Hathaway su Catwoman e Fantine

Anne Hathaway compare in tutta la sua genuina bellezza sulla copertina di Allure di luglio 2012. L’attrice sta vivendo un momento eccezionale, dal momento che è attesissimo

L’oscuro passato di Ryan Gosling

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E se vi dicessimo che anche il più serio degli attori, quello impegnato sempre in film drammatici e violenti, ha avuto un passato di gioia e spensieratezza?

Daniel Radcliffe nel videoclip degli Slow Club

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Dopo l’annuncio di circa 24 ore fa del nudo integrale di Shia LaBeouf nel video degli Sigur Ros, e dopo la notizia ormai datata della partecipazione del collega e amico Rupert Grint

Chernobyl Diaries – La mutazione: recensione

Chernobyl Diaries – La mutazione: recensione

Arriva anche nelle nostre sale Chernobyl Diaries – La mutazione, nuova attesa creatura di Oren Peli, creatore del fenomeno, (poco fenomenale) Paranormal Activity.  Il film è tratto proprio da una storia originale di Oren Peli che  per l’occasione si è ispirato al più grave incidente nucleare della storia e prende spunto da i tragici eventi di Chernobyl e dalla famosa città fantasma Pripyat, nel cuore dell’Ucraina.

Chernobyl Diaries – La mutazione segue le vicende di sei giovani turisti che ingaggiano una guida specializzata in turismo estremo. La guida, ignorando tutti i segnali di pericolo, li porta a Pripyat città nella quale vivevano i dipendenti della centrale nucleare di Chernobyl, rimasta disabitata dopo il disastro di oltre 25 anni fa. Dopo una breve esplorazione, il gruppo, impossibilitato a ripartire, scopre di non essere solo…

Chernobyl Diaries - La mutazioneRicco di spunti interessanti, Chernobyl Diaries – La mutazione è sicuramente molto meglio del precedente film di Oren Peli, quel Paranormal Activity che era diventato quasi una moda più che un vero film dell’orrore. Sin da allora Peli aveva mostrato di saperci fare e in questo caso conferma tutte le sue potenzialità, superando se stesso e costruendo una storia ricca di fascino e suggestione nel cuore dell’Europa dell’Est. La pellicola seppur vittima di alcuni fastidiosi cliché del genere che proprio non vogliono scomparire, riesce nell’intento di suscitare inquietudine e tristezza, grazie alla buona messa in scena del viaggio nella città fantasma di Pripyat.

Le atmosfere spettrali e grigie, rimangono sempre credibili e realistiche. Ma la vera sorpresa è la buona costruzione drammaturgica del film che fa della suspence il suo asso nella manica. Il regista Brad Parker si dimostra abile nel costruire sequenza per sequenza il film, senza tralasciare i momenti di sospensione che carica al punto giusto la tensione, aiutato da un’apprezzabile e servizievole sceneggiatura. Forse l’unico punto debole del film è come già anticipato l’utilizzo di alcuni cliché del genere e dei personaggi poco approfonditi e completamente travolti dagli avvenimenti.

Chernobyl Diaries – La mutazione, nonostante questo, è un buon condensatore di tensione, adrenalina, che farà saltare  lo spettatore sulla poltrona a più riprese.

Il Cammino per Santiago: recensione del film di Emilio Estevez

Il Cammino per Santiago: recensione del film di Emilio Estevez

Ci piace pensare che la vita che viviamo è quella che abbiamo scelto, è quella che ci siamo costruiti, perché l’uomo è artefice del proprio destino, si sa. Ed è davvero così, quando tutto va bene, poi qualcosa va storto, qualcosa si mostra per quello che è: più grande di noi, più forte del nostro controllo, e allora siamo in balia del fato, allora siamo piccoli.  David Avery ha vissuto la vita che ci si aspettava lui vivesse, fino a quando ha capito che non era fatta per lui, che voleva vedere il mondo. Così, senza una meta precisa ha cominciato il suo viaggio. Poi, è arrivato l’ultimo: Il Cammino di Santiago. Quando Tom Avery, oftalmologo californiano, riceve la notizia della morte di suo figlio sul Cammino, non ha idea di cosa sia. Così parte per la Francia, col semplice proposito di riportare il corpo di David a casa. Tuttavia, una volta arrivato, decide due cose: di darsi un’altra opportunità di entrare nel mondo del figlio, e di dare a David l’occasione di arrivare alla fine del Cammino, di cui era riuscito a percorrere una sola tappa.

Zaino in spalla, Tom parte alla volta di Santiago di Compostela, sulla strada battuta da migliaia di pellegrini, credenti e non, che decidono di intraprendere il viaggio spirituale che fa parlare di sé da secoli e secoli. Quasi sempre sono i figli a seguire le orme dei genitori, stavolta, invece, un padre calpesta letteralmente le orme lasciate dal figlio e, per la prima volta, vive ‘la vita che gli capita’ e non quella che, con tutte le cinture di sicurezza, ha scelto per sé.

Diretto da Emilio Estevez, che interpreta anche Daniel, e con Martin Sheen, nei panni di Tom Avery, Il Cammino per Santiago altro non è che un viaggio alla ricerca di se stessi: un topos trito e ritrito, che forse ci siamo anche annoiati di stare a guardare. Tuttavia qui siamo di fronte ad un viaggio che è dichiaratamente un viaggio di ricerca spirituale, che non nasconde la sua natura, ma ce la mette davanti agli occhi con grande semplicità, perché nessuno percorre il Cammino per caso.

Se cerchiamo colpi di scena, dunque, Il Cammino per Santiago non fa per noi, ma se vogliamo allontanarci dal mondo reale per un po’, non dobbiamo far altro che sederci e goderci il racconto di un viaggio diverso: un viaggio di volontà e serena scoperta.

Girato tra Francia e Spagna, lungo il vero Il Cammino per Santiago, il film presenta molti elementi interessanti anche sul piano tecnico, con personaggi ben caratterizzati e una fotografia volutamente ‘sporca’, quasi a voler imitare lo stile del reportage, curata da Juan Miguel Azpiroz. Applaudissimo al Fiuggi Family Festival, Il Cammino per Santiago sarà nelle sale italiane a partire dal 27 giugno.

Tom Hiddleston nel mondo del porno

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Tom Hiddleston nel mondo del porno

Tom Hiddleston sarebbe in tratative per interpretare Paul Raymond, magnate del porno, editore e proprietario del primo strip club inglese. L’attore che sta assaporando la sua nuova notorietà grazie al personaggio di Loki interpretato già in Thor e in The Avengers, si troverebbe a lavorare in un biopic parallelo, in quanto il regista, Michael Winterbottom, sta già lavorando ad un film biografico non autorizzato su Raymond con protagonista Steve Coogan, quando il figlio di Raymond in persona, Howard, ha preso in mano la situazione e ha avviato una produzione diversa incentrata sempre sul padre con protagonista appunto il caro Tom.

Ci prepariamo quindi a due film che partono dalla stessa storia; la cosa non è nuova in quanto di recente è accaduto per Biancaneve, e in passato con biografie illustri, dai due film su Truman Capote ai film su Alessandro Magno, dei quali però solo uno è andato in porto.

fonte: comingsoon

James Corden e i suoi progetti dopo il Tony Award

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james-cordenReduce dalla vittoria dei Tony Award come miglior attore per l’interpretazione di One Man, Two Guvnors, battendo il favorito, Philip Seymour Hoffman in Morte di un commesso

Nuovo Trailer per Il Cavaliere Oscuro il ritorno – Esclusiva Nokia!

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Arriva un lungo nuovo trailer del Cavaliere Oscuro il ritorno. Un filmato di ben 2 minuti e mezzo in esclusiva per la nokia. Gustatevi lo spettacolare montaggio.

Ecco Angelina Jolie nei panni di Malefica!

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Ecco Angelina Jolie nei panni di Malefica!

Finalmente possiamo dare una prima occhiata ad Angelina Jolie nei panni di Malefica, nel film dedicato alla cattiva della Bella Addormentata nel Bosco.

Anteprima del nuovo trailer di The Twilight Saga: Breaking Dawn – parte 2!

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Arriva la preview del nuovo trailer di The Twilight Saga: Breaking Dawn – parte 2, che è stato diffuso dalla Summit. Il trailer completo sarà online domani mercoledì 20 Giugno. Ecco la clip dal trailer:

Senza Frontiere/withiutborders al Festival dei Due Mondi 2012

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SENZA FRONTIERE/withoutborders  è il festival cinematografico  dedicato a film che mostrano quanto abbiamo in comune noi esseri umani.

Giffoni Film Festival 2012: Jessica Alba, Patti Smith e tutto il programma!

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E’ stato presentato oggi il programma ufficiale del Giffoni Film Festival 2012, che quest’anno porta con se grossi numeri, tanti ospiti e molte anteprime. Fra i più attessi, Patti Smith, Jessica Alba, JEan Reno, Dianna Agron e molti altri.

Il Cavaliere oscuro il ritorno: arriva lo spettacolo nello Spot 9!!

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Continuano ad arrivare sorprendenti spot tv per il Cavaliere Oscuro il ritorno. Nel nono spot ci sono moltissime immagini inedite che mostrano la spettacolarità del film. Non perdetelo!

Lincoln va a caccia di vampiri diretto da Timur Bekmambetov

Da un po’ di anni il mondo dell’irrazionale, dell’oscuro e del gotico ha subito una sorta di restyling, di “reboot”-per usare un termine rubato a piene mani dal mondo del cinema- che lo ha portato a vivere una seconda primavera, una sorta di “rinascita”: mescolando sapientemente atmosfere horror a sentimentalismo melò e storia (di ieri e di oggi) sono nati fenomeni mondiali come l’ormai indiscutibile cult adolescenziale firmato Stephenie Meyer di nome… “Twilight” (e tutti i suoi derivati).

Hans Zimmer comporrà la colonna sonora di Superman: Man of Steel!

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Variety annuncia che la colonna sonora di Man of steel, reboot di Superman prodotto da Christopher Nolan e diretto da Zack Snyder sarà affidata a Hans Zimmer. Dopo la trilogia di Batman diretta da Nolan, il compositore tedesco si sposta in tandem con il regista di Memento, e si occupa così di un altro amatissimo supereroe DC.

Charlize Theron: la più “Monster” del Reame

Charlize Theron: la più “Monster” del Reame

Charlize Theron – Le carriere degli attori e delle attrici sono in qualche modo legate in maniera indissolubile alla loro bellezza. Molti si sono imposti come icone o miti da far si che ancora oggi il loro stile viva. Basta pensare alle attrici più “commercializzate” dell’ultimo periodo, da Audrey Hapburn, Grace Kelly, Marylin Monroe e tante altre, che vengono ricordate per la loro presenza di stile piuttosto che per determinate interpretazioni o apparizioni. Tutte loro sono state l’esempio di tante giovani, che non deve essere ricondotto al divismo, ma più ad una lotta con un doppione che aveva oltre al talento quella bellezza che le ha portate ad essere e apparire nello stesso momento sulla scena, assumere entrambe le sembianze e subirne il doppio effetto mediatico.

Charlize Theron ha una storia che segue questo filo, come quello che le si impigliò sulla sedia della celeberrima  pubblicità e che ancora oggi non smette di legarla alle sue colleghe, come il recentemente spot per J’ador, le ha ricordato. Ma la differenza (poiché ce n’è sempre una) e che lei molto spesso ha deciso più di essere (brutta) che apparire.

Charlize Theron: la più “Monster” del Reame

Charlize Theron nasce il 7 agosto del 1975 a Benonni in Sudafrica da genitori di discendenze europee, ereditando così i colori prettamente francesi dal padre Charles Theron e la figura statuaria di origini olandesi da parte di madre, Gerda Maritz. Nonostante la grazia concessa dalla natura, la sua infanzia non è proprio delle più facili, i primi anni li trascorre in una tenuta piuttosto isolata a Johannesburg, i genitori, ricchi proprietari terrieri possedevano anche un impresa di costruzioni stradali. Ma la sua casa rimaneva isolata e il solo contatto era con la natura e con un educazione basata principalmente sulla cultura sudafricana. All’età di 6 anni frequenterà la scuola elementare a Putfontein ma parallelamente prenderà le lezioni di danza alla National School of the Arts a Johannesburg.

È rimasta orfana di padre all’età di quindici anni, un esperienza traumatica poiché quest’ultimo venne ucciso dalla madre che inseguito venne assolta per legittima difesa, questa vicenda legò molto la giovane attrice alla madre tanto da essere onnipresente nella vita di quest’ultima ricoprendo non solo il ruolo di genitore ma soprattuto di supporter “Mia madre mi ha convinto a inseguire ciò che volevo, a fuggire da un paesino sperduto dell’Africa. In casa non c’era la tv, e nella città più vicina non c’era nemmeno il cinema. Laggiù Hollywood era una leggenda, non un quartiere di Los Angeles. Nonostante questo isolamento mia madre è stata capace di insegnarmi il coraggio. Mi ha regalato uno spirito indipendente. Ha reso possibile il mio, anzi, il nostro viaggio”.

Di fatti, quando all’età di 16 anni vince il concorso The New Model Today a Positano nell’intervista che seguirà la vittoria dichiara di voler diventare un attrice, vincere tanti Oscar e che i soldi vinti le serviranno per dedicarsi alla danza. Così approderà a Milano ai primi contratti di moda, sarà proprio la madre a dirle “Qualsiasi cosa accada, pensa che potrai sopportarlo, superarlo, quindi scegliere ciò che vuoi davvero”.

Ma dopo due anni si stanca di sfilare sulle passerelle e stare in posa per le copertine, quindi coglie l’ennesima chance con il celeberrimo spot di Martini girato a Portofino. Lo storyboard richiama fortemente la tipica location da esportazione per il mito italiano della “Dolce Vita”, il bianco e nero non ridimensionano la bellezza che invece buca lo schermo e ha fatto sognare gli italiani anche per le sue curve da capogiro, sarà proprio quel filo che le svela il fondoschiena mentre lei cammina che la porterà sempre più a Hollywood “Non ho mai avuto la fissazione della forma: se gli italiani amano il mio didietro, per me questo è un vero complimento”.

Ma non è abbastanza, il primo amore di Charlize rimane la danza, sarà il motivo per cui arrivata a 18 anni si stabilisce a New York per entrare Joffrey Ballet School, dove perfezionerà il suo stile. Si esibisce in numerosi spettacoli come Il lago dei cigni e Lo Schiaccianoci ma il sogno dura meno di un anno, una grave lussazione al ginocchio le preclude una carriera in questo ambito “La danza però la porto ancora dentro. Mi ha forgiata, mi ha insegnato a misurarmi con le mie forze con la necessità di un ordine. È a lei che devo la disciplina con cui lavoro. Fu duro volerla lasciare (…) ma è stata la mia forza motrice e lo è ancora. Oggi mi tengo ancora in forma con la danza, con lunghe camminate, con gli esercizi di Pilates. E amo sempre andare a vedere i balletti.

ìConcluso questo sogno, indosserà nuovamente i tacchi vertiginosi sulle passerelle, ma ancora una volta rinnega il mondo della moda e la strada facile che le offre la sua bellezza, così vola verso Los Angeles per tentare la fortuna nel cinema. Studia e segue i corsi di Ivana Chubbuck e dopo sole due settimane dal suo arrivo mentre era a Hollywood Boulevard un agente rimane impressionato dalla sua bellezza, quindi, non si lascia scappare l’occasione e la invita negli studios. Dopo essere stata scartata (per sua fortuna) nel ruolo principale in Showgirls (che oltre ad essere un fiasco vinse nel ’95 numerosi Razzie Award) si procura piccoli ruoli, come il cameo nell’horror Children of the Corn III. Fino a quando nel 1996, spicca nel ruolo della sensuale Helga in Due giorni senza respiro, per poi essere diretta da Tom Hanks nel musical Music Graffiti, film che non sarà degno di memoria ma corona il suo sogno di recitare per la star di Forrest Gump per cui impazziva da bambina.

Per parlare di notorietà bisognerà aspettare il 1999 cogliendo con vera astuzia tre occasioni in tre film completamente diversi tra loro che fanno conoscere la sua bellezza ma soprattutto dimostrano una certa dose di audacia nell’affrontare copioni e ritmi di recitazione opposti. Seduce e affascina nel film mefistofelico L’ Avvocato del Diavolo con Al Pacino, per poi passare ad essere La moglie dell’astronauta Johnny Depp tra drammi familiari ed entità aliene, ed infine interpreterà il ruolo di Candy Kendall e da vita a un amore con l’incerto con Tobey Maguire nel film Le regole della casa del sidro. Richiestissima nell’ambiente, di conseguenza conquista i giornali di tutto il mondo tra cui Playboy e l’anno seguente verrà considerata dalla rivista People come una delle 50 donne più belle al mondo. Nel 2000 è ormai star e dimostra sempre più il suo grande talento artistico facendo innamorare l’ex veterano di guerra e ora golfista Matt Damon ne La leggenda di Bagger Vance diretto da Robert Redford. Ma anche la sua dolcezza e fragilità nel ruolo di Sara in Sweet November con Keanu Reeves. Fino a cambiare completamente per Woody Allen diventando una mangiatrice di uomini ne La maledizione dello Scorpione di Giada. Per dedicarsi ai furti, un po’ per vedetta e un po’ per amore insieme a Mark Wahlberg in The Italian Job.

Quindi, brava e bella, però detto e scritto come se fosse un mezzo complimento, risultato più un connubio pessimo che un alchimia perfetta, quindi decide di interpretare ruoli difficili, infatti nel 2004 si affiderà all’esordiente Patty Jenkins per girare Monster. Il ruolo della seria killer Aileen Wurnos era complesso sin dalle fasi principali della lavorazione, le era stato richiesto di ingrassare 15 kg e sottoporsi a svariate ore di trucco per diventare brutta. La performance così forte e drammatica nel rendere questo ruolo vero e credibile, le ha fatto vincere la tanto sognata statuetta ed entrare ufficialmente tra le attrice più pagate e richieste di Hollywood insieme a Nicole Kidman, Drew Barrymore, Reese Witherspoon, Renée Zellweger e tante altre ancora.

Da questo momento in poi sceglierà sempre ruoli di diversa natura tra l’impegno per le donne come in The North Country all’esplorazione della solitudine in The Burning Plain. Per poi passare a quello d’autore come Nella valle di Elah, fino a quelli commerciali come Hancock e Aeon Flux. Ma queste sue scelte saranno sempre in qualche modo giudicate dalla stampa internazionale, tanto da farle dichiarare “Alcuni dicono: Sta facendo un altro film da brutta. Poi giro qualcosa come Hancock e allora sta facendo film per soldi. Non ascolto più i commenti della gente”.

Giusto o sbagliato che sia, i suoi ruoli più importanti hanno sempre ruotato nella sfera della bellezza, approfondendola o rivisitandola proprio in questo periodo in cui la nostra società sembra legare tutto ad essa. Le sue due ultime pellicole, fanno un discorso proprio di questo genere, la prima è Young Adult in cui si sviscera il mito americano in maniera acuta e convincente, in questo ruolo riesce a rendere al meglio l’insoddisfazione della protagonista così convincente da sfiorare nuovamente l’idea di una candidatura all’Oscar, per poi passare al ruolo della gelida burocrate Meredith Vickers in Prometheus di Ridley Scott e infine tornare, in qualche modo alle origini alla domanda per eccellenza, “Chi è la più bella del reame?” in Biancaneve e Il Cacciatore.

Charlize Theron aveva la strada spianata per essere icona di stile ma soprattutto di moda come lo sono le varie Naomi Campbell, Linda Evangelista o Claudia Schiffer, ma ha preferito dedicarsi all’arte drammatica per eccellenza senza però rientrare in quella frangia di icone che ancora oggi sopravvive nonostante il 3D e altri estetismi tecnologici. Ha deciso la strada più incerta, quella che le ha portato a prendere posto sulla Hollywood Walk of Fame e vincere l’Hasty Pudding Theatricals della società studentesca teatrale di Harvard per le sue prove d’attrice. E quindi si, è la più bella del reame ma è soprattutto una “Monster” di bravura.

Nuovo Trailer per The Master di Paul Thomas Anderson!

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Nuovo Trailer per The Master di Paul Thomas Anderson!

Arriva il secondo trailer di The Master, nuovo attesissimo film di Paul Thomas Anderson. Nel nuovo filmato vediamo per la prima volta Philip Seymour Hoffman

Sacha Baron Cohen ha paura di essere espulso

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Il Dittatore Aladeen come l’attore che lo interpreta,  Sacha Baron Cohen,  sono solo di passaggio negli States.  Di fatti, l’attore più anticonformista del momento è originario del Regno Unito

Liz e Dick, Lindsay Lohan e troupe svenuti per il lavoro sul set!

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Continuano gli incidenti sul set di Liz e Dick per Lindsay Lohan, recentemente è stato riportato che i paramedici sono dovuti intervenire nella sua camera d’albergo poiché l’attrice non rispondeva. Dopo un breve esame, si è stabilito che stava bene e non c’era bisogno di portarla in ospedale. La notizia si è diffusa rapidamente per via dei precedenti dell’attrice, molti ipotizzavano droghe e alcol come causa della sua condizione.

Ma l’attrice sosteneva che altro non era che un esaurimento a causa dell’intensità del lavoro e per le 20 ore al giorno di set. Forte della sua posizione ha dichiarato tutto su Twitter sostenendo che dopo aver lavorato 85 ore in 4 giorni, ed avendo girato scene anche di notte è normale che si possa svenire dalla stanchezza e che sette paramedici vengano in camera a visitarti.

Molti erano scettici per le parole dell’attrice ma è stato tutto confermato, inoltre anche due membri della troupe (più precisamente dello staff dei parrucchieri) sono stati portati in ospedale e ricoverati per “grave disidratazione e sfinimento.” Infine sono state confermate anche le ore lavorative che il cast e la troupe hanno dovuto sostenere in questi giorni.

Fonte: WorstPreviews

The Butler, nel cast anche Alex Pettyfer

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Abbandonati i toni drammatici di Prescious e lo scandalo a Cannes con The Paperboy, il regista statunitense Lee Daniels pensa al cast per il suo prossimo film, The Butler. I nomi sono altisonanti e quasi tutti riconducibili a Nomination e Premi Oscar quali Forest Whitaker, David Oyelowo, Alan Rickman, Jane Fonda, Oprah Winfrey, Minka Kelly, Cuba Gooding Jr, Terrance Howard, e Lenny Kravitz e da poco si è unito anche Alex Pettyfer reduce dal set Magic Mike.

Ma non è finita qui, in questo film corale, sono in corso le trattative anche con Vanessa Redgrave. Il personaggio di Pettyfer è previsto sin dalle prime scene del film e sembra avere un ruolo determinante nella vita del personaggio-maggiordomo di Forest Whitaker. Le riprese inizieranno a metà luglio a New Orleans ed il produttore è Hillary Schor.

Fonte: Deadline

Shia LaBeouf nudo nel videoclip di Sigur Ròs

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Shia LaBeouf nudo nel videoclip di Sigur Ròs

Shia LaBeouf è il protagonista del nuovo video di Sigur Ros, gruppo islandese post punk.

L’attore di Transformers, film con il quale ha lasciato al mondo la sua immagine da ragazzino

Peter Weir sulla via del ritorno: The Way Back

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Grazie a lui il cinema possiede qualche capolavoro in più. A distanza di anni ci regala nuove avventure e nuove storie di esseri umani alla ricerca di se stessi, ed ora a nove anni dalla sua ultima visita alle sale cinematografiche torna con un’avventura struggente e crudele, tratta da una storia vera. Stiamo parlando di Peter Weir e del suo ultimo film The Way Back, in arrivo qui in Italia il prossimo 6 luglio, anche se il film è stato prodotto nel 2010.

The we and the I: recensione del film di Michel Gondry

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The we and the I: recensione del film di Michel Gondry

Ultimo giorno di scuola. Ultimo viaggio in autobus fino a casa per gli studenti di un liceo del Bronx. Si può riassumere così, con poche parole, The we and the I, l’ultimo film di Michel Gondry. The we and the I, infatti, interamente ambientato all’interno di un pullman, non segue né una trama ben definita, né una storia portante e si pone come la fotografia di una generazione in un dato momento e in un dato luogo. Per tutta la durata di The we and the I i protagonisti, ragazzi che vanno a scuola, attori non professionisti che nella finzione hanno lo stesso nome che nella realtà, mostrano semplicemente le loro esistenze quotidiane, fatte di paure, di rapporti di forza, di attimi di isteria o di felicità.

The we and the I, il film

L’istantanea di Gondry, come suggerisce il titolo, parte dal gruppo, anzi, dai gruppetti sociali che caratterizzano l’adolescenza, per arrivare più in profondità nell’intimità dei singoli. Con il passare del tempo e il macinare dei kilometri le vicende leggere, gli scherzi più o meno innocui e le angherie da spacconi, lasciano spazio a riflessioni più profonde sui rapporti e sui sentimenti. Non manca proprio nessuno in questo affresco: né la coppia gay, né i bulli seduti in fondo all’autobus, né gli aspiranti musicisti, né la ragazza carina e isterica la cui vita gira intorno all’organizzazione del suo sweet-sixteen! Insomma, un vero spaccato di realtà interrotto solo da qualche trovata “alla Gondry”, ma in cui, in generale, il regista cerca di nascondersi più che di mostrarsi.

Purtroppo, però, i limiti di The we and the I di questo tipo saltano subito all’occhio: quasi tutto ciò che accade è riportato dai dialoghi, le parole la fanno da padrone e spesso le immagini si piegano alle esigenze dei racconti e non viceversa. Nonostante il ritmo sia buono e il montaggio consenta una varietà di inquadrature che faccia da contrappunto alla monotonia della location, la mancanza di una storia da seguire si rivela fallimentare. Purtroppo nemmeno il cinema di Gondry sembra sfuggire ad una visione dei ragazzi già riproposta da altri media: il rapporto giovani-cellulare e quello bulli-resto del mondo non sono certo una novità e qui non sono presentati in un modo particolarmente originale.

Il valore del film, però, c’è, e non risiede nella sua “artisticità”. The we and the I, infatti, non nasce per essere un’opera d’arte, ma per essere la testimonianza della vita di alcuni ragazzi del Bronx, ragazzi che il regista ha conosciuto direttamente attraverso le sue visite alla comunità The Point. Un cinema della realtà, quindi, ma lontano dalle logiche del reality, un prodotto buono, ma non manierato, godibile al cinema, ma indifferente alle esigenze del pubblico e del mercato. Un modo di affermarsi per chi di solito non si vede. Un buon uso sociale del mezzo.

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