Home Blog Pagina 3049

Adèle Exarchopoulos: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Adèle Exarchopoulos: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Da quando nel 2013 è stata protagonista di La vita di Adele, l’attrice francese Adèle Exarchopoulos è divenuta sempre di più una delle nuove stelle della recitazione francese. Già in quell’intenso film lasciava trasparire tutta la sua capacità di mettersi al servizio di un personaggi complesso, tormentato ed emotivamente intenso, conferendogli una naturalezza disarmante. Nel tempo l’attrice ha riproposto queste sue qualità, maturando come interprete e guadagnando continuamente consensi.

Adèle Exarchopoulos: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice intraprende la propria carriera nel mondo del cinema recitando in film come Boxes (2006), I ragazzi di Timpelbach (2008) e Vento di primavera (2010). È poi con il film La vita di Adele (2013) che si consacra a livello internazionale e in seguito a quel titolo reciterà in Il tuo ultimo sguardo (2016), di Sean Penn, Quattro vite (2016), Le Fidèle – Una vita al massimo (2017), Nureyev – The White Crow (2018), Sybil – Labirinti di donna (2019), Mandibules – Due uomini e una mosca (2020), Generazione Low Cost (2021), Passages (2023), Le ladre (2023), The Animal Kingdom (2023) e Je voirai toujours vos visages (2023).

2. Ha preso parte anche a prodotti televisivi. Oltre a recitare per il cinema, Exarchopoulos si è concessa anche qualche incursione nella televisione. Agli inizi della sua carriera, nel 2006, ha infatti recitato in un episodio della serie R.I.S. Police Scientifique, mentre nel 2020 è stata tra le protagoniste delle serie Le Flamme e Le Flambeau, les aventuriers de Chupacabra. Nel 2023 è stata tra i concorrenti della terza stagione della versione francese di LOL: Chi ride è fuori!, venendo però eliminata per terza.

Adèle Exarchopoulos in La vita di Adele

3. È spesso stata un tutt’uno con il personaggio. Buona parte delle riprese dedicate ad Adèle Exarchopoulos che sono state utilizzate in La vita di Adele sono in realtà dell’attrice quando non era nel suo personaggio. La telecamera la riprendeva infatti anche in momenti di pausa, mentre mangiava e persino quando dormiva sul treno mentre si recavano sul set. D’altronde, la stessa attrice ha raccontato che uno dei motivi per cui ha ottenuto il ruolo in seguito al provino è per il modo in cui mangia e che dunque c’è molto di lei nel personaggio. Il nome del suo personaggio è stato anche cambiato da Clementine (come è nella grafic novel da cui è tratto il film) ad Adèle.

Adele Exarchopoulos La vita di Adele

4. Ha stretto un ottimo legame con la sua co-protagonista. Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux hanno dichiarato di aver riso e scherzato molto durante le riprese delle scene di sesso, cosa che le ha aiutate a sciogliersi e a sentirsi più a proprio agio l’una con l’altra. Le due hanno così sviluppato un ottimo legame, che ha però portato anche all’emergere di alcune voci secondo cui tra loro ci fosse una relazione. Sia Léa Seydoux che Adèle Exarchopoulos hanno però poi dichiarato che la relazione dei loro personaggi non ha un corrispettivo nella realtà, ma che si considerano molto amiche.

5. Si è espressa a favore delle scene di sesso. Come noto, le scene di sesso in La vita di Adele hanno generato diverse polemiche e la stessa Seydoux le ha giudicate eccessive. Exarchopoulos, però, non è di questo parere. “Tutti facciamo sesso, è come una droga, tutti lo amano. Dovevamo mostrare come fare l’amore con qualcuno sia viscerale. Dovevamo trasmettere quanto di te stesso metto in quest’atto. Così abbiamo scelto di mostrare a tutti l’emozione che si cela dietro la scoperta della propria sessualità. Siamo adulti, quindi andiamo. È finzione, è cinema. Non capisco il problema”, ha affermato l’attrice.

Adèle Exarchopoulos in Le ladre

6. Si è esercitata per una scena in particolare. Nel film del 2023 Le ladre, disponibile su Netflix, Exarchopoulos interpreta Alex, la socia di una criminale decisa a ritirarsi da quel mestiere, non prima però di aver compiuto un ultimo colpo. Per questo film, l’attrice si è dovuta prepare fisicamente ad una serie di sequenze complesse, tra cui una scena di lotta sulle note della musica classica di Strauss, scena che è anche un chiaro riferimento a quella della lotta nel casinò abbandonato nel film Arancia meccanica.

Adèle Exarchopoulos in Passages

7. Ha accettato di recitare nel film senza neanche aver letto la sceneggiatura. Nel 2023 l’attrice ricopre il ruolo di Agathe, che si ritrova coinvolta in un triangolo amoroso nel film Passages, diretto da Ira Sachs. Nel corso di un’intervista ha raccontato di aver accettato la parte senza neanche il bisogno di leggere prima la sceneggiatura. Ha infatti incontrato il regista per un caffè e in seguito alla sua sola spiegazione del progetto l’attrice si è detta così affascinata e coinvolta dalle parole di Sachs da aver subito dato la propria disponibilità a recitare nel film.

Adele Exarchopoulos Passages

Adèle Exarchopoulos è su Instagram

8. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 2 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 400 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Adèle Exarchopoulos e la sua vita privata: Doums e il figlio

9. Ha avuto un figlio da un noto rapper. L’attrice ha avuto una relazione a partire dal 2016 con il rapper francese Mamadou Coulibaly, noto come Doums, membro del gruppo collettivo hip hop francese L’entourage. I due hanno poi avuto un figlio, nato nel 2017, ma in quello stesso anno si sono anche separati. In precedenza, dal 2012 al 2015 ha avuto invece una relazione con l’attore Jérémie Laheurte, conosciuto sul set di La vita di Adele. Ad oggi non è noto se l’attrice sia single o meno.

Adèle Exarchopoulos: età, altezza e origini dell’attrice

10. Adèle Exarchopoulos è nata a Parigi il 22 novembre del 1993. L’attrice è alta complessivamente 1,73 metri. È iglia di Didier Exarchopoulos, un insegnante di chitarra di origine greca da parte di padre, e di Marina Niquet, un’infermiera. Ha due fratelli minori, Baptiste ed Émile.

Fonti: IMDb, Instagram

Adèle Exarchopoulos nel primo trailer di Eperdument

0
Adèle Exarchopoulos nel primo trailer di Eperdument

Dopo il successo e le polemiche de Le Vita di Adèle, Adèle Exarchopoulos torna protagonista di un nuovo film, firmato da Pierre Godeau. Si tratta di Eperdument, in cui la giovane attrice francese recita al fianco di Guillaume Gallienne.

Ecco il trailer del film:

Adèle e L’Enigma del Faraone: recensione del film

0
Adèle e L’Enigma del Faraone: recensione del film

In Adèle e l’enigma del faraone uno pterodattilo prende vita da un uovo di più di 135 milioni di anni conservato nell’orto botanico della città. Un vecchio scienziato è riuscito a ridargli vita grazie ai suoi studi sulla vita oltre la morte.

A quest’uomo la bella Adèle Blans-sec consegnerà la mummia del medico personale di Ramses II per farlo rivivere e trovare un modo di guarire la sorella paralizzata a letto a seguito di un incidente di tennis. Fin qui tutto semplice se non fosse che lo pterodattilo semina il panico nella città e la polizia arresta lo scienziato come responsabile dell’atto di terrorismo. Questa è la premessa di Miss Adèle e l’enigma del faraone, ultimo film del regista francese Luc Besson, tratto dai fumetti del francese Jacques Tardi.

Adèle e l’enigma del faraone, il film

Adèle e l'enigma del faraone filmLa storia si dipana seguendo un registro di piacevole comicità, senza mai alzare il tiro e forse per questo rimanendo un po’ sotto le righe, i personaggi e le situazioni, costruite con diligenza, non riesco però a dare il giusto brio all’azione che a tratti, soprattutto nel pre-finale non esiste affatto. Si aspetta che qualcosa accada eppure tutto va per il verso più prevedibile, senza mai mettere in pericolo l’eroina e senza coinvolgere lo spettatore. C’è qualche piccolo momento di ilarità che non sfugge allo spettatore sveglio, come la raffigurazione controcorrente delle mummie e qualche battuta sagace che stizza l’occhio ad una modernità anacronistica per l’ambientazione del film. Protagonista è la bella Louise Bourgoin, fu presentatrice tv, scoperta e apprezzata da Luc Besson per il suo trasformismo e la sua simpatia, doti che ha trasmesso alla sua dinamica rappresentazione della giornalista nata dalla penna di Tardi: la sua Miss Adèle è bella e irriverente, ma anche furba e intraprendente oltre ad avere una scarsissima cognizione dei pericoli nei quali si caccia.

Si tratta di un personaggio, che se non nuovissimo per stereotipi, è sicuramente interessante e potrebbe diventare la protagonista di una serie fortunata dato il grande successo che il film ha avuto in Oriente e in Francia, oltre alla grande mole di materiale che Tardi ha dedicato alle sue avventure. Come al solito la traduzione italiana non rende giustizia al titolo, che in originale recita più o meno così: Le Straordinarie avventure di Miss Adèle. Confrontato con l’Enigma del Faraone, si ci chiede, a posteriori, cosa mai c’entri un enigma e un faraone che per la verità ha una parte piuttosto marginale anche se divertente nella storia. A tratti si ha l’impressione che Besson voglia far il verso ai film di Sommers, ma forse si tratta di una semplice eco degli stessi paesaggi e sonorità evocative di quei luoghi, che Luc Besson non può fare altro che ricreare dopo che ne La Mummia sono state così ben rappresentate. Adèle e l’enigma del faraone uscirà nelle sale italiane il 15 ottobre distribuito da Medusa.

Addio Roger Moore: si è spento a 89 anni l’attore che ha interpretato James Bond

0

Si è spento a 89 anni Roger Moore, attore britannico noto prevalentemente per il suo ruolo di James Bond e per la sua attività umanitaria al fianco dell’UNICEF.

A dare l’annuncio, i tre figli dell’attore, in un toccante comunicato affidato all’account Twitter di Moore stesso:

Sir Roger Moore KBE
Attore-Ambasciatore UNICEF-Autore

E’ con il cuore pesante che dobbiamo annunciare che il nostro amato padre, Sir Roger Moore, è passato a miglior vita oggi in Svizzera dopo una breve ma coraggiosa battaglia contro il cancro. L’amore da cui era circondato alla fine dei suoi giorni è stato così grande da non poter essere quantificato.
Sappiamo che il nostro personale amore e ammirazione è stato aumentato di molte volte, intorno al mondo, dalle persone che lo conoscevano dai film, dalla tv e dal suo appassionato lavoro con l’UNICEF che considerava il suo più grande traguardo.
L’affetto che nostro padre sentiva ogni volta in cui camminava sul palco e di fronte alla camera lo ha tenuto impegnato fino ai 90 anni, fino alla sua ultima apparizione nel novembre del 2016 sul palco di Londra del Royal Festival Hall. La folla lo ha applaudito sul palco, facendo tremare le fondamenta dell’edificio che sorge a poca distanza da dove nacque.
Grazie papà per essere stato tu, per per essere stato tanto speciale per così tante persone.
I nostri pensieri sono ora rivolti al supporto di Kristina in questo momento difficile, e in accordo con i desideri di nostro padre, ci sarà un funerale privato a Monaco.

Deborah, Goeffrey e Cristian.

Fonte: Variety

Addio Robert Hardy: morto il ‘Ministro della Magia’ di Harry Potter

0

Si è spento a 91 anni l’attore inglese Robert Hardy, come riferisce Variety. Nonostante una lunghissima e soddisfacente carriera a teatro come attore shakespeariano, Hardy verrà ricordato dal grande pubblico per la sua interpretazione di Cornelius Caramel nel franchise di Harry Potter.

A commemorare la sua scomparsa, è intervenuta JK Rowling, autrice di Harry Potter, che lo ricorda con stima e affetto.

Nato Timothy Sydney Robert Hardy nel 1925 a Cheltenham, ebbe il privilegio di avere come insegnanti C.S. Lewis e J.R.R. Tolkien. Lasciò la scuola per unirsi alla Royal Air Force e solo dopo ritornò a studiare alla Oxford University, dove completò gli studi.

Ha interpretato tantissimi ruoli, non solo a teatro, in storie rese immortali dalla letteratura, da Frankeinstein a Ragione e Sentimento, passando per Winston Churchill.

La sua fama rimarrà legata, con grande affetto, al titubante Cornelius Caramel, Ministro della Magia.

Addio Riz Ortolani musicò Il Sorpasso di Dino Risi

0

Addio Riz OrtolaniAddio Riz Ortolani, il compositore italiano che musicò i film dei grandi registi del nostro cinema da Vittorio De Sica a Dino Risi, Damiano Damiani, Pupi Avati. Tra tutto i film di cui compose la colonna sonora ricordiamo Il Sorpasso, proprio di Risi.

Aveva 87 anni e le sue condizioni di salute si erano aggravate nelle ultime ore in seguito al peggioramento di una bronchite. Ortolani lascia due figli, Rizia e Enrico, e l’amata moglie Katyna, con la quale avrebbe festeggiato tra pochi giorni il cinquantesimo anniversario di matrimonio.

I funerali del grande compositore si terranno sabato 25 gennaio alle 15 nella Chiesa degli Artisti (Basilica di Santa Maria in Monte Santo) in Piazza del Popolo a Roma.

Il suo tema I Giorni dell’Ira è stato ripreso da Quentin Tarantino nel suo ultimo film Django Unchained.

Addio Richard Griffiths, zio di Harry Potter

0
Addio Richard Griffiths, zio di Harry Potter

Vernon-Dursley-Richard-GriffithsL’attore Richard Griffiths è morto all’età di 65 anni. Il famosissimo attore di teatro soffriva di complicazione seguite ad un intervento chirurgico al cuore ed era allo University

Addio Peter Bogdanovich, pilastro della New Hollywood

0
Addio Peter Bogdanovich, pilastro della New Hollywood

Addio a Peter Bogdanovich. Si è spento a 82 anni uno dei pilastri della New Hollywood che aveva contribuito a rivoluzionare il linguaggio della settima arte. Trai suoi film più famosi ricordiamo The Last Picture Show e Paper Moon – Luna di Carta.

Bogdanovich è diventato un membro iconico di Hollywood, al pari di Scorsese e Spielberg, dopo che il suo secondo lungometraggio, The Last Picture Show, lo ha catapultato in cima alla classifica nel 1971. Il dramma in bianco e nero ha ottenuto ben otto nomination agli Academy Awards, tra cui Miglior regia e Miglior Sceneggiatura non originale (condivisa con Larry McMurtry).

Il regista è nato il 30 luglio 1939 a Kingston, New York, e ha trascorso gran parte della sua giovinezza a studiare recitazione a New York City. All’inizio degli anni ’60, ha cominciato a lavorare al Museum of Modern Art, presentando le opere di Orson Welles, John Ford e Howard Hawks prima di diventare lui stesso un pioniere del cinema. Ha iniziato a scrivere critiche cinematografiche per Esquire, scrivendo anche un libro su Ford basato sul suo lavoro retrospettivo al MoMA.

Nel 1966, seguendo l’esempio dei critici dei Cahiers du Cinéma come Jean-Luc Godard e François Truffaut, Bogdanovich si recò a Los Angeles per diventare regista. Ha iniziato a lavorare al fianco di Roger Corman, collaborando con il regista in Targets e Voyage to the Planet of Prehistoric Women.

Nel 1971 arriva The Last Picture Show e la sua vita cambia. Mentre lavorava al film, Bogdanovich si innamorò dell’attrice Cybill Shepherd, cosa che portò alla fine del suo matrimonio con la scenografa e frequente collaboratrice Polly Platt.

Il regista ha dato seguito al grande successo del film del ’71 con Ma papà ti manda sola? con Barbra Streisand e Ryan O’Neal, oltre a Paper Moon – Luna di Carta, che ha fatto vincere l’Oscar come migliore attrice non protagonista a Tatum O’Neal a soli 10 anni.

Ha anche fondato The Directors Company con Francis Ford Coppola e William Friedkin alla Paramount nel 1972, anche se si è rapidamente dissolta. I soci hanno poi preso strade separate dopo la produzione di Daisy Miller.

Peter Bogdanovich è poi passato alla tv e ai film per la TV. Il suo film del 1981 … e tutti risero fu seguito da altri scandali personali, quando il regista cominciò una relazione con l’attrice Dorothy Stratten, che fu in seguito assassinata da suo marito Paul Snider, il quale poi si suicidò. Bogdanovich ha scritto sull’accaduto un libro, The Killing of the Unicorn: Dorothy Stratten 1960-1980, incolpando Hugh Hefner per aver innescato Snider con la nomina dell’attrice Playmate of the Year per Playboy nel 1980.

Bogdanovich si è anche dedicato alla recitazione, recitando nel ruolo dello psicoterapeuta ne I Soprano della HBO mentre ha scritto e diretto anche una manciata di episodi. Più di recente, ha contribuito a portare a compimento il progetto finale del suo amico Orson Welles, The Other Side of the Wind. Nel film tanto atteso, ha interpretato il ruolo di Brooks Otterlake.

Lascia le sue figlie, Antonia e Sashy, e i suoi nipoti, Maceo, Levi e Wyatt.

Fonte: Variety

Addio Monnezza: è morto Tomas Milian

0
Addio Monnezza: è morto Tomas Milian

Si è spento all’età di 84 anni Tomas Milian, per tutti noto come Er Monnezza. L’attore è morto a Miami ieri, 22 marzo 2017. Nato Toma’s Quinti’n Rodri’guez Milia’n a Cuba, viveva nelgi USA ma era particolarmente caro agli spettatori italiani per il ruolo del poco onesto, romanissimo, Sergio Marazzi, detto ‘er monnezza’ e per quello dell’ispettore Nico Giraldi. Ha lavorato con Lattuada, Visconti o Maselli, ma anche con Oliver Stone, Steven Spielberg e Steven Soderbergh, solo per citarne alcuni.

Nel 2014 l’attore ha ricevuto il Marc’Aurelio Acting Award alla carriera assegnato ogni anno dal Festival Internazionale del Film di Roma.

Festival di Roma 2014: incontro con Tomas Milian. “Monnezza? Non escludo il ritorno”

Addio Moira Orfei, la signora del Circo

0
Addio Moira Orfei, la signora del Circo

Moira Orfei, la signora del circo italiano, è morta nella sua casa mobile a Brescia dove si trovava per l’ultima giornata di spettacoli previsti nella città. Avrebbe compiuto 84 anni il prossimo 21 dicembre. Per volontà del marito Walter Nones, dei figli e dei nipoti, il circo andrà avanti per continuare la tradizione e poi si sposterà a Milano.

Conosciuta in tutto il Paese per essere la signora del Circo, la Orfei si era anche prestata al cinema annoverando nella sua filmografia moltissimi titoli e tante collaborazioni illustri.

Addio Michelangelo La Neve, fumettista e sceneggiatore

0
Addio Michelangelo La Neve, fumettista e sceneggiatore

Si è spento Michelangelo La Neve, sceneggiatore e fumettista calabrese, noto principalmente per il suo lavoro nel cinema con i Manetti Bros. Sue sono le sceneggiature di Song’e Napule, Ammore e Malavita e Diabolik, gli ultimi tre film dei fratelli registi.

Anche se il cinema gli ha dato riconoscimenti e notorietà nel settore, La Neve nasce nel fumetto, a diciotto anni infatti decide di trasferirsi a Roma, dove lavora come grafico e illustratore, cominciando a disegnare per testate come Rosa Shocking e Tilt,  specializzandosi in seguito anche nella sceneggiatura.

Tra il 1989 e il 1991 collabora con le case editrici ACME, Universo e Blue Press, lavorando anche per la rivista Intrepido. Nel 1992 inizia a collaborare con la Bonelli, scrivendo storie per Dylan Dog e Martin Mystère. Crea, nel 1995, il fumetto ESP, edito dalla Universo. Collabora con il Teatro dell’Opera di Roma per il volume L’Opera a fumetti.

Pubblica in Francia, Italia e USA la graphic novel Il Giorno Dei Maghi, disegnata da Marco Nizzoli. È l’ideatore del personaggio Sebastiano X, disegnato da Stuart Immonen. È co-autore, con il pubblicitario Lorenzo Amadio, del romanzo fantasy Cyrus Dikto – La sinfonia dell’immortale.

Nel 2013 è autore della sceneggiatura della commedia Song’e Napule per la regia dei Manetti bros. Ha anche scritto la sceneggiatura dell’episodio Tassista notturno, nella quinta stagione della serie TV L’ispettore Coliandro (2016), regia dei Manetti bros.

Il sodalizio con i Manetti bros. continua con Ammore e malavita, musical del 2017 con protagonisti Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini e Carlo Buccirosso e con Diabolik, uscito nel 2021, con Miriam Leone, Valerio Mastandrea e Luca Marinelli nei panni del Re del Terrore.

Fonte: Wiki

Addio Michael Parks: morto a 77 anni l’attore di Kill Bill e Twin Peaks

0

Si è spento a 77 anni Michael Parks, attore californiano, noto caratterista e con una carriera da cantante, che ha lavorato in oltre 100 produzioni, spaziando dal cinema alla tv.

Cominciò a lavorare nel 1961, ma la sua carrierà subì una svolta quando cominciò a lavorare con registi famosi, come Quentin Tarantino, Robert Rodriguez e Kevin Smith, che ne ha lasciato un commosso ricordo su Instagram:

“Michael è stato, e rimarrà sempre, il miglior attore che abbia mai conosciuto. È stato, senza dubbio, il più incredibile interprete che abbia avuto l’onore di veder lavorare”.

Michael Parks ha lavorato in Dal Tramonto all’Alba, nei due Kill Bill, in Grindhouse e negli ultimi film di Kevin Smith, Red State e Tusk. Per i suoi lavori televisivi, si ricorda la prestigiosa partecipazione a Twin Peaks.

Addio Michael Clarke Duncan, il gigante buono de Il Miglio Verde

0
Addio Michael Clarke Duncan, il gigante buono de Il Miglio Verde

Ci ha lasciati l’attorestatunitense Michael Clarke Duncan, che nel 1999 recitò accanto a Tom Hanks ne Il Miglio Verde, drammatico resoconto della vita di un uomo innocente nel braccio

Addio Liz!

0

liz

Elizabeth Taylor, o meglio Liz, è stata una delle più grandi protagoniste del cinema classico hollywoodiano. La sua carriera è costellata di premi e riconoscimenti, tra cui i più prestigiosi, due Oscar: ‘Venere in visone’ (1960) e ‘Chi ha paura di Virginia Woolf?’ (1966).

Addio John G. Avildsen: regista di Rocky e Karate Kid

0

Si è spento a 81 anni John G. Avildsen, regista di Rocky e dei primi tre film della saga di Karate Kid. Ha combattuto per anni contro un cancro al pancreas.

Classe 1935, comincia la carriera con Arthur Penn e Otto Preminger, passando a sua volta alla regia alla fine degli anni sessanta. Nel 1970 il suo primo successo, il low budget Joe e poi Salvate la tigre, con tre nomination agli Oscar.

Nel 1976 arriva Rocky: è subito leggenda. Successo e premio Oscar alla regia (oltre che al film) e tornerà al franchise per il quinto episodio, nel 1990. Dal 1984 è artefice di un altro franchise di successo, quello di Karate Kid, per cui dirige i prmi tre capitoli.

Sia Serpico che La febbre del sabato sera sono due dei titoli che lo hanno visto alla regia, ma per entrambi i progetti ha abbandonato la produzione a causa di divergenze con i vertici produttivi.

Addio Jane Russell

0

jane_russell

Si e’ spenta nella sua casa californiana di Santa Barbara, a 89 anni, Jane Russell, uno dei piu’ famosi sex symbol di Hollywood degli anni ’40 e ’50.

Addio Ivan Reitman: regista e produttore, diresse Ghostbusters

0
Addio Ivan Reitman: regista e produttore, diresse Ghostbusters

Si è spento all’età di 75 anni Ivan Reitman, il regista e produttore cinematografico era nella sua casa A Montecito in California. Ad annunciarlo i figli in un comunicato: “Piangiamo la perdita inaspettata di un marito, un padre e nonno che ci ha insegnato a vedere la magia nella vita”. “Ci confortiamo sapendo che il suo lavoro come artista del cinema ha portato tanta felicità in giro per il mondo”.

Il suo successo e il suo nome sono legati al franchise di Ghostbusters, che ha diretto negli anni ’80, e a Animal House per il quale nel 1978 fu produttore. Ma la sua mano con la commedia si mette in evidenza anche in film come I gemelli, Un poliziotto alle elementari, Dave – Presidente per un giorno, Junior e Due padri di troppo.

Procedendo con la sua carriera, Ivan Reitman ha prediletto l’attività l’attività di produttore, firmando Spage Jam, Disturbia, Baywatch e recentemente Ghostbusters: Legacy, la cui regia è stata affidata al figlio Jason Reitman.

Addio Hawkeye : Jeremy Renner fuori da casa Marvel?

0
Addio Hawkeye : Jeremy Renner fuori da casa Marvel?

hawkeyeSembra un vero e proprio fulmine a ciel sereno: Jeremy Renner potrebbe essere licenziato da casa Marvel per aver troppe volte palesato il suo disappunto verso il personaggio da lui interpretato in Thor e in The Avengers (lo segnalavamo tempo fa qui). L’attore avrebbe troppe volte parlato male del film e di come è stato utilizzato il suo personaggio, tanto da convincere la Marvel Studios a considerare seriamente l’eventualità di far fuori cinematograficamente parlando il suo personaggio, e di “regredirlo” ad un elemento della serie tv sullo SHIELD. Purtroppo per i fan di Occhio di Falco e di Jeremy Renner, la possibilità che Hawkeye sia ancora nella seconda fase Marvel sta diventando sempre più remota.

Già Hugo Weaving, Teschio Rosso per la Marvel, subì la stessa sorte dopo aver “parlato male” del suo ruolo in Captain America: il primo vendicatore ed ora sembra che il povero Hawkeye / Renner, per aver dichiarato apertamente cosa pensa del suo ruolo, sia destinato ad una vita senza blockbuster. Chissà, forse per la sua carriera d’attore, considerando i film che ha fatto prima di The Avengers, questo non può essere altro che un passo in avanti!
Fonte: orgoglionerd

Addio Harold Ramis fu Egon Spengler in Ghostbusters

0

Addio Harold RamisSiamo costretti questa sera ad un altro addio, l’ennesimo, che colpisce il mondo del cinema e dello spettacolo. Si è spento all’età di 69 anni l’attore, regista, sceneggiatore e produttore Harold Ramis, che tutti ricordiamo trai protagonisti dei due film Ghostbusters, insieme a Bill Murray e Dan Aykroyd.

C’è un certo orgoglio in quello che faccio e che altre persone condividono perchè io sono di qua, cosa che a Los Angeles è senza significato, nessuno e di qua” diceva Ramis in merito al fatto di essere nato proprio nella città degli angeli. “Mi sento come se rappresentassi la città, in un certo senso”. Ramis è morto a causa di una complicazione di una infiammazione vascolare autoimmune, una rara malattia che colpisce i vasi sangugni. Aveva accanto a sé la sua famiglia.

Oltre a Ghostbusters, che è forse il film più famoso a cui Harold Ramis ha partecipato da attore, la sua carriera così varia ci ha lasciato una grandissima mole di materiale, soprattutto come sceneggiatore e come regista. Tra i sui film ricordiamo Ricomincio da capo (1993) e Terapia e pallottole (1999). Ha scritto anche Animal House di John Landis.

Trai suoi amici più fidati c’era anche Ivan Reitman, regista di Ghostbusters, che qualche anno fa dichiarò su di lui: “Ho sempre pensato che fosse uno sceneggiatore di grande talento, che aveva sempre una percezione e un intelligente punto di vista sul materiale a cui lavorava. Maneggia le frasi così che i personaggi possano parlare in maniera realistica, pur mantenendo nella voce qualcosa di comico”.

Addio Harold Ramis.

Addio Gene Wilder: l’attore si è spento a 83 anni

0
Addio Gene Wilder: l’attore si è spento a 83 anni

Gene wilderSi è spento all’età di 83 anni Gene Wilder, il leggendario e amatissimo attore che ha dato vita a Willy Wonka in La Fabbrica di Cioccolato e a tantissimi altri personaggi esilaranti e immortali del cinema. Con Mel Brooks ha regalato risate a non finire, con classici che ancora oggi intrattengono il pubblico di tutto il mondo. Indimenticabile il suo Frankenstein Junior.

La notizia è stata confermata dalla famiglia di Wilder. Al secolo Jerome Silberman, Gene Wilder soffriva del morbo di Alzheimer, le cui complicazioni ne hanno causato la morte, nella sua casa di Stamford, nel Connecticut.

Fonte: IMDb

Addio Fottuti Musi Verdi: trailer ufficiale del film the JackaL

0
Addio Fottuti Musi Verdi: trailer ufficiale del film the JackaL

Guarda il trailer ufficiale di Addio Fottuti Musi Verdi, il film dei the JackaL  di FRANCESCO EBBASTA con Ciro Priello, Fabio Balsamo, Beatrice Arnera, Roberto Zibetti, Simone Ruzzo.

Con la partecipazione di FORTUNATO CERLINO nel ruolo di FELACONE SENIOR e SALVATORE ESPOSITO nel ruolo di FELACONE JUNIOR

Partire o restare. Inseguire i propri sogni o accettare un lavoro qualunque. Piselli o fave. E soprattutto, è più facile trovare lavoro in Italia o nello spazio?

Dopo il successo di “Gay Ingenui”, “Lost in Google”, “Gli effetti di Gomorra sulla gente”, i THE JACKAL approdano sul grande schermo con un’ irresistibile fanta-comedy.

Addio Fottuti Musi Verdi,

Il protagonista è Ciro, super qualificato grafico pubblicitario, specializzato in porte in faccia e collezionista di delusioni che, dopo averle provate tutte, decide di partecipare ad un concorso e mandare il suo curriculum nientedimeno che agli alieni. Tanto quelli figurati se rispondono. E invece…

ADDIO FOTTUTI MUSI VERDI è un film che rivela tutta la carica surreale e lo spirito dissacrante del gruppo creativo. E quindi Napoli, ma anche astronavi, alieni ed effetti speciali.

Un’odissea sulla terra e nello spazio, per raccontare l’amore e l’amicizia ma soprattutto la voglia di esprimere il proprio talento e di realizzare i propri sogni. Dovunque e a qualunque costo. Perché le vie dello spazio sono infinite. Preparate le astronavi, l’invasione della terra sta per cominciare.

Il film arriverà nella sale dal 9 novembre distribuito da 01 Distribution

Addio Fottuti Musi Verdi: recensione del film dei The Jackal #Romaff12

Il salto dal web al cinema del gruppo di amici di The Jackal era atteso da tanto tempo e le aspettative per un film che rendesse giustizia alla loro bravura e verve comica, erano davvero alte. Con questa premessa ha debuttato alla Festa del Cinema di Roma il loro primo lungometraggio, Addio Fottuti Musi Verdi. Non più poche scene esilaranti condivise su YouTube o Facebook, ma 1 ora e 33 minuti in cui Ciro Priello ci accompagna in una avventura intergalattica tra parcheggiatori abusivi, alieni efficienti e domande sul futuro.

Staccandosi nettamente dal loro genere web, i The Jackal, per la regia di Francesco Ebbasta, creano una storia che ruota attorno al personaggio di Ciro, un grafico pubblicitario plurileaureato che è costretto a lavorare in una friggitoria cino-napoletana invece che fare il lavoro che gli spetta. La sua vita è insoddisfacente, gode di una finta indipendenza dove la mamma gli passa la parmigiana da una finestra all’altra, passa le serate a bere birra con l’inseparabile amico Fabio fissato con gli alieni e che gli continua ad offrire un lavoro nell’agenzia del padre che si occupa di foto e video per pre-diciottesimi al limite del trash e infine c’è Matilda, l’amica dell’università a cui non riesce a confessare il suo amore, nemmeno quando lei decide di trasferirsi a Londra in cerca di lavoro. Stanco di tutto questo, Ciro invia il suo curriculum in un concorso a premi dove era richiesto un messaggio da mandare nello spazio: ed è proprio nello spazio che il talento di Ciro viene apprezzato, quando un raggio conico luminoso lo preleva nella notte per un colloquio di lavoro inaspettato…

Addio Fottuti Musi Verdi – recensione del film dei The Jackal

Addio Fottuti Musi Verdi

Da giovani che si rivolgono principalmente ad un pubblico giovane, i The Jackal puntano sul tema del precariato, offrendo sicuramente uno spunto di riflessione ma cadendo anche nel banale e prevedibile. Ma il problema principale di Addio Fottuti Musi Verdi è che i momenti veramente divertenti si possono contare su una mano: non perché sia stata scelta una strada più drammatica, anzi, ma perché Ciro e compagni tra smorfie, facce buffe in camera e battute piatte non fanno ridere, al massimo sorridere.

Punto forte per loro rimangono le apparizioni a sorpresa, come è anche successo più volte nei loro video: da Salvatore Esposito di Gomorra a Gigi D’Alessio, che ha lasciato davvero carta bianca ai The Jackal e che lo hanno reso protagonista di una delle scene più belle del film. Ciro Priello ha senza dubbio la faccia giusta per il grande schermo, esagerando forse un po’ troppo con le smorfie e cambi di voce, ma che sono ormai parte integrante del suo personaggio.

Ma è Fabio Balsamo che eccelle nel suo ruolo di spalla, dimostrandoci tutto il merito di quella Laurea con 110 e lode in Arte Drammatica. Passa in secondo piano la Matilde di Beatrice Arnera mentre Roberto Zibetti, nel ruolo del “nemico”, sorprende e diverte nella sua interpretazione. Peccato per la quasi assenza di Simone Ruzzo, relegato a pochi instanti nel ruolo della super star da blockbuster americano, ma nei quali si fa comunque notare.

Guarda anche: Foto dal red carpet dei The Jackal alla Festa del Cinema di Roma 2017

Probabilmente il pubblico molto giovane apprezzerà il loro lavoro e le diverse citazioni sci-fi, di cultura pop e i vecchi personaggi che fanno capolino in alcune scene, ma Addio Fottuti Musi Verdi non lascerà molto il segno, come invece si era sperato.

Non è facile il passaggio dal web al cinema ed è noto a tutti come altri prima di loro ci abbiano provato e fallito. Ed è forse questo il problema dei The Jackal che ci hanno proposto un ottimo pacchetto visivo curato da Francesco Ebbasta, in cui però c’è poca originalità (l’originalità che ha reso il loro successo) e dove tutto sembra estremamente frenato nella comicità, quasi a non voler esagerare e sbagliare.

 

 

Addio Fottuti Musi Verdi: il trailer del film di The JackaL

0
Addio Fottuti Musi Verdi: il trailer del film di The JackaL

Dopo tanti video di successo e l’ultimo tormentone Gli effetti di Despacito sulla gente, The JackaL presentano finalmente il trailer del loro primo film, dal titolo AFMV: Addio Fottuti Musi Verdi.

Eccolo di seguito:

A dirigere Francesco Ebbasta mentre hanno firmato la sceneggiatura Valerio Cilio, Francesco Ebbasta, Marco Sani e Fausto Rio, Addio Fottuti Musi Verdi verrà distribuito dalla 01 Distribution nel 2017.

Addio Ettore Scola, aveva 84 anni

0

È morto all’età di 84 anni Ettore Scola, uno dei più grandi registi italiani, ultimo dei grandi maestri della nostra epoca d’oro.

Mastroianni, Gassman, Manfredi poi La Famiglia, C’eravamo tanto amati, Una Giornata Particolare, Brutti sporchi e cattivi. Tantissimi i nomi e i titoli che hanno gravitato intorno a lui e innumerevoli le opere cinematografiche di inestimabile valore che ci ha lasciato il regista nato in provincia di Avellino nel 1931.

Trai tantissimi riconoscimenti e premi ricevuti dal maestro Scola, si annoverano anche quattro nomination agli Oscar per il miglior film straniero.

Il suo ultimo lavoro è stato Gente di Roma, documentario sulla vita della capitale raccontato attraverso aneddoti e episodi.

Addio Ermanno Olmi: morto a 87 anni il regista italiano

0

Il cinema italiano saluta uno dei suoi rappresentanti più illustri. È morto a 87 anni Ermanno Olmi, ricoverato negli ultimi giorni in un ospedale di Asiago e malato da tempo.

Bergamasco di nascita ma cresciuto a Treviglio, Olmi aveva debuttato dietro la macchina da presa nel 1959 con Il tempo si è fermato, e dopo una serie di lungometraggi trova finalmente l’affermazione e il plauso della critica con quello che tutt’ora è considerato il suo “capolavoro”, L’albero degli zoccoli (Palma d’oro a Cannes nel 1978).

Nel 2014 scrive e dirige il suo ultimo lavoro, Torneranno i prati, il film che  celebra il centenario della Prima Guerra Mondiale liberamente ispirato al racconto La paura di Federico De Roberto.

Addio Christopher Robin: trailer italiano del film con Margot Robbie

0

La 20th Century Fox Italia ha diffuso il trailer italiano di Addio Christopher Robin, con protagonisti Margot Robbie e Domhnall Gleeson. Il progetto non è da confondere con il live action in cantiere alla Disney su Winnie the Pooh che si intitolerà Christopher Robin.

https://www.youtube.com/watch?v=mENpMWOKBpo

Domhnall Gleeson (The RevenantStar Wars Il Risveglio della Forza) e Margot Robbie (Suicide SquadThe Wolf of Wall Street) sono i protagonisti del film biografico sul creatore di Winnie the Pooh. Gleeson interpreta infatti Milne, mentre Robbie è sua moglie, Daphne.

I due attori hanno già lavorato insieme in Questione di Tempo di Richard Curtis e adesso sono stati di nuovo chiamati a fare coppia che la regia di Simon Curtis.

Addio Christopher Robin: annunciata la data d’uscita

Nel cast del film compaiono anche Kelly Macdonald e Will Tilston nei panni del piccolo Christopher Robin. Il biopic racconta del rapporto tra Milne (Domhnall Gleeson) e il figlio Robin, fonte di ispirazione (insieme ai suoi giochi) per la creazione dell’universo del tenero e iconico orsacchiotto.

Il film arriverà in USA il 10 novembre.

Addio Christopher Robin: il secondo trailer del film

0
Addio Christopher Robin: il secondo trailer del film

FoxSearchlight ha diffuso il secondo trailer originale di Addio Christopher Robin, con protagonisti Margot Robbie e Domhnall Gleeson. Il progetto non è da confondere con il live action in cantiere alla Disney su Winnie the Pooh che si intitolerà Christopher Robin.

Domhnall Gleeson (The RevenantStar Wars Il Risveglio della Forza) e Margot Robbie (Suicide SquadThe Wolf of Wall Street) sono i protagonisti del film biografico sul creatore di Winnie the Pooh. Gleeson interpreta infatti Milne, mentre Robbie è sua moglie, Daphne.

I due attori hanno già lavorato insieme in Questione di Tempo di Richard Curtis e adesso sono stati di nuovo chiamati a fare coppia che la regia di Simon Curtis.

Addio Christopher Robin: annunciata la data d’uscita

Nel cast del film compaiono anche Kelly Macdonald e Will Tilston nei panni del piccolo Christopher Robin. Il biopic racconta del rapporto tra Milne (Domhnall Gleeson) e il figlio Robin, fonte di ispirazione (insieme ai suoi giochi) per la creazione dell’universo del tenero e iconico orsacchiotto.

Il film arriverà in USA il 10 novembre.

Addio Chewbacca: morto l’attore Peter Mayhew

0

Si è spento all’età di 74 anni Peter Mayhew, l’attore che ha interpretato Chewbacca nel franchise di Star Wars. Hollywood e tutta la galassia salutano l’attore che ha interpretato il peloso Wookie dal 1977 al 1983, nella trilogia originale, oltre che in altri due film del franchise Lucasfilm, Star Wars – Episodio III: La vendetta dei Sith e Star Wars: Il Risveglio della Forza.

Dopo Kenny Baker (R2-D2) e Carrie Fisher (la Principessa Leia), Mayhew è il terzo membro del cast originale di Guerre Stellari che ci lascia, alla vigilia dell’uscita di Episodio IX, che chiuderà, sembra per sempre, la parabola degli Skywalker al cinema.

Sono state tante le manifestazioni di cordoglio da parte del mondo dello spettacolo e in particolare dalla famiglia d Star Wars. Harrison Ford ha dichiarato: “Peter Mayhew era un uomo gentile, con un carattere nobile e una grande dignità. Ha regalato a Chewbacca questi aspetti della sua personalità, compresa la sua grazia e il suo spirito. Siamo stati colleghi nei film e amici nella vita per oltre 30 anni e gli volevo bene. Ha investito la sua anima nel personaggio e regalato grande divertimento al pubblico di Star Wars. 

Chewbacca era una parte importante del successo dei film che abbiamo fatto insieme, sapeva bene qual era l’importanza dei fan per il franchise ed era devoto a loro. I e milioni di altri non dimenticheremo mai Peter e quello che ci ha regalato. I miei pensieri sono con la sua cara moglie Angie e i suoi figli. Riposa bene, mio caro amico…” 

Mark Hamill ha scritto sui suoi canali social: “Era il più gentile dei giganti, un grande uomo con un cuore ancora più grande che non ha mai fallito nel farmi ridere e un amico leale e amorevole. Sono grato per i ricordi che abbiamo condiviso e sono un uomo migliore solo per averlo conosciuto. Grazie Pete.”

In Star Wars: Gli Ultimi Jedi, The Rise of Skywalker e in Solo: A Star Wars Story, Chewbacca è stato invece interpretato da Joonas Suotamo, che è stato anche lo stunt double di Mayhew per Il Risveglio della Forza.

Fonte: Deadline

Addio alla Terra: recensione del k-drama di Netflix

Addio alla Terra: recensione del k-drama di Netflix

Immagina di svegliarti un giorno e scoprire che tutto ciò che conosci e ami è destinato a scomparire per sempre. La tua casa, la tua famiglia, i tuoi amici e persino la tua stessa vita. Cosa faresti se ti restassero solo 200 giorni su questa Terra?

È su questo interrogativo che si basa la tragica storia di Addio alla Terra (titolo originale 종말의 바보), il nuovo emozionante k-drama distopico di Netflix con protagonisti gli attori Ahn Eun-jin (Hospital Playlist, My Dearest, The Good Bad Mother) e Yoo Ah-in (Burning, Hellbound, Alive). Diretta da Kim Jin-min (Extracurricular, My Name) e scritta da Jeong Seong-joo (Secret Affair, Heard It Through the Grapevine), la serie è ispirata al romanzo The Fool At the End of the World (Shūmatsu no Fūru) di Kōtarō Isaka, autore giapponese già noto al pubblico italiano per l’opera I sette killer dello Shinkansen da cui è stato tratto l’adrenalinico thriller di David Leitch, Bullet Train.

La serie, composta da 12 episodi di circa un’ora ciascuno, è disponibile su Netflix da venerdì 26 aprile 2024.

Addio alla Terra – Foto di Netflix

“Oggi, domani e ogni giorno, aspettiamo la fine. Insieme.”

È la primavera del 2025 quando la pacifica città di Woongcheon, in Corea del Sud, si ritrova improvvisamente sconvolta da caos e illegalità. La spaventosa notizia di un asteroide in rotta di collisione con la Terra, che minaccia di devastare gran parte dell’Asia, inclusa la penisola coreana, getta la città nel panico ed entra in vigore la legge marziale. Le scorte di cibo e medicine diminuiscono, scoppiano guerre civili, i detenuti fuggono dalle prigioni, i bambini vengono rapiti sempre più frequentemente dai trafficanti di esseri umani e alcune sette religiose prendono il sopravvento.

In questo sfondo apocalittico, a soli 200 giorni dalla fine, quattro amici d’infanzia – la coraggiosa insegnante Se-kyung (Ahn Eun-jin), il giovane prete Sung-jae (Jeon Seong-woo), la ex comandante In-a (Kim Yoon-hye) e il brillante scienziato Ha Yun-sang (Yoo Ah-in) – lottano per proteggere il proprio quartiere e gli ultimi bambini rimasti dall’oscurità dei criminali.

Mentre il conto alla rovescia verso la fine del mondo prosegue implacabile, i cittadini di Woongcheon si sforzano di affrontare l’inevitabile con coraggio e determinazione, confrontandosi con i loro rimpianti e con il futuro che è stato loro negato.

Addio alla Terra – In foto l’attrice Ahn Eun-jin nei panni di Jin Se-kyung.

“Un posto senza speranza è l’inferno”

Addio alla Terra catapulta il pubblico nella ormai disastrata e sofferente cittadina di Woongcheon con una precisa premessa: “Questa storia mostra gli ultimi giorni della gente della nostra città”. Ed è esattamente ciò che accade: episodio dopo episodio, infatti, la narrazione intreccia le vite dei personaggi, principali e secondari, per raccontare tutta la rabbia, l’odio, il dolore e la profonda depressione dei loro ultimi giorni sulla Terra. Tra adorabili fugaci momenti di felicità e dolorosi avvenimenti, il regista Kim Jin-min tenta quindi di catturare su schermo come reagirebbe l’umanità innanzi alla fine, e lo fa attraverso gli sguardi di differenti generazioni: dalla fievole speranza dei bambini destinati a non vedere mai la luce del mondo e quelli che non avranno mai la possibilità di diventare grandi, fino alla forte disperazione degli adulti e la solitudine degli anziani.

I tre moschettieri + 1

Tra tutti i personaggi, quello di Se-kyung emerge senza dubbio come il più complesso e interessante della serie. Se-kyung si distingue fin dal primo episodio come una vera e propria “eroina alle prime armi”. È, infatti, la prima a combattere con coraggio e a rischiare la propria vita per rivendicare i bambini perduti (per cui i sensi di colpa non la lasciano riposare) e proteggere gli ultimi rimasti. In un mondo in cui la catastrofe imminente ha spazzato via ogni certezza, Se-kyung trova nel suo impegno per i bambini una ragione per andare avanti, una fiamma di speranza che la spinge ad affrontare il pericolo con dedizione.

Addio alla Terra – In foto l’attrice Kim Yoon-hye nel ruolo di Kang In-a.

Ma nonostante le nobili intenzioni e la grande forza morale che guidano il personaggio di Se-kyung, la sua figura non riesce del tutto a risultare convincente. Nel corso degli eventi, infatti, sembra che il suo personaggio si annulli progressivamente, con la sua unica funzione narrativa che appare sempre più limitata alla sola necessità di assicurare che il sacrificio dei bambini perduti non sia vano. Così, l’evoluzione e la profondità emotiva di Se-kyung vengono sacrificate a vantaggio di un ritratto più “eroico”, ma meno plausibile.

Il vortice di vendetta, confusione e irrazionalità che segue Se-kyung travolge ingiustamente anche il personaggio di Yoo Ah-in. Yun-sang decide di tornare a casa per condividere gli ultimi istanti sulla Terra con Se-kyung, ma il suo ritorno sembra non avere un impatto significativo sul corso degli eventi e sul destino dei protagonisti. Fin dai primi istanti del suo ritorno, il suo personaggio sembra relegato all’ombra di Se-kyung. Yun-sang appare al pubblico come un protagonista passivo, il cui ruolo pare definirsi principalmente dalla sua dipendenza emotiva.

Addio alla Terra – In foto l’attore Jeon Seong-woo nel ruolo di Woo Sung-jae.

Diversa è invece la situazione per i personaggi di Jeon Seong-woo e Kim Yoon-hye: pur avendo ruoli minori, il giovane prete Sung-jae e l’ex comandante In-a (che acquisisce un valore aggiunto anche per il suo riferimento alla comunità LGBTQ+, un aspetto tutt’altro che comune nella serialità sudcoreana) mostrano un’evoluzione significativa nel corso della storia, riuscendo a creare un forte legame emotivo con il pubblico. Infatti, mentre il rispettoso e gentile Sung-jae, deluso dalle istituzioni ecclesiastiche, decide di rinunciare ai suoi voti per vivere gli ultimi giorni come un fedele laico; In-a, dopo una vita dedicata a proteggere gli altri, trova il coraggio di congedarsi, liberandosi del peso delle sue responsabilità e mettendosi in viaggio per riscoprire se stessa.

Non è tutta colpa di Yoo Ah-in!

Sarà davvero una sfida impossibile per l’opera di Kim Jin-min guadagnarsi un posto nell’ambita Top10 di Netflix. Al di là del significativo sabotaggio ricevuto in patria a causa della partecipazione dell’attore Yoo Ah-in, indagato lo scorso anno per uso di droghe (e si sa quanto può essere severa e impietosa l’opinione pubblica sudcoreana), Addio alla Terra fatica a imporsi come un adattamento degno dell’opera di Isaka.

Nonostante il superamento del ritmo troppo lento e ripetitivo dei primi episodi, infatti, il pubblico non riesce mai a sentirsi completamente coinvolto dalla narrazione. Sebbene l’intento registico di Kim Jin-min e Jeong Seong-joo sia lodevole nel creare un mondo distopico il più autentico e realistico possibile, rinunciando del tutto al fantasy (che invece caratterizza i celebri k-thriller apocalittici quali Sweet HomeHellbound), Addio alla Terra finisce per accontentarsi di una trama piatta e depotenzializzata che, oltre a compromettere la capacità dell’opera di mantenere viva l’attenzione e l’interesse nel corso della visione, non riesce a trasmettere appieno l’emozione e l’impatto che ci si aspetterebbe dallo scenario apocalittico dell’opera di Isaka.

Addio alla Fantastica Signora Maisel: grazie, e buonanotte!

Addio alla Fantastica Signora Maisel: grazie, e buonanotte!

“Grazie, e buonanotte!” Si chiude così ogni numero di Midge Maisel e queste parole risuonano anche alla fine dei suoi quattro minuti al Gordon Ford Show. Midge ce l’ha fatta, ma questo lo sapevamo già.

L’ultima stagione de La Fantastica Signora Maisel, sovvertendo lo stile di narrazione dei cicli precedenti, ci ha detto da subito che Midge ce l’avrebbe fatta, che avrebbe sfondato e si sarebbe costruita una “bella vita” con belle cose, successo e nessun partner, perché quelli ormai sono spunti per i suoi numeri e non più compagni di vita. L’episodio 9 della quinta stagione della serie di Amy Sherman-Palladino ha fatto calare il sipario sulla sua storia sfruttando il trucco del flashforward per tranquillizzarci tutti: Midge ce la fa. Ma quanto è stato appassionante il viaggio? Quante le difficoltà? Quante le regole da rompere e le persone da convincere che lei, Miriam, potesse essere molto di più che una madre e moglie con la passione per i cappellini e un girovita da urlo?

La Fantastica Signora Maisel infrange le regole

Fino alla fine, Midge ha dovuto combattere e giocare sporco, ha dovuto infrangere le regole, per dare voce ai suoi pensieri e alla sua ambizione. E se da una parte è vero che a una donna non si perdona l’ambizione, e lo si sta ripetendo sempre di più tanto che la rivendicazione ha ormai perso potenza, Amy Sherman-Palladino e Rachel Brosnahan, la fantastica signora Maisel in persona, non hanno paura di raccontare una donna che ambisce all’indipendenza e al successo, ma anche al lusso, ai begli abiti, alle comodità, a tutta una serie di cose che nella narrativa legata alle donne sono sempre state messe da parte in nome di ideali più alti, come la dignità e la libertà.

Midge vuole tutto, anche tutta quella serie di benefit lussuosi che sempre vengono accostati all’ambizione maschile. Perché Midge è davvero moderna e onesta e francamente insostenibilmente isterica, e allo stesso tempo adorabile. Non fa niente per nascondere le sue nevrosi, che poi sono nevrosi di Palladino, ma la sua tenacia ci impone quasi di tifare per lei.

Abe Weissman, il revisionismo storico

Chiaramente Midge non è sola in questa avventura, ed è bello vedere in che modo tutti i personaggi che l’hanno accompagnata sono cambiati e si sono evoluti anche grazie a lei e alle sue scelte di vita non convenzionali. Su tutti citiamo Abe Weissman (Tony Shalhoub), un personaggio straordinario, che nel constatare la straordinarietà della figlia si fa testimone, nel penultimo episodio, di una riflessione sulla parità di genere proponendo un “what if?”, un revisionismo storico che niente ha a che vedere con gli slogan con cui si riempie la bocca una certa fetta dei rappresentati della cultura contemporanea. Un manifesto non solo originale, ma onesto e autentico di quello che potrebbe voler dire essere donna se il mondo prendesse un po’ più sul serio le donne stesse. Una rivendicazione che pian piano sta cambiando il paradigma e sta diventando sempre più constatazione di un dato di fatto e di una effettiva parità. La strada è lunga, ma è stata imboccata.

Susie e Lenny sempre all’angolo di Midge

La fantastica Signora Maisel recensioneÈ chiaro che Midge è un’eccezione. Non tutte le donne hanno il suo talento, la sua ambizione, né tantomeno la fortuna di incrociare sul suo cammino sostenitori e partner del calibro di Susie Myerson (Alex Borstein) o Lenny Bruce (Luke Kirby), difensori, promotori, sponsor, alleati trai più preziosi perché hanno dato a Midge quello che nessuno le aveva dato prima: credito e fiducia. Nessuna grande impresa si porta avanti in solitudine, e per quanto gli ultimi metri vadano corsi in autonomia, c’è sempre chi lungo la strada lancia un asciugamano o una borraccia, per sostenere l’impresa. All’angolo di Midge ci sono sempre stati loro, e ci restano fino alla fine. Ce lo raccontano bene i flashforward, le finestre che questa stagione apre sul futuro.

Con l’espediente che Six Feet Under ha usato nella sua ineguagliabile puntata finale, in cui vediamo tutta la vita dei protagonisti fino alla fine dei loro giorni, anche La fantastica Signora Maisel ci mostra quello che sarà e che non vivremo, e così possiamo sbirciare quella che sarà la carriera brillante dell’agente Susie, la miseria del di lì a poco suicida Lenny Bruce, ma anche tutte le vite che hanno gravitato intorno a Midge e che ne hanno subito la grandezza. I figli, ad esempio, quei Esther e Ethan che sono stati in ombra per così tanto tempo e che in questa stagione hanno finalmente assunto la statura di personaggi, oppure lo stesso Joel (Michael Zegen), che si pente di aver tradito e lasciato Midge, ma che allo stesso tempo è la vera causa scatenante senza la quale la Signora Maisel non sarebbe mai e poi mai diventata Fantastica.

L’investitura ufficiale

E quell’investitura, quel Fantastica Signora Maisel arriva, quel Titolo che da sei anni stiamo ripetendo e che per la prima volta si sente chiaro e tondo alla fine di questo episodio conclusivo di serie, per bocca di uno dei tanti ostacoli che Midge ha dovuto aggirare, superare e sconfiggere, quel Gordon Ford che prima si era chiamato Shy Baldwin e prima ancora Sophie Lennon, ovvero quei rappresentanti dell’élite che ce l’ha fatta e che non vuole assolutamente che ce la facciano gli altri.

Amy Sherman-Palladino ha fatto di nuovo la sua magia, e anche se è vero che la sua voce è quella di tutti i suoi personaggi ed è inverosimile che chiunque popoli il suo mondo sia tanto arguto e spontaneo, è riuscita lo stesso a raccontare una storia che per quanto specifica è anche collettiva, una storia di emancipazione e di scoperta, di compromesso e di rinuncia, ma anche di trionfi. Midge Maisel ce l’ha fatta, giocando sporco, infrangendo le regole, ma anche segnando nuovi confini, nuovi limiti da superare, nuovi obbiettivi per arrivare a conquistare quella fama tanto grande che la farà amare da tutti. Con sfrontatezza e consapevolezza, il messaggio più potente e divertente che Midge possa lasciarci è quello di tenere sempre la schiena dritta, sorridere e andare avanti… “Tette in su!”.