A due giorni dalla prima mondiale di
Toronto della sua commedia dark Nightbitch,
Amy Adams ha concluso un accordo per produrre
e recitare in Lazy Susans, una nuova commedia in
arrivo ai 20th Century Studios. Come riportato da Deadline, i candidati all’Oscar
Annie Mumolo (Le
amiche della sposa) e Stan Chervin (Moneyball)
sono stati incaricati della sceneggiatura del film che racconta di
un gruppo di mamme che formano una rock band.
Il film è ispirato alla storia di
The Lazy Susans, un gruppo reale di Boston che si
è riunito durante la pandemia di Covid. Vivek J.
Tiwary e Jack Leslie, che produrranno per
TEG+, hanno dato il via al progetto quando hanno opzionato
l’articolo del Boston Magazine “For Those Moms About to
Rock”. Adams e Stacy O’Neil produrranno anche
attraverso il loro marchio Bond Group Entertainment. Non è ancora
stato scelto un regista.
Amy Adams in Nightbitch.
Amy Adams, dove la vedremo
prossimamente?
Sei volte candidata all’Oscar, la
Amy Adams sarà presente nel già citato
Nightbitch,
adattamento di Marielle Heller del romanzo di Rachel
Yoder del 2021, in cui la vita di una mamma casalinga
prende una piega surreale. Lei e O’Neil hanno anche prodotto il
film, che Searchlight Pictures distribuirà il 6 dicembre. Più
recentemente, ha recitato al fianco di Jenna
Ortega in Klara and the Sun – film fantascientifico
distopico di Taika Waiti per Sony’s 3000 Pictures, basato
sul romanzo di Kazuo Ishiguro.
Reciterà poi nel film drammatico
At the Sea del regista di Pieces
of a WomanKornél Mundruczó, in cui
recita al fianco di Murray Bartlett, Brett
Goldstein e altri. Il film segue la vita di Laura (Adams)
dopo una lunga riabilitazione, mentre torna dalla sua famiglia
nella loro casa per le vacanze al mare dove deve riadattarsi alla
vita complicata che si è lasciata alle spalle. Ora è costretta ad
affrontare il prossimo capitolo della sua vita senza la carriera
che le ha dato fama, fortuna e, soprattutto, identità.
Uno dei registi più in voga e più
attivi del momento è Denis Villeneuve, tra poco
inizierà le riprese di Sicario
conEmily
Bluntefinito di girare
questo thriller potrà dedicarsi a Story of Your
Life, di cui sono partiti i casting che vedono in
pole come protagonista la star di American
HustleAmy Adams.
Story of Your
Life, basato su un racconto breve
pluripremiato diTed
Chiang e adattato per il grande schermo
da Eric Heisserer vedrà la terra invasa
da alieni e un linguista specializzato nella decifrazione di
messaggi criptici dovrà riuscire a capire le reali intenzioni degli
invasori.
Sembra proprio che la moda
Hollywoodiana di proporre remake di grandi successi Europei non
sembra aver fine. Così la produzione di The Orphanage sembra
essere sopravvissuta all’abbandono del regista Larry Fessenden,
prontamente sostituito da Mark Pellington e
secondo le ultime indiscrezioni il casting ufficiale sembrerebbe
finalmente iniziato, e per il ruolo di protagonista femminile la
New Line avrebbe offerto la parte all’attrice tre volte candidata
all’Oscar Amy Adams.
A produrre la pellicola dovrebbe
essere lo stesso Guillermo Del Toro, già produttore
dell’originale.
Amy Adams, interprete di Lois Lane nel
DCEU, ha parlato di recente della sua esperienza nel ruolo
e del suo punto di vista su Rachel Brosnahan che lo ha assunto per il
film su Superman del DCU. Amy Adams è famosa per una serie di ruoli,
avendo vinto Golden Globe e molti altri premi importanti per le sue
interpretazioni in una serie di film. I fan dei film di supereroi
riconosceranno probabilmente il suo ruolo in Man Of Steel, Batman V Superman: Dawn of Justice e in entrambe le
iterazioni di Justice League, con la Adams che ha
interpretato Lois Lane in tutti e quattro i film, il che le
conferisce una comprensione unica del ruolo.
In un’intervista a Vanity
Fair, Amy Adams ha parlato di molti dei suoi ruoli precedenti,
compreso quello di Lois Lane nella
linea
temporale del DCEU. La Adams ha dichiarato di essersi divertita
a lavorare a fianco degli altri attori di Man Of
Steel e su set colossali, e ha detto: “Una
delle cose che mi piacciono dei canoni dei supereroi è che per me è
quasi come il teatro, in un certo senso.È come se diverse persone assumessero il ruolo e il
ruolo non appartenesse a una sola
persona“.
Questo ha portato a una domanda su
quale consiglio la Adams darebbe all’attrice Rachel Brosnahan,
interprete di Lois Lane nel DCU, che dovrebbe recitare accanto al Superman di
David Corenswet nel film Superman
del 2025. Amy Adams ha risposto alla domanda
affermando che il suo consiglio sarebbe: “Oh, solo
divertirsi.Divertiti e basta, e sono sicura che lo
farà.È meravigliosa e spero che riesca a portare il suo
senso dell’umorismo.Ha una grande sensibilità, è una
brava attrice ma ha anche un grande senso comico naturale, e spero
che riusciremo a vederne ancora un po’”.
Cosa significa il consiglio di
Amy Adams a Rachel Brosnahan
Rachel Brosnahan alla 29esima edizione dei Critics’ Choice Awards.
Foto di imagepressagency via Depositphotos.com
Essendo la precedente Lois Lane
nell’impero dei film live-action della DC, Amy
Adams si trova in una posizione unica per parlare del
franchise e del ruolo, rendendo i suoi consigli ancora più degni di
nota. Ciò rende ancora più degno di nota il fatto che il suo
consiglio sia in gran parte quello di godersi l’esperienza, mentre
le lodi della Adams nei confronti della Brosnahan suggeriscono che
si tratta di un suo consiglio specifico perché è già sicura che la
nuova Lois Lane sarà più che abile nel ruolo.
Il debutto di Rachel
Brosnahan nel ruolo di Lois Lane avverrà 4 anni dopo
l’ultima apparizione di Amy Adams nel DCEU in
Justice League di Zack Snyder.
Allo stesso modo, i
commenti di Amy Adams sul fatto che ruoli come Lois Lane
non appartengono a una sola persona e la sua discussione sul
talento recitativo di Rachel Brosnahan contribuiscono a dimostrare
come la Brosnahan possa fare suo il ruolo e suggeriscono
che questo è più importante che cercare di rispecchiare o
eguagliare ciò che è venuto prima. Questo si allinea con la
precedente discussione della Adams sul casting di Lois Lane nel
DCU, che in un’intervista di ottobre a Variety
aveva dichiarato: “La amo.Sarà fantastica.Spero che il ruolo sia infuso della sua sensibilità, del suo
umorismo naturale, della sua forza e della sua arguzia”.
FOTO DI COPERTINA: Amy Adams
assiste alla prima di ‘Nocturnal Animals’ durante la 73esima Mostra
del Cinema di Venezia. Foto di arp via Depositphotos.com
Continuano ad arrivare estratti dal
numero speciale di Total Megazine dedicato al film
L’Uomo
d’Acciaio.Oggi
arrivano le parole di
AmyAdams che
interpreta Lois Lane:
Sul rapporto fra Lois e Clark
Direi che
siano semplicemente… amici! Volevo che Lois in questo film fosse
una donna più semplice, più simile alle altre, senza diventare
qualcosa di fastidioso. Lois può diventare onnipresente, saltando
fuori in situazioni un po’ sconvenienti, ma capirete le sue
ragioni.
Poi la Adamsrivela di aver fatto tre volte il
provino per la parte in tre progetti differenti:
Ho fatto il
mio primo provino quando J.J. Abrams e Brett Ratner erano a lavoro
su una prima versione. Poi con Superman Returns ho fatto di nuovo
il provino. E per l’Uomo d’Acciaio sono arrivata a
tre.
L’Uomo d’Acciaio, il film
Warner Bros. Pictures e Legendary
Pictures presentano L’Uomo
d’Acciaio, con
Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/Superman,
per la regia di Zack Snyder. Il film è
interpretato anche da
Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte
agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane,
e il candidato all’Oscar
Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”)
in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei
genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la
candidata agli Oscar
Diane Lane (“Unfaithful — L’amore infedele”) e il
premio Academy Award
Kevin Costner(“Balla coi lupi”).
A combattere contro il supereroe
sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod,
interpretato dal candidato agli Oscar
Michael Shannon (“Revolutionary Road”) e Faora,
interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton
sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van,
interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”) e
il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award
Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche
Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick,
Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy
e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil
Hamilton. Tutte le news nel nostro
speciale: Superman: Man of
steel.
Dopo anni di voci e speculazioni,
Henry Cavill è finalmente tornato nei panni di
Superman nella scena dei titoli di coda di Black
Adam, e secondo quanto riferito è destinato a
svolgere un ruolo importante nel DCU che andrà avanti sotto la
supervisione di James
Gunn, a capo del DC Studios.
Amy Adams ha debuttato come Lois Lane
al fianco di Cavill in L’uomo d’Acciaio (Man of Steel)
di Zack Snyder prima di apparire
in Batman
V Superman e Justice
League , ma quello che tutti si chiedono e se
anche si unirà alla sua costar in questa nuova era di film basati
su DC? Ad
Adams è stata posta proprio questa domanda mentre parlava con
Variety del suo nuovo film, Disenchanted.
La candidata all’Oscar ha condiviso
la sua eccitazione per il ritorno di Cavill, ma ha rivelato di non
essere stata contattata per riprendere il ruolo di Lois
Lane. Sembra che sarebbe aperta alla possibilità, ma dice che
sosterrà “qualunque direzione vadano” se un’altra attrice dovesse
essere ingaggiata per interpretare il personaggio. Di seguito il
video dell’intervista.
Vedremo Amy Adams nuovamente nei panni di Lois Lane
C’è sempre la possibilità che
Amy Adams sia stato in contatto con
la Warner Bros./DC Studios per un potenziale ritorno nei panni
dell’intrepido giornalista del Daily Planet e semplicemente non sia
autorizzato a divulgare tali informazioni. Dopotutto, Lois Lane
sarà sempre una parte vitale di quasi tutte le storie di Superman,
ed è difficile immaginare che riportino Cavill senza Adams.
Detto questo, parecchi fan si sono
lamentati di una percepita mancanza di chimica tra Cavill e Adams
nel corso degli anni, ed è probabilmente giusto dire che la sua
interpretazione di Lois (anche se noi dissentiamo fortemente!) si è
rivelata complessivamente controversa. Che cosa ne pensate? Ti
piacerebbe rivedere Adams nel ruolo o preferiresti che fosse scelta
un’altra attrice?
L’estate scorsa si era diffusa la
notizia che Amy Adams aveva firmato per interpretare la
protagonista della prossima commedia horror Nightbitch,
e ora è stato diffuso un primo sguardo al film attraverso un paio
di foto promozionali ufficiali.
La sei volte candidata all’Oscar
interpreterà una donna che inizia a trasformarsi in un cane (o
inizia a credere di esserlo… non è molto chiaro!) La Searchlight
Pictures ha acquisito il progetto, che viene descritto come un
adattamento “darkly comic horror” dell’omonimo romanzo d’esordio di
Rachel Yoder. La regista di Can You Ever
Forgive Me? Marielle Heller ha diretto il film.
Secondo la sinossi ufficiale,
Nightbitch
racconta la storia di “una donna gettata nella routine
casalinga di crescere un bambino in periferia, abbraccia lentamente
una forte depressione post parto che la porta in una deriva, nella
quale inizia ad avere bizzarri e innegabili segni che potrebbe
trasformarsi in un cane”.
Le immagini non ci danno molto su
cui basarci, ma il personaggio della star de L’Uomo
D’Acciaio ha un leggero luccichio canino negli occhi in quel
primo scatto? Date un’occhiata alle immagini qui sotto e fateci
sapere cosa ne pensate nella sezione commenti.
Marielle Heller’s ‘NIGHTBITCH,’ starring Amy
Adams, will be released this fall.
“Il libro di Rachel Yoder mi ha
lasciato senza fiato. Non mi sentivo così per [un] libro da quando
ho letto Il diario di un’adolescente molti anni fa“, ha detto
Heller quando è stato annunciato il film. “Il racconto
cupamente esilarante di Rachel sulla maternità e la rabbia mi ha
fatto sentire osservato. E adattarlo con Amy Adams in mente è stata
la cosa che mi ha fatto andare avanti durante la pandemia. Sono
davvero entusiasta di dare vita a questo film con i meravigliosi
partner di Anne Carey, Annapurna Pictures e Searchlight. È un sogno
che diventa realtà“.
Si tratta certamente di una
premessa intrigante e bizzarra, e non vediamo l’ora di saperne di
più su Nightbitchnel
primo trailer, che non dovrebbe essere troppo lontano.
Il film Nightbitch è
in fase di produzione come Hulu Original negli
Stati Uniti e, secondo quanto riferito, dovrebbe uscire in
autunno.
A proposito di questo film,
Amy Adams è stata scritturata per recitare
accanto a Jenna Ortega nell’adattamento di
Taika Waititi del romanzo fantascientifico
Klara and the Sun. La Adams interpreterà la madre
di un’adolescente di nome Josie che soffre di una misteriosa
malattia. Adotta un “amico artificiale” di nome Klara (Ortega) come
compagno per la figlia.
Sembra che l’attrice Amy Adams, che ha
già collaborato con il regista David O. Russell in The Fighter,
parteciperà al prossimo film di quest’ultimo, inizialmente noto
come American Bullshit ed attualmente, invece, senza titolo.
Amy Adams è la
prtagonista di questo nuovo magnifico servizio fotografico per
Marie Claire, in cui la star di Batman v Superman Dawn of
Justice, che tornerà neipanni di Lois Lane, si mostra
in tutta la sua bellezza.
“Temendo le azioni
incontrastate di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile
e fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più
riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte per
capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e
Superman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette
l’umanitá in un pericolo mai conosciuto prima”.
Ricordiamo
che Batman v Superman: Dawn
of Justice, Zack
Snyder è stato
scritto da ChrisTerrio, da
un soggetto di David
S. Goyer.
In Batman v Superman saranno
presenti Henry Cavill nel
ruolo
di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei
panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno
anche: AmyAdams, LaurenceFishburne, Diane
Lane, JesseEisenberg, Ray
Fisher, Jason
Momoa e GalGadot. Batman v Superman : Dawn
of Justice arriverà nelle sale
italiane il 24 marzo 2016.
Amy Adams è senza
dubbio una delle migliori interpreti della sua generazione, e
l’arrivo in sala di due film, Animali Notturni di
Tom Ford e Arrival di Denis Villeneuve, in cui
è la protagonista la mettono in una ottima luce per i mesi a
venire.
Nelle foto a seguire, Amy
Adams compare nella sua intensa interpretazione per il
film di Villeneuve, presentato in Concorso in
anteprima alla Mostra d’Arte Cinematografica di
Venezia.
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Arrival, il
film
Il film racconta di una linguista e
un matematico che vengono coinvolti dal Governo quando un essere
non identificato, presumibilmente alieno, compare nell’atmosfera
terrestre. Quando un misterioso oggetto proveniente dallo spazio
atterra sul nostro pianeta, per le susseguenti investigazioni viene
formata una squadra di élite, capitanata dall’esperta linguista
Louise Banks (Amy Adams). Mentre l’umanità vacilla sull’orlo di una
Guerra globale, Banks e il suo gruppo affronta una corsa contro il
tempo in cerca di risposte – e per trovarle, farà una scelta che
metterà a repentaglio la sua vita e, forse, anche quella del resto
della razza umana.
Amy Adams è una
donna di classe. Le sue scelte di guardaroba, il suo modo di fare
sul tappeto rosso e la sua compostezza elegante le conferiscono una
classe che associata ad suo brio e alla sua dolcezza la rendono una
delle star più apprezzate dai fan anche fuori dallo schermo.
Di recente Amy è stata ‘beccata’
mentre faceva una cosa che ha testimoniato ancora una volta la sua
classe e la sua indole. Durante un volo da Detroit a Los Angeles ha
ceduto il suo posto in prima classe ad una soldatessa incontrata
per caso, si è fatta scattare un selfie, e ha preso posto in
seconda classe, sostituendo il suo biglietto a quello della
soldatessa. Una passeggera dello stesso volo ha twittato
l’evento:
Just saw actress Amy Adams do something incredibly classy. She
gave her 1st class seat to an American soldier. I’m an even bigger
fan now.
Fermata dai paarazzi a LA,
all’atterraggio dell’aereo, Amy Adams non ha
voluto rilasciare dichiarazioni, dicendo solo in maniera sfuggente:
“Non l’ho fatto per attirare attenzione su di me. L’ho fatto
per attirare attenzione sulle truppe.”
Li vedremo presto all’opera insieme
in Big Eyes, sono Tim
Burton e Amy Adams che collaborano per la
prima volta in una storia che apparentemente sembra un po’ fuori
dalle corde del macabro regista, ma che, a ben vedere, sembra
essere il progetto ideale per farlo tornare in vetta dopo qualche
prova non proprio eccellente (Frankenweenie escluso).
Ricordiamo che ad
interpretare Keane sarà
l’attrice Amy Adams. Keane è nota per essere
una pittrice le cui creazioni si distinguono per la
rappresentazione di bambini dagli occhi grandi che sono diventati
il primo esempio di successo di massa nel mercato dell’Arte del
1950. Il film racconterà la vista dell’artista dal momento della
comparsa del movimento femminista che la porta ad affrontare una
dura causa con contro il marito, che avrà il volto
di Christoph Waltz e che ha sostenuto e
finanziato la sua carriera di pittrice. Il ruolo
di Danny Huston, invece sarà quello di un
giornalista di pettegolezzi, ed è attualmente la stelle della serie
televisiva “Magic City”. Inoltre, la pellicola è stata recentemente
acquistata durante il Festival
di Cannes 2013 da Lucky
Red che lo distribuirà per in Italia.
Big
Eyes si baserà su una sceneggiatura scritta
da Alexander e Larry
Karaszewski, coppia di scrittori che ha già lavorato
con Tim Burton in Ed
Wood.
Amy Adams, sarà Lois Lane nel
reboot di Superman diretto da Zack Snyder e prodotto da Christopher
Nolan. La Adams conferma una slanciatissima carriera e dopo ever
ricevuto la nomination all’Oscar come miglior attrice non
protagonista per The Fighter si preparerà ad interpretare il ruolo
della famosa reporter che ruberà il cuore all’uomo d’accaio.
Amy reciterà quindi al fianco di Henry Cavill, il nuovo Clark
Kent, nel film che arriverà nelle Warner Bros nel dicembre
del 2012.
Amy Adams ha
stretto negli anni un rapporto molto intimo con
l’universo DC, in particolare grazie al
ruolo di Lois Lane in Man of
Steel e Batman
v Superman Dawn of Justice, due pellicole in cui, come
afferma la stessa attrice, ha avuto modo di contattare quanto sia
difficile are corpo, voce e anima a un personaggio del genere
all’intento di un universo così ampio e sfaccettato.
Durante la recente intervista
“Actors on Actors” promossa
da Varietyalla
qualeha preso parte assieme al
collega Andrew
Garfield (che parlano della delusione in seguito
all’abbandono del ruolo di Spider-Man),
la Adams ha discusso a proposito della
difficoltà di interpretare Lois a causa della tendenza ad
asservirsi completamente alla narrazione principale piuttosto
che al vissuto dei personaggi: “questa è stata
la cosa difficile con Lois. Personalmente mi è piaciuto
molto interpretarla, io amo tutti i personaggi con
cui lavoro, ma a volte è difficile perché ritengo che spesso gli
attori si mettano sia al servizio solo della storia generale invece
di asservirsi alla storia del personaggio. A volte può
essere difficile quando si inizia a recitare e cerchi
di conservare una certa idea del tuo personaggio, ma alla
fine si è costretti a servire la storia … .in un universo
perfetto tutti lavorano insieme“.
La riflessione di Amy
Adams nasce probabilmente dalla constatazione riguardo al
fatto che nei due film sopracitati
finora Lois ha svolto per lo più il ruolo di
“damigella in pericolo” senza acquisire realmente un ruolo
predominante e un’introspezione psicologica degna di nota, anche se
le sue doti e i suoi sentimenti hanno giocato un ruolo tutt’altro
che indifferente sia in Man of
Steel che in Batman v Superman Dawn of
Justice.
Un possibile riscatto per il
personaggio di Lois potrebbe giungere forse
da Man of Steel 2, attualmente annunciato
come prossimo a entrare in fase di sviluppo, anche se al momento la
pellicola non possiede né un regista né una data d’uscita
sicura.
La casa di moda italiana Max Mara
ha scelto il fascino elegante di Amy Adams per
promuovere la sua nuova Signature Bag. Ci aspettiamo che la Adams
posi anche per la collezione primavera a tempo debito.
“Jennifer Garner è stata la
prima celebrità con cui abbiamo lavorato e il ritorno di immagine
che abbiamo ricevuto è stato eccellente sia intermini di sell-in
che in termini di sell-out – ha dichiarato Giorgio
Guidotti presidente delle relazioni con il pubblico per il
Max Mara Group – Questo nuovo passo è segno di continuità. Il
claim è lo stesso: Senza tempo è adesso. Ci sono attrici senza
tempo, non associate a momenti o a scoop.”
Per quanto riguarda la Adams non
possiamo che essere d’accordo: il suo fascino semplice, il suo
talento enorme e la sua bellezza ne fanno a tutti gli effetti
un’attrice senza tempo.
Il commento di Amy
Adams sul destino del suo personaggio, Lois
Lane, nell’universo cinematografico DC aveva lasciato
intendere che l’attrice fosse ad un passo dall’abbandonare per
sempre i panni della giornalista. Tuttavia in una recente
intervista con Den of Geek, la Adams sembra aver fatto chiarezza in
merito spiegando che non c’è ancora nulla di ufficiale:
“Sapete cosa è buffo? Che in
realtà non lo so e non ho ancora avuto alcuna conversazione
ufficiale con nessuno degli studios. Ho detto questa cosa parlando
con Nicole Kidman, ma forse avrei dovuto fare più
attenzione!“.
Nelle scorse settimane si è parlato
di un possibile addio
di Henry Cavill e Ben
Affleck, rumor mai confermati ufficialmente, dunque è
possibile che gli studios stiano ancora cercando di capire come
muoversi in futuro. Futuro prossimo che vede l’uscita in sala
di Aquaman, Shazam! e Wonder Woman 1984.
Rivedremo presto la Adams
in Vice – L’uomo nell’ombra al fianco
di Christian Bale, film che ha già
conquistato ben cinque nomination ai Golden Globes. Diretto
da Adam McKay, racconterà la storia
di Dick Cheney, il vice-presidente più
potente della storia americana, considerato da molti il “vero
numero uno” della Casa Bianca durante l’amministrazione
di George W. Bush.
Nel 2019 l’attrice sarà anche
protagonista di The Woman in the
Window, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo
di A.J.Finn diretto da Joe Wright. La pellicola segue il
personaggio della dottoressa Anna Fox mentre trascorre le sue
giornate nella sua casa di di New York bevendo troppo vino,
guardando vecchi film e spiando i suoi vicini. Sulle orme del
classico di Alfred Hitchcock “La
finestra sul cortile“, Anna assiste ad una scena che coinvolge
la famiglia Russell, gruppo di persone apparentemente perfetto che
vive dall’altra parte della strada.
Vi ricordiamo che l’ultima fatica
di Zack Snyder, Justice
League, è disponibile dal 21
Marzo nei formati DVD, Blu-ray,
Blu-ray 3D e in 4k Ultra HD, distribuito
da Warner Bros. Entertainment Italia.
Diretto da Zack
Snyder, il film presenta una invidiabile lineup di
SuperEroi DC: Ben Affleck nei panni di
Batman, Henry Cavill come
Superman, Gal Gadot nel ruolo
dell’irresistibile Wonder Woman, Ezra
Miller come The
Flash, Jason Momoa nei panni di
Aquaman e Ray Fisher come Cyborg.
I Contenuti
Speciali delle edizioni Blu-ray permetteranno ai
fan di scoprire tutti i segreti della Justice League, conoscere meglio i nuovi
membri, il loro lavoro di squadra e la tecnologia che dà loro una
marcia in più. L’edizione 4k Ultra HD del fim contiene anche il
disco Blu-ray, oltre ad una scena inedita non presente nel film al
cinema.
Netflix ha rivelato il trailer del prossimo film di
Ron Howard, Hillbilly Elegy, un
adattamento del libro di memorie dell’autore J.D. Vance. Il libro è
uscito nel 2016, e si concentra sulle esperienze e sulla storia
della crescita di Vance a Middletown, Ohio. Vance ha raccontato la
lotta della sua famiglia contro la povertà e lo sfruttamento. Per
portare in vita questa complessa storia di famiglia, Howard si è
affidato ad alcune delle più grandi interpreti contemporanee,
Glenn Close e Amy Adams.
Il trailer di Hillbilly
Elegy, pubblicato da Netflix, racconta dei personaggi di
Glenn Close e Amy Adams, madre e
figlia, che si scontrano per crescere la loro famiglia
multi-generazionale anche se il film è raccontato dalla prospettiva
di Vance (interpretato da Gabriel Basso). Ex
marine americano e studente di legge di Yale, Vance è costretto a
tornare a casa per affrontare una crisi familiare.
Parlando con Variety del suo ruolo
in Nightbitch,
Amy Adams ha confermato di non aver mai avuto
l’impressione che il piano fosse di farla tornare come Lois dopo
Justice
League del 2017.
Sappiamo che Snyder aveva piani
ambiziosi per il personaggio, poiché era destinata a essere una
figura centrale nei suoi sequel, alla fine avendo un figlio con
Bruce Wayne. La Warner Bros. deve aver pensato anche di richiamarla
per il sequel di L’Uomo d’Acciaio che ha iniziato a
sviluppare quando
Henry Cavill è tornato brevemente al DCEU, ma se
così fosse, Adams non ne è stata informata.
Nonostante ciò, è eccitata di vedere
cosa porterà Rachel
Brosnahan al fianco di David
Corenswet nel Superman
di James Gunn.
“La adoro. Sarà fantastica. Spero che il ruolo sia intriso
della sua sensibilità, del suo umorismo naturale, della sua forza e
del suo arguzia”, ha detto l’attrice prima di fare un elogio
del suo Superman. “Henry era un Superman davvero brillante.
Auguro fortuna a ogni Superman, ma penso che sia stato fantastico.
Volevo solo dirlo. È così nel suo spirito”.
Ma Amy
Adams è consapevole che interpretare un ruolo iconico è
solo un momento nella carriera di un attore: “Venendo dal
teatro, so che un ruolo non ti appartiene mai. Ci fai solo una
ripresa”, ha osservato. “Ecco cosa penso di quel franchise
[DCEU].”
Adams non ha mai parlato
negativamente del suo periodo come Lois, nonostante abbia
partecipato a film che hanno avuto scarsi riscontri da parte della
critica. Nel 2016, ha risposto alle critiche di Batman v Superman dicendo:
“Abbiamo subito un colpo. Torneremo su. Mi dispiaceva per Zack.
Zack è la persona più gentile di sempre, e vederlo parlare in quel
modo è stato davvero difficile per me, perché è davvero un regista
molto rispettoso.”
La decisione di Gunn di ingaggiare
Brosnahan ha ricevuto elogi diffusi dai fan della DC ed è difficile
immaginare una scelta migliore di lei per seguire le orme di
Adams.
Superman, tutto quello che
sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”,
ha detto Gunn durante l’annuncio della listaDCU.
“Non
vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il
pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film
d’animazione e giochi”.
Il film uscirà nelle sale
l’11 luglio 2025.
Amy Adams è stata
ospite al Saturday Night Live e in questa occasione ha
posato per una serie di scatti molto particolari che, in alcuni
casi, la ritraggono come una bambola di porcellana o come una
ballerina di can-can. Tutte pose, si intende, che la cara Adams
sostiene benissimo.
Ricordiamo che a partire dal
prossimo 1 gennaio Amy Adams sarà al cinema nei
panni della protagonista in Big Eyes di
Tim Burton.
È stata Amy
Adams l’ospite internazionale di oggi
al Giffoni Film Festival 2017, la nota
attrice americano ha incontrato tutto il pubblico e i giurati del
festiva. Di seguito le foto:
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“L’obiettivo è essere felici.
All’inizio della mia carriera ho avuto tanti momenti di
scoraggiamento, specialmente quando ricevevo rifiuti. Poi ho capito
che è un bene mettersi in discussione. Anche adesso penso che ogni
tanto sia meglio fermarsi, fare il punto della situazione e capire
se la carriera che si sta facendo sta andando nella direzione che
si desidera. A volte può sembrare che abbiamo successo ma invece
non siamo felici”.Amy Adams,
cinque nomination all’Oscar e due Golden Globe, è la seconda star
internazionale di scena al Giffoni Experience. Una carriera che
l’ha portata in pochi anni a diventare una delle attrici più
celebrate della sua generazione, capace di inanellare una schiera
di interpretazioni memorabili.
“Ho iniziato con la danza e poi
sono passata alla recitazione perché non avevo superato gli esami
di chimica e, siccome avrei voluto fare il medico, non mi pareva un
segnale molto incoraggiante – racconta la 42enne attrice di
“Animali notturni” – La passione per la recitazione
l’ho sempre avuta, mi ci è voluto un po’ di tempo per prendere
fiducia. Ricordo la prima audizione, è stata terribile per questo
dico che non dovete scoraggiarvi: i rifiuti sono dietro l’angolo
per tutti, bisogna insistere, studiare e prendersi anche le
sconfitte”.
E se tra i film che ha voluto
interpretare a tutti i costi cita “Junebug” di Phil Morrison, “Come
d’incanto” di Kevin Lima e “Arrival” di Denis Villeneuve, la Adams
spiega che i personaggi e l’ispirazione li prende dalle persone che
la circondano: “Sto molto attenta a come si esprimono e a come
parlano i personaggi, a prescindere da quanto è scritto nella
sceneggiatura -spiega- Ora che sono più matura cerco anche film che
hanno messaggi e contenuti che mi fa piacere portare al
pubblico”. Una domanda riguarda il sessismo a Hollywood: “No,
non è solo un problema di Hollywood, il sessismo c’è in tutti gli
ambienti professionali. Parlando con un mio collega attore,
discutevamo se fosse il caso di accettare una determinata
scena e lui, semplicemente, diceva: ‘basta dirgli di no’. Ecco, per
lui era semplice. Bastava un no. Per me, invece, quel no sarebbe
stato solo l’inizio di una conversazione, non sarebbe finita
lì”.
I premi e gli anni di carriera non
le hanno tolto la voglia di emozionarsi nel raccontare i personaggi
che ha interpretato: “Sono stata influenzata pesantemente da
alcuni ruoli, avvicinarmi a esperienze che ho raccontato sullo
schermo mi provoca forti emozioni”. La Adams è nata in Italia,
a Vicenza, il padre era un militare di stanza ad Aviano. Un legame
che non è solo formale. “Amo l’Italia al punto che ho dato a
mia figlia il nome di Aviana, in omaggio al paese dove sono
cresciuta -spiega- quando torno qui mi sento a casa, le persone
sono pronte ad accoglierti e a farti sentire come a casa loro come
non accade da tutte le altre parti”. Poi un pensiero a
Giffoni. “L’umanità dovrebbe collaborare a un futuro migliore
ma la mia generazione non sta realizzando questo ideale. Giffoni è
un esempio di collaborazione e unità e mi auguro siate voi a
realizzare questo sogno”.
Vi ricordiamo che
presto Amy Adams sarà nuovamente Lois
Lane in Justice League.
Justice
League èdiretto
da Zack Snyder con l’aiuto
di Joss Whedon, che l’ha sostituito alla fine
della produzione, ed è previsto per il 10
novembre 2017. Nel film vedremo protagonista Henry Cavillcome
Superman, Ben
Affleckcome Batman, Gal Gadotcome
Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
Amy Adams
tornerà a interpretare Lois Lane in Batman v Superman Dawn of
Justice. L’attrice è indubbiamente in una posizione
privilegiata a lavorare fianco a fianco con Henry
Cavill, uno degli uomini più belli del cinema e, a quanto
riportato da fonti attendibili, anche una delle persone più gentili
con cui si possa collaborare. L’attrice sembra davvero consapevole
di questo privilegio, tanto che anche lei, ha confessato, adora
osservare il collega, perché è “incredibilmente bello da
guardare”.
“In pratica lo tratto come un
oggetto, povero Henry. Ho dovuto scusarmi con lui a un certo punto.
Del tipo che gli ho dovuto dire che non sono una pervertita, è solo
che è così bello da guardare! Anche mio marito adora guardarlo, e
nostra figlia, di cinque anni, adora guardarlo… Siamo solo una
famiglia un po’ strana”. O almeno una famiglia con un certo
buongusto. Come dare loro torto? Siamo sicuri però che il buon
Henry l’abbia presa per il verso giusto!
“Temendo le azioni incontrastate
di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e
fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più
riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte
per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e
Superman in guerra, sorge
qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto
prima”.
Ricordiamo
che Batman v Superman : Dawn
of Justice, Zack
Snyder è stato
scritto da ChrisTerrio, da
un soggetto di David
S. Goyer.
In Batman v Superman saranno
presenti Henry Cavill nel
ruolo
di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei
panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno
anche: AmyAdams, LaurenceFishburne, Diane
Lane, JesseEisenberg, Ray
Fisher, Jason
Momoa e GalGadot. Batman v Superman : Dawn
of Justice arriverà nelle sale
italiane il 23 marzo 2016.
Da tantissimo tempo a Hollywood si
parla di un biopic che ricostruisca la brillante e breve carriera
di Janis Joplin. Adesso sembra che il progetto abbia trovato un
regista e una protagonista: si tratta di Lee
Daniels che ha già visto in Amy Adams la
sua musa e la perfetta Joplin cinematografica.
A dare la notizia è L’Hollywood
Reporter che riporta anche una dichiarazione di Daniels:
“Dopo Joplin, vorrei far partire il progetto Miss Saigon. E
poi… un film horror!”, insomma progetti chiari per il
futuro!
Il titolo provvisorio del film è
Get It Whle You Can e al timone ci
sarebbe in veste di produttore Ron Terry con la
moglie Theresa-Kourin Terry.
La scelta della Adams lascia molto
spazio all’immaginazione, la quattro volte nominata all’Oscar Amy
non somiglia molto alla Joplin, tuttavia l suo naturale talento la
rendono una candidata ideale per quello che si preannuncia essere
un ruolo molto complicato.
Non c’è semplicemente l’ascesa e la
tragica caduta di Amy Winehouse nel documentario
di Asif Kapadia (Senna)
Amy – The Girl Behind the Name. C’è il
doloroso scarto tra il cristallino e potente talento della cantante
dalla voce paragonabile a Billie Holiday o Ella, che voleva fare
jazz e sapeva riversare nelle sue canzoni-poesie i demoni che la
tormentavano, e la spirale autodistruttiva che la stroncò il 23
luglio del 2011, a soli 27 anni, dopo tre album e una vita segnata
da depressione, bulimia e dipendenza da alcol e droghe.
Asif Kapadia
imbastisce un unico, ambizioso, racconto di Amy
Winehouse, assemblando materiale d’archivio e immagini e
video amatoriali privati, live di tour e concerti; interviste
televisive e radiofoniche, apparizioni sui network, riprese rubate
dai paparazzi, il tutto alternando le dichiarazioni fatte dalla
stessa Amy e i commenti dei genitori, amici, l’ex marito, gli
agenti. Pubblico e privato si intrecciano nel delineare la carriera
di Amy, dagli esordi fino al clamoroso e inaspettato successo di
Black to Black, che l’ha resa una delle artiste più iconiche della
musica contemporanea.
Amy – The Girl Behind The Name
Ciò che emerge è il ritratto di una
giovane donna schietta e anticonvenzionale, alla quale diventa
difficile dire no ma che resta sempre vulnerabile, segnata dal
divorzio dei genitori in età infantile, dai problemi di depressione
e bulimia e dal rapporto irrisolto con il padre che influirà sulle
sue relazioni sentimentali. La dimensione della celebrità, con
tutte le sue ripercussioni, non farà altro che acuire il profondo
disagio e l’opprimente senso di responsabilità che Amy provava nei
confronti delle aspettative che la circondano.
Nonostante non punti espressamente
il dito, Asif Kapadia lascia intuire allo
spettatore come le responsabilità per la drammatica sorte della
cantante britannica, fiaccata nell’animo come nel corpo, siano da
ricondurre a tutti – amici, staff, famiglia – coloro che, a vario
titolo, si sono arresi o si sono dichiarati subito impotenti di
fronte all’impossibilità di difenderla da sé stessa e da un sistema
più grande di lei. Il padre Mitch, che rifiutò il primo – e forse –
decisivo rehab; Blake Fielder-Civil che ha introdotto Amy al
consumo di droghe pesanti; i media che l’hanno sfruttata e magari
sbeffeggiata.
Asif Kapadia
indugia un po’ troppo sui dettagli, del declino della star
londinese. Allo spettatore, fan o meno, resta l’immagine di Amy
che, adolescente, intona happy birthday all’amica con una voce soul
che già promette faville. E restano le parole delle sue canzoni
che, sovraimpresse alle immagini, delineano in maniera chiara il
rapporto tra la sua musica e la sua anima.
Presentato in anteprima nazionale
al Biografilm Festival di Bologna il 4 giugno, Amy – The Girl
Behind The Name sarà distribuito in Italia il 15, 16, 17 settembre
da Digital e Good Films.
La 20th Century Fox ha acquisito i
diritti della serie Amulet di
Kazu Kibuishi che svilupperà in un potenziale
franchising. Si tratta di una serie per ragazzi pubblicata
negli Stati Uniti da Scholastic. The
Stonekeeper, il primo libro edito nel 2008, ha vinto
il premio dell’American Library Association come miglior opera per
la categoria Giovani Adulti. Da allora la serie ha avuto un
crescente successo e il settimo libro,
Firelight, sarà pubblicato nel febbraio
del 2016. La collana ha finora venduto oltre 2 milioni di
copie in tutto il mondo.
Le graphic novel seguono la storia
di una giovane ragazza di nome Emily, di suo fratello minore Navin
e della loro madre Karen mentre si trasferiscono a casa loro del
bisnonno per iniziare una nuova vita. La casa si rivela contenere
un portale pericoloso e dopo che una creatura attira Karen
attraverso di esso, i bambini si organizzano per salvarla da un
mondo alternativo popolato da demoni, robot giganti, elfi e animali
molto intelligenti.
Il vicepresidente della Temple Hill,
Petersen Harris, si è occupato dell’acquisizione
dei diritti per l’azienda, che ha ormai istituito una nicchia
dedicata alla categoria dei “giovani adulti” con La
colpa è nelle stelle, The Maze
Runner eCittà di
carta. Sylvie Rabineau di RWSG ha
negoziato l’accordo per l’autore.
Amuka, il documentario diretto
da Antonio Spanò, mostra uno spaccato della vita
quotidiana dei contadini congolesi. Il
film, presentato al Festival Cinema e Ambiente di Avezzano, porta
luce sulla contraddittorietà di un paese rigoglioso e povero.
Amuka – Il
Risveglio dei Contadini Congolesi
”Il Congo potrebbe nutrire 3
miliardi di persone ogni anno. Oggi 13 milioni di congolesi
soffrono la fame.” Amuka segue la vita di alcuni contadini e
allevatori congolesi: ad ogni soggetto e ad ogni storia viene
dedicato un capitolo. Ci sono produttrici di olio di palma,
allevatori di bovini, chi possiede piantagioni di caffè. Tutti i
protagonisti del documentario vivono in un paradosso: hanno a
disposizione le materie prime, ma non dispongono dei mezzi e degli
acquirenti necessari per sfruttarle fino in fondo. Molte delle
industrie occidentali presenti nel paese fino a qualche anno fa,
hanno abbandonato la produzione in Congo a causa delle continue
crisi di governo. Al momento infatti, buona parte della popolazione
vive ai limiti della povertà e, per quanto disposta a reinventarsi
a e lavorare, sembra avere poche possibilità per migliorare le
proprie condizioni di vita.
Uno spaccato amaro e diretto del
Congo
Antonio Spanò
propone un ritratto della situazione economica e politica attuale
del Congo. In Amuka, fa parlare la popolazione
locale: prende i casi singoli e, attraverso i loro nomi e le loro
storie, parla di una condizione generale che opprime l’intero
paese. Le immagini illustrano la vita quotidiana dei contadini e
degli allevatori. Uomini e donne di tutte le età, lavoratori del
presente e del passato, tutti prendono parola e contribuiscono al
film.
Immagini vere e riprese
sporche
Il
racconto che viene fatto è estremamente sincero. I dialoghi
originali e spontanei tra i contadini – Spanò
evita di inquadrare l’intervistatore – danno l’impressione di
catapultarsi all’interno di una quotidianità non costruita.
Inoltre, i colori dominano il documentario: dagli abiti ai
paesaggi, c’è la sensazione di immergersi in un mondo che può
offrire tanto. La rigogliosità delle immagini è in contrasto con la
povertà che si scaturisce dalle scene e che si sente nei dialoghi:
i prezzi bassissimi dei prodotti, le discussioni sui costi della
forza lavoro, le difficoltà per trovare un acquirente fanno
riflettere sulla stasi economica del paese.
In conclusione,
Amuka è un
documentario ben fatto che non vuole mostrare in modo acritico
la vita esotica di un popolo a noi lontano. Al contrario, sceglie
di veicolare una protesta sulla condizione dei contadini congolesi
attraverso immagini potenti. Le storie
singole si uniscono alla
storia del paese, il paesaggio si mescola ai luoghi abitati,
portando sulla scena le diverse sfumature di un paese che, se ben
sfruttato, potrebbe offrire tanto.
Amsterdam,
l’ultimo lungometraggio dell’acclamato regista e sceneggiatore
David O. Russel, arriverà il 27 ottobre
2022 nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney
Company Italia. Il video presenta le conseguenze di una scena
apparentemente caotica che coinvolge
Christian Bale,
John David Washington e i personaggi di
Margot Robbie. Mostra Malek che alza accidentalmente
la voce per impedire ai personaggi di
Anya Taylor-Joy e
Margot Robbie di litigare.
Il film dei 20th Century Studios
parla di tre amici, anche se il cast annovera molti nomi di spicco,
tra cui Christian Bale,
Margot Robbie,
John David Washington, Rami Malek, Zoe Saldana, Mike Myers,
Timothy Olyphant, Michael Shannon, Chris Rock, Anya Taylor-Joy,
Andrea Riseborough, Matthias Schoenaerts, Alessandro Nivola, Taylor
Swift e Robert De Niro. Il film è
ambientato all’inizio del 20° secolo, che a giudicare del trailer
mostrato nel corso del panel vanta l’atmosfera rock-and-roll
assurda e i picchi della commedia poliziesca di Russell, American Hustle. L’uscita di Amsterdam
in Italia è prevista il 27 ottobre 2022.
David O.
Russell è tornato, e lo ha fatto con la produzione di
Amsterdam, pellicola con cui ha voluto portare in
scena, seppur in una sua versione romanzata, un presunto evento
storico che ha interessato gli Stati Uniti degli anni ’30, ossia il
Business Plot. Questo Complotto commerciale che getta le
basi della trama – in cui il dottor Burt Berendsen, l’avvocato
Harold Woodman e l’infermiera Valerie Voze vengono risucchiati – è
stata una cospirazione politica che ha avuto luogo nel
1933; l’obiettivo era quello di rovesciare il governo del
Presidente Roosevelt e insediare un dittatore sulla scia del
fascismo italiano capitanato da Benito Mussolini.
Potenti uomini d’affari americani
stavano cercando di mettere in piedi un’organizzazione di veterani
fascisti sotto la guida dell’ex Generale Smedley Butler, per poter
innescare un colpo di stato nei confronti del regime dell’epoca.
Seppur il regista sin da subito ci tenga a precisare che molti dei
fatti narrati – e rappresentati – siano realmente accaduti, non
molti sanno quali siano di preciso e quali invece siano frutto
dell’invenzione di O. Russell. Perciò vien da sé porsi la domanda:
quali sono le differenze fra il prodotto cinematografico e la sua
veridicità storica?
Il Generale che sventa il golpe non
si chiama Gil Dillenbeck
Gil Dillenbeck, interpretato da
Robert De Niro, è il Generale che in Amsterdam
sventa il complotto grazie all’aiuto di Burt, Harold e Valerie.
Nella realtà il Generale che porta avanti tali
accuse è Smedley Butler, alto ufficiale
del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, che però non ha avuto
alcuna credibilità da parte dei media, ricevendo l’accusa di
“diffusore di un’enorme bufala”. Inoltre Butler non è mai stato in
contatto con tre amici veterani, né tantomeno da questi aiutato
come invece viene rappresentato nel film.
L’accusa di complotto è
testimoniata a porte chiuse
O. Russell, probabilmente per fini
narrativi, realizza una scena in cui Dillenbeck espone il complotto
organizzato in occasione della raccolta fondi per i veterani del
369o reggimento di fanteria (nella storia della Prima Guerra
Mondiale, questo è stato soprannominato “Harlem
Hellfighters”). La versione reale degli eventi è però ben
diversa. Butler, aka Dillenbeck, ha testimoniato la cospirazione
politica sotto giuramento a porte chiuse, davanti al Comitato
speciale della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti sulle
attività non americane (“Comitato McCormack-Dickstein”).
In Amsterdam, poi,
subito dopo le battute conclusive del Generale, qualcuno tenta di
assassinarlo. Questo episodio non è accaduto nella storia del
Business Plot: Butler non è mai stato a rischio, e
soprattutto nessuna rissa a seguito delle sue dichiarazioni ha
avuto luogo.
Il comandante del 369° reggimento
non è stato assassinato
Amsterdam si apre
con il presunto omicidio del Generale Bill Meekins, che nella
realtà rappresenta presumibilmente William
Hayward, comandante colonnello del 369o reggimento di
fanteria. Hayward, leader degli Harlem Hellfighters, non è stato
assassinato negli anni ’30 durante il suo ritorno a casa, ma è
deceduto nel 1944 per cause sconosciute. Il regista usa il suo
omicidio come incidente scatenante per veicolare la trama e darle
l’impronta da “genere giallo” affinché i personaggi possano
muoversi all’interno.
Inoltre quella che dovrebbe essere
la figlia Liz, interpretata da Taylor Swift nel film, è stata
“costruita ad hoc “ da O. Russell come messaggero della morte del
padre per concatenare gli eventi. Il colonnello non ha mai avuto
una figlia di nome Elizabeth bensì un figlio di nome Leland Hayward
(neanche lui assassinato come invece accade a Liz).
La Commissione dei Cinque esiste,
ma non è la stessa
La Commissione dei
Cinque che O. Russell inserisce nella storia e che
rappresenta l’organizzazione complottista che Burt, Harold e
Valerie devono fermare, seppur sia realmente esistita non aveva
nessuna relazione con il fascismo e la dittatura europea, né
tantomeno era invischiata in qualche colpo di stato. La vera
Commissione dei Cinque, di cui facevano parte uomini che portavano
il nome di Sherman, Franklin, Jefferson, Adamas e Livingstion, era
un gruppo che si occupò nel 1776 di definire una bozza della
dichiarazione d’indipendenza (di cui oggi si festeggia il 4
luglio).
Due periodi storici differenti e non
accomunati da alcun elemento. Si pensa che il regista, per la
Commissione dei Cinque di Amsterdam, abbia preso
come riferimento L’American Liberty League, organizzazione
caratterizzata da pezzi grossi dell’imprenditoria americana e
conservatori contrari al New Deal di
Roosevelt.
Nessun trio di veterani ha
contribuito a mettere in luce il colpo di stato
Ebbene sì. Lo stravagante gruppo di
amici inseparabili formato da Burt, Harold e Valerie, non esiste. È
pur vero che molte vicende del Business Plot non siano
state riportate e neppure trascritte, quindi O. Russell per poter
rappresentare questa fetta di storia ha dovuto inserire personaggi
che potessero condurre la nave fino alla rotta stabilita.
Il timone è spettato ai tre
protagonisti sui generis di Amsterdam che nel
Complotto commerciale non sono realmente esistiti. Il regista aveva
necessità di costruire dei personaggi che potessero far funzionare
la trama della cospirazione, ma nessun trio di veterani della Prima
Guerra Mondiale ha contribuito a sventare il presunto golpe.
Amsterdam,
l’ultimo lungometraggio dell’acclamato regista e sceneggiatore
David O. Russel, arriverà il 3 novembre nelle sale
italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia. Racconto
affascinante e intricato che fonde brillantemente fatti storici e
finzione per un’esperienza cinematografica attuale, il film 20th
Century Studios e New Regency Amsterdam è un crime
originale su tre grandi amici che si trovano al centro di uno dei
complotti segreti più scioccanti della storia americana.
Il film dei 20th Century Studios
parla di tre amici, anche se il cast annovera molti nomi di spicco,
tra cui Christian Bale,
Margot Robbie,
John David Washington, Rami Malek, Zoe Saldana, Mike Myers,
Timothy Olyphant, Michael Shannon, Chris Rock, Anya Taylor-Joy,
Andrea Riseborough, Matthias Schoenaerts, Alessandro Nivola, Taylor
Swift e Robert De Niro.
Il film è ambientato all’inizio del
20° secolo, che a giudicare del trailer mostrato nel corso del
panel vanta l’atmosfera rock-and-roll assurda e i picchi della
commedia poliziesca di Russell, American Hustle.
L’uscita di Amsterdam
in Italia è prevista il 27 ottobre 2022.
David O. Russell torna sul grande
schermo con Amsterdam,
ben 7 anni dopo Joy, pronto a conquistare una standing ovation da
parte del pubblico. Il film è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione
Grand Public, e sarà nelle sale dal 3 novembre.
L’hype costruitosi attorno
alla pellicola, grazie soprattutto al parterre di attori proposto
dal regista, ha lasciato con il fiato sospeso fin’ora e con la
speranza che l’attesa valesse le aspettative. Fra i produttori
compare il nome di Christian Bale, protagonista principale della
storia nonché voce narrante.
Amsterdam, la trama
New York, 1933. Il dottor Burt
Berendsen (Christian
Bale) e Harold Woodman (John
David Washington) sono veterani della Prima Guerra
Mondiale, legati da una forte amicizia fraterna. L’arrivo nella
loro vita di Liz Meekins (Taylor Swift) sconvolge
il già precario equilibrio dei due, i quali nel tentativo di
scoprire cosa abbia causato la morte del padre di lei, si trovano
invischiati in un omicidio di cui sono i primi sospettati.
È ora il 1918. Un flashback riporta
indietro nel tempo, al periodo della Guerra. Dopo essere stati
feriti in Belgio, i due vengono curati dall’infermiera Valerie Voze
(Margot
Robbie), con la quale instaurano un rapporto molto
viscerale. I tre si trasferiscono ad Amsterdam, città in cui
trascorrono il periodo più bello della loro vita, finché lei non
sparisce nel nulla.
Un salto temporale riporta agli anni
’30. Dopo essersi ricongiunti con Valerie, il trio di amici cerca
di venire a capo dell’omicidio sia del Generale Meekins che di sua
figlia Liz, grazie all’aiuto di Gil Dillenbeck (Robert
De Niro). Ma nel tentativo di farlo, si scontreranno
con una forza molto più grande di loro: i complotti politici.
Una trama fragile per un cast
stellare
90 grammi di crime comedy,
un pizzico di slapstick, un po’ di noir e la “prorompenza” della
storia del dopoguerra: ecco cos’è Amsterdam. Una pellicola ibrida,
che nell’intento di far coesistere i generi di cui si dichiara
pregna, rigurgita un prodotto plastificato e poco sviluppato. Per
portare in sala un film all’apparenza valido, O. Russell ha
“assoldato” un team di star dal grande calibro. Come
pedine di un gioco li ha poi sparpagliati in una storia senza un
capo né una coda, non dando loro un background approfondito né
tantomeno un filo narrativo ben costruito. Ed ecco quindi il
principale problema: una trama sconnessa portata avanti da
personaggi spezzati a metà.
Fra sguardi in camera che rompono la
quarta parete, una patina vintage che avvolge tutto il filmico, e i
temi del razzismo e della dittatura europea che il regista tenta di
amalgamare nel migliore dei modi, Amsterdam si perde nel
vano tentativo di diventare il nuovo blockbuster
dell’anno. Quel grandeur cinematografico che poteva quindi
essere restituito – grazie anche all’aver “commissionato” un cast
di tal portata per darne ulteriore spessore – rimane un’illusione.
O meglio, un sogno.
L’unico elemento positivo è la nota
sentimentale e affettiva del film. L’amore di Harold e Valerie che
nonostante il periodo storico sfavorevole decidono ugualmente di
iniziare una relazione alla luce del sole e la partnership fra
Burt, Valerie e Harold che va al di là di qualsiasi pregiudizio,
omicidio e dinamica politica. È perciò questa l’unica vittoria di
Amsterdam: portare in scena un’amicizia solida,
che non si piega alle distanze oltreoceano e soprattutto allo
scorrere del tempo.
Burt, il narratore onnisciente di
cui non si aveva bisogno
La prima regola aurea – come dice
Robert McKee – applicabile sia nella stesura di un
romanzo che di una sceneggiatura, è mostrare senza dover spiegare.
O. Russell, invece, compie un atto di distruzione verso
quell’artificio narrativo, sbriciolando quel poco di
interesse investigativo che la trama stava faticando a
trasmettere dopo l’omicidio di Liz Meekins. Testo e
sottotesto, in un lungometraggio ben riuscito, sono la chiave
necessaria affinché esso abbia un senso: in questo caso il regista
sembra aver fatto di tutto per annientarli entrambi. Una scena non
parla mai di ciò di cui sembra parlare, o non sarebbe autentica.
C’è sempre altro oltre ciò che viene mostrato ed è l’unica arma per
farla concretamente funzionare.
Il sottotesto, che funge da
contraddizione al testo, è il meccanismo che spinge lo spettatore a
porsi domande e partecipare alla dinamica. In
Amsterdam, però, gli attori non possono compiere
quella performance “multistratificata” indispensabile per la
scoperta di quelle verità insite nelle battute. I comportamenti e i
dialoghi dei protagonisti sui generis vengono spiegati ad
ogni beat in maniera macchinosa dalla voce narrante del
Burt di Christian Bale. Come se senza di essi la storia non venisse
capita.
Sottolineare questo o
quell’atteggiamento, questa o quella parola, invece di farla vedere
grazie a stratagemmi, turning point e sequenze più
dettagliate, non solo rallenta il progredire della storia, ma
blocca la fruizione. Sapere tutto, come il narratore onnisciente di
un libro, conduce alla noia e a volte anche alla frustrazione. E
qui c’è solo il disperato bisogno di giungere ai titoli di coda il
più in fretta possibile e senza dover assistere ad altri
scempi.
Amsterdam si rivela
perciò una pellicola di serie b, su cui è stato
costruita attorno una grande propaganda per sopperire,
probabilmente, ad una sua mancanza di contenuto. L’errore di O.
Russell è stato non comprendere che a volte è meglio – anzi
necessario – farsi da parte.