Femmine contro
Maschi debutta al primo posto, seguito dalla buona
tenuta di Immaturi. Così
Qualunquemente scende in terza posizione.
Quanto alle altre new entry, risultati disastrosi a parte uno…
Sono settimane, per non dire mesi,
che i film italiani dominano il box office nostrano. Oggi è la
volta di Femmine contro Maschi, secondo
capitolo della commedia Maschi contro Femmine uscita
qualche mese fa per la regia di Fausto Brizzi. La commedia
esordisce in prima posizione con 3,8 milioni di euro, non un
risultato straordinario se pensiamo alle oltre 600 sale a
disposizione.
Immaturi
conferma la buona tenuta della scorsa settimana: mantenendo la
seconda posizione, la pellicola corale raccoglie 1,8 milioni
giungendo a 11,3 milioni complessivi. Qualunquemente scende al terzo posto con
altri 1,5 milioni e sfiora così i 14 milioni totali.
I fantastici viaggi di
Gulliver debutta al quarto posto incassando un
milione: nulla di esaltante, giacché il film con Jack Black è stato
distribuito massicciamente in 3D. Ecco un altro esempio di 3D che
non attira la gente al cinema, ma piuttosto allontana gli
spettatori…
Il discorso del
re conferma la quinta posizione con cui ha debuttato
la scorsa settimana: il film pluricandidato agli Oscar ottiene
altri 930.000 euro, un risultato pressoché identico a quello del
primo weekend, a conferma del passaparola positivo. Il discorso
del re arriva dunque a 2,3 milioni complessivi.
Seguono due commedie in discesa:
Parto col folle (739.000 euro), giunto a
2,6 milioni, e Che bella giornata
(666.000 euro), arrivato a quota 42,7 milioni.
Ottavo posto per
Vallanzasca – Gli angeli del male,
arrivato a 2,5 milioni con altri 253.000 euro. Segue
Animals United, che con 204.000 euro
giunge a quota 1,5 milioni.
Chiude la top10 Another Year, che in poco
più di 60 sale debutta con 177.000 euro.
Da segnalare infine il pessimo
risultato registrato da Biutiful:
l’acclamato film che ha regalato una nuova nomination all’Oscar al
protagonista Javier Bardem (e il premio come Migliore Attore
all’ultimo Festival di Cannes) ha ottenuto appena
98.000 euro in 60 sale, piazzandosi al tredicesimo posto.
Arriva la converma di alcuni rumors
che ruotavano attorno a Jeff Bridges, fresco di nomina agli Oscar
per Il Grinta. Sembra certo che sarà un esorcista nel film The
Seventh Son.
Il ruolo è quello di Spook, un esorcista che
addestra il giovane Thomas (Alex Pettyfer) ambientato nel
Settecento. A dirigere il film ci sarà il regista russo Sergey
Bodrov, mentre per il ruolo femminile di una strega si attendono
conferme per Jennifer Lawrence.
Le riprese dello Hobbit inizieranno
lunedì 21 marzo 2011,finalmente è ufficiale! Parliamo delle riprese
dell’unità che vedrà al comando Peter Jackson e il cast principale
alle prese con il film. Jackson ha commentato l’annuncio fatto
dalla casa di produzione dei due film, la 3Foot7: “Nonostante
alcuni ritardi siamo tornati pienamente al lavoro e siamo
entusiasti all’idea di iniziare “. La 3Foot7 aggiunge: “La
data di inizio è stata scelta in seguito a una serie di
considerazioni pratiche su ciò che era necessario alla
programmazione delle riprese, sulla disponibilità degli
attori e sulle stagioni neozelandesi. Le riprese si terranno agli
Stone Street Studios di Miramar e in location in giro per la Nuova
Zelanda“.
Nel cast del film ritorveremo molti
dei personaggi già comparsi ne Il Signore degli Anelli: Ian
McKellen (Gandalf), Cate Blanchett (Galadriel), Christopher Lee
(Saruman), Andy
Serkis (Gollum) ed Elijah Wood (Frodo). La parte di Bilbo sarà di
Martin Freeman.
Le riprese dello Hobbit inizieranno
lunedì 21 marzo 2011, finalmente è ufficiale! Parliamo delle
riprese dell’unità che vedrà al comando Peter Jackson e il cast
principale alle prese con il film.
Jackson ha commentato l’annuncio
fatto dalla casa di produzione dei due film, la 3Foot7:
“Nonostante alcuni ritardi siamo tornati pienamente al lavoro e
siamo entusiasti all’idea di iniziare “. La 3Foot7 aggiunge:
“La data di inizio è stata scelta in seguito a una serie di
considerazioni pratiche su ciò che era necessario alla
programmazione delle riprese, sulla disponibilità degli
attori e sulle stagioni neozelandesi. Le riprese si terranno agli
Stone Street Studios di Miramar e in location in giro per la Nuova
Zelanda“.
Nel cast del film ritroveremo molti
dei personaggi già comparsi ne Il Signore degli Anelli: Ian
McKellen (Gandalf), Cate Blanchett (Galadriel), Christopher Lee
(Saruman), Andy
Serkis (Gollum) ed Elijah Wood (Frodo). La parte di Bilbo sarà di
Martin Freeman.
Arriva uno degli eventi sportivi più attesi della stagione
americana: il Super Bowl e con esso anche molto spot inediti dei
prossimi film in uscita, tra i più attesi: Cowboys and Aliens,
Priest e Wolrd Invasion. Per vedere gli spot.
Sembrerebbe che nel rumors
pubblicato l’altro giorno ci sia un errore importante. Infatti il
personaggio femminile di Superman per cui sono in lizza
Alice Eve, Diane Kruger e Rosamund Pike, non
è quello di Lois Lane…
Secondo Latino Review si tratterà
invece della villain kryptoniana Ursa, il braccio destro del
Generale Zod. Fa parte del trio di personaggi Kryptoniani guidati
da Zod costretti a vivere nella Zona Fantasma dal padre di Superman
Jor-El. Dopo l’inevitabile evasione, si scontra con Superman.
Comunque il personaggio di Loise Lane sarà nel film e rimangono in
lista i nomi precedentemente citati.
Ricordiamo che riprese del film
della Warner Brothers inizieranno a Vancouver la prossima estate, e
che oltre al regista Zack Snayder, sono coinvolti in qualità di
produttori anche Christopher Nolan ( che ha scritto la
storia da cui parte la sceneggiatura di David S. Goyer) Emma Thomas
e Charles Roven (produttori della magnifica saga di Batman targata
Nolan).
Two Sisters
(Janghwa, Hongryeon) è il film horror coreano del 2003 diretto
da Ji-woon Kim
La trama di Two sisters
Due sorelle, Su-mi ( Lim Soojung )
e Su-Yeon ( Moon Geun-young ) tornano alla casa di campagna dove il
loro padre vive con la loro matrigna, Eun Joo ( Jung-ah Yum ). Tra
le ragazze e la matrigna c’è un grande odio. Tutto sembra legarsi a
presenze soprannaturali e minacciose che popolano la casa.
Raccontare la storia di Two Sisters
significa in buona parte raccogliere tasselli e indizi disseminati
dalla regia ( pillole, armadi, parole ), trovare rispondenze e
incoerenze per dare un senso a tutto ciò che si vede. Storia di
fantasmi o di una mente paranoica? Entrambe le cose? Di chi è
questa mente? Di chi i “fantasmi”? In questo film ( si può anche
parlare di tipologia di film ) lo spettatore avverte fin da subito
lo “strano” e il “perturbante” (traspare dalle primissime scene in
cui le “two sisters” arrivano nella casa, grazie
anche ad un ottima recitazione “deformante” della matrigna (la
Yum).
Lo spettatore più che dalla “paura”
è preso dal bisogno di capire, che si lega ad un vago
senso di inquietudine. Con lo scorrere del film, non può che
affastellare congetture su congetture che di volta in volta le
scene confermano, smentiscono o, cosa che chi ha familiarità con
film lynchani avrà provato spesso, “confermano in parte”, e sì!
perché c’è sempre, o quasi, qualcosa che non torna! L’orrore in Two
Sisters è affidato a poche scene propriamente “horror”: a
quelle atmosfere alla “vedo la gente morta” stile “Il Sesto
Senso” (con apparizioni dal fuori campo annesse ) e a un
paio di scene che danno fondo al repertorio “orientale” di bambine
alla “Samara di the Ring” (non resta che scegliere se avvicinarsi
alla vittima con steady o camera a mano).
Ma chi cerca un “The
Ring” non può restare soddisfatto da un “Two
sisters“. Del resto è una diversa tipologia di horror. I
punti di forza, e le tensioni del film sono in altre scelte: nel
senso di enigma attraverso un montaggio che lega scene di
apparizioni o sevizie ad altre che lasciano avvertire una tragedia
più “intima” e “metaforica”, nelle sequenze complesse (ancor più se
riviste col senno di poi) aperte da dettagli significativi o
evocativi ( l’occhio in dettaglio di Soo-mi o il calice inquadrato
con grandangolo che occupa l’intero schermo e si riempie di
vino rosso aprendo una perturbante cena con parenti ).
L’angoscia e l’orrore iniziano a
emergere negli ultimi minuti del film, per l’accumulo di tensione e
di enigmi che si “sciolgono”. In Two sisters ci
sono pochi personaggi, legati da una rete di conflitti ad eventi
passati cui si accenna continuamente ma che non vengono mai
affrontati direttamente ( ottimo sviluppo del concetto di
“perturbante” da parte Ji-woon Kim, sia in qualità di regista che
di sceneggiatore ). Le primissime scene sono curate con
grandi dote estetiche ( molto bella l’opposizione lirica dei
paesaggi naturali con gli ambienti chiusi della casa ).
Le musiche di Byung-woo Lee, pochi
temi ben dosati e ricorrenti, che creano suggestioni e avvolgono
gli eventi in una rassegnata e dolorosa malinconia, aprono i
poetici titoli di testa. Per far tornare i conti in “Two Sisters”
serve più di una visione, senza la garanzia di venire poi appagati
da una vera coerenza. Se non altro una seconda visione è invogliata
anche dalle pregevoli qualità estetiche del film.
Todd Phillips
torna in sala con Parto col folle, una brillante
commedia che si presenta come piccolo intervallo fra il suo grande
successo Una notte da leoni e l’attesissimo sequel
previsto per questa primavera. Ma Phillips non permette ai suoi fan
più accaniti di disperarsi nell’attesa e anche questa volta butta
dentro il film il divertente e amato (nonostante il nome
impronunciabile) Zach Galifianakis, il cognato dello sposo de
Una notte da leoni per intenderci.
Protagonista di Parto col
folle questa volta è il carismatico Robert Downey jr. che visti i successi degli
ultimi anni (da
Iron Man a Sherlock Holmes) può permettersi di guardare
al futuro e lasciarsi alle spalle le vicissitudini giudiziarie che
l’hanno coinvolto nei primi anni del 2000 e che gli regalarono
anche un calo di popolarità. Peter Highman, architetto in
trasferta, riceve la notizia dell’imminente nascita del suo
bambino, intenzionato a prendere il primo volo per Los Angeles si
imbatte nel curioso Ethan, aspirante attore, con cui ha una serie
di imprevisti che gli faranno saltare il volo. Paradossalmente da
qui in poi sarà proprio Ethan l’unico con cui potrà viaggiare on
the road fino all’ospedale di Los Angeles in una corsa contro il
tempo piena di situazioni “anomale”.
Parto col folle, Robert
Downey jr. e Zach Galifianakis in stato di grazia
Formula già vista e ben rodata,
Phillips utilizza l’ennesima strana coppia per l’ennesimo film on
the road pieno zeppo di spunti comici, malintesi, equivoci e
situazioni irritanti. I due attori tengono bene il film, Downey ha
finalmente la possibilità di mettere i suoi costumi da
detective/supereroe nell’armadio mentre Galifianakis ripropone con pochissime varianti
il personaggio di Alan Garner della precedente pellicola di
Phillips. Il regista dal canto suo, si rifà molto al suo datato ma
sempre molto divertente Road Trip.
Oltre ai due attori che recitano a
tutto campo sono senz’altro da segnalare le altre presenze del
film,
Jamie Foxx,
Juliette Lewis e RZA, attori che curiosamente svolgono
tutti e tre la duplice carriera di cantante/attore, chi più e chi
meno bilanciato da una parte e dall’altra. Un
Jamie Foxx, qui nei panni dell’amico Jim, che ritrova
per la terza volta Robert Downey jr. dopo Kiss Kiss
Bang Bang e il bellissimo film di Joe
Wright: Il solista. Chiude la fila Michelle Monaghan fresca del film
Somewhere di
Sofia Coppola che qui interpreta la moglie di Peter,
donna incinta in attesa dell’arrivo di suo marito.
Ottima anche la colonna sonora per
lo più a tinte rock dove spiccano nomi come Cream,
Wolfmother, Rod Stewart, Neil Young e Pink Floyd.
E’ stato rilasciato il trailer del film che ripercorre la
vicenda di Amanda Knox, girato in Italia dal regista Robert
Dornhelm, sara’ trasmesso in prima mondiale negli USA il 21
febbraio dalla rete televisiva.
Werner Herzog sarebbe in trattativa
con Naomi Watts per affidarle il ruolo da protagonista in un suo
prossimo lavoro intitolato Queen of the Desert.
Secondo alcuni rumors sembrerebbe proprio di si. Il
film racconterà la storia di Gertrude Bell, personaggio realmente
esistito, una donna inglese dalla vita ricca e avventurosa che,
all’alba del XX secolo, fu viaggiatrice, scrittrice, archeologa,
esploratrice, cartografa, agente segreto e diplomatica per conto
dell’Impero Britannico. La Bell, inoltre, fu una specie di Lawrence
d’Arabia al femminile, svolgendo attività a sostegno della Rivolta
araba nel corso della Prima Guerra Mondiale ed ebbe un ruolo di
primo piano nella creazione di stati arabi come l’Iraq e la
Giordania.
Arrivano notizie fresche dul film
tratto da Le montagne della follia di Lovecraft ed è James Cameron in persona, produttore del film
ad aggiornare la situazione. l regista Guillermo del Toro sta
lavorando allo script, e Tom
Cruise vuole far parte del cast…
Intervistato da MTV Cameron ha dichiarato:
Tom vuole partecipare al film. Non credo che sia già stato
fatto un contratto, ma la nostra speranza è quella di raggiungere
un accordo presto. Guillermo sta lavorando come un pazzo alla nuova
sceneggiatura, speriamo di girare a giugno o luglio.
Attendiamo la fine della stesura definitiva dello script per
iniziare a parlare con grande interesse del progetto.
Sembra proprio che le riprese del
terzo Ghostbusters siano destinate a ritardare. La Sony pensava di
farlo uscire per l’estate del 2012 ma questa data è sempre più in
bilico. Il tutto dovuto come avevamo già segnalato alla risposta
che tarda ad arrivare sullo script di Bill Murray. Sia la Sony
Pictures, che Harold Ramis, Dan Aykroyd e Ivan Reitman hanno già
dato la loro approvazione allo script di Lee Eisenberg e Gene
Stupnitsky. Ora arrivano dichiarazioni dallo stesso Lee Eisenberg
che spiega un po’ la situazione:
Al momento, abbiamo uno script
sul quale ormai non mettiamo mano da due mesi: stiamo aspettando
che Bill Murray lo legga. La gente sembra entusiasta, e anche la
Sony. Siamo molto fieri di questo script, ci abbiamo lavorato
duramente e penso che il film sarà molto divertente. Abbiamo
lavorato assieme a Ivan Reitman per un paio di anni, e abbiamo
coinvolto molto anche Dan Aykroyd. Harold Ramis ha un credit sulla
storia assieme a noi. Poi abbiamo riscritto la sceneggiatura, in
realtà è stata riscritta molte volte, diventando sempre più
brillante e divertente. C’è voluto un po’ per capire realmente il
tono di un film come Ghostbusters: è spaventoso scrivere un film
con i personaggi con cui sei cresciuto, l’ultima cosa che vuoi fare
è deludere.
Anche il produttore Joe Medjuck
dice la sua:
La Sony ci ha detto che
volevano farlo, e tutti sembrano adorare lo script. Bill ha saputo
che la sceneggiatura è buona, ma non l’ha letta. Bill è fatto così:
dice a tutti che non ha tempo. Harold racconta sempre una storia
molto divertente sui mesi passati a convincere Bill a leggere Il
Giorno della Marmotta. Ogni settimana Bill andava da Harold e gli
diceva: “Sai… ho letto dieci pagine, sembrano ottime. Sarà ottimo
anche il resto?”
Per quel che ne so, non ha ancora letto nemmeno dieci pagine
dello script di Ghostbusters 3. Per quanto riguarda i primi due
film, Bill diede subito la sua disponibilità. Andò in India a
girare The Razor’s Edge; non aveva ancora letto lo script di
Ghostbusters ed era già pronto per le riprese!
Sembra proprio che le riprese del
terzo Ghostbusters siano destinate a ritardare. La Sony pensava di
farlo uscire per l’estate del 2012 ma questa data è sempre più in
bilico. Il tutto dovuto come avevamo già segnalato alla risposta
che tarda ad arrivare sullo script di Bill Murray. Sia la Sony
Pictures, che Harold Ramis, Dan Aykroyd e Ivan Reitman hanno già
dato la loro approvazione allo script di Lee Eisenberg e Gene
Stupnitsky. Ora arrivano dichiarazioni dallo stesso Lee Eisenberg
che spiega un po’ la situazione:
Al momento, abbiamo uno script sul quale ormai
non mettiamo mano da due mesi: stiamo aspettando che Bill Murray lo
legga. La gente sembra entusiasta, e anche la Sony. Siamo molto
fieri di questo script, ci abbiamo lavorato duramente e penso che
il film sarà molto divertente. Abbiamo lavorato assieme a Ivan
Reitman per un paio di anni, e abbiamo coinvolto molto anche Dan
Aykroyd. Harold Ramis ha un credit sulla storia assieme a noi. Poi
abbiamo riscritto la sceneggiatura, in realtà è stata riscritta
molte volte, diventando sempre più brillante e divertente. C’è
voluto un po’ per capire realmente il tono di un film come
Ghostbusters: è spaventoso scrivere un film con i personaggi con
cui sei cresciuto, l’ultima cosa che vuoi fare è deludere.
Anche il produttore Joe Medjuck
dice la sua:
La Sony ci ha detto che
volevano farlo, e tutti sembrano adorare lo script. Bill ha saputo
che la sceneggiatura è buona, ma non l’ha letta. Bill è fatto così:
dice a tutti che non ha tempo. Harold racconta sempre una storia
molto divertente sui mesi passati a convincere Bill a leggere Il
Giorno della Marmotta. Ogni settimana Bill andava da Harold e gli
diceva: “Sai… ho letto dieci pagine, sembrano ottime. Sarà ottimo
anche il resto?”
Per quel che ne so, non ha ancora letto nemmeno dieci pagine
dello script di Ghostbusters 3. Per quanto riguarda i primi due
film, Bill diede subito la sua disponibilità. Andò in India a
girare The Razor’s Edge; non aveva ancora letto lo script di
Ghostbusters ed era già pronto per le riprese!
A quanto pare Julia Roberts è ufficialmente entrata in
trattative per interpretare la matrigna cattiva in The Brothers
Grimm: Snow White, l’adattamento della favola di Biancaneve diretto
da Tarsem Singh…
Sembra che a Hollywood impazzi la
moda di Biancaneve. Infatti sono tre i progetti che prendono spunto
dalla famosa favola. Oltre al progetto Snow And The Seven, si
aggiunge quello della Universal e oggi si è saputo che Kristen Stewart è vicina a ottenere il ruolo
di Biancaneve. Il film si intitolerà Snow White and the
Hunstman.
Mentre quello che vedrà, se le
trattative andranno in porto, Julia Roberts si intitolerà The
Brothers Grimm: Snow White ele riprese dovrebbero iniziare questa
primavera in 3D, ma resta ancora da vedere se effettivamente la
Disney, la Universal e la Relativity decideranno di procedere con
tre progetti così simili nello stesso anno.
Taxi Driver è un film del 1976
diretto da Martin Scorsese e scritto da Paul Schrader, vincitore
della Palma d’oro al 29º Festival di Cannes. Il primo
film-denuncia sugli effetti negativi della guerra in Vietnam sui
reduci, benché non lo faccia in modo esplicito, ma in modo
brillantemente sottinteso. La nevrosi di Trevis è talmente ben
raffigurata da De Niro che pare materializzarsi e poter essere
toccata con mano. Una certa polemica viene destinata anche
all’universo femminile, a volte eccessivamente auto-idealizzato e
verso la politica e la sua ipocrisia. La colonna sonora di Bernard
Herrmann fa il resto.
Il folgorante film di Martin Scorsese
Travis, ex marines in Vietnam, si
fa assumere come tassista notturno poiché da quella brutta
avventura non riesce più a dormire serenamente. Vive così la strada
di notte, con i suoi “mostri” e i suoi “fantasmi”, che egli senza
mezze misure ritiene rifiuti della società. Non riesce nemmeno a
frequentare o anche semplicemente a parlare con qualche donna, e
soffoca questa incapacità recandosi spessissimo ad un Cinema porno.
Nota però una donna dall’aspetto angelico. Betsy, che lavora nello
staff di un senatore candidato alle presidenziali, l’on. Palantine;
e per avvicinarsi a lei finisce anche per appassionarsi alla
politica di quest’ultimo, sebbene non ne conosca minimamente le
idee politiche. Ben presto però la solitudine tornerà a fargli
compagnia, ma riuscirà anche a farsi valere.
Considerato da molti uno dei più
importanti e controversi film del cinema statunitense, è stato
acclamato per le sue scene di forte impatto e per il suo ruvido
realismo. Il film ha reso celebri entrambi i suoi attori
protagonisti, Robert De Niro e Jodie Foster,
quest’ultima solo tredicenne quando il film fu distribuito. Di
spessore anche l’interpretazione della bella Cybill
Shepherd e di Harvey Keitel, che Scorsese aveva già reso
celebre nel film Mean Streets.
Taxi Driver fu un
successo commerciale, ricevette diverse nomination al Premio Oscar
e fu premiato al Festival di Cannes con la Palma d’oro. Negli anni
successivi è stato inserito al 47º posto nella lista AFI’s 100
Years… 100 Movies redatta dall’American Film Institute. Nel 1994 è
stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della
Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. È stato inserito da
Quentin Tarantino nella lista dei suoi 12
film preferiti al terzo posto. A colpire molto la critica e il
pubblico sono stati due fattori: la sparatoria finale, per l’epoca,
molto intensa; la quale ha mantenuto il suo impatto visivo ancora
oggi. Nel tentativo di evitare il massimo divieto della censura,
Scorsese desaturò i colori della pellicola, rendendo il rosso del
sangue meno appariscente. In alcune interviste rilasciate in
seguito, Scorsese commentò che col tempo aveva apprezzato il
cambiamento dei colori, considerandolo un miglioramento rispetto al
girato originale (che non è possibile vedere perché andato
perduto).
Il secondo fattore è la presenza di
un’attrice appena tredicenne, nel ruolo di una giovane prostituta.
Trattasi di Jodie Foster. In particolare, a destare scalpore è la
presenza della ragazzina nella sopra citata scena della sparatoria
finale; ma come lei stesso affermò, fu eseguito con un occhio di
riguardo per lei, che non ne rimase traumatizzata e che il
backstage di preparazione degli effetti speciali suscitò in lei
molto interesse.
Tra le varie curiosità che esso ha
suscitato, si ricorda la scena finale che ritrae Travis aggiustare
nervosamente lo specchietto retrovisore non appena Betsy (la
collaboratrice del Senatore Palantine, interpretata
dall’affascinante Cybill Shepherd) lascia il taxi a pochi
fotogrammi dai crediti finali. Scorsese ha commentato i momenti
finali del film dicendo che il rapido sguardo quasi nevrotico di
Travis allo specchietto potrebbe rappresentare la possibilità che
Travis possa soffrire di nuovo di depressione e scatti d’ira in
futuro. Questo finale quasi aperto è stato paragonato a quello di
Arancia meccanica di Stanley Kubrick, in cui
Malcolm McDowell nei panni di Alex DeLarge sembra
riconquistare il suo lato sociopatico nella sua battuta finale:
«Ero guarito, eccome!».
Tra le altre curiosità sul film
ricordiamo: inizialmente Martin Scorsese
scelse Dustin Hoffman per la parte di Travis
Bickle, ma l’attore rifiutò e la parte andò a De
Niro. Quando nel film Iris si accinge a slacciare i
pantaloni a un Travis riluttante, a recitare fu la sorella maggiore
della Foster (allora diciannovenne), quasi sua sosia, per evitare
la partecipazione di una minore a scene ad alto tasso di
eccitazione sessuale. La Foster, come detto allora
dodicenne, dovette passare quattro ore con uno psichiatra prima di
ottenere la parte (la quale era stata prima offerta a
Melanie Griffith, che rifiutò). Furono utilizzate
dal regista modalità di ripresa alquanto innovative per l’epoca
come quando Travis telefona e la telecamera si sposta al corridoio,
o quando De Niro è nel deposito dei taxi e
l’inquadratura smette di seguirlo per soffermarsi su altri
particolari. Infatti il raccordo di sguardo a semi-soggettiva, non
segue tradizionalmente il protagonista nel deposito, ma la
telecamera compie un giro panoramico, per poi ritrovare il
protagonista più avanti.
De Niro recitava
parallelamente sia nel film di Scorsese sia in
Novecento di Bertolucci,
girato in Italia proprio nello stesso periodo. Inoltre l’attore ha
lavorato come tassista nei sei mesi antecedenti alle riprese, e ha
studiato le malattie mentali. Nel film compare anche Martin
Scorsese, il quale interpreta la parte del marito che osserva sua
moglie dal taxi di Travis. L’attore che doveva recitare
quella parte fu costretto a rifiutare a causa di un infortunio.
Martin Scorsese si vede anche quando Betsy entra
nell’ufficio, seduto vicino alle scale.
La scena più famosa del film è
probabilmente quella in cui Travis fa pratica con la pistola
davanti allo specchio ed inizia un monologo in cui si rivolge alla
sua immagine riflessa: «Ma dici a me? Ma dici a me? … Ma dici a
me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io
qui». Questa scena non era prevista nel copione, che indicava
solo «Travis guarda in uno specchio», ma De Niro
decise di aggiungere delle battute per calarsi nella personalità di
Travis. A Scorsese piacque così tanto che decise di tenerla nel
montaggio finale.
L’autore della colonna sonora è
come detto il celebre Bernard Herrmann
(1911-1975), noto per la sua collaborazione con Alfred
Hitchcock (in particolare per Psycho). Fu la sua ultima
composizione, poiché Herrmann morì prima che il
film uscisse nelle sale. Taxi Driver è
dedicato alla sua memoria. Il pezzo principale è “Twisted nerve”,
capolavoro in chiave jazz. Il finale ha lasciato spazio a molte
fantasie riguardo ad un sequel. Voci tornate in auge anche nel
corso del 2010. Scorsese ha dichiarato più volte
di non avere intenzione di realizzarlo. Ma visto che proprio nel
2010 molti sono stati i sequel anche a distanza di decenni, non si
esclude un ritorno di Trevis e le sue manie.
Ultimo clan ad
essere oggetto di attenzioni cinematografiche sarà quello dei
Casalesi, pare con particolare attenzione alla figura di “Sandokan”
Schiavone. Regista sarà lo stesso de “Il Capo dei capi”, Pietro
Valsecchi.
E’ uscito il primo poster ufficiale di Water for Elephants, il
film che vedrà per la prima volta sullo schermo la coppia Robert Pattinson – Reese Witherspoon.
Questa mattina alla Casa del Cinema
si è tenuta la terza edizione di perFiducia, un progetto
cinematografico sostenuto da Intesa Sanpaolo che ha come padri
fondatori tre dei più rinomati registi del Cinema italiano: Ermanno
Olmi, Gabriele Salvatores e Paolo Sorrentino. In questa edizione
sono stati presentati tre cortometraggi di registi esordienti
italiani, Laura Bispori con Biondina, Marco Chiarini con Omero
bello-di-nonna e Paolo Zucca alla regia di Cuore di Clown.
Un film documentario su un mito
odierno è l’ultimo lavoro del regista Inglese, di origini indiane,
Asif Kapadia. Il mito è quello di Ayrton Senna, campione brasiliano
di Formula Uno. Il film Senna, premiato in America al
Sundence Film Festival, è uscito prima in Brasile ( la terra natale
che lo ama alla pari di Pelé e Garrincha ) e in Giappone ( dove
Ayrton è tuttora un idolo per aver portato i motori Honda della
Mclaren alla conquista di tre mondiali: ’88 , ’90 e ’91 ).
E’ morta l’attrice francese Maria
Schneider, protagonista fra l’altro di ‘Ultimo tango a Parigi’. La
Schneider, 58 anni, e’ morta questa mattina dopo una lunga
malattia.
A comunicare la notizia i familiari
dell’attrice. La Schneider è rimasta legata al ruolo di Jeanne
nell’Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci nell’immaginario
collettivo, per sempre abbracciata a Marlon Brando, nelle sequenze
memorabili del film. Nessuna delle sue interpretazione successive e
precedenti è servita a cancellare quel personaggio così
misterioso.
Ha partecipato, tra gli altri, a
Professione Reporter di Michelangelo Antonioni, Notti selvagge,
Jane Eyre e Qualcosa in cui credere. La sua ultima apparizione è
stata invece quella nel film di Josiane Balasko Cliente, del 2008.
La salma sarà seppellita nel cimitero di Pere-Lachaise dopo il
funerale religioso.
Il casting di Loice Laine, dopo
aver archiviato quello di Clark Kent, sembra essere in grande
fermento. Da alcuni rumors è uscita una prima shortlist composta da
nomi di attrici del calibro di Kristen Stewart, Rachel McAdams, Jessica
Biel, Dianna Agron, Malin Akerman, Olivia Wilde, e anche Mary
ELizabeth Winstead e Kristen Bell
A quanto pare fra questi nomi uno era in vantaggio, quello di
Kristen Stewart. E’ quanto riferisce WhatsPlaying.au, la giovane
protagonista della saga di Twilight avrebbe incontrato Zack Snyder
e la produttrice Deborah Snyder, ma a quanto pare sembra non essere
interessata a ingabbiarsi in una nuova saga dopo Twilight,
preferirebbe dedicarsi più a ruoli in piccoli film indipendenti.
Anche se quest’ultimo rumors è stato categoricamente smentito dagli
stessi agenti dellea Stewart.
Ad ogni modo attendiamo altre
notizie. Ricordiamo che Superman è stato scritto da
David S. Goyer e diretto da Zack Snyder, e uscirà a natale 2012.
Prodotto da Christopher Nolan e Emma Thomas, e la
sceneggiatura è basata su una storia di Goyer e di Nolan.
La 01 Distribution ha pubblicato tantissime foto di Boris il
film. Le foto mostrano momenti dietro le quinte, ma anche scatti
durante le riprese. Per vederle …
Woody Allen aprirà il festival di Cannes con il suo ultimo film,
Midnight in Paris.
Si tratta di una commedia romantica
che racconta le avventure di una famiglia in viaggio per affari
nella capitale francese: tra i vari personaggi c’è anche una
giovane coppia di fidanzati le cui vite verranno profondamente
cambiate nel corso del viaggio. Nel cast di Midnight in Paris,
Adrien Brody, Marion Cotillard, Rachel McAdams, Owen
Wilson, Carla Bruni e molti altri.
I fantastici viaggi di
Gulliver: Lemuel Gulliver è un fattorino della posta di un
grande giornale di New York…la sua è una vita lavorativa piatta,
senza responsabilità e senza una possibilità di promozione.
Nonostante non abbia alcuna possibilità, Lamuel, è da anni
segretamente innamorato di Darcy, la caporedattrice della sezione
viaggi, e fantastica sempre su di lei.
Un giorno per errore Darcy crede
che Lamuel sia un grande reporter e lo manda nel mezzo del
triangolo delle bermuda per scrivere un pezzo. Lamuel coglie al
volo l’occasione ma quando arriva sul posto un onda anomala
catapulta Lamuel su una strana isola con strani abitanti….si tratta
dell’isola di Lilliput abitata dai Lillipuziani, piccoli omini
laboriosi. Inizialmente Gulliver viene imprigionato ma quando salva
al vita del Re conquista la fiducia del piccolo popolo. Diventato
il loro idolo Gulliver li aiuta nella lotta contro i loro acerrimi
nemici, i Blefuschiani, inoltre dovrà scontrarsi con i
giganti…soprattutto con una bambina che lo usa come bambola!!
Rob Letterman dirige questo
adattamento de “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift…anche se
del libro c’è ben poco soprattutto perché viene trattata solo la
parte iniziale sull’isola Lilliput, per non parlare poi dei
significati nascosti dell’opera originale che qui non trovano
spazio. L’unico tema che viene affrontato è che a seconda della
prospettiva con cui guardi al mondo ogni cosa può cambiare, come
ogni cosa è cambiata al protagonista guardando il mondo dall’alto
della sua statura…la sua vita ha acquistato senso e consistenza. Al
di là di questo il resto del film è puro divertimento con il sempre
più comico Jack Black.
Biutiful: Uxbal dopo la separazione dalla
moglie Marambra che soffre di bipolarismo ottiene la custodia dei
loro due bambini, Mateo e Ana. Si mantiene grazie al lavoro
clandestino di immigrati cinesi e africani e possiede un dono,
quello di parlare con i morti, che sfrutta per alzare qualche soldo
in più. Quando scopre di avere un cancro alla prostata incurabile
la sua vita cambia…inizia ad interessarsi dei problemi degli
immigrati e cerca di aiutarli, vuole a tutti i costi occuparsi dei
figli e garantire loro una sicurezza futura, ma soprattutto non
vuole essere dimenticato dai suoi bambini come lui ha dimenticato
suo padre!
Alejandro Gonzalez Inarritu dirige Javier Bardem in questo film
drammatico che ci mostra gli ultimi mesi di vita di uomo che cerca
di affrontare i suoi problemi e i problemi delle persone che gli
stanno accanto. Si affrontano temi importanti come l’immigrazione e
l’integrazione delle comunità straniere nei paesi ospiti e il
rapporto padre figli pieno di contraddizioni.
Femmine contro
maschi: Anna e Pietro sono sposati da molto tempo e vivono
la noia di un matrimonio monotono, lei è piemontese e sempre alla
ricerca di trasformare lui nell’uomo dei suoi sogni, lui è
calabrese, donnaiolo e un po’ ignorante. Dopo un incidente Pietro
perde la memoria e per Anna arriva finalmente l’occasione di
plasmare il marito a suo piacimento…almeno finché lui non
riacquista la memoria!! Altre due coppie invece sono legate dalla
passione che Michele e Rocco hanno per i Beatles e dal fatto che
fanno parte di una cover band. Entrambe le loro mogli sono ostili
verso la band e vogliono porre fine a questa sciocchezza della
musica. Così Michele e Rocco mentono spudoratamente per poter
continuare a coltivare la loro passione….un giorno però un serio
litigio tra Rocco e sua moglie porta l’uomo a trasferirsi da
Michele…le bugie pian piano vengono a galla!! Ed infine l’ultima
coppia è formata da Marcello, chirurgo plastico, e Paola che sono
divorziati da diversi anni ma fingono di essere ancora una famiglia
felice quando vanno a trovare la madre di lui, una ottantenne che
ha pochi giorni di vita. Come ultimo desiderio la madre di Marcello
vuole vivere i suoi ultimi attimi con la famiglia, nella stessa
casa. Così la coppia deve fingere per tutto il tempo per far felice
la vecchietta.
Fausto Brizzi ci presenta ancora le varie difficoltà nei rapporti
sentimentali presentando questa volta gli uomini come eterni
bambini, un po’ mammoni e molto pigri, mentre le donne sono sempre
alla disperata ricerca dell’uomo perfetto e per questo diventano un
po’ manipolatrici. Le risate certo non mancano grazie alla presenza
di Luciana Littizzetto, della coppia Ficarra-Picone e di Claudio
Bisio.
Another Year: Tom,
geologo, e Gerri, psicologa, sono felicemente sposati, hanno un
figlio trentenne avvocato, Joe, che si lamenta continuamente del
fatto che tutti i suoi amici si stanno per sposare mentre lui non
riesce a trovare una compagna. In primavera la coppia invita Mary,
una collega di Gerri, nella loro casa e dopo qualche bicchiere la
donna inizia a lamentarsi della sua vita sentimentale. In estate è
la volta di Ken, vecchio amico di Tom, anche lui dopo qualche
bicchiere dà libero sfogo alle sue frustrazioni. Durante un
barbecue in famiglia, a cui partecipano anche Ken e Mary, lui ci
prova spudoratamente con lei, ma lei è attratta da Joe. Le sue
speranze però vengono infrante l’autunno successivo, quando Joe
presenta ai suoi genitori la fidanzata Katie…questo fa ingelosire
Mary che si rivolge a Katie in maniera molto sgarbata. Quando, in
inverno, Gerri e Tom si recano al funerale della moglie del
fratello maggiore di Tom, Ronnie, la situazione degenera….il figlio
di Ronnie ha un carattere molto particolare e durante il funerale
si scontra con il padre creando imbarazzo, poi arrivano Mary e
Katie…Gerri teme una reazione sgarbata di Mary ma fortunatamente le
cose non vanno così.
Mike Liegh mette in scena un anno di vita di una famiglia come
tante, analizza i rapporti interpersonali, studia i problemi che
ognuno di noi deve affrontare nel vivere quotidiano. Tutto questo
lo fa seguendo lo scorrere delle stagioni di un anno al termine del
quale alcuni dei personaggi riescono a crescere e ad imparare dalle
esperienze vissute, mentre altri no.
Una giovane ballerina è pronta a sbocciare, il ruolo della
vita, del debutto da solista, sta per arrivare e vuole fare di
tutto per fare bene, per essere perfetta. Con questa premessa
entriamo nel mondo de Il Cigno Nero, thriller
psicologico che vede una straordinaria Natalie Portman al centro di una vicenda
oscura che non manca di sorprendere. La bella Nina (Portman) si
trova alle prese con un doppio ruolo, sarà lei la protagonista de
Il Lago dei Cigni, e interpreterà sia il cigno bianco che quello
nero.
Il Cigno Nero recensione del
film di Darren Aronofsky
E proprio qui Nina incontrerà le
sue prime difficoltà, come farà la dolce e delicata creatura,
perfezionista del balletto e maestra di disciplina a lasciarsi
andare alle emozioni sensuali che dovrà esprimere per rendere vivo
il cigno nero? Darren Aronofsky ci racconta
una storia molto avvincente che però sullo schermo presenta non
poche lacune. A partire dalla costruzione del personaggio
principale, che viene mostrato già all’inizio del film come
disturbato, il suo sgretolamento psicologico non comincia con la
difficoltà relativa al ruolo che deve interpretare, ma è già
cominciato, seguendo dei piccoli segnali, come le ferite sul suo
corpo, che poi ci verranno rivelati essere delle sue ‘cattive
abitudini’.
Per cui siamo di fronte
probabilmente ad una psicologia già provata dall’eccessiva ricerca
della perfezione fisica e armonico delle sue forme in movimento. A
testimoniare questa teoria c’è anche la semi-anoressia della
ragazza che rifiuta il cibo e spesso lo vomita. Nonostante una
buona costruzione della suspance Aronofsky finisce intrappolato nel
suo stesso film, regalandoci un ritratto incompleto, senza spiegare
il disagio della protagonista, ma lasciandolo indovinare allo
spettatore (è probabile che il personaggio della madre, ballerina
mancata e iper-protettiva possa aver minato lo sviluppo della
ragazza, ma è solo una congettura).
Il gioco di specchi e riflessi,
metafora fin troppo palese e abusata, risulta dopo un po’
fastidioso, dal momento che se è vero che in un’accademia di danza
è plausibile che ci siano tutti quegli specchi, specie nelle aule,
è quantomeno strana e straniante la presenza dei numerosi specchi
nella vita di Nina. Il film si basa quindi sulla doppia identità,
sul lato oscuro che nel caso dell’immaginario di Nina, viene
rappresentato e incarnato da Lily (Mila Kunis),
altra ballerina irriverente e passionale che non ha paura di
perdere il controllo e che diventa la vera e propria ossessione
della protagonista.
Le due attrici, la Portman e la
Kunis, offrono davvero delle interpretazioni interessanti: la Kunis
si rivela un’ottima giovane attrice, che comincia adesso a farsi
conoscere dal mondo (lo scorso ano è stata al cinema con Codice
Genesi), la Portman invece, già da tempo stimata oltre che per la
sua bellezza anche per la sua bravura di interprete, sfodera qui
una tensione drammatica davvero notevole, oltre ad aver la
possibilità di fare sfoggio delle sue doti di danzatrice (non è
certo una etoile ma infondo è un’attrice mica una
ballerina!). il suo cigno nero nasce dal suo stesso corpo e il suo
viso, così sofferente per tutta la durata del film, assume fattezze
mostruosamente belle nel finale, confermando la grande
interpretazione che le è valsa la candidatura agli Oscar di
quest’anno.Nel cast anche Vincent Cassel che si conferma attore di
classe, perfetto nel ruolo ambiguo del regista dello spettacolo, e
Wynona Rider che interpreta Beth, ballerina ormai
giunta a fine carriera e che per Nina diventa un’altro specchio
dentro al quale distorce la sua realtà.
Nell’insieme Il Cigno
Nero non può considerarsi certo un brutto film, resta
tuttavia l’amaro in bocca per quello che sembra lo spreco di una
storia con grosse potenzialità, e purtroppo se di un colpevole si
vuole parlare è giusto e doveroso puntare il dito contro il
regista, che non riesce bene a tenere le fila del racconto,
costruendo sul filo della tensione un thriller psicologico che si
risolleva solo nel finale ma che resta sbilanciato e poco
coeso.