La scrittrice e giornalista Lidia Ravera (autrice nel 1976 di Porci con le ali) ha introdotto la conferenza stampa a cui hanno preso parte il regista di Gangor, Italo Spinelli e la protagonista Pryanka Bose. Erano presenti anche i produttori, Angelo Barbagallo (Bibi film) , Carlo Brancaleone (Rai Cinema) e Luciano Sovena (distribuzione, Cinecittà Luc ).
Johnny Knoxville alla Casa Bianca
La Dickhouse Entertainment di Johnny Knoxville produrrà un film basato su First Man, del quale la Paramount Pictures ha acquistato i diritti. A scrivere la sceneggiatura soo stati chiamati Matt Spicer e Max Winkler mentre trai protagonisti ci sarà proprio Knoxville che interpreterà il marito della Presidente degli Stati Uniti.
Gangor: recensione del film di Italo Spinelli
Upin è un fotoreporter inviato a Purulia, una zona del Bengala occidentale, per realizzare un reportage sugli abusi e le sofferenze subiti dalle donne delle comunità tribali che la popolano in condizioni di grande miseria. Qui vedrà Gangor, una ragazza bellissima che sta allattando il suo bambino e la pagherà per fotografare quella scena che per lui è l’ emblema della bellezza che quotidianamente rischia di essere umiliata.
Quella foto, pubblicata in prima pagina dal suo giornale, avrà un duplice effetto: da un lato il forte impatto mediatico aiuterà le comunità che si battono per i diritti delle donne ma allo stesso tempo, nel mondo fortemente arretrato di Gangor, costringerà la ragazza a divenire un’emarginata soggetta a terribili abusi. Upin, quando realizzerà di essere diventato involontariamente la causa delle sofferenze di Gangor tornerà a Purulia per cercare di aiutarla.
Gangor, il film
Italo Spinelli, regista di Gangor, questo interessante film che uscirà l’11 Marzo (precederanno proiezioni speciali per l’8 Marzo), racconta l’India non attraverso gli occhi di un occidentale che deve scoprire un mondo esotico ma attraverso il fotoreporter indiano Upin, il protagonista di un racconto di Mahasweta Devi intitolato Choli ke Pichhe (Cos’hai dietro il corsetto?).
Le contraddizioni con cui Spinelli deve confrontarsi sono tante. Su tutte la grande disparità economica delle miriadi di comunità indiane che si traduce in sacche di estrema arretratezza sociale e culturale. Le tematiche, difficili da sintetizzare, riescono ad affiorare in modo chiaro anche per uno spettatore lontano dalle realtà raccontate. Non sfruttano uno stile documentaristico ma al contrario, si inseriscono in un racconto a carattere narrativo che, evitando stereotipi, crea un grande impatto emotivo che coinvolge lo spettatore fino alle scene conclusive. Gangor non si allontana, però, dalle concrete tematiche che lo animano, soprattutto grazie al tenore dei dialoghi, intensi nel loro realismo: Gangor si esprime con poche parole semplici e spiazzanti e lo stesso realismo affiora nei modi degli altri abitanti della comunità tribale di Purulia. Il film ha un forte impatto visivo, la bellissima fotografia esalta gli ambienti che contrappongono Calcutta, una vera metropoli, ai paesaggi del Bengala Occidentale: colori bellissimi, ma anche strade affollate, vicoli degradati, fatiscenti abitazioni.
La bellissima Pryanka Bose , riesce ad interpretare in modo profondo il dramma fisico e spirituale di Gangor, la sua condizione umile non trova espressione nelle parole, ma nei modi disperati, remissivi o vergognosi con cui si relaziona con i mondi da cui è emarginata: la sua stessa comunità ma anche, il mondo di Upin che ingenuamente spera di capire e superare un’ incolmabile distanza culturale, linguistica e non solo. Upin è interpretato da Adil Hussain, anche lui attore indiano inedito per gli schermi italiani e adatto nel ruolo interpretato. La regia lo pedina la sua natura ingenua nella presa di coscienza delle molte facce del suo paese e del suo lavoro di reporter.
Adil, è l’alter ego di Spinelli che l’India l’aveva raccontata nel 1992 con India: un paese in trasformazione e che dal 2000 dirige il Festival Asiatica, Incontri con il cinema asiatico di cui è fondatore. Il suo lavoro, frutto di un amore decennale per l’India, si traduce in un’ opera consapevole e complessa ben accolta al Festival del Cinema di Roma.
Gangor è un’opera tanto coraggiosa quanto rara, che nasce pensando ad un pubblico internazionale. La troupe tecnica, oltre ovviamente al cast, è quasi interamente indiana. Il film punta infatti ad avere risonanza anche in India dove, come sanno regista, cast e produttori (Rai cinema con la distribuzione dell’Istituto Luce, BiBi Film, Isaria Prod.), c’è il desiderio di dimostrare il fermento artistico di un cinema che non vuole identificarsi solo con i film musicali targati Bollywood. Gangor è un film importante e quanto mai attuale che ha molto da dire. Le proiezioni previste per l’8 Marzo (ad anticipare quella ufficiale dell’11) sono un esempio quanto mai eloquente.
Trailer e locandina di Kung Fu Panda 2
La DreamWorks Animation ha pubblicato un nuovo poster e il trailer originale di Kung Fu Panda 2 che abbozza un po’ la storia ma che non spiega molto, se non che Po e i Cinque Cicloni intrapendono un viaggio per andare incontro e sconfiggere un altro nemico.
Una data per Resident Evil 5
{jcomments off}
A quanto pare Resident Evil: Afterlife 3D non ha ancora concluso la saga fantascientifica che vede protagonista la bellissima Milla Jovovich.
L’investigatore dell’incubo sbarca in sala
L’investigatore dell’incubo Dylan Dog, accompagnato dal fido assistente Marcus (?), si ritrova nel mezzo di una lotta per il controllo del territorio di New Orleans tra un antico clan di vampiri e un altrettanto ancestrale branco di lupi mannari. In questa incresciosa situazione, avrà anche il tempo di innamorarsi della bella Elizabeth.
Luci della città, il film capolavoro di Charlie Chaplin
Luci della città è il film culto di Charlie Chaplin del 1931 con protagonisti nel cast Charlie Chaplin, Virginia Cherrill, Henry Myers.
Luci della
città (City Lights) è un film muto del 1931 interpretato,
scritto, diretto e prodotto da Charlie Chaplin. Chaplin con la sua
consueta maestria si prende beffa dei ricchi, dei loro vizi e
difetti ed esalta al contempo la vera ricchezza delle persone
semplici, basata sulla generosità. Anche in questo film alterna con
inimitabile capacità momenti di alta comicità a momenti di profonda
malinconia e drammaticità.
Un vagabondo vive di stenti, ma in fondo anche con infinita speranza in un futuro migliore, la sua quotidiana povertà; in una notte passata al molo, solo apparentemente come tante altre, salva la vita di un aristocratico che vuole suicidarsi in mare perché lasciato dalla moglie. Apprezzato molto il gesto del vagabondo, il nobile lo ospita a casa e lo riempie di affetto; ma il giorno dopo, passata la sbronza, non si ricorderà più di lui e lo caccerà da casa. E questa amicizia nata da una tragedia continuerà con questi alti e bassi dovuti all’alcool, che porterà sbalzi di umore e continui cambiamenti di atteggiamento dal parte del ricco infelice. Il vagabondo però ha conosciuto anche una bella fioraia cieca e cerca un modo per aiutarla finanziariamente. E sarà questa sua enorme generosità verso lei che gli porterà non pochi problemi. Ma guadagnerà un lauto compenso finale che va oltre il vile denaro.
Quando nel 1929
Charlie Chaplin cominciò a interessarsi al suo
nuovo film (Luci della città), il sonoro era
diventato ormai pressoché irrinunciabile per qualsiasi regista
dell’epoca.
Sydney, fratello e manager del famoso Tramp, non esitò a proporgli l’idea di una pellicola sonorizzata, ma Charlie era molto scettico rispetto alla nuova invenzione e tentò in tutti i modi di restare alla pantomima che lo aveva reso celebre. Fino al 1940 (con Il grande dittatore) presentò solo film muti.
Decise infatti di continuare con il muto e di realizzare Luci della città, quello che diventerà il suo film più apprezzato dalla critica. Questa volta la leading-lady sarebbe stata Virginia Cherrill, graziosa ventiduenne bionda, che avrebbe impersonato una fioraia cieca. Chaplin raccontò di averla conosciuta ad un incontro di boxe nel 1928 e di averla scritturata immediatamente per il suo imminente lavoro.
Luci della città
Varie vicissitudini coinvolsero Charlie durante la realizzazione di Luci della città. Una tra le più importanti: la fioraia avrebbe dovuto scambiare il piccolo vagabondo per un milionario ma Chaplin non sapeva come ottenere tale risultato. Prima di trovare una soluzione rifece la scena molte volte, provando i più svariati espedienti. Tale scena alla fine è divenuta la più ripetuta nella storia del cinema, per un totale di 342 ciak.
Accusato di essere un nevrotico perfezionista anche dai suoi collaboratori, che però avevano per lui una grande ammirazione, anche in questo film a causa di queste sue manie non mancano altri aneddoti:
– Luci della città rimase in lavorazione per ben tre anni e vennero utilizzati ben 100.000 metri di pellicola, tempi assurdi anche per i mezzi odierni.
– non mancarono i soliti dissidi e i licenziamenti, i più clamorosi furono sicuramente quello dell’attore scelto per la parte del milionario, Henry Clive, che rifiutatosi di buttarsi nell’acqua fredda per la scena del suicidio venne sostituito da Henry Myers, mentre l’altro riguardò la protagonista, Virginia Cherrill, che lo innervosì talmente durante le riprese della scena finale che la allontanò dal set temporaneamente.
– compositore delle musiche di molti suoi film, ebbe da ridire, come sempre, con gli arrangiatori perché essi insistevano nel dare un’impronta più comica alla musica mentre Chaplin insisteva a volere un “contrappunto di grazia e delicatezza, che esprimesse il sentimento, senza il quale l’opera d’arte è sempre incompleta” (Chaplin).
Questi aneddoti riescono forse a far cogliere ancora di più la grandezza di un regista/attore/compositore/mimo/circense, che proprio grazie alle sue maniacali ossessioni per la perfezione regala ancora oggi quelle stesse emozioni per le quali si batteva, e riesce a far sentire inadeguati, per loro stessa ammissione, molti dei grandi di oggi.
Incontro con i protagonisti de La Vita Facile
In occasione dell’uscita del film La vita facile del regista Lucio Pellegrini, il “noto critico cinematografico” Johnny Palomba, ha incontrato gli attori protagonisti Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e Vittoria Puccini nella cornice di Fandango Incontro, la nuova e moderna sede espositiva della Provincia di Roma nel cuore della Capitale, in via dei Prefetti.
Promozione alternativa: La Vita Facile
La promozione dei film in uscita è da sempre il tallone d’Achille del nostro mercato cinematografico. Qualcuno potrebbe dire che in realtà di talloni ce ne sono molti di più, ma sembra che almeno sul versante promozionale i progetti italiani stiamo facendo grandi passi aventi. E questo è quanto è avvenuto anche per La Vita Facile, da oggi al cinema.
Teschio Rosso: immagine ufficiale
Entertainmen Weekly ha mostrato la prima foto ufficiale di Teschio Rosso, il temibile nemico che dovrà affrontare Capitan America nel prossimo Captain America: il Primo Vendicatore.
Dopo diversi concept, ecco la versione definitiva del costume e del trucco che Hugo Weaving indosserà nel film diretto da Joe Jonston.
Julianne Moore per Paul Weitz
Julianne Moore reciterà in Another Night di Paul Weitz; ill film già in preproduzione avanzata annovera nel suo cast anche Robert de Niro e Paul Dano.
Si tratta dell’adattamento del libro di memorie di Nick Flynn Another Bullshit Night in Suck City, storia di come il giovane protagonista, impiegato presso un centro di accoglienza per senzatetto, si troverà ad avere a che fare col padre, homeless stravagante che vorrebbe fare lo scrittore.
La Moore, che sarà al cinema dall’11 marzo con I ragazzi stanno bene insieme a Annette Bening e Mark Ruffalo, non è l’unica new entry. Con lei anche Olivia Thirlby, giovane e promettente attrice attrice che abbiamo ammirato in Juno accanto a Ellen Page. In Another Night la ragazza sarà l’interesse amoroso di Paul Dano.
Fonte: cominsoon
Brosnan per la Bier
Susanne Bier è pronta a rimettersi a lavoro con un progetto del tutto diverso dal suo precedente: si tratta della commedia romantica All You Need Is Love. A interpretarla sarà Pierce Brosnan, che ha appena avuto del tempo libero dovuto all’annullamento del progetto nel quale era coinvolto.
Trent Reznor diventa attore?
Trent Reznor, probabilmente ancora emozionato per aver strappato l’Oscar al più meritevole Hans Zimmer, potrebbe passare dalla sala di registrazione al set. Pare infatti che il compositore della colonna sonora di The Social Network e leader dei Nine Inch Nails voglia diventare un attore.
The Fighter: recensione del film con Christian Bale
In The Fighter Dicky, orgoglio dell’ intera cittadina per il suo passato da pugile, è ora caduto in disgrazia. Nel frattempo, suo fratello Micky è diventato a sua volta un pugile, la sua carriera è appena agli esordi ed è gestita dalla madre Alice. Nonostante il suo impressionante gancio sinistro, Micky continua a perdere sul ring.
L’ultimo combattimento affrontato da Micky finisce quasi per ammazzarlo, e a quel punto viene persuaso dalla sua ragazza, Charlene, a tentare qualcosa di estremo: dividersi dalla sua famiglia, perseguire i suoi interessi e allenarsi senza l’inquieto fratello, prigioniero della dipendenza da crack.
Questa è la storia vera di The Fighter, film raccontato con nervosi e rapidi movimenti da David O. Russell, e interpretato da un ottimo gruppo di attori, sui quali brilla uno sfolgorante Christian Bale, emaciato e sdentato tossico con manie di protagonismo. Lui è Dicky che accompagna il fratello minore, Micky, sul ring. Ad interpretare la giovane speranza del pugilato c’è Mark Wahlberg, attore ritrovato dopo la sua bella interpretazione in The Departed di Martin Scorsese, che anche qui mette in piedi un buon personaggio con una fisicità che per natura (e cultura) gli appartiene ma che con dedizione viene messa a disposizione del ruolo.
The
Fighter di Russell racconta con
sobrietà una storia importante e potente, interessante soprattutto
nella misura in cui è tratta da una storia vera e mostra la
difficoltà umana laddove l’ambiente fa di tutto per far affogare
l’individuo. Proprio la realtà di Lowell, la cittadina di origine
dei nostri protagonisti, è lo sfondo socio-culturale all’interno
del quale su muovono i giovani, le donne e i bambini che rischiano
di affogare nel grande degrado che li circonda. Micky diventerà ciò
che per un periodo è stato il fratello maggiore, una speranza, un
orgoglio comune, un’immagine che possa in qualche modo risollevare
le aspettative di quelli che nascono e crescono in quel luogo.
David O. Russell come già detto non si dilunga nei
drammi personali, analizza, racconta e si limita a mostrare i
personaggi, le dinamiche familiari claustrofobiche e la realtà in
cui questi sono incastonati.
Quello che David O. Russell racconta davvero bene invece sono gli incontri, rapidi, dinamici, ci accompagna a colpire la mascella del pugile insieme alla telecamera, ci fa combattere e ci fa vincere insieme ai personaggi. Ma il film si distingue per i fighters, i veri combattenti, questi due attori così diversi, ma che si amalgamano così bene: da un lato c’è il solido Christian Bale, mimetico fino all’inverosimile, sfodera un’interpretazione magistrale e dolente di un uomo in conflitto con se stesso; dall’altro lato troviamo Wahlberg, più giovane e meno pretenzioso che con il suo sguardo dolce e il suo fisico violento mette in piedi una bella figura di uomo in cerca di riscatto, di ragazzo pulito che non vuole finire nel dimenticatoio della sua sporca città.
A supportare queste belle interpretazioni due attrici di generazioni diverse ma che si dividono due bei ruoli, forti e allo stesso tempo molto femminili; Amy Adams e Melissa Leo regalano al pubblico due bei personaggi che contribuiscono alla buona riuscita del film. The Fighter è un buon film, forse meno bello di quanto si è tanto detto, ma sicuramente interessante e per molti aspetti anche godibile.
The Dark knight rises: notizie sulla trama!
Arrivano ulteriori informazioni e rumors sulla trama del nuovo Batman targato Christopher Nolan: The Dark Knight Rises. Secondo rumors di Badass Digest nel cast faranno parte anche Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, entrambi in veste di Villain che vanno ad aggiungersi a Tom Hardy che interpreterà Bane. Ma non è tutto la trama potrebbe essere…
“Anne Hathaway sarà Catwoman. Non posso dirvi quale ruolo avrà all’inizio, ma sappiate che alla fine non sarà una villain, quando un’alleata di Batman. E contro chi si alleeranno i due? La Setta delle Ombre, guidata da Talia Al’Ghul. Con Bane, che è il suo braccio destro ma anche il suo possibile amante. E con Joseph Gordon-Levitt. Interpreterà Maschera Nera? La mia fonte non lo sapeva, ma sapevo già che Levitt sarebbe stato un villain e che avrebbe avuto a che fare con la Setta delle Ombre.”
Ricordiamo che uscirà il 20 Luglio del 2012.
The Dark knight rises: notizie sulla trama!
Arrivano ulteriori informazioni e rumors sulla trama del nuovo Batman targato Christopher Nolan: The Dark Knight Rises. Secondo rumors di Badass Digest nel cast faranno parte anche Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, entrambi in veste di Villain che vanno ad aggiungersi a Tom Hardy che interpreterà Bane. Ma non è tutto la trama potrebbe essere…
Superman: Diane Lane sarà Martha Kent!
La Warner Bros. Pictures e la Legendary Pictures hanno annunciato ufficialmente l’ingaggio di Diane Lane nel nuovo Superman di Zack Snyder: interpreterà Martha Kent!Il casting di Superman sembra entrare sempre più nel vivo. Ecco l’annuncio ufficiale che sarà Diane Lane a ricoprire il ruolo della mamma umana di Clark Kent. Ecco alcune dichiarazione del regista:
“Era un ruolo molto importante da scegliere per me, perché Martha Kent è la donna i cui valori hanno aiutato a formare la personalità dell’uomo che conosciamo come Superman,”
Ricordiamo che oltre alla Lane La Lane nel film Henry Cavill sarà Superman. Nel ruolo di Pà Kent, il marito di Martha, si fanno sempre più insistenti le voci attorno a Kevin Costner, mentre per quello del villain Il Generale Zod si rumoreggia Viggo Mortensen.
Il film uscirà per il natale del 2012. A produrre c’è Christopher Nolan, Emma Thomas.
Fonte:comingsoon
Uscite al Cinema del 4 Marzo 2011
The Fighter: Dicky Eklund è un ex pugile divenuto famoso per aver battuto Sugar Ray Leonard, ora però, essendo tossicodipendente, si limita ad allenare il fratellastro Micky Ward. Micky non ha una vita facile infatti non solo non ottiene molti successi sul ring ma per di più la sua carriera da pugile è gestita dalla dispotica madre, Alice.
Soffocato costantemente dalle pressioni familiari, dagli
allenamenti del fratello e da una carriera che non sembra
decollare, Micky coglie al volo l’occasione di scappare quando
conosce Charlene, una barista che lo convince a staccarsi dalla
famiglia per perseguire il suo sogno….
David O. Russell si ispira alla biografia di Bob Halloran e alla
vera storia del pugile Micky Ward per offrirci il ritratto di un
uomo che combatte contro un amore fraterno e materno troppo
opprimente per riuscire ad esprimere se stesso e riuscire a
realizzare il suo sogno. Ottima l’interpretazione di Christian Bale
che ancora una volta riesce a modellare il suo corpo a seconda
delle necessità.
Easy Girl: Olive Penderghast è una ragazza
diciassettenne come tante altre, non molto popolare nel suo liceo,
tanto che gli altri non ricordano neanche il suo nome. Un giorno,
per difendere un suo amico, dice una piccola bugia che però le
sconvolgerà la vita….afferma di aver perso la verginità con il suo
amico e, quando questa bugia giunge alle orecchie della bigotta
Marianne, leader di un gruppo religioso, la notizia si diffonde per
tutto il liceo. Così da ragazza invisibile Olive si trasforma nella
ragazza più popolare della scuola. Inizialmente Olive è divertita
dalla sua popolarità, tanto che quando la sua classe inizia a
studiare “La lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne molti la
mettono a paragone con la protagonista Hester Prynne e lei si cuce
una A rossa sui vestiti. Ben presto però la situazione diventa
sempre più ingestibile e lei non più cosa fare.
Will Gluck gira questa brillante commedia, con protagonista la
talentuosa Emma Stone, che si rifà al romanzo “La lettera
scarlatta” adattandolo ai giorni nostri, con la protagonista che
per ironia si ricama sui vestiti la A rossa e dove i pettegolezzi
si diffondono sul web attraverso i social network. Un adolescente
che sfrutta una bugia per trovare quella popolarità che crede possa
renderla felice ma alla fine capisce che non ne vale la pena e che
tutte le bugie vengono a galla!
Piranha 3D: ogni anno migliaia di turisti si
recano al lago Victoria, in Arizona, per trascorrere le vacanze di
primavera, ossia una settimana di sole, divertimenti e baldoria.
Anche un regista, Derek Jones, decide di recarsi sul posto per
girare alcune scene del suo prossimo film ingaggiando il giovane
Jake come guida turistica. Un giorno però un terremoto provoca
l’apertura di una grotta nei fondali del lago liberando una specie
preistorica di piranha affamati che si pensava fossero estinti ma
che invece sono sopravvissuti cibandosi gli uni degli altri. Julie
Forester, sceriffo della cittadina e madre di Jake, insieme al suo
vide Fallon, tenterà in tutti i modi di salvare i turisti e i suoi
figli che finiscono sempre nei guai.
Alexandre Aja dirige questo nuovo film sui piranha questa volta in
3D utilizzando quindi tutti gli effetti speciali a sua
disposizione. Ovviamente come nei film precedenti nella prima parte
del film si ironizza sui giovani sciocchi che pensano solo a
divertirsi senza preoccuparsi dei pericoli che li circondano,
mentre successivamente troviamo corpi dilaniati e molto sangue,
insomma scene splatter che regalano un po’ di tensione….anche se in
questi film sembra tutto già visto e rivisto!
Il Gioiellino: nel 1992 Amanzio Rastelli fonda un
azienda agro-alimentare di piccole dimensioni, ai cui vertici pone
i suoi familiari e manager di fiducia. Pian piano l’azienda cresce
e nel 2003 diventa una grande azienda quotata in Borsa che esporta
i suoi prodotti in diversi continenti. Purtroppo però ha un grande
problema: mancanza di soldi e un managment inadeguato. Cosa fare
per risolvere la situazione? Si falsifica il bilancio, si gonfiano
le vendite, si chiede aiuto ai politici….insomma tutte soluzioni
illegali e non adatte che portano tutti, dai risparmiatori alle
banche, a rimetterci. Così alla fine i problemi diventano
talmente grandi e tanti che finiscono per rovinare tutto.
Andrea Moaioli mette in scena i mali economici del nostro paese,
dove i problemi vengono affrontati con bugie ed inganni che
finiscono per peggiorare la situazione e rovinare anche le cose
belle. Ottima l’interpretazione di Toni Servillo nei panni del
ragioniere Ernesto e di Remo Girone nei panni di Amanzio.
Il buongiorno del mattino: Becky Fuller è una
produttrice esecutiva di un tg locale del New Jersey che aspira ad
una promozione che però sembra non arrivare mai. Quando viene
licenziata e tutto va male, Becky non si perde d’animo e grazie al
suo curriculum trova lavoro per il programma mattutino “Daybreak”
dell’IBS. Incaricata di rilanciare il programma. Becky pensa di
ingaggiare il famoso conduttore Mike Pomeroy per risolvere il
problema. Ma purtroppo Mike si rifiuta di presentare notizie di
gossip, meteo o mestieri e di lavorare con la sua odiata collega
Colleen Peck, che invece è contenta di poter annunciare notizie del
genere. Becky dovrà quindi risolvere i problemi con Mike e Colleen
che continuano a scontrarsi sia in onda che fuori onda e per di più
dovrà risolvere i suoi problemi con il suo ragazzo Adam Bennett, il
produttore dello show.
Roger Michell dirige questa commedia romantica che mostra i
retroscena del mondo televisivo mattutino con conduttori che
tentano di sfondare e di apparire il più possibile e una giovane
donna che cerca di fare carriera a tutti i costi. Troviamo non solo
la bella Rachel McAdams, ma anche due superstar come Harrison Ford
e Diane Keaton, impegnati in scene divertenti con battute
esilaranti e continui battibecchi.
La vita facile: Luca e Mario sono due amici che
hanno frequentato la scuola di medicina e si sono laureati insieme,
loro vite prendo strade totalmente diverse quando Mario sposa
Ginevra, la ragazza che ha fatto battere i cuori dei due amici.
Luca si reca in Africa dove lavora insieme ad un infermiera in un
ospedale in Kenia, Mario si afferma come chirurgo in una clinica
privata a Roma. Dopo nove anni, Mario decide di partire per
l’Africa e cercare così di riallacciare i rapporti col suo vecchio
amico. Completamente spaesato Mario riesce a riavvicinarsi a Luca
ma tutto viene nuovamente messo in crisi dall’arrivo di
Ginevra….quali segreti si nascondono dietro a questo improvviso
viaggio??
Lucio Pellegrini dirige questa commedia italiana tutta al maschile
con Stefano Accorsi e Pierfrancesco Favino nei panni di due medici.
Due personaggi che tra le difficoltà poste dal Continente nero,
attraverso il sarcasmo, la comicità e l’introspezione ritrovano se
stessi. La donna in questo contesto è presentata in negativo con
Ginevra, interpretata dalla bella Vittoria Puccini, che è la moglie
viziata e odiosa del ricco medico.
Una cella in due:
due strani personaggi si trovano rinchiusi in carcere nella stessa
cella: uno è Angelo Zingoni, un precario che ama Monica la quale lo
considera solo un amico, arrestato dopo aver tentato di rapinare
una tabaccheria; l’altro è Romolo Giovagnoli, un ricco avvocato,
sposato con Ilde che quando scopre il tradimento di lui, spiffera
ad un Magistrato le attività illegali del marito che viene così
arrestato. Tra Angelo e Romolo nasce una bella amicizia che li
porta a tentare, tra varie situazioni comiche, la fuga dal carcere.
Una volta fuori i due si rincontrano dopo un paio di anni ma la
situazione è cambiata: ora Mario è pieno di debiti mentre Angelo è
ricco e aspetta un figlio da Monica…ma le cose ben presto
cambieranno nuovamente…
Enzo Salvi e Maurizio Battista diretti da Nicola Barnaba, sono la
strana coppia di questa commedia carceraria piena di gag e
situazioni esilaranti.
Prima foto di The Burial di Terrence Malick
Ancora si attende Tree of Life ma già cominciano a circolare poche immagini del sesto film del regista texano Terrence Malick, che dovrebbe intitolarsi The Burial. Per ora si sa molto poco della tra e dei personaggi, ma da questa foto si possoo vedere Ben Affleck e Rachel McAdams in atteggiamenti intimi.
Ecco l’immagine pubblicata dall’Hollywood Reporter:
Nel cast anche Rachel Weisz, Olga Kurylenko, Jessica Chastain, Javier Bardem, Amanda Peet e Barry Pepper. Al momento non è stata fissata una data di uscita. Le vendite internazionali sono curate da FilmNation Entertainment. La fotografia è dell’ottimo Emmanuel Lubezk.Intanto si freme per il 27 maggio …
Harry Potter e i Doni della Morte a Trafalgar Square
La Warner annuncia che la premiere di Harry Potter e i Doni della Morte Parte II si terrà a Trafalgar Square, nel cuore storico della città di Londra.
“Sarà la prima premiere cinematografica a Trafalgar Square: una delle piazze più celebri e riconoscibili di Londra farà da sfondo a una delle più grandi premiere mai organizzate nella capitale. Gli attori, la troupe e gli ospiti invitati all’ultima premiere di Harry Potter daranno avvio alla serata sul red carpet in Trafalgar Square davanti ai media di tutto il mondo. Nella piazza ci saranno aree riservate ai fan e ai vincitori di concorsi organizzati in tutto il mondo, che potranno incontrare gli attori e i creatori di alcuni tra i personaggi più amati di tutti i tempi. Cast e ospiti si sposteranno poi a Leicester Square per assistere alla proiezione”
Ecco alcuni commenti alla decisione, si tratta del sindaco di Londra Boris Johnson e di Josh Berger, presidente e amministratore delegato della Warner Bros Pictures UK
*”Da dieci anni seguiamo con entusiasmo sul grande schermo la battaglia tra Harry Potter e il suo acerrimo nemico Lord Voldemort, e questo film è uno dei più attesi nella storia. E’ un grande trionfo per la Gran Bretagna, e non riesco a immaginare uno sfondo migliore di Trafalgar per dare l’addio più spettacolare a questa saga.”
*”Siamo felicissimi che il gran finale di Harry Potter e i Doni della Morte sia ospitato in una cornice tanto prestigiosa. Siamo orgogliosi della creatività delle nostre premiere, e lo spazio di Trafalgar Square renderà possibile un’esperienza magica per gli ospiti e per i fan.”
Fonte: comingsoon.net
Harry Potter e i Doni della Morte a Trafalgar Square
La Warner annuncia che la premiere di Harry Potter e i Doni della Morte Parte II si terrà a Trafalgar Square, nel cuore storico della città di Londra.
Sandro Bondi rassegna le dimissioni
{jcomments off}
Il Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi ha annunciato, tramite una lettere al Giornale, che presto rassegnerà le dimissioni.
Krokodyle: recensione del film di Stefano Bessoni
Kaspar Toporski è un film-maker, e nella sua idea, il coccodrillo è l’essere più perfetto che esiste al mondo. La sua vita si muove a metà tra realtà e finzione, immerso com’è nei suoi sogni ad occhi aperti, nella sua realtà immaginaria e nelle sue visioni macabre e grottesche di esseri strani che popolano le sue giornate, i suoi schizzi e le sue conversazioni.
Con una premesse di questo tipo ci accorgiamo che Krokodyle, l’ultimo lavoro di Stefano Bessoni (Imago Mortis), non è un film convenzionale, anzi lo si potrebbe definire appartenente ad un certo cinema sperimentale che sacrifica la narrazione a beneficio dell’immagine. Sebbene questo può rappresentare un limite per la godibilità del film, Bessoni riesce con un’incredibile forza visiva a portarci dentro il mondo di Kaspar, che probabilmente è in realtà il suo stesso mondo visionario.
Krokodyle, il film
Il suo personaggio, o alter-ego, si muove con impalpabile morbidezza tra un piano e l’altro, tra l’immaginazione e la realtà incontrando di volta in volta i personaggi che lui considera suoi amici: c’è Bertold, un suo collega e amico che è stato ostacolato dalla produzione nel suo ultimo lavoro con il risultato di un trattamento molto duro da parte della stampa; poi c’è Helix, affascinante fotografa, che vuole catturare la morte nella fotografia, personaggio decisamente intrigante che agli occhi di Kaspar incarna l’antico conflitto tra Eros e Thanathos che da sempre accompagna la letteratura e l’arte, e forse in maniera meno conscia, la vita di tutti i giorni. Schulz è lo scienziato pazzo, l’alchimista, confidente e amico di Kaspar, che realizza progetti e mette a punto le antiche formule alchemiche per generare la vita, passando al nostro protagonista gli oscuri segreti della sua arte.
Ognuno di questi elementi contribuisce a creare un universo affollato e claustrofobico nel quale Kaspar sembra trovarsi decisamente a suo agio, ma che a tratti inquieta lo spettatore, anche lui smarrito tra ciò che è reale e ciò che invece non lo è. La struttura del film, per dichiarazione dello stesso autore, è quella di un quaderno di appunti che comprende foto, pupazzi, animazioni, disegni, schizzi e appunti, un diario filmato della mente stessa di Kaspar, interpretato da Lorenzo Pedrotti.
E proprio in Pedrotti il film trova la sua vera e propria anima, poiché è dalla sua voce che veniamo guidati attraverso i vari capitoli della storia, una voce calma, dolce, in piacevole contrasto con le atmosfere spesso inquietanti che Bessoni costruisce, soprattutto attraverso l’utilizzo di grandangoli e con il fondamentale contributo di Leonardo Cruciano, realizzatore degli effetti speciali, e anche produttore del film, e della scenografa Briseide Siciliano. Tra gli altri interpreti si distinguono Jun Ichikawa, nel ruolo di Helix, che con la sua delicata bellezza riesce a dare corpo e vita ad uno dei personaggi più affascinanti del film; Francesco Martino è Bertold, in questo caso forse il meno convincente, al quale è affidato la splendida citazione del film di Wim Wenders Il Cielo Sopra Berlino, e il bravo Franco Pistoni, visto già in Imago Mortis, è Schulz.
Krokodyle si presenta con un film privo di narrazione, ma sarebbe più corretto dire che la sua storia non è drammatizzata, poiché è semplicemente raccontata dalla voce del protagonista che nella sua ironica deliranza farcisce il racconto di citazioni fiabesche e grottesce, dall’Alice di Carrol al Pinocchio di Collodi, il tutto accompagnato da una colonna sonora composta da brani classici tra cui il bellissimo Carnevale degli Animali già utilizzato da Terrence Malick nel suo secondo film, I Giorni del Cielo, brano che ben si associa alla sospensione temporale e spaziale che il film suggerisce.
Forte anche della splendida fotografia di Ugo Lo Pinto, Krokodyle può definirsi un coraggioso esperimento di cinema indipendente, un prodotto purtroppo poco vendibile, ma molto affascinante, macabro e ironico allo stesso tempo, animato da uno spirito di ricerca e di onestà che probabilmente il cinema italiano ha smarrito.
Bryce Dallas Howard passa alla regia
“Un Breakfast Club per la mia generazione” così Bryce Dallas Howard definisce il suo prossimo film. La novità è che la figlia di Ron Howard, proprio come il padre, si prepara a dirigere questo film per il quale ha anche scritto la sceneggiatura in collaborazione con Dane Charbeneau.
Un buon esempio di cinema italiano: Il Gioiellino
La Leda è una delle maggiori aziende agro-alimentari del Paese: ramificata nei cinque continenti, quotata in Borsa, in continua espansione verso nuovi mercati e nuovi settori. Quello che si dice un gioiellino.
Dal ring alla sala: The Fighter
Finalmente The Fighter arriva anche in Italia. Questo fine settimana potremmo finalmente tutti gustare la grande interpretazione di tutto il cast, parte del quale (mi riferisco a Christian Bale e Melissa Leo) è stato premiato anche con l’Oscar per il miglior attore nella categoria non protagonista.
La storia vera parla di Dicky, un uomo che è l’orgoglio dell’intera cittadina ora caduto in disgrazia, e del suo fratellastro Micky, a sua volta un puglie, la cui carriera è appena agli esordi ed è gestita dalla madre Alice. Nonostante il suo impressionante gancio sinistro, Micky continua a perdere sul ring. L’ultimo combattimento affrontato da Micky finisce quasi per ammazzarlo, e a quel punto viene persuaso dalla sua ragazza, Charlene, a tentare qualcosa di estremo: dividersi dalla sua famiglia, perseguire i suoi interessi e allenarsi senza l’inquieto fratello. Fino a che, a Micky non viene offerta l’opportunità di una vita: combattere per il titolo. Ma presto Micky capisce che avrà bisogno del fratello e di tutta la sua famiglia per poter vincere.
La trama è chiara: si parla di vittoria e
sconfitta, non solo sul ring ma anche nella vita, e di legami,
quelli familiari che a volte vanno al di là dei legami di sangue. A
dirigere David O. Russell, regista e
sceneggiatore, che nel 1994 ha visto premiare al Sundance Film
Festival il suo primo film Spanking the Monkey, e che ha ottenuto
anche due nomination agli Indipendent Spirit come miglior opera
prima e migliore sceneggiatura. Il suo secondo film è stato Amori e
disastri, entrato nel 1996 nella lista dei top ten di oltre trenta
film. Ma si ricordano di lui anche Three
Kings del ’99 e il più recente I Heart
Huckabees – Le strane coincidenze della vita.
Per The Fighter, Russell ha anche ottenuto una nomination come miglior regista, statuetta andata poi al collega Tom Hooper per Il Discorso del Re la scorsa notte al Kodak Theatre. Il film si distingue per una straordinaria prova collettiva del cast, Mark Wahlberg che interpreta Micky, offre una buona prova affiancato da un Christian Bale che offre una delle sue interpretazioni migliori nei panni del problematico ed emaciato Dicky. Anche le donne alzano la voce in questo film e Melissa Leo e Amy Adams rappresentano molto bene il ‘sesso debole’ in un mondo governato dai pugni dentro e fuori dal ring.
Il film uscirà in Italia il 4 marzo.
Jonze e Kaufman trovano i soldi
Avevamo tempo fa accennato ad una nuova collaborazione di Spike Jonze e Charlie Kaufman, e pare che il progetto abbia finalmente trovato i finanziamenti! Per quello che riguarda l’aspetto ‘artistico’ adesso si sa anche di cosa si tratta: il film sarebbe una satira nella quale i principali leader mondiali si riuniscono per strutturare una comune agenda riguardo alcuni problemi globali, come il prezzo del petrolio o i tanti conflitti che insanguinano il pianeta.
Il Gioiellino di Molaioli presentato all’Adriano
Toni Servillo, Remo Girone e Andrea Molaioli sono stati i protagonisti, questa mattina, della conferenza stampa de Il Gioiellino, ultimo film dei regista de La Ragazza del Lago, che mette in scena un film a metà strada tra l’apologo morale, l’esigenza artistica con una virata sul film d’inchiesta liberamente ispirato alla vicenda del crac Parmalat.
Il Gioiellino: recensione del film con Sarah Felberbaum
Un gioiellino, questa è la Leda (ne Il Gioiellino), azienda agro-alimentare estesa ai cinque continenti, quotata in borsa, e alla continua ricerca di mercati sui quali espandersi. Amanzio Rastelli, padrone dell’azienda, ha messo a capo della sua ‘creazione’ la famiglia (figlio e nipote) e alcuni amici, non troppo qualificati ma capaci e degni di fiducia. Ma il gruppo si indebita e il falso in bilancio non basta più a coprire il buco che si trasformerà in una vera a propria voragine che trascinerà sempre più a fondo Rastelli e tutti suoi collaboratori.
Il Gioiellino, diretto da Andrea Molaioli, si ispira al crac Parmalat e indirettamente a tutti quei fallimenti che hanno colpito aziende grandi e piccole, italiane e non. Molaioli, dopo La ragazza del lago, ritrova la super star Toni Servillo, questa volta in un ruolo nel quale non siamo troppo abituati a vederlo, non è un leader né colui intorno al quale gravitano tutte le attenzioni, ma si autodefinisce ‘il Capo’ ed è in qualche modo artefice della vicenda narrata. Sempre molto bravo questa volta però non può fare affidamento sulla sua incredibile mimica, ma la sua voce e la sua presenza scenica fanno il resto. Accanto a Servillo un ottimo Remo Girone nei panni di Rastelli, convincente e integerrimo, l’attore incarna secondo gli sceneggiatori la blanda schizofrenia, costitutiva della società italiana, di coloro che davanti al disastro fingono che tutto sia in ordine. A completare il terzetto di protagonisti la bella Sarah Felberbaum, che interpreta Laura, nipote di Rastelli e capace donna d’affari, scaltra e passionale.
Molaioli conduce senza indugio un buon film, che per la prima parte risulta sinceramente godibile ma che al momento del cambio di registro, quando cioè si viene a contatto con i primi sentori di problemi finanziari, non muta il ritmo del suo racconto, dilatando i tempi e saltando i passaggi, peccando principalmente di mancanza di chiarezza nella narrazione. Il che è un gran peccato, considerando che per il resto il film aveva tutte le potenzialità per essere un prodotto davvero bello: a contribuire al suo volare artistico, oltre ai già citati grandi attori e al racconto ben condotto nella prima parte, concorrono una considerevole colonna sonora, una splendida fotografia di Luca Bigazzi e una sceneggiatura buona soprattutto nei dialoghi ricchi di una sottile ironia attribuibile soprattutto al personaggio di Servillo.
Il Gioiellino è comunque un buon film, ben confezionato, che racconta una pagina non molto felice, e forse neanche conclusa, della storia di questa grande crisi economica mondiale, e italiana.
Carlito’s Way, il film di Brian De Palma
Carlito’s Way è il film del 1993 diretto da Brian De Palma con Al Pacino, Sean Penn, John Leguizamo e Viggo Mortensen.
Carlito’s Way è un film del 1993 diretto da Brian De Palma, con Al Pacino e Sean Penn. E’ solo apparentemente uno dei tanti film sulla malavita del bronx. Trattasi invece di un film sui sogni che si spezzano tragicamente, sulla voglia di liberarsi da un passato scomodo, sulle amicizie finte e di convenienza. L’interpretazione di Al Pacino è superlativa. Il ruolo di Carlito sembra essere stato inventato apposta per lui. Ottimo anche Sean Penn, nella parte del sedicente avvocato. Anche i personaggi che ruotano intorno ai protagonisti reggono bene il confronto e sono ottimi comprimari. Stupendo il finale, che lascia tristemente basiti.
Carlito’s Way, la trama
La trama. Harlem,
1975. Grazie alla bravura del suo avvocato David Kleinfeld
(Sean Penn), Carlito Brigante (Al
Pacino), vera leggenda negli ambienti malfamati, riesce ad
uscire di carcere dopo appena 4 anni, per buona condotta e chiari
intenti di voler cambiare vita. A questo scopo, rileva anche un
locale ben avviato, “El Paraiso”, frequentato anche da boss di
quartiere.
Le sue buone intenzioni si scontrano presto con il suo scomodo passato che lo verrà a cercare, e scoprirà che l’avvocato lo ha fatto uscire per un proprio tornaconto, diventato anche lui ormai un boss a tutti gli effetti. Nonostante ciò, cerca di coltivare il suo sogno insieme alla bella Gail, dalla quale il carcere ha allontanato. Ma la strada è in salita.
Il film è tratto da due romanzi: Carlito’s Way (1975) e After Hours (1979) di Edwin Torres. Si decise di usare il titolo del primo romanzo per evitare che la pellicola potesse essere confusa con l’omonimo film di Martin Scorsese del 1985. Nel 2005 fu girato un prequel destinato al circuito home video, intitolato Carlito’s Way – Scalata al potere. Un lungometraggio che non ha certo lasciato il segno.
La carriera del regista italo-americano Brian De Palma è caratterizzata da numerosi alti e bassi, avendo alternato film di successo a veri flop. Il primo lungometraggio di De Palma, Murder à la Mode (1968,) ottenne subito un buon successo, ma per ripetersi dovrà aspettare quasi 10 anni. Infatti, torna a far parlare di sé con il film horror Carrie, lo sguardo di Satana (1976), tratto da un romanzo di Stephen King, con John Travolta e Sissy Spacek.
Si ricordano anche Scarface (1983), sceneggiato da Oliver Stone con uno straordinario Al Pacino; Gli intoccabili (1987), con un cast all-star: Kevin Costner, Robert De Niro, Andy Garcia e Sean Connery, il quale – scelto all’ultimo dal regista, che aveva optato precedentemente per Kirk Douglas, Gene Hackman e James Stewart – vincerà un Oscar come miglior attore non protagonista; Mission Impossible del 1996 con Tom Cruise; Mission to Mars (2000), forse l’ultimo film che ha lasciato davvero il segno.
De Palma è stato anche nominato 5 volte ai Razzie Awards come peggior regista dell’anno per i film: Vestito per uccidere, Scarface, Omicidio a luci rosse, Il falò delle vanità e Mission to Mars. Sean Penn e Brian De Palma avevano già lavorato insieme in Vittime di guerra del 1989. Giancarlo Giannini è stato premiato con il Nastro d’argento per il doppiaggio di Al Pacino.