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Rapunzel – l’intreccio della Torre: recensione del film

Rapunzel – l’intreccio della Torre: recensione del film

La recensione del film d’animazione Rapunzel, la pellicola diretta da Nathan Greno e Byron Howard.

In un lontano regno delle fiabe tutti i sudditi sono preoccupati per la sorte della regina, incinta del sospirato erede ma malata e in fin di vita: grazie a un fiore magico giunto sulla terra con una goccia di Sole, la regina riesce a guarire e a far nascere la principessa Rapunzel che eredita i magici poteri curativi della pianta nei suoi biondi capelli; una vecchia ossessionata dal desiderio di rimanere giovane che aveva già scoperto i poteri del fiore magico rapisce la piccola e la rinchiude in una torre dove lei resterà con i suoi lunghi capelli magici crescendo con la speranza di poter un giorno uscire a vedere il mondo. Un giorno l’affascinante ladro Flynn Rider si rifugia nella torre per sfuggire ai suoi inseguitori…

Regia: Nathan Greno e Byron Howard

Anno: 2010

Con le voci di: Mandy Moore/Laura Chiatti: Rapunzel; Zachary Levi /Giampaolo Morelli –Massimiliano Alto: Flynn Rider; Donna Murphy /Giò Giò Rapattoni: Madre Gothel; Ron Perlman /Pino Insegno: Fratelli Stabbington.

Per un lavoro che aveva l’ingrato onere di rappresentare il cinquantesimo lungometraggio della canonica tradizione, la fiaba di Raperonzolo viene epurata di tutti i suoi elementi più inquietanti e incongruenti (raperonzoli compresi) per inserirsi perfettamente in più familiari contesti: dopo l’esperienza de La principessa e il ranocchio, affascinante ritorno alle vecchie tecniche di disegno purtroppo carente di ritmo ed emozione, il passaggio alla CGI era quasi inevitabile e molti potrebbero giudicarlo come la sconfitta definitiva, ma quando il risultato è così strabiliante e incantevole si può solo gioire e festeggiare per un ritorno di grazia tanto sperato e atteso: con la regia di Nathan Greno e Byron Howard (Bolt, Mulan, Koda fratello orso) grazie anche ai consigli e alle direttive di John Lasseter, storico nome della Pixar, la Disney impara la lezione senza però smarrire sé stessa: supportandosi di una sceneggiatura classica che riacquista fiducia nelle capacità di quelle principesse che da tanto tempo erano state dimenticate, Rapunzel condisce la ricetta con un po’ di sana ironia, prendendo in giro i suoi stessi meccanismi senza però ridicolizzarli (l’esperienza di Come D’Incanto, misto animazione e live action assolutamente riuscito, ha certamente insegnato a casa Disney a imparare a ridere di sé stessa  e delle sue divinità), regalandoci protagonisti svecchiati dal ruolo impostogli dai fratelli Grimm e nei quali diventa facile identificare sorrisi e paure di ieri e di oggi, citando allo stesso tempo le pellicole più indimenticabili del suo repertorio. Fra i tanti riferimenti velati alcuni si fanno più evidenti: la scena assolutamente spassosa nella locanda non può non ricordare quella de La Bella e La Bestia, nel regno del Sole hanno certamente usato il castello di Cenerentola per disegnare le proprie architetture, la curiosità di Rapunzel durante la visita al villaggio e la meravigliosa scena delle lanterne  nel cielo che i protagonisti ammirano in barca sul lago sono chiaramente ispirate alla Sirenetta e il protagonista maschile Flynn Rider, oltre a scherzare sulla galanteria e il fascino di Erroll Flynn (storico interprete di Robin Hood), prende da Aladdin alcuni atteggiamenti e sorrisi (oltre che per le parti cantate il doppiaggio di Massimiliano Alto), la spettacolare sequenza della diga pur non di Disneyana memoria non può non ricordare Indiana Jones.

Rapunzel – l’intreccio della Torre: recensione del film

In ogni caso, fra tutti i lavori omaggiati forse il più eclatante per ovvie ragioni di plot è Il Gobbo di Notre Dame, col quale sembra quasi correre su un binario parallelo: con lui la dolce Rapunzel condivide grande creatività e passione per vita che si esprimono attraverso arti pittoriche e non solo, cercando di sopravvivere alla prigionia in un gabbia dorata e dimenticata, col desiderio di andare fuori a vedere il mondo; non per realizzare chissà quali eroiche imprese ma semplicemente per essere parte di un evento straordinario che hanno osservato da lontano per tutta la vita e che nel loro cuore di adolescenti è diventato più importante di qualsiasi altra cosa (la festa dei folli per Quasimodo, la scia luminosa delle lanterne per la nostra protagonista)  per infrangersi contro le minacce di una figura loro vicina che li terrorizza con racconti di un’umanità malvagia e senza pietà. Distrutti da una cocente delusione, sia Quasimodo che Rapunzel ritornano di nuovo nel loro rifugio-prigione , riflettendo su quanto fossero stati in torto (“avevi ragione su tutto” è una battuta che viene ripetuta praticamente con le stesse parole da entrambi al cattivo di turno), per poi rendersi conto della verità e affrontare il male che tenterà di combatterli con un pugnale prima che il lieto fine possa finalmente trionfare.

Nonostante gli ovvi punti di contatto, la nuova pellicola della Disney prende comunque un’altra direzione che è di per sé ancora più inquietante: se per Quasimodo l’ostacolo da vincere non è soltanto la paura generata da Frollo ma quella della repulsione che gli altri possano provare per la sua diversità, nel caso di Rapunzel a impedirle di uscire è soprattutto il terrore di disobbedire a quella che lei crede essere sua madre. Madre Gothel, che ha cresciuto la bambina come una figlia solo per potersi mantenere eternamente giovane, è forse uno dei cattivi più perfidi mai concepiti dalla Disney; priva di qualsiasi potere magico, simile a Cher nella magnetica fisionomia e nella voluminosa permanente dei suoi ricci neri, si serve di un sortilegio molto più terribile di qualsiasi altro mai visto: una spudorata ipocrisia.

Nonostante sia ovvio per lo spettatore che sia lei il personaggio negativo della storia dato che come tale viene introdotto nel prologo, ella si presenta alla nostra eroina come una madre devota, fingendo il suo amore con una naturalezza e una spontaneità davvero spaventose; eppure, dietro dichiarazioni di affetto smisurato e baci e carezze materne si nasconde sempre, lì dietro l’angolo, una frase o un commento cattivo e denigratorio, una stoccata sottile come uno stiletto per sottolineare l’inadeguatezza, l’inconsistenza e l’inutilità della povera ragazza, mascherata da battuta scherzosa di pessimo gusto ma pur sempre detta dall’unica madre che lei abbia mai conosciuto. Ci può essere paura più grande che quella di non essere amati dai propri genitori?

Ciononostante, Rapunzel sembra nutrire per lei sincero affetto e dedizione, che consentono di far emergere quegli aspetti del suo carattere che la rendono un personaggio vivo e realistico per ogni spettatore: vivace, allegra e spensierata e ben lontana dall’essere la solita fanciulla in pericolo che attende un salvatore, la giovane è totalmente terrorizzata al pensiero di disubbidire, come ogni ragazzo che vorrebbe trovare il coraggio di buttarsi dal nido ma è intrappolato (o intrecciato secondo il titolo originale Tangled) da una famiglia iperprotettiva; la lotta interiore fra il rimorso per la fuga e la felicità per la grande avventura dà vita a uno dei momenti più divertenti dell’intera pellicola proprio per la freschezza e la spontaneità di quella continua volubilità di cui molte altre eroine, prese dai loro doveri e dai loro obiettivi, erano completamente prive.

RapunzelAssolutamente spassosi i personaggi che, armata di padella e lunghi capelli, incontra sul suo cammino, con animali non parlanti come da tradizione ma che nelle loro espressioni sono assolutamente irresistibili: il camaleonte Pascal, con le sue smorfie e le sue occhiate di ammonimento, Maximus, cavallo reale col fiuto di un segugio votato a combattere il crimine anche meglio di tutti soldati del regno che pendono dalle sue capacità investigative con un debole per le mele buone e saporite (a patto che siano state comprate e pagate secondo la legge), il brigante della taverna che invece di terrorizzare voleva soltanto realizzare il proprio sogno di essere un grande pianista, e i corpulenti Fratelli Stabbington che già nel nome nascono tutta la loro determinazione e caparbietà nell’inseguire il bottino perduto (richiama facile assonanza con l’inglese “stubborn” che significa testardo). Senza dimenticate naturalmente il bel Flynn Rider (all’anagrafe Eugene Fitzerbert) che con il suo omonimo di cinematografica memoria condivide una certa propensione ai furti anche se per donare unicamente a sé stesso, e che si innamora della protagonista dopo averne approfondito la conoscenza e conosciuto lo spirito; il “sorriso che conquista” che tanto era stato utile ai suoi predecessori, tutti quei principi di rango in calzamaglia che così avevano fatto scattare istantanei colpi di fulmine di pochi secondi senza nemmeno scambiare una parola con la loro pulzella, qui è sufficiente soltanto a fargli guadagnare una padellata sulla testa: era tempo di provare altre strade.

Come in ogni Cartoon Disney che voglia definirsi tale, i momenti musicali sono fondamentali e chiamare al timone lo storico Alan Menken (detentore del record di ben 8 premi Oscar) non poteva che rivelarsi una scommessa vinta: certo non siamo ai briosi livelli raggiunti in passato (ma quelli si erano già iniziati a smarrire nel 91′ dopo la morte dello storico collaboratore e paroliere Howard Ashman), ma le canzoni sono comunque orecchiabili e alcune sono davvero elettrizzanti (provate a stare fermi sulla poltrona durante la scena della danza del regno…); resta sempre l’ eterno problema della traduzione dei testi in italiano, che continua a essere piuttosto discutibile ma considerando che target di pubblico è costituito da bambini è effettivamente eccessivo nonché impossibile chiedere qualcosa di diverso a uno spettatore che non solo si stancherebbe subito di leggere i sottotitoli ma probabilmente nemmeno sarebbe capace di farlo data la sua giovanissima età. Unica solita pecca che condivide ormai con buona parte delle uscite di questi ultimi due anni è l’uso del 3D, che se non altro ha qui il merito di conferire profondità , ma sacrificando come al solito la luminosità dei colori che meritavano davvero di essere contemplati in tutta la loro brillantezza.

RapunzelNulla da dire dunque sulla qualità dell’animazione digitale se non per fare una lunga, lunghissima standing ovation: sfumature pastello di rosa verde e azzurro governano un mondo incantato dove ogni dettaglio, dal più piccolo fiore al più sottile riflesso dei biondi capelli, è curato alla perfezione, fino alla fantastica scena della diga dove vengono gettati sullo spettatore ben 87 milioni di litri di acqua virtuale. Il character design morbido e non troppo spigoloso facilmente potrebbe essere adattato all’animazione vecchio stile; non burattini freddi e inanimati in una realtà virtuale, ma personaggi palpabili dotati di sentimenti e profondità che si leggono facilmente nella luce dei loro occhi lucidi: ogni  sguardo di amore, odio e lacrime è assolutamente reale, quando proprio in una lacrima si nasconde il vero cuore di Rapunzel: quella che il re, dopo quasi 18 anni di separazione dalla figlia perduta, non riesce a trattenere per la disperazione davanti alla fiduciosa regina prima di accendere le lanterne della speranza: una sola, per consacrare Tangled come il meraviglioso e trionfale ritorno della Walt Disney Pictures.

Anne Hathaway, la Principessa agli Oscar: il ritratto

Anne Hathaway, la Principessa agli Oscar: il ritratto

Anne Hathaway, newyorkese classe ’82, l’Oscar non l’ha mai vinto. E’ stata in nomination come miglior attrice nel 2009 con Rachel sta per sposarsi (di Jonathan Demme) e ha recitato in un film come I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee che nel 2005 di statuette ne ha vinte tre (regia, sceneggiatura, colonna sonora).

Proprio in questo film, dalle complesse tematiche, l’allora ventitreenne Hathaway si è cimentata in un ruolo non facile come quello di Lureen, donna di famiglia conservatrice sposata con un uomo che deve nascondere la sua omosessualità nell’arretra America rurale tra gli anni ’60 e ’70.

Anne Hathaway, filmografia

L’attore che interpretava il marito era Jake Gyllenhaal  (il Donnie Darko nel film cult del 2001 e l’ormai affermata celebrità di Hollywood). Se si aggiunge che a rendere Anne famosa e amata anche in Italia è stata la commedia brillante, Il Diavolo veste Prada (David Frankel, 2006) dove si presentava con volto pulito, sorriso smagliante e aria impacciata (stile Audrey Hepburn in Cenerentola a Parigi) a fianco di un’arcigna e ironica Maryl Streep, si sono toccati molti degli aspetti utili per parlare della più stringente attualità relativa ai rapporti tra Anne Hathaway e il cinema.

Infatti, la sua filmografia, dove prevalgono le commedie, e il suo precedente ruolo in coppia con Jake Gyllenhaal sono fili che vanno a ricollegarsi nel suo ultimo film (in Italia dal 18 Febbraio), Amore e Altri Rimedi di Edward Zwick (L’ultimo samurai;  Blood Diamond).

Il contestato titolo italiano smorza i toni dell’originale Love and others drugs e le tematiche sembrerebbero andare oltre la banale commedia romantica, strutturata su facili dicotomie, dove il Sesso deve confrontarsi con la complessità e la bellezza dell’Amore (almeno è ciò che ci si augura). Anne Hathaway deve ricoprire un ruolo in cui l’aspetto leggero, rappresentato dalla dinamica euforia di Maggie (il suo personaggio), si scontra con una realtà concreta e dolorosa come il Parkinson. Conciliare due momenti tanto diversi in un unico film non è una prova facile. Anche le scene di sesso tra lei e Jack Gyllenhaal, di cui inevitabilmente si parla, vengono presentate non come semplice spunto di gossip ma legate alla volontà di non scadere nei toni “pastellosi” di troppe commedie romantiche e dare concretezza e spessore tanto alla malattia quanto ai tanto sminuiti “sesso” ed “amore”.  Anne Hathaway sembrerebbe essere stata apprezzata da pubblico e critica americani. Ha conquistato la nomination come miglior attrice ai Golden Globe, premio che poi è stato vinto da Annette Bening con I ragazzi stanno bene (di Lisa Cholodenko).

Anne Hathaway tra nomination e Oscar

Mentre Annette Bening concorrerà anche per l’Oscar come miglior attrice, Anne Hathaway, che non è tra le nominate, prenderà parte al grande evento del 27 Febbraio in qualità di presentatrice e chissà che non debba premiare proprio la Bening.

In ogni caso, per Anne Hathaway, presentare la premiazione degli Oscar sarà un onore non da poco che la consolida tra le stelle dell’Academy. Sarà affiancata da James Franco, che a differenza di lei nutre anche qualche speranza di vincere il premio come miglior attore per 127 Ore, di  Danny Boyle (ma è più probabile che anche lui debba restare deluso e consegnare la statuetta al favorito Colin Firth, protagonista in  Il discorso del Re di Tom Hooper).

La serata degli Oscar vedrà concorrere un altro film in cui Anne Hathaway ha lavorato nel 2010: il discutibile adattamento di Tim Burton di Alice in Wonderland (effetti-costumi- scenografia). L’Alice in cui ha lavorato Anne Hathaway non è stata molto apprezzata anche perché non di certo aiutata dalle scelte di regia e sceneggiatura. Suo era il ruolo della White Queen nell’arbitrario adattamento dei due racconti di Carrol: una favola visionaria ben lontana dalla creatività del miglior Burton e ancor più lontana dall’essenza dei racconti di Lewis Carroll.

La scelta di Anne Hathaway come presentatrice sembra però, oltre che un riconoscimento, anche una scommessa per il prossimo futuro. Lei di premi in carriera non ne ha vinti molti e del resto, al di là dei film più noti di cui già si è parlato, non vanta  titoli di grande rilievo; la sua carriera inizia con Pretty Princess, film della Disney del 2001 con regia di Garry Marshall: il regista della favola contemporanea per antonomasia, Pretty Woman che nel 1990 lanciava quella Julia Roberts di cui la stessa Hathaway sembrerebbe seguire le orme. Nel 2004 recita nel seguito, Principe azzurro cercasi (ancora Garry Marshall).   Sempre nel 2004 interpreta il ruolo di protagonista in un’altra favola, Il magico mondo di Ella ( Ella Enchanted, regia di  Tommy O’Haver). Il suo legame con le favole continua perché nel 2005 presta la voce a “Rosso”, protagonista del pregevole film di animazione, Cappuccetto Rosso e gli insoliti sospetti  (di Cory Edwards).  Se Havoc (Fuori controllo)  per la regia di Barbara Kopple (2005) è un tentativo non troppo riuscito di uscire dai soliti personaggi , Agente Smart – Casino totale (Get Smart) diretto nel 2008 da Peter Segal rappresenta un altro titolo senza troppe pretese . Nel 2010 torna ad essere diretta dal Garry Marshall nell’ennesima commedia:  Appuntamento con l’amore (Valentine’s Day).

Anne HathawayMa Anne Hathaway intanto, il 27 Febbraio, potrà vivere la sua notte degli Oscar lontana dai patemi e con i riflettori puntati addosso, forte, se non altro, della motivazione con cui l’Academy le ha assegnato, insieme a James Franco, il significativo ruolo:  “rappresentano la nuova generazione di icone hollywoodiane: giovani, belli e pieni di talento” e della stima di una grande regista come Cristopher Nolan (in Inception ha sfoderato tutto il suo immenso talento) che l’ha voluta per il ruolo di Selina Kyle (reale identità di Catwoman) nel suo secondo film su Batman, The Dark Knight Rises, dichiarando:  “Sono emozionatissimo di avere l’opportunità di lavorare con Anne Hathaway che sarà una fantastica new entry nel nostro cast mentre completeremo la storia”.

Primi Concept del Pinocchio 3D prodotto da Del Toro

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Del_Toro

Mentre Guillermo del Toro è sempre più impegnato nel suo prossimo film tratto da Le montagne della Follia di Lovecraft, uno dei suoi innumerevli progetti da produttore inizia ad entrare in una fase più concitata: stiamo parlando del (nostro)Pinocchio 3D. Quelle che vi presentiamo sono le prime immagini del concept della pellicola in stop-motion che vedrà dietro la macchina da presa Gris Grimly e Mark Gustafson. 

Baz Luhrmann dirige Il grande Gatsby con Leonardo DiCaprio

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Baz Luhrmann dirige Il grande Gatsby con Leonardo DiCaprio

L’Hollywood Reporter annuncia che Baz Luhrmann dirigerà il nuovo adattamento del romanzo di F. Scott Fitzgerald Il Grande Gatsby, le cui riprese  verranno effettuate in 3D nativo ad Agosto. Il film vede un cast stellare con Leonardo DiCaprio, che interpreterà Jay Gatsby.

Carey Mulligan è stato offerto il  ruolo di Daisy Buchanan per il quale si attende ancora l’ufficialità anche se l’attrice ha già posato per una foto, mentre obey Maguire dovrebbe interpretare Nick Carraway. La produzione si svolgerà in Australia, a Sidney, nei Fox Studios, approfittando degli sgravi fiscali stanziati dal governo locale.

A produrre il film per un budget di circa 130 milioni ci saranno Luhrmann, Catherine Martin e Catherine Knapman della Luhrmann/Bazmark Films, anche Doug Wick e Lucy Fisher della Red Wagon e G Mac Brown.

Il Grande Gatsby, il film

Il Grande Gatsby è diretto da Baz Luhrmann e vede nel cast Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire e Carey Mulligan e che vedremo in apertura al Festival di Cannes 2013.

Il Grande Gatsby uscirà il prossimo 16 maggio al cinema. Tutte le info sul film le trovate nella nostra scheda: Il Grande Gatsby. Il sito ufficiale del film qui.

Il film racconta la storia di un aspirante scrittore, Nick Carraway che lasciato il Midwest Americano, arriva a New York nella primavera del 1922, un’epoca in cui regna la dubbia moralità, la musica jazz e la delinquenza. In cerca del suo personale Sogno Americano, Nick si ritrova vicino di casa di un misterioso milionario a cui piace organizzare feste, Jay Gatsby, ed a sua cugina Daisy che vive sulla sponda opposta della baia con il suo amorevole nonché nobile marito, Tom Buchanan. E’ allora che Nick viene catapultato nell’accattivante mondo dei super-ricchi, le loro illusioni, amori ed inganni. Nick è quindi testimone, dentro e fuori del suo mondo, di racconti di amori impossibili, sogni incorruttibili e tragedie ad alto tasso di drammaticità.

Kenneth Branagh svela i tre cattivi di Thor!

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Kenneth Branagh svela i tre cattivi di Thor!

thor

Il regista Kenneth Branagh intervistato da Entertainment Weekly a parlato a lungo del suo prossimo film in uscita Thor,  svelandoci i tre villain principali. Inoltre, arriva un’altra foto che questa volta coinvolge Hogun il Fosco, uno dei tre guerrieri, interpretato da Tadanobu Asano…

Robert Downey Jr. per Paul Thomas Anderson

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robert

Robert Downey Jr. sembra essere vicino ad ottenere parte di protagonista in Inherent Vice, il nuovo film di Paul Thomas Anderson tratto da un romanzo di Thomas Pynchon. Il regista di Magnolia, ormai abbandonato il progetto su Scentology, si dedicherà anima e corpo su questo nuovo film ed è intenziona ad ottenere l’attore più in voga del momento.

Una notte da leoni 2: altre foto in attesa del Teaser!

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Una notte da leoni 2: altre foto in attesa del Teaser!

hangoover

In attesa dell’uscita di un teaser in questa settiaman, allegato alle copie delle commedia in uscita intitolata Hall Pass targata warner bros, vi proponiamo alcune nuove foto di Una notte da leoni 2 comparse online questa mattina:

Batman 3: epico e iconico per Zimmer

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Batman 3: epico e iconico per Zimmer

Anche se nulla di ufficiale trapela, lo staff di Christopher Nolan sta centellinando impressioni e supposizioni relative al prossimo The Dark Knight Rises. Il direttore della fotografia di Nolan, Wally Pfister, ha definito la sceneggiatura del film “fenomenale” e ora, il compositore Hans Zimmer ha parlato a MTV News sbottonandosi un po’ su ciò che sta progettando per la soundtrack del film.

Zimmer ha scritto la partitura per il prossimo Rango ed è quello che stava promuovendo quando MTV lo ha praticamente assalito per avere ogni tipo di informazioni su The Dark Knight Rises. “L’unica cosa che posso dirvi – ha detto il compositore – è che sarà un film molto più epico. Straordinariamente epico… Penso che ci sia qualcosa nel cuore della storia che consente di ottenere una musica molto più grande, iconica.” Naturalmente, Zimmer non ha detto nulla di più specifico, aggiungendo che non poteva parlarne oltre, ma le sue dichiarazioni sono molto interessanti soprattutto alla luce di quello che è già stato fatto ne Il Cavaliere Oscuro.

Zimmer ha già iniziato ha pensare al progetto 18 mesi prima. Lui sicuramente sa che cosa è in gioco.

Fonte: slashfilm

Batman 3: epico e iconico per Zimmer

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Zimmer

Anche se nulla di ufficiale trapela, lo staff di Christopher Nolan sta centellinando impressioni e supposizioni relative al prossimo The Dark Knight Rises. Il direttore della fotografia di Nolan, Wally Pfister, ha definito la sceneggiatura del film “fenomenale” e ora, il compositore Hans Zimmer ha parlato a MTV News sbottonandosi un po’ su ciò che sta progettando per la soundtrack del film.

Martin Scorsese girerà The Wolf of Wall Street

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Martin Scorsese e Leonardo Di Caprio gireranno The Wolf of Wall Street. I dettagli finanziari e le date di ripresa verranno resi noti al festival di Cannes, ma sappiamo già che non sarà questo il prossimo film di Martin.

THR reports e The Playlist confermano questo sarà Silence, cioè l’adattamento di Scorsese del romanzo di Shusaku Endo e il ‘dramma dei gesuiti’ del quale il regista ha parlato per diversi anni. Daniel Day-Lewis, Benicio Del Toro e Gael Garcia Bernal sono stati nominati in passato come possibili attori, ma dovremo aspettare e vedere cosa succede. Daniel Day-Lewis infatti sarà impegnato con il Lincoln di Steven Spielberg, che si girerà in autunno in autunno.

Fonte: slashfilm

Bondi aumenta di 1€ il biglietto

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Bondi aumenta di 1€ il biglietto

cinema

”La previsione di un aumento di 1 euro allo scopo di finanziare per tre anni consecutivi gli incentivi fiscali a favore del cinema stesso, non era inizialmente nei miei progetti e nelle mie intenzioni.

Saoirse Ronan in The Hobbit?

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Saoirse Ronan in The Hobbit?

I primi rumors relativi ad una sua partecipazione allo Hobbit erano circolati settimane fa, ed ora Saoirse Ronan, l’attrice che Peter Jackson  ha fatto conoscere nel 2009 con Amabili Resti, ma che aveva già ricevuto una nominations agli Oscar per la sua interpretazione in Espiazione di Joe Wright, ha rilasciato questa dichiarazione al Times Irlandese.

“No, niente è stato effettivamente confermato ancora. Mi piacerebbe avere un ruolo in The Hobbit. Credo che tutti al mondo vorrebbero un ruolo in ‘The Hobbit’. ”

Sappiamo che in effetti ci sono stati colloqui tra la Ronan e produttori del film, ma che i dettagli del contratto non sono stati ancora decisi. Ma se la notizia ha dei fondamenti ci aspettiamo un annuncio ufficiale a breve.

Ma altre cose interessanti succedono riguardo alle riprese del film: a quanto pare Jackson non ha ricevuto i permessi per girare le scene del Monte Fato sul Mount Ngauruhoe,  com’era già avvenuto ne Il Signore degli Anelli, poichè la montagna è stata dichiarata Sacra. Il regista sta quindi cercando altre possibili location.

Fonte: the-hobbitmovie.com

Saoirse Ronan in The Hobbit?

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I primi rumors relativi ad una sua partecipazione allo Hobbit erano circolati settimane fa, ed ora Saoirse Ronan, l’attrice che Peter Jackson  ha fatto conoscere nel 2009 con Amabili Resti, ma che aveva già ricevuto una nominations agli Oscar per la sua interpretazione in Espiazione di Joe Wright, ha rilasciato questa dichiarazione al Times Irlandese.

Michael Fassbender parla del suo Magneto

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Michael Fassbender parla del suo Magneto

x-men

Michael Fassbender, prossimo Magneto in X-Men First Class, sta rilasciando moltissime interviste promozionali in vista dell’uscita del film, il quarto dedicato ai mutanti della Marvel. Ecco cosa l’attore ha raccontato a Metro New York:

Gondry adatta Dick per il cinema

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Gondry adatta Dick per il cinema

 

Michel Gondry, di recente al cinema con The Green Hornet, adatterà il romanzo Ubik, uno dei grandi classici della fantascienza di Philip K. Dick. per il grande schermo. E’ stato lo stesso regista a darne notizia in occasione dell’inaugurazione di una sua mostra al Centro Pompidou di Parigi.

Jude Law diventa Dracula?

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Il regista David Slade, che ha dimostrato di avere molto familiarità con i vampiri date le sue ultime realizzazioni (30 giorni di buio, The Twilight Saga: Eclipse), potrebbe avere ancora a che fare con gli eredi del non-morto per eccellenza, il Conte Dracula.

Sono il Numero Quattro: recensione del film

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Sono il Numero Quattro: recensione del film

Arriva al cinema distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures, Sono il numero quattro è un film di fantascienza diretto da D.J. Caruso, con protagonisti Alex Pettyfer e Timothy Olyphant.

In Sono il Numero Quattro Daniel, poi John Smith è un adolescente un po’ speciale, viene da un altro pianeta, da cui è dovuto fuggire perché la popolazione di un altro pianeta ha deciso di sterminare la sua gente. Insieme al suo guardiano è finito sulla Terra, dove sa che ci sono altri nove ragazzi come lui. E’ infatti differente anche dal suo popolo perché ha i “doni” che gli permetteranno di difendere la Terra dall’invasione degli stessi che distrussero il suo pianeta. Il problema è che tre degli altri “numeri” sono già stati uccisi, John dovrà quindi lottare per la sopravvivenza sua e del suo pianeta di adozione. Per fare ciò dovrà diventare più forte, trovare alleati e trovare gli altri “numeri” per essere più forti. In questa ricerca, John si innamora e trova un amico, oltre che una chimera in forma di beagle che si prenderà cura di lui.

Dimenticate i vampiri. Twilight è il passato. Ora è il turno di “superman with issues”, si potrebbe dire. Non Spiderman, che aveva ricevuto il dono suo malgrado e da lì aveva derivato delle “grandi responsabilità”. In questo caso John, e lo vediamo dalla prima sequenza, è proprio un ragazzo che vorrebbe vivere una vita normale tra feste e amici e ragazze, ma invece ha i superpoteri. Un ottimo argomento di conversazione, non fosse che questa sua caratteristica lo condanna alla fuga da chi ha deciso di sterminare ogni pianeta in cui decide di abitare.

D.J Caruso dirige Alex Pettyfer, nel ruolo del protagonista John, in questo colossal per ragazzi che porta con sé evidenti le tracce dei grandi pigmalioni di questo tipo di cinema, in produzione infatti c’è Michael Bay, la cui esperienza è stata essenziale, come ammette anche il regista per le scene in CGI  e il tutto realizzato sotto l’egida della Dreamworks di Steven Spielberg. In effetti il prodotto è ben impacchettato, parla la stessa lingua di chi lo vedrà, e strizza l’occhio anche a chi è un po’ più avanti ma che ancora crede che “la verità sia là fuori”. Sono infatti molti i riferimenti televisivi, da X-files a Supernatural, visto che i giganti alieni nemici sono del tutto simili ai demoni contro cui combattono i fratelli della serie tv. Inoltre la co-protagonista, nel ruolo di Sarah viene dal pluripremiato Glee.

Dimenticate i vampiri anche perché il film chiama a gran voce un seguito,  probabilmente anche un paio. Ironico il fatto che visto il ruolo che avrà nel finale, a circa metà del film,  in cui canonicamente “l’essere eccezionale” viene messo alla berlina dagli abitanti del piccolo paese in cui vive, John e il suo guardiano vengano accusati di essere addirittura terroristi.

Gli effetti visivi giocano un ruolo essenziale, entrando nel film mano a mano che la storia si sviluppa, aumentano all’aumentare della coscienza dei suoi poteri del protagonista per poi esplodere, letteralmente nella sequenza dell’ultimo combattimento, in cui le ore di render e suoni in saturazione non lasciano niente in piedi, per davvero. Superman mal conviveva con il suo essere di un altro pianeta e avere forza e capacità sovrumane, John è il superman di seconda generazione: accetta perfettamente il cambiamento e le caratteristiche  in più che la natura gli ha dato, non cerca di essere umano, ma lavora perché sa che senza di lui gli umani non esisterebbero più.

Dead Silence: il film Horror diretto da James Wan

Dead Silence: il film Horror diretto da James Wan

DEAD SILENCE è il film del 2007 diretto da James Wan e con protagonisti Ryan Kwanten, Donnie Wahlberg e Amber Valletta.

 

In DEAD SILENCE Jamie Ashen è sconvolto per la morte brutale della moglie Ella, trovata priva della lingua violentemente estirpatale. Lo stesso giorno a casa arriva per posta un pupazzo per ventriloqui e Jamie fin da subito sospetta che quel macabro oggetto potesse avere a che fare con l’omicidio.

La polizia sospetta che sia stato lui ad ucciderla e non lo aiuta più di tanto nelle ricerche, e così si mette egli stesso sulle tracce dell’assassino. Così inizia a sospettare che si tratti di un essere paranormale: il fantasma della stramba Mary Shaw, ventriloqua linciata decenni prima perché accusata della scomparsa di un ragazzino. Non mancheranno per lui raccapriccianti scoperte.

DEAD SILENCE il terzo horror firmato James Wan

Dead SilenceTerzo film per il regista James Wan (malese naturalizzato australiano) che torna all’horror dopo una parentesi thriller con Dead sentence, avendo esordito con Saw l’enigmista (2003) che ha riscosso un discreto successo commerciale. Per gli altri 5 sequel ne è stato produttore esecutivo. Con Dead Silence Wan torna ai pupazzi assassini, questa volta quelli utilizzati dai ventriloqui. Il risultato è comunque valido, con diversi colpi di scena e fasi inquietanti. Unica pecca le varie riproposizioni di dinamiche appartenute a diversi film horror del passato, che a tratti danno al film il senso del “già visto”, soprattutto di Argentiana memoria. Ma questo è un limite che il genere Horror porta con sé ormai da vent’anni, dunque bisogna quasi darlo per scontato o quanto meno, cercare di non farci caso.

Tra le curiosità, lo spettatore farà caso che quando Jamie si ritrova di fronte alla teca contenente tutti i pupazzi della ventriloqua e si avvicina a un clown posto su una sedia a dondolo, è possibile vedere distintamente, tra gli altri pupazzi, una marionetta molto simile a Billy il pupazzo della saga di Saw. Un chiaro riferimento del regista per onorare la sua prima pellicola, al momento la più nota.

La trama estes di Dead Silence

I coniugi Jamie e Lisa Ashen ricevono un misterioso pupazzo da ventriloquo di nome “Billy”, in un pacco anonimo. Quando la sera Jamie torna a casa, trova il corpo senza vita di Lisa con la lingua strappata, e Billy sul pavimento, vicino al cadavere. Jamie scopre che il bambolotto apparteneva a Mary Shaw, una ventriloqua che viveva nella sua città natale, Ravens Fair.

Tornato alla sua città, va a trovare suo padre, che non vede da anni ed è costretto da un ictus a stare su una sedia a rotelle. L’uomo è in compagnia della seconda moglie Ella. Suo padre e Ella gli ricordano di una filastrocca che riguarda Mary Shaw, ricordata come un’assassina con l’abitudine di tagliare la lingua alle sue vittime ed alla quale è possibile sfuggire solo evitando di gridare. Dopo il funerale di Lisa, Jamie va a cercare la tomba di Mary Shaw, seppellita con i suoi pupazzi. Marion, la moglie di Henry, l’impresario di pompe funebri, lo avverte del pericolo dei burattini di Mary Shaw; così Jamie si rende conto di dover seppellire Billy, che è stato dissotterrato. Lo fa, ma subito dopo lo ritrova nella sua stanza accompagnato da Lipton, un detective che lo ritiene colpevole dell’omicidio della moglie. Jamie gli racconta della filastrocca e di Mary Shaw, ma Lipton è scettico. La mattina dopo, Jamie ruba il pupazzo al detective, e lo porta all’impresario di pompe funebri, Henry.

Si scopre che nel suo testamento la ventriloqua aveva lasciato scritto che i suoi pupazzi fossero sepolti insieme a lei e di trasformare il suo corpo in quello di un pupazzo da ventriloquo. Jamie va ad indagare nel teatro e trova il camerino di Mary Shaw; trova inoltre un vecchio libro che riporta i dati per creare il pupazzo perfetto. Jamie ritorna dal padre e viene a sapere che molti anni prima un bimbo di nome Michael, che era il suo prozio, era misteriosamente scomparso e che Mary, ritenuta responsabile del fatto, era stata uccisa per vendetta dalla sua famiglia. Mary prima di morire era stata costretta ad urlare e poi le era stata tagliata la lingua. Successivamente però gli uomini coinvolti erano stati ritrovati, uno ad uno, morti con le lingue strappate e la stessa sorte era toccata alle mogli, ai figli e ai figli dei loro figli. Suo padre così dice a Jamie che Mary Shaw tornerà per uccidere anche loro e che questo era il motivo che lo aveva spinto ad allontanarlo da sé, cercando di proteggerlo. Jamie decide quindi di affrontare Mary nelle rovine di quello che fu il suo teatro, e ci si reca insieme a Lipton, ancora scettico. Qui i due rinvengono il cadavere del bimbo scomparso, scoprendo che Mary, ossessionata dal costruire un pupazzo perfetto, l’aveva rapito per usare il suo corpo a tale fine. Mary si manifesta ed i due capiscono che essa vive ed uccide attraverso i suoi pupazzi. Quindi, dopo averli distrutti tutti ed aver dato fuoco al teatro, fuggono. Il detective però muore. Jamie torna a casa del padre, deciso a distruggere l’ultimo pupazzo rimasto, cioè quello che aveva ucciso la moglie. Nel finale del film scoprirà tuttavia che Ella è in realtà Mary e che il corpo di suo padre, in realtà morto da anni, dopo essere stato trasformato in un pupazzo, era stato usato da Mary per ingannarlo. Jamie quindi, sopraffatto, grida dall’orrore e viene ucciso da Mary.

Il sequel di Sherlock Holmes ha un titolo!

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Arriva con ufficialità il titolo del sequel di Sherlock Holmes, diretto da Guy Ritchie e interpretato da Robert Downey Jr. e Jude Law. Si intitolerà: Sherlock Holmes: A Game of Shadows. Tradotto da noi Un gioco d’ombre.

Michelle Pfeiffer e Helena Bonham Carter per Dark Shadows!

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Michelle Pfeiffer e Helena Bonham Carter per Dark Shadows!

Dopo le dichiarazioni di Johnny Depp di ieri sul film, ecco arrivare alcune notizie riguardanti il casting. Sembrerebbe che in trattative ci sarebbero nientemeno che Michelle Pfeiffer e l’ormai onnipresente nei progetti burtiani Helena Bonham Carter

Deadline riporta la notizia aggiungendo che Michelle Pfeiffer sta chiudendo gli ultimi dettagli di un accordo che la porterà a interpretare Elizabeth Collins Stoddard, la solitaria matriarca della famiglia Collins e che non ha mai lasciato la villa sin dalla scomparsa del marito. Mentre Helena Bonham Carter dovrebbe interpretare Hoffman, una psicologa specializzata in rari disordini legati al sangur, che si trasferisce in città all’inizio del film. Ricordiamo che il cast oltre a questo rumorso e a Depp, comprende anche la bella Eva Green.

Amore e altri rimedi: recensione del film

Amore e altri rimedi: recensione del film

La commedia Amore e altri rimedi racconta la storia di Maggie (Anne Hathaway), seducente spirito libero refrattario a qualsiasi legame e Jamie Randall (Jake Gyllenhaal) giovane brillante inguaribile sciupa femmine, che sfrutta le sue doti per far carriera nel mondo del commercio farmaceutico.

Riassumendola così sembrerebbe proprio qualcosa di già visto, rivisto e risentito molte volte al cinema, tanto da far pensare proprio che non ci sia nient’altro da dire a riguardo. In effetti certamente in un film come questo l’originalità non la si trova certamente nella trama, che ad una prima occhiata potrebbe sembrare scontata. Tuttavia, metti una trama scontata nelle mani di un buon(vecchio) regista, e vedrai che a venir fuori sarà un film divertente, ben bilanciato a tratti commovente, e in alcuni punti anche sorprendente, il che non guasta mai.

Edward Zwick ritorna quindi dove aveva cominciato. Dopo i grandi film epici, alla Ultimo Samurai per intenderci, torna agli albori della sua carriera cominciata con una commedia intitolata A proposito della notte scorsa. Un esordio di successo sia di pubblico e di critica che in alcuni frangenti rivediamo in quest’ultimo film Amore e altri rimedi, ma solo come un riflesso luminoso. Qui ritroviamo la stessa brillante ed algida regia che fa da guida alle vicissitudini amorose dei due protagonisti, senza mai invadere lo spazio, cercando, qua e la come può, di mettere in risalto questo e quell’altro momento, riuscendoci il più delle volte, tirando fuori un film ricco di spunti interessanti.

Grazie anche, bisogna dirlo, ad una sceneggiatura sufficientemente elaborata, impreziosita da qualche dialogo eccellente, e qualche battutina esilarante che fa eco alla storia del cinema recente. Merita una sottolineatura anche il cast che è stato all’altezza del compito, con la sempre brava Anne Hathaway, sempre più lanciata nell’olimpo delle star, e il discreto Gyllenhaal, che non sfigura affatto nei panni di un belloccio e donnaiolo rappresentante farmaceutico.

Menzione speciale per Amore e altri rimedi va riconosciuta anche ad un ottimo cast di contorno, con il simpatico fratello minore che ne combina di tutti i colori, e il sempre verde, nonché bravissimo Oliver Platt, che impreziosisce il film un una performance davvero pregevole e simpaticissima. In conclusione, il film è una buona commedia come se ne vedono molte in America, a tratti scontata ma pur sempre piacevole da vedere. Ha il pregio di avere in sé un anima divertente, ma anche triste e commovente, con qualche excursus nel demenziale sempre esilarante. Ogni spettatore troverà qualcosa per cui valga la pena vederla.

Twilight Saga: foto dal set

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Twilight Saga: foto dal set

Non si tratta di un paradiso tropicale incontaminato, nè dell’ultima meta turistica di moda. L’isola di Esme è nient’altro che la meta della luna di miele di Bella ed Edward, dopo le loro agognate nozze.

Twilight Saga: foto dal set

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Twilight Saga: foto dal set

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Non si tratta di un paradiso tropicale incontaminato, nè dell’ultima meta turistica di moda. L’isola di Esme è nient’altro che la meta della luna di miele di Bella ed Edward, dopo le loro agognate nozze.

Johnny Depp parla di Dark Shadows di Tim Burton!

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Johnny Depp parla di Dark Shadows di Tim Burton!

Johnny Depp ha rilasciato un intervista a MTV sull’adattamento cinematografico di Dark Shadows. Sembra che si stia preparando proprio in questo periodo a interpretare Barnabas Collins e nell’intervista parla delle difficoltà nel trasporre il personaggio.

Per me, anche nelle conversazioni che ho avuto con Tim, è davvero difficile allontanarmi da ciò che Jonathan Frid ha realizzato con il personaggio e da quel look classico che ha creato. Credo quindi che non mi distaccherò da quel modello, o magari solo con qualche cambiamento qua e là.

C’è qualcosa di poetico in questo vampiro che ritorna dopo 200 anni nel mondo moderno, e forse questa poesia potrebbe esserci ancora oggi. Ho delle buone sensazioni a proposito. Anche se il Barnabas di Jonathan Frid rimane qualcosa di speciale.

Il resto del cast vede Eva Green nei panni di Angelique, una potente strega legata da un amore/odio per Barnabas Collins. Ai due si aggiunge Jackie Earle Haley e Bella Heathcote in attesa di conferme ufficiali. Le riprese inizieranno nelle prossime settimane.

Fonte:Mtv

Peter Greenaway si da alla commedia

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Peter Greenaway si da alla commedia

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Il prossimo progetto di Peter Greenaway a quanto pare sarà una commedia romantica intitolata 4 Storms and 2 Babies. Il regista, autore di film come Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante o Lo zoo di Venere è certamente uno dei cineasti più rappresentativi dell’Europa, oltre ad essere famoso per la sua sperimentazione, tanto da renderlo difficilmente inquadrabile in un determinato filone registico.

Un Gelido Inverno: al cinema il film di Debra Granik

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Un Gelido Inverno: al cinema il film di Debra Granik

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Il prossimo 18 febbraio uscirà al cinema Winter’s Bone, film capolavoro di Debra Granik in uscita nelle nostre sale con il titolo di Un Gelido Inverno. Il film ha trionfato al Sundance Film Festival ottenendo il Gran Premio della Giuria e concorrerà ai prossimi Oscar con ben quattro nominations, tutte importanti: Miglior Film, Miglior attrice protagonista, Miglior attore non protagonista e Miglior sceneggiatura non originale.

Come lo sai?: recensione del film con Jack Nicholson

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Come lo sai?: recensione del film con Jack Nicholson

Come lo sai? è l’ultima commedia romantica di James L. Brooks, il regista di Qualcosa è cambiato e Voglia di tenerezza, che ha tra i protagonisti la minuta Reese Witherspoon, l’imbranato Paul Rudd, il biondo e sfacciato Owen Wilson e l’intramontabile Jack Nicholson che già ha lavorato con Brooks nel bellissimo Qualcosa è cambiato.

Il titolo (quello italiano stranamente fedele all’originale How do you know?) è l’inizio di una domanda che il personaggio di Wilson si pone a circa metà film: “Come lo sai quando sei innamorato?”, la risposta, molto divertente e irriverente, la lasciamo in sospeso, ma il film segue proprio questa scia: il ritratto di diversi personaggi in cerca dell’amore, qualcuno ne ha troppo, qualcun altro troppo poco, qualcuno ancora non ne sa dare o ricevere, e in questa moltitudine di sentimenti confusi si muovono le storie quasi parallele di Lisa e George, destinati a scontrarsi, incontrarsi e incrociarsi nel corso del film.

La commedia ben scritta e girata è molto semplice, leggera e divertente, trovando il suo punto di forza nella caratterizzazione dei personaggi. Jack Nicholson nel ruolo del padre disonesto di George offre come al solito una leggera e divertente prova del suo istrionismo, forse il suo ritagliarsi parti sempre più piccole può significare l’inizio della sua ‘fine’ come attore, ma chi lo guarda può sempre gustare una grande interpretazione ed un’ironia beffarda che nessuno come lui riesce ad esprimere con un solo sguardo.

Ben tratteggiato anche il personaggio di Kathryn Hahn, la fedelissima segretaria Annie: nelle sue crisi emotive dovute allo stato avanzatissimo della sua gravidanza la giovane mostra una devozione materna verso il suo capo George, coinvolto ingiustamente in guai finanziari, diventando la protagonista di alcuni dei momenti più esilaranti del film. Un po’ più opachi i personaggi della Witherspoon e di Wilson che si riducono a rappresentazione più o meno autoreferenziale in contrasto invece con quello che risulta i vero e proprio protagonista del film, Paul Rudd. Merito anche di una sceneggiatura impeccabile, il suo George concentra in sé quanto di più deliziosamente imbranato può esserci in una persona sola, e l’attore, con il suo viso pulito e il suo sorriso tenero riesce a strappare sorrisi divertiti al pubblico che inevitabilmente parteggia per lui.

Come lo sai? si fregia dello zampino di Hans Zimmer per la soundtrack, a dimostrazione che il grande compositore riesce, quando è necessario, a mettere da parte le sue maniere wagneriane, realizzando musiche discrete e appropriate che incorniciano con delicatezza i destini di due giovani che camminano inconsapevolmente l’uno verso l’altra fino a incrociarsi.

Wim Wenders e Werner Herzog infiammano Berlino!

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wim wenders

Il Festival di Berlino è iniziato da un po’ di giorni, ma fino ad ora nulla di rilevante era accaduto. Sino a che due vecchie volpi come  Wim Wenders e Werner Herzog non sono arrivati con le loro opere.

Nella giornata di ieri hanno presentato due documentari, ed entrambi in 3D. Il primo si intitola Pina, che il Berlino ha dedicato all’amica Pina Bausch, una delle più importanti coreografe della Storia recente, nome di punta di quel teatro-danza che, a partire dagli anni Settanta, ha rivoluzionato la concezione della danza contemporanea; il secondo è Cave of the Forgotten Dreams, film che partendo sulle  caverna nel sud della Francia dove, nel 1994, sono state scoperte le più antiche pitture ruperstri mai pervenute, prosegue il modello che Herzog sta portando avanti con sempre maggiore coerenza. A quanto pare entrambi i film sono di altissimo livello.

The Amazing Spider-man: ecco titolo e foto ufficiale!

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The Amazing Spider-man: ecco titolo e foto ufficiale!

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Arrivano conferme per il titolo ufficiale del film 3D di Marc Webb su un nuovo Spiderman. Il film ufficialmente si intitolerà The Amazing Spider-Man. Inoltre, ecco una foto di Andrew Garfield nei panni dell’Uomo Ragno!

Prima foto dal set di The Dark Knight Rises?

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Prima foto dal set di The Dark Knight Rises?

Christopher Nolan ha cercato di mantenere la produzione su The Dark Knight Rises più segreta possibile, ma la prima  foto del set potrebbe essere già trapelata.

La foto mostra il set del manicomio di Arkham su quello che sembra essere un palcoscenico. La persona che ha postato la foto dice “il mio buon compagno che sta lavorando sul set a Cardington mi ha inviato questa.” E’ possibile che questo sia un residuo di set da quello di Batman Begins e Il cavaliere oscuro, ma non si sa ancora con certezza!

Ecco la foto:

Fonte: collider.com

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