L’attesa sembra essersi
parzialmente placata, invece i fan più accaniti, come chi scrive,
aspettano ancora una data precisa: 13 luglio! La data dell’uscita
la cinema di Harry Potter e i Doni della Morte Parte II.
Dopo la pioggia di locandina, foto,
clip e trailer che ha preceduto l’uscita della Parte I, adesso
cominciano a trapelare notizie e fotografie relative alla Parte II;
ecco infatti una foto diffusasi su Facebook che ritrae Neville
Paciock (Matt Lewis) durante la battaglia di
Hogwarts.
Sulla sfondo si può vedere la
sagoma sfocata di Bellatrix Lastrange (Helena Bonham
Carter). Tuttavia gli evidenti errori presenti nelle
scritte sulla foto (watermarks) fanno pensare ad una dubbia
provenienza della suddetta. Restando in attesa di una foto
migliore, ricordiamo che Harry Potter e i Doni della Morte Parte II
concluderà, si spera alla grande, la Saga cinematografica di Harry,
cominciata nel 2001 con La Pietra Filosofale.
Finalmente online il full trailer
di Scream 4, sequel della fortunata serie “da paura di Wes Craven.
Nel cast ritorna Neve Campbell, con Courtney Cox e David
Arquette…
Ecco il trailer
A completare il cast, oltre ai già
citati anche Emma Roberts, Hayden Panettiere, Marielle Jaffe, Rory
Culkin, Nico Tortorella, Erik Knudsen, Marley Shelton, Anthony
Anderson, Adam Brody, Alison Brie, Mary McDonnell, Anna Paquin,
Kristen Bell e Brittany Roberts. Scream 4 uscirà il 15 aprile 2011
negli USA.
L’attesa sembra essersi
parzialmente placata, invece i fan più accaniti, come chi scrive,
aspettano ancora una data precisa: 13 luglio! La data dell’uscita
la cinema di Harry Potter e i Doni della Morte Parte II.
Dopo la pioggia di locandina, foto,
clip e trailer che ha preceduto l’uscita della Parte I, adesso
cominciano a trapelare notizie e fotografie relative alla Parte II;
ecco infatti una foto diffusasi su Facebook che ritrae Neville
Paciock (Matt Lewis) durante la battaglia di
Hogwarts.
Sulla sfondo si può vedere la
sagoma sfocata di Bellatrix Lastrange (Helena Bonham
Carter). Tuttavia gli evidenti errori presenti nelle
scritte sulla foto (watermarks) fanno pensare ad una dubbia
provenienza della suddetta. Restando in attesa di una foto
migliore, ricordiamo che Harry Potter e i Doni della Morte Parte II
concluderà, si spera alla grande, la Saga cinematografica di Harry,
cominciata nel 2001 con La Pietra Filosofale.
V per Vendetta è
un film del 2006 diretto da James McTeigue e
scritto dai Fratelli Wachowski, ora noti come
Lilly e Lana Wachowski. Nel cast del film
Natalie Portman,
Hugo
Weaving, Stephen Rea, Rupert Graves, Stephen Fry,
Sinéad Cusack e John Hurt.
“Non si sfugge al
Giudizio!”
La mia idea per questa recensione è
la seguente: indurre alla riflessione. E non è un caso che io abbia
cominciato esponendovi un’idea, poiché V per
Vendetta vuole celebrare innanzitutto il potere delle
idee, come rivelato nel prologo. Mi accingo pertanto a
presentarvi un’opera cinematografica che, in virtù delle sue
analogie con la nostra attualità, continuerà a far discutere ancora
per molto.
V per Vendetta è
tratto dalla graphic novel di
Alan Moore illustrata da David
Lloyd, pubblicata per la prima volta nel 1988. Tra i
numerosi fan del fumetto troviamo i fratelli Andy e Larry
Wachowski che, dopo aver scritto la sceneggiatura del
film anni fa, sono riusciti a mettere in atto il progetto, diretto
da James McTeigue: prima esperienza per lui alla
regia.
V per Vendetta
L’intreccio appare piuttosto
diverso rispetto all’originale, motivo per cui Alan
Moore ha preferito dissociarsi dal progetto: in realtà,
nonostante vari cambiamenti – tra i quali le coordinate temporali,
per ovvie esigenze – la sceneggiatura risulta efficace e
convincente.
V per
Vendetta è ambientato a Londra in un futuro a noi
prossimo – la vicenda si svolge intorno al 2030 – in cui il Regno
Unito è divenuto uno stato totalitario governato da un regime di
matrice nazi-fascista. Il leader del governo è l’Alto Cancelliere
Adam Sutler (Susan, nell’originale), il cui nome – e non solo
quello – richiama la figura di Adolf Hitler.
Si tratta di un’epoca di
grande oppressione in cui gli Stati Uniti non esistono più per cui,
appropriandosi dello scenario politico, “l’Inghilterra domina”:
questo è il motto del regime. Quest’ultimo esercita una forte
discriminazione che si manifesta nella xenofobia, nel razzismo,
nell’odio nei confronti del ‘diverso’ inteso anche in termini di
ideologia: tra i principali nemici del governo, tra l’altro, vi
sono i musulmani.
Su questo sfondo cupo
e opprimente si staglia un individuo attivista e carismatico che,
sentendosi tradito da Madame Giustizia, si rifugia tra le braccia
dell’Anarchia: il suo nome è V. Il suo volto è celato dietro una
maschera di Guy Fawkes, il cittadino britannico che il 5
novembre 1605 tentò di far esplodere il Parlamento inglese in nome
di un’idea. Volendo imprimere questa data nella memoria di tutti, V
ci insegna la filastrocca del “Ricorda per sempre il 5
Novembre”.
Nel momento in cui V esce
dall’ombra, o meglio, dalla Galleria della Ombre, come chiama la
sua casa, egli si imbatte in una giovane donna che viene aggredita
dai Castigatori, o uomini del Dito, la polizia speciale. V salva la
ragazza, Evey Hammond che, da quel momento, si schiererà dalla sua
parte in nome della libertà.
V è infatti un eroe anticonformista
che si impegna in una lotta politica, contro il regime totalitario,
e personale, contro coloro che hanno devastato la sua vita. Egli
intende vendicarsi a causa degli eventi che hanno caratterizzato il
suo oscuro passato: prima di tutto, prima di essere un Violento,
egli è una Vittima. E porta avanti una lotta senza esclusione di
colpi, agendo da terrorista.
In apertura, egli pone fine
all’opprimente silenzio del suo Paese facendo esplodere l’Old
Bailey in un ‘concerto’, come da lui definito, reso festoso da
musica e fuochi d’artificio. Ma V non teme nulla e ha ben altro in
mente: Guy Fawkes aveva infatti intenzione di far saltare in aria
il Parlamento perché, afferma V, “l’edificio è un simbolo, come lo
è l’atto di distruggerlo”. E sono gli uomini a conferire potere ai
simboli.
Oggi viviamo
l’era post-11 settembre e un simile discorso può apparire
sfrontato. Ma ciò che è da considerare e valutare è il contenuto,
non la forma. La domanda più scottante è: può un terrorista essere
un eroe? Del resto questo film fa maturare un’inquietante
considerazione circa l’identità del colpevole: è V il nemico, il
terrorista, che uccide, che assale, che distrugge? O è il governo,
che ha asservito la scienza, la religione, i media, la
giustizia, che opera un massacro e viola l’identità
dell’uomo?
Nel corso della vicenda saranno
fatte importanti rivelazioni, e l’uomo imparerà che non sono i
popoli a dover temere i propri governi, bensì sono i governi che
dovrebbero aver paura dei popoli. L’unità non si ottiene attraverso
la forza, bensì nella condivisione di un medesimo ideale. Per
questo non ha alcuna importanza il volto di colui che si cela
dietro la maschera perché, come dice V, “dietro la maschera non c’è
solo carne: dietro la maschera c’è un’idea”. A seguire l’idea e a
precedere l’azione ci sono le parole: con le parole V riesce ad
entrare nel cuore della gente e nel cuore di Evey.
Ma, parlando di un film, non
bisogna dimenticare che l’aspetto più importante nella
caratterizzazione di un personaggio è l’interpretazione. E
interpretare un personaggio del calibro di V risulta un’impresa.
Ebbene, Hugo Weaving ci ha regalato una performance straordinaria:
“Interpretare un personaggio con una maschera”, ha dichiarato, “è
per un attore una specie di esercizio tecnico, ma a poco a poco la
cosa si è fatta interessante”. Come spiega l’attore, oltre alle
varie difficoltà tecniche che si riscontrano nel recitare con una
maschera, è necessario dare vita alla maschera: questo avviene
mediante le parole, il tono della voce, i gesti, anche i movimenti
più insignificanti. Ed egli è riuscito magistralmente nell’impresa,
offrendoci un personaggio eccentrico e carismatico, dotato di una
certa teatralità. Il culmine è nel punto di vista dello spettatore
giacché, a seconda delle scene e con la progressiva familiarità che
instauriamo col personaggio, sembra che la maschera assuma
paradossalmente espressioni diverse.
Lodevoli anche le interpretazioni
del resto del cast, a partire da un’eccellente Natalie
Portman che si rivela la migliore interprete che si
potesse ingaggiare per il ruolo di Evey Hammond. L’attrice ha
inoltre dimostrato un certo coraggio: per esigenze di copione,
in una scena del film, la Portman si è sottoposta alla
completa rasatura dei capelli, che prelude alla trasformazione
interiore del personaggio. Da sottolineare che l’attrice, in uno
dei ruoli migliori della sua carriera, è in grado di eccellere
nelle scene più emotive e ricche di pathos.
V per Vendetta
risulta impeccabile anche tecnicamente: dalle bellissime
musiche di Dario Marianelli agli effetti speciali,
superbi nella sequenza finale; la fotografia, che riproduce le cupe
atmosfere del regime; la scenografia, esuberante soprattutto nella
rappresentazione della Galleria delle Ombre. Una nota di
approvazione anche per il doppiaggio, in particolare per il
personaggio di V – la voce italiana è di Gabriele Lavia – ma il
film in lingua originale è nettamente superiore. Infatti la
versione originale rende al meglio le citazioni, da Shakespeare
(Macbeth e La Dodicesima Notte)
al Conte di Montecristo. E, a proposito di citazioni, è facile
cogliere le affinità di V per Vendetta
con un’altra grande opera: 1984 di George
Orwell, tra le fonti di ispirazione del fumetto.
È dunque un film politico? Un
monito, una visione del futuro? Ebbene, come afferma Natalie
Portman, “tutto dipende da chi sei tu, dal contesto dal quale
provieni e soprattutto da ciò in cui credi”.
Di certo si tratta di un film che
induce alla riflessione sull’importanza delle parole,
dell’espressione, della libertà di pensiero. V per
Vendetta intrattiene con interesse il pubblico – che può
inoltre dilettarsi nell’enumerare i vari riferimenti alla ‘V’ e al
‘5’ –, commuove e fa pensare. Non è semplicemente “V per
Vendetta“, ma V per Vox Populi. Valori. Virtù. Volontà.
Vittoria. E soprattutto… Verità.
A breve debutterà nei cinema il
suo The Green Hornet . Ma nonostante ciò Michel Gondry
infatti, ha aggiunto un nuovo progetto ai tanti già resi noti nel
passato. E anche questo davvero originale.
Si tratta infatti di un documentario dedicato ad
uno dei più noti ed importanti intellettuali dei giorni nostri,
Noam Chomsky: linguista, filosofo, teorico della comunicazione,
punto di riferimento dei movimenti di mezzo mondo, definito dal
quotidiano britannico The Guardian “tra le dieci fonti più citate
nella storia della cultura”. Fattore questo di grande interesse, ma
csa ancora più intrigante è che nelle intenzioni del regista,
il documentario sarà realizzato in animazione.
“Ho già intervistato Chomsky
molte volte,” ha raccontato Gondry, “e l’ho registrato
sempre, e ripreso pochissimo. Farò tutto in animazione, con una
Bolex 16mm e realizzerò io tutti i disegni. Lo faccio tutte le sere
quando torno in casa. Sarà emozionante, ed è complesso perché
parliamo molto di linguistica, Chomsky ha delle idee molto
personali e convincenti su come il linguaggio sia nato come una
mutazione genetica invece che come un lento processo evolutivo, ed
io illustrerò il tutto.”
Interrogato sui tempi, Gondry ha
risposto a modo suo: “Spero di finirlo prima di morire. O che
muoia lui. O che muoia il mondo. Quindi direi entro due anni: al
massimo.”
Vallanzasca – Gli angeli
del male racconta un uomo con il lato oscuro un po’
pronunciato. Renato Vallanzasca è un rapinatore di banche. Lui e la
sua banda operano perlopiù a Milano e nell’hinterland, irrompono
negli edifici e con fare da film americano, depredano gli istituti
di credito. Vallanzasca dice di essere nato ladro, come si nasce
biondi o a Roma o Milano e che quindi non ci può fare niente, è la
sua natura.
Passa quindi dalla rapina ai
rapimenti, entra ed esce dalla galera, alla fine viene arrestato a
Roma. Renato è ha una buona parlantina e davanti ai
giornalisti e alle telecamere che stanno riprendendo l’evento dà
esempio della sua battuta pronta. E’ anche belloccio, il che gli
vale diverse copertine sulle riviste e l’appellativo di “Bel Renè”.
In carcere riceve moltissime lettere di ammiratrici, una la sposa,
addirittura. Quindi evade per l’ultima volta, e ne approfitta
per andare a Radio Popolare a concedere un’intervista, poi sulla
strada per forse ricominciare la propria vita in qualche altro
modo, si addormenta, viene raggiunto dalla polizia che lo arresta
definitivamente. Vallanzasca è tutt’ora in carcere, dallo scorso
Marzo può uscire per lavorare.
Vallanzasca – Gli angeli del male, il film
Michele Placido affronta ancora una volta il
decennio più attivo, controverso e vivace della storia italiana:
gli anni settanta. Questa volta affronta la biografia di Renato
Vallanzasca, scritta a quattro mani con il giornalista di
Repubblica Carlo Bonini “I fiori del male”. A differenza di
“Romanzo criminale” e “Il grande sogno”, questa storia non è
collettiva, ma riguarda un solo uomo, Renato, interpretato da
Kim Rossi Stuart, questa volta alle prese con
il dialetto milanese, e l’incoscienza apparente con cui attraversa
la sua vita. Non esiste una banda a cui portare rispetto e fedeltà,
non esiste un gruppo politico di cui rispettare le regole.
Il bel Renè è il re
dell’improvvisazione, fa quello che gli viene in mente. Il regista
non sembra prendere una posizione giudicante nei suoi confronti, il
personaggio Vallanzasca è già controverso di suo,
appare come un immaturo effettivamente condannato da un destino già
segnato a fare il criminale, anche se senza troppi rimorsi. Il
personaggio non si riesce a ben delineare, è un uomo immaturo con
la battuta pronta che non si rende conto della gravità delle cose
che sta facendo o un lucido criminale che intesse in prigione
relazioni e redige trattati di amicizia usando come sigillo il
matrimonio con una delle tante ammiratrici? Sono del suo carattere
che rimangono un po’ sospesi.
A differenza della storia delle
Brigate Rosse e della Banda della Magliana, qui non c’è una
parabola. Sia perché Vallanzasca è ancora vivo, ma anche perché
effettivamente, non si avverte mai un sentimento di sconfitta o di
naturale fine, si tratta semplicemente di un gioco di guardia e
ladri in cui alternativamente vince uno o l’altro personaggio.
Quello che viene fuori dal film è comunque un ritratto interessante
della nostra nazione in quegli anni, con alcune anticipazioni di
ciò che sarà. Le copertine dei giornali, le interviste alla radio,
la creazione del personaggio Vallanzasca avviene tramite i media
che da lì a poco avranno un ruolo principale nella costruzione
dell’opinione pubblica. La volontà di rimanere fuori, Placido la
sottolinea anche con i piani fissi accentuati che sono presenti in
buona parte del film, in cui ha un ruolo importante anche il suono,
più volte usato come connessione tra una sequenza e l’altra e
anche in termini evocativi.
La fotografia di
Vallanzasca – Gli angeli del male è calda e con
molto chiaroscuro, nei momenti drammatici, ossia gli scontri in cui
perdono la vita i membri della banda della Comasina di Vallanzasca
o i poliziotti, sono invece desaturati e contrastati, forse a
sottolineare di essere capitoli importanti per il cambiamento del
personaggio. Un capitolo a parte va dedicato poi al personaggio di
Enzo, interpretato drammaticamente da Filippo Timi. Una mina vagante nella banda
della Comasina, completamente schiavo della dipendenza da droga.
Valeria Solarino, che interpreta la prima
compagna di Vallanzasca, appare nella prima mezz’ora di film, per
poi eclissarsi. La produzione che è dietro alla pellicola è Fox, la
stessa di Romanzo Criminale, film e serie. Il che mi lascia
ipotizzare che forse ci sia un interesse a tentare la stessa
operazione anche con questo personaggio, vedremo.
Questa è proprio una mattina da
supereroe. Dopo il costume di Spiderman, ecco arrivare
infatti la prima immagine di Chris Evans sul set di Capitan
America: The First Avenger con indosso il costume completo del
supereroe…
Entertainment Weekly ha pubblicato
una nuova immagine di Chris Evans sul set di Capitan America: The
First Avenger, dove è visibile il costume con tanto di elmetto e
scudo. A quando pare il design del film è molto fedele al fumetto,
e altrettanto affascinante. Che sia riusciti a metter su le giuste
carte per una nuova strabiliante saga?…
Rimanendo in attesa di altre foto
ricordiamo che Captain America: The First
Avenger è diretto da Joe Johnston e uscirà il 22 luglio 2011
(il 27 luglio in Italia). Nel cast del film Chris Evans, Sebastian
Stan, Hayley Atwell, Hugo Weaving.
Tra mille attese finalmente arriva
la primissima immagine ufficiale di Andrew Garfield nei panni
di Spider-Man, il reboot della saga diretto da Marc Webb, le
cui riprese sono attualmente in corso a Los Angeles.
La Sony ha diffuso questa prima
foto ufficiale, con un piccolo particolare che rende più fedele il
costume al fumetto originale: gli spara-ragnatele.
Rimanendo in attesa di altre foto
ricordiamo che il film è diretto da Marc Webb, ed uscirà negli USA
in 3D il 3 luglio 2012. Nel cast oltre a Andrew Garfield (Peter
Parker), Emma Stone (Gwen Stacy), Martin Sheen (Zio Ben) e Rhys
Ifans, che sarà il villain.
Fulco Pratesi (Presidente Onorario
Wwf Italia), Gabriella Pession (madrina dell’iniziativa) e
Guglielom – Moviemax – Marchetti hanno presentato questa mattina
alla stampa romana il film Animals United ed hanno raccontato al
pubblico la validità del progetto, che non è solo un film come gli
altri, ma come fa sospettare la presenza del rappresentante del Wwf
è anche un mezzo per sensibilizzare i giovanissimi verso il
problema dell’inquinamento e per raccogliere fondi che possano
sostenere la lotta del Wwf per un mondo migliore.
Uscirà il prossimo maggio “La
conquete” (La conquista), film in salsa thriller sull’ascesa
politica dell’attuale Presidente della Francia Nicolas Sarkozy.
Il regista è Xavier Durringer, che
ha già firmato “J’irai au paradis car l’enfer est ici” (1997) e
“Chok Dee” (2005). Ad interpretare Sarko, l’attore Denis Podalydès,
a lui molto somigliante. Nel film appaiono anche la prima moglie di
Sarkozy Cécilia Sarkozy (Florence Pernel), Dominique de Villepin
(Samuel Labarthe), Laurent Solly (Grégory Fitoussi), Franck
Louvrier (Mathias Mlekuz) e Rachida Dati (Saida Jawad). Non ci sarà
invece nessuna attrice a recitare il ruolo dell’attuale first lady
francese, Carla Bruni, che infatti non appare nella storia.
C’è invece l’ex Presidente Jacques
Chirac, col quale Sarkozy (Ministro degli interni quando il primo
era Presidente della Repubblica francese) non aveva un grande
rapporto. E’ interpretato da Bernard Le Coq.
In un 3D a tratti molto convincente
i registi/sceneggiatori e produttori Reinhard Klooss e Holger Tappe
ci raccontano Animals United 3D, film d’animazione
liberamente ispirato al libro ‘La conferenza degli animali’ di
Erich Kastner.
Il pianeta sta subendo profonde
mutazioni, i ghiacci si sciolgono e le savane desertificano. A
pagare le conseguenze dell’inquinamento umano è la natura e gli
animali che vedono trasformato il loro habitat. La ricerca di un
posto migliore in cui vivere, un paradiso, fa incontrare animali di
diverse provenienze geografiche. Il loro disagio comune li renderà
alleati contro un’orribile nuova specie, senza peli che si fa
chiamare razza umana. Questa è la premessa di Animals
United 3D, un incrocio tra un’odissea alla ricerca
dell’acqua e un episodio biblico, quello dell’arca di Noè, che
invece che verso l’asciutto va verso … il bagnato.
Il viaggio lo facciamo tutti
insieme a personaggi davvero particolari: la mangusta Billy, il
leone (rigorosamente vegetariano) Socrate e tanti altri, le
tartarughe ultra-centenarie, che portano nella memoria tutta la
cattiveria che l’uomo ha riversato sulla natura, l’orso polare
Sushi, che soffre terribilmente l’innalzamento del clima, il
diavolo della Tazmania Diablo, che ricorda agli umani l’importanza
dell’aria pulita, e infine il pollo Charles, gaelico di origine e
con un forte accento francese (neanche a dirlo!).
Animals United 3D
assolve le due funzioni fondamentale del cinema: intrattiene con
una discreta efficacia e istruisce con un messaggio diretto e
didascalica, che appare retorico ma straordinariamente e
terribilmente vero. Per la prima volta (nel film) la natura chiede
all’uomo conto delle sue malefatte e la risposta della razza umana
non viene mostrata, ma il film parte dal basso, punta alla
sensibilizzazione dei piccoli che dovrebbero essere il futuro di un
mondo migliore. Portate i bambini a vederlo, a loro piacerà
sicuramente!
A grande sorpresa Access Hollywood
ha annunciato che sul prossimo numero di Entertainment Weekly verrà
pubblicata la prima immagine ufficiale di Breaking Dawn che ritrae
Robert Pattinson e Kristen Stewart.
I due personaggi sono ritratti
durante la luna di miele che occuperà la prima parte del film.
A grande sorpresa Access Hollywood
ha annunciato che sul prossimo numero di Entertainment Weekly verrà
pubblicata la prima immagine ufficiale di Breaking Dawn che ritrae
Robert Pattinson e Kristen Stewart.
I due personaggi sono ritratti
durante la luna di miele che occuperà la prima parte del film.
Per vedere la scheda di The
Twilight Saga: Breaking Dawn parte I clikka qui.
Ronald Howard –
noto al grande pubblico per aver interpretato il rosso e imbranato
“Ricky Cunningham” della fortunatissima serie tv americana “Happy
days” – torna al cinema da regista con il film The dilemma, la cui
uscita in Italia è prevista per marzo.
Howard si è già fatto apprezzare
come regista per film fantasy, sentimentali o trasposizioni di
famosi volumi: “Splash – Una sirena a Manhattan” (1984), “Cocoon –
L’energia dell’universo” (1985), “Cuori ribelli” (1992), “Apollo
13” (1995), “Il Grinch” (2000), “A beautiful mind” (2001),
“Cinderella man” (2005). Ma soprattutto “Il codice Da Vinci”
(2006), “Frost/Nixon, il duello” (2009) e “Angeli e de{jcomments
on}moni” (2009).
Ma torniamo a The dilemma.
Protagonisti sono due grandi amici e colleghi di lavoro, Vaughn e
James, il cui rapporto si incrina a causa del dilemma morale
che rode uno dei due: ha visto la moglie dell’amico (la
Ryder) al ristorante, in atteggiamenti intimi con un altro uomo, e
non sa se dire la verità o tacere. Deciso a saperne di più, Ronny
avvierà una personalissima indagine amatoriale che trasformerà la
sua vita in un comico caos e scoprirà che anche Nick gli ha tenuto
nascoste un po’ di cose. Sotto pressione per la chiusura del
progetto di una vita, riuscirà a fare la scelta giusta per salvare
la loro amicizia e anche gli affari?
Il cast vede la partecipazione di
Vince Vaughn, Winona Ryder, Kevin James, Jennifer Connelly,
Channing Tatum.
Commedia divertente lontana dai
canoni usuali del regista americano. Ma non è l’unico lavoro in
programma per Howard. Entro quest’anno uscirà anche “The
originals”, commedia su un gruppo di giovani che si riunisce per un
fine settimana a New York dopo aver saputo che l’insegnante che ha
formato la loro infanzia è caduto in un coma misterioso; “The dark
tower”, trasposizione per la Tv di un’opera di Stephen King; “The
Parsifal mosaic” thriller-poliziesco. Questi ultimi sono in
programma per il 2012.
Romania, secolo XV: il conte Vlad
Tepes affronta e sconfigge i Turchi allontanandoli dal Paese. Per
vendetta, i nemici fanno credere a sua moglie Elisabetta che è
caduto in battaglia, procurando il suo suicidio. Di fronte al
rifiuto di dare una sepoltura cristiana alla donna, Vlad rinnega
Dio e la Chiesa che aveva difeso, diventando un vampiro, il conte
Dracula.
Alla fine del XIX secolo il giovane
avvocato Jonathan Harker si reca in Transilvania, per trattare
l’acquisto di una proprietà a Londra con il misterioso conte
Dracula, lasciando in Inghilterra l’adorata promessa sposa Mina.
Dracula imprigiona Harker nel suo castello, in balìa delle sue
concubine vampire, dopo aver riconosciuto in Mina la reincarnazione
della defunta moglie e parte per Londra, dove cercherà di sedurla.
Jonathan riesce poi a fuggire e torna nella capitale britannica,
dove si avvicinerà la resa dei conti con il vampiro.
Il titolo del film è Bram Stoker’s
Dracula, Dracula di Bram Stoker, perché
Francis Ford Coppola vuole rifarsi al romanzo
epistolare di Bram Stoker, più volte tradito al
cinema. In realtà, se ne distacca abbastanza, introducendo nuovi
elementi, innanzitutto il richiamo alla vera figura di Vlad Tepes,
e introducendo il tema della storia d’amore e della reincarnazione
tra Dracula e Mina, arricchendo la storia di romanticismo e
passione, ma allontanandosi molto dalla vicenda originale, dove non
c’era nessun coinvolgimento, meno che mai d’amore, tra i due
personaggi.
Dracula di Bram
Stoker, sontuoso film dell’orrore d’autore, è anche un
omaggio al cinema dalle sue origini (con un paio di sequenze con
lanterne magiche e film muti), all’arte liberty e al gotico, una
storia d’amore e di morte appassionata, sensuale e tragica,
leggibile ed apprezzabile da più punti di vista e non solo per gli
appassionati di cinema horror, anche se non mancano sangue,
trasformazioni, scene di paura.
Gary Oldman, lontano anni luce fisicamente e come
recitazione dai pur ottimi Dracula di Christopher Lee e di Frank Langella, è un
ottimo antieroe romantico, deliziosa la Mina di Winona
Ryder, attrice perfetta per i ruoli in costume e si
rimpiange che non sia riuscita più a trovare un giusto passo dopo
gli ottimi film degli esordi, un po’ troppo istrionico il Van
Helsing di Anthony Hopkins, decorativi
Keanu Reeves e Cary Elwes, sexy e
terrificanti le spose del vampiro, tra cui spiccano la finta
innocente vampirizzata Sadie Frost e l’allora
esordiente Monica Bellucci, al centro di una delle
scene più erotiche del film.
In tempi di vampiri riletti in
maniera forse un po’ tanto buonista e snaturante in pellicole per
adolescenti, e di frotte di vampiri televisivi moderni, belli e
dannati, è senz’altro da vedere e rivedere questa storia di
vampiri, in cui Dracula è temibile, dannato, ma è anche
incredibilmente sensuale ed affascinante, al centro di una storia
d’amore che fa impallidire i sospiri di Edward e Bella come forza,
tra orrore e sangue, passione e amore, sacrificio e riscatto, con
un finale che lascia un groppo in gola.
Durante le feste i cinepanettoni
governano incontrastati nelle sale cinematografiche italiane,
costringendo molti concorrenti d’oltre oceano ad arrivare con
grande ritardo nel timore di restare schiacciati . “ Little Fockers
“ appartiene alla grande categoria degli esclusi , avendo esordito
in patria il 22 dicembre con 34 milioni di dollari per poi arrivare
in Italia il 14 gennaio col titolo di “vi presento i nostri
“; ciononostante, l’ultimo capitolo delle disavventure
familiari di Greg Fotter può a ragione definirsi un cugino
d’oltreoceano di Christian De Sica per temi intenzioni , forte dei
grandi incassi e di un cast stellare che da tempo ha rinunciato a
prendersi troppo sul serio . Sono passati dieci anni ormai da
quando “ti presento i miei “ (meet the parents ) arrivò sul grande
schermo rivelandosi un grandissimo successo al botteghino ( 330
milioni di dollari raccolti in tutto il mondo ) riuscendo a
proporre secondo schemi a dir poco esilaranti il più classico dei
topoi cinematografici ( storico conflitto fra il futuro genero e il
padre della sposa sin dal primo incontro ) grazie soprattutto
alla dicotomia Ben Stiller – Robert De Niro , entrambi in grande
forma anche se è quest’ultimo a stupire di certo con un lato comico
assolutamente inedito . “mi presenti i tuoi “ alzò il tiro con
risultati altrettanto divertenti , ammettendo nel clan Dustin
Hoffman e Barbra Streisand nei panni dei genitori di Greg e
incassando un totale di quasi 516.642.939 dollari .
L’ultimo
capitolo racconta sposta l’attenzione sulla nuova famiglia di Greg
Fotter , ormai da tempo sposato con la sua Pam e padre di due
gemellini che sembrava davvero aver conquistato definitivamente il
rispetto del suocero ex agente della Cia Jack Byrnes . Quando la
paura di non farcela a occuparsi della sua famiglia convince Greg a
prestarsi a spacciare in nero un particolare farmaco illegale su
consiglio della conturbante Andie , la festa di compleanno per i 5
anni dei gemellini si presenta come l’occasione che Jack stava
aspettando da sempre per poter finalmente screditare il genero e
riavvicinare la sua adorata figlia al perfetto e benestante ex
fidanzato Kevin Rawley .
La saga
familiare più redditizia degli ultimi anni si è dunque trovata a
correre il rischio di una possibile stanchezza ,ma anche con
difficoltà produttive di non poco conto : Jay Roach rimane in veste
di produttore e lascia la regia a Paul Weisz , fratello buono di
Chris , che con “about a boy “ e il sottovalutato “aiuto vampiro”
aveva dimostrato non poche qualità , pur confrontandosi per la
prima volta con una pellicola brillante ; il cast già stellare si
arricchisce di altri volti indimenticabili (da Jessica Alba ad
Harvey Keitel fino a Laura Dern ) e proprio l’esorbitante cache ha
causato un curioso episodio che ha coinvolto uno dei suoi membri
storici ; Dustin Hoffman , che incapace di arrivare a un accordo
coi produttori aveva definitivamente lasciato il cast , è stato
addirittura ripescato a pellicola ultimata a causa del cattivo
esito di alcuni test screener : per soli 5 giorni di riprese e
poche battute , la Paramount lo ha voluto alla modica cifra di 7
milioni e mezzo di dollari .
Inevitabile chiedersi quale possa
essere stato il risultato e come quest’incursione improvvisa si sia
potuta amalgamare con un prodotto ormai concluso : la critica in
patria sembra unanime nel massacrare il film sotto tutti i punti di
vista , con un misero 10 % sul noto sito di critica cinematografica
“Rotten Tomatoes “ , nonostante gli accorati appelli dello stesso
Robert De Niro che osanna la sua ultima fatica come un’opera
genuina ,capace di far ridere e parodiare anche l’impossibile (
proprio quest’ultimo prenderebbe in giro addirittura” il padrino “,
una delle sue cinematografiche più amate ) senza volgarità .
Possiamo sentirci di concordare col grande Robert? Solo una visione
ce lo dirà .
L’ASC Awards (American Society of Cinematographers,
l’associazione dei direttori della fotografia) ha annunciato
le nominetion di categoria che andranno a formare la lista dei
candidati all’oscar 2011. Trai i favoriti Roger Deakins (il grinta)
e Wally Pfister (Inception).
Tempo fa vi avevamo riportato delle dichiarazioni di Ivan
Reitman sullo script di Ghostbusters 3. A quanto pare la cosa è
vera e ora sembra che la produzione stia aspettando il benestare di
Bill Murray per avviare il film.
Tempo fa vi avevamo riportato delle dichiarazioni di Ivan
Reitman sullo script di Ghostbusters 3. A quanto
pare la cosa è vera e ora sembra che la produzione stia aspettando
il benestare di Bill Murray per avviare il film. Il sito Deadline,
spiega come questo non sia un aspetto da sottovalutare: Murray è un
vero e proprio cane sciolto, capace di far parlare di Oscar quando
partecipa a un film, ma anche di fare scelte totalmente
imprevedibili. Non a caso, non ha più un agente da anni, né un
pubblicista che la stampa possa contattare.
Di conseguenza la produzione conosce molto bene l’intemperanze
dell’attore e non darà il via libera sino a che l’attore non abbia
dato l’ok definitivo. Anche perchè Murray come il resto del cast
storico ha l’ultima parola sul film. Nonostante ciò comunque esiste
una previsione d’uscita per l’estade del 2012, quindi significa che
la Sony è decisa a farlo, ma non senza la presenza e il benestare
di Murray.
La sceneggiatura, scritta da Lee Eisenberg e Gene Stupnitsky, è
stata poi ritoccata da Dan Aykroyd, Harold Ramis e dallo stesso
Ivan Reitman. Che dire non ci resta che incrociare le dita e
aspettare un annuncio ufficiale.
Una sfilata di vip ha accolto i
giornalisti al cinema Adriano stamattina, per la conferenza stampa
di Immaturi, ultimo film di Paolo Genovese, dal 21 gennaio in 500
sale italiane. Per Genovese il film è stata una specie di
“scrittura catartica. Quello di ripetere l’esame di maturità è
un mio incubo ricorrente, se dovesse capitare sarei terrorizzato,
poi ho scoperto che molte persone lo sognano con terrore proprio
come me”.
Paolo Genovese porta al cinema un suo incubo:
dover rifare l’esame di maturità. Il brillante regista lo fa
attorniandosi di un cast di volti che attirano il pubblico ed una
piccola storia, divertente ma non ridanciana, che ha una sua
dignità. Immaturi racconta la storia di “sei
personaggi in cerca d’autore” o meglio di maturità, sei uomini e
donne che provano attraverso una regressione al liceo ad aggirare o
superare le proprie paure e le proprie insicurezze.
Lo fa Giorgio/Raoul
Bova, che affronta un dilemma cruciale con la sua
compagna: è giusto fare un figlio solo perché si ha paura di
perdere la donna amata? E lo fa Francesca/Ambra
Angiolini: si può conciliare una dipendenza dal sesso
ossessivo compulsivo con una storia d’amore adulta? E come loro gli
altri personaggi che nel corso del film imparano che infondo
crescere non è così traumatico e che una vita adulta può anche
avere risvolti positivi.
Immaturi, il film
Questo affresco di una mezza
generazione Genovese ce lo racconta con
discrezione, la sua regia è una semplice segnaletica che segue lo
svolgimento dei fatti senza mai invadere lo spazio che è tutti
degli attori. Molte inquadrature ed ambientazioni, molti momenti
del film hanno un profumo romantico e sincero che riesce a
coinvolgere lo spettatore; il cast, in ottima sintonia, si trova a
proprio agio in ogni set, in ogni occasione, certo a tratti mancano
un po’ i tempi comici che ogni tanto erano richiesti dalla
sceneggiatura, la quale a sua volta non è brillante in
assoluto.
Ci sono diversi spunti di interesse
e qualche personaggio ben tratteggiato, su tutti forse proprio
Ricky Menphis, classico ‘bamboccione’
all’italiana, affiancato da due ottimi attori quali sono
Maurizio Mattioli e Giovanna
Ralli, ma anche il personaggio di Luca
Bizzarri, diviso tra una vera amante ed una finta moglie
convince e diverte, senza strafare, ma mantenendo un buon umore
diffuso che sottende tutto il film. Notevole, come già ne La Banda dei Babbi Natale, è la colonna
sonora, alla quale Genovese dimostra di prestare sempre molta
attenzione, sfociando anche nel nostalgico più assoluto quando
ripresenta canzoni universali come la sigla di Ufo Robot; ma i suoi
momenti migliori Immaturi li mostra senza pudore
(per fortuna) nelle scene ambientate in radio, davvero poetiche,
con un Bizzarri che dimostra un talento che si sospettava avesse,
ma che non era ancora emerso del tutto.
Poche parole restano per il resto
del cast (Raul
Bova,
Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Paolo, Kessisoglu, Anita
Caprioli,
Luisa Ranieri), che convince con riserva, soprattutto
la bella e imbranata Luisa di Barbora Bobulova,
che esprime molta più enfasi di quella che sarebbe stata
necessaria. In definitiva Genovese con Immaturi
confeziona un buon film, una divertente commedia sul diventare
grandi, sui molteplici significati di tale trasformazione
schiacciando a volte la corda nostalgica che fa sempre presa sul
pubblico. Non un film imperdibile, ma sicuramente godibile, che
indica il discreto stato di salute dell’industria cinematografica
italiana negli ultimi mesi … attenzione, discreto non buono.
Vi presento i nostri: ormai avanti
con l’età Jack Byrnes decide di trovare un sostituto che possa
tenere le redini della famiglia. Ad essere scelto è il genero,
Greg, che è diventato padre di due bellissimi gemelli, Samantha e
Henry.
Leggi tutto Purtroppo però la
situazione finanziaria della famiglia Fotter non è delle migliori,
soprattutto mancano i soldi per poter iscrivere i gemelli nel più
prestigioso asilo della città. Così Greg si lascia
coinvolgere dall’affascinante quanto svitata rappresentante
farmaceutica, Andi Garcia, in un affare che riguarda il farmaco
Sustengo, un viagra utilizzabile anche da soggetti cardiopatici.
Sospettoso come sempre e convinto di un possibile tradimento di
Greg con la bella Andi, Jack inizia ad attuare tutte le sue ormai
famose tattiche per smascherare il genero. Tutto degenera poi
durante il compleanno dei due gemelli, quando si riunisce tutta la
famiglia…riuscirà Greg a dimostrare la sua innocenza e a rimane
dentro il cerchio della fiducia?
Paul Weitz dirige questo terzo
capitolo che vede come protagoniste due famiglie molto eccentriche
e un grande cast. Oltre alle grandi star dei primi due film (Robert
De Niro, Dustin Hoffman, Ben Stiller, Owen Wilson, Barbara
Streisand, Blythe Danne e Teri Polo) troviamo nuovi sorprendenti
attori: Jessica Alba, Harvey Keitel e Laura Dern. Insomma un film
tutto da ridere ricco di gag e situazioni molto imbarazzanti.
Skyline: Jarrod insieme alla
compagna incinta Elaine, sono stati invitati a Los Angeles per
festeggiare il compleanno di Terry, migliore amico di Jarrod. Il
mattino dopo i festeggiamenti Jarrod, Elaine, Terry e Candice,
fidanzata di Terry, hanno un risveglio brusco e scioccante. Delle
luci azzurre provengono dal cielo….sono raggi luminosi appartenti a
delle navicelle spaziali extraterrestri. Con queste luci azzurre
gli alieni colpiscono gli umani che vengono attirati fuori dai
palazzi, mutati fisicamente ed attirati dentro una grande
navicella. I quattro impauriti e sconvolti dovranno lottare con
tutte le loro forze contro questi alieni per cercare di
sopravvivere.
Colin e Greg Struse ci presentano
questo nuovo film su una possibile invasione aliena con al centro
la storia di quattro ragazzi che non hanno la minima idea di cosa
fare. Di certo non paragonabile a “La guerra dei mondi” di Steven Spielberg né per la sceneggiatura né
tantomeno per il cast, di sicuro però sorprendono gli effetti
speciali che sono senza dubbio eccezionali.
La versione di Barney: Barney Panofsky è un vecchio produttore
canadese di soap opere di bassa qualità, ebreo, amante dell’alcol,
delle donne e del fumo, un po’ scontroso e molto irriverente. Dopo
essere stato accusato di omicidio e di varie altri incresciosi
fatti, Barney decide di scrivere un libro dove ripercorre la sua
intera vita…
Diretto da Richard J. Lewis, “La
versione di Barney” è un film tratto dall’omonimo romanzo di
Mordecai Richler, dove l’autore racconta se stesso e la sua
esperienza di vita. A risaltare nel film sono gli attori
principali: Paul Giamatti nei panni di Barney; Dustin Hoffman nei
panni di Izzy, padre di Barney; ed infine Rosamund Pike nei panni
di Miriam, moglie di Barney. Una storia umana commovente ma anche
divertente.
Kill me please: in un paesino
montano del Belgio, in mezzo alla neve, immersa nel silenzio si
trova una clinica molto particolare…qui i pazienti vengono aiutati
a morire. Il dottor Kruger, grazie ad un contributo governativo, è
il primario di questa strana clinica dove si pratica il suicidio
assistito e si esaudiscono gli ultimi desideri dei pazienti. A
stravolgere le normali attività del dottore arriva un gruppo di
strani pazienti: un comico malato di cancro, una cantante lirica
trans che ha perso la voce, una ragazza con manie autolesioniste,
un uomo che ha perso tutto ciò che aveva al gioco d’azzardo e un
ricco lussemburghese. Ognuno vuole togliersi la vita ed ognuno
esprime il suo ultimo desiderio al dottor Kruser…ma un gruppo di
attivisti armati si oppone alla clinica…
Olias Barco ci presenta questo film tutto in bianco e nero dove è
trattato un tema molto delicato (l’eutanasia) con tono comico. Una
commedia noir dove dialoghi sulla necrofilia, sulla volontà di
morire e su chi lo deve fare per primo strappano qualche sorriso…e
pensare che in alcuni paesi come la Svizzera esistono cliniche del
genere!
Un giorno della vita: è il 1964 e
in un paesino della Basilicata vive Salvatore, un ragazzo dodicenne
con la passione per il cinema. Salvatore ama talmente tanto la
cinematografia che quando può prende la bici e si reca al cinema
del paese vicino insieme ai suoi amici, Alessio e Caterina.
Purtroppo però suo padre, Carlo, un comunista convinto, non
appoggia il sogno del figlio, anzi lo schernisce. Ma Salvatore non
si demoralizza e decide di comprarsi un proiettore tutto suo per
vedere i film che più gli piacciono. C’è solo un problema: i soldi.
Non sapendo dove prenderli, Salvatore decide di rubare, dalla cassa
della locale sezione del Partito Comunista, i soldi che sarebbero
serviti ai militanti per andare ai funerali di Togliatti a Roma.
Comprato il proiettore, Salvatore decide di farsi aiutare dal prete
del paese ad allestire una sala proiezioni…molte persone
affluiscono nel piccolo cinema, ma Salvatore non è contento, si
sente in colpa per il furto e decide di confessare tutto al padre.
Carlo, infuriato, lo punisce severamente…lo manda infatti al
riformatorio!
Giuseppe Papasso ci mostra un
Italia e soprattutto un Sud Italia dove anche nei piccoli paesini
la lotta politica e terrena si contrappone ai sogni di un ragazzino
che guarda al mondo attraverso i film. Una storia leggera certo ma
ben interpetata dall’ottimo cast che vede tra gli altri il bravo
Alessanrdo Haber e la bella Maria Grazia Cucinotta.
L’orso Yoghi: come sempre l’orso
Yoghi, affiancato dal suo fedele amico Bubu, si diverte a rubare i
cestini da picnic dei visitatori del parco Jellystone e, come
sempre, a cercare di fermarlo c’è il Ranger Smith….così accade
tutti i giorni, così passa le giornate il simpatico orso bruno.
Purtroppo però le cose stanno per cambiare. Dal momento che il
parco sta subendo delle perdite finanziarie e il sindaco Brown
vuole finanziare la sua campagna elettorale….Jellystone sta per
essere venduto a dei commercianti di legname. Niente più gite
immersi nella natura per le famiglie, niente più picnic e
soprattutto niente più cestini per Yoghi. Come fare per evitare
tutto questo? Yoghi e Bubu decidono di unire le loro forze con il
Ranger Smith e la documentarista Rachel Johnson, invaghita di
Smith, per evitare la chiusura del parco!
Diretto da Eric Brevig e interpretato da T.J.Miller, Anna Faris,
Tom Cavanagh e Andrew Daly, arriva sul grande schermo l’orso
inventato da Hanna e Barbera. L’orso Yoghi e compagni strapperanno
molte risate agli spettatori più piccoli cacciandosi nei guai e
dando vita a mille gag!
Dopo aver girato in lungo e in
largo per Roma arriva il teaser trailer del terzo capitolo della
saga targata Veronesi: Manuale D’amore 3. Ricchia di un cast che
comprende Robert De Niro, Carlo verdone, Monica Bellucci, Michele
Placido, Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti e moltri altri..Ecco il
trailer:
Christopher Nolan è sempre più
impegnato nella ricerca di un’attrice per il ruolo da protagonista:
tra le più probabili candidate si sono fatti i nomi di Anne
Hathaway, Keira Knightley e Jessica Biel.
Dopo la conferma che nel cast di
The Dark Knight Rises ci sarà Tom Hardy ma non Natalie
Portman, negli ultimissimi giorni si sono sisseguite alcune
indiscrezioni riguardanti altri nomin di donna che ambiscono al
ruolo femminile in questo terzo ed ultimo capitolo firmato Nolan:
Kate Mara e Charlotte Riley, oltre alle già nominate Anne Hathaway,
Keira Knightley e Jessica Biel. Quasi fuori gioco invece Gemma
Arterton, che è stata ingaggiata per il prossimo Hansel and Gretel:
Witch Hunters e potrebbe quindi avere problemi.
A quanto pare i ruoli femminili nel prossimo Batman saranno due,
uno di villain e uno dedicato ad una possibile love story. Uno dei
due dovrebbe essere quello di Talia, figlia di quel Ra’s al Ghul
che in Batman Begins era interpretato da Liam Neeson. Le riprese di
The Dark Knight Rises cominceranno il prossimo maggio, per uscire
poi in sala il 20 luglio del 2012.
Christopher Nolan è sempre più
impegnato nella ricerca di un’attrice per il ruolo da protagonista:
tra le più probabili candidate si sono fatti i nomi di Anne
Hathaway, Keira Knightley e Jessica Biel.
Dopo la conferma che nel cast di
The Dark Knight Rises ci sarà Tom Hardy ma non Natalie
Portman, negli ultimissimi giorni si sono sisseguite alcune
indiscrezioni riguardanti altri nomin di donna che ambiscono al
ruolo femminile in questo terzo ed ultimo capitolo firmato Nolan:
Kate Mara e Charlotte Riley, oltre alle già nominate Anne Hathaway,
Keira Knightley e Jessica Biel. Quasi fuori gioco invece Gemma
Arterton, che è stata ingaggiata per il prossimo Hansel and Gretel:
Witch Hunters e potrebbe quindi avere problemi.
A quanto pare i ruoli femminili nel prossimo Batman saranno due,
uno di villain e uno dedicato ad una possibile love story. Uno dei
due dovrebbe essere quello di Talia, figlia di quel Ra’s al Ghul
che in Batman Begins era interpretato da Liam Neeson. Le riprese di
The Dark Knight Rises cominceranno il prossimo maggio, per uscire
poi in sala il 20 luglio del 2012.
Per tutto le notizie vi segnaliamo
lo speciale sul film: The Dark Knight Rises
Finalmente quelli della MGM ci
danno un taglio allo stallo inevitabile per gli problemi produttivi
legati alla sua crisi finanziara e finalmente arriva la notizia che
il 23° film dedicato all’agente segreto più famoso del cinema
verrà realizzato.
A dirigerlo sarà il premio Oscar
Sam Mendes (American Beauty, Revolutionary Road, American Life), Ad
annunciare il film sono stati Barbara Broccoli e Michael G. Wilson,
i quali hanno anche fissato l’inizio riprese entro il 2011 e la
data d’uscita il 9 novembre del 2012. La sceneggiatura del film
sarà scritta Neal Purvis, John Logan e Robert Wade, ed in qualche
modo dovrebbe concludere l’ideale trilogia che vede protagonista
Daniel Craig.
Dopo il corto che ha segnato
l’esordio dietro la macchina da presa di Valeria Golino, il
pastificio Garofalo continua la sua attività da produttore di
cortometraggi e dopo aver segnato l’esordio alla regia di Valeria
Golino ha dato il via al secondo capitolo del progetto Garofalo
firma il cinema.
Questa volta a girare il
cortometraggio è un regista di fama internazionale e rinomato
talento come Terry Gilliam.
Il corto s’intitola The Wholly
Family, e fa parte del cast anche Cristinana Capotondi e la vede
protagonista di una storia che racconta la storida di una
coppia americana con un figlio di dieci anni. Nel cast del film,
che si sta girando in questi giorni, ci sono anche Douglas Dean,
Nicolas Connolly e Sergio Solli. La fotografia è firmata da Nicola
Pecorini e i costumi da Gabriella Pescucci.
La versione di
Barney diretto da Richard J. Lewis e
magistralmente interpretato da Paul Giamatti ripercorre quattro decenni della
vita di Barney Panofsky, seguendo l’andamento altalenante della sua
carriera e della sua vita sentimentale, divisa in tre matrimoni,
due figli e un solo grande amore, Miriam.
La versione di
Barney si basa sull’omonimo e ultimo romanzo di Mordecai
Richler, scrittore simbolo del Canada e morto nel 2001 senza avere
la possibilità di ultimare la stesura della sceneggiatura tratta
dal suo libro alla quale lavorava. Probabilmente se il film fosse
stato da Richler sarebbe risultato migliore, o semplicemente
diverso, ma parlando del film che è e non di quello che sarebbe
potuto essere non si può prescindere dal confronto con un romanzo
che racconta con arguzia e profondità la versione del protagonista
in merito alla sua vita, ai suoi amori, alla sua carriera e ad un
presunto delitto che sulla carta risulta il centro del racconto, ma
che su pellicola diventa solo una parte di un ritratto più ampio,
forse dispersivo.
Il risultato è un film sicuramente
ben confezionato che si dilunga forse eccessivamente ma che si
lascia guardare solo grazie alla bravura del protagonista, un
Paul Giamatti che si conferma non solo
caratterista, ma grande interprete dei tic e dei difetti dell’uomo
moderno. Il suo Barney è esattamente l’uomo di cui ha scritto
Richler, spigoloso e allo stesso tempo generoso, controverso nel
suo racconto soprattutto quando si tratta di se stesso. Seguiamo
Barney nei ghirigori della sua mente mentre (ci) racconta la storia
della sua vita: solo alla fine scopriremo con lui il significato di
questa particolare struttura affastellata che ci accompagna
dall’inizio della sua vita da bohemien a Roma, fino alla fine, dove
Giamatti da il meglio di sé, senza mai
eccedere nel patetico o nel tragico, ma mantenendo la coerenza che
caratterizza il suo personaggio.
Ma un buon film non può basarsi
solo sulla potenza di un attore, almeno non un film in cui i
personaggi di contorno sono così importanti: a partire dallo
splendido Dustin Hoffman, che interpreta il padre di
Barney, irriverente più del figlio, ma come lui ancorato a
quell’idea di amore romantico che dura per la vita; poi c’è
Rosamund Pike, la splendida Miriam, unica donna che
Barney abbia mai amato, bella ed elegante, superiore a lui per
personalità e spirito eppure innamorata i lui anche quando deciderà
di prendere altre strade. Ma non dimentichiamo la bravissima Minnie
Driver, nel ruolo della Signora P., seconda moglie di Barney, ricca
e chiacchierona, sarà grazie a lei che Barney incontra Miriam.
La versione di
Barney molto amato dai realizzatori, potrebbe far
innamorare molti spettatori, e in effetti ha messo d’accordo
persino i fan più accaniti di Richler. Questo però non distoglie
l’attenzione da una lunghezza un po’ eccessiva, che potrebbe
distrarre ma che forse era necessaria per portare sulla schermo
questa particolare storia d’amore di un uomo per se stesso.
La versione di Barney nasce da una coproduzione
tra Canada e Italia, dove l’opera di Mordecai Richler è sempre
stata molto apprezzata.