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Hereafter: recensione del film con Matt Damon

Hereafter: recensione del film con Matt Damon

Hereafter è il film del 2011 diretto da diretto da Clint Eastwood, e basato su una sceneggiatura di Peter Morgan. Protagonisti sono Matt DamonCecile De France e Bryce Dallas Howard.

Tre storie parallele, quella di Marie (Cecile De France), una giornalista francese colpita dallo tsunami in Indonesia, di George (Matt Damon) un operaio americano che ha un dono, quello di stabilire un contatto con chi vive nell’aldilà e di Marcus (George McLaren), un ragazzino londinese che ha visto morire suo fratello gemello Jason (Frank McLaren). Tre personaggi che hanno avuto una relazione con la morte e che ora cercano ossessivamente delle risposte.

Marie, che è stata travolta da un’onda anomala, è entrata in contatto con l’aldilà, ha visto e sentito qualcosa: era come se fosse sospesa nel tempo e nello spazio in un mondo di luce in cui è assente la forza di gravità. Marie prova a comunicare le sue sensazioni al fidanzato e al suo editore ma da loro è respinta e subito alienata. Così passa dalle “stelle alle stalle” solo per voler esprimere una sua verità che forse ai più scettici risulta scomoda. George invece conosce bene l’aldilà, a causa di un lungo e complicato intervento per guarire da una malattia quando era bambino, si ritrova con il dono di comunicare con l’altro mondo.

Teneva delle sedute, era un sensitivo affermato, ma poi decise di chiudere e di nascondere a tutti la sua capacità, perché l’ostilità e il contatto continuo con la morte non gli permettevano di vivere ed era costretto alla solitudine. Marcus è un ragazzino dolce e premuroso nei confronti della madre tossicodipendente, viveva in simbiosi con suo fratello gemello, Jason, finché quest’ultimo, per fatalità morì investito da un’auto. Da quel momento in poi è affidato a una famiglia e inizia a vivere nel ricordo del gemello, cercando ossessivamente un contatto con lui.  Va alla continua ricerca di sensitivi ma scopre un mondo di ciarlatani che guadagnano sulle disgrazie altrui.

Hereafter tra thriller e action 

Hereafter film
Foto di Ken Regan – © 2010 Warner Bros. Entertainment Inc.

Un giorno, per caso, alla “London Book Fair” i tre protagonisti s’incontrano, Marie è riuscita a trovare un editore inglese per il suo libro sull’aldilà, intitolato Hereafter, e sta leggendo alcune pagine alla presentazione, George, incuriosito, si avvicina e si fa firmare il libro, stabilendo subito un contatto privilegiato con la scrittrice. Marcus che si aggirava per la fiera lo riconosce e lo insegue per avere una seduta.

George inizialmente si rifiuta ma poi cede all’ostinazione del ragazzino. Così Marcus ha finalmente modo di comunicare con suo fratello, scoprendo che Jason è ancora vivo ma abita un altro mondo, quello che si trova oltre la morte. Hereafter è un film che non delude grazie ad un ottimo cast di attori, in particolare Matt Damon che conferma la sua bravura, e una scenografia realistica, palpabile curata da James J Murakami che descrive e intreccia le location: Parigi, Londra, Hawaii e San Francisco.

Cécile de France and Thierry Neuvic in Hereafter (2010)
Foto di Ken Regan – © 2010 Warner Bros. Entertainment Inc.

Assenza di tempo, moto e gravità, un senso di onnipotenza e di onnipresenza. Con queste parole Eastwood e lo sceneggiatore Peter Morgan (Frost/Nixon, The Queen) ci esprimono la sensazione di chi ha avuto esperienza dell’aldilà. Il regista ha avuto la grande capacità di raffigurare, in un film perfettamente inserito nella tradizione classica del cinema americano, l’immaginazione di un mondo ultraterreno con la grazia di un pittore surrealista e di un poeta spirituale.

Un film quello di Clint Eastwood che ci lascia con un grande punto di domanda, cosa c’è dopo la vita? Il regista americano con Hereafter, affronta per la prima volta il delicato tema dell’ultraterreno e lo fa privo di preconcetti, senza inculcarci risposte; il suo aldilà non ha nulla di religioso ma è il risultato della fantasia di un artista che s’interroga personalmente, offrendoci una verità provvisoria che ci stimola a riflettere, perché “La morte è solo un punto di partenza”.

Harry Potter e i Doni della Morte Parte II: Foto

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Dopo la foto di Neville con tanto di watermark sbagliato che è comparsa qualche giorno fa sul web, ecco arrivare l’immagine del compagno di scuola di Harry Potter ad una risoluzione migliore.

Questa volta l’immagine è accompagnata da un’altra foto che ritrae due dei nostri protagonisti, Harry e Hermione, mentre presumibilmente guardano nel frammento di specchio, regalato ad Harry dal suo padrino Sirius nel quinto capitolo della saga. Questo dettaglio non fu mostrato allora nel film, per cui non sappiamo in che modo verrà introdotto nella narrazionedal momento che l’elemento dello specchio sarà risolutivo per l’evolversi della vicenda nell’ultima parte del film.

Ricordiamo che Harry Potter e i Doni della Morte Parte II uscirà il 13 luglio prossimo, portando a compimento una delle saghe cinematografiche più remunerative e di successo della storia del cinema. Speriamo quindi in un finale all’altezza delle aspettative dei tantissimi fans … molti dei quali fanno parte di Cinefilos!

Harry Potter e i Doni della Morte Parte II: Foto

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Dopo la foto di Neville con tanto di watermark sbagliato che è comparsa qualche giorno fa sul web, ecco arrivare l’immagine del compagno di scuola di Harry Potter ad una risoluzione migliore.

Questa volta l’immagine è accompagnata da un’altra foto che ritrae due dei nostri protagonisti, Harry e Hermione, mentre presumibilmente guardano nel frammento di specchio, regalato ad Harry dal suo padrino Sirius nel quinto capitolo della saga. Questo dettaglio non fu mostrato allora nel film, per cui non sappiamo in che modo verrà introdotto nella narrazionedal momento che l’elemento dello specchio sarà risolutivo per l’evolversi della vicenda nell’ultima parte del film.

Per adesso godiamoci le foto:

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Ricordiamo che Harry Potter e i Doni della Morte Parte II uscirà il 13 luglio prossimo, portando a compimento una delle saghe cinematografiche più remunerative e di successo della storia del cinema. Speriamo quindi in un finale all’altezza delle aspettative dei tantissimi fans … molti dei quali fanno parte di Cinefilos!

X-Men First Class: sinossi ufficiale e due nuove foto

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X-Men First Class: sinossi ufficiale e due nuove foto

Ecco la sinossi ufficiale di X-Men – L’inizio (X-Men First Class), atteso ennesimo film sugli X-Men che ne racconterà le origini

X-Men – L’inizio (X-Men First Class) rappresenta l’inizio epico per la saga degli X-Men e rivela la storia degli eventi più importanti della saga stessa.  Prima che il mondo conoscesse l’esistenza dei mutanti e che Charles Xavier e Erik Lensherr prendessero i nomi di Professor X e Magneto, vediamo due giovani ragazzi che scoprono i loro poteri per la prima volta. I due, che diventeranno nemici giurati, sono amici che lavorano insieme con altri mutanti (alcuni già conosciuti al pubblico, altri nuovi) per fermare l’Armageddon. Ma in questo percorso, tra di loro nasce un contrasto, che scatena l’eterna guerra tra la Confraternita di Magneto e gli X-Men del Professor X.

Inoltre ecco alcune foto ufficiali che ritraggono James McAvoy e Michael Fassbender, nei panni degli eterni nemici/amici Xavier e Magneto:

Tutto quello che sappiamo su X-Men – L’inizio

Il film X-Men – L’inizio, prequel della trilogia cinematografica dedicata ai personaggi della Marvel, gli X-Men (X-Men, X-Men 2, X-Men – Conflitto finale), narra le vicende di Charles Xavier (Professor X), Erik Lehnsherr (Magneto) e del loro primo tentativo di formare una scuola per i ragazzi mutanti.

Nel cast di X-Men – L’inizio protagonisti Michael Fassbender, James McAvoy, Jennifer Lawrence, Rose Byrne, Nicholas Hoult, January Jones, Oliver Platt, Kevin Bacon, Edi Gathegi, Lucas Till, Alex Gonzalez, Morgan Lily, Jason Flemyng, Caleb Landry Jones,  Corey Johnson, Glenn Morshower, Matt Craven, Laurence Belcher, Bill Milner, Zoë Kravitz, Demetri Goritsas, James Remar, Rade Sherbedgia, Ray Wise.

X-Men – L’inizio (X-Men First Class) rappresenta l’inizio epico per la saga degli X-Men e rivela la storia degli eventi più importanti della saga stessa.  Prima che il mondo conoscesse l’esistenza dei mutanti e che Charles Xavier e Erik Lensherr prendessero i nomi di Professor X e Magneto, vediamo due giovani ragazzi che scoprono i loro poteri per la prima volta. I due, che diventeranno nemici giurati, sono amici che lavorano insieme con altri mutanti (alcuni già conosciuti al pubblico, altri nuovi) per fermare l’Armageddon. Ma in questo percorso, tra di loro nasce un contrasto, che scatena l’eterna guerra tra la Confraternita di Magneto e gli X-Men del Professor X.

Johnny Depp al posto di Robert Downey Jr.?

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Johnny Depp al posto di Robert Downey Jr.?

Abbiamo già diversamente parlato di Oz, The Great and Powerful progetto che si prefigge di essere una specie di prequel del Mago di Oz di Baum, e diretto da Sam Raimi.

Si era vociferato anche di Robert Downey Jr nei panni di Oz, attore che però si è tirato indietro dal progetto. La scelta potrebbe ricadere su Johnny Depp, che avendo interpretato di recente il Cappellaio Matto per Tim Burton, potrebbe trovarsi già nelle corde giuste per un personaggio che quanto meno sarà eccentrico.

Fonte: comingsoon.it

Ufficiale Anne Hathaway sarà Catwoman

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Ufficiale Anne Hathaway sarà Catwoman

A quanto pare Christopher Nolan ha scelto Anne Hathaway per interpretare Selina Kyle alias Catwoman in “The Dark Knight Rises”, terzo e ultimo capitolo della saga targato Nolan. Lo annuncia la WarnerBros. È stato anche rivelato anche che Tom Hardy non interpreterà il Dr. Hugo Strange, bensì il cattivissimo Bane, personaggio che nei fumetti possiede una forza sovrumana.

Non è ancora chiaro ancora se Nolan opterà per la doppia identità della Kyle, oppure se il personaggio sia esclusivamente il nuovo “love interest” di Bruce Wayne.  Ora secondo le indiscrezioni manca una seconda attrice per il ruolo di Talia Al Ghul, figlia del personaggio interpretato da Liam Neeson in “Batman Begins”. “Sono emozionatissimo di avere l’opportunità di lavorare con Anne Hathaway che sarà una fantastica new entry nel nostro cast mentre completeremo la storia” – ha detto Nolan, aggiungendo che Tom Hardy “porterà in vita una nuova interpretazione di uno dei nemici più potenti di Batman”.

Che dire fino ad ora Nolan ci ha sempre stupito nelle scelte degli attori e siamo certi ch Anne Hathaway abbia molto talento. Non rimane che aspettare altri annunci. Il cast comprende anche i vari Christian Bale, Gary Oldman nei panni del commissario Gordon, Morgan Freeman in quelli di Lucius Fox e naturalmente Sir Michael Caine nel ruolo di Alfred. Il film uscirà  sugli schermi per il 20 luglio 2012.

Fonte WarnerBros

Christopher Nolan ha scelto Anne Hathaway per interpretare Selina Kyle alias Catwoman in “The Dark Knight Rises”, terzo e ultimo capitolo della saga del “mostro alato di Gotham” rilanciata dal regista di “Memento” e “Inception”.

Ufficiale Anne Hathaway sarà Catwoman

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the dark knight

A quanto pare Christopher Nolan ha scelto Anne Hathaway per interpretare Selina Kyle alias Catwoman in “The Dark Knight Rises”, terzo e ultimo capitolo della saga targato Nolan. Lo annuncia la WarnerBros. È stato anche rivelato anche che Tom Hardy non interpreterà il Dr. Hugo Strange, bensì il cattivissimo Bane, personaggio che nei fumetti possiede una forza sovrumana.

Paolo Virzì è fuori dalla corsa agli Oscar 2011

Paolo Virzì è fuori dalla corsa agli Oscar 2011

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La prima cosa bella di Paolo Virzì è fuori dalla competizione per il miglior film straniero all’83esima edizione degli AcademyAwards. Il candidato italiano non rientra nella short list dei nove film che proseguono la corsa per la statuetta al miglior film straniero che si disputerà nella notte del 27 Febbraio 2011.

The Green Hornet – Michel Gondry dirige Il calabrone verde

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The Green Hornet – Michel Gondry dirige Il calabrone verde

Michel Gondry dirige il ritorno sul grande schermo del Calabrone Verde. – E’ ormai prossimo l’arrivo nelle sale italiane del cinefumettone “The Green Hornet”, spettacolare pellicola ispirata ad uno dei più vecchi e storici personaggi nel mondo dei fumetti, “il Calabrone Verde”, che esordirà nei cinema italiani il 28 gennaio.

Il film, che la Sony ha prodotto insieme alla Original Film Feature Films e distribuito in collaborazione con la Columbia Pictures, riprende la storia di un originale supereroe, il Calabrone Verde, figura nata dalla mente di George W. Trendle e Fran Striker che negli anni trenta ne fecero un celebre protagonista di un diffuso serial radiofonico statunitense.
Il Calabrone Verde  diverrà successivamente un serial cinematografico, nel 1940, quindi sbarcherà sul piccolo schermo a metà anni ’60 quando verrà proposto come serie tv dalla abc per due stagioni. Sarà proprio da questa serie televisiva che l’interprete di Kato, la spalla ed aiutante del Calabrone Verde, si farà conoscere al grande pubblico divenendone in seguito un vero ed amatissimo mito, stiamo ovviamente parlando di Bruce Lee.

“The Green Hornet” narra la storia di Britt Reid ( Seth Rogen ), tanghero e scapestrato figlio di un ricco magnate americano dei media, impegnato a trascorrere un’esistenza dissoluta fatta di lunghe nottate all’insegna del divertimento più sfrenato. Quando Britt riceve la notizia della misteriosa quanto improvvisa morte del padre, ne eredita di conseguenza l’immenso impero editoriale; ancora stravolto dalla scomparsa del genitore Britt avrà modo di conoscerne uno dei più fidi impiegati e collaboratori, Kato ( Jay Chou ).
Kato è un geniale inventore nonché maestro di arti marziali e con l’intenzione di sfruttare queste eccezionali qualità, a Britt Reid nascerà l’idea di allearsi con lui per intraprendere un improbabile quanto ambiziosa lotta al crimine organizzato. Sarà così che Kato insegnerà a Reid i segreti della sua arte e gli metterà a disposizione una serie di armamentari micidiali quanto implacabili come la “black beauty”, un’auto formidabile ed indistruttibile, e due pistole dai poteri misteriosi. Nasce così il mito di The Green Hornet, il Calabrone Verde, fuorilegge nemico dei fuorilegge, che ben presto finirà nelle mire del più temuto dei criminali di Los Angeles, Benjamin Chudnofsky ( Christoph Waltz ) il quale pianificherà il modo per eliminarlo.

Il compito non semplice di riportare sul grande schermo il personaggio del Calabrone Verde è toccato a Michel Gondry, eclettico e originale regista francese. Gondry è nato e cresciuto come geniale ideatore di riuscitissimi videoclip musicali ( tra gli altri si ricordano quelli per i Daft Punk o i Chemical Brothers ) e famosi spot pubblicitari. Il regista francese si afferma a livello cinematografico nel 2001 con “Human Nature” e sopratutto nel 2004 con “ Se mi lasci ti cancello “ fortunatissimo film con Jim Carey e Cate Winslet. Di questo film Gondry cura anche la sceneggiatura insieme all’amico Charlie Kaufmann vincendo il relativo Oscar l’anno successivo.
Gondry non sembrava inizialmente l’uomo adatto per un film come “The Green Hornet” in quanto ritenuto dalla produzione un regista più portato ad un cinema concettuale e che quindi mal si conciliava con il genere più commerciale del film in oggetto. E’ lo stesso Evan Goldberg co-sceneggiatore di “The Green Hornet” che afferma: “ avevano bisogno di essere convinti. E Michel li ha convinti alla svelta con una sequenza d’azione che ha introdotto lui stesso. Nessuno di noi aveva mai visto una cosa del genere…”.
Gondry convince così il capo della produzione Neil Moritz grazie alle sue straordinarie capacità tecniche ed artistiche ma gli attriti e le divergenze sono continue come lo stesso protagonista nonché co-sceneggiatore del film Seth Rogen afferma: “credo che Neil sia da una parte dello spettro e Gondry all’estremità opposta. Io e Ivan ( Goldberg ) siamo giusto nel centro e di solito così funzionava”. Rogen ammette come la produzione spingesse per qualcosa di più commerciale mentre il regista se lasciato a se stesso “è capace di abbandonare qualsiasi comprensione per chiunque…” il risultato di questa ardua e faticosa mediazione ha prodotto, Rogen ne è certo, “un grande film”.
Per sapere se le parole di Rogen siano rispondenti al vero non ci resta che aspettare il 28 di gennaio quando il film esordirà nei cinema italiani. Sicuramente ad aumentarne la curiosità è la presenza di altri attori di calibro internazionale come la sempre bellissima Cameron Diaz nel ruolo di Lenore Case, la segretaria di Britt Reid/Calabrone Verde e sopratutto di  Christoph Waltz che interpreta il cattivo di turno così come fece con straordinaria efficacia in “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino.
“The Green Hornet” si presenta quindi come un insolito e originale cinefumetto dove il protagonista è in realtà un goffo e impacciato allievo di colui che dovrebbe in teoria fargli da spalla, una sorta di divertente antieroe che in genere, a livello cinematografico raccoglie garantite simpatie. A voi dal 28 gennaio il compito di confutare o meno.

Spider-man reboot: ecco il primo video dal set

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Spider-man reboot: ecco il primo video dal set

spiderman 4

Dopo le foto uscite nei giorni scorsi ecco arrivare un primissimo video dal set di Spider-Man: si tratta delle scene girate sulla Grand Avenue, fuori dal Museo d’Arte Contemporanea di Los Angeles, nelle quali l’Uomo Ragno corre in mezzo al traffico automobilistico. Il video è ripreso da un fan estremamente curioso.

Sherlock Holmes 2: speciale dal set!

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E’ online uno speciale di ET su Sherlock Holmes 2, sequel del fortunatissimo film di Guy Ritchie. Ecco un’anticipazione delle scene più divertenti che vedremo al cinema….tra cui anche un travestimento al femminile di Robert Downey Jr.

Fonte:traileraddict

Una notte da leoni 2: nuova foto!

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Una notte da leoni 2: nuova foto!

Nuova immagine online di Una notte da leoni – Parte II, che mostra i protagonisti alle prese con qualche problema incontrato in Tailandia. Ecco la foto!

Diretto da Todd Phillips, il cast comprende Bradley Cooper, Ed Helms, Justin Bartha, Zach Galifianakis, Sasha Barrese, Paul Giamatti e Ken Jeong. Anche Liam Neeson parteciperà a un cammeo; Ambientato in Thailandia, il film ruota attorno alle vicende degli amici del primo episodio: dopo una notte di festeggiamenti sfrenati Stu si ubriaca pesantemente e finisce a letto con una transessuale thailandese. Il giorno dopo i ragazzi devono ricostruire gli eventi della notte precedente e scoprire cos’è successo.

Fonte:badtaste.it

Antonio Albanese presenta: Qualunquemente!

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Antonio Albanese presenta: Qualunquemente!

Qualunquemente

Registra il pienone la presentazione di Qualunquemente, il film che porta al cinema Antonio Albanese porta e uno dei suoi personaggi più noti, il politico calabrese Cetto La Qualunque, del Partitodu Pilu.

Qualunquemente: recensione del film con Antonio Albanese

Qualunquemente: recensione del film con Antonio Albanese

Arriva al cinema Qualunquemente, con una delle maschere più redditizie e longeve di Antonio Albanese: Cetto la Qualunque; imprenditore calabrese corrotto ed ignorante amante delle donne che decide di scendere in politica candidandosi a sindaco per paura che venga eletto un altro personaggio dalla parte della legge puntando sul suo famosissimo slogan “più pilu pe tutti”.

In Qualunquemente una delle più grandi perplessità che sin dal primo annuncio il film ha suscitato era senza dubbio se si sarebbe riuscito a costruirci una storia valida attorno e se questa avrebbe retto per una durata sufficiente per un lungometraggio da cinema. I famosi comizi di Cetto prima di questo film duravano 15 minuti ed è anche su questa formula che questi aveva puntato ed ottenuto il grande successo di pubblico. Per quanto la bravura e il talentuoso modo di mettere in scena il personaggio che ne fa un grande attore del teatro delle maschere quale è Albanese, questo non basta a dare al suo personaggio il lustro che aveva in tv, problema è dovuto in gran parte ad una necessità di dare continuità agli sketch che non reggono granché nel flusso continuo della pellicola. I punti deboli del film appaiono appena superato i 15° minuto: la sceneggiatura amalgama con difficoltà le varie bravate di Cetto pur  riuscendo a divertire con sequenze molto esilaranti.

Tuttavia per un film questo non è sufficiente, soprattutto se la regia è un po’ precaria. E’ proprio nella regia che si trova un secondo punto debole: Qualunquemente non è molto equilibrato e vive di alti e bassi che disuniscono l’armonia filmica finendo per far ritornare il personaggio dove lo avevamo lasciato. Infelice anche la scelta di giocare molto spesso su inquadrature e primi piani esasperati anche se è da menzionare la scena finale che si chiude su un piano sequenza bello ed efficace anche se il merito è equamente ripartito tra la regia e lo scenario fantastico dello stretto di Reggio Calabria.

Detto questo è certamente dovuto un elogio ad Antonio Albanese che per quanto possa far vivere il personaggio in una struttura quanto mai precaria riesce a far ridere e a divertire sfruttando anche una scelta felice: ovvero quella di approfondire la vite attorno a Cetto: il figlio Melo, la moglie Carmela e gli amici. Divertenti anche i costumi al quanto bizzarri che danno un tocco fumettistico al film diventando quasi uno dei suoi punti forti. Belle anche le musiche che accompagnano la storia con il dovuto equilibrio.

In definitiva Qualunquemente fa ridere, e abbastanza, sfruttando i già conosciuti espedienti del personaggio, ma qualcosa di più poteva essere fatto nella storia che fa da sfondo alle gang di Cetto. Ma quel che e fatto è fatto. Ultima nota va al bravo Sergio Rubini che si conferma anche in questo film un abile modellatore.

Bellocchio: “Nessuno ha voluto finanziare il mio progetto”

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Il diniego incassato dal regista da parte di più produttori ha fatto il giro del Mondo. Le ragioni? Il film parla dell’Italia degenerata di oggi, con riferimenti inevitabili a chi ci governa.

Lo sfogo di Bellocchio al Corriere della sera ha fatto il giro del Mondo. “Italia mia”, il suo ultimo progetto cinematografico parla dell’Italia di oggi, “un film sul potere, con riferimenti non casuali, ma senza intenzioni di inseguire l’attualità né di fare pamphlet polemici”. Bellocchio gli dà un taglio molto personale, una sorta di racconto trasfigurato della drammatica realtà che stiamo vivendo. I personaggi non vengono mai chiamati per nome, ma la loro identità si può intuire. Si citano situazioni note, finite sulle pagine di tutti i giornali, ma viste dalla gente della strada, soprattutto dei giovani sempre più smarriti. Non a caso, il film tratta della storia di una giovane donna impegnata con “casi importanti che sono finiti in prima pagina” e finisce con “una grande festa in una lussuosa villa su un’isola. Forse in Sardegna o in Sicilia”.

Un po’ come accadde nel film “Il Caimano” – in cui una giovane regista si vede rifiutare da tutti l’aiuto nel girare il suo cortometraggio sulla vita di Berlusconi (troverà la disponibilità solo di un regista ormai fallito, interpretato da Silvio Orlando) – anche Bellocchio si è visto rifiutare da ben 12 produttori il finanziamento al suo film. Certo, ammette che il budget non è esiguo, giacché si tratta di investire 6-7 milioni di euro. Ma è anche convinto che per produrre un film di questa portata, e in fondo, di questo rischio, quei soldi ci vogliono tutti. Ma sconfortato ha anche ammesso che è la prima volta che ciò accade nella sua carriera. Il regista bolognese – che vanta 24 film all’attivo, tra cui l’ultimo “Vincere” del 2009, trattante la storia del figlio non riconosciuto del Duce (Benito Albino Dalser) -non si arrende: “Credo davvero in questo progetto. Un giorno o l’altro, lo farò.”

Bellocchio ha ottenuto ovviamente la solidarietà di diverse personalità del cinema italiano. Tra queste, molto forti sono le parole utilizzate dallo sceneggiatore Alessandro Bencivenni (stretto collaboratore di Neri Parenti): “Il cinema non può esistere in Italia senza l’utilizzo di fondi di produzione controllati da Berlusconi stesso, senza utilizzare la RAI che è indirettamente controllata da Berlusconi, e senza l’aiuto dei fondi del Governo italiano. Dunque sempre indirettamente controllati dal Presidente del consiglio Berlusconi. E ‘difficile oggi – conclude amaramente Bencivenni – trovare un produttore disposto a investire in progetti rischiosi”.

C’è anche una chiosa amara di Pupi Avati, anch’egli intervistato sul caso Bellocchio: “Il mio film “Il figlio piu piccolo”, una commedia sulla corruzione, non fu un successo e ho messo da parte un secondo progetto che avevo in cantiere su un tema simile”. Forse, conclude Avati, “gli italiani si sono abituati a certe cose”.

La domanda ora è d’obbligo: se un regista di lungo corso come Bellocchio trova difficoltà nel vedersi finanziare film scomodi, quali speranze ha un regista emergente?

Da oggi The Fall in dvd!

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Da oggi The Fall in dvd!

Da oggi The Fall, l’acclamato film di Tarsem Singh, è disponibile in dvd e Blu-Ray nel nostro Paese. Un’attesa lunga più di tre anni, ma finalmente giunta al termine…

Dopo una limitata release lo scorso settembre, la Eagle Pictures distribuisce da oggi The Fall in dvd e Blu-Ray. Di certo è un peccato che questo piccolo cult non sia arrivato sul grande schermo in Italia ma, considerando il suo stato di pellicola dispersa degli ultimi tre anni, che ha gradualmente conquistato il pubblico grazie al passaparola, è già tanto che alla fine qualcuno abbia deciso di distribuirlo.

La versione homevideo contiene il film in lingua originale e doppiato in italiano. Tuttavia, vi raccomandiamo indubbiamente la versione originale, visto che è di facile comprensione e consente di apprezzare pienamente le interpretazioni degli attori (in particolare della dolce protagonista, Alexandria).

Per saperne di più su The Fall, vi ricordo la nostra analisi.

Buona visione!

Ecco le nominations ai BAFTA 2011

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Ecco le nominations ai BAFTA 2011

Ecco l’elenco delle Nominations per i cosiddetti Oscar inglesi, gli Orange British Academy Film Awards 2011 (BAFTA). Quest’anno il film con il maggior numero di candidature è The King’s Speech, film inglesissimo, ma la manifestazione non disdegna produzioni americane, come Cigno Nero, Inception e Il Grinta.

Nel confermare il successo internazionale che sta avengo Guadagnino con Io Sono L’Amore, notiamo però lo strano cosa di The Social Network, quasi ignorato a questo giro con ‘sole’ 6 nominations: si tratta dello stesso film che ha trionfato ai Golden Globe? Chissà…..

Ecco tutte le nominations:

MIGLIOR FILM
BLACK SWAN Mike Medavoy, Brian Oliver, Scott Franklin
INCEPTION Emma Thomas, Christopher Nolan
THE KING’S SPEECH Iain Canning, Emile Sherman, Gareth Unwin
THE SOCIAL NETWORK Scott Rudin, Dana Brunetti, Michael De Luca, Céan Chaffin
TRUE GRIT Scott Rudin, Ethan Coen, Joel Coen

MIGLIOR FILM INGLESE
127 HOURS Danny Boyle, Simon Beaufoy, Christian Colson, John Smithson
ANOTHER YEAR Mike Leigh, Georgina Lowe
FOUR LIONS Chris Morris, Jesse Armstrong, Sam Bain, Mark Herbert, Derrin Schlesinger
THE KING’S SPEECH Tom Hooper, David Seidler, Iain Canning, Emile Sherman, Gareth Unwin
MADE IN DAGENHAM Nigel Cole, William Ivory, Elizabeth Karlsen, Stephen Woolley

MIGLIOR DEBUTTO PER UN PRODUTTORE, REGISTA O SCENEGGIATORE INGLESE
THE ARBOR Clio Barnard (Director), Tracy O’Riordan (Producer)
EXIT THROUGH THE GIFT SHOP Banksy (Director), Jaimie D’Cruz (Producer)
FOUR LIONS Chris Morris (Director/Writer)
MONSTERS Gareth Edwards (Director/Writer)
SKELETONS Nick Whitfield (Director/Writer)

REGISTA
127 HOURS Danny Boyle
BLACK SWAN Darren Aronofsky
INCEPTION Christopher Nolan
THE KING’S SPEECH Tom Hooper
THE SOCIAL NETWORK David Fincher

SCENEGGIATURA ORIGINALE
BLACK SWAN Mark Heyman, Andrés Heinz, John McLaughlin
THE FIGHTER Scott Silver, Paul Tamasy, Eric Johnson
INCEPTION Christopher Nolan
THE KIDS ARE ALL RIGHT Lisa Cholodenko, Stuart Blumberg
THE KING’S SPEECH David Seidler

SCENEGGIATURA ADATTATA
127 HOURS Danny Boyle, Simon Beaufoy
THE GIRL WITH THE DRAGON TATTOO Rasmus Heisterberg, Nikolaj Arcel
THE SOCIAL NETWORK Aaron Sorkin
TOY STORY 3 Michael Arndt
TRUE GRIT Joel Coen, Ethan Coen

FILM NON IN INGLESE
BIUTIFUL Alejandro González Iñárritu, Jon Kilik, Fernando Bovaira
THE GIRL WITH THE DRAGON TATTOO Søren Stærmose, Niels Arden Oplev
I AM LOVE Luca Guadagnino, Francesco Melzi D’Eril, Marco Morabito, Massimiliano Violante
OF GODS AND MEN Xavier Beauvois
THE SECRET IN THEIR EYES Mariela Besuievsky, Juan José Campanella

FILM ANIMATO
DESPICABLE ME Chris Renaud, Pierre Coffin
HOW TO TRAIN YOUR DRAGON Chris Sanders, Dean DeBlois
TOY STORY 3 Lee Unkrich

Fonte: badtaste

Gli ‘angeli’ di Placido raccontano il loro Vallanzasca

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Cast_Vallanzasca

“Ho incontrato Renato Vallanzasca per in sette o otto incontri nei quali mi ha raccontato la sua storia. Il risultato sullo schermo è una sintesi di quello che lui mi ha detto, ma anche di quello che posso apportare io al personaggio immaginandone tic e nevrosi. È stato interessante immaginare il Vallanzasca di ormai 40 anni fa”.

Robert Downey Jr per un cartone animato DreamWorks

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Robert Downey Jr., lanciatissimo Tony Stark e Scherlock Holmes fuori dagli schemi, oltre che interprete di altri personaggi recenti davvero ben disegnati, si darà al doppiaggio per un cartone animato, scelta sempre più comune trai grandi di Hollywood, se pensiamo a Will Ferrell e Brad Pitt in Megamind.

Il film in questione è L’improbabile storia di Peabody, spin-off della serie Rocky & Bullwinkle.Lo spin-off vedeva invece un cane superintelligente (Peabody, interpretato da Downey Jr.), viaggiare nel tempo con un ragazzino che lui considerava il suo animale domestico. A dirigere il film per la DreamWorks Animation, in previsione di un’uscita per il 2014, sarà Robert Minkoff, coautore di Il Re Leone e regista di Il regno proibito, con Jackie Chan e Jet Li.

Robert sarà presto sugli schermi italiani con Parto con il Folle, commedia demenziale diretta dall’acclamato regista di Una Notte da Leoni, Todd Phillips, accanto a Zach Galifianakis.

Fonte: comingsoon.it

Matt Damon a lavoro a Los Angeles

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Fresco presentazione per Robert De Niro durante la notte scorsa ai Golden Globe, Matt Damon è tornato questa mattina sul set di Cameron Crowe  che sta girando il suo ultimo film Abbiamo comprato uno Zoo. Ecco infatti alcune foto dimostrative.

Damon è stato avvistato questa mattina mentre girava le scene del il film a Los Angeles. Per la regia di Crowe (Almost Famous), il film è interpretato da Damon, Scarlett Johansson, Patrick Fugit (Quasi famosi), Elle Fanning (Somewhere), JB Smoove (Date Night) e il recentemente annunciato John Michael Higgins (Yes Man).

Basato sul libro di memorie di Benjamin Mee, il film racconta la storia di un uomo che trasferisce con la sua famiglia in Inghilterra, dove decide di acquistare e gestire uno zoo in seguito alla morte della moglie.

Abbiamo comprato un Zoo uscirà nei cinema USA il 23 dicembre.

Per le altre foto clikka qui.

Fonte: collider.com

Nuove immagini per Cars 2

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Nuove immagini per Cars 2

Cars, uno dei film della Pixar che ha dato maggiori soddisfazioni all’azienda nel campo del merchandising, è destinato a tornare al cinema il prossimo 24 giugno. Dopo diverse immagini e poster, oltre ad un piccolo teaser, oggi la Pixar ha pubblicato due nuove immagini che lasciano intravedere la trama internazionale, o meglioun territorio internazionale che sarà attraversato dagli amici su quattro ruote che abbiamo conosciuto nel primo episodio.

A Cars 2 prestano le voci: Owen Wilson, Michael Caine, Emily Mortimer, e Jason Isaacs.

La prima immagine mostra i nostri amici in giro per quello che sembra essere un paesaggio al neon di Tokyo. L’affollatissima scena sarà sicuramente esaltata dall’utilizzo dell’IMAX 3D, soprattutto se si fa caso alla posizione retrocessa dell’automobile verde.

http://collider.com/wp-content/uploads/cars-2-image-02.jpg

La seconda immagine, oltre a mostrare un nuovo arrivo, l’automobile rosa, mostra un volo di prima classe per le nostre automobili, con destinazione, forse, una gara di corsa.

http://collider.com/wp-content/uploads/cars-2-image-01.jpg

Fonte: collider.com

Box Office USA 17 gennaio 2011

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Box Office USA 17 gennaio 2011

Come ogni superoe che si rispetti, The Green Hornet, ennesimo film adattato da un fumetto, alla prima settimana di uscita si attesta direttamente in prima posizione dei film più visti negli Stati Uniti.

Il film rappresenta una sfida sotto diversi fronti; alla regia troviamo infatti Michel Gondry, di cui sono note la tendenza al poco uso della computer graphics a favore di un fantasioso uso delle scenografie o dei blue screen, mentre nel ruolo del superoe, spalleggiato dall’assistente Kato, nome che riporta alla mente scene che hanno segnato la storia del cinema, c’è Seth Rogen, solitamente protagonista di commedie con, ad esempio, Katherine Heigl ( in Molto incinta) o Strafumati con James Franco. Per entrare nei panni del supereroe, l’attore ha dovuti quasi 12 chili.

Il film totalizza 40 milioni di dollari, quasi il doppio del secondo in classifica, un’altra uscita di questa settimana, The dilemma, la nuova commedia di Ron Howard, con Vince Vaughn combatutto sull’essere sincero o meno con il suo migliore amico riguardo i tradimenti della moglie.

In terza posizione scivola True Grit, dei fratelli Coen, seguito da due film i cui attori principali sono appena stati premiati agli ultimi Golden Globes: al quarto posto troviamo infatti The King’s Speech con Colin Firth, premiato per la migliore interpretazione maschile in un ruolo drammatico e al quinto il suo corrispettivo nel ruolo femminile: Natalie Portman premiata per la sua interpretazione in The Black Swan di Darren Aronosfky, aldilà del discorso di ringraziamento per il premio, forse un po’ troppo intimo, dedicato al coreografo del film nonché suo attuale compagno e padre del bimbo che porta in grembo, la sua interpretazione ha convinto la Hollywood Foreign Press Association che assegna il premio.

Little Fockers continua la sua discesa,  lo troviamo infatti in sesta posizione dei film più visti, con però un incasso totale di 135 milioni di dollari. La parte bassa della classifica è popolata dai film di Natale in direzione di uscita dalla classifica: in settima posizione troviamo infatti Yogi Bear e in ottava Tron: Legacy. In nona posizione resiste The Fighter, anche questo film è stato premiato con il Golden Globe per la migliore intepretazione maschile non protagonista in un ruolo drammatico, quella di Christian Bale allenatore del fratello Mark Whalberg. A chiudere la classifica, troviamo infine Rapunzel che ormai è presente in classifica da quasi due mesi e ha raggiunto un incasso lordo di 182 milioni di dollari.

Tra le uscite delle prossima settimana si aspettano: una commedia con Natalie Portman, No strings attached,  diretta da Ivan Reitman, utile per allontanarsi un minimo dal personaggio cupo e doppio del film di Aronofsky, il nuovo film di Peter Weir, The way back con Colin Farrell,Ed Harris e Jim Sturgess, che segue il ritorno di un uomo da un gulag, e The company men, di cui saltano agli occhi il cast importante; ci sono infatti Tommy Lee Jones, Ben Affleck e Kevin Costner, tra gli altri, e l’attualità del tema, che affronta le riduzioni di personale operate da alcune compagnie a causa della crisi.

Dustin Hoffman e la sua lunga maratona nel cinema

Dustin Hoffman e la sua lunga maratona nel cinema

Dustin Hoffman, assieme a Robert De Niro e Al Pacino è uno dei più amati attori americani e condivide con i due colleghi anche l’apprendistato all’Actor’s Studio. È forse tra i tre quello che meno risponde, sulla carta, ai canoni del successo hollywoodiano: di bassa statura, non bellissimo, ma con un’espressività e una capacità mimetica invidiabili, che gli hanno consentito, nella sua lunga carriera, di affrontare ruoli di ogni tipo.

Da quelli drammatici a quelli da commedia, personaggi negativi, figure di perdenti, così come ruoli ironici e comici, dimostrandosi sempre all’altezza del compito. Il tutto, unito a una grande tenacia e perseveranza, nonostante un inizio non facile.

Dustin Hoffman nasce a Los Angeles l’8 agosto del 1937 da una pianista jazz e un attrezzista della Columbia Pictures. Respira dunque fin da piccolo aria di cinema e se ne appassiona, nonostante in un primo momento si iscriva alla facoltà di medicina. Passa poi al Conservatorio, dove studia pianoforte. Intanto inizia ad avvicinarsi alla recitazione e si esibisce sul palcoscenico della Playhouse di Pasadena. Capisce presto che per tentare la strada dell’attore deve andare a New York. Qui, a partire dal ’60, ottiene piccoli ruoli in teatro e contemporaneamente frequenta l’Actor’s Studio. Vive assieme ai colleghi e amici Gene Hackman e Robert Duvall. I primi ruoli di peso, sempre in teatro, arrivano nel ’64 con Aspettando Godot e nel ’66 con Il viaggio del quinto cavallo, che gli vale un riconoscimento come miglior attore. Ed è proprio dal teatro che arriva anche la grande occasione per passare al cinema: nel ’67 partecipa alla commedia Eh? , che ottiene un buon successo e soprattutto annovera tra i suoi spettatori il regista Mike Nhicols.

È la svolta nella carriera di Dustin Hoffman, che viene subito reclutato per interpretare Benjamin Braddock ne Il laureato. L’attore californiano appare perfetto nel ruolo del giovane laureato coinvolto in una relazione con una donna più grande di lui (Mrs. Robinson/Anne Bancroft). Relazione senza futuro, dal momento che Benjamin non ha nulla in comune con Mrs. Robinson, né con tutta la generazione cui lei appartiene (è infatti un’amica di famiglia dei genitori di Ben). Proprio la distanza che separa questi due mondi è al centro del film. Il protagonista infatti s innamorerà poi di Elaine, figlia di Mrs. Robinson. Con questa coetanea Benjamin sembra finalmente instaurare un rapporto autentico, interrotto bruscamente quando Elaine scopre la relazione di lui con Mrs. Robinson, e ripreso altrettanto bruscamente nel finale, quando Benjamin sottrae la ragazza dall’altare, dove lei ha appena pronunciato il fatidico “sì” con un altro uomo. E proprio nei minuti finali – i migliori del film a detta dello stesso Mike Nichols – sta la piccola-grande rivoluzione dei due giovani protagonisti: si ribellano alle convenzioni sociali vigenti, al futuro preparato per loro dai genitori, negano la Chiesa e l’istituzione matrimoniale – significativo l’uso del crocifisso da parte di Benjamin nella sequenza finale – e fuggono da quel mondo che non capiscono e non accettano.

Dustin Hoffman Rain ManQuesto ovviamente pone il problema del “dopo”: cosa costruire al posto di quel sistema? Cosa fare della propria vita, ora che ne sono padroni? La questione resta aperta, espressa al meglio nella scena finale, nei loro sguardi e nei volti, dove il sorriso lascia presto il posto a un’espressione perplessa e incerta. Il film ottiene grande successo, le cui motivazioni vanno ricercate, oltre che nell’ottima interpretazione offerta dagli attori, nell’abilità del regista che sa leggere e anticipare il disagio esistenziale e la voglia di ribellione d una generazione, apparso poi in tutta la sua chiarezza nel ’68; nel buon ritmo della pellicola, via via più incalzante; nell’innovativo uso della musica pop a commento delle immagini – celeberrima la colonna sonora di Simon & Garfunkel. La pellicola dà ad Dustin Hoffman la notorietà, oltre che la sua prima nomination all’Oscar. Iniziano così i suoi travagliati rapporti con l’Academy, che critica aspramente in quell’occasione per non aver sospeso le celebrazioni dopo l’assassinio di Martin Luther King. Per molti anni non sarà più invitato alla cerimonia e otterrà la meritata statuetta solo 11 anni dopo.

Nel ’69, per Dustin arriva l’occasione di farsi dirigere da John Schlesinger, come coprotagonista di Un uomo da marciapiede. Qui si evidenziano tutte le capacità mimetiche di Dustin Hoffman, che riesce a diventare Rico, ladro zoppo che affianca Jon Voight/Joe Buck nelle sue peregrinazioni su e giù per New York, alla ricerca di donne per le quali prostituirsi. Ma non è così facile. I due uniscono le loro sventure e, se ciò non serve a procurargli miglior fortuna – Voight non riesce a trovare “prede” e Dustin Hoffman muore di tisi – cementa però una commovente amicizia. Alla base della riuscitissima trasformazione di Dustin Hoffman, una rigorosa applicazione del Metodo Strasberg e l’attenta osservazione dell’andatura di persone claudicanti per le strade, per riprodurne al meglio i movimenti. Per questa interpretazione, l’attore, molto amato in Italia, guadagna il David di Donatello. Lo stesso anno, sposa Anne Byrne, dalla quale avrà una figlia. Nel ’70 lo vuole Arthur Penn nel suo western atipico – il primo dalla parte degli indiani – che svela la vera natura della “mitica” conquista del West: la sistematica distruzione di un popolo pressoché impossibilitato a difendersi. Qui l’attore di Los Angeles veste i panni di Jack Crabb: ultracentenario che racconta la sua epopea nel west. Adottato da bambino dagli indiani cheyenne in seguito alla morte dei genitori, impara ad amarli e a rispettarli. Torna poi tra i bianchi e partecipa alla battaglia di Little Big Horn, di cui è l’unico superstite. Sarà però sempre in bilico tra la sua identità di “uomo bianco” e l’affetto per il nobile popolo indiano che lo ha cresciuto, e che vede sterminato e vessato da bianchi senza scrupoli. Il tutto però non assume i toni del dramma, ma piuttosto della commedia, seppur con risvolti tragici. Non mancano ironia e sarcasmo.

Dustin Hoffman filmografiaIl ’71 lo vede alle prese con un personaggio e una pellicola molto criticate all’epoca, per l’uso della violenza che mostravano apertamente. Si tratta di Cane di paglia di Sam Peckimpah. Il ruolo è doppio e complesso: il matematico David Sumner, appena trasferitosi in Cornovaglia con la moglie, ha buon senso, è razionale come vuole la sua professione, è docile, remissivo, o almeno così sembra. Ma quando “il nemico” (un gruppo di ragazzotti del posto) mette in pericolo la sua tranquillità familiare, prima violentando la moglie e poi cercando di introdursi in casa sua, prevale in David l’istinto e si scatena la sua parte violenta. Si tratta dunque di una riflessione sulla violenza, su come essa si annidi anche dentro l’individuo apparentemente più tranquillo, facendo riemergere il lato animalesco e istintuale che è in ciascuno di noi.

L’anno successivo porta Dustin Hoffman nel nostro paese, dove lo vuole Pietro Germi per recitare al fianco di Stefania Sandrelli in Alfredo, Alfredo. Un’altra grande interpretazione, in cui l’attore dà prova del suo istrionismo in un ruolo molto diverso dal precedente, è quella di coprotagonista in Papillon di Franklin J. Schnaffer (1973), in cui affianca Steve McQueen. Il film, tratto dal  romanzo autobiografico di Henry Charrière, è incentrato sulla prigionia di quest’ultimo nella colonia penale della Cayenna, Guyana francese, recluso perché condannato per un omicidio di cui si dice innocente. Tra numerosi tentativi di fuga, punizioni esemplari e indicibili torture, instaura un rapporto d’amicizia con un altro detenuto, Hoffman/Louis Dega, un falsario. La coppia si regge sui contrasti e funziona benissimo: McQueen alto, forte e tenace, Hoffman piccolo e miope, ma tenace anch’egli e astuto. Alla fine riusciranno a riguadagnare la libertà. McQueen è premiato col Golden Globe. Hoffman invece attende ancora premi importanti in patria. Nel ’74 interpreta un altro personaggio non facile: il cabarettista americano Lenny Bruce, che sconvolse gli Usa negli anni ’50 e ’60 con i suoi show dissacranti e critici del costume americano, contro cui si scagliava con forza e senza rinunciare all’uso di un linguaggio colorito. La sua vita era una continua lotta contro il perbenismo imperante e per i suoi show, tacciati di oscenità, fu spesso arrestato. Il regista, Bob Fosse, sceglie poi di mostrarne anche il lato privato: una personalità piena di ombre, che Lenny cercava di scacciare ricorrendo alle droghe. Nei panni di questo personaggio, acclamato, eppure solitario, paladino della libertà d’espressione, Hoffman è ancora una volta del tutto a suo agio e ottiene la nomination al Golden Globe e all’Oscar.

Due anni più tardi, Dustin Hoffman ha l’occasione di lavorare di nuovo con John Schlesinger, che lo dirige ne Il maratoneta, un thriller che scorre sul filo di una tensione sempre viva, contrapponendogli un altro mostro sacro della cinematografia: Laurence Olivier. Dustin Hoffman regge il confronto e non sfigura affatto, tanto da ottenere il suo secondo David di Donatello come miglior attore protagonista. Dello stesso anno è un’altra pellicola che ha fatto epoca, entrando nella storia del cinema. Forse il miglior film mai girato sul mestiere del giornalista: Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula, ricostruzione meticolosa e fedele dell’inchiesta Watergate, con Robert Redford e Dustin Hoffman nei panni dei due giornalisti Woodward e Bernstein, che con la loro abnegazione ricostruirono la vicenda e portarono alla luce le prove dello scandalo, costringendo il presidente Usa Nixon alle dimissioni.

Il 1979 è per Dustin Hoffman l’anno della consacrazione definitiva anche in patria. Interpreta infatti Ted Kramer nel film di Robert Benton Kramer contro Kramer. Qui, è un padre di famiglia che si ritrova di punto in bianco da solo a badare al figlioletto Billy, di pochi anni, dopo che la moglie (una bravissima Meryl Streep) l’ha lasciato. Fra mille difficoltà, specie all’inizio, scopre un rapporto più profondo col bambino, che accudisce amorevolmente, finché la madre, stabilizzata la propria situazione, chiede la custodia del figlio. Ma Ted non è più disposto a rinunciarvi. Inizia così un’aspra battaglia tra gli ex coniugi. È dunque la storia di questo rapporto di incondizionato affetto che cresce di giorno in giorno tra padre e figlio, quasi a voler dimostrare come, raggiunta dopo il ’68 la parità tra i sessi, questa non vada interpretata solo a vantaggio della donna, ma anche dell’uomo, che può rivendicare il diritto ad occuparsi del figlio, laddove la madre sia assente o carente. Commovente interpretazione di Dustin Hoffman, che stavolta fa incetta di premi, finalmente anche in patria: David di Donatello, Golden Globe e Oscar come miglior Attore protagonista. Resta celebre il discorso col quale riceve quest’ultimo premio, ringraziando, sì, ma non abdicando alle critiche rivolte all’Academy negli anni precedenti. Commenta ironico la statuetta, dopo averla osservata per alcuni istanti: «Non ha i genitali, ma porta una spada» e non esita a ribadire: «Sono sempre stato critico nei confronti dell’Academy, e a ragione», riferendosi alla competizione, a sua detta artificiosa e anzi addirittura dannosa, che questo tipo di premi instaurano tra attori – le altre nomination erano per Jack Lemmon, Al Pacino, Peter Sellers, nei confronti dei quali dice: “Mi rifiuto di credere che li ho battuti”- , sottolineando invece come, nella sua visione, tutti appartengano alla stessa grande famiglia, maestranze comprese, anche se a queste ultime non sono mai concesse le luci della ribalta. Degno discorso di un grande attore, figlio di un attrezzista di Hollywood. Oscar anche per Meryl Streep come miglior attrice. Nel 1980 Dustin Hoffman, della cui vita privata si sa poco, si sposa per la seconda volta, con Lisa Gottsegen, dalla quale avrà quattro figli.

Ormai le capacità di Hoffman e il suo eclettismo sono noti e apprezzati in tutto il mondo. A suggellare ulteriormente questo stato di cose è l’enorme successo di pubblico riscosso nel 1982 dalla commedia Tootsie, in cui l’attore, diretto qui da Sidney Pollack, interpreta il disoccupato Michael Dorsey che per trovare lavoro escogita lo stratagemma del travestimento: fingendosi donna (Dorothy Michaels detta appunto Tootsie), riesce a diventare una diva delle soap operas. La pellicola unisce comicità e ironia e Hoffman dimostra di adattarsi benissimo anche ai panni femminili. Per l’interpretazione ottiene il Golden Globe. Una curiosità: in terra nostrana, viene  omaggiato anche da un’esordiente Luca Carboni, che così intitola il suo album nel 1984: …intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film. E come dargli torto? Nel 1985, infatti, Dustin ottiene l’ennesimo grande successo, dando corpo al personaggio di Willy Loman in Morte di un commesso viaggiatore, sia per il cinema che per il teatro. Al suo fianco recita John Malkovich, nel ruolo del figlio primogenito. Dustin Hoffman caratterizza in modo perfetto l’anziano Willy, che vede frustrate le speranze riposte nel figlio e al contempo avverte il peso dell’età che avanza. Fonte del film e dello spettacolo è l’opera omonima di Arthur Miller.

Tre anni dopo, l’attore di Los Angeles ci offre un’altra interpretazione memorabile, che certamente tutti ricordano: quella del fratello autistico di Tom Cruise in Rain Man di Barry Levinson. Tom Cruise/Charlie Babbit scopre a trent’anni di avere un fratello maggiore autistico, che era stato ricoverato in un istituto quando Charlie era molto piccolo, per paura che potesse in qualche modo nuocergli. I due trascorrono un periodo insieme, in cui tra alti e bassi, imparano a conoscersi. Ray è dotato di uno spiccato talento matematico, ma anche estremamente sensibile, meticoloso e ossessivamente abitudinario. Charlie ne è dapprima infastidito e mal sopporta di doversi occupare di lui, ma imparando a conoscerlo instaura con lui un rapporto di profondo affetto. Alla fine la separazione è resa necessaria dalle particolari cure di cui Ray ha bisogno. Restano celebri molte battute del film che riesce a trattare il problema della diversità in maniera ironica e spesso divertente, facendo però riflettere. Impegnativo ruolo per Dustin Hoffman, che non tradisce le aspettative e offre una delle sue migliori prove d’attore, immedesimandosi al meglio nei panni di Ray. Secondo Oscar per lui. Una giovane Valeria Golino interpreta Susanna, la compagna di Charlie.

Il decennio ’90 si apre con due pellicole leggere: Dick Tracy e Hook – Capitan Uncino di Steven Spielberg. In quest’ultima recita accanto a Robin Williams. Il ’92 è l’anno di Eroe per caso, dove Dustin Hoffman è diretto dal regista inglese Stephen Frears per interpretare Bernie Laplante, eroe involontario cui Andy Garcia vuol rubare le luci della ribalta e i guadagni. Commedia ben orchestrata da David Webb Peoples, che mette a nudo i meccanismi dell’informazione sensazionalistica americana e stigmatizza l’abitudine alla spettacolarizzazione. La seconda metà degli anni ’90 vede l’attore americano alle prese con produzioni cinematografiche magniloquenti come Sleepers e Virus Letale e con un’altra pellicola che affronta il tema dello spregiudicato cinismo dei mezzi di comunicazione, spesso al servizio di scopi estranei al bene comune: Mad City – Assalto alla notizia. Dustin Hoffman è appunto il reporter Max Brackett che, preso in ostaggio da John Travolta/Sam Baily, sfrutta la situazione a scopo sensazionalistico senza alcuno scrupolo. Regia di Costa Gavras. Nel ’97, ancora sul tema dell’informazione manipolata, stavolta a fini politici – una guerra contro l’Albania inventata a tavolino e paventata per distogliere l’opinione pubblica dagli scandali sessuali che coinvolgono il presidente Usa –  un film che riporta Dustin Hoffman sotto la direzione di Barry Levinson: Sesso e potere. I frutti sono più che buoni, grazie alla perizia di Dustin e di un’altra icona del cinema americano, che lo affianca: Robert De Niro.

Il nuovo millennio vede Dustin Hoffman diretto da Gary Fleder in La giuria (2002), nei panni di Wendell Rohr: un avvocato appassionato del suo mestiere, alle prese con un dovere etico da compiere, opposto ad un cinico consulente di giuria impersonato dall’amico Gene Hackman. Nello stesso anno, Hoffman recita in coppia con Susan Sarandon nel film drammatico diretto da Brad Siberling, Moonlight Mile – Voglia di ricominciare. Partecipa poi a Neverland di Marc Forster (2004), dove interpreta il ruolo dell’impresario di James Barrie/Johnny Depp, l’inventore di Peter Pan. Ritroverà il regista in Vero come la finzione (2007), divertente commedia corale che riflette in maniera intelligente sullo scorrere del tempo e sul rapporto fra realtà e finzione. Nel 2005 Dustin prende parte al sequel di Ti presento i miei: Mi presenti i tuoi? nei panni del padre di Ben Stiller/Gary Fotter. Gary infatti, dopo essersi fatto conoscere dalla famiglia della sua fidanzata Pam Byrnes/Teri Polo nel primo episodio, ora le presenta i suoi genitori. I coniugi Focker sono Dustin Hoffman e Barbra Streisand. Umorismo in pieno stile Usa, come anche nel terzo episodio della serie, targato 2010, Vi presento i nostri, in cui si aggiungono all’allegra compagnia due nipotini. L’attore di Los Angeles prende parte anche a una commedia per ragazzi, nel 2008, diretto da Zach Helm. Si tratta di Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie. Veste proprio i panni del mago in questa favola colorata, che parla con leggerezza ai più piccoli del tema della morte. Accanto a lui Natalie Portman. Negli ultimi anni Hoffman è stato la voce del Maestro Shifu nel film d’animazione Kung Fu Panda (2008), di cui vedremo il sequel quest’anno, e di Roscuro nell’altro film animato Le avventure del topino Despereaux (2009). In questi giorni, oltre che con Vi presento i nostri, è nelle sale in La versione di Barney, commedia di Richard Lewis con Paul Giamatti. Il vulcanico Hoffman, che a 73 anni suonati non sembra proprio intenzionato ad andare in pensione, sta poi lavorando al suo esordio alla regia, con la commedia Quartet.

Box Office ITA al 17/01/2011

Che bella giornata si conferma ovviamente al primo posto, stracciando altri record. Buon esordio per Vi presento i nostri in seconda posizione, mentre Hereafter scende al terzo posto. Discreti risultati per le altre new entry.

Che bella giornata si mantiene saldamente al primo posto del botteghino italiano, raccogliendo altri 7,9 milioni nel suo secondo fine settimana: in soli 12 giorni la commedia campione di incassi con Checco Zalone arriva al totale di 31,4 milioni di euro, polverizzando i 29 milioni raggiunti a fine corsa da un’altra pellicola italiana di successo di questa stagione, ovvero Benvenuti al Sud. Il film registra così il secondo migliore weekend di sempre, dietro gli 8,7 milioni di Avatar.
Considerando i dati cinetel, Che bella giornata supera quindi i 31,2 milioni ottenuti tredici anni fa da La vita è bella. Tuttavia, a differenza di quanto hanno affermato in massa i media italiani, la quota da superare per piazzarsi al primo posto della classifica dei migliori incassi di sempre per un film italiano è di 47 milioni di euro: è questo, infatti, il totale incassato dal film premio Oscar di Roberto Benigni, secondo i dati completi Siae.
C’è poco da dubitare: Zalone dovrebbe riuscire nell’impresa…

Vi presento i nostri debutta al secondo posto con 2,2 milioni, un dato piuttosto positivo per il capitolo conclusivo della trilogia sulla famiglia Focker.
Hereafter scende in terza posizione, raccogliendo 1,4 milioni e giungendo a 5,4 milioni complessivi: un risultato decisamente buono per il film di Clint Eastwood.

Seguono tre new entry. La pellicola catastrofica Skyline conquista il quarto posto con 862.000 euro. La versione di Barney, con Paul Giamatti fresco di Golden Globe, raccoglie poco meno, ovvero 849.000 euro, mentre L’Orso Yoghi ottiene 732.000 euro.

Tron Legacy scende al settimo posto con 377.000 euro, che gli consentono di giungere a 5,7 milioni totali. Segue La banda dei Babbi Natale, in ovvio calo dopo cinque settimane, che arriva a 21,2 milioni con altri 356.000 euro.

The Tourist regge ancora nella top10, scendendo al nono posto con altri 213.000 euro che gli consentono di superare gli 11 milioni complessivi: indubbiamente un ottimo risultato per il film rivelatosi un flop ai botteghini internazionali.
Chiude la top10 Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero, arrivato a 10 milioni totali con altri 182.000 euro.

Da segnalare infine il diciottesimo posto di Kill me, please: la pellicola che ha ottenuto il Marc’Aurelio come Miglior Film all’ultimo Festival di Roma raccoglie 42.000 euro nelle 21 sale in cui ha debuttato.

Ecco i vincitori dei Golden Globes 2011

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Consegnati, durante la consueta cerimonia a Los Angeles, i Golden Globes 2011, i premi che la stampa estera accreditata a Hollywood (HFPA) consegna ogni anno alle migliori produzioni di cinema e TV.

Qui trovate il nostro commento, ma intanto ecco la lista completa dei vincitori:

Miglior Film Drammatico:

The Social Network

Miglior Film Musical o Commedia:

The Kids Are All Right

Miglior Attore in un Film Drammatico:

Colin Firth per The King’s Speech

Miglior Attrice in un Film Drammatico:

Natalie Portman per Black Swan

Miglior Attore in un Musical o Commedia:

Paul Giamatti per Barney’s version

Miglior Attrice in un Musical o Commedia:

Annette Bening per The Kids Are All Right

Miglior Attore non Protagonista in un Film Drammatico, Musical o Commedia:

Christian Bale per The Fighter

Miglior Attrice non Protagonista in un Film Drammatico, Musical o Commedia:

Melissa Leo per The Fighter

Miglior Regia:

David Fincher per The Social Network

Miglior Sceneggiatura:

The Social Network (Aaron Sorkin)

Miglior Canzone Originale:

Burlesque – You Haven’t Seen The Last of Me

Miglior Colonna Sonora:

The Social Network (Trent Reznor, Atticus Ross)

Miglior Film d’Animazione:

Toy story 3 – La grande fuga

Miglior Film in Lingua Straniera:

Hævnen

Migliore Serie TV di Genere Drammatico:

Boardwalk Empire

Migliore Serie TV di Genere Musicale o Commedia:

Glee

Migliore Mini Serie TV o TV Movie:

Carlos

Miglior Attore in una Mini Serie TV o TV Movie:

Al Pacino per You Don’t Know Jack

Miglior Attrice in una Mini Serie TV o TV Movie:

Claire Danes per Temple Grandin – Una donna straordinaria

Miglior Attore in una Serie TV di Genere Musicale o Commedia:

Jim Parsons per The Big Bang Theory

Miglior Attrice in una Serie TV di Genere Musicale o Commedia:

Laura Linney per The Big C

Miglior Attore in una Serie TV di Genere Drammatico:

Steve Buscemi per Boardwalk Empire

Miglior Attrice in una Serie TV di Genere Drammatico:

Katey Sagal per Sons of Anarchy

Miglior Attore non Protagonista in una Serie TV, Mini Serie TV o TV Movie:

Chris Colfer per Glee

Miglior Attrice non Protagonista in una Serie TV, Mini Serie TV o TV Movie:

Jane Lynch per Glee

Arriva la parodia porno dei Simpson

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Arriva la parodia porno dei Simpson

Il cartone animato più longevo nella storia della Tv – essendo trasmesso ininterrottamente da oltre vent’anni – diventa una porno-parodia. Sto parlando dei Simpson, trasposti in un film porno dal titolo “The Simpsons XXX Parody.

Il film è prodotto da Full Spread Entertainment & LFP Video, e interpretato da noti attori di film per adulti come Briana Blair, Evan Stone e Andy San Dimas. I personaggi sono quindi in carne e ossa, tutti dipinti di giallo e con le parrucche colorate per assomigliare il più possibile ai personaggi originali.

La versione porno inizia con Marge e Homer, papà e mamma Simpson, intenti a fare un filmino con la telecamera; nel dvd in cui appare subito la scritta di presentazione, “Il sesso non è mai stato così giallo”, si ritrovano anche altri storici personaggi come Flanders, Boe, McBain e Barney.

Capitan America: The First Avenger seconda foto!

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Capitan America: The First Avenger seconda foto!

Ecco in arrivo la seconda immagine di Capitan America in corsa, tratta da una scena del film.

Il Los Angeles Times a pubblicato la seconda immagine inedita di Captain America: The First Avenger. Nella foto  Chris Evans nel costume di Capitan America in azione:

Fonte: Los Angeles Time

Le montagne della follia: Del Toro e Cruise?

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Ormai è quasi certo che il prossimo film di Gulliermo Del toro sara l’adattamento cinematografico in 3D de Le Montagne della Follia di H.P. Lovecraft prodotto da James Cameron. Ora iniziano a farsi insistenti le voci su un presunto casting iniziato. A quanto pare uno dei primi nomi ad essere accostato al film è quello di Tom Cruise nei panni di uno dei protagonisti della storia.

Deadline ha confermato che Tom Cruise è legato al progetto di Del Toro. Intano ulteriori conferme arrivano proprio dall’agente dell’attore che rilasciando un intervista ha precisato: Cruise non è sotto contratto, tuttavia ci sono buone possibilità che accetti la parte. Se non sarà lui, sarà probabilmente James McAvoy, il quale ha ricevuto un’offerta ma non ha ancora accettato. Entrambi gli attori hanno una scaletta fitta di impegni, e nel caso accettassero di partecipare al film probabilmente le riprese verranno organizzate anche base alle loro esigenze.

Per quanto riguarda il cast sarebbero già stati contattati anche Ron Perlman (attore feticcio di Del Toro) e Hugh Jackman, mentre voci su Liam Neeson sono state smentite.

Emmanuel Lubezki parla di Tree of Life

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Emmanuel Lubezki parla di Tree of Life

Emmanuel Lubezki ha lavorato in moltissimi film diversi come Burn After Reading, The New World, Sleepy Hollow e I figli degli uomini. Che cosa, secondo il veterano direttore della fotografia, ha fatto del set di Tree of Life un’esperienza così unica?

 “Appena credi di aver capito la formula di ripresa, ti rendi conto che non esiste nessuna formula! Non ho mai lavorato in questo modo su nessun set.”

Le riprese di questo film hanno interessato soggetti di diversa natura oltre agli uomini, mostrando la grande potenza di fenomeni cosmici (con la supervisione della NASA) e la forza bruta della natura, spesso al posto di quella di un attore. Lubezki descrive il processo in questo modo:

La fotografia in questo film non viene utilizzata per illustrare il dialogo o una performance. E’ usata per catturare le emozioni in modo che il film risulti molto esperienziale. Ha lo scopo di innescare molti di ricordi, come un profumo o una sensazione. “

Il regista Terrence Malick (La sottile linea rossa) è ben noto per l’inserimento di ambienti naturali nei suoi film. E anche nel trailer di Tree of Life si possono ammirare tanti scorci naturali da far apparire il mondo naturale più espressivo degli attori stessi. Ed è compito Emmanuel adattare lo stile unico Malick alla ripresa. In un’intervista con 24 Frames del Los Angeles Times, il direttore della fotografia ha commentato la sua opera:

Gli attori eseguono il dialogo, ma Terry (Malick) non è interessato al dialogo. Così mentre loro parlano noi riprendiamo un iflesso o il vento o la cornice della finestra, e poi finalmente  andiamo su di loro quando hanno finito il dialogo “.

Mentre il trailer ci suggerisce che il direttore della fotografia e il regista abbiano trovato il loro modo di collaborare, forti anche della precedene esperienza con The New  World, ci si chiede in che modo star come Brad Pitt e Sean Penn abbiano reagito a tutto questo anticonformismo.

Penso che (gli attori) abbiano pensato che fossimo pazzi. Sean (Penn) è un regista, e sono sicuro che si chiedeva qualcosa del tipo ‘voglio imparare un metodo del genere’. Per Brad penso che che ci sia voluto un po’ di tempoper entrare nello spirito giusto “.

Tree of Life uscirà nei cinema il 27 maggio 2011, nel cast anche Joanna Going, Fiona Shaw, Tom Townsend e Jessica Chastain. Per vedere il trailer del film clikka qui.

Fonte: collider.com

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