GamesRadar+ ha scandagliato
The Electric State alla ricerca di Easter Egg
e ha scoperto un interessante cenno a Scarlet
Witch.
Si tratta di un istante, ma in una
scena un robot che legge una copia di West Coast Avengers #56 degli
anni ’90. Potrebbe essere semplicemente che i Russo che vogliono
rendere omaggio al loro lavoro Marvel, ma la scelta del numero è
innegabilmente interessante.
Nel fumetto, Wanda Maximoff diventa
cattiva e imprigiona i suoi compagni Vendicatori quando i suoi
poteri di Magia del Caos iniziano ad aumentare a un ritmo
allarmante. Anni dopo, si sarebbe scoperto che il Dottor Destino
aveva manipolato Scarlet Witch dall’ombra nella speranza di rubarle
la capacità di alterare la realtà.
Con questo in mente, questo
potrebbe essere un indizio di ciò che vedremo in Avengers:
Doomsday. Nei fumetti, Destino è diventato
“Dio Imperatore Destino” rubando i poteri degli Beyonders
e manipolando Molecule Man. Nel MCU, potrebbe essere che abbia
preso di mira Loki, Scarlet Witch e Franklin Richards, tre
personaggi che abbiamo sentito saranno nel radar del cattivo.
Si vocifera che i prossimi film di
Avengers associno Victor Von Doom e Wanda, quindi questo potrebbe
essere un riferimento che anticipa i piani di Joe e Anthony. In una
recente intervista, i registi hanno rivelato che stanno di nuovo
usando immagini simili a figurine da baseball degli attori del
MCU per cercare di capire chi
possono usare in Doomsdaye Secret
Wars.
Il ritorno di Downey nel MCU è stato annunciato al Comic-Con
dello scorso anno, dove è stato svelato che l’attore interpreterà
Victor Von Doom nei prossimi due film dei Vendicatori. A dicembre
Deadline ha riportato la notizia che Chris Evans sarebbe tornato nell’universo
Marvel in un ruolo ancora da
definire. Un altro casting per il prossimo Avengers:
Doomsday è quello di Hayley Atwell, che dovrebbe riprendere il suo
ruolo di Agente Carter.
The Eichmann
Show di Paul Andrew Williams:
Gerusalemme 1961. Il geniale produttore televisivo Milton Fruchtman
assume il regista Leo Hurwitz (finito nella ‘lista nera’ di
McCarthy) per occuparsi delle riprese TV del processo al feroce
criminale nazista Adolf Eichmann. Quello che viene offerto a
Hurwitz è un lavoro dalle dimensioni epocali: per la prima volta
nella storia un processo sarebbe stato trasmesso in TV e per la
prima volta il mondo intero avrebbe assistito alle scioccanti
testimonianze dei sopravvissuti all’Olocausto. Il risultato di
questa importante operazione fu che l’80% della popolazione tedesca
guardò almeno un’ora del programma ogni settimana; che venne
trasmesso su tutte le reti in USA e Gran Bretagna; ma soprattutto
che finalmente, dopo 16 anni dalla fine della guerra, si cominciò a
parlare apertamente dell’Olocausto. Martin Freeman e Anthony
LaPaglia sono i protagonisti di The Eichmann Show sulla
trasmissione televisiva del processo ad Adolf Eichmann, uno dei
principali responsabili dell’Olocausto. Definito il “processo del
secolo”, venne mandato in onda in 37 Paesi e per la prima volta
l’orrore dei campi di sterminio venne raccontato in diretta dalle
vittime. La messa in onda di quel processo rappresenta il primo
evento televisivo globale e il film racconta la straordinaria
storia del team di produzione che dovette superare ostacoli di ogni
tipo per poter catturare la testimonianza di uno dei più noti
criminali nazisti.
STX Entertainment ha
pubblicato una nuova clip di The Edge of
Seventeen, scritto e diretto da Kelly Fremon
Craig. Protagonisti Hailee Steinfeld
e Woody Harrelson.
Il film racconta in modo esilarante
e onesto la difficoltà di crescere nel mondo di oggi per una
giovane ragazza. La protagonista è Nadine, ragazza delle
scuole medie il cui imbarazzo cresce sempre di più, soprattutto
quando il suo popolare fratello Darian inizia a frequentare la sua
migliore amica Krista. Nadine inizia a sentirsi sempre più
sola, fino a quando un’inaspettata amicizia con un ragazzo
riflessivo gli offre una luce di speranza nel mondo.
Il film è interpretato anche da
Kyra Sedgwick, madre del tutto inefficace, e
Woody Harrelson, insegnante di storia di
Nadine.
The Edge of
Seventeen segna il debutto alla regia di
Kelly Fremon Craig, ed è prodotto dal premio
Oscar James L. Brooks.
The Edge of
Seventeen sarà nelle sale a partire dal 18
novembre.
Un nuovo annuncio è
arrivato da parte della Sony
Pictures, la compagnia ha infatti acquisito i diritti
di The Eden Project, pellicola
sci-fi la cui sceneggiatura è firmata da Christina
Hodson (The Black
List). A rendere interessante il film agli occhi
della Sony, inoltre, è la produzione che sarà
curata
dalla Material di Tobey
Maguire e Matthew Plouffe.
Ancora non si ha una sinossi
ufficiale di The Eden Project in
quanto si è intenzionati a tenere il massimo riserbo attorno alla
pellicola, tuttavia è certo che affronterà una trama sci-fy e che
vedrà protagoniste due attrici.
In attesa di ulteriori sviluppi in
merito vi anticipiamo che The Eden
Project potrebbe essere solo il primo capitolo
di un’articolata trilogia.
The Eddy
è affascinante, eppure ostica, proprio come la musica che racconta,
il suo mondo lontano dal successo facile e attaccato al sudore e al
sacrificio, alla sofferenza che comporta seguire una passione, pari
solo alla gioia che questa passione regala. Ma non basta a definire
la nuova serie Netflix,
disponibile dall’8 maggio, ideata da Jack Thorne e
diretta (anche) dal premio OscarDamien Chazelle
(La
La Land), e questa recensione di The
Eddy proverà a raccontarlo, aggirando la facile
tentazione di riportare di seguito la trama.
Perché se da una parte è vero che
la nuova serie è legata alla musica e in particolare al jazz, è
anche vero che The Eddy racconta la vita
dei personaggi che gravitano intorno al locale che dà il nome alla
serie, in una maniera frammentaria, dolorosa, che non lascia facile
spazio all’empatia ma che tira dentro lo spettatore poco a poco,
quasi fosse un unico film, un unico lungo flusso di coscienza che
si muove sulle note improvvisate, a volte accidentate
dell’improvvisazione jazz.
Tra dramma e thriller
Una via di mezzo tra dramma
familiare e thriller metropolitano, la serie mescola i toni, i
generi, intreccia le vite dei protagonisti e non si fossilizza mai
su un solo tema o linguaggio. Vita e morte, amore e dolore,
separazione, famiglia, amicizia, violenza e malavita, ogni trama
confluisce nell’altra con una fluidità tale che sembra
rappresentare anche la precarietà della vita dei protagonisti
stessi.
Unico elemento unificatore della
storia è lo stile di regia. Damien Chazelle, con
Houda Benyamina, Laïla Marrakchi, Alan Poul, che
firmano la totalità degli episodi, regalano a The
Eddy un ritmo quasi aggressivo verso i proprio
protagonisti, guidano un occhio che si avvicina tantissimo a
pedinare corpi e storie, muovendosi, traballando, in un flusso di
immagini che si fa senso di precarietà.
E simbolo di precarietà è il
protagonista Elliot, ex gloria del jazz, che fatica a tenere
insieme la propria vita, tra locale difficile da mantenere, vita
privata complicata da gestire, figlia adolescente che piomba nella
sua vita impossibile da controllare, una piede nella criminalità e
un lutto che pesa sul cuore.
Elliot e gli altri
Intorno a Elliot, in maniera più o
meno profonda, orbitano altri personaggi, uomini e donne a cui sono
dedicate le altre puntate della serie. Ogni episodio, infatti,
porta il nome di uno dei protagonisti, Julie, Amira, Maja, Jude,
Sim, tutte anime perse, in qualche modo, che si trovano e ritrovano
attorno alla musica che, solo alla fine, scopriamo essere, per poco
tempo, l’antidoto alla sofferenza, la gioia, la ricompensa.
L’ultimo episodio, che si intitola appunto The
Eddy, il locale di Elliot, è l’unico che porta luce e
dolcezza in una vita altrimenti cupa e difficile.
Al fianco dell’ottimo André
Holland, interprete di Elliot, si muove un ventaglio
variegato di interpreti grandi e piccoli, comparse e comprimari che
rendono il racconto ricco e che di tanto in tanto prendono il loro
posto sul palco principale e raccontano la loro storia. Tra questi
c’è Maja, interpretata dall’intensa e talentuosa Joanna
Kulig, attrice polacca già vista in Cold
War, presenza angelica e magnetica, che anche in
questo caso, come nel film di Pawlikowski, fa
sfoggio del suo considerevole talento vocale.
La Parigi anti-romantica di The Eddy
Come cupa e difficile
è anche la Parigi in cui è ambientata la storia. La città che
cinema e tv hanno innalzato a romantica e luminosa, la città delle
luci appunto, è un paesaggio tetro, dentro la quale ci si muove al
buio, strisciando, con i propri pensieri, i propri guai, i propri
dolori. La luce è solo dentro l’anima vibrante di passione di
questi musicisti e cantori, affaticati dalla vita eppure aggrappati
alla gioia che quel singolo istante di musica può regalare.
Per Damien
Chazelle, che è stato il più giovane nella storia di
Hollywood a vincere un Oscar alla regia con La la Land,
The Eddy è un’ulteriore prova di un
talento duttile che tuttavia, sempre a ritmo di musica, si piega e
si trasforma di fronte ad ogni storia, pur rimanendo fedele al suo
stile. Dall’inquadratura al montaggio, Chazelle riesce a mostrare
la sua presenza nonostante si trovi in contesti ancora una volta
differenti rispetto a quelli raccontati fino a questo momento nei
suoi tre film.
Resta tuttavia fedele al linguaggio
cinematografico, in quanto, pur approcciandosi a una serie tv per
Netflix, si dissocia dal linguaggio seriale, lascia
fluire il racconto così come il suo sguardo sui protagonisti e
sulla città, sull’ambiente, così come fluisce la musica jazz, con
le sue regole ma sempre imprevedibile.
Ecco un nuovo trailer del film
The East , diretto da Zal
Batmanglij e diffuso in rete da iTunes Movie
Trailers. Nel cast del film Brit Marling, Alexander
Skarsgård, Ellen Page, Julia Ormond e Patricia
Clarkson.
The East uscirà al cinema negli USA
il prossimo 31 Maggio.
Ecco il video:
Presentato al Sundance Film
Festival, The East affronta un tema urgente e
contemporaneo: i movimenti di attivismo organizzato e i suoi
conflitti con il potere. Qui la Marling è Sarah Moss, brillante
agente di una società di intelligence che ha il compito di
proteggere le multinazionali dagli attacchi degli ambientalisti
radicali, infiltrata in una misteriosa organizzazione anarchica
conosciuta come “The East”.
La donna dovrà fare i conti con la diffidenza di Izzy
(Ellen Page) il membro più convinto e
imprevedibile tra gli eco-guerrieri, e con
l’attrazione che prova per il carismatico leader del gruppo, Benji
(Alexander Skarsgård ) che determinerà uno
spostamento delle sue priorità e un mutamento nei suoi principi
professionali ed etici.
Dopo l’Oscar e un paio di film ben
assestati (L’Ultimo re di Scozia e State of Play), Kevin
MacDonald cambia registro e si dedica ad una storia del
sapore epico, lontana nel tempo e ambientata in uno spazio
sconosciuto, la Britannia del II secolo d. C. Il film è tratto dal
romanzo La legione scomparsa e fa parte di tutto quel genere ad
ambientazione romana che è sempre stato amato oltreoceano.
The Eagle però non è un film che racconta di
combattimenti e carneficine, ci sono anche quelle, certo, ma il suo
nodo centrale è una ricerca, la volontà di un uomo solo di portare
a termine un compito.
In The Eagle
un’intera legione romana si perde nella Britannia. Un centurione
lascia cadere in mano ai nemici l’insegna della sua legione,
l’aquila, simbolo di Roma. Il suo onore è perduto. Dopo molti anni,
il figlio di quello stesso centurione, affronterà terre selvagge e
popoli violenti per riportare a Roma quell’aquila e riabilitare
così l’onore della sua famiglia agli occhi dell’Impero.
Quest’uomo è Channing Tatum, abbastanza convincente
nell’armatura di Marco Flavio Aquila, centurione temerario e devoto
alla Patria. Accanto a lui c’è Jamie Bell che interpreta lo schiavo e poi
amico Esca ed offre un’interpretazione nella norma.
Per molti versi The
Eagle ricorda altro di già visto e sentito, a partire
dalle scene d’inseguimento attraverso altipiani rocciosi, che fanno
venire in mente colossal di ben altra fama (le pianure di Rohan vi
fanno venire in mente qualcosa?). Per quanto l’approccio al genere
sia insolito il film sembra stagnare nella parte centrale,
diventando prolisso nel momento in cui l’azione avrebbe richiesto
più brio. Anche la ricerca dell’eroicità nelle gesta è quasi
scansata laddove si prediligono i piani ravvicinati e i dettagli
alla visione d’insieme delle scene più cruente.
Lo stesso dicasi per il
parsimonioso accompagnamento musicale, che riecheggia di più nei
rituali magici e/o religiosi che nei momenti più incisivi e
narrativamente fondamentali. Interessante invece la dinamica che il
regista ricrea tra i due protagonisti: il machismo tipico della
rappresentazione romana classica del cinema viene sostituito con un
rapporto viscerale e violento ma anche silenziosamente erotico,
senza risultare retorico né scontato, che arricchisce la
filmografia dei due giovani attori di una buona prova per
entrambi.
Purtroppo però nell’insieme il film
sembra disorientato e nell’esigenza ripetitiva di ribadire
l’importanza dell’onore per un centurione finisce per sacrificare
trame e dinamiche narrative che l’avrebbero sicuramente
arricchito.
Apple
TV+ ha svelato oggi il trailer di The Dynasty:
New England Patriots, il documentario in 10 parti della
Imagine Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard
che racconta l’ascesa della dinastia sportiva più dominante del 21°
secolo, i New England Patriots. La serie, che farà il suo debutto
il 16 febbraio, riunisce l’ex quarterback Tom Brady, l’allenatore
Bill Belichick e il proprietario Robert Kraft, oltre a tanti altri
collaboratori, nel racconto della storia che ha portato allo
straordinario primato della squadra.
Grazie a interviste inedite a
Kraft, Belichick e Brady, la serie offre un accesso senza
precedenti alla storia del club, con approfondimenti da parte di
giocatori, allenatori e dirigenti passati e presenti dei Patriots,
tra cui Adam Vinatieri, Drew Bledsoe, Rob Gronkowski, Ty Law, Bill
Parcells e Jonathan Kraft; funzionari della lega e giornalisti
sportivi come Roger Goodell, Al Michaels e Howard Bryant; tifosi di
alto profilo, come Jon Bon Jovi, Bill Burr, Rupert Murdoch e molti
altri. La docuserie è un’esplorazione del viaggio ventennale del
franchise, alla scoperta dell’intesa unica che ha contribuito alle
sei vittorie al Super Bowl, fino al conflitto interno che ha
scatenato una faida per il territorio. Dalla suite
dell’armatore allo spogliatoio, il documentario rivela uno
sguardo dall’interno sulla strada verso la grandezza e sul
conseguente prezzo da pagare.
Diretto dal regista vincitore
dell’Emmy Matthew Hamachek (“Tiger”), “The Dynasty: New England
Patriots” racconta l’ascesa e la storica corsa ventennale dei
Patriots durante l’era Brady-Belichick-Kraft. La docuserie è basata
sull’omonimo bestseller del New York Times dell’autore Jeff
Benedict e scava più in profondità dentro questa storia,
attingendo a migliaia di ore di riprese video e file audio inediti,
provenienti dall’archivio dei Patriots.
La serie di documentari,
The Dynasty: New England Patriots prodotta da
Imagine Documentaries, è prodotta esecutivamente da Brian Grazer,
Ron Howard, Sara Bernstein, Justin Wilkes e Jeff Benedict, insieme
a Matthew Hamachek, che ne cura anche la regia. Miranda
Johnson-Smith, Meredith Kaulfers e Jonna McLaughlin sono
co-produttori esecutivi e Daniel Koehler e Dallas Rexer sono i
produttori. Apple TV+ e Imagine Documentaries hanno recentemente
collaborato all’acclamata docuserie in quattro parti “The Super
Models” uscita nello scorso autunno.
Il regista Roger
Michell, noto ai più per l’iconica commedia romantica
Notting Hill, ha presentato nella sezione
Fuori Concorso della 77ª Mostra d’arte cinematografica di Venezia,
il suo ultimo lavoro The Duke.
Commedia in puro stile british
racconta la storia vera di Kempton Bunton, anziano
di Newcastle che nel 1961 fu coinvolto nel furto di un dipinto di
Francisco Goya alla National Gallery di Londra; unico furto nella
storia ai danni della celeberrima galleria. Il dipinto in questione
è un ritratto del duca di Wellington, da qui il titolo del
film.
The Duke, tratto da una storia vera
Il furto è in realtà un pretesto per
mostrare al pubblico la storia del protagonista, un buono, che con
i suoi metodi stravaganti si è sempre esposto per il bene comune
confidando nella reciproca solidarietà tra gli esseri umani. L’uomo
della porta accanto, il vicino che chiede in prestito una cosa,
sempre per aiutare qualcuno che ha più bisogno.
Curioso a tal proposito, nell’ambito
della programmazione festivaliera, come l’eccentrico e altruista
Bunton di The Duke sia stato presentato lo stesso giorno
del documentario dedicato a Greta Thunberg.
Lontani anni luce, i due, hanno in comune il voler migliorare una
situazione e la caparbietà per riuscire ad ottenerlo.
Il cast di The Duke
Nel ruolo del protagonista
Jim Broadbent, che con il suo inconfondibile stile
ci regala una performance da manuale, affiancato da un cast
stellare tra cui si distinguono: Helen Mirren, Fionn
Whitehead e Matthew Goode. La Mirren si conferma ancora
una volta una punta di diamante del cinema britannico, nel ruolo
della moglie, apparentemente secondario, ci regala nelle scene a
due con Broadbent i momenti più irriverenti del film. Fionn
Whitehead, conosciuto per il ruolo da protagonista in
Dunkirk di Christopher
Nolan, interpreta uno dei figli della coppia, l’unico che
vive ancora con loro. Devoto al padre avrà un ruolo decisamente
cruciale. Come cruciale e carismatico è l’avvocato interpretato da
Goode che sceglierà di assistere un uomo, agli occhi di tutti,
indifendibile.
Orfano del suo cast nella prima
veneziana, anche Jim Broadbent era misteriosamente
assente alla proiezione in Sala Grande, dopo aver presenziato alla
conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio; The Duke è uno di quei film che risplende di
luce propria senza bisogno di lustrini per attirare l’attenzione.
Conquista il pubblico che in film come questo riscopre il piacere
di tornare al cinema. Una storia vera raccontata bene, con quel
pizzico di humor raffinato e freddure pungenti che non possono che
innescare una sonora risata.
Un racconto ironico e raffinato
La regia si mette al servizio della
storia, anche se non mancano i virtuosismi. In particolare la scena
del furto viene narrata attraverso un controcampo di sguardi. Gli
sguardi sospettosi, espressivi ed enigmatici dei ritratti che
circondano quello del duca, e anche qui l’ironia irrompe, una mano
porta via il Goya e, dietro, sullo sfondo, appare in risalto
L’Urlo di Edvard Munch. Ciò che appare
statico diventa dinamismo narrativo grazie al montaggio. A tal
proposito risultano molto convincenti anche le scene d’archivio
della Londra degli anni Sessanta mescolate al nuovo girato.
The Duke, senza essere retorico e struggente,
tocca molti temi importanti come il senso di colpa, il lutto e
l’assenza di dialogo nelle coppie. Punto di forza del film resta
però soprattutto il protagonista di cui verrebbe voglia di sapere
di più, magari leggendo una delle sue tante opere per cui “
Shakespeare dovrebbe cominciare a preoccuparsi”.
THE DUKE di Roger
Michell (Rachel, A Royal Weekend, Notting
Hill) sarà presentato in Selezione Ufficiale – Fuori
Concorso alla 77. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il film sarà distribuito nelle sale
da BIM nel 2021.
Regia: Roger Mitchell
Con: Helen Mirren, Jim
Broadbent, Fionn Whitehead, Matthew Goode
Genere: Comedy, Drama
Nazionalità: UK
Distribuzione: BIM
Uscita: 2021
SINOSSI
Nel 1961, Kempton Bunton, un
tassista di 60 anni, rubò dalla National Gallery di Londra il
Ritratto del duca di Wellington di Francisco Goya. Kempton
chiese un inconsueto riscatto: avrebbe restituito il dipinto solo
se il governo si fosse impegnato di più a sostegno degli anziani,
per i quali si era già battuto in precedenza. Solo 50 anni dopo si
è scoperto che Kempton aveva intessuto una rete di bugie. L’unica
verità era che era un brav’uomo determinato a cambiare il mondo e a
salvare il suo matrimonio. Il racconto di come “il Duca” lo abbia
aiutato in questo è una storia meravigliosamente ispiratrice.
Sarà presentato oggi fuori concorso
il nuovo film di Roger Michell The Duke con
protagonisti Jim Broadbent,
Helen Mirren, Fionn Whitehead,
Matthew Goode, Anna Maxwell Martin.
The Duke, nella grande tradizione
delle Ealing Comedies, mostra un uomo semplice che parla
apertamente ai potenti. Per quanto si tratti di una storia seria,
non va presa troppo sul serio.
The Duke, la trama
Nel 1961,
Kempton Bunton, un taxista di sessant’anni, rubò il ritratto
del Duca di Wellington di Francisco Goya dalla National Gallery di
Londra. Fu il primo (e finora unico) furto nella storia della
Gallery. Kempton mandò una richiesta di riscatto asserendo che
avrebbe restituito il dipinto a condizione che il governo si
impegnasse a favore degli anziani attraverso maggiori investimenti:
si era a lungo battuto affinché i pensionati avessero diritto
alla televisione gratuita. Ciò che accadde successivamente
è leggenda. Fu solo cinquant’anni più tardi che l’intera
storia venne a galla: Kempton aveva intessuto una trama di bugie.
L’unica verità era che era una brava persona, determinato a
cambiare il mondo e salvare il suo matrimonio. Come e
perché avesse deciso di ricorrere al Duca per portare a
compimento il suo piano rimane una storia incredibilmente
affascinante.
N.I.C.E. – New Italian
Cinema Events, è un’associazione culturale nata a
Firenze con l’obiettivo di promuovere il nuovo cinema
indipendente italiano all’estero, attraverso l’organizzazione di
festival e scambi culturali negli Stati Uniti, in Europa e in
Asia.
Quest’anno si celebra la 27 esima
edizione negli Stati Uniti e dopo una prima tappa a San
Francisco, il N.I.C.E., diretto da Viviana Del Bianco, prosegue a
New York con tre proiezioni e un evento speciale dal 14 al 17
novembre.
La selezione dei film è
particolarmente variegata. Il film di apertura
sarà Franca: Chaos and Creation, il
documentario di Francesco Carrozzini
su Franca Sozzani, madre del regista e
leggendaria direttrice di VogueItalia, venuta a mancare nel 2016. Il giorno
successivo sarà dedicato al mondo del vino con la proiezione
di The Duel of Wine, diretto da Nicolás
Carreras.
A chiusura del festival sarà
presentato in anteprima negli Stati Uniti, Taranta
on the Road, un viaggio attraverso la musica
salentina con la regia di Salvatore Allocca.
Le proiezioni verranno ospitate da
due partner storici del festival, l’Istituto Italiano di
Cultura e la Casa Italiana Zerilli-Marimò (NYU). Tra gli ospiti
ci saranno Francesco Carrozzini, il regista candidato all’Emmy
Award, che presenterà il suo film insieme alla giornalista
Grazia D’annunzio, Special Projects Editor di Vogue; il noto
sommelier Charlie Arturaola , protagonista di Duel of Wine ed
il regista di Taranta on the Road Salvatore Allocca insieme
allo lo sceneggiatore Amara Lakhous .
EVENTO MERCOLEDÌ 15 NOVEMBRE
FILM SCREENING: The Duel of Wine di
Nicolás Carreras
Istituto Italiano di Cultura,
6PM — 686 Park Avenue, New York Ingresso libero – In collaborazione
con #Film4Life e la media agency Glim Creative.
A seguito della proiezione incontro
con Lino Pujia (produttore) e il sommelier Charlie Arturaola
moderato da Simone Bracci (Film 4 Life). Rinfresco e degustazione
“Wine tasting” offerto da Carpineto, Arnaldo Caprai, Bisol
Crede e Cantina del Castello.
Il celebre Sommelier Charlie
Arturaola ha “perduto” il senso dell’olfatto, strumento
principe del suo mestiere e si ritrova d’improvviso sul lastrico e
senza alcuna credibilità nel settore eno-gastronomico. Costretto a
vivere nei sobborghi di Miami tuttavia non si dà per vinto.
Nel frattempo un altro eccellente Sommelier, l’italiano Luca
Gardini, sta marciando verso le finali della competizione
mondiale The Duel of Wine che si tiene a New York. Charlie
escogita uno stratagemma per poter partecipare alle fasi
eliminatorie del Campionato.
È online il trailer italiano
di The Drop (in italia si
intitoleràChi è senza
colpa), film di Michael R.
Roskam, ultimo lavoro del
compianto James Gandolfini prima della
sua morte. Oltre all’ex Tony Soprano il cast del film
comprende anche due stelle assolute come Tom
Hardy e Noomi Rapace. Ecco il
trailer:
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Protagonista di
The Drop è proprio Tom
Hardy che impersona un ex criminale e ora barista in
un locale che funge da punto di incontro e di scambio per i
criminali di zona. Gandolfini interpreta suo cugino, e la storia
comincia quando il personaggio di Hardy salva un cucciolo di pit
bull solo per diventare poi il bersaglio del vecchio proprietario
del cane, in pazzo mentalmente instabile. Dennis Lehane autore di Mystic
River e Shutter Island ha
scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre a James
Gandolfini e Tom Hardy ci
sono anche Noomi Rapacee Matthias Schoenaerts.
Il film uscirà negli Stati Uniti il prossimo 19 settembre.
Ecco il trailer internazionale di
The Drop, prima Animal
Rescue, uscito in esclusiva su EMPIRE, film drammatico diretto da Michaël R.
Roskam in cui vedremo, purtroppo per l’ultima volta,
James Gandolfini. L’attore de I Soprano
ha diviso il set con Tom Hardy:
Di seguito le foto del film:
[nggallery id=477]
Protagonista del
film è proprio Tom Hardy che impersona un ex
criminale e ora barista in un locale che funge da punto di incontro
e di scambio per i criminali di zona. Gandolfini interpreta suo
cugino, e la storia comincia quando il personaggio di Hardy salva
un cucciolo di pit bull solo per diventare poi il bersaglio del
vecchio proprietario del cane, in pazzo mentalmente instabile.
Dennis Lehane autore di
Mystic River e Shutter Island ha
scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre a James
Gandolfini e Tom Hardy ci sono anche
Noomi Rapacee Matthias Schoenaerts. Il film uscirà
negli Stati Uniti il prossimo 19 settembre.
Ecco a seguire nella gallery alcune
nuove immagini da The Drop, in cui
vediamo Tom Hardy alle prese con dei teneri
cuccioli. Il film è diretto da Michael R. Roskam e
vede nel cast anche Noomi Rapace e per l’ultima
volta sul grande schermo James Gandolfini.
[nggallery id=477]
Protagonista del film è
proprio Tom Hardy che impersona un ex
criminale e ora barista in un locale che funge da punto di incontro
e di scambio per i criminali di zona. Gandolfini interpreta suo
cugino, e la storia comincia quando il personaggio di Hardy salva
un cucciolo di pit bull solo per diventare poi il bersaglio del
vecchio proprietario del cane, in pazzo mentalmente instabile.
Dennis Lehane autore
di Mystic River e Shutter
Island ha scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre
a James Gandolfini e Tom
Hardy ci sono anche Noomi Rapacee
e Matthias Schoenaerts. Il film uscirà negli Stati Uniti il
prossimo 19 settembre.
Ecco il primo trailer di
The Drop, prima Animal
Rescue, film drammatico diretto da Michaël R.
Roskam in cui vedremo, purtroppo per l’ultima volta,
James Gandolfini. L’attore de I Soprano
ha diviso il set con Tom Hardy:
Protagonista del film è proprio
Tom Hardy che impersona un ex criminale e ora
barista in un locale che funge da punto di incontro e di scambio
per i criminali di zona. Gandolfini interpreta suo cugino, e la
storia comincia quando il personaggio di Hardy salva un cucciolo di
pit bull solo per diventare poi il bersaglio del vecchio
proprietario del cane, in pazzo mentalmente instabile.
Dennis Lehane autore di
Mystic River e Shutter Island ha
scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre a James
Gandolfini e Tom Hardy ci sono anche
Noomi Rapacee Matthias Schoenaerts. Il film uscirà
negli Stati Uniti il prossimo 19 settembre.
Ecco le prime foto di
The Drop, prima Animal
Rescue, film drammatico diretto da Michaël R.
Roskam in cui vedremo, purtroppo per l’ultima volta,
James Gandolfini. L’attore de I Soprano
ha diviso il set con Tom Hardy, anche lui nelle
foto. [nggallery id=477]
Protagonista del film è proprio
Tom Hardy che impersona un ex criminale e ora
barista in un locale che funge da punto di incontro e di scambio
per i criminali di zona. Gandolfini interpreta suo cugino, e la
storia comincia quando il personaggio di Hardy salva un cucciolo di
pit bull solo per diventare poi il bersaglio del vecchio
proprietario del cane, in pazzo mentalmente instabile.
Dennis Lehane autore di
Mystic River e Shutter Island ha
scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre a James
Gandolfini e Tom Hardy ci sono anche
Noomi Rapacee Matthias Schoenaerts. Il film uscirà
negli Stati Uniti il prossimo 19 settembre.
Pubblicata online un nuovo
spot tv per The Drop il
film di Michael R. Roskam che segna
l’ultimo lavoro di James
Gandolfini prima della sua morte.
Oltre a Gandolfini il cast del film comprende anche due stelle
assolute come Tom Hardy e Noomi
Rapace.
Protagonista del film è
proprio Tom Hardy che impersona un ex
criminale e ora barista in un locale che funge da punto di incontro
e di scambio per i criminali di zona. Gandolfini interpreta suo
cugino, e la storia comincia quando il personaggio di Hardy salva
un cucciolo di pit bull solo per diventare poi il bersaglio del
vecchio proprietario del cane, in pazzo mentalmente instabile.
Dennis Lehane autore
di Mystic River e Shutter
Island ha scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre
a James Gandolfini e Tom
Hardy ci sono anche Noomi Rapacee
Matthias Schoenaerts. Il film uscirà negli Stati Uniti il
prossimo 19 settembre.
Pubblicata online la prima clip per
The Drop il film di Michael R.
Roskam che segna l’ultimo lavoro di James
Gandolfini prima della sua morte. In questa clip vediamo
il compianto attore scagliarsi verbalmente contro un Tom
Hardy tutt’altro che preoccupato.
Protagonista del film è
proprio Tom Hardy che impersona un ex
criminale e ora barista in un locale che funge da punto di incontro
e di scambio per i criminali di zona. Gandolfini interpreta suo
cugino, e la storia comincia quando il personaggio di Hardy salva
un cucciolo di pit bull solo per diventare poi il bersaglio del
vecchio proprietario del cane, in pazzo mentalmente instabile.
Dennis Lehane autore
di Mystic River e Shutter
Island ha scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre
a James Gandolfini e Tom
Hardy ci sono anche Noomi Rapacee
Matthias Schoenaerts. Il film uscirà negli Stati Uniti il
prossimo 19 settembre.
Potete vedere il filmato
direttamente qua sotto insieme ai due poster
Pubblicata online una nuova
featurette per The Drop il film
di Michael R. Roskam che segna l’ultimo
lavoro di James Gandolfini prima della
sua morte.
Oltre a Gandolfini il cast del film comprende anche due stelle
assolute come Tom
Hardy e Noomi Rapace.
Protagonista del film è proprio Tom
Hardy che impersona un ex criminale e ora barista in
un locale che funge da punto di incontro e di scambio per i
criminali di zona. Gandolfini interpreta suo cugino, e la storia
comincia quando il personaggio di Hardy salva un cucciolo di pit
bull solo per diventare poi il bersaglio del vecchio proprietario
del cane, in pazzo mentalmente instabile. Dennis Lehane autore di Mystic
River e Shutter Island ha
scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre a James
Gandolfini e Tom Hardy ci
sono anche Noomi Rapacee Matthias Schoenaerts.
Il film uscirà negli Stati Uniti il prossimo 19 settembre.
Pubblicata online due nuove clip e
una featurette per The Drop il
film di Michael R. Roskam che segna
l’ultimo lavoro di James
Gandolfini prima della sua morte.
Oltre all’ex Tony Soprano il cast del film comprende anche due
stelle assolute come Tom
Hardy e Noomi Rapace.
Protagonista del film è proprio Tom
Hardy che impersona un ex criminale e ora barista in
un locale che funge da punto di incontro e di scambio per i
criminali di zona. Gandolfini interpreta suo cugino, e la storia
comincia quando il personaggio di Hardy salva un cucciolo di pit
bull solo per diventare poi il bersaglio del vecchio proprietario
del cane, in pazzo mentalmente instabile. Dennis Lehane autore di Mystic
River e Shutter Island ha
scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre a James
Gandolfini e Tom Hardy ci
sono anche Noomi Rapacee Matthias Schoenaerts.
Il film uscirà negli Stati Uniti il prossimo 19 settembre.
Pubblicata online due nuove clip e
una featurette per The Drop il
film di Michael R. Roskam che segna
l’ultimo lavoro di James
Gandolfini prima della sua morte.
Oltre all’ex Tony Soprano il cast del film comprende anche due
stelle assolute come Tom
Hardy e Noomi Rapace.
Protagonista del film è proprio Tom
Hardy che impersona un ex criminale e ora barista in
un locale che funge da punto di incontro e di scambio per i
criminali di zona. Gandolfini interpreta suo cugino, e la storia
comincia quando il personaggio di Hardy salva un cucciolo di pit
bull solo per diventare poi il bersaglio del vecchio proprietario
del cane, in pazzo mentalmente instabile. Dennis Lehane autore di Mystic
River e Shutter Island ha
scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre a James
Gandolfini e Tom Hardy ci
sono anche Noomi Rapacee Matthias Schoenaerts.
Il film uscirà negli Stati Uniti il prossimo 19 settembre.
Pubblicata online due nuove
clip e una featurette per The
Drop il film di Michael R.
Roskam che segna l’ultimo lavoro
di James Gandolfini prima della sua
morte.
Oltre all’ex Tony Soprano il cast del film comprende anche due
stelle assolute come Tom
Hardy e Noomi Rapace.
Protagonista del film è proprio Tom
Hardy che impersona un ex criminale e ora barista in
un locale che funge da punto di incontro e di scambio per i
criminali di zona. Gandolfini interpreta suo cugino, e la storia
comincia quando il personaggio di Hardy salva un cucciolo di pit
bull solo per diventare poi il bersaglio del vecchio proprietario
del cane, in pazzo mentalmente instabile. Dennis Lehane autore di Mystic
River e Shutter Island ha
scritto la sceneggiatura. Nel cast oltre a James
Gandolfini e Tom Hardy ci
sono anche Noomi Rapacee Matthias Schoenaerts.
Il film uscirà negli Stati Uniti il prossimo 19 settembre.
Sono Zooey
Deschanel e Anton Yelchin i protagonisti
della prima foto di The Driftless Area,
film prodotto dalla Radiant Films International e al momento al
mercato di Cannes 2014 in cerca di un distributore. Il film è
diretto da Zachary Sluser e trai protagonisti,
oltre a Zooey Deschanel e Anton Yelchin,
vede anche Frank Langella, John Hawkes, Ciaran Hinds e
Alia Shawkat.
Adattamento del romanzo omonimo
scritto da Tom Drury, The Dritless
Area parla di una storia romantica non convenzionale
in bilico tra morte, amore e fato. Al centro della storia ci sono
l’enigmatica Stella e Pierre, un tranquillo barista pieno di
risorse che torna al suo paesino d’origine dopo la morte dei suoi
genitori. Quando Pierre si innamora di Stella, egli èinvolontariamentecoinvolto
inun cerchiodel
destino che lo mette contro Shane, un volubile
criminale.
Il film è prodotto da Keith
Kjarval per la Unified Pictures e da Aaron L.
Gilbert per la Bron Studios, in associazione con la CW
Media Finance.
Guarda il trailer ufficiale di
The Dressmaker, la commedia drammatica di
Jocelyn Moorhouse (Gli anni dei ricordi,
Segreti) con protagonista il premio Oscar Kate
Winslet.
Basato sull’omonimo romanzo scritto
da Rosalie Ham, il film segue la storia di Tilly
(Winslet), di ritorno al suo paese di origine (che aveva
abbandonato dopo essere stata ingiustamente accusata di omicidio)
per prendersi cura della madre. Grazie al suo lavoro di stilista,
la donna avrà un forte impatto sulle altre abitanti della
cittadina, reinventando la loro immagine e dando loro la
possibilità di riscattarsi socialmente. Grazie alla sua
professione, Tilly riuscirà a vendicarsi dei suoi detrattori e a
trovare anche l’amore. Il cast del film annovera anche Judy
Davis, Liam Hemsworth e Hugo
Weaving.
Ecco due clip da The Dressmaker – Il diavolo è
tornato, film con protagonista Kate
Winslet che arriva oggi al cinema. Di seguito le clip con
protagonisti la Winslet e Liam Hemsworth:
Tratto
dall’omonimo romanzo best-seller di Rosalie Ham, The Dressmaker – Il diavolo è
tornato è ambientato interamente in Australia, nello
stato di Victoria, nel 1950, ed è diretto dalla regista australiana
Jocelyn Moorhouse.
Il film in Australia ha
riscosso un successo di pubblico e critica senza precedenti e un
incasso da record. Una pellicola tutta al femminile, dall’autrice
del romanzo, alla regista, alla protagonista Premio Oscar
Kate Winslet che interpreta l’affascinante
personaggio di Tilly, una giovane e bella donna che, dopo aver
trascorso molti anni in Europa, torna nella sua piccola città
natale. Dalle più importanti case di moda parigine a un contesto
quasi rurale, Tilly rivoluzionerà la sua vita, ritroverà la madre –
interpretata dalla candidata al Premio Oscar Judy Davis
–, si innamorerà inaspettatamente di Teddy (il Liam
Hemsworth della saga di Hunger Games e fratello di Chris –
alias Thor) e si vendicherà per esser stata cacciata dalla sua
terra. Grazie alla sua professionalità e alla bravura maturata con
anni di esperienza, Tilly riuscirà a trasmettere alle donne di
Dungatar il suo incredibile senso del bello e dello
stile.
In The Dressmaker – Il
diavolo è tornato dopo aver passato gran parte della
propria giovinezza a Parigi e aver appreso gli affascinanti segreti
della sartoria d’alta moda, al principio degli anni ’50 Tilly
Dunnage fa ritorno a Dungatar, piccola cittadella sperduta nel
mezzo di un deserto australiano che ricorda molto il west
americano. Tornata all’ovile con l’apparente intenzione di accudire
una stramba e claudicante madre che pare non riconoscerla neppure,
la giovane in realtà medita ben altri piani nei confronti dei
loschi ex-compaesani, responsabili del suo allontanamento forzato a
causa di un oscuro fatto di sangue avvenuto durante l’infanzia, del
quale però la ragazza non serba alcun ricordo. Affilate le forbici.
Puntante gli spilli. Tilly è tornata, e non sembra avere per nulla
buone intenzioni!
Sergio Leone
incontra J.P. Gaultier, mentre sullo sfondo
Tarantino osserva e se la ride di gran gusto. Basta solo questa
delirante e grottesca immagine, degna del più astruso quadro
surrealista, a farci assaporare la struttura programmatica su cui
si regge The Dressmaker – Il diavolo è tornato,
pellicola ad alto tasso di contaminazione intergenere tratta dal
romanzo anonimo di Rosalie Ham e impeccabilmente
diretta da Jocelyn Moorthouse, regista
notoriamente a sua agio con soggetti drammatici chiamato a dare
corpo a un racconto alquanto atipico che fa del glamour e
del gusto citazionistico le proprie ruote motrici.
The Dressmaker – Il diavolo è tornato, il
film
Dispiegando un vasto campionario di
registri narrativi che spaziano dal pulp al
western classico – con grande attenzione al filone
return and revenge sul modello de Il cavaliere
della valle solitaria, intercettando persino i rossi
schizzi dello splatter e culminando con atmosfere da
thriller di provincia, la sceneggiatura dello stesso
regista si dimostra ben solida per la tutta la parte iniziale,
plasmando un racconto ricco di spunti tematici ad alto concertato
eccitatorio e dalla messa in scena esteticamente debordante,
risultando alquanto sbilanciato e claudicante nel suo mezzo –
complice un secondo twist narrativo troppo stiracchiato –
e capace di risollevarsi con uno scoppiettante finale.
La Dungatar di Tilly, sperduta nel
mezzo dell’Old Wild Australia, è popolata da un perfetto
microcosmo di bastards tarantiniani ipercaratterizzati,
fra i quali spicca un irriverente Hugo Weaving nei panni di un dandy
cop segretamente en-travestì, una Judy
Devis sdentata mad mother e un Liam Hemsworth belloccio e zoticone. Kate Winslet, coadiuvata dai baroccheggianti
costumi di Margot Wilson e dalla fotografia ultra
satura di Donald McAlpine, si trasforma in un
femminino vendicatore solitario in tacchi a spillo, esplodendo
nella procace giunonica bellezza da femme fatale e
immergendosi con grande convinzione e maestria nei panni
(rigorosamente alla moda) di una novella Crudelia De Mon.
Avendo la spregiudicatezza – e
l’intelligenza – non prendersi mai troppo sul serio, The
Dressmaker – Il diavolo è tornatosi lascia
cullare dalle sinfonie morriconeggianti di David
Hirschfelder, mentre lustrini e paillettes
divengono le nuove pallottole kitch di una vendetta da
consumarsi rigorosamente gelata.
Dopo aver diretto grandi film
internazionali come L’ultimo imperatore, Il tè nel deserto
e Piccolo Buddha, il regista italiano premio Oscar
Bernardo Bertolucci
tornò a raccontare gli impulsi giovanili e le rivoluzioni degli
anni Sessanta in The Dreamers – I
sognatori, suo penultimo film distribuito in sala nel
2003. Per lui si tratta quasi di un ritorno alle origini, avendo
già trattato tematiche simili nel suo secondo film, Prima della
rivoluzione, risalente al 1964. Per raccontare nuovamente
quegli anni e quei giovani, Bertolucci sceglie di affidarsi al
racconto The Holy Innocents, dello scrittore scozzese
Gilbert Adair, qui sceneggiatore del film.
In The Dreamers Bertolucci
ha raccolto non solo una serie di sentimenti, ma anche tutto il suo
grande amore per il cinema. Numerosi sono i film che vengono citati
più o meno esplicitamente, sia attraverso i dialoghi sia attraverso
semplici riproposizioni delle scene più famose di questi. Tra i
titoli più celebri omaggiati si ritrovano Fino all’ultimo
respiro, Gioventù bruciata, Luci della città, Bande à part,
Scarface – Lo sfregiato, Persona, Mouchette e I 400
colpi. Allo stesso modo, per ricostruire l’epoca in cui è
ambientato il film Bertolucci sceglie di affidarsi ad una colonna
sonora pop di brani contemporanei agli eventi narrati, comprendente
artisti come Édith Piaf, The Doors e Janis Joplin.
Accolto con grande entusiasmo da
parte di critica e pubblico, The Dreamers si è affermato
per la bellezza del suo racconto, dei suoi protagonisti e di
un’epoca complessa che sembra non poter tornare mai più. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori ed alle frasi più belle del
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
The Dreamers: la trama del
film
Protagonista del film è lo studente
americano Matthew, il quale decide di trascorrere
un periodo di tempo in Francia, a Parigi, per imparare a parlare il
francese. Arrivato nella capitale, questi si ritrova da subito
coinvolto nel fermento rivoluzionario che caratterizzerà il paese
nel maggio del 1968. Durante uno dei suoi giri solitari,
all’interno della Cineteca Nazionale egli si imbatte in
Isabelle e Theo, due fratelli
gemelli caratterialmente fuori dalle righe. In breve, Matthew si
trasferisce da loro, trovandosi però a doversi confrontare con
dinamiche alquanto particolari. Una forte tensione erotica inizia
ad instaurarsi tra i tre, portando Matthew a dover gestire una
situazione quanto mai inaspettata.
The Dreamers: il cast del film
Per il ruolo dello studente
americano Matthew, Bertolucci aveva inizialmente considerato gli
attori Jake Gyllenhaal
e Leonardo
DiCaprio. Il primo rifiutò però il ruolo a causa delle
scene di nudo particolarmente esplicite, mentre il secondo era già
impegnato in altri progetti. Il ruolo venne allora affidato a
Michael Pitt, affermatosi in quegli anni grazie
alla serie Dawson’s Creek e scelto anche per via
della sua somiglianza con DiCaprio. L’attore era consapevole delle
scene di nudo presenti nel film, ma accettò ugualmente non
considerandole un problema. Accanto a lui, nei panni di Théo vi è
invece l’attore Louis Garrel,
il quale divenne uno dei più popolari della sua generazione proprio
a partire da questo film.
Nei panni del conturbante Isabelle
vi è invece l’attrice Eva Green.
Questa debuttò sul grande schermo proprio grazie a questo film, per
il quale accettò di recitare nuda pur di poter lavorare per
Bertolucci. Nel film sono in realtà presenti molte scene di nudo di
tutti e tre i protagonisti, e per metterli a loro agio con ciò
Bertolucci chiese loro di svestirsi ben prima delle riprese della
scena, così da potersi abituare alla loro nudità. Durante le
riprese, inoltre, la Green andò incontro ad un incidente nel
momento in cui i suoi capelli presero fuoco. L’attrice però non si
scompose, e Bertolucci decise di lasciare la scena nel film.
The Dreamers: le frasi più belle,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. The Dreamers – I
sognatori è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 31
marzo alle ore 21:00 sul canale
Cine 34.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più
belle del film:
Lo sai cos’ha detto qualcuno?
Che non esiste l’amore. Esistono soltanto prove d’amore. Tu sei
pronto a darci una prova del tuo amore? (Isabelle)
Ho letto ne “Les Cahiers du
Cinéma” che un regista è come, come un guardone, un voyeur. È come
se la macchina da presa fosse… il buco della serratura della porta
dei tuoi genitori. E tu li spii, e sei disgustato… e ti senti in
colpa… ma non puoi fare a meno di guardare. Fare i film è come un
reato. Un regista è come un criminale. Dovrebbe essere
illegale. (Matthew)
Parlavamo di politica e film, e
di come i francesi non fossero mai riusciti ad avere un buon gruppo
rock. Avrei voluto che quella notte non finisse mai.
(Matthew)
Forse lo schermo era veramente
uno schermo, schermava noi, dal mondo. Ma ci fu una sera nella
primavera del ’68 in cui il mondo finalmente sfondò lo
schermo. (Matthew)
The Dragon
Prince di Netflix
è tornato per la sua sesta e penultima stagione. Creata da
Aaron Ehasz – sceneggiatore capo di Avatar: The Last Airbender – e
Justin Richmon, si svolge nella magica terra di
Xadia, divisa a metà tra il magico est, governato da draghi ed elfi
collegati a una delle sei fonti primordiali di magia, e i regni
umani dell’ovest, che usano la Magia Oscura per togliere la magia
alle creature nate con essa. Mentre le prime stagioni si sono
concentrate sulla principessa di Katolis e su un assassino
elfico che cerca di evitare la guerra tra gli elfi e gli umani,
la quarta stagione ha dato inizio a un nuovo arco narrativo
che riguarda l‘elfo Startouch,
Aaravos (Erik Todd Dellums), che ha
mosso i fili da una prigione nascosta.
La sesta stagione vede i personaggi
spinti al limite, mentre intraprendono viaggi di auto-riflessione e
svelano antichi segreti magici. Il finale offre una serie di colpi
emotivi per molte di queste storie e allo stesso tempo prepara il
conflitto finale per la prossima. Soprattutto, il finale della
sesta stagione, “Starfall”, risponde finalmente
ad alcune importanti domande su Aaravos e sulle sue
motivazioni, che sicuramente lasceranno il pubblico con
molte domande.
Cosa è successo nella stagione
6 de The Dragon Prince?
Dopo la stagione 5, gli eroi
hanno acquisito la prigione di Aaravos e quindi si disperdono. Il
principe Callum (Jack DeSena) e la sua fidanzata,
l’elfa Rayla (Paula Burrows), si dirigono a nord
verso lo Sky Scrapper per incontrare gli elfi celesti secolari.
Speravano di trovare la Lama Nova, che si dice abbia il potere di
uccidere un immortale, ma purtroppo gli elfi l’hanno data a un
umano molti anni fa. Tuttavia, quando Callum e Rayla li aiutano ad
affrontare un colosso che crea una bufera di neve, regalano al duo
la Corona del Cielo, ornata da tre potenti Diamanti Quasar
contenenti Magia Stellare. Inoltre, aiutano Callum a
purificarsi dalla macchia della Magia Nera aiutandolo a connettersi
con la sua luce interiore, che si manifesta come amore per
Rayla.
Nel sud, il principe Karim
(Luc Roderique) degli elfi Sunfire guida i suoi
seguaci contro la sorella, la regina Janai (Rena
Anakwe), per le sue politiche progressiste. Il giorno del
suo matrimonio con la zia di Callum, il generale Amaya
(Sheila Ferguson), Karim usa il seme del sole che
ha rubato a Janai per guarire le ali dell’arcidrago cieco del sole,
Sol Regem (Adrian Hough), in cambio del suo aiuto
per sconfiggere gli eserciti di Janai. Tuttavia, Karim viene
tradito dal suo consigliere, Pharos (Deven Christian
Mack), che è un burattino di Aaravos da quando lo ha
infettato nella terza stagione. Abbandonando Karim alla sconfitta,
Pharos dirige Sol Regem verso il regno umano di Katolis, dove
il drago viene ferito a morte mentre inonda la capitale di
fiamme.
Fortunatamente, la maggior parte
dei cittadini sopravvive grazie a Lord Viren (Jason
Simpson), tornato a Katolis per espiare i suoi crimini.
Utilizzando il proprio cuore in un rituale di Magia Nera,
rende i sopravvissuti immuni al fuoco del drago,
in modo che suo figlio Soren (Jesse Inocalla)
possa condurli al sicuro. Il suo corpo viene trovato dalla figlia
Claudia (Racquel Belmonte) e dal suo fidanzato,
l’elfo di sangue terrestre Terry (Benjamin
Callins). Claudia è sconvolta e incerta sul da farsi,
finché non si imbatte nella prigione di Aaravos.
In “Starfall” i morti parlano e
una stella caduta risorge
Callum e Rayla si recano al Nesso
Lunare per utilizzare i Diamanti Quasar e liberare le anime dei
genitori e del padre adottivo di Rayla, Runaan (Jonathan
Holmes), dalle monete magiche maledette di Viren, anche
se uno dei diamanti si rivela un falso. Questo
lascia Rayla di fronte a una scelta difficile quando entra nel
Mondo degli Spiriti: chi salverà e a chi rinuncerà? Alla
fine sceglie di salvare Runaan. Anche se non vorrebbe altro che
passare del tempo con i suoi genitori, che l’hanno lasciata in
giovane età per unirsi alla Guardia del Drago, sono contenti di
passare oltre, sapendo che il loro sacrificio non è stato vano. Nel
frattempo, Runaan ha ancora suo marito, Ethari (Vincent
Gale), che lo aspetta, ed è tormentato dal disgusto per se
stesso perché ha cercato di uccidere Rayla per la sua sfida nella
prima stagione. Far rivivere Runaan gli offre quindi la possibilità
di espiare i suoi errori. Callum esegue quindi il rituale e, mentre
Rayla abbraccia Runaan, Callum raccoglie la sua moneta dell’anima
vuota.
Nel frattempo, dopo aver seppellito
il padre, Claudia accetta di liberare Aaravos. Questi le insegna lo
stesso incantesimo usato da Callum e le rivela che l’ultimo
Diamante Quasar è nascosto nel bastone di Viren. Questo conferma
che è stato Aaravos a dare il bastone a Ziard (Brian
Drummond), il primo Mago Oscuro, che ha accecato Sol Regem
quando il drago ha minacciato la sua città. Aaravos racconta poi a
Claudia di sua figlia, Leola (Ridley Simpson).
Amava i mortali e passava più tempo su Xadia che nei cieli con i
suoi compagni Elfi Startouch. Un giorno, donò all’umanità delle
pietre primordiali affinché potessero lanciare la magia come gli
elfi e i draghi. Purtroppo, un giovane Sol Regem informò gli Elfi
Startouch, che condannarono Leola a morte per aver infranto
l’ordine cosmico.
Aaravos offrì la sua vita in
cambio, ma gli Elfi Startouch rifiutarono, offrendogli invece la
grazia di morire accanto a sua figlia. In quel momento
nacque la Stella Caduta. Rifiutando la loro misericordia,
egli confortò Leola mentre veniva trasformata in luce stellare e
gettata giù a Xadia, creando il Mare del Castout. Aaravos passò i
successivi cento anni a riempirlo con le sue lacrime e la
sua prigione fu poi nascosta nel mare, come se fosse stato
fatto per punire ulteriormente la Stella Caduta.
Dopo il racconto, Terry suggerisce
di andarsene, poiché Aaravos è interessato solo a
vendicarsi. Claudia, tuttavia, paragona la situazione di
Aaravos a quella di suo padre: entrambi gli uomini fanno cose
terribili per amore dei loro figli e sono disposti a fare qualsiasi
cosa per tenerli al sicuro. Questo permette a Claudia di
immedesimarsi in Aaravos e di lanciare con successo l’incantesimo.
Aaravos viene liberato e assume una forma gigantesca prima
di sostenere Claudia verso il cielo.
Cosa significa questo per la
stagione 7 de The Dragon Prince?
“Polvere di stelle“ mette in luce
molti dei punti di forza della sesta stagione, che hanno elevato lo
show oltre le poco brillanti stagioni 4 e 5.La
conclusione delle storie secondarie negli episodi precedenti ha
mantenuto l’attenzione dove doveva essere: sugli sviluppi dei
personaggi principali. Il salvataggio di Runaan da parte
di Rayla porta a una conclusione soddisfacente la sua storia
pluriennale riguardante l’eredità della sua famiglia. Forse in
questo modo l’incantesimo di esilio che le era stato imposto nella
terza stagione sarà revocato e potrà ricongiungersi al suo
popolo.
Il ritorno di Runaan promette anche
drammi tra lui e i principi reali, che l’hanno visto per l’ultima
volta quando lui e i suoi assassini hanno ucciso Re
Harrow (Luc Roderique). Mentre il fratellastro di Callum,
Re Ezran (Sasha Rojen), si batte per la pace e la
riconciliazione, l’incontro con l’assassino di suo padre potrebbe
far emergere emozioni dure che metteranno in discussione gli ideali
del giovane re. Per quanto riguarda Callum, probabilmente cercherà
di essere di supporto a Rayla, ma il fatto di non aver mai potuto
dire al patrigno quanto lo amava potrebbe portare a un brutto
confronto.
Le rivelazioni su Aaravos
aggiungono retroscena e mitologia al mondo deThe Dragon
Prince. La storia di Leola è ispirata al racconto di
Prometeo: un immortale che viene punito per aver fatto un dono ai
mortali. Dato che nella terza stagione Sol Regem si riferiva agli
esseri umani come esseri inferiori e gli Elfi Stellati lo
definivano uno squilibrio cosmico, ci si chiede quale sia il posto
degli elfi e dei draghi nel mondo di Xadia. Il fatto che Callum
dimostri che gli umani possono connettersi agli elementi
primordiali complica ulteriormente le cose. Si tratta anche in
questo caso di uno squilibrio cosmico, oppure gli Elfi Startouch si
sbagliavano e, se incontreranno Callum, rivaluteranno le loro
azioni? Questo rende anche più giustificata la predilezione di
Aaravos per gli umani, che, come sua figlia, sono esseri
innocenti ingiustamente puniti da poteri superiori che pretendono
di saperne di più.
La fine della Stagione 6 prepara
anche molti oggetti da utilizzare nella Stagione 7. Rimane un
Diamante Quasar, il che significa che qualcun altro potrebbe essere
riportato in vita. O forse Callum userà il diamante per
intrappolare Aaravos nella moneta dell’anima,
permettendogli così di non usare la Magia Nera.
Poi c’è la Lama Nova. Le spade magiche sono un punto fermo
del fantasy e, sebbene gli Elfi Celesti rivelino che non può
uccidere Aaravos, può distruggere la sua forma fisica. Se gli eroi
riuscissero a trovarla, la lama potrebbe essere usata per
indebolire Aaravos. Infine, durante il flashback con Aaravos, egli
usa il suo cubo, chiamato Chiave di Aaravos, per sbloccare un libro
con la conoscenza di tutte e sei le magie primordiali. Callum sta
portando con sé il cubo, quindi forse troverà questo libro e
imparerà qualcosa che lo aiuterà ad eguagliare la magia di
Aaravos.