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The Equalizer 2 – Senza perdono, il trailer italiano

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The Equalizer 2 – Senza perdono, il trailer italiano

Ecco il trailer italiano di The Equalizer 2 – Senza perdono, il film con Denzel Washington diretto da Antoinie Fuqua, sequel del film ispirato alla serie TV anni ’80 Un giustiziere a New-York.

The Equalizer 2 – Senza perdono – il trailer italiano

Denzel Washington di nuovo nei panni dell’ex-agente della CIA Robert McCall nel primo trailer italiano di The Equalizer 2 – Senza perdono, seconda pellicola ispirata alla serie TV anni ’80 Un giustiziere a New-York. La regia è firmata da Antoinie Fuqua, già regista di The Equalzer – Il Vendicatore e autore di numerosi successi in coppia con Denzel Washington tra cui Training Day, che valse all’attore statunitense il secondo Premio Oscar®, e I Magnifici Sette. Nel cast anche Pedro Pascal, Ashton Sanders, Bill Pullman e Melissa Leo. Il film sarà nelle sale italiane dal 14 agosto distribuito da Warner Bros. Enterteinment Italia.

Sinossi: Denzel Washington torna ad interpretare uno dei suoi ruoli più significativi, nel primo sequel della sua carriera. Robert McCall e’ l’inflessibile giustiziere in difesa delle persone oppresse e sfruttate, ma cosa sarà disposto a fare quando una di queste persone è proprio quella che lui ama?

The Equalizer 2 – Senza perdono finalmente in home video

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The Equalizer 2 – Senza perdono finalmente in home video

Il due volte premio Oscar Denzel Washington (Miglior attore non protagonista per Glory, 1989; Miglior attore protagonista per Training Day, 2001) fa ritorno in uno dei suoi ruoli chiave nel primo sequel della sua carriera, con il thriller The Equalizer 2 – Senza perdono, crudo e dal cuore pulsante, dal 9 gennaio 2019 in Dvd, Blu-ray, 4K Ultra HD e Digital HD insieme a Universal Pictures Home Entertainment Italia.

Insieme al regista Antoine Fuqua (Training Day)Denzel Washington torna nei panni di Robert McCall, che serve giustizia imparziale per gli oppressi e i meno fortunati, ma quanto in là si spingerà nella sua vendetta senza esclusione di colpi quando la vittima è qualcuno che lui ama? The Equalizer 2 – Senza perdono vede all’interno del cast anche Pedro Pascal (Kingsman: Il cerchio d’oro), Ashton Sanders (Moonlight), Bill Pullman (Independence Day) e la vincitrice del premio Oscar Melissa Leo (Miglior attrice non protagonista, The Fighter, 2010).

Le edizioni di The Equalizer 2 – Senza perdono contengono oltre un’ora di contenuti extra ricchi di azione, tra cui “Modalità Punizione”, scene estese ed eliminate ed esclusive featurette del dietro-le-quinte. “Modalità punizione”, il seguito di “Modalità vendetta” contenuto in The Equalizer, permette ai fan di guardare il film insieme a Denzel Washington e Antoine Fuqua, portandoli insieme a loro nel processo di produzione delle loro scene d’azione preferite, con commenti e conversazioni esclusive. Nella featurette “Denzel nei panni di McCall: Secondo round”, Denzel Washington descrive il suo ritorno nei panni di Robert McCall e il perché questo sequel era tanto importante per lui”.

Altre quattro featurette sono disponibili nelle edizioni di The Equalizer 2 – Senza perdono, tra cui lo spot TV della NBA. Questo sequel conviene più pugni, esplosioni e proiettili dell’originale, ed in “A pochi secondi dalla morte: descrizione dell’azione” il cast e la troupe analizza alcuni dei momenti più intensi e ricchi d’azione, dalle prove alla produzione. Ci vuole un certo tipo di attore per stare di fronte alla cinepresa insieme a Denzel Washington e in “Attraverso l’obiettivo di Antoine: il cast” Antoine e Denzel parlano del ritorno del cast e del perché questa fosse una parte tanto importante del successo di questo sequel, così come lo è stato lavorare con la parte nuova del cast e con nuovi personaggi.

Diretto da Antoine Fuqua e scritto da Richard Wenk, The Equalizer 2 – Senza perdono, è tratto da una serie televisiva di Michael Sloan e Richard Lindheim. Il film è prodotto da Todd Black, Jason Blumenthal, Denzel Washington, Antoine Fuqua, Alex Siskin, Steve Tisch, Mace Neufeld, Tony Eldridge e Michael Sloan, con Molly Allen e David Bloomfield serving nel ruolo di produttore esecutivo.

The Equalizer 2

Per non perdersi neanche un attimo d’azione, Universal Pictures Home Entertainment Italia ha realizzato delle imperdibili collection di The Equalizer, con entrambi i film del vendicatore Denzel Washington disponibili sempre dal 9 gennaio nei formati DVD, Blu-ray e 4k Ultra HD.

Sia The Equalizer 2 – Senza perdono che le The Equalizer collection rientrano nel concorso Ready For Action, lo speciale concorso di Universal Pictures Home Entertainment per gli amanti dell’adrenalina e del migliore cinema d’azione.

All’interno di ogni confezione dei tre titoli home video oggetto della promozione (Skyscraper, Mission: Impossible – Fallout e The Equalizer 2 – Senza perdono), segnalata da uno sticker on-pack, è inserita una cartolina contenente le indicazioni per partecipare al concorso e un codice univoco necessario per la partecipazione. Valido dal 14/11/2018 al 15/03/2019, partecipare è semplicissimo: basterà recarsi sul sito www.vinciconuniversal.it, accedere alla sezione dedicata al concorso, ed eseguire la registrazione inserendo il codice di partecipazione.

Universal Pictures Home Entertainment Italia mette in palio 10 droni TwoDots Falcon Pro, 5 hoverboard TwoDots WildBoard XL Camo ed 1 e-bike TwoDots E-X-Cycle Black Edition.

The Equalizer – Il vendicatore: trama, cast e sequel del film

The Equalizer – Il vendicatore: trama, cast e sequel del film

Con il film del 2014 The Equalizer – Il vendicatore il noto personaggio Robert McCall è arrivato per la prima volta al cinema. Con lui prende vita un’adrenalinica storia d’azione incentrata su un vero e proprio giustiziere impegnato nella difesa dei più deboli, il quale se non può difenderli di certo può vendicarli. A dirigere il film vi è il regista Antoine Fuqua, esperto del genere, che torna qui per la seconda volta dopo Training Day a collaborare con il premio Oscar Denzel Washington. I due avrebbero poi nuovamente collaborato anche per I magnifici 7 e The Equalizer 2 – Senza perdono, sequel uscito nel 2018.

Quello di The Equalizer è un adattamento dei personaggi e delle vicende della serie televisiva degli anni Ottanta nota come Un giustiziere a New York. Composta da 4 stagioni, per un totale di 88 episodi, divenne uno dei capisaldi del genere poliziesco in televisione. A voler trarre un film da questa fu inizialmente l’attore Russell Crowe, che però decise poi di abbandonare il progetto in favore di Washington. Questi, che negli ultimi anni aveva preso parte anche a thriller d’azione come Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana e Safe House – Nessuno è al sicuro, decise da subito di accettare la parte, ricoprendo poi anche il ruolo di produttore.

Per gli amanti di film d’azione, con trame intricate, personaggi criptici e imprevisti risvolti si tratta di un film imperdibile. Washington e Fuqua si confermano infatti una coppia esplosiva, capaci di dar vita ad opere particolarmente avvincenti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Equalizer – Il vendicatore: la trama del film

Il film racconta di Robert McCall, un agente della D.I.A. ormai andato in pensione. Per mantenere una promessa fatta alla moglie morente, Robert si è lasciato alle spalle la sua vecchia professione per vivere una vita tranquilla a Boston, dove lavora in un negozio di articoli per la casa. Incapace di dormire, McCall trascorre molte notti a leggere in una tavola calda. Qui finisce per fare amicizia con Alina “Teri”, una prostituta adolescente alle dipendenze della mafia russa. Una sera, Alina viene ricoverata d’urgenza in ospedale a seguito di un brutale pestaggio da parte del suo protettore, Slavi.

Dopo aver scoperto quanto accaduto, McCall rintraccia il boss mafioso nel suo ufficio e si offre di pagare una somma di denaro per la libertà dell’adolescente. L’accordo però non va a buon fine, e Robert si ritrova a dover infrangere la promessa fatta alla moglie. Dopo aver ucciso Slavi e i suoi uomini, dimostrando una forza fisica ancora straordinaria nonostante l’età, l’uomo comprende di essersi cacciato in guai più grossi di quanto immaginava. In cerca di vendetta, il capo della mafia russa Vladimir Pushkin decide infatti di inviare il suo killer più spietato, Teddy Rensen, per eliminare Robert. Quest’ultimo non ha però intenzione di essere una preda, e allo stesso modo iniziare la sua caccia in cerca di giustizia.

The Equalizer - Il vendicatore cast

The Equalizer – Il vendicatore: il cast del film

Ad interpretare il vendicatore del titolo, Robert McCall, vi è come anticipato il due volte premio Oscar Denzel Washington. Poiché il personaggio non presentava una informazioni sulla propria storia precedente agli eventi del film, per calarsi nei suoi panni l’attore decise di inventarne da sé una. Uno degli elementi da lui aggiunti fu quello che McCall soffre di disturbo ossessivo compulsivo. Al fine di rappresentare questo al meglio, Washington ha incontrato diverse persone realmente affette da tale disturbo, cercando di comprendere come poterlo rappresentare al meglio. Allo stesso tempo, l’attore si sottopose ad un allenamento intensivo, con lo scopo di ottenere la massa muscolare richiesta.

Accanto a lui, nei panni della giovane prostituta Alina Teri, vi è l’attrice Chloe Grace Moretz. Il personaggio era inizialmente scritto come una ventiquattrenne, ma l’attrice, che all’epoca aveva 16 anni, insistette a lungo per poter ottenere la parte. Colpito dalla sua perseveranza, il regista decise di affidarle il ruolo, facendo riscrivere l’età del personaggio. Per prepararsi a questo l’attrice ha poi incontrato vere prostitute, che le hanno dato consigli su come poter avere un aspetto più convincente. L’attrice Melissa Leo interpreta l’agente CIA Susan Plummer, mentre Bill Pullman è suo marito Brian. Ad interpretare il pericoloso leader mafioso Vladimir Pushkin vi è Vladimir Kulich, mentre Marton Csokas è il killer Teddy Rensen.

The Equalizer – Il vendicatore: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il successo del film, con a fronte di un budget di 55 milioni di dollari è arrivato a guadagnarne circa 192 in tutto il mondo, è infine stato realizzato un suo sequel. Arrivato in sala nel 2018 con il titolo The Equalizer 2 – Senza perdono, questo vede nuovamente l’ex agente Robert McCall intento stavolta a salvare la collega Susan Plummer da un pericolo intrigo internazionale. Ad aggiungersi al cast, oltre a Washington ed alla Leo, vi è l’attore Pedro Pascal, che ricopre il ruolo del controverso agente Dave York. Anche questo secondo titolo si è rivelato un grande successo, replicando il risultato economico del primo. Ciò ha permesso di lasciare aperta la porta ad un ipotetico terzo capitolo.

In attesa di un nuovo sequel, è però possibile fruire di The Equalizer – Il vendicatore grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 20 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

The Equalizer – Il Vendicatore: clip del film con Denzel Washington

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E’ uscito ieri l’atteso nuovo film con Denzel Washington, The Equalizer – Il Vendicatore, nel quale interpreta un letale ex agente CIA che semina cadaveri di mafiosi russi nel tentativo di salvare una giovane prostituta interpretata da Chloe Moretz.

TUTTE LE FOTO: [nggallery id=1059]

The Equalizer – Il Vendicatore racconta la vita di un ex militare che ha finto la sua morte per vivere una vita tranquilla. Quando però esce allo scoperto per salvare una giovane ragazza, si ritrova faccia a faccia con violentissimi gangster russi; da qui il militare vivrà una vita quasi super-eroistica che consisterà nel vendicare quelle persone che sono state brutalizzate da questi individui.

Nel cast del film oltre a Denzel Washington, ci sono anche Chloë MoretzMelissa Leo e Bill Pullman.

The English: recensione della serie con Emily Blunt

The English: recensione della serie con Emily Blunt

Pochi show televisivi negli ultimi anni hanno affrontato il western con successo: pensiamo alla serie Hell on Wheels che purtroppo in Italia è arrivata con discreto ritardo e non troppo clamore, oppure alla notevole miniserie Godless realizzata da Netflix. Amazon Prime Video in collaborazione con BBC tenta di seguire questa strada grazie a The English, un progetto in sei puntate che conferma e al tempo stesso ribalta le coordinate del genere.

Se a livello puramente estetico infatti troviamo molti degli archetipi stessi del genere – soprattutto per come lo ha inteso e a suo modo “creato” Sergio Leone – nel contenuto invece The English propone un’angolazione diversa e originale. Protagonisti della vicenda sono infatti una donna inglese venuta in America per vendicare la morte del figlio e il nativo americano incontrato per caso all’inizio del suo percorso sul suolo straniero. Cornelia Locke (Emily Blunt) ed Eli Whipp (Chaske Spencer) fanno della loro convivenza prima forzata e successivamente sempre più voluta il punto di forza per continuare a lottare in una terra ostile e violenta, dove solo la legge del più forte sembra contare veramente.

The English, la trama della serie

Per almeno tre puntate The English è una miniserie erratica, divertente da seguire, generosa anche quando appare vagamente scoordinata nel seguire diversi percorsi narrativi, oppure influenze derivanti da altri generi: molto spesso infatti lo show interamente scritto e diretto da Hugo Blick (The Honorable Woman con Maggie Gyllenhaal) flirta coraggiosamente con il genere, soprattutto quando vuole mettere in scena sotto forma di metafora quanto l’America delle pianure sia stata un luogo selvaggio e violento, capace di portare l’essere umano ai limiti della propria natura animale, e molto spesso anche superarli. Gli insieme al proprio cast sembra in un certo modo divertirsi a giocare col western, ad inserire toni che nel DNA storico non gli appartengono.E tutto questo all’interno di una confezione che però sfrutta i grandi spazi alla maniera dei classici, oppure le musiche dirompenti come faceva Sergio Leone.

Insomma, The English possiede una sua energia particolare, sprigionata da molteplici influenze tenute insieme nella prima parte da una messa in scena frizzante. Poi il quarto episodio cambia le carte in tavola, in quanto compatta la trama e la indirizza verso un traguardo ben preciso, e allo stesso tempo conferisce uno spessore emotivo – leggete pure drammatico – all’intera operazione. Questo perché dopo un percorso a tappe che ha proposto vari antagonisti sacrificabili al fluire della trama, il reale “villain” di The English si palesa in maniera poderosa e terrificante. Nell’episodio di cui è assoluto protagonista, un Rafe Spall in versione assolutamente inedita offre una prova che lascia il segno, regalandoci una versione del suo personaggio capace in un paio di momenti di gelare il sangue nelle vene. Bisogna scrivere che, quando c’è lui in scena, i pur molto efficaci Emily Blunt e Chaske Spencer insieme a tutti gli altri attori del cast francamente scompaiono. Davvero da applausi.

The English recensione serie tv
Emily Blunt in The English – Gentile concessione di © Prime Video

Un’anima melodrammatica

Come anticipato, una volta incanalata la tram nella direzione principale The English eleva il tono esplicitando la sua anima melodrammatica, impreziosendo le figure principali – soprattutto Cornelia – con una backstory dolorosa e capace di scuotere. Blunt si trasforma in una notevole eroina tragica, segnata da un destino di cui non è responsabile ma che abbraccia senza paura. È lei a diventare suo malgrado emblema di quanto l’America sia stata costruita (anche) sull’abuso, sul dolore dei più deboli, sull’idea che il singolo sia più importante della comunità e il suo benessere condiviso. Sotto questo punto di vista la miniserie targata Amazon/BBC è molto più contemporanea di quanto l’ambientazione non riveli. Purtroppo…

Non c’è che dire, ci si diverte molto e con uno strano senso del tragico a seguire The English: bisogna forse lasciargli il tempo di svilupparsi, di trovare la propria strada, ma ne vale assolutamente la pena. E nel frattempo, in questo cammino fatto di sangue, pallottole, serpenti a sonagli e “mostri” che indossano una divisa dell’esercito, si può gustare di episodio in episodio l’arte di grandi caratteristi come ad esempio Ciarán Hinds, Toby Stephens e soprattutto il mai dimenticato Stephen Rea, uno degli attori più raffinati e malinconici che il cinema britannico ha prodotto negli ultimi quarant’anni. Lui e tutti gli altri vanno accomunati in un applauso sentito, capaci di intrattenere e dopo un secondo colpire al cuore. Proprio come The English.

The English Teacher: recensione del film con Julianne Moore

The English Teacher: recensione del film con Julianne Moore

The English Teacher è una simpatica commedia diretta da Craig Zisk, una commedia con un intento ben preciso ed una strada ben delineata, sin dalle prime battute, che ci viene raccontata e trasmessa tra ironia e serietà. Mai abbattersi, mai mollare, perseverare sempre e comunque contro ogni avversità se si crede davvero in ciò che si insegue. Potremmo sintetizzare e forse banalizzare così il messaggio che Zisk vuole recapitare nel cuore degli spettatori e per farlo si avvale di una storia semplice e piuttosto diretta che ha il suo neo più grande in un finale troppo scontato.

In The English Teacher Linda Sinclair (Julianne Moore) è una timida ed introversa professoressa che ha ormai superato la quarantina e che, nonostante un aspetto ancora piacente, vive sola e senza troppe illusioni di trovare un’anima gemella. Nel piccolo e tranquillo liceo della Pennsylvania, dove essa lavora, le giornate e le lezioni di letteratura inglese procedono tutto sommato felici; Linda è comunque soddisfatta della sua vita fatta di libri, buoni film e lavoro. Ma un giorno, improvvisamente, questa placida quotidianità viene interrotta, squassata dall’apparizione di Jason (Micheal Angarano), un suo ex studente che ha tentato invano la carriera di drammaturgo. Jason, ottimo allievo e promettentissimo scrittore, è ormai sfiduciato ed intende ascoltare papà, il dottor Sherwood (Greg Kinnear), che lo spinge ad iscriversi a legge. Linda non lo può permettere e, per impedire un tale spreco di talento, convince Jason a far sì che la compagnia teatrale della scuola, guidata dall’eccentrico prof. Kapinas (Nathan Lane), rappresenti il suo grande dramma autobiografico. La tragicommedia può avere così inizio…e non solo sul palco.

The English Teacher, il film

La brava protagonista, Julianne Moore, tenta faticosamente di immergersi in un ruolo a tratti grottesco, nel quale deve divincolarsi tra sequenze al limite del comico con altre dalla forte connotazione drammatica. Ed è forse questa incerta e opaca linea di demarcazione tra il comico ed il drammatico che disorienta, in alcuni momenti, lo spettatore. La Moore regge buona parte del film dove è comunque circondata da una serie di personaggi dai tratti ben definiti; su tutti citiamo il giovane artista tormentato impersonato dal convincente Micheal Angarano e l’istrionico Nathan Lane perfetto nelle vesti del frustato professore di recitazione.

Come detto poco sopra l’intreccio narrativo è abbastanza semplice sebbene, ad un certo punto, illude prendendo strade impreviste ed intriganti che purtroppo abbandona per un più ovvio quanto rassicurante epilogo. In ogni caso The English Teacher è una commedia che, pur non strabiliando, non deluderà chi si recherà al cinema per trascorrere una simpatica oretta e mezza all’insegna del sorriso.

The English Teacher trailer del film con Julianne Moore

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The English Teacher trailer del film con Julianne Moore

Ecco il trailer di The English Teacher, film che vede protagonista la splendida Julianne Moore.

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Julianne Moore è la protagonista della commedia romantica The English Teacher, distribuita da Adler Entertainment e in arrivo nelle sale italiane l’8 maggio.

Nei panni di una moderna eroina di Jane Austen – sognatrice, romantica e alquanto pasticciona – Julianne Moore interpreta Linda Sinclair, insegnante single nella sperduta cittadina di Kingston, Pensylvania.

Linda ha quarantacinque anni, insegna inglese alle superiori e conduce una vita ordinata, condita di abitudini rassicuranti, buone letture, sogni romantici e sentimenti tenuti a debita distanza. La sua tranquilla routine subisce uno scossone improvviso quando un suo ex studente, Jason Sherwood (Michael Angarano), torna a casa dopo aver tentato senza successo la carriera di drammaturgo a New York.

The English Teacher posterJason è deciso ad abbandonare tutto e a seguire i voleri del padre, lo scorbutico dottor Sherwood (Greg Kinnear) che lo vorrebbe brillante avvocato tra le aule di un tribunale e non sfaccendato scrittore su un improbabile palcoscenico. La sentimentale Linda non può che prendersi a cuore i sogni infranti del povero Jason e decide di mettere in scena il suo testo con gli studenti del liceo di Kingston e la direzione del ridondante Carl Kapinas (Nathan Lane), teatrante mancato e insegnante di regia della scuola. Col procedere delle prove, però, la situazione si complica, i guai si moltiplicano e Linda si troverà a fronteggiare imprevisti professionali e sentimentali dagli esiti disastrosi, mentre lo spettacolo pare avviarsi verso un comico sfacelo.

Licenziata dalla scuola, dileggiata dagli studenti, con l’allestimento teatrale, la reputazione e la carriera ormai in rovina, la mite e sempre meno ordinata Linda riuscirà a trovare, in un’improbabile alleanza con se stessa, la giusta conclusione alla sua personale storia.

The English Teacher è diretto da Craig Zisk, sceneggiato da Dan Chariton e Stacy Chariton e interpretato da Julianne Moore (Lontano dal paradiso, The Hours, I ragazzi stanno bene, A Single Man), Michael Angarano (Knockout-Resa dei conti, Red State), Greg Kinnear (Little Miss Sunshine, Qualcosa è cambiato, C’è posta per te), Lily Collins (Biancaneve), Nathan Lane (The Producers)

The English Teacher con Julianne Moore al cinema dall’8 maggio

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The English Teacher con Julianne Moore al cinema dall’8 maggio

TET_DAY_21_8913.NEFJulianne Moore è la protagonista della commedia romantica The English Teacher, distribuita da Adler Entertainment e in arrivo nelle sale italiane l’8 maggio.

Nei panni di una moderna eroina di Jane Austen – sognatrice, romantica e alquanto pasticciona – Julianne Moore interpreta Linda Sinclair, insegnante single nella sperduta cittadina di Kingston, Pensylvania.

Linda ha quarantacinque anni, insegna inglese alle superiori e conduce una vita ordinata, condita di abitudini rassicuranti, buone letture, sogni romantici e sentimenti tenuti a debita distanza. La sua tranquilla routine subisce uno scossone improvviso quando un suo ex studente, Jason Sherwood (Michael Angarano), torna a casa dopo aver tentato senza successo la carriera di drammaturgo a New York.

The English Teacher posterJason è deciso ad abbandonare tutto e a seguire i voleri del padre, lo scorbutico dottor Sherwood (Greg Kinnear) che lo vorrebbe brillante avvocato tra le aule di un tribunale e non sfaccendato scrittore su un improbabile palcoscenico. La sentimentale Linda non può che prendersi a cuore i sogni infranti del povero Jason e decide di mettere in scena il suo testo con gli studenti del liceo di Kingston e la direzione del ridondante Carl Kapinas (Nathan Lane), teatrante mancato e insegnante di regia della scuola. Col procedere delle prove, però, la situazione si complica, i guai si moltiplicano e Linda si troverà a fronteggiare imprevisti professionali e sentimentali dagli esiti disastrosi, mentre lo spettacolo pare avviarsi verso un comico sfacelo.

Licenziata dalla scuola, dileggiata dagli studenti, con l’allestimento teatrale, la reputazione e la carriera ormai in rovina, la mite e sempre meno ordinata Linda riuscirà a trovare, in un’improbabile alleanza con se stessa, la giusta conclusione alla sua personale storia.

The English Teacher è diretto da Craig Zisk, sceneggiato da Dan Chariton e Stacy Chariton e interpretato da Julianne Moore (Lontano dal paradiso, The Hours, I ragazzi stanno bene, A Single Man), Michael Angarano (Knockout-Resa dei conti, Red State), Greg Kinnear (Little Miss Sunshine, Qualcosa è cambiato, C’è posta per te), Lily Collins (Biancaneve), Nathan Lane (The Producers

The English con Emily Blunt su Paramount+ dall’8 marzo

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The English con Emily Blunt su Paramount+ dall’8 marzo

Paramount+ presenta The English, la nuova serie originale interpretata da Emily Blunt che sarà disponibile sul servizio di streaming a partire da mercoledì 8 marzo.

The English è un western epico in sei episodi con protagonisti Emily Blunt (“A Quiet Place”, Sicario) e “Chaske Spencer” (“The Twilight Saga”, “Banshee”) ed è scritto e diretto dal pluripremiato Hugo Blick (“The Honourable Woman”, “Black Earth Rising”, “The Shadow Line”).

La serie prende i temi centrali dell’identità e della vendetta per raccontare una parabola unica e avvincente sulla razza, il potere e l’amore. Un’aristocratica inglese, Lady Cornelia Locke, interpretata da Emily Blunt, e un ex scout di cavalleria di Pawnee, Eli Whipp (Chaske Spencer), si incontrano nel 1890 in America centrale per attraversare un territorio violento costruito sui sogni e sul sangue. Cornelia vuole vendicarsi dell’uomo che considera responsabile della morte del figlio e convince Eli Whipp a lasciarla viaggiare con lui, il quale scopre che la ragazza è molto più capace e intraprendente in materia di sopravvivenza di quanto ci si potesse aspettare.

Entrambi hanno un chiaro senso del loro destino, ma nessuno dei due è consapevole che esso è radicato in un passato comune. Devono affrontare ostacoli sempre più terrificanti che li metteranno a dura prova, fisicamente e psicologicamente. Ma ogni ostacolo li avvicina alla loro destinazione finale, la nuova città di Hoxem, Wyoming. È qui che, dopo un’indagine da parte dello sceriffo locale Robert Marshall (Stephen Rea) e della giovane vedova Martha Myers (Valerie Pachner) su una serie di bizzarri e macabri omicidi irrisolti, che si comprenderà veramente tutta la portata della loro storia intrecciata e si affronterà il futuro che dovranno vivere.

Tra gli interpreti anche Rafe Spall nel ruolo di David Melmont; Tom Hughes nel ruolo di Thomas Trafford; Ciarán Hinds nel ruolo di Richard M Watts e Toby Jones nel ruolo di Sebold Cusk.

The English è una serie prodotta dalla pluripremiata casa di produzione Drama Republic (“Doctor Foster”, “Us”) per BBC Two e BBC iPlayer nel Regno Unito, e Prime Video negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, in associazione con All3Media international.

Colin Wratten è produttore; co-Produttore è Daniel Toland; Arnau Valls Colomer è il direttore della fotografia; Phoebe de Gaye, costumista; Lesley Lamont-Fisher è Hair and Make-Up Designer mentre Chris Roope è Production Designer; il compositore è Federico Jusid.

The Enfield Poltergeist: il trailer della docu-serie in arrivo il 27 ottobre su Apple TV+

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Apple TV+ ha svelato il trailer del nuovo documentario in quattro parti The Enfield Poltergeist, che racconta l’avvincente storia della più famosa infestazione di poltergeist di sempre. Combinando più di 250 ore di rari audio d’archivio, la ricostruzione meticolosa dell’ambientazione dell’infestazione e interviste inedite con le persone coinvolte nel caso, la docuserie è un’ambiziosa storia di genere che esplora il fascino dell’inspiegabile e il suo impatto su coloro che lo hanno vissuto personalmente. Tutti gli episodi saranno trasmessi in anteprima mondiale il 27 ottobre su Apple TV+.

Nel 1977, la terrificante infestazione paranormale che ha coinvolto una famiglia di Enfield, a Londra, ha dominato i titoli dei giornali di tutto il Regno Unito con il conseguente, enorme impatto su un’intera generazione di bambini. Il misterioso caso cambiò per sempre le idee sul soprannaturale e sul fatto che non fosse limitato a castelli e case signorili, ma che potesse essere vissuto da chiunque, ovunque. L’agghiacciante storia ha ispirato versioni romanzate del caso, tra cui il film The Conjuring – Il caso Enfield, una serie televisiva e due opere teatrali.

Nel corso di quattro episodi, gli eventi di Enfield vengono ricostruiti utilizzando le registrazioni reali catturate da Maurice Grosse, un investigatore del paranormale che ha archiviato tutte le interviste raccolte con le persone colpite dal fenomeno. Grazie alla costruzione di una replica della casa in cui si sono verificati gli episodi, gli interpreti mettono in scena ciò che si sente nei nastri delle registrazioni reali dell’epoca, consentendo un’interazione tra le voci d’archivio e le apparizioni delle persone originariamente coinvolte nell’incidente attraverso interviste attuali.

The Enfield Poltergeist è prodotto per Apple TV+ da MetFilm e Concordia Studio, gli stessi produttori di STILL: la storia di Michael J. Fox, il documentario più nominato agli Emmy di quest’anno. La docuserie è diretta da Jerry Rothwell. I produttori esecutivi sono Al Morrow, il vincitore del BAFTA Stewart le Maréchal, il premio Oscar® Davis Guggenheim, Jonathan Silberberg e Nicole Stott.

The Endless River: recensione del film di Oliver Hermanus #Venezia72

Ricordate i titoli di testa di un capolavoro immortale come Via col Vento? Le scritte dal carattere enorme, i campi sterminati sullo sfondo, i puntini fra i nomi del cast tecnico e la loro mansione? The Endless River inizia praticamente allo stesso modo, con la medesima patina fine anni trenta, tanto da sembrare un vecchio film restaurato. Siamo però in Sud Africa nella cittadina dal nome quasi impronunciabile di Riviersonderend, che significa appunto Fiume Infinito. Sono tempi molto difficili, nei quali la delinquenza scorrazza impunita per le strade, senza che le forze di polizia abbiano le risorse (e forse nemmeno la voglia) di reprimerla. I giovani del luogo entrano ed escono di prigione, ogni quartiere ha la sua gang e ogni squadra ha il suo personalissimo rito di iniziazione. E niente che si fermi al furtarello, sulla terra vi è un’autentica scia di sangue, frutto di efferati omicidi senza movente, compiuti per il gusto di farli. Proprio il triplice omicidio di una giovane madre e dei suoi due figli innesca un meccanismo di vendetta nel padre di famiglia, che va a sommarsi alla già dilagante violenza del posto.

The Endless RiverOliver Hermanus con The Endless River dirige un lavoro confuso, diviso a capitoli (dunque una forma narrativa non proprio innovativa) e caratterizzato da una regia statica che condiziona l’intera esperienza. Risulta infatti difficile appassionarsi al progetto, rimanere incastrati negli ingranaggi della storia, con tanti personaggi tratteggiati e una sceneggiatura che percorre sentieri diversi senza che nessuno venga approfondito. Il contrasto dei due protagonisti, che paradossalmente finiscono per legarsi, è interessante e curioso, resta però sullo sfondo di una relazione travagliata, creata soltanto dalle ceneri del dolore e null’altro. Come se la solitudine e la rabbia ci rendessero spiriti vuoti, incapaci a reagire; una chiave di lettura legittima, peccato solo che gli elementi di trama, i vari twist abbandonati sul percorso come sassi di Pollicino, vengano lasciati al loro destino.

Linee circolari che non si chiudono mai esplicitamente, che mettono lo spettatore nella scomoda posizione di chi non riesce a capire tutto fino in fondo, di chi resta col dubbio. Difetti che rendono l’intero progetto trascurabile, la prova generale di un concerto sinfonico eseguita con strumenti scordati e gestita da un direttore d’orchestra con la mente altrove, non ancora pronto al debutto.

The End We Start From: recensione del film di Mahalia Belo – #RoFF18

Nella sezione Grand Public della 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma arriva The End We Start From, survival movie prevalentemente al femminile, diretto da Mahalia Belo. Il film è traspozione cinematografica dell’omonimo romanzo di Megan Hunter, e fra i produttori – nonché interpreti – troviamo Benedict Cumberbatch insieme a Liza Marshall, Adam Ackland e Sophie Hunter. È una storia dai tratti aspri, quella di The End We Start From, che segue il tipico schema del genere di sopravvivenza in cui si inscrive, ma al tempo stesso cerca anche di affrontare tematiche importanti, una fra queste l’empowerment femminile, sfruttando un’attrice di spicco sulla quale la pellicola si costruisce per intero: Jodie Comer. È lei, infatti, a reggere il peso della narrazione, pur a volte non riuscendo del tutto ad essere convincente in una performance che, con molta probabilità, rischia di essere una di quelle più facilmente dimenticabili della sua carriera.

The End We Start From, la trama del film

In una Londra abbattuta da un’alluvione devastante, che ha costretto migliaia di persone a scappare via per trovare riparo altrove, una donna insieme al compagno e al figlio appena nato si ritrova senza casa e senza un posto in cui andare. La carestia, lentamente, inizia a dilagare in Inghilterra, duramente colpita da questi fenomeni metereologici estremi, che hanno preso il sopravvento sulla nazione non dandole alcuna tregua. Molte le famiglie in difficoltà che cercano di sopravvivere non solo alla fame, ma anche alla vulnerabilità delle persone che, sotto pressione, non hanno più il controllo di loro stesse. La protagonista si ritroverà così a intraprendere un viaggio in cui dovrà affrontare una serie di situazioni spiacevoli, dal freddo al digiuno, e cercherà in tutti i modi di rimanere viva e lucida per poter dare una speranza al suo bambino, pur ad un certo punto dovendosela cavare da sola poiché costretta a separarsi dal suo partner.

La riflessione (mancata) sul clima

The End We Start From, sin dal suo incidente scatenante, stimola immediatamente nel suo pubblico una riflessione. L’alluvione, che è pretesto della storia e della partenza della protagonista, vuole subito parlarci del cambiamento climatico a cui stiamo assistendo oggi, di cui purtoppo ci dimentichiamo la reale gravità. È su questo che si fonda almeno tutto il primo atto, sfruttando una tematica quanto più attuale e sentita nel nostro quotidiano. E che cerca di ricordarci quale sia la condizione (critica) del nostro pianeta al momento, suggerendoci quasi cosa potrebbe accadere in un prossimo futuro – come una sorta di presagio – se non iniziamo ad agire davvero.

Ma la prima vera incrinatura della pellicola sta proprio qui: pur con tutte le sue buone intenzioni nel volerci parlare di qualcosa che, a ben pensarci, tocchiamo già con mano (basti pensare agli sbalzi termici anomali che attualmente viviamo o alle forti e devastanti piogge), non riesce mai ad approfondirne la questione, che rimane in superficie e sullo sfondo, fino però a scomparire del tutto. Una mancanza, questa, che dipende da una sceneggiatura troppo debole, non curata, la quale cerca di toccare più tematiche e, nel tentativo d’essere memorabile, deraglia totalmente perdendo di vista i suoi obiettivi.

Un film dalle troppe tematiche

In parallelo alla questione climatica, infatti, The End We Start From mette al centro il potere femminile raccontato attraverso la forza della protagonista nell’affrontare le avversità incontrate lungo il cammino, il concetto di maternità e le sue difficoltà, il senso del viaggio, la lotta per la sopravvivenza, l’amore a cui aggrapparsi per superare le difficoltà della vita. Sono tutti ingredienti che sistema sulla tavola, ma che alla fine non vengono utilizzati mai a pieno a causa di una trama ingolfata, che inevitabilmente non riesce a dare spazio a nessun elemento dal grande potenziale (se solo fosse stato sviluppato con più attenzione). Nel voler seguire troppe strade, dunque, The End We Start From non riesce ad esplorarne nessuna e, di conseguenza, il risultato è avere una narrazione priva sia di pathos che di picchi emozionali o narrativi.

Molte sequenze sono frettolose, molte domande non trovano risposta. Tante sono le scene che fanno sorgere numerose domande, ma che poi non vengono mai spiegate, finché quello di cui si voleva parlare perde di senso e di importanza. Il film, in sostanza, non osa pur avendo un terreno fertile su cui muoversi e una protagonista dalle buone qualità, che si presta fra l’altro bene per una storia di empowerment femminile. Che però, a livello di psicologia, non viene strutturata come si deve, non dandole così né lo spessore che merita né la possibilità allo spettatore di empatizzare con lei per lasciarsi coinvolgere meglio. Forse l’errore di tutto The End We Start From è non aver fatto essere il finale – che si rivela l’unica parte accattivante e funzionale – il vero centro del film. E quindi, purtroppo, finisce per essere dimenticato.

The End Of The Tour: recensione del film su David Foster Wallace

The End Of The Tour: recensione del film su David Foster Wallace

Alla Festa del Cinema di Roma 2015 è stato presentato The End of the Tour, film di James Ponsoldt, un preciso ritratto dello scrittore David Foster Wallace tragicamente scomparso nel 2008. La storia è tratta dal libro autobiografico “Come diventare se stessi” di David Lipsky, che nel 1996 si ritrovò a passare 5 giorni in compagnia di Wallace durante l’ultima tappa del tour promozionale di Infinite Jest, per raccogliere materiale per un intervista per il Rolling Stones.

Ad interpretare il novellista americano troviamo Jason Segel, al suo primo grande ruolo drammatico, che con bandana e look trasandato si trasforma alla perfezione distaccandosi dal suo famoso personaggio televisivo. A guidarci all’interno della vita dello scrittore, Jesse Eisenberg che porta in scena il giornalista Lipsky, un giovane nervoso, preciso e molto ambizioso. Joan Cusack, Anna Chlumsky, Mamie Gummer e Mickey Summer completano il cast.

The End of the tour, il film

Un duetto continuo, uno scambio di parole e emozioni. Lento, pensato ma spontaneo, molto intelligente: il discorso tra Lipsky e Wallace è il vero protagonista della storia. Se si pensa che, tutto quello che esce dalla bocca di Jason Segel è stato realmente detto nel ’96 da Wallace (il libro di Lipsky è basato proprio sulle trascrizioni dell’intervista, quindi nessuna “attualizzazione” è stata fatta e si spera nessuna manipolazione in fase di stesura della sceneggiatura) si rimane a bocca aperta. Grazie a gli appunti di Lipsky si scoprono le manie, le debolezze e le passioni di Wallace: la persona dietro lo scrittore.

Ponsoldt dirige un film intimista, senza troppe pretese, ma che intrattiene e mai annoia su due menti simili ma anche molto distanti. Un film che di certo non deluderà i lettori di uno degli scrittori più influenti degli ultimi 20 anni.

 

The End Of The Tour: recensione del film su David Foster Wallace

The End Of The Tour: recensione del film su David Foster Wallace

Alla Festa del Cinema di Roma 2015 è stato presentato The End of the Tour, film di James Ponsoldt, un preciso ritratto dello scrittore David Foster Wallace tragicamente scomparso nel 2008. La storia è tratta dal libro autobiografico “Come diventare se stessi” di David Lipsky, che nel 1996 si ritrovò a passare 5 giorni in compagnia di Wallace durante l’ultima tappa del tour promozionale di Infinite Jest, per raccogliere materiale per un intervista per il Rolling Stones.

Ad interpretare il novellista americano troviamo Jason Segel, al suo primo grande ruolo drammatico, che con bandana e look trasandato si trasforma alla perfezione distaccandosi dal suo famoso personaggio televisivo. A guidarci all’interno della vita dello scrittore, Jesse Eisenberg che porta in scena il giornalista Lipsky, un giovane nervoso, preciso e molto ambizioso. Joan Cusack, Anna Chlumsky, Mamie Gummer e Mickey Summer completano il cast.The End of the tour recensione

Un duetto continuo, uno scambio di parole e emozioni. Lento, pensato ma spontaneo, molto intelligente: il discorso tra Lipsky e Wallace è il vero protagonista della storia. Se si pensa che, tutto quello che esce dalla bocca di Jason Segel è stato realmente detto nel ’96 da Wallace (il libro di Lipsky è basato proprio sulle trascrizioni dell’intervista, quindi nessuna “attualizzazione” è stata fatta e si spera nessuna manipolazione in fase di stesura della sceneggiatura) si rimane a bocca aperta. Grazie a gli appunti di Lipsky si scoprono le manie, le debolezze e le passioni di Wallace: la persona dietro lo scrittore.

Ponsoldt dirige un film intimista, senza troppe pretese, ma che intrattiene e mai annoia su due menti simili ma anche molto distanti. Un film che di certo non deluderà i lettori di uno degli scrittori più influenti degli ultimi 20 anni.

The End of the Tour: primo trailer italiano con Jesse Eisenberg

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The End of the Tour: primo trailer italiano con Jesse Eisenberg

Pubblicato il primo trailer italiano del film biografico The End of the Tour, diretto da James Ponsoldt, e con Jesse EisenbergJason Segel. Nelle nostre sale uscirà l’11 febbraio.

LEGGI ANCHE: Festa di Roma 2015: The End Of The Tour recensione del film su David Foster Wallace

Il film, basato sul libro Come diventare se stessi di David Lipsky edito in Italia da Minumum Fax, parla dei cinque giorni che Lipsky, interpretato da Jesse Einsenberg, passò con lo scrittore David Foster Wallace, un irriconoscibile Jason Segel, in occasione del tour promozionale diInfinite Jest la cui pubblicazione è avvenuta nel 1996.

The End of the Tour: primo trailer del film su David Foster Wallace

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Il primo trailer di The End of the Tour è online: il film, basato sul libro Come diventare se stessi di David Lipsky edito in Italia da Minumum Fax, parla appunto dei cinque giorni che Lipsky, interpretato da Jesse Einsenberg, passò con lo scrittore David Foster Wallace, un irriconoscibile Jason Segel, in occasione del tour promozionale di Infinite Jest la cui pubblicazione è avvenuta nel 1996.

Presentato a gennaio al Sundance Festival, The End of the Tour, diretto da James Ponsoldt e scritto da Donald Marguliesha raccolto consensi positivi da parte della critica e uscirà il 31 luglio.

Ma com’era prevedibile il film ha colpito i nervi scoperti della famiglia Wallace (per chi non lo sapesse lo scrittore si suicidò nel 2008) e dell’editore, infatti, ancora prima del via alla riprese, hanno affermato in un comunicato stampa pubblicato sul Los Angeles Times che “non abbiamo alcuna relazione né approviamo né supportiamo The End of the Tour. Questo film è vagamente basato su un’intervista che David acconsentì diciotto anni fa sulla pubblicazione del suo romanzo Infinite Jest. Tale articolo non è stato mai pubblicato e David non avrebbe mai acconsentito che le trascrizioni salvate potessero essere utilizzate come la base di un film”.

Vi lasciamo con il primo trailer del film, buona visione:

https://youtu.be/fqUa5sYHC9s

Fonte: YouTube

The End of the Tour: l’8 e 9 febbraio a Bologna e Milano con Sala Bio

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Lunedì 8 febbraio 2016 al Cinema Odeon di Bologna e Martedì 9 febbraio al Cinema Colosseo di Milano, Sala Bio nell’ambito di Be Original presenta l’anteprima in versione originale sottotitolata di The End of the Tour, il film di James Ponsoldt che racconta i cinque giorni di intervista tra il giornalista di Rolling Stone David Lipsky (Jesse Eisenberg) e l’acclamato scrittore David Foster Wallace (Jason Segel), a seguito della pubblicazione nel 1996 del rivoluzionario romanzo di Wallace Infinite Jest.

Il film si basa sull’apprezzato libro di Lipsky, “Come diventare se stessi”, pubblicato dopo che Wallace si tolse la vita nel 2008.

L’evento si svolge in collaborazione con l’Archivio David Foster Wallace Italia: introdurranno l’anteprima Andrea Plazzi (Bologna, 1962), editor e traduttore, ed Emanuele Rosso, operatore culturale e fumettista, autore di due saggi brevi a fumetti sull’opera di Wallace.

THE END OF THE TOUR sarà presentato in anteprima anche a Sala Bio Milano (Cinema Colosseo) martedì 9 febbraio e uscirà nelle sale italiane a partire dall’11 febbraio per Adler Entertainment.

The End of the Tour di James Ponsoldt (USA / 2015 / 106’)

I cinque giorni di intervista tra il giornalista di Rolling Stone David Lipsky (Jesse Eisenberg) e “la rockstar della letterature americana” David Foster Wallace (Jason Segel),  realizzata durante il tour promozionale del rivoluzionario romanzo di Wallace “Infinite Jest”. In questi cinque giorni nasce e si sviluppa una profonda amicizia tra i due protagonisti. I due scrittori si scoprono, condividono momenti divertenti e reciproche fragilità nascoste, ma non si saprà mai quanto realmente sinceri siano stati l’uno con l’altro. Incredibilmente, l’intervista non fu mai pubblicata, e le cassette audio su cui vennero impressi quei cinque giorni, finirono nello scantinato di Lipsky. I due non si incontrarono più.

Uscita: 11 Febbraio (Adler Entertainment)

The End of the F***ing World 2° stagione: recensione della serie Netflix

“Ho appena compiuto 18 anni, e credo di aver capito cosa significano le persone per le altre”. Su queste parole, e su un colpo di pistola su schermata nera, si concludeva la prima stagione della serie originale Netflix, distribuita per la prima volta sul servizio nel gennaio 2018. Con The End of the F***ing World 2, seconda stagione della serie ideata da Jonathan Entwistle e basata sull’omonimo fumetto, i due protagonisti James e Alyssa sono pronti a raccontare cosa accadde, dopo quel finale aperto.

Ambientata a due anni di distanza dagli eventi della prima stagione, la storia vede Alyssa (Jessica Barden) e James (Alex Lawther) alle prese con la difficile reintegrazione nella società dopo la loro spericolata fuga e l’omicidio commesso. Il passato tuttavia non li lascerà in pace, e tornerà nelle loro vite per una inevitabile resa dei conti.

The End of the F***ing World 2: dalla fuga all’ingresso nel mondo adulto

Stando alle parole del suo ideatore, la prima stagione della serie era concepita nella sua struttura come un vero e proprio lungometraggio. Ciò appare ancora più vero alla luce dei nuovi episodi, concepiti allo stesso modo e assimilabili per contenuti ad un vero e proprio sequel. Non si parte da immediatamente dopo lo sparo sentito nel finale della precedente stagione, bensì si compie un salto in avanti di due anni, proprio quelli intercorsi tra la realizzazione delle prime e delle nuove puntate. Un salto che ci porta a incontrare i due protagonisti nel momento in cui hanno già affrontato le conseguenze di quanto compiuto, ritrovandoli ora alle prese con la difficoltà di dover tornare alle loro vite di sempre.

Non vi sono dunque vere e proprie nuove avventure da affrontare, che avrebbero rischiato di rendere ripetitiva la serie, bensì si tende a riflettere su quanto accaduto nel passato dei protagonisti, e così facendo si assiste al loro continuo evolvere come personaggi. L’evento fondamentale della prima stagione, l’omicidio del malintenzionato Clive Koch, ritorna ora come spettro del passato che tormenta i due protagonisti, mai realmente usciti dalla casa dove tutto è avvenuto. Un evento che acquista ora maggior significato, e si rivela essere il scoglio da superare per i due ragazzi.

Se la prima stagione si incentrava sul loro tentativo di fuga da un’età adulta, dove quasi tutti gli adulti apparivano come personaggi deplorevoli, questa seconda appare invece avere il suo cuore nell’inevitabilità dell’ingresso in questo mondo. Per compiere questo passaggio i due incasinati protagonisti avranno bisogno di fare i conti con il proprio passato e con sé stessi, superando le crisi che li affliggono e che tanto li hanno caratterizzati all’inizio della loro storia.

The End of the F***ing World 2

The End of the F***ing World 2: l’importanza delle persone per le altre

I novelli Bonnie e Clyde si svelano così più profondi di quello che si pensava, manifestando paure universali e sentimenti nascosti per paura della fragilità che questi comportano. Alla dinamicità e all’esplosività della prima stagione, subentra dunque un velo di malinconia, presente sull’intera serie ma qui particolarmente accentuato, proprio per le tematiche trattate. Una malinconia che tuttavia non spegne la natura politicamente scorretta dei due personaggi, che brillano nuovamente grazie alla scrittura della serie e alle interpretazioni dei due fantastici interpreti.

Né tantomeno vengono a mancare le sue ormai celebri caratteristiche, dalla colonna sonora ricercata e adeguata ad ogni momento, alla messa in scena che valorizza ogni scena e inquadratura, regalando immagini di grande impatto che sanno spesso raccontare ben più di quel che viene detto.

The End of the F***ing World, che tanto aveva avuto successo come serie cinica e dirompente, porta ora a maturazione la sua natura, particolarmente devota ai sentimenti che hanno contribuito a cambiare e salvare i due problematici protagonisti. Ripartendo proprio dall’ultima battuta della scorsa stagione, si esplora il suo significato dimostrando cosa significano le persone per le altre, e di quanto questi legami possano essere importanti nel percorso di crescita.

La seconda stagione di The End of the F***ing World è in uscita su Netflix dal 05 Novembre.

 

The Empty Man: trailer originale dell’horror tratto noto fumetto

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The Empty Man: trailer originale dell’horror tratto noto fumetto

La 20th Century FOX ha diffuso il primo spaventoso trailer di The Empty Man, l’annunciato adattamento dell’omonimo horror di successo BOOM! Studios La pellicola uscirà il 23 ottobre negli USA, anticipando così l’uscita nelle sale.

The Empty Man è un adattamento della serie a fumetti di BOOM! Studios creata da Cullen Bunn e Vanesa R. Del Ray nel 2014. Secondo la sinossi della serie, Empty Man non si riferisce a un essere o una persona specifica, ma è invece una malattia orribile che ha travolto la nazione, provocando “follia e violenza”.

The Empty Man segue il poliziotto in pensione James Lasombra (James Badge Dale) mentre indaga sulla scomparsa di un gruppo di adolescenti da una piccola città del Midwest. Come vediamo dal trailer, la loro scomparsa è apparentemente collegata a una vecchia leggenda metropolitana nota come The Empty Man, un’orribile entità ultraterrena che può essere evocata soffiando in una bottiglia vuota e pensando a lui mentre si trova su un ponte.

The Empty Man: James Badge Dale per il film dalla graphic novel

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The Empty Man: James Badge Dale per il film dalla graphic novel

James Badge Dale ha appena firmato per il ruolo di protagonista di The Empty Man, trasposizione cinematografica targata 20th Century Fox dell’omonimo fumetto dei Boom! Studios di Ross RichieStephen Christy, produttori del film.

James Badge Dale

Il regista David Britten Prior ha lavorato anche sulla sceneggiatura di The Empty Man, prendendosi qualche libertà dalla graphic novel scritta da Cullen Bunn e illustrata da Vanesa R. Del Rey. 

La storia segue le vicende di un ex poliziotto tormentato dalla morte della moglie e del figlio che intraprende la ricerca di una ragazza scomparsa fino a quando non percepisce una presenza sinistra attorno a lui. James Badge Dale, che abbiamo visto in Iron Man 3 e The Pacific, ha recentemente partecipato a The Walk di Robert Zemeckis e 13 Hours di Michael Bay.

Fonte

The Empty Man: James Badge Dale nell’adattamento della graphic novel

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James Badge DaleThe Hollywood Reporter annuncia che James Badge Dale (Iron Man 3) ha firmato per interpretare il protagonista nell’adattamento per il cinema di The Empty Man, graphic novel di Cullen Bunn & Vanessa Del Rey.

La storia segue le vicende di un poliziotto, afflitto dalla violenta morte della moglie e del figlio, che si batte per ritrovare una ragazza scomparsa e che presto scoprirà delle sinistre presenze che lo circondano. Il film sarà diretto da David Britten Prior che ha anche curato la sceneggiatura, la quale, in alcune parti, divergerà dalla storia in sei volumi. Ross Richie & Stephen Christy di BOOM! Studios produrranno il film le cui riprese si svolgeranno in Sud Africa.

James Badge Dale è noto per aver interpretato il villain Eric Savin in Iron Man 3, ma lo abbiamo visto anche in 24, The Departed, Shame, The Grey, World War Z, The Lone Ranger, The Walk, e di recente in 13 Hours: The Secret Soldiers Of Benghazi di Michael Bay.

Fonte

The Empire Strikes Back Uncut: film integrale on line!

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The Empire Strikes Back Uncut: film integrale on line!

Il progetto si chiama Star Wars Uncut e consiste nel rifare i film della saga tramite gli spezzoni del film rifatti dai fan e selezionati e montati dalla LucasFilm.

Ecco di seguito la versione integrale di The Empire Strikes Back Uncut.

Star Wars Episodio VII uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Mark HamillHarrison FordCarrie FisherMark Hamill,Anthony DanielsPeter Mayhew e Kenny Panettiere con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam pilotaOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie e Max von Sydow.The Empire Strikes Back Uncut

The Emoji Movie: i character poster delle facce protagoniste

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The Emoji Movie: i character poster delle facce protagoniste

Dopo il primo trailer, ecco i character poster delle faccine protagoniste di The Emoji Movie, il film basato sulle emoji di Whatsapp e Messenger e commentato da T.J. Miller nella versione originale.

Il trailer di The Emoji Movie

I primi dettagli sulla trama del film suggeriscono un’avventura divertente e personale: Gene è una Emoji multiespressiva che intraprende un viaggio pericoloso per diventare una Emoji normale.

La commedia l’animazione è diretta da Anthony Leondis e prodotta da Michelle Raimo Kouyate. Emojimovie Express Yourself è scritto da Anthony Leondis e Eric Siegel.

Voce originale del film è T.J. Miller che abbiamo visto quest’anno in Deadpool. L’attore è molto noto ai fan della HBO, canale che produce Silicon Valley, divertente serie che lo vede trai protagonisti.

The Emoji Movie: ecco il primo teaser trailer del film

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The Emoji Movie: ecco il primo teaser trailer del film

Per quanto potesse sembrare impossibile, alla fine è stato portato a termine: l’11 agosto 2017 arriverà nelle sale americane The Emoji Movie, il film basato sulle emoji (le faccine) di Whatsapp e Messenger. Di seguito vi proponiamo il primo trailer via @SonyPictures.

The Emoji Movie il primo teaser trailer

La commedia l’animazione è diretta da Anthony Leondis e prodotta da Michelle Raimo Kouyate. Emojimovie Express Yourself è scritto da Anthony Leondis e Eric Siegel.

Voce originale del film è T.J. Miller che abbiamo visto quest’anno in Deadpool. L’attore è molto noto ai fan della HBO, canale che produce Silicon Valley, divertente serie che lo vede trai protagonisti.

Fonte: Twitter

The Elephant Man: recensione del film di David Lynch

The Elephant Man: recensione del film di David Lynch

The Elephant Man è il film cult del 1980 diretto da David Lynch e con protagonisti nel cast Anthony Hopkins e John Hurt.

Trama del film The Elephant Man

In The Elephant Man una cupa Inghilterra ottocentesca, il Dottor Frederick Treves, durante uno spettacolo di strada gestito dal cinico signor Bytes, vede per la prima volta John Merrick, utilizzato dal suo padrone come fenomeno da baraccone. John infatti presenta numerose deformazioni in gran parte del corpo, soprattutto nella testa, tanto da venire soprannominato The Elephant Man per la sua curiosa somiglianza con il mammifero.  Per non essere deriso circola portando in testa perennemente un cappuccio cucito ad un cappello. Il Dr. Treves vorrebbe analizzarlo per scopi medici, ma Bytes si ritiene il proprietario di Merrick, al punto da voler essere pagato per cederlo al medico. Appena Merrick fa ritorno dal suo proprietario, il quale è in stato di ebbrezza, questi lo picchia violentemente. Treves giunge in suo aiuto e decide di portarlo con sé in ospedale per tenerlo in cura e se possibile aiutarlo. Anche in ospedale regna un’atmosfera ostile nei confronti dell’Elephant man, il quale deve essere messo in una stanza di quarantena per non essere cacciato. Ma a poco a poco conquista il cuore di quanti ivi lavorano, e il suo caso giunge fino all’orecchio della Regina Vittoria, la quale apre un fondo per permettere di dare adeguate cure all’uomo. Man mano John Merrick viene considerato sempre più un uomo e non più una bestia, al punto da entrare in contatto anche con l’alta borghesia e l’aristocrazia locale. Impara gradualmente a parlare, ragionare. Ma la sorte torna ad essergli avversa.

Analisi – The Elephant Man

The Elephant Man è un film biografico del 1980 diretto da David Lynch e ispirato ai libri The Elephant Man and Other Reminiscences (Frederick Treves) e The Elephant Man: A Study in Human Dignity (Ashley Montagu); volumi che trattano del curioso caso del deforme Joseph Merrick, la cui testa aveva la vaga forma di un elefante. Trattasi della seconda fatica cinematografica del regista, che intervalla il surrealista Eraserhead – La mente che cancella (1970) e il fantascientifico Dune (1984). In questo lungometraggio non è il taglio visionario tipico del regista a prevalere – che viene fuori solo nel finale –  bensì una inaspettata dimensione umana e sentimentale,s ebbene non manchino sequenze angosciose e oniriche, immagini crude.

La storia di John Merrick è infatti triste e malinconica, ma anche cruda e angosciosa; su quell’uomo deformato dalla nascita si scaglia tutto il cinismo e la perfidia dell’umanità, abituata a giudicare e relazionarsi con gli altri esseri umani basandosi prevalentemente sull’aspetto superficiale. Nel povero John il relativismo ottocentesco inglese ci vede solo un mostro, il perfido Bytes perfino una macchina per far soldi; alcune scene sono così esplicite da ferire il cuore dello spettatore, come ad esempio quella che si consuma nel bagno della stazione, dove Merrick scoppia in lacrime implorando i suoi aggressori, e affermando che è un uomo come loro.O ancora, quando il guardiano della clinica porta in stanza alcune prostitute, per uno squallido gioco erotico con “la bestia”. Per fortuna, tra tanta cattiveria c’è anche un po’ di sensibilità: il dottor Treves appare come un raggio di sole che squarcia il grigiore di una società che ha perso ogni sensibilità umana. Certo, inizialmente si pone a John con mero interesse scientifico, ma poi è il lato umano a prevalere, perché comprende che egli non è una cavia ma una persona come le altre in cerca della propria legittima dignità.

The Elephant Man

The Elephant Man è in bianco e nero, il che ha una duplice, ben riuscita funzione: da un lato evidenziare l’aspetto cupo e malinconico della storia; dall’altro dare ad essa il sapore retrò di una storia del passato. Varie sono le imprecisioni e le variazioni rispetto alle biografie scritte sul caso di John Merrick, partendo proprio dal nome di quest’ultimo, nella realtà chiamato Joseph.

Mel Brooks, il produttore di The Elephant Man, non volle apparire tra i crediti per evitare l’associazione del film (da parte del pubblico) ad una delle sue commedie. Per realizzare il trucco di The Elephant Man su John Hurt, il regista David Lynch ottenne il permesso di prelevare dei calchi del corpo di Merrick, conservati tuttora nel museo del Royal London Hospital.

The Electric State: una sneak peek dal film dei Fratelli Russo

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The Electric State: una sneak peek dal film dei Fratelli Russo

Guarda la sneak peek di The Electric State, in arrivo il 14 marzo 2025 solo su Netflix che segna il ritorno di Anthony e Joe Russo, le menti dietro ad Avengers: Endgame e The Gray Man, questa volta alla regia di un film sci-fi con protagonisti Millie Bobby Brown e Chris Pratt.

Di cosa parla The Electric State?

The Electric State è una spettacolare avventura ambientata in una versione alternativa e retrofuturistica degli anni ’90. Millie Bobby Brown (Stranger Things, Enola Holmes, Damsel) interpreta Michelle, un’adolescente orfana che affronta la vita in una società in cui robot senzienti simili a cartoni animati e mascotte, che un tempo collaboravano pacificamente al fianco degli esseri umani, ora vivono in esilio a seguito di una rivolta fallita. Tutto ciò che Michelle pensa di sapere sul mondo viene sconvolto una notte quando riceve la visita di Cosmo, un robot dolce e misterioso che sembra essere controllato da Christopher, il geniale fratello minore di Michelle che lei credeva morto.

Determinata a trovare l’amato fratello che pensava di aver perso, Michelle parte attraverso il sud-ovest americano con Cosmo e si ritrova presto a collaborare con riluttanza insieme a Keats (Chris Pratt,Guardiani della Galassia, Jurassic World), un contrabbandiere di basso rango, e al suo spassoso assistente robot, Herman (doppiato nella versione originale da Anthony Mackie). Mentre si avventurano nella Zona di Esclusione, un angolo delimitato nel deserto dove i robot sopravvivono per proprio conto, Keats e Michelle trovano uno strano e colorato gruppo di nuovi alleati animatronici e iniziano a scoprire che le forze dietro la scomparsa di Christopher sono più sinistre di quanto si aspettassero.

The Electric State è diretto da Anthony e Joe Russo e ha come protagonisti Millie Bobby Brown, Chris Pratt, il premio Oscar® Ke Huy Quan, Jason Alexander, Giancarlo Esposito, il candidato all’Oscar® Stanley Tucci, e Woody Norman. Anthony Mackie, Woody Harrelson, Brian Cox, Jenny Slate, e Alan Tyduk prestano il loro talento come voci dei robot. Il film è basato sulla graphic novel di Simon Stålenhag e ha una sceneggiatura di Christopher McFeely e Stephen Markus.

The Electric State sarà disponibile solo su Netflix nel 2025.

INFORMAZIONI SU THE ELECTRIC STATE

  • DIRETTO DA: Anthony e Joe Russo
  • SCENEGGIATURA DI: Christopher Markus e Stephen McFeely
  • BASATO SULLA GRAPHIC NOVEL DI: Simon Stålenhag
  • PRODOTTO DA: Joe Russo, p.g.a.; Anthony Russo, p.g.a.; Mike Larocca, p.g.a.; Angela Russo-Otstot; Chris Castaldi; Patrick Newall
  • PRODUTTORI ESECUTIVI: Christopher Markus, Stephen McFeely, Tim Connors, Nick van Dyk, Jake Aust, Geoffrey Haley, Jeffrey Ford, Simon Stålenhag, Julia Angelin, Russell Ackerman, John Schoenfelder, Anthony Muschietti, Barbara Muschietti
  • CO-PRODUTTORI: Anthony J. Vorhies, Joseph Micucci, Murtaza Kathawala
  • CAST PRINCIPALE: Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Ke Huy Quan, Jason Alexander, Woody Norman, con Giancarlo Esposito e Stanley Tucci. Con le voci di Woody Harrelson, Anthony Mackie, Brian Cox, Jenny Slate, Hank Azaria, Colman Domingo, Alan Tudyk.

The Electric State: la recensione del film Netflix con Millie Bobby Brown

Immagina una Eleven ancora più solitaria e arrabbiata, con un biondo ossigenato da vera ribelle e un’energia da outsider in rotta col mondo. Affiancale ora uno Star-Lord più trasandato e disilluso del solito, spogliato della sua ironia sfacciata, e catapulta entrambi in un universo dove il retrò e il futuristico si fondono in un’estetica nostalgica e intrigante. Sulla carta, The Electric State dei fratelli Russo sembrerebbe un mix esplosivo, il perfetto road movie sci-fi capace di conquistare cuore e mente. Eppure, qualcosa non torna del tutto.

Basato sull’omonimo romanzo illustrato del 2018 di Simon Stålenhag, The Electric State è il nuovo emozionante film Netflix diretto da Anthony e Joe Russo, con una sceneggiatura firmata da Christopher Markus e Stephen McFeely. Il cast è stellare: accanto a Millie Bobby Brown e Chris Pratt troviamo il premio Oscar® Ke Huy Quan, Jason Alexander, Giancarlo Esposito, il candidato all’Oscar® Stanley Tucci e Woody Norman. The Electric State è disponibile dal 14 marzo su Netflix.

The Electric State. In foto Michelle (Millie Bobby Brown) e Cosmo (doppiato nella versione originale da Alan Tudyk). ™© 2024 Netflix. Used with permission.
The Electric State. In foto Michelle (Millie Bobby Brown) e Cosmo (doppiato nella versione originale da Alan Tudyk). ™© 2024 Netflix. Used with permission.

Cosa racconta The Electric State?

The Electric State è ambientato in un’America rétro-futuristica degli anni ’90, segnata dalle conseguenze di una guerra devastante tra umani e robot. In questa versione alternativa del passato, le macchine senzienti erano state inizialmente accolte come strumenti essenziali per la società, occupandosi di compiti di pubblica utilità e supportando gli esseri umani nella vita quotidiana. Nonostante ciò, la loro richiesta di diritti e riconoscimento ha scatenato un conflitto inevitabile tra umani e macchine, culminato nella sconfitta di questi ultimi e nel loro esilio.

Il mondo che ne è scaturito è profondamente mutato: la tecnologia permea ogni aspetto della vita, ma invece di avvicinare le persone, le ha rese sempre più isolate, immerse in realtà digitali attraverso i loro neurocaster. In questo scenario, Michelle (Millie Bobby Brown – Stranger Things, Enola Holmes, Damsel), un’adolescente segnata dalla perdita dei genitori e del fratellino Christopher in un incidente stradale avvenuto anni prima, fatica ad adattarsi a una società ormai disumanizzata. Nel frattempo, i robot senzienti, un tempo pacifici e dalle sembianze quasi giocose, sono stati relegati in un fatiscente paesino, un limbo di rottami e sogni infranti dopo la loro ultima, fallita ribellione.

Ma la vita di Michelle cambia di nuovo quando, all’improvviso, riceve la visita di Cosmo, un misterioso e affettuoso robot che sostiene di essere controllato da Christopher, il fratellino che ha perduto. Con lui si riaccende la speranza di riunire la sua famiglia, o almeno ciò che ne resta. Determinata a scoprire la verità, Michelle intraprende un viaggio pericoloso verso la Zona Interdetta nel sud-ovest americano, decisa a capire chi li ha separati e perché, dopo quel tragico incidente. Ad accompagnarla in questa avventura sarà Cosmo, ma anche Keats (Chris Pratt, Guardiani della Galassia, Jurassic World), un contrabbandiere dal carattere ruvido, e il suo inseparabile compagno robotico Herman, doppiato nella versione originale da Anthony Mackie.

The Electric State. In foto (da sinistra a destra) Keats (Chris Pratt) e Michelle (Millie Bobby Brown) in The Electric State. Photo Credit Paul Abell, ©2025 Netflix, Inc.
The Electric State. In foto (da sinistra a destra) Keats (Chris Pratt) e Michelle (Millie Bobby Brown) in The Electric State. Photo Credit Paul Abell, ©2025 Netflix, Inc.

Ritrovare l’umanità che abbiamo perso

Può un ammasso di metallo e circuiti provare più empatia e lealtà di un essere umano? D’istinto, verrebbe da rispondere con un no secco. Eppure, la storia nata dall’immaginazione di Simon Stålenhag ci porta a riconsiderare questa certezza. La commovente avventura di Michelle e Keats dipinge un mondo in cui gli esseri umani si sono fatti più freddi, distanti e alienati di qualsiasi macchina. Nel loro lungo viaggio attraverso un’America fatiscente e nostalgica, i due trovano ben poco calore tra le persone, ad eccezione di Keats stesso, che condivide con Michelle un senso di inadeguatezza, ribellione e solitudine.

Paradossalmente, il vero rifugio lo scopriranno in un villaggio dimenticato, un luogo dove i robot dotati di coscienza sono stati esiliati e abbandonati, scartati dalla società umana nonostante il loro desiderio di restare accanto alle persone. In questo angolo di rottami e malinconia, Michelle e Keats realizzeranno che forse l’umanità non risiede più nelle persone, ma in ciò che loro stesse hanno creato e poi respinto.

Ed è proprio attraverso la tragica storia familiare di Michelle che Stålenhag sembra rivolgere al pubblico una domanda silenziosa ma potente: quando abbiamo smesso di essere umani? Mentre la giovane determinata protagonista cerca di ricostruire ciò che ha perduto, il film invita lo spettatore a guardare dentro se stesso e riflettere su quanto l’umanità abbia sacrificato sull’altare della tecnologia. In un mondo dove le connessioni reali si sono assottigliate e l’empatia sembra sempre più un’illusione, The Electric State diventa un monito: forse non sono i robot a voler essere più umani, ma siamo noi a dover riscoprire cosa significhi davvero esserlo.

The Electric State. In foto Michelle (Millie Bobby Brown) nella riserva dei robot esiliati in The Electric State. Photo Credit Paul Abell, ©2025 Netflix, Inc.
The Electric State. In foto Michelle (Millie Bobby Brown) nella riserva dei robot esiliati in The Electric State. Photo Credit Paul Abell, ©2025 Netflix, Inc.

Un cast stellare e un’ambientazione che rapisce

Al di là della sua emozionante storia e del profondo messaggio sottostante, The Electric State conferma ancora una volta la maestria dei fratelli Russo nel miscelare sentimentalismo, avventura e azione, regalando due ore di puro intrattenimento. Il film scorre con un equilibrio perfetto tra emozione e spettacolo visivo, riuscendo a coinvolgere il pubblico sia a livello narrativo che estetico.

Il cast hollywoodiano brilla, con una coppia protagonista che funziona alla perfezione. Millie Bobby Brown e Chris Pratt dimostrano fin dalle prime scene un’alchimia vincente, riuscendo a conquistare la scena grazie al loro carisma e talento. I loro personaggi, apparentemente opposti, si rivelano in realtà molto più simili di quanto sembri inizialmente, dando vita a un rapporto che evolve in modo naturale e convincente.

Ma non sono solo gli eroi a spiccare: anche gli antagonisti lasciano il segno. Stanley Tucci (Amabili resti, Il diavolo veste Prada) è impeccabile nel ruolo di Ethan Skate, il folle magnate della tecnologia a capo della Sentre, una corporazione tanto potente quanto inquietante. Al suo fianco, Giancarlo Esposito (Captain America: Brave New World, Breaking Bad) regala un’interpretazione memorabile nei panni del Colonnello Bradbury, detto Il Macellaio, un uomo spietato che ha guadagnato il suo soprannome sterminando robot senzienti durante la guerra. Il loro carisma e la loro presenza scenica elevano il film, offrendo antagonisti credibili e sfaccettati, che incarnano perfettamente le tematiche di potere e disumanizzazione esplorate dalla storia.

The Electric State. In foto Stanley Tucci nei panni di Ethan Skate in The Electric State. Photo Credit Paul AbellNetflix ©2024.
The Electric State. In foto Stanley Tucci nei panni di Ethan Skate in The Electric State. Photo Credit Paul Abell, Netflix ©2024.

Anche l’ambientazione gioca un ruolo chiave nell’immergere il pubblico in un mondo che mescola passato e futuro con un tocco di malinconia. La nostalgia degli anni ’90 – un decennio ormai mitizzato da un’intera generazione – si intreccia con un futuro distopico fin troppo plausibile, creando un’atmosfera unica. La fusione tra elementi vintage, colonna sonora pop e tecnologie obsolete si integra perfettamente con la presenza di dispositivi futuristici come i neurocaster e le imponenti macchine da guerra telecomandate dagli umani, comodamente seduti nel salotto di casa. Il risultato è un universo visivo che non solo affascina, ma che fa anche riflettere sul rapporto sempre più alienante tra uomo e tecnologia.

Non è tutto oro ciò che luccica

Che i fratelli Russo sappiano come sfruttare al meglio il mezzo cinematografico per dare vita a storie che restano impresse è ormai una verità consolidata. Con The Electric State, continuano a dimostrare il loro talento nel creare un’esperienza visiva coinvolgente, arricchita da emozioni forti e momenti che lasciano il segno. Tuttavia, nonostante la bellezza estetica e l’intensità delle emozioni che cercano di suscitare, il film manca di quella profondità e della tensione drammatica che ci si aspetterebbe da una storia così ricca e un cast altrettanto vincente.

Michelle (Millie Bobby Brown), Cosmo (con la voce di Alan Tudyk nella versione originale), Keats (Chris Pratt) and Herman (doppiato da Anthony Mackie). Photo Credit Paul Abell, Netflix ©2024.
Michelle (Millie Bobby Brown), Cosmo (con la voce di Alan Tudyk nella versione originale), Keats (Chris Pratt) and Herman (doppiato da Anthony Mackie). Photo Credit Paul Abell, Netflix ©2024.

Il film, purtroppo, sembra seguire la stessa sorte di un soufflé: cresce e si eleva nelle prime scene, mostrando la sua forma più affascinante e ben costruita, per poi sgonfiarsi e perdere di consistenza nel corso della narrazione. Il viaggio emotivo e di formazione che Michelle intraprende all’inizio, segnato da una ricerca di riscatto e dalla necessità di elaborare il lutto, trova nella seconda parte del film una trasformazione che, seppur significativa, manca di quella potenza che ci si aspetterebbe in un racconto così carico di potenziale. La sua presa di coscienza e l’accettazione del dolore sembrano troppo snelle e prive di un percorso davvero coinvolgente, lasciando lo spettatore con una sensazione di incompiutezza.

Pur toccando le corde giuste, The Electric State fallisce nel mantenere alta la tensione emotiva necessaria per trasformare questo viaggio in una vera e propria rivelazione.

The Electric State: il trailer finale del film con Millie Bobby Brown e Chris Pratt

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Guarda il trailer finale di The Electric State, in arrivo il 14 marzo 2025 solo su Netflix che segna il ritorno di Anthony e Joe Russo, le menti dietro ad Avengers: Endgame e The Gray Man, questa volta alla regia di un film sci-fi con protagonisti Millie Bobby Brown e Chris Pratt.

Di cosa parla The Electric State?

The Electric State è una spettacolare avventura ambientata in una versione alternativa e retrofuturistica degli anni ’90. Millie Bobby Brown (Stranger Things, Enola Holmes, Damsel) interpreta Michelle, un’adolescente orfana che affronta la vita in una società in cui robot senzienti simili a cartoni animati e mascotte, che un tempo collaboravano pacificamente al fianco degli esseri umani, ora vivono in esilio a seguito di una rivolta fallita. Tutto ciò che Michelle pensa di sapere sul mondo viene sconvolto una notte quando riceve la visita di Cosmo, un robot dolce e misterioso che sembra essere controllato da Christopher, il geniale fratello minore di Michelle che lei credeva morto.

Determinata a trovare l’amato fratello che pensava di aver perso, Michelle parte attraverso il sud-ovest americano con Cosmo e si ritrova presto a collaborare con riluttanza insieme a Keats (Chris Pratt,Guardiani della Galassia, Jurassic World), un contrabbandiere di basso rango, e al suo spassoso assistente robot, Herman (doppiato nella versione originale da Anthony Mackie). Mentre si avventurano nella Zona di Esclusione, un angolo delimitato nel deserto dove i robot sopravvivono per proprio conto, Keats e Michelle trovano uno strano e colorato gruppo di nuovi alleati animatronici e iniziano a scoprire che le forze dietro la scomparsa di Christopher sono più sinistre di quanto si aspettassero.

The Electric State: il trailer del film Netflix di Anthony e Joe Russo

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Guarda il trailer di The Electric State, in arrivo il 14 marzo 2025 solo su Netflix che segna il ritorno di Anthony e Joe Russo, le menti dietro ad Avengers: Endgame e The Gray Man, questa volta alla regia di un film sci-fi con protagonisti Millie Bobby Brown e Chris Pratt.

Di cosa parla The Electric State?

The Electric State è una spettacolare avventura ambientata in una versione alternativa e retrofuturistica degli anni ’90. Millie Bobby Brown (Stranger Things, Enola Holmes, Damsel) interpreta Michelle, un’adolescente orfana che affronta la vita in una società in cui robot senzienti simili a cartoni animati e mascotte, che un tempo collaboravano pacificamente al fianco degli esseri umani, ora vivono in esilio a seguito di una rivolta fallita. Tutto ciò che Michelle pensa di sapere sul mondo viene sconvolto una notte quando riceve la visita di Cosmo, un robot dolce e misterioso che sembra essere controllato da Christopher, il geniale fratello minore di Michelle che lei credeva morto.

Determinata a trovare l’amato fratello che pensava di aver perso, Michelle parte attraverso il sud-ovest americano con Cosmo e si ritrova presto a collaborare con riluttanza insieme a Keats (Chris Pratt,Guardiani della Galassia, Jurassic World), un contrabbandiere di basso rango, e al suo spassoso assistente robot, Herman (doppiato nella versione originale da Anthony Mackie). Mentre si avventurano nella Zona di Esclusione, un angolo delimitato nel deserto dove i robot sopravvivono per proprio conto, Keats e Michelle trovano uno strano e colorato gruppo di nuovi alleati animatronici e iniziano a scoprire che le forze dietro la scomparsa di Christopher sono più sinistre di quanto si aspettassero.

The Electric State è diretto da Anthony e Joe Russo e ha come protagonisti Millie Bobby Brown, Chris Pratt, il premio Oscar® Ke Huy Quan, Jason Alexander, Giancarlo Esposito, il candidato all’Oscar® Stanley Tucci, e Woody Norman. Anthony Mackie, Woody Harrelson, Brian Cox, Jenny Slate, e Alan Tyduk prestano il loro talento come voci dei robot. Il film è basato sulla graphic novel di Simon Stålenhag e ha una sceneggiatura di Christopher McFeely e Stephen Markus.

The Electric State sarà disponibile solo su Netflix nel 2025.

INFORMAZIONI SU THE ELECTRIC STATE

  • DIRETTO DA: Anthony e Joe Russo
  • SCENEGGIATURA DI: Christopher Markus e Stephen McFeely
  • BASATO SULLA GRAPHIC NOVEL DI: Simon Stålenhag
  • PRODOTTO DA: Joe Russo, p.g.a.; Anthony Russo, p.g.a.; Mike Larocca, p.g.a.; Angela Russo-Otstot; Chris Castaldi; Patrick Newall
  • PRODUTTORI ESECUTIVI: Christopher Markus, Stephen McFeely, Tim Connors, Nick van Dyk, Jake Aust, Geoffrey Haley, Jeffrey Ford, Simon Stålenhag, Julia Angelin, Russell Ackerman, John Schoenfelder, Anthony Muschietti, Barbara Muschietti
  • CO-PRODUTTORI: Anthony J. Vorhies, Joseph Micucci, Murtaza Kathawala
  • CAST PRINCIPALE: Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Ke Huy Quan, Jason Alexander, Woody Norman, con Giancarlo Esposito e Stanley Tucci. Con le voci di Woody Harrelson, Anthony Mackie, Brian Cox, Jenny Slate, Hank Azaria, Colman Domingo, Alan Tudyk.

The Electric State, le prime foto dal film Netflix di Anthony e Joe Russo

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Scopri le prime immagini di The Electric State, uno dei titoli più attesi in arrivo prossimamente solo su Netflix che segna il ritorno di Anthony e Joe Russo, le menti dietro ad Avengers: Endgame e The Gray Man, questa volta alla regia di un film sci-fi con protagonisti Millie Bobby Brown e Chris Pratt.

Di cosa parla The Electric State?

The Electric State è una spettacolare avventura ambientata in una versione alternativa e retrofuturistica degli anni ’90. Millie Bobby Brown (Stranger Things, Enola Holmes, Damsel) interpreta Michelle, un’adolescente orfana che affronta la vita in una società in cui robot senzienti simili a cartoni animati e mascotte, che un tempo collaboravano pacificamente al fianco degli esseri umani, ora vivono in esilio a seguito di una rivolta fallita. Tutto ciò che Michelle pensa di sapere sul mondo viene sconvolto una notte quando riceve la visita di Cosmo, un robot dolce e misterioso che sembra essere controllato da Christopher, il geniale fratello minore di Michelle che lei credeva morto.

Determinata a trovare l’amato fratello che pensava di aver perso, Michelle parte attraverso il sud-ovest americano con Cosmo e si ritrova presto a collaborare con riluttanza insieme a Keats (Chris Pratt,Guardiani della Galassia, Jurassic World), un contrabbandiere di basso rango, e al suo spassoso assistente robot, Herman (doppiato nella versione originale da Anthony Mackie). Mentre si avventurano nella Zona di Esclusione, un angolo delimitato nel deserto dove i robot sopravvivono per proprio conto, Keats e Michelle trovano uno strano e colorato gruppo di nuovi alleati animatronici e iniziano a scoprire che le forze dietro la scomparsa di Christopher sono più sinistre di quanto si aspettassero.

The Electric State è diretto da Anthony e Joe Russo e ha come protagonisti Millie Bobby Brown, Chris Pratt, il premio Oscar® Ke Huy Quan, Jason Alexander, Giancarlo Esposito, il candidato all’Oscar® Stanley Tucci, e Woody Norman. Anthony Mackie, Woody Harrelson, Brian Cox, Jenny Slate, e Alan Tyduk prestano il loro talento come voci dei robot. Il film è basato sulla graphic novel di Simon Stålenhag e ha una sceneggiatura di Christopher McFeely e Stephen Markus.

The Electric State sarà disponibile solo su Netflix nel 2025.

INFORMAZIONI SU THE ELECTRIC STATE

  • DIRETTO DA: Anthony e Joe Russo
  • SCENEGGIATURA DI: Christopher Markus e Stephen McFeely
  • BASATO SULLA GRAPHIC NOVEL DI: Simon Stålenhag
  • PRODOTTO DA: Joe Russo, p.g.a.; Anthony Russo, p.g.a.; Mike Larocca, p.g.a.; Angela Russo-Otstot; Chris Castaldi; Patrick Newall
  • PRODUTTORI ESECUTIVI: Christopher Markus, Stephen McFeely, Tim Connors, Nick van Dyk, Jake Aust, Geoffrey Haley, Jeffrey Ford, Simon Stålenhag, Julia Angelin, Russell Ackerman, John Schoenfelder, Anthony Muschietti, Barbara Muschietti
  • CO-PRODUTTORI: Anthony J. Vorhies, Joseph Micucci, Murtaza Kathawala
  • CAST PRINCIPALE: Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Ke Huy Quan, Jason Alexander, Woody Norman, con Giancarlo Esposito e Stanley Tucci. Con le voci di Woody Harrelson, Anthony Mackie, Brian Cox, Jenny Slate, Hank Azaria, Colman Domingo, Alan Tudyk.
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