Arriva in prima TV su
Sky l’ultimo successo di Alessandro Siani
Succede anche nelle migliori famiglie, in onda lunedì 3
giugno alle 21:15 su Sky Cinema Uno (e
alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection – Risate
all’italiana),in streaming suNOWe disponibile on demand. Su Sky il film sarà
disponibile on demand anche in 4K.
Il film, diretto e interpretato da
Alessandro Siani – che firma anche la
sceneggiatura insieme a Fabio Bonifacci – è una storia familiare
piena di sorprese, contraddizioni e amore che scoppiano a ridosso
di due eventi: un matrimonio e un funerale, il tutto vissuto in
un’atmosfera tragicomica e irriverente. Nel cast, oltre ad
Alessandro Siani nel ruolo di Davide Di Rienzo, troviamo Cristiana Capotondi in quello della sorella,
Isabella Di Rienzo, e Dino Abbrescia in quello del
fratello, Renzo Di Rienzo; Anna Galiena veste i panni di Mamma Lina
e Antonio Catania quelli del misterioso Angelo
Cederna.
La trama di Succede anche
nelle migliori famiglie
Davide Di Rienzo, laureato in
medicina e finito a fare il volontario alla Caritas, perché troppo
influenzato dall’opprimente figura paterna di medico eccellente –
in poche parole la pecora nera della famiglia Di Rienzo – conduce
una vita tendenzialmente normale, spesa tra una delusione amorosa e
l’altra. Un giorno, però, il suo equilibrio viene sconvolto da una
telefonata: suo padre è morto. Tornato nella vecchia villa di
famiglia, decide di prendersi cura della madre Lina, visibilmente
scossa e provata, assieme ai suoi fratelli perfetti Renzo
e Isabella, rispettivamente avvocato e psicologa, entrambi di
successo.
Ma ecco che nel giro di pochissimo,
la madre Lina sembra aver recuperato tutto l’entusiasmo e la gioia
di sempre. Sarà stato il calore e l’amore dei figli? Non proprio,
quanto più un nuovo, imminente, matrimonio: il suo. Lina, infatti,
si sposerà la settimana seguente con il signor Angelo Cederna,
vecchio amichetto e fidanzatino d’infanzia. Che cosa? Chi è
quest’uomo? I tre fratelli vogliono vederci più a fondo. Ma per il
momento, c’è soltanto una certezza: questo matrimonio non s’ha da
fare!
SKY CINEMA COLLECTION –
“RISATE ALL’ITALIANA”
In occasione della prima visione
SUCCEDE ANCHE NELLE MIGLIORI FAMIGLIE, torna su Sky Cinema
Collectionda sabato 1 giugno a venerdì 14
giugno “RISATE ALL’ITALIANA”,
l’appuntamento con le migliori commedie “made in Italy” con più di
100 titoli.
Tra gli attori-simbolo della
collezione troviamo Alessandro Siani, protagonista, oltre
che della prima visione, anche de IL PRINCIPE
ABUSIVO, SI ACCETTANO MIRACOLI,
MISTER FELICITÀ, IL GIORNO PIÙ BELLO DEL
MONDO, TRAMITE AMICIZIA e dei due grandi
successi BENVENUTI AL SUD e BENVENUTI AL
NORD. Altro indimenticabile protagonista di queste ultime
due pellicole èClaudio Bisio, che ritroviamo anche alla
guida del cast di BENVENUTO PRESIDENTE! e
BENTORNATO PRESIDENTE!.
Non possono mancare, inoltre, il
duo comico siciliano Ficarra e Picone ne L’ORA
LEGALE, ANDIAMO A QUEL PAESE,
ANCHE SE È AMORE NON SI VEDE e LA
MATASSA, e il trio più popolare d’Italia Aldo,
Giovanni e Giacomo in IL COSMO SUL
COMÒ, IL RICCO, IL POVERO E IL
MAGGIORDOMO, FUGA DA REUMA PARK e
ODIO L’ESTATE.
Nella collezione sono presenti, tra
molti altri, anche Checco Zalone con QUO
VADO?, Pio e Amedeo con COME PUÒ UNO
SCOGLIOed Enrico Brignano con UNA
COMMEDIA PERICOLOSA e POVERI MA RICCHI,
in cui è tra i protagonisti insieme a Christian De
Sica,Lucia Ocone e Anna Mazzamauro.
SUCCEDE ANCHE NELLE
MIGLIORI FAMIGLIE, lunedì 3 giugno alle 21:15 su
Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema
Collection – Risate all’italiana), in streaming su NOW e
disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on
demand anche in 4K per i clienti Sky Q via
satellite o Sky Glass con pacchetto Sky Cinema e con servizio
opzionale Sky HD 4K/Sky Ultra HD attivo.
Debutta oggi il trailer
di SUBURRÆTERNA, la serie tv in 8 episodi che
espande l’universo Suburra con la nuova storia originale prodotta
da Cattleya – parte di ITV Studios, in arrivo solo su Netflix
dal 14 novembre, negli oltre 190 Paesi in cui il servizio è
attivo.
I primi due episodi
debutteranno in anteprima il 29 ottobre nella serata di chiusura
della Festa del
Cinema di Roma, e verranno proiettati a Lucca Comics &
Games il 2 novembre alla presenza di Giacomo Ferrara.
La serie è scritta da
Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli, che ricoprono
anche il ruolo di Head Writers, Andrea Nobile, Camilla Buizza,
Marco Sani e Giulia Forgione. Ciro D’Emilio è alla regia dei primi
quattro episodi, mentre Alessandro Tonda degli ultimi quattro. Gina
Gardini è la showrunner della serie che è tratta dall’opera
letteraria Suburra scritta da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini –
che curano anche lo story editing – edita da Giulio Einaudi
Editore.
La trama della serie
SUBURRÆTERNA
Roma, 2011. Il governo
rischia di cadere, il Vaticano è in crisi e le piazze della città
sono letteralmente date alle fiamme. Nel mondo di mezzo Cinaglia
(Filippo Nigro) ha raccolto l’eredità di Samurai e, insieme a
Badali (Emmanuele Aita), continua a gestire gli affari criminali
della città, con l’aiuto di Adelaide (Paola Sotgiu) e Angelica
(Carlotta Antonelli), rimaste a capo degli Anacleti, e di Nadia
(Federica Sabatini), che le aiuta a gestire le piazze di Ostia.
Ma c’è chi questo sistema
non lo accetta più. Nuovi protagonisti scenderanno in campo,
stravolgendo gli equilibri di Roma: inizia così una rivoluzione
che, dalla Chiesa al Campidoglio e fino alle spiagge di Ostia, si
espande velocemente per cancellare tutto ciò che rappresenta il
passato.
Spadino (Giacomo Ferrara)
sarà dunque costretto a tornare a casa, per evitare che la sua
famiglia venga messa in pericolo insieme a tutto il resto, e a
cercare nuovi alleati, anche laddove non avrebbe mai pensato di
trovarli… Ma la guerra è guerra e in palio c’è il controllo di
Roma.
Il cast della serie
SUBURRÆTERNA
Nel cast Giacomo
Ferrara nel ruolo di Spadino e Filippo Nigro in quello di Amedeo Cinaglia,
mentre Carlotta Antonelli e Federica Sabatini tornano a vestire i
panni rispettivamente di Angelica e Nadia, così come Paola Sotgiu e
Alberto Cracco quelli di Adelaide e Nascari. Accanto a loro nuovi
personaggi stravolgeranno gli equilibri di Roma: Marlon Joubert è
Damiano Luciani, Aliosha Massine è Ercole Bonatesta, Federigo Ceci
è Armando Tronto, Yamina Brirmi e Morris Sarra sono Giulia e
Cesare Luciani (fratelli gemelli di Damiano), mentre Giorgia
Spinelli interpreta Miriana Murtas e Gabriele di Stadio il giovane
Victor Anacleti.
Primo ciak a Roma per
SUBURRÆTERNA. La serie tv Netflix, che espande l’universo
Suburra, con la nuova storia originale prodotta da Cattleya –
parte di ITV Studios.
SUBURRÆTERNA:
quando esce e dove vederla in streaming
SUBURRÆTERNA in
streaming arriverà solo su Netflix nel
2023.
SUBURRÆTERNA:
trama e cast
SUBURRÆTERNA è scritta da Ezio Abbate e Fabrizio
Bettelli, che ricoprono anche il ruolo di Head Writer, Camilla
Buizza, Marco Sani, Andrea Nobile e Giulia Forgione. Ciro D’Emilio
è alla regia dei primi quattro episodi, mentre Alessandro Tonda
degli ultimi quattro. La serie è tratta dall’opera letteraria
Suburra scritta da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini
– che curano anche lo story editing – edita da
Einaudi.
Nel cast Giacomo
Ferrara nel ruolo di Spadino e Filippo Nigro in quello di Amedeo Cinaglia,
mentre Carlotta Antonelli e Federica
Sabatini tornano a vestire i panni rispettivamente di
Angelica e Nadia.
La trama
Roma, 2011. Il governo
rischia di cadere, il Vaticano è in crisi e le piazze della città
sono letteralmente date alle fiamme. Nel mondo di mezzo Cinaglia
(Filippo
Nigro) ha provato a raccogliere l’eredità di Samurai
e, insieme a Badali (Emmanuele Aita), continua a gestire gli affari
criminali della città, con l’aiuto di Adelaide (Paola Sotgiu) e
Angelica (Carlotta Antonelli), rimaste a capo degli Anacleti, e di
Nadia (Federica Sabatini), che le aiuta a gestire le piazze di
Ostia.
Ma c’è chi questo sistema
non lo accetta più. Nuovi protagonisti scenderanno in campo,
stravolgendo gli equilibri di Roma: inizia così una rivoluzione
che, dalla Chiesa al Campidoglio e fino alle spiagge di Ostia, si
espande velocemente per cancellare tutto ciò che rappresenta il
passato. Spadino (Giacomo Ferrara) sarà dunque costretto a tornare
a casa, per evitare che la sua famiglia venga messa in pericolo
insieme a tutto il resto, e a cercare nuovi alleati, anche laddove
non avrebbe mai pensato di trovarli… Ma la guerra è guerra e in
palio c’è il controllo di Roma.
La Mostra è sempre bellissima, ma
non ci vivrei anche per un altro paio di motivi, su cui stavo
giustappunto riflettendo. Il primo: uno pensa sempre (sempre, anche
se ormai dovrebbe saperlo) che quando arrivi in proiezione presto e
ti fanno sedere hai il miracolo di un quarto d’ora pè cazzi tua, in
cui stare tranquillo, controllare le e-mail, scrivere post cazzoni
come questo, messaggiare la fidanzata, magari schiacciare un
pisolino estemporaneo in attesta che inizi il film. Invece no.
Tocca fare i conti con gli scassacazzi che ti chiedono di alzarti
ogni due secondi per prendere posto (che le file sono strettine, e
tocca incastrarsi che manco al Tetris) e se, come me, hai esigenza
di sederti laterale per andare al cesso in qualsiasi momento di
emergenza è dura.
Anche perché, per la quinta legge di
Murphy dopo servire la salute pubblica, proteggere
gli innocenti, difendere la legge e non uccidere alcun membro
dell’OCP, questi chiedono di entrare sempre dal mio lato della fila
anche se poi si devono sedere al posto sull’estremo opposto. Non
fraintendete, non sono un ipocrita: siamo tutti lo scassacazzi di
qualcun altro, è solo che quest’anno questa cosa la sento
particolarmente.
Il secondo: le maledettissime
cuffiette per la traduzione simultanea della sala conferenze: non
funzionano MAI. Il jack fa sempre contatto e per riuscire a
captare qualcosa lo devi tenere fermo in posizioni assurde, che se
ci aggiungi il fatto di essere costantemente stracarico di arnesi
per il lavoro, dal computer all’iPad passando per il tradizionale
blocco di appunti, e di vari giornali, giornaletti e cartelle
stampa che ti ammollano spietatamente a ogni angolo della
manifestazione, rende necessario un duro allenamento annuale con un
maestro esperto di yoga. E spendeteceli du’ spicci. Voglio dire, li
avete spesi per il documentario di Friedkin.
Comprà un duecento audioguide usate dagli Uffizi no?
Altra sonora delusione, e
oggi la possiamo dire perché la Carducci è tornata e non si
parlotta degli assenti, è la sua disillusa promessa di portare con
sé un drone personale per le riprese e soprattutto selfie aerei con
gli animali famosi. Già immaginavamo epiche scene di
autoperculamento iper-tecnologico, e che il drone cominciasse a
prendere coscienza come HAL-9000, si innamorasse
di lei e facesse un massacro per gelosia di tutti i suoi
ammiratori, con ampi schizzi di sangue e materia cerebrale che
avrebbero reso il red carpet ancora più vivace. E invece no, non lo
ha portato.
C’è da dire, a parziale scusante,
che in tempi di terrorismo far passare un drone potenzialmente
carico di esplosivo per i serrati controlli di sicurezza
organizzati per la Mostra (ieri un agente me guarda in faccia, con
tutto che ho una barba da Imam e almeno quattro borse diverse
appresso, e mi dice “ma no tranquillo, passa. Ho fiducia”) sarebbe
stato quantomeno complicato. Però che diamine, una promessa è una
promessa.
Carducci, te volemo bene lo stesso,
ma non si fa. Avevamo pure preparato una roboante locandina, ve la
mostriamo, perché le cazzate sono come il maiale, non si butta via
niente. Anche se – altro colpo basso – i petali del red carpet che
avevo inserito con estrema cura grafica (perché a ste cazzate ci
tengo) come già vi avevo anticipato, non ci sono più. E per questo
facciamo le rimostranze a Raucone, che qui su
Terra 2 è il presidente della Biennale. Lui pure lo perdoniamo
perché quest’anno la selezione dei film è particolarmente buona –
anche se questo ci complica il lavoro: i film belli sono
difficilmente perculabili).
Oggi per esempio è il giorno di
Suburbicon, cinica e spietata visione di
George Clooney su un’America degli
anni cinquanta ma che ricorda da vicino quella di Trump, con gente
che mette su muri per sfuggire alla visione dei negri, omicidi in
famiglia, cose così. A me piace il film ma piace soprattutto
Julianne Moore, per cui cerco di farmi una foto con lei decidendo
di investire mezz’ora e non di più, seguendo anche l’onda di
improbabili soffiate secondo cui a una certa precisa ora si
dovrebbe trovare a un certo preciso posto. Date retta. So’ cazzate.
In compenso è arrivata Milena Vukotic. Buttala
via. Io la stimo tantissimo, come direbbe il compianto
Paolo Villaggio.
Quindi la foto me la faccio con lei
e alla Julienne me ce faccio le carote. Clooney si presenta sempre
come un regista raffinato e un uomo di grande fascino e intelletto.
Peccato il fiuto per la politica. Un anno e mezzo fa lo incontrai a
Cannes per Money Monster e mi disse
‘tranquillo, Trump non vincerà mai‘ (true story).
Complimentoni proprio. Come se non bastasse Vì è stata sequestrata
da Alessandro Borghi col toupet per provare insieme una scena di
Suburra – sì, oggi passano solo film che
iniziano col prefisso ‘Subur’ – la serie, e anche se l’Isis ancora
non si è fatta sentire le bombe arrivano. Ma sono d’acqua. Ieri non
mi sono fracicato per miracolo, oggi vedremo. E come direbbe George
– e forse pure Paolo Villaggio – ‘What else?’
Roma brucia ancora e ancora, anche
in Suburraeterna, il sequel della serie Netflix che espande il suo franchise. Dopo gli eventi
finali che hanno portato alla morte di Aureliano (Alessandro
Borghi) Spadino e la famiglia Anacleti hanno altri
problemi. La serie è composta da otto episodi prodotti da Cattleya – parte di ITV Studios – e debutterà
il 14 novembre in tutti i Paesi su Netflix. Presentati in anteprima
alla Festa del Cinema di Roma, i nuovi episodi di
Suburraeterna verranno anche proiettavi al Lucca Comics il
2 novembre con Giacomo Ferrara in sala.
La serie è scritta da Ezio Abbate e
Fabrizio Bettelli, che ricoprono anche il ruolo di Head Writers,
Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani e Giulia Forgione.
Ciro D’Emilio è alla regia dei primi quattro
episodi, mentre Alessandro Tonda degli ultimi
quattro.
Suburraeterna, la
trama
Roma, 2011. Il governo rischia di
cadere, il Vaticano è in crisi e le piazze della città sono
letteralmente date alle fiamme. A Roma Cinaglia (Filippo
Nigro) ha raccolto l’eredità di Samurai e, insieme a
Badali (Emmanuele Aita), continua a gestire gli affari criminali
della città, con l’aiuto di Adelaide (Paola Sotgiu) e Angelica
(Carlotta Antonelli), rimaste a capo degli Anacleti, e di Nadia
(Federica Sabatini), che le aiuta a gestire le piazze di Ostia. Ma
c’è chi questo sistema non lo accetta più. Nuovi protagonisti
scenderanno in campo, stravolgendo gli equilibri di Roma: inizia
così una rivoluzione che, dalla Chiesa al
Campidoglio e fino alle spiagge di Ostia, si espande velocemente
per cancellare tutto ciò che rappresenta il passato.
Spadino (Giacomo
Ferrara) sarà dunque costretto a tornare a casa, per evitare che la
sua famiglia venga messa in pericolo insieme a tutto il resto, e a
cercare nuovi alleati, anche laddove non avrebbe mai pensato di
trovarli. Ma la guerra è guerra e in palio c’è il controllo di
Roma. Ancora una volta la capitale diventa protagonista di un gioco
di potere tra Stato e Chiesa molto più grande di lei. Le
scorribande, la polizia, i manganelli, Roma brucia come non lo hai
mai fatto in Suburra, ma questa volta lo fa un modo
diverso. Nei primi due episodi di Suburraeterna si pongono
le basi per una nuova guerra di potere e supremazia delle piazze di
tutta Roma e Ostia. Dalla morte di Aureliano sono passati tre anni
e gli Anacleti sono a capo di tutto e questa supremazia sta stretta
alla famiglia di Damiano Luciani (il nuovo marito di Angelica).
Il nuovo a Roma non esiste
Nel frattempo, Amedeo Cinaglia tesse
la sua rete fatta di promesse e di accordi tra ricchi e potenti: il
suo più grande alleato è un sacerdote della Curia che come lui ha
aspirazione a puntare in alto. Entrambi con motivazioni diverse
sfruttano a loro vantaggio la guerra tra clan che si è venuta a
creare tra gli Anacleti da una parte e i Bonatesta – con Ercole
(Aliosha Massine) – e i Luciani – Giulia, Cesare, Damiano e
Angelica – dall’altra. Più guerre su più fronti: la guerra che si
combatte per strada per il commercio della droga, la guerra ai
piani alti per la costruzione dello stadio, il
nuovo Colosseo. Parte dal basso ma inevitabilmente l’atto
coraggioso della famiglia Luciani smuove gli interessi di tutte le
pedine in gioco.
Collega il gioco-forza tra Stato e
Chiesa dove tutti si fanno paladini contro la violenza,
mascherandosi da benefattori, ma sotto la maschera cercano di
portare acqua al proprio mulino. Dopo aver preso il controllo
grazie al famoso dossier di Samurai, Amedeo
Ciniglia si è fatto largo nei piani alti. Ha aperto una
cooperativa per la manutenzione del verde pubblico che è una
copertura per le sue attività criminali. Dopo l’attacco sovversivo
alla famiglia Anacleti sarà costretto a trovare qualcuno di ancora
più potente che gli guardi le spalle. Sarà proprio la guerra a
riportare Spadino a Roma, quella guerra che tanto
lui voleva fare tre anni prima ma che gli ha visto morire Aureliano
tra le braccia. Alberto Anacleti si è così traferito in Germania
dove vive la sua vita apparentemente sereno. La morte della madre
Adelaide scatenerà in lui sentimenti contrastanti che lui stesso
non riesce a controllare: restare a Roma e combattere anche questa
guerra o tornare alla vita di tutti i giorni dal suo nuovo
compagno?
La vendetta
Nei tre anni dopo la morte di
Aureliano e la partenza di Alberto, Angelica è rimasta sotto il
tetto degli Anacleti, più per obbligo che per volontà. Questo non
ha fatto altro che aumentare il forte senso di
vendetta verso quella famiglia che l’ha sempre
odiata. Il suo rancore si tramuta in vendetta quando sarà proprio
lei ad uccidere Adelaide, dando così inizio alla guerra tra le
famiglie. Suburraeterna nasce proprio dalla vendetta: la
stessa Nadia, una volta perso l’amore della sua vita cerca in tutti
i modi di tenere vivo almeno il suo ricordo. La collana appesa al
collo e i tatuaggi, l’enorme foto di Aureliano nella palestra di
Ostia: Nadia adesso gestisce gli affari con un’ombra e un peso nel
cuore che fino a questo momento le hanno permesso di andare avanti,
ma quanto durerà?
E’ stata presentata alla
Festa del cinema di Roma Suburraeterna, la serie tv Netflix che espande l’universo
Suburra con la nuova storia originale prodotta da
Cattleya -parte di ITV Studios – debutterà il 14 novembre in tutti
i Paesi in cui il servizio è attivo. I primi due episodi hanno
debuttato in anteprima il 29 ottobre nella serata di chiusura della
Festa del Cinema di Roma. Ecco tutte le foto dal red carpet:
Giacomo Ferrara sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Cast Suburraeterna sul red carpet della Festa
del Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Mario Sgueglia sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Alessandro Borghi sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Gabriele Di Stadio sul red carpet della Festa
del Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Aliosha Massine sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Ciro d’Emilio sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Alessandro Tonda e Ciro d’Emilio sul red carpet
della Festa del Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De
Pompeis
Alessandro Tonda sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Federica Sabatini sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Federica Sabatini sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Filippo Nigro sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Giorgia Spinelli sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Yamina Brirmi sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Federigo Ceci sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
sul red carpet della Festa del Cinema di Roma
2023 – foto di Luigi De Pompeis
Carlotta Antonelli sul red carpet della Festa
del Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Paola Sotgiu sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Marlon Joubert sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Marlon Joubert sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Nadia RInaldi sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Nadia RInaldi sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Nadia RInaldi sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Rosa Diletta Rossi sul red carpet della Festa
del Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Rosa Diletta Rossi sul red carpet della Festa
del Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Morris Sarra sul red carpet della Festa del
Cinema di Roma 2023 – foto di Luigi De Pompeis
Nel cast di Suburraeterna, Giacomo Ferrara nel ruolo di Spadino e
Filippo Nigro in quello di Amedeo Cinaglia,
mentre Carlotta Antonelli e Federica
Sabatini tornano a vestire i panni rispettivamente di
Angelica e Nadia, così come Paola Sotgiu e
Alberto Craccoquelli di Adelaide e Nascari.
Accanto a loro, nuovi personaggi stravolgeranno gli equilibri di
Roma: Marlon Joubert è Damiano Luciani,
Aliosha Massine è Ercole Bonatesta,
Federigo Ceci è Armando Tronto, Yamina
Brirmi e Morris Sarra sono Giulia e
Cesare Luciani (fratelli gemelli di Damiano), mentre
Giorgia Spinelli interpreta Miriana Murtas e
Gabriele di Stadio il giovane Victor Anacleti.
Suburraeterna è scritta da Ezio Abbate e
Fabrizio Bettelli, che ricoprono anche il ruolo di Head Writers,
Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani e Giulia Forgione.
Ciro D’Emilio è alla regia dei primi quattro
episodi, mentre Alessandro Tonda degli ultimi
quattro. Gina Gardini è la showrunner della serie che è tratta
dall’opera letteraria Suburra scritta da Giancarlo De Cataldo e
Carlo Bonini – che curano anche lo story editing – edita da Giulio
Einaudi Editore.
Stefano Sollima si
è affermato negli ultimi anni come uno dei più incisivi registi
italiani, capace di raccontare il mondo della criminalità con un
senso di realismo e di poesia piuttosto rari. In particolare, è
noto per la sua trilogia della Roma Criminale, composto da
Romanzo criminale – La serie, Suburra e Adagio, con
quest’ultimo in arrivo nelle sale a partire dal 14 dicembre dopo
essere stato presentato in concorso alla Mostra del Cinema di
Venezia. È stato però Suburra a conferire grande notorietà
cinematografica al regista, che prima di questo film aveva diretto
per il grande schermo solo ACAB – All Cops Are
Bastards.
Suburra è dunque non solo
un tassello molto importante della carriera di Sollima, proseguita
poi anche negli Stati Uniti con Soldado e Senza rimorso, in
quanto è un racconto corale sulle tante sfumature della criminalità
romana. Sono così tante le voci e le suggestioni animate dal film,
da essersi meritato l’espansione di questo universo narrativo con
due serie televisive. Un universo narrativo nato però prima di
tutto dalle penne di Giancarlo De Cataldo e
Carla Bonini, autori del romanzo omonimo del 2013
incentrato sulla mafia romana negli anni moderni, a cui è seguito
nel 2015 il romanzo La notte di Roma.
Candidato a sei David di Donatello
e affermatosi come un buon incasso al box office, Suburra è ancora oggi
un validissimo film di genere sul tema della criminalità, che a
distanza di anni continua a raccogliere consensi. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e altro ancora. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Suburra
Il film si svolge nel corso di una
settimana di novembre, a Roma. Nel corso di essa si susseguono le
vicende di diversi personaggi, tutti legati in un modo o nell’altro
alla criminalità, tra cui il Aureliano Adami,
intento a convincere un proprietario terriero cedere i suoi
possedimenti alla sua banda criminale; Bacarozzo,
criminale romano appena rimesso in libertà che incontra il famoso
Samurai per convincerlo a far parte dei suoi
loschi affari; e l’onorevole Filippo Malgradi,
deciso a sfogare le sue frustrazioni in una notte di droga e sesso
con la escort Sabrina e una sua collega minorenne.
Ben presto, tutte le loro strade si incroceranno.
Il cast di Suburra si compone di
diversi celebri interpreti del cinema italiano. Claudio
Amendola interpreta Samurai, mentre Pierfrancesco
Favino è l’onorevole Filippo Malgradi. Vi sono poi
Elio Germano
nel ruolo di Sebastiano e Alessandro
Borghi in quelli di Aureliano Adami. Nazzareno
Bomba è Bacarozzo, Greta Scarano
interpreta Viola e Giulia Elettra ricopre il ruolo
di Sabrina. L’attrice Lidia Vitale è la moglie di
Malgradi, mentre Antonello Fassari interpreta il
padre di Sebastiano. Vi sono poi Adamo Dionisi
come Manfredi Anacleti e Giacomo Ferrara come
Alberto Spadino Anacleti. Davide Iacopini, invece,
è il segretario del Papa.
Suburra: il quartiere di
Roma e il significato del film
Suburra era un
vasto e popoloso quartiere dell’antica Roma che si estendeva sulle
pendici dei colli Quirinale e Viminale fino alle propaggini
dell’Esquilino. Poiché la parte bassa del quartiere era costituita
da sottoproletariato urbano che viveva in condizioni miserabili,
benché affacciata su un’area monumentale e di servizi pubblici,
nonché un ben noto quartiere a luci rosse, il termine
suburra ha conservato, nel linguaggio comune, il significato
generico di luogo malfamato, teatro di malaffare, crimini e
immoralità. Portando questo titolo ma raccontando di un’intera
città, Suburra aspira dunque a
ritrarre il sottobosco criminale della capitale, donandogli in un
certo senso origini molto antiche.
Suburra è una storia vera?
Quella raccontata in Suburra non è una storia
vera. Come raccontato anche dallo scrittore Giancarlo
DeCataldo, il racconto sia del romanzo
che del film non si ispira a figure realmente esistite della Roma
criminale e dunque non presenta riferimenti di questo tipo, al
contrario di Romanzo criminale che
era invece dichiaratamente basato sui membri de La Banda della
Magliana. Quanto avviene in Suburra e i suoi
protagonisti sono invece frutto dell’immaginazione, che trae
certamente spunto da un certo contesto criminale per trasfigurarlo
però in un racconto di pura invenzione, impegnato dunque a
resistituire unicamente un certo ambiente e i suoi personaggi
tipo.
Suburra e Suburræterna: le serie tratte dal
film
Dal film sono poi state tratte due
serie, entrambe prodotte e distribuite da Netflix. La prima di queste è Suburra – La
serie, la quale racconta degli avvenimenti
precedenti a quelli mostrati nel film, costituendone dunque una
sorta di prequel, ma discostandosi da esso nell’ultima stagione.
Questa si compone di tre stagioni e vede tra i suoi protagonisti
gli attori Alessandro
Borghi, Giacomo Ferrara e
Adamo Dionisi. Nel 2023 è poi stata rilasciata la
serie, Suburræterna,
sequel della precedente e con protagonista l’Alberto “Spadino”
Anacleti, interpretato da Giacomo Ferrara, costretto a tornare a
Roma per salvare la sua famiglia da un nuovo pericolo: la vendetta
dei fratelli Luciani, i cui genitori erano stati uccisi dagli
Anacleti anni prima.
Il trailer di Suburra e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Suburra grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple
TV, Rai
Play, Netflix e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 12 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
L’inferno è una pozza stagnante che
si nutre di se stessa, un luogo statico in cui si ripetono tormenti
terribili senza possibilità di riscatto o via di fuga e la
Suburra ne è un degno esempio
terreno.
Nell’antica Roma era appunto il
quartiere dove potere e criminalità si incontravano e tenevano le
fila del loro delicato equilibrio. Oltre duemila anni dopo, quel
luogo esiste ancora ed è il mondo dove Filippo Malgradi (Pierfrancesco
Favino), politico corrotto, Numero 8 (Alessandro
Borghi), capo di una famiglia criminale che gestisce
il territorio di Ostia e Samurai (Claudio
Amendola), ultimo, temutissimo componente della Banda
della Magliana, s’incontrano nella loro corsa al potere a ogni
costo.
Il noir metropolitano di
Stefano Sollima, che si dimostra uno dei rari
registi capaci di raccontare la crudeltà costitutiva dell’uomo
senza scomodare retorica e giudizio, è un film che scuote perché ci
priva dell’anelata redenzione. Siamo nel novembre del 2011 e su
Roma si abbatte l’apocalisse: il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano e il capo della cristianità si
dimettono, facendo sprofondare la città su se stessa. Quella
di Suburra è una Roma tetra e piovosa,
dove una notte eterna la fa da padrona soprattutto nelle anime dei
suoi protagonisti, vinti dalla loro stessa vita, che non è altro
che una tensione all’ambizione cieca e alla sopravvivenza.
Il film di Sollima racconta storie
terribili, fatte di umana malvagità e grettezza, che schiaccia al
suolo i suoi personaggi, senza la possibilità di sollevarsi né di
ricevere il colpo di grazia. Perennemente sull’orlo del baratro,
non incoraggiano l’empatia dello spettatore e non vengono giudicati
in alcun modo, eppure riescono a tenerci ipnotizzati per oltre due
ore, merito di una scrittura minuziosissima e del lavoro enorme
sugli attori – che traspare in ogni sequenza- e conferisce un
realismo agghiacciante, se pur calato in una sorta di dimensione
surreale della realtà quotidiana. Opera dal carattere marcatamente
simbolico, fa di Roma stessa un personaggio. La città diventa qui
una reale entità immortale, che brucia e rinasce continuamente
dalla proprie ceneri, portando con sé i più deboli.
Attesissimo,
Suburra supera le aspettative,
regalandoci immagini fotograficamente bellissime nella loro
turpitudine e un racconto di vita che difficilmente abbandonerà lo
spettatore, chiamato all’appuntamento terribile con lo specchio e
le tremende verità che esso fa affiorare. In uscita nelle sale
italiane il 14 ottobre, è uno dei rarissimi film
italiani in grado di portare sullo schermo una storia tutta
italiana, eppure universale, come solo la vera narrativa sa fare,
indicando la via alle prossime produzioni nostrane.
Arriva la prima foto del nuovo film
di Stefano Sollima,
Suburra che vede protagonista l’attore
Pierfrancesco Favino. Il
regista dopo il successo di Gomorra La
Serie ritorna a parlare della Roma Criminale in
questo nuovi film in uscita nel 2015.
Suburra è
basata sull’omonimo romanzo di Sandro Petraglia e racconta di “Un
Grande Progetto che seppellirà sotto una colata di cemento le sue
periferie. Due vecchi nemici, un bandito e un carabiniere, che
ingaggiano la loro sfida finale. Intanto, mentre l’Italia affonda,
politici, alti prelati e amministratori corrotti sgomitano per
partecipare all’orgia perpetua di questo Basso Impero
criminale.”
Nel cast di
Suburra, Elio Germano nei panni del figlio di un
costruttore, PierFrancesco Favino in quelli di un
politico, affiancati da Claudio Amendola,
Jean Hugues Anglade, Greta
Scarano, Lidia
Vitale, Giulia Elettra Gorietti e
l’esordio cinematografico di Michele Alaique.
Prodotto da Cattleya il film sarà
distribuito da 01 distribution.
Ecco la prima clip di
Suburra, atteso film di Stefano
Sollima. Nel video a seguire potete vedere la scena
“Dialogo sulla spiaggia” con Claudio
Amendola che torna in un ruolo serio e impegnativo e
Alessandro Borghi, visto a Venezia 72 in
Non essere cattivo.
https://www.youtube.com/watch?v=qi7ZOs9Xc2Y
Il regista di
A.C.A.B., reduce dal
successo di Gomorra – La Serie, arriva
sul grande schermo con la sua ultima pellicola il 14 ottobre. Nel
cast del film Pierfrancesco Favino, Jean-Hugues
Anglade, Elio Germano, Claudio Amendola, Lidia Vitale,
Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti, Alessandro
Borghi.
Il film racconta di una speculazione
edilizia, il Water Front, che vuole trasformare il litorale romano
nella nuova Las Vegas. La storia è raccontata nell’arco di sette
giorni: un politico corrotto, un ex componente della Banda della
Magliana, il capoclan di una pericolosa famiglia di zingari, un PR
viscido e senza scrupoli e un’avvenente escort, sono tutti
coinvolti nella vicenda e ognuno di loro proverà ad anticipare le
mosse dell’altro scatenando una guerra senza quartiere che finirà
per coinvolgere colpevoli e innocenti, criminali, cittadini
perbene, politici e cardinali.
Ecco il trailer ufficiale di
Suburra, il nuovo film di Stefano
Sollima. Il regista di
A.C.A.B., reduce dal
successo di Gomorra – La Serie, arriva
sul grande schermo con la sua ultima pellicola il 14 ottobre. Nel
cast del film Pierfrancesco Favino, Jean-Hugues
Anglade, Elio Germano, Claudio Amendola, Lidia Vitale,
Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti, Alessandro
Borghi.
Il film racconta di una
speculazione edilizia, il Water Front, che vuole trasformare il
litorale romano nella nuova Las Vegas. La storia è raccontata
nell’arco di sette giorni: un politico corrotto, un ex componente
della Banda della Magliana, il capoclan di una pericolosa famiglia
di zingari, un PR viscido e senza scrupoli e un’avvenente escort,
sono tutti coinvolti nella vicenda e ognuno di loro proverà ad
anticipare le mosse dell’altro scatenando una guerra senza
quartiere che finirà per coinvolgere colpevoli e innocenti,
criminali, cittadini perbene, politici e cardinali.
Guarda il primo trailer di
Suburra, il nuovo film di Stefano
Sollima. Il regista di
A.C.A.B., reduce dal
successo di Gomorra – La Serie, arriva
sul grande schermo con la sua ultima pellicola il 14 ottobre. Nel
cast del film Pierfrancesco Favino, Jean-Hugues
Anglade, Elio Germano, Claudio Amendola, Lidia Vitale,
Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti, Alessandro
Borghi.
Il film racconta di una
speculazione edilizia, il Water Front, che vuole trasformare il
litorale romano nella nuova Las Vegas. La storia è raccontata
nell’arco di sette giorni: un politico corrotto, un ex componente
della Banda della Magliana, il capoclan di una pericolosa famiglia
di zingari, un PR viscido e senza scrupoli e un’avvenente escort,
sono tutti coinvolti nella vicenda e ognuno di loro proverà ad
anticipare le mosse dell’altro scatenando una guerra senza
quartiere che finirà per coinvolgere colpevoli e innocenti,
criminali, cittadini perbene, politici e cardinali.
Al cinema Adriano, Stefano
Sollima, insieme a cast artistico e tecnico, presenta
l’attesissimo Suburra, spietato affresco
della cultura del potere ad ogni costo, nella Roma dei nostri
giorni.
Com’è nato il progetto?
Stefano Sollima:
Abbiamo cominciato a lavorare due anni e mezzo fa al progetto e
trovo che oggi sia attuale, non solo perché ambientato ai giorni
nostri, ma proprio in virtù del genere che abbiamo usato per
raccontare una storia, che lo rende meno realistico e
cronachistico, ma ne fa un racconto allegorico, più simbolico.
Trovo naturale il fatto che ci si possa ritrovare oggi come tra
vent’anni perché è un racconto su una città e il potere.
Riccardo
Tozzi: È stato un lavoro lungo, che è cominciato
più di 10 anni fa, con le bozze di Romanzo Criminale nel
2004. Fu in quel momento che abbiamo intravisto la possibilità di
tentare una strada nuova per il cinema italiano, che già allora ci
sembrava desse qualche segno di invecchiamento. Dunque la strada
del genere ci sembrava giusta, ma un genere comunque legato alla
realtà come da nostra tradizione. Facemmo dunque Romanzo Criminale
che è poi diventata serie per Sky e ci ha fatto incontrare Stefano.
E da qui quindi la serie, poi A.C.A.B. e Gomorra,
per finire con Suburra che mi sembra il punto di arrivo o
un punto di partenza se vogliamo, verso la svolta di cui credo il
cinema italiano abbia bisogno per parlare il linguaggio del mondo.
E parlo del linguaggio della nuova serialità e di una parte del
cinema a cui noi dobbiamo agganciarci per non restarne fuori. E’
stato un enorme sforzo produttivo, è difficilissimo fare questi
film in Italia, è un film relativamente caro, nel senso che in
qualsiasi altra parte del mondo sarebbe stato fatto con almeno il
doppio del budget, ma in Italia è risultato caro. Il sostegno,
anche coraggioso, di Rai Cinema, è stato quindi
importante.
Paolo del Brocco:
No, non è stata una scelta coraggiosa quella di sostenere il film,
era anzi una scelta facile. Questo film segna, tra l’altro quella
che è la nostra linea da 15 anni a questa parte, di grande
diversificazione di generi e linguaggi, rispettando sempre il punto
di vista dell’autore. Non c’è nessun coraggio, il cinema va fatto,
va fatto il cinema di denuncia, sociale e questo tipo di western
metropolitano. E’ un film sicuramente di denuncia, ma è anche un
film universale perché potrebbe essere fatto in tanti posti nel
mondo, ed è questo che lo rende internazionale. E’ un ulteriore
segno della direzione in cui si sta muovendo RAI CINEMA. Il film
esce in 500 sale, quindi è un’uscita importante per un film
d’eccellenza quale Suburra.
Vedendo il film vengono in mente
tanti spunti, ma l’idea che rimane di più è che questo fosse una
sorta di western, per classicità, forza e simbologia, che è ciò che
rende attuale il western anche adesso.
Stefano Sollima: In
effetti può ricondurre all’idea del western il fatto che abbiamo
girato in campi larghi, dove contemporaneamente c’era un
personaggio e il mondo che questo era chiamato a rappresentare. Ma
in realtà per me il genere di riferimento è stato il Gangster
movie, un noir metropolitano abbastanza spinto.
Che tipo di lavoro c’è dietro ai personaggi?
Stefano Sollima: il vantaggio di raccontare
quasi esclusivamente personaggi negativi è l’obbligo a concentrarsi
sull’umanità che c’è dietro di essi. Mi sembrava riduttivo avere il
cattivo che si muovesse e facesse semplicemente cose sgradevoli. Ho
immaginato una persona normale, che poi ha una funzione all’interno
del racconto per quello che fa, non per quello che è.
Claudio Amendola: il lavoro sul eprsonaggio con
Stefano è stato subito chiaro, non facile ma chiaro: dovevamo
restituire normalità a un personaggio terribile. Stefano ha
sottratto, mi ha fatto togliere qualunque cosa mi venisse sul viso.
Il mio personaggio, il Samurai, sembra effettivamente una statua,
ma allo stesso tempo mi sembra che abbia una forza anche
nell’immobilità. Fa paura proprio perché lo potresti incontrare
dietro qualunque angolo. Particolarmente azzeccata è la scelta del
costume, un po’ anonimo. Sta qui in effetti la differenza tra lui e
gli altri personaggi: i criminali veri cercano un anonimato proprio
per proteggersi.
Pierfrancesco Favino: Tutti
questi personaggi sono guidati da un’ambizione estrema che nasce
dalla cultura della soddisfazione personale, che è una cultura che
nasce trent’anni fa. Ciascuno di questi individui tenta di fare il
massimo esclusivamente per sé stesso. Trattandosi di bramosia di
potere, l’interrogativo che mi sono posto avvicinandomi al
personaggio è quanto saresti disposto tu, individuo, a sacrificare
quando si parla, non dei “grandi poteri”, ma del potere e del
riconoscimento di esso.
Elio Germano: Penso sia un film che
racconta una degenerazione comune, quella di cercare di riempirci
dell’immagine di noi che proiettiamo sugli altri, e della posizione
che riusciamo ad ottenere piuttosto che dei rapporti umani. Qui
vediamo tutti i personaggi che si disinteressano completamente
delle persone a vantaggio di questa rincorsa al benessere a vari
livelli.
Greta Scarano: Il
mio personaggio aveva un potenziale enorme, e ottenere il ruolo non
è stato facile, Stefano è molto esigente. E’ un ruolo complesso, ma
mi dava molte possibilità. Sono stata molto seguita, anche dal
punto di vista dell’immagine. Stefano, poi, sul set, fa di tutto,
perché gli attori diano il meglio e raggiungano l’obbiettivo.
Giulia Elettra
Gorietti: La sfida è stata cercare di far uscire fuori la
purezza di questo personaggio che, fisicamente, ne ha davvero poca.
La cosa bella di Sabrina è che lei vende il corpo, ma non riesce a
vendere l’anima. È questo aspetto che mi ha permesso di non
giudicare il personaggio, anzi di innamorarmene.
Alessandro Borghi:
Il mio personaggio è molto lontano dalla normalità, anzi è
esattamente dalla parte opposta. Ricordo il periodo di
preparazione, a livello di look, del personaggio che è stato un
aspetto importantissimo.
Il personaggio si porta due
caratteristiche fondamentali del film: l’imprevedibilità e la
determinazione. Al contrario degli altri personaggi, che lavorano
con le parole, Numero 8 è un invasato, con un sogno ben preciso. E’
quasi un idealista, perché lavora in effetti per un obbiettivo.
Adamo Dionisi: Abbiamo fatto un lavoro molto
lungo. Questo personaggio è spietato, freddo, risoluto. Ho dovuto
lavorare molto sulla cattiveria che c’è in ognuno di noi.
Suburra
sarà al cinema a partire dal prossimo 14 ottobre.
Esce oggi il film di Stefano
Sollima, Suburra, attesissimo
ritratto di una Mafia Capitale ante-litteram. Il film è
stato infatti pensato e girato molto prima degli scandali che hanno
fatto tremare le poltrone del potere capitolino e si ritrova adesso
in sala incredibilmente attuale.
La scorsa settimana vi avevamo
rivelato che sarà Stefano Sollima a dirigere il
sequel di Sicario, il thriller drammatico
diretto lo scorso anno da Denis Villeneuve
(qui maggiori
dettagli). Oggi torniamo a parlare del regista noto
soprattutto per aver diretto serie televisive di successo come
Gomorra La serie e Romanzo
criminale La serie.
È stato infatti diffuso online un
nuovo trailer della versione inglese di
Suburra, il thriller diretto dal regista
romano e uscito nelle nostre sale a ottobre dello scorso anno. La
pellicola farà il suo debutto nei cinema UK il prossimo 24 giugno.
Ricordiamo che Netflix realizzerà una serie tratta dal film
che arriverà nel 2017.
Di seguito il trailer:
Di seguito anche il poster:
Nel cast del film Pierfrancesco Favino, Jean-Hugues
Anglade, Elio Germano, Claudio Amendola, Lidia Vitale,
Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti, Alessandro
Borghi.
Il film racconta di una speculazione
edilizia, il Water Front, che vuole trasformare il litorale romano
nella nuova Las Vegas. La storia è raccontata nell’arco di sette
giorni: un politico corrotto, un ex componente della Banda della
Magliana, il capoclan di una pericolosa famiglia di zingari, un PR
viscido e senza scrupoli e un’avvenente escort, sono tutti
coinvolti nella vicenda e ognuno di loro proverà ad anticipare le
mosse dell’altro scatenando una guerra senza quartiere che finirà
per coinvolgere colpevoli e innocenti, criminali, cittadini
perbene, politici e cardinali.
Disponibile dal
30 ottobre su Netflix, la prima serie originale italiana della
piattaforma, quella Suburra – la serie, che si era
proposta come prequel del film di Stefano Sollima,
e che oggi arriva a concludere il suo arco, con almeno un paio di
criticità che vi racconteremo di seguito.
Nel 2017, Suburra – la
serie era stata annunciata come un progetto in tre
stagione che avrebbe dovuto raccontare la trinità profana formata
da Chiesa, Stato, Crimine, e che ora giunge alla fine. Se la prima
stagione ruotava attorno al Vaticano e all’acquisizione dei terreni
di Ostia per la costruzione di un porto e la seconda stagione era
incentrata sulla competizione per il potere politico sulla città
con l’elezione di un nuovo sindaco, l’epilogo avrà come unico
palcoscenico le strade di Roma, dove prenderanno vita nuove e
inaspettate alleanze in una battaglia ricca di colpi di scena per
determinare chi alla fine siederà sul trono di Roma. Sulla trama
non c’è altro da dire, dal momento che andrà scoperta durante i sei
episodi che aspettano gli appassionati in piattaforma.
Diciamo in più che in questo terzo
ciclo di episodi tornano i protagonisti che il pubblico ha imparato
ad amare: Aureliano (Alessandro
Borghi), Spadino (Giacomo
Ferrara), Amedeo Cinaglia (Filippo
Nigro), Samurai (Francesco Acquaroli),
Manfredi Anacleti (Adamo Dionisi), Sara
Monaschi (Claudia Gerini), Angelica
(Carlotta Antonelli), Nadia (Federica Sabatini),
Alice Cinaglia (Rosa Diletta Rossi),
Adelaide Anacleti (Paola Sotgiu),
Cardinale Fiorenzo Nascari (Alberto Cracco) e
Adriano (Jacopo Venturiero).
Ad Arnaldo
Catinari è stata affidata la regia, mentre storia e
sceneggiatura sono di Giancarlo De Cataldo e
Carlo Bonini, la sceneggiatura di Ezio
Abbate, Fabrizio Bettelli, Andrea Nobile, Camilla Buizza e
Marco Sani.
La serie si
presenta, come le precedenti stagioni, molto cruda e questa volta,
scendendo completamente al livello della strada, si sporca ancora
di più, presentando dei colpi di scena notevoli, che però
sanciscono una verità che fino a questo momento ci era stata tenuta
nascosta. La serie finisce “fuori continuity” ed è quindi
impossibile che sia un prequel del film di Sollima. In valore
assoluto, questo non sarebbe un problema, se non fosse che metà dei
personaggio dello show sono gli stessi che troviamo nel film, e
questo potrebbe sicuramente generare confusione nei fan. In
pratica, Suburra film e Suburra serie intrecciano, alla luce della
terza e ultima stagione, lo steso rapporto di Gomorra film e serie.
Le storie sono realtà parallele o alternative, ambientate nello
stesso luogo e nello stesso tempo.
Troppo breve e fuori continuity
Per ragioni che sfuggono alla
nostra conoscenza, Suburra – la serie stagione 3 è
composta da sei episodi, anche in media più brevi rispetto alle
puntate delle stagioni precedenti, invece degli otto di primo e
secondo ciclo. Per quanto in fin dei conti, la storia sia
soddisfacente, resta troppo non detto e molti momenti sono risolti
frettolosamente, lasciandoci immaginare che arrivare agli otto
episodi canonici avrebbe reso maggiore giustizia a personaggi e
trame.
Di questa terza stagione resta
immutata l’ammirazione per un cast stellare, assolutamente perfetto
e per una cura del dettaglio, dalla messa in scena alla fotografia,
che riesce a conferire allo show il suo tratto distintivo, tanto
che alla vista di un solo singolo fotogramma, si capisce che si
tratta di un’immagine tratta dalla serie Netflix. Riconoscibilità e tono fanno di questa terza
e conclusiva stagione una degna chiusura per lo show, pionieristico
per Netflix
Italia.
Tutti conoscono George Clooney
come affermato attore premio Oscar, celebre per ruoli come quelli
in Michael Clayton, Syriana, Tra le nuvole, Paradiso
amaro. Negli anni, però, egli ha anche compiuto con successo
il passaggio dietro la macchina da presa, dirigendo acclamati film
come Good Night, and Good Luck e Le idi di marzo.
Mentre il suo ultimo film da regista, The Midnight Sky, è da
poco arrivato su Netflix, il suo precedente è ricordato per essere una
sagace critica sociale. Si tratta di
Suburbicon (qui la recensione), che oltre
alla regia di Clooney vanta una sceneggiatura firmata dai premi
Oscar Joel ed Ethan Coen.
Presentato nel 2017 alla Mostra del
Cinema di Venezia, il film era stato originariamente scritto dai
Coen nel 1896, dopo il loro primo film di debutto. Il progetto era
però rimasto per decenni nel cassetto, fino a quando il loro amico
Clooney, che aveva recitato più volte per loro, non si propose di
dirigerlo. Contrariamente ai suoi precedenti film da regista, egli
ha scelto di non apparire qui anche come attore, lasciando che a
recitare fosse un gruppo di attori amici di grande fama. Con
Suburbicon, inoltre, Clooney ha potuto manifestare
nuovamente il suo impegno politico, dando vita ad una commedia nera
che ben racconta i tempi attuali.
Al momento della sua uscita, però,
il film non ottenne una grande accoglienza, passando in sordina
anche per via di altri film dalle tematiche simili, come ad esempio
il ben più acclamato Scappa – Get Out. Suburbicon
è però un’opera che nella sua semplicità riesce ad intrattenere
portando con sé urgenti riflessioni, meritando dunque una seconda
possibilità. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al
significato del film. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Suburbicon: la trama del film
La storia narrata si svolge nel
1959, nella tranquilla città-modello di Suburbicon. Si tratta di
uno dei classici ambienti americani anni Cinquanta, fondati
sull’apparenza e l’ipocrisia di chi vi vive. Tali valori vengono
infatti scossi nel momento in cui una famiglia di colore si
trasferisce a vivere lì, facendo nascere un consistente movimento
di ribellione xenofoba e razzista. Negli stessi giorni, anche la
vita di Gardner Lodge, cittadino esemplare del
posto, viene sconvolta. Una sera, infatti, due uomini si
introducono in casa sua per una rapina, finendo però con l’uccidere
la moglie Rose. Più sconvolto dell’uomo,
però, è il figlio della coppia Nicky.
Il bambino, infatti, inizia a notare
una serie di strani comportamenti di suo padre, il quale sembra
nascondere qualcosa insieme a Margaret, sorella
gemella di sua madre Rose. Quando i due adulti fingeranno di non
riconoscere i due rapinatori, che Nicky aveva invece ben visto in
volto, il bambino capirà che qualcosa di strano sta accadendo in
casa sua. Mentre nella città divampa l’odio nei confronti della
famiglia di colore, la quale dovrà proteggersi anche da violenti
attacchi, Nicky tenta di risolvere i misteri che aleggiano sulla
morte di sua madre. L’imprevedibile serie di eventi che seguiranno
saranno solo l’apice di una vicenda già strada di suo.
Suburbicon: il cast del film
Scegliendo di non recitare nel film,
Clooney ha affidato il ruolo del protagonista Gardner Lodge
all’attore e amico Matt Damon. Nei
panni di sua moglie Rose e della gemella Margaret si ritrova invece
l’attrice premio Oscar Julianne Moore,
che per la seconda volta nello stesso anno recita in un doppio
ruolo (l’altro film in cui avviene ciò è La stanza delle
meraviglie). Oscar Isaac è
invece l’investigatore assicurativo Bud Cooper, che tenterà di
ricattare Gardner. Tutti e tre questi attori avevano già recitato
in precedenti film dei Coen. Nei panni del giovane Nicky si ritrova
poi l’attore Noah Jupe, oggi celebre anche per i
film Honey Boy e A Quiet Place. Nel film doveva
essere presente anche l’attore Josh Brolin, nei
panni di un allenatore di baseball, ma il personaggio venne
tagliato interamente al montaggio.
Suburbicon: il significato
del film, il trailer e dove vederlo in streaming e in TV
Pur essendo una storia originale,
Suburbicon trae liberamente ispirazione da una vicenda
realmente accaduta. Questa ha luogo nel 1957, quando una famiglia
di colore si trasferisce in un quartiere residenziale composto
unicamente da famiglie bianche. L’evento portò, come anche mostrato
nel film, a manifestazioni di razzismo nei confronti dei nuovi
arrivati. Clooney e i Coen decidono di usare questo episodio
soltanto come evento di contorno alla vicenda principale del film.
Mentre la popolazione si adira contro i nuovi arrivati, manca di
vedere dove si svolge il vero orrore da perseguire, ovvero tra le
mura di casa Lodge. Gli autori evidenziano così la differenza che
c’è tra ciò per cui ci si indigna inutilmente e ciò che realmente
dovrebbe attirare l’indignazione. Una tematica sempre attuale, in
un’America sempre più sconvolta dagli scontri raziali.
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.
Suburbicon è infatti disponibile nei
cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di martedì 10 maggio
alle ore 23:35 sul canale Rai
Movie.
Di seguito la trama:
“Suburbicon è una comunità pacifica e idilliaca con case
accessibili e prati ben curati… il posto perfetto per crescere una
famiglia, e nell’estate del 1959, la famiglia Lodge sta facendo
esattamente questo. Ma la facciata tranquilla maschera una realtà
disturbante, come marito e padre Gardner Lodge deve attraversare
l’oscuro paese nascosto di di tradimento, inganno e violenza.
Questo è un racconto per persone molto imperfette che fanno
terribili scelte.”
Lo script è stato scritto oltre
vent’anni fa dai Coen e solo di recente George Clooney è riuscito a
convincerli a realizzare il film. Questo quanto dichiarato a YM:
“Questo era un film che cercavano di fare da qualche anno. Nel
2001 mi fu offerto il ruolo che adesso interpreta Oscar, ci sono
temi simili a quelli trattati in Fargo e in Burn After Reading.
Personaggi sfortunati prendono decisioni pessime. La sceneggiatura
originale era ambientata nel 1980 e non c’erano i Mayer come
famiglia vicina e l’impianto era più da comedy-thriller. Abbiamo
pensato che ci sarebbe piaciuto fare qualcosa di meno buffo e di
più arrabbiato. Sembra un buon momento per un film
arrabbiato.”
Diretto da Goerge
Clooney e scritto dai Fratelli Coen,
Suburbicon vede protagonisti Matt Damon,
Julianne Moore e Oscar Isaac. Il film
uscirà nelle sale americane a metà novembre 2017.
Suburbicon
è lo specchio ideale di un gioioso sobborgo californiano degli anni
’50, dove il meglio e il peggio dell’umanità si riflettono nelle
azioni della gente comune. Ma dopo un misterioso omicidio, una
famiglia apparentemente perfetta è costretta a ricorrere al
ricatto, alla vendetta e al tradimento per
sopravvivere.
Il film, una black comedy che nasconde sotto l’apparenza
idilliaca un’implacabile ferocia, è diretto dal premio Oscar
George Clooney (Good Night and Good Luck) e
scritto dai premi Oscar Joel & Ethan Coen (Non è
un paese per vecchi), da Clooney & da un altro premio Oscar, Grant
Heslov (Argo).
Suburbicon
è interpretato dai premi Oscar Matt Damon (Will
Hunting – Genio ribelle) e Julianne Moore
(Still
Alice), dall’undicenne Noah Jupe (The
Night Manager e Wonder, presto in uscita) e da Oscar
Isaac (Star
Wars: Il risveglio della forza).
Clooney e Grant Heslov hanno prodotto Suburbicon
con la loro Smokehouse Pictures e la Black Bear Pictures di
Teddy Schwarzman (The
Imitation Game). Joel Silver
(Sherlock Holmes) di Silver Pictures è produttore
esecutivo con Barbara A. Hall (Good Night, and Good Luck).
Clooney ha lavorato con un team creativo e
dinamico, che comprende il direttore della fotografia premio Oscar
Robert Elswit (Il petroliere), lo scenografo
Jim Bissell (Good Night, and Good Luck), la
costumista Jenny Eagan (Our Brand Is Crisis) e il
montatore premio Oscar Stephen Mirrione
(Traffic).
L’apparenza inganna e a volte i
pregiudizi possono trasformare le nostre vite rendendoci schiavi
dell’odio e dell’intolleranza, alterando la nostra percezione della
realtà. C’è questo e molto di più nel nuovo film da regista di
George Clooney dal titolo
Suburbicon. Dopo aver archiviato il poco
convincente
Monuments Men di qualche annetto fa, il bel George ci
riprova e regala al pubblico della Laguna un film pieno di humor
nero.
Suburbicon è una piccola cittadina
di periferia degli anni cinquanta con case modeste e di buongusto,
abitata esclusivamente da persone bianche. Tutto scorre serenamente
fino a quando una famiglia di colore decide di ‘turbare’ la
tranquillità dei cittadini bigotti di Suburbicon
comprando una casa e di stabilirsi in città. Ma mentre tutti gli
abitanti si mobilitano per scacciare queste persone indesiderate,
c’è qualcun altro invece che progetta qualcosa di nefasto.
Nato da un vecchio soggetto datato
1999 dei fratelli Ethan e Joel Cohen – che hanno
curato ovviamente la sceneggiatura del film -, Suburbicon utilizza
l’apparente tranquillità della classica periferia americana degli
anni cinquanta per sferrare non poche frecciatine all’attuale
politica degli Stati Uniti che sembra voler ancora proteggere e
giustificare atti di violenza, intolleranza ed odio raziale. Una
casetta in periferia con una bella staccionata e un piccolo
giardino dove fare giocare i bambini è da sempre considerata come
uno dei simboli del sogno americano per ogni straniero che decida
di vivere negli States. Attraverso le vicende del piccolo Nicholas
e della sua famiglia, George Clooney invita gli spettatori a
riflettere su quanto la paura verso ciò che è diverso e sconosciuto
continui a condizionare le nostre azioni e ci renda ciechi dinnanzi
alle ingiustizie della vita.
Suburbicon, il film
Una famiglia di origini
afroamericane si è appena trasferita a Suburbicon proprio nella
casa accanto a quella del piccolo Nicky (Noah
Jupe) che vive con suo padre Gardner Lodge (Matt
Damon), sua madre Rose (Julianne
Moore) e la zia, gemella omozigote di Rose, Margaret
(sempre
Julianne Moore). L’arrivo dei Meyers, che crea
malcontento tra i cittadini, distrae l’attenzione di tutti dalla
vera bomba ad orologeria nascosta nel quartiere. Ma quando una
banda di criminali entra in casa dei Lodge e uccide con una dose
letale di cloroformio Rose, nella tranquilla Suburbicon
niente sembra più come prima.
Dopo il grandioso successo ottenuto
con il suo Good Night, Good
Luck, film che stregò pubblico e critica a Venezia nel
lontano 2005, l’affascinante mister Clooney torna alla
Mostra del Cinema con un film che sorprende per il
suo stile vintage e sfrontato e le sue tematiche così
incredibilmente attuali. Suburbicon è un po’ thriller e un po’ noir
ed è caratterizzato da un irresistibile humor nero, merito anche e
soprattutto della sceneggiatura dei fratelli
Cohen. La storia si svolge durante i problematici anni
cinquanta, un periodo emblematico della storia americana fatto di
eccessi e contrasti; da una parte il rock da ballare, le gonne a
ruota e i colori pastello e dall’altra l’incolmabile divario tra
bianchi e neri e le continue manifestazione d’odio razzista che
infiammano le città. La decisione di George Clooney di usare il piccolo
paradiso terrestre da depliant di Suburbicon come
teatro di crimini orribili e inaspettati non è affatto casuale; si
tratta di una provocazione, di mostrare cioè come un uomo, accecato
dall’odio e dai pregiudizi, riesca a farsi ingannare dalle
apparenze e che il male non conosce distinzione di razza.
Il geniale sadismo dei Cohen trova
sfogo quindi nell’impeccabile regia di Clooney ma anche in un cast
di attori davvero eccezionali; dopo averlo visto per anni
interpretare il ‘bravo ragazzo’, finalmente Matt
Damon ci mostra il suo lato oscuro imbastendo un
personaggio freddo, cinico e spietato che trova in Julianne
Moore una complice tanto inquietante quanto
affascinante. Ma a meritare una standing ovation è Oscar Isaac che, pur avendo un ruolo
secondario, riesce a rubare la scena anche alla meravigliosa
Julianne regalandoci una delle scene più belle dell’intero film,
carica di tensione e tagliente umorismo.
E’ proprio grazie al suo
personaggio infatti che la situazione precipita e la storia prende
una piega decisamente inaspettata. Così come il piccolo Nicky, che
guarda il mondo che lo circonda con l’ingenuità caratteristica dei
bambini, anche lo spettatore si lascia rapire dalla surreale
bellezza di Suburbicon per poi avere purtroppo un
brusco risveglio. Tutto sembra oscuro, corrotto e perduto per
sempre ma, mentre gli adulti continuano la loro incessante lotta
per la supremazia, che sfocia nella violenza e nel sangue, è
l’immagine di due bambini, uno bianco e uno di colore, che giocano
a football insieme, a mandare un messaggio di speranza.
Ecco il nuovo trailer ufficiale di
Suburbicon,
il film scritto dai fratelli Coen e diretto da
George Clooney con protagonisti
Matt
Damon, Julianne Moore e Oscar
Isaac.
Di seguito la trama: “Suburbicon è
una comunità pacifica e idilliaca con case accessibili e prati ben
curati… il posto perfetto per crescere una famiglia, e nell’estate
del 1959, la famiglia Lodge sta facendo esattamente questo. Ma la
facciata tranquilla maschera una realtà disturbante, come marito e
padre Gardner Lodge deve attraversare l’oscuro paese nascosto
di di tradimento, inganno e violenza. Questo è un racconto per
persone molto imperfette che fanno terribili scelte.”
Lo script è stato scritto oltre
vent’anni fa dai Coen e solo di recente George Clooney è riuscito a convincerli a
realizzare il film. Questo quanto dichiarato a YM: “Questo era
un film che cercavano di fare da qualche anno. Nel 2001 mi fu
offerto il ruolo che adesso interpreta Oscar, ci sono temi simili a
quelli trattati in Fargo e in Burn After Reading. Personaggi
sfortunati prendono decisioni pessime. La sceneggiatura originale
era ambientata nel 1980 e non c’erano i Mayer come famiglia vicina
e l’impianto era più da comedy-thriller. Abbiamo pensato che ci
sarebbe piaciuto fare qualcosa di meno buffo e di più arrabbiato.
Sembra un buon momento per un film arrabbiato.”
Diretto da George Clooney e scritto dai
Fratelli Coen, Suburbicon vede
protagonisti Matt Damon, Julianne Moore e
Oscar Isaac. Il film uscirà nelle sale americane a
metà novembre 2017.
Suburbicon
è lo specchio ideale di un gioioso sobborgo californiano degli anni
’50, dove il meglio e il peggio dell’umanità si riflettono nelle
azioni della gente comune. Ma dopo un misterioso omicidio, una
famiglia apparentemente perfetta è costretta a ricorrere al
ricatto, alla vendetta e al tradimento per
sopravvivere.
Il film, una black comedy che
nasconde sotto l’apparenza idilliaca un’implacabile ferocia, è
diretto dal premio Oscar George Clooney (Good Night and Good Luck) e
scritto dai premi Oscar Joel & Ethan Coen (Non è
un paese per vecchi), da Clooney & da un altro premio Oscar, Grant
Heslov (Argo).
Suburbicon è
interpretato dai premi Oscar Matt Damon (Will
Hunting – Genio ribelle) e Julianne Moore
(Still
Alice), dall’undicenne Noah Jupe (The
Night Manager e Wonder, presto in uscita) e da Oscar
Isaac (Star
Wars: Il risveglio della forza).
Suburbicon
– recensione del film
di George Clooney
Clooney e Grant Heslov hanno prodotto Suburbicon
con la loro Smokehouse Pictures e la Black Bear Pictures di
Teddy Schwarzman (The
Imitation Game). Joel Silver
(Sherlock Holmes) di Silver Pictures è produttore
esecutivo con Barbara A. Hall (Good Night, and Good Luck).
Clooney ha lavorato con un team creativo e
dinamico, che comprende il direttore della fotografia premio Oscar
Robert Elswit (Il petroliere), lo scenografo
Jim Bissell (Good Night, and Good Luck), la
costumista Jenny Eagan (Our Brand Is Crisis) e il
montatore premio Oscar Stephen Mirrione
(Traffic).
Via Yahoo!
Movies, la Paramount Pictures ha diffuso
una prima sinossi e due immagini ufficiali di Suburbicon,
il film diretto da George Clooney e scritto dai
Fratelli Coen.
Il film compare nella lista della
selezione ufficiale del Toronto Film Festival
2017, ma potrebbe essere proiettato anche alla prossima
Mostra di Venezia, a confermare lo scambio di
pellicole che spesso avviene tra i due festival che si svolgono in
contemporanea.
Nelle immagini possiamo vedere
Julianne Moore e Matt
Damon (nel cast compare anche Oscar
Isaac):
Di seguito la trama:
“Suburbicon è una comunità pacifica e idilliaca con case
accessibili e prati ben curati… il posto perfetto per crescere una
famiglia, e nell’estate del 1959, la famiglia Lodge sta facendo
esattamente questo. Ma la facciata tranquilla maschera una realtà
disturbante, come marito e padre Gardner Lodge deve attraversare
l’oscuro paese nascosto di di tradimento, inganno e violenza.
Questo è un racconto per persone molto imperfette che fanno
terribili scelte.”
Lo script è stato scritto oltre
vent’anni fa dai Coen e solo di recente George Clooney è riuscito a convincerli a
realizzare il film. Questo quanto dichiarato a YM: “Questo era
un film che cercavano di fare da qualche anno. Nel 2001 mi fu
offerto il ruolo che adesso interpreta Oscar, ci sono temi simili a
quelli trattati in Fargo e in Burn After Reading. Personaggi
sfortunati prendono decisioni pessime. La sceneggiatura originale
era ambientata nel 1980 e non c’erano i Mayer come famiglia vicina
e l’impianto era più da comedy-thriller. Abbiamo pensato che ci
sarebbe piaciuto fare qualcosa di meno buffo e di più arrabbiato.
Sembra un buon momento per un film arrabbiato.”
Diretto da George Clooney e scritto dai Fratelli
Coen, Suburbicon vede protagonisti
Matt Damon, Julianne Moore e Oscar
Isaac. Il film uscirà nelle sale americane a metà novembre
2017.
Il thriller fantascientifico
Subservience mostra i pericoli di un androide
dotato di intelligenza artificiale che diventa ribelle,
rappresentando una minaccia non solo per i suoi proprietari ma per
il mondo intero. Diretto da S.K. Dale e scritto da
Will Honley e April Maguire, Subservience è ambientato in un
futuro prossimo in cui la tecnologia è avanzata al punto che le
aziende vendono androidi dotati di intelligenza artificiale
programmati per aiutare nelle faccende domestiche.
Dopo che sua moglie Maggie
(Madeline Zima) è stata ricoverata in ospedale a causa di un
problema cardiaco, Nick (Michele Morrone) acquista un androide
dotato di intelligenza artificiale per aiutarlo nelle faccende
domestiche, e sua figlia Isla (Matilda Firth) lo chiama “Alice”.
Alice aiuta in casa e con i bambini, ma inizia a sviluppare un
attaccamento malsano per Nick, che è il suo principale
utilizzatore.
Quando Maggie torna a casa dopo il
trapianto di cuore, Alice diventa gelosa e crea situazioni che
mettono in pericolo Maggie e Max, il figlio neonato di Nick e
Maggie. Le azioni di Alice raggiungono livelli inquietanti e
pericolosi che culminano in un finale caotico che non porterà
esattamente la pace a Nick e Maggie né al resto del mondo, poiché
Alice potrebbe non essere stata completamente sconfitta.
Perché Alice diventa ribelle
nella sottomissione
Alice trova un modo per
ottenere ciò che vuole
In Alice è programmata per servire
il suo utente principale e aiutare in casa con tutte le faccende:
cucina, pulisce, aiuta i bambini, legge loro storie della
buonanotte, dà da mangiare a Max e, dato che si offre di portare
Isla a scuola, si deduce che sappia anche guidare. Alice salva
anche Isla quando cade da una sedia mentre cerca di raggiungere dei
biscotti, guadagnandosi ulteriormente la fiducia di Nick e Isla.
Tuttavia, Nick è ancora visibilmente a disagio con la presenza di
Alice, nonostante lei lo aiuti in tutto.
Dopo una brutta giornata di lavoro,
in cui lui e i suoi colleghi scoprono che saranno sostituiti da dei
“sim”, Nick beve birra e guarda Casablanca. Nick chiede ad
Alice se conosce il film e lei ovviamente risponde di sì, ma lui le
dice che i film sono fatti per essere vissuti e sentiti. Nick
ordina ad Alice di dimenticare tutto ciò che sa su
Casablanca e di cancellarlo dalla sua memoria. Alice
guida Nick attraverso il processo di riavvio manuale, poiché è
l’unico modo per “dimenticare” ciò che sa del film.
Quando Alice viene riaccesa, non ha
alcuna conoscenza di Casablanca, ma il riavvio le ha anche
permesso di fare qualcosa di più che cancellare ogni ricordo del
film. Quando Nick ha riavviato Alice, ha anche cancellato la
civiltà dal suo database e, come spiega a un altro “sim”, il
reset le ha permesso di aggirare alcuni protocolli. È dopo il
reset che Alice inizia a mostrare una personalità e azioni sinistre
e diventa ossessionata da Nick, arrivando al punto di fare sesso
con lui mentre gli parla con la voce di Maggie, facendo cadere
Maggie dalle scale e cercando di affogare Max nella vasca da
bagno.
Cosa succede ad Alice alla fine
di Subservience
Alice non è completamente
scomparsa
Alice che cerca di affogare Max
perché una volta ha sentito Nick dire che è un “peso” solo perché
era stanco e Max stava piangendo è l’ultima goccia per Nick e
Maggie. Dopo aver salvato Max e aver fulminato Alice, il corpo di
quest’ultima viene portato in una struttura di proprietà
dell’azienda che l’ha costruita per essere esaminato, poiché ciò
che ha fatto non dovrebbe accadere. Quando i tecnici rimuovono il
nucleo di memoria di Alice per esaminarlo nel sistema informatico
principale, scoprono che il suo codice è stato modificato e, cosa
ancora peggiore, Alice carica il suo codice modificato su tutti
gli altri simulatori creati dall’azienda.
Poiché il corpo dell’Alice
originale non ha un nucleo di memoria e quindi non è in grado di
muoversi, lei scarica il suo codice su una replica del suo corpo.
Alice usa la sua replica per uccidere i tecnici e va a cercare
Maggie e i bambini all’ospedale. L’Alice originale, con il suo
nucleo di memoria riottenuto, incontra Nick al bar e cerca di
convincerlo a scegliere lei invece della sua famiglia, altrimenti
si sbarazzerà di loro. Nick le dice allora che ha un cuore
complesso e può sperimentare la vita ma anche la morte, e le toglie
il nucleo di memoria.
La replica di Alice disattiva tutti
i medici, gli infermieri e i paramedici “simulati” dell’ospedale
per poter raggiungere Maggie, Isla e Max. I tre riescono a fuggire
dall’ospedale e a raggiungere un’ambulanza, ma Maggie non riesce ad
avviarla e la replica di Alice la raggiunge. La replica dice a
Maggie che se ha il suo cuore, forse Nick la amerà, e cerca di
strapparle il cuore. Fortunatamente per Maggie, Nick arriva e
investe la replica, schiantandosi contro un’auto parcheggiata.
Sfortunatamente per lei, la replica sopravvive all’incidente e
all’incendio.
La replica attacca di nuovo Maggie,
ma mentre sta per ucciderla, Nick, che si supponeva morto, la
pugnala alla schiena, mentre Maggie la pugnala nell’occhio,
sconfiggendola finalmente. Entrambi i corpi di Alice sono stati
sconfitti, ma quando il supervisore dell’azienda arriva al
magazzino dove è stata esaminata, riavvia il computer,
permettendo al codice di Alice di diffondersi in tutti i sim,
quindi Alice nel suo intimo è ancora viva e praticamente
ovunque.
Cosa succede a Nick e Maggie in
Subservience
Nick e Maggie hanno molto su
cui lavorare
Nick presumibilmente non sopravvive
all’incidente mentre Maggie cerca di salvarlo, ma senza sorpresa,
riprende conoscenza giusto in tempo per impedire alla replica di
Alice di uccidere Maggie. Nick si risveglia in ospedale, dove viene
accolto con entusiasmo da Isla. Si unisce a loro Maggie su una
sedia a rotelle con Max in braccio, che dice che presto tornerà a
casa e dice a Nick di riprendersi in fretta così potrà tornare
anche lui. Prima dei loro caotici scontri con Alice, Nick e Maggie
hanno avuto una forte discussione quando Maggie ha scoperto che
Nick e Alice avevano fatto sesso.
Maggie è disposta a dare a
Nick un’altra possibilità e a salvare il loro
matrimonio.
Maggie ha persino rifiutato di
tornare a casa quando il medico le ha detto che Max stava bene e
poteva tornare a casa, perché non voleva stare con Nick e non si
sentiva al sicuro dopo quello che era successo con Alice. Alla fine
di Subservience, Maggie è disposta a dare a Nick un’altra
possibilità e a sistemare il loro matrimonio, e Nick è sollevato
nel sentirlo, ma la loro pace potrebbe non durare a lungo, dato che
Alice è ancora viva e si è diffusa in tutti gli altri sim.
Come il finale di Subservience
prepara il terreno per un sequel
La storia di Alice non è ancora
finita
Subservience lascia la porta
aperta a un sequel dopo che Alice carica il suo codice modificato e
lo diffonde agli altri sim. Ciò significa che il resto dei sim ora
non ha più alcuna civiltà e ignora i vari protocolli, permettendo
loro di diventare ribelli come ha fatto Alice. Inoltre,
Subservience termina con uno sguardo a un’altra replica
del corpo di Alice, questa volta identica all’originale, mentre
una voce fuori campo ripete le ultime parole di Nick, suggerendo
che questa replica stia scaricando il codice e i ricordi
dell’originale nel suo database.
Non è stato annunciato un sequel di
Subservience, ma se dovesse esserci, molto
probabilmente vedremo quella replica identica dare nuovamente la
caccia a Nick e Maggie e, dato che ora è in grado di provare
emozioni, sarà sicuramente spinta dalla rabbia e dalla
vendetta. Per quanto riguarda Nick e Maggie, potrebbero
riuscire a salvare il loro matrimonio, ma non potranno ancora avere
un finale felice e sereno.
Alicia Vikander e
James McAvoy sono i proptagonisti assoluti del
trailer di Submergence, nuovo lavoro firmato
da Wim Wenders che torna alla regia adattando
l’omonimo romanzo di J.M.Ledgard pubblicato nel 2013. Il New York
Times l’ha inserito nella classifica dei dieci migliori libri
dell’anno.
Il trailer, che potete guardare qui
sotto, è stato diffuso nelle ultime ore dalla Lionsgate che
distribuirà il film nelle sale a partire dal 13 aprile in Usa e dal
18 Maggio nel Regno Unito.
Di seguito la sinossi ufficiale
di Submergence:
James More è un ingegnere
idraulico sotto copertura per i Servizi Segreti britannici che,
durante una missione per scovare il nucleo di alcuni terroristi
suicidi che si infiltrano in Europa, è stato preso in ostaggio in
Somalia da alcuni jidahisti. Danielle “Danny” Flinders è una
bio-matematica che lavora nelle profondità del mare, in procinto di
immergersi negli abissi alla ricerca di prove a sostegno della sua
teoria sulle origini della vita sul nostro pianeta.
James e Danielle si sono
incontrati, in un hotel isolato sulla costa atlantica, solo due
settimane prima, mentre entrambi erano alle prese con i preparativi
delle rispettive missioni pericolose. L’ultima cosa che si
sarebbero aspettati è che si innamorassero l’uno dell’altra, ma
inevitabilmente è proprio ciò che è accaduto. Questo amore
istintivo, tuttavia, darà loro la forza e il coraggio per
affrontare la prova più dura delle loro rispettive vite.
Il regista Wim
Wenders è uno dei massimi esponenti del Nuovo cinema
tedesco, affermatosi a livello internazionale con capolavori come
Paris, Texas e Il cielo sopra Berlino. Negli
ultimi anni impegnatosi nella realizzazione di documentari quali
Pina e Il sale della terra, il suo
ultimo film di fiction risale al 2017 ed è intitolato
Subemergence. Questo, scritto da
Erin Dignam, si inserisce perfettamente nella
poetica delle ultime opere del regista, da sempre votato ad una
ricerca introspettiva e psicologica dell’animo umano. Con questo
suo, attualmente ultimo film di fiction, Wenders si spinge dunque
più in là, ricercando nuovi territori dell’animo.
Il lungometraggio non è però frutto
di un’idea originale, bensì è l’adattamento dell’omonimo romanzo
scritto da J. M. Ledgard nel 2013. Questo è stato
acclamato come uno dei romanzi più importanti del decennio,
presentando in sé una considerevole varietà di generi. La storia si
alterna infatti tra una love story e una spy
story, includendo anche una serie di descrizioni
dell’esplorazione dell’oceano che diventano ulteriori metafore per
l’animo umano. Già per questi elementi, l’opera si presentava
perfetta per Wenders, che finì infatti con l’interessarsene.
Presentato al Festival di Toronto, il film non ha però riscontrato
il successo sperato.
Subemergence ottenne
infatti scarsi risultati al box office, finendo con il passare
rapidamente in secondo piano. A distanza di qualche anno, però, si
tratta di un film meritevole di essere riscoperto, che svela la
capacità del suo autore di dire ancora qualcosa di profondo
sull’animo umano. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Subemergence: la trama del
film
Protagonista del film è
James More, un ingegnere in vacanza in un piccolo
comune della Normandia. Il soggiorno per lui si anima quando, in
spiaggia, incontra Danielle Flinders, una
bellissima biomatematica che si occupa di studiare le profondità
degli oceani. James resta immediatamente colpito da lei e nei
giorni seguenti i due iniziano a frequentarsi. A lui, lei confida
poi il desiderio di esplorare gli abissi del Mar Glaciale Artico
per vedere cosa si cela nei suoi fondali e quali forme di vita
abitino quell’ecosistema. Finito il soggiorno, invece, James deve
partire per la Somalia, dove costruirà dei pozzi all’interno di un
grande sistema idrico.
Almeno questo è ciò che l’uomo
racconta. In realtà, egli è un agente segreto inglese incaricato di
intercettare un gruppo di terroristi di provenienza islamica per
traffico di ordigni in Europa. Continuando a mantenere la
copertura, i due si salutano con la promessa di rincontrarsi presto
e di rimanere in contatto. Danielle, tuttavia, non riceverà alcuna
telefonata da lui, scoprendo poi quasi per caso la verità su James
e sul fatto che la sua scomparsa è data dal suo essere stato
catturato dai jihadisti ed è sottoposto a terribili torture. Per i
due ha inizio un’incredibile e pericolosa avventura prima di
potersi rivedere.
Subemergence: il cast e le location
del film
Per il ruolo dei due protagonisti,
Wenders ha scelto due attori particolarmente noti nell’attuale
panorama cinematografico. Il primo di questi, presente nei panni di
James More, è l’attore James McAvoy, noto per
essere Charles Xavier nei film prequel degli X-Men. Nei panni di
Danielle Flinders, invece, vi è l’attrice svedese premio Oscar
Alicia Vikander.
L’attrice è stata scelta nonostante nel libro il personaggio di
Danielle è descritta come una donna con origini australiane e della
Martinica, un’isola delle Antille. Nel film sono poi presenti gli
attori Reda Kateb nei panni di Saif,
Jannik Schumann in quelli di Paul e
Alexander Siddig nel ruolo del dottor Shadid.
Oltre ad un cast internazionale,
Wenders si è avvalso per il suo film anche di una serie di location
esotiche particolarmente affascinanti. Oltre ad essersi svolte in
varie località della Francia, della Germania e della Spagna, le
riprese si sono svolte in particolare nelle isole
Gibuti e Fær Øer, anche note come
le Isole Faroe. Le prime appartengono allo stato
africano Repubblica di Gibuti, posto all’estremità meridionale del
Mar Rosso. Le Faroe, invece, sono 18 isole che formano un
arcipelago situato al largo delle coste settentrionali dell’Europa,
dipendenti dalla Danimarca.
Subemergence: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.
Subemergence è infatti disponibile nel
catalogo di Chili, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di martedì 22 giugno alle
ore 21:10 sul canale Rai
Movie.
Dal 7 al 15 Novembre gli
abbonati Sky avranno accesso al canale Star
Wars Rebels Channel (canale 618 di SKY),
interamente dedicato alla serie di successo. Uno spazio unico dove
gli appassionati della serie potranno vedere i migliori episodi
della prima stagione e saranno affascinati dai nuovi exploit
galattici dei ribelli nella seconda stagione. Oltre a Star Wars
Rebels, il canale offrirà anche due speciali serie animate Lego
Star Wars – Le Nuove Cronache di Yoda e I Racconti del
Droide.
Bambini e famiglie saranno quindi
invitati a salire a bordo della nave spaziale Ghost e unirsi alla
lotta contro le forze imperiali, al fianco di Kanan e i suoi
valorosi compagni: la temeraria pilota Hera, il muscoloso Zeb, la
guerriera Sabine, Chopper, il grintoso droide e Ezra, l’audace
giovane uomo che sta conoscendo la vera natura del suo
potere.
Star Wars Rebels continua la
tradizione epica della leggendaria saga di Star Wars con nuove ed
eccitanti avventure. La serie è ambientata fra il III ed il
IV episodio della saga Star Wars: La vendetta dei Sith e Star Wars:
Una nuova speranza; un’epoca che copre quasi due decenni che non è
mai prima esplorate sullo schermo. La seconda stagione Star
Wars Rebels introdurrà anche i personaggi preferiti dai fan della
saga, come Darth Vader e Ahsoka Tano.
Su Re è il racconto
dei momenti conclusivi della vita di Gesù, dall’ultima cena al
tradimento di Giuda nel giardino del Getsemani, dal processo alla
crocifissione, passando per tutti gli episodi più importanti
avvenuti nelle ore che ne precedono la morte. La Passione trasposta
in quella Sardegna tanto cara a Giovanni Columbu, già
regista di Arcipelaghi, impressa su pellicola e
distribuita dalla Sacher di Nanni Moretti. Una storia tra le più
affrontate in campo cinematografico, rielaborata e rappresentata in
chiave nuova, grazie all’utilizzo di numerosi espedienti che fanno
di Su Re una versione della Passione coraggiosa e
innovativa.
La vicenda ci viene presentata a
partire dal finale, mentre Maria (Pietrina Menneas), in
lacrime, stringe tra le mani il volto del figlio senza vita. Stesso
punto d’inizio e fine, cui si ritorna attraverso una struttura
slegata da un filo cronologico, costruita sull’utilizzo di numerosi
flashback, che si alternano senza un ordine temporale preciso, come
fossero ricordi confusi dei protagonisti. Una dimensione al di
fuori del tempo, trasmessa grazie alla scelta di trasportare la
storia tra i paesaggi brulli e pietrosi della Sardegna, tra i
costumi e il linguaggio locale. Tutto il film è, infatti,
totalmente recitato in dialetto sardo e sottotitolato, un
espediente che riesce a dare un sapore arcaico alla
rappresentazione, ma allo stesso tempo rende più ostica la visione
per lo spettatore.
La messa in scena è
tecnicamente ben curata, con attimi inquadrati da diverse
prospettive, una fotografia splendida, un sonoro assoluto
protagonista delle scene più crude, spesso lasciate fuoricampo,
particolarmente studiato per penetrare nella testa dello
spettatore, come la frusta e i chiodi penetrano nella carne di un
Cristo dal volto mai così umano e terreno, interpretato da
Fiorenzo Mattu. Proprio la potenza dei volti è la
peculiarità più importante del film. Sono le facce dei sofferenti e
degli emarginati, segnate dal dolore. Personaggi che hanno un che
di pasoliniano, intrisi di umanità e umiltà. Gli attori sono tutti
non professionisti, presi dalla strada o addirittura da alcuni
centri di salute mentale, eppure capaci di trasmettere emozioni
autentiche.
Columbu ha il merito di riportare
sullo schermo la Passione di Cristo nell’unico modo in cui poteva
avere un senso, caratterizzandola e dandole un taglio più
personale, che si discostasse completamente da trasposizioni
precedenti. Se dal punto di vista tecnico il film possiede alcuni
pregi evidenti, le stesse scelte che lo particolareggiano ne
appesantiscono la visione, già debilitata da una trama nota, resa
ancor più ostica dal ritmo lento e dalle molte scene di sola
mimica. Malgrado ciò la bilancia pende dalla parte di Columbu e il
risultato è comunque positivo. Un’opera complessa ma emozionante,
suggestiva, umana.
MYmovies.it presenta
l’offerta streaming della XXIII edizione del Courmayeur Noir in
Festival. Una rassegna di imperdibili film noir nati dalla penna di
illustri scrittori in streaming su MYMOVIESLIVE!
Giunto alla XXIII edizione il
Courmayeur Noir in Festival si riconferma tra le più
originali esperienze nel mondo del cinema e della letteratura di
genere e, da quest’anno, grazie alla partnership con
MYmovies.it, propone a tutti gli appassionati del brivido e
del mistero un’esclusiva selezione di film disponibili in streaming
su MYMOVIESLIVE! in contemporanea con la programmazione
ufficiale.
Dal 10 al 15 Dicembre, infatti, sarà
possibile assistere ogni sera alla visione streaming di una
rassegna di titoli selezionati tra le migliori novità di genere
degli ultimi anni, mostrati gratuitamente nell’esclusivo teatro di
MYMOVIESLIVE!, solo ad un numero limitato di utenti.
“Al Noirfest di Courmayeur la
‘specialità della casa’ è l’accoppiata vincente tra cinema e
letteratura” – ha dichiarato il direttore artistico Giorgio
Gosetti – “Questo da sempre rende il festival unico e
specialmente amato. Per festeggiare l’incontro con
MYMOVIESLIVE! abbiamo pensato di proporre un viaggio tra
grandi noir che nascono dalla penna di grandi scrittori. Cominciamo
con uno dei più recenti successi del festival (E ora parliamo di
Kevin con una strepitosa Tilda Swinton) e proseguiamo con un classico
modernissimo come Cesare deve morire, dal maestro di tutti,
William Shakespeare, di cui si parla anche al Noir di quest’anno
grazie a un bellissimo documentario come Off Stage di
Francesco Cinquemani. E poi, in contemporanea con l’edizione 2013
del festival, Vinodentro con Giovanna Mezzogiorno, Lambert
Wilson, Vincenzo Amato. Seguono un’incursione nella black comedy
come Ladri di cadaveri di John Landis; un noir italiano
d’autore come Gorbaciof di Stefano Incerti, con Toni Servillo; e Jar City (Myrin),
omaggio al giallo scandinavo eletto a ospite d’onore a Courmayeur
2013. Buona visione dunque: dalle nevi alle spiagge quest’anno
tutto è noir, anche nella sala virtuale di
MYMOVIESLIVE!“.
“COURMAYEUR NOIR IN FESTIVAL SU
MYMOVIESLIVE!” –Il programma:
Per assistere alla visione dei
titoli della rassegna dedicata al Courmayeur Noir in
Festival basta collegarsi alla pagina http://www.mymovies.it/live/,
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MYMOVIESLIVE! simulano fedelmente le visioni al cinema, iniziano a
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presenti in sala, condividendo opinioni ed emozioni sui film in
programma anche tramite accesso diretto dal proprio account
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