Si chiude questa sera la 28ma
edizione del Noir in Festival, che ha portato a
Milano e Como il meglio del genere, dal cinema alla televisione,
dalla letteratura alla cronaca.
Durante la serata conclusiva, presso
la suggestiva location del Teatro Sociale di Como, la giuria
presieduta dalla regista Ning Ying, il regista Edoardo De
Angelis, Katharina Kubrick, l’attrice Barbara
Chichiarelli e l’attore Erik Madsen,
assegna i seguenti premi ai film del Concorso Internazionale:
per il suo modo straordinario e di forte impatto di mescolare
fantasia e realtà. In un’epoca di caccia al mostro, il film ci pone
dinanzi all’interrogativo: chi è il vero mostro?
Il Black Panther per la migliore interpretazione viene assegnato
a
Lorenzo Ferro e Chino Darin in EL ÁNGEL (THE ANGEL) di
Luis Ortega
per la sinergia della loro recitazione
La menzione speciale della giuria va a
Nicole Kidman
per la scelta coraggiosa di cimentarsi in un ruolo diverso come
quello della detective
La storia e i ricordi di
Dario Argento dominano la seconda giornata del
Noir in Festival, in programma fino al 9 dicembre tra Milano e
Como. In occasione dei 50 anni del film che rivoluzionò il genere
horror, La notte dei morti viventi di
George A. Romero, il festival fa il punto su un filone del “nero”
che ha cambiato la società e il pubblico: nato dalla tradizione
voodoo di Haiti e approdato quasi casualmente a Hollywood con
White zombie con Bela Lugosi nel 1932, si
trasforma in una metafora del ribellismo del ’68 sotto le mani
dell’esordiente Romero. Da allora è diventato un’icona, un vero e
proprio genere popolarissimo fino al recente The Walking
Dead, assumendo di volta in volta colorazioni e significati
metaforici diversi. Amico da sempre di Romero, Dario Argento ha
accettato di raccontare lui e il suo rapporto con la “zombilogia”
in un incontro alla IULM di Milano (in programma domani alle ore
10.30, Sala dei 146) che di tutto il Noir di quest’anno rappresenta
uno dei punti cardinali.
“Senza Dario – dicono i
Direttori Giorgio Gosetti e Marina Fabbri – il Noir in Festival
non esisterebbe e la sua recente incursione nel mondo di Dylan Dog,
così come le sue fiabe nere dell’ultimo romanzo pubblicato, lo
restituiscono al suo status di re del giallo italiano”.
Nel programma di domani c’è invece molta attesa per il dialogo in
pubblico di Katharina Kubrick sul suo rapporto col
cinema e la storia delle sue collaborazioni col padre, il grande
Stanley Kubrick. Anche in questo caso c’è di mezzo un anniversario,
i 50 anni di 2001: Odissea nello spazio, ma i ricordi di
Katharina vertono soprattutto su altri film da Shining a
Eyes Wide Shut.
Al mondo del fumetto è invece
legato il film in concorso Black is
Beltza del basco Fermin Muguruza (ore 19.00 IULM –
Auditorium), animazione ambientata nel 1967 che racconta la Guerra
Fredda, le Black Panthers, la controcultura del periodo e la
rivoluzione cubana, con incursioni di personaggi tra cui Andy
Warhol, Jimi Hendrix e Malcom X e Che Guevera. Per presentare il
film sarà presente in sala lo sceneggiatore Harkaitz
Cano.
C’è infine attesa per il doppio
appuntamento con la letteratura, che vedrà protagoniste due grandi
autrici del mistery anglosassone: Jill Dawson con
Il talento del crimine (Carbonio editore) e Sujata
Massey con Le vedove di Malabar Hill (Neri
Pozza), che incontreranno il pubblico del festival alla Feltrinelli
di Piazza Duomo (a partire dalle ore 17.30). E poi ancora
appuntamento con il cinema italiano con due dei titoli più discussi
tra i sei finalisti del Premio Caligari:
La terra dell’abbastanza, acclamato esordio dei
fratelli D’Innocenzo con una storia di profonda tensione morale,
che sarà presentato in sala da Fabio D’Innocenzo
(ore 17.00, IULM – Aditorium) e Sulla mia
pelle, il racconto degli ultimi giorni di vita di
Stefano Cucchi realizzato da Alessio Cremonini, introdotto
dalla produttrice del film Olivia Musini (ore 21.00, IULM –
Auditorium).
Il Noir in
Festival premia con il suo prestigioso riconoscimento alla
carriera di un maestro del genere il norvegese Jo
Nesbø, che sarà a Milano e Como dal 3 al 9 dicembre
prossimi per ricevere il Raymond Chandler Award
2018.
Jo Nesbø, classe
1960, pubblicato in più di cinquanta lingue, con la serie di Harry
Hole – il suo poliziotto specializzato in serial killer – ha
venduto nove milioni di copie. Fin dai primi romanzi raggiunge la
vetta delle classifiche in patria e ben presto si piazza nelle top
ten europee, unico autore non anglofono a conquistare la vetta
nella diffidente Inghilterra prima ancora del fenomeno Stieg
Larsson, di cui viene considerato l’erede.
Ha all’attivo una ventina tra
romanzi thriller, storie per bambini, saggi e racconti. Dalle sue
opere sono stati tratti due film come Headhunters, di
Morten Tyldum (Premio Leone Nero al Noir in Festival 2011) e
L’uomo di neve, di Tomas Alfredson
(2017) con Michael
Fassbender nei panni di Harry Hole, e la serie TV
Occupied (2015 Rai 2 e 2018 Netflix).
In Italia, scoperto dall’editore
Piemme, Nesbø è stato pubblicato integralmente da Einaudi, che nel
2017 ha dato alle stampe l’ultimo titolo, Sete. Quest’anno
Rizzoli ha invece pubblicato il suo Macbeth, rifacimento
della tragedia di Shakespeare in chiave thriller, nell’ambito del
progetto di Hogarth Press per i 400 anni del Bardo, che ha visto
tra gli altri protagonisti anche la scrittrice canadese Margaret
Atwood, Premio Chandler 2017 al Noir in Festival.
Il Noir in Festival, il più
importante appuntamento del genere consacrato al crime, presenterà
le ultime novità di cinema e letteratura a partire dal 3 dicembre
fino al 9, a Milano e a Como, con un’edizione tutta dedicata al
tema degli Zombie. Ricorre infatti il 50mo anniversario del
capostipite del genere, La notte dei morti
viventi di
George A. Romero, che rivoluzionò nel 1968 i canoni del
thriller e dell’horror e colorò la tradizione voodoo di nuovi
significati, dalla paura del diverso al mito del “non morto”.
Anteprime cinematografiche, incontri con gli scrittori, serie
televisive, riconoscimenti al migliore noir italiano
dell’anno (con il Premio Caligari al cinema e il Premio Scerbanenco
in libreria), oltre a incursioni nella tradizione mystery del lago
di Como daranno vita alla 28ma edizione del festival, diretto da
Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova
(delegato IULM).
Lasciato il Campus dell’università
IULM di Milano per approdare sulle rive del lago di
Como (fino a Domenica 9 dicembre), il Noir
in Festival veste i panni dell’evento di charme che lo
hanno caratterizzato e reso famoso e propone domani un programma
che mette in fila tutta la varietà dei colori del nero.
Al mattino con la masterclass di
Dario Argento che incontrerà i giovani studenti
dello IED e dell’Accademia, al pomeriggio con una scrittrice
popolare come Mariolina Venezia per presentare il
suo Rione Serra Venerdì (Einaudi; ore 17.30, Sala Turca –
Teatro Sociale) e una coppia regina del mystery come i due autori
svedesi che da sempre si identificano nel nome di Lars
Kepler, un must nei besteller di tutto il mondo, con
Lazarus (Longanesi; ore 18.30, Sala Turca – Teatro
Sociale); alla sera la scoperta del cinema che sa emozionare e
stringe come un nodo alla gola con due dei film latino-americani
più premiati dell’anno ed entrambi in corsa per l’Oscar. Dalle
periferie di Buenos Aires arriva El Angel
di Luis Ortega, prossimamente nelle sale italiane per Movies
Inspired (ore 21.00, Teatro Sociale), l’angelo della morte, il più
seducente e micidiale serial killer del continente, che sarà
presentato in sala dallo sceneggiatore Sergio
Olguín; dalle foreste colombiane nasce il mito inquietante
delle tribù della droga, con le faide e gli odi assassini
alimentati dall’ossessione del denaro che prendono forma in
Birds of passage di Cristina Gallego e
Ciro Guerra (ore 18.30, Teatro Sociale).
A presentare il film, che sarà
distribuito in Italia da Academy Two, sarà presente in sala
Carmiña Martínez, tra i protagonisti della
pellicola. E c’è spazio anche per la riflessione e l’incursione tra
poesia e matematica proposta dall’evento Lo Specchio, il
Labirinto e la Farfalla realizzato da Gian Italo Bischi e
Giovanni Darconza a cura de La Casa della Poesia (ore 20.45,
Pinacoteca Civica) e che il Noir propone nel quadro delle
iniziative in stretta relazione con le forze più vive del
territorio. A Como il Noir in Festival indossa in vestito di gala
che lo accompagnerà fino alla conclusione di domenica 9 dicembre
con inediti, protagonisti, sorprese, grandi maestri e successi del
grande cinema americano. Un programma… da brivido.
È online la lista dei 20 romanzi
noir da votare per determinare la cinquina dei finalisti
concorrenti all’edizione 2022 del Premio Giorgio
Scerbanenco. Sono romanzi noir italiani editi tra novembre
2021 e ottobre 2022 e scelti, tra gli oltre 100 iscritti, dal
comitato selezionatore del festival.
A partire dall’11 novembre fino alle
ore 23.59 di sabato 19 novembre 2022, ogni lettore potrà votare i
suoi cinque titoli preferiti sul sito del
festival(www.noirfest.com). La cinquina dei
finalisti sarà determinata dalla somma ponderata dei voti dei
lettori e della giuria letteraria, presieduta da Cecilia
Scerbanenco e composta da Alessandra Calanchi, Valerio
Calzolaio, Luca Crovi, Sergio Pent, Sebastiano Triulzi e John
Vignola.
Sabato 3 dicembre i
cinque finalisti saranno presentati a Milano in apertura del
festival e tra questi la giuria letteraria (a cui si aggiungeranno
Cecilia Lavopa e Alessandra Tedesco) decreterà il vincitore del
Premio Giorgio Scerbanenco 2022, che verrà consegnato in
serata.
I semi-finalisti del premio Giorgio Scerbanenco 2022:
Francesco Abate, Il complotto dei
calafati, Einaudi
Erica Arosio e Giorgio Maimone, Macerie,
Mursia
Daniele Bresciani, Testimone la notte,
Bompiani
Cristina Cassar Scalia, La carrozza della
Santa, Einaudi
Alessandro Ceccherini, Il mostro,
Nottetempo
Gian Andrea Cerone, Le notti senza sonno,
Guanda
Romano De Marco, La casa sul promontorio,
Salani
Andrea Fazioli, Le strade oscure,
Guanda
Riccardo Gazzaniga, In forma d’essere
umano, Rizzoli
Gabriella Genisi, Terrarossa,
Sonzogno
Davide Longo, La vita paga il
sabato, Einaudi
François Morlupi, Nel nero degli abissi,
Salani
Francesco Musolino, Mare mosso,
E/O
Enrico Pandiani, Fuoco, Rizzoli
Paolo Maggioni, La calda estate del Commissario
Casablanca, SEM
Chiara Montani, La ritrattista,
Garzanti
Chiara Moscardelli, La ragazza che cancellava i
ricordi, Einaudi
Alessandro Perissinotto e Pietro d’Ettorre, Cena di
classe, Mondadori
Brunella Schisa, Anatomia di un mostro,
HarperCollins
Stefano Vicario, Il re degli stracci, La
nave di Teseo
Il premio alla carriera istituito da
Irene Bignardi nel 1988, in accordo con il
Raymond Chandler Estate, fondazione facente capo
agli eredi di Graham Greene, dopo John
Banville, premiato nel 2020, resta anche quest’anno in
Europa, e va a uno scrittore francese che nonostante la giovane età
è già conosciuto e letto in tutto il mondo con grandissimo
successo.
Secondo un sondaggio della rivista
“Livres Hebdo”, Guillaume Musso, nato nel 1974 ad
Antibes, il bisnonno emigrato dal Piemonte nel sud della Francia
all’inizio del Novecento, è stato l’autore più letto dai francesi
durante il lockdown. Ma ai record lui è abituato: dal 2001 produce
quasi un libro all’anno, iniziando come un provinciale senza
“padrini” totalmente sconosciuto, e arrivando a essere l’autore più
venduto in Francia, tradotto in 42 lingue, con una ventina di
opere da milioni di copie in tutto il mondo.
Skidamarink (2001) è il romanzo
d’esordio, un thriller che parte col furto della Gioconda al Louvre
e raccoglie subito critiche eccellenti. Il successo arriva nel 2004
con Et après…(L’uomo che
credeva di non avere più tempo, Sonzogno 2005), libro
che ha venduto più di un milione di copie ed è stato tradotto in
una ventina di lingue e che, nel 2009, è diventato un film,
Afterwards, diretto da Gilles Bourdos,
con John Malkovich, Romain Duris ed Evangeline Lilly. Il cinema è
stato per lui una delle maggiori fonti di ispirazione, ed è quindi
naturale che anche la costruzione dei suoi libri richiami quella di
certi film. Appartenendo a una generazione che consuma il cinema
soprattutto in video, la sua scrittura è incline alla visualità, si
struttura come un montaggio cinematografico, è percorsa da una
tensione che non molla mai il lettore fino alla fine. Come succede
nelle serie TV angloamericane di cui Musso è un fan: Six Feet
Under, Lost, The Sopranos, MI5,
24, The West Wing, Mad Men, The
Wire.
Tutti o quasi i libri di Musso sono
stati dei best seller, tra i numerosi: Sauve-moi (2005;
La donna che non poteva essere qui, Sonzogno, 2006),
Seras-tu là? (2006; Chi ama torna sempre
indietro, Sonzogno, 2006), Je reviens te chercher
/Ti vengo a cercare (Rizzoli, 2008), La fille de
papier (2011; La ragazza di carta, Sperling & Kupfer,
2012), Central Park(Bompiani, 2014), L’instant
présent (2015; L’istante presente, La nave di Teseo,
2019), Un appartement à Paris /Un appartamento a Parigi
(La nave di Teseo, 2017), La jeune fille et la nuit /
La ragazza e la notte (La nave di Teseo, 2018), La vie
secrète des écrivains / La vita segreta degli
scrittori (La nave di Teseo, 2019), La vie est un
roman / La vita è un romanzo(La nave di Teseo, 2020)
e L’inconnue de la Seine / La sconosciuta della
Senna (La nave di Teseo, 2021).
Il tema principale che sottende
quasi tutta la sua opera è quello della resilienza, la capacità di
resistere alle avversità rinnovandosi e ricostruendosi, del saper
cogliere al volo le occasioni che la vita ci offre, del coraggio
del cambiamento. Ma anche l’indagine sulla creatività, in
particolare sulla scrittura, è al centro di molti dei romanzi di
Musso. La suspense è la vera regina dei suoi libri, insieme alla
sua corte di personaggi, raccontati con maestria ed empatia.
“Amo raccontare storie
originali, voglio che si vibri insieme con i personaggi, che si
rida, che si pianga, voglio che a lettura finita ci si senta più
felici di prima” dice Musso.
Il suo debito letterario con la
tradizione ottocentesca del fantastico francese è evidente:
“mia madre era bibliotecaria – dice Musso – sono
cresciuto fra i libri fin da piccolo. Ho letto tutti i classici
francesi, Nodier, Gautier e Mérimée, cui aggiungerei Maupassant e
perfino Barjavel”. Nel mescolare il sovrannaturale a una
vicenda contemporanea Musso riattualizza questo tipo di letteratura
che ebbe in passato un enorme successo.
Nel contemporaneo, Musso ama la
letteratura che indaga l’inconscio e le emozioni, come quella di
Milan Kundera, Philip Roth, Stephen King, Dennis Lehane, ma è anche
un fan di Jean-Cristophe Grangé e di Tonino Benacquista, mentre
altrove dichiara che il suo maestro è Georges Simenon, di cui
riprende le stesse domande (che sono anche quelle di Modiano e
Manchette): chi sono i vivi e chi i morti, come riconosciamo il
loro valore e come veniamo davvero in contatto con loro?
Che è poi anche il tema dell’ultimo
romanzo, che Musso presenterà a Milano, al Noir in festival, il 12
dicembre, giorno in cui riceverà il Raymond Chandler Award: La
sconosciuta della Senna, edito da La nave di Teseo e ora in
tutte le librerie. Qui ritroviamo, dopo tanti set newyorchesi, una
Parigi nebbiosa poco prima di Natale, e la Senna che restituisce
una ragazza senza memoria, ma la cui identità appartiene a una
morta. È un’indagine per l’ufficio affari non convenzionali
della polizia di Parigi, l’occasione che il capitano Roxane,
osteggiata dai suoi capi, aspettava da tempo. La sua inchiesta si
trova ben presto catapultata in un enigma inquietante: è possibile
essere al tempo stesso vivi e morti?
A ottobre Musso era sul set del film
TV The Reunion, adattamento del suo bestseller La
ragazza e la notte per France 2, con la Rai come partner
esclusivo e nel cast l’italiano Giacomo Fusco.
Il pubblico italiano ha dimostrato
di apprezzare molto la grana letteraria di Musso e insieme la sua
salda presa su trame e personaggi. D’altra parte, a queste
latitudini, spesso e volentieri il polar ha conteso alla produzione
anglosassone l’affetto dei lettori e la palma delle vendite. Il
Noir in festival celebra quindi la peculiarità francese del genere
con un incontro a lui dedicato e premiando il suo rappresentante
più attuale e letto.
Noi,
di Jordan Peele, è arrivato in sala anche in
Italia, e tra recensioni positive e negativi, pareri contrastanti e
spettatori entusiasti, sembra chiaro che il racconto interpretato
da Lupita Nyong’O lascerà lo spettatore con
più di una
domanda.
Dal finale con tanto di colpo di
scena passando per la simbologia della storia, Noi è
un racconto allegorico e stratificato, e di seguito ecco alcune
risposte alle domande che potrete porvi sul film. Ovviamente, di
seguito potrebbero esserci spoiler sul film, quindi,
ATTENZIONE!
Perché i conigli?
I conigli che, in
Noi,
popolano il mondo sotterraneo dei Tethered hanno un duplice
significato che può essere difficile da afferrare. In primo luogo,
c’è l’ovvio tema del “coniglio”, che evoca una sorta di sinistra
versione di Alice nel Paese delle Meraviglie. Il Tethered vive in
un mondo nascosto che Adelaide scopre seguendo letteralmente un
coniglio bianco sottoterra, proprio come Alice.
Il secondo significato è un po’ più
esoterico e molto più legato alla storia. C’è un’isola al largo
della costa del Giappone soprannominata “Usagi Jima” o “Rabbit
Island” che è famosa per essere, beh, invasa dai conigli. Sembra
molto carina come cosa se non si considera come i conigli sono
arrivati in quel luogo. L’isola era una fabbrica di armi chimiche
nella seconda guerra mondiale, che teneva i conigli come soggetti
di prova per tossine mortali come il gas mostarda. Quando gli
americani presero l’isola, pensarono di aver ucciso i conigli
rimasti, ma alcuni sopravvissero alla disinfestazione e
continuarono a riprodursi.
Un gruppo di creature da
esperimento, abbandonato e dimenticato, che cresce in numero in
un’area isolata è un collegamento tematico piuttosto chiaro alla
storia dei Tethered.
Perché le tute rosse?
Ci sono diverse letture
legate alle tute rosse dei Tethered. Nel mondo reale, usiamo
uniformi e colori per differenziarci in diversi gruppi di
appartenenza. Il fatto che i Tethered siano tutti distinti da una
specifica uniforme dà loro una netta differenziazione e alienazione
dalla gente in superficie.
Ovviamente, sappiamo che Red ha
scelto le tute nell’ambito del suo colpo di stato, quindi a seconda
della lettura di ciò che i Tethered dovrebbero simboleggiare, la
divisa potrebbe essere un segno rappresentativo di orgoglio o
vergogna.
Perché le forbici?
In un film che riguarda
la dualità e il separare le parti, quale arma può essere migliore
di quella che è fondamentalmente composta da due coltelli identici?
A volte le cose sono più semplici di quello che sembrano.
Certo, sarebbe interessante
scoprire dove Red ha trovato tutte quelle forbici uguali per armare
ogni doppio.
Cosa sono i Tethered,
davvero?
Red spiega questo punto
in maniera ambigua durante un monologo, quindi possiamo soltanto
esporre una teoria di ciò che sono effettivamente questi doppi.
Quello dei Tethered era un progetto di clonazione abbandonato che,
a quanto pare, è partito prima con la clonazione di animali e poi
con quella di persone. Il progetto ha avuto successo nel ricreare
un corpo umano, ma non poteva duplicare l’anima umana, così i doppi
sono perfetti fisicamente ma incompleti, abbrutiti rispetto agli
originali.
Certo, è qui che dobbiamo accettare
che Noi non è solo un thriller horror, è anche una storia di
fantascienza. Il primo vero clone di un mammifero è stato la pecora
Dolly nel 1996, ma sappiamo che qualunque progetto abbia dato vita
ai Tethered doveva essere stato deciso e già completamente
abbandonato prima del 1986 – il che significa che probabilmente
indica che era partito ai tempi della guerra in Vietnam, per avere
un’idea di quante generazioni di Tethered hanno vissuto sottoterra
e per quanto tempo.
È interessante notare che sembra
esserci una certa variazione tra il legame tra i Tethered e il loro
doppio. Pluto sembra copiare tutti i movimenti di Jason, anche
quando questi movimenti sono potenzialmente fatali per lui, ma gli
altri Tethered sembrano molto più indipendenti. Questo potrebbe
essere dovuto al fatto che Pluto e Jason sono “la coppia” più
giovane con cui lo spettatore entra in contatto – forse il
collegamento diminuisce col passare del tempo. O forse Pluto e
Jason sono semplicemente speciali.
Adelaide e Red ricordano la loro
infanzia?
La semplice risposta è
sì. Lo shock e la confusione di Adelaide all’arrivo del Tethered
non hanno nulla a che fare con il fatto che lei non sapeva che
erano lì – ricorda i posti in cui ha incontrato Red, allo stesso
modo in cui Red ricorda di essere stata rapita. Adelaide non è la
vittima in un film di invasione domestica, è la cattiva della
storia, l’obbiettivo della vendetta di Red, e lei lo sa.
Questo è il motivo per cui vediamo
così tanta ansia e voglia di uccidere in Adelaide, oltre a
quell’atteggiamento ambiguo che scopriamo poi essere una forma di
dispiacere quando uccide i bambini di Tethered. Questo è un segreto
che ha tenuto all’oscuro della sua famiglia per molto, molto
tempo.
Red, allo stesso modo, sa
esattamente cosa le è stato tolto. Ecco perché è stata lei a
organizzare i Tethered e la loro rivolta.
Perché i Red può parlare mentre
gli altri Tethered non possono?
Quando Red e Adelaide si
sono invertite, ognuna di loro si è adattata ai nuovi ambienti.
Sappiamo che i Tethered non parlano in modo naturale – Adelaide non
riusciva a parlare quando è “riemersa” dopo essere stata via quei
15 minuti – ma comunica in una serie di grugniti e ringhi. Dal
canto suo, Red mantenne l’utilizzo dell’inglese che conosceva già
ma ha imparato a parlare la lingua dei Tethered (anche se con
difficoltà, dal momento che il soffocamento durante lo scambio di
posto con il suo doppio le ha causato danni permanenti), nello
stesso modo in cui Adelaide imparava l’inglese ma conservava alcuni
dei suoi più selvaggi istinti.
Nella scena in cui Adelaide uccide
la gemella rimasta in vita, lo fa con una violenza assurda ed
emettendo suoni molto strani, che sembrano allarmare molto il
piccolo Jason, che assiste.
Perché Hands Accross America?
Nella storia, lo spot di
Hands Across America è una delle ultime esperienze di Red nel mondo
di superficie prima di essere presa da Adelaide, quindi ha senso
che rimanga una sorta di fissazione per lei.
Storicamente, Hands Across America
è stata una iniziativa che si prefiggeva di portare attenzione alla
povertà e ai senzatetto in tutto il paese, iniziativa che alla fine
ha fruttato circa $ 15 milioni di dollari di donazioni di
beneficenza nel 1986. Ovviamente non ha messo fine alla povertà, ma
certamente ha fatto una dichiarazione – che, in realtà, è
esattamente ciò che i Tethered stanno cercando di fare. Il loro
obiettivo è semplicemente quello di essere notati in un modo in cui
nessuno può più ignorare.
Cosa intende Red con “avresti
potuto portarmi con te”?
Questo passaggio presente
nell’ultima parte di Noi rimane un po’ confuso:
Red dice ad Adelaide che “avrebbe potuto portarla via” quando
Adelaide se ne va, il che a prima vista sembra implicare che Red
non ricorda di aver mai vissuto la superficie. Ma dopo un’ulteriore
riflessione, questa battuta sembra molto più complessa.
Red è risentita con Adelaide per
averla lasciata indietro con i Tethered quando, nella sua mente,
entrambe avrebbero potuto facilmente lasciare il labirinto insieme,
da bambine. Non c’è una vera ragione per cui Adelaide e Red
dovessero cambiare posto, a parte la paura e una reazione
istintiva. In realtà, l’intero conflitto del film avrebbe potuto
essere aggirato se Adelaide e Red si fossero riconosciute simili e
bambine, piuttosto che combattersi l’un l’altra, il che è una parte
importante del messaggio che il film vuole lasciare.
Cos’è Geremia 11:11?
All’inizio di
Noi, c’è un uomo con un cartello con la scritta
“Geremia 11:11” sul lungomare durante la scena del prologo, un
motivo che più tardi vediamo ripetuto alcune volte, che culmina nel
di Tethered del vagabondo che al posto del cartello ha la scritta
“11:11” incisa sulla sua fronte.
Il versetto biblico non ha bisogno
di molte spiegazioni:“Perciò dice il Signore: Ecco, faccio
venire su di loro una sventura alla quale non potranno sfuggire.
Allora grideranno verso di me, ma io non li ascolterò.”
Fondamentalmente, è la versione
biblica del monologo di Rorschach di Watchmen, e
che potrebbe rappresentare un manifesto per i Tethered. Un altro
simbolo!
Universal Pictures ha da poco
diffuso il trailer italiano di Noi
(in originale Us),
il nuovo film scritto e diretto da Jordan Peele,
che torna al cinema dopo l’incredibile successo di Scappa –
Get Out.
Protagonisti della pellicola horror
NoiLupita Nyong’o, Winston
Duke, Elisabeth Moss, Tim
Heidecker, Yahya Abdul-Mateen II,
Anna Diop, Evan Alex,
Shahadi Wright Joseph, Madison
Curry, Cali Sheldon e Noelle
Sheldon.
La sinossi: Tormentata da un
trauma irrisolto del suo passato e sconvolta da una serie di
inquietanti coincidenze, Adelaide sente crescere e materializzarsi
la sua ossessione e capisce che qualcosa di brutto sta per accadere
alla sua famiglia. Dopo un’intensa giornata trascorsa in spiaggia
con i loro amici, i Tyler, Adelaide e la sua famiglia tornano a
casa. Quando cala l’oscurità, i Wilson vedono sul vialetto di casa
la sagoma di quattro figure che si tengono per mano. Noi traccia la
contrapposizione fra un’affettuosa famiglia americana e un
terrificante e misterioso avversario: i sosia di ciascuno di
loro.
La Universal, che produrrà insieme
alla Monkeypaw Productions, Sean
McKittrick e Jason Blum, ha
fissato la data di uscita nelle sale al 15 Marzo
2019.
Il premio Oscar Jordan
Peele segue il successo della sua hit al botteghino,
Scappa – Get Out, con l’eccellente e terrificante
Noi (recensione).
Classificato Certified Fresh su Rotten Tomatoes con un indice di
gradimento del 94%, il film è stato acclamato dalla critica come un
“colossale successo di cinema” (Richard Brody, The New
Yorker) e “sarà necessario vederlo più e più volte” (Emily
Yoshida, New York Magazine/Vulture). I fan di tutto il mondo
possono ora sciogliere il mistero con oltre 50 minuti di contenuti
speciali per immergersi nella mente di Jordan
Peele, nel suo processo di creazione e produzione filmica
e nel simbolismo nascosto in Noi. Il fenomeno globale
arriva quindi in Dvd, Blu-ray e Digital HD a partire dal
28 agosto 2019 con Universal Pictures Home Entertainment
Italia.
Con incredibili interpretazioni
assolutamente da non perdere da parte del premio Oscar
Lupita Nyong’o (Black
Panther,
12 anni schiavo), Winston Duke
(Black
Panther), la vincitrice dell’Emmy
Elizabeth Moss (The Handsmaid’s Tale, Mad Men)
e Tim Heidecker (The Comedy, Tim & Eric’s
Bedtime Stories), Noi si presenta come “l’horror
più fuori dagli schemi dell’ultimo decennio” (Nathaniel Brail,
Heroic Hollywood). I cinefili e gli amanti dell’horror
saranno finalmente liberi di guardare Noi più e più
volte per svelare tutti i suoi segreti più oscuri. Sosia e tema del
doppio. Hands Across America. Lo schiaccianoci. I conigli. Il
versetto della Bibbia, Geremia 11:11. I temi chiave e l’immaginario
di Noi vengono portati alla luce del sole e spiegati
all’interno di straordinari contenuti extra delle edizioni home
video, come ad esempio la featurette La Dualità in
Noi, in cui Jordan Peele approfondisce nel dettaglio molte
delle idee alla base del film.
Noi, la trama
Ambientato ai giorni nostri lungo
l’iconica costa della California del Nord, Adelaide Wilson,
(Nyong’o) fa ritorno riluttante alla sua casa d’infanzia sul mare
con il marito Gabe (il Winston Duke di Black Panther) e i due figli
(Shahadi Wright Joseph e Evan Alex) per un’idilliaca vacanza
estiva. Tormentata da un trauma irrisolto del suo passato e
sconvolta da una serie di inquietanti coincidenze, Adelaide capisce
che qualcosa di brutto sta per accadere alla sua famiglia. Quando
cala l’oscurità, i Wilson vedono sul vialetto di casa la sagoma di
quattro figure che si tengono per mano, ma capiscono presto che
questo è solo l’inizio dei loro problemi non appena scoprono che si
trovano davanti a sosia di loro stessi.
Noi CONTENUTI SPECIALI
ESCLUSIVI NEL FORMATO BLU-RAY:
Esplorare le scene – Il making-of di tre iconiche scene
del film tra cui il massacre di casa Tyler, il rapimento di Jason
ed il flashback sottoterra di Adelaide
Massacro da sette secondi
E’ una trappola
Rivoglio solo la mia bambina
Noi CONTENUTI SPECIALI NEI
FORMATI BLU-RAY e DVD:
La dualità in Noi – Jordan Peele analizza a fondo
alcuni dei temi chiave e l’immaginario di Noi – tra
cui il tema del doppio, Hands Across America, la scena di ballo
dello Schiaccianoci, i conigli e la citazione del versetto
11:11.
I mostri dentro di Noi – Scopri come questo cast
eccellente è stato in grado di trovare i propri personaggi, che
stessero interpretando uno degli Wilson o uno dei misteriosi ed
inquietanti doppi.
Legati tra di loro formano il nostro doppio – La
produzione di un film è difficile. Produrre un film in cui tutto il
cast principale fa due ruoli diversi può rivelarsi un vero
rompicapo. In questa featurette, i film-maker, il cast e la troupe
parlano di alcune delle sfide tecniche nel realizzare il film,
oltre che di alcune scelte di design per i personaggi.
Ridefinire un genere: un horror firmato Jordan Peele –
Nell’arco di soli due film, Jordan Peele ha saputo creare per se
stesso una voce artistica di assoluto valore. Scoprite cosa
dicono di lui il cast e la troupe mentre descrivono cosa lo rende
unico, oltre ai pensieri dello stesso Jordan riguardo a ciò che lo
ispira e al rapporto tra horror e commedia.
Come nasce Red – Attraverso l’uso di materiale dietro le
quinte tra un ciak e l’altro, scopriamo da più vicino l’intensa ed
affascinante interpretazione di Lupita Nyong’o nei panni di
Red.
Scene eliminate
Non ti sono nemmeno vicino
La stagione dei conigli
Che figata
Legname
La P è silenziosa
Voglio andare a casa
Moriremo tutti – Fuorionda esilaranti della
conversazione tra Winston Duke e Tim Heidecker sulla spiaggia.
Sia quelli di sopra, sia quelli di sotto: una grande danza a
due – Una versione estesa della sequenza di danza del film, che
passa da un’Adelaide adolescente al saggio fino a Red nel mondo
sottoterra.
Il film sarà disponibile in 4K
Ultra HD in una confezione doppia che include il 4K Ultra HD
Blu-ray e il Blu-ray. Il disco 4K Ultra HD disc comprende gli
stessi contenuti extra della versione Blu-ray, tutti nella
straordinaria risoluzione 4K.
4K Ultra HD è la migliore
esperienza visiva per la visione di un film. Il 4K Ultra HD
presenta la combinazione della risoluzione 4K di quattro volte
superiore al classico HD, la brillantezza dei colori dell’High
Dynamic Range (HDR) con una resa audio totalmente immersiva per
un’esperienza sonora multidimensionale.
Blu-raysfodera il potere della tua TV HD e
si dimostra il modo migliore per vedere i film a casa, con la
risoluzione di 6 volte superiore rispetto al DVD, extra esclusivi e
un sonoro in modalità surroud, come al cinema.
Formatosi come attore comico,
Jordan Peele ha sbalordito tutti quando nel 2017
ha portato al cinema il suo esordio come regista: Scappa – Get Out. Non
una commedia bensì un
horror, dove egli ha modo di inserire in tale genere una
profonda riflessione e critica sul razzismo insito nella cultura
statunitense, ma anche di come chi si professa a favore dei diritti
dei neri spesso lo faccia in modo errato e poco sincero.
Successivamente a questo lungometraggio, Peele ha nel 2019 portato
al cinema il suo secondo film: Noi
(qui la recensione).
Anche in questo caso egli affronta
tematiche simili a quelle della precedente pellicola, confermando
il suo desiderio di dar vita a film horror sofisticati, che
attraverso il genere possano portare al pubblico riflessioni sulla
società attuale. Ispirato all’episodio L’immagine
speculare della serie The Twilight
Zone, Noi
presenta dei toni più marcatamente orrorifici, insieme ad un enigma
tutto da svelare e che, ancora una volta, ci parla della società in
un modo del tutto originale.
Decisamente un film da recuperare,
dunque, specialmente per gli amanti di questo genere di horror
intelligenti, dove ogni elemento narrativo presenta rimandi alla
nostra realtà. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Noi.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Non lontano dalla spiaggia di Santa
Cruz, dove ha avuto un’esperienza traumatica d’infanzia, l’ormai
madre di due figli, Adelaide, torna con riluttanza
nella loro tranquilla casa sul lago con suo marito,
Gabe, per trascorrere le vacanze estive. La donna,
tuttavia, non riesce ancora a scrollarsi di dosso le paure vissute
lì e di cui non vuole assolutamente parlare. Proprio quando sembra
potersi concedere un po’ di tranquillità, il suo passato tornerà
con violenza a perseguitarla sotto forma di doppelgänger. Una sua
sosia, che si fa chiamare Red, minaccia lei e
tutta la sua famiglia per motivi spaventosi.
Protagonista di Noi,
nel doppio ruolo di Adelaide e Red, vi è la premio Oscar Lupita Nyong’o.
Per differenziare i due personaggi, l’attrice ha basato la voce
della doppelgänger su un disturbo neurologico chiamato disfonia
spasmodica che provoca spasmi involontari della laringe. Accanto a
lei, nei panni del marito Gabe si ritrova l’attore Winston
Duke, mentre Shahadi Wright Joseph e
Evan Alex sono i figli Zora e Jason. Nel film
recitano poi anche Elisabeth Moss
nei panni di Kitty Tyler, Yahya Abdul-Mateen II in
quelli di Russel Thomas e Anna Diop come sua
moglie Rayne.
Il significato del film e del
finale
Quello di Noi è
un racconto allegorico e stratificato, dove ogni elemento è
fondamentale alla comprensione generale dell’opera. Per prima cosa
è bene sapere che, come si scopre nel corso del film, i
dopplegänger che si manifestano arrivano da una dimensione
sotterranea chiamata Thethered. In questo luogo, decenni prima,
erano stati abbandonati i cloni della popolazione statunitense. Si
trattava di un esperimento fallito che aveva l’obiettivo di
controllare il popolo.
Questi cloni aspirano ora a prendere
il posto dei loro simili, facendosi finalmente notare e ricordare a
tutti della loro presenza. Da questo punto di vista, il film è
dunque una metafora del classismo vigente negli Stati Uniti (come
nel mondo intero). Peele sembra ricordare, attraverso l’horror,
della dualità vigente negli Stati Uniti (a cui il titolo originale,
Us, sembrerebbe fare riferimento), dove i cittadini
privilegiati possono permettersi di vivere al di sopra del sistema
e di coloro che sono invece bloccati nella povertà.
Lo stesso regista ha in seguito
confermato come anche dal suo punto di vista il film tratti dei
privilegi e di come il possedere questi porti l’essere umano ad
esserne in realtà posseduto e corrotto. Una corruzione che, a
quanto comunica il film, si manifesta già in giovanissima età. Per
una comprensione più approfondita delle allegorie presenti in
Noi, si consiglia la lettura dell’articolo Noi: spiegazione del finale,
simbologia e significati del film di Jordan Peele.
Il trailer
di Noi e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di Noi
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 4 luglio alle ore 21:15
sul canale Italia 2.
Noi, Zagor è un
film-documentario in cui il regista Riccardo Jacopino,
racconta la storia di Zagor, fumetto ideato da Sergio
Bonelli nel 1961 con l’alias di Guido Nolitta
che ha contribuito alla crescita di una delle più grandi factory di
comics in Europa e dimostrato come la storia di questo fumetto,
nonostante la crisi globale del settore, riscuote comunque un
costante successo tra i fan.
La sceneggiatura di Riccardo
Jacopino con la collaborazione di Giovanni Iozzi mostra
sin dai titoli di testa, l’impronta simpatica e coinvolgente che ha
il documentario, facendo entrare lo spettatore nel mondo di
Zagor ma soprattutto riscoprendo la realtà italiana
dei fumetti, che sono stati esportati ed amati in tutto il mondo.
Infatti il regista pisano suddivide il racconto in capitoli, in cui
apprendiamo passo passo la nascita, l’affermazione e l’attualità
del personaggio ideato da Sergio Bonelli. I
momenti più interessanti sono quelli che coinvolgono le maestranze
come lo storico disegnatore, Gallieno Ferri, che ha
tratteggiato le fattezze del celebre protagonista. Il lavoro
svolto dai disegnatori, come immaginano e compongono la
sceneggiatura attraverso l’utilizzo della china o della computer
grafica. Oppure quei mestieri mai esplorati come quello del
letterista, che sulla striscia opera le correzioni di sceneggiatura
prima che il tutto venga mandato in stampa. Il documentario
tratteggia anche la componente analitica, attraverso i contributi
di Moreno Burattini, Giulio Giorello e Luca
Boschi vengono espresse analisi simboliche e iconografiche su
Zagor, dalla geografia anacronistica e astratta del mondo
fantasioso in cui egli vive, la Foresta di Darkwood, fino ad
analizzare i rapporti con il comprimario Cico. Inoltre il regista
rafforza la linea narrativa, utilizzando i racconti d’infanzia dei
fan, i cosiddetti zagoriani, che attraverso i loro aneddoti e
raduni riescono a dare quel piacevole senso di continuità temporale
e appartenenza a una comunità mondiale che inevitabilmente pone un
velato paragone con gli odierni supereroi DC e Marvel. Si riflette così sui
diversi scopi e intenti che contraddistingue eroi classici da
quelli contemporanei.
Ma la componente caratterizzante del documentario è il confronto
tra il Tex Willer creato dal padre Gian Luigi
Borrelli e lo Zagor di suo figlio, mostrando così il confronto
tra due generazioni, che non necessariamente si sono dovute
scontrare, ma anzi hanno saputo coesistere e differenziarsi tenendo
sempre al valore popolare del fumetto e all’incisività che aveva
sui giovani ragazzi che li andavano a comprare in edicola.
Noi, Zagor è un
brillante documentario che in maniera concentrica ci avvicina al
mondo dei fumetti, della Bonelli editore e della storia di un
personaggio che da oltre cinquant’anni riesce a raccontare numerose
avventure. Al cinema solo il 22 e 23 Ottobre.
Oggi al Cinema
Barberini è stato presentato il documentario
Noi,Zagor di Riccardo Jacopino. Alla
conferenza stampa hanno partecipato il regista, Moreno
Burattini il curatore di Zagor, Walter Velturi il
disegnatore e Tito Ammirati produttore e presidente di
Arcobaleno Produzioni.
C’è un po’ di paura quando si
entra in una storia così strutturata in un’esperienza in cui le
sensibilità sono tante?
R.J.: È difficilissimo raccontare qualcosa di nuovo su Zagor
perché c’è un ampia esegesi sul personaggio, bisognava stare
attenti a non sbagliare, abbiamo scelto la strada di raccontare le
emozioni di chi questo fumetto è appassionato. In qualche modo c’è
una doppia lettura, volevamo sia far conoscere questo personaggio a
chi non lo aveva mai letto e non lo conosceva, da un’altra parte
però c’erano tutto il pubblico degli appassionati zagoriani e con
loro abbiamo fatto una scelta di creare uno specchio delle loro
emozioni, insomma cercare, tramite il racconto di tutti loro di far
immedesimare questa grande passione.
Hai corso anche dei rischi?
Perché hai raccontato questo rapporto con Gianlugi? R.J: Questa cosa è stata sviluppata insieme a Giovanni
Iozzi che mi ha aiuto a costruire il documentario, ce ne siamo
accorti un po’ subito, che in Zagor aleggiava questo conflitto. Lui
scappa da questa figura paterna e in qualche modo Sergio non
essendo in conflitto, anzi avendo una venerazione, come dice lui
stesso per suo padre, grande autore di fumetti, aveva questo
colosso, questa ombra grande alle spalle da cui in qualche modo lui
stesso dichiara di non voler competere. Guido Nolitta ci ha
messo tutta questa umanità nel suo personaggio e negli altri che ha
scritto, e credo che questo lavoro sia anche un ringraziamento per
Sergio Bonelli e a tutti i suoi autori e disegnatori, che mi
hanno fatto passare ora e quando ero più giovane dei momenti
bellissimi. Ed è anche un po’ un ringraziamento a tutti gli autori
di fumetti e in qualche modo una promessa che ho mantenuto, che non
sapevo di essermi fatto quando avevo 10 o 12 anni che era un po’ di
entrare dentro questo fumetto, rompere un po’ il velo e capire cosa
c’era dietro, come nasceva, come si struttura, come arriva in
edicola.
Moreno Burattini come è stato il
vostro rapporto, voi siete un po’ i sacerdoti, i custodi di questo
mondo, avete una certa responsabilità.
M.B.: Io da quando è morto
Sergio sono diventato il punto di riferimento generale della
redazione, ecco perché Riccardo Jacopino si è rivolto a me. La
parola responsabilità cerco sempre di cancellarla dal vocabolario,
perché se ci penso non lavoro più, se io penso alla responsabilità
che ho nel raccogliere l’eredità di Sergio nell’accontentare tutti
questi lettori, sono custode di una tradizione di che dura da oltre
cinquant’anni, quindi io lavoro assecondando l’istinto. Riccardo
Jacopino lo conoscevo già da ragazzo perché abbiamo frequentato lo
stesso Liceo Classico a Prato. Ma ho capito che era la persona
giusta per due motivi, il primo che mi ha raccontato che fin da
bambino lui voleva fare il regista e che era il suo sogno, inoltre
ho visto il suo film, 40 percento con Luciana
Litizzetto, l’ho visto e ho detto, è bravissimo è un regista
straordinario e automaticamente ho detto “va bene”. Lui ha
cominciato a venirci dietro, ha visto tutti questi raduni, ci
spiava in redazione è venuto nelle case case dei collaboratori,
siamo stati a stretto contatto per due anni.
Walter Velturi Che emozione si
prova da disegnatore a vedere un film in cui viene riconosciuto il
valore di un lavoro di questo tipo, inoltre, quanta responsabilità
ha un disegnatore di un personaggio?
W.V.: È colui che consegna l’immaginario, io sono l’ultimo
arrivato quindi ho tutto da imparare nei cinquant’anni e oltre di
pubblicazioni, quindi lavorare su Zagor è una responsabilità
illustrando quel mondo e quindi hai delle regole ferree a cui devi
badare, però lasciando sempre un minimo d’interpretazione nel
personaggio anche se il riferimento grafico a cui guardo io è
sempre Galliano Ferri che è stato anche il copertinista di
Mister No. Ne ho disegnate solo 120 di pagine di
Zagor, del Zagor Color che è uscito un mese fa in Edicola.
Sto iniziando ad entrare in questo mondo, da disegnatore. Un mondo
che non sapevo essere così sanguigno e una cosa che non si ferma
nella fascia adolescenziale, ma interessa una grande fascia. Sapere
che dovrò disegnare qualsiasi cosa, perché abbiamo visto alieni,
vichinghi e samurai, per un disegnatore è stimolante, in quanto non
sei fermo solo al west, come iconografia, non si ci annoia, hai
sempre qualcosa da inventare. Poi con Zagor non abbiamo dei
riferimenti così ferrei, come le armi e vestiti, possiamo inserire
anche cose di che non sono di quel periodo, siamo abbastanza
liberi.
Tito Ammirati hai portato dalla
carta allo schermo questo fumetto, visto anche le tante ispirazioni
cinematografiche, era in qualche modo naturale il suo approdo al
cinema?
T.A.: Arcobaleno è una
cooperativa sociale di inserimento lavorativo e lo fanno persone
che in passato hanno avuto molti problemi di dipendenza, sono stati
in carcere e che oggi rappresentano il capitale sociale della
cooperativa che ha deciso di sostenere questa nuova iniziativa
imprenditoriale, aprendo una sezione cinematografica. Sono 280
lavoratori che credono nella forza e nel linguaggio del cinema per
questo che abbiamo cominciato a fare una commedia diretta sempre da
Riccardo, un talento, lo avrete capito guardando questo
documentario. Abbiamo sposato questa idea perché il nostro
tentativo è quello di diffondere una filosofia imprenditoriale
quindi usare il cinema per raccontare che è possibile contribuire
allo sviluppo di un paese coniugando saper fare, capacità di creare
occupazione e reddito accanto a una relazione tra le persone, ecco
Zagor potrebbe essere un ennesima occasione per diffondere
questa filosofia, ci piaceva l’idea di poter raccontare ciò che non
si vede e quindi questa idea di mostrar cosa c’è, quali sono le
fatiche, quali sono i segreti, quali sono le criticità e le
tensioni dietro ad un opera come Zagor.
Ci sono scene che hai sofferto a non montare nel film?
S.J.: Ci sono venti ore di materiale! Ci sono tutte quelle
parti degli autori in cui ho cercato di scavare di più la persona,
per cercare di capire da dove nasce questa passione per questa
forma di racconto e cosa li ha spinti a cominciare. E poi anche i
lettori particolarmente fedeli che conoscono Bonelli, perché una
delle caratteristiche della Sergio Bonelli Editore è di
avere un continuo rapporto con i lettori, se il lettore gli scrive
loro rispondono; questa una cosa importantissima e credo che sia
una delle ragioni del successo e della fedeltà dei lettori.
Un altro discorso interessante era
lo sviluppo e il futuro del fumetto, com’è e se c’è un futuro e
come sarà, anche se ci vuole molto lavoro per parlare ai ragazzi di
oggi che sono il pubblico di domani. Inoltre nei fumetti Bonelliani
c’è una trasmissione di valori che va a quello che è l’essenzialità
dell’uomo, e anche perché l’attenzione di Bonelli e dei suoi
collaboratori è non cadere nelle trappole del contingente, tipo la
politica, un modo per essere ecumenici e piacere a tutti e quindi
si va a cercare quelle cose che veramente sono condivisibili e
universali, veramente i fumetti quando sono belli sono una favola,
un qualcosa che prende.
Quali potrebbero essere gli
attori per recitare in un eventuale film di Zagor?
R.J.: Non è facile, ma
Joaquin Phoenix ci starebbe, forse anche Antonio Banderas, ma io
una faccia da Zagor italiana la vedo in Vinicio
Marchioni.
Noi, Zagor sarà
distribuito in 200 copie grazie a Microcinema il 22 e il
23 Ottobre, un estratto del documentario verrà mostrato anche
al Romics insieme ad un intervento dello storico
illustratore Galliano Ferri e dove sarà possibile, in alcune
città, saranno presenti in sala i disegnatori che collaborano ai
fumetti.
Il travolgente successo della sua
opera prima, con tanto di Oscar alla sceneggiatura
originale, ha proiettato Jordan Peele nel cono
di interesse dei cinefili e di coloro che hanno apprezzato Scappa – Get
Out, ma anche di quelli che, scettici, lo stanno
aspettando “al varco”. Con Noi, in sala dal 4
aprile, il regista, sceneggiatore e produttore si mette di nuovo
alla prova, allargando i suoi orizzonti e quelli della sua storia,
uscendo dai confini che aveva dimostrato di padroneggiare e
allungando il getto della sua ambizione.
Noi racconta la
storia di una giovane donna, Adelaide, che, tornata nella casa
delle vacanze della sua infanzia, con il marito e i suoi due
bambini, si trova a fronteggiare una circostanza spaventosa: delle
persone li prendono in ostaggio e li minacciano, persone che sono
le loro copie, un po’ più rozze, feroci e selvagge, ma esattamente
come loro… come noi.
Non si può dire altro del film di
Peele senza rovinare la trama allo spettatore che va al cinema per
farsi sorprendere e spaventare, e in verità il regista riesce
benissimo a fare entrambe le cose. La sua storia sorprende per i
colpi di scena e per le trovate tecniche di regia, che mantengono
sempre altissima l’attenzione, e spaventa, in alcuni momenti più
che in altri, proprio per la capacità di giocare con gli spazi, le
ombre e il linguaggio di genere, tenendo la tensione del racconto
tesa fino alla rivelazione finale.
Perché il finale di
Noi è tutto da scoprire, o forse lo si intuisce
già nei primi 15 minuti, ma non è comunque un’intuizione esaustiva
di fronte alla conferma e allo svelamento conclusivo. Il nervo
scoperto su cui agisce Peele è una ferita che gli Stati Uniti
vedono sanguinare ogni giorno con maggiore forza, una paura che si
trasforma sempre di più in violenza senza deterrente, senza
punizione.
Alla luce di Scappa – Get
Out, dunque, viene naturale aspettarsi da Jordan
Peele non solo un thriller/horror, ma anche una
riflessione sulla società contemporanea, dopotutto nella storia del
cinema, dagli esordi fino a oggi, questo genere è sempre stato un
linguaggio sfruttato per fare satira, critica sociale e politica,
per dare una lettura della contemporaneità.
E con Noi,Jordan Peele fotografa la sua società, con una
metafora cannibale che nasce dagli anni ’80 e si snoda fino a oggi,
a domani, in un finale spiazzante e spaventoso, forse non
pienamente esaustivo per quanto riguarda le pieghe del racconto e
le giustificazioni narrative, ma di grande efficacia da un punto di
vista allegorico ed emotivo. A questo punto lo spettatore,
accettato il patto di credibilità con il regista, può solo prendere
atto di ciò che sta accadendo.
Noi è meno preciso
di Scappa – Get Out, meno coeso e solido nella
trama, ma ha un respiro più ampio, un’ambizione più vasta, una
portata più importante. Peele ci dice dall’inizio (dal titolo) chi
è “il cattivo” di questa storia, peccato che “questa storia” non
finisca con i titoli di coda, ma continui fuori dalla sala, nel
mondo. Noi siamo noi, e facciamo davvero tanta
paura.
Dal 6 marzo arriva su
Raiuno Noi, la nuova serie Rai Fiction che è
nient’altro che il remake di This is Us di Dan Fogelman,
serie diventata ormai culto, non solo Oltreoceano, ma in tutto il
mondo. A portarla sul piccolo schermo tricolore ci hanno pensato
gli sceneggiatori Sandro Petraglia, Flaminia Gressi e
Michela Straniero, per la regia di Luca
Ribuoli, che ha diretto Aurora Ruffino e
Lino Guanciale nei panni dei personaggi che sono
di Mandy Moore e Milo
Ventimiglia. I tre gemelli, figli della coppia
protagonista, sono invece interpretati da Dario Aita,
Claudia Marsicano e Livio Kone.
La sceneggiatura di Noi
Nel corso della
presentazione di Noi, Sandro Petraglia, in
rappresentanza degli sceneggiatori, ha dichiarato: “Se si parte
da zero bisogna inventare tutto. In questo caso si parte
avvantaggiati perché c’è già un quadro chiaro. Iniziamo sempre un
racconto che segue scene principali e questo è il sogno di ogni
sceneggiatore e spesso sono scene drammatiche, ma altre volte ci
sono scene ironiche. E poi sono scene in evoluzione, in via di
cambiamento, visto che li cogliamo nel corso degli anni. È stato un
lavoro che ci ha molto appassionati ma avevamo problemi di
abbondanza, visto che avevamo acquisito 18 puntate americane per
farne 12 italiane. Ma il punto di partenza è una serie altissima.
Sono veramente molto contento.”
La regia di Noi
Dopo aver raccontato la
parabola sportiva di Francesco Totti in Speravo de morì prima, Luca
Ribuoli è stato chiamato a dirigere questo progetto
ambizioso e impegnativo, anche dal punto di vista emotivo: “È
stato complesso per me affrontare il cast, è stato il primo step
per la lavorazione. Devo ringraziare loro perché anche girando ci
siamo accorti che potevamo sempre fidarci del testo, e non succede
sempre. L’adattamento è una cosa difficilissima, ed è stata una
salita pazzesca. La fiducia nella scrittura deriva dal fatto che
secondo me gli sceneggiatori hanno avuto l’approccio giusto. Non
c’è mai stata la pretesa di fare qualcosa di diverso, o di
migliore. Noi dovevamo solo approcciarci a quel racconto e renderlo
italiano. La cosa che mi emoziona molto è che la storia non
partirebbe se questi tre gemelli, ad un certo punto, insieme, non
decidessero di dare una svolta alla loro vita, nel giorno del loro
34° compleanno. Ed è il fatto che tutti e tre lo facciano insieme
che ci fa emozionando. Spero che quando la gente lo vedrà sarà
emozionata come lo siamo stati noi tutti i giorni sul
set.”
Aurora Ruffino e Lino Guanciale sono i protagonisti di Noi
Aurora
Ruffino, che interpreta la madre, Rebecca, si è sentita
particolarmente coinvolta nella produzione, soprattutto perché, ha
detto, This is Us è una delle sue serie preferite:
“Prima ancora di fare i provini per questo ruolo ero una fan
sfegatata della serie. Quando mi hanno preso non ci potevo credere,
è stata una felicità immensa, poi però è subentrata la paura di non
essere adatta. Mi sono messa in dubbio, ma tutto si è risolto
quando ho smesso di pensare alla serie americana. Questa è la
nostra versione e mi sono focalizzata sul nostro lavoro. Spero con
tutto il cuore che il pubblico possa apprezzarlo senza per forza
fare un confronto”.
Lino
Guanciale, il “nostro Milo Ventimiglia”,
ha puntato l’attenzione sul lavoro di scrittura: “Tutto il
lavoro è partito dalla scrittura. Io stesso mi sono convinto ad
entrare in questo progetto dopo una chiacchierata con Sandro perché
all’inizio non mi sentivo all’altezza, come è successo a Aurora.
This is Us è un grande classico. Esportiamo e importiamo da un
paese all’altro contenuti culturali universali da sempre. Il nostro
paese è debitore alla cultura americana di molte cose, quindi ha
senso che raccontiamo la nostra versione di questa storia. La
scrittura mi ha convinto tanto, e il fatto di sapere che ci fosse
Luca, di sapere che avrei incontrato Aurora, sono state uno
stimolo”.
Aita, Marsicano e Kone interpretano i gemelli di Noi
Aita, Marsicano
e Kone sono stati gli incaricati a raccogliere l’eredità
di questi due genitori incredibili, sono loro i tre interpreti che
ci trascinano nella storia. Claudia Marsicano ha
dichiarato: “Per me è stato molto naturale. È stato surreale
perché è la mia prima esperienza. Ci siamo trovati subito in
sintonia, c’è stata subito una chimica.”Dario
Aita conferma: “Nella mia esperienza di set, non mi
sono stupito di trovare colleghi con i quali sono riuscito a
trovare un’affinità profondissima. Sono persone e colleghi
eccezionali. Siamo tutti più o meno coetanei e il fatto che Claudia
si sia presa cura di me sul set mi emoziona ancora e devo
ringraziarla.” Il terzo gemello, Livio Kone,
ha condiviso anche un certo nervosismo prima di cominciare:
“Prima di iniziare le riprese ero molto agitato, perché è il
mio primo ruolo da protagonista. Conoscere il resto del cast prima
mi ha aiutato molto e così sul set sono andato con un altro
approccio. Sapevo che avevo accanto persone fantastiche. Mi sentivo
molto coccolato da loro”.
Noi, diretto da Luca Ribuoli,
remake italiano di This is Us, arriva su Raiuno in
prima serata a partire dal domenica 6 marzo.
Warner
Bros. Italia ha diffuso una clip in italiano di
Noi Siamo Tutto, il nuovo dramma
romantico diretto da Stella Meghie, basato sulla
sceneggiatura di J. Mills Goodloe (Adaline
– L’eterna giovinezza) e tratto dall’omonimo bestseller.
Il nuovo capitolo della cinematografia young adult vede
protagonisti Amandla Stenberg (Hunger
Games) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson
(Jurassic World) in quello di Olly.
La pellicola racconta la storia
d’amore tra la diciottenne Maddy, costretta in casa da una
malattia, e Olly, il suo vicino di casa.
Fanno parte del cast del film anche
Ana de la Reguera e Anika Noni
Rose.
SINOSSI:Warner Bros. Pictures e
Metro-Goldwyn-Mayer Pictures presentano il dramma
romantico NOI
SIAMO TUTTO, diretto da Stella Meghie e basato sull’omonimo
romanzo best-seller di Nicola Yoon. Cosa succede se non si può
venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria
fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo
della porta accanto? NOI
SIAMO TUTTO racconta l’improbabile storia d’amore di Maddy, una
diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa, costretta da una
malattia a vivere all’interno dell’ambiente ermeticamente sigillato
della sua abitazione e Olly, il ragazzo vicino di casa, che non
permetterà alla malattia di allontanarli. Maddy vorrebbe con tutta
se stessa sperimentare le gioie del mondo esterno e vivere la sua
prima storia d’amore. Guardandosi attraverso le finestre e parlando
solo attraverso messaggi, Olly e Maddy stringono un legame profondo
che li porta a rischiare tutto per stare insieme… anche se ciò
significa perdere tutto. I protagonisti di NOI
SIAMO TUTTO sono Amandla Stenberg (“Hunger Games”) nel ruolo di
Maddy e Nick Robinson (“Jurassic World”) in quello di Olly. Fanno
parte del cast del film anche Ana de la Reguera (“Sun Belt
Express”) e Anika Noni Rose (“Dreamgirls”).
Meghie (“Jean of the Joneses”) dirige il film da una sceneggiatura
di J. Mills Goodloe (“Adaline – L’eterna giovinezza”). Leslie
Morgenstein ed Elysa Dutton con la Alloy Entertainment ne sono i
produttori, mentre Victor Ho è il produttore esecutivo. La squadra
creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore
della fotografia Igor Jadue-Lillo (“I ragazzi stanno bene”); la
scenografa Charisse Cardenas (“American Sniper”); la montatrice
Nancy Richardson (“Insurgent”, “Divergent”); e la costumista Avery
Plewes (“Jean of the Joneses”).
Warner
Bros. Italia ha diffuso il primo trailer italiano di
Noi siamo tutto, il nuovo dramma romantico
diretto da Stella Meghie, basato sulla
sceneggiatura di J. Mills Goodloe (Adaline
– L’eterna giovinezza) e tratto dall’omonimo bestseller.
Il nuovo capitolo della cinematografia young adult vede
protagonisti Amandla Stenberg (Hunger
Games) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson
(Jurassic World) in quello di Olly.
Ecco il trailer di Noi siamo
tutto
La pellicola racconta la storia
d’amore tra la diciottenne Maddy, costretta in casa da una
malattia, e Olly, il suo vicino di casa.
Fanno parte del cast del film anche
Ana de la Reguera e Anika Noni
Rose.
Di seguito le prime immagini dal
film:
SINOSSI:
Warner Bros. Pictures e
Metro-Goldwyn-Mayer Pictures presentano il dramma
romantico NOI
SIAMO TUTTO, diretto da Stella Meghie e basato sull’omonimo
romanzo best-seller di Nicola Yoon. Cosa succede se non si può
venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria
fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo
della porta accanto? NOI
SIAMO TUTTO racconta l’improbabile storia d’amore di Maddy, una
diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa, costretta da una
malattia a vivere all’interno dell’ambiente ermeticamente sigillato
della sua abitazione e Olly, il ragazzo vicino di casa, che non
permetterà alla malattia di allontanarli. Maddy vorrebbe con tutta
se stessa sperimentare le gioie del mondo esterno e vivere la sua
prima storia d’amore. Guardandosi attraverso le finestre e parlando
solo attraverso messaggi, Olly e Maddy stringono un legame profondo
che li porta a rischiare tutto per stare insieme… anche se ciò
significa perdere tutto. I protagonisti di NOI
SIAMO TUTTO sono Amandla Stenberg (“Hunger Games”) nel ruolo di
Maddy e Nick Robinson (“Jurassic World”) in quello di Olly. Fanno
parte del cast del film anche Ana de la Reguera (“Sun Belt
Express”) e Anika Noni Rose (“Dreamgirls”).
Meghie (“Jean of the Joneses”) dirige il film da una sceneggiatura
di J. Mills Goodloe (“Adaline – L’eterna giovinezza”). Leslie
Morgenstein ed Elysa Dutton con la Alloy Entertainment ne sono i
produttori, mentre Victor Ho è il produttore esecutivo. La squadra
creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore
della fotografia Igor Jadue-Lillo (“I ragazzi stanno bene”); la
scenografa Charisse Cardenas (“American Sniper”); la montatrice
Nancy Richardson (“Insurgent”, “Divergent”); e la costumista Avery
Plewes (“Jean of the Joneses”).
Warner
Bros. Italia ha diffuso il trailer italiano in versione
emoji di Noi siamo tutto, il
nuovo dramma romantico diretto da Stella
Meghie, basato sulla sceneggiatura di J.
Mills Goodloe (Adaline – L’eterna
giovinezza) e tratto dall’omonimo bestseller. Il nuovo
capitolo della cinematografia young adult vede
protagonisti Amandla
Stenberg (Hunger Games) nel ruolo di
Maddy e Nick Robinson (Jurassic World) in quello
di Olly.
La pellicola racconta la storia
d’amore tra la diciottenne Maddy, costretta in casa da una
malattia, e Olly, il suo vicino di casa.
Fanno parte del cast del film
anche Ana de la
Reguera e Anika Noni Rose.
SINOSSI:Warner Bros. Pictures e
Metro-Goldwyn-Mayer Pictures presentano il dramma
romantico NOI
SIAMO TUTTO, diretto da Stella Meghie e basato sull’omonimo
romanzo best-seller di Nicola Yoon. Cosa succede se non si può
venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria
fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo
della porta accanto? NOI
SIAMO TUTTO racconta l’improbabile storia d’amore di
Maddy, una diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa,
costretta da una malattia a vivere all’interno dell’ambiente
ermeticamente sigillato della sua abitazione e Olly, il ragazzo
vicino di casa, che non permetterà alla malattia di allontanarli.
Maddy vorrebbe con tutta se stessa sperimentare le gioie del mondo
esterno e vivere la sua prima storia d’amore. Guardandosi
attraverso le finestre e parlando solo attraverso messaggi, Olly e
Maddy stringono un legame profondo che li porta a rischiare tutto
per stare insieme… anche se ciò significa perdere tutto. I
protagonisti di NOI
SIAMO TUTTO sono Amandla Stenberg (“Hunger Games”) nel
ruolo di Maddy e Nick Robinson (“Jurassic World”) in quello di
Olly. Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera (“Sun
Belt Express”) e Anika Noni Rose (“Dreamgirls”).
Meghie (“Jean of the Joneses”) dirige il film da una sceneggiatura
di J. Mills Goodloe (“Adaline – L’eterna giovinezza”). Leslie
Morgenstein ed Elysa Dutton con la Alloy Entertainment ne sono i
produttori, mentre Victor Ho è il produttore esecutivo. La squadra
creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore
della fotografia Igor Jadue-Lillo (“I ragazzi stanno bene”); la
scenografa Charisse Cardenas (“American Sniper”); la montatrice
Nancy Richardson (“Insurgent”, “Divergent”); e la costumista Avery
Plewes (“Jean of the Joneses”).
Warner
Bros. Italia ha diffuso il poster italiano di Noi
siamo tutto, il nuovo dramma romantico diretto da
Stella Meghie, basato sulla sceneggiatura di
J. Mills Goodloe (Adaline – L’eterna
giovinezza) e tratto dall’omonimo bestseller. Il nuovo
capitolo della cinematografia young adult vede
protagonisti Amandla Stenberg (Hunger
Games) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson
(Jurassic World) in quello di Olly.
La pellicola racconta la storia
d’amore tra la diciottenne Maddy, costretta in casa da una
malattia, e Olly, il suo vicino di casa.
Fanno parte del cast del film anche
Ana de la Reguera e Anika Noni
Rose.
SINOSSI:Warner Bros. Pictures e
Metro-Goldwyn-Mayer Pictures presentano il dramma
romantico NOI
SIAMO TUTTO, diretto da Stella Meghie e basato sull’omonimo
romanzo best-seller di Nicola Yoon. Cosa succede se non si può
venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria
fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo
della porta accanto? NOI
SIAMO TUTTO racconta l’improbabile storia d’amore di Maddy, una
diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa, costretta da una
malattia a vivere all’interno dell’ambiente ermeticamente sigillato
della sua abitazione e Olly, il ragazzo vicino di casa, che non
permetterà alla malattia di allontanarli. Maddy vorrebbe con tutta
se stessa sperimentare le gioie del mondo esterno e vivere la sua
prima storia d’amore. Guardandosi attraverso le finestre e parlando
solo attraverso messaggi, Olly e Maddy stringono un legame profondo
che li porta a rischiare tutto per stare insieme… anche se ciò
significa perdere tutto. I protagonisti di NOI
SIAMO TUTTO sono Amandla Stenberg (“Hunger Games”) nel ruolo di
Maddy e Nick Robinson (“Jurassic World”) in quello di Olly. Fanno
parte del cast del film anche Ana de la Reguera (“Sun Belt
Express”) e Anika Noni Rose (“Dreamgirls”).
Meghie (“Jean of the Joneses”) dirige il film da una sceneggiatura
di J. Mills Goodloe (“Adaline – L’eterna giovinezza”). Leslie
Morgenstein ed Elysa Dutton con la Alloy Entertainment ne sono i
produttori, mentre Victor Ho è il produttore esecutivo. La squadra
creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore
della fotografia Igor Jadue-Lillo (“I ragazzi stanno bene”); la
scenografa Charisse Cardenas (“American Sniper”); la montatrice
Nancy Richardson (“Insurgent”, “Divergent”); e la costumista Avery
Plewes (“Jean of the Joneses”).
Warner
Bros. Italia ha diffuso due nuove inedite clip
di Noi Siamo Tutto, il film
di Stella Meghie basato sull’omonimo
romanzo best-seller di Nicola Yoon con
Amandla Stenberg, Nick Robinson, Ana de la Reguera
e Anika Noni Rose.
La pellicola racconta la storia
d’amore tra la diciottenne Maddy, costretta in casa da una
malattia, e Olly, il suo vicino di casa. Fanno parte del cast del
film anche Ana de la Reguera e Anika
Noni Rose.
Noi Siamo Tutto, il film
Warner Bros.
Pictures e Metro-Goldwyn-Mayer Pictures
presentano il dramma romantico Noi Siamo
Tutto, diretto da Stella Meghie e basato sull’omonimo
romanzo best-seller di Nicola Yoon. Cosa succede se non si può
venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria
fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo
della porta accanto?
Noi Siamo
Tutto racconta l’improbabile storia d’amore di Maddy,
una diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa, costretta da
una malattia a vivere all’interno dell’ambiente ermeticamente
sigillato della sua abitazione e Olly, il ragazzo vicino di casa,
che non permetterà alla malattia di allontanarli. Maddy vorrebbe
con tutta se stessa sperimentare le gioie del mondo esterno e
vivere la sua prima storia d’amore. Guardandosi attraverso le
finestre e parlando solo attraverso messaggi, Olly e Maddy
stringono un legame profondo che li porta a rischiare tutto per
stare insieme… anche se ciò significa perdere tutto.
Noi Siamo Tutto, cast
I protagonisti di Noi
Siamo Tutto sono Amandla Stenberg
(Hunger
Games) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson (Jurassic
World) in quello di Olly. Fanno parte del cast del
film anche Ana de la Reguera (Sun Belt Express) e
Anika Noni Rose (Dreamgirls).
Meghie (Jean of the
Joneses) dirige il film da una sceneggiatura di J.
Mills Goodloe (Adaline
– L’eterna giovinezza). Leslie
Morgenstein ed Elysa Dutton con la
Alloy Entertainment ne sono i produttori, mentre
Victor Ho è il produttore esecutivo.
La squadra creativa che ha lavorato
dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Igor
Jadue-Lillo (I
ragazzi stanno bene); la scenografa Charisse Cardenas
(American
Sniper); la montatrice Nancy Richardson
(Insurgent,
Divergent); e la costumista Avery Plewes (Jean
of the Joneses).
Sarà disponibile in Home Video dal
17 Gennaio Noi siamo tutto, in DVD e Blu Ray, distribuito da
Warner Bros. Entertainment Italia.
Il film è stato diretto
da Stella Meghie basato sull’omonimo
romanzo best-seller di Nicola Yoon con
Amandla Stenberg, Nick Robinson, Ana de la Reguera
e Anika Noni Rose.
Sinossi
Cosa succede se non si può
venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria
fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo
della porta accanto? Noi siamo tutto racconta l’improbabile storia
d’amore di Maddy, una diciottenne intelligente, curiosa e
fantasiosa, costretta da una malattia a vivere all’interno
dell’ambiente ermeticamente sigillato della sua abitazione e Olly,
il ragazzo vicino di casa, che non permetterà alla malattia di
allontanarli. Guardandosi attraverso le finestre e parlando solo
attraverso messaggi, Olly e Maddy stringono un legame profondo che
li porta a rischiare tutto per stare insieme… anche se ciò
significa perdere tutto.
Noi siamo tuttirecensione del film con
Amandla Stenberg e Nick
Robinson
INFORMAZIONI TECNICHE
DVD
Prezzo: 14,99 euro
Dischi: 1
Lingue: Dolby Digital: Italiano 5.1, Inglese
5.1. Tedesco 5.1. Spagnolo 5.1.
Arriva in sala distribuito da Warner
Bros il 21 settembre 2017 Noi siamo tutto, con
protagonisti due volti che il cinema di blockbuster conosce ed ha
già apprezzato: lei è la Rue di Hunger Games, lui
e il giovanotto che nell’estate del 2015 è sfuggito per un pelo ai
dinosauri scatenati di Jurassic World.
Amandla Stenberg e
Nick Robinson sono Madeline e Olly, i protagonisti
del nuovo dramma adolescenziale raccontato con la regia di
Stella Meghie.
Madeline vive in una fortezza di
cristallo: mentre l’occhio intruso ammira l’incastro imperfetto di
un mondo fatto di comfort e privilegi, chi vive all’interno del
cristallo non apprezza affatto quanto possa essere scintillante la
propria corazza.
Madeline non è una principessa così
come Olly non è un principe, eppure la loro ha tutti i presupposti
per essere una fiaba moderna ambientata in una piccola periferia di
Los Angeles, tra chat virtuali e sogni tra le stelle.
Tratto dall’omonimo romanzo di
Nicola Yoon, Noi siamo tutto è
vuole raccontare l’amore sotto ogni piccola sfaccettatura: l’amore
di una madre per la propria famiglia, l’amore di un’amica presente
nelle difficoltà e l’amore di un cuore adolescente per un proprio
simile; ma soprattutto Noi siamo tutto racconta di
come non saremmo niente, senza l’amore.
Amandla Stenberg e
Nick Robinson hanno interpretato i due
protagonisti innamorati: la prima conosciuta con l’universo di
Hunger Games, il secondo in quello di
Jurassic World; eppure entrambi sono arrivati in
Noi siamo tutto con un nuovo grado di capacità e
conoscenze che ha permesso ai loro personaggi di creare la giusta
chimica per sconfiggere la banalità e affrontare le complicanze che
soltanto l’amore (quello più puro) può mostrare.
Madeline e Olly sono di una bellezza
imperfetta, di quella che se si guarda da lontano può apparire
superficiale e stereotipata (il continuo gioco tra bianco e nero è
stato probabilmente un messaggio sottinteso alle nostre restrizioni
sociali) ma che, affrontata da vicino, lascia scoprire i micro
universi che si celano nell’anima di un attore.
Facendo leva su una fotografia
pulita e decisa, il film diretto da Stella Meghie
sgomita tra i similari del genere – come Colpa delle
Stelle e il più recente Prima di domani –
soffermandosi su una storia d’amore che sa essere dolce ma non
stucchevole, una storia che sfiora la banalità e vira verso i
meandri nascosti di un cuore spezzato che non sa più rimettersi in
sesto.
Il film sembra dirci che l’amore non
ha limiti circoscritti e non c’è fortezza di cristallo che tenga
dinanzi a un sentimento che racchiude “tutto”.
Sono state diffuse
oggi le prime immagini ufficiali di “Noi Siamo
Leggenda”, il nuovo teen drama a tinte fantasy che
racconta le storie di un gruppo di adolescenti che scopre
improvvisamente di essere dotato di superpoteri.
Diretta da
Carmine Elia (“Mare
Fuori”, “Sopravvissuti”) e ideata da
Valerio D’Annunzio e Michelangelo La
Neve, la serie – prodotta da Nicola e Marco De Angelis – è
una coproduzione Rai Fiction e Fabula Pictures in collaborazione
con Prime Video. Federation International si
occuperà della distribuzione internazionale.
1 di 8
Nel cast
principale, tra gli altri, Emanuele Di Stefano,
Claudia Pandolfi, Antonia
Liskova, Nicolas Maupas, Giacomo
Giorgio, Beatrice Vendramin,
Giulio Pranno, Valentina Romani,
Milo Roussel, Sofya Gershevich,
Margherita Aresti, Giulia Lin,
Lino Guanciale.
“Noi Siamo
Leggenda” è un racconto di formazione che segue le storie di un
gruppo di adolescenti di Roma, con enormi problemi e immensi
poteri. Poteri in grado di capovolgere le loro vite, costringendoli
a fronteggiare i loro limiti, i loro desideri e le loro
responsabilità. Niente missioni iperboliche, nessun universo da
salvare o supercattivi super potenti da combattere. Ma un racconto
di formazione totalmente incentrato sui caratteri in cui i
superpoteri diventano metafora delle difficoltà e delle possibilità
che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare, e delle loro
formidabili potenzialità.
Avere un
superpotere può far sembrare tutto più facile, ma presto i
protagonisti scopriranno che non esiste un potere che li aiuterà a
“diventare grandi” e che ad ogni azione corrisponde sempre una
conseguenza.
Dopo il debutto su
Rai 2 e RaiPlay della serie tv “Noi
siamo leggenda”, cresce l’attesa per la presentazione
del libro-fanbook “Noi siamo
leggenda”, edito da Rai Libri, che sarà
presentato in anteprima assoluta venerdì 8
dicembre alle 18.15 sul palco Rai della manifestazione “Più libri,
più liberi” (alla Nuvola dell’Eur a Roma) alla presenza
del regista Carmine Elia, di alcuni membri del
cast e del direttore di Rai Libri Roberto
Genovesi. L’uscita ufficiale sarà il 12 dicembre.
All’interno si potranno trovare foto esclusive del backstage, gli
scatti di scena più belli e una selezione di quiz e giochi
enigmistici a tema.
La serie è diretta
da Carmine Elia (“Mare
Fuori”, “Sopravvissuti”), ideata da
Valerio D’Annunzio e Michelangelo La
Neve, prodotta da Nicola e Marco
De Angelis ed è una coproduzione Rai
Fiction e Fabula Pictures in
collaborazione con Prime Video. Federation
International si occuperà della distribuzione
internazionale.
Nel cast
principale, tra gli altri, Emanuele Di Stefano,
Claudia Pandolfi, Antonia
Liskova, Nicolas Maupas, Giacomo
Giorgio, Beatrice Vendramin,
Giulio Pranno, Valentina Romani,
Milo Roussel, Sofya Gershevich,
Margherita Aresti, Giulia Lin e
Lino Guanciale.
La storia della
serie è quella di cinque ragazzi – e del loro mondo – con cinque
poteri straordinari che affondano le radici nelle loro paure e nei
loro desideri più profondi, capaci di stravolgere le loro vite. Un
coming of age che unisce dramma, azione e ironia in una
narrazione originale, capace di rinnovare e riscrivere i canoni del
racconto young adult di supereroi. Niente missioni
iperboliche, nessun universo da salvare o supercattivi da
combattere. Un racconto di formazione in cui i superpoteri si fanno
metafora delle difficoltà che gli adolescenti sono chiamati ad
affrontare. Un affresco commovente, forte, divertente e spiazzante
di una società – la nostra – e di una parentesi della vita –
l’adolescenza – in cui tutti, almeno una volta, hanno sognato di
avere i superpoteri. Per combattere le ingiustizie che li
circondano. Vincere la propria insicurezza. Accettarsi. Fare la
cosa giusta. Senza immaginare che qualcuno, nell’ombra, è
consapevole della vera origine degli improvvisi poteri.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di
Noi Siamo Leggenda, dal 22 novembre su Rai2. Diretta
da Carmine Elia, la serie vede protagonisti
Nicolas Maupas, Sofya Gershevich, Milo Roussel, Emanuele Di
Stefano, Margherita Aresti, Giulio Pranno,
Giacomo Giorgio, Giulia Lin e Beatrice
Vendramin.
La storia della serie è quella di
cinque ragazzi – e del loro mondo – con cinque poteri straordinari
che affondano le radici nelle loro paure e nei loro desideri più
profondi, capaci di stravolgere le loro vite. Un coming of
age che unisce dramma, azione e ironia in una narrazione
originale, capace di rinnovare e riscrivere i canoni del racconto
young adult di supereroi. Niente missioni iperboliche,
nessun universo da salvare o supercattivi da combattere. Un
racconto di formazione in cui i superpoteri si fanno metafora delle
difficoltà che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare. Un
affresco commovente, forte, divertente e spiazzante di una società
– la nostra – e di una parentesi della vita – l’adolescenza – in
cui tutti, almeno una volta, hanno sognato di avere i superpoteri.
Per combattere le ingiustizie che li circondano. Vincere la propria
insicurezza. Accettarsi. Fare la cosa giusta. Senza immaginare che
qualcuno, nell’ombra, è consapevole della vera origine degli
improvvisi poteri.
Sarà il palcoscenico di
Lucca Comics & Games a
vedere “atterrare” in prima assoluta i protagonisti di
Noi Siamo Leggenda, il nuovo teen drama a tinte
fantasy che racconta le storie di un gruppo di adolescenti che
scoprono improvvisamente di essere dotati di superpoteri. Il primo
dei sei episodi della serie – in onda da mercoledì 15 novembre in
prima serata su Rai 2 e Rai Play – sarà proiettato domenica
5 novembre alle 16.30 al Teatro del Giglio di Lucca, con
la partecipazione di alcuni dei protagonisti.
“Noi Siamo Leggenda” – diretta da
Carmine Elia (“Mare
Fuori”, “Sopravvissuti”), da un’idea di Valerio
D’Annunzio e Michelangelo La Neve – è una coproduzione Rai Fiction
e Fabula Pictures, prodotta da Nicola e Marco De Angelis, in
collaborazione con Prime Video, mentre Federation International si
occupa della distribuzione internazionale.
Nel cast principale, tra gli altri,
Emanuele Di Stefano, Nicolas
Maupas, Giacomo Giorgio, Beatrice
Vendramin, Giulio Pranno,
Valentina Romani, Milo Roussel,
Sofya Gershevich, Margherita
Aresti, Giulia Lin, Claudia
Pandolfi, Antonia Liskova e
Lino Guanciale.
La storia della serie è quella di
cinque ragazzi – e del loro mondo – con cinque poteri straordinari
che affondano le radici nelle loro paure e nei loro desideri più
profondi, capaci di stravolgere le loro vite. Un coming of
age che unisce dramma, azione e ironia in una narrazione
originale, capace di rinnovare e riscrivere i canoni del racconto
young adult di supereroi. Niente missioni iperboliche,
nessun universo da salvare o supercattivi da combattere. Un
racconto di formazione in cui i superpoteri si fanno metafora delle
difficoltà che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare. Un
affresco commovente, forte, divertente e spiazzante di una società
– la nostra – e di una parentesi della vita – l’adolescenza – in
cui tutti, almeno una volta, hanno sognato di avere i superpoteri.
Per combattere le ingiustizie che li circondano. Vincere la propria
insicurezza. Accettarsi. Fare la cosa giusta. Senza immaginare che
qualcuno, nell’ombra, è consapevole della vera origine degli
improvvisi poteri.
I supereroi saranno presenti a Lucca Comic &
Gamesil 5 novembre, a partire dalle ore 16 sul
Community Carpetin piazza del
Giglio
In occasione dell’anteprima, saranno a Lucca dieci dei
protagonisti, per svelare i propri personaggi:
MASSIMO(Emanuele di Stefano) – Massimo è molto
intelligente, il classico ragazzo che riesce ad andare bene a
scuola senza studiare. Chiuso in sé e timido, ha tutte le
caratteristiche per essere un “figo”, ma non ne è consapevole.
MARCO (Giulio Pranno)
– Amico fidato, con Andrea e Massimo forma un trittico
indissolubile. Simpatico, capace di sdrammatizzare ogni cosa, sarà
l’unico del gruppo a non sviluppare poteri.
VIOLA (Margherita Aresti)
– Tanto bella quanto tagliente e spigolosa, Viola è la
gemella di Marco, nonché il sogno erotico di mezza scuola, Massimo
compreso.
ANDREA(Milo Roussel) – È nato con una
malformazione cardiaca che lo obbliga a stare sempre sotto
controllo e a evitare qualunque emozione troppo forte o
stravizio.
GRETA (Sofya
Gershevich) – Greta è di madrelingua tedesca, figlia
dell’ambasciatrice in Vaticano. Apparentemente snob, frivola e
sarcastica, nasconde dietro la sua durezza il suo più grande
dolore: suo fratello, infatti, è in coma irreversibile da più di un
anno, in seguito a un incidente del quale lei si dà la colpa.
JEAN (Nicolas Maupas)
– Jean è francese. La sua famiglia è venuta nel Belpaese
per seguire meglio l’azienda di alta moda del quale il padre,
Giuseppe, è CEO e titolare. Nonostante sia alto e corpulento, Jean
è terribilmente fragile e timoroso e questo, unito alla sua
timidezza, lo rende bersaglio ideale delle vessazioni da parte dei
suoi coetanei, ma anche di suo padre.
LARA (Valentina Romani)
– Lara, originaria dell’Est Europa, è nata e cresciuta nel
quartiere. Cazzuta, intelligente, spiritosa ma in modo mai pungente
e poco incline a seguire le mode del momento, Lara è bella, di una
bellezza peculiare e poco appariscente.
LIN(Giulia Lin) – Lin, cinese di seconda generazione,
figlia di emigrati giunti in Italia vent’anni fa, non spicca certo
per la sua bellezza. Il suo più grande desiderio è essere accettata
e crede di doversi uniformare a modelli estetici occidentali per
riuscirci.
NICOLA(Giacomo Giorgio) – Nicola, fratello di Andrea, è
il bello del gruppo. Egocentrico e vanitoso, è fissato con il suo
fisico che modella con ore di palestra e allentamenti. Nonostante
tutto, però, riesce ad essere anche simpatico, perché in fondo è
tutto tranne che cattivo.
SARA(Beatrice Vendramin) – Sara è bella, di una
bellezza palese, sfrontata, che la rende la più popolare della
scuola. Fidanzata con Nicola, Sara non ha mai avuto paura di usare
quello che madre natura le ha dato per ottenere ciò che vuole,
anche se questo significa calpestare qualcuno.
Arriva al cinema distribuito da
M2 PicturesNoi Siamo Infinito (The
perks of being a Wallflower), il film di Stephen
Chbosky e con protagonisti
Logan Lerman e
Emma Watson
In Noi Siamo
Infinito Charlie (Logan
Lerman) è un ragazzino molto solo che sta cercando di
ritagliarsi un posto nel mondo. Con un passato pesante alle spalle
e un presente non del tutto roseo si trascina da casa a scuola,
scrivendo lettere al suo migliore amico e sforzandosi di non
apparire troppo triste per non preoccupare i suoi familiari.
Un giorno, però, la vita gli
riserva una sorpresa, che si materializza nei panni di Sam
(Emma
Watson) e Patrick (Ezra
Miller), due fratelli che lo prendono sotto la loro
ala facendolo entrare nel loro circolo dei ‘giocattoli rotti’.
Finalmente Charlie si sente parte di un gruppo, coglie l’affetto
dietro ad ogni piccolo gesto e impara a tenere a bada i fantasmi
della sua mente che ancora lo assalgono. Un idillio che finirà
presto, poiché i suoi amici, all’ultimo anno, sono prossimi a
partire per il college e a lasciarlo di nuovo in balìa del suo
passato…
Noi Siamo
Infinito, tratto dal romanzo omonimo di
Stephen Chbosky, che si riserva anche il ruolo di
sceneggiatore e regista, nonostante le buone intenzioni non riesce
a trasmettere l’intensità che vorrebbe. Le vicende di Charlie e dei
suoi amici sembrano trattate con superficialità e, talvolta, in
maniera frettolosa, come se il regista non avesse voluto tagliare
troppo il suo romanzo. Il sacrificio di certe scene, però, forse
sarebbe stato utile, se non vitale, ad una migliore resa della
storia e all’approfondimento di alcuni personaggi.
La voce fuori campo del
protagonista stesso, inoltre, contribuisce ad annacquare la vicenda
e non consente, a parte a tratti, di cogliere quel tipo di
emozioni, libere da vincoli, piene, senza limiti, che solo gli
adolescenti riescono a provare e che nel film appaiono solo
accennate. È come se Chbosky facesse pregustare al pubblico una
pietanza che non verrà mai servita. Al contrario la sua bravura con
le parole è ampiamente dimostrata in alcuni dialoghi e,
soprattutto, nei pensieri che la voce fuoricampo di Charlie
condivide con la sala prima dei titoli di coda, ma un film non e’
fatto (solo) di parole.
Gli attori, invece, sono tutti
all’altezza della parte: da Logan Lerman, perfetto nei panni dello
sventurato Charlie, a Emma Watson, che cerca con buoni risultati di
scrollarsi di dosso la seconda pelle di Hermione, fino a
Ezra Miller, talmente bravo nelle vesti dell’amico gay
da essere quasi un co-protagonista.
Tra i film per adolescenti in
circolazione però, Noi Siamo Infinito ha
il pregio di veicolare una visione della vita totalmente
condivisibile. Senza esagerare con il dramma o la commedia e senza
identificarsi con la trasgressione o il conformismo prova
semplicemente a dire che la vita può essere vissuta in modo non
convenzionale, che ognuno ha il diritto di fare le proprie scelte,
che il passato e il dolore ci cambiano ma non in modo irrimediabile
e che gli amici, spesso, possono salvarci.
Sono state diffuse online numerose
foto ufficiali di Noi Siamo Infinito(the
perks of being a wallflower), adattamento del romanzo
Ragazzo da Parete diretto dal suo stesso
scrittore Stephen Chbosky.
Il film, che uscirà negli USA il
mese prossimo, vede fra i protagonisti Logan Lerman,
Ezra Miller e la stella della saga di Harry Potter Emma Watson.
Una lettera d’amore
sincera, profonda, scritta su pagine bianche con l’inchiostro
intriso di fotogrammi e immagini in movimento. Ecco cos’è il
documentario Noi siamo cinema, in onda sul canale Mediaset Cine34.
Un viaggio che non ha bisogno di guide turistiche pronte a spiegare
la bellezza di un patrimonio cinematografico come quello italiano
con le loro voci in fuori campo volte a irrompere sulla scena,
interrompendo lo scorrere e l’immersione delle immagini; già,
perché ogni inquadratura, ogni volto, o scena ripresa e adesso
sapientemente montata non ha bisogno di spiegazioni.
Tutta la potenza della
Storia, e di ricordi che da personali si fanno nazionali, si
ritrova adesso lì, nel cuore di ogni singola particella di
celluloide, pronta a ripresentarsi e colpirci di nuovo, lasciandoci
a bocca aperta, come il piccolo Salvatore in Nuovo cinema
paradiso.
Noi siamo cinema: la
sinossi
Noi siamo Cinema, in onda
su Cine34, è un appassionato omaggio al Cinema Italiano e a tutti
gli artisti e artigiani che contribuiscono alla sua realizzazione.
In poco più di 70 minuti ripercorre le sequenze-culto del cinema
made in Italy, quelle che ne compongono il brillante percorso. Dal
b/n di Blasetti e Pasolini, alla leggerezza di De Sica e Sordi.
Dall’ironia di Monicelli e Risi,
all’unicità dello Spaghetti Western. Dalla
Commedia Sexy al Cinepanettone, all’impegno
di Bellocchio e Bertolucci. Dal rivoluzionario Antonioni,
all’onirico Sorrentino. Dalla
contemporaneità di Salvatores e Zalone, alla visionarietà di
Fellini. Tutto unito in un solo documentario, dove alle scene di
grandi film, si alternano interviste agli stessi protagonisti, o a
registi e attori internazionali fortemente influenzati dal cinema
di casa nostra, come
Quentin Tarantino,
John Turturro,
George Clooney e Clint Eastwood.
Puzzle di un’eredità
in celluloide
È un’operazione semplice,
ma compiuta con attenzione e intelligenza quella messa in atto da
Andrea Rurali e Gianluca
Genovese. Le scene, i personaggi, le interviste che hanno
accompagnato il pubblico italiano dentro e fuori lo schermo, sono
tessere di un puzzle perfettamente inserite al loro posto,
raccordate non a caso, ma secondo un procedimento di associazione e
collegamento ipertestuale. Sono mani che si prendono, si
riconoscono e danzano insieme, in un affresco storico grazie al
quale lo spettatore scende a patti con la propria eredità
cinematografica e cinefila.
Quello che gli scorre
davanti grazie a Noi siamo cinema, è un flusso di coscienza, una
galleria di frammenti imprescindibili alla propria formazione
spettatoriale. Bastano pochi accenni a Fellini,
Mastroianni, Loren, Bertolucci, Pasolini, e più
recentemente a Sorrentino, per comprendere quanto pesante e
magnifico sia il lascito donatoci dal cinema nostrano. Bistrattato,
sottovalutato, a volte dimenticato, il cinema italiano in realtà ha
saputo donarci gemme di rara bellezza. Gemme spesso ricoperte da
una patina di polvere, messe da parte al grido de “il cinema
italiano è in crisi, non ha nulla da dire e offrire”, quando invece
basterebbe girare lo sguardo e lasciarsi attirare dalla potenza di
questi piccoli, grandi barlumi di genialità. Nel bene e nel male il
cinema italiano in realtà ha sempre raccontato il nostro mondo,
facendo dello strumento cinematografico il buco della serratura
attraverso cui spiare senza filtri (vedi il Neorealismo) un mondo
così sfaccettato come quello italiano, oppure caricarlo di erotismo
(i film di Pierino), battute al vetriolo o di una comicità
caciarona (i famigerati cine-panettoni).
Un’indagine storica e
sociale compiuta dai due curatori che lasciando parlare il cinema
per sé, senza mediazioni esterne, o commenti da parte di narratori
e critici, ci fanno salire sulla macchina del tempo per ricordarci
la mole di opere che visto, ammirato, denigrato, e quante ancora ne
avremo da assimilare, guardare, immedesimandoci tra slanci
autoriali e progetti superficiali.
Tutta l’Italia è
cinema
È un nome reiterato
ripetuto da bocche diverse (quelle di
Leonardo DiCaprio,
Roberto Benigni, Sandra Milo,
Quentin Tarantino), ma ogni volta è come se la sua
pronuncia donasse a quel cognome nuovo potere e preziosità. Quel
nome è Federico Fellini, l’autore debordante, onirico, sarcastico,
che ha fatto dell’Italia una pagina di fumetti abitata da
personaggi a metà tra il caricaturale e l’archetipo. Simboli di un
pensiero, di vizi e virtù di stampo nazionale, gli uomini e le
donne usciti dalla fucina creativa di Fellini sono stati
traghettatori di un’opera che ha saputo sconfinare dai confini
italiani per parlare un linguaggio universale, elevandosi a
rappresentante massimo del cinema nostrano. Non poteva pertanto che
aprire lui, tra interviste e una riproposizione di momenti
indimenticabili dei suoi film, Noi siamo cinema.
Fellini è il personaggio
perfetto, l’uomo capace di far scattare mille e più collegamenti
grazie ai quali si può passare facilmente da un Marcello
Mastroianni, a una Sofia Loren, per
salutare Claudia Cardinale, Sergio Leone, Ennio
Morricone e tutti quei nomi che hanno reso unico il nostro
cinema. Non c’è un momento storico dal punto di vista
cinematografico, di corrente, registico o di movimento che Rurali e
Genovese abbiano lasciato indietro. Perché anche personaggi come
Renato Pozzetto, o pellicole come quelle della commedia sexy
all’italiana, degli spaghetti western, o le più dissacranti opere
interpretate da Checco Zalone, hanno il diritto di
trovare un posto tra le teche di un museo audio-visivo come
Noi siamo cinema.
Un documentario che con
la sola forza del montaggio, dei raccordi e di una selezione
attenta e mai superficiale, mescola storia e sguardi spettatoriali
di un pubblico ammaliato, sottolineando quanto dentro e fuori lo
schermo, tutti noi siamo fatti della stessa sostanza di cui è fatto
il cinema.
I Wonder Pictures e Unipol
Biografilm Collection sono lieti di diffondere il trailer italiano
di Noi e Loro (titolo originale: Jouer
avec le feu,
The Quiet Son titolo internazionale), il nuovo film
delle acclamate registe Muriel e Delphine Coulin,
nelle sale italiane dal 27 febbraio e presentato in anteprima
mondiale alla 81. Mostra del Cinema di Venezia, e premiato
con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione
maschile al protagonista Vincent Lindon. Tra l’8 e l’11 febbraio
gli attori protagonisti faranno un tour delle sale italiane che
toccherà le città di Firenze, Milano e Bologna.
Dramma familiare di grande impatto
emotivo e di stringente attualità, NOI E LORO vede il veterano
Lindon affiancato da due giovani promesse della nuova generazione
del cinema francese, Benjamin Voisin (Estate ’85, Illusioni
Perdute) e Stefan Crepon (Peter von Kant,
Lupin). Lindon interpreta Pierre, un padre vedovo che
alleva da solo i suoi due figli (Voisin e Crepon). Mentre il più
giovane avanza serenamente nella vita e si prepara a trasferirsi a
Parigi per frequentare l’università, il maggiore si avvicina a
movimenti estremisti, violenti e razzisti. Pierre assiste impotente
alla pericolosa piega che sta prendendo la vita del figlio,
tentando con grande difficoltà di gestire il rapporto con lui e a
creare un vero dialogo e confronto all’interno della famiglia.
Sempre a Venezia, oltre alla Coppa
Volpi, Noi e Loro si è aggiudicato uno dei premi
collaterali più importanti, il Leoncino d’oro, premio istituito da
Agiscuola, la cui giuria è composta da giovani da tutta Italia.
Lunedì 10 febbraio Università IULM
Milano attribuirà il “MASTER HONORIS CAUSA IN ARTI DEL RACCONTO” a
Vincent Lindon, che sarà in Italia per la promozione e l’uscita del
film. Noi e Loro di Muriel e Delphine Coulin è
ispirato al pluripremiato romanzo “Quello che serve di notte” di
Laurent Petitmangin, edito in Italia da Mondadori.
La trama di Noi e Loro
Pierre, padre single e strenuo
lavoratore, cresce da solo i suoi due figli. Ma mentre Louis, il
più giovane, avanza facilmente nella vita, Fus, il maggiore, cerca
a fatica il suo posto in un mondo che sembra volerlo rifiutare e si
avvicina a movimenti violenti e razzisti, agli antipodi dei valori
paterni, con conseguenze dirompenti.
Le acclamate registe Delphine e
Muriel Coulin dirigono con affetto e precisione un dramma familiare
intenso, attuale e coinvolgente, un film d’attori e di emozioni
capace di parlare a più generazioni con un monumentale Vincent
Lindon (Coppa Volpi a Venezia 81) e il talento fresco e versatile
di Stefan Crepon (Peter von Kant) e Benjamin Voisin (Illusioni
perdute).
Guarda il trailer ufficiale di
Noi e la Giulia, il nuovo film di
Edoardo Leo con Luca Argentero, Edoardo
Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Stefano Fresi e con
Carlo Buccirosso, che arriverà in sala il 19
febbraio 2015 con Warner Bros. Pictures.
Diego (Luca Argentero), Fausto
(Edoardo Leo) e Claudio (Stefano Fresi) sono tre quarantenni
insoddisfatti e in fuga dalla città e dalle proprie vite, che da
perfetti sconosciuti si ritrovano uniti nell’impresa di aprire un
agriturismo. A loro si unirà Sergio (Claudio Amendola), un
cinquantenne invasato e fuori tempo massimo, ed Elisa (Anna
Foglietta), una giovane donna incinta decisamente fuori di testa.
Ad ostacolare il loro sogno arriverà Vito (Carlo Buccirosso), un
curioso camorrista venuto a chiedere il pizzo alla guida di una
vecchia Giulia 1300. Questa minaccia li costringerà a ribellarsi ad
un sopruso in maniera rocambolesca e lo faranno dando vita a
un’avventura imprevista, sconclusionata e tragicomica, a una
resistenza disperata …quella che tutti noi vorremmo fare… se ne
avessimo il coraggio.