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Avengers Infinity War: Cobie Smulders conferma la sua presenza

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Avengers Infinity War: Cobie Smulders conferma la sua presenza

Mancano ancora due anni di attesa per potere ammirare sul grande schermo Avengers Infinity War. Intanto continuano ad arrivare conferme sul cast. L’ultima durante una recente intervista con Jimmy Kimmel, nella quale Cobie Smulders ha confermato la sua presenza nel terzo film dei Vendicatori.

Vi ricordiamo che Cobie Smulders interpreta Maria Hill nei film Marvel Cinematic Universe. L’attrice ha dunque confermato la sua presenza in Avengers: Infinity War. Ecco il video dell’attrice da Jimmy Kimmel:

https://www.youtube.com/watch?v=vV0UGoEBY8I

In questi giorni ritroveremo Cobie Smulders nel cast di Jack Reacher 2, il cui titolo ufficiale sarà Jack Reacher Never Go Back, accanto a Tom Cruise.

Per quanto riguarda Avengers Infinity War, la pellicola arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher MarkusStephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.

Fonte: CBM

Train to Busan: recensione del film di Yeon Sang-Ho

Train to Busan: recensione del film di Yeon Sang-Ho

Un treno parte la mattina presto da una stazione di Seoul, diretto verso Busan. A bordo, passeggeri di ogni tipo pronti ad affrontare un viaggio: ma nessuno di loro è pronto a fronteggiare un’epidemia di zombie che sta contagiando le città dell’intera Corea del Sud e che li raggiunge fin sopra il loro treno, ultimo baluardo per la loro sicurezza che adesso dovranno essere pronti a difendere ad ogni costo. Questa è la trama dell’adrenalinico Train to Busan, film sudcoreano presentato stamattina alla Festa di Roma 2016 e che ha già battuto ogni record in patria, incassando 63,9 milioni di dollari e del quale è già stato annunciato un imminente remake ad opera della 20th Century Fox.

Uno zombie-movie atipico che riscrive, aggiornandola, la “genealogia” dei morti che ritornano, restituendone un immagine ben lontana dallo stereotipo americano (creato da Romero nel ’68) che li vuole lenti, inesorabili e affamati; in questo horror moderno i non – morti sono vittime di un contagio (partito da un senzatetto di Seoul), elemento che si ricollega ad una mitologia più contemporanea (sospesa sempre tra Romero e Resident Evil) dove la morte è una malattia, un male che mangia dall’interno e che spinge ad una insaziabile avidità di carne umana.

Train to BusanÈ comunque possibile interpretare Train to Busan attraverso una chiave di lettura alternativa che superi la brillante patina di suspense, action e orrore creata da  Yeon Sang-Ho: l’horror potrebbe semplicemente costituire una macabra allegoria della nostra società, divisa dall’eterna lotta di classe (tema presente anche in altri film asiatici di genere sci – fi, come Snowpiercer), dal consumismo dilagante, dall’alienazione e dall’egoismo pronti a diffondersi come una pandemia e a dividere le persone, allontanandole. Il treno è la vita stessa, scorre lungo i propri binari, è diviso in scompartimenti e i viaggiatori non si conoscono tra loro, evitando qualunque tipo di contatto durante il viaggio. Sottoporre questo ampio campionario d’umanità ad una causa esterna estrema (l’arrivo di un’apocalisse zombie) sovverte lo status quo di partenza e lo costringe a prendere delle decisioni drastiche, che spesso mettono in luce aspetti nascosti – positivi o negativi – delle svariate personalità.

Train to Busan si “nutre” della tensione, dell’adrenalina e dell’ansia che riesce a creare mentre sinuosamente fa scivolare lo spettatore in un orribile incubo che sarà costretto ad ammirare, con stupore sempre più crescente, ad occhi aperti seduto sulla propria poltroncina.

Festa di Roma 2016: Captain Fantastic con Viggo Mortensen vince il premio del pubblico

All’undicesima edizione della Festa del cinema di Roma trionfa Captain Fantastic (recensione), secondo lungometraggio firmato da Matt Ross, già interprete per registi del calibro di Martin Scorsese, Terry Gilliam e John Woo. 

Dunque, il pubblico premia la genuinità e lo spirito autopico del film con protagonista uno straordinario Viggo Mortensen.

Guarda il trailer del film con Viggo Mortensen

Captain Fantastic è un film che attraversa i generi, in grado di alternare sequenze spassose a momenti di pura commozione, anche grazie alla straordinaria interpretazione di Viggo Mortensen, uno degli attori più amati del cinema americano per i suoi ruoli ne Il Signore degli Anelli, A History of Violence e La promessa dell’assassino, che gli è valso la candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista. Mortensen interpreta Ben, un padre che vive isolato con sua moglie e i sei figli nelle foreste del Nord America: una tragedia li costringerà ad affrontare il mondo esterno e un sistema di valori completamente diverso.Captain Fantastic sarà nelle sale italiane a dicembre distribuito da Good Films.  Viggo Mortensen incontrerà sempre domani il pubblico per uno degli incontri ravvicinati più attesi di questa edizione.

 Captain Fantastic recensione del film

Leonardo DiCaprio attore e produttore del biopic su Sam Phillips

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Leonardo DiCaprio attore e produttore del biopic su Sam Phillips

Arriva dall’Hollywood Reporter  la notizia che Leonardo DiCaprio sarà la star del biopic dedicato all’imprenditore e produttore discografico statunitense Sam Phillips.

Il film si baserà sul libro “Sam Phillips: The Man Who Invented Rock ‘N’ Roll”, i cui diritti di sfruttamento sono stati acquistati dalla Paramount Pictures.

Oltre a interpretare Phillips, DiCaprio sarà anche il produttore del film grazie alla sua Appian Way. Tra i produttori figura anche Mick Jagger.

Sam Phillips è stato il produttore di star di successo come Elvis Presley, Ike Turner, Howlin’ Wolf, Jerry Lee Lewis e Johnny Cash.

Leonardo DiCaprio produrrà il film su Captain Planet

Fonte: CS

Avengers Infinity War: un altro personaggio di Doctor Strange nel film

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Sappiamo ormai da tempo che Benedict Cumberbatch tornerà a vestire i panni di Doctor Strange in Avengers Infinity War. Adesso, arriva la conferma che anche un altro membro del cinecomic di Scott Derrickson in arrivo in Italia il prossimo 26 ottobre seguirà lo Stregone Supremo nell’atteso film che vedrà riuniti sul grande schermo i più grandi supereroi della Marvel.

Si tratta di Benedict Wong, che in Doctor Strange interpreta il ruolo di Wong, il Maestro delle arti mistiche. In una recente intervista con ComicBook.com, infatti, lo stesso Wong ha dichiarato: “Sono davvero eccitato all’idea di tornare nei panni di Wong in Avengers Infinity War. Non vedo l’ora, ma per adesso è tutto quello che posso dirvi.”

È probabile che quello di Wong in Infinity War sarà quasi sicuramente un cameo, ma la conferma della sua presenza potrebbe far sperare anche in quella di altri personaggi, come L’Antico o Mordo.

Voi cosa ne pensate?

Avengers Infinity War

Avengers Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.

Avengers Infinity War: Benedict Cumberbatch conferma la presenza di Doctor Strange

Doctor Strange arriverà al cinema il 4 novembre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda Swinton, Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor. Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Dai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Fonte: CBM

Justice League: Wonder Woman nella nuova foto ufficiale

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Justice League: Wonder Woman nella nuova foto ufficiale

Una nuova foto di Wonder Woman tratta da Justice League è stata diffusa online dopo che la supereroina è stata ufficialmente nominata Ambasciatrice Onoraria per l’Emancipazione delle Donne e delle Ragazze da parte delle Nazioni Unite.

Wonder Woman nominata Ambasciatrice delle Nazioni Unite

Per celebrare l’avvenimento, il regista Zack Snyder ha diffuso online una nuova bellissima immagine ufficiale di Gal Gadot nei panni della guerriera tratta proprio dal film che vedrà riuniti sul grande schermo i più grandi supereroi della DC.

Potete vederla di seguito:

Justice League

Justice League: Wonder Woman rivela com’è lavorare con Batman & co.

Tutte le news sul mondo dei film della DC COMICS nel nostro canale dedicata alla DC FILMS.

Sinossi: Alimentato dalla sua fede verso l’umanità, restaurata e ispirata dall’atto altruistico di Superman, Bruce Wayne chiede l’aiuto all’alleata, Diana Prince, per affrontare un nemico ancora più grande. Insieme, Batman e Wonder Woman lavoreranno velocemente per trovare e reclutare una squadra di metaumani per controbattere questa grande minaccia che li attende. Ma nonostante la formazione di una squadra di eroi senza precedenti composta da Batman, Wonder Woman, Aquaman, Cyborg e The Flash potrebbe già essere troppo tardi per salvare il pianeta da un attacco di proporzioni catastrofiche.

Ecco il primo trailer di Justice League dal Comic Con

Justice League sarà diretto ancora una volta da Zack Snyder ed è previsto per il 10 novembre 2017. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come Superman, Ben Affleck come Batman, Gal Gadot come Wonder Woman, Ezra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman, e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast confermati anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Fonte: CS

Chris Pine nel cast di Nelle Pieghe del Tempo di Ava DuVernay

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Chris Pine nel cast di Nelle Pieghe del Tempo di Ava DuVernay

Chris Pine si è unito ufficialmente al cast di Nelle pieghe del tempo (A Wrinkle in Time), adattamento cinematografico del romanzo di Madeleine L’Engle del 1962 che sarà diretto da Ava DuVernay, regista dell’acclamato Selma.

La notizia è stata diffusa dall’Hollywood Reporter, il quale annuncia che Chris Pine, visto di recente al cinema in Star Trek Beyond, interpreterà Mr. Murry, il padre della piccola protagonista del film, che avrà il volto di Storm Reid (12 anni schiavo, A Happening of Monumental Proportions).

Oltre a Chris Pine e Storm Reid, nel cast ci saranno anche Oprah Winfrey (che con la DuVernay aveva già lavorato proprio nel sopracitato Selma), il premio Oscar Reese Witherspoon (Walk the Line, Wild) e Mindy Kaling (The Mindy Project, The Office).

Nelle pieghe del tempo è il primo di quattro romanzi, la serie si intitola Time Quartet e gli altri romanzi della tetralogia si intitolano: A Wind in the Door, A Swiftly Tilting Planet e Many Waters. Nel 1989 la L’Engle ha pubblicato An Acceptable Time, che è considerato un quinto libro della stessa serie, anche se ambientato diverse generazioni dopo i primi quattro.

Chris Pine smentisce un insistente rumor su Wonder Woman

Di seguito la trama del romanzo Nelle Pieghe del Tempo:

Meg Murry, una ragazza di quattordici anni, è considerata dai suoi coetanei e dai suoi insegnanti una ragazza dal carattere irascibile e stupida, e a scuola non si inserisce bene. La sua famiglia riconosce i suoi problemi come una mancanza di maturità emozionale, ma la considera anche capace di grandi cose. La sua famiglia è composta dalla sua bellissima madre scienziata; da suo padre, anch’egli scienziato scomparso misteriosamente; dal fratello di cinque anni, Charles Wallace Murry — un super genio in erba – e da Sandy e Dennys Murry, i due gemelli atleti di dieci anni.

Il libro incomincia con “Era una notte buia e tempestosa”, un’allusione alle parole iniziali nel romanzo Paul Clifford di Edward George Bulwer-Lytton scritto nel 1830. Dopo un’altra brutta giornata di scuola Meg, non riuscendo a dormire si ritrova con il fratello Charles e la madre in cucina a bere latte. Vedono nel cortile una strana vecchia signora che sembra essersi persa, la fanno entrare per scaldarsi, perché nevica e inizia la conoscenza con la signora Cose’, una donna eccentrica, venuta ad abitare da poco in una casa loro vicina. Charles aveva già precedentemente fatto la sua conoscenza. Dopo aver asciugato i suoi piedi e dopo aver fatto uno spuntino di mezzanotte con Charles, Meg e la loro madre la signora Cosè inizia a dire a una già perplessa Dr. Murry che “esiste davvero una cosa tipo il TESP-ACT”. Subito dopo ciò Meg e Charles incontrano un ragazzo di nome Fort Calvin, anche lui dotato di un’intelligenza molto pronta e sveglia. È un ragazzo di ceto sociale elevato, che sebbene sia uno stereotipo del “grande ragazzo del campus” risulta essere entusiasta di unirsi ai ragazzi per incontrare più lontano la signora Cosè e le sue ugualmente eccentriche amiche signora Chi e Quale.

Cosè, Chi e Quale risultano essere creature trascendentali che trasportano Meg, Charles Wallace, e Calvin per le galassie con il TESP-ACT, che viene definito simile a “piegare” il tessuto dello spazio e del tempo. Le tre signore rivelano ai ragazzi che la galassia sta per essere conquistata da una nuvola oscura, che è la visibile manifestazione del male. Il padre scomparso di Meg stava lavorando per un progetto segreto del governo per ottenere un viaggio più veloce della luce attraverso il TESP-ACT, e accidentalmente finisce su Camazotz, un pianeta alieno che è all’interno della nuvola del male. I ragazzi scoprono anche che la Terra è parzialmente coperta dall’oscurità, sebbene grandi figure religiose, filosofi, artisti stiano combattendo contro di essa. Insieme con il fatto che la signora Cosè era una stella che ha smesso di essere una stella per salvare la Terra dal controllo dell’oscurità. I ragazzi giungono a Camazotz e salvano il padre di Meg che è stato imprigionato da un malvagio cervello senza corpo con potenti poteri telepatici, che gli abitanti di Camazotz chiamano “IT”. Charles Wallace è mentalmente chiamato da IT, ed è lasciato indietro quando gli altri scappano facendo un TESP-ACT attraverso la Cosa Nera e arrivano ad un pianeta abitato da bestie che non hanno la vista, ma sono dotate di intelligenza. Dopo un breve periodo di recupero, Meg è mandata indietro da sola su Camazotz essendole stato detto che è l’unica ad avere il potere per salvare Charles Wallace. Confrontandosi con IT, Meg si rende conto che può liberare suo fratello amandolo intensamente, perché l’amore è un’emozione che IT, nella sua malvagità non può capire. Charles Wallace viene liberato e tutti ritornano sulla Terra.

Fonte: CS

Freaks: il capolavoro maledetto di Tod Browning

Freaks: il capolavoro maledetto di Tod Browning

L’aggettivo “maledetto” viene solitamente impiegato per definire alcuni specifici prodotti culturali (nel nostro caso specifico di tipo filmico) che, per un motivo o per l’altro, fin dalle proprie origini possiedono la capacità di imprimersi indelebilmente nell’immaginario popolare più per la presunta aura di mistero e leggenda che vi aleggia attorno che per il loro effettivo contenuto. A tal proposito, ben poche di fatto appaiono le pellicole degne di poter essere definite “maledette”, come Freaks! alcune grazie a mitologici e inspiegabili accadimenti legati alla propria genesi produttiva – come nei casi al limite del perturbante de L’Esorcista (1973), Omen (1976) o Amytiville Horror (1979) –,  altri invece in seguito a celeberrimi e travagliati interventi censori che ne hanno visto in gran parte alterata (spesso irrimediabilmente) la propria forma, esattamente come Rapacità (1924) e Sul globo d’argento (1989) tristemente testimoniano.

Ma sopra ogni altro esempio possibile, proprio in quella perturbante twilight zone che unisce leggenda, verità e una gran dose d’immaginazione alimentata dal tempo e dalla mitomania cinefila ecco collocarsi Freaks, pellicola del 1932 divenuta nel corso degli anni un autentico fenomeno di culto, tanto negli ambienti underground quanto nelle cerchie di raffinati cultori della settima arte. Un film giustamente definito e definibile “maledetto” sia nelle peripezie che ne hanno visto la nascita che nelle vicissitudini a dir poco grottesche che ne hanno accompagnato la perpetrazione in questi ultimi ottant’anni.

La potenza culturale di Freaks

Per riuscire realmente a comprendere quale potenza culturale (e quale relativa eredità) possa mai sprigionarsi da un tale insieme di fotogrammi è bene procedere con ordine, in quanto, così come accade per ogni prodotto realmente definibile “artistico”, è dalla genesi dell’autore che si comprende e conseguentemente giunge a quella dell’opera. In questo caso la figura mitica chiamata in causa è quella di Tod Browning, giovane promessa della giovane Hollywood d’inizio ‘900 destinata a una rapida e strabiliante ascesa nel cinema appena istituzionalizzatosi così come  a un altrettanto repentino e inglorioso epilogo.

Cresciuto con una profonda ammirazione verso il mondo circense (esattamente come il futuro collega italiano Federico Fellini) e avendo avuto modo di avvicinarvisi per un certo periodo della propria scapestrata giovinezza, il giovane Tod (pseudonimo di Charles Albert Jr) si fa le ossa nel mondo del cinema direttamente alle dipendenze del leggendario regista David W. Griffith, per il quale svolge il triplice ruolo di assistente, attore e sceneggiatore nel capolavoro Intolerance del 1916, prima di muovere da solo i primi passi dietro la macchina da presa durante il periodo del muto grazie alla grande amicizia col produttore Irving Thalberg, all’epoca ai vertici della Universal Pictures. Ed è proprio per la casa di produzione fondata da Carl Laemmle che Browning realizza alcune pellicole caratterizzate da tematiche morbose e inquietanti che rivelano il suo peculiare gusto per un mondo malsano e perturbante nel quale i veri protagonisti sono quei “diversi” che popolavano di consueto i baracconi da fiera e le carovane circensi ancora a inizio XX° secolo.

Con Il trio infernale (1925) il regista narra ad esempio di un gruppo di furfanti grotteschi e disumani dediti al travestitismo, il cui leader è un nano vestito da neonato intento a fumare grossi sigari – diretto antenato del Baby Herman di Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988), mentre con Lo sconosciuto (1927) si cimenta nella vicenda bohémien di un trapezista che decide di farsi amputare le braccia in modo da poter restare in compagnia di una giovane collega fobica degli abbracci maschili. Passando attraverso narrazioni tipicamente proto-orrorifiche quali Il fantasma del castello (1927) e trame poliziesche come quelle di La grande città (1928) Browning decide infine di dare una drastica svolta di qualità alla propria carriera approfittando della recente rivoluzione (e subito moda) del cinema sonoro dirigendo Dracula (1931), prima e ormai famosissima trasposizione filmica del romanzo di Bram Stoker caratterizzata da una messa in scena formalmente impeccabile ma eccessivamente statica e teatrale a causa dell’ingombro e delle difficoltà tecniche delle prime cineprese sonore, nella quale il volto del vampiro più famoso di tutti i tempi è quello della leggenda ungherese Bela Lugosi.

FreaksDopo aver diretto un’ultima pellicola drammatica incentrata sul mondo pugilistico dal titolo Iron Man (1931), l’ormai affermato cineasta di Louisville decide lasciare la Universal per seguire il suo amico e mentore Thalberg verso la MGM, ed è proprio in seno al più famoso studio hollywoodiano che egli medita di realizzare una pellicola interamente dedicata al mondo del circo e ai suoi abitanti più illustri, ovvero i cosiddetti “freaks” (dura e spregiativa terminologia anglosassone che sta a indicare tutti coloro che sono in qualche modo “strani” e “diversi”, spesso al limite del “mostruoso”), il tutto attraverso un ruvido e impietoso racconto di vendetta e fratellanza nel quale a vincere, questa volta, sono proprio coloro che il mondo è solito emarginare.

La vicenda, nella sua sconcertante crudezza e semplicità, è pesto esposta: in un circo ambulante caratterizzato dai più consueti e variegati “fenomeni da baraccone” (donne barbuta, gemelli siamesi, uomini senza arti, donne cannone ecc.) il nano Hans è fidanzato con la collega di spettacolo Frieda, me ben presto inizia a nutrire una forte attrazione per Cleopatra, splendida e altezzosa trapezista che è solita illudere il piccolo uomo per ottenere regali e favori economici. Grazie alla complicità del forzuto Ercole di cui è dichiaratamente invaghita, Cleopatra decide di sposare Hans, iniziando però un processo di sordido avvelenamento nei suoi riguardi con lo scopo di ereditarne la piccola fortuna. Venuti a conoscenza del terribile piano ordito dalla coppia, gli amici di Hans (i Freaks del titolo, così come li etichetta la trapezista in uno sfogo alcolico durante la grottesca festa di nozze) decidono di vendicarlo, accoltellando a morte Ercole e sfigurando orribilmente la bella Cleopatra, la quale sarà in seguito esposta al pubblico in qualità di “donna-gallina” durante i futuri spettacoli girovaghi della compagnia.

Se già di per sé un racconto del genere può risultare alquanto bizzarro e a dir poco estremo per gli standard del cinema americano dell’epoca già avviato verso l’imminente codice di autocensura (l’integerrimo “codice Hays”), ancora più azzardate – e in verità coraggiose – appaiono le scelte registiche impiegate da Browning nella realizzazione di un film che avrebbe sollevato un tale polverone mediatico da mettere in atto una delle più radicali e feroci campagna di boicottaggio e indignazione pubblica dell’industria del film.

Come prima cosa il cineasta decise di ingaggiare autentici fenomeni circensi già all’epoca molto noti e in gran parte provenienti dalle sue passate frequentazioni di gioventù, alcuni di essi in seguito divenuti famosi negli ambienti mondani, come ad esempio Prince Randian (l’Uomo-Torso privo di tutti e quattro gli arti), Josephine Joseph (l’ermafrodita più celebre d’Europa), le sorelle siamesi Daisy e Violet Hilton, Frances O’Connor (la ragazza senza braccia) e Johnny Eck (l’uomo senza gambe). Mai prima di allora il grande schermo aveva osato sfoggiare così apertamente il tema della diversità e delle malformazioni corporee, tanto che apparve a dir poco deplorevole al pubblico di allora il fatto che entità così “diverse” e “mostruose” potessero essere capaci di provare sentimenti così “umani” quali la fratellanza la compassione, sentimenti che – almeno nella finzione filmica – li conducaono a coalizzarsi per giustiziare, secondo un proprio codice d’onore (il “codice dei Freaks” come lo chiama l’imbonitore nell’incipit della pellicola), coloro che ordiscono a loro danno e che, cosa ancora più grave, tradiscono la loro fiducia.

Descritto dagli stessi attori come un despota e un insaziabile perfezionista avvezzo al facile insulto, Browning ebbe modo di contare sulle superbe interpretazioni di Olga Baclanova nelle vesti della perfida Cleopatra e del nano di origini tedesche Harry Eales (già attore di punta nel sopracitato I tre furfanti e fratello di Daisy Earles, colei che nel film interpreta la fidanzata Frieda), ma ciò non poté salvare la pellicola dal turbolento e mitico destino che l’avrebbe attesa al varco e che ne avrebbe in gran parte alimentato la leggenda per gli anni avvenire. Malgrado fosse stato ideato fin dall’origine come una pellicola horror con cui rilanciare la non certo facile situazione della MGM, Freaks venne in seguito prontamente disconosciuto dai suoi stessi produttori in seguito alle polemiche seguite alla prima tenutasi il 16 febbraio del 1932, venendo in seguito vietato sia dalla Germania di Hitler fino al 1945 e anche dall’Italia fascista fino ai tardi anni ’70, quando la RAI ne chiese una traduzione e una conseguente uscita cinematografica limitata (in tv bisognerà invece aspettare gli anni ’80 grazie alla fascia notturna di Enrico Ghezzi). Addirittura nel Regno Unito la pellicola venne interdetta al pubblico ben oltre il 1964.

freaks Il più grande smacco a cui però Browning dovette andare in contro fu la censura e la conseguente mutilazione di oltre un quarto d’ora di girato – in seguito distrutto e purtroppo a oggi del tutto irrecuperabile – che, stando a quanto riportano le testimonianze dell’epoca, corrisponderebbe a due sequenze a dir poco estreme: la prima riguardante i dettagli della mutilazione inferta dai freaks al corpo di Cleopatra e la seconda al destino ben diverso e poco lusinghiero riservato a Ercole, evirato e costretto a cantare in pubblico in falsetto. In seguito alle aspre polemiche sollevate da questa sua controversa produzione il cineasta un tempo celebre e acclamato si vide letteralmente sbattuta in faccia la porta dei grandi studios e a nulla valsero le ultime collaborazioni di genere con la MGM – tra cui i suggestivi ma ormai manieristici I Vampiri di Praga (1935) e La bambola del diavolo (1936) – poiché agli albori della Seconda Guerra Mondiale la fulgida e promettente carriera di Browning era ormai giusta irrimediabilmente al capolinea.

Ben otto decadi abbondanti sono passate da quando Freaks squarciò letteralmente i bianchi schermi dell’America post Grande Depressione e altrettanto numerose (e fantasiose) sono state le leggende maturate attorno a questo controverso “tumore su celluloide” – tra cui una sequela di svenimenti e addirittura un improbabile ma suggestivo aborto spontaneo che avrebbe accompagnato la prima storica proiezione – e sembra esse ormai giunto il momento di conferire la giusta notorietà e il degno valore a un film che in realtà un po’ tutti conosciamo (almeno nel mito popolare) e che molti hanno già visto (spesso senza ammetterlo) in una miriade di versioni più o meno apocrife passate di soppiatto nelle programmazioni di terza serata. Ed è proprio a tal proposito che, grazie al progetto “Il Cinema ritrovato al Cinema” realizzato dai laboratori di restauro dell’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, a partire da lunedì 24 ottobre Freaks ritorna nei cinema delle maggiori città italiane in qualità rinnovata per far apprezzare finalmente al grande pubblico dei nostri tempi un’opera “maledetta” che già grandi maestri del cinema postmoderno hanno avuto modo di omaggiare con sentito affetto, partendo dagli universi dandy-trash di John Waters e giungendo alle filosofie cinefile di The Dreamers (2007) di Bertolucci, senza dimenticare il più celebre e dichiarato omaggio televisivo ad opera di American Horror Story – Freak Show, prodotto seriale anch’esso di culto capace di riproporre tutto l’orrore e la visionarietà del suo antenato a lungo relegato ai margini del cinema “ufficiale.

E noi, spettatori 2.0, facendo eco all’allegro coro di grotteschi e deformi personaggi che popolano i risicati e superstiti 60 minuti del girato, possiamo solo gridare a gran voce «l’accettiamo… è uno di noi!».

Festa di Roma 2016: La tortue rouge è l’ultimo film della selezione ufficiale

Dopo aver conquistato all’ultimo Festival di Cannes il premio speciale Un Certain Regard, arriva alla Festa di Roma 2016 nella selezione ufficiale La tortue rouge, il film d’animazione privo di dialoghi diretto da Michaël Dudok de Wit e prodotto tra gli altri dallo studio d’animazione giapponese Studio Ghibli.

Dopo un naufragio su un’isola tropicale popolata da tartarughe ed uccelli esotici, un uomo si trova a combattere per la sopravvivenza. Tenta più volte di fuggire dall’isola con una zattera da lui costruita, ma tutte le volte è ostacolato da una creatura sottomarina, una grande tartaruga rossa.

Quando finalmente l’uomo ha il sopravvento sulla tartaruga, che è abbandonata sulla spiaggia a morire, compare sull’isola una ragazza misteriosa. Come due nuovi Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, l’uomo e la ragazza iniziano una vita tranquilla, anche se costellata da alcune avversità, allietata dalla nascita di un figlio

Alla Festa di Roma 2016 Kristin Scott Thomas, Ralph Fiennes e Juliette Binoche

Saranno Kristin Scott Thomas, Ralph Fiennes e Juliette Binoche i protagonisti di oggi alla Festa del cinema di Roma 2016 che celebra uno dei più amati film della storia: domani, sabato 22 ottobre alle ore 19, a vent’anni dall’uscita in sala (avvenuta nel 1996), la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica ospiterà la proiezione de Il paziente inglese di Anthony Minghella. Il film sarà presentato dagli straordinari protagonisti che hanno reso indimenticabile questa pellicola.

Alla Festa di Roma 2016 Kristin Scott Thomas, Ralph Fiennes e Juliette Binoche

Il paziente inglese (The English Patient) è un film del 1996 diretto da Anthony Minghella, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore canadese Michael Ondaatje. Il paziente inglese è uno dei film più premiati della storia, mantenendo il record con Gigi di Vincente Minnellie L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci per aver vinto ben 9 Oscar nel 1997, oltre a 2 Golden Globe e 6 BAFTA mentre l’attrice Juliette Binoche fu premiata con l’Oscar (attrice non protagonista) e l’Orso d’Argento a Berlino come miglior attrice.

Festa di Roma 2016: arriva Lion, con Rooney Mara e Dev Patel

Festa di Roma 2016: arriva Lion, con Rooney Mara e Dev Patel

Sarà presentato oggi alla Festa del cinema di Roma 2016 Lion, l’atteso film di Garth Davis che vede protagonisti  Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman.

Presentato al  Festival di Toronto, Lion è basato sul romanzo autobiografico di Saroo Brierley A Long Way Home e racconta proprio la storia di Saroo che, a cinque anni, addormentatosi su un treno si ritroverà catapultato a mille miglia di distanza dal suo villaggio a Calcutta. Dopo essere sopravvissuto a Kolkata, Saroo verrà adottato da una coppia australiana (Nicole Kidman e David Wenham).

Una volta cresciuto (interpretato da Dev Patel), il giovane sentirà forte il richiamo del passato e con l’aiuto di Google Earth andrà alla ricerca della sua famiglia biologica. Rooney Mara impreziosisce il cast del film che debutterà al Festival di Toronto il 10 settembre, prima di approdare nelle sale americane il 25 novembre, data che ha visto lanciare i contendenti agli Oscar della TWC: negli anni passati, Il discorso del re e The Imitation Game.

Lion: primo trailer del film con Dev Patel, Nicole Kidman e Rooney Mara

Lion, è l’opera prima di Garth Davis che è già stato regista di numerosi episodi della miniserie di Jane Campion Top of the Lake.

 

Festa di Roma 2016: Il paziente inglese compie 20 anni

Festa di Roma 2016: Il paziente inglese compie 20 anni

La Festa del Cinema celebra uno dei più amati film della storia: Il paziente inglese, oggi alle ore 19, a vent’anni dall’uscita in sala (avvenuta nel 1996), la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica ospiterà la proiezione de Il paziente inglese di Anthony Minghella.

Il paziente inglese compie 20 anni

Il film sarà presentato dagli straordinari protagonisti che hanno reso indimenticabile questa pellicola: Juliette Binoche (che ha ricevuto l’Oscar per la sua interpretazione), Kristin Scott Thomas, Ralph Fiennes, Carolyn Choa e Julian Wadham.

Il paziente inglese (The English Patient) è un film del 1996 diretto da Anthony Minghella, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore canadese Michael Ondaatje. Il paziente inglese è uno dei film più premiati della storia, mantenendo il record con Gigi di Vincente Minnellie L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci per aver vinto ben 9 Oscar nel 1997, oltre a 2 Golden Globe e 6 BAFTA mentre l’attrice Juliette Binoche fu premiata con l’Oscar (attrice non protagonista) e l’Orso d’Argento a Berlino come miglior attrice.

Jennifer Lawrence sarà Zelda Fitzgerald per Ron Howard

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Arriva dal The Hollywood Reporter la notizia che sarà Jennifer Lawrence ad interpretare  Zelda Fitzgerald per Ron Howard in Zelda, titolo provvisorio del biopic che tratterà la storia d’amore Zelda Fitzgerald e F. Scott Fitzgerald.

Il film si soffermerà sulla relazione di Zelda e F. Scott Fitzgerald e racconterà il matrimonio ma soprattutto la rivalità artistica trai due, che come sappiamo, portò Zelda a diventare ossessionata e in fine alla pazzia.

Zelda si baserà su una sceneggiatura scritta da Emma Frost e sarà prodotto dall’ex dirigente Lionsgate Allison Shearmur (Hunger Games) e Brian Oliver (Hacksaw Ridge) insieme alla stessa Jennifer Lawrence e Justine Ciarocchi.

Passengers: trailer italiano del film con Jennifer Lawrence e Chris Pratt

Vi ricordiamo che questo non è l’unico progetto su Zelda Fitzgerald, infatti presto vedremo la serie televisiva Z: l’Inizio di tutto con protagonista Christina Ricci. Inoltre sappiamo che Scarlet Johansson potrebbe essere Zelda Fitzgerald, in un film ancora in sviluppo dal titolo The Beautiful and the Damned.

Jennifer Lawrence invece sarà presto al cinema con il sim di fantascienza Passenger, al fianco di Chris Pratt e al cinema dal 21 Dicembre 2016.

passengersAl centro della storia sceneggiata da Jon Spaihts (Prometheus) c’è il meccanico Jim Preston (Pratt) che, durante un viaggio di 120 anni a bordo di un’astronave diretta su un pianeta situato in una galassia lontana dalla Terra, scopre di essersi erroneamente svegliato dal sonno criogenico quasi cento anni prima del previsto. Soffrendo la solitudine – unico uomo in mezzo a robot e androidi – Jim decide un anno dopo di risvegliare uno dei passeggeri e la sua scelta ricade sulla bella giornalista Aurora (Jennifer Lawrence). I due ben presto si innamorano, ma dovranno affrontare più di un ostacolo, in primis il malfunzionamento della navicella che li porrà seriamente in pericolo. Nel cast anche Laurence Fishburne Michael Sheen.

Han Solo, ufficiale: Donald Glover sarà il giovane Lando

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Han Solo, ufficiale: Donald Glover sarà il giovane Lando

La Lucasfilm ha annunciato che l’attore Donald Glover sarà Lando Calrissian nello spin-off di Han Solo. Dunque, come vi avevamo anticipato, Glover sarà il fedele compare di Han, interpretato da Billy Dee Williams in L’Impero Colpisce Ancora e ne Il Ritorno dello Jedi. 

Donald Glover noto per aver avuto un ruolo da protagonista nella serie Community, sarà presto al fianco del nuovo Peter Parker in Spider-Man Homecoming. Di seguito il commento dei due registi:

“Siamo così fortunati ad avere un artista di talento come Donald nel cast. Questi sono delle grandi scarpe da riempire, e dobbiamo ancora un “mantello” più grande da fare. Inoltre, vorremmo chiedere scusa pubblicamente a Donald per avergli rovinare il Comic-Con “

 

Han Solo

Ricordiamo che lo spin-off dedicato a Han Solo sarà ambientato dieci anni prima degli avvenimenti di Una Nuova Speranza. Nel film ci sarà anche Chewbacca.

Lo spin-off su Han Solo è previsto per il 25 maggio 2018 e sarà diretto da Phil Lord e Christopher Miller, registi di 21 Jump Street The LEGO Movie. La sceneggiatura porterà la firma di Lawrence Kasdan e di suo figlio Jon Kasdan.

Lucca Comics and Games: Sydney Sibilia e The Jackal tra gli ospiti della 01

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01 Distribution sarà presente anche quest’anno all’interno dell’Area Movie di Lucca Comics and Games con anticipazioni, attività e sorprese per il pubblico della manifestazione su alcuni dei titoli più attesi della prossima stagione.

Venerdì 28 e sabato 29 ottobre presso il Loggiato Pretorio lo stand di 01 Distribution sarà interamente dedicato alle avventure spaziali di Addio Fottuti Musi Verdi, il primo film dei The Jackal, che uscirà  nelle sale italiane nel 2017. Nell’area animata da alieni e soldati, il pubblico verrà invitato a lanciare un video messaggio nello spazio. I contenuti realizzati a Lucca faranno parte del materiale promozionale utilizzato per il lancio del film. Il 29 ottobre, sotto una pioggia di balle spaziali, ci saranno anche i The Jackal.

Lo stand cambierà faccia domenica 30 ottobre e sarà personalizzato con le grafiche del nuovo film di Sydney Sibilia, Smetto quando voglio Reloaded, in uscita il 2 febbraio 2017.

Nello spazio allestito come una prigione, i visitatori potranno scattarsi delle foto segnaletiche accanto al logotitolo del film.

Infine, sempre nella giornata di domenica alle ore 11 presso il Teatro San Girolamo, il regista premio Oscar Gabriele Salvatores e l’esperto di visual effects Victor Perez saranno i protagonisti di Anatomia invisibile: i visual effects del sequel de Il Ragazzo Invisibile, un incontro con il pubblico in cui si parlerà degli effetti visivi del nuovo capitolo della saga. Prodotto da Indigo Film con Rai Cinema in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Film Commission, il sequel de Il Ragazzo Invisibile uscirà in sala con 01 Distribution nell’autunno 2017.

A seguire, dalle 12.30 alle 13.30, Gabriele Salvatores si sposterà allo stand Panini Comics per autografare le copie della graphic novel Il ragazzo invisibile.

Tutti potranno seguire in tempo reale quanto accadrà all’interno dello stand 01 sui canali social (Facebook, Twitter, Instagram) e su quelli dedicati ai film.

La Festa prima delle Feste: trailer e poster del film con Jennifer Aniston

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La Universal Pictures International Italy ha diffuso il trailer italiano di La Festa prima delle Feste, la nuova commedia natalizia in arrivo il prossimo 7 dicembre diretta da Will Speck & Josh Gordon.

Quando un amministratore delegato (Jennifer Aniston) cerca di chiudere la filiale gestita dal fratello scapestrato, quest’ultimo (T.J. Miller), insieme al direttore del suo reparto tecnico (Jason Bateman), decide di radunare i colleghi ed organizzare un’epica festa di Natale nel tentativo di fare colpo su un potenziale cliente, e concludere così una vendita che potrebbe salvare i loro posti di lavoro.

Kate McKinnon, Olivia Munn, Jillian Bell, Rob Corddry, Vanessa Bayer, Randall Park, Sam Richardson, Jamie Chung, e Courtney B. Vance sono i co-protagonisti della nuova commedia dei registi Josh Gordon e Will Speck (BLADES OF GLORY – Due pattini per la gloria), il film più divertente delle vacanze di Natale.La Festa prima delle Feste

Alice nella Città 2016: Kicks e Little Wing i vincitori di quest’anno

Si conclude la 14ma edizione di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni. Alle ore 11.00 nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, la giovane giuria di Alice nella città, composta da 27 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni selezionati su tutto il territorio nazionale, e i direttori artistici Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, hanno consegnato il Premio come miglior film del concorso Young/Adult a “Kicks” opera prima del regista americano Justin Tipping.

Leggi la recensione di Kicks, miglior film di Alice nella Città 2016

La motivazione della giuria: “Per la realtà feroce messa in luce da un continuo e potente scambio tra immagini e suono, che eleva la tragica e violenta condizione delle periferie a personale odissea urbana del giovane Brandon. Il film sorprende per la propria originalità, facendo riflettere sulla futilità della violenza e sull’orrore che inevitabilmente scatena se applicata.”

Il film, con Jahking Guillory, Christopher Jordan Wallace, Christo-pher Meyer, racconta la storia di Brandon, quindicenne che sogna un paio di nuovissime Air Jordans. Appena riesce a mettere le mani sul meraviglioso paio di scarpe, però, gli vengono rubate da una gang di zona. Brandon e i suoi due amici affronteranno una pericolosa missione attraverso Oakland per riaverle.

Il premio Taodue Camera d’Oro per la miglior opera prima o seconda è stato assegnato, all’unanimità dalla giuria presente, a “Little Wing” della regista finlandese Selma Vilhunen.

La motivazione della giuria:

Per la straordinaria capacità di raccontare un viaggio di formazione spiazzante, in cui i rapporti tra genitori e figli apparentemente si ribaltano; e per la capacità di emozionare grazie alle strade parallele cui ti costringono la vita e l’arte quando ti attraversano.”

Little Wing, con Linnea Skog e Paula Vesala, racconta la storia di Varpu, una ragazza di 12 anni che è in rapida crescita verso l’età adulta e di sua madre Siru che non vuole crescere. Varpu vive con la madre e non ha mai conosciuto suo padre. Una notte ne ha abbastanza dei suoi compagni di equitazione e di sua madre, decide quindi di rubare una macchina e guidare verso Nord alla ricerca di suo padre, di cui conosce solo il nome. Ma suo padre non è esattamente quello che si aspetta. Incontrarlo innescherà qualcosa nella vita di Varpu e Siru, portandole a riflettere sul loro ruolo nella vita l’una dell’altra, e nel mondo.

Festa di Roma 2016: Matt Dillon tra regia, film e il mestiere di giurato

Il Premio Camera d’Oro Taodue per la miglior opera prima o seconda del programma di Alice nella città (12 film fra Concorso Young Adult e Alice/Panorama) è stato consegnato alla presenza della giuria presieduta dall’attore Matt Dillon e composta dalla produttrice Camilla Nesbitt, l’attrice Anna Foglietta, il regista Gabriele Mainetti, il regista Claudio Giovannesi e gli sceneggiatori Giordano Meacci e Francesca Serafini.

I NUMERI DI QUESTI 8 GIORNI DI ALICE NELLA CITTA’: +15% DI INCASSI RISPETTO ALLO SCORSO ANNO

Alice nella città è lieta di comunicare i numeri di questi 8 giorni (dal 13 al 20 ottobre) di questa 14ma edizione: si è registrata una crescita del 15% di incassi rispetto all’edizione dello scorso anno, senza contare le 11 proiezioni di questo prossimo week end.

ALICE SI UNISCE AL CIRCUITO DEGLI EFA

Alice nella città entra nella rete dell’EFA. Oltre a Torino e Firenze ora anche Roma è entrata nel network dell’EFA Young Audience Award grazie a Alice nella città. Una rappresentante degli European Film Award arriverà infatti a Roma nei prossimi giorni, all’interno del MIA (Mercato Internazionale Audiovisivo) per parlare con il pubblico di Film Litteracy e dell’importanza internazionale del premio.

IL WEEK END DI CHIUSURA ALL’INSEGNA DELL’INDIE DI QUALITÀ

Il week end conclusivo di questa edizione di Alice nella città sarà all’insegna dell’indie di successo.

Alle 12.00 di sabato 22 sarà proiettato in anteprima in Sala Sinopoli il film d’animazione Rock Dog, una coproduzione tra Cina e USA che racconta la storia di Bodi, un simpatico mastino tibetano, il cui padre vorrebbe seguisse le sue orme come guardiano di un gruppo di pecore che vivono nel loro villaggio. Ma Bodi ha un altro sogno: trasferirsi in città e diventare una rock star.

Alle 18.00 di sabato 22 verrà presentato il piccolo caso cinematografico Funne-le ragazze che sognavano il mare, di Katia Bernardi. Un gruppo di giovani ottantenni organizzano una gita al mare: un evento unico per loro che l’hanno mai visto. Si organizzano per raccogliere i fondi, preparano i bagagli e partono per la gita che cambierà la loro vita. Un documentario divertente e toccante, presentato nella sezione KINO PANORAMA ITALIA di Alice nella città.

Per concludere, la sera del 22 ottobre sarà proiettato alle 20.30 il film Swiss Army Man, uno dei più acclamati dalla stampa in questa edizione di Alice nella città. Hank, naufragato su un’isola deserta, sta per uccidersi quando nota un cadavere portato sulla spiaggia dalle onde. Hank ci fa amicizia, lo chiama Manny, per scoprire solo più tardi che il suo nuovo amico non solo può parlare ma ha una miriade di abilità sovrannaturali… che potrebbero aiutarlo a tornare a casa. Dopo aver sbalordito il SUNDANCE 2016, il chiacchierato film dei DANIELS arriva ad Alice nella città per incantare il pubblico italiano.

Festa di Roma 2016: La Caja Vacia recensione del film di Claudia Sainte-Luce

Arriva alla Festa del Cinema di Roma il secondo lungometraggio di Claudia Sainte-Luce, La Caja Vacia, firmandone la sceneggiatura, la regia e interpretandolo come protagonista insieme a Jimmy Jean-Louis. In Selezione Ufficiale, il film è un sincero racconto tra i sentimenti inespressi di un padre e una figlia, riuniti grazie ad una malattia che porta a galla ricordi sia belli che brutti.

Nel caotico aeroporto di Città del Messico lavora Toussaint (Jimmy Jean-Louis), un immigrato haitiano, che a seguito di un incidente viene portato in ospedale. La figlia Jazmin (Claudia Sainte-Luce) viene chiamata e le viene richiesto di non lasciare mai solo il padre: peccato però che i due non si sentivano da anni, divisi in passato da qualche evento traumatico, tanto da farli stare sulle difensive sin dalle prime battute. Ma nonostante questo Jazmin se lo porta casa con se, tra richieste assurde e brontolii. Lei è una ragazza indipendente, sogna di scrivere testi teatrali ma nel frattempo fa la cameriera e lavora da casa come social media manager. L’incidente porta Toussaint a scoprire di avere una grave malattia e tra allucinazioni, ricordi e fantasmi, rivive la sua vita mentre cerca di andare avanti, aiutato da Jazmin che senza accorgersene si riaffeziona a lui.

La caja VacaCon un procedere lento, La Caja Vacia ci porta all’interno della vita di queste due persone, due anime che si rincontrano dopo tanto tempo ma non hanno molto da dirsi. La terribile malattia di Toussaint ci fa rivivere il suo interessante viaggio di emigrato attraverso flashback dai colori saturi in contrasto con i bui e polverosi interni della quotidianità, non riuscendo però a darci tutti i pezzi per capire la sua storia fino in fondo.

Il film si sviluppa quasi ad episodi, con una Claudia Sainte-Luce davvero notevole e diversi momenti emozionanti. Manca però qualcosa e La Caja Vaca non riesce a portare a termine la sua missione, annoiando in molte parti e lasciando lo spettatore con diverse, troppe domande.

 

Cicogne in Missione: lo speciale sul doppiaggio – video

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Cicogne in Missione: lo speciale sul doppiaggio – video

Ecco uno speciale video sul doppiaggio di Cicogne in Missione, il nuovo film d’animazione prodotto dalla Warner Bros e diretto da Nicholas Stoller e Doug Sweetland. Cicogne in Missione è stato presentato alla Festa di Roma 2016.

Ecco il video a seguire:

Cicogne in missione: la recensione del film

Dopo l’enorme successo di The Lego Movie la Warner Animation Group ci regala una storia originale sulla celebre leggenda delle cicogne. Una visione completamente nuova e spassosissima che vi farà amare i suoi protagonisti dal primo istante.

Cicogne in missioneSinossi: Le cicogne portano i bambini… o almeno una volta era così. Adesso consegnano i pacchi per Cornerstore.com, il gigante del commercio online. Junior, il miglior impiegato dell’azienda, è sul punto di ricevere una promozione quando per sbaglio attiva la Macchina Fabbrica-Bambini, dando così vita a una bimba adorabile e assolutamente non autorizzata. Nel disperato tentativo di recapitare questo fagottino di problemi prima che il capo se ne accorga, Junior e la sua amica Tulip, l’unica umana a Stork Mountain, iniziano una corsa contro il tempo per portare a termine la loro prima consegna, intraprendendo un viaggio frenetico e rivelatore durante il quale più di una singola famiglia potrebbe trovare la felicità e le cicogne potrebbero tornare a svolgere la loro vera missione.

Festa di Roma 2016: The Long Excuse recensione del film di Miwa Nishikawa

Dopo aver fatto il suo debutto all’ultima edizione del Festival di Toronto (TIFF), The Long Excuse, il nuovo film della regista e sceneggiatrice Miwa Nishikawa, è arrivato anche alla Festa del Cinema di Roma.

the long excuse

Tratto da un romanzo dalla stessa regista, il film racconta la storia di Sachio Kinugasa (Masahiro Motoki), uno scrittore in crisi, che deve fare i conti con l’improvvisa morte di sua moglie in un grave incidente stradale. Da tempo bloccato in un matrimonio senza amore, Sachio dovrà affrontare il suo dolore o la mancanza di esso e mantenere le apparenze davanti ad amici e parenti. Ad aiutarlo sarà incredibilmente un uomo comune Yoichi (Pistol Takehara), padre di due splendidi bambini, travolto anche lui dalla stessa tragedia; le due donne erano infatti sullo stesso bus precipitato nel vuoto.

the long excuse

Con The Long Excuse la Nishikawa crea una vera e propria dark comedy made in japan riuscita anche se non al cento per cento. La regista infatti affronta, come nella migliore tradizione giapponese, il tema del lutto e del dolore ma lo fa servendosi di un protagonista decisamente negativo; Sachio è infatti un uomo estremamente egoista e un marito fedifrago che sente di stare affogando nel senso di colpa per aver trascorso l’ultima notte di sua moglie da viva con un’altra donna. Non riuscendo a gestire tutti questi sentimenti contrastanti, il protagonista cerca di espiare i propri peccati cambiando completamente stile di vita e aiutando Yoichi e i suoi figli a superare questo difficile momento.

the long excuse

Nonostante le buone intenzioni della regista, il film in sé risulta poco unitario e pieno di alti e bassi; la contaminazione di generi inoltre genere uno strano miscuglio cinematografico, quasi una commedia grottesca, che associa a momenti di estrema comicità e dolcezza – in particolar modo le scene tra Sachio e i figli di Yoichi – altri molto più seriosi ed intrisi di drammaticità, come in un estenuante rollecoaster emozionale.

Logan, il regista commenta il trailer: cicatrici, X-23 e divieto

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Logan, il regista commenta il trailer: cicatrici, X-23 e divieto

Il trailer di Logan diffuso ieri on-line ha generato altissime aspettative, dato il tono e lo stile che sembrano trapelare del breve filmato promozionale. Parlando con Empire, il regista James Mangold ha commentato alcuni degli interrogativi più incalzanti che sono stati destati dal trailer stesso.

In primo luogo, all’inizio del video, vediamo la schiena di Logan coperta di cicatrici. Secondo Mangold si tratta di un indebolimento della sua mutazione, o meglio un cambiamento nel processo di guarigione di Wolverine. Con gli anni, la guarigione istantanea rallenta e genera cicatrici profonde, come quelle che abbiamo visto proprio nel trailer.

In secondo luogo, il regista non ha voluto confermare il ruolo di Dafne Keen, che chiaramente sembra a tutti essere Laura/X-23, sia per una certa attinenza con la storia originale, sia per quello che si deduce dalle parole di Xavier (Patrick Stewart) nel trailer.

Infine, James Mangold ha commentato il rating del trailer. La violenza che vediamo nel trailer è solo un assaggio di quello che il regista vuole rendere nel film. Non si tratta di qualcosa di diverso o estraneo al personaggio, ma di un modo più realistico di rendere quell’ambientazione cruda e feroce che appartiene al mondo di Wolverine.

Che ve ne pare?

Logan: primo trailer italiano con Hugh Jackman

Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta (se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta di Robert Downey Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con Logan.

Il film ha un’uscita prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James Mangold (già regista di Wolverine L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh Jackman, Boyd Holbrook, Richard E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La Salle, Elise Neal ePatrick Stewart.

Doctor Strange: le foto dalla premiere mondiale del film

Si è tenuta ieri al TCL Chinese Theatre di Hollywood la premiere mondiale di Doctor Strange. Sul tappeto rosso allestito per l’occasione hanno sfilato tutti i protagonisti del film, da Benedict Cumberbatch a Tilda Swinton, passando per Mads Mikkelsen e Rachel McAdams.

Ecco gli scatti della serata:

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L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Doctor Strange animatore per feste di compleanno: il video dal Jimmy Kimmel Live

Nocturnal Animals: Amy Adams e Jake Gyllenhaal nel nuovo trailer

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Nocturnal Animals: Amy Adams e Jake Gyllenhaal nel nuovo trailer

La Focus Features ha pubblicato in rete un nuovo trailer di Nocturnal Animals, il secondo film da regista di Tom Ford presentato in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2016 dove ha vinto il Gran Premio Della Giuria. Protagonisti del film Jake Gyllenhaal e Amy Adams.

Ecco il video:

Venezia 73: Nocturnal Animals recensione del film di Tom Ford

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Il progetto, prodotto dalla Focus Features, adatta il romanzo di Austin Wright Tony e Susan e il cast comprende già Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon e Kim Basinger.

Nocturnal AnimalsLa storia racconta di una donna (Adams) di nome Susan che riceve un manoscritto dal suo ex-marito, un uomo che ha lasciato 20 anni prima, chiedendo la sua opinione.

Il libro segue poi due storie: la storia nel romanzo, dal titolo Nocturnal Animal, che racconta di un uomo (Gyllenhaal) la cui vacanza in famiglia diventa violenta e mortale; e la storia di Susan, che si ritrova a ricordare il suo primo matrimonio e ad affrontare alcune oscure verità riguardo se stessa.

Fonte: CS

7 Minuti: recensione del film di Michele Placido

7 Minuti: recensione del film di Michele Placido

7 Minuti è stato presentato all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma e arriverà nelle sale italiane il 3 novembre. Cosa sei disposto a fare pur di lavorare? Potrebbe essere racchiusa in questa domanda apparentemente semplice – ma in realtà carica di insidie – la nuova fatica da regista di Michele Placido, dal titolo 7 Minuti.

I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale. Sembra che non siano previsti licenziamenti: operaie e impiegate possono quindi tirare un sospiro di sollievo. Ma c’è una piccola clausola nell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica. Undici donne dovranno perciò decidere per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare la richiesta dell’azienda.

Ispirandosi a una storia vera avvenuta in Francia nel 2012, Placido e lo sceneggiatore Stefano Massini mettono in scena una storia dalle radici lontane ma sempre di grande attualità, fortemente legata alla società in cui viviamo; una società che ci ha insegnato soltanto ad avere paura del futuro, a scendere a compromessi, ad accettare passivamente qualsiasi condizione, anche umiliante.

7 Minuti, il film di Michele Placido

Servendosi di una struttura dall’impianto teatrale e dal forte richiamo internazionale, il film racconta di undici donne di nazionalità diverse chiamate a decidere in pochissimo tempo del loro futuro, in un crescendo tensivo molto ben costruito dove emergono personalità, bisogni e disperazione.

Lo spazio circoscritto dettato dall’ambiente unico in cui si svolge principalmente il film (la fabbrica) si sposa alla perfezione con una regia che punta a stare letteralmente addosso alle sue “combattenti” (diverse per estrazione sociale, per modo di porsi l’una nei confronti dell’altra, per idee e capacità di ascolto), enfatizzando così la potenza drammaturgica non solo dei dialoghi, ma dell’intera storia.

Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Violante Placido, Maria Nazionale, Fiorella Mannoia e Ottavia Piccolo sono tutte carismatiche e sorprendenti nel loro rappresentare degli archetipi che fungono da specchio di una società che esiste e di una condizione (non solo femminile) che riguarda in prima persona anche lo spettatore, sia quello che hai già combattuto le sue battaglie, sia quello che si affaccia per la prima volta alle difficoltà e alle impervie del mondo del lavoro.

7 Minuti

Nonostante un didascalismo che in alcuni momenti spezza la discreta riuscita generale del prodotto, 7 Minuti è un film che rivendica l’importanza della messa in discussione, del dialogo come momento di aggregazione e confronto, della forza individuale e collettiva come slancio per riuscire davvero a cambiare le cose, e non pensare sempre che il nostro destino possa essere imposto e deciso dagli altri.

Festa di Roma 2016: La última tarde recensione del film di Joel Calero

In una cittadina sulle coste del Perù, un uomo e una donna si incontrano in un ufficio comunale davanti a un giudice per firmare le pratiche del loro divorzio. Non si vedono da diciannove anni, vivono in città diverse e le loro vite hanno preso strade completamente differenti. Ma un disguido burocratico li costringe ad attendere molte ore in attesa del ritorno del giudice. Trascorrono così la giornata insieme, passeggiando e chiacchierando. Sono entrambi ex militanti radicali di sinistra obbligati a un distacco forzato in una situazione fortemente drammatica. Ricordano insieme quanto avvenuto, facendo affiorare scomode verità, si raccontano delle loro vite e si trovano costretti a un confronto forzato e a capire quanto ancora siano importanti l’uno per l’altra.

Con La última tarde, Joel Calero costruisce un film misurato, doloroso e profondo, su due persone. Lo fa con uno sguardo particolare, spiandoli mentre passeggiano e riprendendoli con continui piani sequenza nei quali dialogano intimamente. Mette in scena un grande lavoro sulla psicologia più profonda di un uomo e una donna, che partendo da piccole confessioni arrivano a toccare temi dolorosi, posizioni etiche e politiche, fino alle scelte e alle azioni che hanno influito pesantemente sulla vita di entrambi.

La última tarde recensione

La última tarde è retto magnificamente tutto sulle spalle di due attori di grande bravura: Katerina D’Onofrio e Lucho Cáceres. Loro, con grande naturalezza, riescono a sostenere per tutta la  lunghezza della storia l’invadente presenza della macchina da presa, che non li lascia un solo momento, trovandosi nella maggior parte delle sequenze a pochissima distanza da loro.

Un film semplice quanto difficile, doloroso, estremamente intimo, che scava spietatamente nell’animo di due persone comuni per toccare i momenti drammatici della storia di un intera nazione.

Festa di Roma 2016: La Mujer del Animal recensione del film di Victor Gaviria

Rappresentante della Colombia alla Festa di Roma 2016, arriva oggi La Mujer del Animal, il nuovo film di Victor Gaviria che racconta una storia grezza e feroce, nella più classica e violenta delle dinamiche tra uomo e donna, dove il primo è l’animale del titolo, il predatore, e la seconda si fa preda, per poi, a un certo punto, insorgere.

La diciottenne Amparo viene scoperta a fare uno scherzo alle suore del convento in cui vive. Per questo viene espulsa e mandata a vivere con la sorella in una baraccopoli alla periferia di Medellin. La giovane donna viene colta di sorpresa quando diviene l’oggetto del desiderio di Libardo, noto a tutti come “l’animale”, che la rapisce e la costringe a sposarlo. Quando Amparo dà alla luce una figlia e l’animale la sposta di casa in casa, scopre che c’è un’altra donna mantenuta da lui, così decide che è arrivato il momento di prendere una posizione, ma le minacce dell’animale non conoscono limiti. È una bomba a orologeria pronta a esplodere, e Amparo è determinata a mettere la sua bambina in salvo.

La Mujer del Animal recensione

Gaviria mette in scena un dramma che nelle baraccopoli di Medellin era considerato “normale”, una violenza che si manifestava senza eccezioni, anche a porte aperte, e che sembrava dovesse rappresentare per sempre lo stato delle cose. In La Mujer del Animal la bruttezza, la violenza è percepita già dall’inizio, nello stile di regia rozzo e mosso, che preannuncia uno scoppio assurdo e cruento che chiude il film seminando una sensazione di spossatezza, incredulità quasi.

Il tutto però resta in tema, seguendo il nomigliolo di  Libardo, che ne annuncia la brutalità già in tempi non sospetti. E Graviria, attraverso questo personaggio, vuole denunciare l’abitudine, la normalità, ancora, la violenza. Paradossalmente però, la denuncia non porta a un’azione di conseguenza, ma resta nell’aria, sospesa, sullo schermo luminoso di una sala buia.La Mujer del Animal

Tom Cruise ricrea con James Corden gli stunt più famosi dei suoi film

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Ospite al The Late Late Show di James Corden, Tom Cruise ha ricreato, insieme al suo ospite, gli stunt più famosi di tutti i suoi film. Dal ballo scatenato di Risky Business al volo di Mission Impossible Rogue Nation ecco l’esilarante video:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=ytEgqN-BdKA

L’attore ha partecipato allo show per promuovere il suo nuovo film action Jack Reacher Punto di non Ritorno.

Jack Reacher Punto di Non Ritorno: trailer italiano con Tom Cruise e Cobie Smulders

Nel cast di Jack Reacher Punto di Non Ritorno ci sono Tom Cruise, Cobie Smulders, Aldis Hodge, Danika Yarosh e Patrick Heusinger.

Edward Zwick, che aveva già diretto Tom in L’Ultimo Samurai, tornerà a lavorare con la star di Hollywood per il film che arriverà nei cinema USA il 21 ottobre 2016.

Di seguito la sinossi del primo film: In una città pacifica e tranquilla, cinque persone sono uccise da un cecchino. Gli indizi portano velocemente ad un ex soldato di nome James Barr. Tace durante l’interrogatorio, ma scrive il nome di Jack Reacher, un ex poliziotto militare. Durante il trasporto verso il carcere viene lasciato in balia di altri carcerati che lo riducono in coma. La polizia non ha idea di come rintracciare Jack Reacher ma è lui a presentarsi spontaneamente, intenzionato a confermare la condanna di Barr a causa di un crimine da lui commesso in passato, ma sa anche che questi non avrebbe mai chiesto il suo aiuto se fosse davvero colpevole.

Tra i prossimi progetti di Tom Cruise figurano lo sci-fi Mena, che lo vedrà di nuovo collaborare con Doug Liman (già regista di Edge of Tomorrow), e l’annuncio reboot de La Mummia. L’attore tornerà anche protagonista dell’annunciato sesto capitolo della saga di Mission Impossible.

Doctor Strange animatore per feste di compleanno: il video dal Jimmy Kimmel Live

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In occasione della promozione di Doctor Strange, da noi in Italia il prossimo 26 ottobre, Benedict Cumberbatch è stato ospite al Jimmy Kimmel Live! prestandosi a interpretare una versione… alternativa dello Stregone Supremo.

Ecco l’esilarante video di seguito:

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Dai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Genius: recensione del film con Colin Firth

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Genius: recensione del film con Colin Firth

Presentato già al Festival di Berlino 2016, Genius, di Michael Grandage, è stato scelto anche dalla Festa di Roma 2016 per far parte della selezione ufficiale. Nella sua didascalica semplicità, il film, scritto dal quasi sempre ottimo John Logan, racconta della tormentata storia d’amicizia tra Maxwell Perkins, editor della celebre Charles Scribner’s Sons che pubblicò Ernest Hemingway e F. Scott Fitzgerald, e Thomas Wolfe, scrittore dal torrenziale ingegno. Il film si concentra sull’incontro trai due e sul lavoro che entrambi hanno affrontato per portare alla luce due dei romanzi più famosi di Wolfe, Look Homeward, Angel e Of Time and the River. Mentre i due uomini di ingegno (di genio, come da titolo) si lasciano prendere dal vortice delle parole, costruendo parallelamente un’atipica ma solida amicizia, le loro vite rischiano di dissolversi a causa della difficoltà di coltivare gli affetti familiari.

Grandage si affida a un tono molto rassicurante che segue servilmente la storia cronologicamente raccontata, avvalendosi di volti noti imbrigliati in parti che non ne sostengono il talento. In particolare Colin Firth, nei panni di Perkins, soffre di un ruolo che lo vede costretto palesemente a recitare per sottrazione un personaggio da cui ci si aspetterebbe più carisma. Al contrario, Jude Law, a cui è affidato l’esuberante ruolo di Wolfe, è eccessivo oltre ogni misura, non giustificando la contrapposizione netta e semplicistica trai due ruoli. In mezzo a loro una melodrammatica Nicole Kidman interpreta la moglie di Wolfe, una donna che lasciò tutto per seguire la passione per questo affascinante e logorroico scrittore.

Genius: trailer del film con Jude Law e Colin Firth

Se nella prima parte il film si concentra con efficacia sulle parole, sul loro valore e sul ruolo fondamentale dell’editor, incaricato di razionalizzare un lavoro d’arte che altrimenti non avrebbe spazio sul mercato e finirebbe per essere inconcludente flusso di coscienza, la seconda parte del film lascia andare questo vibrante tema e si focalizza sulla vicenda personale, decisamente meno interessante. La lotta che Wolfe e Perkins portano avanti su ogni riga, ogni descrizione, ogni dorata parola da tagliare, salvare, spostare, è molto più potente dei litigi e delle reciproche accuse che Max e Tom si rivolgono nella seconda parte del racconto.

Con Genius, Michael Grandage confeziona un biopic più che tradizionale che troppo presto lascia andare il guizzo di originalità cui si aggrappa all’inizio, sprecando l’occasione per una profonda riflessione su quale sia effettivamente il genio, se l’artista che dialoga direttamente con la Musa, o la mente che si incarica di fare da tramite tra quell’opera e il pubblico che accoglierà e renderà così immortale l’arte stessa.

Genius

Festa di Roma 2016: Goodbye Berlin recensione del film di Fatih Akin

L’acclamato autore di Soul Kitchen e de La Sposa turca, realizza un film per ragazzi, certamente non all’altezza dei suoi lavori precedenti. Goodbye Berlin è il classico on-the-road di formazione adolescenziale destinato a un pubblico giovane e quindi trattato in maniera garbata, prevedibile, senza mai prendere posizioni radicali o muoversi in territori che potrebbero risultare scabrosi.

Il film di Fatih Akin racconta una manciata di giorni alla fine della scuola di due ragazzi, Maik, di buona famiglia e carico di tutte le frustrazioni e le insicurezze tipiche della sua età, con una madre alcolizzata e un padre menefreghista, e Tschik, un ragazzo disadattato ed evitato da tutti, che si definisce uno zingaro ebreo. I due, dopo la ritrosia iniziale, fanno amicizia e partono insieme su una Lada rubata per raggiungere la Valachia. Ne combinano di tutti i colori, incontrando tanti personaggi sulla loro strada e facendo danni a non finire. La sceneggiatura è basata sul romanzo cult tedesco di Wolfgang Herrndorf.

Goodbye Berlin è un classico on-the-road di formazione

Il risultato è godibile e spensierato, anche se a tratti si avvertono troppe ingenuità e quei meccanismi tipici di tanti prodotti per ragazzi ormai omologati e riservati a una fruizione televisiva. Molto forzato e improbabile per esempio l’incontro con un’altra adolescente in fuga in una fabbrica abbandonata.

Vedendo Goodbye Berlin non si può non pensare allo strabiliante Microbo e Gasolina del buon Michel Gondry, ma siamo veramente molto distanti, e non bastano delle scelte indovinate, come l’utilizzo di un vecchio brano su musicassetta di Richard Clayderman, o sparute situazioni demenziali,  a elevare il film.

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