Guarda due clip del nuovo
film di Yorgos Lanthimos,
Il Sacrificio del Cervo Sacro regista di The
Lobster, ed è stato presentato in Concorso al Festival
di Cannes 2017, dove ha vinto il Premio alla Miglior
Sceneggiatura.
Interpretato da Colin Farrell e
Nicole Kidman, vede sullo schermo accanto a loro anche i giovani e
talentuosi Barry Keoghan, Raffey Cassidy e Sunny Suljic.
Il Sacrificio del Cervo Sacro, la
trama
Steven (Colin Farrell) è un famoso
chirurgo cardiotoracico. Insieme alla moglie Anna (Nicole Kidman) e
ai loro due figli, Kim (Raffey Cassidy) e Bob (Sunny Suljic), vive
una vita felice e ricca di soddisfazioni. Un giorno Steven stringe
amicizia con Martin (Barry Keoghan), un sedicenne solitario che ha
da poco perso il padre, e decide di prenderlo sotto la sua ala
protettrice. Quando il ragazzo viene presentato alla famiglia,
tutto ad un tratto, cominciano a verificarsi eventi sempre più
inquietanti, che progressivamente mettono in subbuglio tutto il
loro mondo, costringendo Steven a compiere un sacrificio
sconvolgente per non correre il rischio di perdere tutto. Il
Sacrificio del Cervo Sacro uscirà in Italia con Lucky Red il
prossimo 28 Giugno.
Dopo lo speciale appuntamento di
pre-apertura domenica 7 marzo con una giornata interamente dedicata
al cinema italiano di genere, lunedì 8 marzo si alza il sipario
sulla 30° edizione di Noir in Festival, in
programma fino al 13 marzo in streaming gratuito su tutto il
territorio nazionale sulla piattaforma MYmovies.it e sui canali social del
festival (Facebook, YouTube, Instagram).
Per celebrare questo importante anniversario in un’edizione che
non potrà godere del calore del pubblico ma che avrà un ricco
programma di proiezioni, talk e masterclass tutte disponibili
online, il Noir in Festival non rinuncia a presentare in cartellone
grandi nomi internazionali del cinema e della letteratura a tinte
noir.
Nel segno della donna, cui è idealmente dedicata questa edizione
che prende il via proprio l’8 marzo, saranno tra le protagoniste di
questa edizione: Jennifer Kent, regista
australiana che con Babadook e The
Nightingale è riuscita ad imporsi come una delle voci più
interessanti del panorama cinematografico attuale (8 marzo ore
17.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube); la scrittrice
svedese Camilla Läckberg (9
marzo ore 17.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), indiscussa regina
del giallo scandinavo, qui in veste di autrice della serie
tv Hammarvick di cui il Noir ospiterà in
anteprima le prime due puntate prima della messa in onda a maggio
su laF; accanto a lei altre due straordinarie autrici
ovvero Alicia Giménez-Bartlett (11 marzo
ore 18.00, Facebook/ Youtube) e Charlotte
Link con il suo nuovo best seller Senza
Colpa (12 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube). Il
parterre internazionale si completa con il vincitore del Premio
Chandler John Banville (12 marzo ore
12.00, Facebook/ Youtube), l’autore best
seller Anthony Horowitz noto anche per
il suo grande successo con la serie tv Alex
Rider (11 marzo ore 19.00, Facebook/ Youtube), l’Honorary
Award di questa edizione Kurosawa
Kiyoshi (10 marzo ore 17.00, Mymovies/ Facebook/
Youtube) e il regista Brian Yuzna, che
riceverà invece il Premio Luca Svizzeretto (11 marzo ore 17.00,
Mymovies/ Facebook/ Youtube).
Ma si daranno appuntamento sul palco
virtuale del festival anche i protagonisti italiani tra cinema e
letteratura noir. I Manetti Bros., veterani
del Noir in Festival, che nella serata di chiusura saranno
protagonisti di un incontro dedicato al loro cinema con alcune
immagini inedite del nuovo attesissimo Diabolik,
grazie alla collaborazione con Rai Cinema e 01 Distribution (12
marzo ore 19.30, Mymovies/ Facebook/ Youtube); l’incontro con le
tre menti creative delle factory Groenlandia e Ascent
Films, Matteo Rovere, Andrea
Paris e Sydney Sibilia, che
riceveranno il Premio Speciale Caligari (12 marzo ore 16.00,
Mymovies/ Facebook/ Youtube); Antonietta De
Lillo che sarà tra i protagonisti del focus dedicato
a Lucio Fulci (9 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube) e presenterà
in anteprima il suo Fulci Talks, conversazione
omaggio al maestro del cinema di genere Lucio Fulci cui è dedicata
la retrospettiva di quest’anno; Luca
Miniero e Lunetta Savino,
regista e interprete della fortunata serie targata Rai
1 Lolita Lobosco, che dialogheranno insieme
all’autrice dei romanzi Gabriella
Genisi (8 marzo ore 11.00, Youtube/ Facebook); le
protagoniste del panel tutto al femminile sulle “donne in
nero” Margherita Oggero, Grazia Verasani, Rosa
Teruzzi, Antonella Lattanzi e Francesca
Serafini (8 marzo ore 18.00, Facebook/ Youtube). E
poi ancora, tre maestri del genere come Roberto
Costantini (9 marzo ore 18.00, Facebook/
Youtube), Gianrico Carofiglio (12 marzo ore
18.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), Maurizio De
Giovanni (10 marzo ore 18.00, Facebook/
Youtube); Nicola Lagioia, autore
de La città dei vivi, uno dei casi letterari
dell’anno (11 marzo ore 11.00, Facebook/
Youtube); Chiara
Lalli e Cecilia Sala, autrici
dell’acclamato podcast Polvere, in una conversazione
con Gaetano Savatteri (10 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube); i
nuovi romanzi di Paolo Roversi (12 marzo
ore 19.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), Silvio
Danese (8 marzo ore 18.00, Facebook/
Youtube), Livia Sambrotta, l’esordio
letterario
di RobertoCimpanelli (8
marzo ore 19.00, Facebook/ Youtube) e il focus
di Federico
Greco sull’universo Star
Wars in dialogo con Elisabetta
Sgarbi (11 marzo ore 12.00, Facebook/ Youtube).
Infine le masterclass di Adrian
Wotton su John Ford (9 marzo ore 12.00, Facebook/
Youtube) e di Mario Serenellini sulle
sedute di sceneggiatura di Marnie di Alfred
Hitchcock (10 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube).
Accanto alle conversazioni e alle masterclass, il programma del
Noir in Festival si completa con il vasto palinsesto
cinematografico: i 6 titoli del Premio
Caligari per il miglior noir italiano dell’anno
assegnato da una giuria presieduta da Claudio
Giovannesi (presentati in una speciale maratona
domenica 7 marzo e disponibili per 24 ore dalla mezzanotte di
sabato fino alla mezzanotte di domenica), la proiezione dei film di
apertura e chiusura, Bastardi a mano armata di
Gabriele Albanesi (7 marzo ore 21.00) e Les
Apparances di Marc Fitoussi (12 marzo ore 21.00), gli
eventi speciali, la retrospettiva dedicata a Lucio Fulci e,
ovviamente, i film del Concorso Internazionale in lizza per
il Black Panther Award assegnato da una
giuria composta da Carlo Degli Esposti, Camilla
Filippi e Gianluca Maria
Tavarelli, tutti disponibili in streaming gratuito su
Mymovies solo per 24 ore dal momento di programmazione.
La storica
trasmissione di Radio 2 Rai Il Ruggito del
Coniglio parteciperà alla 29. Edizione del Bellaria
Film Festival. Gli intramontabili Antonello Dose e Marco Presta
condurranno le puntate del 2 e del 3 giugno in diretta da Bellaria
come ogni mattina dalle 8.00 alle 10.00. Protagonista assoluto sarà
il pubblico del festival che parteciperà in studio alla diretta
radiofonica.
Uscirà nelle sale il 21 settembre
Il rosso e il blu l’ultima fatica di
Giuseppe Piccioni prodotta e patrocinata dal
Ministero per i beni e le attività culturali in compartecipazione
con la Bianca Film.
In Il rosso e il
blu Roma, giorni nostri. In un liceo della periferia
romana si intrecciano le storie personali e professionali di vari
personaggi: la preside dell’istituto (Margherita
Buy) vive con estrema freddezza e distacco il suo lavoro e
ogni suo rapporto interpersonale, un anziano ed erudito professore
di storia dell’arte (Roberto Herlitzka) si trascina stanco e
svuotato nel pieno e più sarcastico disprezzo di ogni suo alunno
mentre un giovane supplente di lettere (Riccardo
Scamarcio) cerca di trasmettere interesse ai
suoi studenti forte di un entusiasmo ancora intatto.
Una commedia sentimental-scolastica
la potremmo definire in quanto la scuola è indubbiamente al centro
della trama narrativa, la scuola inquadrata e affrontata da diverse
angolazioni e prendendo in considerazione tematiche e aspetti
diversi. In primo piano il rapporto professori-alunni, eterno
conflitto generazionale, sociale e culturale che qui viene
descritto e rappresentato nelle sue varie forme: nel confronto
glaciale e sordo tra un vecchio professore completamente sfiduciato
e giunto alla conclusione dell’inutilità dell’insegnamento; nel
generoso e volitivo impegno con cui un giovane e motivato supplente
si arma per infondere anche il minimo interesse nei ragazzi.
Roberto Herlitzka è semplicemente
straordinario nel vestire i panni del vecchio, forse troppo per la
parte, e colto professore ormai prossimo alla pensione. Stanco non
solo dell’insegnamento ma anche della vita, vive solo in una grande
casa sommersa di libri e saggi di ogni genere in cui ospita
settimanalmente giovani e belle avventrici “occasionali”. La sua
vastissima conoscenza lo isola al mondo e al prossimo da cui si
tiene lontano attraverso meravigliosi e divertentissimi dialoghi
carichi di sarcasmo e sagacia. Nutre propositi suicidi ma una
vecchia alunna gli farà capire che non tutto è stato inutile, che
non tutto è perduto.
Forse non solo per esigenze di
copione il buon Scamarcio si approccia e si accosta con timidezza e
ossequioso rispetto di fronte all’anziano e bravissimo collega,
interpretando con discreta credibilità il ruolo del giovane
supplente ancora carico di buoni propositi.
Non certo meno importante la
terza storia che vede protagonista Margherita Buy
la quale da preside e donna algida e insensibile si scioglie e apre
il proprio cuore grazie allo strano e casuale rapporto con un
alunno problematico. La Buy, che sino a tutti gli anni ’90 è stata
una vera e propria musa ispiratrice per il regista ( ricordiamo tra
i tantissimi Fuori dal mondo, ’98), non riesce a
sorprenderci nemmeno questa volta, offrendo un’interpretazione
assolutamente in linea con il suo solito, e a nostro avviso,
limitatissimo canovaccio artistico.
La sceneggiatura non originale si
basa sull’omonimo romanzo scritto dallo scrittore ed editorialista
di Repubblica Marco Lodoli, a suo tempo professore
di Lettere in un Istituto professionale di Roma. Il rosso e
il blu è indubbiamente interessante e ben diretto e
soprattutto cerca di presentare la questione “scuola” senza voler
demonizzare o esaltare in modo retorico insegnanti o alunni;
l’introspezione dei personaggi e i loro risvolti interiori
prevalgono su una trama narrativa non particolarmente intricata o
ricca di svolte e colpi di scena e questo permette al film,
soprattutto nel finale, di eludere saggiamente il pericolo di
prevedibilità.
Un plauso particolare ai giovani
ragazzi che ben si comportano al cospetto dei tre attori
professionisti con cui si confrontano in un’alternanza di
complicità, distacco e affetto. Il rosso e il blu
è un film sulla scuola e su coloro che la popolano ogni giorno; un
mondo chiuso all’esterno e che l’esterno osserva con diffidenza e
quasi fastidio, sicuramente scetticismo. Ed invece sia Lodoli che
Piccioni vogliono dirci quanto la classe, l’istituto ed i suoi
professori siano solo una componente nella crescita dei ragazzi; le
famiglie, spesso assenti o distratte, devono fare la loro parte,
devono collaborare e unirsi in quella ardua quanto nobile crociata
per far si che i propri figli diventino un giorno…brave
persone.
Franco Zeffirelli, una delle più
grandi personalità italiane nel mondo, geniale, colto e
raffinatissimo, ha celebrato, sul palcoscenico come in pellicola,
il mondo dei sentimenti e quello dell’arte.
Uscirà nelle nostre sale a giugno Rock
of Ages, adattamento cinematografico dell’omonimo musical di
Broadway.
La protagonista della storia é una
giovane ragazza di una cittadina del Kansas che per realizzare i
propri sogni si trasferisce a Los Angeles. Nel Bourbon Room,
celeberrimo locale destinato alla demolizione, incontra un ragazzo
che sogna di diventare una rock star. La loro storia viene vissuta
sulle note dei grandi successi musicali che hanno caratterizzato la
fine degli anni ’80.
Dopo aver superato i 100 milioni di
dollari a livello globale lo scorso fine settimana, il regista di
Il Robot Selvaggio (qui
la recensione) Chris Sanders ha confermato
questa mattina a Deadline Contenders che un
sequel del film è in arrivo e attualmente in fase di sviluppo
presso la DreamWorks Animation. “Al 100% sì, ci sono
assolutamente piani per un secondo film”, ha confermato
Sanders.
Il tre volte candidato all’Oscar
Sanders – sceneggiatore e regista di Dragon Trainer, I Croods e
Lilo & Stitch della Disney – ha diretto il film
d’animazione da una sceneggiatura da lui stesso scritta. Il film è
prodotto da Jeff Hermann (The Boss Baby 2:
Family Business della DreamWorks Animation; co-produttore
della serie Kung Fu Panda).
Nel film, che è un adattamento
dell’omonimo bestseller pluripremiato di Peter
Brown, il premio Oscar Lupita Nyong’o interpreta un robot chiamato
ROZZUM unità 7134 – in breve “Roz” – che naufraga su un’isola
disabitata e deve imparare ad adattarsi al duro ambiente
circostante, costruendo gradualmente relazioni con gli animali
dell’isola e diventando il genitore adottivo di un papero orfano.
Il Robot Selvaggio è il primo della trilogia di
libri scritti da Brown. La fuga del robot selvaggio è il
secondo libro della serie, che si presume sarà fonte d’ispirazione
per l’annunciato sequel.
Lupita Nyong’o è la voce di Il Robot Selvaggio
Parlando dell’ispirazione dietro la
sua performance vocale nella foto, Nyong’o ha scherzato dicendo di
aver preso appunti da “voci AI come Alexa e Siri”.
“Alexa, Siri e sapete quelle voci su TikTok e Instagram che
sono così positive e che non sbagliano mai nulla. È una sorta di
atteggiamento di “can-do””, ha detto. “Questo è stato il
punto di partenza per Roz e il suo viaggio verso
l’autorealizzazione e l’evoluzione dell’espressione di
sé”.
Dalla DreamWorks Animation arriva Il Robot
Selvaggio, il nuovo adattamento di una straordinaria opera
letteraria, l’amato e pluripremiato bestseller del New York Times
n. 1 di Peter Brown, Il Robot
Selvatico.
L’epica avventura segue il viaggio
di un robot – l’unità ROZZUM 7134, abbreviato “Roz” – che dopo un
naufragio si ritrova su un’isola disabitata dove dovrà imparare ad
adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente
relazioni con gli altri animali dell’isola e adottando un’ochetta
orfana.
Il Robot Selvaggio, il poster
Il Robot Selvaggio ha per
protagonisti la vincitrice del premio Oscar® Lupita Nyong’o (Noi,
Black Panther) nel ruolo del robot Roz; il candidato agli Emmy e al
Golden Globe Pedro Pascal (The Last of Us, The Mandalorian) nel ruolo della volpe Fink;
la vincitrice dell’Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, Campioni
di razza) nel ruolo dell’opossum Pinktail; il candidato al premio
Oscar® Bill Nighy (Living, Love Actually – L’amore davvero) nel
ruolo dell’oca Longneck; Kit Connor (Heartstopper, Rocketman) nel
ruolo dell’oca Brightbill e la candidata al premio Oscar® Stephanie
Hsu (Everything Everywhere All at Once, The
Fall Guy in uscita quest’estate) nel ruolo di Vontra, un robot
che si unirà a Roz sull’isola.
Il film si avvale anche delle voci
di Mark Hamill, icona della cultura pop e vincitore dell’Emmy Award
(Star
Wars, Il ragazzo e l’airone), di Matt Berry (What We Do in the
Shadows, SpongeBob – Il Film) e di Ving Rhames (Mission:
Impossible, Pulp Fiction), vincitore di un Golden Globe e candidato
agli Emmy.
Una storia emozionante sulla
scoperta di sé stessi, un’emozionante analisi sul legame tra
tecnologia e natura, una commovente esplorazione di cosa significhi
essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.
Il Robot Selvaggio è scritto e
diretto dal pluricandidato all’Oscar® Chris Sanders – sceneggiatore
e regista di Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch di Disney
Animation Studios – ed è prodotto da Jeff Hermann (Baby Boss 2 –
Affari di famiglia della DreamWorks Animation; co-produttore del
franchise Kung Fu Panda).
Il robot selvatico di Peter Brown,
romanzo illustrato per ragazzi pubblicato per la prima volta nel
2016, è diventato un fenomeno, balzando al primo posto della
classifica dei bestseller del New York Times. Il libro ha poi
ispirato una trilogia che ora comprende La fuga del robot selvatico
e The Wild Robot Protects. Il lavoro di Brown sulla serie Il robot
selvatico e sugli altri suoi bestseller gli è valso un Caldecott
Honor, un Horn Book Award, due E.B. White Awards, due E.B. White
Honors, un Children’s Choice Award come illustratore dell’anno, due
Irma Black Honors, un Golden Kite Award e un New York Times Best
Illustrated Book Award.
Arriva in sala dal 10
ottobre con Universal Pictures International Italy Il Robot
Selvaggio, la nuova produzione della DreamWorks Animation che vanta la firma, alla
regia e alla sceneggiatura, di Chris Sanders, vero
e proprio guru dell’animazione che ha firmato negli anni, tra gli
altri, Lilo & Stitch e Dragon Trainer. Adattando il best seller
omonimo di Peter Brown, Sanders si lancia in
un’opera ambiziosa, sia per stile che per contenuti, che potrebbe
essere uno di quei titoli d’animazione, ormai rari, che mantengono
alta l’attenzione sia dei piccoli che degli spettatori più grandi e
smaliziati.
La storia de Il Robot
Selvaggio
Siamo in un futuro non
meglio precisato, che fine abbia fatto l’uomo, lo scopriremo solo
molto avanti nel film (come era già accaduto in Wall-E). La storia
ha infatti per protagonista Roz, un robot della serie ROZZUM,
creato per aiutare l’uomo in ogni tipo di faccenda casalinga, che
però finisce per errore su un’isola abbandonata, dove a farla da
padrona è la natura selvaggia: foreste incontaminate, animali
grandi e piccoli, niente che possa effettivamente dargli un compito
da svolgere. Fino a che il suo cammino non si incrocia con quello
di una piccola oca rimasta orfana del suo branco. Roz decide che il
suo compito è quello di accompagnare l’uovo all’età adulta,
insegnargli a mangiare, camminare e infine volare, solo in quel
momento il suo compito sarà concluso. Ad aiutare Roz in questo
compito improbabile si unisce alla coppia anche Fink, una volpe
solitaria e affamata, che in qualche modo trova il modo di
convivere con un robot e un’oca.
(from left) Brightbill (Kit Connor) and Roz (Lupita N’yongo) in
DreamWorks Animation’s Wild Robot, directed by Chris
Sanders.
Abbondanza di temi
Il Robot
Selvaggio è un’ottimo film d’animazione che però pecca di
“ingordigia” potremmo dire, dal momento che sembra voler dire tutto
contemporaneamente, facendosi portatore di tantissimi temi
edificanti e sui quali certamente vale la pena di riflettere anche
tramite le metafore che la narrazione per bambini offre, tuttavia
sembra voler far troppo, come uno studente troppo volenteroso di
far bene che rischia di risultare pedante. Ma andiamo con
ordine.
Adattarsi per sopravvivere e
scoprire la propria vera natura
Il primo blocco
narrativo del film è un piccolo gioiellino d’animazione: in questa
fase seguiamo Roz che impara ad accudire il
piccolo di oca, battezzato Becco Lustro. Così come
lei (un robot dovrebbe essere asessuato, ma il doppiaggio lo rende
inequivocabilmente femmina!) Impara a fare da madre al piccolo
Becco Lustro, Fink la volpe impara a diventare una
specie di fratello maggiore e amico per l’animaletto in difficoltà.
Insomma, tutta la prima parte del film racconta una fiaba di
adattamento e di istinto, in cui tre entità sole e uniche nel loro
genere imparano a formare una famiglia, andando oltre la loro
“programmazione”. Roz impara ad adattare il suo programma
all’essere madre a tutti gli effetti, con tutto l’amore, la
responsabilità e la paura che ne consegue; Fink dal canto suo
supera l’istinto di mangiare l’uovo di oca e trova un posto in cui
stare da chiamare casa, altre creature (un pennuto e un robot) con
cui condividere un concetto nuovo di famiglia; Becco Lustro dal
canto suo, che cresce in questa coppia di fatto, scoprirà solo dopo
di essere un’eccezione e il suo viaggio consisterà nell’imparare a
gestire e a difendere questa sua particolarità, pur inserendola in
un contesto sociale.
(from left) Roz (Lupita Nyong’o) and Brightbill (Kit Connor) in
DreamWorks Animation’s The Wild Robot, directed by Chris
Sanders.
Una storia trasformista
A questo racconto
toccante e allo stesso tempo molto divertente in cui si riflette
con una certa profondità sulla genitorialità e sull’identità
personale, segue una seconda parte della storia in cui si perde il
fuoco narrativo e mentre la storia procede con un ritmo decisamente
diverso e più sincopato rispetto alla chiarezza e alla solidità
della prima parte, Il Robot Selvaggio diventa di volta in volta
qualcosa di diverso, toccando temi quali l’ecologia, l’importanza
della gentilezza come metodo per sopravvivere in un mondo avverso,
la cooperazione, l’amore come motore del mondo. Tutto proposto in
rapidissimi cambi di scenario che riescono a trovare una quadra nel
finale ma che allontanano il film da quel nucleo narrativo che si
sviluppa per tre quarti di storia e riesce davvero con grazia e
efficacia a coinvolgere e a far sciogliere di tenerezza il
pubblico.
Complice un’animazione
formidabile e una sottile ironia appannaggio dei più grandi,
Il Robot Selvaggio è davvero un’esperienza di
condivisione per tutte le età, da gustare rigorosamente in sala.
Dal 10 ottobre.
DreamWorks Animation’s The Wild Robot, directed by Chris
Sanders.
Il Robot Selvaggio
(The Wild
Robot) della DreamWork ha un finale profondamente
emozionante che lascia aperta la porta a future avventure con Roz e
la sua famiglia. Il film, basato sull’omonimo libro di Peter Brown,
è incentrato su un robot che si ritrova sperduto su un’isola remota
e disabitata. Dopo essere stata incaricata di proteggere un
cucciolo di papero, la macchina sviluppa un legame più profondo con
il suo figlio adottivo (e con gli altri diffidenti animali
dell’isola). L’impressionante cast vocale di Il Robot
Selvaggio e l’animazione lussuosa sostengono una
storia centrale davvero forte che accenna a un mondo affascinante e
sorprendentemente oscuro.
Il climax di Il
Robot Selvaggio lascia alcune domande
volutamente senza risposta, mantenendo il focus della narrazione
sui personaggi incontrati da Roz e dalla sua famiglia improvvisata.
Il film ha un grande potenziale emotivo da esplorare, soprattutto
se si considerano le rivelazioni finali del climax. Questi piccoli
tocchi sono quasi più allettanti, un accenno allo stato del mondo
(e al posto che Roz intende occuparvi) che potrebbe essere
facilmente esplorato ulteriormente.
L’ampiamente recensitoIl Robot Selvaggio ha abbastanza fili in
sospeso da giustificare un ritorno all’isola in un eventuale
seguito.
Perché Roz non rimane
sull’isola nel finale de Il robot selvaggio
Roz lascia l’isola nel finale di
Il Robot Selvaggio per fermare altri
attacchi della Universal Dynamics, salvando nel frattempo la sua
famiglia adottiva. Il film racconta l’evoluzione di Roz da
aiutante insensibile, ma impegnata, a madre genuinamente protettiva
e accudente. Il suo impegno nei confronti di Brightbill e le sue
difficoltà nel fargli da genitore si sviluppano nell’arco emotivo
centrale del film, ritardando ripetutamente il suo ritorno per la
riparazione anche quando le si presenta l’opportunità di farlo.
Alla fine del film, Roz riconosce l’isola come la sua
casa, ma teme i danni che l’umanità e le macchine possono
arrecarle.
L’abbandono dell’isola da
parte di Roz è il culmine della crescita del personaggio e del suo
impatto su coloro che la circondano. Le emozioni che ha
sviluppato crescendo Brightbill si traducono in un impegno a
salvare l’ampio cast di animali dell’isola. La scelta di lasciare
il suo posto sull’isola viene trattata da Roz come un sacrificio,
ma che diversi personaggi lasciano intendere essere solo
temporaneo. Lasciare l’isola e tornare alla Universal Dynamics
potrebbe essere necessario ora, ma il finale del film implica che
Roz un giorno fuggirà e tornerà.
Cosa succede agli animali
dell’isola dopo Roz
Inizialmente, gli animali
dell’isola in Il robot selvaggio si confrontano e spesso
sono aggressivi l’uno con l’altro. La morte è trattata come un
aspetto ottuso del mondo, con Coda di rosa che addirittura ignora
rapidamente la morte apparente di uno dei suoi figli all’inizio del
film. Tuttavia, il fatto che Roz li riunisca per sopravvivere
insieme all’inverno crea una tregua tra tutti loro che non viene
infranta alla fine del film. Gli animali combattono al fianco di
Roz e la abbracciano, rendendo ancora più significativa la
sua scelta di proteggerli.
Questo suggerisce che la pace
continuerà nel futuro previsto. Sia Brightbill che Fink
finiscono il film molto meglio grazie a Roz. Nonostante il
loro breve litigio, Brightbill impara ad accettare Roz come sua
madre. Inoltre, abbraccia un ruolo di leadership con il gregge,
spronato dal Longneck di Bill Nighy (che muore tragicamente per
proteggere il suo inaspettato allievo). Nel frattempo, Fink supera
il suo disprezzo per gli altri cittadini della foresta e
contribuisce a consolidare il legame tra loro. L’influenza di Roz
sull’isola garantisce un’ambientazione più unitaria che potrebbe
continuare a prosperare in un eventuale seguito.
Cosa è successo alla Terra ne
Il Robot Selvaggio?
Uno degli elementi più efficaci e
inquietanti de Il robot selvaggio è il modo in cui il film
affronta lo stato del mondo in generale. Il film non lo commenta
mai direttamente, ma è fortemente implicito che il futuro de Il
robot selvaggio è un futuro in cui elementi come il
cambiamento climatico hanno seriamente colpito la Terra. Le
futuristiche città rimanenti che si vedono nelle pubblicità
dell’azienda di Roz, la Universal Dynamics, ricordano le
ottimistiche ed eleganti città fantascientifiche de I
Jetsons. Tuttavia, il mondo in generale è mostrato
come vuoto e in gran parte privo di vita umana.
Luoghi costieri come San Francisco
sono apparentemente sommersi dal mare, come si vede quando lo
stormo di Brightbill sorvola il Golden Gate Bridge, in gran parte
sommerso. Altre strutture create dall’uomo, come satelliti e città,
sembrano abbandonate, suggerendo che l’umanità è stata in gran
parte spostata da qualsiasi evento abbia cambiato il mondo.
Anche il clima sembra più estremo, con Flip che
dice a Roz che la tempesta vista nel film è la peggiore che abbiano
mai incontrato. Il film dipinge un’immagine cupa e resistente della
Terra, anche se il tipo di mondo a cui la gente penserebbe in
un’ambientazione attuale sembra essere ormai lontano.
Come il finale de Il Robot
Selvaggio si confronta con il libro
Il finale di The Wild
Robot è funzionalmente simile a quello del libro da cui è
tratto, con Roz che sceglie di tornare sull’isola per aiutare a
proteggere la sua nuova famiglia e i suoi amici. Il film termina
con una nota in qualche modo aperta quando Roz viene riportata
nella società che l’ha costruita, il che implica che conserva i
suoi ricordi e le sue emozioni. Questo si riflette anche nei libri,
che vedono Roz accettare il suo ritorno alla civiltà, ma con un
piano di fuga verso la natura selvaggia. Il finale riflette in modo
specifico anche il seguito del romanzo di Jim Brown.
La fuga del robot
selvaggiovede Roz riassegnata ai lavori
agricoli, in modo simile al suo destino finale nel film.
Il secondo libro si concentra su Roz, combattuta tra la sua nuova
posizione e il potenziale ritorno a casa, e sull’incontro con il
suo creatore, il dottor Molovo. Il robot selvaggio
protegge offre a Roz un’enorme missione da intraprendere
quando un misterioso elemento avvelena l’ambiente intorno
all’isola, costringendola ad avventurarsi nelle profondità del nord
per scoprire la verità. Un adattamento di uno o di entrambi
potrebbe facilmente costituire un futuro sequel de Il robot
selvaggio sul grande schermo.
Come il finale de Il Robot
Selvaggio prepara un sequel
Il fatto che esistano già dei
sequel del materiale di partenza spiega perché gran parte de Il
robot selvaggio sia lasciato in sospeso e potenzialmente in
grado di creare un seguito. L’importanza di Roz nel grande
schema delle cose la rende una protagonista affascinante,
poiché i suoi tentativi di rimanere da sola a vivere sull’isola
saranno sempre minacciati dalla Universal Dynamics che vuole la sua
memoria. I chiari piani di Roz di tornare sull’isola potrebbero
essere visti come un’anticipazione dei suoi piani di fuga, che
erano la trama del seguito del materiale di partenza.
Oltre alla possibilità che il
finale di The Wild Robot lasci aperta la porta a una trama
specifica, ci sono molti altri elementi che un sequel potrebbe
esplorare ulteriormente. Lo stato del mondo viene approfondito nei
libri successivi e potrebbe dare a un eventuale sequel una maggiore
attenzione all’ecologia. Le tensioni tra gli animali possono essere
state sopite per ora, ma potrebbero essere facilmente riaccese dal
tipo di conflitti che appaiono nei libri. C’è anche da esplorare la
crescita continua di Brightbill e lo sviluppo più profondo di Fink.
Un eventuale sequel di Il Robot
Selvaggiodella DreamWorkavrebbe molto materiale da esplorare.
Il vero significato de Il robot
selvaggio
(from left) Roz (Lupita Nyong’o) and Brightbill (Kit Connor) in
DreamWorks Animation’s The Wild Robot, directed by Chris
Sanders.
Il Robot
Selvaggioè un film potente sulla natura e
sulla maternità, che esplora come anche una macchina
apparentemente insensibile possa diventare più grande con l’amore.
Lo sviluppo di Roz da utile a protettiva è un’evoluzione naturale e
stimolante, che sottolinea la differenza tra le due cose. I temi
ecologici del film alludono a un’umanità che ha dato priorità al
proprio comfort e alla propria sicurezza, rinunciando al mondo in
generale. La vita naturale che gestisce abilmente robot altrimenti
molto minacciosi suggerisce che le creazioni dell’umanità non sono
così robuste o temibili come sembrano.
In particolare, tutta la vita
naturale può essere unita, al di là delle paure e degli istinti
animali, da concetti come amore e comunità. La storia
principalede Il robot selvaggioriguarda Roz che impara a essere una madre per
Brightbill e il suo figlio adottivo lo riconosce, ma
riguarda anche l’importanza di superare la nostra programmazione se
questo significa aiutarsi a vicenda per sopravvivere. I temi di
Il Robot Selvaggio lo rendono
particolarmente toccante in un mondo diviso e apparentemente sempre
sull’orlo del disastro, e conferiscono al bellissimo film
d’animazione significati più profondi.
Dalla DreamWorks Animation arriva Il Robot Selvaggio, il nuovo adattamento di
una straordinaria opera letteraria, l’amato e pluripremiato
bestseller del New York Times n. 1 di Peter Brown, Il Robot
Selvatico.
L’epica avventura segue il viaggio
di un robot – l’unità ROZZUM 7134, abbreviato “Roz” – che dopo un
naufragio si ritrova su un’isola disabitata dove dovrà imparare ad
adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente
relazioni con gli altri animali dell’isola e adottando un’ochetta
orfana.
Il Robot Selvaggio ha per
protagonisti la vincitrice del premio Oscar® Lupita Nyong’o (Noi,
Black Panther) nel ruolo del robot Roz; il candidato agli Emmy e al
Golden Globe Pedro Pascal (The Last of Us, The Mandalorian) nel ruolo della volpe Fink;
la vincitrice dell’Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, Campioni
di razza) nel ruolo dell’opossum Pinktail; il candidato al premio
Oscar® Bill Nighy (Living, Love Actually – L’amore davvero) nel
ruolo dell’oca Longneck; Kit Connor (Heartstopper, Rocketman) nel
ruolo dell’oca Brightbill e la candidata al premio Oscar® Stephanie
Hsu (Everything Everywhere All at Once, The
Fall Guy in uscita quest’estate) nel ruolo di Vontra, un robot
che si unirà a Roz sull’isola.
Il film si avvale anche delle voci di Mark Hamill, icona della
cultura pop e vincitore dell’Emmy Award (Star
Wars, Il ragazzo e l’airone), di Matt Berry (What We Do in the
Shadows, SpongeBob – Il Film) e di Ving Rhames (Mission:
Impossible, Pulp Fiction), vincitore di un Golden Globe e candidato
agli Emmy.
Una storia emozionante sulla
scoperta di sé stessi, un’emozionante analisi sul legame tra
tecnologia e natura, una commovente esplorazione di cosa significhi
essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.
Il Robot Selvaggio è scritto e
diretto dal pluricandidato all’Oscar® Chris Sanders – sceneggiatore
e regista di Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch di Disney
Animation Studios – ed è prodotto da Jeff Hermann (Baby Boss 2 –
Affari di famiglia della DreamWorks Animation; co-produttore del
franchise Kung Fu Panda).
Il
Robot Selvaggio della DreamWorks Animation sarà
disponibile dal 12 dicembre in acquisto digitale su Prime Video, Google Play, Apple Tv, Rakuten Tv e
Microsoft, e dal 19 dicembre a noleggio in digitale su tutte le
piattaforme, incluse Sky Primafila e Mediaset Infinity, distribuito
da Universal Pictures Home Entertainment.
Adattamento del pluripremiato bestseller n. 1 del New York Times
di Peter Brown, Il Robot Selvaggio è un’avventura
epica che vede protagonista la vincitrice del premio Oscar
Lupita Nyong’o (Noi, il franchise di Black
Panther) nella versione originale, mentre in quella italiana Esther
Elisha (le serie Don Matteo), nei panni di Roz, un robot che
naufraga su un’isola disabitata e deve adattarsi al duro ambiente
circostante. Gradualmente Roz inizia a costruire relazioni con gli
animali dell’isola, tra cui una volpe intelligente doppiata da
Pedro Pascal (The Last of Us, The Mandalorian) nella versione originale e
da Alessandro Roja (Diabolik, Altrimenti ci arrabbiamo) nella
versione italiana e diventa genitore adottivo di un papero orfano
di nome Beccolustro doppiato da Kit Connor (Ready Player One, Heartstopper) nella
versione originale mentre nella versione italiana da Nicolò.
Il Robot Selvaggio è una storia
potente sulla scoperta di se stessi, un’emozionante visione del
ponte tra tecnologia e natura e un’esplorazione commovente di ciò
che significa essere vivi e connessi a tutti gli esseri
viventi.
Diretto dal 3 volte candidato agli Oscat Chris Sanders (Lilo &
Stitch, The Croods), Il Robot Selvaggio
ha come voci italiane Esther Elisha (Don Matteo) e Alessandro Roja
(Diabolik, Altrimenti ci arrabbiamo). Nella versione internazionale
vanta un incredibile cast vocale accanto a Nyong’o, Pascal e Connor
che include Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, Beetlejuice
Beetlejuice), Bill Nighy (Love Actually, Rango), Stephanie Hsu
(Everything Everywhere All at Once, The
Fall Guy), Mark Hamill (il franchise di Star
Wars) e Ving Rhames (il franchise di Mission Impossible, I
Guardiani della Galassia Vol.
2). Con le musiche del compositore candidato agli Emmy e ai
Grammy e vincitore del premio Oscar® Kris Bowers, il film vanta
anche due canzoni originali della sensazionale cantautrice
vincitrice del Grammy® Maren Morris.
Uno dei film più apprezzati del
2021, sia dalla critica che dal pubblico, è Il ritratto
del Duca, l’ultimo film diretto da Rogert Michell (meglio
noto per aver diretto Notting Hill) prima della sua scomparsa, con cui va a
raccontare una storia tanto singolare quanto appassionante. Il film
è infatti ispirato alla vera vicenda di Kempton
Bunton e all’incredibile caso del furto del ritratto del
Duca di Wellington, firmato dal celebre pittore Francisco
Goya. Una storia forse oggi poco nota ai più, ma passata
alla storia per essere stato il primo e unico caso di furto
avvenuto alla prestigiosa National Gallery di Londra.
Attraverso questa vicenda si propone
dunque allo spettatore non solo una divertente commedia
dall’inconfondibile sapore british, ma anche un racconto
ricco di desiderio di rivalsa sociale e amore per il prossimo.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori, per poi passare a scoprire
la vera storia dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Il ritratto del Duca
Protagonista del film è
Kempton Bunton, un inguaribile idealista pervaso
da un forte senso civico, che impiega il suo tempo e le sue energie
a sostenere e promuovere battaglie sociali a favore delle persone
svantaggiate. Sua moglie Dorothy, che lavora come donna di
servizio, porta invece avanti la famiglia e disapprova lo “stile di
vita” del marito. Quando però un giorno Kempton si ritrova
coinvolto nel furto del ritratto del Duca di Wellington di
Francisco Goya, sarà l’occasione, per tutta la famiglia, di
“ritrovarsi” e, per la signora Bumpton, di capire e comprendere,
finalmente approvandolo, l’animo e il pensiero di suo marito.
Ad interpretare il ruolo di Kempton
Bunton vi è il premio Oscar Jim Broadbent.
L’attore era la prima e unica scelta per questo ruolo. Nel ruolo di
sua moglie Dorothy vi è l’attrice Helen Mirren. Fionn
Whitehead, invece, interpreta Jackie Bunton. Recitano poi
nel film anche Matthew Goode nel ruolo di Jeremy Hutchinson e
Anna Maxwell Martin in quelli di mrs. Gowling.
Joshua McGuire ricopre il ruolo di Eric Crowther,
l’assistente di Hutchinson, mentre John Heffernan
ha il ruolo di Neddie Cussen, avvocato dell’accusa. Andrew
Havill è Sir Philip Hendy, direttore della National
Gallery, mentre James Wilby ha il ruolo ruolo di
Carl Aarvold, giudice del caso Kempton.
La storia vera dietro Il ritratto del Duca
Come anticipato, quella narrata in
Il ritratto del Duca è una storia vera. Nel 1961
Kempton Bunton era un autista di autobus
disabile in pensione che guadagnava la misera cifra di 8 sterline a
settimana (equivalenti a 189 sterline nel 2021). In quell’anno,
Charles BiererWrightsman, un
ricco collezionista d’arte americano che si guadagnava da vivere
nel settore petrolifero, acquistò il dipinto di Goya Ritratto
del Duca di Wellington per la somma di 140.000 sterline
(390.000 dollari, equivalenti a 3.315.375 sterline nel 2021). Il
governo britannico decise però di riacquistare il dipinto, per la
stessa cifra, per evitare che lasciasse la Gran Bretagna. La mossa
fece però infuriare Bunton, scontento dal modo in cui il governo
impiegava i soldi.
Secondo il suo stesso racconto,
Bunton apprese da conversazioni con le guardie della National
Gallery che l’elaborato sistema elettronico di sicurezza, composto
da sensori a infrarossi e allarmi, veniva disattivato la mattina
presto per consentire le pulizie. La mattina del 21 agosto 1961,
Bunton si introdusse allora nel museo da una finestra di una
toilette, staccò il dipinto incorniciato dall’espositore ed uscì
nuovamente dalla finestra, portando così a compimento il furto del
prestigioso dipinto. L’agenzia di stampa Reuters ricevette poi una
lettera in cui si chiedeva una donazione di 140.000 sterline in
beneficenza per pagare le licenze televisive per i meno abbienti e
si chiedeva un’amnistia per il ladro.
Bunton, infatti, si opponeva al
canone televisivo, ritenendo che la TV dovesse essere messa a
disposizione di tutti coloro che ne avevano bisogno. Si è più volte
battuto per la gratuità delle licenze televisive per i pensionati
ed era stato imprigionato più volte per essersi rifiutato di pagare
la licenza. Nel 1965, quattro anni dopo il furto, Bunton contattò
un giornale e, tramite un deposito bagagli della stazione
ferroviaria di Birmingham New Street, restituì volontariamente il
dipinto. Sei settimane dopo, si consegnò anche alla polizia, che
inizialmente lo scartò come sospetto, ritenendo improbabile che un
pensionato di 61 anni potesse aver compiuto il furto.
Durante il successivo processo, la
giuria condannò poi Bunton solo per il furto della cornice, che non
era stata restituita. Il team di difesa di Bunton, guidato da
Jeremy Hutchinson, ha sostenuto con successo che
Bunton non ha mai voluto tenere il dipinto, il che significa che
non poteva essere condannato per il furto. Tuttavia, Bunton è poi
stato effettivamente condannato e ha scontato tre mesi di carcere.
Nel 1996 però, ben trent’anni dopo la restituzione del dipinto, la
National Gallery rilasciò una documentazione sul caso riguardante
John Bunton, il figlio di Kempton, senza,
tuttavia, scendere nei dettagli per ragioni di privacy.
Nel 2012, invece, l’Archivio
Nazionale rilasciò un file confidenziale risalente addirittura al
1969 dove si rivela che fu proprio John con la
complicità del fratello Kempton Jr l’autore
materiale del furto del Duca. Non furono però intraprese ulteriori
azioni legali da parte del Governo. L’ammissione di colpa di John
era infatti troppo circostanziale e in ogni caso non sufficiente
per riaprire il caso né tanto meno per perseguire Kempton per falsa
testimonianza. In risposta al caso, fu però emanata la Sezione
11 del Theft Act 1968, che rendeva reato la rimozione senza
autorizzazione di qualsiasi oggetto esposto in un edificio
pubblico. La BBC decise poi – forse pensando a Bunton – di
annullare il canone per i cittadini over 75.
Il trailer di Il ritratto del
Duca e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
ritratto del Duca grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 2 febbraio alle ore 21:20
sul canale Rai 3.
I Premi Oscar® Helen
Mirren(The Queen)e Jim
Broadbent(Paddington, Harry Potter e il principe
mezzosangue) sono i protagonisti della raffinata e
divertente commedia IL RITRATTO DEL DUCA (The
Duke) – dal 3 marzo al cinema con BIM Distribuzione
– l’ultimo film girato da Roger
Michell (Notting Hill) prima della sua prematura
scomparsa nel settembre 2021. Il film è tratto
dall‘incredibile storia vera di un tassista di
Newcastle che nel 1961, per affermare i propri ideali e principi,
decise di rubare il celebre ritratto del
Duca di Wellington di Francisco Goya
dalla National Gallery di Londra, scatenando un vero e proprio caso
mediatico.
La commedia, presentata
Fuori Concorso alla 77^ Mostra internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, è piena di umanità e invita a riflettere
divertendosi, grazie alle straordinarie interpretazioni di Mirren e
Broadbent e di tutto il resto del cast composto da Matthew
Goode(Downton Abbey, The Imitation Game),
Aimée Kelly(Wolfblood), Fionn
Whitehead(Dunkirk) e Anna Maxwell Martin(Philomena).
Sinossi: Nel
1961, Kempton Bunton, un tassista sessantenne, rubò il ritratto del
Duca di Wellington, dipinto da Goya, dalla National Gallery di
Londra. Fu il primo (e rimane tuttora l’unico) furto nella
storia della Gallery. Kempton inviò una richiesta di
riscatto scrivendo che avrebbe restituito il dipinto a una
condizione: se il governo inglese avesse stanziato più fondi
per la cura dei più anziani. In passato, Kempton aveva
già intrapreso una lunga campagna allo scopo di far ricevere
il segnale televisivo gratuitamente
ai pensionati. Cosa successe in seguito divenne
leggendario. L’intera storia emerse solo cinquant’anni anni
dopo. Kempton aveva tessuto una rete di bugie. L’unica verità
era che si trattava di un brav’uomo, determinato a cambiare il
mondo e a salvare il suo matrimonio. Come e perché utilizzò “il
Duca” per raggiungere il suo obiettivo, è una bellissima ed
edificante storia.
Con ottimismo e ironia tipicamente
british, arriva oggi nei cinema italiani Il ritratto del duca, l’incredibile storia
vera di Kempton Bunton che ha fatto commuovere ed
emozionare la platea e la critica della 77^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia e che promette di regalare al pubblico italiano
divertimento e altrettanta commozione. Un ritratto, quello di
Bunton, che viene dipinto con grande umanità e
raffinatezza da Roger Michell (Notting Hill)
prima della sua prematura scomparsa lo scorso settembre.
A impreziosire la commedia le
interpretazioni impeccabili dei premi OscarHelen
Mirren(The Queen) e Jim
Broadbent(Paddington, Harry Potter e il principe
mezzosangue) nei panni dei coniugi Bunton, una coppia
umile, unita da un legame indissolubile e sempre pronta a
supportarsi nonostante le difficoltà. Il film è tratto da
un’incredibile storia vera che ha mosso l’opinione pubblica e
scaldato il cuore di migliaia di inglesi negli anni ’60. Il
ritratto del duca è una commedia piena di buoni
sentimenti che invita a riflettere divertendosi, grazie a
misunderstanding, humor inglese e alle straordinarie prove
attoriali di Mirren e Broadbent e di tutto il resto del cast
composto da Matthew Goode(Downton Abbey, The
Imitation Game), Aimée Kelly(Wolfblood), Fionn Whitehead(Dunkirk) e Anna Maxwell Martin(Philomena).
La trama
Nel 1961, Kempton Bunton, un
tassista sessantenne, rubò il ritratto del Duca di Wellington,
dipinto da Goya, dalla National Gallery di Londra. Fu il primo (e
rimane tuttora l’unico) furto nella storia della Gallery. Kempton
inviò una richiesta di riscatto scrivendo che avrebbe restituito il
dipinto a una condizione: se il governo inglese avesse stanziato
più fondi per la cura dei più anziani. In passato, Kempton aveva
già intrapreso una lunga campagna allo scopo di far ricevere il
segnale televisivo gratuitamente ai pensionati. Cosa successe
in seguito divenne leggendario. L’intera storia emerse solo
cinquant’anni anni dopo. Kempton aveva tessuto una rete di bugie.
L’unica verità era che si trattava di un brav’uomo, determinato a
cambiare il mondo e a salvare il suo matrimonio. Come e perché
utilizzò “il Duca” per raggiungere il suo obiettivo, è una
bellissima ed edificante storia.
La Summit Entertainment ha assunto
Scott Kosar, lo sceneggiatore di horror – i remake di Non aprite
quella porta e Amityville Horror al suo attivo, oltre all’imminente
ed atteso The Crazies – per lavorare sul copione di Vlad, il film
che racconterà la gioventù del principe Dracula. Il personaggio
storico da cui Stoker si è ispirato per il suo immortale
personaggio.
A scrivere il copione originale era stato Charlize Hunman (Sons
of Anarchy), mentre il lungometraggio verrà prodotto dalla Plan B
di Brad Pitt e Dede Garner. Dietro la macchina da presa siederà
invece Anthony Mandler.
Dopo essere
stato presentato alla 20° edizione di
Alice nella Città all’interno della
Festa del Cinema di Roma 2022, Adler Entertainment è lieta di
annunciare la data d’uscita del film Il Ritorno, di
Stefano Chiantini con Emma Marrone. Il film, in
uscita in sala il prossimo 15 dicembre, è anticipato da un tour
nelle sale di diverse città italiane che vedrà la presenza in sala
della protagonista Emma Marrone, giunta al suo primo ruolo
attoriale da protagonista.
Il Ritorno mette in scena il
dramma di una donna (Emma Marrone) che fa ritorno
alla propria famiglia dopo aver trascorso dieci anni in carcere,
raccontandone il dramma della lunga separazione e del tentativo di
riappropriarsi della vita lasciata indietro.Il film è una produzione World Video Production con Rai
Cinema-MiC-Marvin Film-Bling Flamingo e Lazio Cinema
International.Il Ritornosarà
distribuito in Italia da Adler Entertainment.
Teresa è
una giovane donna, abita con Pietro in un quartiere periferico di
una livida città del Lazio e hanno un figlio di circa un anno,
Antonio. Devono fare i conti con la mancanza di lavoro e le
difficoltà economiche, ma sembrano riuscire a far funzionare le
cose; fino a quando i comportamenti di Pietro non finiscono per
mettere a rischio la donna ed il piccolo. Questo cambierà la vita
di Teresa e non solo, che dieci anni dopo esce dal carcere e cerca
di recuperare la vita lasciata indietro.
Silvio Soldini ha presentato presso il
cinema The Space Moderno di Roma la sua ultima fatica, un ritorno
alla commedia ad otto anni da Agata e la tempesta dopo due
lavori che definisce “dallo stile quasi documentaristico” come
Giorni e nuvole e Cosa voglio di più. Con lui,
una nutrita rappresentanza del cast artistico e tecnico del
film.
I Marvel Studios sono soliti mandare onde d’urto
nella Hall H – e nelle notizie di cultura pop – ogni volta che
annunciano la loro programmazione al San Diego Comic-Con e
quest’anno non è stato diverso. Sabato è stato rivelato che
Joe e Anthony Russo
dirigeranno i prossimi due film dei Vendicatori, Avengers:Doomsday e
Avengers:Secret Wars.
Ma lo shock più grande è stato il ritorno nel MCU di Robert Downey Jr.nel ruolo
dell’arcinemesi dei Fantastici Quattro, il Dottor Destino.
Le reazioni sono contrastanti e non c’è da stupirsi: se da un lato
Downey ha affinato il suo talento post-MCU con progetti come Oppenheimer e
The Sympathizer, dall’altro non sembra essere
adatto al ruolo di Destino.
Il casting di Robert Downey Jr.
non tiene conto di un elemento vitale della storia del Dottor
Destino
Scegliendo Robert Downey Jr. per il ruolo del
Dottor Destino, il MCU sta continuando una tendenza
preoccupante per quanto riguarda le versioni live-action di
Destino: ignorare le sue origini rom. Victor Von
Doom è cresciuto in una tribù rom, combinando la stregoneria
ereditata dalla madre Cynthia e la sua innata intelligenza per
proteggere la sua gente. In effetti, le difficoltà subite da
bambino lo hanno spinto a conquistare la sua patria, Latveria,
perché voleva creare una casa dove la sua gente potesse essere al
sicuro. Le precedenti incarnazioni cinematografiche di Destino
hanno ignorato questo aspetto, con Julian McMahon
che interpreta Von Doom come un surrogato di Lex Luthor e
Toby Kebbell che lo interpreta come uno
scienziato antisociale. Considerando il lavoro svolto nei
precedenti film del MCU, come il franchise di Black
Panther e Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli,
questo sembra un passo indietro.
L’apparizione del Dottor Destino
potrebbe essere troppo precoce nel MCU
L’apparizione di Downey nei panni
del Dottor Destino solleva anche un’altra questione importante:
È troppo presto per l’apparizione del personaggio?
Destino è spesso considerato uno dei più grandi cattivi
dell’Universo Marvel, ma ci è voluto del tempo
perché raggiungesse questa posizione nei fumetti. Doom non si
scontra con i Fantastici Quattro fino al quinto numero del loro
fumetto; alla fine è salito alla ribalta negli anni Ottanta con la
maxiserie originale Marvel Super Hero Secret
Wars – Doomsday e Secret Wars
probabilmente si ispirano a questa maxiserie per la loro trama.
L’apparizione di Destino sembra
anche una decisione dell’ultimo minuto, soprattutto se si
considerano i piani originali per i prossimi due film degli
Avengers. Doomsday era originariamente intitolato
The Kang Dynasty e avrebbe
dovuto vedere gli Eroi più potenti della Terra combattere contro
Kang il Conquistatore, ma l’abbandono del progetto da parte di
Destin Daniel Cretton e il processo di
Jonathan Majors, unito al licenziamento
dal ruolo di Kang, hanno portato a un grosso scossone. Anche se
Destino ha avuto un ruolo nell’originale Secret Wars,
sarebbe stato molto più avvincente se fosse stato costruito per
essere una minaccia importante o se avesse affrontato prima i
Fantastici Quattro.
Il ritorno di Robert Downey Jr.
sembra prendere le lezioni sbagliate dagli altri successi del
MCU
Non è un segreto che Kevin
Feige, capo dei Marvel Studios, voglia fare di
Doomsday e Secret Wars lo stesso tipo di evento
blockbuster, sullo stampo dei precedenti film del MCU come
Avengers:Infinity
War e
Avengers:Endgame. Non è nemmeno un
segreto che i Russo desiderassero adattare Secret Wars, e
Joe Russo lo ha definito il fumetto che lo ha fatto innamorare
dell’Universo Marvel al SDCC. Ma ciò che tutti
dimenticano è che quei successi sono stati il risultato
della pazienza. C’è voluto tempo per costruire gli eventi
che hanno portato a Infinity War e Endgame, e
persino al primo film dei Vendicatori. Affrettandosi a
inserire Destino nel film, Feige e i Russo rischiano di sminuire la
minaccia che il Signore di Latveria rappresentava nel materiale di
partenza.
Il ritorno di Downey sembra
anche un piano di Ave Maria per attirare gli spettatori del
MCU che sono lontani dal
franchise, e i Marvel Studios avrebbero dovuto
guardare a due dei loro precedenti successi quando hanno deciso il
ruolo di Destino. Spider-Man: No Way Home
ha riportato sul grande schermo le versioni di Andrew
Garfield e Tobey Maguire di Peter Parker,
ma non erano il fulcro del film: il web-slinger di
Tom Holland era ancora al centro della scena. Anche
Deadpool
& Wolverine adotta una tattica simile,
utilizzando la maggior parte del tempo dello schermo per
concentrarsi sulla dinamica tra i mutanti di Ryan
Reynolds e Hugh Jackman, che sta dando i
suoi frutti al botteghino. Il ritorno di Downey sembra lo stesso
tipo di palese gioco nostalgico che ha guidato
Ghostbusters:Afterlife e The
Flash, e i creativi coinvolti dovranno lavorare
per rendere Destino un personaggio davvero convincente.
I Marvel Studios potrebbero
perdersi una rivalità iconica nei fumetti
Introducendo il Dottor Destino come
prossimo grande cattivo dei film degli Avengers si perde un
conflitto avvincente: la rivalità tra lui eReed Richards, alias Mister Fantastic.
Destino si sente superiore a Reed e cerca di dimostrarlo in ogni
occasione, dai suoi tentativi di conquista del mondo alle sue
battaglie con i Fantastici Quattro. L’esempio più grande si trova
in Secret Wars di
Jonathan Hickman e Esad Ribic
del 2015; quando il multiverso Marvel è stato distrutto, Destino
ha ottenuto un potere divino e ha riunito i frammenti di varie
realtà per creare Battleworld. Ma nel processo ha anche rubato la
famiglia di Reed, Sue, Valeria e Franklin. Solo quando Reed e
Destino si scontrarono sul Battleworld che stava crollando, Destino
ammise finalmente che Reed era migliore di lui. Naturalmente,
questo aspetto potrebbe essere approfondito nelle serie future, ma
non avere la loro rivalità come fondamento delle loro relazioni
rischia di far perdere una delle dinamiche caratteriali più
importanti tra i due.
Ciò che rende Secret Wars
del 2015 così avvincente è che è stato il culmine di una storia
lunga anni che Hickman aveva creato, a partire dal suo lavoro su
Fantastic Four. I Marvel Studios dovrebbero dedicare
alla comparsa di Destino la stessa cura, e non limitarsi a
regolarla nel franchise degli Avengers; se The
Fantastic Four:First
Steps si rivelerà un successo, i futuri film
dei Fantastici Quattro potrebbero utilizzarlo come personaggio.
Downey ha pronunciato la frase “Nuova maschera, stesso compito”
nella Hall H: speriamo che si tratti di un modo di dire e non di
un’accusa all’approccio narrativo dei Russo.
Apprendiamo da CBR
che la Disney è nelle prime fasi di sviluppo di un sequel di
Il
Ritorno di Mary Poppins. Il secondo film basato sulla
serie di libri di P.L. Travers, con protagonista
Emily Blunt è già riuscito a guadagnare oltre 260
milioni di dollari al botteghino USA. E ora sembra che la Disney
voglia riportare la tata magica sul grande schermo.
Secondo The Sun, i dirigenti
della Disney sono nelle fasi iniziali della messa a punto di una
trama per un nuovo sequel. Rob Marshall, che ha
diretto l’ultimo film, tornerà probabilmente alla regia insieme
alla star, Emily Blunt. Parlando a un evento per i
candidati al BAFTA, Marshall ha detto: “Sono le prime fasi, ma
in questo momento dirò che esistono otto libri della serie, quindi
c’è ancora molto materiale da non perdere.”
Il film racconta di Jane e Michael
Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita,
accolgono in casa Mary Poppins.
Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack,
Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di
meraviglia che hanno abbandonato le loro vite.
Nel cast del
film Emily
Blunt, nel ruolo che fu di Julie
Andrews, Lin-Manuel Miranda,
creatore del musical di grandissimo
successo Hamilton, e la tre volte premio
Oscar Meryl
Streep, che interpreterà il ruolo della cugina
Topsy. Ben
Whishaw (Spectre, The Zero Theorem,
Paddington) interpreterà invece Michael Banks da
adulto e Emily Mortimer sarà Jane.
Infine ci saranno anche Dick Van
Dyke e Angela Lansbury.
La sceneggiatura sarà scritta
da David Magee; per quanto riguarda la
colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato
al premio Oscar Marc Shaiman si
occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony
Award Scott Wittman scriverà nuove
canzoni originali.
A dirigere il film è stato chiamato
un esperto di musical, Rob Marshall.
L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla
Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande
Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie
di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins
e la famiglia Banks.
È stata diffusa un magico video dal
dietro le quinte de Il
Ritorno di Mary Poppins, il film con Emily
Blunt che vedrà tornare al cinema l’iconica bambinaia
interpretata da Julie Andrews.
Nel cast del film Il
Ritorno di Mary PoppinsEmily Blunt, nel ruolo che
fu di Julie Andrews, Lin-Manuel
Miranda, creatore del musical di grandissimo
successo Hamilton, e la tre volte premio
Oscar Meryl
Streep, che interpreterà il ruolo della cugina
Topsy. Ben
Whishaw (Spectre, The Zero Theorem,
Paddington) interpreterà invece Michael Banks da
adulto e Emily Mortimer sarà Jane.
Infine ci saranno anche Dick Van
Dyke e Angela Lansbury.
Il film arriverà in sala il 19
dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati
adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in
casa Mary Poppins. Attraverso le sue
doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la
famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno
abbandonato le loro vite.
La sceneggiatura sarà scritta
da David Magee; per quanto riguarda la
colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato
al premio Oscar Marc Shaiman si
occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony
Award Scott Wittman scriverà nuove canzoni
originali. A dirigere il film è stato chiamato un esperto di
musical, Rob Marshall. L’ambientazione, che
nel primo film era di poco precedente alla Prima Guerra Mondiale,
in questo film sarà quella della Grande Depressione, mentre la
storia sarà basata sulle storie di Pamela Lyndon
Travers su Mary Poppins e la famiglia Banks.
Tutti conoscono il personaggio di
Mary Poppins, la straordinaria tata ideata dalla scrittrice
Pamela Lyndon Travers (la cui vicenda è stata
raccontata nel film Saving Mr.Banks). Ideata nel 1934, questa è poi arrivata al
cinema su volontà di Walt Disney nel 1964 con il
film MaryPoppins. A distanza di ben 54 anni, è
poi arrivato al cinema il suo sequel diretto dal titolo Il ritorno di Mary Poppins (qui la recensione). Questo
rielabora non solo i contenuti dell’originale, ma introduce anche
elementi nuovi, che vanno di pari passo con le disponibilità
tecnologiche oggi presenti e che hanno permesso di ottenere
risultati visivi strepitosi.
La volontà di dar vita ad un sequel,
in realtà, circolava già al momento della distribuzione del primo
film. Per decenni si è tentato di concretizzare quest’idea, ma la
Travers si oppose in ogni caso, non trovando di suo gradimento
quanto le veniva proposto. È stato solo nel 2015, con il consenso
dei suoi eredi, che si è trovato modo di riportare Mary Poppins sul
grande schermo, riadattando alcuni tentativi di sceneggiatura
scritti nel corso del tempo. Diretto da Rob
Marshall (noto anche per i musical Chicago, Nine
e Into the
Woods), il film è poi stato candidato agli Oscar per i
suoi costumi e la colonna sonora.
Con un incasso di 350 milioni di
dollari, Il ritorno di Mary
Poppins ha ottenuto ampi consensi tanto presso i fan del
primo film quanto presso le nuove generazioni. Di fronte alla magia
portata su schermo da questo film, è infatti difficile rimanere
impassibili. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il ritorno di Mary Poppins: la trama del film
Ambientato a Londra nel 1935, circa
vent’anni dopo gli eventi del primo film, questo sequel vede
Michael e Jane Banks ormai
cresciuti ma residenti ancora nella vecchia casa dei loro genitori.
Mentre Michael tenta di gestire i tre figli
Annabel, John e
Georgie, deve anche far fronte alle difficoltà
economiche e alla recente scomparsa di sua moglie. Per fortuna, ad
aiutarlo ci sono sua sorella, la quale è però impegnata in diverse
battaglie per i diritti dei lavoratori, e la domestica
Ellen. Le cose sembrano però complicarsi in modo
quantomai drammatico quando il signor Wilkins,
direttore della banca per cui Michael lavora, decide di procedere
al pignoramento della casa del suo dipendente.
Fortunatamente il vento inizia a
cambiare per loro quando Mary Poppins, la
bambinaia che con i suoi straordinari poteri magici è in grado di
trasformare qualsiasi mansione giornaliera in una fantastica
avventura, torna nelle loro vite, senza essere invecchiata di un
giorno. Insieme al suo vecchio amico Jack, un
lampionaio affascinante e ottimista, Mary accompagnerà i piccoli
Banks in una serie di incredibili avventure arricchite da incontri
con personaggi stravaganti, tra cui la sua eccentrica cugina
Topsy, riportando vita, amore e speranza nella
loro casa.
Il ritorno di Mary Poppins: il cast e i personaggi del
film
Il ruolo che fu di JulieAndrews, ovvero quello di Mary Poppins, è
stato per questo sequel affidato ad Emily Blunt,
approvata anche dalla stessa Andrews. Commossa dalla fiducia
riposta in lei, l’attrice dedicò anima e corpo per dar vita ad una
versione nuova ma fedele del personaggio. Per far ciò, si basò
soprattutto sugli scritti della Travers, riscontrando come tra la
Mary Poppins dei libri e del film del 1964 vi siano diverse
differenze. Per la Andrews era stato anche pensato un cameo alla
fine del film, ma questa rifiutò per non rubare attenzioni alla
Blunt. Al suo posto, nei panni della signora che sul finale vende
palloncini, si ritrova dunque la celebre Angela
Lansbury. Nei panni di Michael e Jane Banks vi sono
invece gli attori Ben Whishaw e
Emily Mortimer, mentre la domestica Ellen è
interpretata da Julie Walters.
I piccoli Annabel, John e Georgie
sono invece interpretati da Pixie Davis,
Nathanael Saleh e Joel Dawson.
L’attrice premio Oscar Meryl Streep
compare nei panni di Topsy, l’eccentrica cugina di Mary Poppins.
Con questo film la Streep è tornata a recitare con la Blunt dopo
Il diavolo veste Prada e
Into the Woods. Un
personaggio del tutto inedito è invece quello del lampionaio Jack,
interpretato da Lin-Manuel Miranda. Colin Firth è
l’antagonista, l’avido Wilkins. Dick Van Dyke, che
recitò anche nel film del 1964, compare qui nel ruolo di Dawes Jr.
Per questo, nonostante i suoi 91 anni, ha interpretato
personalmente la complessa scena di ballo. Tale performance è stata
unanimemente acclamata come una delle più straordinarie del
film.
Le canzoni di Il ritorno di Mary Poppins
Elemento fondamentale in Il
ritorno di Mary Poppins sono le canzoni cantate dai
protagonisti. Il compositore, Marc Shaiman e
il paroliere Scott Wittman hanno lavorato sulla
colonna sonora scrivendo nove canzoni originali per il film. Tra
queste spicca in particolare Il posto dove si nasconde,
brano poi nominato agli Oscar nella categoria Miglior canzone
originale. La partitura include però anche riferimenti musicali
alle canzoni e partiture del primo film, scritte dai fratelli
Richard e Robert Sherman, quali
“Basta un poco di zucchero“, “La tata perfetta“,
“La cattedrale” e “L’Aquilone“. Proprio Richard
Sherman ha inoltre svolto il ruolo di consulente musicale,
approvando i nuovi brani scritti per il film.
Il trailer di Il ritorno di
Mary Poppins e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Il ritorno di Mary Poppins grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Apple TV, Disney+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 28 dicembre alle ore
21:25 sul canale Rai 1.
Il ritorno di Mary
Poppins al cinema era stato scongiurato da P. L. Travers,
autrice dei romanzi che parlano della tata magica, che, dopo essere
rimasta delusa dal primo adattamento di Walt Disney con
Julie Andrews, lasciò a testamento che mai e poi
mai nessuno avrebbe ritentato l’operazione. Gli eredi della
scrittirce però hanno trovato il modo di aggirare la questione
legale, visto che a distanza di 54 anni, Il ritorno di Mary
Poppins è un film, al cinema dal 20 dicembre, sempre
prodotto dalla Casa di Topolino.
Il musical, diretto da Rob
Marshall, si annuncia come un sequel, in cui Mary Poppins
torna dopo 20 anni a casa Banks, in viale dei Ciliegi 17. I coniugi
Banks non ci sono più, ma nella grande casa, vedovo con tre figli,
c’è ancora Michael, che ora lavora in banca. Jane invece vive da
sola e fa la sindacalista, cercando come può di aiutare il
fratello. Non c’è più Bert, lo spazzacamino, ma c’è Jake, uno dei
tanti lampionai della Londra. L’avventura prevederà canzoni, magie,
viaggi dentro a oggetti inanimati, una cugina bizzarra e una
“sfida” contro la banca che, invece dei risparmi di Michael, vorrà
portare via ai Banks la loro casa.
Il ritorno di Mary Poppins a casa
Banks
Passo dopo passo, ci si rende conto
che Il ritorno di Mary Poppins non è un vero e
proprio sequel, quanto più un omaggio/remake in cui tutte le
situazioni del classico “ibrido” con Julie Andrews
vengono ricalcate e predisposte in modo tale da raccontare più o
meno la stessa storia che ci aveva già raccontato Robert
Stevenson nel 1964. Jane e Michael esercitano le stesse
professioni, rispettivamente, della madre e del padre; al posto
dell’eccentrico zio Albert che prende il tè sul soffitto c’è la
cugina Topsy, che sul soffitto… ci cammina! C’è la banca, il numero
dei lampionai che si sostituiscono agli spazzacamini; il viaggio
nel vaso decorato al posto del viaggio nel disegno; la signora dei
palloncini al posto di quella dei piccioni. Ogni elemento nel film
di Rob Marshall richiama all’originale, senza però
riuscire mai a rievocarne la magia.
Quello che di diverso ha questo
secondo appuntamento a viale dei Ciliegi è l’atmosfera. Londra è in
piena crisi economica, la magia che Mary aveva regalato alla prima
avventura fa fatica a trovare spazio di fronte alla disgregazione
della famiglia, e il realismo rischia ogni volta di avere la meglio
e così, nonostante i vivaci costumi di Colleen
Atwood e l’allegria delle canzoni, l’atmosfera è sempre un
pizzico più cupa.
Emily Blunt è la
nuova Mary Poppins
Con tutte queste premesse, era
davvero difficile per Emily Blunt, “praticamente perfetta sotto ogni
aspetto”, riuscire a eguagliare la Andrews, e sebbene l’idea dei
produttori non era sicuramente quella di indurre al paragone, è
difficile sfuggire alla tentazione di giustapporre ogni momento di
questo film alle sequenze all’originale. Ragione per cui, sarebbe
stato meglio, forse, allontanarsi di più dal film che conquistò 5
premi Oscar, e avventurarsi nell’inesplorato.
E, nonostante sia l’eroina del
titolo, colei che dicendo sì a questo film ha abbracciato l’eredità
più pesante, sembra quasi che non sia lei l’eroina della storia: i
piccoli Bakns sono perfettamente in grado di badare a se stessi e
l’eroe d’azione vero e proprio è il Jake di Lin-Manuel Miranda,
unico tra tutti che sembra davvero a proprio agio sul palcoscenico
che Marshall porta in sala.
Le uniche emozioni autentiche de
Il ritorno di Mary Poppins sono quelle regalate
dall’apparizione di Mary, in cielo, con i piadi “in prima”, dal
ritorno a viale dei Ciliegi 17, dalla vista sotto barba e trucco,
dell’occhio vispo di Dick Van Dike, che con un
cameo di pochi minuti restituisce brio al finale del film. Tutte
emozioni profonde e magiche che hanno soprattutto il gusto della
malinconia.
La sera del 18 dicembre, numerose
celebrities hanno sfilato a Milano sul red carpet dell’anteprima
italiana del film Disney Il
Ritorno di Mary Poppins, un sequel completamente nuovo
e originale che arriverà nelle sale il 20 dicembre.
In un’atmosfera ricca di magia,
musica e colori, gli ospiti sono stati accolti con allestimenti
ispirati ai momenti più iconici del film, dal leggendario Viale dei
Ciliegi, all’arredamento sopra-sotto del negozio di Topsy,
l’eccentrica cugina di Mary Poppins, fino alla vasca da bagno in
cui i piccoli Banks si tuffano nella loro prima divertente
avventura.
Serena Rossi, che
ne Il
Ritorno di Mary Poppins è la voce italiana nelle
canzoni interpretate dalla tata praticamente perfetta, ha regalato
agli ospiti presenti in sala un’emozionante interpretazione con un
medley di brani tratti dalla colonna sonora del film.
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Daniel Frigo, amministratore
delegato di The Walt Disney Company Italia ha commentato: “È
stata una fantastica serata, con la quale abbiamo voluto rendere
omaggio al ritorno sul grande schermo di un’icona senza tempo. Mary
Poppins è uno dei personaggi più amati in assoluto da intere
generazioni e Serena Rossi, già apprezzata dal pubblico Disney, è
perfetta per interpretare le nuove canzoni della celebre tata che
presto entreranno nel cuore di tutti. I miei complimenti vanno al
grande team Disney Italia, che ha lavorato con passione e che, in
sinergia con i nostri partner, ha saputo dare nuova vita alla magia
legata a questo intramontabile personaggio”.
Tra i numerosi ospiti, erano
presenti anche le voci italiane di alcuni protagonisti del film,
ovvero Domitilla D’Amico (Mary Poppins) e
Renato Novara (Michael Banks). Sul carpet hanno
inoltre sfilato numerosi volti noti del cinema, della musica, della
televisione e del web, tra cui le voci di X-Factor Luna
Melis, Naomi e Sherol Dos
Santos e il giudice Lodo Guenzi. Con loro
anche i Casa Surace, Enzo Miccio, Giulia De Lellis, Nicole
Mazzocato, Silvio Soldini, Mariasole Pollio, Ellen Hidding, Barbara
Snellenburg, Guido Bagatta, Tessa Gelisio, Paola Iezzi, Syria,
Lidia Schillaci, Valerio Scanu, Rosaria Renna, Stefano Tacconi,
Susanna Messaggio, Alessandra Drusian, Fabio Ricci e molti
altri ancora.
Per l’occasione, il team di make-up
artist di L’Oréal Paris ha realizzato sette make-up ispirati alla
celebre tata, arricchiti dai rossetti Color Riche della Collezione
Limited Edition con la quale il brand celebra l’arrivo del film
nelle sale.
Durante la serata, inoltre, gli
ospiti hanno potuto ammirare le 20 opere realizzate dagli artisti
italiani del progetto ARTUPIA in omaggio a Il Ritorno di
Mary Poppins. Riprodotte in 1.000 repliche limited
edition, le opere sono state diffuse in questi giorni nei centri
storici di Milano, Roma, Pisa e Venezia, con grande sorpresa dei
passanti che hanno potuto scegliere e tenere con sé il soggetto a
loro più gradito.
1 di 78
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Diretto dal regista candidato
all’Oscar® e all’Emmy® Rob Marshall e interpretato
da Emily Blunt nel ruolo dell’iconica tata
“praticamente perfetta”, Il Ritorno di Mary
Poppins è ambientato a Londra durante la Grande
Depressione degli anni ‘30, ventiquattro anni dopo gli eventi del
film originale. Michael Banks lavora nella stessa banca in cui
lavorava suo padre e vive ancora al numero 17 di Viale dei Ciliegi
con i suoi tre figli Annabel, Georgie e John e la domestica Ellen.
Proseguendo la tradizione inaugurata dalla loro madre, Jane Banks
combatte per i diritti dei lavoratori e aiuta la famiglia di
Michael. Quando la famiglia subisce una perdita personale, Mary
Poppins ritorna magicamente nella vita dei Banks e, con l’aiuto di
Jack, li aiuta a ritrovare la gioia di vivere e il senso della
meraviglia.
Tra poco più di un mese sbarcherà
nelle nostre sale Il Ritorno di Mary Poppins,
atteso “sequel” che vede protagonista Emily Blunt
nei panni dell’iconica tata resa celebre da Julie
Andrews. Nel film, come già annunciato, ci sarà anche
Dick Van Dyke in quelli del sig. Dawes Jr., e
da quanto raccontato dall’attrice l’atmosfera sul set in presenza
dell’attore ha letteralmente fatto piangere ogni membro della
troupe:
“Dick aveva appena terminato il
suo discorso, e Rob [Marshall] riusciva a stento a trattenere le
lacrime. La scena finì e per qualche secondo rimanemmo in attesa
del suo segnale…fu allora che ci rendemmo conto che stavamo
scrivendo davvero un capitolo successivo di Mary Poppins e che
onore sarebbe stato portare avanti la sua eredità“
Dello stesso parere è
Lin-Manuel Miranda, co-protagonista, che racconta:
“Il giorno in cui abbiamo avuto Dick sul set è stato il più
emozionante della lavorazione, perché doveva recitare
questo bellissimo monologo e ha anche cantato improvvisando
‘Feed the Birds’. Quando ero un bambino il solo accenno di quella
melodia mi faceva scoppiare in lacrime, impedendomi di finire il
film. Rivederlo dal vivo, eseguito da Dick, è stato davvero
straordinario“.
Nel cast del
film Emily
Blunt, nel ruolo che fu di Julie
Andrews, Lin-Manuel Miranda,
creatore del musical di grandissimo
successo Hamilton, e la tre volte premio
Oscar Meryl
Streep, che interpreterà il ruolo della cugina
Topsy. Ben
Whishaw (Spectre, The Zero Theorem,
Paddington) interpreterà invece Michael Banks da
adulto e Emily Mortimer sarà Jane.
Infine ci saranno anche Dick Van
Dyke e Angela Lansbury.
Il film arriverà in sala il 19
dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati
adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in
casa Mary Poppins. Attraverso le sue
doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la
famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno
abbandonato le loro vite.
La sceneggiatura sarà scritta
da David Magee; per quanto riguarda la
colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato
al premio Oscar Marc Shaiman si
occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony
Award Scott Wittman scriverà nuove
canzoni originali.
A dirigere il film è stato chiamato
un esperto di musical, Rob Marshall.
L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla
Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande
Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie
di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins
e la famiglia Banks.
Sono state diffuse nuove immagini
da Il
Ritorno di Mary Poppins, il film con Emily
Blunt che porterà sul grande schermo la bambinaia passata
alla storia con il volto e la voce di Julie
Andrews.
La Blunt raccoglie il testimone in
quello che sarà un sequel della storia originale e che vedrà
Jane e Michael Banks cresciuti. Di seguito le
immagini che ritraggono Emily Blunt, al fianco di
Lin-Manuel Miranda e ai giovani, nuovi
protagonisti.
Nel cast del
film Emily
Blunt, nel ruolo che fu di Julie
Andrews, Lin-Manuel Miranda,
creatore del musical di grandissimo
successo Hamilton, e la tre volte premio
Oscar Meryl
Streep, che interpreterà il ruolo della cugina
Topsy. Ben
Whishaw (Spectre, The Zero Theorem,
Paddington) interpreterà invece Michael Banks da
adulto e Emily Mortimer sarà Jane.
Infine ci saranno anche Dick Van
Dyke e Angela Lansbury.
Il film arriverà in sala il 19
dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati
adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in
casa Mary Poppins. Attraverso le sue
doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la
famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno
abbandonato le loro vite.
La sceneggiatura sarà scritta
da David Magee; per quanto riguarda la
colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato
al premio Oscar Marc Shaiman si
occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony
Award Scott Wittman scriverà nuove
canzoni originali.
A dirigere il film è stato chiamato
un esperto di musical, Rob Marshall.
L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla
Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande
Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie
di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins
e la famiglia Banks.
La Disney ha
diffuso un nuovo teaser per Il
Ritorno di Mary Poppins, dandoci la possibilità di
sbirciare dietro le quinte del film e farci tornare di nuovo su
viale dei Ciliegi. Mentre il teaser ci presenta molti momenti
eccitanti, la parte migliore è quella che ci offre le prime note
delle canzoni originali del film.
Vecchio amico
di Mary, Jack è “un lampionaio affascinante e ottimista che
porta lice e vita alle strade di Londra e a tutti quelli che gli
sono intorno.” Il suo ottimismo è mostrato nella canzone che
canta nel video e che offre una prospettiva sul rimanere positivi
anche quando la vita va male.
https://www.youtube.com/watch?v=8YQgxe4hs4M
Nel cast del
film Emily
Blunt, nel ruolo che fu di Julie
Andrews, Lin-Manuel Miranda,
creatore del musical di grandissimo
successo Hamilton, e la tre volte premio
Oscar Meryl
Streep, che interpreterà il ruolo della cugina
Topsy. Ben
Whishaw (Spectre, The Zero Theorem,
Paddington) interpreterà invece Michael Banks da
adulto e Emily Mortimer sarà Jane.
Infine ci saranno anche Dick Van
Dyke e Angela Lansbury.
Il film arriverà in sala il 19
dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati
adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in
casa Mary Poppins. Attraverso le sue
doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la
famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno
abbandonato le loro vite.
La sceneggiatura sarà scritta
da David Magee; per quanto riguarda la
colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato
al premio Oscar Marc Shaiman si
occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony
Award Scott Wittman scriverà nuove
canzoni originali.
A dirigere il film è stato chiamato
un esperto di musical, Rob Marshall.
L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla
Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande
Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie
di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins
e la famiglia Banks.
In occasione della premiere a
Londra di Il
Ritorno di Mary Poppins, abbiamo avuto il piacere di
intervistare
Emily Blunt, Lin-Manuel Miranda e Jeremy
Swift. Diretto dal regista candidato all’Oscar e all’Emmy
Rob Marshall e interpretato da Emily
Blunt nel ruolo dell’iconica tata “praticamente perfetta”,
Il Ritorno di Mary Poppins è ambientato a Londra
durante la Grande Depressione degli anni ‘30, ventiquattro anni
dopo gli eventi del film originale.
Nel film Michael Banks lavora nella
stessa banca in cui lavorava suo padre e vive ancora al numero 17
di Viale dei Ciliegi con i suoi tre figli Annabel, Georgie e John e
la domestica Ellen. Proseguendo la tradizione inaugurata dalla loro
madre, Jane Banks combatte per i diritti dei lavoratori e aiuta la
famiglia di Michael. Quando la famiglia subisce una perdita
personale, Mary Poppins ritorna magicamente nella vita dei Banks e,
con l’aiuto di Jack, li aiuta a ritrovare la gioia di vivere e il
senso della meraviglia.
Diretto da Rob Marshall,
Il
Ritorno di Mary Poppins è prodotto da John
DeLuca, p.g.a., Rob Marshall, p.g.a., e Marc Platt, p.g.a., mentre
Callum McDougall è il produttore esecutivo. Il film comprende una
serie di canzoni originali completamente nuove con le musiche di
Marc Shaiman e i testi di Scott Wittman e Shaiman, oltre a una
colonna sonora originale firmata da Shaiman.
Il
Ritorno di Mary Poppins è stato uno dei film che hanno
accompagnato le vacanze natalizie dei fan Disney in tutto il mondo.
Pur non raccogliendo pareri unanimi, il film con Emily
Blunt ha riportato sul grande schermo la magia della tata
più famosa del mondo, andando a ingrassare le casse della Casa di
Topolino.
Il
Ritorno di Mary Poppins è stato promosso al meglio
dallo Studio, ma in Pakistan, i proprietari di un cinema locale,
hanno scelto un modo tutto particolare di promuovere il film,
ovvero, utilizzando l’immagine di Yondu, il personaggio
interpretato da Michael Rooker in Guardiani della Galassia e nel Vol.
2.
Ma cosa c’entra il Ravager con il
personaggio di Pamela L. Travers? La risposta si
trova nel secondo film sui Guardiani, quando, nel finale, Star Lord paragona Yondu,
suo padre adottivo, a Mary Poppins. Ebbene, questo cinema ha
deciso di sfruttare il successo di quella battuta del film, che ha
fatto scatenare l’internet
all’epoca dell’uscita in sala.
Ecco cosa ha condiviso su
Reddit un utente:
Il Ritorno di Mary
Poppins racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati
adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in
casa Mary Poppins. Attraverso le sue
doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la
famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno
abbandonato le loro vite.
Nel cast del
film Emily
Blunt, nel ruolo che fu di Julie
Andrews, Lin-Manuel Miranda,
creatore del musical di grandissimo
successo Hamilton, e la tre volte premio
Oscar Meryl
Streep, che interpreterà il ruolo della cugina
Topsy. Ben
Whishaw (Spectre, The Zero Theorem,
Paddington) interpreterà invece Michael Banks da
adulto e Emily Mortimer sarà Jane.
Infine ci saranno anche Dick Van
Dyke e Angela Lansbury.
La sceneggiatura sarà scritta
da David Magee; per quanto riguarda la
colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato
al premio Oscar Marc Shaiman si
occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony
Award Scott Wittman scriverà nuove
canzoni originali.
A dirigere il film è stato chiamato
un esperto di musical, Rob Marshall.
L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla
Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande
Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie
di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins
e la famiglia Banks.