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Il Sacrificio del Cervo Sacro: due clip dal film con Nicole Kidman

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Guarda due clip del nuovo film di Yorgos Lanthimos, Il Sacrificio del Cervo Sacro regista di The Lobster, ed è stato presentato in Concorso al Festival di Cannes 2017, dove ha vinto il Premio alla Miglior Sceneggiatura.

Interpretato da Colin Farrell e Nicole Kidman, vede sullo schermo accanto a loro anche i giovani e talentuosi Barry Keoghan, Raffey Cassidy e Sunny Suljic.

Il Sacrificio del Cervo Sacro, la trama

Steven (Colin Farrell) è un famoso chirurgo cardiotoracico. Insieme alla moglie Anna (Nicole Kidman) e ai loro due figli, Kim (Raffey Cassidy) e Bob (Sunny Suljic), vive una vita felice e ricca di soddisfazioni. Un giorno Steven stringe amicizia con Martin (Barry Keoghan), un sedicenne solitario che ha da poco perso il padre, e decide di prenderlo sotto la sua ala protettrice. Quando il ragazzo viene presentato alla famiglia, tutto ad un tratto, cominciano a verificarsi eventi sempre più inquietanti, che progressivamente mettono in subbuglio tutto il loro mondo, costringendo Steven a compiere un sacrificio sconvolgente per non correre il rischio di perdere tutto. Il Sacrificio del Cervo Sacro uscirà in Italia con Lucky Red il prossimo 28 Giugno.

Il ruggito delle Pantere: tutti gli ositi del Noir in Festival XXX

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Dopo lo speciale appuntamento di pre-apertura domenica 7 marzo con una giornata interamente dedicata al cinema italiano di genere, lunedì 8 marzo si alza il sipario sulla 30° edizione di Noir in Festival, in programma fino al 13 marzo in streaming gratuito su tutto il territorio nazionale sulla piattaforma MYmovies.it e sui canali social del festival (Facebook, YouTube, Instagram).

Per celebrare questo importante anniversario in un’edizione che non potrà godere del calore del pubblico ma che avrà un ricco programma di proiezioni, talk e masterclass tutte disponibili online, il Noir in Festival non rinuncia a presentare in cartellone grandi nomi internazionali del cinema e della letteratura a tinte noir.

Nel segno della donna, cui è idealmente dedicata questa edizione che prende il via proprio l’8 marzo, saranno tra le protagoniste di questa edizione: Jennifer Kent, regista australiana che con Babadook e The Nightingale è riuscita ad imporsi come una delle voci più interessanti del panorama cinematografico attuale (8 marzo ore 17.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube); la scrittrice svedese Camilla Läckberg (9 marzo ore 17.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), indiscussa regina del giallo scandinavo, qui in veste di autrice della serie tv Hammarvick di cui il Noir ospiterà in anteprima le prime due puntate prima della messa in onda a maggio su laF; accanto a lei altre due straordinarie autrici ovvero Alicia Giménez-Bartlett (11 marzo ore 18.00, Facebook/ Youtube) e Charlotte Link con il suo nuovo best seller Senza Colpa (12 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube). Il parterre internazionale si completa con il vincitore del Premio Chandler John Banville (12 marzo ore 12.00, Facebook/ Youtube), l’autore best seller Anthony Horowitz noto anche per il suo grande successo con la serie tv Alex Rider (11 marzo ore 19.00, Facebook/ Youtube), l’Honorary Award di questa edizione Kurosawa Kiyoshi (10 marzo ore 17.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube) e il regista Brian Yuzna, che riceverà invece il Premio Luca Svizzeretto (11 marzo ore 17.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube).

Noir in Festival – il programma

Ma si daranno appuntamento sul palco virtuale del festival anche i protagonisti italiani tra cinema e letteratura noir. I Manetti Bros., veterani del Noir in Festival, che nella serata di chiusura saranno protagonisti di un incontro dedicato al loro cinema con alcune immagini inedite del nuovo attesissimo Diabolik, grazie alla collaborazione con Rai Cinema e 01 Distribution (12 marzo ore 19.30, Mymovies/ Facebook/ Youtube); l’incontro con le tre menti creative delle factory Groenlandia e Ascent Films, Matteo Rovere, Andrea Paris e Sydney Sibilia, che riceveranno il Premio Speciale Caligari (12 marzo ore 16.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube); Antonietta De Lillo che sarà tra i protagonisti del focus dedicato a Lucio Fulci (9 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube) e presenterà in anteprima il suo Fulci Talks, conversazione omaggio al maestro del cinema di genere Lucio Fulci cui è dedicata la retrospettiva di quest’anno; Luca Miniero e Lunetta Savino, regista e interprete della fortunata serie targata Rai 1 Lolita Lobosco, che dialogheranno insieme all’autrice dei romanzi Gabriella Genisi (8 marzo ore 11.00, Youtube/ Facebook); le protagoniste del panel tutto al femminile sulle “donne in nero” Margherita Oggero, Grazia Verasani, Rosa Teruzzi, Antonella Lattanzi Francesca Serafini (8 marzo ore 18.00, Facebook/ Youtube). E poi ancora, tre maestri del genere come Roberto Costantini (9 marzo ore 18.00, Facebook/ Youtube), Gianrico Carofiglio (12 marzo ore 18.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), Maurizio De Giovanni (10 marzo ore 18.00, Facebook/ Youtube); Nicola Lagioia, autore de La città dei vivi, uno dei casi letterari dell’anno (11 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube); Chiara Lalli e Cecilia Sala, autrici dell’acclamato podcast Polvere, in una conversazione con Gaetano Savatteri (10 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube); i nuovi romanzi di Paolo Roversi (12 marzo ore 19.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), Silvio Danese (8 marzo ore 18.00, Facebook/ Youtube), Livia Sambrotta, l’esordio letterario di Roberto Cimpanelli (8 marzo ore 19.00, Facebook/ Youtube) e il focus di Federico Greco sull’universo Star Wars in dialogo con Elisabetta Sgarbi (11 marzo ore 12.00, Facebook/ Youtube). Infine le masterclass di Adrian Wotton su John Ford (9 marzo ore 12.00, Facebook/ Youtube) e di Mario Serenellini sulle sedute di sceneggiatura di Marnie di Alfred Hitchcock (10 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube).

Accanto alle conversazioni e alle masterclass, il programma del Noir in Festival si completa con il vasto palinsesto cinematografico: i 6 titoli del Premio Caligari per il miglior noir italiano dell’anno assegnato da una giuria presieduta da Claudio Giovannesi (presentati in una speciale maratona domenica 7 marzo e disponibili per 24 ore dalla mezzanotte di sabato fino alla mezzanotte di domenica), la proiezione dei film di apertura e chiusura, Bastardi a mano armata di Gabriele Albanesi (7 marzo ore 21.00) e Les Apparances di Marc Fitoussi (12 marzo ore 21.00), gli eventi speciali, la retrospettiva dedicata a Lucio Fulci e, ovviamente, i film del Concorso Internazionale in lizza per il Black Panther Award assegnato da una giuria composta da Carlo Degli Esposti, Camilla Filippi e Gianluca Maria Tavarelli, tutti disponibili in streaming gratuito su Mymovies solo per 24 ore dal momento di programmazione.

Il Ruggito del Coniglio a Bellaria

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Il Ruggito del Coniglio a Bellaria

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La storica trasmissione di Radio 2 Rai Il Ruggito del Coniglio parteciperà alla 29. Edizione del Bellaria Film Festival. Gli intramontabili Antonello Dose e Marco Presta condurranno le puntate del 2 e del 3 giugno in diretta da Bellaria come ogni mattina dalle 8.00 alle 10.00. Protagonista assoluto sarà il pubblico del festival che parteciperà in studio alla diretta radiofonica.

Il Rosso e il Blu: recensione del film con Riccardo Scamarcio

Il Rosso e il Blu: recensione del film con Riccardo Scamarcio

Uscirà nelle sale il 21 settembre Il rosso e il blu l’ultima fatica di Giuseppe Piccioni prodotta e patrocinata dal Ministero per i beni e le attività culturali in compartecipazione con la Bianca Film.

In Il rosso e il blu Roma, giorni nostri. In un liceo della periferia romana si intrecciano le storie personali e professionali di vari personaggi: la preside dell’istituto (Margherita Buy) vive con estrema freddezza e distacco il suo lavoro e ogni suo rapporto interpersonale, un anziano ed erudito professore di storia dell’arte (Roberto Herlitzka) si trascina stanco e svuotato nel pieno e più sarcastico disprezzo di ogni suo alunno mentre un giovane supplente di lettere (Riccardo Scamarcio) cerca di trasmettere interesse ai suoi  studenti forte di un entusiasmo ancora intatto.

Una commedia sentimental-scolastica la potremmo definire in quanto la scuola è indubbiamente al centro della trama narrativa, la scuola inquadrata e affrontata da diverse angolazioni e prendendo in considerazione tematiche e aspetti diversi. In primo piano il rapporto professori-alunni, eterno conflitto generazionale, sociale e culturale che qui viene descritto e rappresentato nelle sue varie forme: nel confronto glaciale e sordo tra un vecchio professore completamente sfiduciato e giunto alla conclusione dell’inutilità dell’insegnamento; nel generoso e volitivo impegno con cui un giovane e motivato supplente si arma per infondere anche il minimo interesse nei ragazzi.

Roberto Herlitzka è semplicemente straordinario nel vestire i panni del vecchio, forse troppo per la parte, e colto professore ormai prossimo alla pensione. Stanco non solo dell’insegnamento ma anche della vita, vive solo in una grande casa sommersa di libri e saggi di ogni genere in cui ospita settimanalmente giovani e belle avventrici “occasionali”. La sua vastissima conoscenza lo isola al mondo e al prossimo da cui si tiene lontano attraverso meravigliosi e divertentissimi dialoghi carichi di sarcasmo e sagacia. Nutre propositi suicidi ma una vecchia alunna gli farà capire che non tutto è stato inutile, che non tutto è perduto.

Forse non solo per esigenze di copione il buon Scamarcio si approccia e si accosta con timidezza e ossequioso rispetto di fronte all’anziano e bravissimo collega, interpretando con discreta credibilità il ruolo del giovane supplente ancora carico di buoni propositi.

Non certo meno importante la terza storia che vede protagonista Margherita Buy la quale da preside e donna algida e insensibile si scioglie e apre il proprio cuore grazie allo strano e casuale rapporto con un alunno problematico. La Buy, che sino a tutti gli anni ’90 è stata una vera e propria musa ispiratrice per il regista ( ricordiamo tra i tantissimi Fuori dal mondo, ’98), non riesce a sorprenderci nemmeno questa volta, offrendo un’interpretazione assolutamente in linea con il suo solito, e a nostro avviso, limitatissimo canovaccio artistico.

La sceneggiatura non originale si basa sull’omonimo romanzo scritto dallo scrittore ed editorialista di Repubblica Marco Lodoli, a suo tempo professore di Lettere in un Istituto professionale di Roma. Il rosso e il blu è indubbiamente interessante e ben diretto e soprattutto cerca di presentare la questione “scuola” senza voler demonizzare o esaltare in modo retorico insegnanti o alunni; l’introspezione dei personaggi e i loro risvolti interiori prevalgono su una trama narrativa non particolarmente intricata o ricca di svolte e colpi di scena e questo permette al film, soprattutto nel finale, di eludere saggiamente il pericolo di prevedibilità.

Un plauso particolare ai giovani ragazzi che ben si comportano al cospetto dei tre attori professionisti con cui si confrontano in un’alternanza di complicità, distacco e affetto. Il rosso e il blu è un film sulla scuola e su coloro che la popolano ogni giorno; un mondo chiuso all’esterno e che l’esterno osserva con diffidenza e quasi fastidio, sicuramente scetticismo. Ed invece sia Lodoli che Piccioni vogliono dirci quanto la classe, l’istituto ed i suoi professori siano solo una componente nella crescita dei ragazzi; le famiglie, spesso assenti o distratte, devono fare la loro parte, devono collaborare e unirsi in quella ardua quanto nobile crociata per far si che i propri figli diventino un giorno…brave persone.

Il Roma Film Fest omaggia Franco Zeffirelli

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Franco Zeffirelli, una delle più grandi personalità italiane nel mondo, geniale, colto e raffinatissimo, ha celebrato, sul palcoscenico come in pellicola, il mondo dei sentimenti e quello dell’arte.

Il rock negli ’80: Rock of Ages

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Uscirà nelle nostre sale a giugno Rock of Ages, adattamento cinematografico dell’omonimo musical di Broadway.

La protagonista della storia é una giovane ragazza di una cittadina del Kansas che per realizzare i propri sogni si trasferisce a Los Angeles. Nel Bourbon Room, celeberrimo locale destinato alla demolizione, incontra un ragazzo che sogna di diventare una rock star. La loro storia viene vissuta sulle note dei grandi successi musicali che hanno caratterizzato la fine degli anni ’80.

Il Robot Selvaggio: un sequel è ufficialmente in lavorazione alla DreamWorks

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Dopo aver superato i 100 milioni di dollari a livello globale lo scorso fine settimana, il regista di Il Robot Selvaggio (qui la recensione) Chris Sanders ha confermato questa mattina a Deadline Contenders che un sequel del film è in arrivo e attualmente in fase di sviluppo presso la DreamWorks Animation. “Al 100% sì, ci sono assolutamente piani per un secondo film”, ha confermato Sanders.

Il tre volte candidato all’Oscar Sanders – sceneggiatore e regista di Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch della Disney – ha diretto il film d’animazione da una sceneggiatura da lui stesso scritta. Il film è prodotto da Jeff Hermann (The Boss Baby 2: Family Business della DreamWorks Animation; co-produttore della serie Kung Fu Panda).

Nel film, che è un adattamento dell’omonimo bestseller pluripremiato di Peter Brown, il premio Oscar Lupita Nyong’o interpreta un robot chiamato ROZZUM unità 7134 – in breve “Roz” – che naufraga su un’isola disabitata e deve imparare ad adattarsi al duro ambiente circostante, costruendo gradualmente relazioni con gli animali dell’isola e diventando il genitore adottivo di un papero orfano. Il Robot Selvaggio è il primo della trilogia di libri scritti da Brown. La fuga del robot selvaggio è il secondo libro della serie, che si presume sarà fonte d’ispirazione per l’annunciato sequel.

Lupita Nyong’o è la voce di Il Robot Selvaggio

Parlando dell’ispirazione dietro la sua performance vocale nella foto, Nyong’o ha scherzato dicendo di aver preso appunti da “voci AI come Alexa e Siri”. “Alexa, Siri e sapete quelle voci su TikTok e Instagram che sono così positive e che non sbagliano mai nulla. È una sorta di atteggiamento di “can-do””, ha detto. “Questo è stato il punto di partenza per Roz e il suo viaggio verso l’autorealizzazione e l’evoluzione dell’espressione di sé”.

LEGGI ANCHE: Esther Elisha e Alessandro Roia, doppiatori di Il Robot Selvaggio, parlano della gentilezza come strumento di rivoluzione

Il Robot Selvaggio: trailer e il poster del film

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Il Robot Selvaggio: trailer e il poster del film

Dalla DreamWorks Animation arriva Il Robot Selvaggio, il nuovo adattamento di una straordinaria opera letteraria, l’amato e pluripremiato bestseller del New York Times n. 1 di Peter Brown, Il Robot Selvatico.

L’epica avventura segue il viaggio di un robot – l’unità ROZZUM 7134, abbreviato “Roz” – che dopo un naufragio si ritrova su un’isola disabitata dove dovrà imparare ad adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente relazioni con gli altri animali dell’isola e adottando un’ochetta orfana.

Il Robot Selvaggio, il poster

Il Robot Selvaggio ha per protagonisti la vincitrice del premio Oscar® Lupita Nyong’o (Noi, Black Panther) nel ruolo del robot Roz; il candidato agli Emmy e al Golden Globe Pedro Pascal (The Last of Us, The Mandalorian) nel ruolo della volpe Fink; la vincitrice dell’Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, Campioni di razza) nel ruolo dell’opossum Pinktail; il candidato al premio Oscar® Bill Nighy (Living, Love Actually – L’amore davvero) nel ruolo dell’oca Longneck; Kit Connor (Heartstopper, Rocketman) nel ruolo dell’oca Brightbill e la candidata al premio Oscar® Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once, The Fall Guy in uscita quest’estate) nel ruolo di Vontra, un robot che si unirà a Roz sull’isola.

Il film si avvale anche delle voci di Mark Hamill, icona della cultura pop e vincitore dell’Emmy Award (Star Wars, Il ragazzo e l’airone), di Matt Berry (What We Do in the Shadows, SpongeBob – Il Film) e di Ving Rhames (Mission: Impossible, Pulp Fiction), vincitore di un Golden Globe e candidato agli Emmy.

Una storia emozionante sulla scoperta di sé stessi, un’emozionante analisi sul legame tra tecnologia e natura, una commovente esplorazione di cosa significhi essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.

Il Robot Selvaggio è scritto e diretto dal pluricandidato all’Oscar® Chris Sanders – sceneggiatore e regista di Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch di Disney Animation Studios – ed è prodotto da Jeff Hermann (Baby Boss 2 – Affari di famiglia della DreamWorks Animation; co-produttore del franchise Kung Fu Panda).

Il robot selvatico di Peter Brown, romanzo illustrato per ragazzi pubblicato per la prima volta nel 2016, è diventato un fenomeno, balzando al primo posto della classifica dei bestseller del New York Times. Il libro ha poi ispirato una trilogia che ora comprende La fuga del robot selvatico e The Wild Robot Protects. Il lavoro di Brown sulla serie Il robot selvatico e sugli altri suoi bestseller gli è valso un Caldecott Honor, un Horn Book Award, due E.B. White Awards, due E.B. White Honors, un Children’s Choice Award come illustratore dell’anno, due Irma Black Honors, un Golden Kite Award e un New York Times Best Illustrated Book Award.

Il Robot Selvaggio: recensione del film Dreamworks Animation

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Il Robot Selvaggio: recensione del film Dreamworks Animation

Arriva in sala dal 10 ottobre con Universal Pictures International Italy Il Robot Selvaggio, la nuova produzione della DreamWorks Animation che vanta la firma, alla regia e alla sceneggiatura, di Chris Sanders, vero e proprio guru dell’animazione che ha firmato negli anni, tra gli altri, Lilo & Stitch e Dragon Trainer. Adattando il best seller omonimo di Peter Brown, Sanders si lancia in un’opera ambiziosa, sia per stile che per contenuti, che potrebbe essere uno di quei titoli d’animazione, ormai rari, che mantengono alta l’attenzione sia dei piccoli che degli spettatori più grandi e smaliziati.

La storia de Il Robot Selvaggio

Siamo in un futuro non meglio precisato, che fine abbia fatto l’uomo, lo scopriremo solo molto avanti nel film (come era già accaduto in Wall-E). La storia ha infatti per protagonista Roz, un robot della serie ROZZUM, creato per aiutare l’uomo in ogni tipo di faccenda casalinga, che però finisce per errore su un’isola abbandonata, dove a farla da padrona è la natura selvaggia: foreste incontaminate, animali grandi e piccoli, niente che possa effettivamente dargli un compito da svolgere. Fino a che il suo cammino non si incrocia con quello di una piccola oca rimasta orfana del suo branco. Roz decide che il suo compito è quello di accompagnare l’uovo all’età adulta, insegnargli a mangiare, camminare e infine volare, solo in quel momento il suo compito sarà concluso. Ad aiutare Roz in questo compito improbabile si unisce alla coppia anche Fink, una volpe solitaria e affamata, che in qualche modo trova il modo di convivere con un robot e un’oca.

(from left) Brightbill (Kit Connor) and Roz (Lupita N’yongo) in DreamWorks Animation’s Wild Robot, directed by Chris Sanders.

Abbondanza di temi

Il Robot Selvaggio è un’ottimo film d’animazione che però pecca di “ingordigia” potremmo dire, dal momento che sembra voler dire tutto contemporaneamente, facendosi portatore di tantissimi temi edificanti e sui quali certamente vale la pena di riflettere anche tramite le metafore che la narrazione per bambini offre, tuttavia sembra voler far troppo, come uno studente troppo volenteroso di far bene che rischia di risultare pedante. Ma andiamo con ordine.

LEGGI ANCHE – Esther Elisha e Alessandro Roia, doppiatori di Il Robot Selvaggio, parlano della gentilezza come strumento di rivoluzione

Adattarsi per sopravvivere e scoprire la propria vera natura

Il primo blocco narrativo del film è un piccolo gioiellino d’animazione: in questa fase seguiamo Roz che impara ad accudire il piccolo di oca, battezzato Becco Lustro. Così come lei (un robot dovrebbe essere asessuato, ma il doppiaggio lo rende inequivocabilmente femmina!) Impara a fare da madre al piccolo Becco Lustro, Fink la volpe impara a diventare una specie di fratello maggiore e amico per l’animaletto in difficoltà. Insomma, tutta la prima parte del film racconta una fiaba di adattamento e di istinto, in cui tre entità sole e uniche nel loro genere imparano a formare una famiglia, andando oltre la loro “programmazione”. Roz impara ad adattare il suo programma all’essere madre a tutti gli effetti, con tutto l’amore, la responsabilità e la paura che ne consegue; Fink dal canto suo supera l’istinto di mangiare l’uovo di oca e trova un posto in cui stare da chiamare casa, altre creature (un pennuto e un robot) con cui condividere un concetto nuovo di famiglia; Becco Lustro dal canto suo, che cresce in questa coppia di fatto, scoprirà solo dopo di essere un’eccezione e il suo viaggio consisterà nell’imparare a gestire e a difendere questa sua particolarità, pur inserendola in un contesto sociale.

(from left) Roz (Lupita Nyong’o) and Brightbill (Kit Connor) in DreamWorks Animation’s The Wild Robot, directed by Chris Sanders.

Una storia trasformista

A questo racconto toccante e allo stesso tempo molto divertente in cui si riflette con una certa profondità sulla genitorialità e sull’identità personale, segue una seconda parte della storia in cui si perde il fuoco narrativo e mentre la storia procede con un ritmo decisamente diverso e più sincopato rispetto alla chiarezza e alla solidità della prima parte, Il Robot Selvaggio diventa di volta in volta qualcosa di diverso, toccando temi quali l’ecologia, l’importanza della gentilezza come metodo per sopravvivere in un mondo avverso, la cooperazione, l’amore come motore del mondo. Tutto proposto in rapidissimi cambi di scenario che riescono a trovare una quadra nel finale ma che allontanano il film da quel nucleo narrativo che si sviluppa per tre quarti di storia e riesce davvero con grazia e efficacia a coinvolgere e a far sciogliere di tenerezza il pubblico.

Nella versione originale, il film vanta un parterre di doppiatori di prim’ordine, da Lupita Nyong’O a Pedro Pascal, passando per Kit Connor, Mark Hamill e Catherine O’Hara. La versione italiana dal canto suo fa un lavoro altrettanto splendido, scegliendo per le voci dei due protagonisti Esther Elisha e Alessandro Roia, che dando personalità e voce a Roz e Fink, concedono al pubblico italiano di immergersi in questa avventura per tutta la famiglia.

Complice un’animazione formidabile e una sottile ironia appannaggio dei più grandi, Il Robot Selvaggio è davvero un’esperienza di condivisione per tutte le età, da gustare rigorosamente in sala. Dal 10 ottobre.

DreamWorks Animation’s The Wild Robot, directed by Chris Sanders.

Il Robot Selvaggio: la spiegazione del finale

Il Robot Selvaggio: la spiegazione del finale

Il Robot Selvaggio (The Wild Robot) della DreamWork ha un finale profondamente emozionante che lascia aperta la porta a future avventure con Roz e la sua famiglia. Il film, basato sull’omonimo libro di Peter Brown, è incentrato su un robot che si ritrova sperduto su un’isola remota e disabitata. Dopo essere stata incaricata di proteggere un cucciolo di papero, la macchina sviluppa un legame più profondo con il suo figlio adottivo (e con gli altri diffidenti animali dell’isola). L’impressionante cast vocale di Il Robot Selvaggio e l’animazione lussuosa sostengono una storia centrale davvero forte che accenna a un mondo affascinante e sorprendentemente oscuro.

Il climax di Il Robot Selvaggio lascia alcune domande volutamente senza risposta, mantenendo il focus della narrazione sui personaggi incontrati da Roz e dalla sua famiglia improvvisata. Il film ha un grande potenziale emotivo da esplorare, soprattutto se si considerano le rivelazioni finali del climax. Questi piccoli tocchi sono quasi più allettanti, un accenno allo stato del mondo (e al posto che Roz intende occuparvi) che potrebbe essere facilmente esplorato ulteriormente. L’ampiamente recensito Il Robot Selvaggio ha abbastanza fili in sospeso da giustificare un ritorno all’isola in un eventuale seguito.

Perché Roz non rimane sull’isola nel finale de Il robot selvaggio

Il Robot Selvaggio

Roz lascia l’isola nel finale di Il Robot Selvaggio per fermare altri attacchi della Universal Dynamics, salvando nel frattempo la sua famiglia adottiva. Il film racconta l’evoluzione di Roz da aiutante insensibile, ma impegnata, a madre genuinamente protettiva e accudente. Il suo impegno nei confronti di Brightbill e le sue difficoltà nel fargli da genitore si sviluppano nell’arco emotivo centrale del film, ritardando ripetutamente il suo ritorno per la riparazione anche quando le si presenta l’opportunità di farlo. Alla fine del film, Roz riconosce l’isola come la sua casa, ma teme i danni che l’umanità e le macchine possono arrecarle.

L’abbandono dell’isola da parte di Roz è il culmine della crescita del personaggio e del suo impatto su coloro che la circondano. Le emozioni che ha sviluppato crescendo Brightbill si traducono in un impegno a salvare l’ampio cast di animali dell’isola. La scelta di lasciare il suo posto sull’isola viene trattata da Roz come un sacrificio, ma che diversi personaggi lasciano intendere essere solo temporaneo. Lasciare l’isola e tornare alla Universal Dynamics potrebbe essere necessario ora, ma il finale del film implica che Roz un giorno fuggirà e tornerà.

Cosa succede agli animali dell’isola dopo Roz

Inizialmente, gli animali dell’isola in Il robot selvaggio si confrontano e spesso sono aggressivi l’uno con l’altro. La morte è trattata come un aspetto ottuso del mondo, con Coda di rosa che addirittura ignora rapidamente la morte apparente di uno dei suoi figli all’inizio del film. Tuttavia, il fatto che Roz li riunisca per sopravvivere insieme all’inverno crea una tregua tra tutti loro che non viene infranta alla fine del film. Gli animali combattono al fianco di Roz e la abbracciano, rendendo ancora più significativa la sua scelta di proteggerli.

Questo suggerisce che la pace continuerà nel futuro previsto. Sia Brightbill che Fink finiscono il film molto meglio grazie a Roz. Nonostante il loro breve litigio, Brightbill impara ad accettare Roz come sua madre. Inoltre, abbraccia un ruolo di leadership con il gregge, spronato dal Longneck di Bill Nighy (che muore tragicamente per proteggere il suo inaspettato allievo). Nel frattempo, Fink supera il suo disprezzo per gli altri cittadini della foresta e contribuisce a consolidare il legame tra loro. L’influenza di Roz sull’isola garantisce un’ambientazione più unitaria che potrebbe continuare a prosperare in un eventuale seguito.

Cosa è successo alla Terra ne Il Robot Selvaggio?

Uno degli elementi più efficaci e inquietanti de Il robot selvaggio è il modo in cui il film affronta lo stato del mondo in generale. Il film non lo commenta mai direttamente, ma è fortemente implicito che il futuro de Il robot selvaggio è un futuro in cui elementi come il cambiamento climatico hanno seriamente colpito la Terra. Le futuristiche città rimanenti che si vedono nelle pubblicità dell’azienda di Roz, la Universal Dynamics, ricordano le ottimistiche ed eleganti città fantascientifiche de I Jetsons. Tuttavia, il mondo in generale è mostrato come vuoto e in gran parte privo di vita umana.

Luoghi costieri come San Francisco sono apparentemente sommersi dal mare, come si vede quando lo stormo di Brightbill sorvola il Golden Gate Bridge, in gran parte sommerso. Altre strutture create dall’uomo, come satelliti e città, sembrano abbandonate, suggerendo che l’umanità è stata in gran parte spostata da qualsiasi evento abbia cambiato il mondo. Anche il clima sembra più estremo, con Flip che dice a Roz che la tempesta vista nel film è la peggiore che abbiano mai incontrato. Il film dipinge un’immagine cupa e resistente della Terra, anche se il tipo di mondo a cui la gente penserebbe in un’ambientazione attuale sembra essere ormai lontano.

Come il finale de Il Robot Selvaggio si confronta con il libro

Il finale di The Wild Robot è funzionalmente simile a quello del libro da cui è tratto, con Roz che sceglie di tornare sull’isola per aiutare a proteggere la sua nuova famiglia e i suoi amici. Il film termina con una nota in qualche modo aperta quando Roz viene riportata nella società che l’ha costruita, il che implica che conserva i suoi ricordi e le sue emozioni. Questo si riflette anche nei libri, che vedono Roz accettare il suo ritorno alla civiltà, ma con un piano di fuga verso la natura selvaggia. Il finale riflette in modo specifico anche il seguito del romanzo di Jim Brown.

La fuga del robot selvaggio vede Roz riassegnata ai lavori agricoli, in modo simile al suo destino finale nel film. Il secondo libro si concentra su Roz, combattuta tra la sua nuova posizione e il potenziale ritorno a casa, e sull’incontro con il suo creatore, il dottor Molovo. Il robot selvaggio protegge offre a Roz un’enorme missione da intraprendere quando un misterioso elemento avvelena l’ambiente intorno all’isola, costringendola ad avventurarsi nelle profondità del nord per scoprire la verità. Un adattamento di uno o di entrambi potrebbe facilmente costituire un futuro sequel de Il robot selvaggio sul grande schermo.

Come il finale de Il Robot Selvaggio prepara un sequel

Il Robot Selvaggio sequel
© Universal Pictures

Il fatto che esistano già dei sequel del materiale di partenza spiega perché gran parte de Il robot selvaggio sia lasciato in sospeso e potenzialmente in grado di creare un seguito. L’importanza di Roz nel grande schema delle cose la rende una protagonista affascinante, poiché i suoi tentativi di rimanere da sola a vivere sull’isola saranno sempre minacciati dalla Universal Dynamics che vuole la sua memoria. I chiari piani di Roz di tornare sull’isola potrebbero essere visti come un’anticipazione dei suoi piani di fuga, che erano la trama del seguito del materiale di partenza.

Oltre alla possibilità che il finale di The Wild Robot lasci aperta la porta a una trama specifica, ci sono molti altri elementi che un sequel potrebbe esplorare ulteriormente. Lo stato del mondo viene approfondito nei libri successivi e potrebbe dare a un eventuale sequel una maggiore attenzione all’ecologia. Le tensioni tra gli animali possono essere state sopite per ora, ma potrebbero essere facilmente riaccese dal tipo di conflitti che appaiono nei libri. C’è anche da esplorare la crescita continua di Brightbill e lo sviluppo più profondo di Fink. Un eventuale sequel di Il Robot Selvaggio della DreamWork avrebbe molto materiale da esplorare.

Il vero significato de Il robot selvaggio

Il Robot Selvaggio sequel
(from left) Roz (Lupita Nyong’o) and Brightbill (Kit Connor) in DreamWorks Animation’s The Wild Robot, directed by Chris Sanders.

Il Robot Selvaggio è un film potente sulla natura e sulla maternità, che esplora come anche una macchina apparentemente insensibile possa diventare più grande con l’amore. Lo sviluppo di Roz da utile a protettiva è un’evoluzione naturale e stimolante, che sottolinea la differenza tra le due cose. I temi ecologici del film alludono a un’umanità che ha dato priorità al proprio comfort e alla propria sicurezza, rinunciando al mondo in generale. La vita naturale che gestisce abilmente robot altrimenti molto minacciosi suggerisce che le creazioni dell’umanità non sono così robuste o temibili come sembrano.

In particolare, tutta la vita naturale può essere unita, al di là delle paure e degli istinti animali, da concetti come amore e comunità. La storia principale de Il robot selvaggio riguarda Roz che impara a essere una madre per Brightbill e il suo figlio adottivo lo riconosce, ma riguarda anche l’importanza di superare la nostra programmazione se questo significa aiutarsi a vicenda per sopravvivere. I temi di Il Robot Selvaggio  lo rendono particolarmente toccante in un mondo diviso e apparentemente sempre sull’orlo del disastro, e conferiscono al bellissimo film d’animazione significati più profondi.

Il Robot Selvaggio: il trailer e il poster del film

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Il Robot Selvaggio: il trailer e il poster del film

Dalla DreamWorks Animation arriva Il Robot Selvaggio, il nuovo adattamento di una straordinaria opera letteraria, l’amato e pluripremiato bestseller del New York Times n. 1 di Peter Brown, Il Robot Selvatico.

L’epica avventura segue il viaggio di un robot – l’unità ROZZUM 7134, abbreviato “Roz” – che dopo un naufragio si ritrova su un’isola disabitata dove dovrà imparare ad adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente relazioni con gli altri animali dell’isola e adottando un’ochetta orfana.

Il Robot Selvaggio ha per protagonisti la vincitrice del premio Oscar® Lupita Nyong’o (Noi, Black Panther) nel ruolo del robot Roz; il candidato agli Emmy e al Golden Globe Pedro Pascal (The Last of Us, The Mandalorian) nel ruolo della volpe Fink; la vincitrice dell’Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, Campioni di razza) nel ruolo dell’opossum Pinktail; il candidato al premio Oscar® Bill Nighy (Living, Love Actually – L’amore davvero) nel ruolo dell’oca Longneck; Kit Connor (Heartstopper, Rocketman) nel ruolo dell’oca Brightbill e la candidata al premio Oscar® Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once, The Fall Guy in uscita quest’estate) nel ruolo di Vontra, un robot che si unirà a Roz sull’isola.
Il film si avvale anche delle voci di Mark Hamill, icona della cultura pop e vincitore dell’Emmy Award (Star Wars, Il ragazzo e l’airone), di Matt Berry (What We Do in the Shadows, SpongeBob – Il Film) e di Ving Rhames (Mission: Impossible, Pulp Fiction), vincitore di un Golden Globe e candidato agli Emmy.

Una storia emozionante sulla scoperta di sé stessi, un’emozionante analisi sul legame tra tecnologia e natura, una commovente esplorazione di cosa significhi essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.

Il Robot Selvaggio è scritto e diretto dal pluricandidato all’Oscar® Chris Sanders – sceneggiatore e regista di Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch di Disney Animation Studios – ed è prodotto da Jeff Hermann (Baby Boss 2 – Affari di famiglia della DreamWorks Animation; co-produttore del franchise Kung Fu Panda).

Il Robot Selvaggio debutta in digitale dal 12 Dicembre

Il Robot Selvaggio debutta in digitale dal 12 Dicembre

Il Robot Selvaggio della DreamWorks Animation sarà disponibile dal 12 dicembre in acquisto digitale su Prime Video, Google Play, Apple Tv, Rakuten Tv e Microsoft, e dal 19 dicembre a noleggio in digitale su tutte le piattaforme, incluse Sky Primafila e Mediaset Infinity, distribuito da Universal Pictures Home Entertainment.

Adattamento del pluripremiato bestseller n. 1 del New York Times di Peter Brown, Il Robot Selvaggio è un’avventura epica che vede protagonista la vincitrice del premio Oscar Lupita Nyong’o (Noi, il franchise di Black Panther) nella versione originale, mentre in quella italiana Esther Elisha (le serie Don Matteo), nei panni di Roz, un robot che naufraga su un’isola disabitata e deve adattarsi al duro ambiente circostante. Gradualmente Roz inizia a costruire relazioni con gli animali dell’isola, tra cui una volpe intelligente doppiata da Pedro Pascal (The Last of Us, The Mandalorian) nella versione originale e da Alessandro Roja (Diabolik, Altrimenti ci arrabbiamo) nella versione italiana e diventa genitore adottivo di un papero orfano di nome Beccolustro doppiato da Kit Connor (Ready Player One, Heartstopper) nella versione originale mentre nella versione italiana da Nicolò. Il Robot Selvaggio è una storia potente sulla scoperta di se stessi, un’emozionante visione del ponte tra tecnologia e natura e un’esplorazione commovente di ciò che significa essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.

Diretto dal 3 volte candidato agli Oscat Chris Sanders (Lilo & Stitch, The Croods), Il Robot Selvaggio ha come voci italiane Esther Elisha (Don Matteo) e Alessandro Roja (Diabolik, Altrimenti ci arrabbiamo). Nella versione internazionale vanta un incredibile cast vocale accanto a Nyong’o, Pascal e Connor che include Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, Beetlejuice Beetlejuice), Bill Nighy (Love Actually, Rango), Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once, The Fall Guy), Mark Hamill (il franchise di Star Wars) e Ving Rhames (il franchise di Mission Impossible, I Guardiani della Galassia Vol. 2). Con le musiche del compositore candidato agli Emmy e ai Grammy e vincitore del premio Oscar® Kris Bowers, il film vanta anche due canzoni originali della sensazionale cantautrice vincitrice del Grammy® Maren Morris.

Il ritratto del Duca: la vera storia dietro al film

Il ritratto del Duca: la vera storia dietro al film

Uno dei film più apprezzati del 2021, sia dalla critica che dal pubblico, è Il ritratto del Duca, l’ultimo film diretto da Rogert Michell (meglio noto per aver diretto Notting Hill) prima della sua scomparsa, con cui va a raccontare una storia tanto singolare quanto appassionante. Il film è infatti ispirato alla vera vicenda di Kempton Bunton e all’incredibile caso del furto del ritratto del Duca di Wellington, firmato dal celebre pittore Francisco Goya. Una storia forse oggi poco nota ai più, ma passata alla storia per essere stato il primo e unico caso di furto avvenuto alla prestigiosa National Gallery di Londra.

Attraverso questa vicenda si propone dunque allo spettatore non solo una divertente commedia dall’inconfondibile sapore british, ma anche un racconto ricco di desiderio di rivalsa sociale e amore per il prossimo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori, per poi passare a scoprire la vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Il ritratto del Duca

Protagonista del film è Kempton Bunton, un inguaribile idealista pervaso da un forte senso civico, che impiega il suo tempo e le sue energie a sostenere e promuovere battaglie sociali a favore delle persone svantaggiate. Sua moglie Dorothy, che lavora come donna di servizio, porta invece avanti la famiglia e disapprova lo “stile di vita” del marito. Quando però un giorno Kempton si ritrova coinvolto nel furto del ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya, sarà l’occasione, per tutta la famiglia, di “ritrovarsi” e, per la signora Bumpton, di capire e comprendere, finalmente approvandolo, l’animo e il pensiero di suo marito.

Ad interpretare il ruolo di Kempton Bunton vi è il premio Oscar Jim Broadbent. L’attore era la prima e unica scelta per questo ruolo. Nel ruolo di sua moglie Dorothy vi è l’attrice Helen Mirren. Fionn Whitehead, invece, interpreta Jackie Bunton. Recitano poi nel film anche Matthew Goode nel ruolo di Jeremy Hutchinson e Anna Maxwell Martin in quelli di mrs. Gowling. Joshua McGuire ricopre il ruolo di Eric Crowther, l’assistente di Hutchinson, mentre John Heffernan ha il ruolo di Neddie Cussen, avvocato dell’accusa. Andrew Havill è Sir Philip Hendy, direttore della National Gallery, mentre James Wilby ha il ruolo ruolo di Carl Aarvold, giudice del caso Kempton.

Il ritratto del Duca cast Jim Broadbent Helen Mirren

La storia vera dietro Il ritratto del Duca

Come anticipato, quella narrata in Il ritratto del Duca è una storia vera. Nel 1961 Kempton Bunton era un autista di autobus disabile in pensione che guadagnava la misera cifra di 8 sterline a settimana (equivalenti a 189 sterline nel 2021). In quell’anno, Charles Bierer Wrightsman, un ricco collezionista d’arte americano che si guadagnava da vivere nel settore petrolifero, acquistò il dipinto di Goya Ritratto del Duca di Wellington per la somma di 140.000 sterline (390.000 dollari, equivalenti a 3.315.375 sterline nel 2021). Il governo britannico decise però di riacquistare il dipinto, per la stessa cifra, per evitare che lasciasse la Gran Bretagna. La mossa fece però infuriare Bunton, scontento dal modo in cui il governo impiegava i soldi.

Secondo il suo stesso racconto, Bunton apprese da conversazioni con le guardie della National Gallery che l’elaborato sistema elettronico di sicurezza, composto da sensori a infrarossi e allarmi, veniva disattivato la mattina presto per consentire le pulizie. La mattina del 21 agosto 1961, Bunton si introdusse allora nel museo da una finestra di una toilette, staccò il dipinto incorniciato dall’espositore ed uscì nuovamente dalla finestra, portando così a compimento il furto del prestigioso dipinto. L’agenzia di stampa Reuters ricevette poi una lettera in cui si chiedeva una donazione di 140.000 sterline in beneficenza per pagare le licenze televisive per i meno abbienti e si chiedeva un’amnistia per il ladro.

Bunton, infatti, si opponeva al canone televisivo, ritenendo che la TV dovesse essere messa a disposizione di tutti coloro che ne avevano bisogno. Si è più volte battuto per la gratuità delle licenze televisive per i pensionati ed era stato imprigionato più volte per essersi rifiutato di pagare la licenza. Nel 1965, quattro anni dopo il furto, Bunton contattò un giornale e, tramite un deposito bagagli della stazione ferroviaria di Birmingham New Street, restituì volontariamente il dipinto. Sei settimane dopo, si consegnò anche alla polizia, che inizialmente lo scartò come sospetto, ritenendo improbabile che un pensionato di 61 anni potesse aver compiuto il furto.

Il ritratto del Duca storia vera

Durante il successivo processo, la giuria condannò poi Bunton solo per il furto della cornice, che non era stata restituita. Il team di difesa di Bunton, guidato da Jeremy Hutchinson, ha sostenuto con successo che Bunton non ha mai voluto tenere il dipinto, il che significa che non poteva essere condannato per il furto. Tuttavia, Bunton è poi stato effettivamente condannato e ha scontato tre mesi di carcere. Nel 1996 però, ben trent’anni dopo la restituzione del dipinto, la National Gallery rilasciò una documentazione sul caso riguardante John Bunton, il figlio di Kempton, senza, tuttavia, scendere nei dettagli per ragioni di privacy.

Nel 2012, invece, l’Archivio Nazionale rilasciò un file confidenziale risalente addirittura al 1969 dove si rivela che fu proprio John con la complicità del fratello Kempton Jr l’autore materiale del furto del Duca. Non furono però intraprese ulteriori azioni legali da parte del Governo. L’ammissione di colpa di John era infatti troppo circostanziale e in ogni caso non sufficiente per riaprire il caso né tanto meno per perseguire Kempton per falsa testimonianza. In risposta al caso, fu però emanata la Sezione 11 del Theft Act 1968, che rendeva reato la rimozione senza autorizzazione di qualsiasi oggetto esposto in un edificio pubblico. La BBC decise poi – forse pensando a Bunton – di annullare il canone per i cittadini over 75.

Il trailer di Il ritratto del Duca e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il ritratto del Duca grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 2 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Il ritratto del Duca, al cinema dal 3 marzo. Il trailer

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Il ritratto del Duca, al cinema dal 3 marzo. Il trailer

I Premi Oscar® Helen Mirren (The Queen) e Jim Broadbent (Paddington, Harry Potter e il principe mezzosanguesono i protagonisti della raffinata e divertente commedia IL RITRATTO DEL DUCA (The Duke) – dal 3 marzo al cinema con BIM Distribuzione – l’ultimo film girato da Roger Michell (Notting Hill) prima della sua prematura scomparsa nel settembre 2021. Il film è tratto dall‘incredibile storia vera di un tassista di Newcastle che nel 1961, per affermare i propri ideali e principi, decise di rubare il celebre ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya dalla National Gallery di Londra, scatenando un vero e proprio caso mediatico.

La commedia, presentata Fuori Concorso alla 77^ Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è piena di umanità e invita a riflettere divertendosi, grazie alle straordinarie interpretazioni di Mirren e Broadbent e di tutto il resto del cast composto da Matthew Goode (Downton Abbey, The Imitation Game), Aimée Kelly (Wolfblood), Fionn Whitehead (Dunkirk) e Anna Maxwell Martin (Philomena).

Sinossi: Nel 1961, Kempton Bunton, un tassista sessantenne, rubò il ritratto del Duca di Wellington, dipinto da Goya, dalla National Gallery di Londra. Fu il primo (e rimane tuttora l’unico) furto nella storia della Gallery. Kempton inviò una richiesta di riscatto scrivendo che avrebbe restituito il dipinto a una condizione: se il governo inglese avesse stanziato più fondi per la cura dei più anziani. In passato, Kempton aveva già intrapreso una lunga campagna allo scopo di far ricevere il segnale  televisivo gratuitamente ai pensionati. Cosa successe in seguito divenne leggendario. L’intera storia emerse solo cinquant’anni anni dopo. Kempton aveva tessuto una rete di bugie. L’unica verità era che si trattava di un brav’uomo, determinato a cambiare il mondo e a salvare il suo matrimonio. Come e perché utilizzò “il Duca” per raggiungere il suo obiettivo, è una bellissima ed edificante storia.

Il ritratto del duca al cinema con Helen Mirren e Jim Broadbent

Il ritratto del duca al cinema con Helen Mirren e Jim Broadbent

Con ottimismo e ironia tipicamente british, arriva oggi nei cinema italiani Il ritratto del duca, l’incredibile storia vera di Kempton Bunton che ha fatto commuovere ed emozionare la platea e la critica della 77^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e che promette di regalare al pubblico italiano divertimento e altrettanta commozione. Un ritratto, quello di Bunton, che viene dipinto con grande umanità e raffinatezza da Roger Michell (Notting Hill) prima della sua prematura scomparsa lo scorso settembre.

A impreziosire la commedia le interpretazioni impeccabili dei premi Oscar Helen Mirren (The Queen) e Jim Broadbent (Paddington, Harry Potter e il principe mezzosangue) nei panni dei coniugi Bunton, una coppia umile, unita da un legame indissolubile e sempre pronta a supportarsi nonostante le difficoltà. Il film è tratto da un’incredibile storia vera che ha mosso l’opinione pubblica e scaldato il cuore di migliaia di inglesi negli anni ’60. Il ritratto del duca è una commedia piena di buoni sentimenti che invita a riflettere divertendosi, grazie a misunderstanding, humor inglese e alle straordinarie prove attoriali di Mirren e Broadbent e di tutto il resto del cast composto da Matthew Goode (Downton Abbey, The Imitation Game), Aimée Kelly (Wolfblood), Fionn Whitehead (Dunkirk) e Anna Maxwell Martin (Philomena).

La trama

Nel 1961, Kempton Bunton, un tassista sessantenne, rubò il ritratto del Duca di Wellington, dipinto da Goya, dalla National Gallery di Londra. Fu il primo (e rimane tuttora l’unico) furto nella storia della Gallery. Kempton inviò una richiesta di riscatto scrivendo che avrebbe restituito il dipinto a una condizione: se il governo inglese avesse stanziato più fondi per la cura dei più anziani. In passato, Kempton aveva già intrapreso una lunga campagna allo scopo di far ricevere il segnale  televisivo gratuitamente ai pensionati. Cosa successe in seguito divenne leggendario. L’intera storia emerse solo cinquant’anni anni dopo. Kempton aveva tessuto una rete di bugie. L’unica verità era che si trattava di un brav’uomo, determinato a cambiare il mondo e a salvare il suo matrimonio. Come e perché utilizzò “il Duca” per raggiungere il suo obiettivo, è una bellissima ed edificante storia.

Il ritorno di William Monahan

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Lo sceneggiatore premio Oscar William Monahan (The Departed) dirigerà il thriller Mojave, di cui ha anche scritto lo script.

Il ritorno di Vlad

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La Summit Entertainment ha assunto Scott Kosar, lo sceneggiatore di horror – i remake di Non aprite quella porta e Amityville Horror al suo attivo, oltre all’imminente ed atteso The Crazies – per lavorare sul copione di Vlad, il film che racconterà la gioventù del principe Dracula. Il personaggio storico da cui Stoker si è ispirato per il suo immortale personaggio.

A scrivere il copione originale era stato Charlize Hunman (Sons of Anarchy), mentre il lungometraggio verrà prodotto dalla Plan B di Brad Pitt e Dede Garner. Dietro la macchina da presa siederà invece Anthony Mandler.

Fonte: Hollywood Reporter

Il ritorno di Stefano Chiantini con Emma Marrone al cinema

Il ritorno di Stefano Chiantini con Emma Marrone al cinema

Dopo essere stato presentato alla 20° edizione di Alice nella Città all’interno della Festa del Cinema di Roma 2022, Adler Entertainment è lieta di annunciare la data d’uscita del film Il Ritorno, di Stefano Chiantini con Emma Marrone. Il film, in uscita in sala il prossimo 15 dicembre, è anticipato da un tour nelle sale di diverse città italiane che vedrà la presenza in sala della protagonista Emma Marrone, giunta al suo primo ruolo attoriale da protagonista. 

Il Ritorno mette in scena il dramma di una donna (Emma Marrone) che fa ritorno alla propria famiglia dopo aver trascorso dieci anni in carcere, raccontandone il dramma della lunga separazione e del tentativo di riappropriarsi della vita lasciata indietro.Il film è una produzione World Video Production con Rai Cinema-MiC-Marvin Film-Bling Flamingo e Lazio Cinema International. Il Ritorno sarà distribuito in Italia da Adler Entertainment.

Teresa è una giovane donna, abita con Pietro in un quartiere periferico di una livida città del Lazio e hanno un figlio di circa un anno, Antonio. Devono fare i conti con la mancanza di lavoro e le difficoltà economiche, ma sembrano riuscire a far funzionare le cose; fino a quando i comportamenti di Pietro non finiscono per mettere a rischio la donna ed il piccolo. Questo cambierà la vita di Teresa e non solo, che dieci anni dopo esce dal carcere e cerca di recuperare la vita lasciata indietro.

Il ritorno di Silvio Soldini alla commedia raccontato dal regista e dal suo cast

Silvio Soldini ha presentato presso il cinema The Space Moderno di Roma la sua ultima fatica, un ritorno alla commedia ad otto anni da Agata e la tempesta dopo due lavori che definisce “dallo stile quasi documentaristico” come Giorni e nuvole e Cosa voglio di più. Con lui, una nutrita rappresentanza del cast artistico e tecnico del film.

Il ritorno di Robert Downey Jr. nel MCU come Dottor Destino è una buona cosa?

I Marvel Studios sono soliti mandare onde d’urto nella Hall H – e nelle notizie di cultura pop – ogni volta che annunciano la loro programmazione al San Diego Comic-Con e quest’anno non è stato diverso. Sabato è stato rivelato che Joe e Anthony Russo dirigeranno i prossimi due film dei Vendicatori, Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. Ma lo shock più grande è stato il ritorno nel MCU di Robert Downey Jr. nel ruolo dell’arcinemesi dei Fantastici Quattro, il Dottor Destino. Le reazioni sono contrastanti e non c’è da stupirsi: se da un lato Downey ha affinato il suo talento post-MCU con progetti come Oppenheimer e The Sympathizer, dall’altro non sembra essere adatto al ruolo di Destino.

Il casting di Robert Downey Jr. non tiene conto di un elemento vitale della storia del Dottor Destino

Robert Downey Jr.

Scegliendo Robert Downey Jr. per il ruolo del Dottor Destino, il MCU sta continuando una tendenza preoccupante per quanto riguarda le versioni live-action di Destino: ignorare le sue origini rom. Victor Von Doom è cresciuto in una tribù rom, combinando la stregoneria ereditata dalla madre Cynthia e la sua innata intelligenza per proteggere la sua gente. In effetti, le difficoltà subite da bambino lo hanno spinto a conquistare la sua patria, Latveria, perché voleva creare una casa dove la sua gente potesse essere al sicuro. Le precedenti incarnazioni cinematografiche di Destino hanno ignorato questo aspetto, con Julian McMahon che interpreta Von Doom come un surrogato di Lex Luthor e Toby Kebbell che lo interpreta come uno scienziato antisociale. Considerando il lavoro svolto nei precedenti film del MCU, come il franchise di Black Panther e Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, questo sembra un passo indietro.

L’apparizione del Dottor Destino potrebbe essere troppo precoce nel MCU

Dottor Destin

L’apparizione di Downey nei panni del Dottor Destino solleva anche un’altra questione importante: È troppo presto per l’apparizione del personaggio? Destino è spesso considerato uno dei più grandi cattivi dell’Universo Marvel, ma ci è voluto del tempo perché raggiungesse questa posizione nei fumetti. Doom non si scontra con i Fantastici Quattro fino al quinto numero del loro fumetto; alla fine è salito alla ribalta negli anni Ottanta con la maxiserie originale Marvel Super Hero Secret WarsDoomsday e Secret Wars probabilmente si ispirano a questa maxiserie per la loro trama.

L’apparizione di Destino sembra anche una decisione dell’ultimo minuto, soprattutto se si considerano i piani originali per i prossimi due film degli Avengers. Doomsday era originariamente intitolato The Kang Dynasty e avrebbe dovuto vedere gli Eroi più potenti della Terra combattere contro Kang il Conquistatore, ma l’abbandono del progetto da parte di Destin Daniel Cretton e il processo di Jonathan Majors, unito al licenziamento dal ruolo di Kang, hanno portato a un grosso scossone. Anche se Destino ha avuto un ruolo nell’originale Secret Wars, sarebbe stato molto più avvincente se fosse stato costruito per essere una minaccia importante o se avesse affrontato prima i Fantastici Quattro.

Il ritorno di Robert Downey Jr. sembra prendere le lezioni sbagliate dagli altri successi del MCU

Non è un segreto che Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, voglia fare di Doomsday e Secret Wars lo stesso tipo di evento blockbuster, sullo stampo dei precedenti film del MCU come Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Non è nemmeno un segreto che i Russo desiderassero adattare Secret Wars, e Joe Russo lo ha definito il fumetto che lo ha fatto innamorare dell’Universo Marvel al SDCC. Ma ciò che tutti dimenticano è che quei successi sono stati il risultato della pazienza. C’è voluto tempo per costruire gli eventi che hanno portato a Infinity War e Endgame, e persino al primo film dei Vendicatori. Affrettandosi a inserire Destino nel film, Feige e i Russo rischiano di sminuire la minaccia che il Signore di Latveria rappresentava nel materiale di partenza.

Il ritorno di Downey sembra anche un piano di Ave Maria per attirare gli spettatori del MCU che sono lontani dal franchise, e i Marvel Studios avrebbero dovuto guardare a due dei loro precedenti successi quando hanno deciso il ruolo di Destino. Spider-Man: No Way Home ha riportato sul grande schermo le versioni di Andrew Garfield e Tobey Maguire di Peter Parker, ma non erano il fulcro del film: il web-slinger di Tom Holland era ancora al centro della scena. Anche Deadpool & Wolverine adotta una tattica simile, utilizzando la maggior parte del tempo dello schermo per concentrarsi sulla dinamica tra i mutanti di Ryan Reynolds e Hugh Jackman, che sta dando i suoi frutti al botteghino. Il ritorno di Downey sembra lo stesso tipo di palese gioco nostalgico che ha guidato Ghostbusters: Afterlife e The Flash, e i creativi coinvolti dovranno lavorare per rendere Destino un personaggio davvero convincente.

I Marvel Studios potrebbero perdersi una rivalità iconica nei fumetti

Avengers: Secret Wars

Introducendo il Dottor Destino come prossimo grande cattivo dei film degli Avengers si perde un conflitto avvincente: la rivalità tra lui e Reed Richards, alias Mister Fantastic. Destino si sente superiore a Reed e cerca di dimostrarlo in ogni occasione, dai suoi tentativi di conquista del mondo alle sue battaglie con i Fantastici Quattro. L’esempio più grande si trova in Secret Wars di Jonathan Hickman e Esad Ribic del 2015; quando il multiverso Marvel è stato distrutto, Destino ha ottenuto un potere divino e ha riunito i frammenti di varie realtà per creare Battleworld. Ma nel processo ha anche rubato la famiglia di Reed, Sue, Valeria e Franklin. Solo quando Reed e Destino si scontrarono sul Battleworld che stava crollando, Destino ammise finalmente che Reed era migliore di lui. Naturalmente, questo aspetto potrebbe essere approfondito nelle serie future, ma non avere la loro rivalità come fondamento delle loro relazioni rischia di far perdere una delle dinamiche caratteriali più importanti tra i due.

Ciò che rende Secret Wars del 2015 così avvincente è che è stato il culmine di una storia lunga anni che Hickman aveva creato, a partire dal suo lavoro su Fantastic Four. I Marvel Studios dovrebbero dedicare alla comparsa di Destino la stessa cura, e non limitarsi a regolarla nel franchise degli Avengers; se The Fantastic Four: First Steps si rivelerà un successo, i futuri film dei Fantastici Quattro potrebbero utilizzarlo come personaggio. Downey ha pronunciato la frase “Nuova maschera, stesso compito” nella Hall H: speriamo che si tratti di un modo di dire e non di un’accusa all’approccio narrativo dei Russo.

Avengers: Doomsday debutterà nelle sale americane nel maggio 2026, mentre Avengers: Secret Wars debutterà nel maggio 2027. Avengers: Endgame è disponibile in streaming su Disney+.

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Il Ritorno di Mary Poppins: un sequel è già in lavorazione

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Il Ritorno di Mary Poppins: un sequel è già in lavorazione

Apprendiamo da CBR che la Disney è nelle prime fasi di sviluppo di un sequel di Il Ritorno di Mary Poppins. Il secondo film basato sulla serie di libri di P.L. Travers, con protagonista Emily Blunt è già riuscito a guadagnare oltre 260 milioni di dollari al botteghino USA. E ora sembra che la Disney voglia riportare la tata magica sul grande schermo.

Secondo The Sun, i dirigenti della Disney sono nelle fasi iniziali della messa a punto di una trama per un nuovo sequel. Rob Marshall, che ha diretto l’ultimo film, tornerà probabilmente alla regia insieme alla star, Emily Blunt. Parlando a un evento per i candidati al BAFTA, Marshall ha detto: “Sono le prime fasi, ma in questo momento dirò che esistono otto libri della serie, quindi c’è ancora molto materiale da non perdere.”

“Emily si illumina quando me ne parla e se la gente lo vuole, penso che accadrà”, ha aggiunto il produttore John DeLuca. La Blunt aveva infatti già dichiarato di essere “pronta per un sequel”.

Il Ritorno di Mary Poppins, leggi la recensione

Il film racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in casa Mary Poppins. Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno abbandonato le loro vite.

Nel cast del film Emily Blunt, nel ruolo che fu di Julie AndrewsLin-Manuel Miranda, creatore del musical di grandissimo successo Hamilton, e la tre volte premio Oscar Meryl Streep, che interpreterà il ruolo della cugina Topsy. Ben Whishaw (Spectre, The Zero Theorem, Paddington) interpreterà invece Michael Banks da adulto e Emily Mortimer sarà Jane. Infine ci saranno anche Dick Van Dyke e Angela Lansbury.

La sceneggiatura sarà scritta da David Magee; per quanto riguarda la colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato al premio Oscar Marc Shaiman si occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony Award Scott Wittman scriverà nuove canzoni originali.

A dirigere il film è stato chiamato un esperto di musical, Rob Marshall. L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins e la famiglia Banks.

Il Ritorno di Mary Poppins: un magico video dal backstage

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Il Ritorno di Mary Poppins: un magico video dal backstage

È stata diffusa un magico video dal dietro le quinte de Il Ritorno di Mary Poppins, il film con Emily Blunt che vedrà tornare al cinema l’iconica bambinaia interpretata da Julie Andrews.

Guarda anche – Il ritorno di Mary Poppins: il trailer ufficiale con Emily Blunt

Nel cast del film Il Ritorno di Mary Poppins Emily Blunt, nel ruolo che fu di Julie AndrewsLin-Manuel Miranda, creatore del musical di grandissimo successo Hamilton, e la tre volte premio Oscar Meryl Streep, che interpreterà il ruolo della cugina Topsy. Ben Whishaw (Spectre, The Zero Theorem, Paddington) interpreterà invece Michael Banks da adulto e Emily Mortimer sarà Jane. Infine ci saranno anche Dick Van Dyke e Angela Lansbury.

Il film arriverà in sala il 19 dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in casa Mary Poppins. Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno abbandonato le loro vite.

La sceneggiatura sarà scritta da David Magee; per quanto riguarda la colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato al premio Oscar Marc Shaiman si occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony Award Scott Wittman scriverà nuove canzoni originali. A dirigere il film è stato chiamato un esperto di musical, Rob Marshall. L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins e la famiglia Banks.

Il Ritorno di Mary Poppins, leggi la recensione

Il ritorno di Mary Poppins: trama, cast e curiosità sul film

Il ritorno di Mary Poppins: trama, cast e curiosità sul film

Tutti conoscono il personaggio di Mary Poppins, la straordinaria tata ideata dalla scrittrice Pamela Lyndon Travers (la cui vicenda è stata raccontata nel film Saving Mr. Banks). Ideata nel 1934, questa è poi arrivata al cinema su volontà di Walt Disney nel 1964 con il film Mary Poppins. A distanza di ben 54 anni, è poi arrivato al cinema il suo sequel diretto dal titolo Il ritorno di Mary Poppins (qui la recensione). Questo rielabora non solo i contenuti dell’originale, ma introduce anche elementi nuovi, che vanno di pari passo con le disponibilità tecnologiche oggi presenti e che hanno permesso di ottenere risultati visivi strepitosi.

La volontà di dar vita ad un sequel, in realtà, circolava già al momento della distribuzione del primo film. Per decenni si è tentato di concretizzare quest’idea, ma la Travers si oppose in ogni caso, non trovando di suo gradimento quanto le veniva proposto. È stato solo nel 2015, con il consenso dei suoi eredi, che si è trovato modo di riportare Mary Poppins sul grande schermo, riadattando alcuni tentativi di sceneggiatura scritti nel corso del tempo. Diretto da Rob Marshall (noto anche per i musical Chicago, Nine e Into the Woods), il film è poi stato candidato agli Oscar per i suoi costumi e la colonna sonora.

Con un incasso di 350 milioni di dollari, Il ritorno di Mary Poppins ha ottenuto ampi consensi tanto presso i fan del primo film quanto presso le nuove generazioni. Di fronte alla magia portata su schermo da questo film, è infatti difficile rimanere impassibili. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il ritorno di Mary Poppins: la trama del film

Ambientato a Londra nel 1935, circa vent’anni dopo gli eventi del primo film, questo sequel vede Michael e Jane Banks ormai cresciuti ma residenti ancora nella vecchia casa dei loro genitori. Mentre Michael tenta di gestire i tre figli Annabel, John e Georgie, deve anche far fronte alle difficoltà economiche e alla recente scomparsa di sua moglie. Per fortuna, ad aiutarlo ci sono sua sorella, la quale è però impegnata in diverse battaglie per i diritti dei lavoratori, e la domestica Ellen. Le cose sembrano però complicarsi in modo quantomai drammatico quando il signor Wilkins, direttore della banca per cui Michael lavora, decide di procedere al pignoramento della casa del suo dipendente.

Fortunatamente il vento inizia a cambiare per loro quando Mary Poppins, la bambinaia che con i suoi straordinari poteri magici è in grado di trasformare qualsiasi mansione giornaliera in una fantastica avventura, torna nelle loro vite, senza essere invecchiata di un giorno. Insieme al suo vecchio amico Jack, un lampionaio affascinante e ottimista, Mary accompagnerà i piccoli Banks in una serie di incredibili avventure arricchite da incontri con personaggi stravaganti, tra cui la sua eccentrica cugina Topsy, riportando vita, amore e speranza nella loro casa.

Il ritorno di Mary Poppins film

Il ritorno di Mary Poppins: il cast e i personaggi del film

Il ruolo che fu di Julie Andrews, ovvero quello di Mary Poppins, è stato per questo sequel affidato ad Emily Blunt, approvata anche dalla stessa Andrews. Commossa dalla fiducia riposta in lei, l’attrice dedicò anima e corpo per dar vita ad una versione nuova ma fedele del personaggio. Per far ciò, si basò soprattutto sugli scritti della Travers, riscontrando come tra la Mary Poppins dei libri e del film del 1964 vi siano diverse differenze. Per la Andrews era stato anche pensato un cameo alla fine del film, ma questa rifiutò per non rubare attenzioni alla Blunt. Al suo posto, nei panni della signora che sul finale vende palloncini, si ritrova dunque la celebre Angela Lansbury. Nei panni di Michael e Jane Banks vi sono invece gli attori Ben Whishaw e Emily Mortimer, mentre la domestica Ellen è interpretata da Julie Walters.

I piccoli Annabel, John e Georgie sono invece interpretati da Pixie Davis, Nathanael Saleh e Joel Dawson. L’attrice premio Oscar Meryl Streep compare nei panni di Topsy, l’eccentrica cugina di Mary Poppins. Con questo film la Streep è tornata a recitare con la Blunt dopo Il diavolo veste Prada e Into the Woods. Un personaggio del tutto inedito è invece quello del lampionaio Jack, interpretato da Lin-Manuel Miranda. Colin Firth è l’antagonista, l’avido Wilkins. Dick Van Dyke, che recitò anche nel film del 1964, compare qui nel ruolo di Dawes Jr. Per questo, nonostante i suoi 91 anni, ha interpretato personalmente la complessa scena di ballo. Tale performance è stata unanimemente acclamata come una delle più straordinarie del film.

Le canzoni di Il ritorno di Mary Poppins

Elemento fondamentale in Il ritorno di Mary Poppins sono le canzoni cantate dai protagonisti.  Il compositore, Marc Shaiman e il paroliere Scott Wittman hanno lavorato sulla colonna sonora scrivendo nove canzoni originali per il film. Tra queste spicca in particolare Il posto dove si nasconde, brano poi nominato agli Oscar nella categoria Miglior canzone originale. La partitura include però anche riferimenti musicali alle canzoni e partiture del primo film, scritte dai fratelli Richard e Robert Sherman, quali “Basta un poco di zucchero“, “La tata perfetta“, “La cattedrale” e “L’Aquilone“. Proprio Richard Sherman ha inoltre svolto il ruolo di consulente musicale, approvando i nuovi brani scritti per il film.

Il trailer di Il ritorno di Mary Poppins e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il ritorno di Mary Poppins grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV, Disney+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 28 dicembre alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDb

Il ritorno di Mary Poppins: recensione del film con Emily Blunt

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Il ritorno di Mary Poppins: recensione del film con Emily Blunt

Il ritorno di Mary Poppins al cinema era stato scongiurato da P. L. Travers, autrice dei romanzi che parlano della tata magica, che, dopo essere rimasta delusa dal primo adattamento di Walt Disney con Julie Andrews, lasciò a testamento che mai e poi mai nessuno avrebbe ritentato l’operazione. Gli eredi della scrittirce però hanno trovato il modo di aggirare la questione legale, visto che a distanza di 54 anni, Il ritorno di Mary Poppins è un film, al cinema dal 20 dicembre, sempre prodotto dalla Casa di Topolino.

Il musical, diretto da Rob Marshall, si annuncia come un sequel, in cui Mary Poppins torna dopo 20 anni a casa Banks, in viale dei Ciliegi 17. I coniugi Banks non ci sono più, ma nella grande casa, vedovo con tre figli, c’è ancora Michael, che ora lavora in banca. Jane invece vive da sola e fa la sindacalista, cercando come può di aiutare il fratello. Non c’è più Bert, lo spazzacamino, ma c’è Jake, uno dei tanti lampionai della Londra. L’avventura prevederà canzoni, magie, viaggi dentro a oggetti inanimati, una cugina bizzarra e una “sfida” contro la banca che, invece dei risparmi di Michael, vorrà portare via ai Banks la loro casa.

Il ritorno di Mary Poppins a casa Banks

Passo dopo passo, ci si rende conto che Il ritorno di Mary Poppins non è un vero e proprio sequel, quanto più un omaggio/remake in cui tutte le situazioni del classico “ibrido” con Julie Andrews vengono ricalcate e predisposte in modo tale da raccontare più o meno la stessa storia che ci aveva già raccontato Robert Stevenson nel 1964. Jane e Michael esercitano le stesse professioni, rispettivamente, della madre e del padre; al posto dell’eccentrico zio Albert che prende il tè sul soffitto c’è la cugina Topsy, che sul soffitto… ci cammina! C’è la banca, il numero dei lampionai che si sostituiscono agli spazzacamini; il viaggio nel vaso decorato al posto del viaggio nel disegno; la signora dei palloncini al posto di quella dei piccioni. Ogni elemento nel film di Rob Marshall richiama all’originale, senza però riuscire mai a rievocarne la magia.

Quello che di diverso ha questo secondo appuntamento a viale dei Ciliegi è l’atmosfera. Londra è in piena crisi economica, la magia che Mary aveva regalato alla prima avventura fa fatica a trovare spazio di fronte alla disgregazione della famiglia, e il realismo rischia ogni volta di avere la meglio e così, nonostante i vivaci costumi di Colleen Atwood e l’allegria delle canzoni, l’atmosfera è sempre un pizzico più cupa.

Emily Blunt è la nuova Mary Poppins

Con tutte queste premesse, era davvero difficile per Emily Blunt, “praticamente perfetta sotto ogni aspetto”, riuscire a eguagliare la Andrews, e sebbene l’idea dei produttori non era sicuramente quella di indurre al paragone, è difficile sfuggire alla tentazione di giustapporre ogni momento di questo film alle sequenze all’originale. Ragione per cui, sarebbe stato meglio, forse, allontanarsi di più dal film che conquistò 5 premi Oscar, e avventurarsi nell’inesplorato.

E, nonostante sia l’eroina del titolo, colei che dicendo sì a questo film ha abbracciato l’eredità più pesante, sembra quasi che non sia lei l’eroina della storia: i piccoli Bakns sono perfettamente in grado di badare a se stessi e l’eroe d’azione vero e proprio è il Jake di Lin-Manuel Miranda, unico tra tutti che sembra davvero a proprio agio sul palcoscenico che Marshall porta in sala.

Le uniche emozioni autentiche de Il ritorno di Mary Poppins sono quelle regalate dall’apparizione di Mary, in cielo, con i piadi “in prima”, dal ritorno a viale dei Ciliegi 17, dalla vista sotto barba e trucco, dell’occhio vispo di Dick Van Dike, che con un cameo di pochi minuti restituisce brio al finale del film. Tutte emozioni profonde e magiche che hanno soprattutto il gusto della malinconia.

Il Ritorno di Mary Poppins: magica anteprima a Milano

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Il Ritorno di Mary Poppins: magica anteprima a Milano

La sera del 18 dicembre, numerose celebrities hanno sfilato a Milano sul red carpet dell’anteprima italiana del film Disney Il Ritorno di Mary Poppins, un sequel completamente nuovo e originale che arriverà nelle sale il 20 dicembre.

In un’atmosfera ricca di magia, musica e colori, gli ospiti sono stati accolti con allestimenti ispirati ai momenti più iconici del film, dal leggendario Viale dei Ciliegi, all’arredamento sopra-sotto del negozio di Topsy, l’eccentrica cugina di Mary Poppins, fino alla vasca da bagno in cui i piccoli Banks si tuffano nella loro prima divertente avventura.

Serena Rossi, che ne Il Ritorno di Mary Poppins è la voce italiana nelle canzoni interpretate dalla tata praticamente perfetta, ha regalato agli ospiti presenti in sala un’emozionante interpretazione con un medley di brani tratti dalla colonna sonora del film.

Daniel Frigo, amministratore delegato di The Walt Disney Company Italia ha commentato: “È stata una fantastica serata, con la quale abbiamo voluto rendere omaggio al ritorno sul grande schermo di un’icona senza tempo. Mary Poppins è uno dei personaggi più amati in assoluto da intere generazioni e Serena Rossi, già apprezzata dal pubblico Disney, è perfetta per interpretare le nuove canzoni della celebre tata che presto entreranno nel cuore di tutti. I miei complimenti vanno al grande team Disney Italia, che ha lavorato con passione e che, in sinergia con i nostri partner, ha saputo dare nuova vita alla magia legata a questo intramontabile personaggio”.

Tra i numerosi ospiti, erano presenti anche le voci italiane di alcuni protagonisti del film, ovvero Domitilla D’Amico (Mary Poppins) e Renato Novara (Michael Banks). Sul carpet hanno inoltre sfilato numerosi volti noti del cinema, della musica, della televisione e del web, tra cui le voci di X-Factor Luna Melis, Naomi e Sherol Dos Santos e il giudice Lodo Guenzi. Con loro anche i Casa Surace, Enzo Miccio, Giulia De Lellis, Nicole Mazzocato, Silvio Soldini, Mariasole Pollio, Ellen Hidding, Barbara Snellenburg, Guido Bagatta, Tessa Gelisio, Paola Iezzi, Syria, Lidia Schillaci, Valerio Scanu, Rosaria Renna, Stefano Tacconi, Susanna Messaggio, Alessandra Drusian, Fabio Ricci e molti altri ancora.

Per l’occasione, il team di make-up artist di L’Oréal Paris ha realizzato sette make-up ispirati alla celebre tata, arricchiti dai rossetti Color Riche della Collezione Limited Edition con la quale il brand celebra l’arrivo del film nelle sale.

Durante la serata, inoltre, gli ospiti hanno potuto ammirare le 20 opere realizzate dagli artisti italiani del progetto ARTUPIA in omaggio a Il Ritorno di Mary Poppins. Riprodotte in 1.000 repliche limited edition, le opere sono state diffuse in questi giorni nei centri storici di Milano, Roma, Pisa e Venezia, con grande sorpresa dei passanti che hanno potuto scegliere e tenere con sé il soggetto a loro più gradito.

Diretto dal regista candidato all’Oscar® e all’Emmy® Rob Marshall e interpretato da Emily Blunt nel ruolo dell’iconica tata “praticamente perfetta”, Il Ritorno di Mary Poppins è ambientato a Londra durante la Grande Depressione degli anni ‘30, ventiquattro anni dopo gli eventi del film originale. Michael Banks lavora nella stessa banca in cui lavorava suo padre e vive ancora al numero 17 di Viale dei Ciliegi con i suoi tre figli Annabel, Georgie e John e la domestica Ellen. Proseguendo la tradizione inaugurata dalla loro madre, Jane Banks combatte per i diritti dei lavoratori e aiuta la famiglia di Michael. Quando la famiglia subisce una perdita personale, Mary Poppins ritorna magicamente nella vita dei Banks e, con l’aiuto di Jack, li aiuta a ritrovare la gioia di vivere e il senso della meraviglia.

Leggi la recensione de Il Ritorno di Mary Poppins

Il Ritorno di Mary Poppins: le scene con Dick Van Dyke ci faranno piangere

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Tra poco più di un mese sbarcherà nelle nostre sale Il Ritorno di Mary Poppins, atteso “sequel” che vede protagonista Emily Blunt nei panni dell’iconica tata resa celebre da Julie Andrews. Nel film, come già annunciato, ci sarà anche Dick Van Dyke in quelli del sig. Dawes Jr., e da quanto raccontato dall’attrice l’atmosfera sul set in presenza dell’attore ha letteralmente fatto piangere ogni membro della troupe:

Dick aveva appena terminato il suo discorso, e Rob [Marshall] riusciva a stento a trattenere le lacrime. La scena finì e per qualche secondo rimanemmo in attesa del suo segnale…fu allora che ci rendemmo conto che stavamo scrivendo davvero un capitolo successivo di Mary Poppins e che onore sarebbe stato portare avanti la sua eredità

Dello stesso parere è Lin-Manuel Miranda, co-protagonista, che racconta: “Il giorno in cui abbiamo avuto Dick sul set è stato il più emozionante della lavorazione, perché doveva recitare questo bellissimo monologo e ha anche cantato improvvisando ‘Feed the Birds’. Quando ero un bambino il solo accenno di quella melodia mi faceva scoppiare in lacrime, impedendomi di finire il film. Rivederlo dal vivo, eseguito da Dick, è stato davvero straordinario“.

Ecco il trailer ufficiale di Il ritorno di Mary Poppins

Nel cast del film Emily Blunt, nel ruolo che fu di Julie AndrewsLin-Manuel Miranda, creatore del musical di grandissimo successo Hamilton, e la tre volte premio Oscar Meryl Streep, che interpreterà il ruolo della cugina Topsy. Ben Whishaw (Spectre, The Zero Theorem, Paddington) interpreterà invece Michael Banks da adulto e Emily Mortimer sarà Jane. Infine ci saranno anche Dick Van Dyke e Angela Lansbury.

Il film arriverà in sala il 19 dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in casa Mary Poppins. Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno abbandonato le loro vite.

La sceneggiatura sarà scritta da David Magee; per quanto riguarda la colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato al premio Oscar Marc Shaiman si occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony Award Scott Wittman scriverà nuove canzoni originali.

A dirigere il film è stato chiamato un esperto di musical, Rob Marshall. L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins e la famiglia Banks.

Il Ritorno di Mary Poppins, leggi la recensione

Fonte: EW

Il Ritorno di Mary Poppins: le immagini dai numeri musicali

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Il Ritorno di Mary Poppins: le immagini dai numeri musicali

Sono state diffuse nuove immagini da Il Ritorno di Mary Poppins, il film con Emily Blunt che porterà sul grande schermo la bambinaia passata alla storia con il volto e la voce di Julie Andrews.

La Blunt raccoglie il testimone in quello che sarà un sequel della storia originale e che vedrà Jane e Michael Banks cresciuti. Di seguito le immagini che ritraggono Emily Blunt, al fianco di Lin-Manuel Miranda e ai giovani, nuovi protagonisti.

Il Ritorno di Mary Poppins: le scene con Dick Van Dyke ci faranno piangere

Nel cast del film Emily Blunt, nel ruolo che fu di Julie AndrewsLin-Manuel Miranda, creatore del musical di grandissimo successo Hamilton, e la tre volte premio Oscar Meryl Streep, che interpreterà il ruolo della cugina Topsy. Ben Whishaw (Spectre, The Zero Theorem, Paddington) interpreterà invece Michael Banks da adulto e Emily Mortimer sarà Jane. Infine ci saranno anche Dick Van Dyke e Angela Lansbury.

Il film arriverà in sala il 19 dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in casa Mary Poppins. Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno abbandonato le loro vite.

La sceneggiatura sarà scritta da David Magee; per quanto riguarda la colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato al premio Oscar Marc Shaiman si occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony Award Scott Wittman scriverà nuove canzoni originali.

A dirigere il film è stato chiamato un esperto di musical, Rob Marshall. L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins e la famiglia Banks.

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Il ritorno di Mary Poppins: la nuova canzone nello sneak peek

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Il ritorno di Mary Poppins: la nuova canzone nello sneak peek

La Disney ha diffuso un nuovo teaser per Il Ritorno di Mary Poppins, dandoci la possibilità di sbirciare dietro le quinte del film e farci tornare di nuovo su viale dei Ciliegi. Mentre il teaser ci presenta molti momenti eccitanti, la parte migliore è quella che ci offre le prime note delle canzoni originali del film.

La nuova canzone in questione è interpretata da Lin-Manuel Miranda, star di Broadway che interpreterà Jack il Lampionaio, una specie di sostituto del caro Bert, interpretato da Dick Van Dyke nell’originale con Julie Andrews.

Vecchio amico di Mary, Jack è “un lampionaio affascinante e ottimista che porta lice e vita alle strade di Londra e a tutti quelli che gli sono intorno.” Il suo ottimismo è mostrato nella canzone che canta nel video e che offre una prospettiva sul rimanere positivi anche quando la vita va male.

https://www.youtube.com/watch?v=8YQgxe4hs4M

Nel cast del film Emily Blunt, nel ruolo che fu di Julie AndrewsLin-Manuel Miranda, creatore del musical di grandissimo successo Hamilton, e la tre volte premio Oscar Meryl Streep, che interpreterà il ruolo della cugina Topsy. Ben Whishaw (Spectre, The Zero Theorem, Paddington) interpreterà invece Michael Banks da adulto e Emily Mortimer sarà Jane. Infine ci saranno anche Dick Van Dyke e Angela Lansbury.

Il film arriverà in sala il 19 dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in casa Mary Poppins. Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno abbandonato le loro vite.

La sceneggiatura sarà scritta da David Magee; per quanto riguarda la colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato al premio Oscar Marc Shaiman si occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony Award Scott Wittman scriverà nuove canzoni originali.

A dirigere il film è stato chiamato un esperto di musical, Rob Marshall. L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins e la famiglia Banks.

Il Ritorno di Mary Poppins, leggi la recensione

Il ritorno di Mary Poppins: intervista a Emily Blunt e Lin-Manuel Miranda

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In occasione della premiere a Londra di Il Ritorno di Mary Poppins, abbiamo avuto il piacere di intervistare Emily Blunt, Lin-Manuel MirandaJeremy Swift. Diretto dal regista candidato all’Oscar e all’Emmy Rob Marshall e interpretato da Emily Blunt nel ruolo dell’iconica tata “praticamente perfetta”, Il Ritorno di Mary Poppins è ambientato a Londra durante la Grande Depressione degli anni ‘30, ventiquattro anni dopo gli eventi del film originale.

Nel cast del film Il Ritorno di Mary Poppins anche  Meryl Streep, Ben Whishaw, Emily Mortimer, Colin Firth, Dick Van Dyke, Serena Rossi, Angela Lansbury e Julie Walters.

Nel film Michael Banks lavora nella stessa banca in cui lavorava suo padre e vive ancora al numero 17 di Viale dei Ciliegi con i suoi tre figli Annabel, Georgie e John e la domestica Ellen. Proseguendo la tradizione inaugurata dalla loro madre, Jane Banks combatte per i diritti dei lavoratori e aiuta la famiglia di Michael. Quando la famiglia subisce una perdita personale, Mary Poppins ritorna magicamente nella vita dei Banks e, con l’aiuto di Jack, li aiuta a ritrovare la gioia di vivere e il senso della meraviglia.

Diretto da Rob Marshall, Il Ritorno di Mary Poppins è prodotto da John DeLuca, p.g.a., Rob Marshall, p.g.a., e Marc Platt, p.g.a., mentre Callum McDougall è il produttore esecutivo. Il film comprende una serie di canzoni originali completamente nuove con le musiche di Marc Shaiman e i testi di Scott Wittman e Shaiman, oltre a una colonna sonora originale firmata da Shaiman.

Il Ritorno di Mary Poppins: in Pakistan è stato promosso con l’immagine di Yondu

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Il Ritorno di Mary Poppins è stato uno dei film che hanno accompagnato le vacanze natalizie dei fan Disney in tutto il mondo. Pur non raccogliendo pareri unanimi, il film con Emily Blunt ha riportato sul grande schermo la magia della tata più famosa del mondo, andando a ingrassare le casse della Casa di Topolino.

Il Ritorno di Mary Poppins è stato promosso al meglio dallo Studio, ma in Pakistan, i proprietari di un cinema locale, hanno scelto un modo tutto particolare di promuovere il film, ovvero, utilizzando l’immagine di Yondu, il personaggio interpretato da Michael Rooker in Guardiani della Galassia e nel Vol. 2.

Ma cosa c’entra il Ravager con il personaggio di Pamela L. Travers? La risposta si trova nel secondo film sui Guardiani, quando, nel finale, Star Lord paragona Yondu, suo padre adottivo, a Mary Poppins. Ebbene, questo cinema ha deciso di sfruttare il successo di quella battuta del film, che ha fatto scatenare l’internet all’epoca dell’uscita in sala.

Ecco cosa ha condiviso su Reddit un utente:

Il Ritorno di Mary Poppins racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in casa Mary Poppins. Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno abbandonato le loro vite.

Il Ritorno di Mary Poppins, leggi la recensione

Nel cast del film Emily Blunt, nel ruolo che fu di Julie AndrewsLin-Manuel Miranda, creatore del musical di grandissimo successo Hamilton, e la tre volte premio Oscar Meryl Streep, che interpreterà il ruolo della cugina Topsy. Ben Whishaw (Spectre, The Zero Theorem, Paddington) interpreterà invece Michael Banks da adulto e Emily Mortimer sarà Jane. Infine ci saranno anche Dick Van Dyke e Angela Lansbury.

La sceneggiatura sarà scritta da David Magee; per quanto riguarda la colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato al premio Oscar Marc Shaiman si occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony Award Scott Wittman scriverà nuove canzoni originali.

A dirigere il film è stato chiamato un esperto di musical, Rob Marshall. L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins e la famiglia Banks.

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