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Un giorno di pioggia a New York debutta su Sky Cinema

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Un giorno di pioggia a New York debutta su Sky Cinema

Arriva in prima visione su Sky Cinema l’ultimo film scritto e diretto da Woody Allen, il grande regista newyorkese che proprio nella Grande Mela ha scelto di ambientare il suo 49esimo titolo: Un giorno di pioggia a New York  andrà in onda venerdì 5 giugno alle 21.15 su Sky Cinema Due, disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

Un giorno di pioggia a New York racconta come il programma di due fidanzatini, Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning), di trascorrere un romantico fine settimana a New York vada in fumo non appena i due mettono piede in città. L’occasione del viaggio della coppia nasce da un compito che viene assegnato ad Ashleigh dal giornale del college: intervistare a Manhattan il suo regista preferito, Roland Pollard (Liev Schreiber). Da orgoglioso newyorkese qual è, Gatsby è a sua volta ansioso di far conoscere ad Ashleigh i posti che preferisce della sua città, visto che lei, cresciuta in Arizona, non ci mette piede da quando era bambina.

Ma i piani sono fatti per essere cambiati e così, Ashleigh non fa in tempo a porre la prima domanda a Pollard, che lui le confessa di aver perso fiducia in se stesso come artista ed è pronto ad abbandonare le riprese del suo prossimo film. Da sua vera ammiratrice, Ashleigh lo esorta a non mollare e lo rassicura dicendogli che il suo film migliore deve ancora venire. Commosso dalla fiducia che lei gli dimostra, Pollard la invita alla proiezione di un work-in-progress del suo nuovo film, facendo così saltare il pranzo fissato con il suo Gatsby che rimane deluso, ma anche sospettoso per come la ragazza sia entrata in intimità col regista in così poco tempo.

Mentre Ashleigh incontra anche il tormentato sceneggiatore Ted Davidoff (Jude Law) e il famoso attore sudamericano Francisco Vega (Diego Luna), Gatsby viene convinto ad interpretare un piccolo ruolo in un film con anche una scena in cui deve baciare una donna, che altri non è se non Chan (Selena Gomez), la sorella minore della sua ex fidanzata Amy.

«I personaggi del film hanno bisogno che gli altri riescano a vederli oltre la loro apparenza fisica, per quello che hanno dentro», spiega Allen. «È una cosa comune nella nostra vita. Hai una cotta per qualcuno ma nessuno se ne accorge. Certamente tutti ti vedono fisicamente, ma a volte ti rendi conto di non avere l’impatto che vorresti sulla vita di alcune persone». Oltre a New York, anche la pioggia ha un ruolo centrale nel film: «Volevamo che la pioggia simboleggiasse il romanticismo e l’amore», continua Allen. «New York è stupenda nei giorni grigi, nebbiosi o anche piovosi. Acquista una luce tenue e le strade diventano lucide e pulite». La pioggia suggerisce anche il modo diverso in cui Gatsby e Ashleigh vedono la vita. «Ashleigh pensa che la pioggia sia triste, mentre Gatsby la trova romantica», conclude Allen.

In occasione dell’arrivo di Un giorno di pioggia a New York è disponibile on demand su Sky e NOW TV una collezione dal titolo “New York, New York”, in cui rivivere alcune grandi storie del cinema ambientate nella Grande Mela. Tra i titoli, “Harry, ti presento Sally”con Meg Ryan e Billy Crystal, “Io & Annie” con Diane Keaton, “Spider-Man” con Tobey Maguire e Kirsten Dunst, “Autumn in New York” con Richard Gere e Winona Ryder, “Ghostbusters – Acchiappafantasmi” con Bill Murray e Dan Aykroyd.

Un giorno di ordinaria follia: trama, cast e frasi del film con Michael Douglas

Il regista Michael Schumacher viene ancora oggi ricordato per i controversi film Batman Forever e Batman & Robin, da molti ritenuti dei cinecomic scult. Prima di realizzare questi due titoli dedicati al cavaliere oscuro, però, Schumacher ha realizzato quello che è ritenuto uno dei suoi migliori film, nonché un vero e proprio caso cinematografico la cui influenza si fa sentire ancora oggi. Si tratta di Un giorno di ordinaria follia, presentato in concorso al Festival di Cannes nel 1993. Con il titolo originale di Falling Dawn, riferito alla crollo psicologico del protagonista, il film è ancora oggi un brillante esempio di ciò che il mondo contemporaneo provoca nell’uomo comune.

Quella narrata in questa pellicola è infatti una perfetta incarnazione dell’individuo che si ribella contro le giustizie di tutti i tipi e di tutti i giorni, come le disuguaglianze razziali, sociali ed economiche, ma anche contro l’indifferenza e l’egoismo sempre più dilaganti. Per lo sceneggiatore Ebbe Roe Smith, il protagonista di Un giorno di ordinaria follia incarna anche un volto degli Stati Uniti ormai arcaico e pertanto destinato a scomparire nello scontro con l’avanzare del progresso e delle nuove forme di capitalismo. Tematiche profetiche e ancora oggi attuali, per un film che appare essere dunque essere senza tempo.

Un giorno di ordinaria follia è infatti stato negli anni omaggiato e citato in innumerevoli modi, ad esempio con il recente Il giorno sbagliato. La forza del suo messaggio rimane però unica, capace ancora oggi di regalare tanto intrattenimento quanto riflessioni sulla nostra contemporaneità. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle frasi più celebri. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Un giorno di ordinaria follia: la trama del film

Protagonista del film è William Foster, un uomo qualunque della caotica città di Los Angeles. Al di là della sua mite apparenza, però, si nasconde una personalità in profonda crisi emotiva, causata in primis dal divorzio chiesto da sua moglie Beth, la quale ha anche imposto un’ordinanza restrittiva che lo obbliga a stare lontano dall’adorata figlia. Questo, unito al suo recente licenziamento e ad una serie di brutture che vede avvenire tutto intorno a lui, rendono William un uomo sull’orlo della follia. L’irreversibile avviene quando si trova a rimanere bloccato nel traffico senza un motivo chiaro. È la goccia che fa traboccare il vaso.

William scende dall’auto ed è pronto a farsi giustizia, incrociando sul suo percorso tutto ciò che ritiene essere degenerazioni della società contemporanea. Dal venditore coreano che detta legge in un Paese che non gli appartiene alle bande criminali che incutono terrore e governano alcune zone della città. Sempre più incurante del pericolo, William si trasforma in un vero e proprio giustiziere e attraversa tutto ciò con un solo obiettivo in mente: raggiungere l’unica cosa che lo rende felice, ovvero sua figlia. Il suo passaggio nella città, però, non manca di attirare l’attenzione della polizia e in particolare del sergente Martin Prendergast, prossimo alla pension e coinvolto suo malgrado in questo nuovo caso.

Un giorno di ordinaria follia: il cast del film

Ad interpretare il protagonista Willia Foster vi è il premio Oscar Michael Douglas, in quella che è una delle sue performance più acclamate e iconiche. Lo stesso Douglas considera questa come la sua interpretazione preferita tra le tante svolte nel corso della sua carriera. L’attore, inizialmente, non era però certo di voler recitare nel film, desideroso di prendersi una pausa. Dopo che ebbe letto la sceneggiatura, cambiò però subito idea, considerandola una delle migliori mai lette. Il caratteristico look del personaggio è un’idea del regista e Douglas ha in seguito raccontato di come il taglio di capelli in particolare lo abbia aiutato ad entrare nella mentalità del personaggio, il quale sembra provenire da un’altra epoca.

Accanto a lui, nel ruolo della moglie Beth Travino vi è invece l’attrice Barbara Hershey, celebre per i film L’ultima tentazione di Cristo, Ritratto di signora e Il cigno nero. Ad interpretare la piccola Adele Foster, figlia del protagonista, vi è Joey Hope Singer, mentre Lois Smith è la signora Foster, madre di William. Vi sono poi gli attori Rachel Ticotin nel ruolo della detective Sandraa Torres e Frederic Forrest in quelli di Nick, il suprematista bianco proprietario di un negozio di armi. Tuesday Weld è Amanda Prendergast, moglie del sergente Martin. Quest’ultimo è interpretato dal premio Oscar Robert Duvall, anche lui particolarmente apprezzato per questa sua interpretazione.

Un giorno di ordinaria follia frasi

Un giorno di ordinaria follia: le frasi più celebri, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Un giorno di ordinaria follia grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Rai Play e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 16 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • “Non sono io il ladro, non sono io che chiedo 85 cent per una coca cola! Sei tu, il ladro! Io sto solo difendendo i miei diritti di consumatore.” (William Foster)
  • “Vieni nel mio paese, prendi i miei soldi e non hai neanche il riguardo d’imparare la lingua?” (William Foster)
  • “Il fatto è che lui ha un carattere impossibile. Non so proprio se l’ordine limitativo è stato una buona idea o se non ha fatto più male che bene.” (Beth Travino)
  • “Ho superato il punto di non ritorno. Sai qual è? È il punto in cui, in un viaggio, è più conveniente proseguire che tornare indietro” (William Foster)
  • “Io cerco soltanto di arrivare a casa per la festa di mia figlia e se nessuno si metterà sulla mia strada, nessuno si farà del male” (William Foster)
  • “Dio benedica chi si ammazza di fatica!” (William Foster)

Fonte: IMDb

Un giorno devi andare: recensione del film – pro/contro

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Un giorno devi andare: recensione del film – pro/contro

In Un giorno devi andare Augusta è una donna di trent’anni a cui il destino scompagina le carte della vita. Fugge dal Trentino per allontanarsi da un dolore che non sa gestire e decide di perdersi, o forse anche ritrovarsi, nell’Amazzonia, terreno accogliente e ostile allo stesso tempo. Inizia seguendo la strada con suor Franca, ma non trovando nulla di ciò che stava cercando nel percorso con lei, decide di prendere un’altra strada, verso altri incontri.

Un giorno devi andare, Pro

Un giorno devi andare è una frase che spesso ci si dice, riferendosi a luoghi da vedere ma forse anche riferendosi a ciò che da quei luoghi ci si aspetta di provare. Questo è il percorso di Augusta, che non sa come affrontare il dolore che l’ha sommersa in Italia, nel rigore della neve del Trentino, ma che forse il Brasile dell’entroterra, delle comunità indios, genuine e spontanee, che, nonostante anni, secoli di missioni cattoliche, riescono ancora a tenersi legate alle proprie tradizioni e soprattutto non perdono la semplicità delle relazioni.

Le piccole comunità sono ancora una volta al centro del racconto del film di Giorgio Diritti che esordì alcuni anni fa con Il vento fa il suo giro storia di una comunità alpina piemontese che parla ancora la lingua occitana che veniva “invasa” da una famiglia di francesi, poi ha confermato il suo talento con “L’uomo che verrà” sulla guerra vista da un piccolo paese della provincia italiana. La difficoltà della comunicazione data dalla lingua diversa impone un linguaggio diverso, gestuale o emozionale, che possa scavalcare i confini della linguistica.

La spinta ad andare in Brasile risale a molti anni fa, quando il regista andò negli stessi luoghi in cui è ambientata la storia per realizzare un documentario, spinto da un dolore che lo aveva appena colpito, così come accade alla protagonista; e la struttura del film si basa a grandi linee sulla storia di un missionario gesuita, Augusto.

La cura per le inquadrature, magnifiche, anche facilmente data l’imponenza del luogo sono anche piene di significato, la natura è suprema rispetto all’uomo e alle sue avventure quotidiane, la pienezza dei colori che caratterizzano le scene girate in Brasile contrasta con il grigiore, invernale, ma anche imposto dalla fotografia di Roberto Cimatti, che amplifica il contrasto tra la vita trattenuta che sembrano condurre la madre e la nonna, obbligate tra messe e preghiere, con la spontaneità e normalità della vita nelle palafitte.

Un ruolo importante per Jasmine Trinca che interpreta una madre che è tale anche senza figli, una ricerca di sé al di fuori degli schemi e delle linee guida che ci vengono comunicate dalla nascita dalla nostra società di partenza.

Il film esce nelle sale il prossimo 27 Marzo in 100 copie, anticipato da una diretta via satellite da Milano in cui Gianni Canova intervisterà regista e protagonisti prima della proiezione del film.

di Alice Vivona

Un giorno devi andare, Contro

Un giorno devi andare

Un giorno devi andare è l’ultimo film di Giorgio Diritti, in sala a partire dal 28 marzo. Il titolo è già tutto un programma e si presta, dopo solo un terzo di visione, a fungere da proposizione principale di un quesito: “Un giorno devi andare, ma a parare dove?”.

Perché con tutta la buona volontà e il rispetto per il lavoro altrui, si stenta a comprendere ed afferrare il senso di questa operazione, spacciata per antropologica e sociale, nonché ad alto livello emozionale; quando siamo di fronte a un collage, peraltro fabbricato male, di dialoghi, luoghi, persone e storie, che trovano ragion d’essere unicamente come soggetti naturalistici, incorniciati in splendide fotografie.

Per tutta la durata non si crea alcun tipo di connessione motivata -figurarsi empatica – tra la protagonista della vicenda, Augusta (Jasmine Trinca), e i personaggi che incontra nel corso di un presunto viaggio spirituale, tra le terre selvagge dell’Amazzonia, e che necessita della presenza di una suora missionaria per descrivercelo come tale.

Provata da una dolorosa esperienza sentimentale, terminata con la scoperta di non poter avere figli, Augusta decide di abbandonare le sue deboli certezze e di partire: non tanto per affrontare le sue pene o ritrovare un legame biblico con la natura ma, come ci tiene a precisare su un diario (non si sa mai lo spettatore fraintendesse il tutto con il mito-cliché del buon selvaggio), in cerca di valori nuovi di cui -non ci si illuda- non troveremo traccia in alcun dove e in alcun chi.

Non perché i villaggi indios siano minacciati dall’imperialismo occidentale; né tantomeno perché (anche lì) la povertà inneschi reazioni atroci e immorali come vendere un bambino altrui. Semplicemente per la scelta narrativa (inspiegabile) del regista, di disperdere il fulcro del racconto -Augusta, la sua crisi e il suo percorso-  fra inserti dedicati alla madre e alla nonna che, tra le loro mura domestiche in Trentino, aspettano con ansia e nervosismo un cenno di vita dalla “fuggitiva”, che tarda (sempre inspiegabilmente) ad arrivare.

Così ogni qual volta si materializza nelle attese dello spettatore un’immagine, uno spunto potenzialmente interessante e meritevole di essere trattato, sia esso il tema religioso, l’integrazione in una comunità altra, l’amore con un nativo, o il rapporto mancato con la maternità, interviene puntuale un brusco stacco di montaggio che, al di fuori di qualsiasi logica consequenziale o concettuale, sposta lo sguardo in Italia, sul circolo ricreativo di suore, a base di biscotti e di cucito; oppure sui residui familiari: concentrato di tristezza e di passività.

Tocca quasi rimpiangere un Mangia, Prega, Ama quando almeno, fra uno stereotipo ed un altro (onestamente dichiarato nell’intitolazione), il personaggio di Julia Roberts persegue il cambiamento: se non altro quello della taglia, a furia di mangiare spaghetti al pomodoro e bere Chianti. Qui invece “il vento non fa il suo giro”, e tutto resta uguale, fermo, tanto nello schermo quanto nella mente di chi vede.

di Maria Gentile

Un giorno devi andare: Giorgio Diritti presenta il suo ultimo film

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Un-giorno-devi-andare-film«Fare un film che fosse un’occasione di viaggio e che mettesse anche lo spettatore al fianco di Augusta, nella sua ricerca della felicità» Con queste parole il regista Giorgio Diritti ha aperto la conferenza stampa del suo ultimo film Un giorno devi andare, presentato al Cinema Quattro Fontane di Roma.

Un Giorno devi andare – intervista a Jasmine Trinca e Giorgio Diritti

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Un-giorno-devi-andare-intervistaUn Giorno devi andare – interviste. Guarda l’intervista a Jasmine Trinca e Giorgio Diritti, in questi giorni in sala con il loro film Un giorno devi andare,

Un giorno come tanti: trailer con Kate Winslet e Josh Brolin

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Un giorno come tanti: trailer con Kate Winslet e Josh Brolin

Labor day

 Ecco Kate Winslet e Josh Brolin nel primo trailer del loro prossimo film Un Giorno Come Tanti:

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Il film diretto da Jason Reitman  ed interpretato anche da Gattlin Griffith e Tobey Maguire, segue una madre depressa ed il suo giovane figlio che, nel giorno della festa dei lavoratori, incontrano un carcerato in fuga dopo avergli dato un passaggio.

Il film è programmato per uscire nelle sale il 31 Gennaio 2014.

Fonte: JustJared.com

Un giorno come tanti con Kate Winslet e Josh Brolin, dal 6 marzo

Un giorno come tanti con Kate Winslet e Josh Brolin, dal 6 marzo

Un giorno come tanti Il prossimo 06 marzo uscirà nelle sale cinematografiche italiane Un giorno come tanti (Labor day), l’ultimo film scritto e diretto da Jason Reitman. Curiosità e attesa accompagnano questi ultimi giorni che precedono l’esordio italiano, questo perchè Labor day presenta diversi spunti di interesse: dalla regia di Reitman, giovane regista ma già molto stimato, sino al cast impreziosito dal premio Oscar Kate Winslet ed dal bel tenebroso Josh Brolin, nominato dall’Academy per la sua interpretazioni in Milk di Gus Van Sant.

Un giorno come tanti racconta la storia di Adele (Kate Winslet) giovane donna rimasta senza marito e che vive con il figlio tredicenne Henry (Gattlin Griffith). Adele è solitaria e malinconica oltre a soffrire di agorafobia, la paura per gli spazi aperti e pieni di gente. Un giorno il figlio, a cui piace prendersi cura della madre da buon uomo di casa, la convince ad andare in un centro commerciale e qui avverrà l’incontro che cambierà le loro vite oltre il percorso narrativo del film.

Un uomo, Frank (Josh Brolin), uno sconosciuto ferito ad una gamba, avvicina il giovane Henry e gli chiede soccorso; il ragazzo convince la madre a portare a casa quell’uomo per dargli il loro aiuto. Solo dopo madre e figlio realizzeranno la vera identità di quell’uomo: un evaso. Tra Frank e Adele nascerà un rapporto strano, confuso e la donna non saprà più se considerarsi ostaggio o complice.

Un giorno come tanti Un giorno come tanti è tratto dall’omonimo romanzo di Joyce Maynard, affermata scrittrice americana che a inizi anni ’70 balzò all’onore delle cronache per la sua chiaccheratissima relazione sentimentale con il grande David Salinger, autore tra gli altri de Il giovane Holden.

Come già scritto però, è proprio la firma di Reitman ad accendere un particolare interesse verso questo film, in quanto il 36enne regista canadese è garanzia di qualità. Negli ultimi anni sono stati molto apprezzati da critica e pubblico diversi suoi lavori tra cui citiamo Thank you for smoking, Juno e Tra le nuvole, film accomunati da tematiche forti e dalla componente sociale importante ma raccontati con gusto e una leggerezza narrativa non comuni e che hanno fatto grande presa tra il grande pubblico.

Avvalendosi poi della straordinaria classe della bravissima Winslet, Reitman ha indubbiamente fatto centro, convincendo anche gli ultimi scettici. Negli USA il film è uscito a Natale e già nelle prime settimane ha raccolto buoni risultati al botteghino nonostante la tagliola della censura americana si sia abbattuta sul film, per cui è stato deciso il divieto ai minori di 13 anni. Motivo? Alcune scene troppo violente e sessualmente esplicite.

Un giorno come tanti (Labor Day) due spot tv

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Un giorno come tanti (Labor Day) due spot tv

Labor Day Un giorno come tantiSi intitolerà da noi Un giorno come tanti, il film che sta facendo di nuovo accostare la bravissima Kate Winslet alla stagione dei premi tanto da farle già ottenere una nomination ai Golden Globe. Il film che in originale si intitola Labor Day, vede protagonista accanto alla Winslet Josh Brolin ed è diretto da Jason Reitman e basato sul romanzo omonimo di Joyce Maynard.

A completare il cast del film ci sono Tobey Maguire, Clark Gregg, James Van Der Beek e Brooke Smith.

Trama: La storia è ambientata nei primi anni ’80, durante uno degli ultimi weekend estivi. Adele, una madre divorziata è dedita allo shopping con il figlio tredicenne Henry quando incontra un uomo ferito che sanguina copiosamente e che chiede loro un passaggio. I due, contro ogni buon giudizio, glielo danno. Sono ostaggi, complici o semplicemente degli illusi? Mentre la polizia scandaglia la città da cima a fondo alla ricerca dell’evaso, madre e figlio scoprono la vera storia.

Di seguito due clip del film:

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Fonte: TP

Un Gentiluomo a Mosca: trailer della serie con Ewan McGregor

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Un Gentiluomo a Mosca: trailer della serie con Ewan McGregor

Paramount+ ha pubblicato il trailer ufficiale della nuova serie con Ewan McGregor in otto episodi Un Gentiluomo a Mosca. Dopo Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Australia, la serie sarà disponibile in Italia dal 17 maggio in esclusiva su Paramount+, oltre che in America Latina, Germania, Svizzera, Austria e Corea del Sud.

Adattamento del romanzo best-seller internazionale di Amor Towles, Un Gentiluomo a Mosca segue il conte Alexander Rostov, interpretato dall’attore vincitore dell’Emmy Award Ewan McGregor, che, all’indomani della Rivoluzione russa, scopre che il suo passato dorato lo pone dalla parte sbagliata della storia. Scongiurata l’esecuzione immediata, viene esiliato da un tribunale sovietico in una mansarda dell’opulento Hotel Metropol, minacciato di morte se dovesse rimettere piede fuori. Mentre gli anni passano e alcuni dei decenni più tumultuosi della storia russa si svolgono al di fuori delle porte dell’hotel, le circostanze gli permettono di entrare in un mondo molto più ampio di scoperte emotive. Mentre costruisce una nuova vita tra le mura dell’hotel, scopre il vero valore dell’amicizia, della famiglia e dell’amore.

Oltre a McGregor, la serie è interpretata da Mary Elizabeth Winstead (Ahsoka, Kate, Birds of Prey) nel ruolo dell’affascinante attrice cinematografica Anna Urbanova, Alexa Goodall (L’ora del diavolo, Lockwood and Co) nel ruolo della giovane amica del Conte, Nina; Johnny Harris (Without Sin, This is England ’86) nel ruolo del combattuto agente della polizia segreta Osip; e Fehinti Balogun (Dune, I May Destroy You) nel ruolo di Mishka, la migliore amica del Conte ai tempi dell’università. Il cast comprende anche Leah Harvey (Foundation), Paul Ready (Motherland, The Terror), John Heffernan (Becoming Elizabeth, The Pursuit of Love), Lyès Salem (Coupez, Abou Leila), Björn Hlynur Haraldsson (Lamb, The Witcher), Dee Ahluwalia (Consent, Sex Education), Anastasia Hille (I Hate Suzie Too), Daniel Cerqueira (Judy), Leah Balmforth (Silent Roar), Billie Gadsdon (One Day) e Beau Gadsdon (The Crown).

Un Gentiluomo a Mosca è prodotta da Lionsgate Television in associazione con Paramount. Ben Vanstone è lo showrunner della serie, che è la prima produzione realizzata dalla Lionsgate grazie all’accordo con la Popcorn Storm Pictures, la società di Tom Harper. Harper (Guerra e pace, Peaky Blinders) sarà anche produttore esecutivo insieme a Vanstone, McGregor, Sharon Hughff, (Three Pines), Pancho Mansfield (Queen of the South), Xavier Marchand di Moonriver TV (Nautilus, Mrs. Harris Goes to Paris) e l’autore del romanzo, il best-seller del New York Times Amor Towles. Il regista vincitore del premio BAFTA® e candidato agli Emmy Sam Miller (Surface, I May Destroy You, Luther) è il regista di alcuni episodi e produttore esecutivo. Sarah O’Gorman (The Witcher, The Last Kingdom) è anche regista.

Un Gentiluomo a Mosca, il poster

Un Gentiluomo a Mosca: le prime foto di Ewan McGregor nella nuova serie tv

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Paramount+ ha pubblicato oggi le prime immagini della nuova serie con protagonista Ewan McGregor, Un Gentiluomo a Mosca che sarà disponibile in esclusiva prossimamente su Paramount+.

Adattamento del romanzo best-seller internazionale di Amor Towles, Un Gentiluomo a Mosca segue il conte Alexander Rostov, interpretato dall’attore vincitore dell’Emmy Award Ewan McGregor (Star Wars franchise, Halston, Trainspotting), che, all’indomani della Rivoluzione russa, scopre che il suo passato dorato lo pone dalla parte sbagliata della storia. Scongiurata l’esecuzione immediata, viene esiliato da un tribunale sovietico in una mansarda dell’opulento Hotel Metropol, minacciato di morte se dovesse rimettere piede fuori.

Mentre gli anni passano e alcuni dei decenni più tumultuosi della storia russa si svolgono al di fuori delle porte dell’hotel, le circostanze permettono a Rostov di entrare in un mondo molto più ampio di scoperte emotive. Mentre costruisce una nuova vita tra le mura dell’hotel, scopre il vero valore dell’amicizia, della famiglia e dell’amore.

Oltre a Ewan McGregor, la serie è interpretata da Mary Elizabeth Winstead (Ahsoka, Kate, Birds of Prey) nel ruolo dell’affascinante attrice cinematografica Anna Urbanova; Alexa Goodall (L’ora del diavolo, Lockwood and Co) nel ruolo della giovane e improbabile amica del Conte, Nina; Johnny Harris (Senza peccato, This is England ’86) nel ruolo del combattuto agente di polizia segreta Osip; e Fehinti Balogun (Dune, I May Destroy You) nel ruolo di Mishka, la migliore amica del Conte ai tempi dell’università. Il cast comprende anche Leah Harvey (Foundation), Paul Ready (Motherland, The Terror), John Heffernan (Becoming Elizabeth, The Pursuit of Love), Lyès Salem (Coupez, Abou Leila), Björn Hlynur Haraldsson (Lamb, The Witcher), Dee Ahluwalia (Consent, Sex Education) e Anastasia Hille (I Hate Suzie Too).

Un Gentiluomo a Mosca è prodotta da Lionsgate Television in associazione con Paramount. Ben Vanstone è lo showrunner della serie, che è la prima produzione realizzata dalla Lionsgate grazie all’accordo con la Popcorn Storm Pictures, la società di Tom Harper. Harper (Guerra e pace, Peaky Blinders) sarà anche produttore esecutivo insieme a Vanstone, McGregor, Sharon Hughff, (Three Pines), Pancho Mansfield (Queen of the South), Xavier Marchand di Moonriver TV (Nautilus, Mrs. Harris Goes to Paris) e l’autore del romanzo, il best-seller del New York Times Amor Towles. Il regista vincitore del premio BAFTA® e candidato agli Emmy Sam Miller (Surface, I May Destroy You, Luther) è il regista di alcuni episodi e produttore esecutivo. Sarah O’Gorman (The Witcher, The Last Kingdom) è anche regista.

Un Gelido Inverno: recensione del film con Jennifer Lawrence

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Un Gelido Inverno: recensione del film con Jennifer Lawrence

Arriva al cinema il film di Debra Granik, tratto dall’omonimo libro Un Gelido Inverno – Winter’s Bone scritto da Daniel Woodrell, un vero e proprio thriller naturalistico, dove al pari dei personaggi, è la natura a raccontare, nella sua selvaggia ostilità.

Un Gelido Inverno – Winter’s Bone, la trama

Ne Un Gelido Inverno La diciassettenne Ree cerca suo padre. La sua ‘missione’ però è molto pericolosa, poiché il padre è scomparso nel nulla dopo aver impegnato la casa di famiglia per potersi permettere la cauzione ed uscire di prigione. Con il rischio di rimanere senza casa, la ragazza, che bada da sola a due fratelli piccoli ed alla madre malata, si avventura nell’altopiano di Ozark, in mezzo ai boschi e al freddo, sfidando la riluttanza e l’omertà della gente, senza accettare compromessi e mettendo a repentaglio la sua stessa vita.

Un thriller naturalistico, dove al pari dei personaggi, è la natura a raccontare, nella sua selvaggia ostilità

La giovane protagonista Ree è interpretata dalla stupefacente Jennifer Lawrence che regala una performance asciutta ed essenziale, eppure estremamente drammatica e convincente. La giovane attrice che con questo ruolo gareggia come migliore attrice protagonista ai prossimi Oscar, si è fatta notare già in The Burning Plain con il quale a vinto a Venezia il premio Marcello Mastroianni come miglior attrice esordiente, e interpretando la giovane Ree Dolly ha dimostrato grande bravura, soprattutto per un ruolo così difficile: la ragazza infatti è cresciuta troppo in fretta, è una donna in miniatura che cerca di portare avanti la sua famiglia e ostinatamente si vuole distanziare da quel modo di criminalità che la circonda. Nonostante la sua repulsione per il suo ambiente, sarà costretta a calarvisi, sempre di più, fino a compiere il disperato gesto che porterà alla conclusione della vicenda.

Un gelido inverno Jennifer LawrenceMa grande importanza ha in questo film la scelta registica di una donna, la Granik, che si rivela capace e scrupolosa, attenta e delicata soprattutto nei momenti più crudi della vicenda. L’orrore che Ree attraversa, la paura, la violenza ci vengono mostrati sempre a distanza, senza mai l’indugio su particolari macabri. È come se la regista volesse preservare lo spettatore dalla violenza che lo storia, quasi autonomamente esprime. Nel cast anche John Hawkes nel ruolo dello zio di Ree, Teardrop, un uomo duro e corrotto, che prenderà a cuore la causa della nipote, arrivando addirittura a rischiare in prima persona per difenderla ed aiutarla

Un mondo a se state, quello di Un Gelido Inverno, che vede il ruolo della donna tragicamente in primo piano: apparentemente relegata a ambasciatrice del potere dei clan detenuto dagli uomini, la donna è invece quella maggiormente capace di iniziativa, nel bene e nel male fattrice della vicenda.

Il titolo italiano, Un gelido inverno, perde ciò che di macabro e indicativo contiene il Winter’s Bone originale, e forse si rende più appetibile e sicuramente meno specifico per un pubblico che potrebbe anche essere ingannato dal nome e attirato in sala. Un oggetto strano questo film, che coinvolge senza sconvolgere raccontando un tragico spaccato di umanità.

Un Gelido Inverno: al cinema il film di Debra Granik

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Un Gelido Inverno: al cinema il film di Debra Granik

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Il prossimo 18 febbraio uscirà al cinema Winter’s Bone, film capolavoro di Debra Granik in uscita nelle nostre sale con il titolo di Un Gelido Inverno. Il film ha trionfato al Sundance Film Festival ottenendo il Gran Premio della Giuria e concorrerà ai prossimi Oscar con ben quattro nominations, tutte importanti: Miglior Film, Miglior attrice protagonista, Miglior attore non protagonista e Miglior sceneggiatura non originale.

Un fumetto sci-fi per Luc Besson

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La serie a fumetti di ambientazione sci-fi Valerian sarebbe entrata nelle mire di Luc Besson per uno dei suoi prossimi progettiscritta nella seconda metà degli anni ’60 da Pierre Christian e illustrata  Jean-Claude Mezieres in 1967, la serie di graphic novel narra dei viaggi del tempo del protagonista, affiancato dalla sua spalla Laureline.

Che Besson abbia messo gli occhi su quest’opera non stupisce, dato che il regista non ha mai nascosto di essere un fan dei creatori della serie: lo stesso Mezieres fu chiamato da Besson per collaborare al Quinto Elemento. Nulla al momento comunque si sa su riguardo tempi e modi di un’effettica realizzazione; Besson è infatti discretamente occupato: trai vari progetti in cantiere, quello più avanzato è Malavita, che vedrà il regista dirigere Robert De Niro, Michelle Pfeiffer e Tommy Lee Jones; più avanti ha invece in programma un action thriller con protagonista Angelina Jolie.

Fonte: Empire

Un fronte interno per Chris Columbus

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Home Front, opera della scrittrice Kristin Hannah, offrirà le basi per la prossima fatica di Chris Columbus; il libro,saldamente in testa alle classifiche di vendita americane da ormai qualche mese, mostra le conseguenze della guerra su una normale famiglia americana; tema non nuovo, ma che in questo caso è affrontato dal punto di vista femminile: protagonista è infatti una donna, che deve conciliare la propria vita famigliare col suo lavoro di pilota di un elicottero Blackhawk nella Guardia Nazionale; la storia narra di cosa succede nel momento in cui lei viene chiamata a prestare servizio in Iraq.

Columbus si è detto particolarmente colpito dal libro e dalla prospettiva unica dalla quale è raccontata la storia, con una famiglia che si trova a fare a meno di una moglie e madre. Una storia che non solo mette in luce i sacrifici compiuti dai soldati, ma anche quelli cui sono costrette le famiglie. La trasposizione cinematografica del romanzo si trova ancora ad uno stadio embrionale: niente è ancora stato deciso riguardo a sceneggiatore e interpreti. Quello di Kristin Hannah è uno dei nomi più ‘caldi’ per quanto riguarda eventuali adattamenti cinematografici: la SPB Productions ha infatti recentemente acquisito i diritti di  The Things We Do For Love, protagonista una diciassettenne incinta che deve fare i conti con la difficile scelta cui si trova di fronte.

Fonte: Empire

Un film sulla leader birmana Aung San Suu Kyi

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La vita di Aung San Suu Kyi – leader dell’opposizione birmana Nobel per la pace nel ’91, liberata il 13 novembre scorso dopo più di sette anni di arresti domiciliari – diventerà presto un film. Il regista sarà il francese Luc Besson.

 

Un film sulla coppia reale Kate e William

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Il film “Kate e William” sarà trasmesso una settimana prima delle attesissime nozze reali di fine aprile tra Kate Middleton e il Principe Williams

Un film sui Pink Floyd

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Il produttore di The Queen Andy Harries sta pianificando un film basato sulla celebre hit dei Pink Floyd Another Brick In the Wall.

Un Film sui Masters of the Universe

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Un Film sui Masters of the Universe

Michael Finch e Alex Litvak, già sceneggiatori del prossimo Predators, hanno ricevuto dalla Columbia Pictures un incarico importante: cureranno la stesura di una sceneggiatura per portare sullo schermo i Masters of the Universe, celebri action figure della Mattel, già protagoniste di una serie animata di grande popolarità, e per i quali da tempo si caldeggia un lungometraggio a loro dedicato.

I due sono quindi onorati ma anche onerati da quest’incarico che ha già alle spalle una fase di preproduzione molto lunga. Inoltre Finch e Litvak sono tra due fuochi: la Mattel che vuole si renda giustizia ai suoi personaggi, e la Columbia che pretende ovviamente un trattamento che sia sostenibile per un film.

Fonte: Comingsoon.it

Un film su ‘Il Guinness dei Primati’!

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‘Il Guinness dei Primati’, marchio inventato nel 1955 da sir Hugh Beaver, è diventato per la Warner Bros lo spunto per realizzare un nuovo film.

Un film su Lobo? La Warner sta temporeggiando

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Un film su Lobo? La Warner sta temporeggiando
Lobo
Lobo

Prima c’era Guy Ritchie, poi è arrivato Brad Peyton, ma il progetto sembra comunque ancora prematuro. L’idea di un film su Lobo, alla Warner Bros, è stato un sviluppo per anni, ma la casa di produzione ha sempre rimandato. Adesso a parlare è Brad Peyton, il regista che a oggi è legato al progetto. Secondo lui, DC e Warner stammo temporeggiando per proporre al pubblico un Lobo contestualizzato in un universo cinematografico già costruito.

“Penso che adesso con la DC stiano dando priorità a ciò di cui hanno bisogno di fare per primo per gettare le fondamenta per un universo cinematografico DC. Questo è quello che credo io stiano cercando di fare. Stanno dando priorità alla Justice League, a Batman v Superman, e oltre, passando per Flash, Wonder Woman e Aquaman. Sono come i pilastri di quell’universo”.

In attesa di avere novità interessanti riguardo a un film su Lobo, vi ricordiamo che in una trattativa precedente, per interpretare il ruolo, era stato chiamato in causa Dwayne Johnson, che però ora potrebbe non essere più disponibile, avendo firmato per interpretare un altro personaggio dei fumetti, ovvero Black Adam in Shazam.

Fonte: CBM

Un film su Gesù Cristo per Paul Verhoeven

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Il regista di Basic Instinct starebbe mettendo in cantiere la propria personale versione della vicenda di Gesù: oltre a scrivere il film,  Verhoeven ne sarebbe anche il principale finanziatore. Il progetto prenderà le mosse da un libro che lo stesso regista ha scritto con Susan Massotty e Rob Van Sheers: autore dell’adattamento, Roger Avary (Pulp Fiction). Il libro di Verhoeven, pur confermando l’idea della realtà dell’esistenza storica di Cristo, ne mette in dubbio tutti i lati miracolosi.

Verhoeven appare consapevole dell’enorme vespaio di polemiche che il film è destinato a suscitare, tuttavia sottolinea l’idea di fondo di un Cristo più che mai umano. La storia indagherà inoltre gli aspetti più ‘politici’ dell’opera di Gesù, addentrandosi nella società del tempo. Verhoeven è stato caldamente sconsigliato dal girare il film negli USA, per timore delle reazioni dei fondamentalisti cristiani. Il progetto potrebbe ricevere l’appoggio della Muse Productions di Chris Hanley. Il film appare seguire il rinnovato filone per i colossal biblici, considerando che in vista vi p già il Noè di Aronofsky, che Spielberg vorrebbe realizzare un film su Mosè e che Ridley Scott sembra invece interessato alla vicenda dell’Esodo.

Fonte: Empire

Un film su Game of Thrones? Per Kit Harington è una possibilità

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Un film su Game of Thrones? Per Kit Harington è una possibilità

Kit Harington sta promuovendo il suo ultimo film da protagonista ma ovviamente, tra un’intervista e l’altra, l’attore si trova spesso coinvolto in discussioni su Game of Thrones, serie tv HBO di grande successo che lo vede trai protagonisti.

“Penso che sia una delle opzioni sul tavolo, forse – ha dichiarato Harington in merito alla possibilità di trarre un film dagli stessi romanzi su cui si basa la serie tv – E’ un materiale molto cinematografico, quindi potrebbe essere possibile.”

Pompeii è un’avventura drammatica ambientata nel 79 d.C. Il protagonista è lo schiavo Milo (Kit Harington), il cui desiderio più grande è poter un giorno comprare la propria libertà per poi sposare Cassia (Emily Browning), figlia del proprio padrone Lucrezio (Jared Harris). I due verranno separati quando Milo sarà venduto ad un signore di Napoli, mentre Cassia, per interesse, sarà promessa in sposa ad un senatore Romano. I due si ritroveranno in occasione dell’eruzione del Vesuvio quando il giovane schiavo deciderà di fare ritorno a Pompei al fine di trarre in salvo l’amata ed un amico gladiatore (Adewale Akinnuoye-Agbaje).

Nel cast del film risaltano i nomi di Kit Harington, Carrie-Anne Moss, Emily Browning, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Paz Vega, Jessica Lucas, Jared Harris e Kiefer Sutherland.

Pompeii è atteso nelle sale americane per il 21 Febbraio 2014.

Fonte: Variety

Un film perduto di Kubrick riprende vita

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Alla fine degli anni ’50, Stanley Kubrick commissionò all’autore pulp Jim Thompson, già sceneggiatore di Orizzonti di gloria, un trattamento intitolato Lunatic At Large, che sarebbe dovuto essere il suo nuovo film dopo Spartacus. All’epoca però, l’unica copia del manoscritto andò perduta, ed è stata ritrovata sepolta nell’archivio del regista solo dopo la sua morte nel 1999.

Un film per il papà dei Griffin

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Seth MacFarlane, creatore di serie animate di grande successo come I Griffin e American Dad, debutterà nel cinema live action con la commedia Ted, che ha scritto e dirigerà per la Universal.

Un film necessario

Un film necessario

Buongiorno dai vostri supereroi in trasferta, vi vogliamo bene, lo sappiamo che ci sostenete. Poi vi mandiamo l’Iban per i bonifici.

Mi serviranno dei liquidi infatti, sappiatelo, che qui sto a morì disidratata. Siccome il supermercato è in culonia e al Lido piove persino Spritz ormai non tocco acqua dall’Italo che ho preso 4 giorni fa. Senza contare che una leggenda del posto sostiene che l’acqua faccia ruggine, e noi ne abbiamo già troppa a casa.

Mi sono svegliata in preda al panico, abbiamo scoperto di vivere in una strada ad alto tasso di criminalità.

VENEZIA 72, FOTO: EDDIE REDMAYNE, AMBER HEARD…

Una lite furibonda tra cosche rivali questa mattina – si vocifera sul corretto modo di gettare il pattume- ha terrorizzato tutta la nostra palazzina, io temevo un’incursione della Gabanelli e le telecamere di Report. Leader della spedizione punitiva un vecchiodemmerda del posto, che non ne può più dei soprusi dei villeggianti del festival che si ribellano a usi e costumi della comunità che li accoglie (tipo le biciclette che te devono arotà, gli autobus che te lisciano per poco, i veneziani che ti imbruttiscono se apri bocca, cose così, ce devi stà, la legge è legge) e ha sbroccato in mezzo alla strada, io pensavo di sentire ancora gli acuti di Marguerite in fase rem.

Ma va bene. Affronto con questo stato d’animo The Danish Girl che so già mi darà grandi spunti per le prossime cronache.

Invece parliamo di ieri sera che merita. La vostra eroina ha visto un film che definiremo ‘necessario’, e mo’ ve spiega perché. Parlo di Equals, meraviglioosa pellicola distopica con Kristen Stewart, ispirato come arcinoto da un libro, il dizionario della lingua italiana, nello specifico sulla definizione di ‘banale’. Gli arguti sceneggiatori hanno lavorato duramente per mantenere intatto il significato originale, usando lo schema tecnico di Syd Field:

Emmò come famo? Vabbè pigliamo un po’ de robe telefonate di Romeo e Giulietta, vestiamoli tutti uguali non sia mai un po’ di personalità… ah poi sai che famo? Spargiamo la voce che è fantascientifico e che strizza l’occhio a Orwell così facciamo pure gli impegnati e poi mettiamo la Stewart che fa le solite due espressioni, una cor ciuffo e una senza, e amo fatto.

stiltonE infatti hanno fatto un film necessario, perché voi non lo sapete ma questa pellicola era legata a una fantastica operazione di crowdfunding. Ogni tweet de na groupie della Steward che s’incazza coi critici che, giustamente eh, potrebbero avere qualcosa da ridire, va in un fondo messo a disposizione per rifare il guardaroba veneziano di Johnny Depp, così la smette di sembrare il Cosplay di Geronimo Stilton (grazie Marco Lucio Papaleo per la dritta e per la vignetta che sta facendo giustamente il giro della rete, come al solito senza creditare l’autore. Ci pensiamo noi).

Vado a scrivere in sala stampa, e poi ho un’altra cosa necessarissima da fare: me serve un parrucchiere.

Ce la farà la vostra eroina a non sembrare reduce dall’ice bucket challenge?

Chi lo sa. Per ora è tutto, a te Ang.

(Vì)

Ormai siamo nel vivo e su facebook è tutto un chiedere ‘com’è questo film, com’è quest’altro?’. Insomma, il pubblico vuole le recensioni. Facile dì ‘Le recensioni’. Io
al quarto giorno di festival tra le corse forsennate, il sonno limitato e l’alimentazione poco corretta (per quanto ieri sera abbiamo finalmente individuato l’unico ristorante del Lido che non arrechi sull’insegna il bollino qualitativo ‘Vi trattiamo di merda dall’82’ – cit. Eva Carducci) sinceramente faticherei a distinguere un film di Akira Kurosawa da Two Girls One Cup. Se non avete mai sentito parlare di quest’ultimo, cercate pure in rete e informatevi, ma mai, dico mai, per nessuna ragione al mondo, aprite un link video. Io v’ho avvertito e badate che è come non dare da mangiare dopo la mezzanotte ai Gremlins.

Con questo non voglio certo insinuare che le capacità cognitive degli insigni colleghi della critica siano offuscate quanto le mie (magari sottintendendo che la positività o la negatività di un giudizio di un film durante il festival sia pesantemente influenzata da come hanno magnato, dormito o fatto la cacca la sera prima). Anche perché qua tra blogger, youtuber, influencer e altre nuove categorie dai nomi bizzarri che farebbero invidia a un bestiario di Dungeons & Dragons (mi è parso di scorgere in Darsena anche un beholder e un Catoblepa), che dichiarano pure con fierezza “io non faccio il critico” manco fosse una malattia, di critici veri e propri ne sono rimasti pochini.

“E allora che cazzo parli a fa?” l’avete pensato voi da soli e non c’è bisogno che infierisca. Di Equals ne ha già parlato Vì. Mi sento solo di spezzare una lancia nei confronti di Kirsten Stewart, che non è cessa quanto tutti dicono. Aspettate un attimo, come non detto. Stavo guardando una foto di Nicholas Hoult, il suo partner su schermo. Vabbè, nel film vestiti uguali sono tipo Topolino e Minnie, l’unica differenza sono le ciglia di lei. Comunque da solo su un’isola deserta con loro due sinceramente avrei difficoltà a scegliere con chi accoppiarmi. The Danish Girl invece per me ha rappresentato una grossa delusione. E’ bello, quindi prenderlo per il culo è difficile. Quindi mi ritiro a provare il dispositivo di realtà virtuale che hanno messo nella Hall dell’Hotel Excelsior e che simula la camminata su un cavo sottilissimo appeso tra le Torri Gemelle (che nella finzione ancora esistono), naturalmente senza rete e con la visione sul baratro. Dico ‘vabbè è un giochetto, che sarà mai’.

Stacco.

Per poco non mi accricco. Finalmente provo l’ebbrezza di sentirmi idiota come i protagonisti di Everest, sicché scopro che anche questa iniziativa è legata all’uscita di un film, anch’esso ispirata alla vicenda reale di un tizio che desidera ardentemente morire spiaccicato.

Ora, dato che me la sono quasi fatta addosso, vado al bagno, che quello è veramente necessario. (Ang)

Un film Minecraft: una nuova sneak peek dal dietro le quinte del film!

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Come sappiamo, si intitolerà Un film Minecraft l’adattamento cinematografico del famoso gioco in produzione con Jack Black e Jason Momoa. In attesa di vederlo, ecco una nuova sneak peek dal film.

Quello che sappiamo su Minecraft

Con un cast guidato da Jason Momoa (Aquaman e il Regno Perduto) e Jack Black (Super Mario Bros. – Il film), Minecraft è interpretato anche da Emma Myers (Mercoledì), Danielle Brooks (Peacemaker), Sebastian Eugene Hansen (Just Mercy) e Jennifer Coolidge (The White Lotus).

La sinossi recita: “Benvenuti nel mondo di Minecraft, dove la creatività non serve solo a creare oggetti, ma è essenziale per la sopravvivenza! Quattro disadattati – Garrett “The Garbage Man” Garrison (Momoa), Henry (Hansen), Natalie (Myers) e Dawn (Brooks) – si ritrovano a combattere con problemi ordinari quando vengono improvvisamente trascinati attraverso un misterioso portale nell’Overworld: un bizzarro paese delle meraviglie cubico che vive di immaginazione.

Per tornare a casa, dovranno dominare questo mondo (e proteggerlo anche da cose malvagie come i Piglins e gli Zombies) mentre si imbarcano in una ricerca magica con un inaspettato ed esperto artigiano, Steve (Black). Insieme, la loro avventura sfiderà tutti e cinque a essere coraggiosi e a riconnettersi con le qualità che rendono ciascuno di loro unico e creativo… le stesse abilità di cui hanno bisogno per prosperare nel mondo reale.

Un film ispirato a True Blood!

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Un film ispirato a True Blood!

TrueBlood

Il sito web What’s Playing ha segnalato che la HBO ha in programma di trasformare la loro popolare serie vampiresca True Blood in un lungometraggio, così come è già successo a Sex and the City e Entourage.

Un film dietro le quinte di Mary Poppins!

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A distanza di quasi cinquant’anni dall’uscita del favoloso Mary Poppins, Deadline quest’oggi riporta la notizie che la Walt Disney Pictures sia vicina a concludere l’accordo per sviluppare la sceneggiatura di Saving Mr. Banks. Lo script è stato scritto da Kelly Marcel ed è apparso nella Black List del 2011, un elenco con quelle che vengono ritenute le migliori sceneggiature non prodotte nel corso dell’anno.

Va detto che la storia non sarà un remake dello film precedente, ma si svolgerà dietro le quinte,mostrando come la Walt Disney riuscì a convincere la scrittrice a cedere i diritti per la trasposizione del romanzo. Una trattativa che è durate ben 14 anni. Tuttavia nonostante l’enorme successo del film la scrittrice odio le sequenze animate a tal punto da rifiutarsi di cedere qualunque altro suo lavoro alla Major. Alcune voci non confermate vedrebbero infine i due premi Oscar Tom Hanks e Meryl Streep come possibili interpreti di Walt Disney e di Pamela Travers. Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi.

Fonte: Deadline

Un film dedicato all’attore che ha dato vita a Chewbecca

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Kyle Newman (Emo Boy) sta pensando a un film dedicato a Peter Mayhew, attore britannico classe ’44 che a cavallo tra anni ’70 e ’80 interpretò lo Wookiee Chewbecca

Un film d’animazione per il Profeta di Gibran!

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Salma Hayek produrrà un lungometraggio tratto da il profeta di Khalil Gibran: ad ogni poesia nel libro corrisponderà un episodio che sarà girato da un regista differente, mentre Roger Allers(il re leone, Boog & Eliot) si occuperà della cornice.

Per i singoli episodi sono stati fatti i nomi di Marjane Satrapi (Persepolis), Bill Plympton Tomm Moore, Nina Paley, Mohammed Saeed Harib, Michal Socha e Francesco Testa.

Nel libro, una delle raccolte di poesie più lette di tutti i tempi, il Profeta Al Nabi risponde alle  domande poste da varie persone sulla condizione umana.

fonte: comingsoon.it