Sono diverse le foto dal set di X-Men
Apocalypse che ormai cominciano a circolare, ma è
innegabile che l’attesa dei fan è alta soprattutto per vedere che
aspetto avrà Oscar Isaac nei panni del
cattivissimo Apocalisse.
L’attore, noto per i ruoli in film
impegnati e “piccoli”, si approccia adesso a un block buster
supereroistico, dopo l’esperienza invidiabile sul set di Star
Wars il Risveglio della Forza. Parlando però del ruolo in X-Men
e del suo approccio al personaggio, Isaac ha commentato: “Ho
letto più volte lo script, cercando la giusta angolatura per
affrontare il personaggio (…) stiamo giocando con diversi aspetti
del personaggio e stiamo vedendo cosa esce fuori. Simon Kinberg e Bryan
Singer faranno un lavoro straordinario”.
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Dal momento che i due attori sono
stati convocati insieme sul set del film, possiamo supporre che
avranno delle scene in comune e che quindi potremo finalmente
vedere sviluppata la storyline che riguarda Bestia e Mistica e che
è rimasta accennata da X-Men
L’Inizio.
Con Bryan Singer
alla regia e allo script, in X-Men Apocalypse
tornerà anche Simon Kinberg a scrivere la
sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer, Kinberg,
Michael Dougherty e Dan
Harris. Inoltre ci sono anche già i primissimi
dettagli relativi alla trama del film: il film sarà ambientato una
decina di anni dopo Giorni di un Futuro
Passato e rappresenta un passo successivo nella
storia. L’aver alterato la storia nel film precedente ha causato
delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita di un
nuovo e potente nemico. Charles (James McAvoy),
Erik/Magneto (Michael Fassbender), Raven/Mistica
(Jennifer Lawrence), Wolverine (Hugh
Jackman) e Hank/Bestia (Nicholas Hoult)
saranno raggiunti da Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri
X-Men per combattere contro il formidabile menico, una antica e
potente forza, determinata a causare un’apocalisse come mai si è
verificato nella storia dell’umanità.Oscar Isaac è stato scelto per
interpretare Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie
Turner (Jean Grey), Tye Sheridan
(Ciclope), Alexandra Shipp (Tempesta),
Kodi Smit-McPhee (Nightcrwaler), Lana
Condor (Jubilee), Olivia Munn
(Psylocke).
Alcune indiscrezioni vorrebbero nel film anche Channing
Tatum nei panni del nuovo Gambit.
In principio vi era la Scozia
selvaggia e le sue valli sterminate, i suoi contorni rigogliosi,
spigolosi, e il vento gelido fra gli arbusti e i capelli degli
uomini. Uomini mossi dalla rabbia, dalla fame di conquista, con le
mani sempre occupate da spade d’acciaio e sporche di sangue
scuro. Fra loro il più ambizioso fra tutti,
Macbeth, furioso e pieno di cieca
determinazione.
Protagonista del più conosciuto ed
essenziale lavoro di William Shakespeare, il
generale dell’esercito di Duncan torna a vivere sul grande schermo
cinematografico grazie allo sguardo visionario di Justin
Kurzel, a quattro anni di distanza da
Snowtown. Fra i mille approcci possibili
per un adattamento, il regista australiano sceglie una strada
curiosa: riprende alla lettera il testo classico dell’opera ma vi
costruisce attorno un mondo nuovo, imponente.
Lo fa usando un linguaggio visivo
assolutamente contemporaneo, colossale, aiutato dall’incredibile
talento di Adam Arkapaw che firma una fotografia
da premio. Una scelta che potrebbe far storcere il naso a molti,
eppure pensandoci in profondità si tratta di un modus
operandi perfettamente in linea con il
Macbeth originale. Ambientato durante il
basso medioevo, il dramma è ormai un archetipo della brama di
potere e della sua pericolosità. La storia di un Re talmente avido
da mettere da parte – pur di avere il controllo assoluto – i valori
fondamentali della vita e perdere tutto. La moglie, il figlio, la
lucidità mentale. Ogni cosa è sacrificata solo per poter indossare
una pesante corona sul capo. Un contesto antico che nasconde temi e
sfumature vivi ancora oggi, che serpeggiano nella società che noi
stessi abbiamo costruito.
Esistono ancora guerre in Africa o
in Medio Oriente per ideali ambigui, ma si combatte anche laddove i
campi di battaglia non sono espliciti. Non si affilano le spade e
non si dissemina morte nelle piazze, ma si trama segretamente sui
posti di lavoro, nelle lotte di camorra, o semplicemente ci si
annienta all’interno del nucleo familiare.
Dai tempi di Shakespeare sono
passati oltre quattrocento anni, quasi mille dalla vera leggenda di
Macbeth di Scozia, ma la storia ancora si ripete
uguale, imperterrita. Il risultato è stupefacente, l’attualità
delle immagini si fonde alle parole altissime del drammaturgo
inglese con potenza, richiamando alla mente alcune tinte
tarantiniane e i paesaggi desolati e inospitali dei
western di Sergio Leone. Kurzel gioca con i colori
e la saturazione, la velocità dei frames e le nebbie fitte
divertendosi e “divertendo”.
Meno lineare la direzione degli
attori: il testo di difficoltà estrema ha messo a dura prova
Michael Fassbender e Marion Cotillard, che porta l’ulteriore
handicap di essere madrelingua francese. Il primo riesce a
lasciare un segno forte, epico, quando è presente sulla scena tutto
acquista spessore; la seconda appare più spaesata, confusa, inoltre
non regala a Lady Macbeth quella giusta perfidia
malcelata che dovrebbe forse avere. Se però i due si trovano nella
medesima inquadratura, il discorso cambia e insieme –
straordinariamente – si completano. Oltre agli interpreti, anche il
pubblico potrebbe subire la maledizione della lingua arcaica.
Macbeth
appare infatti, sin dalle sue prime battute, un prodotto di nicchia
destinato a spettatori dotati di una certa cultura e sensibilità.
Aspettarsi un episodio d’autore di Game of
Thrones lungo 113 minuti potrebbe essere un errore
fatale per molti, ma almeno oggi – forse – la tomba di William
Shakespeare è salva dall’avere particolari scossoni.
James Gunn ha
dichiarato via Facebook di aver arruolato, peril suo prossimo
film The Experiment Belko, anche
Michael Rooker.
L’attore è un grande amico e
collaboratore del regista di Guardiani della
Galassia, e stando alle dichiarazioni di Gunn,
non poteva certo mancare in questo sui nuovo viaggio.
The Experiment
Belko si basa su uno script redatto da
Gunn pochi anni fa, e racconta la storia di
un gruppo di espatriati americani che lavorano in un edificio a San
Paolo, in Brasile, e si trovano intrappolati nel loro luogo di
lavoro. Una voce emessa dal sistema di altoparlanti, li costringerà
via via ad uccidersi a vicenda. Gallagher Jr. sarà
Mike Pelk, uno dei personaggi principali. McLean
inizierà le riprese il prossimo mese a Bogotà.
Mentre si affievoliscono le
polemiche intorno alla discussa scena finale di Game
of Thrones5×06, con
protagonista Sansa Stark (Sophie Turner), si fanno
sentire più alte le voci che urlano al “fallimento” per quello che
riguarda la messa in scena di alcuni dei personaggi più attesi di
questa quinta stagione della serie HBO.
SEGUONO SPOILER DAI
ROMANZI
Parliamo ovviamente della
rappresentazione delle Serpi della Sabbia, le vendicative figlie
bastarde di Oberyn Martell (Pedro Pascal). Nei
romanzi, le Serpi, Obara (Keisha
Castle-Hughes), Nymeria (Jessica Henwick) e Tyene Sand
(Rosabell Laurenti
Sellers), agivano di concerto con Arianne Martell,
nipote di Oberyn e figlia di Doran (Alexander Siddig), il principe di Dorne.
Nei romanzi, la principessa Arianne, per vendicarsi della morte
dello zio contro i Lannister, vuole rapire Myrcella (Nell
Tiger Free), non per farle del male, ma per incoronarla
legittima regina dei Sette Regni, in quanto secondogenita
(presunta) del defunto Re Robert Baratheon (Mark
Addy). A Dorne infatti non si dà importanza al sesso nelle
leggi di successione. Così, per avere “in pugno” la legittima
regina degli Andali, Arianne, all’insaputa del padre Doran,
organizza il rapimento, di notte, e con la complicità delle cugine,
le Serpi. In tutto ciò Ellaria (Indira Varma), compagna del defunto
Oberyn, è chiusa nel suo dolore, pregando per la pace e per la
salvezza delle sue piccole figlie, avute da Oberyn.
Cosa accade nella serie? Per
questioni di praticità gli showrunner hanno eliminato il
personaggio di Arianne, addossando a Ellaria, carattere che lo
spettatore già conosceva, il desiderio di vendetta per la morte di
Oberyn. Sono poi state eliminate anche le piccole figlie di Ellaria
e Oberyn stesso, ed è stato dato spazio alle tre Serpi più grandi,
Obara, Tyene e Nymeria, appunto (e in realtà nessuna delle tre è
figlia di Ellaria!). Cosa non da sottovalutare, nei romanzi
Myrcella (e anche Trystane, interpretato da Toby Sebastian) è una bambina, bellissima e
acuta, con tutte le caratteristiche positive che avrebbero fatto di
Cersei (Lena Headey) una buona regina, se non
fosse stata così meschina. Specifichiamo queste differenze per
completezza di informazione, non perché si critica a priori la
decisione di cambiamento rispetto ai romanzi.
In merito all’episodio andato in
onda domenica scorsa possiamo evidenziare i seguenti elementi: sono
annullate le differenze caratteriali tra le tre Serpi,
omogeneizzandone anche i look e le etnie; è venuto meno il
principio, caro a Oberyn Martell, che a Dorne “non si fa del
male alle bambine“, dal momento che lo scopo delle vendicative
sorelle è chiaramente quello di uccidere Myrcella; la scena del
rapimento avviene alla luce del sole, nel bel mezzo dei Giardini
dell’acqua, sotto gli occhi del principe Doran, quasi che queste
famigerate combattenti siano delle sprovvedute; Myrcella e Trystane
sono due adolescenti un po’ sciocchi, che replicano dinamiche
rappresentate nel peggior tv movie per adolescenti.
Trystane Martell e Myrcella Baratheon
Mancano quattro episodi alla fine
della stagione e sembra davvero difficile che tutto questo possa
essere recuperato, almeno per quanto riguarda la storyline di
Dorne, tuttavia è importante sottolineare che il fallimento della
trasposizione televisiva di questa famiglia non si deve ai
cambiamenti operati rispetto al testo di partenza, ma
all’approssimazione con cui tutto è stato messo in gioco. Capiamo
l’esigenza di ridurre il numero di personaggi, e quindi di
eliminare sia Arianne che le Serpi più piccole, capiamo anche il
maggiore appeal che può avere su un determinato tipo di pubblico
una coppia di adolescenti innamorati piuttosto che due bambini
innocenti che giocano agli scacchi di Westeros (cyvasse). Tuttavia
per la rappresentazione dei personaggi è stata percorsa una scelta
ottusa, dipingendo le Serpi come le cattive che aggrediscono una
bambina e Jaime Lannister (Nikolaj Coster-Waldau)
come un salvatore accorso per difendere la figlia/nipote. Questa
scelta di narrazione mette in ombra due degli elementi più
interessanti di Dorne, delle sue leggi e delle sue politiche. La
prima è la parità di genere: passa in secondo piano il fatto che,
secondo le leggi di Dorne, alla morte di Joffrey (Jack
Gleeson), Myrcella sarebbe dovuta diventare Regina, e non
Tommen (Dean-Charles
Chapman), terzogenito; la seconda è che nella
sottilissima e labile differenza tra bene e male che c’è nella
vita, così come nei romanzi di Martin, i Martell propendono senza
dubbio dalla parte dei “buoni”, in quanto avversari prediletti dei
Lannister. La vera perplessità però giunge nel momento in cui si
pensa alla rappresentazione di Oberyn Martell nella quarta
stagione; come è possibile che si sia riuscito a rendere tanta
giustizia a un personaggio e a togliere invece tanta dignità ad
altri caratteri che a quel personaggio sono strettamente
legati?
Chi pensa positivo può sperare
nelle ultime quattro puntate di stagione per trovare nella
storyline di Dorne un senso e una consapevolezza, chi invece è più
rassegnato può continuare a guardare al Nord, alla Barriera e a
Grande Inverno, dove, pare, stiano accadendo cose ben più
interessanti, nonostante gli stravolgimenti dell’opera
letteraria.
Carol,
Inside Out,
Sicario, Amy e
Son of Saul. Variety si è divertito a
segnalare cinque titoli presentati nel corso del Festival
di Cannes 2015 che punteranno quasi sicuramente ai prossimi
Oscar. La Croisette, si sa, è un’eccellente vetrina e, come
dimostra l’esempio di Foxcatcher, può
essere un buon punto di partenza per la stagione dei premi che
animerà l’autunno caldo del cinema.
Variety segnala
innanzitutto Carol di Todd
Haynes come uno dei frontrunner degli Academy Awards, in
uscita a dicembre negli Usa. È il melodramma firmato dal regista di
Io non sono qui uno dei titoli più
agguerriti con cui Harvey Weinstein può sbaragliare la concorrenza,
portando alla nomination non solo il film, il regista, ma anche la
sceneggiatrice Phyllis Nagy (che ha adattato
l’omonimo romanzo di Patricia Highsmith) e
soprattutto le eccellenti interpreti: Cate
Blanchett (sarebbe la settima nomina con 2 vittorie
all’attivo) e Rooney Mara, che potrebbe però
essere inserita nella corsa per la migliore attrice non
protagonista. Oscar buzz anche per Emily Blunt,
che potrebbe arrivare a conquistare finalmente una nomination come
miglior attrice protagonista grazie al ruolo di agente
dell’FBI nel
solido Sicario di
Denis Villeneuve, nelle sale americane
a settembre.
Onori e gloria per
Inside Out della Disney Pixar che,
secondo Variety, mira alla nomination come miglior film dopo quella
ottenuta anni fa per Up. Un traguardo
assolutamente alla portata, soprattutto se i posti disponibili
saranno sempre più di 5. I documentari dedicati ai personaggi
famosi non sembrano mai convincere appieno l’Academy, ma il
progetto di Asif Kapadia su Amy
Winehouse potrebbe riuscire nell’impresa. Molto probabile
anche l’inserimento nella categoria del miglior film straniero
dell’acclamato Son of Saul, primo sforzo alla regia di
Laszlo Nemes, dramma sull’Olocausto acquisito
dalla Sony Pictures Classics.
Melissa Benoist è
uno dei volti emergenti di Hollywood. Lanciata dalla serie
Glee e presente nel cult premio Oscar
Whiplash, Melissa
Benoist è la protagonista dell’atteso
Supergirl televisivo, ma non rinuncia a
partecipare a film indipendenti.
Lowriders
è uno di questi, diretto da Ricardo de
Montreuil e prodotto dalla Blumhouse Productions, che ha contribuito alla
realizzazione proprio di quel gioiello che è
Whiplash. Nel cast sono già confermati
, Gabriel
Chavarria, Theo Rossi
e Yvette Monreal. La Benoist, che ha ottenuto
il ruolo battendo Nicola Peltz
e Lily Collins,
interpreteràLorelei, la fidanzata del
protagonista, un teenager diviso tra il padre tradizionalista e il
fratello membro di una gang che decide di partecipare
all’annuale supershow per veicoli lowider, le cui sospensioni sono
modificate per consentire l’estremo abbassamento delle auto.
Vedremo Melissa
Benoist anche in Danny Collins,
al fianco di Al Pacino.
Ultimo giorno di Festival
di Cannes 2015 e ultimo film in concorso presentato. Si tratta
di Macbeth di Justin
Kurzel con Marion Cotillard e
Michael Fassbender.
Tra i film più attesi ovviamente
troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno
sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno
partecipato.
Tra i francesi invece
troviamo madame Isabelle Huppert che
combatterà se stessa nei film del
connazionale Guillaume Nicloux
(Valley of Love) e del norvegese
Joachim Trier (Louder than
Bombs). E sempre dalla Francia arriva
Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth
(Macbeth di Justin Kurzel),
Emmanuelle Bercot (Mon roi di
Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso
il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa
nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et
Julien.
Anche il Festival
di Cannes 2015 è arrivato al termine, un’edizione
numero 68 ricca di ovazioni, lacrime e applausi. Molti di questi
tutti per l’ultimo film in concorso, l’attesissimo Macbeth di Justin
Kurzel con Michael Fassbender e Marion
Cotillard. Nonostante negli spazi del Palais des Festivals
ci sia molta meno gente rispetto alla prima settimana, poiché molti
sono già ripartiti verso casa, l’atmosfera della sala conferenze è
assolutamente calorosa e ricca di tensione, esattamente come
durante la proiezione del film. Un lavoro impressionante a livello
visivo e fedele al testo shakespiriano, girato in Scozia fra
panorami mozzafiato non sempre di facile accesso. Quale sarà stato
l’aspetto più difficile da affrontare per il regista e i due
interpreti? Il primo punta il dito ovviamente contro i luoghi,
freddi e impervi.
Discorso differente per i secondi:
“Il linguaggio, l’approccio alla lingua originale del testo
shakespiriano è stato l’aspetto più ostico della
produzione” ha detto Fassbender. Anche la Cotillard, oggi
pettinata come una sfinge, concorda con il suo partner sullo
schermo: “Certamente il linguaggio è stata la cosa più difficile
del film, a maggior ragione per me che sono francese. Inoltre
bisognava dare al testo un accento particolare per rendergli
omaggio come meritava, è stata una grande sfida. Ho sempre sognato
di fare Macbeth a teatro nella mia lingua, ma avere questa
occasione di affrontare l’inglese classico non potevo farmela
sfuggire. Justin del resto ci ha aiutati molto, ci ha diretto con
intimità e ci ha fatto immedesimare alla perfezione nei personaggi
con il testo alla mano.”
Un linguaggio che racconta
personaggi violenti, spietati, come ci si prepara a un progetto del
genere, così solenne? “Recitare è il nostro mestiere – ha detto
Marion – passiamo tantissimo tempo sui set e siamo sempre
supportati da qualcuno a noi caro, riuscendo a superare le
difficoltà quotidiane. Questa volta me la sono cavata da sola,
senza nessuno accanto, per sentire nel profondo il personaggio. Ho
sofferto ma era necessario per comprendere le caratteristiche di
ciò che andavo a fare.” “Io ho studiato il testo due volte a scuola
– ha aggiunto Michael – si tratta di un personaggio complesso
quello di re Macbeth. Non si tratta solo di uccidere molte persone,
devi combattere con le tue stesse mani. Devi brandire la
tua spada e rompere le ossa ai nemici, spaccare i crani, tagliare
gole, è questo l’aspetto più spaventoso di un lavoro del
genere. Mi sono preparato pensando a tutte le atrocità
contemporanee, alle guerre in medio oriente. Poi concentrandomi sul
lavoro una volta sul set, il miglior modo per contenere i nervi”
Nonostante l’inglese proprio di Shakespeare, Kurzel ha confermato
che il film è già stato venduto in tutto il mondo anche grazie alle
spettacolari immagini che completano le parole, raccontando con
loro. “Parole, immagini e musica danzano insieme, era proprio
quello che volevamo fare, dare un altissimo senso cinematico al
progetto.”
Sulla carta, un nuovo adattamento
cinematografico di Macbeth può spaventare il pubblico per molti
versi, ma stiamo parlando di una storia appartenente al passato o
vi è al suo interno un’atroce attualità? Secondo Fassbender si
tratta della seconda opzione: “È un racconto classico, è ovvio, ma
narra di un tiranno assetato di potere che a causa dell’ambizione
perde tutto, un figlio, una moglie, dunque è un testo sulla
perdita. Mette in discussione i rapporti di coppia e la
lucidità mentale, è assolutamente attuale.” “Esatto – ha
aggiunto Kurzel – è interessante vedere le reazioni umane di fronte
all’ambizione e la perdita di qualcosa a noi caro. La disperazione
ti avvolge e opprime, hai bisogno di colmare i tuoi vuoti con
qualsiasi cosa. È un concetto che si può ritrovare tranquillamente
anche nella vita di tutti i giorni, oggi.”
Oltre la tecnica, anche parole
dolci e di stima da parte di Michael Fassbender rivolte a Marion
Cotillard: “È la migliore nel settore, sul set ha portato
grazia e talento, la cosa più sorprendente è che riesce ad essere
incredibilmente umana. C’è molta umanità in Lady Macbeth e
Marion ti ascolta tantissimo, è molto generosa e materna, è stato
facile e meraviglioso lavorare con lei.” Si vola verso la fine,
abbiamo sentito parlare della Scozia come un luogo incantato,
magico, sempre accarezzato dal vento e freddo, ma qual è il
migliore ricordo di questa terra selvaggia? L’attore irlandese non
ha dubbi: “Che domande, il whisky.”
Aver affidato a
Michael B. Jordan il personaggio della Torcia
Umana in Fantastic Four di Josh
Trank è una scelta che ha destato le critiche e le
polemiche di una parte dei fan, i quali hanno accusato la
produzione di voler essere a tutti i costi politically correct in
termini di quote razziali e di preferire un attore bianco per
incarnare Johnny Storm, in linea con i connotati del personaggio
nei fumetti originali. La replica dell’attore non si è però fatta
attendere.
A Entertainment Weekly
Michael B. Jordan ha, infatti, scritto di
comprendere le perplessità e i punti di vista di tutti, soprattutto
di chi ha un atteggiamento “integralista” e conservatore nei
confronti del fumetto – che vanta ormai una storia lunga 50 anni –
ma ha anche sottolineato che il “mondo è cambiato” rispetto al
1961, anno di pubblicazione de I fantastici
quattro. Josh Trank e Stan
Lee sono, del resto dalla sua parte. “Se Stan Lee scrive
una mail al mio regista dicendo: Fai bene, mi sta bene, chi sono io
per oppormi?”, ha aggiunto l’attore. “Questo è un family movie
concentrato su quattro amici – due dei quali siamo io e
Kate Mara, la mia sorella adottiva – che si
uniscono dopo una serie di sfortunati eventi per formare un
team. Questo è il messaggio di Fantastic
Four”.
Michael B. Jordan
accetta di assumersi la responsabilità di essere a questo punto un
simbolo del necessario cambiamento di mentalità a Hollywood nei
confronti degli attori di colore, invita ad andare oltre la fedeltà
al fumetto e fa un appello ai troll e agli hater su internet:
“Togliete la testa dal computer. Uscite fuori e camminate nel
mondo, guardate le persone che camminano insieme a voi, guardate
gli amici dei vostri amici e chi interagisce con chi. E capite che
è questo il mondo in cui viviamo”.
Frank Grillo è
stato tra gli attori più social sul set di Captain
America Civil War. E a questo punto sembra che abbia
voluto sfruttare al meglio il breve periodo di riprese che aveva
sul set dei fratelli Russo, visto che, pare, ha
già completato il suo lavoro. Ecco cosa ha postato sul suo account
Instagram:
In attesa di nuovi dettagli in
merito ricordiamo che Captain America Civil
War sarà diretto da Anthony
e Joe Russo e vedrà nel cast Chris
Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman,
Sebastian Stan,Samuel L. Jackson, Frank Grillo,
Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Il film
uscirà il 6 maggio 2016.
L’hashtag per partecipare sui sociale è
#AskFavinoGermano
Pierfrancesco
Favino ed Elio Germano, due fra i più
importanti e celebrati interpreti del cinema italiano, saranno
protagonisti di un incontro con il pubblico che si terrà mercoledì
27 maggio alle ore 21 presso l’Auditorium Parco della Musica
(Teatro Studio Gianni Borgna). Il Duetto inaugurerà le attività di
CityFest, il grande contenitore di eventi speciali, intrattenimento
e formazione che la Fondazione Cinema per Roma, presieduta da Piera
Detassis, realizzerà lungo tutto il corso dell’anno. Queste
attività, che nel 2015 festeggiano anche un importante
anniversario, i primi dieci della Festa del Cinema, coinvolgeranno
l’intera Capitale, l’area metropolitana e la Regione con incontri,
rassegne, anteprime, lezioni: a CityFest hanno già aderito
importanti personalità come Paola Cortellesi, Neri Marcorè,
Valerio Mastandrea, Laura Morante.
Il primo incontro vede protagonisti
due fra gli attori italiani che hanno maggiormente segnato, con la
propria ispirazione, gli ultimi anni del cinema italiano,
mostrandosi inoltre capaci di straordinarie interpretazioni anche a
teatro e sul piccolo schermo. Pierfrancesco Favino
ed Elio Germano hanno prestato il volto a miti
della nostra cultura (da Leopardi a Bartali), hanno attraversato
con i loro personaggi il decennio più controverso e ribelle del
ventesimo secolo (gli anni ’70 di Romanzo
Criminale e Mio fratello è figlio unico) e
si sono messi in luce sulla scena internazionale, da Cannes fino a
Hollywood. I due attori incontreranno il pubblico, discuteranno le
sequenze più importanti dei loro film e dialogheranno con Mario
Sesti, responsabile dei progetti speciali di Cityfest e creatore di
quel format che ha visto protagonisti, dal 2004 a oggi, Servillo e
Verdone, Gabriele Muccino e Giuseppe Tornatore, Sergio Rubini e
Riccardo Scamarcio, Stefania Sandrelli e Margherita Buy, Mario
Monicelli, Daniele Ciprì e Franco Maresco e tantissimi altri. Nella
parte finale dell’incontro, i due attori risponderanno alle domande
del pubblico che potranno essere rivolte anche attraverso i
principali social network.
L’ingresso all’incontro è gratuito,
previo ritiro di un coupon (massimo due a persona) presso il desk
situato all’interno della biglietteria centrale dell’Auditorium
Parco della Musica. I coupon saranno distribuiti il giorno stesso
dell’evento (mercoledì 27 maggio), a partire dalle ore 18, fino a
esaurimento dei posti disponibili.
L’attività di CityFest è
realizzata grazie ai Soci Fondatori della Fondazione Cinema per
Roma: Roma Capitale, Regione Lazio, Camera di Commercio, Istituto
Luce Cinecittà (in rappresentanza del Ministero dei beni e delle
attività culturali e del turismo), Fondazione Musica per Roma e
Città metropolitana di Roma Capitale
È finita da pochi minuti la
proiezione stampa del MacbethJustin Kurzel presentato
al Festival di Cannes 2015, con
Michael Fassbender e Marion
Cotillard.
Le voci che arrivano dalla croisette
sono incontrovertibili: acclamato all’unanimità, ovazione per
Fassbender. E, a questo punto azzardiamo, magari
un premio importante agli attori?
L’adattamento cinematografico
dell’opera shakespeariana è presentata come “una rivisitazione
di ciò che il periodo di guerra doveva essere stato per uno dei più
famosi e interessanti personaggi di Shakespeare, una storia di
passione e ambizione ambientata in una Scozia devastata dalla
guerra medievale”.Il regista, che ha
condotto una ricerca approfondita sul periodo in cui sono
ambientati i fatti e sulla brutalità dei combattimenti, ha
affermato: “Mi ricorda molto il Western. E un peaesaggio e
un’atmosfera molto più pericolosi di quanto abbia mai visto nei
precedenti adattamenti di Macbeth”.
L’australiano Justin
Kurzel ha d’altra parte già dato prova della sua bravura
nella rappresentazione di paesaggi desolati e cupi nel suo –
pluripremiato – Snowtown.
Accanto a
Fassbender (Macbeth, generale dell’esercito di
Duncan) e Marion Cotillard (Lady Macbeth), nel
cast anche Paddy Considine (Banquo), Sean
Harris (Macduff), e David Thewlis
(Duncan). Macbeth verrà presentato in anteprima a
Cannes il prossimo mese.
Now
You See Me 3 è già realtà. Un anno prima dell’uscita
nelle sale di Now You See Me 2, prevista
per il 10 giugno 2016, la Lionsgate ha annunciato di voler
sviluppare un terzo capitolo delle storie degli illusionisti
rapinatori. Il ceo Jon Feltheimer, nell’illustrare
i piani futuri della Lionsgate, ha dichiarato di
credere molto nel successo di questo franchise, inaugurato nel 2013
con Now You See Me di Louis
Leterrier.
Il sequel, che sarà diretto
da Jon M. Chu, vede il ritorno del cast del
primo film riunendo quindi Mark Ruffalo,
Woody Harrelson, Jesse
Eisenberg, Dave Franco, Morgan
Freeman e Michael Caine, a cui
si aggiungono Lizzy Caplan,
che sostituirà Isla Fisher, e Daniel
Radcliffe. Feltheimer si è detto
convinto della riuscita al box office di questo secondo episodio,
che nelle aspettative dovrebbe superare i 351,7 milioni
di dollari incassati a livello mondiale dal primo Now
You See Me. Probabilmente, nei prossimi mesi, si
saprà quali interpreti del cast originario proseguiranno la loro
avventura nella serie.
La strategia della Lionsgate è
sempre più orientata al franchise: dopo Hunger
Games e Divergent, la casa
di produzione ha annunciato anche una serie di film dedicati
all’Odissea diretti da Francis
Lawrence.
Per il momento non sarà
possibile vedere Youth – La
Giovinezza, nuovo film di Paolo
Sorrentino con Micheal Caine e
Harvey Keitel già nelle sale italiane dopo la
presentazione al Festival
di Cannes, in versione originale in lingua inglese ma solo in
quella doppiata in italiano. Molti spettatori, e diversi addetti ai
lavori, sono e resteranno delusi, ma l’imposizione arriva
direttamente dalla Fox Searchlight, che ha acquisito i diritti del
film per il Nord America e teme il dilagare della pirateria di
un’eventuale copia originale nel nostro Paese.
A far circolare la news a livello
mondiale ci ha pensato Variety, che ha riportato le parole della
Indigo, casa di produzione di Youth –
La Giovinezza: “Siete in tantissimi — e ne siamo
felici — a chiederci dove poter vedere il film in versione
originale. Purtroppo però il nostro distributore USA Fox
Searchlight ci ha chiesto di non predisporre copie in lingua
originale a causa degli enormi problemi di pirateria del nostro
Paese. Ce ne dispiace molto ma non avevamo alternative. Tutti
gli altri paesi che escono in lingua originale, Francia compresa,
aspetteranno l’uscita statunitense, prevista per settembre. Se,
come ci auguriamo, il film avrà lunga vita, le poche copie in
inglese (Roma, Milano e Firenze) che il nostro mercato consente,
usciranno allora”.
Armiamoci, dunque, di molta
pazienza, aspettando l’autunno per la versione
originale. Youth – La Giovinezza è
uscito in Italia il 20 maggio in contemporanea con Cannes ed è già
primo al box office.
Continuano le riprese a Los Angeles dell’annunciato
spin-off Fear The Walking Dead,
attesa nuova serie che partirà tra poco sul network americano della
AMC. Ebbene oggi da yvrshoots arrivano nuove
foto:
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La serie, che si svolgerà
durante la medesima apocalisse zombie descritta nella serie
originale, ma in un altro luogo, avrà come protagonisti
l’insegnante divorziato Sean Cabrera e la
consulente scolastica Nancy Tompkins, che uniscono
le forze e cercano di sopravvivere in un mondo diventato ostile; al
loro fianco il figlio di Sean, Nick, che ha
affrontato la dipendenza dalle droghe in passato e l’ambiziosa
Ashley Carey, figlia di
Nancy.
Cresce l’attesa per l’arrivo dei
nuovi episodi di Pretty Little Liars
6, sesto e ultimo ciclo di episodi dello show di
successo trasmesso dal network americano della ABC Family. E oggi
arriva un breve teaser diffuso da Lucy Hale:
Pretty Little
Liars è una serie televisiva statunitense di genere a metà
tra teen drama e giallo, che va in onda dall’8 giugno 2010 negli
USA sul network ABC Family. Ideata da Marlene King, è basata
sull’omonima serie di libri scritta da Sara Shepard pubblicata in
Italia con il titolo diGiovani, carine e bugiarde.
In Italia va in onda dal 21
febbraio 2011 sul canale pay Mya. Il 29 novembre 2011 la serie è
stata rinnovata per una terza stagione, andata in onda negli Stati
Uniti a partire dal 5 giugno 2012. Il 4 ottobre 2012, la serie è
stata rinnovata per una quarta stagione di 24 episodi, in onda a
partire dall’11 giugno 2013. In chiaro, la serie viene trasmessa a
partire dal 10 giugno 2013 su Italia 1.
Il 26 marzo 2013, ABC Family ha
rinnovato la serie per una quinta stagione di 25 episodi (incluso
uno special natalizio) in onda a partire dal 10 giugno 2014 negli
USA, e annunciato la produzione di uno spin-off, intitolato
Ravenswood, il cui episodio pilota è andato in onda negli USA il 22
ottobre 2013. In seguito al termine della prima stagione, la serie
Ravenswood è stata cancellata. Il 10 giugno 2014 ABC Family ha
rinnovato la serie per una sesta e settima stagione.
E’ arrivato il gran giorno al
Festival di Cannes 2015 di Macbeth,
il film con protagonista Michael Fassbender e
Marion Cotillard e adattamento Shakespeariano diretto
dall’australiano Justin Kurzel.
L’adattamento cinematografico
dell’opera shakespeariana è presentata come “una rivisitazione
di ciò che il periodo di guerra doveva essere stato per uno dei più
famosi e interessanti personaggi di Shakespeare, una storia di
passione e ambizione ambientata in una Scozia devastata dalla
guerra medievale”.Il regista, che ha
condotto una ricerca approfondita sul periodo in cui sono
ambientati i fatti e sulla brutalità dei combattimenti, ha
affermato: “Mi ricorda molto il Western. E un peaesaggio e
un’atmosfera molto più pericolosi di quanto abbia mai visto nei
precedenti adattamenti di Macbeth”.
L’australiano Justin
Kurzel ha d’altra parte già dato prova della sua bravura
nella rappresentazione di paesaggi desolati e cupi nel suo –
pluripremiato – Snowtown.
Accanto a
Fassbender (Macbeth, generale dell’esercito di
Duncan) e Marion Cotillard (Lady Macbeth), nel
cast anche Paddy Considine (Banquo), Sean
Harris (Macduff), e David Thewlis
(Duncan). Macbeth verrà presentato in anteprima a
Cannes il prossimo mese.
La
trasposizione dell’Odissea annunciata
dalla Lionsgate il 6 aprile scorso, che riunirà il team degli
ultimi Hunger Games – il regista
Francis Lawrence e la produttrice Nina
Jacobson – si svilupperà almeno nel corso di due film. Il
Ceo di Lionsgate Jon Feltheimer lo ha
dichiarato durante una conferenza con gli analisti per
discutere del bilancio del trimestre, rendendo noto come l’accordo
con Francis Lawrence preveda
piùepisodi cinematografici.
La Lionsgate, specialista in
franchise di successo come Twilight,
Hunger Games e
Divergent, ha affidato il compito di
dirigere questo nuovo progetto
dell’Odissea al regista che ha diretto il
secondo, terzo e quarto capitolo della saga di Hunger
Games, mentre della sceneggiatura se ne
occuperà Peter Craig, già co-autore dello
script di Hunger Games: Il canto della rivolta, parte I
e II. Si attendono ora le prime
indiscrezioni sul cast dell’ambiziosa nuova serie
cinematografica.
Cresce l’attesa per l’arrivo
di Fantastic Four, il discusso
reboot basato sui personaggi Marvel e prodotto da 20th Century
Fox. Ebbene oggi arriva un nuovo banner in cui vediamo i
protagonisti del film:
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Ricordiamo che Kate Mara vestirà i
panni di Sue Storm / La Donna
Invisibile. Jamie Bell quelli
invece di Ben Grimm / La
Cosa. Miles Teller interpreterà il
ruolo di Reid Richards /
Mr. Fantastic, mentre Michael B.
Jordan sarà Johnny Storm / La Torcia Umana.
Nel cast
anche Tim Blake Nelson e Reg E.
Cathey.
Mentre continua l’attesa
per Batman v Superman Dawn of
Justice di Zack Snyder oggi
arriva un nuovo rumors da HeoricHollywood El Mayimbe, ex fonte di
Latino Review che ha svelato alcuni dettagli sulle origini del
personaggio di Wonder Woman interpretato da Gal
Gadot.
A quanto pare secondo quest’ultimo
lei sarà un personaggio vecchio di secoli e che il film di
Wonder Woman sarà una sorta di prequel
del DC Cinematic Universe. A questo punto sarà interessante vedere
se Snyder per Wonder
Woman avrà scelto di optare per la versione di
New 52, in cui la guerriera amazzonica è un Dio, figlia di Zeus,
essenzialmente un Ercole al femminile. Oppure la versione pre-New
52 in cui le sue origini vengono ricondotto ad una statua di
argilla che ha ricevuto la vita dagli Dei dell’Olimpi. La terza
opzione è che Snyder presenta una nuova originale storia di Wonder
Woman, anche se sembra improbabile data la propensione del regista
a rimanere molto federe al materiale originale
Cosa ne pensi di questo rumors? e
soprattutto quale storia vorreste?
Ricordiamo
che Batman v Superman: Dawn
of Justice, Zack
Snyder è stato
scritto da ChrisTerrio, da
un soggetto di David
S. Goyer. Nel film saranno
presenti Henry Cavill nel
ruolo
di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei
panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno
anche: AmyAdams, LaurenceFishburne, Diane
Lane, JesseEisenberg, Ray
Fisher, Jason
Momoa e GalGadot. Batman v Superman: Dawn
of Justice arriverà nelle sale di
tutto il mondo il 6 maggio 2016.
Continuano le riprese
dell’atteso Deadpool
con Ryan Reynolds e oggi l’attore ha
pubblicato una nuova foto in cui lo vediamo far sognare un piccolo
fan sul set:
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Vi ricordiamo che
in Deadpool ci sono confermati
con Ryan Reynolds anche Morena Baccarin,
T.J. Miller, Ed Skrein, Gina Carano e Daniel
Cudmore che tornerà nei panni di
Colosso. Deadpool è scritto da
Paul Wernick e Rhett Reese,
diretto da Tim Miller e sarà nei cinema USA dal 12
febbraio 2016.
Al pari della morte, vi è un altro
aspetto imprescindibile della vita: la malattia, in tutte le sue
sfumature. Sappiamo bene che non è un modo molto allegro per
iniziare una recensione ed invogliare la lettura, ma
Chronic di Michel Franco
(regista vincitore di Un Certain Regard a Cannes
nel 2012 con Después De Lucìa) mette il
pubblico proprio di fronte a diverse patologie in stato terminale
dal punto di vista di un infermiere professionista. David segue i
suoi pazienti con una cura maniacale, è attento ai loro bisogni
come alle loro passioni, quasi se ne innamora e li trasforma nella
sua stessa famiglia. Come spinto da un senso di colpa nei riguardi
della moglie e del figlio, anch’essi deceduti per motivi clinici,
oltrepassa costantemente il confine lavorativo riducendo la vita
privata a pochi momenti passati in palestra o a fare jogging.
Chronic, il film
I pazienti hanno sempre la
precedenza su tutto, fino al loro ultimo respiro. La vita però,
talvolta, è talmente cieca e ingiusta da riservare sorprese
inaspettate, come accuse gravi e infondate da parte di familiari
scriteriati (o addirittura gelosi, data la vicinanza fisica e
morale di David rispetto al proprio caro). Ulteriori pesi che si
sommano a quelli umani e spirituali, quotidianamente messi alla
prova da metastasi che lasciano poco scampo, dall’AIDS, dai
continui funerali, fardelli dai quali – a una distanza così
ravvicinata – è difficile scappare.
Ne esce un film piatto, monocorda,
che batte puntualmente su un unico doloroso tasto e con una
direzione confusa. Oltre a smuovere una facile compassione,
mettendo fra l’altro lo spettatore in una posizione scomoda e
morbosa dalla quale è costretto a guardare, si fa fatica a trarre
un vero significato generale. Non aiuta, anzi peggiora per quanto
possibile, un finale a sorpresa che sconvolge e rimescola tutte le
carte sul tavolo. Uno sconvolgimento legato alla trama, non in
senso assoluto, poiché Chronic viene
risolto con un espediente comune visto al cinema milioni e milioni
di volte.
È probabilmente per questo
disordine di idee e qualche cliché di troppo che si esce dalla sala
con l’amaro in bocca, spaesati, rammaricati per una messa in scena
fondamentalmente funzionale eppure sconclusionata. Il protagonista
Tim Roth poi è un interprete eccezionale, una
roccia, capace di regalare al suo personaggio gradazioni di grande
valore. Nonostante un ottimo cast di riempimento al suo fianco,
senza di lui probabilmente staremmo a decantare un fallimento di
tutt’altro peso.
Ne Il Piccolo
Principe in una città colorata esclusivamente di toni di
grigio, quasi in bianco e nero, una piccola bambina prodigio mira
ad entrare in un’importante (ma tristissima) accademia e mettere in
cassaforte un futuro di successo. Supportata dalla madre, che
organizza e controlla in modo minuzioso ogni minuto del suo tempo
tramite un enorme tabellone magnetico, la piccola segue
rigorosamente gli schemi per crescere come la società impone, in
modo standard e regolato. Nell’isolato però, accanto alla nuova
casa dei due personaggi, vive un signore alquanto strambo,
estroverso e apparentemente anarchico.
Un anziano aviatore dal pollice
verde che colleziona vecchi giocattoli, dischi in vinile e ama alla
follia il suo aereo ad elica, ormai ridotto un rottame. È il suo
spirito libero e saggio che fa conoscere alla piccola la meraviglia
e i colori accesi de Il Piccolo Principe,
la favola visionaria di Antoine de
Saint-Exupéry.
Mescolando grafica computerizzata e
stop motion, Mark Osborne (già co-regista di
Kung Fu Panda) inserisce la storia
originale del principe bambino all’interno di un universo
immaginario e oscuro, laddove tutto è tremendamente schematizzato,
prevedibile e freddo. Una concezione artistica che, nonostante sia
estrema e stilizzata, è in realtà abbastanza verosimile rispetto
alla società contemporanea che ci circonda.
Vi è dunque una critica feroce ai
modelli d’insegnamento, ai genitori ossessionati dalle regole
(quando non sono del tutto assenti) e un mondo del lavoro ostile
alla creatività. Temi di un universo adulto che si insinuano fra le
pieghe di un discorso più diretto rivolto ai più piccoli:
non si deve aver paura di crescere, l’importante è
ricordarsi di essere stati bambini per conservare la medesima
purezza d’animo. Il risultato è un’opera emozionante e
appassionante, dall’alto tasso educativo e allo stesso tempo
divertente. Dopo una prima parte delicata e poetica, arriva una
seconda quasi interamente votata all’azione e allo spettacolo. Due
stili differenti che in parte cozzano fra loro e spezzano
l’incantesimo, rompendo un equilibrio altrimenti perfetto.
La fattura de Il Piccolo
Principe è comunque di altissima qualità, soprattutto alla
luce del supporto di studios come la Paramount, la Warner Bros., la
Wenstein Company, di una cura particolare al look generale e il
contributo musicale di Hans Zimmer insieme a
Richard Harvey. La colonna sonora infatti è ricca
di sfumature e contrasti, sa bene come far nascere una risata
oppure ribaltare completamente lo scenario e accompagnare una
lacrima lungo la guancia. Fondamentale anche lo stellare cast di
doppiatori, che nella versione inglese vanta nomi del calibro di
Jeff Bridges,
Rachel McAdams,
Paul Rudd, James Franco,
Benicio Del Toro,
Paul Giamatti e Marion Cotillard, che presta la voce anche
alla versione francese del film. Da vedere categoricamente insieme
a tutta la famiglia.
Guarda le prime clip di
Macbeth, l’atteso film
con Michael Fassbender e Marion Cotillard che
sarà presentato domani al Festival
di Cannes 2015:
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L’adattamento cinematografico
dell’opera shakespeariana è presentata come “una rivisitazione
di ciò che il periodo di guerra doveva essere stato per uno dei più
famosi e interessanti personaggi di Shakespeare, una storia di
passione e ambizione ambientata in una Scozia devastata dalla
guerra medievale”.Il regista, che ha
condotto una ricerca approfondita sul periodo in cui sono
ambientati i fatti e sulla brutalità dei combattimenti, ha
affermato: “Mi ricorda molto il Western. E un peaesaggio e
un’atmosfera molto più pericolosi di quanto abbia mai visto nei
precedenti adattamenti di Macbeth”.
L’australiano Justin
Kurzel ha d’altra parte già dato prova della sua bravura
nella rappresentazione di paesaggi desolati e cupi nel suo –
pluripremiato – Snowtown.
Accanto a
Fassbender (Macbeth, generale dell’esercito di
Duncan) e Marion Cotillard (Lady Macbeth), nel
cast anche Paddy Considine (Banquo), Sean
Harris (Macduff), e David Thewlis
(Duncan). Macbeth verrà presentato in anteprima a
Cannes il prossimo mese.
Dopo l’annuncio shock di Dragon Ball
Super ecco arrivare la prima foto di Goku,
il leggendario Super-Saiyan che ritornerà in una nuova
attesissima serie.
UPDATE: Sebbene si stia
usando questa Art per la comunicazione ufficiale di Dragon Ball
Super, abbiamo appreso che arriva da Dragon Ball Z:
Fukkatsu.
Dragon Ball
Super sarà scritta da nientemeno
che Akira Toriyama. Inoltre, i fan potranno
gioire perché Dragon Ball Cho (Super) andrà in onda
direttamente in televisione a partire da Luglio ogni Domenica alle
9:00 su Fuji TV.
L’idea arriva dopo il grande
successo dei film Dragon Ball Z La Battaglia degli
Dei e Dragon Ball Z Fukkatsu e sarà scritta
dall’autore originale Akira Toriyama. La
nuova serie invece sarà diretta da Kimitoshi Chioka (regista
di Kitaro dei Cimiteri e di alcuni episodi di Digimon
Frontier).
Ambientato pochi anni dopo la
sconfitta di Majin Buu, Dragon Ball
Super, racconterà di una terra diventata di nuovo un
posto di pace, ma come spesso accade, un nuovo nemico è
all’orizzonte, una nemesi ancora più forte di Freezer e Buu.
Una donna cammina lungo una strada
soleggiata, poco traffico attorno e un motel appena dietro
l’angolo. Siamo in America, in California, lungo la zona che
costeggia la fascinosa Death Valley. I telefoni
hanno una pessima ricezione e il caldo asfissiante mette a dura
prova esseri umani e condizionatori d’aria, spinti oltre i limiti.
Ad attendere, in una camera non lontano dal primo lungo piano
sequenza, un uomo enorme, ingrassato e sfatto, probabilmente
malato. Sono un padre e una madre che si rivedono dopo anni e una
separazione traumatica, non tanto per loro che hanno ricostruito le
proprie vite, per il figlio Michael, che da adulto
prende coscienza del vuoto abissale della vita e si suicida
ingoiando una manciata di pillole. Solo, senza il suo compagno
di vita, abbandonato dalla famiglia per quasi un decennio
(presumibilmente per la sua omosessualità, anche se non è
esplicito).
Valley of Love, il film
Prima di lasciare questo mondo,
scrive e invia con estrema lucidità due lettere distinte ma
sostanzialmente simili ai genitori con le quali spiega le sue
ultime volontà. I due dovranno non solo ritrovarsi, dovranno anche
visitare insieme – in una data precisa – una serie di luoghi in
sequenza all’interno della Valle della Morte, il tutto per una
ricompensa solenne: rivederlo faccia a faccia, di ritorno dal mondo
dei morti. Guillame Nicloux scrive, dirige e
dedica al padre un’opera dolorosa e a tratti grottesca, un viaggio
intimo e visionario che tenta di analizzare e scavalcare la
sofferenza che ogni separazione si porta dietro. Un malessere che
colpisce non tanto i genitori coinvolti, che nel loro momentaneo
egoismo hanno il solo scopo di allontanarsi, affonda nella miseria
i figli, che si scoprono abbandonati nella vastità del vivere.
Il sacrificio di Michael, che nel
film si uccide con l’intento di riunire il padre e la madre,
capovolge il significato della morte. È così che la famosa Valley
of Death diventa la Valley of Love del
titolo, la valle dell’amore, un luogo oltre l’umano capace di farci
scontrare con i nostri fantasmi, le nostre paure e i nostri
insormontabili rimorsi. Talvolta abbiamo così tanta fretta di
cambiare le cose, di voltare pagina, da distrarci dall’essenza
degli eventi, inciampando nell’errore. Da spettatori, ci ritroviamo
costantemente dietro le spalle dei protagonisti intenti a seguirli
con attenzione e viva curiosità, anche grazie ad una sceneggiatura
ben bilanciata.
Se poi i genitori in questione sono
sullo schermo Isabelle Huppert e Gérard Depardieu, di nuovo insieme 41 anni
dopo I Santissimi e 35 dopo
Loulou, il racconto diventa ancor più
appassionato. L’attrice francese è sempre statuaria, capricciosa e
severa, capace di fulminare gli elementi con lo sguardo pur
conservando – segretamente – una scintilla di dolcezza per chi lo
merita. Depardieu, goffo e appesantito, è
particolarmente ispirato e colleziona un’interpretazione di
spessore come non regalava al suo pubblico (e alla sua
carriera) da tanto. Un film tecnicamente semplice, lineare, ma con
numerose sfumature e un sottotesto complesso, che nonostante i
dialoghi un po’ scarni merita più di una visione per essere
compreso a fondo.
Dopo le preview, ecco il vdeo ufficiale,
condiviso dal canale Youtube dei Coldplay,
di Game
of Thrones il musical. Special guest
Chris Martin e tutta la band…ma anche un ospite
d’eccezione!
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Nel cast di Game of
Thrones 5 tornano Peter Dinklage, Lena Headey,
Emilia Clarke, Nikolaj Coster-Waldau, Kit Harington, Natalie
Dormer, Maisie Williams e Sophie
Turner.
Trama: Le estati durani
decenni. Gli inverni possono durare anche una vita. E la battaglia
per il Trono di
Spade continua. Da sud, dove il calore genera trame, passioni e
intrighi, alle vaste e selvagge terre orientali, in cui una giovane
regina solleva un esercito. Per tutto il tempo, nel gelido nord,
una parete di 800 metri di ghiaccio protegge precariamente il regno
devastato dalla guerra dalle forze oscure che si trovano al di là.
Re e regine, cavalieri e rinnegati, bugiardi, signori e uomini
onesti… giocano tutti il ‘gioco dei troni’.
Una serie originale sulla base dei
best-seller di George RR Martin, la saga de Le
Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.
Nonostante si ritagli quasi sempre
ruoli piccoli, marginali e poco “rumorosi”, ai margini di
Hollywood, Maggie Gyllenhaal è molto nota e amata
dal vasto pubblico. L’attrice, vincitrice del Golden Globe lo
scorso gennaio per la sua interpretazione di The
Honorable Woman, ha condiviso una storia con la
stampa che sicuramente farà discutere molto, sprattutto se si
considera il momento particolarmente sensibile a Hollywood in
merito alla parità di genere.
Maggie Gyllenhaal ai Golden Globes 2015
L’attrice ha raccontato a The
Wrap che è stata definita troppo vecchia per fare la parte
dell’amante di un uomo di 55 anni. “Ci sono cose che ti
contrariano molto dell’essere un’attrice a Hollywood e che allo
stesso tempo ti sorprendono – ha dichiarato Maggie – Ho 37
anni e di recente mi è stato detto che ero troppo vecchia per
interpretare l’amante di un uomo di 55 anni. La cosa mi ha
completamente frastornata. Mi ha fatto sentire molto male, e poi mi
ha fatto arrabbiare, alla fine ho riso”.
L’episodio si inserisce, come
accennato, in un momento particolarmente sensibile sulle questioni
di parità. Di recente, proprio durante l’ultima edizione del
Festival
di Cannes 2015, il dress code della kermesse è stato
considerato sessista dopo che molte donne sono state allontanate
perché non indossavano tacchi alti.
Intanto, all’inizio di quest’anno,
il red carpet degli Oscar è stato sfruttato per far partire la
campagna #AskHerMore, relativo alle interviste da tappeto rosso
che, troppo spesso, in relazione alle donne, si limitano a domande
frivole di moda e costume.
Il Mio Grosso Grasso
Matrimonio Greco 2 ha una data d’uscita. Il film che
vedrà tornare sullo schermo Toula e Ian (Nia
Vardalos e John Corbett) uscirà il 25
marzo 2016, in contemporanea con il gigante della Warner Bros
Batman v Superman Dawn of Justice.
La Universal si è fatta carico del
film con protagonista Nia Vardalos che questa
volta sarà diretta da Kirk Jones (Tata
Matilda, Cosa aspettarsi quando si aspetta).
Nia Vardalos, che
ha anche scritto il film originale, tornerà nel film accanto a
John Corbett per una storia che ci racconterà di
Toula e Ian a più di dieci anni di distanza dal loro grosso grasso
matrimonio Greco. Non ci sono ancora dettagli ufficiali per la
nuova storia, ma sappiamo che il film si concentrerà su un nuovo,
ancora più sfarzoso, matrimonio.
La Playtone di Gary
Goetzman, Tom Hanks e Rita Wilson si
occuperà ancora una volta della produzione con Paul Brooks,
Scott Niemeyer e Steven Shareshian che
cureranno la produzione esecutiva insieme alla Vardalos.