È stato presentato questa mattina
alla stampa italiana Latin Lover, la
nuova commedia di Cristina Comencini (Va’ dove
ti porta il cuore, La bestia nel cuore) con protagonisti
Virna Lisi, Marisa Paredes, Angela
Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Francesco Scianna e
Neri Marcorè.
Sull’idea alla base del film,
Cristina Comencini, tornata al cinema dopo ben
quattro anni dall’ultimo Quando la notte, ha raccontato:
“Per tutte noi la figura paterna è un vero e proprio mito. In
questo film si parla di un figura maschile che era sì un divo, ma
anche e soprattutto un padre. Siamo tutte innamorate di nostro
padre e lo percepiamo sempre come una figura sfuggente, che non si
conosce mai veramente. Soprattutto, è una figura che col tempo
mitizziamo. Nella vita cerchiamo sempre di liberarci dal peso che
questa figura ha nella nostra esistenza, è così accade in questo
film. In questo film le protagoniste ricercano la libertà
individuale. Vogliono liberarsi dalla figura del loro padre. Il
fatto che questa figura appartenesse al mondo del cinema ha reso
poi tutto ancora più divertente e allo stesso tempo folle. Perché
anche il cinema stesso è un po’ così”.
A proposito del cinema degli anni
’50 e ’60, la regista ha aggiunto: “Il cinema di quelli anni
era davvero mitico. E mitici erano gli attori, nel senso di veri e
propri divi. Era anche un cinema pieno di diversità. Un attore
poteva recitare in un western e subito dopo essere il protagonista
di un film più impegnato. Gli attori, in generale, non avevano
paura di rischiare. Al di là del “divismo” di un’epoca, quello che
ho voluto raccontare in questo film è l’importanza di essere se
stessi, di imparare ad esserlo, e l’importanza di riconnettersi con
la propria vita”.
Sull’importanza della femminilità
all’interno di Latin Lover, la Comencini ha dichiarato:
“Credo che al centro di questa storia vi sia la subalternità
femminile. Si tratta di una subalternità affettuosa e passionale
rispetto all’uomo. Queste donne sono sì libere, ma lo sono fino a
un certo punto, perché hanno questo legame così forte con
quest’attore che è anche però il loro ex marito o padre. E solo
quando scoprono che quest’uomo, al di là dell’attore, era una
persona fragile con tantissime problematiche, solo allora si
liberano veramente. Scoprono di essere capaci di poter vivere la
loro vita e di sentirsi libere al di là del dolore”.
Interviene Francesco
Scianna, che ha così parlato del personaggio da lui
interpretato nel film, Saverio Crispo: “Quello che Cristina mi
ha fatto è stato un regalo. È raro per un attore avere la
possibilità di interpretare vari ruoli all’interno di un solo film.
Capita in teatro, ma al cinema è più raro. Qui sono un attore che
interpreta un attore. È stato molto divertente, anche perché
Cristiana, durante le riprese, mi ha spinto molto al gioco. Ed è
forse questo che gli attori dell’epoca facevano: giocavano. Al di
là del divismo, però, quello che mi interessava cogliere di questo
personaggio era la sua umanità. È un latin lover, è vero, ma è
solo un modo di essere, uno status. Dietro tutto questo si
nascondeva soltanto un grandissimo bisogno di amore. E Saverio è un
uomo che ha sempre cercato di dare amore, nonostante tutto. Perché
credo che un grande attore, sia all’epoca ma anche oggi, sia sempre
fuori dai binari, e combatta ogni giorno per mettere d’accordo la
sua follia con tutto quello che lo circonda”.
Cristina Comencini ha poi parlato
della realizzazione del film: “All’inizio volevo ambientarlo
nella campagna romana. Poi la Puglia mi sembrava più adatta. È una
regione che ha dato tantissimo al nostro cinema. Volevo un paese
che fosse realmente tale, che trasmettesse il senso profondo di
“Italia”. Paola Comencini (la scenografia del film, ndr.) ha fatto
un lavoro straordinario. Quando abbiamo poi girato a Cinecittà, con
i tecnici che avevano realizzato i film dell’epoca e che non
vedevano l’ora di ritornare a girarli per questo nuovo film, è
stato incredibile. Credo che questo sia uno degli aspetti più
interessanti del film: mettere in scena la magia del cinema e al
tempo stesso guarda alla piccolezza dell’essere umano. La verità,
però, è che non ho mai pensato ad un dramma. Amo la commedia e
nonostante in fase iniziale di scrittura i toni erano più quelli di
una tragedia, alla fine io e Giulia Calenda (la co-sceneggiatrice
del film, ndr.) abbiamo optato per la commedia. Il film, però, ha
due anime: sfiora soltanto la tragedia, ma è molto divertente e al
tempo stesso commuove. E la cosa che più di tutte mi interessa
quando realizzo un film è mantenere lo stesso registro dall’inizio
alla fine”.
In ricordo di Virna
Lisi, scomparsa il 18 dicembre 2014, di cui Latin
Lover rappresenta l’ultima fatica, la Comencini ha detto:
“Virna manca tanto. Era un’amica. Abbiamo lavorato diverse
volte insieme. Nessuno si era accorto che stava male. Neanche lei
lo sapeva. Ci ha lasciato all’improvviso. Abbiamo lavorato
benissimo insieme anche questa volta. Una delle scene più belle
secondo me è quando la vediamo ubriaca, perché lì viene fuori tutto
il retaggio di una donna che il cinema l’ha vissuto ma lo ha anche
fatto. È così che voglio ricordarla: con le sue risate”.
Latin
Lover uscirà al cinema il 19 marzo
distribuito in oltre 300 copie da
01Distribution.