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Tre sorelle di Enrico Vanzina dal 27 gennaio su Prime Video

Tre sorelle di Enrico Vanzina dal 27 gennaio su Prime Video

Il 27 gennaio esce su Prime Video l’ultimo film di Enrico Vanzina Tre sorelle, una commedia tutta al femminile interpretata da Serena Autieri, Giulia Bevilacqua, Chiara Francini, Rocio Muñoz Morales e Fabio Troiano, con la partecipazione straordinaria di Luca Ward. Il film, prodotto da New International in collaborazione con RTI e Prime Video, è reduce dal successo ottenuto a Capri Hollywood dove è stato proiettato in anteprima, ed è un racconto ironico, tagliente e romantico sulla forza e le fragilità di tre donne che si ritrovano a dover fare i conti con le proprie vite.

Con questo film Enrico Vanzina offre una carrellata di sofisticati ritratti femminili in cui, ancora una volta, riesce a condensare lo spirito dei tempi. Il regista e sceneggiatore costruisce un tenero affresco corale ambientato tra Roma e il Circeo, dove con acume e con la giusta dose di “scorrettezza” racconta, come sempre ha fatto, l’evoluzione della nostra società, tra nevrosi piccolo-borghesi, inquietudini sentimentali, disavventure ed equivoci.

La canzone inedita “Io con me” presente nella colonna sonora del film è stata scritta da Umberto Smaila, Silvio Amato ed Enrico Vanzina, ed è cantata da Annalisa Minetti. Nel film presente anche un altro brano inedito dal titolo “Piccole donne” cantata dal giovane cantautore Guglielmo e scritta dallo stesso Guglielmo Rossi Scota insieme con Casini e Righi. Nel cast, tra gli altri, anche: Nadia Rinaldi, Massimiliano Rosolino, Eleonora Pedron.

La trama

Marina (Serena Autieri), una donna borghese, sposata con un primario di ortopedia, scopre che il marito ha una relazione con il suo assistente. Le crolla addosso il mondo. Le sue certezze borghesi vanno in frantumi. Disperata corre a confidarsi con sua sorella Sabrina(Giulia Bevilacqua), ma trova in lacrime anche lei: è stata lasciata dal marito dopo averlo tradito. Le due sorelle decidono così di trascorrere le vacanze estive insieme nella villa di Marina per trovare un nuovo equilibrio. Insieme a loro parte anche Lorena (Rocio Muñoz Morales), la giovane massaggiatrice di Marina, anche lei alle prese con un dramma sentimentale.  Si aggiungerà poi Caterina (Chiara Francini), la terza sorella.Ad interrompere la serenità di questa vacanza, però, sarà l’arrivo di Antonio (Fabio Troiano), il nuovo vicino di casa che romperà gli equilibri delle tre sorelle…

Note di Regia

Per me, Tre Sorelle ha rappresentato una grande sfida. Era la prima volta che mi trovavo a fare un film tutto “al femminile”, senza l’aiuto di qualche grande comico nazionale.

Si trattava di una commedia romantica e dover affidare la parte di “commedia” ad un cast quasi totalmente femminile rappresentava una grande novità. Alla fine, però, ho ottenuto il risultato che desideravo: avere in scena quattro donne che fanno davvero sorridere e talvolta addirittura ridere. Per riuscirci, ho dedicato molto tempo durante le riprese alla recitazione, per mantenere il “tono” sempre all’altezza delle intenzioni. E siccome le mie attrici erano bravissime hanno seguito la regia con rispetto e talento. Oltre alla commedia c’era il lato sentimentale. Per farlo venire fuori ho puntato tutto sulla sincerità delle interpreti. Ho chiesto loro di pescare nella loro sensibilità per far emergere le emozioni.

Con l’unico attore maschio del film, in un ruolo di uomo spregevole, ho seguito un sistema infallibile: non essere moralista, non metterlo alla gogna. Gli ho chiesto di interpretare il suo personaggio con leggerezza, rispettandone le ragioni anche se negative. È una vecchia regola della Commedia all’italiana. Non demonizzare eticamente i “cattivi”. La usavano Scola, Monicelli, Risi. Funziona ancora. Perché nella vita “anche” le ragioni degli altri esistono. Per quanto riguarda le riprese ho fatto scelte semplici. Nelle commedie il regista deve sparire. E deve curare soprattutto il ritmo. Se si sente la mano “autoriale” la commedia diventa ibrida. Sono molto soddisfatto del risultato finale. Ho fatto il film che volevo. Una commedia “vera”, sincera, che mette buonumore e ogni tanto commuove. Penso che in futuro continuerò a lavorare sull’umorismo delle donne. (Enrico Vanzina)

Tre sorelle – la recensione del ritorno alla regia di Enrico Vanzina

A lungo restio a dedicarsi alla regia dei tanti film realizzati insieme al fratello, dopo la scomparsa di Carlo anche Enrico Vanzina sembra aver cambiato idea in merito. E dopo aver rotto gli indugi con il tanto criticato esordio di Lockdown all’italiana (2020), regala il bis con il Tre sorelle destinato alla distribuzione in streaming, su Prime Video, dal 27 gennaio.

Un film nel quale l’esperto cineasta conferma pregi e difetti del suo cinema, passato e presente, con il merito di scegliere la destinazione televisiva per un prodotto che apparirebbe ancor più inadatto sul grande schermo. Un prodotto che lo stesso regista definisce “vero” e “sincero”, ammettendo di averlo realizzato operando “scelte semplici” proprio per favorire il “ritmo” a discapito della regia.

Un Vanzina tutto al femminile

Una nuova “prima volta” per lui, alle prese con un film “tutto al femminile”, al quale però non si può concedere più di tanto la benevolenza spesso riservata ai novizi. In primis per il curriculum vantato, ma soprattutto per la mancanza della verità tanto proclamata e di quella universalità che da sempre caratterizza le migliori commedie. Come in molte altre produzioni italiane, il mondo raccontato è molto specifico, e limitato a quella ‘Roma Nord’ entrata ormai anche nell’immaginario di chi abita fuori dal G.R.A. come sinonimo di terra di borghesi benestanti e maleducati.

In questo contesto si muovono Serena Autieri, Giulia Bevilacqua e Chiara Francini, tre sorellastre accomunate da uno stesso padre e riunite in un “villone esagerato” al Circeo per raccontarsi pene, condividere speranze e vivere siparietti che non han molto del “ironico, tagliente e romantico” promesso. Anzi la fuga di Marina, tradita dal marito con un uomo, Sabrina, lasciata dopo l’ennesimo tradimento (“la do gratis, sono come una Onlus”), e Caterina, attrice richiestissima da tutto il gotha del cinema italiano, mette insieme una troppo lunga sequela di luoghi comuni.

Da Checov e Tolstoj alle macchiette laziali

Vanzina parla di “sofisticati ritratti femminili”, ma anche la “forza” delle donne protagoniste sembra solo un espediente promozionale, visti gli stereotipi con i quali si gioca. E al netto di una innegabile autoironia – ammesso che fosse effettivamente quella l’intenzione del regista – lo sviluppo della vicenda procede su binari abbondantemente consunti e percorsi. Come anche la caratterizzazione dei personaggi, maschere e macchiette dagli accenti gravi, e grevi.

L’elemento su cui Vanzina gioca di più è forse la totale assenza della fatidica quarta parete, quasi a trascinare il pubblico a un maggior coinvolgimento chiamandolo continuamente in causa. In questo Inferno siamo infatti accompagnati sin dalle prime scene da una voce off, quasi più un promoter turistico – viste anche le splendide riprese aeree della Capitale e del litorale – che un narratore, e da una serie di figure di contorno, che abbandonato il loro ruolo sulla scena si trasformano in una sorta di coro greco.

Tre sorelle film 2021Tre Sorelle: ce n’è per tutti, poco

Tanto citata, l’unica “scorrettezza” che si ravvisa è quella scontatissima del solito maschio traditore ed egoriferito, qui lo scrittore di successo Fabio Troiano, più pratico di ospitate a Pomeriggio 5 che di congiuntivi. A meno che non si volesse ascriversi anche meriti di satira politica per la citazione di una “Sindaca” inadempiente o ‘sociale’ per la critica a una popolazione che legge poco (non la Autieri, intenta a leggere il suo Una famiglia italiana).

Un colpo al cerchio e uno alla botte. Tra borghesi illuminati, ma non radical chic, in fondo molto chiari nel tenere le distanze dal mondo che stipendiano, quello dei lavoratori, visti come la parte migliore di questa Italia, o almeno di Tre sorelle, e donne furbe, disilluse, un po’ matte, rompipalle, maniache del controllo e della perfezione. Ma sul banco degli imputati non va né la cultura maschilista né quella femminista, visto che sono gli stereotipi prodotti da entrambe a costituire il muro più alto da superare. Per i diretti interessati, e per Vanzina, deciso a continuare “a lavorare sull’umorismo delle donne”. La speranza, da spettatori, è che cerchi di raccontarle davvero, dal vero, perché se questo Tre sorelle per lui “ha rappresentato una grande sfida”, possiamo dire che l’ha persa.

Tre rivelazioni: la spiegazione del finale del film Netflix

Tre rivelazioni: la spiegazione del finale del film Netflix

Netflix ha recentemente aggiunto al suo catalogo il thriller sudcoreano Tre Rivelazioni, che pone diverse domande scottanti sulla moralità e sul crimine, ma la più importante è cosa sia successo ad A-yeong. Diretto da Yeon Sang-ho, regista dell’acclamato Train to Busan, Tre Rivelazioni segue le vicende di tre personaggi unici: un pastore troppo zelante, un detective traumatizzato e un criminale incompreso. Quando una giovane ragazza scompare, tutti e tre i personaggi vengono coinvolti in una rete contorta di segreti, violenza e, naturalmente, rivelazioni.

Il thriller coreano inizia con Min-chan, un pastore appassionato che accoglie nella sua congregazione un criminale incallito, Yang-rae. Tuttavia, quando Min-chan scopre che suo figlio potrebbe essere scomparso, sospetta immediatamente di Yang-rae e cerca di dargli la caccia, provocando però la sua scomparsa. Il giorno seguente, si scopre che il figlio di Min-chan è stato ritrovato, ma che in realtà è stato rapito un altro bambino. La detective Yeon-hee indaga, turbata dal caso di Yang-rae perché dietro la morte di sua sorella c’è proprio lui. Da qui, Yeon-hee tenterà dunque a scoprire il ruolo di Min-chan e Yang-rae nella scomparsa di A-yeong.

Cosa è successo ad A-yeong?

Il mistero più grande di Tre Rivelazioni è dunque cosa sia successo ad A-yeong. La dodicenne A-yeong appare per la prima volta nel film mentre si reca in chiesa, seguita da Yang-rae. Dopo la funzione, sembra tornare a casa con i suoi amici, ma la volta successiva che si parla di lei, si scopre che è stata rapita. Considerando l’inseguimento di Yang-rae, sembra chiaro che il colpevole sia lui. Solo alla fine del film il pubblico si accorge però che A-yeong è tenuta prigioniera in una casa destinata a essere demolita. Fortunatamente, poco prima che la casa venga distrutta, Yeon-hee salva la ragazza.

Nonostante la scomparsa di A-yeong sia il perno che lega Min-chan, Yeon-hee e Yang-rae, la ragazza è più un personaggio simbolico che una vera protagonista. Il rapimento non riguarda tanto A-yeong in sé, quanto piuttosto l’effetto che ha sugli altri personaggi. L’effetto più importante della situazione di A-yeong è che simboleggia ciò che è accaduto alla sorella di Yeon-hee, la quale si rimprovera di non essere stata in grado di salvare la sorella e, quando salva A-yeong, riesce finalmente a perdonarsi per il passato.

Shin Hyeon-bin in Tre rivelazioni
Shin Hyeon-bin in Tre rivelazioni. Foto di Cho Wonjin/Netflix © 2025

Il ruolo di Min-chan con Yang-rae nella vicenda

Uno degli elementi più complicati di Tre Rivelazioni è però il coinvolgimento di Min-chan con Yang-rae. Inizialmente, Min-chan vuole aiutare Yang-rae come membro della chiesa. Tuttavia, la sua buona volontà si trasforma rapidamente quando sospetta che Yang-rae abbia rapito suo figlio. Min-chan segue allora Yang-rae nel bosco e si scontra con lui, facendolo cadere in un burrone e provocandogli una grave ferita. Min-chan è terrorizzato, ma alla fine decide di spingere Yang-rae giù da un dirupo e sembra che lo faccia dopo aver visto un segno di Dio.

In definitiva, questa è la parte più importante della storia di Min-chan. Dopo aver visto un simbolo sul fianco di una montagna, Min-chan crede di dover uccidere Yang-rae perché è la volontà di Dio. Il suo pensiero è che sta liberando il mondo da un peccatore. Pertanto, quando Yang-rae finisce per sopravvivere e tornare, Min-chan è determinato a ucciderlo una volta per tutte. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che Yang-rae è l’unico a sapere dove si trova A-yeong, quindi una volta che Min-chan lo avrà ucciso, la polizia avrà meno possibilità di trovare A-yeong viva.

Perché Yeon-hee ha avuto le visioni di sua sorella

Mentre Min-chan si occupa di Yang-rae, Yeon-hee cerca di capire come questi due uomini siano collegati al rapimento di A-yeong. Nel corso di questa indagine, la detective è perseguitata dai suoi demoni, in particolare dal fantasma di sua sorella. Cinque anni prima, la sorella di Yeon-hee era stata rapita e torturata da Yang-rae. Riuscì a fuggire, ma alla fine si tolse comunque la vita. Yeon-hee ritiene dunque che sia colpa sua non aver salvato la sorella. Per questo motivo, il fantasma di lei le urla continuamente contro, chiedendo di sapere perché non era presente quando aveva più bisogno di lei.

La crescita di Yeon-hee in Tre Rivelazioni è forse una delle parti migliori del film. Yeon-hee è chiaramente angosciata dalla morte della sorella e dalla ricomparsa di Yang-rae. Tuttavia, approfondendo il caso di A-yeong, si rende conto che l’assassino è un essere umano proprio come lo era sua sorella e merita maggiore empatia. Di conseguenza, cerca di saperne di più su Yang-rae, il che la aiuta a capire dove è tenuta prigioniera A-yeong. Inoltre, si trova a fare i conti con il fatto che la morte di sua sorella non è avvenuta per mano sua, ma per qualcosa che è sfuggito al suo controllo.

Ryu Jun-yeol in Tre rivelazioni
Ryu Jun-yeol in Tre rivelazioni. Foto di Cho Wonjin/Netflix © 2025

La spiegazione del passato di Yang-rae e del suo tragico destino

Nella prima metà di Tre Rivelazioni, Yang-rae è dunque caratterizzato come un essere umano malvagio. È un noto criminale che ha torturato la sorella di Yeon-hee e rapito A-yeong. Tuttavia, al culmine del film, si scopre che Yang-rae ha sofferto di un’infanzia traumatica, che lo ha portato a questi comportamenti orribili. Lo psicologo di Yang-rae spiega che il padre lo picchiava ogni giorno, lasciandogli innumerevoli bruciature e cicatrici. Mentre queste percosse avevano luogo, la madre stava fuori dalla porta, cantando inni e pregando per lui. Questo ha lasciato Yang-rae in uno stato psicologico profondamente turbato.

Il dilemma morale con cui ci si confronta è dunque se Yang-rae possa essere perdonato o meno. Non c’è dubbio che abbia agito in modo malvagio quando ha commesso i suoi crimini; tuttavia, il film suggerisce che non era necessariamente in uno stato mentale sano. A causa del suo trauma infantile, Yang-rae potrebbe meritare la stessa compassione delle sue vittime. Yeon-hee sembra alla fine perdonarlo, mentre Min-chan rimane convinto che sia un peccatore senza possibilità di redenzione. Alla luce di ciò, gli spettatori sono quindi chiamati a dare il proprio giudizio su Yang-rae.

La verità sul “mostro con un occhio solo”

Al centro della tragica storia di Yang-rae c’è poi il “mostro con un occhio solo”. Quando le autorità visitano per la prima volta il suo appartamento, trovano un disegno terrificante di questo presunto “mostro con un occhio solo”, che sembra contenere diverse persone al suo interno. All’inizio si pensa che Yang-rae sia semplicemente pazzo, ma quando poco prima di morire dice a Yeon-hee che A-yeong è stata inghiottita dal “mostro con un occhio solo”, la detective si mette alla ricerca di cosa significhi. Alla fine, si rende conto che il mostro rappresenta le case con un’unica finestra a forma di occhio di pesce.

Sebbene il “mostro con un occhio solo” sia un luogo fisico e non un vero e proprio mostro come gli zombie di Train to Busan, ha un significato simbolico per Yang-rae. In gioventù, egli è stato maltrattato in una stanza con una sola finestra e il trauma subito ha trasformato un normale elemento abitativo in un vero e proprio mostro. Yang-rae credeva davvero che questo mostro fosse un pericolo per lui e forse sentiva di dovergli offrire più violenza per tenerlo a bada, motivo per cui ha commesso i suoi crimini.

Shin Hyeon-bin e Ryu Jun-yeol in Tre rivelazioni
Shin Hyeon-bin e Ryu Jun-yeol in Tre rivelazioni. Foto di Cho Wonjin/Netflix © 2025

La spiegazione dell’apofenia di Min-chan

In Tre Rivelazioni, Yeon-hee e la polizia scoprono che Min-chan ha tentato di uccidere Yang-rae. Viene quindi mandato in prigione per il suo crimine, nonostante le sue proteste sul fatto che Dio lo abbia influenzato. Più tardi, lo psichiatra di Yang-rae spiega a Yeon-hee che Min-chan probabilmente soffriva di apofenia, un fenomeno per cui le persone vedono schemi in cose che in realtà non esistono. Quando Min-chan vedeva i suoi segni da parte di Dio, in realtà non c’era nulla. Questa diagnosi viene confermata alla fine del film, quando Min-chan trova un altro “segno” nella sua cella.

Tre Rivelazioni conferma quindi che Min-chan soffre di apofenia, ma il pubblico potrebbe chiedersi se questa sia una copertura per il vero male di Min-chan. Forse Min-chan ha sviluppato l’apofenia solo come modo per permettersi di compiere atti di violenza. Questo avrebbe senso se si considera che la moglie lo tradiva, il che probabilmente gli ha fatto aumentare la rabbia e lo stress. In questo modo, i suoi crimini potrebbero essere stati anche peggiori di quelli di Yang-rae.

Il vero significato di Tre Rivelazioni

In definitiva, Tre Rivelazioni è un film tanto emozionante quanto illuminante. Attraverso le storie di Min-chan, Yang-rae e Yeon-hee, gli spettatori sono costretti a fare i conti con le proprie convinzioni sulla moralità. Devono decidere se chi commette un crimine è una persona veramente malvagia o se sta accadendo qualcosa di più complicato dentro di loro. Inoltre, il pubblico vede come un trauma possa avere un impatto pericoloso sulla vita di una persona. In definitiva, Tre Rivelazioni mette in crisi l’idea di bene e male puro.

Tre piani: trailer del film di Nanni Moretti

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Tre piani: trailer del film di Nanni Moretti

Finalmente arriva il trailer ufficiale di Tre piani, l’ultimo film del regista Nanni Moretti con protagonisti Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Adriano Giannini, Alba Rohrwacher, Elena Lietti, Alessandro Sperduti, Denise Tantucci, Nanni Moretti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi, Tommaso Ragno – presentato in concorso alla 74a edizione del Festival e uscirà al cinema il  23 settembre.

Prodotto da Sacher Film e Fandango con Rai Cinema, e Le Pacte, scritto da Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella, Tre piani è tratto dall’omonimo romanzo di Eshkol Nevo ed è distribuito in Italia da 01 Distribution.

La trama di Tre piani

Al primo piano di una palazzina vivono Lucio, Sara e la loro bambina di sette anni, Francesca. Nell’appartamento accanto ci sono Giovanna e Renato, che spesso fanno da babysitter alla bambina. Una sera, Renato, a cui è stata affidata Francesca, scompare con la bambina per molte ore. Quando finalmente i due vengono ritrovati, Lucio teme che a sua figlia sia accaduto qualcosa di terribile. La sua paura si trasforma in una vera e propria ossessione. Al secondo piano vive Monica, alle prese con la prima esperienza di maternità. Suo marito Giorgio è un ingegnere e trascorre lunghi periodi all’estero per lavoro. Monica combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e la paura di diventare un giorno come sua madre, ricoverata in clinica per disturbi mentali. Giorgio capisce che non potrà più allontanarsi da sua moglie e sua figlia. Forse però è troppo tardi. Dora è una giudice, come suo marito Vittorio. Abitano all’ultimo piano insieme al figlio di vent’anni, Andrea. Una notte il ragazzo, ubriaco, investe e uccide una donna. Sconvolto, chiede ai genitori di fargli evitare il carcere. Vittorio pensa che suo figlio debba essere giudicato e condannato per quello che ha fatto. La tensione tra padre e figlio esplode, fino a creare una frattura definitiva tra i due. Vittorio costringe Dora a una scelta dolorosa: o lui o il figlio.

Tre piani: il film di Nanni Moretti al cinema dal 23 settembre

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Tre piani: il film di Nanni Moretti al cinema dal 23 settembre

Arriverà al cinema il 23 settembre Tre piani, il nuovo film di Nanni Moretti con Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, Alessandro Sperduti, Denise Tantucci, Nanni Moretti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi, Tommaso Ragno.

Prodotto da Sacher Film e Fandango con Rai Cinema, e Le Pacte, Tre piani sarà distribuito in Italia da 01 Distribution.

«E’ stato difficile in tutti questi mesi vedere lì fermo un film di cui si è tanto convinti e contenti» – dichiara Domenico Procacci, produttore per Fandango – «Finalmente Tre piani potrà incontrare, non virtualmente ma fisicamente, il suo pubblico».

Continua Paolo Del Brocco, Amministratore Delegato di Rai Cinema: «Siamo felici di poter finalmente annunciare l’uscita di Tre piani di Nanni Moretti, uno dei film più attesi dell’anno di un grande autore del nostro cinema. Siamo certi che la sua uscita rappresenti un segnale forte per la piena ripresa della stagione autunnale e per la ricostruzione del rapporto di fiducia tra il pubblico e il cinema italiano».

Scritto da Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella, Tre piani è tratto dall’omonimo romanzo di Eshkol Nevo.

Tre piani: dal cast al libro, tutto quello che c’è da sapere sul film

Nel 2021 Nanni Moretti dà vita ad un unicum nella sua carriera, ovvero il primo film non basato su un proprio soggetto originale ma su un’opera preesistente, ovvero il romanzo Tre piani dello scrittore israeliano Eshkol Nevo. Prende così forma il film Tre piani (qui la recensione), che attraverso tre episodi affronta il tema della solitudine e dello scontrarsi duramente contro quelle certezze apparentemente incrollabili su cui si fondano intere esistenze. Moretti porta dunque in scena numerosi personaggi, ognuno alle prese con proprie vicende, ma tutti accumunati da una certa tragicità.

Tre piani vanta pertanto un cast corale che comprende attori che collaborano frequentemente con Moretti e altri invece qui alla loro prima esperienza con il regista. Come suo solito, Moretti ha poi portato il film nel concorso del Festival di Cannes, presentandolo dunque a livello internazionale. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Tre piani. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze con il libro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tre piani finale
Adriano Giannini e Alba Rohrwacher in Tre piani. © 01 Distribution

La trama e il cast di Tre piani

Al primo piano di una palazzina vivono Lucio (Riccardo Scamarcio), Sara (Elena Lietti) e la loro bambina di sette anni, Francesca. Nell’appartamento accanto ci sono Giovanna (Anna Bonaiuto) e Renato (Paolo Graziosi), che spesso fanno da babysitter alla bambina. Una sera, Renato, a cui è stata affidata Francesca, scompare con la bambina per molte ore. Quando finalmente i due vengono ritrovati, Lucio teme che a sua figlia sia accaduto qualcosa di terribile. La sua paura si trasforma in una vera e propria ossessione. Al secondo piano vive invece Monica (Alba Rohrwacher), alle prese con la prima esperienza di maternità. Suo marito Giorgio (Adriano Giannini) è un ingegnere e trascorre lunghi periodi all’estero per lavoro.

Monica combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e la paura di diventare un giorno come sua madre, ricoverata in clinica per disturbi mentali. Giorgio si troverà così dinanzi a scelte molto complicate. Dora (Margherita Buy) invece, è una giudice, come suo marito Vittorio (Nanni Moretti). Abitano all’ultimo piano insieme al figlio di vent’anni, Andrea (Alessandro Sperduti). Una notte il ragazzo, ubriaco, investe e uccide una donna. Sconvolto, chiede ai genitori di fargli evitare il carcere. Vittorio pensa che suo figlio debba essere giudicato e condannato per quello che ha fatto. La tensione tra padre e figlio esplode, fino a creare una frattura definitiva tra i due.

La spiegazione del finale del film

Il primo episodio si conclude con Lucio che, in cerca della verità, finisce con l’essere a sua volta accusato di stupro nei confronti di Charlotte (Denise Tantucci), nipote di Giovanna e Renato. Solo anni dopo sua figlia, cresciuta, gli rivelerà che i suoi timori riguardo Renato erano infondati. Nel secondo, Monica fa perdere le sue tracce, scomparendo dalla vita dei suoi familiari. Giorgio è quindi costretto ad affrontare tutti i compiti genitoriali e casalinghi che prima erano ad appannaggio esclusivo della moglie. Nel terzo, invece, Dora sceglie Vittorio, allontanandosi dal figlio e ritrovandolo solo dopo anni. Con questi racconti, Moretti racconta dunque di un’umanità infelice e logorata dalle proprie cieche convinzioni.

Tre piani differenze libro
Nanni Moretti, Margherita Buy e Alessandro Sperduti in Tre piani. © 01 Distribution

Le differenze tra il film e il libro

Come anticipato, Tre piani è l’adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo. Nell’adattare il racconto del libro, sono state naturalmente effettuate una serie di modifiche a diversi aspetti strutturali, a partire dal cambio di ambientazione. Moretti sceglie infatti di trasportare la vicenda all’interno di un palazzo romano, dunque un constesto a lui più noto, rinunciando così ad uno dei tratti distintivi del libro. Nel romanzo, infatti, il tutto si svolge a Tel Aviv, con le vicende dei protagonisti che sono strettamente legate ad un periodo di grande tumulto nella città e nel paese. Nel film di Moretti questo legame tra protagonisti e periodo storico non viene invece rappresentato.

Altra differenza è la suddivisione dei singoli episodi. Il romanzo di Nevo è infatti diviso in tre parti ben distinte, con cesure fra un episodio e l’altro e nessuna correlazione fra di essi. Lo scrittore struttura inoltre il racconto con un continuo alternarsi tra flashback e racconti del presente, con ogni episodio che si arricchisce di riflessioni dei personaggi, giustificazioni del proprio operato e tentativi di scuse. Nell’isolare tra loro i tre episodi, Nevo li ha anche caratterizzati con uno stile e un lessico diversi in base alla personalità dei protagonisti. In Tre piani, invece, tra i tre episodi c’è una certa continuità e Moretti sceglie di affrontare i salti temporali optando per due ellissi narrative di cinque anni.

I premi vinti da Tre piani

Il film Tre piani è stato presentato in concorso al Festival di Cannes, dove ha ricevuto una standing ovation di undici minuti. Successivamente, è stato nominato come Miglior film ai Seville European Film Festival e ha poi ricevuto cinque nomination ai Golden Ciak Awards (Miglior film, Miglior regia, Miglior colonna sonora e Miglior attrice protagonista a Margherita Buy e Alba Rohrwacher). Buy è poi stata invece nominata come Miglior attrice non protagonista al BIFEST, il Bar International Film Festival. Al The Golden Linden International Film Festival è stato nominato come Miglior film, mentre ai David di Donatello è stato candidato per la miglior sceneggiatura non originale.

Il trailer di Tre piani e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Tre piani grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 23 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Tre piani, recensione del nuovo film di Nanni Moretti

Tre piani, recensione del nuovo film di Nanni Moretti

Nel romanzo di Eshkol Nevo, come nell’adattamento cinematografico che Nanni Moretti ne ha tratto nel suo ultimo Tre piani, i livelli sono molti di più di quelli catastali della palazzina in cui vivono vittime e carnefici di questo dramma corale. Che, se nel libro erano chiusi ciascuno nella storia che li riguardava, nel film diventano co-protagonisti di linee narrative che si intrecciano, incontrano e scontrano. Una scelta coraggiosa, che il regista romano affronta facendo un passo indietro, rinunciando a molto del suo cinema e lasciando spazio alla narrazione originaria. Con un’unica licenza, quella di portare gli accadimenti – lasciati in sospeso sulla carta – fino in fondo, per mostrarne le conseguenze e le ripercussioni sulla vita propria e degli altri.

Una scelta coraggiosa, ma che toglie qualcosa all’affresco, almeno a livello partecipativo. Più o meno tutte le vicende messe in scena, a prescindere dall’adeguatezza dei personaggi impegnati e dai dialoghi assegnati loro, tendono a essere sottolineate oltremodo. Potremmo definirlo un eccesso di didascalismo, volendo essere sintetici, ma con tante situazioni a rubarsi la scena la generalizzazione è riduttiva più che ingiusta. Conseguenza immediata ne è una sequela di confronti dai quali è difficile sentirsi coinvolti, spesso a causa di scambi o interpretazioni più banali del dramma che vorrebbero esprimere.

Ed è un peccato considerato i nomi messi in campo e la mano a dirigerli. Tra tutti, spiccano particolarmente – per equilibrio, misura e risultato – Elena Lietti (Sara) e Margherita Buy (Dora), moglie cinematografica scelta da Moretti a contrastare un personaggio che sullo schermo avrebbe forse potuto avere una parabola e una caratterizzazioni maggiori di quella consentitagli dal libro. Senza voler lontanamente ‘dare i voti’ a questo o quella, tutti ugualmente molto coinvolti e visibilmente appassionati al ruolo richiestogli, si resta spesso perplessi. Anche e soprattutto nei goffi tentativi di inserire un contesto sociale e politico, inevitabilmente distante anni luce da quello israelo-palestinese di Nevo, o una parentesi surreal-musicale (ma la salsa aveva funzionato meglio della milonga).

I Tre piani di Nanni Moretti: chi sono i protagonisti

Al primo piano di una palazzina vivono Lucio, Sara e la loro bambina di sette anni, Francesca. Nell’appartamento accanto ci sono Giovanna e Renato, che spesso fanno da babysitter alla bambina. Una sera, Renato, a cui è stata affidata Francesca, scompare con la bambina per molte ore. Quando finalmente i due vengono ritrovati, Lucio teme che a sua figlia sia accaduto qualcosa di terribile. La sua paura si trasforma in una vera e propria ossessione.

Al secondo piano vive Monica, alle prese con la prima esperienza di maternità. Suo marito Giorgio è un ingegnere e trascorre lunghi periodi all’estero per lavoro. Monica combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e la paura di diventare un giorno come sua madre, ricoverata in clinica per disturbi mentali. Giorgio capisce che non potrà più allontanarsi da sua moglie e sua figlia. Forse però è troppo tardi.

Dora è una giudice, come suo marito Vittorio. Abitano all’ultimo piano insieme al figlio di vent’anni, Andrea. Una notte il ragazzo, ubriaco, investe e uccide una donna. Sconvolto, chiede ai genitori di fargli evitare il carcere. Vittorio pensa che suo figlio debba essere giudicato e condannato per quello che ha fatto. La tensione tra padre e figlio esplode, fino a creare una frattura definitiva tra i due. Vittorio costringe Dora a una scelta dolorosa: o lui o il figlio.

Tre piani film 2020Una speranza per il futuro

Moretti lo aveva espressamente dichiarato a Cannes di non volere attori spontanei, e forse per non esagerare o ‘invadere’ il territorio di una storia cui voleva essere fedele si è scivolati nell’eccesso opposto. Resta sicuramente interessante il suo essersi messo alla prova con un testo che gli offriva molti limiti, e in sospeso la domanda se questa potrà essere una nuova strada sulla quale lo vedremo ancora. Anche se i suoi fan più tradizionalisti apprezzeranno che stia attualmente lavorando a un soggetto originale, di proprio pugno.

Nel quale potremmo trovare di nuovo alcuni dei topoi classici del suo cinema come altri elementi psicanalitici, piuttosto cari al regista, il quale in questo film stabilisce una evidente corrispondenza dei piani fisici e dei personaggi centrali delle tre storie con la tripartizione freudiana di Es, Io e Super-io. A conferma che anche in un film tanto criticato come quest’ultimo, continuano a essere molti gli spunti a disposizione degli spettatori meno superficiali, che non si fermeranno alla visione di figli manipolatori, uomini egoisti e donne in grado tanto di mettere da parte il proprio bene in nome di altre priorità quanto di riprendere in mano la propria vita e scegliere una nuova strada, anche dolorosa. Un modo per superare le ossessioni che ci affossano quotidianamente o di cedere loro definitivamente?

Tre Piani di Nanni Moretti in Concorso a Cannes 74, il teaser trailer

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Nanni Moretti torna al Festival di Cannes per l’ottava volta da regista con TRE PIANI. Il film – interpretato da Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, Alessandro Sperduti, Denise Tantucci, Nanni Moretti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi, Tommaso Ragno – sarà in concorso alla 74a edizione del Festival e uscirà al cinema il  23 settembre.

Prodotto da Sacher Film e Fandango con Rai Cinema, e Le Pacte, scritto da Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella, Tre piani è tratto dall’omonimo romanzo di Eshkol Nevo ed è distribuito in Italia da 01 Distribution.

Tre nuovi spot per L’Uomo d’Acciaio

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Tre nuovi spot per L’Uomo d’Acciaio

Ecco tre nuovi spot per L’Uomo d’Acciaio, dei video che mostrano parecchi momenti inediti del film si  Zack Snyder e che sicuramente faranno breccia nel cuore degli appassionati.

Nel primo video vediamo un commovente incontro tra Jor-El e suo figlio che riprende il discorso ascoltato nel primo full trailer del film; il secondo spot, dai toni action, mostra Superman in azione, e arriviamo, insieme ad una colonnello dell’esercito, alla conclusione che l’eroe kryptoniano è irrimediabilmente “hot”; nel terzo video invece sentiamo, ancor auna volta, la minacciosa voce di Zod che professa di fare tutto per il bene…del suo popolo, seguita da una dichiarazione definitiva del nostro eroe: ti fermerò!

Il film verrà presentato in Italia a Taormina, dove saranno presenti sia il regista Snyder che l’attore protagonista Henry Cavill.

Ecco i tre nuovi spot:

 

L’Uomo d’Acciaio, il film

Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures presentano L’Uomo d’Acciaio, con Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/Superman, per la regia di Zack Snyder. Il film è interpretato anche da Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane, e il candidato all’Oscar Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”) in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la candidata agli Oscar Diane Lane (“Unfaithful — L’amore infedele”) e il premio Academy Award Kevin Costner (“Balla coi lupi”).

A combattere contro il supereroe sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod, interpretato dal candidato agli Oscar Michael Shannon (“Revolutionary Road”) e Faora, interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van, interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”) e il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick, Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil Hamilton. Tutte le news nel nostro speciale: Superman: Man of steel.

Fonte: collider

Tre nuovi spot per il Musical Rock of Ages con Tom Cruise!

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Al cinema dal 20 giugno con Tom Cruise nel ruolo della rock star Stacee Jaxx “Rock of Ages” racconta di una ragazza di provincia, Sherrie, e di un ragazzo di città, Drew, che si incontrano sul Sunset Strip mentre cercano di realizzare i loro sogni a Hollywood. La loro storia è vissuta sulle note di successi di Def Leppard, Joan Jett, Journey, Foreigner, Bon Jovi, Night Ranger, REO Speedwagon, Pat Benatar, Twisted Sister, Poison, Whitesnake e molti altri.

 

Tre nuove immagini di Anna Karenina!

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Tre nuove immagini di Anna Karenina!

Sono apparse online tre nuove foto promozionali di Anna Karenina di Joe Wright.

Dopo Orgoglio e Pregiudizio ed Espiazione, Joe Wright torna a dirigere la sua musa

Tre nuove foto di Wolverine: l’immortale!

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Tre nuove foto di Wolverine: l’immortale!

Guarda tre nuove foto del film The Wolverine: l’immortale, il film distribuito dalla 20th Century Fox, che vede il ritorno di Hugh Jackman nei panni del più famoso mutante della Marvel.

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Basato sul celebre arco narrativo a fumetti, in Wolverine: L’immortale troviamo Logan, il guerriero eterno, in Giappone. Lì, l’acciaio dei samurai si scontrerà con gli artigli d’adamantino, mentre Logan affronterà una misteriosa figura dal suo passato, in un’epica battaglia che lo cambierà per sempre. Il film uscirà in Italia il 25 luglio 2013.  Tutte le news sul film nel nostro speciale: Wolverine. Tutte le info invece del film nella nostra scheda: Wolverine: L’immortale

Tre nuove foto di Eclipse

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Tre nuove foto di Eclipse

Ecco tre nuove immagini da The Twilight Saga: Eclipse. Le foto ritraggono Kristen Stewart  e Robert Pattinson in tre diverse scene del film.

Tre nuove clip per Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe

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Tre nuove clip per Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe

Dopo essere stato vittoriosamente presentato al Future Film Festival, Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe pubblica ora tre nuove clip sottotitolate in italiano che alleviano un po’ la sofferenza dei fans per l’attesa uscita del nuovo lungometraggio fantasy.

 

 

Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe è diretto da Tommy Wirkola e il cast include Jeremy Renner, Gemma Arterton, Famke Janssen,  Derek Mears e  Peter Stormare. È la storia di Hansel e Gretel, cacciatori di taglie, che hanno dedicato la loro vita a sterminare le streghe, ed è un adattamento della favola. Il film uscirà nelle sale USA l’11 Gennaio 2013. Tutte le altre info nella nostra Scheda Film: Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe

Tre nuove clip per Bel Ami con Robert Pattinson!

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Tre nuove clip per Bel Ami. Tratto dal romanzo “Bel Ami” di Guy de Maupassant. Dal 13 aprile al cinema. Bel Ami racconta la storia dell’ascesa di Georges Duroy (), giovane arrampicatore sociale che nella Parigi di fine Ottocento riesce a farsi strada nei salotti dell’alta società francese

Tre nomi per il casting di Hunger Games: Catching Fire

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Tre nomi per il casting di Hunger Games: Catching Fire

Taylor Kitsch (John Carter, Battleship), Garrett Hedlund (TRON: Legacy, On The Road) e Armie Hammer (The Social Network, Biancaneve) sono i nomi di tre giovani attori che, si

Tre motivi per cui la Marvel deve temere il DC Cinematic Universe

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E’ ancora presto per vedere la lotta tra Marvel Cinematic Universe e DC Cinematic Universe ma lo scontro ormai è imminente e oggi parliamo de motivi per cui la Marvel dovrebbe temere i film della Warner/DC. Ecco tre motivi secondo CBM.

3: Nuovo non vuol dire migliore.

aAvengers Age of Ultron è un successo, anche se non ha superato al box Office il primo film dei Vendicatori, non è troppo lontano dai due miliardi. Ma perché non ci è arrivato? Probabilmente si tratta di una questione di novità. Mentre nel 2013 tutti erano ansiosi di vedere i Vendicatori per la prima volta insieme sullo schermo, adesso la curiosità è scemata.

Justice LeagueBatman v Superman, tutto l’universo DC alla Warner, potrebbero riservare qualcosa di molto interessante e innovativo. Sicuramente qualcosa di molto diverso rispetto a quello che abbiamo visto fino a ora alla Marvel. Anche se Civil War rimane forse il cine fumetto più atteso del 2016, per i fan e i non fan la Warner Bros presenta degli aspetti completamente differenti il che non vuol dire per forza migliori, ma ormai la Marvel sta facendo film da un po’, mentre la Warner ha a disposizione un intero mondo inesplorato.

La Sony non può fare nulla e la Fox sforna un cinecomics buono ogni paio d’anni. La WB fino a ora non ha semplicemente avuto la priorità di sfruttare le sue proprietà DC. Batman e Superman insieme, Wonder Woman, Aquaman, tutto questo insieme porterà qualcosa di nuovo al genere, così come sarà differente il tono che la WB sta scegliendo.

2: Kevin Feige non sarà sempre il capo.

Kevin FeigeNon è carino pensarlo ma è un fatto che Kevin Feige non sarà per sempre a capo dei Marvel Studios. Ci sarà sicuramente fino al 2019 e ci sono altre persone pronte a prendere il suo posto, ma niente Kevin Feige vuol dire che la qualità dei film Marvel si ridurrà drasticamente. Un impatto similmente drastico potrebbe averlo anche un cambio di cast, dal momento che con la Fase 3 finirà anche il coinvolgimento di Robert Downey Jr e di Chris Evans. Non sappiamo cosa accadrà, ma quello che è certo è che il MCU sta diventando vecchio, mentre quello DC è completamente nuovo. Riusciranno Captain Marvel e Doctor Strange a tenere testa a Batman e Superman?

1: Tutti incolpano la Warner per non aver costruito prima i personaggi con film per ogni singolo personaggio prima di metterli insieme nella Justice League.

Quello a cui non si fa caso ormai e che prima dei film Marvel, Iron Man, Thor e Cap erano personaggi di serie B, che solo gli appassionati conoscevano. Si può invece trovare qualcuno che non conosca la Triade? Quello che faranno alla WB sarà aspettare che tutti questi eroi arrivino sul grande schermo per poi contare i soldi. Dopo ci sarà tempo per i film stand alone.

 

almeno è quello che loro sperano!

Via: CBM

Tre Moschettieri 3D: Orlando Bloom e Milla Jovovich sul set

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Tre Moschettieri 3D: Orlando Bloom e Milla Jovovich sul set

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Continuano le riprese dei Tre Moschettieri 3D. Ecco le prime foto di Orlando Bloom, Milla Jovovich e Christoph Waltz in costume di scena sul set del film 3D di Paul W.S. Anderson!

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: trama, cast e premi del film

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: trama, cast e premi del film

Da molti considerato uno dei migliori film degli ultimi anni, Tre manifesti a Ebbing, Missouri (qui la recensione) racconta del senso di colpa e del trauma in modo sincero e mai banale, lasciando infine intravedere una luce di speranza in fondo al tunnel. Scritto e diretto da Martin McDonagh, il lungometraggio del 2017 è frutto di anni e anni di lavoro, serviti per dar vita ad una sceneggiatura impeccabile, capace di conquistare per la forza dei suoi eventi, dei suoi personaggi e delle emozioni messe in campo. A dare ulteriore valore al film, vi è la presenza di straordinari interpreti quali Frances McDormand, Sam Rockwell e Woody Harrelson.

L’idea venne a McDonagh nel lontano 1998, quando viaggiando attraverso il Texas si imbatté in tre grandi manifesti posti sul ciglio della strada. Questi denunciavano l’incompetenza della polizia nel risolvere il caso di una donna uccisa. Il regista rimase estremamente colpito dalla cosa, e l’immagine dei tre manifesti continuò a tornargli più volte in mente. Alla fine, si decise nel costruire una storia intorno a ciò. Un processo di sviluppo durato oltre dieci anni, che ha infine portato alla luce quello che è oggi considerato un vero e proprio capolavoro nella filmografia del regista.

Presentato nel concorso ufficiale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film ottenne da subito ottimi riscontri di critica, la quale lo indicò come uno dei titoli forti della stagione. Uscito poi in sala, si rivelò essere anche un grande successo economico. A fronte di un budget di circa 15 milioni, questo arrivò ad incassarne oltre 160 in tutto il mondo. La grande risonanza che il film ebbe portò ad essere fonte di ispirazione per numerose proteste in tutto il mondo, dove vennero utilizzati manifesti simili a quelli presenti nel film per denunciare violenze impunite.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: la trama del film

Protagonista del film è Mildred Hayes, donna ferita dalla vita e senza più uno scopo apparente. Le sue ragioni di esistere sembrano essersi spezzate nel momento in cui sua figlia è stata violentata e uccisa tempo prima. Un crimine di cui non è mai stato identificato l’artefice. Eppure, Mildred non riesce a fare pace con ciò, né tantomeno con sé stessa. Imbattutasi in una serie di manifesti pubblicitari lungo la strada fuori la sua cittadina, Ebbing, nel Missouri, la donna ha improvvisamente un’idea audace e rischiosa. Utilizza infatti tali cartelloni per lanciare un messaggio di sfida alla polizia, ricordando loro che a distanza di circa un anno non vi sono ancora stati arresti né indagati per la morte di sua figlia.

La cosa non passa ovviamente inosservata, e ben presto la cittadina viene nuovamente messa sottosopra dalla guerra tra la donna e le forze dell’ordine. Queste ultime sono capitanate dallo sceriffo William Willoughby. Egli tenta in tutti i modi di far ragionare la donna, consapevole che è letteralmente impossibile identificare l’omicida. Ma se lui tenterà con le buone, altrettanto non farà il vice sceriffo Dixon. Testa calda e con forti ideologie razziste, questo si porrà in modo particolarmente brusco nei confronti della donna che vuole risposte. Ma Mildred è molto più forte di quanto si possa pensare. È una madre ferita che non ha più niente da perdere, e non si fermerà finché non avrà avuto giustizia.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri cast

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: il cast del film

Per il ruolo di Mildred Hayes non poteva esservi volto migliore di quello della premio Oscar Frances McDormand. L’interprete ha dato vita ad uno dei personaggi femminili più importanti degli ultimi anni, che era stato scritto proprio per lei. Eppure, inizialmente l’attrice non era certa di poterlo interpretare. Si sentiva infatti troppo anziana per la parte di una madre, e suggerì a McDonagh di fare di Mildred la nonna della ragazza uccisa. Il regista però si rifiutò, affermando che ciò avrebbe modificato troppo la storia. La McDormand infine si convinse, anche grazie all’aiuto del marito Joel Coen. Iniziò così a lavorare sul personaggio, decidendo di ispirarsi alla figura di John Wayne e dei suoi indomabili personaggi western.

Come per lei, anche il ruolo di Dixon venne scritto pensando proprio all’attore Sam Rockwell. L’attore si dimostrò da subito affascinato dal ruolo e dalla sua complessità. Per poterlo interpretare al meglio condusse numerose ricerche sull’accento da darvi. Egli si recò in alcune città del Missouri per parlare con i locali e apprendere da loro il modo corretto di parlare. Ebbe poi modi di confrontarsi con numerosi poliziotti locali, e decise di guadagnare qualche chilo per apparire più paffuto. Se la McDormand si ispirò a John Wayne, Rockwell invece prese a modello l’attore Lee Marvin, noto per i suoi ruoli da villain in molti celebri film.

Per il ruolo dello sceriffo Willoughby si scelse invece l’attore Woody Harrelson. Questi seppe fornire il personaggio di quella drammaticità necessaria a rendere il personaggio particolarmente apprezzabile. Anche lui, come i suoi colleghi, condusse diverse ricerche sul luogo, parlando con membri della polizia per comprendere al meglio le dinamiche della giustizia locale. Infine, si annoverano nel cast anche attori come Abbie Cornish nel ruolo della moglie di Willoughby, Lucas Hedges in quelli del figlio di Mildred, Peter Dinklage nei panni di James, Samara Weaving in quelli di Penelope, e Caleb Laundry Jones in quelli di Red Welby.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: i premi, il trailer e dove vedere il film in TV e in streaming

Tre manifesti a Ebbing, Missouri si affermò come uno dei film più premiati della sua stagione. Un primo significativo riconoscimento arrivò già alla Mostra di Venezia, dove McDonagh venne premiato per la miglior sceneggiatura. Il film ottenne poi 9 nomination ai Bafta Awards, vincendo nelle categorie miglior film, miglior film britannico, miglior sceneggiatura, miglior attrice protagonista e miglior attore non protagonista. Ottiene poi 6 nomination al Golden Globe vincendone 4, e si presentò infine con 7 nomination al premio Oscar, dove vinsero però soltanto la McDormand come miglior attrice e Rockwell come miglior attore non protagonista. Questi sono però solo alcuni dei tantissimi premi vinti dal film in tutto il mondo.

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, Tre manifesti a Ebbing, Missouri sarà trasmesso in televisione martedì 26 luglio, alle ore 21:15 sul canale Rai 5. Il film però disponibile anche in alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. È infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Infinity, Tim Vision, Amazon Prime Video, Google Play, e Apple iTunes. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: recensione del film con Frances McDormand

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Arrivato direttamente a una nomination agli Oscar con la sua opera prima (In Bruges, nominato per la migliore sceneggiatura originale), Martin McDonagh si presenta al suo pubblico con il suo terzo lungometraggio, Tre manifesti a Ebbing, Missouri scritto e diretto da lui, secondo abitudine.

In Tre manifesti a Ebbing, Missouri la figlia adolescente di Mildred viene rapita, violentata e uccisa, e dopo sei mesi dall’accaduto la polizia sembra aver smesso di cercare il colpevole. Esasperata dalla sua sofferenza e dall’esigenza di giustizia per il destino di sua figlia, Mildred affitta tre grandi spazi pubblicitari fuori città su cui fa scrivere delle frasi che, con chiaro riferimento alla tragica sorte della figlia, si rivolgono alla polizia locale e allo sceriffo in particolare. Perché nessuno è stato ancora arrestato? L’evento non sarà chiaramente privo di conseguenze e lo spettatore viene catapultato in un intreccio di umanità dolente, in cui ognuno anela alla sua serenità.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri è stato presentato a Venezia 74 e ha riscosso un successo davvero notevole, diventando in breve tempo il film con la migliore accoglienza al Lido. Basato prevalentemente sui personaggi, la storia mescola a intenzioni narrative elementari i grandi sentimenti che animano la parte più viscerale di ogni uomo e donna: la paura, la sofferenza, la rabbia, ma anche la capacità di perdonarsi e perdonare, l’amore nella sua forma più violenta, l’accettazione. Lungi dal realizzare un ritratto stereotipato di una cittadina americana tipo, Martin McDonagh si avvale di un racconto scarno ed essenziale per diramare il suo sguardo su tre perni principali, costruiti dai tre protagonisti: Frances McDormand, Sam Rockwell e Woody Harrelson.

Attori di sopraffino talento, portano in scena dei ruoli complessi e stratificati, proprio perché mutevoli nel corso della storia. La redenzione, il sollievo, la giustizia (che a un certo punto diventa pericolosamente simile alla vendetta): McDonagh fa tendere i suoi personaggi verso mete apparentemente irraggiungibili, che esigono il passaggio attraverso i luoghi più bui dell’anima, e può farlo soltanto grazie alla totale dedizione dei suoi attori ai ruoli che ha scritto per loro.

Nonostante l’estrema durezza di alcune situazioni messe in gioco, Tre manifesti a Ebbing, Missouri è di una commovente delicatezza nel raccontare anche le fragilità di anime in pena, facendolo continuamente attraverso i toni sardonici e i confronti spietati di umanità allo stadio primordiale.

Abituati alla sua commedia nera, gli spettatori saranno spiazzati da un racconto di profondità e dolore insoliti per il regista di origini irlandesi che, pur giocando sempre con la vita e la morte, si prendeva meno sul serio. Eppure, nonostante i pericoli nascosti dietro alla serietà del racconto, McDonagh si conferma un grandissimo costruttore di caratteri, strutturati, seguendo quello che potremmo definire un realismo magico che li rende da una parte concreti essere umani con colpe, difetti e allo stesso tempo capaci di grandi meraviglie, dall’altra mette in piedi lo spettacolo della “surrealtà” che con ironia e divertimento si insinua in ogni singola battuta, nelle espressioni stanche della McDormand, nelle facce concilianti di Harrelson, perfino nel tormento fumantino del personaggio di Sam Rockwell.

La solida sceneggiatura di Tre manifesti a Ebbing, Missouri gli conferisce una potenza espressiva difficilmente rintracciabile nel cinema contemporaneo, giocando su sguardi, silenzi, complicità, alla ricerca del meglio dell’essere umano, prendendo atto del peggio, eppure perdonandolo.

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri ispira la vita reale: i manifesti a Londra e in Florida

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Il cinema è ispirato alla vita reale, ma molte volte accade il contrario, come nel caso del film di Martin McDonagh Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. I manifesti del titolo, che danno inizio alla vicenda nella storia con protagonista Frances McDormand, sono stati adattati per denunciare due gravi fatti di cronaca.

Il primo caso è quello inglese, dove i tre manifesti sono stati usati per denunciare la mancanza di un colpevole per l’incendio della Grenfell Tower a Londra, dove un anno fa morirono 71 persone.

Il secondo caso, più fedele a quello del film in cui si fa nome e cognome del “responsabile” della mancanza di giustizia, è quello della Florida, dove questo metodo di denuncia è stato sfruttato per chiamare in causa il Senatore Marco Rubio, colpevole di non aver avviato ancora nessuno riforma in merito al controllo delle armi, a seguito dell’ennesima terribile strage in una scuola.

Nel film, l’effetto dei manifesti è nell’immediato violento, smuove le coscienze della piccola cittadina del Missouri, ma non porta a grandi risultati. Non sappiamo se questa forma di protesta creativa avrà seguito, ma in entrambi i casi si tratta di questione gravissime e che meritano l’attenzione delle autorità.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri recensione del film con Frances McDormand

Tre giorni e una vita: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere sul film

Avvincente thriller dai toni profondamente drammatici, il film Tre giorni e una vita è l’adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore francese Pierre Lemaitre, pubblicato in Italia da Mondadori nel 2016. È stato lo stesso autore a scrivere la sceneggiatura di questa trasposizione cinematografica del suo libro, ed è stato sempre lui a proporre la sceneggiatura al regista Nicolas Boukhrief (noto per i film Cash Truck – rifatto nel 2021 da Guy Ritchie come La furia di un uomo – Wrath of Man – e Made in France – Obiettivo Parigi).

Boukhrief è stato talmente preso dallo script di Lemaitre che ha messo da parte il progetto su cui stava lavorando in quel momento per dedicarsi alla lavorazione di Tre giorni e una vita. Il film affronta infatti una vicenda intricata dove gli scheletri del passato non rimangono mai troppo a lungo sepolti, tornando ad infestare anche ad anni di distanza. Nel film si anima dunque una vicenda che ruota intorno alla gelosia, al desiderio di possessione e al senso di colpa.

Tra grandi segreti e forti colpi di scena, è dunque questo un film che non mancherà di entusiasmare gli appassionati del genere. In questo articolo, approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a Tre giorni e una vita. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle location dove si sono svolte le riprese e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tre giorni e una vita trama

La trama di Tre giorni e una vita

La vicenda ha inizio nel 1999 a Beauval, un piccolo e tranquillo villaggio immerso tra le foreste delle Ardenne. Qui abita il piccolo Antoine, un ragazzino di 12 anni che vive con la madre Blanche ed ha nei vicini Emilie e nel suo fratellino Remy i suoi soli amici. Quando però proprio Remy scompare misteriosamente, la tranquillità della comunità viene irrimediabilmente scossa. Quindici anni dopo, Antoine è un medico dal brillante futuro, ma quando torna al villaggio per festeggiare il Natale con la madre, i segreti del passato torneranno a galla.

Il cast e le location dove è stato girato il film

Ad interpretare Antoine Courtin da ragazzo vi è Jeremy Senez (qui al suo debutto in un lungometraggio), mentre nella versione adulta è l’attore Pablo Pauly ad interpretarlo. Recitano poi nel film Leo Levy nel ruolo di Remi e Pauline Sakellaridis in quello di Emilie da ragazza. Da adulta, quest’ultima è interpretata da Margot Bancilhon. Quest’ultima si è recentemente fatta notare anche grazie al film Un anno difficile e alla serie Machine.

Completano poi il cast Sandrine Bonnaire (recentemente vista in La scelta di Anne – L’Événement e Limonov: The Ballad) nel ruolo di Blanche Courtin, Charles Berling in quello di Michel Desmedt, il padre di Emilie e Remy, e Philippe Torreton nel ruolo del dottor Dieulafoy. Per quanto riguarda i luoghi dove è stato girato il film, questi si possono ritrovare nei dintorni di Olloy-sur-Viroin e Nismes, frazioni di Viroinval, nelle Ardenne.

Tre giorni e una vita cast

La spiegazione del finale del film

Nel finale del film scopriamo che Antoine sa perfettamente cosa è accaduto al piccolo Remy, essendone il diretto responsabile. Tutto ha infatti inizio quando l’adolescente vede Emilie, di cui è innamorato, baciare un altro ragazzo. Furioso per quella scoperta, si rifugia nel vicino bosco, dove però lo segue Remi, che con le sue domande provoca la reazione di Antoine che gli tira un bastone colpendolo mortalmente alla tempia.

A quel punto al ragazzo non resta che disfarsi del corpo, venendo poi aiutato da un nubifragio che rende impossibili le operazioni di ricerca di Remy. Tuttavia, proprio quando un Antoine ormai cresciuto torna al villaggio, nei boschi sono in corso lavori di rimozione del legname abbattuto dalla tempesta del 1999. È in questa occasione che vengono ritrovati i resti di Remi e, su di essi, un capello che non gli appartiene. 

L’analisi del DND capello non trova però riscontro nella banca dati della polizia, rendendo dunque impossibile risalire al responsabile. Nel mentre Antoine viene informato da Emilie che lei è rimasta incinta in occasione dell’unico rapporto sessuale avuto con lui qualche mese prima. La ragazza vuole ora che lui la sposi, minacciandolo, in caso contrario, di denunciarlo e di chiedere la prova del DNA.

Emilie fa dunque intuire ad Antoine di sapere o di avere dei forti sospetti riguardo la sua colpevolezza nella morte del fratello. Incerto su ciò che realmente la ragazza sa ma certo di non potersi sottoporre al test, Antoine si vede costretto ad accettare, rinunciando alla vita che si stava costruendo altrove per tornare nel luogo dove è cresciuto, sposando una donna che ormai non ama più.

Il trailer di Tre giorni e una vita e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 14 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

https://www.youtube.com/watch?v=5piOrnZ60M0&pp=ygUhdHJlIGdpb3JuaSBlIHVuYSB2aXRhIHRyYWlsZXIgaXRh

Tre foto dal set del nuovo Dredd!

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Tre foto dal set del nuovo Dredd!

Sono state diffuse tre nuove foto dal set dell’atteso remake di Dredd diretto da Pete Travis (Prospettive di un delitto), con Karl Urban, Olivia Thirlby

tre finali alternativi di Lost

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tre finali alternativi di Lost

La notte scorsa è andata in onda l’ultima puntata di Lost il finale della sesta e ultima serie (potete dirci cosa ne pensate in questa news).
Alcune settimane fa era stato annunciato che appena dopo sarebbe andato in onda un episodio speciale del Jimmy Kimmel Show: uno special intitolato Aloha to Lost. Così è stato, e durante la puntata, i produttori esecutivi Damon Lindelof e Carlton Cuse hanno mostrato tre finali… “alternativi”. Inutile dire che si tratta di parodie!



Intanto sono arrivati i primi dati sugli spettatori negli Stati Uniti: 13 milioni di spettatori nella fascia 18-49 per l’episodio finale, durato due ore e mezzo, con un rating di 5.6. e 20.5 milioni di spettatori complessivi. Si tratta dei migliori risultati per Lost da due anni a questa parte, tuttavia ci si aspettava qualcosa di più. Va detto che questi numeri non includono i possibili streaming online.

Fonte: badtaste.it

Tre di Troppo, la prima foto del film di e con Fabio De Luigi

Tre di Troppo, la prima foto del film di e con Fabio De Luigi

In anteprima la prima immagine di Tre di troppo, la nuova commedia per tutta la famiglia diretta e interpretata da Fabio De Luigi con Virginia Raffaele, in uscita al cinema il 27 gennaio 2022 distribuito da Warner Bros. Pictures. Nel cast anche Fabio Balsamo, Marina Rocco, Barbara Chichiarelli.

Tre di troppo, la trama

Marco (Fabio De Luigi) e Giulia (Virginia Raffaele) vivono la propria vita di coppia in modo armonioso e passionale. Entrambi sfoggiano una forma invidiabile e una mise sempre alla moda. Per loro il mondo si divide in due: l’Inferno, abitato da genitori esasperati e soggiogati da piccoli esseri pestiferi, e il Paradiso, dove uomini e donne liberi da sensi di colpa, si godono i piaceri della vita senza figli e fieri di vivere in appartamenti sempre in perfetto ordine. Loro sanno bene da che parte stare, ben distanti da quelle coppie di amici in perenne crisi coniugale e logorati dalla vita da genitori. Eppure, il destino è già all’opera per sconvolgere le loro vite e sgretolare tutte le loro certezze: all’improvviso e inspiegabilmente, si risvegliano con tre bambini di 10, 9 e 6 anni che li chiamano mamma e papà. Liberarsene e tornare alla felice vita “precedente” diventerà il loro unico obiettivo. Una commedia sulle gioie e le difficoltà di essere o diventare genitore.

Il soggetto è di Michele Abatantuono, che ne firma anche la sceneggiatura assieme a Laura Prando e Fabio De Luigi. Il film è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film Production e Alfred Film ed è prodotto da Maurizio Totti, Alessandro Usai e Iginio Straffi per Colorado Film e da Roberto Amoroso e Maria Theresia Braun per Alfred Film.

Tre di troppo, il trailer del film con Fabio De Luigi e Virginia Raffaele

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In anteprima il trailer e il poster di Tre di troppo, la nuova commedia per tutta la famiglia diretta e interpretata da Fabio De Luigi con Virginia Raffaele, in uscita al cinema il 1 gennaio 2023 distribuita da Warner Bros. Pictures. Nel cast anche Fabio Balsamo, Marina Rocco e Barbara Chichiarelli.

Tre di troppo, la trama

Marco (Fabio De Luigi) e Giulia (Virginia Raffaele) vivono la propria vita di coppia in modo armonioso e passionale. Entrambi sfoggiano una forma invidiabile e una mise sempre alla moda. Per loro il mondo si divide in due: l’Inferno, abitato da genitori esasperati e soggiogati da piccoli esseri pestiferi, e il Paradiso, dove uomini e donne liberi da sensi di colpa, si godono i piaceri della vita senza figli e fieri di vivere in appartamenti sempre in perfetto ordine. Loro sanno bene da che parte stare, ben distanti da quelle coppie di amici in perenne crisi coniugale e logorati dalla vita da genitori. Eppure, il destino è già all’opera per sconvolgere le loro vite e sgretolare tutte le loro certezze: all’improvviso e inspiegabilmente, si risvegliano con tre bambini di 10, 9 e 6 anni che li chiamano mamma e papà. Liberarsene e tornare alla felice vita “precedente” diventerà il loro unico obiettivo. Una commedia sulle gioie e le difficoltà di essere o diventare genitore.

Il soggetto è di Michele Abatantuono, che ne firma anche la sceneggiatura insieme a Lara Prando e Fabio De Luigi.

Tre di troppo è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film Production e Alfred Film ed è prodotto da Maurizio Totti, Alessandro Usai e Iginio Straffi per Colorado Film e da Roberto Amoroso e Maria Theresia Braun per Alfred Film.

Tre di troppi è il film italiano più visto nel weekend dell’Epifania

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Tre di troppi è il film italiano più visto nel weekend dell’Epifania. La commedia diretta e interpretata da Fabio De Luigi, con Virginia Raffaele, conquista il pubblico delle feste e, in soli otto giorni di programmazione, realizza un incasso complessivo di 3.100.000 euro (445.234 spettatori – sesto risultato più alto per un film italiano da marzo 2020) e si colloca già nella top ten dei film più visti della stagione cinematografica italiana.  Il film, uscito domenica 1 gennaio, ha registrato nel suo primo giorno nelle sale 738.000 euro conseguendo il secondo miglior risultato al box office per un film italiano da marzo 2020.

Tre di troppi è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film Production e Alfred Film ed è prodotto da Maurizio Totti, Alessandro Usai e Iginio Straffi per Colorado Film e da Roberto Amoroso e Maria Theresia Braun per Alfred Film. E’ distribuito nelle sale da Warner Bros. Pictures. Alessandro Araimo, General Manager Italy & Iberia di Warner Bros. Discovery, commenta: “Siamo lieti di aver iniziato il 2023 con un successo al box office e siamo orgogliosi di averlo fatto grazie a una produzione italiana, nata da una stretta collaborazione con il regista e interprete Fabio De Luigi, i partner di Colorado Film e Alfred Film, la protagonista Virginia Raffaele e tra tutte le persone che hanno lavorato al progetto. In un anno che si presenta straordinario, grazie alla celebrazione dei 100 anni degli Studios e a una stagione ricca di tantissimi film di ogni genere, è davvero un privilegio aver aperto il 2023 con una pellicola come ’Tre di troppo’, capace di divertire, di far riflettere e di commuovere, auspicando che questo risultato contribuisca ad accrescere tra il pubblico il piacere di vivere le emozioni che solo la sala è in grado di donare”.

“Dopo tre Biglietti d’oro conquistati negli ultimi quattro anni, il 2023 non poteva cominciare in maniera migliore per il gruppo Colorado/Rainbow grazie al risultato di ‘Tre di Troppo’, frutto della proficua collaborazione con Warner Bros. e del felice incontro con Alfred Film – commentano Alessandro Usai e Iginio Straffi per Colorado Film -. ‘Tre di troppo’ conferma la forza della partnership tra Colorado e Fabio De Luigi, che insieme hanno ormai consolidato un numero importante di successi e introdotto la ‘commedia family’ nel mercato italiano. Siamo infine particolarmente felici della prova di coppia di Fabio e Virginia Raffaele che confermano di essere due grandi interpreti”.

“‘Tre di troppi’ è un esordio importante per la nostra casa di produzione che si pone sul mercato come una nuova realtà indipendente di film e serie TV – commentano i produttori di Alfred Film Roberto Amoroso e Maria Theresia Braun -. Siamo felicissimi del risultato ottenuto fino a oggi. Abbiamo sempre pensato che la qualità della scrittura sia la premessa migliore per creare un successo, ed è questo il vero valore aggiunto di Alfred Film. Insieme a Michele Abatantuono, Lara Prando e Fabio De Luigi abbiamo impostato un processo creativo rigoroso, il cui risultato è una commedia contemporanea, pensata per il grande pubblico, che diverte e intrattiene con intelligenza”.

Tre clip per Resident Evil: Retribution!

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Tre clip per Resident Evil: Retribution!

Arrivano tre spettacolari clip di Resident Evil: Retribution, nuovo capitolo della saga ancora una volta diretto da  Paul W.S. Anderson e interpretato da Milla Jovovich.

Tre clip di 21 Jump Street con Johah Hill e Channing Tatum

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Tre clip di 21 Jump Street con Johah Hill e Channing Tatum

Ecco tre clip di 21 Jump Street. Nella commedia d’azione 21 Jump Street, Schmidt (Jonah Hill) e Jenko (Channing Tatum) entrano a far parte delle forze di polizia e dell’unità segreta Jump Street e,

Tre Ciotole in anteprima al TIFF – Toronto International Film Festival, ecco il trailer

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Verrà presentato in Anteprima Mondiale al TIFF – Toronto International Film Festival (4-14 settembre 2025) Tre Ciotole, il film diretto dall’acclamata regista spagnola Isabel Coixet (Un Amor, La mia vita senza me, La vita segreta delle parole) e che ha come protagonisti Alba Rohrwacher e Elio Germano.

La notizia è stata appena ufficializzata nel corso della conferenza stampa della prestigiosa manifestazione cinematografica. Tre Ciotole arriverà nelle sale italiane il 9 ottobre con Vision Distribution.

Il film, scritto da Enrico Audenino e Isabel Coixet, è tratto dall’omonimo libro Tre Ciotole di Michela Murgia, edito in Italia da Mondadori con oltre 200 mila copie vendute. Nel cast anche Silvia D’amico, Galatea Bellugi, Francesco Carril e con Sarita Choudhury.

Tre Ciotole, di cui vi mostriamo oggi il trailer, il poster e le prime immagini, è una produzione italo-spagnola di Cattleya – parte di ITV Studios – Ruvido Produzioni, Bartlebyfilm e Vision Distribution, insieme a Buenapinta Media, Bteam Prods, Perdición Films, Apaches Entertainment, Tres Cuencos AIE. Il progetto è realizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura – Opera realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo e in collaborazione con SKY e con la partecipazione di RTVE e di MAX con il finanziamento di Instituto de la Cinematografía y de las Artes Audiovisuales O.A./Ministerio de Cultura/Gobierno de de España.

Tre Ciotole sarà distribuito in Spagna da BTeam Pictures e in Italia da Vision Distribution che gestisce anche le vendite internazionali.

La trama di Tre Ciotole

Dopo quello che sembrava un banale litigio, Marta e Antonio si lasciano. Marta reagisce alla rottura chiudendosi in sé stessa. L’unico sintomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef in rampa di lancio, si butta sul lavoro. Eppure, sebbene sia stato lui a lasciare Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la mancanza di appetito ha più a che fare con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il sapore del cibo, la musica, il desiderio, la certezza delle scelte fatte.

Tre Ciotole sarà al cinema dal 9 ottobre con Vision Distribution.