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Tribeca Film Festival 2015: si amplia la lista dei film

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Tribeca Film Festival 2015: si amplia la lista dei film

Si allunga la lista dei film che parteciperanno alla 14esima edizione del Tribeca Film Festival che si terrà dal 15 al 26 Aprile 2015. Una breve panoramica dei titoli selezionati rivela un’attenzione per la varietà di temi e generi.

The Adderall DiariesTra i lungometraggi drammatici debutteranno in prima mondiale Franny, di Andrew Renzi, in cui Richard Gere è un ricco eccentrico che si insinua nella vita della figlia di un amico deceduto (Dakota Fanning), il thriller The Adderall Diaries diretto da Pamela Romanowsky, in cui James Franco intepreta uno scrittore tossicodipendente alle prese con un processo per omicidio e Meadowland, di Reed Morano, che vede protagonisti Olivia Wilde e Luke Wilson, una coppia  messa in crisi dalla scomparsa del figlio.
Nella categoria c’è anche Vergine Giurata dell’italiana Laura Bispuri, film con protagonista Alba Rohrwacher che è stato presentato allo scorso Festival del Cinema di Berlino.

Tra i documentari in prima mondiale troviamo Autism in Love, di Matt Fuller, che esplora il mondo dell’autismo, Havana Motor Club del cubano Bent-Jorgen Perlmutt sugli ultimi motociclisti figli della rivoluzione e Palio di Cosima Spender (co-produzione italiana-inglese) sulla realtà attorno al folkloristico Palio di Siena.
Nella categoria Viewpoints, si aggiungono, tra gli altri, Orion: The Man Who Would Be King dell’inglese Jeanie Finlay, sul mistero dell’uomo mascherato con la voce di Elvis, Dream/Killer su di un padre che lotta per dimostrare l’innocenza del figlio condannato per omicidio e Bad Hurt di Mark Kemble sulle difficoltà di una famiglia che deve gestire figli problematici ed un segreto che emerge dal passato.

Live From New YorkAd aprire il festival sarà Live From New York!, un documentario sulla realizzazione del 40° anniversario del Saturday Night Live che includerà inedito materiale d’archivio.

Fonte: Deadline

Tribeca Film Festival 2015: la serata inaugurale

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E’ cominciato ieri il Tribeca Film Festival 2015, edizione che quest’anno sarà ricca di impegni ed incontri e con una selezione di film indipendenti di primissimo piano.

https://www.youtube.com/watch?v=Q28VehSr4QY

Il Tribeca Film Festival è stato fondato a New York nel 2002 da Jane Rosenthal e Robert De Niro in seguito agli attentati dell’11 settembre 2001 alle torri gemelle del World Trade Center, allo scopo di rivitalizzare i dintorni di TriBeCa, e, più in generale, di contribuire al progetto a lungo termine di recupero di Lower Manhattan.

Triangle of Sadness: la recensione del film di Ruben Östlund

Triangle of Sadness: la recensione del film di Ruben Östlund

“Siamo tutti uguali”, viene più volte affermato in Triangle of Sadness, nuovo film del regista svedese Ruben Östlund. Ma lo siamo davvero? Ad affermare ciò, come si potrà notare, sono sempre i personaggi più ricchi (che sia di soldi o di bellezza), per cui l’uguaglianza sembra essere un concetto con cui riempirsi la bocca tra un assaggio di caviale e un sorso di champagne. A loro (ma più in generale a tutti noi) è dunque rivolta la critica proposta dal film, vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes (la seconda per Östlund dopo quella per The Square nel 2017) e presentato in anteprima in Italia alla Festa del Cinema di Roma.

Dopo aver massacrato la mascolinità in Forza maggiore e il politicamente corretto in The Square, Östlund con Triangle of Sadness parte concentrandosi sullo smontare i miti del mondo della moda. Da questo ambiente vengono infatti Carl e Yaya (Harris Dickinson e Charlbi Dean), una coppia di modelli belli ma problematici, i quali si ritrovano a prendere parte ad una lussuosa crociera unicamente grazie al loro fascino. Tutto all’inizio sembra piacevole e “instagrammabile”, ma un evento catastrofico trasforma ben presto il viaggio in un’avventura in cui ogni gerarchia viene capovolta. A partire da qui il discorso del regista si amplia, giungendo a sagaci riflessioni sulle gerarchie sociali e le derive della società.

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Charlbi Dean e Harris Dickinson in una scena di Triangle of Sadness.

Il triangolo della tristezza, il valore della bellezza

Il triangolo della tristezza che dà il titolo al film, come racconta Östlund, si riferisce a quella porzione di fronte in mezzo alle sopracciglia che se irrigidita conferisce un’espressione sexy, seriosa o triste a seconda dei casi. Si tratta di un espediente utilizzato in particolare dai modelli, proprio come quelli protagonisti della prima scena del film. Il regista svedese parte dunque da questo dettaglio estetico, utilizzato per evidenziare la dilagante ossessione per le apparenze, per costruire la sua nuova pungente satira nei confronti della società e delle sue degenerazioni. Tutta la filmografia di Östlund si caratterizza infatti come un attento studio del comportamento umano, tra ipocrisie e ruoli sociali prestabiliti da seguire pedissequamente.

Oltre ai già citati The Square e Forza maggiore, anche PlayInvoluntary offrivano uno sguardo irriverente su determinati comportamenti dell’essere umano, portati ora all’estremo da Triangle of Sadness. Il film, infatti, si caratterizza per una serie di scelte narrative particolarmente assurde ma funzionali a comunicare quella satira che il regista intende attuare nei confronti dei ricchi e, in misura ancora maggiore, di coloro che vivono in funzione del valore economico della bellezza. Strutturato in tre capitoli (Yaya e Carl, La nave, L’isola), il racconto parte dal particolare dei due modelli per poi aprirsi e includere l’intera umanità, raccolta e sintetizzata tramite alcuni suoi rappresentanti sulla nave da crociera.

Si possono infatti ritrovare a bordo di essa non solo i modelli influencer, ma anche capitalisti russi, esperti di tecnologia, mercanti d’armi e, non meno importante, un capitano di ideologie socialiste meravigliosamente interpretato da Woody Harrelson. La nave diventa dunque il luogo ideale dove far confluire le classi sociali oggi esistenti, in quanto ambiente dove in modo particolarmente evidente si dividono i ricchi ospiti dai poveri addetti alle pulizie. D’altro canto, già Titanic aveva dimostrato come la nave fosse un luogo ideale per tali dinamiche. Tale suddivisione viene poi naturalmente ad infrangersi nel momento in cui si arriva sull’isola. Similmente a quanto accade in Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, i ruoli si invertono. O almeno questo è quello che Östlund vuole farci credere.

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Arvin Kananian e Woody Harrelson in una scena di Triangle of Sadness.

Cinismo mascherato da ottimismo

Triangle of Sadness può dunque essere sintetizzato come una feroce e spassosa commedia sulle gerarchie di classe ben presenti nella nostra società. Östlund non si accontenta però di mettere ciò alla berlina, tirando dentro al discorso anche le ipocrisie relative a temi come l’ambientalismo e la parità di genere. Una tale ampiezza di discorsi è affrontata con un controllo del mezzo cinematografico invidiabile, che conferma il regista svedese come uno dei migliori uomini di cinema oggi in attività, capace di superarsi opera dopo opera. Triangle of Sadness dura ben due ore e mezza, eppure non si avverte mai il peso di tale minutaggio, tanto è serrato il ritmo del racconto.

E anche quando le situazioni sembrano richiedere una maggior distensione dei tempi e dei toni, Östlund trova ugualmente il modo di mettere sul piatto nuove offerte, cambi di direzione che scuotono gli equilibri nonché di caricare le sue scene e le sue inquadrature di continui elementi che trattengono l’attenzione dello spettatore. Che siano elementi di disturbo, come le tante mosche che ronzano tra i protagonisti, o propriamente disturbanti, come la straordinaria sequenza della tempesta in cui i passeggeri iniziano ad espellere liquidi corporei di ogni tipo, il film conserva dall’inizio alla fine un fascino raro. Triangle of Sadness gode però non solo di una sceneggiatura eccezionale e una regia particolarmente ispirata, quanto anche di ottime interpretazioni, tra cui spicca quella di Charlbi Dean.

Davanti ad un’opera come Triangle of Sadness si può ridere, si può provare imbarazzo o indignazione, forse ci si può anche spaventare nel vedere un ritratto tanto lucido e satirico di un’umanità di cui, inconsciamente o meno, facciamo tutti parte. Proprio per questo motivo il film potrebbe non essere gradito da tutti e altri potrebbero rinfacciargli, non errando, che non si tratta del primo lungometraggio ad affrontare tali tematiche con questi toni. In un panorama cinematografico sempre più votato alla medietà, un’opera ambiziosa e dissacrante come questa risulta però essere ben più che gradita nel ricordarci che, per quanto ci sforziamo di crederlo, non siamo tutti uguali. Se ciò sia un bene o un male, sta allo spettatore deciderlo.

Triangle of Sadness di Ruben Östlund incanta Cannes

Triangle of Sadness di Ruben Östlund incanta Cannes

Triangle of Sadness, il nuovo attesissimo film di Ruben Östlund, ha ricevuto un’accoglienza trionfale alla première ufficiale di ieri al Théâtre Lumière di Cannes, con una interminabile standing ovation finale rivolta al regista e a tutto lo straordinario cast, Woody Harrelson in testa. Maestro della provocazione, Östlund ha ancora una volta sorpreso pubblico e critica con un film destinato a far discutere e che già viene considerato da molti come uno dei titoli favoriti per il palmarès.

Già vincitore della Palma d’Oro nel 2017 con The Square, in cui metteva alla berlina il mondo dell’arte contemporanea, il regista svedese firma una satira travolgente dove ruoli sociali e barriere di classe vanno in frantumi. Protagonisti del film sono una coppia di modelli, Carl e Yaya, invitati a partecipare a una crociera di lusso insieme a un bizzarro gruppo di nuovi ricchi. Tutto all’inizio sembra piacevole e “instagrammabile”, ma un evento catastrofico trasformerà il viaggio in un’avventura da incubo, in cui ogni gerarchia finirà per essere capovolta. Nel cast spiccano i nomi di Woody Harrelson, nei panni inusuali del comandante della nave con un debole per gli alcolici e Karl Marx, della modella e attrice sudafricana Charlbi Dean e dell’attore britannico Harris Dickinson.  Triangle of Sadness sarà distribuito in Italia da Teodora Film.

L’accoglienza ricevuta a Cannes

  • What a ride! (…) Can’t remember laughing this much during a #Cannes screening. LA REGLE DU JEU meets LORD OF THE FLIES, and the result is a rollicking, savage, beautifully demented satire. Leonardo Goi, THE FILM STAGE
  • TRIANGLE OF SADNESS is hilarious. A masterclass in awkward comedy.
    Damon Wise, DEADLINE
  • Hilarious. Insightful. And super sexy Harris Dickinson. Bravo!
    Gregory Ellwood, THE PLAYLIST
  • Östlund (is) slowly building tension and mixing influences from everything from TITANIC to PARASITE and Jordan Peele’s US for chaotic and delightfully gross results. TRIANGLE OF SADNESS marks a fantastic English-language debut, a movie that offers biting social commentary, and one hell of a performance from Woody Harrelson.
    Rafael Motamayor, SLASH FILM
  • A roaringly funny feast of a movie which boasts a highly engaging international cast, powerhouse performances, elegant visual choreography and some of the director’s most biting comic riffs to date (…) TRIANGLE OF SADNESS is one of the high-energy peaks of Cannes so far. Stephen Dalton, THE FILM VERDICT
  • Swept away by Ruben Östlund’s sprawling, hilarious TRIANGLE OF SADNESS: a luxury yacht-com that’s like Gramsci making Carry on Cruising, or Luis Bunuel’s Poseidon Adventure. Class war, vomit gags & Woody Harrelson as the tale’s soused Captain Haddock. Xan Brooks, THE GUARDIAN (UK)

 

  • TRIANGLE OF SADNESS delivered Cannes a dose of shock and awe. Zack Sharf, VARIETY
  • The thing about Östlund is that he makes you laugh, but he also makes you think. There’s a meticulous precision to the way he constructs, blocks and executes scenes (…) No matter what sphere he tackles, we’re bound to see the world differently. Peter Debruge, VARIETY
  • TRIANGLE OF SADNESS is bitter, clever and absolutely on the money. Stephanie Bunbury, DEADLINE
  • Ruben Östlund’s bold and brilliant film has slipped a whoopee cushion under this year’s dreary competition strand. The best Cannes film so far. Robbie Collin, THE TELEGRAPH
    ★★★★★
  • Blisteringly funny, narratively intrepid and plain old spitting mad.
    Neil Smith, TOTAL FILM
    ★★★★
  • Triangle of Sadness is an utter joy of a film. Caspar Salmon, THE DAILY BEAST

Triage: recensione del film con Colin Farrell

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Triage: recensione del film con Colin Farrell

A dispetto dello scorso anno, nel 2009 Roma apre bene. Triage di Tanovic (premio oscar per ‘No man’s land’) racconta la storia di un fotoreporter Mark, interpretato da un Colin Farrell davvero in vena alle prese con un misterioso trauma subito in Kurdistan, mentre cercava di immortalare il reportage della vita.

Per la prima parte Triage scorre lento, senza grandi cambiamenti nel ritmo narrativo, costringendosi all’interno di schemi convenzionali, addirittura banali, nonostante la profonda esperienza che il regista ha della guerra (Tanovic è bosniaco). Le scene sono crude pur non mancando di una certa bellezza estetica, soprattutto nelle inquadrature di paesaggio, gli interpreti buoni, trai quali spicca il medico ‘di frontiera’, interpretato da Branko Djuric, già compagno di viaggio di Tanovic per No Man’s Land e ora responsabile di una performance davvero notevole, fredda e coinvolgente insieme.

Triage Uno sguardo sulla guerra da parte di chi la guerra la vive ma non la fa.

Nella seconda macro sequenza, che possiamo individuare nel ritorno a Dublino di Mark e nella progressiva presa di coscienza dei protagonisti che ‘qualcosa è cambiato’, il ritmo di Triage rallenta ancora e se all’inizio abbiamo visto l’attaccamento del protagonista al suo lavoro, adesso possiamo entrare nelle dinamiche di coppia, scoprendo un’altrettanto importante figura femminile, Helena (Paz Vega) moglie di Mark e motore dell’azione in questo frangente. Anche la Vega, come Farrell e Djuric, offre una buona interpretazione, avvalorata anche dall’uso di una lingua, l’inglese, che non è la propria.

La svolta sia tematica che stilistica avviene con l’entrata in scena di Christopher Lee, nei panni dello psichiatra franchista Joaquin Morales, nonno di Helena e intenzionato, su richiesta della nipote, a portare la guarigione nella mente tormentata del fotoreporter.

Un ritmo un po’ discontinuo che si salva verso il finale e regala un’impronta fluida al racconto pur non rendendolo eccelso. Ma se nel ritmo il film ha qualche pecca, nella sceneggiatura e nell’interpretazione ha i due punti forti. Una scrittura di dialoghi salda e precisa, funzionale ma anche lievemente sarcastica, che riecheggia nella profonda e possente voce di un Lee che si conferma una leggenda, un uomo che ha fatto la storia del cinema, ma anche la storia dell’occidente così come lo conosciamo, avendo vissuto sulla sua pelle le grandi guerre moderne, soprattutto i 5 anni del secondo conflitto mondiale.

Attori superlativi che forse vanno al di là di quello che è il valore registico, che pure regala qualche bel momento e soprattutto un finale straziante, in grado di commuovere ma anche di smuovere gli animi, un finale che ti accompagna per un po’ fuori dalla sala.

Triage – Uno sguardo sulla guerra da parte di chi la guerra la vive ma non la fa.

Trespass: il poster con Nicole Kidman e Nicolas Cage

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Trespass: il poster con Nicole Kidman e Nicolas Cage

Nicolas Cage e Nicole Kidman hanno firmato il contratto per il thriller Trespass. Ora ecco il poster del film che vede in primo piano i due protagonisti.

Trespass: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film con Nicolas Cage

Il regista Joel Schumacher è principalmente ricordato per film come Batman Forever e Batman & Robin, grandi insuccessi che ne hanno macchiato la carriera. Eppure, nella sua filmografia si ritrovano titoli che mostrano le grandi doti di questo regista. Tra St. Elmo’s Fire, Linea mortale, Un giorno di ordinaria follia o Number 23 sono solo alcuni tra i più noti. Il suo ultimo film prima della scomparsa risale al 2011, ed è intitolato Trespass. Questo thriller appartenente al filone dell’home invasion, comprendente titoli come Man in the Dark, Survive the Night o La notte del giudizio. Anche in questo caso, si ripresentano infatti le principali caratteristiche del sottogenere.

Le dinamiche sono le solite, con un nucleo famigliare costretto a confrontarsi con l’intrusione in casa di alcuni pericolosi criminali. Per tutto il tempo in cui questi rimarranno nella casa, nessuno sarà al sicuro e l’unico modo per sopravvivere è sfruttare le proprie conoscenze dell’ambiente. Partendo da una sceneggiatura di Karl Gajdusek, affermatosi come showrunner della prima stagione di Stranger Things, il film Trespass, si configura dunque come un thriller ad alta tensione, dove vi è anche spazio per uno studio psicologico dei personaggi rispetto a quanto sta loro accadendo. A rendere il tutto più intrigante vi sono una serie di celebri attori, tra cui alcuni premi Oscar.

Al momento della sua distribuzione il film non ottenne il successo sperato, complici anche i numerosi film di tale genere visti in quel periodo. Negli anni, però, Trespass si è sempre più affermato tra gli appassionati, dimostrando di possedere a suo modo alcune caratteristiche di particolare interesse. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Trespass Nicolas Cage

La trama di Trespass

Al centro delle vicende del film vi è la famiglia Miller, composta da Kyle, commerciante di diamanti, la moglie Sarah, di professione architetto, e dalla loro figlia adolescente Avery, la quale manifesta tendenze ribelli nei confronti dei genitori. Nonostante non manchi loro nulla, tanto da sembrare la famiglia perfetta, questi presentano in realtà tra loro diverse crepe. Kyle è infatti spesso assente, Sarah si sente trascurata e sempre più depressa, mentre Avery è ormai sempre più distante, persa nei suoi affari da adolescente. A riunire la famiglia, però, vi sarà un evento quanto mai inaspettato e spaventoso: un intrusione criminale nella loro abitazione.

Durante una notte come un’altra, infatti, un gruppo di rapinatori armati si introduce nella loro casa evitando senza problemi i numerosi dispositivi di sicurezza fatti installare di recente. A capo della banda vi è Elias, che prendendo in ostaggio i coniugi richiede loro tutti i diamanti presenti nella cassaforte. Nel tentativo di negoziare con i criminali, sperando di poter salvare la sua famiglia, Kyle si troverà però a doversi confrontare con una serie di scottanti imprevisti. Una serie di segreti, tradimenti e inganni inizieranno infatti a manifestarsi tra i famigliari, minando le loro certezze e la fiducia che invece potrebbe salvarli.

 

Il cast del film

Ad interpretare il personaggio di Kyle Miller, il commerciante di diamanti capofamiglia, vi è l’attore Nicolas Cage. Questi, dopo aver inizialmente accettato il ruolo, decise di lasciare la produzione perché più interessato al personaggio del criminale Elias. Tuttavia, il premio Oscar decise infine di tornare sui suoi passi, accettando di ricoprire il ruolo del marito. Accanto a lui, nei panni di sua moglie Sarah, vi è invece la premio Oscar Nicole Kidman, la quale accettò il ruolo poiché attratta dalla sfida e interessata a lavorare con Schumacher. A dar volta alla loro figlia Avery, infine, vi è l’attrice Liana Liberato. Qui ad una delle sue prime interpretazioni cinematografiche, questa ebbe modo poi di recitare anche in noti film come Resta anche domani e Fino all’osso.

Nei panni di Elias, il capo dei banditi, vi è l’attore Ben Mendelsohn, celebre per aver interpretato diversi ruoli da villain, tra cui quelli nei film Ready Player One e Rogue One: A Star Wars Story. Il resto della sua banda è poi composto dalla fidanzata spogliarellista Petal, interpretata da Jordana Spiro, da Ty, interpretato da Dash Mihok, e dal fratello minore di Elias, John, interpretato da Cam Gigadent. Quest’ultimo è noto per aver ricoperto il ruolo di Kevin Volchok nelle ultime stagioni della serie televisiva The O.C. L’attore di origini italiane Nico Tortorella, infine, interpreta Jake, il ragazzo da cui Avery scappa prima dell’arrivo dei criminali.

Il finale di Trespass

Nel finale di Trespass Sarah e Kyle fuggono nel capanno degli attrezzi ma vengono inseguiti da Jonah e Elias. Accidentalmente i due rompono una parte di muro dove sono custoditi molti soldi. Elias e Jonah cercano di rubarli ma arriva Avery che li minaccia con una pistola: Elias punta quindi una pistola a Sarah ma ciò porta Jonah ad intervenire uccidendolo. La casa va a fuoco e Jonah dichiara il suo amore a Sarah cercando di portarsela con sé verso le fiamme mentre Sarah cerca di divincolarsi. Kyle, utilizzando una pistola sparachiodi, spara un colpo al collo dell’uomo intrappolandolo così in mezzo alle fiamme.

Avery chiama a quel punto la polizia mentre Kyle e Sarah riescono a fuggire all’esterno; Kyle le propone di lasciarlo morire in modo che lei e Avery possano intascare l’assicurazione sulla vita ma Sarah gli confessa di amarlo, nonostante alcuni tradimenti, e di non volerlo abbandonare al suo destino rimanendo con lui con o senza denaro. A quel punto, Avery si riavvicina ai suoi genitori, e mentre la famiglia si riunisce sopravvissuta a quella nottata la polizia arriva e circonda la casa.

Il trailer di Trespass e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Trespass è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Apple iTunes, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 18 luglio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Trento Film Festival: annunciata la 70° edizione

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Trento Film Festival: annunciata la 70° edizione

Festeggia 70 anni il Trento Film Festival che dal 29 aprile all’8 maggio, torna a Trento per una edizione in presenza. A firmare il manifesto di questa edizione è Milo Manara, uno dei più grandi fumettisti e illustratori italiani, che torna al Festival da protagonista, dopo il manifesto rifiutato nel 1997.

Nell’anno del suo settantesimo anniversario il Festival presenta un’edizione speciale della tradizionale sezione Destinazione…, non più un Paese lontano, ma un viaggio nel tempo guardando al futuro del nostro Pianeta attraverso la lente della fantascienza e degli studi sul cosmo.

Nasce così Destinazione… futuro, 7 film (più uno per il pubblico più giovane) di science-fiction, uno per ogni decennio del festival – dagli anni ‘50 agli anni ‘10 del nostro secolo – con protagonisti il paesaggio, la montagna e la natura per mettere in scena il futuro della Terra o dare forma a pianeti lontani dove oggi come negli anni ‘50 solo il cinema è in grado di “portarci”. Un programma eventi con ospiti ed esperti che porteranno il pubblico ad avventurarsi tra i misteri dello spazio. Tra gli ospiti del programma eventi della sezione: Paolo Nespoli, la “signora delle comete” Amalia Ercoli Finzi, Marcella Salussolia, ingegnere che sta occupandosi della progettazione del Lunar Gateway, la base in orbita cislunare che supporterà i prossimi pellegrini selenici.

Tra le anticipazioni di questa edizione il programma speciale Nécessité de Moullet – Omaggio a Luc Moullet, cineasta e montagnard, tributo a uno dei cineasti più “montanari” della storia del cinema. Il regista francese, che sarà presente al Festival dal 3 al 6 maggio per incontrare il pubblico e presentare i suoi film.

Fondato nel 1952, il Trento Film Festival è il primo festival cinematografico tematico al mondo e il secondo festival italiano dopo la Mostra del Cinema di Venezia. Da settant’anni è l’evento di riferimento dedicato ai temi della montagna, dell’avventura e dell’esplorazione, divenuto nel tempo un vero laboratorio di visioni e riflessioni sulle terre alte del Pianeta.

70° Trento Film Festival, il manifesto di Milo Manara

Trento Film Festival

Trentino Film Commission: nasce Green Film in collaborazione con Doc/it

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La Trentino Film Commission ha presentato oggi, durante un panel tenutosi al Biografilm Festival, il nuovo disciplinare GREEN FILM dedicato unicamente ai documentari.

La nascita di questo nuovo strumento specifico ha iniziato a prendere forma nel 2021, quando  la DG Cinema ha finanziato il progetto di ricerca Green Film Research Lab, pensato per raccogliere e analizzare i dati relativi alle produzioni audiovisive, sia tradizionali sia certificate Green Film, per valutare l’impatto ambientale ed economico dell’applicazione del Disciplinare Green Film e per revisionare il disciplinare, aggiornarlo e svilupparlo per diverse tipologie di prodotti, come appunto il documentario.

A seguito dei dati raccolti nell’ambito del Green Film Research Lab, la Trentino Film Commission, grazie alla collaborazione con Doc/it, associazione documentaristi italiani, ha sviluppato il Green Film Documentari. Fondamentale la collaborazione con APPA (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente) che, come per la versione originale di Green Film, ha elaborato i dati e contribuito alla creazione del nuovo disciplinare dedicato.

I documentari, per loro natura, hanno già un impatto ridotto sull’ambiente e una modalità produttiva diversa rispetto ai lungometraggi o alle serie televisive. Proprio per questa ragione si è sentita l’esigenza di studiare misure apposite e fornire così ai produttori strumenti che possano finalmente essere giusti per le loro esigenze. È infatti proprio con questa finalità che nasce il protocollo Green Film Documentari che, oltre ad aiutare nella gestione della sostenibilità sul set, si rivela uno strumento funzionale per la certificazione di produzioni e coproduzioni di documentari.

Nel panel di oggi, dedicato proprio alla presentazione di questo strumento, sono intervenuti Luca Ferrario (Direttore Trentino Film Commission), Linnea Merzagora (Green Film), Emanuela Venturini (ARPAE Emilia Romagna – Organismo di Verifica Green Film) e Francesca Portalupi (Produttrice Indyca). L’incontro è stato moderato da Gianluca De Angelis (Produttore Tekla Films), con la partecipazione di Laura Zumiani (AFIC, Green Festival).

“Per una rapida e corretta diffusione di buone pratiche legate alla sostenibilità sui set è cruciale che ogni tipologia di audiovisivo abbia un disciplinare fatto su misura; la collaborazione con Doc/it, APPA e Indyca ci ha permesso di sviluppare questa nuova declinazione di Green Film che speriamo sarà di aiuto nel velocizzare la transizione del mondo dei documentaristi verso un nuovo approccio alla produzione”.

Luca Ferrario

“Doc/it, vista la posizione centrale e di riferimento che occupa per i documentaristi italiani, ha risposto con entusiasmo alla chiamata di Green Film offrendo la propria consulenza per la definizione di uno strumento importante come il protocollo di sostenibilità per i documentari. Allo stesso tempo l’associazione continuerà a lavorare per la messa a punto di attività utili all’ottimizzazione dei processi e dei costi legati alla certificazione”.

Francesco Virga. Presidente di Doc/it

Trentino Film Commission: in scadenza la domanda per il contributo a fondo perduto

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È fissata al 7 giugno la seconda scadenza annuale per presentare la domanda per accedere al contributo a fondo perduto stanziato dalla Trentino Film Commission e destinato al finanziamento di opere cinematografiche, di fiction, di serie, programmi per la televisione e progetti di documentario, sia nazionali sia internazionali.

I soggetti beneficiari che possono presentare domanda sono le società di produzione cinematografica, televisiva e di documentari; i progetti saranno esaminati da un Comitato tecnico-scientifico che stilerà la graduatoria dei soggetti idonei, valutandone la qualità, le credenziali della produzione e degli interpreti, la ricaduta economica sul territorio, la capacità di promuovere il territorio, le prospettive di distribuzione, gli accordi di co-produzione e della certificazione di sostenibilità ambientale Green Film.

Al fine di sostenere la realizzazione di opere audiovisive, di diffondere il patrimonio territoriale e di favorire l’impiego di figure professionali operanti sul territorio la Trentino Film Commission, oltre al fondo dedicato, offre a tutte le produzioni che ne faranno richiesta assistenza logistica e supporto alle riprese. Ne sono un esempio le due produzioni straniere che si sono appena concluse: il film indiano Macherla, prodotto da ODU Movies e le cui riprese si sono realizzate in Val di Fassa e Riva del Garda e il programma televisivo tedesco Björn Freitag kocht grenzenlos köstlich in Trento, prodotto da 2Bild TV.Events & Media GmbH e le cui riprese sono avvenute a Trento centro.

I lungometraggi, cortometraggi, serie televisive, fiction televisive e di animazione possono ricevere un contributo massimo di importo pari a 400.000,00 purché una parte delle riprese sia effettuata in Trentino, venga speso sul territorio un importo pari ad almeno il 150% del contributo concesso e che venga assunto almeno il 20% della troupe locale durante il periodo di riprese in Trentino.

I documentari e le opere multimediali potranno invece ricevere un contributo massimo di importo pari a € 40.000 e anche in questo caso parte delle riprese devono essere effettuate in Trentino, deve essere speso sul territorio un importo pari ad almeno il 120% del contributo concesso e almeno due membri del cast tecnico devono essere professionisti locali; in alternativa contratto di co-produzione con una Produzione locale.

La domanda di contributo deve essere presentata prima dell’avvio dei lavori relativi al progetto presentato.

Trentino Film Commission: fondo dedicato al settore cinematografico e audiovisivo

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La terza e ultima data del 2022 per presentare la domanda per accedere al contributo a fondo perduto, stanziato dalla Trentino Film Commission, è fissata al 20 settembre 2022. Il Film Fund è destinato al finanziamento di opere cinematografiche, di fiction, di serie, programmi per la televisione e progetti di documentario, sia nazionali sia internazionali.

I soggetti beneficiari che possono presentare domanda sono le società di produzione cinematografica, televisiva e di documentari; i progetti saranno esaminati da un Comitato tecnico-scientifico che stilerà la graduatoria dei soggetti idonei, valutandone la qualità, le credenziali della produzione e degli interpreti, la ricaduta economica sul territorio, la capacità di promuovere il territorio, le prospettive di distribuzione, gli accordi di co-produzione e infine l’eventuale certificazione di sostenibilità dell’opera.

Grande novità di quest’anno è l’aumento della dotazione finanziaria per l’anno 2022, che sale a 2 milioni di euro; i lungometraggi, cortometraggio, serie televisive, fiction televisive e di animazione possono ricevere un contributo massimo di importo pari a € 400.000,00 purché una parte delle riprese sia effettuata in Trentino, venga speso sul territorio un importo pari ad almeno il 150% del contributo e che almeno il 20% della troupe sia composta da professionisti locali durante il periodo di riprese in Trentino.

I documentari e le opere multimediali potranno invece ricevere un contributo massimo di importo pari a € 40.000 e anche in questo caso parte delle riprese devono essere effettuate in Trentino, deve essere speso sul territorio un importo pari ad almeno il 120% del contributo e almeno due membri del cast tecnico devono essere professionisti locali; in alternativa contratto di co-produzione con una Produzione locale.

La domanda di contributo deve essere presentata prima dell’avvio dei lavori relativi al progetto presentato.

Trentino Film Commission e Trento Film Festival rinnovano per questa 70° edizione la loro collaborazione

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Si rinnova anche quest’anno la collaborazione tra Trento Film Festival e Trentino Film Commission che per questa 70° edizione (Trento, 29 aprile – 8 maggio www.trentofestival.it) sarà protagonista di quattro momenti particolarmente significativi per la crescita del settore audiovisivo.

Come ogni anno all’interno del programma del Trento Film Festival sarà presente la sezione Orizzonti Vicini dedicata agli autori, alle produzioni e ai protagonisti dalla regione Trentino-Alto Adige, che include 4 tra lungo e mediometraggi e 7 opere brevi.

Tra i vari tioli ricordiamo “I ribelli del cibo. Storie di piccoli produttori dell’Alto Adige” di Paolo Casalis; “La frequentazione dell’orso” di Federico Betta, sul rapporto uomo-orso in Trentino tra storia e presente; “Una città di carta” di Guido Laino su una piccola comunità del Tesino andata per il mondo a cercare fortuna e “Inedita” di Katia Bernardi, sorprendente ritratto della scrittrice Susanna Tamaro, già presentato alla Festa del Cinema di Roma e qui alla prima proiezione nella città della regista.
Inoltre la Trentino Film Commission sarà presente anche nella sezione Concorso internazionale con il titolo “Adam Ondra: Pushing the Limits” di Jan Šimánek e Petr Záruba, coproduzione della trentina Jump Cut, che ritrae il grande climber ceco nella difficile, sportivamente e umanamente, preparazione alle Olimpiadi di Tokyo, dove l’arrampicata ha debuttato lo scorso anno.

Il secondo appuntamento organizzato nato dalla collaborazione tra Trentino Film Commission e Trento Film Festival è il workshop dedicato a produttori cinematografici FORWARD Trentino Producers Lab, un momento dedicato alla formazione e al mentoring professionale e avrà luogo a Trento dal 3 al 7 maggio.

Il terzo momento è il “Festival Training. I Festival Come Laboratori Di Formazione” che prevede tre talk: la prima dal titolo “Green Si Diventa” sarà un’occasione di confronto sul tema della sostenibilità, tra Italian Film Commissions e Associazione Italiana Festival di Cinema;  Il secondo dal titolo “NORD/EST/DOC/CAMP” sarà un momento di riflessione sul mondo del documentario per presentare un progetto che unisce le forze di due festival radicati su un territorio cinematograficamente sempre più creativo e vitale, per offrire consulenza e sostegno a progetti in fase di finalizzazione.

E infine “Itineranze Doc” presentazione del percorso semestrale di formazione e training, dedicato a progetti di cinema del reale in fase di sviluppo, per sostenere a livello creativo e produttivo registi al primo (o secondo) lungometraggio. Promosso da Bellaria film festival, IsReal, Sole Luna Doc Festival, PerSo Film Festival, FrontDoc, Festival dei Popoli.

Inoltre quest’anno per la prima volta verrà istituito il premio Green Film. Questo riconoscimento, promosso in collaborazione con APPA Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, sarà assegnato al film che esprima in maniera più efficace i valori e le pratiche della protezione e della sostenibilità ambientale, con particolare attenzione all’ambiente montano e ai cambiamenti climatici.

Trent Reznor diventa attore?

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Trent Reznor, probabilmente ancora emozionato per aver strappato l’Oscar al più meritevole Hans Zimmer, potrebbe passare dalla sala di registrazione al set. Pare infatti che il compositore della colonna sonora di The Social Network e leader dei Nine Inch Nails voglia diventare un attore.

Treno di Notte per Lisbona: recensione

Treno di Notte per Lisbona: recensione

“Se così fosse, che viviamo solo una piccola parte della nostra vita, cosa succede al resto?”. Questo si domanda Amadeu Prado, lo scrittore del libro trovato da Raimund. E se lo domanda anche il regista Bille August, che ha tradotto in immagini le pagine del best-seller tedesco Treno di notte per Lisbona, con l’aiuto del fidato Jeremy Irons – tornato a collaborare con lui dopo il successo de La casa degli spiriti – e di un nutrito cast di attori, che danno vita ai numerosi personaggi ritratti nel romanzo di Pascal Mercier. Qualche nome? Jack Houston (nipote di quel John Houston), Mélanie Laurent (Bastardi senza gloria), Martina Gedeck (Le vite degli altri), Bruno Ganz (Il cielo sopra Berlino), Christopher Lee (alias Dracula… o Saruman), Charlotte Rampling e Lena Olin. Tutti chiamati ad accompagnare il professor Gregorius nel suo singolare viaggio alla scoperta di un autore sconosciuto, ma soprattutto alla scoperta di se stesso e delle incredibili possibilità che la vita può offrire in qualsiasi momento, anche quando si pensa sia troppo tardi.

In Treno di Notte per Lisbona, la vita di Raimund Gregorius (Jeremy Irons) è grigia come il cielo della sua città, e come gli abiti che indossa ogni giorno per andare alla scuola dove insegna latino a studenti annoiati quanto lui. Una mattina, però, il professore si trova a salvare una giovane donna in procinto di gettarsi da un ponte e la sua esistenza cambierà per sempre. Nella tasca del soprabito della ragazza, infatti, l’uomo trova il libro di uno scrittore portoghese e il biglietto per il treno che dà il titolo al film: un notturno diretto a Lisbona che il professore prende d’impulso, stregato dalle parole dell’autore, a tal punto da abbandonare su due piedi la sua vita monocolore per andare a cercarlo. Ecco che la vita di Raimund comincia ad assumere nuove, imprevedibili sfumature.

Come dice Prado nel suo libro, il Caso è il dio che governa le vite degli uomini. E Raimund lo sperimenta in prima persona, quando per caso s’imbatte nella giovane suicida, ritrovandosi per le mani l’opera di uno scrittore portoghese, le cui parole esprimono pensieri che hanno popolato per anni la mente del professore senza mai trovare un vero sfogo. Raimund è un uomo di mezza età, convinto di aver ormai vissuto quello che c’era da vivere, e rassegnato a veder trascorrere passivamente i suoi giorni. Una consapevolezza repressa da tempo, la sua, che però emerge prepotentemente non appena i suoi occhi si posano sulle pagine scritte da Prado.

I dilemmi del poeta sono gli stessi di Raimund e lui non può continuare ad ignorarli.  Non vuole farlo. Ha preso un treno per Lisbona con un biglietto trovato per caso; ha lasciato quel poco che aveva, spinto da una forza tanto inspiegabile quanto irresistibile.  Il Caso gli ha offerto una possibilità del tutto inaspettata e lui ha saputo coglierla anche se non era in grado di comprenderla fino in fondo. Ha fatto un salto nel buio, non è rimasto a guardare. Finalmente ha agito e il Caso lo ha ricompensato, conducendo Raimund là dove non avrebbe mai pensato di arrivare, dando inizio ad un nuovo percorso: una vita tutta da scoprire.

E se per caso ve lo state chiedendo, Treno di notte per Lisbona esce nelle nostre sale il 18 aprile.

Tremors: in lavorazione il sesto capitolo del franchise

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Tremors: in lavorazione il sesto capitolo del franchise

Sulla pagina ufficiale di Facebook di Michael Gross si legge l’annuncio definitivo. Il franchise di Tremors arriverà a un sesto capitolo per il cinema in cui saranno coinvolti Burt Gummer, Jamie Kennedy e il regista Don Michael Paul, che aveva già diretto Tremors 5: Bloodlines nel 2015.

Ecco l’immagine dei tre:

Coinvolta nel progetto c’è anche la Universal Studios Entertainment. Non sappiamo molto del progetto né se il film entrato in produzione sarà legato in qualche modo alla serie tv annunciata tempo fa.

Di seguito vi riportiamo la trama del primo film del franchise, Tremors, del 1990, con Kevin Bacon:

Nevada. Alcune strane e gigantesche creature sotterranee, simili ad enormi vermi, scorrono per il deserto mietendo vittime tra il bestiame. Nel frattempo i due tuttofare, Valentine “Val” McKee e Earl Bassett, valutano seriamente la possibilità di lasciare l’isolata cittadina di Perfection Valley in cui vivono, in cerca di fortuna verso la più grande Bixby.

Pronti per partire, Val e Earl si imbattono nelle prime vittime delle creature: Edgar, che è morto di sete su un traliccio, il vecchio Fred, un paio di campeggiatori e due operai. Scoprono di essere inseguiti da uno di quei mostri, che viene ucciso. Inoltre i due salvano la geologa Rhonda, che ritiene che le creature siano degli esseri preistorici liberatisi nella valle a causa di alcune scosse telluriche e che ce ne siano altri tre. Val e Earl restano assediati a Perfection, assieme al proprietario dell’emporio di nome Walter Chang, che chiama i vermi Graboid, Nancy, la figlia Mindy, gli amici Nestor e Miguel, il ragazzo burlone Melvin e i coniugi Gummer, con la passione per le armi, che però abitano in una casa isolata.

Sono tutti all’emporio di Chang quando discutono su questi Graboid, e scoprono che i mostri sono attirati dalle frequenze dei movimenti. Quando Melvin viene aggredito, tutti si nascondono dove possono: Earl, Val, Chang, Rhonda e Miguel all’emporio, Nestor sulla sua roulotte, Melvine in una baracca e Nancy e Mindy nella loro casa. Improvvisamente Mindy esce fuori e la madre, Val e Rhonda vanno a salvarla. Quando intervengono i mostri subito Nancy e Mindy rientrano nella loro casa, mentre Val e Rhonda cercano di tornare all’emporio: Rhonda rimane incastrata in un fil di ferro e Val è costretto a levarle i pantaloni e le scarpe, cosicché Rhonda rimane con gli slip. Una volta all’emporio, un Graboid sfonda il pavimento perché attratto dal rumore del congelatore di Chang, che così viene divorato. Tutti cercano rifugio sul tetto: Val, Earl e Miguel riescono a raggiungerlo, Rhonda trova rifugio sul serbatoio d’acqua, gli altri si rifugiano sui rispettivi tetti.

Poco dopo, Val e Earl contattatano via radio Burt Gummer per avvertirlo che due Graboid si stanno dirigendo verso la sua casa. Lui e sua moglie, armati fino ai denti uccidono una delle creature e si rifugiano sul tetto. A Perfection i Graboid cominciano a capovolgere le case e Nestor, sfortunato perché su una roulotte, viene atterrato e divorato. Miguel riesce a distrarre il Graboid e Val riesce a caricare tutti su un pesante bulldozer e a metterlo in moto, dopodiché raggiungono i Gummer, che però perdono tempo nel creare esplosivi improvvisati. Decisi a raggiungere le montagne su cui saranno al sicuro e a bordo di un mezzo che i Graboid non riescono a capovolgere, i superstiti si dirigono verso la loro destinazione ma cadono in una trappola del Graboid che rende inutilizzabile il bulldozer costringendo tutti a cercare rifugio su una roccia.

Val ha una violenta discussione con Burt, che avrebbe voluto rimanere sul tetto della sua casa. Earl ha però l’idea di lanciare la dinamite di Burt come esca mortale ai mostri, stratagemma che ha successo con un Graboid. Infine Val, Earl e Rhonda, inseguiti dall’ultimo Graboid, corrono fino all’altezza di un dirupo, spostandosi solo all’ultimo istante: la creatura precipita e muore impattando al suolo. Alla fine tutti ritornano a Perfection e Val decide di fidanzarsi con Rhonda e trasferirsi a Bixby.

Tremors 6: le riprese inizieranno la prossima settimana

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A oltre 27 anni dal suo folgorante esordio nel lontano 1990 e a poco meno di un anno e mezzo dal suo quinto discusso capitolo direct-to-video, la fortunata saga horror di Tremors si prepara a imbarcarsi in una nuova avventura per il grande schermo che tenterà di rilanciare un franchise rimasto a lungo in sordina in seguito alla conclusione della serie tv del 2003 targata Syfy. Dopo l’annuncio ufficiale da parte di Universal Studios Home Entertainment circa la volontà di concretizzare il progetto di un Tremors 6, ecco che l’attore Michael Gross ha fatto sapere tramite la propria pagina Facebook che le riprese sarebbero pronte per iniziare in Sud Africa già durate la prossima settimana.

Tremors 6

Fin dai suoi esordi nel 1990 grazie alla regia di Ron Underwood e alla coppia Kevin BaconFrad Ward, la saga di Tremors ha reso i celebri vermoni delle sabbie denominati Graboid vere e proprie icone orrorifiche del cinema di genere a cavallo degli anni ’90 e del nuovo millennio, generando un franchise che conta ben due sequel cinematografici (Tremors 2 Aftershocks del 1995Tremors 3 Ritorno a Perfection del 2001), un prequel (Tremors 4 Agli inizi della leggenda del 2003), una serie tv in 13 puntate e un nuovo sequel direct-to-video (Tremors 5 Bloodlines). Dopo il fisiologico calo di interessa da parte del pubblico dei più giovani nel corso dell’ultimo decennio, ora Tremors 6 pare essere la carta vincente con cui poter rilanciare finalmente uno degli incubi cinematografici più famosi di sempre.

Tremors: in lavorazione il sesto capitolo del franchise

Malgrado il celebre personaggio del cacciatore di vermoni Burt Gummer interpretato da Michael Gross fin dagli esordi abbia sicuramente conquistato un posto d’ore nel cuore e nella mente dei fedelissimi della saga, dopo il tiepido esito commerciale di Tremors 5 molti fan si sono dimostrati alquanto dubbiosi circa un suo possibile ritorno nel prossimo Tremors 6, considerando proprio il ruolo di Gross uno dei meno adatti a svecchiare il franchise e dunque accusando il personaggio di essere uno dei punti più deboli del tentativo di rilancio del progetto Tremors.

Malgrado non si conosca ancora nulla di preciso circa la trama del nuovo Tremors 6 è logico pensare che, in quanto sequel, prenderà le mosse da dove la narrazione del precedente capitolo si era interrotta, sfruttando la medesima location sudafricana e preparando il terreno per una nuova attesissima e annunciata serie tv prodotta nientemeno che da Amazon, la quale si avvarrà nuovamente della collaborazione di Kevin Becon.

Fonte: Dread Central

Tremors 6: ecco il trailer del nuovo film Universal

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Tremors 6: ecco il trailer del nuovo film Universal

Arriverà direttamente in Home Video Tremors 6, che prende il titolo ufficiale di Tremors: A Cold Day in Hell. Si tratta del sesto adattamento del franchise e questa volta le creature mostruose del sottosuolo hanno scelto una location decisamente “fredda”.

Ecco il trailer diffuso da Universal Pictures Home Entertainment:

Di seguito vi riportiamo la trama del primo film del franchise, Tremors, del 1990, con Kevin Bacon:

Nevada. Alcune strane e gigantesche creature sotterranee, simili ad enormi vermi, scorrono per il deserto mietendo vittime tra il bestiame. Nel frattempo i due tuttofare, Valentine “Val” McKee e Earl Bassett, valutano seriamente la possibilità di lasciare l’isolata cittadina di Perfection Valley in cui vivono, in cerca di fortuna verso la più grande Bixby.

Pronti per partire, Val e Earl si imbattono nelle prime vittime delle creature: Edgar, che è morto di sete su un traliccio, il vecchio Fred, un paio di campeggiatori e due operai. Scoprono di essere inseguiti da uno di quei mostri, che viene ucciso. Inoltre i due salvano la geologa Rhonda, che ritiene che le creature siano degli esseri preistorici liberatisi nella valle a causa di alcune scosse telluriche e che ce ne siano altri tre. Val e Earl restano assediati a Perfection, assieme al proprietario dell’emporio di nome Walter Chang, che chiama i vermi Graboid, Nancy, la figlia Mindy, gli amici Nestor e Miguel, il ragazzo burlone Melvin e i coniugi Gummer, con la passione per le armi, che però abitano in una casa isolata.

Sono tutti all’emporio di Chang quando discutono su questi Graboid, e scoprono che i mostri sono attirati dalle frequenze dei movimenti. Quando Melvin viene aggredito, tutti si nascondono dove possono: Earl, Val, Chang, Rhonda e Miguel all’emporio, Nestor sulla sua roulotte, Melvine in una baracca e Nancy e Mindy nella loro casa. Improvvisamente Mindy esce fuori e la madre, Val e Rhonda vanno a salvarla. Quando intervengono i mostri subito Nancy e Mindy rientrano nella loro casa, mentre Val e Rhonda cercano di tornare all’emporio: Rhonda rimane incastrata in un fil di ferro e Val è costretto a levarle i pantaloni e le scarpe, cosicché Rhonda rimane con gli slip. Una volta all’emporio, un Graboid sfonda il pavimento perché attratto dal rumore del congelatore di Chang, che così viene divorato. Tutti cercano rifugio sul tetto: Val, Earl e Miguel riescono a raggiungerlo, Rhonda trova rifugio sul serbatoio d’acqua, gli altri si rifugiano sui rispettivi tetti.

Poco dopo, Val e Earl contattatano via radio Burt Gummer per avvertirlo che due Graboid si stanno dirigendo verso la sua casa. Lui e sua moglie, armati fino ai denti uccidono una delle creature e si rifugiano sul tetto. A Perfection i Graboid cominciano a capovolgere le case e Nestor, sfortunato perché su una roulotte, viene atterrato e divorato. Miguel riesce a distrarre il Graboid e Val riesce a caricare tutti su un pesante bulldozer e a metterlo in moto, dopodiché raggiungono i Gummer, che però perdono tempo nel creare esplosivi improvvisati. Decisi a raggiungere le montagne su cui saranno al sicuro e a bordo di un mezzo che i Graboid non riescono a capovolgere, i superstiti si dirigono verso la loro destinazione ma cadono in una trappola del Graboid che rende inutilizzabile il bulldozer costringendo tutti a cercare rifugio su una roccia.

Val ha una violenta discussione con Burt, che avrebbe voluto rimanere sul tetto della sua casa. Earl ha però l’idea di lanciare la dinamite di Burt come esca mortale ai mostri, stratagemma che ha successo con un Graboid. Infine Val, Earl e Rhonda, inseguiti dall’ultimo Graboid, corrono fino all’altezza di un dirupo, spostandosi solo all’ultimo istante: la creatura precipita e muore impattando al suolo. Alla fine tutti ritornano a Perfection e Val decide di fidanzarsi con Rhonda e trasferirsi a Bixby.

Tremors 6 arriverà al cinema il 30 Gennaio 2018

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È lo stesso Michael Gross che annuncia, via Facebook, la data d’uscita di Tremors 6, attualmente in fase di lavorazione. Il sesto capitolo del franchise arriverà al cinema il 30 Gennaio 2018.

https://www.facebook.com/ActorMichaelGross/photos/a.729466040429468.1073741827.728990673810338/1551595341549863/?type=3

 

Coinvolta nel progetto c’è anche la Universal Studios Entertainment.

Di seguito vi riportiamo la trama del primo film del franchise, Tremors, del 1990, con Kevin Bacon:

Nevada. Alcune strane e gigantesche creature sotterranee, simili ad enormi vermi, scorrono per il deserto mietendo vittime tra il bestiame. Nel frattempo i due tuttofare, Valentine “Val” McKee e Earl Bassett, valutano seriamente la possibilità di lasciare l’isolata cittadina di Perfection Valley in cui vivono, in cerca di fortuna verso la più grande Bixby.

Pronti per partire, Val e Earl si imbattono nelle prime vittime delle creature: Edgar, che è morto di sete su un traliccio, il vecchio Fred, un paio di campeggiatori e due operai. Scoprono di essere inseguiti da uno di quei mostri, che viene ucciso. Inoltre i due salvano la geologa Rhonda, che ritiene che le creature siano degli esseri preistorici liberatisi nella valle a causa di alcune scosse telluriche e che ce ne siano altri tre. Val e Earl restano assediati a Perfection, assieme al proprietario dell’emporio di nome Walter Chang, che chiama i vermi Graboid, Nancy, la figlia Mindy, gli amici Nestor e Miguel, il ragazzo burlone Melvin e i coniugi Gummer, con la passione per le armi, che però abitano in una casa isolata.

Sono tutti all’emporio di Chang quando discutono su questi Graboid, e scoprono che i mostri sono attirati dalle frequenze dei movimenti. Quando Melvin viene aggredito, tutti si nascondono dove possono: Earl, Val, Chang, Rhonda e Miguel all’emporio, Nestor sulla sua roulotte, Melvine in una baracca e Nancy e Mindy nella loro casa. Improvvisamente Mindy esce fuori e la madre, Val e Rhonda vanno a salvarla. Quando intervengono i mostri subito Nancy e Mindy rientrano nella loro casa, mentre Val e Rhonda cercano di tornare all’emporio: Rhonda rimane incastrata in un fil di ferro e Val è costretto a levarle i pantaloni e le scarpe, cosicché Rhonda rimane con gli slip. Una volta all’emporio, un Graboid sfonda il pavimento perché attratto dal rumore del congelatore di Chang, che così viene divorato. Tutti cercano rifugio sul tetto: Val, Earl e Miguel riescono a raggiungerlo, Rhonda trova rifugio sul serbatoio d’acqua, gli altri si rifugiano sui rispettivi tetti.

Poco dopo, Val e Earl contattatano via radio Burt Gummer per avvertirlo che due Graboid si stanno dirigendo verso la sua casa. Lui e sua moglie, armati fino ai denti uccidono una delle creature e si rifugiano sul tetto. A Perfection i Graboid cominciano a capovolgere le case e Nestor, sfortunato perché su una roulotte, viene atterrato e divorato. Miguel riesce a distrarre il Graboid e Val riesce a caricare tutti su un pesante bulldozer e a metterlo in moto, dopodiché raggiungono i Gummer, che però perdono tempo nel creare esplosivi improvvisati. Decisi a raggiungere le montagne su cui saranno al sicuro e a bordo di un mezzo che i Graboid non riescono a capovolgere, i superstiti si dirigono verso la loro destinazione ma cadono in una trappola del Graboid che rende inutilizzabile il bulldozer costringendo tutti a cercare rifugio su una roccia.

Val ha una violenta discussione con Burt, che avrebbe voluto rimanere sul tetto della sua casa. Earl ha però l’idea di lanciare la dinamite di Burt come esca mortale ai mostri, stratagemma che ha successo con un Graboid. Infine Val, Earl e Rhonda, inseguiti dall’ultimo Graboid, corrono fino all’altezza di un dirupo, spostandosi solo all’ultimo istante: la creatura precipita e muore impattando al suolo. Alla fine tutti ritornano a Perfection e Val decide di fidanzarsi con Rhonda e trasferirsi a Bixby.

Tremila anni di attesa di George Miller arriva su SKY e NOW

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Tremila anni di attesa di George Miller arriva su SKY e NOW

Dopo Mad Max: Fury Road, il Premio Oscar George Miller firma il fantasy visionario Tremila anni di attesa, in prima tv su Sky domenica 5 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Presentato fuori concorso alla 75ª edizione del Festival di Cannes, il film – basato sul racconto “The Djinn in the Nightingale’s Eye” di Antonia Susan. Byatt – vede protagonisti Idris Elba e Tilda Swinton, rispettivamente nei panni di un genio e di una colta ricercatrice. Con uno stile straordinariamente originale, il film tiene insieme elementi di avventura ed epica storica, per riflettere su realtà, fantasia e soprattutto sull’amore.

La trama di Tremila anni di attesa

La dottoressa Alithea Binnie (Tilda Swinton) è una ricercatrice soddisfatta dalla sua vita, che ha sempre uno sguardo scettico sul mondo. Mentre si trova a Istanbul per partecipare a una conferenza, incontra un genio (Idris Elba), che le propone di esaudire tre suoi desideri in cambio della libertà.

Questo però comporta due problemi: il primo è che Alithea non crede che il genio sia reale, il secondo è che, da profonda conoscitrice della storia e della mitologia, la dottoressa conosce l’insegnamento delle favole: esprimere desideri può finire male.

Il genio la supplica, narrandole storie straordinarie del suo passato. Alithea, sedotta dal suo racconto, alla fine formula un desiderio che sorprende entrambi.

Tree of life: parla Douglas Trumbull!

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Tree of life: parla Douglas Trumbull!

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Nonostante The tree of life di Terrence Malick sia uno dei film più attesi, se non il più attesso del 2011, ancora pochi dettagli si sanno. Ora arriva la notizia che a quanto pare il film è  ancora in fase di post-produzione, e che a supervisionare la realizzazione degli effetti digitali nella parte del film che riguarda la creazione del cosmo ci sia niente meno che: Douglas Trumbull; già autore di pellicole come 2001: Odissea nello spazio e Blade Runner.

Tree of life: foto di Sean Penn e Brad Pitt!

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In attesa che il trailer di The Tree Of Life arrivi online, ecco due immagini tratte dall’atteso film di Terrence Malick. Nelle foto vediamo i protagonisti Brad Pitt e Sean Penn!

Tree of Life nel 2011!

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Tree of Life nel 2011!

In molti speravano di vederlo prima al Festival di Cannes, poi a quello di Venezia o al Toronto Film Festival, e fino a poco fa c’era ancora qualcuno che sperava che The Tree of Life di Terrence Malick venisse distribuito in tempo per la stagione degli Oscar 2010, senza bisogno di un passaggio nel circuito dei festival.

Tredici vite: recensione del film di Ron Howard

Tredici vite: recensione del film di Ron Howard

Ron Howard torna alla regia con un film su un fatto realmente accaduto. Riprendendo l’incidente della grotta di Tham Luang avvenuto nel 2018, il regista si serve di un cast  multiculturale d’eccezione (Colin Farrell, Viggo Mortensen, Weir Sukollawat Kanarot) per narrare in modo documentaristico una storia vera ed incredibile. Il lungometraggio sarà disponibile su Prime Video a partire dal 5 agosto 2022.

La trama di Tredici Vite: una storia vera

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È il 23 giugno 2018 quando in Thailandia una squadra di calciatori adolescenti e il loro coach si avventurano nella grotta di Tham Luang per ”festeggiare” il compleanno di un membro del team. Una volta dentro, i dodici ragazzini e l’allenatore venticinquenne vengono sorpresi da una pioggia torrenziale che blocca la via d’uscita. Pur non essendo ancora la stagione dei monsoni, l’evento atmosferico è davvero potente. Dopo l’allarme lanciato da una madre per la scomparsa del figlio, parte un’operazione colossale per cercare di far uscire il gruppo dalla grotta. L’evento è seguito dai media di tutto il mondo e da ogni parte del globo arrivano persone per aiutare nell’impresa. Dopo ben diciotto giorni, tutte e tredici le anime vengono salvate. Il merito va principalmente a due soccorritori inglesi, John Volanthen e Richard Stanton, sommozzatori amatoriali che architettano un piano moralmente discutibile ma efficace per portare fuori i ragazzi.

Il racconto di Ron Howard

Nella realtà, l’operazione di salvataggio al centro di Tredici vite ha richiesto uno sforzo immenso e Ron Howard ha scelto di riportare tutto l’accaduto in modo realistico e schietto. Inizialmente, il film non rivela troppe informazioni su quello che sta accadendo ai personaggi e, man mano che si prosegue, l’attenzione si concentra sempre di più sui tecnicismi operativi e sui due soccorritori principali. Protagonisti del film sono infatti i sommozzatori inglesi John Volanthen e Richard Stanton, interpretati rispettivamente da Colin Farrell (Minority Report, Il sacrificio del cervo sacroDumbo) e Viggo Mortensen (Captain Fantastic, Green Book). Gli attori sono perfettamente calati nei propri ruoli: rappresentano bene gli uomini pragmatici che hanno architettato il salvataggio e fanno onore alla loro impresa. Entrambi i personaggi sono mostrati a tutto tondo, tra abilità, insicurezze, dubbi e conflitti morali.

Il cast del film è variegato: ci sono importanti nomi occidentali – oltre a quelli già citati si ricorda anche Joel Edgerton e Tom Bateman – ma non mancano i volti asiatici che, parlando nella propria lingua e muovendosi in gruppo, rendono ancora più realistica la rappresentazione. Il popolo thailandese è tutto racchiuso nella folla che aiuta e che osserva le operazioni.

Cosa manca a Tredici vite?

Guardano Tredici ci si appassiona alla storia scena dopo scena. Tuttavia, il focus è molto incentrato sui soccorritori, sui politici e sui media e lascia davvero poco spazio ai dispersi nella grotta e alle loro famiglie. Il gruppo si vede per troppo poco sulla scena e si hanno pochissime notizie dei ragazzini. Come sono sopravvissuti per undici giorni senza cibo? In che condizioni – fisiche e mentali – si trovano? Anche senza romanzare troppo la narrazione,  in quasi due ore e mezza di film era doveroso lasciare un po’ più di spazio a chi, in fin dei conti, è stato il motore dell’azione.

Anche a livello visivo, si ha la percezione che manchi un filo logico, un legame tra le varie ambientazioni di Tredici vite. Nonostante spesso compaiano sullo schermo cartine e scritte esplicative, la tratta e il piano dei sommozzatori appare chiaro solo a pochi. Forse Ron Howard ha scelto di raccontare il suo film dal punto di vista esterno dei genitori dei ragazzi, o da quello di uno spettatore che ha seguito l’evento al telegiornale, ma un pizzico di spiegazione aggiuntiva non avrebbe fatto male. In fin dei conti, stiamo pur sempre guardando un film che, per quanto fedele alla realtà voglia essere, nasce come intrattenimento.

Tredici Vite, guarda il trailer del film di Ron Howard

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Tredici Vite, guarda il trailer del film di Ron Howard

Ecco il trailer di TREDICI VITE, il nuovo film di Ron Howard per Prime Video, disponibile in tutto il mondo a partire dal 5 agosto prossimo.

TREDICI VITE racconta l’incredibile storia vera dell’enorme impegno globale per salvare una squadra di calcio thailandese rimasta intrappolata nella grotta di Tham Luang durante un improvviso temporale.

Di fronte a difficoltà insormontabili, una squadra di sommozzatori tra i più abili ed esperti al mondo – gli unici in grado di percorrere un labirinto di angusti tunnel allagati – si unisce alle unità di soccorso thailandesi e a più di 10.000 volontari per tentare uno straziante salvataggio dei dodici ragazzi e del loro allenatore. Con una posta in gioco incredibilmente alta e sotto lo sguardo del mondo intero, il gruppo intraprende la sua immersione più impegnativa, mostrando la grandiosità dello spirito umano.

Diretto da: Ron Howard
Scritto da: William Nicholson
Una storia di: Don Macpherson e William Nicholson
Prodotto da: P.J. van Sandwijk, Gabrielle Tana, Karen Lunder, William M. Connor,
Brian Grazer, Ron Howard
Executive Producer: Jon Kuyper, Carolyn Marks Blackwood, Marie Savare,
Michael Lesslie, Aaron L. Gilbert, Jason Cloth
Con: Viggo Mortensen, Colin Farrell, Joel Edgerton, Tom Bateman, Paul Gleeson, Pattrakorn Tungsupakul, Tui Thiraphat Sajakul, James Teeradon Supapunpinyo, Sahajak Boonthanakit, Weir Sukollawat Kanaros

Treason, la recensione della miniserie Netflix con Charlie Cox

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Treason, la recensione della miniserie Netflix con Charlie Cox

Charlie Cox interpreta Adam Lawrence, un agente dell’MI6 che è costretto a mettere in discussione tutto e tutti in seguito ad un evento sorprendente che sconvolgerà la sua vita. Il suo personaggio si cala nel mondo dell’intelligence segreta britannica per Treason di Netflix. Adam Lawrence, un ufficiale dell’MI6 diventa capo ad interim dopo che il capo dell’organizzazione viene avvelenato da una spia russa. Ancora una volta, dopo The Recruit, Netflix punta tutto su un thriller di spionaggio. Divisa in cinque episodi e creata da Matt Charman (che ha contribuito alla creazione de Il ponte delle spie) la serie ha una trama intricata e misteriosa che ha il compito di coinvolgere tutta la famiglia riunita per le feste alla ricerca della risoluzione. Tutti i cinque episodi che compongono Treason sono disponibile su Netflix a partire dal 26 dicembre.

Treason, la recensione

Addestrato e preparato dall’MI6, la carriera di Adam Lawrence sembra una favola. Ma una persona che fa parte del suo passato tornerà per tormentarlo. Kara (interpretata da Olga Kurylenko) è una spia russa con cui condivide dei turbolenti trascorsi. Il personaggio di Charlie Cox e allora costretto a mettere in discussione tutto e tutti nella sua vita. In particolare, il rapporto con la moglie Maddy (interpretata da Oona Chaplin) creando una specie di triangolo amoroso tra Adam, Maddy e Kara. La presenza ingombrante della spia russa si fa sentire e fa dubitare Maddy riguardo la fedeltà del marito. L’arrivo di Kara nella loro vita però è assolutamente premeditato. Scopriamo che è stata lei ad architettare il tentato omicidio al capo dell’MI6 Martin Angelis (interpretato da Ciarán Hinds) solo per arrivare a Adam.

Infatti, i due sono ex amati e complici, si conoscono già dai tempi di Baku, missione che ritornerà nel corso della serie perché è lì che si accede al punto di svolta dell’intera trama. Scopriremo che Kara è venuta a riscuotere tutti i favori – non richiesti – fatti a compagno. Parallelamente però la coppia ha una faccenda ben più grave da risolvere. La loro figlia maggiore, Ella (interpretata da Beau Gadsdon) è stata rapita e solo Kara conosce il modo per ritrovarla. Inizia così la strategia fatta di spionaggio e contro spionaggio dove la stessa Maddy ormai non si fida più del marito. Ormai venuta a conoscenza di informazioni riservate riguardo il passato di Adam, il personaggio interpretato da Oona Chaplin inizia a fare il doppio gioco. La storia è appena cominciata e non si prospetta essere così semplice.

La matassa da sbrogliare è così aggrovigliata che risulta complicato capirne l’inizio e la fine. Non abbiamo il quadro completo della situazione e così come i personaggi della serie non possiamo fidarci di nessuno. Infatti, se inizialmente siamo tentati di vedere Kara come una minaccia a poco a poco conosciamo i motivi delle sue scelte. La giovane che spia che prima teneva le redini di questa minaccia adesso a sua volta è minacciata. Al centro di tutto c’è Adam che cerca in tutti i modi di destreggiarsi tra le serate in famiglia e la sua ex mentre l’MI6 inizia a nutrire dei dubbi sulla sua fedeltà nei confronti dell’intelligence.

treason charlie cox
Traseon – Immagine dal set. Crediti Netflix

Per il bene della famiglia

Essere uno stacanovista al lavoro non giova molto alla vita personale di Adam Lawrence. Inevitabilmente, quando sei “costretto” a prendere una posizione di potere ti ritrovi a governare da solo. Questa è una delle regole non scritte di chi comanda. Purtroppo, però per Adam la vita con la sua famiglia gli sta sfuggendo di mano. Il tema della famiglia non riguarda solo Adam. Una volta messa alle strette il Ministro Audrey Gratz (interpretata da Alex Kingston) è costretta a confessare: “È disumano vedere una persona che ami soffrire in quel modo”. La maschera dietro cui si nascondono questi personaggi che ricoprono un ruolo di potere, cade e non c’è più modo di nascondersi.

Cade anche la maschera di Martin Angelis che ha da sempre complottato contro Adam, che apparentemente considerava il suo braccio destro. Treason, infatti, è un grande enigma da risolvere dove la mente dello spettatore è continuamente bombardata da informazioni preziose. Si vengono a creare due fazioni ben distinte da una parte Adam e la sua famiglia che cercano in tutti i modi di aiutare Kara a raggiungere il suo scopo: scoprire chi ha ucciso i suoi uomini durante la missione a Baku e, dall’altra parte i federali e l’MI6. Buoni e cattivi, come in una vera fiaba. Al centro varie pedine che fanno parte di un gioco più grande come il Ministro degli Esteri, Gratz, e la migliore amica di Maddy, Dede. Non si tratta di amore, ma di senso di colpa.

Ci avviciniamo al finale della serie con tante domande senza risposta. E ci aspettiamo che un turning point finale dia una scossa alla trama di Treason. Adesso la serie ci mette di fronte a uno stallo in cui Adam e Kara si espongono in prima linea contro l’MI6 per recuperare i preziosi documenti che potrebbero mettere con le spalle a muro il capo dell’agenzia.

Chi sono i buoni?

Angelis ha da tempo iniziato la sua crociata contro Adam. Convinto che l’agente sia un traditore di nome Dorian e che abbia ucciso lui gli agenti in missione a Baku con Kara. Proprio sul finale Treason inizia a diventare ancora più interessante aggiungendo altri tasselli. Con Olamide fuorigioco, spalla destra di Angelis, recuperare l’hardisk con i documenti diventa semplice, forse troppo. Dede, infatti, ha teso una trappola a Adam dando a Maddy ultimatum che consacrerà nelle mani della donna il destino del marito. Adam muore, vittima di un’incomprensione talmente più grande di lui e al di fuori della sua portata. Così Maddy e Kara per riabilitare il suo nome dovranno cercare di scoprire chi è in realtà Dorian. Per una volta Angelis non è un passo avanti a tutti.

Consegnati i documenti compromettenti nelle mani di Audrey Gratz lo spettatore è pronto a rispondere a un’ultima domanda: chi sono i buoni? Adam, creduto un traditore, muore sacrificando la sua vita per i suoi affetti e la sua famiglia. Vittima delle stesse persone che fino a un momento prima chiamava amiche. Una di queste era Patrick che ha giocato sporco incastrando Adam e la sua famiglia. La famiglia e gli affetti sono quello che tiene le persone ancorate alla vita. È quello che ha fatto Kara, cercando per 15 anni la persona che ha premuto il grilletto, uccidendo i suoi amici. È quello che ha fatto Adam, cercando di proteggere la moglie e i figli da questa minaccia. Ed è quello che farà Maddy che continuerà a vivere per il bene dei suoi figli, pensando al giorno in cui si vendicherà.

Tre video sugli effetti speciali de Il Grande e Potente Oz!

Tre video sugli effetti speciali de Il Grande e Potente Oz!

Dopo il successo al cinema,  Il Grande e potente Oz sta per arrivare anche in homevideo. Negli stati uniti il film di Sam Raimi sarà in vendita dall’11 giugno, mentre in Italia bisognerà aspettare il 26. Intanto sono stati resi disponibili online alcuni filmati riguardanti uno degli aspetti più caratteristici della pellicola, gli effetti speciali, con il commento del  supervisore della Sony Pictures Imageworks, Scott Stokdyk. Ecco i filmati:

Con James Franco, Michelle Williams, Mila Kunis, Rachel Weisz, Abigail Spencer e Zach Braff e diretto da Sam Raimi (Spider-Man). Il Grande e Potente Oz arriva in Italia al cinema a marzo 2013. Quando Oscar Diggs (James Franco), il mago di un piccolo circo, grazie ad un trucchetto di troppo, si ritrova nel fantastico mondo di Oz, dovrà trasformarsi davvero nel grande e potente Mago, oltre che in un uomo migliore.

Vi ricordiamo che potete leggere la nostra recensione qui.

 

Tre uomini e una pecora: recensione del film di Stephan Elliott

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Tre uomini e una pecora: recensione del film di Stephan Elliott

In Tre uomini e una pecora David è un giovane inglese, la sua unica famiglia sono gli amici, Tom, Luke e Graham. Durante una vacanza incontra Mia, sua anima gemella, e decide di sposarla su due piedi. Inutile dire che questa decisione apparentemente avventata, mette nel panico gli amici, specialmente Tom, che si sente messo da parte. Abbandonate però per un attimo le incertezze i quattro partono per l’Australia, dove avverrà il matrimonio, e dove il ragazzo incontrerà per la prima volta la famiglia di Mia. Nessuno però si aspetta quello che sta per succedere, e sicuramente nessuno sa che il padre di Mia è nientemeno che Senatore. Le vicende precipitano e tra gag irreali ed esilaranti il matrimonio si rivelerà trai più divertenti mai visti al cinema.

Chris Marshall è il mattatore della commedia inglese, già visto in veri e propri cult come Love Actually e Un Matrimonio all’Inglese, in questo caso è il Best Man, il testimone dello sposo che manda a monte ogni tentativo dell’amico David, un annacquato Xavier Samuel, di fare bella impressione sull’inquietante suocero. Dopo aver rovinato un funerale (in Funeral Party) Marshall si cimenta con i matrimoni, e dobbiamo dire, lo fa decisamente bene. Pecore violate e spacciatori impazziti saranno gli special guest della cerimonia, oltre ad una mamma ‘stupefacente’, interpretata dall’evergreen Olivia Newton-John, trasgressiva e comicissima nei panni della madre della sposa.

Alla regia di Tre uomini e una pecora c’è un esperto di matrimoni, Stephan Elliott, che dopo Un Matrimonio all’Inglese, ritorna in Italia con una commedia irriverente che fa pensare molto ad Una notte da Leoni ma che, a quanto dichiarato dal regista, era stata scritta almeno 10 anni fa. Tre uomini e una pecora , raccontato con grande brio, riesce anche a offrire uno sguardo diverso al paesaggio australiano, senza mostrarne le canoniche cartoline, ma mettendone in evidenza l’aspetto selvaggio e apparentemente inesplorato. Le gag si susseguono più o meno verosimilmente, regalando ritmo e brio ad una commedia interessante e divertente, che dissacra anche l’inevitabile e scontato happy ending.

Tre uomini e una pecora – Trailer italiano

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Quando il giovane inglese David annuncia che sta per sposarsi con un’australiana, i suoi sciagurati compagni danno un significato completamente nuovo alla frase “nella buona e nella cattiva sorte”! L’ultra-caotico giorno delle nozze mette alla prova il matrimonio tra i due, il rapporto di David con i suoi tre testimoni, e rischia di trasformare quello che dovrebbe essere il più bel giorno della loro vita… nel peggiore di tutti. TRE UOMINI E UNA PECORA è un divertente “scontro di civiltà” tra gli amici di lui e la famiglia di lei perché…il sangue non è acqua!

Regia: Stephan Elliott
Cast: Xavier Samuel, Kris Marshall, Kevin Bishop, Tim Draxl, Olivia Newton-John, Laura Brent, Rebel Wilson, Jonathan Biggins e Steve Le Marquand

Tre uomini e una gamba: 10 cose che non sai sul film

Tre uomini e una gamba: 10 cose che non sai sul film

Tre uomini e una gamba è uno di quei film italiani che riuscito a entrare e rimanere nell’immaginario collettivo per tutti questi anni con le sue battute e con le riflessioni che vengono proposte. Giovani e vecchie generazioni rimangono attratte da questo film e dalle abilità comiche dei protagonisti ed è grazie a loro se conosciamo la cadrega, il Garpez e Ajeje Brazorf, oltre al fatto di aver reso ancora più famosi Sforza a Schillaci. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Tre uomini e una gamba.

Tre uomini e una gamba film

tre uomini e una gamba

1. Viene citato Marrakech Express. Il film di Gabriele Salvatores del 1987, viene citato da Aldo, Giovanni e Giacomo nel momento della partita a calcio in riva. In questo caso, la posta in gioco è la gamba di legno, mentre nel film citato l’obiettivo era conquistare un tubo di scarico.

2. Ci sono riferimenti a tanti film. Tre uomini e una gamba lascia, nel corso del film, una serie di riferimenti a film memoriabili, come Point Break (ovvero le maschere dei presidenti), ma anche ai Jefferson, a Il buono, il brutto e il cattivo, oltre i tanti riferimenti ai loro corti che avevano realizzato molto prima di questo film.

3. È un road movie. Questo film si sviluppa sulle tracce del road movie per come viene generalmente concepito. Ma non è tutto, perché i tre protagonisti, che sono stati anche registi del film insieme a Massimo Venier e che lo hanno anche co-sceneggiato, hanno voluto fare un omaggio ai generi da loro preferiti, come i noir, il neorealismo e il gotico.

Tre uomini e una gamba streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse rivedere questo film o vederlo per la prima è possibile farlo grazie alla sua presenza sulla piattaforma di streaming digitale di Infinity.

Tre uomini e una gamba cast

tre uomini e una gamba

5. Marina Massironi e Giacomo Poretti hanno recitato da divorziati. Durante la realizzazione di Tre uomini e una gamba, i due attori avevano già firmato le carte di divorzio pur rimanendo molto amici tra loro. I due si erano sposati diversi anni prima, verso la fine degli anni ’80, per poi separarsi nel 1994.

6. Un cast fedelissimo. Questo film è stato il primo realizzato dal trio e il cast che ha reso possibile la realizzazione della pellicola è costituito da membri fedeli che seguiranno i tre comici anche nei film successivi. Oltre a Marina Massironi, nei film successivi si ritrovano Augusto Zucchi (il medico)e Mohamed El Sayed (l’ingegnere marocchino).

7. I protagonisti interpretano più personaggi. In questo film, il trio ha fatto in modo di portare sul grande schermo gli sketch che li avevano resi famosi al grande pubblico, come la scena del tram, il conte Dracula e i mafiosi. Dunque, i protagonisti hanno interpretato più personaggi: Aldo ha dato vita anche ad Al, Ajeje Brazorf Dracula, Giovanni a John, Il controllore e Gino, Giacomo a Jack, l’anziano e Michele, mentre Marina a Chiara e Giusy.

Tre uomini e una gamba trama

8. Un road movie italiano. Alla fine di luglio, Aldo, Giovanni e Giacomo si trovano a partire per raggiungere le loro famiglie in Puglia e per celebrare il matrimonio di Giacomo con la terza figlia del del Cavaliere Cecconi, proprietario della ferramenta in cui i tre lavorano e già suocero degli altri due. Tuttavia, il viaggio non va come previsto e una serie di inconvenienti ed imprevisti porteranno i tre a conoscere Chiara, a recuperare una gamba di legno del celebre scultore Garpez e a riflettere sulla loro vita.

Tre uomini e una gamba colonna sonora

9. Musiche dal carattere popolare. La colonna sonora del film si contraddistingue per un insieme di brani diversi stilisticamente, ma tutti dal carattere popolare. Curata parzialmente dai Negrita, la colonna sonora contiene brani come Luci a San Siro di Roberto Vecchioni, Vesti la giubba di Ruggero Leoncavallo, Ho imparato a sognare dei Negrita e Che coss’è l’amor di Vinicio Capossela.

Tre uomini e una gamba frasi

10. Un film fatto di frasi indimenticabili. Tre uomini e una gamba non poteva non essere un film carico di frasi uniche ed inimitabili, tale da rimanere nell’immaginario collettivo per tutti questi anni. Ecco, dunque, qualche esempio:

  • Mattone polacco minimalista di scrittore morto suicida giovanissimo. Copie vendute: due. (Giovanni)
  • “E così domani ti sposi?” “Sì, ma niente di serio.” (Chiara e Giacomo)
  • A volte dorme più lo sveglio che il dormiente. (Aldo)
  • Un latte macchiato tiepido, senza schiuma e con poco caffè… tiepido eh, non freddo! Poi gli chiedi le cose… (Giovanni)
  • Una rondine non vola solo e sempre a primavera. (Aldo)
  • “Cos’è sta roba? Scusate ma… 170 milioni per questa merdina qua? Ma dai, è una follia!” “Macchè follia, che follia! Ma lo sai che questo qui è un Garpez, uno dei più grandi scultori viventi?” “Ma scultore che cosa? Ma guarda che il mio falegname con 30mila lire la fa meglio, vah, non ha neanche le unghie!” (Giovanni e Giacomo)

Fonti: IMDb, Aforismi

Tre sorelle di Enrico Vanzina dal 27 gennaio su Prime Video

Tre sorelle di Enrico Vanzina dal 27 gennaio su Prime Video

Il 27 gennaio esce su Prime Video l’ultimo film di Enrico Vanzina Tre sorelle, una commedia tutta al femminile interpretata da Serena Autieri, Giulia Bevilacqua, Chiara Francini, Rocio Muñoz Morales e Fabio Troiano, con la partecipazione straordinaria di Luca Ward. Il film, prodotto da New International in collaborazione con RTI e Prime Video, è reduce dal successo ottenuto a Capri Hollywood dove è stato proiettato in anteprima, ed è un racconto ironico, tagliente e romantico sulla forza e le fragilità di tre donne che si ritrovano a dover fare i conti con le proprie vite.

Con questo film Enrico Vanzina offre una carrellata di sofisticati ritratti femminili in cui, ancora una volta, riesce a condensare lo spirito dei tempi. Il regista e sceneggiatore costruisce un tenero affresco corale ambientato tra Roma e il Circeo, dove con acume e con la giusta dose di “scorrettezza” racconta, come sempre ha fatto, l’evoluzione della nostra società, tra nevrosi piccolo-borghesi, inquietudini sentimentali, disavventure ed equivoci.

La canzone inedita “Io con me” presente nella colonna sonora del film è stata scritta da Umberto Smaila, Silvio Amato ed Enrico Vanzina, ed è cantata da Annalisa Minetti. Nel film presente anche un altro brano inedito dal titolo “Piccole donne” cantata dal giovane cantautore Guglielmo e scritta dallo stesso Guglielmo Rossi Scota insieme con Casini e Righi. Nel cast, tra gli altri, anche: Nadia Rinaldi, Massimiliano Rosolino, Eleonora Pedron.

La trama

Marina (Serena Autieri), una donna borghese, sposata con un primario di ortopedia, scopre che il marito ha una relazione con il suo assistente. Le crolla addosso il mondo. Le sue certezze borghesi vanno in frantumi. Disperata corre a confidarsi con sua sorella Sabrina(Giulia Bevilacqua), ma trova in lacrime anche lei: è stata lasciata dal marito dopo averlo tradito. Le due sorelle decidono così di trascorrere le vacanze estive insieme nella villa di Marina per trovare un nuovo equilibrio. Insieme a loro parte anche Lorena (Rocio Muñoz Morales), la giovane massaggiatrice di Marina, anche lei alle prese con un dramma sentimentale.  Si aggiungerà poi Caterina (Chiara Francini), la terza sorella.Ad interrompere la serenità di questa vacanza, però, sarà l’arrivo di Antonio (Fabio Troiano), il nuovo vicino di casa che romperà gli equilibri delle tre sorelle…

Note di Regia

Per me, Tre Sorelle ha rappresentato una grande sfida. Era la prima volta che mi trovavo a fare un film tutto “al femminile”, senza l’aiuto di qualche grande comico nazionale.

Si trattava di una commedia romantica e dover affidare la parte di “commedia” ad un cast quasi totalmente femminile rappresentava una grande novità. Alla fine, però, ho ottenuto il risultato che desideravo: avere in scena quattro donne che fanno davvero sorridere e talvolta addirittura ridere. Per riuscirci, ho dedicato molto tempo durante le riprese alla recitazione, per mantenere il “tono” sempre all’altezza delle intenzioni. E siccome le mie attrici erano bravissime hanno seguito la regia con rispetto e talento. Oltre alla commedia c’era il lato sentimentale. Per farlo venire fuori ho puntato tutto sulla sincerità delle interpreti. Ho chiesto loro di pescare nella loro sensibilità per far emergere le emozioni.

Con l’unico attore maschio del film, in un ruolo di uomo spregevole, ho seguito un sistema infallibile: non essere moralista, non metterlo alla gogna. Gli ho chiesto di interpretare il suo personaggio con leggerezza, rispettandone le ragioni anche se negative. È una vecchia regola della Commedia all’italiana. Non demonizzare eticamente i “cattivi”. La usavano Scola, Monicelli, Risi. Funziona ancora. Perché nella vita “anche” le ragioni degli altri esistono. Per quanto riguarda le riprese ho fatto scelte semplici. Nelle commedie il regista deve sparire. E deve curare soprattutto il ritmo. Se si sente la mano “autoriale” la commedia diventa ibrida. Sono molto soddisfatto del risultato finale. Ho fatto il film che volevo. Una commedia “vera”, sincera, che mette buonumore e ogni tanto commuove. Penso che in futuro continuerò a lavorare sull’umorismo delle donne. (Enrico Vanzina)