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Cobain – Montage of Heck al cinema

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Cobain Montage of HeckIl primo documentario interamente autorizzato su Kurt Cobain, il leader dei “Nirvana”, l’artista in grado di cambiare per sempre la scena rock degli anni Novanta e dare vita alla nuova generazione musicale del “grunge”. Il documentario, prodotto dalla figlia di Kurt, Frances Bean Cobain, ci apre l’archivio personale e in gran parte sconosciuto del frontman: arte, parole, musica, fumetti, filmati amatoriali e interviste ai familiari e agli amici più cari. COBAIN MONTAGE OF HECK avvicina il pubblico alla vita, all’arte e all’anima di Kurt, creando un contatto indimenticabile con una figura capace di ispirare una generazione. Primo documentario pienamente autorizzato, il film raccoglie ed elabora lo smisurato archivio di Cobain, passando fra arte, musica (tanto le sue canzoni più famose che incisioni mai ascoltate prima), testi, riprese realizzate in casa, tutto combinato con animazioni e significative interviste di familiari e amici. Dai primi anni ad Aberdeen (Washington), seguendo il suo percorso musicale, lo sguardo del pubblico viene a contatto con la potente e intensa vita di un artista capace di gestire e modellare la propria immagine, anche se consapevole delle pericolose trappole della notorietà. I coetanei di Kurt conosceranno aspetti della sua vita che non hanno mai saputo. Quanti hanno scoperto più recentemente l’uomo e la sua musica, capiranno cosa lo rende un’icona immortale. Proprio come il leggendario cantante dei Nirvana, COBAIN MONTAGE OF HECK è un lavoro autentico, intimo e risoluto, che entrerà nelle teste degli spettatori per rimanerci a lungo anche dopo la fine dei titoli di coda.

Regia di Brett Morgen, leggi la nostra recensione.

Coachella Music Festival 2016: le foto del secondo giorno

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Si è aperto ieri il Coachella Music Festival 2016il famoso evento ormai divenuto trai più importanti al mondo che si tiene ogni anno in California. Ecco le foto del secondo giorno:

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Coachella Music Festival 2016

 

Club Zero: recensione del film con Mia Wasikowska – Cannes 76

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Club Zero: recensione del film con Mia Wasikowska – Cannes 76

Il suo Hotel, nel 2004, era stato molto apprezzato tra i film dell’Un Certain Regard del Festival di Cannes, dove era già passata tre anni prima con Lovely Rita ed è poi tornata con l’Amour Fou del 2014. Ma il vero salto di categoria, Jessica Hausner, l’ha fatto probabilmente con il Little Joe del 2019, finalmente in concorso per la Palma d’Oro, come l’ultimo criticatissimo Club Zero, interpretato da Mia Wasikowska e capace di dividere la critica (ma anche di inserirla di diritto tra gli ‘amici’ della kermesse francese, nonostante la sua partecipazione alla giuria della 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia).

Non si parla del Club Zero

La bionda ed esile protagonista del Jane Eyre di Cary Fukunaga e del Crimson Peak di Guillermo Del Toro stavolta è Miss Novak, insegnante di educazione – o meglio di consapevolezza – alimentare in una esclusivissima scuola privata per giovani talenti. Con cinque dei quali si stabilisce un rapporto particolare, soprattutto quando decidono di passare dalla normale didattica a un programma che piano assume i connotati di una setta nella quale si pratica una pericolosissima quanto radicale riduzione del cibo assunto E’ il misterioso Club Zero, del quale sono all’oscuro tanto gli altri professori quanto i genitori dei ragazzi.

La pratica non rende

Da diversi anni è diventata di dominio comune l’esistenza dei breathariani, o respiriani che dir si voglia, ma averci a che fare non è così semplice (anche per ovvi motivi, vista la difficoltà a sopravvivere in assenza di nutrimento). Ben venga quindi un film che li mette al centro del suo sviluppo, per quanto in maniera sfumata e trasversale e nonostante le critiche di quanti temono pericolose emulazioni e la banalizzazione – o spettacolarizzazione – di una pratica inevitabilmente suicida.

Paure legittime, ma che – come al solito – non cura la censura, in questo caso più teorica che altro, visto che il film è nel concorso del Festival di Cannes 2023 dove potrebbe persino essere uno dei più apprezzati dal Presidente di Giuria Ruben Östlund (The Square, Triangle of Sadness). Meno innovativo e all’avanguardia di molto del cinema del suddetto e di quanto venga presentato, il film ha comunque dei momenti interessanti. Intanto nella rassegna dei motivi per cui un adolescente sano e senziente dovrebbe sentire il bisogno di sottoporsi a un regime alimentare specifico – dalla cura del proprio fisico alla riduzione dell’impatto ambientale fino all’autoaffermazione e alla conquista di un maggior controllo su se stessi – e poi nella rappresentazione del contesto che circonda i soggetti osservati.

Il termine è esageratamente asettico, ma al di là dello spirito con cui si mette in scena una storia di manipolazione e debolezze, i cinque ragazzi dei quali seguiamo il percorso assomigliano molto a delle vere e proprie cavie, tanto sullo schermo quanto nelle intenzioni della regista. Che ce li mostra a scuola, isolarsi dal resto dei compagni, e a casa, sempre più distanti dalla famiglia e tutti uguali nel loro diverso chiudersi a riccio al mondo esterno. Una strategia di difesa orchestrata in maniera subdola dalla ‘santona-nutrizionista’, sorta di vampira abile a sostituirsi ai referenti più naturali per dei ragazzi in crescita e a offrire loro una nuova identità, anche facendo leva sulla loro paura dell’incertezza economica, del futuro e del non esser visti.

Avanguardia, o anticamera del disastro

Temi, questi sì, sui quali alzare il livello di attenzione. Dai quali però la vicenda si allontana, scegliendo la strada di un integralismo di matrice quasi religiosa, forse più riconoscibile dal pubblico. Che probabilmente apprezzerà più della critica una storia sbilanciata ad arte e che manca quasi completamente di controparti – né i genitori né la scuola lo sono, anche per necessità narrative – e di una evoluzione reali. Forse anche per le tentazioni – involontariamente? – umoristiche che, qui e lì, la storia si concede (la prima scena con la cioccolata, lo sguardo sconcertato della cameriera di casa) e per una coerenza di tono che punta su una costante “assenza” – di reazioni, di espressioni, fisica – che ben si adatta alla protagonista, ma allontana i ragazzi.

Eppure sono proprio questi dei piccoli segnali di una generale semplificazione, che se alleggerisce il tema fa sì che manchi un vero coinvolgimento emotivo. E questo nonostante il film, in definitiva, si dimostri in grado di ottenere la fiducia dello spettatore, senza però quasi sapere che farne. La colonna sonora, falsamente monocorde salvo alcuni intermezzi di musica tra il tribale e l’orientale, l’ambientazione minimale, la coerenza stilistica dei personaggi e delle location, la caratterizzazione delle famiglie, seppur ridotta all’essenziale, evidenziano uno studio dettagliato alla radice del progetto. Che fatto salvo lo sgomento per la rivelazione della fede e delle conseguenze di una osservanza cieca e immatura si affida principalmente a Wasikowska – della quale si poteva offrire un lato anche più oscuro – con il risultato di non andare molto al di là degli stereotipi utilizzati nelle premesse.

Club Sandwich recensione del film di Fernando Eimbeke

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Club Sandwich recensione del film di Fernando Eimbeke

Club Sandwich recensione 2 Paloma è una madre single che ha un rapporto molto stretto con il figlio quindicenne Hector, ragazzo timido che sta intraprendendo il classico percorso di maturazione adolescenziale. Il loro legame subirà un cambiamento in seguito all’incontro che il piccolo messicano ha con Jazmin, coetanea decisamente più matura, che cerca di tradurre in fatti i crescenti dubbi di Hector sulla sessualità. I due giovani diventeranno sempre più complici e Paloma vedrà il suo ruolo ridimensionato a “semplice” madre piuttosto che amica e confidente del figlio.

È un film molto essenziale quello girato da Fernando Eimbeke, emergente regista della scuola messicana, che propone alcune sfumature sul rapporto genitore/figlio e richiama più volte gli stilemi tipici del cinema di Sofia Coppola (alcune inquadrature sembrano richiamare Somewhere e lo stesso tema portante di Club Sandwich si può trovare nel film della regista che vinse il Leone d’oro a Venezia).

Club Sandwich recensioneSe la prima parte pare un po’ statica e priva di qualsiasi climax è nel finale che il film dà il meglio di se con la divertente e simbolica sequenza di un gioco di penitenze.

Il regista inserisce i suoi concetti lungo tutta la narrazione attraverso una scrittura molto asciutta e con una conseguente messinscena che porta pochi simbolismi, ma si nutre di molti gesti(anche apparentemente innocui) e silenzi che servono a dare una dimensione più umana e meno cinematografica all’insieme. Una scelta questa che alla fine lascia dei dubbi, risultando a tratti troppo poco particolare e quasi scolastica.

Tra gli attori è da segnalare la prova di un’attrice particolarmente in parte come Maria Renèe Prudencio nel ruolo nella madre che aiuta non poco la pellicola nella sua riuscita finale; la donna è bravissima a scandire le fasi del rapporto con il figlio, dalla complicità iniziale fino all’accettazione di un ruolo secondario all’interno della vita di Hector.

Vincitore del Torino Film Festival, Club Sandwich è un film dal tocco delicato e dall’umorismo fine, ma con una composizione generale troppo semplice per essere elevato a un livello superiore.

Clown: trailer e poster dell’horror prodotto da Eli Roth

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Ecco il trailer e il poster di Clown, l’horror che arriverà nei nostri cinema il prossimo 13 novembre. Prodotto da Eli Roth, il film è diretto da Jon Watts e interpretato da Andy Powers, Laura Allen e Peter Stormare.

Clown è un progetto cominciato per gioco. Fin dai tempi in cui frequentavano la scuola di cinema, il regista Jon Watts e lo sceneggiatore Chris Ford scherzavano sull’idea di fare un film che fosse quanto di più inquietante potessero immaginare: un horror psicologico su un uomo che si trasformava lentamente nel demone di un clown assassino. Ma non avevano mai pensato che ci sarebbe stato davvero qualcuno interessato a produrlo.

ClownNel 2010, qualche giorno dopo Halloween, hanno deciso di testare l’idea pubblicando un finto trailer di Clown sul loro canale YouTube. Watts e Ford apparivano come sceneggiatori del film, la cui regia portava la firma di Eli Roth, che in realtà però non ne sapeva niente. La scelta di inserire nei titoli il regista di Hostel e Cabin Fever aggiungeva credibilità al trailer e dava un’idea dei raccapriccianti colpi di scena che ci sarebbero stati in quel film di fatto inesistente. L’obiettivo era convincere il piccolo gruppo di sostenitori su YouTube che il progetto di Clown fosse reale, ma neanche la vivida immaginazione di Watts e Ford poteva aspirare a quello che è successo dopo.

Il trailer è diventato virale ed è stato ripreso da moltissimi blog horror. Tutti pensavano che fosse vero e chiedevano quando sarebbe uscito. La voce è arrivata in breve a Eli Roth, che li ha contattati personalmente dopo due giorni dalla pubblicazione del trailer. Watts racconta: “La prima cosa che ho detto a Eli è stata ‘Ti prego, non ci fare causa!’ Ma lui si è messo a ridere e ha detto ‘Non voglio farvi causa, ragazzi, voglio produrre il film!’”.

Mentre Roth si occupava dei finanziamenti, Watts e Ford hanno trasformato la loro bozza nella sceneggiatura di un lungometraggio. Invece di seguire la tendenza dell’horror paranormale, Roth ha condiviso l’idea di Ford e Watts: “Clown doveva essere un film ispirato ai classici della Universal degli anni Trenta e ai body horror contemporanei come La mosca di Cronenberg”. Così, una volta scartato lo stereotipo di un “clown killer” si sono concentrati sulla storia del personaggio, un uomo buono che soccombe a un antico demonio. Consapevoli del fatto che di base i clown ispirano paura, volevano andare a fondo su questa percezione e raccontarne il motivo. Hanno così affondato le origini della storia nella leggenda nordica del Cloyne, un demone di montagna dal volto bianco che attirava i bambini nella sua caverna per divorarli.

SINOSSI

Il clown ha dato forfait e la festa per il decimo compleanno di Jack rischia di essere un disastro. Per fortuna Kent, il padre del bambino, trova un vecchio costume da clown e riesce a far tornare il sorriso al piccolo. Finiti i festeggiamenti Kent, esausto, si addormenta con il costume ancora addosso. Il giorno dopo, però, ogni tentativo di togliere trucco, parrucca e costume si rivela inutile: tira, strappa, usa strumenti elettrici, ma non riesce a toglierseli. In un primo momento l’uomo si rassegna a sopportare le strane occhiate della gente mentre va a lavoro vestito da clown; poi qualcosa inizia ad andare storto. Inizia a sentire uno strano cambiamento, è in preda a una fame violenta e incontrollabile e sente il costume fondersi con la sua stessa pelle. Kent, alla ricerca di un modo per liberarsi del costume maledetto, viene a sapere di una terribile leggenda ormai dimenticata. Oggi il clown è un personaggio buffo, ma un tempo il “Cloyne” era un demone che viveva fra i ghiacciai e scendeva nei villaggi per divorare un bambino al mese durante l’inverno. Nessuno si ricorda più del demone, ma quella pelle bianca e quel volto insanguinato sono ancora affamati…

Clown: clip e foto dall’horror prodotto da Eli Roth

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Ecco due clip e delle foto dal film Clown, un progetto horror davver inquietante che porta la firma di Eli Roth, in veste di produttore del film. Ecco di seguito i due filmati in italiano e a seguire le foto da film:

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Clown è un progetto cominciato per gioco. Fin dai tempi in cui frequentavano la scuola di cinema, il regista Jon Watts e lo sceneggiatore Chris Ford scherzavano sull’idea di fare un film che fosse quanto di più inquietante potessero immaginare: un horror psicologico su un uomo che si trasformava lentamente nel demone di un clown assassino. Ma non avevano mai pensato che ci sarebbe stato davvero qualcuno interessato a produrlo.

Clown 5Nel 2010, qualche giorno dopo Halloween, hanno deciso di testare l’idea pubblicando un finto trailer di Clown sul loro canale YouTube. Watts e Ford apparivano come sceneggiatori del film, la cui regia portava la firma di Eli Roth, che in realtà però non ne sapeva niente. La scelta di inserire nei titoli il regista di Hostel e Cabin Fever aggiungeva credibilità al trailer e dava un’idea dei raccapriccianti colpi di scena che ci sarebbero stati in quel film di fatto inesistente. L’obiettivo era convincere il piccolo gruppo di sostenitori su YouTube che il progetto di Clown fosse reale, ma neanche la vivida immaginazione di Watts e Ford poteva aspirare a quello che è successo dopo.

Il trailer è diventato virale ed è stato ripreso da moltissimi blog horror. Tutti pensavano che fosse vero e chiedevano quando sarebbe uscito. La voce è arrivata in breve a Eli Roth, che li ha contattati personalmente dopo due giorni dalla pubblicazione del trailer. Watts racconta: “La prima cosa che ho detto a Eli è stata ‘Ti prego, non ci fare causa!’ Ma lui si è messo a ridere e ha detto ‘Non voglio farvi causa, ragazzi, voglio produrre il film!’”.

Mentre Roth si occupava dei finanziamenti, Watts e Ford hanno trasformato la loro bozza nella sceneggiatura di un lungometraggio. Invece di seguire la tendenza dell’horror paranormale, Roth ha condiviso l’idea di Ford e Watts: “Clown doveva essere un film ispirato ai classici della Universal degli anni Trenta e ai body horror contemporanei come La mosca di Cronenberg”. Così, una volta scartato lo stereotipo di un “clown killer” si sono concentrati sulla storia del personaggio, un uomo buono che soccombe a un antico demonio. Consapevoli del fatto che di base i clown ispirano paura, volevano andare a fondo su questa percezione e raccontarne il motivo. Hanno così affondato le origini della storia nella leggenda nordica del Cloyne, un demone di montagna dal volto bianco che attirava i bambini nella sua caverna per divorarli.

SINOSSI

Clown: censurato il poster italiano

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Clown è un progetto cominciato per gioco. Fin dai tempi in cui frequentavano la scuola di cinema, il regista Jon Watts e lo sceneggiatore Chris Ford scherzavano sull’idea di fare un film che fosse quanto di più inquietante potessero immaginare: un horror psicologico su un uomo che si trasformava lentamente nel demone di un clown assassino. Ma non avevano mai pensato che ci sarebbe stato davvero qualcuno interessato a produrlo.

Nel 2010, qualche giorno dopo Halloween, hanno deciso di testare l’idea pubblicando un finto trailer di Clown sul loro canale YouTube. Watts e Ford apparivano come sceneggiatori del film, la cui regia portava la firma di Eli Roth, che in realtà però non ne sapeva niente. La scelta di inserire nei titoli il regista di Hostel e Cabin Fever aggiungeva credibilità al trailer e dava un’idea dei raccapriccianti colpi di scena che ci sarebbero stati in quel film di fatto inesistente. L’obiettivo era convincere il piccolo gruppo di sostenitori su YouTube che il progetto di Clown fosse reale, ma neanche la vivida immaginazione di Watts e Ford poteva aspirare a quello che è successo dopo.

Il trailer è diventato virale ed è stato ripreso da moltissimi blog horror. Tutti pensavano che fosse vero e chiedevano quando sarebbe uscito. La voce è arrivata in breve a Eli Roth, che li ha contattati personalmente dopo due giorni dalla pubblicazione del trailer. Watts racconta: “La prima cosa che ho detto a Eli è stata ‘Ti prego, non ci fare causa!’ Ma lui si è messo a ridere e ha detto ‘Non voglio farvi causa, ragazzi, voglio produrre il film!’”.

Mentre Roth si occupava dei finanziamenti, Watts e Ford hanno trasformato la loro bozza nella sceneggiatura di un lungometraggio. Invece di seguire la tendenza dell’horror paranormale, Roth ha condiviso l’idea di Ford e Watts: Clown doveva essere un film ispirato ai classici della Universal degli anni Trenta e ai body horror contemporanei come La mosca di Cronenberg”. Così, una volta scartato lo stereotipo di un “clown killer” si sono concentrati sulla storia del personaggio, un uomo buono che soccombe a un antico demonio. Consapevoli del fatto che di base i clown ispirano paura, volevano andare a fondo su questa percezione e raccontarne il motivo. Hanno così affondato le origini della storia nella leggenda nordica del Cloyne, un demone di montagna dal volto bianco che attirava i bambini nella sua caverna per divorarli.

Clown - Poster Versione Censurata Clown

Clown assassino nel Trailer Originale di Stitches

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Uscirà nelle sale americane il 1 aprile 2013 la nuova horror commedy Stitches, diretta da Conor McMahon e remake apocrifo della pellicola omonima del 2001 dai toni sicuramente più seriosi.

La vicenda racconta di un clown che dopo essere rimasto ucciso in un tragico incidente ad un party per bambini, ritorna anni dopo assetato di vedetta contro i responsabili della sua dipartita, ora diventati teenager ribelli e alcolizzati, in una festa di sangue e risate. Il film, co-sceneggiato da McMahon assieme a David O’Brien, si avvale di un cast di giovani talenti emergenti, tra cui Tommy Knight, Ross Noble, Gemma-Leah Devereux, Eoghan McQuinn e Lorna Dempsey. Il tono della pellicola si rennuncia sicuramente molto scanzonato e irriverente, senza però disdegnare sani momenti di horror puro. Attendiamo una distribuzione internazionale. Qui sotto il poster ufficiale.


Stitchesposter

Cloverfield: trailer del sequel prodotto in gran segreto da J.J. Abrams

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La notizia ha dell’incredibile, eppure è vera: esiste un sequel di Cloverfield, la pellicola sci-fi girata con la tecnica del found footage e diretta da Matt Reeves nel 2008. Il sequel è stato girato in gran segreto da Dan Trachtenberg e prodotto ancora una volta dalla Bad Robot di J.J. Abrams.

Il titolo del seguito è 10 Cloverfield Lane e il primo trailer ufficiale verrà allegato alle copie statunitensi del nuovo film di Michael Bay, 13 Hours.

Di seguito potete vederne una versione bootleg:

Come riportato da Collider, il film era in lavorazione da diversi anni sotto falso nome (prima Valencia e poi The Cellar). Nel cast figurano John Goodman, Mary Elizabeth Winstead e John Gallagher, Jr. La pellicola uscirà il prossimo 11 marzo 2016.

A proposito del progetto, J.J. Abrams ha dichiarato: “L’idea ci è venuta in mente un bel po’ di tempo fa durante la produzione. Eravamo decisi a dargli un legame di sangue con Cloverfield. L’idea si è sviluppata nel tempo. Volevamo aspettare il più possibile prima di svelare il titolo del film”.

Cloverfield: al via l’Universo Condiviso, God Particle sarà il terzo film

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Arriva da The Wrap la notizia esclusiva che la Paramount è a lavoro sullo sviluppo di un vero e proprio universo condiviso incentrato su Cloverfield, il monster movie del 2008 diretto da Matt Reeves e prodotto da JJ Abrams.

Dopo 10 Cloverfield Lane uscito quest’anno, i piani della grande major sarebbero quelli di far uscire un film “consaguigneo” di Cloverfield ogni anno. Il terzo in ordine cronologico sarà l’annunciato God Particle, prodotto nuovamente dalla Bad Robots di Abrams.

Nel film reciteranno anche Daniel Bruhl (Captain America Civil War), John Krasinski (13 Hours), David Oyelowo (Selma), Elizabeth Debicki (Operazione UNCLE) e Gugu Mbatha-Raw (La Ragazza del Dipinto).

God Particle arriverà nelle sale il 24 febbraio 2017.

Cloverfield: in sviluppo un Universo Condiviso, God Particle sarà il terzo film

God Particle racconta di una stazione spaziale americana che, dopo un incidente con un acceleratore di particelle, scopre che la Terra è sparita del tutto. Quando scoprono la presenza di un’altra stazione spaziale in prossimità, le cose cominciano a diventare sempre più strane.

In fisica la Particella di Dio, da cui il titolo del film God Particle, è il bosone di Higgs, un bosone elementare, massivo e scalare che gioca un ruolo fondamentale all’interno del Modello standard. Venne teorizzato nel 1964 e rilevato per la prima volta nel 2012 negli esperimenti ATLAS e CMS, condotti con l’acceleratore LHC del CERN.

La sua importanza è quella di essere la particella associata al campo di Higgs, che secondo la teoria permea l’universo conferendo la massa alle particelle elementari. Inoltre la sua esistenza garantisce la consistenza del Modello standard, che senza di esso porterebbe a un calcolo di probabilità maggiore di uno per alcuni processi fisici.

Il film sarà diretto da Julius Onah e basato su una sceneggiatura riscritta da Doug Jung.

Fonte: The Wrap

Cloverfield 3: per JJ Abrams esiste una storia da raccontare

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Cloverfield 3: per JJ Abrams esiste una storia da raccontare

La Paramount Pictures distribuirà a breve 10 Cloverfield Lane, sequel del film del 2008 e girato in gran segreto. Adesso però sembra che, dopo i misteri e i silenzi dietro questo secondo capitolo, Cloverfield 3 sia stato già annunciato e confermato da JJ Abrams.

Entertainment Weekly ha chiesto al diretto interessato se questo secondo capitolo porterà a Cloverfield 3 e Abrams ha risposto: “Penso che sarebbe presuntuoso, perché stiamo parlando di questo film e paragonarlo a Cloverfield sarebbe troppo, ma mentire se negassi che ho in mente dell’altro. Se saremo abbastanza fortunati da farlo, sarebbe davvero bello connettere le storie”. Il regista ha poi aggiunto che esiste un concept più largo da mettere in scena: “Questo è solo un film e stiamo parlando solo di due film al momento, C’è qualcos’altro che ci piacerebbe fare, e con un po’ di fortuna lo faremo.”

10 Cloverfield Lane è stato girato in gran segreto da Dan Trachtenberg e prodotto ancora una volta dalla Bad Robot di J.J. Abrams.

Il film era in lavorazione da diversi anni sotto falso nome (prima Valencia e poi The Cellar). Nel cast figurano John Goodman, Mary Elizabeth Winstead e John Gallagher, Jr. La pellicola uscirà il prossimo 11 marzo 2016.

A proposito del progetto, J.J. Abrams ha dichiarato: “L’idea ci è venuta in mente un bel po’ di tempo fa durante la produzione. Eravamo decisi a dargli un legame di sangue con Cloverfield. L’idea si è sviluppata nel tempo. Volevamo aspettare il più possibile prima di svelare il titolo del film”.

Fonte: CS

Cloverfield 2: conferma, trama e tutto quello che sappiamo

Cloverfield 2: conferma, trama e tutto quello che sappiamo

Cloverfield 2 è il sequel di Cloverfield del 2008 e, a differenza di 10 Cloverfield Lane e The Cloverfield Paradox, sarà il diretto seguito del film originale nella stessa linea temporale. Diretto da Matt Reeves e prodotto da J.J. Abrams, Cloverfield ha ridefinito il genere del found footage nel 2008, quando il film di fantascienza ha dimostrato che gli alieni delle dimensioni di Kaiju sono perfetti per questo mezzo. In seguito sono arrivati due sequel che hanno completato la trilogia Cloverfield: 10 Cloverfield Lane del 2016 e The Cloverfield Paradox del 2018, anche se non erano direttamente collegati all’originale.

Cloverfield 2 è stato annunciato dalla Paramount come il primo vero sequel del film originale Cloverfield, e l’attesa è già alta. Il quarto film della serie Cloverfield è stato confermato nel 2018 e, sebbene lo sviluppo sia stato lento, è ancora in corso e l’uscita di Cloverfield 2 sembra finalmente a portata di mano. L’ultimo film di Cloverfield è particolarmente atteso perché è la prima volta che la serie torna alla timeline del film originale dal 2008.

Ultime notizie su Cloverfield 2

Un aggiornamento interessante da un potenziale regista

Sebbene non si sappia quasi nulla sul sequel in arrivo, l’ultimo aggiornamento è un intrigante teaser di Cloverfield 2 da parte di un potenziale regista. Si vocifera che Babak Anvari sarà alla regia del sequel, ed è apparso al SXSW 2025 per promuovere il film Hallow Road.

Durante il festival, Anvari ha parlato con ScreenRant del suo coinvolgimento in Cloverfield 2, dando una risposta scherzosamente evasiva. “Se te lo dicessi, potrei essere [ucciso] dai cecchini”, ha scherzato, prima di aggiungere “purtroppo non posso divulgare nulla”. Questo livello di segretezza è interessante e se Anvari non fosse coinvolto probabilmente lo avrebbe detto.

Leggi qui il commento completo di Anvari:

Se ve lo dicessi, potrei essere [ucciso] dai cecchini. Sono tutti lì. Quindi, purtroppo, non posso divulgare nulla. [Qual è il mio rapporto con Cloverfield?] Ho adorato il primo film. L’ho visto due volte al cinema ed era fantastico. Adoro la tensione, quindi è un film molto stressante da guardare, e questo mi piace molto.

Cloverfield 2 è confermato

Il vero sequel di Cloverfield è in arrivo

Cloverfield 2 è stato annunciato dalla Paramount nel 2018 ed è stato confermato come vero sequel del film del 2008 Cloverfield. Sebbene l’originale sia stato seguito da 10 Cloverfield Lane e The Cloverfield Paradox a formare la trilogia Cloverfield, i collegamenti tra i film sono vaghi. Cloverfield 2 sarà il sequel diretto dell’originale Cloverfield, anche se non sarà un altro film found footage. Nel 2021 è stato annunciato che Joe Barton ha scritto la sceneggiatura e Babak Anvari dirigerà Cloverfield 2, con Matt Reeves e J.J. Abrams come produttori.

The Cloverfield Paradox ha debuttato il 4 febbraio 2018.

Dettagli sul cast di Cloverfield 2

Il cast di Cloverfield 2 è ancora sconosciuto ed è improbabile che includa membri del cast del film del 2008, poiché è implicito che nessuno di loro sia riuscito a fuggire da New York quando è arrivato il mostro Cloverfield. Tuttavia, dato che il franchise fa uso di universi alternativi e linee temporali diverse, è possibile che alcuni membri del cast di 10 Cloverfield Lane o The Cloverfield Paradox potrebbero apparire nei panni dei loro personaggi che esistono nel mondo dell’originale del 2008.

Ciò significa che Mary Elizabeth Winstead (Scott Pilgrim vs. The World) o John Goodman (The Righteous Gemstones) potrebbero apparire in Cloverfield 2 nei panni di Michelle o Howard. Inoltre, potrebbero essere presenti una versione alternativa di Shmidt o Ava, interpretati da Daniel Brühl (Captain America: The Winter Soldier) e Gugu Mbatha-Raw (Surface), per collegare Cloverfield 2 a The Cloverfield Paradox e al franchise più ampio.

Dettagli sulla trama di Cloverfield 2

La Paramount non ha ancora rivelato alcun dettaglio specifico sulla trama di Cloverfield 2. Tuttavia, il produttore di Cloverfield 2 e regista dell’originale, Matt Reeves, ha fornito alcuni potenziali indizi sulla trama. Reeves ha accennato al fatto che la trama del prossimo film di Cloverfield potrebbe coinvolgere un virus. Non è stato ancora reso ufficiale nulla, ma oltre a questo Cloverfield 2 sarà ambientato dopo gli eventi di Cloverfield, nella stessa linea temporale del film del 2008, e non in una realtà o linea temporale diversa come 10 Cloverfield Lane o The Cloverfield Paradox.

Non è chiaro come questo altererà il suddetto paradosso visto nel film del 2018, dato che l’esperimento energetico ha essenzialmente alterato l’idea di tempo e spazio lineari. Quella comoda struttura per spiegare la trilogia di film disparati di Cloverfield non deve necessariamente influenzare la trama di Cloverfield 2, soprattutto perché le conseguenze degli eventi del primo film lascerebbero sicuramente spazio a ulteriori sviluppi narrativi.

Clouds of Sils Maria: trailer del film con Juliette Binoche e Kristen Stewart

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Clouds of Sils Maria

E’ online il trailer internazionale di Clouds of Sils Maria, opera dello sceneggiatore e regista francese Olivier Assayas.

Il film è al momento in competizione alla 67esima edizione del Festival di Cannes: sfilerà oggi sulla croisette il cast costituito da Juliette Binoche, Kristen Stewart, Chloe Grace Moretz, Angela Winkler, Johnny Flynn e Lars Eidinger.

La trama di Clouds of Sils Maria vede protagonista un’attrice al culmine della sua carriera internazionale, Maria Enders (Binoche) alla quale viene chiesto di esibirsi nuovamente nella piéce teatrale che l’ha resa famosa venti anni prima. Mentre all’epoca la donna ha interpretato il ruolo di Sigrid, una giovane ragazza seducente che disarma e alla fine spinge il suo capo Helena al suicidio, il ruolo di Sigrid viene invece questa volta assegnato alla giovanissima Jo-Ann Ellis (Moretz). A Maria viene chiesto di interpretare il ruolo della più vecchia Helena, ritrovandosi come dall’altra parte di uno specchio. A causa di tutto ciò Maria decide di ritirarsi assieme alla sua assistente e amica Valentine (Stewart) nella città svizzera di Sils Maria, in una remota regione delle Alpi.

Il regista del film, Olivier Assayas, è già stato reso molto noto alla critica da Qualcosa nell’aria, pellicola che ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura alla 69esima Mostra del Cinema di Venezia nel 2012.

Clouds of Sils Maria uscirà nelle sale francesi il 20 agosto 2014.

Fonte: Comingsoon

Cloud Atlas:prima clip!

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Nell’attesa che Cloud Atlas, nuovo ambizioso progetto dei fratelli Wachowski e di Tom Tykwer, arrivi finalmente in sala, ecco una prima interessante clip dal film dedicata al personaggio di Tom Hanks: avvertiamo però che la clip contiene uno spoiler non indifferente, anche se probabilmente non capace di compromettere il valore di una pellicola che intreccia un numero elevatissimo di storie e personaggi.

Oltre a Tom Hanks, nel cast troviamo anche Ben Wishaw, Jim Sturgess, Halle Berry e Jim Broadment.

Potete vedere la clip qui sotto:

 

fonte: badtaste.it

Cloud Atlas: una clip italiana di cinque minuti

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Cloud Atlas: una clip italiana di cinque minuti

Negli Stati Uniti è uscito al cinema in questi giorni, mentre noi dovremo aspettare ancora qualche mese. Intanto ecco una bellissima clip di cinque minuti di Cloud Atlas,

Cloud Atlas: tantissime nuove foto

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Cloud Atlas: tantissime nuove foto

Ecco a seguire una valanga di foto del film Cloud Atlas, attesissima opera cinematografica tratta da L’atlante delle nuvole di David Mitchell e diretto da Andy

Cloud Atlas: recensione del film dei Wachowski e Tom Tykwer

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Cloud Atlas: recensione del film dei Wachowski e Tom Tykwer

Con Cloud Atlas – L’Atlante delle Nuvole, lo scrittore David Mitchell ha realizzato una vera e proprio Odissea moderna, che parte dal ‘600 per arrivare in un fantomatico tempo post-apocalittico in cui l’uomo è regredito allo stato di pastore, come conseguenza dell’avidità di pochi. Adesso questo grandissimo ed affascinante romanzo è diventato un film, adattato per lo schermo e diretto a sei mani da Lana Wachowski, Tom Tykwer e Andy Wachowski.

Cloud Atlas, la trama

Lo straordinario apparato narrativo di Mitchell diventa, nelle mani dei registi, un alternarsi rapido e serrato di tempi storici, momenti drammatici e esilaranti, storie, passioni, amori, dolori e viaggi. E’ molto difficile sintetizzare la trama del film (e del libro), per cui basterà dire che la storia segue la parabola discendente della storia umana attraverso sei storie ambientate in periodi storici diversi e tra di loro connesse in maniera più o meno diretta, riprendendo con grande omogeneità di stili e temi, il tema fondamentale del film: la connessione tra ogni essere vivente attraverso le conseguenze delle nostre azioni. Proprio in questo nodo sta la fondamentale differenza del film dal romanzo, poiché nel secondo quello che sembra essere il tema portante è semplicemente l’uomo e la sua brama di attraversare la storia, legandosi poi inevitabilmente a quelli che gli sono intorno.

La grande pecca del film è però quella di lasciar andare con troppa facilità la peculiarità del romanzo di partenza, ovvero il diverso stile con cui viene raccontata ogni singola storia. In Cloud Atlas, l’unica cosa a cambiare è l’ambientazione e i personaggi, ma mai lo stile della regia, che rimane omogeneo e unificante.

Cloud Atlas l’uomo al centro della narrazione

Cloud Atlas si fregia di un cast artistico di prima grandezza, che vede i tanti attori impegnati in vesti diverse a seconda dell’epoca che viene raccontata, e così Tom Hanks può essere un pastore valligero o uno scienziato che lavora in una centrale nucleare, e Halle Barry passa con disinvoltura dalla giornalista al medico secessionista che aiuta dei ribelli a scappare in un lontano futuro. Si uniscono al cast anche Jim Broadbent, il fedele Hugo Weaving che per i Wachowski è sempre pronto ad indossare le sue varie e superbe maschere da cattivo, Jim Sturgess, Doona Bae, Ben Whishaw, James D’Arcy e in piccoli ruoli anche Susan Sarandon e Hugh Grant.

Cloud AtlasLa scelta di trasformare gli attori e di adattarli alle varie storie si sposa alla perfezione con l’idea di base del film, che vuole connesso tutto l’universo tramite le azioni umane, e così quella coppia che in una storia non ha potuto godere della felicità, si ritroverà in un’altra epoca, in un altro mondo a ricongiungere quei fili destinati a legarsi. Sono diverse le scene in cui si sente in maniera preponderante la mano registica dei Wachowski, ma è altrettanto vero che tutto il film non mostra tutta la spettacolarità promessa dal trailer e soprattutto dai nomi coinvolti. Il vero punto di forza del film è che nonostante i viaggi e le avventure che vengono raccontate, il nucleo di tutto è semplicemente l’uomo, con le sue imperfezioni e le sue paure, con la sua immortalità che si rivela nella conseguenza delle proprie azioni e con la sua straordinaria e imperitura capacità di amare.

L’intimità di Cloud Atlas travalica ogni aspettativa, raggiunge le viscere e corona un grande film.

Cloud Atlas: nuovo trailer

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Alla vigilia della presentazione di Cloud Atlas al Toronto Film Festival, ecco un nuovo trailer di due minuti circa del nuovo e atteso film dei fratelli Wachowski insieme a Tom Tykwer.

Cloud Atlas: nuovi spot del film

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Ecco uno spot televisivo e uno spot esteso di 1 minuto di Cloud Atlas, il prossimo film evento diretto da Andy e Lana Wachowski insieme al regista di Profumo – storia di un

Cloud Atlas: nuova featurette con gli attori

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Cloud Atlas: nuova featurette con gli attori

Ecco una featurette di Cloud Atlas, in cui gli attori del film, Tom Hanks, Halle Berry, Susan Sarandon, Keith David, Ben Whishaw, Hugh Grant e Jim

Cloud Atlas: intervista a Lana e Andy Wachowski

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Lana-e-Andy-Wachowski-Cloud-AtlasIntervista a Lana e Andy Wachowski, autori di Cloud Atlas, una storia ambizione e spettacolare che copre l’arco di cinque secoli e affronta quelle domande sulla vita

Cloud Atlas: gli autori parlando del film!

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Cloud Atlas: gli autori parlando del film!

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Gli autori di Cloud Atlas al confronto in una splendida featurette. Nel filmato  e  discutono insieme all’autore del romanzo

Cloud Atlas: finalmente foto dal set!

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Cloud Atlas: finalmente foto dal set!

Arrivano finalmente le prime foto dal set di Cloud Atlas, l’attesissimo film diretto dai fratelli Andy e Lana Wachowski (Matrix) e Tom Tykwer (Lola Corre, Profumo) tratto da un romanzo peculiare come L’Atlante dei Mondi. 

Cloud Atlas: featurette del film

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Cloud Atlas: featurette del film

Ecco una featurette di Cloud Atlas, l’atteso film diretto da Andy e Lana Wachowski e Tom Tykwer.

Nel video i registi ci spiegano come il romanzo di partenza di David Mitchell

Cloud Atlas: ecco Tom Hanks!

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Dopo le foto di prima ecco arrivare altre foto che ritraggono Tom Hanks, Halle Berry e Hugo Weaving sul set mentre girano! 

Cloud Atlas: altra featuretta di 13 minuti!

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Ecco un extensive inside look a Cloud Atlas, un film che quando più si svela, tanto più risulta enigmatico agli occhi degli spettatori.

Il film si inserisce in

Cloud Atlas dei Fratelli Wachowski: Trailer e Foto ufficiali!

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L’attesa per i fan dei Wachowski è finita, finalmente iniziano ad uscire materiali ufficiali sull’atteso Cloud Atlas, nuovo film scritto e co-diretto assieme a Tom Tykwer. Ecco tantissime foto del film e il primo trailer. 

Cloud Atlas alla View Conference 2012!

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Siamo orgogliosi di annunciare che quest’anno VIEW Conference ospiterà la presentazione del tanto atteso “Cloud Atlas”, il film epico scritto e diretto da Tom Tykwer insieme con Andy e Lana Wachowski.

Clotilde Esposito: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Clotilde Esposito: 10 cose che forse non sai sull’attrice

La giovane Clotilde Esposito vanta ad oggi una carriera prevalentemente televisiva, con titoli grazie ai quali si è costruita una buona reputazione di interprete capace di passare con naturalezza da toni drammatici ad altri più spensierati. Ad averla resa una delle interpreti da tenere d’occhio per il futuro ci ha però pensato la popolare serie Mare fuori, dove Esposito stagione dopo stagione ha dato continua prova del proprio talento.

Clotilde Esposito: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. L’esordio in televisione per Esposito avviene nel 2012 con la partecipazione alla soap opera Un posto al sole. Successivamente recita nella miniserie Pupetta – Il coraggio e la passione (2013), dove interpreta la protagonista da giovane, nella serie Sotto copertura (2015) e nella serie Furore – Il vento della speranza (2014-2017), dove è la co-protagonista Giuseppina Fiore. Dal 2020 recita invece nella popolare serie Rai Mare fuori, condividendo la scena con gli attori Massimiliano Caiazzo, Nicolas Maupas, Giacomo Giorgio, Artem e Matteo Paolillo.

2. Ha recitato in un film. Ad oggi Esposito ha preso parte ad un solo film per il cinema. Si tratta di Milionari, diretto nel 2014 da Alessandro Piva, tratto dal romanzo “I milionari” scritto da Luigi Alberto Cannavale e Giacomo Gensini e ispirato alle vicende di un clan criminale napoletano. In questo film l’attrice interpreta la versione di Rosaria, che da adulta è poi interpretata dall’attrice Valentina Lodovini. Nel film recitano anche Carmine Recano, Francesco Scianna e Francesco Di Leva.

Clotilde Esposito in Mare fuori

3. È una delle protagoniste della serie. In Mare fuori Esposito interpreta Silvia Scacco, un’adolescente civettuola e piacente che ha fatto della seduzione la sua arma principale, seguendo i consigli della madre. Cresciuta con il mito dei soldi e della vita facile, si ritrova a finire in carcere dopo essere stata incastrata da quello che credeva il suo amore. All’interno dell’IPM sviluppa poi ottimi rapporti di amicizia con la maggior parte delle detenute, per le quali si dimostra sempre di grande supporto quando queste ne hanno bisogno, senza dimenticarsi però delle proprie ambizioni.

Clotilde Esposito Mare fuori

4. Non si ritrova nel proprio personaggio. Parlando di Silvia, l’attrice ha raccontato di aver fatto abbastanza fatica a calarsi nei suoi panni per la serie Mare fuori, non condividendo poi molto con lei e ritenendosi anzi all’estremo opposto. Con il tempo, tuttavia, Esposito ha imparato a comprendere Silvia e a scoprirsi profondamente affascinata dal suo modo di essere, di vivere la vita, dal suo senso di libertà e dalla sua energia. Una volta compreso ciò, ha trovato la giusta chiave per interpretarla.

Clotilde Esposito in Sotto copertura

5. Ha preso parte alla serie poliziesca. Nel 2015 Esposito recita con il ruolo di Giuliana Simeone nella prima stagione della serie Sotto copertura. In essa si racconta l’attività investigativa che porta all’arresto del capo del Clan dei Casalesi Antonio Iovine per mano del commissario Michele Romano (ispirato alla figura di Vittorio Pisani), capo della squadra mobile di Napoli, aiutato dal suo gruppo composto da Rosanna Croce, Arturo De Luca, Salvo Izzo e Carlo Caputo.

Clotilde Esposito in Un posto al sole

6. Ha avuto un ruolo nella celebre soap opera.  Dopo aver iniziato a studiare recitazione presso la Scuola di Cinema Teatro e Danza “La Ribalta” di Castellammare di Stabia, nel 2012, in quello stesso anno Esposito ha ottenuto un primo ruolo da attrice, ovvero quello dell’adolescente Greta Fournier nella celebre soap opera Un posto al sole. Pur essendo un ruolo piccolo, ha permesso a Esposito di iniziare il proprio percorso artistico, facendosi notare e ottenendo una prima notorietà.

Clotilde Esposito: Maria Esposito è sua sorella?

7. Non è la sorella della sua collega di set. A partire dalla seconda stagione di Mare fuori si è unita al cast anche l’attrice Maria Esposito, fattasi subito notare per il ruolo di Rosa Ricci. Data anche una certa somiglianza che intercorre tra Maria e Clotile, i fan hanno iniziato a supporre che quel cognome in comune indicasse che le due sono sorelle. In realtà, come rivelato, non c’è alcun legame di parentela tra di loro e il loro ugual cognome è solamente una coincidenza. Esposito è infatti, come noto, un cognome estremamente diffuso in Campania.

Clotilde Esposito Maria Esposito Mare fuori

Clotilde Esposito è su Instagram

8. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguita da 567 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 400 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Clotile Esposito: chi è il suo fidanzato?

9. È molto riservata. L’attrice ha sempre dimostrato di voler mantenere una certa separazione tra la propria vita lavorativa e quella personale. Ha dunque evitato di condividere particolari dettagli su di essa e pertanto ad oggi non è noto, ad esempio, se abbia un fidanzato o no. Si tratta di un aspetto della sua vita privata che comprensibilmente – e giustamente – Esposito preferisce non far sapere, limitando ciò che si sa di lei alla sola sfera lavorativa.

Clotilde Esposito: età, altezza e origini dell’attrice

10. Clotilde Esposito è nata il 20 aprile del 1997 a Napoli. L’attrice è alta complessivamente 1,65 metri.

Fonti: Wikipedia, Instagram, ETalenta, Elle

Close: trailer del film di Lukas Dhont

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Close: trailer del film di Lukas Dhont

Guarda il trailer ufficiali del film Close di Lukas Dhont, che arriverà al cinema dal 4 gennaio 2023 distribuito da Lucky Red.

Presentato in concorso al 75° Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria, e nella sezione della Festa del Cinema di Roma Alice nelle città, il film ha ricevuto anche quattro candidature agli European Film Awards 2022 (Miglior regista, Miglior attore, Miglior sceneggiatore e Miglior film europeo).

Dopo l’acclamato esordio con Girl (2018), selezionato per rappresentare il Belgio ai premi Oscar 2019 e insignito del premio Camera d’Or al 71° Festival di Cannes, il regista fiammingo Lukas Dhont torna al cinema con una profonda storia di amicizia e sulla ricerca dell’identità, raccontata attraverso il legame tra due ragazzi di 13 anni, Léo e Rémy, uniti da un affetto fraterno. Un evento inaspettato cambierà per sempre le loro vite, mettendo in discussione il loro legame. Close è un profondo e toccante coming of age, una storia di formazione che racconta il delicato passaggio dall’infanzia all’adolescenza, interpretata con grazia e naturalezza dai due giovani protagonisti.

Un giorno sono andato a visitare la mia vecchia scuola elementare” – ha dichiarato il regista Lukas Dhont – “I ricordi sono tornati alla mente, facendo riemergere quel tempo in cui era davvero difficile essere me stesso, senza filtri. I ragazzi si comportavano in un modo, le ragazze in un altro, mi sono sempre sentito come se non appartenessi a nessun gruppo. Essere intimo con un altro ragazzo sembrava solo confermare le supposizioni che altri avevano sulla mia identità sessuale. Ho cercato di fare ordine tra questi sentimenti, mettendo qualche parola nero su bianco: amicizia, intimità, paura, mascolinità… e ne è emerso Close”.