Natale si avvicina e, con le festività, è
sempre più prossima anche l’uscita nelle sale cinematografiche di
Piovono Polpette 2, pronto a divertire il
pubblico più giovane. Intanto sono stati pubblicati i characher
poster ufficiali del film.
Tra i personaggi ecco apparire sui poster l’ex
agente di polizia Earl, il protagonista Flint Lockwood, l’ex
cameraman Manny, la meteorologa televisiva Sam Sparks e il padre di
Flint, Tim. Ecco i personaggi nei rispettivi character poster:
Piovono Polpette 2 – La rivincita
degli avanzi, ricomincia proprio da dove era
terminata la precedente commedia campione d’incassi della Sony
Pictures Animation. La genialità dell’inventore Flint Lockwood
viene finalmente riconosciuta grazie all’invito del suo idolo,
Chester V, ad entrare a far parte della The Live Corp Company, che
riunisce i migliori e più brillanti inventori del mondo, impegnati
a creare tecnologie per il miglioramento della razza umana. Il
braccio destro di Chester, oltre che una delle sue più riuscite
invenzioni, è Barb, un orango altamente evoluto dotato di un
cervello umano, che è anche ambiguo, manipolativo e che adora
mettersi il rossetto. Essere riconosciuto come un grande inventore,
è sempre stato il sogno di Flint. Tutto cambia però quando scopre
che la sua invenzione più famosa (una macchina che trasforma
l’acqua in cibo), è ancora operativa e che attualmente sta creando
dei cibo-animali ibridi — gli “Animacibi!” Con il destino
dell’umanità nelle sue mani, Chester si unisce a Flint ed i suoi
amici in una missione delicata e pericolosa, combattendo contro
famelici Tacodrilli, Orangamberi, Torte a Sonagli, Spiderburgher ed
altri Animacibi, per salvare nuovamente il mondo!
Primo trailer per Nurse
3D, thriller diretto da Douglas
Aarniokoski, regista di The Day.
La protagonista è Paz de la Huerta, vista
in Boardwalk Empire, nei panni di
Abby Russell, amorevole infermiera di giorno e seducente assassina
di notte. Katrina Bowden è la
co-protagonista nei panni della nuova collega di Abby, che pian
piano inizierà a sospettare dell’infermiera.
Ecco il trailer:
Nurse 3D uscirà nelle
sale americane il 7 febbraio. Questa la sinossi ufficiale:
Paz de la Huerta (in tv la serie HBO Boardwalk
Empire) trasforma il suo seducente corpo in una trappola letale in
questa storia perfidamente divertente di un’attrazione fatale. Di
giorno l’infermiera Abby Russell (de la Huerta) assiste
amorevolmente i pazienti presso l’All Saints Memorial Hospital, di
notte Abby si aggira per discoteche attirando uomini infedeli in
relazioni pericolose. Dopo che Danni, una giovane e sensibile
infermiera, si unisce al personale dell’ospedale Abby decide di
conquistare la sua amicizia, ma quando l’amicizia va oltre e si
trasforma in ossessione Danni respinge Abby, scatenando la sua
terrificante furia.
Sono disponibili nuovi interessanti contenuti di
47 Ronin, che vede
protagonista assoluto l’attore Keanu Reeves.
Il film racconta la storia di Kai, che decide di unirsi ad un
gruppo di rōnin comandato da Kuranosuke Oishi, che
cercano vendetta su Lord Kira dopo che questi ha ucciso il loro
signore e bandito il gruppo. Per restituire l’onore al loro feudo e
al loro signore, i guerrieri si troveranno ad affrontare delle dure
prove, che porteranno alla sconfitta di numerosi guerrieri.
Ecco due nuove clip e, a seguire, 2 spot tv del film:
Il cast di 47Ronin, che arriverà in Italia il 14
Gennaio 2013 comprende anche Rinko Kikuchi, Hiroyuki
Sanada,Cary-Hiroyuki Tagawa,Tadanobu Asano,Rick
Genest. La pellicola scritta dal duo di
autori Chris Morgan(Fast ann Furious
6 e Wanted)
e Walter Hamada è prodotta
da H2F Entertainment, Mid Atlantic Films,
Moving Picture Compan, e Stuber
Productions, mentre a distribuirla in gran parte
dell’occidente c’è la Universal Pictures.
Dalla metà di giugno sono iniziate le riprese,
al ComicOn era arrivato il primo teaser trailer. Ora il film
dedicato ha Veronica Mars ha anche una
data di uscita. 14 marzo 2014, questo il
giorno deciso dalla Warner Bros per l’uscita del film, in un
numero selezionato di città.
Il film, dedicato al personaggio
di Veronica Mars, vedrà sul
grande schermo Kristen
Bell e Jason Dohring nei
panni di Veronica e Logan su una sceneggiatura
di Rob Thomas.
La protagonista della storia è una liceale che
brilla come investigatrice privata, attività portata avanti insieme
a suo padre nel tempo libero dopo la scuola. Si tratta di un mix di
teen drama, commedia e investigazione.
La prima stagione, acclamata dalla critica e
composta da 22 episodi, ottenne una media di 2,5 milioni di
telespettatori negli Stati Uniti. Veronica Mars apparve nelle liste
dei migliori programmi televisivi di quell’autunno e si guadagnò
numerosi premi e nomination. Durante la messa in onda della serie,
venne candidata per due Satellite Awards, quattro
Saturn Awards, cinque Teen Choice Awards e venne
inserita nella lista AFI’s Programs of the Year del
2005.
I due attori interpretavano i protagonisti anche
nella serie tv, così che il film potrebbe raggiungere il doppio
scopo di appassionare i vecchi fan e raggiungere nuovi
spettatori.
Manca ormai pochissimo all’uscita
dell’atteso Lo
Hobbit La Desolazione di
Smaug, secondo capitolo della nuova
trilogia diretta da Peter Jackson e
tratta ancora una volta dal lavoro letterario
di J.R.R. Tolkien. Per ingannare l’attesa vi
proponiamo 14 minuti di dietro le quinte che oggi Collider ha
pubblicato grazie alla Warner Bros:
Trama: Le avventure di Bilbo
Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia,
formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin,
Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto
nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago
Smaug.
In seguito alla falsa intervista
con Spencer Smyth della Oscorp Industries, il sito
del Daily Bugle (altro tassello
dell’incredibile lavoro sul viral marketing che si sta portando
avanti per il film The Amazing Spider-Man
2) ha pubblicato un articolo che ci fa dare uno
sguardo all’interno della società di Norman
Osborn.
L’articolo di cui vi riportiamo
parte della traduzione di seguito è stato scritto da Joy
Mercado, personaggio Marvel che ha visto il suo debutto
in Moon
Knight #33.
All’interno del pezzo ci sono anche
delle dichiarazioni di Donald Menken, CEO della
Oscorp e interpretato da Colm Feore nel prossimo
film.
Alcune persone hanno le
visioni del futuro. Io?
Io ci sono stato e l’ho
visto con i miei occhi.
Dietro le ridicolmente
fortificate superporte del quartier generale della Oscorp
Industries il futuro aspetta pazientemente che il resto di noi
arrivi. Solo pochi privilegiati vi risiedono, guardiani di segreti
che solo il tempo (e giornalisti intrepidi) potranno
rivelare.
Vi ricordiamo che attualmente il
sequel della nuova serie è attualmente in post-produzione.
Come sempre ricordiamo che nel film ritorneranno i
protagonisti Andrew
Garfield e Emma
Stone ai quali si
aggiungono Jamie Foxxin
Electro, Dane
DeHaan come Harry Osborn, il
villain Paul
Giamatti e Felicity
Jones. Tutte le news sul film le trovate nel
nostro speciale: The Amazing Spider-man
2. Mentre per tutte le info
sul film vi segnaliamo la nostra
Scheda Film: The Amazing Spider-man
2. La pellicola è diretta ancora una volta
da Marc Webb su
una sceneggiatura di Alex
Kurtzman, Jeff Pinkner, Roberto Orci ed
uscirà il 2 Maggio 2014.
Abbiamo sempre saputo che la
battaglia più difficile per Spider-Man è sempre stata quella
interiore: la lotta tra i compiti ordinari di Peter Parker e le
straordinarie responsabilità di Spider-Man. Ma in The Amazing
Spider-Man 2, Peter Parker si troverà a scoprire che c’è un
conflitto ancora più profondo che deve affrontare.
E’ un grande lavoro essere
Spider-Man (Andrew Garfield). Per Peter Parker, non c’è nessuna
emozione bella come volteggiare trai grattacieli, dedicandosi
all’essere un eroe, e passare il tempo con Gwen (Emma Stone). Ma
l’essere Spider-Man ha un prezzo: solo Spider-Man può proteggere i
suoi amici di New York dai formidabili cattivi che minacciano la
città. Con l’incombere di Electro (Jamie Foxx), Peter deve
confrontarsi con un nemico molto più potente di lui. E mentre il
suo vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan), ritorna, Peter
comincia a capire che tutti i suoi nemici hanno una cosa in comune:
la OsCorp.
Dustin Hoffman è
entrato a far parte del cast del biopic sul ciclista Lance
Armstrong che sarà diretto da Stephen
Frears, regista che in fatto di biografie sa il fatto suo.
Infatti oltre al bellissimo The Queen, il
regista è anche autore di un recente documentario dal titolo
Muhammad Ali’s Greatest Fight, prodotto da HBO e
presentato fuori concorso alla 66ª edizione del Festival
di Cannes.
Il progetto di Frears, ora in fase
avanzata di produzione, sarà prodotto da Working Title
Films con Tim Bevan e Eric
Fellner in veste di produttori. Nel cast oltre a Hoffman
ci sono, confermati, Ben Foster, Chris O’Dowd, Guillaume
Canet, Jesse Plemons e Lee Pace.
Precedentemente sono stati
annunciati anche altri due biopic sul famoso ciclista, uno diretto
da Jay Roach con una sceneggiatura firmata da
Scott Z. Burns, l’altro invece basato sul libro
Cycle of Lies di Juliet Marcus, prodotto
dalla Paramount Pictures e Bad Robot
Productions. Inoltre un documentario dal titolo
The Armstrong Lie è appena stato
annunciato con la distribuzione di Sony Pictures
Classics.
Intanto Dustin
Hoffman, che nello scorso anno abbiamo visto nell’inedita
versione dietro alla macchina da presa per il suo debutto alla
regia con Quartet (qui la nostra recensione), sarà
presto trai protagonisti del prossimo film a basso budget di
Jon Favreau, Chef.
Dopo l’annuncio di
qualche giorno fa di Jerry
Bruckheimer che ritorno a produrre con la
Paramount Pictures dopo la fortunata parentesi con
Disney, ecco che Deadline rivela
che l’annunciato Beverly Hills Cop IV ha
forse già trovato un regista. Infatti secondo il noto
sito Brett Ratner è in trattative per
dirigere il film con la produzione che sarà capitanata
da Jerry Bruckheimer. La
sceneggiatura del film sarà scritta da Josh
Appelbaum e Andre Nemec.
Tutti conoscono la leggenda di Ercole e delle sue dodici fatiche.Questa
storia comincia dopo le fatiche e la leggenda.
Ossessionato da un errore del suo passato, Hercules è diventato un
mercenario. Insieme ai suoi cinque fedeli compagni,
viaggerà nell’antica Grecia vendendo i suoi
servizi per l’oro, grazie
alla sua leggendaria reputazione di intimidire i
nemici. Ma quando il sovrano della Tracia e sua figlia
cercheranno il suo aiuto, Hercules tornerà a lottare per il
bene e il trionfo della giustizia, tornando ad
essere l’eroe di una volta. Dovrà abbracciare di nuovo il suo
mito e tornare ad essere Hercules.
Ora che J.J.
Abrams è al timone della nuova trilogia annunciata di
Star
Wars non potrà più dirigere il terzo annunciato
capitolo del franchise di Star Trek. Oggi The
Hollywood Reporter aggiorna sugli sviluppi del film,
confermando le voci che J.J. Abrams sarà
coinvolto solo come produttore e che è sono stati appena assunti
dalla Paramount e Skydance
Productions due scrittori che si occuperà di scrivere lo
script di Star Trek 3.
Parliamo di JD
Payne e Patrick McKay, che si affiancano
a Roberto Orci, che con molta probabilità sarà
orfano di Alex Kurtzman. Secondo
l’autorevole sito il prossimo film è ancora senza un titolo ma gli
Studios sperano di avere un film in tempo per lanciarlo nell’anno
del 50° anniversario, che sarà nel 2016.
Al momento pare che il candidato più
autorevole per sostituire Abrams alla regia sia il regista Joe
Cornish. JD Payne e Patrick
McKay hanno già lavorato in passato con
Abrams alla sceneggiatura di un adattamento
di Boilerplate, graphic novel di Paul
Guinan e Anina Bennett, quindi nonostante
l’impegno con la Disney, dietro alle scelte più importanti c’è
sempre il regista di Star Trek Into
Darkness.
Quando l’Enterprise viene
richiamata sulla Terra, l’equipaggio si rende conto che una
terrificante e inarrestabile forza ha devastato dal suo interno la
flotta e tutto quello che essa rappresenta gettando il pianeta nel
caos. Il Capitano Kirk si ritroverà allora a dover condurre una
caccia all’uomo per scovare un’arma di distruzione di massa. In
un’epica partita tra la vita e la morte, l’amore verrà messo in
discussione, gli amici si troveranno divisi e Kirk dovrà fare dei
sacrifici per salvare l’unica famiglia che gli rimane: il suo
equipaggio.
Il DVD o Blu-ray del film sarà
disponibile negli USA a partire dal 10 settembre.
La
Disney ha annunciato ufficialmente oggi che ha
raggiunto un interessante accordo con la Paramount
grazie al quale acquisisce i diritti del franchise di
Indiana Jones. Secondo l’accordo, ora la
Disney può gestire distribuzione e marketing di
tutti i film futuri di Indiana Jones,
oltre alla proprietà sullo sfruttamento del personaggio e del
franchise completo grazie all’acquisizione della
Lucasfilm.
Il divario che c’era tra
Paramount a Disney era il
fondamentale motivo burocratico per cui un Indiana Jones
5 non era ancora entrato in produzione, mentre
adesso sembra che siano disponibili tutti i presupposti per
procedere con l’ennesima operazione nostalgica che vede
protagonista Harrison Ford.
I termini dell’accordo siglato da
Paramount e Disney prevedono
quindi che la Casa di Topolino possa procedere a suo piacimento
nella produzione e distribuzione di nuovi capitoli delle avventure
del Professor Jones, mentre alla Paramount
continuano a possedere i diritti di distribuzione dei primi quattro
film, avendo la possibilità, qualora lo volesse, di partecipare al
finanziamento di altri sequel.
Con un acquisto così importante è
probaible che la Disney, insieme a
Star
Wars, Pixar e Marvel, voglia mettere in
cantiere a breve anche un progetto per un sequel, un remake o un
reboot delle avventure di Indiana Jones. Dopotutto la fine di
Indiana Jones e il regno dei teschi di
cristallo aveva fatto presagire un passaggio di
testimone!
Sono ore molto interessanti quelle
che seguono l’annuncio da parte di Bryan Singer di
un nuovo capitolo degli X-Men con
protagonista Apocalypse che uscirà
il 27 maggio del 2016. Dopo la notizia bomba arrivata dallo stesso
Singer, anche Simon Kinberg, sceneggiatore
eproduttore di X-Men giorni di un futuro passato ha annunciato un
contratto quinquennale ocn la Fox per cercare di costruire un
universo cinematografico simile a quello della Marvel.
Quasi come conseguenza a questi
progetti a media e lunga scadenza, arriva, durante la promozione
del BluRay di Wolverine l’Immortale, una
dichiarazione schoc di Hugh Jackman che ha
annunciato:
Non so ancora se farò o meno il
prossimo film (degli X-Men, ndt). Sono molto orgoglioso di questo
ultimo film, e sono eccitato all’idea di pensare ad un’altra
collaborazine con Jim Mangold. Per me sarebbe molto eccitante, per
vedere cosa ne viene fuori (forse relativamente all’idea di
chiudere la trilogia di Wolverine, ndr) ma sono molto esigente
riguardo al risultato, e se lo sforzo dovesse essere eccessivo e
non dovesse portare a quello che mi aspetto, non lo farò.” – “Non
c’è ancora nessuna sceneggiatura per un terzo Wolverine – ha
continuato Jackman – ma giusto ieri sera ero al telefono con
Jim e abbiamo parlato di qualche idea relativa al
progetto.”
Se la cosa può
intristire i fan accaniti della saga e del personaggio di Wolverine
incarnato sul grande schermo da Hugh Jackman ormai da più di dieci
anni, dobbiamo tenere anche presente che Hugh, pur essendo in
ottima forma, ha 45 anni, e con X-Men
Apocalypse, X-Force di
Jeff Wadlow e un possibile terzo film su
Wolverine, passerebbero altri cinque anni
per l’attore, anni in cui dovrà interpretare un personaggio
immortale e sempre giovane. Quindi la domanda è: La Fox ‘ricasterà’
Wolverine? E se dovesse farlo, il personaggio rimarrà – come è in
effetti adesso – quello principale all’interno dell’universo
cinematografico degli X-Men?Fonte:
IGN
La bella Amanda
Seyfried è stata appena scelta per interpretare la
protagonista femminili del film He’s Fuckin’
Perfect, una romcom prodotta da Will
Ferrell e Adam McKay e diretta dal
regista della serie tv Funny or DieJake
Szymanski. Se il titolo vi suona familiare è perchè al
ruolo era stata precedentemente associata Emma
Stone che però è stata adesso sostituita dalla
Seyfried.
Il film racconta di una ragazza
esperta di social media che è pessimista sull’amore e triova sempre
difetti nelle relazioni dei suoi amici. Quando questa abitudine la
porterà a scoprire il ragazzo perfetto, decide di usare la sua
abilità con internet per trasformare se stessa nella sua partner
perfetta.
Amanda Seyfried
sta vivendo un momento molto impegnato, infatti dopo i successi
raccolti nella passata stagione cinematografica grazie a Les
Miserables, l’attrice è ora già coinvolta nel prossimo film di
Seth MacFarlane, un western da titolo
A Million Ways to Die in the West, mentre
è impegnata con le riprese di While We’re
Young con Noah Baumbach. Dopo questo
impegno la aspetta Z for Zachariah, un
adattamento sci-fi di Craig Zobel e poi
Three Little Words, un dramma diretto da
James Mangold. Per sua fortuna He’s
Fuckin’ Perfect non ha ancora una data di inizio
riprese, e quindi la Seyfried può gestire come meglio crede il suo
tempo, per ora.
Manca ormai pochissimo all’uscita
dell’atteso Lo Hobbit La Desolazione di
Smaug, secondo capitolo della nuova trilogia
diretta da Peter Jackson e tratta ancora una volta
dal lavoro letterario di J.R.R. Tolkien. Tra i
personaggi più discussi, certamente c’è quello dell’elfa
Tauriel interpretato dalla bellissima Evangeline
Lilly e che è stato creato da Peter Jackson e i suoi
sceneggiatori. Ecco l’intervista a Evangeline
Lilly:
Come sei stata coinvolta in “Lo Hobbit: La desolazione
di Smaug”? Avevi letto il libro?
Sono stata in qualche modo
catturata da questo progetto. Ero a letto, dopo aver avuto il mio
primo bambino – proprio alla lettera – e ho ricevuto una chiamata
in cui mi è stato detto, “Peter Jackson vorrebbe che tu
interpretassi un elfo nel suo prossimo film sugli Hobbit. Ti
dispiacerebbe sentire per telefono i suoi collaboratori e discutere
l’eventualità?” La mia reazione è stata, “Caspita!”
Pensavo che a quel punto della
mia vita mi sarei ritirata dalle scene, stavo entrando nel momento
della vita in cui ci si dedica alla maternità, e volevo cimentarmi
con la scrittura. La mia attenzione si era distolta dalla
recitazione. Lo Hobbit è stato il mio libro preferito quando ero
un’adolescente. L’adattamento cinematografico di Peter Jackson de
Il Signore degli anelli fa parte dei miei film preferiti. Inoltre
ero una grande fan di J.R.R. Tolkien, la trilogia de Il Signore
degli anelli e in generale di tutti i lavori di Tolkien. Quindi ho
pensato “Cavolo devo farlo. Non posso dire di no, proprio non
posso. Nonostante desideri dedicarmi ad altro, devo accettare
questa opportunità”.
Sapevo inoltre da diverse
persone del settore che avevano lavorato con Peter e i suoi
collaboratori che sono delle persone fantastiche. È meraviglioso
lavorare con loro. Quindi ho accettato e mi hanno detto che
volevano che interpretassi un elfo dei boschi. Gli elfi dei boschi
sono i miei personaggi preferiti. Da bambina mi piaceva
fantasticare e far finta di essere un elfo dei boschi. Non potevo
dire di no.
Mi è stato chiesto quando
lavoravo a Lost nel corso degli anni, “Qual’è il ruolo dei tuoi
sogni?” E io rispondevo “Non lo so, non ne ho uno in particolare.”
Ma non sai di avere queste cose finché non ti vengono proposte. E
poi ti viene da dire “Oh mio Dio, eccolo il ruolo dei miei sogni”.
Non me ne ero resa conto, ma è davvero il ruolo dei miei sogni.
Perciò quando il mio bambino aveva solo tre mesi, ho preso un volo
per la Nuova Zelanda e ho iniziato ad allenarmi.
Il tuo personaggio, Tauriel, è un personaggio nuovo che
non viene espressamente descritto nel libro. L’hai vista come
un’opportunità di dare il tuo contributo al personaggio? E quali
sono state le discussioni tra te e gli sceneggiatori?
Sì. Sono stata molto fortunata
proprio perché il mio personaggio era nuovo di zecca, quindi avevo
molta libertà d’interpretazione. C’era anche molta libertà da parte
degli sceneggiatori di coinvolgermi e chiedermi: “Come la vedresti,
come vorresti interpretarla”. Non ho mai lavorato in una situazione
in cui gli sceneggiatori collaborano così tanto con un
attore.
Il procedimento è stato molto
intimo. Sono stata invitata a casa di Philippa Boyens per sedermi a
tavolino con Peter Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens, e rivedere
le pagine della sceneggiatura che andava completata con il mio
contributo. E avevo facoltà di dire, “Penso che potrebbe fare così.
E cosa ne pensate se facesse questo? No, sì?” È alquanto pressante
la prima volta che dici a degli sceneggiatori vincitori del premio
Oscar “non credo proprio”. [Ride] Pensavo “Come ho potuto? È
davvero inappropriato da parte mia!” Ma questa è la dimostrazione
di quanto siano umili, aperti e collaborativi, al punto che erano
disposti a sentire il mio parere.
Perciò penso di essere stata in
grado di trasmettere molte delle mie idee e sensazioni su Tauriel
nel personaggio, e questo naturalmente è un’arma a doppio taglio.
Perché se il mondo ne è a conoscenza, sarà molto arrabbiato con me
se il personaggio non piace. Ma sono pronta ad affrontare le
masse che mi vogliono far bruciare sul rogo. [Ride]. Quindi va bene
così. Penso sia divertente.
Parlaci del personaggio che interpreti… di Tauriel? Che
tipo è? Cosa ti piace di lei?
Non saprei descriverla meglio se
non dicendo questo: Tauriel è una donna di potere perché è a capo
della Guardia si Elven, quindi è in una posizione di leadership. È
una guerriera spietata, precisa e di talento. Falcia gli Orchi come
se fossero fili d’erba.
Ma ciò che mi piace di lei è che
tutto questo in cuor mio non la rende una donna forte e un
personaggio femminile dominante — perché non è una donna, lei è un
elfo. [Ride] È il motivo per cui combatte — per la verità e la
giustizia. E quando vedo i film in cui le donne pigliano a calci i
loro avversari, la loro aggressività sembra quella di una donna che
imita un uomo. Penso sia controproducente per l’auto-affermazione
femminile perché non credo che le donne debbano aspirare ad essere
come gli uomini. Penso che le donne debbano aspirare ad essere le
più incredibili e potenti versioni di loro stesse, che io
personalmente ritengo passi attraverso le virtù femminili, quali la
compassione, la grazia, l’amore, la bellezza e tutto ciò che
rifulge dall’anima.
Quindi quando penso a Tauriel, sono
sempre titubante nell’interpretare una donna che va in giro ad
uccidere perché non credo in quel genere di messaggio. Ma nel film
Lo Hobbit, quasi ogni singolo personaggio maschile è mosso da
desideri egoisti. Tauriel è una dei pochi personaggi nel film mossa
dalla giustizia e dalla verità. È questo il motivo per cui
combatte; ciò che la motiva — la sua compassione per i deboli, e i
sofferenti; e il suo desiderio di combattere per la giustizia e la
verità- Questo è ciò che mi piace di più di lei.
Se devo pensare ad altri personaggi
che condividono questa sua visione, i due che mi vengono in mente
sono Gandalf e Galadriel. E penso “Sono in ottima compagnia”. Loro
sono due dei miei personaggi preferiti della trilogia, e sono
felice di combattere sul quel fronte, non sul fronte degli egoisti.
[Ride]
Com’è stato girare insieme ad attori incredibili in
Nuova Zelanda?
Meraviglioso. Mi piace
immaginarci come una Compagnia d’attori del Commonwealth, dal
momento che tutti noi veniamo da paesi del Commonwealth.
L’Inghilterra, l’Irlanda, la Scozia, l’Australia, la Nuova Zelanda
e il Canada. Io ero l’unica rappresentante del Canada. Abbiamo
tutti lavorato per film americani dove si beveva caffè e coca cola,
in questo caso bevevamo il tè. Avevamo l’affinità dell’appartenenza
che ci ha reso uniti dal principio. Io sono arrivata dopo un
periodo in cui gli altri avevano girato assieme da molto tempo,
quindi ero la nuova arrivata. Sarebbe stato facile sentirmi fuori
dal gruppo, ma non è stato così nemmeno per un istante.
Penso che in qualche modo i
ragazzi abbiano avuta la sensazione del tipo “Oh mio Dio,
finalmente una donna”. Quindi in un certo modo sono partita
avvantaggiata, erano grati di avere una femmina sul set che
sorridesse, ridacchiasse e facesse tutte le cose che fanno le
ragazze. È stato meraviglioso.
Per prima cosa ho lavorato con
gli elfi e gli umani. A dire il vero non ho lavorato molto con i
Nani. E sono stata molto fortunata perché avevo delle scene con i
bambini di Bard e adoro lavorare con i bambini. È ciò che
preferisco di più. Penso si davvero divertente. Mi viene da pensare
“Che lavoro faccio? Ah sì gioco all’allegra famiglia”. È ciò che
faccio, ed è divertente, dolce, facile e semplice, i bambini non ci
pensano e non complicano le cose. Questa è stata una delle cose più
belle per me, durante le riprese.
Come è stato lavorare con Peter
Jackson?
Peter è il tipo di regista che
preferisco perché non si prende troppo sul serio. Ha una formazione
nel genere horror, e i primi film li ha girati nel cortile di casa
sua, è così che ha iniziato a fare cinema. E continua ad avere lo
stesso approccio, grazie al cielo, non è diventato uno di quei guru
del cinema che credono di fare spuntare il sole e la luna a loro
piacimento. Vuole sempre ridere. Vuole sempre fare il burlone. È
molto umile e dolce.
Mi è sempre stato d’aiuto, è
davvero tranquillo, splendido. Per di più ha i migliori lobi delle
orecchie del settore; potrei sfregarli tutto il giorno. Lo adoro. È
stato un piacere lavorare con lui. Una vera delizia.
Trama: Le avventure di Bilbo
Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia,
formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin,
Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto
nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago
Smaug.
I poster Mondo sono notissimi
nell’ambiente artistico e cinematografico e questa volta hanno
messo al centro del loro mirino l’intera filmografia (da regista)
di Ben Affleck, che è stata messa in immagini da
Matthew Woodson, Daniel Danger e Adam Simpson,
che si sono occupati rispettivamente dei poster di
Argo, The Town e
Gone Baby Gone.
Ben Affleck ha
detto in merito:
Ho sempre amato Mondo e la loro passione per i film, così
come il loro gruppo di artisti. Inizialmente sono stato attratto
dalla loro capacità di offrire una prospettiva unica su tanti film
amati e sono entusiasta di vedere i miei film diventare le più
recenti aggiunte al loro lavoro.”
Ecco i Mondo poster per i film di Ben
Affleck: Fonte: collider
Vi presentiamo il video backstage de
La mafia uccide solo d’estate, il film di Pif
con Cristiana Capotondi, che si è aggiudicato il Premio
del Pubblico all’ultima edizione del Torino Film
Festival.
La mafia uccide solo
d’estate narra l’educazione sentimentale e civile di un
bambino, Arturo, che nasce a Palermo lo stesso giorno in cui Vito
Ciancimino, mafioso di rango, è stato eletto sindaco.
E’ una storia d’amore che
racconta i tentativi di Arturo di conquistare il cuore della sua
amata Flora, una compagna di banco di cui si è invaghito alle
elementari che vede come una principessa.
Attraverso questa tenera ma
divertente storia d’amore, il pubblico verrà coinvolto
emotivamente negli eventi più tragici della nostra storia recente.
Arturo infatti è un ragazzo come tanti altri dell’Italia degli anni
’70 ma, a differenza dei suoi coetanei del nord, è costretto a fare
i conti con le infiltrazioni e le azioni criminose
della mafia nella sua città. La consapevolezza di Arturo
cresce anno dopo anno, ma nessuno lo ascolta. Palermo ha altro a
cui pensare.
L’ostinazione del nostro
protagonista a interessarsi di mafia come un fenomeno
reale fa separare Arturo e Flora che si
ricongiungeranno solo dopo le stragi del 1992 che
apriranno definitivamente gli occhi alla ragazza.
Il trailer
di The Amazing Spider-man 2 ha fatto
nascere molto discussioni in rete, oltre ad aver dato delle
risposte alla domanda su quale strada Marc Webb e la Sony stiano
facendo prendere al franchise dell’Uomo Ragno. Come molti di voi la
nostra sensazione è che l’idea di inserire personaggi tutti insieme
in un unico film stia prendendo sempre più piede a Hollywood, come
testimoniato dalla conferma di Wonder Woman (Leggi qui) in Batman vs Superman, o
anche la presenza di Electro, Rhino e
Green Goblin presenti in
The Amazing Spider-man 2 . Ebbene
pare che in realtà questi tre non saranno gli unici ad essere
presenti nel film. Infatti CBM fa notare
grazie ad un fotogramma che anche Venom potrebbe
apparire in un piccolo cameo nel film…
Inoltre, potrebbe essere che la
formazione definitiva dei Sinistri 6 comprenderà Lizard, Electro,
Rhino, Goblin, l’Avvoltoio e Doc Ock? Staremo a vedere.
In The Amazing Spiderman 2, per
Peter Parker (Andrew Garfield), vive una vita molto la occupata –
tra prendere i cattivi come Spider-Man e passare il tempo con
la persona che ama, Gwen (Emma Stone); diplomato ormai ha lasciato
le scuole superiore e non ha dimenticato la promessa fatta al padre
di Gwen di proteggerla – ma questa è una promessa che
semplicemente non può mantenere sempre. Le cose cambieranno per
Peter quando un nuovo cattivo, Electro (Jamie Foxx), emerge dagli
abissi della città, e un vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan),
ritorna, e fa riemergere nuovi indizi sul suo passato.
Valerio e Cristian,
detto Scheggia, sono due grandi amici. Si conoscono da una vita e
da una vita si arrangiano per tirare avanti. Valerio vorrebbe fare
l’attore ma il suo agente non lo spinge quanto dovrebbe e lui, non
avendo una lira per permettersi le public relations necessarie a
sfondare, campa di lavoretti nei fast food e feste per bambini.
Divide un appartamento con la ragazza, Serena e si trova spesso
costretto a chiedere una mano alla sorella, Giovanna appassionata
di cucina cinese e di medicina olistica. Gli affari di Cristian
invece sono assolutamente illegali ma molto più redditizi,
nonostante ciò Scheggia non si decide a lasciare la casa della
nonna, dove vive ormai da tempo. Piccoli spacci, carichi di strane
droghe e spacciatori internazionali, questo il giro nel quale
Scheggia si distingue e Valerio finisce per farsi coinvolgere.
L’incontro con Mei Mei, una ragazza cinese segregata in un
appartamento e costretta a prostituirsi cambierà la vita dei
quattro ragazzi, costringendoli a fare i conti con le loro
delusioni e le loro prospettive.
Il film si può
comodamente incasellare nell’ambito delle commedie generazionali
“off”. Perché se da una parte i vari Moccia, Brizzi e Genovese ci
hanno mostrato gli adolescenti laccati e glamour dei quartieri
alti, da tempo si trova nelle sale italiane anche un altro tipo di
racconti, che hanno come protagonisti giovani meno patinati e con
storie più dure alle spalle (tra i più famosi ricordiamo
Alì ha gli occhi azzurri, Good Morning
Aman) e che si rifanno ad una poetica quasi
neorealista. Attori professionisti, ma non ancora famosi spesso
alla loro prima o seconda apparizione cinematografica, macchina a
mano e fotografia spesso sporca e volutamente distratta, che si
dimentica di mettere a fuoco gli attori che stanno parlando o di
allargare il quadro per includere tutti i protagonisti,
sceneggiature spesso forti ma prive di un ritmo che ti cattura.
Elementi questi che spesso non provengono da una genuina scelta
poetica, ma sembrano piuttosto studiati a tavolino per rendersi
subito riconoscibili come “indipendenti”.
La recitazione è strascicata e
(troppo) naturale, talmente tanto da rendere difficile, in alcuni
casi, addirittura la comprensione dei dialoghi. Nonostante questo
la storia ha una sua intima tenerezza, che non si perde mai e che
non diventa schiava né dell’abusato a lieto fine né dagli
“spiegoni” a tutti i costi. I personaggi ci regalano da subito una
tale familiarità da permetterci anche di odiarli, e da non
lasciarci a bocca asciutta quando il film finisce senza sapere come
verranno a capo di tutti i loro problemi. Perché ci sembra, chissà
come mai, che potremmo trovarli da un momento all’altro su un
autobus, in un bar o all’Università, e poterglielo chiedere di
persona, come è andata a finire “quella storia”.
Pacific
Rim è uno dei film di successo di questo 2013 e
come molti di voi sapranno, Guillermo del Toro sta
già pensando ad un sequel, soprattutto grazie al successo del film
ottenuto nel mercato asiatico.
Ebbene, oggi il concept artist di The
Strain (la nuova serietv di prossima uscita creata da
del Toro), Francisco Ruiz-Velasco ha
pubblicato alcuni sorprendenti concept preliminari di Jaeger
e Kaiju. Potete gustarli in questa gallery, pubblicata da
CBM:
In Pacific Rim quando
una legione di creature mostruose, chiamate Kaiju, emerge dagli
oceani, scoppia una guerra destinata a distruggere milioni di vite
e consumare le risorse umane per tutti gli anni a venire. Per
combattere i giganteschi Kaiju viene creata un’arma speciale:
enormi robot, chiamati Jaeger, controllati simultaneamente da due
piloti le cui menti sono collegate a una rete neurale. Ma anche i
Jaeger sembrano impotenti di fronte alla ferocia degli instancabili
Kaiju. Sull’orlo della sconfitta, le forze militari che
difendono l’umanità non hanno altra scelta che rivolgersi a un duo
di eroi male accoppiati: un ex pilota caduto in disgrazia
(Charlie
Hunnam) e una ragazza recluta senza esperienza (Rinko
Kikuchi), che vengono chiamati a pilotare un leggendario quanto
obsoleto Jaeger, una reliquia del passato. Insieme i due saranno
l’ultimo bastione dell’umanità prima dell’apocalisse.
Il regista candidato
all’Oscar Guillermo del Toro (“Il labirinto
del fauno”) dirige questo film d’azione, fantascienza e avventura
tratto da una sceneggiatura di Travis Beacham (“Scontro tra
titani”). Thomas Tull, Jon Jashni e
Mary Parent sono i produttori e Callum
Greene è il produttore esecutivo.
Nel film recitano
Charlie Hunnam (Sons of Anarchy per la
TV),
Idris Elba (Thor), Rinko
Kikuchi (The Brothers Bloom), Charlie
Day (Come ammazzare il capo … e vivere felici), e
Ron Perlman (i film di Hellboy). Il cast di
attori stellari comprende anche Max Martini, Robert
Kazinsky, Clifton Collins, Jr., Burn Gorman, Larry Joe Campbell,
Diego Klattenhoff e Brad William
Henke. La squadra creativa di del
Toro dietro le quinte comprende il direttore della
fotografia vincitore del premio Oscar Guillermo
Navarro, lo scenografo Andrew Neskoromny,
il montatore Peter Amundson, e la
costumista Kate Hawley. In uscita all’inizio
dell’estate 2013, il film è presentato dalla Warner Bros. Pictures
e Legendary Pictures e sarà distribuito dalla Warner Bros.
Pictures, una compagnia della Warner Bros. Entertainment.
Ieri sera come molti di voi avranno
letto, il regista Bryan Singer attraverso il
profilo Twitter ha infiammato la schiera di fan con l’annuncio del
prossimo film X-Men Apocalypse e
questa sera arrivano le prime indiscrezioni sulla possibile trama o
filo narrativo che vedremo in questo prossimo capitolo del
franchise sugli X-Men prodotto dalla 20th
Century Fox. Le prime indiscrezioni sono riportate
da Bleeding Cool e
riguardano in sostanza le voci e i legami di
Apocalypse con il film di imminente
uscita X-Men giorni di un futuro
passato. Infatti, come molti di voi sapranno,
quest’ultimo capitolo è un contenitore di personaggi presenti,
passati e futuri. A questo proposito i primi dettagli parlando di
un nuovo film che includerà molto dei personaggi
in X-Men giorni di un futuro
passato,tanto da non escludere la presenza
nel prossimo film di attori come Michael
Fassbender e Ian McKellen entrambi
Magneto nel passato e nel presente, anche
se non è chiaro come questo possa funzionare. Saranno ovviamente
presenti nuovi personaggi e inoltre si dice (secondo alcuni rumors)
che Apocalypse sarà una
continuazione diretta del X-Men giorni di un futuro
passatoe raccoglierà il filo
della storia al tempo presente.
Vi ricordiamo che il nuovo
emozionante capitolo della saga dei mutanti della Marvel che sarà distribuito il 24
Maggio 2014 da 20th Century Fox.
Le foto ufficiali del film:
[nggallery id=324]
La trama di X-Men giorni di un futuro
passato, tratta dall’omonimo fumetto del 1981,
ripercorre un arco temporale ambientato in un imprecisato futuro in
cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle, mentre i mutanti vivono
confinati in campi di concentramento. Kitty Pride torna indietro
nel tempo e impedisce dal passato che gli eventi precipitino a tal
punto da trasformare la vita dei mutanti del futuro in un inferno
di reclusione.
Tre nuove clip di
Un fantastico via vai, il film di Leonardo
Pieraccioni con Leonardo Pieraccioni, Chiara Mastalli,
Marianna Di Martino, Giuseppe Maggio, David Sef, Maurizio Battista,
Marco Marzocca, Massimo Ceccherini e Giorgio Panariello, che
arriverà nelle sale il 12 dicembre con 01
Distribution.
La
WaltDisney Pictures annuncia che
il secondo capitolo della saga sul Dio del Tuono prodotto da
Marvel StudiosThor The Dark World ha
raggiunto la spaventosa cifra di 600 milioni d’incasso in tutto il
mondo confermando il successo dei prodotti Marvel.
I dati di Disney riassumono così
l’incasso della pellicola di Brian Taylor con un incasso in USA che
si aggira intorno ai 188.900.000 di dollari, mentre nel mondo
il film ha raggiunto la cifra di $ 411.800.000. Questo
risultato rende Thor The Dark Worldil terzo
film della Disney che supera i 500 milioni d’incasso e il secondo
film Marvel. Gli altri due titolo sono
Iron
Man 3 e Monsters
University di Disney Pixar. Il film ha già
superato da tempo il primo film di Thor che incasso $ 150 milioni
ed ha anche superato i totali di incasso nel mondo di altri film
come Iron Man (585 milioni dollari) e Captain America: The First
Avenger (371 milioni dollari). Questi risultati potrebbero
ulteriormente crescere con l’uscita Giappone pervista per il 1 °
febbraio.
Martina Stoessel,
la star di Violetta nella serie TV cult di Disney
Channel, interpreta “All’alba
sorgerò”, versione italiana di “Let it
go”, brano principale del nuovo film d’animazione
Frozen Il Regno di Ghiaccio, nelle sale
italiane dal 19 dicembre 2013 in Disney Digital 3 e, in anteprima,
in 100 sale italiane il 15 dicembre.
Martina Stoessel,
premiata agli Argentinean Martin Fierro Awards 2013 come Migliore
Artista Esordiente, arricchisce, con il suo talento, la colonna
sonora che accompagna la valorosa Anna nel suo epico viaggio per
salvare il regno di Arandelle da un inverno senza fine. Personaggi
indimenticabili come il coraggioso uomo di montagna Kristoff con la
sua fidata renna Sven e un buffo pupazzo di neve di nome Olaf,
accompagnano Anna in questa avventura.
Frozen – Il regno di ghiaccio è diretto da Chris Buck
(Tarzan, Surf’s Up) e Jennifer Lee (sceneggiatore di Ralph
Spaccatutto), che ha scritto anche il copione, e prodotto da Peter
Del Vecho (Winnie the Pooh, La principessa e il ranocchio).
La colonna sonora di Frozen – Il
regno di ghiaccio è già disponibile nei negozi dove è possibile
acquistare anche “Noi siamo V-lovers”, il nuovo cofanetto
realizzato in tiratura limitata solo per l’Italia contenente tutta
la discografia di Violetta con numerose bonus track, foto, sticker
esclusivi ed un brano inedito cantato in italiano dalla stessa
Violetta ed alcuni gadget.
Si chiama Lucio
Laugelli e con un team di amici, appassionati e aspiranti
professionisti di cinema, ha messo insieme un progetto relativo al
cinema, ai suoi generi e ai suoi luoghi comuni, strutturato per
podcast. Ogni video avrà un tema ben preciso e racconterà qualcosa
che non sappiamo (o che sappiamo ma è sempre bene ricordarlo) di un
genere cinematografico particolare,o di un filone tematico che ha
avuto, o ha, particolarmente successo al cinema.
Per il primo epsodio si è pensato di
dedicarsi all’horror, ai suoi luoghi comuni e a tutte le cose che
non si dovrebbero fare, ma che puntualmente si fanno, quando si è
inconsapevoli protagonisti di una storia dell’orrore:
Il cinema del nuovo millennio è in
piena crisi di originalità, e sceneggiatori, produttori e registi
fanno sempre più fatica a trovare nuovi soggetti con cui raccontare
storie alle platee, tanto che ormai un po’ tutti ci siamo abituati
ai termini remake, sequel, reboot, spin-off, ecc. Individuare come,
dove e quando sia cominciata questa carenza di idee sarebbe
complesso, ma basti pensare che solo nel 2015 (anno cinematografico
definitivo, se si pensa alla quantità di mega-produzioni che ci
sono state promesse) quasi tutti i film che sono attesi al box
office sono operazioni nostalgiche (alcune delle quali giungono
fuori tempo massimo), sequel o remake di proprietà non originali.
Jurassic World (aka Jurassic Park 4),
Star
Wars Episodio VII, Mission Impossibile 5,
Terminator 5, I Fantastici 4 Reboot,
Independence Day 2 e I Minion (spin-off
di Cattivissimo Me) sono solo alcuni degli esempi che
si potrebbero citare. E’ vero, il pubblico è cambiato, ed assieme
ad una riscontrata nostalgia per i bei ‘vecchi film di un tempo’ si
aggiunge anche una certa difficoltà nello stupire le folle
contemporanee.
Gli anni ’50-’60 furono gli anni
delle colossali produzioni epiche, i ’70-’80 furono gli anni in cui
le convenzioni del cinema d’autore furono convogliate in produzioni
per la masse ed in generi più popolari ed i ’90 sono stati il
fulcro delle grandi rivoluzioni tecnologiche e degli effetti
speciali applicati al cinema. E per quanto riguarda gli anni del
secondo millennio? Dove ricercare una nuova evoluzione con cui dare
una scossa all’industria cinematografica?
Alla fine del secolo scorso, dopo
il discreto successo commerciale di Blade (1998),
nelle segrete stanze dei Marvel Studios si cominciò a dare
un’occhiata all’infinita quantità di materiale in loro possesso,
precedentemente ceduto alle major hollywoodiane per lo sfruttamento
cinematografico, e si decise di fare il passo decisivo per
approdare con uno sconfinato repertorio fumettistico sul grande
schermo. Cominciano i contatti con le case di produzione che
detengono i diritti di sfruttamento e la 20th Century Fox,
che era in possesso delle liberatorie relative agli
X-Men, fiuta l’affare e mette subito in produzione,
insieme alla Marvel, il primo dei film
dedicati ai supereroi mutanti, affidandone la regia ad un
giovanissimo Bryan Singer.
I personaggi dei fumetti al cinema
non erano una novità. Nel 1943 Batman aveva già fatto
la sua prima apparizione sulla celluloide e negli anni ’80
Superman sbancava ai botteghini con i quattro film
interpretati da Christopher Reeve. Ma, dopo la rivoluzione
tecnologica, i cineasti avrebbero avuto l’ausilio di nuove tecniche
nel campo degli effetti speciali con cui creare qualcosa di molto
più verosimile e vicino a quanto si vedeva nei fumetti. Con il
primo X-Men, Bryan Singer intuisce inoltre la
necessità di depurare i singoli personaggi della loro
bidimensionalità cartacea, ed il bisogno imprescindibile di
renderli reali, umani, dotati di storie personali, sentimenti e
pulsioni. In pratica, la storia non doveva più essere soltanto
quella di un film che parla di buoni contro cattivi. Proprio in
questo il regista ha il suo merito principale e, visto che da qui
in avanti queste saranno le linee guida per ogni sceneggiatore che
si cimenterà nello scrivere di un supereroe, Singer diventa
l’incosciente pioniere di un nuovo genere cinematografico.
Il successo al botteghino, a fronte
di un budget ridotto all’osso, è strepitoso. Le intuizioni del
regista vengono premiate e le major cominciano a sentire profumo di
dollari, tanto che chiunque sia in possesso dei diritti di questo o
quel supereroe comincia a produrre pellicole dedicate al mondo dei
fumetti. La Sony Pictures mette subito in cantiere il primo
Spiderman di Sam Raimi (2002) e la New
Line produce Blade II di Guillermo Del
Toro (2002). Il pubblico accorre a frotte nelle sale, la cosa
funziona e da questo punto in poi si susseguono altre produzioni:
nel 2003 Daredevil, X-Men 2 e Hulk; nel
2004 The Punisher, Spiderman 2 e Blade:
Trinity; nel 2005 Elektra, I Fantastici 4 e
Man Thing; nel 2006 X-Men: Conflitto
Finale; nel 2007 Ghost Rider, Spiderman
3 e I Fantastici 4e Silver
Surfer. E’ la nascita di un nuovo genere: il cinecomic o,
da noi, il cinefumetto. Nessuno vuole perdere questa nuova corsa
all’oro, tanto che la Marvel viene presto raggiunta.
Nel 2005 la Warner/DC riavvia il franchise di
Batman e con Batman BeginsChristopher Nolan manda il pubblico in visibilio, alzando
poi la posta in palio con Il Cavaliere Oscuro (2009)
e Il Cavaliere Oscuro il Ritorno (2012), e si parla
di cinefumetto d’autore. Tutto ciò senza dimenticare i vari
300,Watchmen,The Spirit
ed i due Hellboy di Guillermo Del Toro.
Intanto ai Marvel Studios, tra il 2005 ed
il 2006, qualcuno dell’entourage produttivo della casa di Stan
Lee si chiede: “Se nei nostri fumetti i protagonisti delle
varie testate possono riunirsi tra di loro o fare apparizioni nelle
avventure degli altri supereroi, perché non potrebbero farlo
anche al cinema?” L’idea è semplice e banale, pulita e
geniale. Siamo ad una svolta: si guarda alla testata fumettistica
degli Avengers e si avviano i lavori per la creazione
di una serie di film che condurranno i singoli protagonisti a
riunirsi in una pellicola corale. Se l’IronMan (2008) di Jon Favreau e Robert Downey
Jr. era al di fuori della dinamica produttiva in prospettiva di
The Avengers, spetta a Thor (diretto da
Kenneth Branagh e interpretato dall’allora sconosciuto
Chris Hemsworth e in cui fa una breve apparizione Ochcio di
Falco) il compito di fare da apripista e così, un film dopo
l’altro, si costruisce il cammino verso la mega-riunione progettata
a tavolino dagli studios. Poi sul grande schermo Iron Man
2 (2010, in cui troviamo per la prima volta anche Nick Fury
e Natasha Romanoff) e Captain America – Il Primo
Vendicatore (2011). Gli ingredienti sono pronti sul tavolo,
e la torta viene presto sfornata con The Avengers
(2012). Il regista Joss Whedon dosa perfettamente gli
equilibri mettendo su un circo dalle proporzioni inaudite. Il
pubblico gioisce, e con un budget stimato di circa 220 milioni di
dollari, il film incassa 1,5 miliardi in tutto il mondo divenendo
il terzo miglior incasso nella storia del cinema. Le cose vanno
talmente bene che nella casa di Iron Man & Co. è già
stata avviata la Fase 2, iniziata con Iron
Man 3 (2013), proseguita con Thor: The Dark World (2013) e
con gli imminenti Captain America: The Winter
Soldier e I Guardiani della
Galassia (pronti a debuttare nelle sale per il
2014), andando poi a culminare con Avengers: Age of Ultron nel
2015. La produzione inoltre già strizza l’occhio alla Fase
3, con Ant-Man (2015) pronto a spalancarne le
porte.
Un resoconto della storia recente
dei cinefumetti Marvel era necessario.
Dopotutto, non si può capire dove si è arrivati senza tener conto
del punto da cui si è partiti. Partendo da quello che ad Hollywood
era considerato un sottogenere, si è giunti a dare vita ad una
nuova realtà cinematografica. Dalla narrazione delle gesta di
questi eroi, si è arrivati alla creazione di un vero e proprio
universo, tanto vasto da continuare a lasciare aperte le porte a
migliaia di nuove fantastiche storie. La singola pellicola non
rimane più rappresentativa di un mondo a se stante, ma gira attorno
alle altre come in un moto planetario. Non vive più esclusivamente
in se stessa, ma vive per e con le altre. Si parla di realtà
cinematografica espansa, in cui ogni nuovo film della serie crea
nel pubblico attesa ed aspettative per il successivo. Chi guarda sa
che mentre l’eroe di turno combatte questa battaglia, gli altri
stanno facendo altrove la medesima cosa. E questo rende la platea
sempre più avida.
Tale fenomeno non tarda a scatenare
emulazioni, tanto che la Warner ha prodotto L’Uomo
D’Acciaio (2013) con lo specifico intento di portare
l’universo DC Comics al cinema, facendo con la
Justice League quello che alla
Marvel hanno fatto con gli
Avengers. Il progetto di una Justice
League al cinema è, ad onor del vero, decennale, ma pare
che solo ora le cose si stiano concretizzando.
Inoltre, in base alle recenti dichiarazioni della
portavoce Amy Pascal, la Sony Pictures ha espresso a
sua volta la volontà di fare qualcosa di molto simile con il mondo
dei personaggi di Spider-Man. Questo nuovo metodo di
narrazione colpisce l’attenzione di tutti, tanto che anche altre
tipologie di produzioni cominciano a sfruttarlo per allargare le
realtà relative a nuovi franchise di altro genere.
All’inizio abbiamo accennato al
concetto di rivoluzione. Ebbene cosa è, se non una rivoluzione, la
creazione di un nuovo genere cinematografico unita all’affermazione
di una nuova metodologia narrativa che, in tempo di crisi per i
botteghini, riesce a portare nuovamente le folle nei multisala?
La ricetta per la riuscita di tutto
ciò è stata molto semplice e deriva da un’accurata scelta degli
ingredienti: registi e sceneggiatori talentuosi, giovani promesse
pronte a diventare le star del domani, volti noti portati a nuova
notorietà ed un’attentissima ed efficace selezione del cast
(Robert Downey Jr. nei panni di Tony Stark/Iron Man è in
assoluto l’operazione di casting meglio riuscita dell’ultimo
decennio). Inoltre, come si diceva in apertura, le linee guida
fissate con il primo X-Men di Bryan Singer
hanno contribuito ad elevare il genere, da film per NERD a film per
la grande massa. I personaggi, le storie e le sotto-trame affondano
le loro radici in tematiche sulla natura umana quanto mai reali e
vicine: si parla di redenzione, di caduta e rinascita, di conflitti
con l’Io profondo, di responsabilità, di paura del diverso, di
guerra al terrorismo, di amicizia, di amore, di accettazione di se
stessi, di legami famigliari. Situazioni e tematiche in cui ognuno,
indipendentemente dall’età, può facilmente riconoscersi.
Il tutto raccontato con la
semplicità di linguaggio che soltanto un albo a fumetti può avere.
Entrando in sala per assistere allo spettacolo, è commovente
osservare i genitori molto più emozionati dei propri figli. Gli
adulti tornano a quelle pagine sfogliate durante l’infanzia ed i
più piccoli sono pronti a scoprire questo nuovo mondo fatto di
superbuoni, supercattivi e superpoteri. E se questo tipo di
produzione ha un merito, è proprio quello di aver riportato il
cinema alla sua giusta dimensione: quella di vera, unica e sola
fabbrica dei sogni. In attesa anche di The Amazing Spider-Man 2 e
X-Men: Giorni di un futuro passato, in sala il
prossimo anno, c’è da sperare che la corsa dei Cinecomic al cinema
continui ancora per lungo tempo. La fusione della Marvel avvenuta nel 2009 con il
colosso Walt Disney, ed il ritorno dei diritti di
sfruttamento di molti eroi direttamente nelle mani dei Marvel Studios, lasciano ben
sperare per il futuro. Per cosa ricorderemo il cinema di
questo inizio millennio? Forse lo ricorderemo proprio per l’apporto
dato dalla compagnia fondata da Stan Lee alla creazione di
un nuovo sistema narrativo, ma soprattutto per loro, per tutti quei
supereroi che tutti noi avremmo voluto essere almeno una volta
nella vita.
Ieri come molti di voi
avranno visto è arrivato il primo atteso trailer
di The Amazing Spider-man
2, con Andrew
Garfield che torna per la seconda volta nella tutina
rossa e blu dell’Uomo Ragno. Oggi arriva invece da
Total Film il trailer commentato sequenza
per sequenza dagli interpreti del film e dal regista Marc Webb.
Abbiamo sempre saputo che la
battaglia più difficile per Spider-Man è sempre stata quella
interiore: la lotta tra i compiti ordinari di Peter Parker e le
straordinarie responsabilità di Spider-Man. Ma in The Amazing Spider-Man 2, Peter Parker
si troverà a scoprire che c’è un conflitto ancora più profondo che
deve affrontare.
E’ un grande lavoro essere
Spider-Man (Andrew Garfield). Per Peter Parker, non c’è nessuna
emozione bella come volteggiare trai grattacieli, dedicandosi
all’essere un eroe, e passare il tempo con Gwen (Emma Stone). Ma
l’essere Spider-Man ha un prezzo: solo Spider-Man può proteggere i
suoi amici di New York dai formidabili cattivi che minacciano la
città. Con l’incombere di Electro (Jamie Foxx), Peter deve
confrontarsi con un nemico molto più potente di lui. E mentre il
suo vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan), ritorna, Peter
comincia a capire che tutti i suoi nemici hanno una cosa in comune:
la OsCorp.
Cast: Brandon Routh, Kevin
Spacey, Sam Huntington, Kate Bosworth, James Marsden.
Trama: Quando Superman
ritorna in grande stile dopo 5 anni di assenza, giustificata (ma
non agli occhi del mondo) da un viaggio verso gli ultimi resti del
suo pianeta natale Krypton, non tutti sono pronti ad accettarlo.
Specialmente la sua amata Lois Lane che intanto ha vinto un premio
pulitzer con l’editoriale “Perchè il mondo non ha bisogno di
Superman” e vive con un compagno e un figlio. Ci sono molte cose da
mettere a posto, disastri da sventare, criminali da inseguire,
donne amate da riconquistare e soprattutto Lex Luthor da
fermare.
Analisi: Superman come
Batman. Dopo le degenerazioni degli ultimi capitoli occorreva fare
ordine, tornare alle origini, riprendere i fili del discorso. Di
acqua ne è passata sotto i ponti, di cose ne sono accadute dentro e
fuori lo schermo e il primo dei supereroi rischiava di essere
tagliato fuori se non ci si inventava qualcosa per giustificarne
assenza e ritorno. E così è stato. L’uomo d’acciaio raffigurato in
Superman Returns e diretto da
Bryan Singer, è tutto nuovo anche se con un’aura
demodé che poco gli dona, e si riallaccia al primo episodio
ignorando giustamente gli altri.
Ora che i film tratti dai supereroi
dei fumetti sono diventati un vero e proprio sottogenere
cinematografico, blockbuster da svariati milioni di dollari a
botta, la trasposizione sul grande schermo non può accontentarsi di
essere una semplice avventura per ragazzi. Ecco allora che le
operazioni in tal senso diventano radicali. Bryan
Singer mette molta carne al fuoco e (pur continuando a
sospettare che sia un sopravalutato) quello che ne esce è un
divertente kolossal, dove si mescolano poesia e azione, piccoli
sguardi e imprese titaniche, sentimenti ed effetti speciali –
stavolta sì – davvero da urlo (la sequenza dell’aereo su tutte).
Superman torna così ad essere quello che è (non sfuggirà ai più
attenti la citazione della prima copertina del fumetto, un’icona
ormai, in cui Superman solleva un’auto sopra la testa o la
resurrezione, per pochi secondi purtroppo, di Marlon Brando nei
panni del padre Jor-El): l’eroe a tutto tondo senza macchia e senza
paura, colui che può tutto ma che soffre per amore, il figlio
mandato dal padre per salvare il genere umano, un popolo che sa
fare del bene ma che ha bisogno di qualcuno che gli indichi la
strada. Il mondo ha bisogno di Superman? è la domanda che serpeggia
lungo tutto il film. A proiezione conclusa la risposta è, ancora di
più, sì nonostante Lois Lane, nell’articolo che le ha regalato il
Pulitzer, dica di no.
Il ritorno di Superman datato 2006
quindi, nonostante abbia convinto in pochi, forse a causa di un
attore protagonista poco convincente (Brandon
Routh) e di un plot twist di poco impatto emozionale,
vince per un forte legame al film del 1979. Bryan
Singer infatti mette in scena un super eroe umano, in
salsa old fashion molto legato alla mitologia dei fumetti, però
pecca di presunzione, rendendo il nuovo Superman bi-dimensionale,
quasi senz’anima. Intrigante e di grande effetto invece è Lex Lutor
interpretato da un magnetico Kevin Spacey, forse
l’unico vero attore che ha dato un volto terribilmente attraente ad
uno dei villain più amati di sempre. Per il resto
Superman Returns nonostante le accortezze
stilistiche, poteva fare di meglio.
Arrivano online i primi
materiali per Reasonable Doubt,
crime-thriller con Samuel L. Jackson e Dominic
Cooper.
il film per la regia di Peter P. Croudins, seguirà
le vicende del procuratore distrettuale Mitch Brockden,che cercherà
di fermare un presunto omicida scagionato diverse volte dalle
autorità e sul quale non sono mai state trovate prove certe.
Di seguito potete trovare poster e trailer per il film che in USA
uscirà il 17 Gennaio.
Da sempre VIEW Conference si rivolge
principalmente al mondo giovanile: per i temi trattati (dal cinema
d’animazione alla computer grafica, dai videogiochi all’arte
digitale), per le modalità (anteprime, making of, laboratori con
grandi ospiti internazionali), ma soprattutto per l’attenzione
all’aspetto formativo, che è andata crescendo di anno in anno,
permettendo all’evento di divenire non solo un appuntamento
imperdibile per i massimi esperti dell’industria digitale, ma anche
uno spazio privilegiato e unico nel panorama italiano, di
formazione nell’ambito del digitale.
Come già era accaduto lo
scorso anno, anche per quest’edizione di VIEWFest e VIEW Conference
si è deciso di non limitare l’intervento formativo di VIEW agli
spazi convenzionali – il Cinema Massimo e il Centro Congressi
Torino Incontra – ma di estenderlo, portando i talenti di VIEW
direttamente nelle scuole. In totale, più di 800 studenti hanno
aderito alle proposte di VIEW Conference e VIEWFest.
Per la buona riuscita
dell’iniziativa è stato fondamentale l’apporto e il sostegno
dell’assessora ai Servizi Educativi della Città di Torino Maria
Grazia Pellerino, che ha riservato un contributo specifico per
l’organizzazione di una serie di laboratori formativi che sarebbero
stati impossibili senza il suo intervento.
I workshop organizzati sono stati
molti e su diversi argomenti, spaziando dai laboratori manuali a
quelli dedicati all’approfondimento di un determinato software.
I registi di “Piovono Polpette 2”,
Cody Cameron e Kris Pearn, hanno giocato con le creature
metà cibo e metà animali del loro film insegnando ai bambini come
creare i loro foodimal personali. Insieme ai due registi, i
partecipanti al workshop si sono divertiti a dare vita a simpatiche
creature utilizzando banane, fragole, pomodori, cetrioli e limoni,
con l’ausilio di stuzzicadenti e puntine da disegno.
Emanuele Micheli, ingegnere e
designer, responsabile della Scuola di Robotica di Genova,
(un’associazione no profit che ha come scopo la promozione della
cultura mediante attività di istruzione, formazione, educazione e
divulgazione delle arti e delle scienze coinvolte nel processo di
sviluppo di questa nuova scienza) ha condotto un
workshop rivolto agli studenti delle Scuole Elementari, Medie
Inferiori e Superiori. Il laboratorio “Costruisci il tuo Robot”
prevedeva la costruzione di piccoli robot, in grado di interagire
con le persone in azioni molto semplici. I bambini coinvolti hanno
potuto assemblare i robot e sono stati guidati nel compiere i loro
primi passi nel mondo della programmazione.
Le proiezioni riservate ai ragazzi
durante il VIEWFest hanno visto partecipare con successo anche gli
artisti Pixar Dan Scanlon e Sandra Karpman, che hanno
risposto alle domande degli studenti sulla creazione del film Pixar
“Monsters University”.
Il comico e sceneggiatore David
Misch, ironico e illuminante, si è concesso al pubblico
raccontando regole e principi della commedia, offrendo un punto di
vista ravvicinato sulle “viscere” della commedia, tra cui la regola
del 3 (“Perché le cose sono più divertenti in tre? Davvero,
perché? Voglio dire, perché???”), il rapporto tra la commedia e
la logica (suggerimento: sono acerrimi nemici), i calcoli sulla
tempistica; gli spunti comici e perché nasconderli a volte è il
modo migliore per ottenere una risata, perché il vostro corpo è
esilarante, il “dolore” delle battute; i “placebo” della commedia,
e come la meccanica delle barzellette – tensione e risoluzione,
riconoscimento degli esempi, depistaggio e sorpresa – fornisca un
modello per tutto l’umorismo.
Lucia Modesto di Dreamworks
Animation ha spiegato i trucchi che stanno alla base dei controlli
di animazione. La particolarità di questo workshop è stato
l’utilizzo di materiali semplici e di uso comune per costruire un
modello articolato al fine di valutare il range di movimento
richiesto, e poter così definire in specifico i controlli di
animazione necessari, in ordine di priorità.
Lucia Modesto ha illustrato le
modalità di valutazione dei controlli di animazione (per rigger e
animatori) creando un piccolo modello reale e articolato e
individuando i controlli di animazione necessari per lo specifico
modello.
Dario Passariello di Autodesk
ha tenuto una serie di lezioni sull’utilizzo di 3D Studio Max e
sull’integrazione con Mudbox per creare un’animazione avanzata,
andando ad analizzare anche nello specifico le tecniche di
animazione e di modellazione booleana.
Daniele Angelozzi ha svelato
i segreti del programma di modellazione avanzata Zbrush
per la creazione di un impianto per la stampa 3D, partendo da
forme semplici e sfruttando diverse caratteristiche come dynamesh,
l’inserimento di meshbrushes, retopology e strumenti di
remeshing.
Fabrizio Arzani di Escape
Studios ha accompagnato i presenti alla scoperta dei segreti del
“camera mapping”, mostrando come creare una ripresa fotorealistica
a partire da un’immagine fotografica, utilizzando l’allineamento
della geometria e delle telecamere a un backplate e creando poi una
mappatura tramite il punto di vista della videocamera.
Luca Deriu di PlaySys,
in collaborazione con il fisico Massimo Temporelli, ha
proposto una panoramica sui nuovi orizzonti che si stanno aprendo
per la grafica tridimensionale: software evoluti, processi di
elaborazione ottimizzati e sistemi hardware di nuova generazione
danno la possibilità di anticipare il mercato del futuro. La
semplicità della modellazione poligonale, trova oggi non solo la
finalizzazione del proprio processo produttivo nel render
fotorealistico, tramite software come V-Ray o iRay, ma anche la
possibilità di scolpire oggetti in tempi brevi e con costi
accessibili. La nuova frontiera della stampa 3D infatti offre
grandissime possibilità di progettazione, creazione, manipolazione
e miglioramento dei prodotti che vedremo sul mercato.
Appuntamento imperdibile è stato
anche quello con il “game evangelist” Marco Mazzaglia e la
sua vita tra i giochi scoprendo la “gamification”, l’utilizzo di
tecniche di game design ed elementi di gioco che si sta diffondendo
in molti contesti, dalla formazione in alcune scuole alle
multinazionali; durante il workshop Mazzaglia ha parlato di come
funziona la gamification e di cosa vuol dire lavorare sulla
motivazione e sulle personalità dei singoli giocatori. Per spiegare
le sue teorie, il game evangelist ha interagito con i presenti,
chiamandoli sul palco per provare la resa emozionale di diversi
videogiochi.
Una menzione speciale va al
Masterclass della durata di 6 ore tenuto da Paul Debevec,
dal titolo “Illuminazione, aspetto e animazione per attori digitali
fotorealistici”.
Nel corso del workshop Debevec si
è concentrato sulla modellazione basata sulle immagini e
sulle tecniche di rendering, con successive specializzazioni in
High Dynamic Range Imaging, misura della riflettanza, animazione
facciale e illuminazione basata sulle immagini attraverso la
registrazione della luce nel punto in cui l’attore deve andare, lo
studio della geometria del volto e modellazione delle texture, la
ricostruzione dettagliata dell’aspetto della pelle e l’elaborazione
della scansione facciale.
Nella seconda parte è stata
analizzata approfonditamente l’animazione guidata attraverso
diversi casi di studio, tra cui “Il curioso caso di Benjamin
Button”, “Avatar”, “Tron: Legacy” e molti altri lavori di Paul
Debevec.
Da segnalare anche l’incontro con
Parag Havaldar sulla stereoscopia nella produzione di film,
che ha proposto una riflessione comparativa sulla tecnologia
necessaria per la produzione di contenuti stereoscopici parlando
anche della creazione di contenuti stereoscopici per progetti
interamente in CG, la generazione di un “altro” occhio rispetto a
quello tradizionale di una videocamera, e i problemi che
sorgono con un contenuto stereoscopico nativo.
Troy Saliba ha tenuto un
workshop sulla pianificazione della ripresa, seguendo
il processo di realizzazione di un film dalle miniature al
fotogramma finale, con particolare attenzione alla differenza di
pianificazione tra film live-action, lavori di animazione e
cortometraggi.
Matthias Winckelmann,
freelance motion designer e regista, e Carlo
Costacurta, graphics designer, hanno parlato del workflow
tra CINEMA 4D e After Effects CC per il motion design e gli effetti
speciali, dimostrando la facilità con cui si possono scambiare file
native 3D e il metodo di aggiornamento degli elementi di una scena
lavorando in parallelo con CINEMA 4D Lite e After Effects.
Un successo senza precedenti per
questo specifico calendario di VIEW, che conferma ancora di più la
valenza formativa dell’evento, al punto che è già in programma un
nuovo appuntamento, previsto per febbraio su specifica richiesta
degli organizzatori di Giovedì Scienza.
Volete far parte del programma della
prossima edizione di VIEW Conference? Mandateci le vostre idee per
conferenze e i workshop. All’indirizzo seguente troverete i moduli
per sottoporre le vostre proposte:
Se invece avete realizzato, tra il
2013 e il 2014, un cortometraggio con animazioni 2D/3D o con
effetti visivi, inviatecelo per concorrere al VIEW Awards
2014. Presentarsi è semplice: basta compilare il modulo che
trovate all’indirizzo
Con una storia recente che dimostra
tutta la grande considerazione che il mondo della settima arte ha
per lui, David O. Russell torna sul grande schermo con
American Hustle, accompagnato da un pungo di attori
che gli sono ben noti e con i quali ha condiviso i grandiosi
successi delle passate stagioni cinematografiche.
Sono Christian Bale e Amy Adams (visti in The Fighter) e Jennifer Lawrence e Bradley Cooper (protagonisti di Il Lato
Positivo) le due coppie che ci raccontano il film, una
storia di truffe, truffatori, doppi giochi, femme fatale, politici
onesti, poliziotti entusiasti, tradimenti, soldi e corruzione. In
American Hustle troviamo il gusto per il film di genere, con
tanto di storia d’amore tormentata, dramma familiare e un pizzico
di gangster movie, il tutto condito da una vera comica che dopo
Il Lato Positivo sembra stare molto comoda al
regista di Three Kings.
American Hustle, il film
Protagonista del film è un
irriconoscibile Christian Bale , con tanto di riporto e ventre
prominente, che di professione fa il truffatore, fino a che non
incontra la rossa e pericolosa Amy Adams, una donna con un
cervello letale quasi quanto il suo fascino. Con lei metterà in
piedi una interessante attività di raggiri e condividerà un po’ di
serenità, peccato però che a casa, ad aspettare il fedifrago
marito, ci sia la mogliettina Jennifer Lawrence, bella,
triste e sciocca. A questo triangolo, già esplosivo, si aggiungono
un poliziotto ambizioso con la faccia da schiaffi di Bradley Cooper, e un politico genuino e sincero,
impegnato nella sua missione di rendere il mondo un posto migliore,
con le sembianze di Jeremy Renner.
David O. Russell affronta la
storia di petto, immettendoci già in una dinamica avviata e pronta
ad esplodere e che poi ci viene raccontata nei dettagli per circa
metà film, con il classico stile del regista, un po’ sporco e
sbilenco, ma che lo caratterizza e lo rende distinguibile tra
mille. La molteplicità di voci over e una scelta di racconto
vagamente ellittico, rendono il film un po’ confuso nella parte
narrativa, laddove una storia basata su intrighi e doppi giochi
dovrebbe essere oscura solo per il raggirato di turno, non per lo
spettatore che è in qualche modo “complice” della truffa che viene
messa in atto.
Nonostante questa difficoltà di
comunicazione, Russell si salva per qualche dialogo davvero
brillante, ma soprattutto perché si è affidato ai citati magnifici
quattro: Bale-Adams-Cooper-Lawrence fanno loro ogni momento
del film, mettendo in scena delle performance che già tutti
definiscono da Oscar. A loro si aggiunge un Jeremy Renner che, forse influenzato dall’eccellenza che
lo ha circondato su quel set, non fa assolutamente brutta figura
accanto all’irriconoscibile e straordinario Bale. American
Hustle è un film di attori, un film di cui si gode grazie
alle magnifiche performance e che trova, purtroppo, nell’approccio
al racconto, il suo punto debole.
Il 2015 si arricchisce di un altro
film con budget potenzialmente importane,si tratta della nuova
pellicola di Brad Payton(Viaggio
nell’Isola Misteriosa) intitolata San
Andreas,che avrà come star Dwayne
Johnson.
Andre Fabrizio e
Jeremy Passmore avevano già fornito una prima
bozza della sceneggiatura, mentre Chad e Carey
Hayes(The Conjuring, I Segni del Male) di
recente hanno portato delle modifiche con una riscrittura
parziale.
La trama (com’è facilmente
intuibile) parlerà del Big One,il terremoto che dovrebbe scatenarsi
a ridosso della faglia di San Andreas e provocare consistenti danni
in California; Johnson in tutto questo sarà un pilota di elicotteri
alla disperata ricerca della figlia.
La release del film è prevista per
il 5 giugno, che quindi vedrà la forte concorrenza del ritorno di
Jurassic World(12 giugno).