Esce in edizione
homevideo, distribuito da 01 Distribution, La kryptonite nella
borsa, esordio alla regia dello scrittore e sceneggiatore Ivan
Cotroneo.
Piccole Bugie tra Amici: Trailer Italiano
La consueta estate a Cap Ferret, nella
grande casa sul mare, per un gruppo di amici parigini, ciascuno con
il proprio stress, ciascuno con le proprie piccole bugie. E per
tutti il dolore di una mancanza, l’amico rimasto solo a Parigi in
ospedale dopo un gravissimo incidente. Ci pensano e non ci pensano,
la vita (e le vacanze) vanno avanti. Ma stavolta l’estate è per
tutti un grande freddo: Vincent (Benoit Magimel) non ama più sua
moglie e prova qualcosa per l’amico Max (François Cluzet), che la
rivelazione rende ancor più nervoso e insopportabile, Eric (Gilles
Lellouch) non smette di provarci con tutte, mentre l’abbandonata
Marie (Marion Cotillard) consuma storie di sesso senza gusto e
futuro. Fra tutti questi disperati della vita branchè, s’aggira un
solo idealista, il tenero Antoine (Laurent Laffite) che vive appeso
agli sms della ex di cui è ancora innamorato (Anne Marivin). Una
tranquilla estate di paura. Con malinconia e tenerezza.
Marigold Hotel – Trailer Italiano
Marigold
Hotel (The Best Exotic
Marigold Hotel) è un film del 2012 diretto da John Madden e con
protagonisti Bill Nighy,
Dev Patel, Judi Dench, Maggie Smith, Penelope Wilton, Ronald Pickup, Tom Wilkinson. La
sceneggiatura del film scritta da Ol Parker, si basa sul romanzo
Mio suocero, il gin e il succo di mango (These Foolish Things) di
Deborah Moggach. Ulteriori info nella scheda: Marigold
Hoter
Biancaneve – Trailer Italiano
Biancaneve
(Mirror
Mirror) è un film del 2012 diretto da Tarsem Singh e con protagonisti Armie Hammer, Danny Woodburn, Julia Roberts, Lily Collins, Mare Winningham, Martin Klebba, Michael Lerner, Nathan Lane, Robert Emms, Sean Bean. Il film si basa sulla
fiaba dei fratelli Grimm Biancaneve e i sette nani.
DIAZ – Backstage del film
Arriva il Backstage di
Diaz: don’t clean up this blood, il film
di Daniele Vicari dal 13 Aprile al cinema.
Il cast del film comprende Alessandro Roja, Aylin Prandi, Claudio Santamaria, Davide Iacopini, Elio Germano, Fabrizio Rongione, Ignazio Oliva, Jennifer Ulrich, Monica Birladeanu, Paolo Calabresi, Renato Scarpa, Rolando Ravello.
Insidious: recensione del film di James Wan
Insidious è il film del 2010 diretto da James Wan e con protagonisti nel cast Patrick Wilson, Rose Byrne, Ty Simpkins, Lin Shaye, Leigh Whannell
James Wan ci riprova. Dopo aver scosso il mondo dell’horror con Saw – L’Enigmista (2004) e dopo la parentesi meno remunerativa di Dead Silence (2007), torna ora nelle sale con Insidious, ghost-story ambiziosa che strizza l’occhio ad innumerevoli classici del genere. In molti hanno storto il naso, tra critici ed appassionati del genere, quando la diffusione del primo materiale promozionale lasciava presagire l’ennesima vicenda soprannaturale, patinata e schiava di quei meccanismi scenici e registici che Hollywood sembra voler applicare a quasi ogni sua creatura, trasformando anche la più buona delle idee in un prodotto mediocre.
Insidious, sorprendentemente, riesce in buona parte a distaccarsi da quel pantano di remake scialbi e stanchi che hanno affossato l’horror, proponendoci una storia sinistra ed ottimamente orchestrata che, pur non inventando nulla di particolarmente originale, si fa carico di tutti i luoghi comuni del genere utilizzandoli in maniera efficace: porte cigolanti, sussurri ed apparizioni agghiaccianti fanno capolino in una sceneggiatura che gioca le sue carte migliori nei primi due atti della pellicola, a fronte di un terzo più confusionario e fuori controllo.
Nell’epoca del gore più gratuito e fine a se stesso, dove il mercato sembra voler imporre agli autori la necessità di mostrare più violenza possibile, Wan gioca tutto sull’atmosfera, su di un impianto sonoro quasi minimale, avvalendosi anche di una fotografia chiaroscurale sempre al servizio della storia e ricca di zone d’ombra in cui nascondere i suoi spettri, in un continuo gioco di equilibri tra il “vedo/non vedo”; carrelli lenti, inquadrature fisse e ben studiate, che rivelano un lavoro di storyboard senza dubbio notevole, rappresentano i trucchi vincenti di una regia furbissima nel suo voler sempre spiazzare le attese dello spettatore, che si ritrova suo malgrado a gettare l’occhio in ogni angolo della scena, sicuro di scorgere uno dei molti spettri di cui la pellicola è disseminata, un campionario di fantasmi spaventoso, grottesco e sostenuto da un mirabile lavoro di make-up.
I veterani del genere, inoltre, potranno compiacersi dei continui rimandi, sia in termini di mood che di situazioni, agli intramontabili capostipiti di cui Insidious è debitore: echi di pietre miliari come Gli Invasati di Robert Wise (1963), Amytiville Horror di Stuart Rosenberg (1979), Poltergeist di Tobe Hooper (1982) ed anche lo stesso L’Esorcista di William Friedkin (1973) sono sparsi ovunque.
Insidious
Non tutto comunque funziona, a partire dal comparto attoriale, dove l’unica prova pregevole e coinvolgente è rappresentata dal personaggio della medium interpretato da Lin Shaye, in grado di gelare il sangue persino in una sequenza (una delle migliori del film) prettamente descrittiva; Non splende affatto invece Patrick Wilson, troppo ingessato e spaesato nei panni di un padre in procinto di rischiare tutto per salvare suo figlio, un anonimo (ma gli va concessa l’attenuante della giovane età) Ty Simpkins. Chiude la lista dei comprimari Rose Byrne, che qui interpreta in maniera appena discreta una madre apprensiva e sconvolta dagli eventi.
Un plauso invece agli attori che danno “corpo” e “forma” a spiriti e demoni, tutti inquietanti ed espressivi; l’ultimo vero neo del film è rappresentato dall’atto finale, che alterna momenti di indubbio fascino visionario ad altri decisamente più gratuiti e scontati, andando in parte a scalfire quanto di buono fatto precedentemente, per poi affidare la conclusione dell’opera ad un colpo di scena piuttosto prevedibile.
Insidious, nonostante diversi difetti, resta quindi consigliatissimo a tutti coloro che, tra una lista fin troppo lunga di horror deludenti, cercano un prodotto efficace, dal sapore quasi vintage e, finalmente, davvero in grado di spaventare.
Independence Day: recensione del film Will Smith
Independence Day è un film del 1996 diretto da Roland Emmerich e con protagonisti nel cast Jeff Goldblum, Will Smith, Bill Pullman, Vivica Fox, Mary McDonnell, Randy Quaid.
La trama di Independence Day
L’arrivo degli extaterrestri sulla Terra (con una mastodontica nave-madre che staziona nello spazio e una flotta di enormi dischi volanti che ‘parcheggiano’ nei cieli delle principali città del pianeta) viene accolto col proverbiale mix di panico, paura e speranza… Le poco amichevoli intenzioni dei ‘visitatori’ si manifesteranno quasi subito, con una pioggia di fuoco che invaderà le città e un nugolo di navicelle più piccole che ridurranno ai minimi termini le principali basi di difesa terrestri.
Sullo sfondo della catastrofe, seguiamo le vicende dello scienziato Jeff Goldblum (che, trai pochi a intuire l’imminenza dell’attacco, salverà la vita al Presidente degli Stati Uniti – Bill Pullman – anche grazie all’aiuto della ex moglie, che lavora nello staff della Casa Bianca), del pilota di caccia Will Smith (che nel corso di un duello aereo sarà uno dei pochi ad abbattere un velivolo alieno) e della sua compagna (Vivica Fox) che assieme al figlio tenterà di ricongiungersi a lui, incrociando sulla sua strada la First Lady, scampata anche lei all’attacco, seppur conciata molto male.
Tutti si ritroveranno nella celeberrima ‘Area 51’, a Roswell (l’esistenza della quale sembra essere ignota al solo Presidente degli U.S.A.), dove si scoprirà che gli alieni tengono sotto osservazione la Terra da un bel pò… e dove si trova anche il famoso ‘disco volante’ che teorie del complotto vogliono essere precipitato proprio a Rosewell.
Utilizzandolo,
Will Smith e
Goldblum si lanceranno in una missione
suicida nella ‘pancia’ della nave madre, al fine di disinnescare
gli scudi che rendono inattaccabile la flotta arrivata sulla Terra…
il finale, per i pochi che non hanno visto il film, è
prevedibile…
Independence Day è il classico ‘giocattolone’ cinematografico, del quale peraltro, superato l’impatto (per i tempi, sicuramente suggestivo) con la fantasmagoria degli effetti speciali, ci si stanca anche presto, complice una sceneggiatura prevedibile, che accumula tutti i classici luoghi comuni dell’invasione aliena (dagli enormi ‘dischi volant’, che sembrano omaggiare la serie Visitors, all’uovo di Colombo usato per sconfiggere gli invasori), e interpretazioni che si limitano al minimo indispensabile.
Independence Day riveste magari qualche curiosità sotto il profilo del cast: rappresentò il primo autentico blockbuster per Will Smith, fino ad allora noto in Italia soprattutto per la sit-com Willie, il Principe di Bel-Air (e infatti il personaggio, nei suoi lati più ironici deve molto a quello della serie tv).
Per Jeff Goldblum è una delle ultime partecipazioni a film di una certa rilevanza, e si tratta sostanzialmente di una variazione sul tema del personaggio dello scienziato cinico e un filo misantropo che in quegli anni gli diede una certa fortuna nella serie di Jurassik Park.
Independence Day segnò inoltre il rilancio il genere ‘catastrofico’: di lì a poco, la minaccia ‘esterna’ si sarebbe trasformata nei meteoriti di Deep Impact e Armageddon, mentre in seguito lo stesso Emmerich l’ha portata sulla Terra, dapprima col lucertolone di Godzilla e in seguito con The Day After Tomorrow prima e 2012 poi, dando alle varie ‘minacce’ contorni più ‘naturalistici’ all’insegna di messaggi ambientalisti.
Per rivedere uno
scontro tra umani e alieni sul grande schermo si sarebbe dovuto
aspettare quasi un decennio, con i remake della Guerra dei
Mondi e di
Ultimatum alla Terra, in cui rapporto tra
‘buoni’ e ‘cattivi’ si sarebbe fatto progressivamente più sfumato,
prima di vederlo completamente ribaltato in
Avatar.
Independence Day
Rivisto oggi, Independence Day assume valore come ‘testimonianza’ del clima che si respirava ai tempi: siamo nell’America clintoniana di fine anni ’90 (e il personaggio del Presidente, giovane, idealista e con la faccia da bravo ragazzo, interpretato da Bill Pullman, a Clinton è chiaramente ispirato), in quel breve periodo in cui, finita la guerra fredda, si riteneva che gli Stati Uniti – e con essi l’Occidente – non avessero più nemici, e il pericolo potesse venire solo da un’ipotetica invasione aliena.
Un’epoca in cui le ‘magnifiche sorti progressive’ dell’umanità erano affidate a una tecnologia vista solo come positiva, e in cui persino uno dei famigerati virus informatici poteva diventare la salvezza del genere umano. Un film, e questo forse vale più di ogni altro discorso, dove ci si poteva permettere di far crollare grattacieli e saltare in aria la Casa Bianca senza evocare gli spettri dell’11 settembre.
Abigail Breslin in The Hive al fianco di Halle Berry
Sex Tape per Jake Kasdan? Non pensate male…
Mark Twain in salsa soprannaturale per la Paramount
Dr. Dre si dà all’horror con Thaw
Harry Poter Wizard’s Collaction – Cofanetto da collezione edizione limitata
Niente The Dive per James Cameron; c’è Martin Campbell
Prima di mezzanotte 2: due nuovi sceneggiatori e Brett Ratner alla regia
Brian Grazer e Ron Howard lavorano sull’adattamento di 1984 di George Orwell
E’ Heat Vision a annunciare
che i produttori Brian
Grazer e Ron Howard (Il Codice Da
Vinci) stanno lavorando con la loro casa la Imagine
Entertainment e con la LBI Entertainment di Julie Yorn per portare
al cinema un film tratto da 1984, il celebre romanzo scritto da
George Orwell nel 1948.
Teaser Trailer per Cosmopolis di David Cronenberg con Robert Pattinson!
Arriverà in Italia a
Dicembre, ma le aspettative per il ritorno di David
Cronenberg sono altissime. Ecco finalmente arrivare un
primo teaser trailer di Cosmopolis, tratto dal
romanzo di Tom DeLillo con protagonista Robert
Pattinson,.
Prime foto di Hugh Jackman sul set di Les Miserables di Tom Hooper!
Arrivano le prime foto di Hugh Jackman dal set londinese di
Les Miserable, il nuovo film di Tom Hooper.
Uno Jackman davvero ridotto male quello immortalato sul set:
Violante Placido racconta la sua esperienza sul set di Ghost Rider: Spirito di Vendetta
“Un impegno che
mi ha permesso di far riemergere il mio lato spericolato” Così la
bella Violante Placido racconta il suo ruolo in
Ghost Rider: Spirito di Vendetta, e questa volta
per la sua seconda esperienza hollywoodiana dopo
The American, la bella figlia d’arte ha avuto un
personaggio a tutto tondo, quasi coprotagonista accanto al divo
Nicolas Cage, un ruolo molto diverso da
lei che in passato ha sempre usato il suo corpo in maniera
diversa.
Come è stato realizzare le scene d’azione?
“Ho fatto tanto sport da ragazza (equitazione, salto a ostacoli), sono caduta da cavallo mille volte. Ma questa è stata tutta un’altra esperienza, ha tirato fuori il mio lato spericolato. Finora però al cinema il mio corpo è stato mostrato nella sua morbidezza, nella sua sensualità. Qui invece è tutto più dinamico, aggressivo, violento. Ho lavorato accanto a degli stunt veri è propri, come un giro a luna park!”.
Violante Placido, tra italia e america
Com’è stato lavorare con Cage?
“All’inizio mi intimidiva perché è particolare, un mix di nevrosi. Credevo fosse uno difficile, invece è una persona carina. Soprattutto fuori dal set: quando lavora, anche tra una scene e l’altra, è totalmente concentrato nel suo personaggio. Poi mi ha detto che si ricordava benissimo di mia madre e abbiamo parlato di cosa vuol dire venire entrambi da una famiglia di artisiti (Cage è nipote di Francis Ford Coppola, ndr)”.
Lei è una delle attrici
italiane che sono riuscite a lavorare in USA di recente. Come si è
sentita?
“Se da italiano ti trasferisci lì, e prendi tutte le licenze e i
permessi che servono per lavorare, è più facile. Da qui, l’aspetto
burocratico è complicato. Per fortuna The American è stato
girato in Italia, Ghost Rider in Turchia, e così non ci
sono stati problemi. Fare i permessi però ti permette anche di
entrare nel circuito dei film indipendenti, e lì puoi lavorare
bene.”
Nel film è una madre che fa
di tutto per salvare suo figlio. Un futuro da mamma?
“Mi piacciono molto i bambini, e se avessi dei figli, vorrei essere
loro complice. Ma non mi ci vedo nel ruolo di madre tradizionale.
Quando sarà si vedrà”.
Ghost Rider: Spirito di Vendetta – recensione
Un teschio fiammante, una moto che ruggisce, catene infuocate affamate di cattivi: Ghost Rider torna a solcare sugli schermi in Ghost Rider: Spirito di Vendetta in 3D e sempre con le fattezze di Nicolas Cage, intrappolato nel suo corpo che condivide con un demone, lo spirito della vendetta. Questa volta però c’è un bambino da salvare, una madre da proteggere e un patto da mantenere per ritrovare la sospirata pace e forse anche l’anima irrimediabilmente venduta al diavolo nel primo episodio.
Funestato da tremendi ritardi e tanta reticenza in fase di produzione, il super (anti) eroe interpretato da Cage ritorna sulla schermo a distanza di quattro anni con Ghost Rider: Spirito di Vendetta e questa volta ci porta in Europa, dove un bambino, una sorta di ‘immacolata concezione demoniaca’ è in pericolo perché il ‘padre’ cerca di catturarlo per riscuotere il conto della vita che gli ha dato. A proteggere il bambino in primo luogo la madre, Nadia (Violante Placido), poi Moreau (Idris Elba), prete ubriaco e particolare, e infine Jhonny Blaze insieme al suo oscuro inquilino, il Rider. Dalla parte dei cattivi uno straordinario Ciaràn Hinds, corpo mortale e contenitore del potere di Mefisto, e Johnny Whitworth nei panni di Carrigan, prima sequestratore di bambini poi segugio infernale.
Ghost Rider: Spirito di Vendetta, il film
La regia, in Ghost Rider: Spirito di Vendetta di Mark Neveldine e Brian Taylor, a tratti esasperata e invadente ci catapulta da subito in un grande video clip, come se si trattasse di un cortometraggio fatto bene o di un B-Movie costoso, mentre gli effetti visivi sono davvero notevoli, in particolar modo quelli legati al costume del Rider.
Il problema più grande di questo Ghost Rider: Spirito di Vendetta però è la sceneggiatura, approssimativa e particolarmente carente nei dialoghi. Si avverte nel sottofondo e in alcune scene particolare che il testo di partenza della storia è molto strutturato e profondo, e tocca anche temi importanti, ma tutto viene guardato da lontano, trattato con sufficienza e il risultato è un’approssimazione che impedisce di raccontare per bene la storia.
Spicca e fa la sua bella figura in Nicolas Cage come non lo vedevamo da tanto tempo: folle, spietato e allo stesso tempo tormentato riesce al meglio a veicolare la grande sofferenza del suo personaggio, lacerato tra tormento, rimorso e senso di colpa, oltre che da una insaziabile fame di vendetta. Pollice verso invece per la nostra Violante, che anche se non è il più grande problema del film, risulta decisamente scarsa nell’interpretazione e poco espressiva.
Speriamo tuttavia che quest’ulteriore passo ad Hollywood riesca a farla crescere a livello professionale per portare avanti in nome dell’Italia all’estero. Bene invece il resto del cast, particolarmente idoneo a rappresentare la propria controparte nella storia.
Hunger Games: Ecco Il Gioco da tavola!
In attesa di vedere Hunger Games, il film di Gary Ross ispirato al distopico romanzo di Suzanne Collins, oggi arriva un video dimostrativo del gioco da tavola ispirato alla saga, in cui le ragazze dovranno affrontare due minacce di non trascurabile entità: gli appuntamenti e i tentativi di omicidio ai loro danni.
Fonte: CH via Badtaste.it
Il Cavaliere Oscuro il ritorno durerà 4 ore?
Sembra che qualche giorno fa Christopher Nolan ha mostrato ai dirigenti della Warner Bros. il suo primo montaggio del Cavaliere Oscuro – il Ritorno.
Oggi è Kevin Sullivan di MTV a rilasciare alcuni interessanti particolari in via preliminare sulla durata del film:
Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno è pronto ed è finito, a quanto pare nella forma di un montato preliminare lungo quattro ore. Nessuna notizia ufficiale sulle reazioni del pubblico allo screening privato, comunque.
Per ora è inutile sparare alto sulla durata del film, visto che Christopher Nolan ha ancora parecchi mesi di post- produzione da fare. Tuttavia, vista la precedente esperienza del secondo capitolo della saga, dove il pre-montaggio durava solo 15 minuti più della versione definitiva, che era lunga 152 minuti. Può forse suggerire che, fatti i dovuti calcoli, Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno potrebbe arrivare a durare più di tre ore. Resta da verificare anche quanto la produzione ci tenga a chiudere una storia e rendere così la trilogia compiuta.
Vi ricordiamo che Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno uscirà il 29 agosto 2012 in Italia.
Tower Heist: in Blu-ray e DVD dal 28 Marzo 2012.
Titanic 3D: segui la premiere londinese su Cinefilos.it
I fan di tutto il mondo potranno
vedere il red carpet della premiere di Titanic
3D in
diretta martedì, 27 marzo alle
ore 18. Visitate http://www.live.titanicredcarpet.com per
vedere la diretta web
Project X: una festa che spacca – Trailer Italiano
“Project X ” segue le
vicende di tre apparentemente anonimi studenti ed il loro tentativo
di costruirsi una reputazione. La loro idea è tutto sommato
innocente: organizzare una festa indimenticabile… purtroppo però
non sono preparati per questo tipo di festa. La voce si sparge in
fretta tra sogni spezzati, record abbattuti e leggende che nascono.
“Project X” è un
avvertimento per i genitori e per la polizia di ogni parte del
mondo.
Ulteriori info nella nostra scheda: Project x
Tonino Guerra: dal Sngci un ultimo simbolico Nastro d’Argento al Poeta
E’ morto Tonino Guerra
17 Ragazze presentato alla stampa dalla regista Muriel Coulin
C’era solo una delle registe, Muriel
Coulin, alla presentazione martedì 20 marzo del film 17
Ragazze, storia di un gruppo di adolescenti dello stesso
liceo che decidono di restare incinte tutte insieme. Storia di una
ribellione: contro una vita che non offre prospettive, un mondo
adulto lontano e distratto, contro un vuoto e forse anche una noia
che non si riesce ad arginare. Ma anche racconto appassionato di
quella fase della vita in cui ci si sente pieni di energia, di
sogni, ci si crede in grado di cambiare il mondo.
La sposa cadavere: recensione del film di Tim Burton e Mike Johnson
La recensione del film d’animazione La sposa cadavere diretto da Tim Burton, Mike Johnson. Voci originali: Johnny Depp (Victor Van Dort), Helena Bonham Carter (Emily, la sposa cadavere), Emily Watson (Victoria Everglot), Albert Finney (Finnis Everglot), Richard E. Grant (Barkis Bittern), Tracey Ullman (Nell Van Dort/Hildegarde), Paul Whitehouse (William Van Dort/Mayhew/Paul, il cameriere-testa), Michael Gough (Saggio Gutknecht), Christopher Lee (Pastore Galswells), Jane Horrocks (Ragno/Mrs. Plum), Enn Reitel (Maggot), Deep Roy (Generale Bonesapart), Danny Elfman (Bonejangles).
La Trama
I coniugi William e Nell Van Dort Victor sperano di risollevare le loro sorti economiche attraverso il matrimonio combinato tra il figlio, Victor, e la giovane Victoria Everglot. Tuttavia il ragazzo è fin troppo impacciato tanto da rischiare di mandare all’aria la cerimonia. Proprio quando formulerà il giuramento di matrimonio in un lugubre bosco, infilerà l’anello in un districato ramo e si ritroverà ad essere il marito di Emily, la sposa cadavere. Victor conoscerà il mondo dei defunti, ma avrà l’ardente desiderio di ritornare sulla terra dei vivi per sposare la donna amata. Ad ostacolare l’impresa non ci sarà solo la novella sposa cadavere, ma che un misterioso uomo che cercherà di sottrargli Victoria.
In un cinema
dove il 3D e gli effetti speciali sono il pane quotidiano dei film,
Tim Burton non rinuncia alla tecnica di animazione
della stop-motion, opportunamente affiancato da una squadra di
fedeli esperti.
Lo stesso Mike Johnson era già stato nel cast tecnico di Nightmare Before Christmas. Danny Elfman ha composto le colonne sonore per ben 12 film di Burton e ne La sposa cadavere le musiche, alternate a spezzoni di musical, ricordano lo stile Disney simpaticamente ripreso con la jam session degli scheletri, che ci riporta a La danza degli Scheletri (Skeleton Dance del 1929).
La sposa cadavere è una mortifera storia d’amore piena di colori
Per la sceneggiatura il regista si serve ancora di John August (la sua è la terza collaborazione con Burton) e Caroline Thompson (dopo aver sceneggiato Nightmare Before Christmas e Edward mani di forbice), nonché di Pamela Pettler (che ha collaborato anche per 9). Insieme queste tre menti conferiscono ai personaggi una spontanea comicità, in grado di reggere anche scene più ponderate.
Il grosso del lavoro si deve anche a McKinnon e Saunders, i creatori dei pupazzi, che sono stati in grado di dotarli di una notevole espressività facciale.
Il cerchio viene chiuso da Tim Burton e dalle sue incredibili idee immaginifiche. Egli ha tratto la storia da una favola russa, rimanendone affascinato non solo per il contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti, ma anche perché rispetta la considerazione che il popolo russo ha dei defunti. Di suo ci mette le atmosfere dark-gotiche che in produzioni precedenti (Edward mani di forbice, Nightmare Before Christmas) fanno da cornice a personaggi spesso emarginati. E così, i lineamenti dello smilzo Victor ci ricordano Vincent, il bambino protagonista del cortometraggio di Burtun del 1982. O ancora, Emily, sposa cadavere, somiglia alla bambola di pezza di Nightmare Before Christmas. Potremo trovare altre similitudini, ma è chiaro che il regista è affezionato ai suoi personaggi e alla stessa tecnica della stop-motion, tanto da affermare: “C’è qualcosa di meraviglioso nell’essere in grado ti toccare fisicamente i personaggi e farli muovere, e vedere esistere il loro mondo”.
La sposa cadavere non è la solita storia d’amore come può farci inizialmente credere, ma è la storia parallela di Victor ed Emily. Il primo intende superare l’antica tradizione del matrimonio combinato e sposare la donna che ama veramente. La seconda è emarginata dallo stesso Victor, illudendosi di poter credere in un’unione così povera di sentimento. Ma i personaggi che popolano il mondo dei morti, per quanto grotteschi, appaiono goffi e bizzarri, più spensierati durante la morte rispetto a quando erano in vita, in un mondo scandito da azioni e tradizioni meccaniche mai sentite vicine sentimentalmente.
È divertente notare come l’atmosfera del film sia grigia e cupa quando è ambientata nel mondo dei vivi, mentre è animata da colori più accesi nell’oltretomba. Che sia una visione di Tim Burton destinata a entrare nella nostro immaginario?
Paul Rudd in Admission?
L’attore del New Jersey (visto, tra gli altri, in 40 anni vergine, Una notte al museo e Molto incinta) sta valutando la sua partecipazione ad Admission, nuovo film di Paul Weitz, scritto da Karen Croner sulla base dell’omonimo romanzo di Jean Hanff Korelitz. Vi si narrano le vicissitudini di Portia Nathan, interpretata da Tina Fey, che lavora presso l’ufficio ammissioni di un college, la cui vita, abbastanza grigia, verrà scossa dall’incontro con uno studente particolarmente promettente e dal ritorno di fiamma per un vecchio amore: questo sarebbe proprio il ruolo di Rudd, per il quale in precedenza era circolato anche il nome di Owen Wilson. Rudd, visto recentemente in Wanderlust, apparirà prossimamente in The Perks Of Being A Wallflower e in This Is 40, spin-off di Molto Incinta, dove l’attore riprenderà il personaggio interpretato in quell’occasione.
Fonte: Empire
Russell Crowe salirà sull’Arca?
Dopo mesi di rumours che negli ultimi tempi si sono andati via via rafforzandosi, ora sembra sia arrivata la conferma : Russel Crowe è ufficialmente in trattative per interpretare Noè nel film dedicato da Darren Aronofsky al Diluvio Universale. L’inizio delle riprese è previsto per luglio: per allora si spera che i negoziati per la partecipazione di Crowe vadano a buon fine. Paramount e New Regency sono i finanziatori del film, sul quale resta il mistero riguardo all’angolazione dalla quale Aronofsky guarderà alla leggenda biblica.
Il regista è stato autore di una prima stesura della sceneggiatura, assieme ad Ari Handel; John Logan (Hugo) è stato incaricato di aggiustarla. Crowe è attualmente impegnato sul set de I miserabili di Tom Hooper; oltre a quello di Noè, l’attore starebbe valutando la propria partecipazione ad Harcker, detective story incentrata su Dracula e quella, nel ruolo del cattivo, a A Winter’s Tale di Akiva Goldman. Oltre che ne I miserabili, lo vedremo prossimametne in The Man With The Iron Fists e Broken City, oltre che nel ruolo di Jor-El in Man of Steel, rilancio cinematografico di Superman firmato da Zack Snyder.
Fonte: Empire