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The Simpson Movie: recensione del film

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The Simpson Movie: recensione del film

La recensione del film d’animazione The Simpson Movie diretto da David Silverman e targato 20th Century Fox.

The Simpson Movie è con le voci di: Dan Castellaneta (Homer Simpson); Julie Kavner (Marge Simpson); Nancy Cartwright (Bart Simpson); Yeardley Smith (Lisa Simpson).

The Simpson MovieSinossi: The Simpson Movie è basato sulla serie televisiva di grande successo frutto della creatività del fumettista americano Matt Groening, di cui è protagonista la famiglia composta da Homer, Marge ed i loro tre figli, Bart Lisa e la piccola Maggie. Da una catastrofe che è Homer stesso a provocare, facendo cadere il silo contenente le feci di un maialino a cui si è affezionato nel lago situato nei pressi della città di Springfield. Il laghetto, che già versava in condizioni critiche, sarà inquinato irrimediabilmente, tant’è che uno scoiattolo che ci finisce dentro ne esce fuori mutato con decine di occhi sul capo. L’animaletto viene trovato dal Dipartimento della Protezione Ambientale, ed il suo perfido capo convince il presidente degli Stati Uniti (che nel film corrisponde ad un ingenuo e divertente Arnold Schwarzenegger) che è necessario isolare Springfield al resto del pianeta intrappolandola in una enorme sfera di vetro infrangibile.

I cittadini della città scoprono che la colpa è di Homer, ed infuriati si recano da lui per giustiziarlo, ma lui e la sua famiglia riescono a fuggire in Alaska. Alla notizia che il dipartimento per l’ambiente ha preso la decisione di distruggere definitivamente Springfield, Homer attanagliato dal suo proverbiale egoismo infantile non ne vorrà sapere di far ritorno alla sua città per salvarla, mentre il resto della famiglia con Marge delusa dal suo comportamento e Bart rammaricato per l’indolenza del padre, farà il contrario. Il conseguente travaglio di Homer e l’aiuto di una anziana indigena del nord America dai poteri paranormali faranno cambiare idea ad Homer, che tornerà a salvare la sua città ed a fare pace con la sua famiglia.

The Simpson Movie: recensione del film

Analisi: Il vero trampolino di lancio del film è il clamoroso successo della serie televisiva dei “Simpson”, che all’uscita del lungometraggio raggiunge il prestigioso traguardo di serie animata più lunga trasmessa in televisione con i suoi quattrocento episodi. Uno sforzo notevole se si pensa a quelli che sono i ritmi frenetici ed il costante mutamento della televisione. I motivi di tanto clamore risiedono nello carattere parodistico e satirico attraverso cui il cartone parla della condizione della società americana ed in genere occidentale, delle sue contraddizioni ed ambiguità. I personaggi dei “Simpson” sono un riflesso di tutti gli aspetti che riguardano il nostro modo di vivere, attraverso situazioni semi vere in una salsa di ironie e battute, tra flashback e citazioni, spesso spassose e quasi mai superficiali. Nei suoi cartoni Groening volutamente ha utilizzato il “set” della famiglia scimmiottando le famose sit com americane di ambientazione familiare, che nella società americana disgregata, lavorista, individualista delle grandi metropoli e periferie hanno costituito un mezzo per veicolare valori e modelli. Spesso molto discutibili, per questo i Simpson hanno fatto breccia grazie ad un sarcasmo non indifferente. Cercare una connotazione politica definita nel cartone è difficile ed inutile, data una propria sensibilità ed acutezza che hanno sicuramente una retrospettiva sociale ed uno spirito progressista, ma non mancano gli indirizzi individualisti. All’inizio del film un personaggio sventola una bandierina su cui è scritto “Hillary 2008”, ignaro della vittoria di Obama: questo e le infinite frecciatine della serie tv di certo fanno capire che la fazione Repubblicana è la più avversa.

Il film inizia con sprint ma dispiace dirlo, non convince. Sebbene le gag graffianti non manchino, forse questa volta la vena più satirica nei riguardi degli stili e dei vizi dei cittadini del mondo occidentale, quella che aveva reso la serie animata come forse l’unica ed encomiabile più “politically scorrect” nel panorma delle serie televisive made in America, sembra essere spuntata. Lascia infatti il passo ad una comicità un po’ più facile, con scatch che si susseguono una dietro l’altro in un ritmo poco fluido. Le liti fra moglie e marito e padre e figlio hanno spesso funzionato nel cartone dando un intelligente modo di rappresentare le difficoltà fisiologiche di ogni relazione umana nell’alveo familiare, che oggi sembrano un po’ a tutti mostri inesorabili, ma nel film questi intrecci stentano. La gag su “Spiderpork” sembra più quella dell’altra serie animata di una famiglia americana, postuma ai Simpson, i Griffin.

Confondere le due cose è un grosso errore, i Griffin sono furbi, isterici, vacui. E così, i Simpson del film (con i suoi ragguardevoli effetti 3D) appaiono più “massificati”. E però non passa inosservata la battuta di Bart sul treno che impersona Topolino, definendosi “la mascotte di una malvagia corporazione”. Il cinema ed un cartone animato, quale ghiotta occasione per Groening per non sfoderare un’ironia sulla Disney? Nella serie televisiva sono diverse le stilettate nei confronti della fabbrica di cartoni disneyana, e nel film non mancano. Forse anche per questo i Simpson possono essere considerati i degni figli di Tex Avery, animatore e regista statunitense, creatore di Bugs Bunny, Duffy Duck, Droopy, Porky Pig, la cui influenza si è sentita in tutte le serie a cartoni animati tra gli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso.

Lo stile registico di Avery ha demistificato la rigida impostazione sopratutto dei primi corti e lungometraggi stabilita da Walt Disney, (nel cartone “Screwball Squirell” del 1944 Avery provoca dichiaratamente Disney), e la surrealtà e la libertà anarcoide dei suoi cartoni sono evidentemente rintracciabili nella libertà di pensiero e di espressione dei gialli di Groening. Eh si, gialli.

Per una ironia della sorte e di corrispondenza assiologica col passato, è il corole di “Yellow Kid”, il bambino vestito della celebre tunica gialla frutto dell’ispirazione dello statunitense Robert F. Outcault, celebrato come il capostipite del fumetto, il primo che fece comparire il baloon. Si trattava guarda caso di una striscia comica e proletaria dal nome Hogan’s Alley in cui il protagonista Yellow Kid razzolava tra i bassifondi poveri e ributtanti di New York, sulle pagine domenicali del New York World negli ultimi anni del 1800. Un successo di pubblico, ma i proprietari d’ immobili che deplorarono il connubio fra il New York Journal (che intanto aveva strappato Outcault ai suoi rivali) e quegli straccioni di carta, chiesero ed ottenennero il licenziamento di Outcault. Oggi La statuina di Yellow Kid è anche il prestigioso premio, considerato ormai come l’Oscar dei fumetti( genere originario di Matt Groening) che da molti anni viene assegnato nell’ambito del “Salone Internazionale dei Comics, del Film di Animazione e dell’illustrazione” ad autori, disegnatori ed editori, italiani e stranieri. About Disney: nessuno può negare che ci regala dei momenti magici, leggete le recensioni di questo sito per avere un’idea. Ma la stoccata di Groening è giustificata: non dimentichiamo che nel 2005 Disney ha pagato una cauzione di 70 milioni di euro per non sottoporsi al processo che la vedeva imputata per avere inserito messaggi subliminali a sfondo erotico in alcuni dei suoi cartoni animati, come ha spiegato Beppe Grillo in un suo spettacolo. Ignacio Ramonet, direttore di “Le Monde Diplomatique” nel suo “Piccolo dizionario critico della globalizzazione” ci parla di Disney e di Bangladesh. Nel 2003 la Disney ha disdetto un contratto con una fabbrica dopo che le operaie di una impresa tessile e di giocattoli subappaltata dalla multinazionale americana avevano presentato un elenco di richieste. Il loro salario rappresenta lo 0,7% del prezzo finale della camicia pagata dal consumatore 18 euro a fronte dei milioni spesi in pubblicità e percepiti da i dirigenti Disney. Senza contare le ore di lavoro delle operaie, 102 alla settimana, senza giorni di riposo e con salari che oscillano tra gli otto e i 4 euro settimanali e con tanto di pressioni anche violente dei capireparto. Torniamo al film dei Simpsons: i loro fedelissimi fans passeranno su questa mezza occasione mancata, per l’infinito successo ottenuto dai tantissimi (non tutti!) episodi della esilarante famiglia americana di Springfield. Senza dimenticare l’altra serie animata di Groening, Futurama, dalla quale sono stati tratti dei lungometraggi niente male.

The Silent Wife: Nicole Kidman per Adrian Lyne

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The Silent Wife: Nicole Kidman per Adrian Lyne

Nicole Kidman sarà la protagonist di The Silent Wife, thriller diretto da Adrian Lyne ed adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da A.S.A. Harrison.

L’attrice interpreterà Jodi, una donna che, nonostante le numerose scappatelle del marito, continuerà a rivestire il ruolo della sposa devota, finchè, in seguito all’abbandono del coniuge, non accetterà la dura realtà, iniziando una guerra che porterà il matrimonio ad una tragica fine.

A firmare la sceneggiatura Billy ray (Captain Phillips).

Fonte: Hollywood Reporter

The Silent Storm: trailer del film con Damian Lewis

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The Silent Storm: trailer del film con Damian Lewis

Dopo la presentazione al BFI London Film Festival nel 2014, The Silent Storm, film di Corinna McFarlane, è pronto per l’uscita in sala. Nel film vediamo protagonisti Damian Lewis e Andrea Riseborough. Di seguito il trailer:

Su una piccola e remota isola scozzese, il rispettato ministro Balor lotta per tenere unita la sua comunità. Sua moglie Aislin, tanto bella quanto enigmatica, sembra invece essere più in sintonia con la natura che con il marito e gli abitanti del villaggio. Proveniente da altro contesto, Ailin è trattata da tutti quanti come un’estranea e ciò si riflette nel matrimonio con Balor. Quando le nozze stanno per raggiungere un inevitabile punto di rottura, nella vita della coppia arriva improvvisamente un diciassettenne delinquente di cui si devono prendere cura per aiutarlo a reinserirsi nella società. Sin da subito, Aislin sente che il ragazzo ha uno spirito affine al suo e non passerà molto prima che tra i due nasca una delicata passione.

The Perfect Storm diretto da Corinna McFarlane vede protagonisti Damian Lewis, Andrea Riseborough, Kate Dickie, John Sessions, Ross Anderson e Eric Robertson e arriverà nei cinema del Regno Unito il 20 maggio.The Silent Storm Day-19

Fonte: Empire

The Silent Man: una clip in esclusiva con Liam Neeson

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The Silent Man: una clip in esclusiva con Liam Neeson

Ecco una clip in esclusiva di The Silent Man il nuovo film di Peter Landesman con Liam Neeson e Diane Lane. Il video vede protagonista Diane Lane nei panni di Audrey Robinson Felt, la moglie di Mark Felt, il “Gola Profonda” dello scandalo Watergate, che rimase al suo fianco per oltre 46 anni, fino alla sua morte.

Il film, presentato allo scorso Toronto Film Festival, è diretto da Peter Landesman e interpretato da Liam Neeson, Maika Monroe e Diane Lane.

Si ispira alla vera storia del più famoso informatore segreto della storia degli Stati Uniti: Mark Felt, vice-direttore dell’FBI, che è stato “Gola profonda”, la fonte anonima dello scandalo Watergate negli anni ’70. The Silent Man uscirà in Italia con BIM Distribuzione questo giovedì, 12 Aprile.

The Silencing – Senza voce: tutto quello che c’è da sapere sul film

Sul finire dell’estate del 2020 il thriller The Silencing – Senza voce viene distribuito in sordina per alcune sale statunitensi e poi direttamente in home-video, dove ottiene comunque un discreto successo. L’arrivo del film su Netflix è ora l’occasione anche per gli spettatori italiani di poter scoprire questo film incentrato sui temi del dolore, della vendetta e della ricerca di redenzione. Al centro della vicenda, infatti, vi è un caso mai risolto di rapimento, che colloca il film in uno specifico filone, a cui appartiene ad esempio anche il più noto The Captive – Scomparsa, ovvero quello di bambini o ragazzi scomparsi e dei loro genitori chiamati a confrontarsi con il dolore e la paura che si genera in conseguenza di tale mancanza.

Un film dunque ricco di tensione ed elementi tutt’altro che leggeri questo The Silencing – Senza voce, opera seconda del regista Robin Pront, guadagnatosi una certa notorietà grazie al suo lungometraggio d’esordio, Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore, a sua volta un cupo thriller con elementi noir. Rimasto fedele al genere, il regista ha dunque con questo suo secondo film approfondito personaggi caratterizzati da traumi passati, sfruttando un elemento naturale quale la riserva naturale in cui opera il protagonista come metafora del suo animo smarrito. Tutto ciò dando forma alla sceneggiatura, la prima di un lungometraggio, di Micah Ranum.

Per gli appassionati del genere, The Silencing – Senza voce è dunque un titolo da non perdere, che proprio su Netflix si sta già affermando come un vero e proprio caso grazie alle tante visualizzazioni ottenute da quando è stato aggiunto al catalogo. Ci sono infatti diversi elementi sorprendenti nel racconto proposto, che permettono a questo film di godere di una propria identità. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di The Silencing – Senza voce

Protagonista del film è Rayburn Swanson, un uomo che vive ancora vivido sulla propria pelle il dolore per la perdita della figlia adolescente, rapita cinque anni prima. Scivolato in una spirale senza fine di alcolismo e autodistruzione, Rayburn ha detto addio alla caccia, sua vecchia passione, decidendo invece di aiutare gli stessi animali che uccideva realizzando una sorta di santuario al confine con un’area incontaminata. La sua vita viene però rimessa in discussione quando da uno dei monitor di sicurezza vede un assassino inseguire una ragazza che gli ricorda la figlia scomparsa. Determinato a salvarla, Rayburn si avventura dunuqe nella natura selvaggia per trovarla prima che lo faccia il killer e magari redimersi dagli errori passati.

The Silencing Annabelle Wallis

Il cast di The Silencing – Senza voce

Ad interpretare il protagonista, Rayburn Swanson, vi è l’attore Nikolaj Coster-Waldau, meglio noto per aver interpretato Jaime Lannister nella popolare serie TV Il Trono di Spade. Da quando questa è terminata, l’attore si è dedicato maggiormente al cinema, recitando in film thriller come Domino, Against the Ice, God Is a Bullet e, appunto, The Silencing – Senza voce. Per quest’ultimo in particolare ha raccontato di essersi preparato approfondendo il tipo di dolore che vive il suo protagonista, cercando di raccontarlo nel modo più sincero e diretto possibile. Accanto a lui, nel ruolo dello sceriffo Alice Gustafson, vi è invece l’attrice Annabelle Wallis.

Questa è principalmente nota per il personaggio di Grace Shelby nella serie televisiva Peaky Blinders e la voce dell’AI Zora nelle serie televisive Star Trek: Discovery e Star Trek: Short Treks. Con The Silencing – Senza voce ha invece avuto un ruolo di maggior rilievo anche al cinema, per il quale aveva già recitato con film come X-Men – L’inizio, Annabelle e La mummia. Il giovane Hero Fiennes Tiffin, oggi noto per essere stato il protagonista maschile della serie di film After, recita invece qui nel ruolo di Brooks Gusfafson, il problematico fratello di Alice. Recitano poi nel film Zahn McClarnon nel ruolo di Karl e Melanie Scrofano in quelli di Debbie.

Il trailer di The Silencing – Senza voce e come vederlo in streaming su Netflix o altrove

È possibile fruire di The Silencing – Senza voce grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Netflix. Su quest’ultima piattaforma, il film si trova attualmente al 1° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di rife>rimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

The Signal Trailer dello Sci-fi con Laurence Fishburne

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La Focus Features  ha pubblicato il primo trailer del film The Signal, il thriller sci-fi del regista William Eubank con protagonista l’attore Laurence Fishburne. Nel cast anche Brenton Thwaites, Olivia Cooke, Beau Knapp, Lin Shaye, Robert Longstreet e Jeffrey Grover.

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The Signal è incentrato su un genio del computer che attira tre studenti universitari in una zona remota e isolata dove, dopo un “black-out”, comincerà per i ragazzi un vero e proprio incubo. La pellicola arriverà nei cinema americani dal 13 giugno 2014. In Italia ancora nessuna data.

Trama: Tre studenti universitari in viaggio attraverso il sud-ovest dopo una deviazione si ritrovano sulle tracce di un genio del computer che ha violato i sistemi informatici dell’MIT rivelandone falle nella sicurezza. Il trio si ritrova così attirato in una zona stranamente isolata. Improvvisamente un black-out e tutti perdono i sensi. Quando uno degli studenti, Nic (Brenton Thwaites di “The Giver” e “Maleficent”), riprende conoscenza si ritrova nel bel mezzo di un incubo a occhi aperti…

The Signal

The signal in uscita il prossimo 13 Giugno

The signal in uscita il prossimo 13 Giugno

The signalFocus Features ha annunciato l’uscita di un thriller fantascientifico, dal titolo The signal. Il film uscirà limitatamente in alcune sale il 13 Giugno, per poi essere distrubito ancora il 20 e il 27 Giugno. Il film narra le vicende di un gruppo di studenti universitari che, in viaggio verso il sud-ovest, sperimenteranno una deviazione, spinti dalla volontà di un genio del computer. I tre si ritroveranno in un posto isolato e misterioso, del quale ignoravano l’esistenza. Ben presto, i ragazzi si renderanno conto che il loro viaggio si è trasformato in un incubo dal quale sarà difficile uscirne vivi.

The signal prevede un cast che comprende Brenton Thwaites, Olivia Cooke, Beau Knapp e Laurence Fishburne ed è diretto da William Eubank.

Fonte: THR

The Shunned One: adattamento cinematografico in arrivo

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The Shunned OneUn nuovo fumetto si aggiunge alla lista di opere cartacee che vedranno una trasposizione sul grande schermo. Si tratta di The Shunned One, ultimo libro del musicista e scrittore Alan Robert. Nonostante il progetto del film non sarà pronto fino al 2015, lo sceneggiatore Jack Reher è già al lavoro. La storia del film parlerà di un angelo della morte che diventerà fuorilegge dopo essersi rifiutato di portare con sè delle vite innocenti.

Le sue azioni alterano l’equilibrio dell’universo causando una reazione a catena di disastri. Come risultato alla sua condotta poco “professionale”, un gruppo di angeli della mote verrà mandato a dargli la caccia. E lui dovrà nascondersi tra gli umani per cercare di rimediare all’errore commesso. Nel fumetto questi angeli hanno sembianze particolari, molto simili a quelle del Venom della Marvel.Staremo a vedere in che modo si svilupperà il progetto.Fonte: The Warp

The Shrouds: nuove foto del nuovo film di David Cronenberg

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The Shrouds: nuove foto del nuovo film di David Cronenberg

L’ultimo film di David Cronenberg sarà presentato in anteprima al Festival di Cannes questo mese, e questo porta un nuove immagini di The Shrouds  mentre aspettiamo le prime reazioni al film stesso.

Il poster, che è stato realizzato per il festival, presenta le star Vincent Cassel e Diane Kruger.

The Shrouds film david cronenberg

Karsh, un uomo d’affari innovativo e un vedovo in lutto, costruisce un dispositivo per connettersi con i morti all’interno di un sudario“, si legge nella sinossi. “Installato nel suo controverso cimitero all’avanguardia, il dispositivo permette a lui e ai suoi clienti di guardare i loro cari defunti decomporsi in tempo reale”. L’attività rivoluzionaria di Karsh è sul punto di fare breccia nel mainstream internazionale quando diverse tombe del suo cimitero, tra cui quella di sua moglie, vengono vandalizzate e quasi distrutte. Mentre lotta per scoprire un chiaro movente per l’attacco, il mistero di chi ha compiuto questo scempio, e perché, lo spinge a rivalutare la sua attività, il suo matrimonio e la fedeltà alla memoria della moglie defunta, e lo spinge a nuovi inizi“.

In precedenza Diane Kruger aveva confermato di interpretare tre diversi personaggi in The Shrouds. Ha dichiarato a Deadline Hollywood nel dicembre 2023: “È probabilmente il film più personale di David perché tratta della perdita di sua moglie, che è morta di cancro. Con il particolare modo di David di raccontare la storia e il dolore, è un film che affronta il tema della perdita e del lutto, dell’essere stati in coppia per così tanto tempo, di una relazione così lunga e di cosa sia il vero amore. Io interpreto la moglie, sua sorella, e un avatar che lui ha creato in sua memoria“.

Secondo un recente annuncio del distributore francese Pyramide Films (via World of Reel), anche The Shrouds dovrebbe durare 116 minuti. Questo sarebbe il film più lungo di Cronenberg, battendo Dead Ringers del 1988 e Naked Lunch del 1991, che raggiungeva i 115 minuti.

The Shrouds: il teaser del film di David Cronenberg

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The Shrouds: il teaser del film di David Cronenberg

Variety ha riportato l’esclusivo al teaser di The Shrouds di David Cronenberg, in vista della sua anteprima mondiale nella sezione Concorso del Festival di Cannes. Il film è ad oggi stato descritto come l’opera più personale del regista, sviluppata a partire da vicende personali.

Tutto quello che sappiamo su The Shrouds

Karsh, un uomo d’affari innovativo e un vedovo in lutto, costruisce un dispositivo per connettersi con i morti all’interno di un sudario“, si legge nella sinossi. “Installato nel suo controverso cimitero all’avanguardia, il dispositivo permette a lui e ai suoi clienti di guardare i loro cari defunti decomporsi in tempo reale”. L’attività rivoluzionaria di Karsh è sul punto di fare breccia nel mainstream internazionale quando diverse tombe del suo cimitero, tra cui quella di sua moglie, vengono vandalizzate e quasi distrutte. Mentre lotta per scoprire un chiaro movente per l’attacco, il mistero di chi ha compiuto questo scempio, e perché, lo spinge a rivalutare la sua attività, il suo matrimonio e la fedeltà alla memoria della moglie defunta, e lo spinge a nuovi inizi“.

Il film è interpretato da Vincent Cassel e Diane Kruger quest’ultima in tre ruoli. Il film è interpretato anche da Guy Pearce, Sandrine Holt, Elizabeth Saunders, Jennifer Dale, Eric Weinthal e Steve Switzman.

In precedenza Diane Kruger aveva confermato di interpretare tre diversi personaggi in The Shrouds. Ha dichiarato a Deadline Hollywood nel dicembre 2023: “È probabilmente il film più personale di David perché tratta della perdita di sua moglie, che è morta di cancro. Con il particolare modo di David di raccontare la storia e il dolore, è un film che affronta il tema della perdita e del lutto, dell’essere stati in coppia per così tanto tempo, di una relazione così lunga e di cosa sia il vero amore. Io interpreto la moglie, sua sorella, e un avatar che lui ha creato in sua memoria“.

Secondo un recente annuncio del distributore francese Pyramide Films (via World of Reel), anche The Shrouds dovrebbe durare 116 minuti. Questo sarebbe il film più lungo di Cronenberg, battendo Dead Ringers del 1988 e Naked Lunch del 1991, che raggiungeva i 115 minuti.

The Shrouds: il nuovo film di David Cronenberg potrebbe essere “il suo più personale”

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Il nuovo lungometraggio di David Cronenberg, The Shrouds, potrebbe affermarsi come un’opera particolarmente importante nella filmografia del regista. Secondo Variety, la star del film, Diane Kruger riferisce infatti che il nuovo progetto del regista di La mosca, Videodrome e del recente Crimes of the Future, in cui recita accanto a Vincent Cassel, sia un progetto profondamente personale per il regista, dato l’argomento. “Abbiamo appena finito di girarlo“, ha detto l’attrice, “penso che potrebbe essere il suo film più personale, perché parla di lui e della scomparsa di sua moglie”, ha poi aggiunto.

Ero molto emozionata nel realizzarlo, perché sapevo che era così vicino a lui e lui era un po’ distaccato per questo. Lo sentivo così vulnerabile“, ha spiegato Kruger al Festival del cinema di Zurigo. Su The Shrouds, ad oggi sappiamo, secondo un precedente rapporto di Deadline, che Cassel interpreta Karsh, un uomo d’affari che possiede un cimitero e la cui moglie è morta. Lottando con questa perdita, Karsh costruisce un dispositivo che consente alle persone di osservare la decomposizione dei propri familiari deceduti in tempo reale. Ancora una volta, dunque, Cronenberg sembra tornare ad operare il body horror per riflettere però stavolta sulla caducità umana e il dolore di chi resta.

L’attività rivoluzionaria di Karsh è sul punto di entrare nel mercato internazionale quando diverse tombe nel suo cimitero vengono vandalizzate e quasi distrutte, inclusa quella di sua moglie”, continua il riassunto della sinossi. “Mentre lotta per scoprire il motivo dietro quell’attacco, chi ha causato questo caos e perché, Karsh viene spinto a rivalutare i propri affari, il matrimonio e la fedeltà alla memoria della sua defunta moglie”. Kruger sembra ricoprirà ben tre ruoli nel film, il cui cast comprende anche Guy Pearce, Sandrine Holt, Elizabeth Saunders e Jennifer Dale. Al momento non è ancora fissata una data di uscita per The Shrouds.

The Shrouds: Diane Kruger parla dei 3 ruoli che interpreta nel nuovo film di David Cronenberg

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Diane Kruger ha rivelato alcuni nuovi dettagli sulprossimo film di David CronenbergThe Shrouds. Parlando con Deadline Hollywood al Red Sea Film Festival, la Kruger ha discusso del fatto di interpretare tre ruoli diversi in The Shrouds di Cronenberg.

Probabilmente è il film più personale di David perché tratta della perdita di sua moglie, morta di cancro“, ha detto Kruger. “Con la svolta molto particolare di David nel modo in cui racconta, sai, la storia e il dolore, è un film che affronta la perdita e il dolore, l’essere in una coppia per così tanto tempo, l’essere in una relazione per così tanto tempo, e cos’è il vero amore. Interpreto la moglie, sua sorella e un avatar che ha creato in sua memoria.

 

Diane Kruger ha già fatto commenti simili sul fatto che The Shrouds sia il film “più personale” di Cronenberg. Ha detto a Variety nell’ottobre 2023: “Abbiamo appena finito di girarlo. Penso che potrebbe essere il suo film più personale, perché parla di lui e della scomparsa di sua moglie”.

Di cosa parla Le Sindone?

Karsh, un uomo d’affari innovativo e vedovo in lutto, costruisce un dispositivo per connettersi con i morti all’interno di un sudario“, si legge nella sinossi. “Installato nel suo controverso cimitero all’avanguardia, il dispositivo consente a lui e ai suoi clienti di osservare la decomposizione dei propri cari defunti in tempo reale. Gli affari rivoluzionari di Karsh sono sul punto di entrare nel mainstream internazionale quando diverse tombe nel suo cimitero, inclusa quella di sua moglie, vengono vandalizzate e quasi distrutte. Mentre lotta per scoprire un chiaro motivo per l’attacco, il mistero di chi ha causato questo caos, e perché, lo spinge a rivalutare i suoi affari, il matrimonio e la fedeltà alla memoria della sua defunta moglie, e lo spinge a nuovi inizi…

Insieme a Diane Kruger, The Shrouds vede protagonisti Vincent Cassel, Guy Pearce, Sandrine Holt, Elizabeth Saunders e Jennifer Dale. Scritto e diretto da Cronenberg, The Shrouds non ha ancora una data di uscita ufficiale.

The Shrouds: David Cronenberg ha finito le riprese del suo nuovo film horror

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Il regista David Cronenberg ha terminato le riprese del suo film horror The ShroudsCronenberg, che ha diretto film come La mosca e Crimes of the Future, ha iniziato la produzione di The Shrouds a metà maggio a Toronto. “Karsh, un uomo d’affari innovativo e vedovo in lutto, costruisce un dispositivo per connettersi con i morti all’interno di un sudario funerario“, recita la trama del film. 

Un mese dopo l’inizio della produzione, il regista ottantenne ha concluso il film. Al momento la pellicola non ha una data di uscita ufficiale e non ha nemmeno una distribuzione.  Inizialmente il film avrebbe dovuto iniziare la produzione lo scorso marzo, ma i problemi di casting hanno comportato piccoli ritardi. Léa Seydoux è stata sostituita da Diane Kruger. Si vociferava che Viggo Mortensen fosse presente nel, ma alla fine sembra abbia rinunciato.

Cronenberg in un’intervista dell’anno scorso aveva rivelato che “Shrouds” faceva parte di un progetto Netflix che poi è stato interrotto. Presumibilmente, il gigante dello streaming ha avuto dei ripensamenti dopo aver letto la seconda stesura. Il film è coprodotto da Saïd Ben Saïd. Al San Sebastián Film Festival dello scorso anno, Cronenberg ha ammesso di aver quasi smesso di fare film e di essere stato molto serio al riguardo. “Pensavo di essere finito, ma spero di commettere più crimini in futuro, realizzando più film“, ha affermato durante la sua presenza al festival. Secondo alcune fonti il regista è già al lavoro sul suo prossimo progetto che conta di girare l’anno prossimo.

Chi c’è nel cast di The Shrouds?

The Shrouds avrà come protagonista Vincent Cassel. Nel cast anche Guy Pearce, Diane Kruger, Sandrine Holt, Elizabeth Saunders, Jennifer Dale, Matt Willis e Steve Switzman. Kruger ha sostituito Léa Seydoux nel suo ruolo per conflitti di programmazione.

The Shrouds sarà il film più lungo di David Cronenberg

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The Shrouds sarà il film più lungo di David Cronenberg

The Shrouds di David Cronenberg è per ora avvolto nel mistero, ma secondo un nuovo rapporto, il film sarà l’opera più lunga del regista.

Secondo un recente annuncio del distributore francese Pyramide Films (via World of Reel), The Shrouds non solo uscirà a settembre, ma dovrebbe anche durare 119 minuti. Se ciò dovesse essere vero, questo sarebbe il film di David Cronenberg più lungo, battendo Dead Ringers del 1988 e Naked Lunch del 1991 (116 minuti).

Il prossimo film horror sarà interpretato da Vincent Cassel e Diane Kruger quest’ultima in tre ruoli. Il film è interpretato anche da Guy Pearce, Sandrine Holt, Elizabeth Saunders, Jennifer Dale, Eric Weinthal e Steve Switzman.

Di cosa parla The Shrouds?

Karsh, un uomo d’affari innovativo e vedovo in lutto, costruisce un dispositivo per connettersi con i morti all’interno di un sudario“, si legge nella sinossi. “Installato nel suo controverso cimitero all’avanguardia, il dispositivo permette a lui e ai suoi clienti di guardare i loro cari defunti decomporsi in tempo reale”. L’attività rivoluzionaria di Karsh è sul punto di fare breccia nel mainstream internazionale quando diverse tombe del suo cimitero, tra cui quella di sua moglie, vengono vandalizzate e quasi distrutte. Mentre lotta per scoprire un chiaro movente per l’attacco, il mistero di chi ha compiuto questo scempio, e perché, lo spinge a rivalutare la sua attività, il suo matrimonio e la fedeltà alla memoria della moglie defunta, e lo spinge a nuovi inizi.”

In precedenza, Diane Kruger aveva confermato di interpretare tre diversi personaggi in The Shrouds. Ha dichiarato a Deadline Hollywood nel dicembre 2023: “È probabilmente il film più personale di David, perché tratta della perdita della moglie, morta di cancro. Con il particolare modo di David di raccontare la storia e il dolore, è un film che affronta il tema della perdita e del lutto, dell’essere stati in coppia per così tanto tempo, di una relazione così lunga e di cosa sia il vero amore. Io interpreto la moglie, sua sorella, e un avatar che lui ha creato in sua memoria“. The Shrouds non ha ancora una data di uscita ufficiale.

The Shrouds – segreti sepolti: recensione del film di David Cronenberg

Mettiamola in questo modo: se The Shrouds dovesse essere l’ultimo lungometraggio diretto da David Cronenberg nella sua straordinaria carriera, sarebbe allora la inebriante, gioiosa chiusura di un cerchio artistico paragonabile a nessun altro nella storia del cinema contemporaneo.

L’autore canadese infatti è a ben vedere colui che, almeno tra i maggiori cineasti dei nostri tempi, è riuscito a riflettere sulle stesse tematiche dal suo primo film fino a quest’ultimo, affascinante compendio cinematografico. E in maniera ancor più sorprendente lo ha fatto riuscendo molto spesso a rinnovarsi, non tanto nello stile quanto nella presentazione dei temi che a lui interessano.

La metamorfosi, ancora una volta

Al centro del cinema di David Cronenberg ci sono sempre stati la metamorfosi, la dualità dell’essere umano costantemente scisso tra psiche e carne, tra morale e mancanza di senso, tra istinti primordiali e regole sociali. Fino a circa vent’anni fa tutto questo veniva rappresentato attraverso opere che mostravano il cambiamento in maniera esplicita, se non addirittura brutale. Da qui pietre miliari del cinema fantastico come VideodromeLa mosca o Inseparabili. Dal un altro capolavoro come A History of Violence in poi la metamorfosi si è invece maggiormente interiorizzata, la trasformazione del corpo come metafora di dissoluzione dello status quo ha lasciato spazio a una rappresentazione spesso più sottile ma non meno ficcante dell’essere umano e del suo dualismo.

Il precedente Crimes of the Future ma soprattutto quest’ultimo The Shrouds si presentano come sintesi estremamente consapevole del proprio cinema, che lo stesso Cronenberg cita in maniera esplicita e sorprendentemente divertita. Esatto, perché a partire dalla pubblicazione del suo romanzo Consumed avvenuta nel 2014 – ma forse tracce sotterranee se ne possono trovare anche in alcuni dei suoi lavori precedenti  – l’autore ha cominciato a sviluppare una componente autoironica rivolta verso molte delle sue “ossessioni”, come ad esempio l’uso delle tecnologie maggiormente avanzate.

L’intera sottotrama di The Shrouds dedicata al rapporto tra il protagonista Karsh e la sua assistente virtuale in alcuni momenti possiede addirittura il tono della commedia satirica, almeno nel senso in cui Cronenberg la intende mettere in scena. Oltre che riflessione semi-seria ma assolutamente non superficiale riguardo le tematiche portanti del suo cinema, il lungometraggio offre poi uno sguardo verso il (non) futuro che a suo modo si fa addirittura commovente.

The Shrouds è una riflessione sulla morte

L’ultra-ottantenne Cronenberg infatti con The Shrouds riflette sulla morte e ciò che rappresenta, sul tentativo di non lasciar andare il ricordo, fisico ancor prima che emotivo. Si può in qualche modo allontanare la totale cancellazione dell’individuo creando una sorta di connessione simbolica tra vivi e morti, per quanto macabra e complessa sia? Attraverso questo film l’autore confessa di sperarci almeno un minimo. Considerato che Karsh è chiaramente un alter-ego di Cronenberg stesso (basta vedere la pettinatura del protagonista Vincent Cassel) per comprendere quanto The Shrouds sia un’opera estremamente personale, che mette a nudo sia i timori che la candida consapevolezza del suo creatore.

The Shrouds non avrebbe potuto essere uno specchio tanto sincero del pensiero di Cronenberg senza l’apporto prezioso di Cassel, il quale ha compreso perfettamente il proprio personaggio, esplicitandone al meglio la vulnerabilità, il dolore sommesso ma anche il sottile sarcasmo. Si tratta realmente di una delle prove migliori nella carriera dell’attore francese, il quale regge sulle proprie spalle carismatiche l’intero lungometraggio, supportato a tratti da un Guy Pearce anche lui disposto a mettersi amichevolmente in gioco. Unico punto a sfavore di The Shroud sono invece le interpretazioni molto meno convincenti di Sandrine Holt e in particolar modo Diane Kruger, la quale ha un doppio ruolo che non riesce a rendere mai interessante.

Per amare fino in fondo The Shrouds bisogna coglierne il sottofondo divertito e insieme malinconico. Si deve senza alcun dubbio prendere il film sul serio, poiché attraverso esso David Cronenberg tenta seriamente di teorizzare sulla sua poetica passata e sulla normale incertezza di un futuro che non può essere più remoto. Il cineasta sembra volerci dire che se la fine, artistica ma non solo, è probabilmente vicina, si può comunque esperirla in maniera gioiosa. Alla maniera di David Cronenberg, sia chiaro…

The Shining Girls: Morten Tyldum dirigerà il film sul viaggio nel tempo

Il suo prossimo film in uscita, Passengers, ruoterà intorno ai viaggi nello spazio. Presto Morten Tyldum potrebbe però occuparsi anche di viaggi nel tempo. Secondo Variety pare infatti che Tyldum sia in trattative per dirigere un adattamento del romanzo di Lauren Beukes, The Shining Girls, per MRC. MRC svilupperà e finanzierà la produzione del film insieme alla Appian Way di Leonardo DiCaprio. DiCaprio sarà affiancato dal suo partner Jennifer Davisson Killoran.

Il libro ruota attorno a un serial killer nel 1930 di Chicago, che si imbatte in un dispositivo capace di viaggiare nel tempo. Appian detiene i diritti del libro da diverso tempo e lo portò a MRC diversi anni fa. Morten Tyldum è attualmente in post-produzione di sci-fi di Sony Passengers, con Jennifer Lawrence e Chris Pratt. Recentemente ha firmato per dirigere The Last Days of Night, che racconta la rivalità tra Thomas Edison e George Westinghouse dopo che Edison ha ottenuto il brevetto per la prima corrente elettrica.

Fonte: Variety

The Shift: trailer del film di Alessandro Tonda

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The Shift: trailer del film di Alessandro Tonda

Dal 5 novembre al cinema: The Shift, debutto alla regia di Alessandro Tonda, che firma la sua opera prima dopo diverse collaborazioni come aiuto regista in film e serie TV di successo (Romanzo Criminale 2 – La serie, Gomorra – La serie, Suburra, Sicilian Ghost Story). The Shift è prodotto da Notorious Pictures – insieme alla belga Tarantula di Miss Marx – e lo distribuirà nelle nostre sale a partire dal 5 novembre.

Un drama thriller claustrofobico ma al tempo stesso adrenalinico e dal ritmo incalzante, che ha come protagonisti Adamo Dionisi (Pasolini, Suburra, Dogman, Rocco Schiavone, Suburra – La serie) e la star francese della serie Les Revenants e di film come Regular Lovers e Love Songs, Clotilde Hesme. Il film, ambientato a Bruxelles, trae ispirazione dai recenti attentati di matrice islamica che hanno trascinato nella psicosi le più importanti capitali europee e racconta una situazione fuori dal comune, messa in atto dall’incoscienza di un adolescente.

The Shift, la trama

La storia di due giovani terroristi. Eden e Abdel irrompono in una scuola di Bruxelles per compiere una strage di coetanei, ma Abdel si fa saltare in aria prima del previsto coinvolgendo Eden nell’esplosione. Poco dopo i paramedici Isabel e Adamo, accorsi sul posto, caricano sulla loro ambulanza un ragazzo ferito e privo di sensi senza immaginare che si tratta proprio di Eden. Quando Isabel si accorge della cintura esplosiva è ormai troppo tardi: Eden si è svegliato e prende il controllo dell’ambulanza, minacciando i paramedici di premere il bottone se non eseguiranno i suoi ordini…

The Shift nasce dall’urgenza di raccontare l’Europa contemporanea in uno dei suoi aspetti socialmente e culturalmente più drammatici, ovvero lo scontro in seno all’Europa stessa tra Islam radicale e civiltà occidentale, partendo dall’emergenza del terrorismo jihadista per arrivare all’esigenza di governare un processo di integrazione che sappia evitare il condizionamento di ogni tipo di estremismo.

In una fase storica in cui la paura del terrorismo contribuisce ad alimentare il rischio che l’Europa si abbandoni alle crescenti spinte nazionaliste, The Shift parte proprio da quella paura per costruire un percorso di senso che – opponendosi a ogni generalizzazione e alla strumentalizzazione dell’odio a fini anche politici – riporti in primo piano la necessità irrinunciabile di costruire ponti tra culture o, meglio ancora, tra esseri umani.

Se la rilevanza del tema non ha bisogno di sottolineature, è peculiare e ambiziosa la strategia narrativa attraverso cui The Shift si propone di affrontarlo, partendo sì dalla ferita ancora aperta degli attacchi terroristici su larga scala, del panico allo stato puro che questi hanno prodotto in tutta l’Europa e che percorre anche l’intero arco narrativo del film, ma compiendo un ulteriore passaggio di approfondimento drammaturgico e quindi tematico, attraverso cui il terrore non viene più solo combattuto ma anche guardato negli occhi.

The Shift: prima foto del film prodotto da Notorious Pictures

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The Shift: prima foto del film prodotto da Notorious Pictures

In queste settimane si stanno svolgendo a Liegi le riprese di The Shift, opera prima di Alessandro Tonda. Il film è una co-produzione Italia-Belgio tra Notorious Pictures in quota maggioritaria e la società belga Tarantula.

The Shift nasce dall’urgenza di raccontare l’Europa contemporanea in uno dei suoi aspetti socialmente e culturalmente più drammatici ovvero lo scontro tra Islam radicale e civiltà occidentale. Ambiziosa è la strategia narrativa e registica del film, che per quasi tutta la sua durata costringe due paramedici e un giovane kamikaze a condividere lo spazio angusto di un’ambulanza.

The Shift è un drama/thriller claustrofobico con una forte unità spazio-temporale, e uno stile iperrealistico e immersivo per lo spettatore. E per queste ragioni sono stati scelti ad affiancare il Alessandro Tonda due figure di grande esperienza nel cinema d’autore e documentaristico quali il direttore della fotografia Benoit Dervaux, e lo scenografo Igor Gabriel che hanno lavorato al fianco di cineasti del calibro dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne.

La sceneggiatura è scritta a quattro mani da Davide Orsini e Alessandro Tonda che fa il suo esordio alla regia dopo una decennale esperienza di aiuto alla regia (Romanzo Criminale – La serie, Gomorra – La serie, Suburra e Sicilian Ghost Story).

Nel cast: Adam Amara per la prima volta sul grande schermo nel ruolo di Eden, Clotilde Hesme nel ruolo di Isabelle (Les Chansons d’amour di Christophe Honoré, Angèle e Tony di Alix Delaporte e la serie TV Les Revenants di Fabrice Gobert) e Adamo Dionisi nel ruolo di Adamo (Pasolini di Abel Ferrara, Suburra – La serie e Dogman di Matteo Garrone).

La trama di The Shift

Bruxelles. I 17enni Eden e Abdel compiono un attentato terroristico nella loro scuola. Isabelle e Adamo, due paramedici accorsi sul posto dopo l’esplosione, trovano Eden ferito e privo di sensi, e lo caricano sull’ambulanza senza immaginare che sia uno dei terroristi. Quando Isabelle si accorge che indossa una cintura esplosiva, è ormai troppo tardi: Eden si è svegliato.

The Shape of Water: un video dal film di Guillermo del Toro

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The Shape of Water: un video dal film di Guillermo del Toro

Ecco un nuovo backstage da The Shape of Water – La Forma dell’acqua, il film di Guillermo del Toro nominato a 13 premi Oscar e vincitore del Leone d’Oro alla 74° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

https://www.facebook.com/cinefilos.it/videos/1822682594408745/

The Shape of Water: recensione del film di Guillermo Del Toro

Il cast di The Shape of Water include Sally Hawkins (Blue JasmineHappy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson PeakHellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious ManSteve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The HelpGifted).

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

Il film arriverà il 14 Febbraio al cinema.

The Shape of Water: tre artwork dal film premio Oscar

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Ecco tre esclusivi artwork di The Shape of Water, che mostrano Elisa (Sally Hawkins), Zelda (Octavia Spencer) e una bella immagine della protagonista e della creatura che danzano, nella sequenza in bianco e nero che omaggia il musical. Proprio quella scena è emblematica per la lettura del film: una storia d’amore che omaggia diversi generi cinematografici e il cinema stesso, ma non rinuncia alla sua anima.

The Shape of Water ha vinto quattro premi Oscar, alla colonna sonora, alla scenografia, alla regia e soprattutto il premio per il Miglior Film dell’anno, battendo il diretto concorrente Tre Manifesti a Ebbing, Missouri.

Il film è riuscito a trovare la sua strada verso il successo, nonostante sia stato accusato di violazione del copyright e di plagio.

Venezia 75: Guillermo Del Toro sarà il Presidente di Giuria

the shape of water DGA Awards 2018

The Shape of Water: recensione del film di Guillermo Del Toro

Il cast del film include Sally Hawkins (Blue JasmineHappy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson PeakHellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious ManSteve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The HelpGifted).

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

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Guarda il trailer vietato di The Shape of Water, il film di Guillermo del Toro che ha recentemente trionfato a Venezia 74. 

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Il cast del film include Sally Hawkins (Blue JasmineHappy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson PeakHellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious ManSteve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The HelpGifted).

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

The Shape of Water: trailer del film di Guillermo del Toro

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The Shape of Water: trailer del film di Guillermo del Toro

FoxSearchlight ha diffuso il primo trailer di The Shape of Water il nuovo film diretto da Guillermo del Toro con Sally Hawkins e Michael Shannon.

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

Una storia d’amore al centro di The Shape of Water

Il cast del film include Sally Hawkins (Blue JasmineHappy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson PeakHellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious ManSteve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The HelpGifted).

Guillermo del Toro (Il labirinto del faunoCrimson Peak) dirigerà il film su una sceneggiatura scritta in collaborazione con Vanessa Taylor (Game of Thrones, Divergent). La pellicola sarà prodotta dallo stesso del Toro insieme a J. Miles Dale (La memoria del cuoreScott Pilgrim vs the World).

The Shape of Water è una storia soprannaturale, ricca di elementi magici e spettrali, ambientata durante la Guerra Fredda nell’America del 1963. A proposito del film, Guillermo del Toro ha dichiarato: “Ho iniziato a lavorare a The Shape of Water più o meno nel periodo in cui ci trovavamo a Toronto per Pacific Rim. Lavorare con la Fox Searchlight ed essere supportato da questo meraviglioso gruppo di attori e di artisti mi fa sentire veramente fortunato”.

The Shape of Water: recensione del film di Guillermo Del Toro

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The Shape of Water: recensione del film di Guillermo Del Toro

Qual è la forma dell’acqua (The Shape of Water)? In genere è quella del suo contenitore, per definizione, trattandosi di un liquido, ma Guillermo Del Toro, nel suo film, presentato in Concorso a Venezia 74, ne dà un’altra definizione: la forma dell’acqua è quella dell’amore.

The Shape fo Water trama

Elisa è una giovane donna muta e solitaria, che per circostanze fortuite entra in contatto con una creatura marina, catturata dal governo degli Stati Uniti e utilizzata come cavia da laboratorio. Le due diversità, l’incapacità di parlare di lei e la “mostruosità” di lui, ben presto si incontrano ed entrano in un intimo contatto che diventerà presto un amore coraggioso, puro e appassionato, che sfiderà tutto e tutti per poter sopravvivere.

Con il linguaggio sospeso e tenero della fiaba, Guillermo Del Toro racconta una storia d’amore che ricalca la storia della Bella innamorata (e ricambiata) della Bestia, con un linguaggio cinematografico esperto e raffinato. Attraverso l’utilizzo sapiente di colori e luci, Del Toro si conferma non solo fine narratore di “fatti”, ma anche efficace fruitore di tutti gli strumenti che il cinema gli mette a disposizione. In questo modo la luce e i colori, nel film, non sono solo parte integrante della realtà raccontata, ma diventano a loro volta un espediente narrativo che veicola senso con leggerezza e passione.

Il magnifico cast di The Shape of Water

Interprete perfetta del ruolo di Elisa è Sally Hawkins: con sguardi, pochi gesti, tanta azione, la donna costruisce per sé la sua felicità, fatta di coraggio e rischio, ma anche di una tenerissima intesa con la creatura. Al fianco della Hawkins ci sono Octavia Spencer, nel ruolo della collega e amica, e Richard Jenkins in quello del vicino, confidente, unico affetto della protagonista. Entrambi i ruoli, complementari alla protagonista, compongono un quadro in cui quelli che sembrano vinti e poveri riescono a compiere grandi gesti, prevalentemente attraverso l’amore reciproco. Il messaggio sembra quindi scontato e melenso, ma nelle mani di Del Toro diventa naturale e abbatte il cinismo con cui ci siamo abituati a vedere il mondo nel nostro quotidiano.

In contrasto con i personaggi positivi di The Shape of Water, c’è invece il villain di Michael Shannon. Un uomo di armi e di violenza, che nelle ragioni della paura e dell’avversione nei confronti della diversità trova la sua ottusa ragione. L’interprete conferma la raffinatezza delle sue doti, tratteggiando rabbia e prepotenza con vivido realismo.

Tra il bene e il male, rappresentato dagli esseri umani, c’è la creatura, un mostro che nel suo aspetto e nelle sue intenzioni manifesta l’ossimoro della sua esistenza. Questo misterioso essere rappresenta la diversità per eccellenza, diversità fondamentale per abbracciare a pieno il messaggio di Del Toro: la paura genera l’odio e la risposta è l’amore. Di fronte alla banalissima realtà di questo messaggio lo spettatore si trova però disarmato da quanto autentico questo appaia nel corso degli eventi, senza mai cedere il passo alla retorica dei buoni contro i cattivi.

La sensualità dell’acqua

Mantenendo fede ai toni fiabeschi, con The Shape of Water il regista non esita a raccontare una storia d’amore a tutto tondo, che comprende anche la sensualità del rapporto. L’abbraccio acquatico trai due protagonisti si carica quindi di una sensualità autentica e viscerale ma mai torbida, una passione gioiosa, nonostante la condizione di pericolo che la storia suggerisce.

Maestro del racconto cinematografico, Del Toro ricrea sullo schermo le suggestioni di una fiaba per adulti, con un finale delicato, che sa di predestinazione e magia e che ci ricorda che alla paura è sempre meglio preferire l’amore, che sia per un’altra persona, per la vita, o anche, come nel suo caso, per il grande cinema.

The Shape of Water: Nick Searcy nel cast del film di Guillermo del Toro

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La star di Justified, Nick Searcy, si è unito al cast del prossimo film di Guillermo del Toro, The Shape of Water Il cast del film include Sally Hawkins (Blue Jasmine, Happy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road, 99 Homes), il candidato all’OscarRichard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson Peak,Hellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious Man, Steve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The Help, Gifted).

Guillermo del Toro per il remake di Viaggio allucinante

Guillermo del Toro (Il labirinto del fauno, Crimson Peak) dirigerà il film su una sceneggiatura scritta in collaborazione con Vanessa Taylor (Game of Thrones, Divergent). La pellicola sarà prodotta dallo stesso del Toro insieme a J. Miles Dale (La memoria del cuore, Scott Pilgrim vs the World).

The Shape of Water è una storia soprannaturale, ricca di elementi magici e spettrali, ambientata durante la Guerra Fredda nell’America del 1963. A proposito del film, Guillermo del Toro ha dichiarato: “Ho iniziato a lavorare a The Shape of Water più o meno nel periodo in cui ci trovavamo a Toronto per Pacific Rim. Lavorare con la Fox Searchlight ed essere supportato da questo meraviglioso gruppo di attori e di artisti mi fa sentire veramente fortunato”.

Fonte: Variety

The Shape of Water: Michael Shannon preferisce lavorare con gli effetti speciali

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Michael Shannon sta promuovendo The Shape of Water, il film di Guillermo del Toro che ha vinto il Leone d’Oro alla settantaquattresima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

L’attore ha elogiato del Toro per il modo in cui usa gli effetti visivi pratici, prediligendoli alla computer grafica, e spiegando che per il lavoro di attore è molto più semplice interagire con oggetti e riferimenti concreti.

“Ricordo quando stavo girando L’Uomo d’Acciaio, in una scena in cui dovevo guardare, da una finestra di un’astronave, verso un pianeta che esplodeva, e capivo che un’intera civiltà spariva per sempre. E io guardavo al green screen con un pezzo di nastro arancione sopra che rappresentava il pianeta. Era un primo piano (fissa il vuoto con espressione vada, ndr). Ecco tutto quello che riuscivo a fare. Mi dispiace. Ma è tutto più semplice quando hai cose concrete con cui relazionarti.”

The Shape of Water: recensione del film di Guillermo Del Toro

Il cast di The Shape of Water include Sally Hawkins (Blue JasmineHappy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson PeakHellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious ManSteve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The HelpGifted).

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

The Shape of Water: il trailer finale del film di Guillermo Del Toro

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Ecco il trailer finale di The Shape of Water, l’ultima fiaba nera di Guillermo Del Toro che ha conquistato il Leone d’Oro all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.

Il video è stato diffuso dal canale Youtube della Fox Searchlight.

The Shape of Water di Guillermo Del Toro: il fascino discreto della diversità

Il cast di The Shape of Water include Sally Hawkins (Blue JasmineHappy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson PeakHellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious ManSteve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The HelpGifted).

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

The Shape of Water recensione del film di Guillermo Del Toro

The Shape of Water: il film di Guillermo Del Toro sarà vietato

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Dopo Crimson Peak del 2015, Guillermo Del Toro è pronto per tornare al cinema con The Shape of Water, il suo nuovo progetto che arriverà a Dicembre prossimo.

Il regista ha inoltre condiviso su Twitter l’informazione che il suo film avrà un Rating-R pur non essendo un horror, ma una specie di storia di fate, una fiaba ambientata negli anni ’60 in America.

 

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

Una storia d’amore al centro di The Shape of Water

Il cast del film include Sally Hawkins (Blue Jasmine, Happy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road, 99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson Peak, Hellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious Man, Steve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The Help, Gifted).

Guillermo del Toro (Il labirinto del fauno, Crimson Peak) dirigerà il film su una sceneggiatura scritta in collaborazione con Vanessa Taylor (Game of Thrones, Divergent). La pellicola sarà prodotta dallo stesso del Toro insieme a J. Miles Dale (La memoria del cuore, Scott Pilgrim vs the World).

The Shape of Water è una storia soprannaturale, ricca di elementi magici e spettrali, ambientata durante la Guerra Fredda nell’America del 1963. A proposito del film, Guillermo del Toro ha dichiarato: “Ho iniziato a lavorare a The Shape of Water più o meno nel periodo in cui ci trovavamo a Toronto per Pacific Rim. Lavorare con la Fox Searchlight ed essere supportato da questo meraviglioso gruppo di attori e di artisti mi fa sentire veramente fortunato”.

The Shape of Water: il film di Guillermo del Toro immaginato da sette illustratori italiani

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Celebri disegnatori italiani hanno voluto reintepretare, attraverso il loro riconoscibile tratto e la loro creativa sensibilità, le atmosfere de La forma dell’acqua – The Shape of Water, la pluripremiata pellicola di Guillermo del Toro candidata a 13 Oscar ed in questi giorni nelle sale distribuita da 20th Century Fox.

In sette hanno deciso di cimentarsi in una esclusiva interpretazione dell’opera del regista messicano, che ha deciso di raccontare su grande schermo una straordinaria e inedita favola d’amore. Si tratta di Bernulia, che crea i suoi lavori trattando il caffè come inchiostro e che per quest’occasione ha scelto di servirsi dell’elemento chiave del film, l’acqua; del disegnatore Diego Cusano che ama definirsi “ricercatore di fantasie”; di Labadessa, autore del popolare webcomic in cui il protagonista è il suo alter ego “l’uomo uccello”; l’artista Mirka Andolfo famosa anche per i suoi lavori in Dc Comics; lo sceneggiatore e fumettista Roberto Recchioni; Lorenza Di Sepio, autrice di Simple&Madama, fenomeno virale che gioca sui rapporti di coppia; ed infine Virgola, illustratrice siciliana creatrice della “pupetta” che su un foglio bianco vive innumerevoli avventure che traggono ispirazione dalla quotidianità.

Ecco le opere:

The Shape of Water: recensione del film di Guillermo Del Toro

Il cast del film include Sally Hawkins (Blue JasmineHappy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson PeakHellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious ManSteve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The HelpGifted).

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

The Shape of Water: Guillermo del Toro, i suoi attori e i dieci anni con la storia nella testa

The Shape of Water di Guillermo del Toro sta per arrivare nelle sale USA, in tempo per la corsa ai premi della stagione. Il regista messicano è quindi impegnato nel tour promozionale che lo sta spingendo a raccontare ogni dettaglio della produzione di un film la cui esistenza, secondo Alejandro G. Inarritu, è un piccolo miracolo.

Il regista ha spiegato a Screen Rant che sono moltissimi anni che pensa a questa storia e che ha in mente la sua versione de La Bella e la Bestia.

“Molti, molti anni. Persino decadi, ma ho sempre desiderato fare la mia versione de La Bella e la Bestia usando un uomo anfibio come la Creatura della Laguna Nera, anche se non esattamente così. Sono andato alla Universal. Avevo la parte dello scienziato e la parte del fossato, ma non sapevo come andare avanti. Non sapevo come procedere perché i temi che volevo affrontare non si incastravano in quella storia.

E poi sono andato a colazione con Daniel Kraus nel 2011, nel Dicembre 2011, e lui mi ha raccontato questa idea di un bidello che incontra una creatura in una struttura super segreta del governo, e che se la porta a casa. Non era una storia d’amore quella. Solo un aneddoto che mi ha raccontato, ma io gli ho detto subito ‘Comprerò la tua idea da te proprio in questo momento e ne farò il mio prossimo film’.

E ho cominciato a lavorarci nel 2012. Ho disegnato e scritto quello che potevo. Ho scritto un fascicolo approfondito con tutto quello che serviva, circa 30 o 40 pagine. Avevo tutti i design delle stanze e del set e uno sketch della creatura con i colori e tutto, e ho mostrato tutto alla Fox Seachlight e mi hanno detto subito ‘Facciamolo’.”

The Shape of Water

The Shape of Water di Guillermo Del Toro: il fascino discreto della diversità

Per quanto riguarda gli attori scelti, Guillermo del Toro ha detto che ha scritto The Shape of Water esattamente per gli attori che poi hanno interpretato i ruoli.

“Amo Shannon, a metà film aveva bisogno di avere un momento di umanità, un momento in cui mostrava che poteva avere a che fare con l’umanità me che lo rendesse altrettanto minaccioso. Sally è, nella mia opinione, l’attrice più potente, autentica, luminosa che lavora nel cinema e una delle facce più belle che potrete vedere sullo schermo d’argento, ma non tipo modella da pubblicità del profumo, in un modo tutto suo, e allo stesso tempo potrebbe essere la vostra vicina alla fermata del bus.

The Shape of Water è una combinazione di ordinario e straordinario di continuo. Un dio del fiume che vive in una vasca. Giustapponi queste cose, pensa ad Octavia Spencer che ha questa incredibile umanità e forza del perdono. E Doug Jones è semplciemente lui. SOlo lui poteva essere il mio dio del fiume.”

WaterThe Shape of Water recensione del film di Guillermo Del Toro

Il cast del film include Sally Hawkins (Blue JasmineHappy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson PeakHellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious ManSteve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The HelpGifted).

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

The Shape of Water: Guillermo del Toro spiega i suoi personaggi

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The Shape of Water: Guillermo del Toro spiega i suoi personaggi

Grazie a un’intervista esclusiva che Guillermo del Toro ha concesso a Screen Rant, ecco che il regista messicano spiega il significato dei suoi personaggi in The Shape of Water.

Il film ha vinto quattro premi Oscar, alla colonna sonora, alla scenografia, alla regia e soprattutto il premio per il Miglior Film dell’anno, battendo il diretto concorrente Tre Manifesti a Ebbing, Missouri.

The Shape of Water  è riuscito a trovare la sua strada verso il successo, nonostante sia stato accusato di violazione del copyright e di plagio.

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the shape of water DGA Awards 2018

The Shape of Water: recensione del film di Guillermo Del Toro

Il cast del film include Sally Hawkins (Blue JasmineHappy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson PeakHellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious ManSteve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The HelpGifted).

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

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