Arriva oggi al cinema l’intenso
adattamento cinematografico di Macbeth,
diretto da Justin Kurzel, in cui Marion
Cotillard interpreta la moglie del protagonista, la folle
Lady Macbeth Ecco di seguito alcune immagini dal film che lo
ritraggono:
L’adattamento cinematografico
dell’opera shakespeariana è presentata come “una rivisitazione
di ciò che il periodo di guerra doveva essere stato per uno dei più
famosi e interessanti personaggi di Shakespeare, una storia di
passione e ambizione ambientata in una Scozia devastata dalla
guerra medievale”. Il regista, che ha condotto una ricerca
approfondita sul periodo in cui sono ambientati i fatti e sulla
brutalità dei combattimenti, ha affermato: “Mi ricorda molto il
Western. E un peaesaggio e un’atmosfera molto più pericolosi di
quanto abbia mai visto nei precedenti adattamenti di
Macbeth”.
L’australiano Justin
Kurzel ha d’altra parte già dato prova della sua bravura
nella rappresentazione di paesaggi desolati e cupi nel suo –
pluripremiato –Snowtown.
Accanto a
Fassbender (Macbeth, generale dell’esercito di
Duncan) e Marion Cotillard(Lady Macbeth), nel cast
anche Paddy Considine (Banquo), Sean
Harris (Macduff), e David Thewlis
(Duncan).
Sarà l’aria di casa, sarà la
magnifica companiga, sarà il fascino del Festival di Cannes,
inarrivabile, ma ieri sera, sulla Montée des Marches della kermesse
francese, Marion Cotillard era la più bella. La
luminosa attrice premio Oscar ha sfilato alla premiere di
Juste la fin du monde insieme al regista
Xavier Dolan e al cast del film.
La 69esima edizione del Festival di
Cannes 2016 si svolge dall’11 al 22 maggio nella cittadina
francese.
La giuria internazionale della
Selezione Ufficiale del Festival di quest’anno vede protagonisti
Arnaud Desplechin, Kirsten Dunst, Valeria Golino,
Mads Mikkelsen,László Nemes,
Vanessa Paradis, Katayoon Shahabi e
Donald Sutherland. Il presidente di giuria è
George Miller. Trai registi più attesi di questa
edizione ci sono Nicholas Widing Refn, Xavier Dolan, Park
Chan-Wook, Steven Spielberg e Pedro
Almodovar.
Dopo Piccole Bugie tra Amici,
in questi giorni nelle sale italiane, Marion
Cotillard, la splendida attrice francese premio Oscar per La
vie en rose, verrà di nuovo diretta dal marito, l’attore e
regista
Arnaud
Desplechin torna a lavoro con Les Fantomes
d’Ismaël, progetto a cui sta lavorando da tempo, con
una sceneggiatura già pronta. Il regista ha voluto nel suo progetto
un cast di tutto rispetto formato da Mathieu
Amalric, Marion Cotillard,
Charlotte Gainsbourg e Louis
Garrel.
Amalric è alla sua
sesta collaborazione con Desplechin, mentre Marion
Cotillard ha già lavorato per lui soltanto una volta. Una storia
completamente nuova aspetta invece Charlotte
Gainsbourg e Louis Garrel.
Il film sarà a sua volta il racconto
di un film e seguirà la storia di un regista che, mentre si prepara
a tornare sul set, vedrà riapparire nella sua vita, una dopo
l’altra, le sue vecchie fiamme. Una storia tra il metà cinema e
l’esperienza personale.
Dall’ottima prova di
Rust and Bone (De rouille et d’os) in concorso a Cannes,
Marion Cottillard ritornerà in America dove ad attenderla ci sarà
il set di Blood Ties. Film sceneggiato James Gray che
precedentemente l’ha diretta per il film Low Life, in
attesa di essere distribuito in America.
Mentre siamo tutti in attesa
dell’inizio del Festival di Cannes 2015,
oggi vi sveliamo le foto di Marion Cotillard
al Dior Croisiere 2016, l’evento
tenutosi al Palais Bulle Theoule sur Mer, in
Francia. All’evento anche Dakota Fanning, Zoe Kravitz,
Teresa Palmer, tutte in arrivo per la kermesse:
Arriva da
Deadline la notizia che l’attrice premio Oscar
Marion Cotillard è entrata nel cast al fianco di
Brad Pitt nel prossimo Spy-Thriller ancora senza
un titolo di Robert Zemeckis. Al momento il film è
in fase di sviluppo per la Paramount e la
New Regency e prodotto da Graham
King.
Scritto da Steven
Knight (La promessa
dell’assassino) la trama è tenuta segreta ma
presumibilmente Cotillard dovrebbe girare il film dopo le riprese
di Assassin ‘s Creed, anche per la
New Regency (distribuito da Fox). Secondo
Variety invece Brad Pitt e
Zemeckis hanno chiesto allo studios di spostare la
produzione ai primi mesi del 2016 per permettere a Marion di finire
Assassin’s Creed e così averla nel cast e
all’attore di supportare il suo film War
Machine che ha recentemente trovato distribuzione su
Netflix.
È la stessa Nintendo ad
annunciare che, grazie a una partnership raggiunta con la
Illumination Entertainment, divisione d’animazione
della Universal, è pronta a portare sul grande
schermo con un film a cartoni animati Mario.
Si tratta del primo tentativo di
portare al cinema con questo strumento il famosissimo personaggio
Nintendo, che era già stato protagonista di un poco fortunato
adattamento live action.
La notizia che più rassicura i fan
del famoso idraulico, è che il film sarà co-prodotto dal creatore
di Mario e leader della Nintendo Shigero
Miyamoto, insieme al CEO della Illumination, Chris
Meledandri.
Lo stile di animazione della
Illumination (Cattivissimo Me) sembra l’ideale per
portare sul grande schermo le storie di Mario, così come meritano,
per la gioia di moltissimi fan.
Mario Sesti è il nuovo direttore
editoriale del TaorminaFilmFest. La 58esima edizione dell’evento si
svolgerà quest’anno a partire dal 23 fino al 28 giugno e prevede
un’anteprima il 22 a Messina,
Nel centenario della nascita di
MARIO MONICELLI, autore tra i più amati del nostro
cinema, la CINETECA NAZIONALE porta in prima
mondiale alla 72. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica, nella sezione Venezia
Classici, il restauro di uno dei suoi titoli meno
conosciuti: uscito nel 1973, invitato in concorso al Festival di
Cannes ma “oscurato” dal successo di scandalo de La grande
abbuffata, VOGLIAMO I COLONNELLI è infatti,
nella fittissima filmografia monicelliana, uno tra gli episodi più
dimenticati. Ispirato a fatti ben vivi nella memoria dell’epoca
(dal “Piano Solo” del generale De Lorenzo al “golpe Borghese” alla
dittatura militare in Grecia), il film racconta – come spiega il
sottotitolo – la “cronaca di un colpo di Stato” guidato
dall’onorevole Giuseppe Tritoni della Grande Destra (interpretato
da Ugo Tognazzi), con la complicità di una “armata
Brancaleone” di militari in servizio e in pensione.
Più che una commedia
all’italiana, un’autentica, scatenata “farsa alla Keaton“,
come la definì lo stesso Monicelli in un’intervista a Sergio
Toffetti raccolta nel volume Lo sguardo eclettico
(Marsilio, 2011): “Con Age e Scarpelli l’abbiamo costruita
prendendo spunto dai giornali che adombravano la faccenda. C’era
quel generale con il monocolo, De Lorenzo, che era già una
macchietta, c’era quello che voleva fare un golpe con la guardia
forestale, così decidemmo di spingere al massimo e ci divertimmo,
anche perché il colpo di stato in Italia non era credibile, o
meglio lo era ma non lo era”. Accanto a Tognazzi, un
“esercito” di caratteristi (da Antonino Faà di
Bruno a Camillo Milli) e di non attori,
come Giancarlo Fusco e il fondatore del “Male”
Pino Zac, dà vita a una galleria di irresistibili
cialtroni cui Age e Scarpelli (con un lavoro sulla “lingua
destrorsa” degna dell’epopea di Brancaleone) offrono battute
memorabili: dal “barracuda volante” Barbacane, trevigiano col mito
del romanesco (perché “il veneto ciacola, il romano
azzanna“) alla contessa d’Amatrice, al colonnello
Automatikos.
“Il film – proseguiva Monicelli – dovrebbe essere
dato nelle scuole di cinema, perché chi vuol fare il regista deve
imparare innanzitutto la farsa: chi sa fare la farsa, sa fare
tutto. Perché è complicatissima: è difficile tenere i toni,
dirigere gli attori, reggere i ritmi”. Oltre che una farsa,
però, Vogliamo i colonnelli – come notava il suo autore in
un’intervista riportata nel pressbook dell’epoca – “è un film
di fantapolitica, una satira: attraverso la storia di un gruppo di
militari trucibaldi, intendo mettere in guardia i cittadini contro
l’inganno in cui potrebbero cadere”. Per questo – continuava
Monicelli – al momento di chiudere il film la scelta era caduta su
un finale amaro: “La prima idea è stata quella di un finale
“positivo” con bandiere rosse vincitrici. Ma allora, ci siamo
detti, è inutile fare il film. Noi volevamo, infatti, far suonare
una campana. Dire allo spettatore e quindi al cittadino di fare
attenzione, di essere vigilante…”
Il restauro di Vogliamo i
colonnelli è promosso da CSC – Cineteca
Nazionale in collaborazione con Dean
film.
Terzo film italiano in concorso a
Venezia
78, Qui rido
io è il racconto della vita e dell’arte di Eduardo Scarpetta da parte di Mario
Martone, regista molto amato dalla Biennale che si
appoggia al talento di
Toni Servillo per mettere in scena uno dei geni
del teatro italiano.
Nelle parole di
Toni Servillo stesso, infatti, “Scarpetta è come
un animale, la sua brama di vivere lo porta a predare le donne, il
teatro, le tournée, i testi, in uno scambio continuo tra vita
privata e palcoscenico. Questo affresco dimostra di quanta vita sia
fatto il teatro e quanto teatro ci sia nella vita” e quanto,
aggiungiamo, questo atteggiamento predatorio abbia reso grande
l’arte di Scarpetta ma difficile la sua vita privata, come viene
raccontato nel film.
La conferenza stampa di Qui Rido Io di Mario Martone a
Venezia 78
L’idea del film nasce, in Martone,
dall’allestimento teatrale de Il Sindaco del Rione
Sanità, testo di De Filippo che
ha portato anche al cinema (presentato a Venezia). Il regista
afferma che “c’era un mistero che si poteva affrontare,
parlando di una tribù straordinaria con al centro un genio del
teatro, un patriarca amorale, che spinto dalla sua fame di riscatto
e di rivalsa, si era innalzato oltre il limite, tanto da far
scrivere sul muro della propria villa ‘Qui
rido io‘.”
Il film si concentra sulla figura
artistica e umana di Eduardo Scarpetta, che
Martone descrive come “una figura mitologica e primordiale,
aveva avuto figli con la moglie, con la sorella della moglie e con
la nipote della moglie, li fece studiare tutti, maschi e femmine, e
diventarono tutti attori, Eduardo De Filippo divenne il genio del
teatro italiano che sappiamo.
Scarpetta era un divoratore,
aveva divorato Pulcinella, il Teatro San Carlino dove ha visto
morire Antonio Petito, e divorava la vita, i figli che non avranno
mai il suo nome e la sua eredità, ma a cui trasmette
misteriosamente il seme potentissimo della creatività. In tutto
questo c’è anche molto dolore. Cosa potevano vivere queste donne,
questi figli? Abbiamo provato a immaginarlo. Pensiamo, ad esempio,
che tutti i suoi figli, legittimi e non, dovevano interpretare a un
certo punto della loro infanzia Peppeniello di Miseria e nobiltà,
che alla fine della commedia abbraccia il suo vero padre, Felice
Sciosciammocca, cioè appunto Scarpetta. In questo c’è qualcosa di
inconsciamente sadico.”
Qui rido io arriva
al cinema il 9 settembre distribuito da 01 Distribution.
Sono iniziate le riprese
di FUORI, il nuovo film di Mario
Martone, trattoda
unsoggetto di Ippolita di
Majo, la sceneggiatura è firmata da Mario
Martone e Ippolita di Majo. Il film è
interpretato da Valeria Golino nel ruolo di Goliarda
Sapienza, Matilda
De Angelis, Elodie.
Le riprese si svolgeranno a Roma per una durata
complessiva di otto settimane.
FUORI è una coproduzione Italia-Francia:
Indigo Film
con
Rai Cinema
e
The Apartment per
l’Italia e
SRAB Films
per la Francia, in collaborazione con
Fremantle.
La fotografia è a cura di Paolo
Carnera,
il montaggio di Jacopo
Quadri,
la scenografia di
Carmine Guarino
e i costumi sono di
Loredana Buscemi.
Il film sarà distribuito in Italia da
01 Distribution.
“Nessuna persona e nessun luogo sono veri per sempre” – Goliarda
Sapienza, Le certezze del dubbio.
Una scrittrice finisce in carcere
per un gesto folle e inaspettato. In prigione, l’incontro con
alcune giovani detenute diventa un’esperienza di rinascita. Una
volta fuori, in una torrida estate romana in cui il tempo sembra
sospeso, la scrittrice continua a frequentare le donne con cui ha
stretto amicizia e che ora, come lei, sono tornate in libertà.
Nasce una relazione profonda e decisiva per la sua vita, un legame
autentico che nessuno lì fuori riuscirà a comprendere.
Questa scrittrice è Goliarda Sapienza, e questa è la sua storia,
come lei l’ha raccontata.
Celebre per i suoi ruoli in film
francesi, l’attrice e modella Marine Vacth sarà
presto nota anche in Italia per il ruolo della Fata Turchina nel
film Pinocchio, di Matteo
Garrone. L’attrice sfoggia così una continua
versatilità che, accompagnata dalla sua bellezza, le ha permesso
negli ultimi anni di affermarsi nell’industria cinematografica, in
particolar modo in alcuni film di odierni autori francesi.
Ecco 10 cose che non sai su
Marine Vacth.
Marine Vacth: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film francesi. L’attrice debutta al cinema nel 2011 con il
film Ma part du gâteau. Recita poi in Ce que le jour
doit à la nuit (2012) e raggiunge una prima popolarità con il
ruolo da protagonista in Giovane e
bella (2013). Successivamente recita nei film Belles
familles (2015), La confession (2016) e Doppio
amore (2017), con cui viene ulteriormente
celebrata. Sempre nel 2017 recita in Si tu voyais son
coeur, mentre nel 2019 è tra le protagoniste del film
Pinocchio.
2. Reciterà in una serie
TV. Nel futuro dell’attrice vi è la partecipazione ad un
serie TV intitolata Moloch, di genere thriller ma la cui
trama è ancora segreta. La serie è attualmente in fase di
riprese.
Marine Vacth è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo seguito da 13,6 mila persone.
All’interno di questo la Vacth è solita condividere scatti
realizzati per servizi di moda, ma anche immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete.
Marine Vacth ha un fidanzato
4. È impegnata in una
relazione sentimentale. L’attrice è attualmente fidanzata
con il fotografo francese Paul Schmidt. I due sono molto riservati
circa la loro vita sentimentale, tenuta lontano da quella
lavorativa a tal punto da non condividere nulla sui rispettivi
social.
5. Ha avuto un
figlio. Con il compagno l’attrice ha avuto un figlio nel
marzo del 2014. L’attrice ha dichiarato che la maternità le ha
permesso di scoprire nuovi aspetti del suo lavoro. Allo stesso modo
però, da quel momento cerca di ritagliarsi quanto più tempo
possibile per stare accanto alla famiglia.
Marine Vacth in Pinocchio
6. Ha sostituito un’altra
attrice. L’attrice francese nel film Pinocchio
interpreta il ruolo della Fata Turchina. Tale personaggio era
inizialmente stato affidato all’attrice italiana Matilda De
Angelis, la quale ha tuttavia dovuto rinunciare per via di
altri impegni. A quel punto il regista ha scelto la Vacth per la
purezza dei suoi tratti somatici.
7. Non ha ricevuto
particolari indicazioni. Nel costruire il suo personaggio
l’attrice ha dichiarato che il regista le ha suggerito di affidarsi
più al racconto di Collodi, che parla da sé, che non a sue
particolari indicazioni. L’unica fornitale, è stata quella di
comportarsi con Pinocchio come avrebbe fatto da madre con suo
figlio.
Marine Vacth e François Ozon
8. È divenuta celebre grazie
al celebre regista. La Vacth deve la sua popolarità ai
ruoli nei film del regista francese Ozon, ovvero Giovane e
bella e Doppio amore. In questi l’attrice interpreta
ruoli da femme fatale, mostrandosi in più occasioni senza veli in
scandalose scene erotiche.
9. Non si aspettava di fare
scandalo. Per le scene nel film Doppio amore,
sono nati numerosi dibattiti durante il Festival di Cannes, dove il
film era presentato. Pur consapevole di lavorare sul filo del
rasoio con Ozon, l’attrice ha dichiarato di non aspettarsi una
simile accoglienza, poiché per lei le scene di sesso non hanno
nulla di eccezionale, e veste la nudità come un costume di
scena.
Marine Vacth età e altezza
10. Marine Vacth è nata a
Parigi, in Francia, il 9 aprile 1991. L’attrice è alta
complessivamente 171 centimetri.
Nel film
Marina del regista fiammingo
Stijn Coninx, il racconto della genesi della
famosissima hit di Rocco Granata si rivela un
pretesto utilizzato per narrare piuttosto l’epopea dei minatori
italiani in Belgio. Nel 1946 De Gasperi firmò un
accordo con il ministro belga Van Hacker che
prevedeva l’acquisto di carbone ad un prezzo di mercato in cambio
dell’impegno italiano di mandare cinquantamila uomini per il duro e
pericolosissimo lavoro in miniera. Tra il ’46 e il ’57, in Belgio
arrivano centoquarantamila italiani. Il contratto prevede cinque
anni di miniera, con l’obbligo tassativo, pena l’arresto, di farne
almeno uno. Anche Salvatore Granata (Luigi
Lo Cascio), padre del piccolo e vivace Rocco, non
trovando un’occupazione decente in Calabria, decide di partire.Dice
alla famiglia che starà via solo tre anni e poi tornerà al paese
arricchito ma in realtà anche lui ha l’obbligo di rimanere in
Belgio per cinque lunghi anni.
Temendo le possibili infedeltà
della moglie (Donatella Finocchiaro), dopo un
lungo anno si fa raggiungere da tutta la famiglia. Inizia un
periodo molto duro per il piccolo Rocco che si ritrova da un
momento all’altro, ad essere uno straniero e a dover combattere
contro i pregiudizi degli abitanti del luogo cercando faticosamente
di integrarsi. Il piccolo, però, è molto determinato anche perchè
ha un obiettivo da raggiungere: la musica. Il padre, che da
principio accetta che il figlio coltivi la sua passione solo a
livello di hobby, inizia a frapporsi con forza e violenza tra il
ragazzo ed il suo sogno nel momento in cui Rocco, divenuto un
giovane uomo (Matteo Simoni), è deciso a fare di
questa sua passione il suo futuro lavoro. Il film è stato campione
di incassi in patria ed ha vinto anche a alcuni premi ma per quanto
riguarda lo stile, non si può sicuramente parlare di un film
d’autore.
Stijn Coninx
sipone completamente a servizio di questo romanzo di formazione
sacrificando uno sguardo personale sul racconto. Il risultato è un
prodotto border line che si pone al confine tra il cinema e la
fiction televisiva tendendo maggiormente verso questa seconda
direzione. L’aspetto emozionale è il fulcro della vicenda che si
concretizza nella narrazione dello scontro generazionale (padre
-figlio) e nello scontro tra diverse culture (italiani-fiamminghi).
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto Coninx
tenta di evitare la facile generalizzazione mostrandoci italiani
solo buoni e fiamminghi solo cattivi e ciò si dimostra uno degli
aspetti positivi del film.
La storia d’amore tra Rocco ed
Helena (Evelien Bosmans), creata appositamente per
il film, risente molto, invece, di questa sua natura
artificiosa pescando a piene mani dai cliché del genere
storia d’amore contrastata. Nel complesso Marina si rivela
un film gradevole, molto emozionante ma portando avanti il suo
intento di mettere in scena un dramma universale, Coninx ci
propone, piuttosto, la classica fiaba su di un ragazzo che riesce a
realizzare i suoi sogni.
Di origini italiane, l’attrice
Marina Squerciati si sta facendo notare per i suoi
ruoli televisivi, dove ha già dato prova di buone capacità
nell’adattarsi a ruoli e contesti diversi. Apparsa anche al cinema,
l’attrice si è dimostrata pronta nel fare il grande salto, in
attesa di un ruolo che possa consacrarne la carriera.
Ecco 10 cose che non sai su
Marina Squerciati.
Marina Squerciati carriera
1. I film. Il
debutto cinematografico dell’attrice avviene nel 2006 con il film
Hold. Successivamente prende parte al film E’
complicato, dove recita accanto a Meryl
Streep e Alec Baldwin. Prende poi
parte a Frances Ha (2012), Sparks (2013), La
preda perfetta (2014) e Central Park (2016).
2. Le serie TV.
Particolarmente ricca è invece la sua carriera televisiva, che
vanta partecipazioni alle serie Criminal Intent (2009),
The Good Wife (2010), Blue Bloods (2011),
Gossip Girl (2011-2012), The Americans (2013),
Law & Order: Unità Speciale (2011-2015), Chicago
Fire (2014), Chicago Med (2015), Chicago
Justice (2017) e Chicago P.D., dove dal 2014 ricopre
il ruolo di Kim Burgess.
Marina Squerciati social
network
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo personale verificato, seguito da 481 mila
persone. All’interno di questo è possibile trovare fotografie
scattate in momenti di svago o durante le pause sui set a cui
l’attrice prende parte.
4. Ha un profilo su
Twitter. L’attrice è inoltre attiva anche sul social
network Twitter, dove ha oltre 120 mila followers. Qui la
Squerciati è solita condividere aggiornamenti sui propri progetti,
ma anche rilasciare notizie sulla propria vita privata o esprimere
la propria opinione su notizie di attualità.
Marina Squerciati vita
privata
5. E’ sposata.
L’attrice è sposata con Eli Kay-Oliphant, che non ha a che fare con
il mondo dello spettacolo. Verso la fine del 2016 l’attrice prende
una pausa dalla serie Chicago P.D. per via della
maternità, e nel febbraio 2017 la coppia dal alla luce la loro
prima figlia. La nascita viene annunciata dall’attrice sul suo
profilo Twitter.
Marina Squerciati Chicago
P.D.
6. Ha interpretato il ruolo
in più occasioni. L’attrice è celebre per il ruolo
dell’agente Kim Burgess, tra i protagonista della
serie Chicago P.D., dove recita accanto all’attore
Jason Beghe. L’attrice ha poi ripreso il ruolo
anche in altre serie ambientate nello stesso universo narrativo,
ovvero Law & Order: Unità Speciale, Chicago Fire,
Chicago Med e Chicago Justice.
7. All’inizio le era più
facile ricoprire il ruolo. Nelle prime stagioni della
serie l’agente Kim Burgess ha un carattere più mite, che si
indurisce con il progredire della sua carriera nella polizia di
Chicago. Per l’attrice risulta complesso calarsi nel nuovo
carattere del personaggio, mentre si trovava più in sintonia con il
modo di fare gentile delle prime puntate, poiché è quello che ha
anche lei nella vita di tutti i giorni.
8. Non sa come evolverà il
suo personaggio. L’attrice si è dichiarata stupita ed
entusiasta dell’arco narrativo del suo personaggio, affermando
tuttavia che non sa quali ulteriori strade questo intraprenderà.
Gli sceneggiatori infatti tengono in gran segreto i futuri risvolti
della serie, affinché anche gli attori possano vivere di volta in
volta questa crescita.
Marina Squerciati patrimonio
9. Chicago P.D. è
stata la sua fortuna. L’attrice ha ormai raggiunto un
buono status grazie ai suoi ruoli cinematografici e televisivi, ma
è con la serie Chicago P.D. che ha raggiunto degli ottimi
guadagni, raggiungendo un patrimonio stimato di circa 2,5 milioni
di dollari.
Marina Squerciati età e
altezza
10. Marina Squerciati è
nata a New York, Stati Uniti, il 30 aprile 1984. L’altezza
complessiva dell’attrice è di circa 170 centimetri.
Si chiama Marina
Occhionero, l’abbiamo vista al cinema e in tv tantissime
volte, e adesso, ogni martedì, per quattro martedì, farà compagnia
al pubblico di Raiuno con Studio Battaglia, la fiction RAI diretta da
Simone Spada e scritta da Lisa Nur
Sultan, con Barbora Bobulova, Lunetta
Savino e Miriam Dalmazio.
In
Studio Battaglia si seguono le vicende di una famiglia
di avvocatesse, madre e due figlie, mentre l’unica del gruppo a non
aver seguito la carriera forense ha il volto di Marina
Occhionero: chi è questa giovane donna che si
chiama Viola?
“È un contraltare
rispetto alla madre e alle sorelle, l’ha descritta così anche il
regista, quando ho fatto il provino, come un punto di luce che lei
porta, la freschezza che ha nel suo modo di approcciarsi alla vita.
All’inizio può sembrare più ingenua ma poi i suoi dubbi, questo suo
modo confusionario di affrontare le cose nascondono una profondità
ma anche una serenità insospettati.”
Viene anche da pensare
che Occhionero abbia messo del suo nel personaggio, dal momento che
proprio come Viola viene da una famiglia di avvocati e ha scelto
una strada diversa, quella dell’arte e della recitazione: “È
stata la prima cosa che ho pensato quando ho letto la
sceneggiatura.” Commenta l’attrice, in riferimento al
parallelismo con il suo ruolo.
Studio
Battaglia è una storia che ha per protagoniste delle donne ed
è anche scritto da una donna. Com’è lavorare in un contesto in cui
la voce femminile è preponderante?
“Simone Spada è un
regista molto intelligente, il fatto che il femminile sia
protagonista nella serie, non l’ha trattato come un’eccezionalità,
ma come se fosse semplicemente una storia di persone in cui le
vicende toccano le donne, ma non solo. Secondo me c’è stata una
bella collaborazione tra tutte le parti chiamate in causa, dalla
produzione alla sceneggiatura fino alla recitazione, e il fatto che
fosse una storia di donne è passato in secondo piano. Come è giusto
che sia, ormai. Dovrebbe essere la regola che venissero scritti
personaggi così tridimensionali per le donne.”
Intervista a Marina Occhionero, Viola di
Studio Battaglia
Marina
Occhionero è un volto familiare, riconosciuto e
riconoscibile grazie alla corposa mole di ruolo che ha
interpretato, tra cinema e tv, oltre al fatto che continua a fare
teatro. Ma nessuno tra questi tre mondi, al momento, esclude
l’altro o ha un posto preponderante nella sua carriera.
“Sono fortunata
perché mi sento a casa in tutti e tre i posti e non credo che
potrei fare a meno di uno dei tre, soprattutto perché mi sento in
un momento che è ancora di formazione e quindi è importante
sperimentare tanti ruoli diversi. Questo passare da una cosa
all’altra mi costringe a rimanere viva e attiva, e a continuare a
ricercare. Ogni nuovo ambiente stimola l’adattamento e questo è
quello che mi interessa di più in questo momento. Scelgo i progetti
non tanto in base al genere, ma soprattutto in base alle persone
che incontro. Loro sono la scuola più grande.”
Nel curriculum di Occhionero c’è
anche una piccola collaborazione con Ridely Scott,
per House of Gucci.
“(Lavorare per Scott
è stato) Molto emozionante, soprattutto quando ho fatto la prova
costume! C’era una disponibilità incredibile di abiti d’epoca,
vedere questa macchina in moto è emozionante. Poi la mia scena è
stata tagliata, ma tutto è stato emozionante, vedere lavorare Lady
Gaga e attori di quel calibro lì, vedere girare le scene in una
maniera diversa, il fatto che ci fossero più telecamere a girare
contemporaneamente… non ci potevo credere. A parte la recitazione,
per esempio, Lady Gaga riempie lo spazio in una maniera
incredibile, vedere lei e gli altri attori, vedere l’attitudine che
hanno è stato molto interessante.”
Come quasi tutti i personaggi
pubblico, Marina Occhionero ha dei profili social
personali, nei quali si racconta non solo come interprete ma anche
come persona, condividendo alcune cose del suo privato.
“Credo che quando
qualcuno comincia ad esporsi, facendo il nostro lavoro, è
inevitabile che ci sia una responsabilità legata all’immagine che
dà di sé e ai contenuti che condivide, se scegli di condividerli.
Nel mio caso i miei social corrispondono anche al mio lavoro, e il
mio lavoro è fatto anche di scelte di vita, per esempio, non vivere
a Roma. Per poter essere in grado di lavorare bene, io ho bisogno
di altre cose oltre al lavoro, altre esperienze che poi mi
permettono di avere contatti umani, che a loro volta mi rendono
essere un’attrice migliore.”
Quando si parla di sogni e progetti
per il prossimo futuro, Marina Occhionero è molto
sicura della risposta, mettendo forse da parte il sogno di bambina
di studiare giurisprudenza e lavorare all’ONU, Occhionero ha adesso
un sogno molto più concreto:
“Diciamo che i miei
sogni sono cambiati abbastanza, per fortuna i desideri cambiano. Ma
di cose che voglio fare ci sarebbe quello di trovare un posto mio,
in campagna, un luogo da curare. Io credo molto nelle persone che
prendono custodia dei posti e che li curano, e mi piacerebbe avere
un posto mio. Credo che questo desiderio dipenda anche dal fatto
che facendo l’attrice sono sempre in giro. Credo però che è una
cosa che accadrà, perché credo molto negli esseri umani che hanno
cura dei posti e mi piacerebbe dedicare una parte della mia vita a
questo. Penso che in fondo abbia molto a che fare con il mio lavoro
anche se apparentemente non sembra.”
In occasione della sua
imminente uscita nelle sale cinematografiche italiane, il fiammingo
Stijn Coninx, regista già candidato all’oscar nel
1993 con Padre Daens, ha presentato
stamattina presso la Casa del cinema di Roma
Marina, film che in madrepatria ha
superato i 500.000 spettatori ed ha ottenuto il Platina Award ed il
Diamond Award. Il film che è entrato a far parte dei 10 film
fiamminghi più visti di tutti i tempi, narra la vicenda umana ed
artistica di Rocco Granata, figlio di immigrati
calabresi ed autore della celeberrima hit degli anni sessanta
Marina, Marina.
In sala insieme allo stesso
Rocco Granata, al regista ed ai produttori sono
presenti tra gli attori principali Luigi
LoCascioed il giovane Matteo Simoni, che
nel film interpretano rispettivamente Salvatore, il padre di Rocco,
e Rocco da giovane.
Rocco Granata prende subito
parte alla conferenza stampa facendo una dedica molto
significativa:
“Voglio dedicare questo film a
tutti gli emigranti italiani che sono nel mondo.Ovunque vado in
tourneè mi riservano un’accoglienza calorosa : non a caso sono
chiamato il cantante degli emigranti!”
Viene poi chiesto a Luigi
LoCascio come abbia costruito il personaggio di Salvatore, un
personaggio molto duro, una sorta di padre padrone che si frappone
tra Rocco ed il suo sogno di diventare un musicista. Questa volta è
come se LoCascio si trovasse dall’altra parte della barricata dal
momento che la maggiorparte dei ruoli da lui interpretati finroa,
rimandano di più alla tipologia del figlio ribelle :
“Io non ho letto il personaggio
di Salvatore come un personaggio del tutto negativo. L’ho più visto
ed interpretato come un carattere autoritario ma non per
cattiveria. Lui pensa di agire per il bene del figlio anche se in
realtà fraintende i reali bisogni di questo ragazzo. Alla fine,
infatti, si riscatta ammettendo di aver sbagliato per quanto
riguarda il talento di Rocco. Credo che Marina sia
un film importante soprattutto per l’affresco storico che realizza
dipingendo le dure condizioni in cui vivevano i minatori italiani
in Belgio. Spero possa far riflettere anche gli italiani di oggi
che spesso si pongono con gli stessi pregiudizi riguardo chi viene
in Italia in cerca di una vita migliore.”
Quindi interviene il regista
parlando della genesi del film:
“E’ stato Rocco a cercarmi
all’inizio del 2007. La sua famosissima canzone
Marina stava per compiere cinquant’anni e lui
voleva festeggiarla in qualche modo; era indeciso, però, se
scrivere un libro o utilizzare il mezzo cinematografico per
raccontare la sua storia.
Alla fine ci siamo resi
conto che il racconto di Rocco si prestava di più al cinema ed
abbiamo iniziato a lavorare a questo film. Quello che mi ha più
affascinato del racconto di Rocco, è stato il suo essere un
racconto universale.
All’inizio della storia lui è un
bambino felice che si ritrova da un momento all’altro nella brutta
condizione di essere uno straniero e quindi di perdere la sua
identità e doversene costruire una nuova cercando di integrarsi in
un ambiente diverso che spesso lo respinge. Poi c’è lo scontro con
il genitore che è il secondo grande tema portante del
film.
A questo punto ci voleva una
storia d’amore anche per dare una spiegazione al titolo della
canzone!”
Viene chiesto a Rocco
Granata di svelare chi si nasconda dietro il nome Marina e se la
storia d’amore raccontata nel film sia davvero accaduta
:
“Quando sono arrivato in Belgio
avevo circa dodici anni e guardavo molte ragazzine del quartiere
dove ero andato ad abitare. Ce ne era una che mi piaceva
particolarmente ed era la figlia di un negoziante del quartiere.
Comunque la cosa è finita lì. Ho avuto molte storie in quel periodo
ma niente di serio : ero molto concentrato sul mio lavoro e
focalizzato sul sogno di diventare musicista. Marina è nata per
caso da un’improvvisazione che stavo facendo alla fine di una
serata in un locale. Stavo strimpellando quel motivetto quando ho
visto una ragazza mora che stava parlando con un’amica sotto il
manifesto pubblicitario di una marca di sigarette che si chiamavo
Marina…”
Arriva in homevideo l’11 luglio, per
Feltrinelli Real Cinema e GA&A Productions, Marina
Abramovic: The Artist is Present di Matthew Akers,
dedicato a una delle
Sir Lawrence Oliver nell’estate del
1956 presenta il nuovo progetto cinematografico, Il
principe e la ballerina, che lo vede coinvolto insieme a
Marilyn Monroe arrivata in Inghilterra con
il suo terzo marito, Arthur Miller. In quella
stessa estate, il ventitreenne Colin Clark si era appena laureato a
Oxford e aspirava a diventare regista.
Ma quando sul set si comincia a
generare un profondo attrito, dovuto a un diverso approccio al
metodo di recitazione e di vita tra Sir Lawrence e Marilyn, ella si
ritroverà sempre più vicina a Colin. Pur essendo due realtà così
distanti e differenti, il loro sarà un legame profondo ma allo
stesso tempo effimero. La sceneggiatura è tratta dalle memorie di
Colin Clark e in particolare da due libri pubblicati in periodi
diversi, The price,the showgirl
and me, dove sono riportate le sue esperienze sul set e
inseguito, My week with Marilyn in cui viene
raccontata la magica settimana che egli aveva trascorso accanto
all’attrice più famosa del mondo.
Marilyn, la diva
Per essere il debutto
alla regia, Simon Curtis affronta una storia importante evitando il
biopic e dirigendo la camera attorno all’effetto mediatico di
Marilyn e all’interno dei suoi collaboratori, rendendo onore alla
sua figura leggendaria che nel corso degli anni è diventata sempre
più bidimensionale e cercando di scoprire la donna. A sposare
questo progetto un cast eccezionale, a cominciare da Michelle Williams (vincitrice di un
Golden Globe) che interpreta una
Marilyn bellissima e disarmante in tutte le sue
sfumature personali, trasmettendoci i suoi disagi e le insicurezze
più profonde. A seguire Kenneth Branagh perfetto nel restituire
l’autoritario attore inglese di stampo teatrale a cui molto spesso
viene associata la sua carriera artistica. Tiene il passo Eddie Redmayne, convincente nel ruolo di Colin
conquistato e innamorato dalla sua fantasia proibita. Sempre
fondamentale è Judi Dench, nel ruolo di Sybil Thorndike,
un’empatica attrice che saprà mediare le divergenze artistiche del
set.
Il montaggio di Adam
Recht rende la storia calibrata, riesce a passare dai
ritmi frenetici dello star system con cambi di passo alla commedia,
a tensioni più drammatiche connotate dalla malinconia e
dall’introspezione della diva. La fotografia di Ben Smithard è
perfetta nel restituire la vita dentro e fuori dal set. Piccola
gemma, il “tema di Marylin” composto per l’occasione da
Alexander Desplat (Il
discorso del Re). In sala dal 1 giugno,
Marilyn è un buon film per chi volesse vedere
l’altra Marilyn Monroe.
Ricordata come una delle più grandi
dive della storia del cinema, Marilyn Monroe è
ancora oggi un’icona senza tempo, capace di conquistare generazioni
di spettatori grazie al suo fascino, alla sua ironia e al talento
che la contraddistingueva. Più volte nominata come una delle prime
sex symbol del mondo dello spettacolo, l’attrice si è distinta in
film di grande successo, dando vita ad una carriera, seppur breve,
particolarmente folgorante. Le sue qualità sono ancora oggi
insuperate.
Ecco 10 cose che non sai di
Marilyn Monroe.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Marilyn Monroe: i suoi film
10. Ha recitato in alcuni
tra i più celebri film della storia. La carriera
cinematografica della Monroe ha inizio nel 1948 con il film
Orchidea bionda, a cui seguiranno Una notte sui
tetti (1950), Giungla d’asfalto (1950), ed Eva
contro Eva (1950), grazie al quale ottiene maggiore
popolarità. Negli anni successivi recita in ruoli di rilievo
nei film Lo spaccone vagabondo
(1950), L’affascinante bugiardo (1951), La
confessione della signora Doyle (1952), La tua bocca
brucia (1952), Gli uomini preferiscono le bionde
(1953), Come sposare un
milionario (1953), Follie
dell’anno (1954), Quando la moglie è in
vacanza (1955), Il principe e la
ballerina (1957), A qualcuno piace
caldo (1959), Facciamo
l’amore (1960), Gli spostati (1961)
e Something’s Got to Give (1962).
9. Le sono stati dedicati
noti film. Data la popolarità dell’attrice, nel corso dei
decenni le sono stati dedicati diversi film, dove appare come
personaggio in storie incentrate su più o meno ampi episodi della
sua vita. Il primo di questi titoli è Ciao Norma Jean
(1976), seguito da Buonanotte, dolce Marilyn (1989). Nel
2011 viene realizzato il film Marilyn, che
si concentra sulla settimana che l’attrice trascorse in Gran
Bretagna per le riprese di Il principe e la ballerina. Qui
la Monroe è stata interpretata da Michelle
Williams, la quale venne nominata all’Oscar per la sua
interpretazione. Nel 2013 uscì poi il documentario Love, Marilyn – I
diari segreti, mentre prossimamente, la Monroe sarà
interpretata da Ana de
Armas per il film Blonde,
previsto per il 2021.
8. Ha vinto prestigiosi
premi. Nel corso della sua breve carriera, la Monroe ebbe
modo di affermarsi grazie ad interpretazioni rimaste iconiche,
vincendo per queste anche diversi prestigiosi riconoscimenti. Le
venne infatti assegnato il Golden Globe come miglior attrice in un
film commedia o musical per il film A qualcuno piace
caldo, ottenne poi nomination al premio Bafta come miglior
attrice straniera per Quando la moglie è in vacanza e
Il principe e la ballerina. Nel 1954 e nel 1962 le venne
infine assegnato l’Henrietta Award come miglior attrice del
mondo.
Marilyn Monroe e Andy Warhol
7. Venne ritratta dal
celebre artista. L’immagine di Marilyn è oggi venerata
come una delle più celebri e diffuse nella cultura di massa,
simbolo di bellezza eterna come anche della fragilità della vita.
Tra le numerose opere che nel corso del tempo celebri artisti
dedicarono all’attrice, una delle più celebri è quella realizzato
da Andy Warhol. Nel 1962, il maestro della pop art
dà vita ad una serie di serigrafie, dove i colori cambiano di volta
in volta, dando vita a giochi cromatici particolarmente attraenti,
che formano spesso un contrasto con il volto dell’attrice.
Marilyn Monroe e le sue
canzoni
6. Ha inciso celebri
brani. La Monroe non si affermò solo in ambito
cinematografico, ma ottenne un buon successo anche come cantante.
Incise infatti due album musicali con i brani della colonna sonora
dei film A qualcuno piace caldo e Facciamo
l’amore. Ha poi interpretato noti singoli come Bye Bye
Baby, Diamons Are a Girl’s Best Friend,I Found a
Dream, e I Wanna Be Loved By You, tutti presenti nei
film da lei interpretati. È poi nota per aver cantato la celebre
Happy Birthday, Mr. President, al compleanno dell’allora
presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Marilyn Monroe e i Kennedy
5. Ebbe rapporti con la
celebre famiglia americana. Ancora oggi, non sono
realmente chiari i rapporti che legavano l’attrice alla famiglia
Kennedy e in particolare a John Fitzgerald e Robert. Dopo la
canzone cantata dall’attrice in occasione dei festeggiamenti del 19
maggio del 1962, nel cui testo ringraziava il presidente per i
traguardi da lui raggiunti, in molti sospettarono un possibile
legame sentimentale. Tuttavia, la morte dell’attrice, avvenuta
soltanto tre mesi dopo, rese difficile stabilire la veridicità di
tali voci, ma allo stesso tempo alimentò il mistero intorno
all’accaduto.
Marilyn Monroe: la sua morte
4. Il suo decesso è
tutt’oggi un mistero. Il 5 agosto del 1962 l’attrice viene
ritrovata priva di vita nella camera da letto della sua casa.
Secondo l’autopsia eseguita dai medici, il motivo della morte era
da ricondurre ad un suicidio avvenuto tramite overdose di
barbiturici. Tuttavia, l’incerta ricostruzione degli eventi come
anche alcune incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni hanno
dato vita a molteplici teorie sull’evento. Il funerale si tenne l’8
agosto, e venne organizzato dall’allora marito Joe DiMaggio. Il
corpo dell’attrice riposa oggi presso il Westwood Village Memorial
Park Cemetery.
3. Vi furono sospetti sui
Kennedy. L’inaspettata morte dell’attrice diede origine a
numerosi sospetti, la maggior parte dei quali ricadono ancora oggi
sulla famiglia Kennedy. Si ipotizzò ipotizzato che dietro la
scomparsa della Monroe vi fosse il loro coinvolgimento, i quali,
per via delle voci sulla relazione tra l’attrice e John, avrebbero
temuto per la loro carriera politica. Ancora oggi, tuttavia, la
verità rimane un segreto, e con il passare del tempo il mistero
della morte della diva sembra destinato a dover rimanere tale.
Marilyn Monroe: le frasi e le
poesie dell’attrice
2. Ha scritto poesie e
pronunciato celebri aforismi. La Monroe non è soltanto una
donna di fascino, ma possedeva anche una profonda sensibilità, il
più delle volte dovuta tenere nascosta, che la rivela come una
personalità fragile e un’acuta osservatrice delle dinamiche del
mondo. Nel libro Fragments. Poesie, appunti, lettere, si
possono infatti ritrovare molte testimonianze a riguardo, che
permettono di scoprire lati inediti della diva.
Marilyn Monroe: età, altezza e
fisico
1. Marilyn Monroe è nata a
Los Angeles, il 1° giugno del 1926 ed è deceduta nella
medesima città il 5 agosto del 1962. L’attrice era alta 167
centimetri, e le misure del suo corpo erano 96-58-91.
A 50 anni dalla sua scomparsa alcuni scatti privati di
Marilyn Monroe vengono battuti all’asta, a lei è
dedicato quest’anno il poster del Festival di Cannes.
Le fotografie in questione sono del
1953, la Monroe aveva 27 anni, era nel pieno della sua breve ma
scintillante carriera.
Marilyn Monroe si trovava sul set di
Niagara, film diretto da Henry Hathaway. Dalle prime
indiscrezioni che emergono ci sarebbero, fra queste, degli scatti
bollenti che ritrarrebbero Marilyn nuda, in posa per un
calendario.
Una delle più brillanti e apprezzate
commedie italiane degli ultimi anni è Marilyn ha gli
occhi neri, dove si affronta con leggerezza, ironia
ma mai superficialità un tema spinoso come i disturbi mentali.
Diretto da Simone Godano – regista anche di
Moglie e marito e
Croce e delizia, e
scritto dalla sua frequente collaboratrice Giulia Louise
Steigerwalt, il film parte dunque da questo tema per
porre a confronto una serie di personaggi problematici che imparano
tuttavia a fare squadra e così facendo superando tutti gli ostacoli
che la vita pone sul loro percorso.
Dopo aver fatto scambiare di ruolo
ad una coppia di sposi in Moglie e marito e aver messo a
confronto due famiglie profondamente diverse in Croce e delizia, Godano
e Steigerwalt si concentrano dunque stavolta sullo scontro tra il
mondo giudicato “normale” e quanti invece per via di disturbi della
mente vengono lasciati indietro, soli a combattere con le proprie
problematiche ma realmente comprese. Come Marilyn ha gli occhi
neri c’è dunque modo di indignarsi, ma anche divertirsi e
commuoversi, perché l’amore in tutte le sue forme non manca mai di
trionfare.
Per chi dunque è in cerca di un
titolo italiano recente, appartenente a questo genere, che valga la
pena vedere, Marilyn ha gli occhi neri è senz’altro il
film giusto. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori,
riportando anche i premi ottenuti e la
storia vera dietro al racconto proposto. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Marilyn ha gli occhi neri
Protagonista del film è
Clara, talmente brava a mentire che è la prima a
credere alle sue bugie. Vitale e caotica, ha più di qualche
problema a tenere a freno le sue pulsioni. Diego,
invece, è il suo esatto contrario: un ex chef provato dagli eventi,
con varie psicosi e continui attacchi d’ira, nonché totalmente
incapace di mentire. I due si ritrovano in un Centro Diurno per il
rehab di persone con problemi di salute mentale. Quando lo
psichiatra responsabile del centro decide di coinvolgere i pazienti
in un laboratorio di cucina, Clara e Diego si ritrovano a dover
cucinare per gli anziani del quartiere.
Clara, esaltata dal progetto, crea
un sito per il ristorante e inizia a postare false recensioni
estremamente positive. Chiama il posto
Monroe, come Marylin, attrice da cui
Clara è ossessionata ed a cui è convinta di assomigliare. Il
Monroe diventa ben presto uno dei ristoranti più esclusivi
in Italia. Tutti vogliono andarci, ma nessuno sa dove si trovi,
semplicemente perché non esiste. Quando la bugia si fa troppo
grande, però, Clara chiede a Diego di reggerle in gioco e mettere
in piedi il vero Monroe. I guai, naturalmente, non
tarderanno ad arrivare.
Il cast di attori di Marilyn ha gli occhi neri e i
premi vinti dal film
Ad interpretare Clara si ritrova
l’attrice Miriam Leone,
negli ultimi anni sempre più impegnata tra cinema e televisione con
film come Diabolik e i suoi sequel e
la serie I leoni di Sicilia. Nei
panni di Diego vi è invece l’attore Stefano
Accorsi, il quale per la sua interpretazione del
problematico chef ha ricevuto numerose lodi e premi. Thomas
Trabacchi è lo psichiatra Paris, mentre Mariano
Pirrello è Sosia, convinto che tutti intorno a lui non
siano che dei sosia, e Orietta Notari è
Susanna, che soffre invece della sindrome di Tourette. Completano
il cast Andrea di Casa nei panni di
Chip, che crede di esser spiato, e Valentina
Oteri in quelli di Gina, una ragazza con disturbi
relazionali.
Oltre a vantare un simile cast di
attori, Marilyn ha gli occhi neri può fregiarsi anche di
diversi premi vinti o di nomination ricevute a prestigiosi premi
italiani. Ai Ciak d’oro, il film ha ottenuto il
premio per il Miglior attore a Stefano Accorsi, nonché le
nomination come Miglior film, Miglior attrice a Miriam Leone e
Migliore canzone originale a Francesca Michielin.
Proprio il brano cantato da Michielin, dal titolo Nei
tuoiocchi, è poi stato candidato come
miglior canzone anche ai Nastri d’Argento e ai David di
Donatello. Il film ha invece poi vinto il premio come Miglior
Commedia al Globo d’oro.
La vera storia dietro Marilyn ha gli occhi neri
Il film non è direttamente tratto da
una storia vera, ma c’è stato un episodio realmente accaduto che ha
parzialmente ispirato gli autori di Marilyn ha gli occhi
neri. Si tratta di quello del giornalista inglese
Oobah Butler, penna di Vice Magazine, che nel 2017
decise di dar vita ad una bufala ideando un ristorante in realtà
inesistente, il The Shed at
Dulwich. Questo divenne in breve il
ristorante più votato di Londra su TripAdvisor, grazie a recensioni
scritte dallo stesso Butler con vari pseudonimi o da suoi amici e
colleghi.
Il tema del menu falso era
“stati d’animo” e Butler fotografava continuamente piatti
di cibo finto creati utilizzando prodotti per la casa, tra cui
schiuma da barba e pastiglie per lavastoviglie. Dopo essere
diventato il ristorante più votato su TripAdvisor ed essere stato
bombardato da richieste di prenotazione, Butler ha deciso di
organizzare una vera e propria serata di apertura per il
ristorante, servendo piatti pronti da 1 sterlina a dieci clienti
selezionati, accogliendoli in un capannone vicino la propria
abitazione. La bufala è stata favorita dalla moda
sviluppatasi in quegli anni per i microristoranti.
Il trailer di Marilyn ha gli
occhi neri e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Marilyn ha gli occhi neri grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 1 novembre alle ore
21:25 sul canale Rai 1.
Ecco il Trailer Ufficiale del nuovo
film di Simone Godano Marilyn ha gli occhi neri,
con protagonisti Stefano
Accorsie Miriam
Leone. Scritto da Giulia Steigerwalt,
prodotto da Matteo Rovere, una
produzione Groenlandia con Rai Cinema,il film uscirà nelle sale
il 14 ottobredistribuito da 01
Distribution. Nel cast
anche Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Andrea
Di Casa,Orietta Notari, Valentina Oteri,
Ariella Reggio,Marco Messeri.
Marilyn
ha gli occhi neri chiuderà il prossimo 2 ottobre il Bif&st – Bari International Film
Festival.
Marilyn ha gli occhi neri, la trama
Lui non sa mentire, lei sa solo
mentire. Una coppia improbabile alle prese con un progetto
impossibile. Clara (Miriam
Leone) è talmente brava a mentire che è la prima a
credere alle sue bugie. Vitale e caotica, ha qualche problema a
tenere a freno le sue pulsioni. Diego (Stefano
Accorsi) è il suo esatto contrario, un uomo provato
dagli eventi, con varie psicosi e continui attacchi d’ira.
Si ritrovano in un Centro Diurno per
il rehab di persone disturbate. La prova che li attende sembra
impossibile: devono gestire un ristorante del Centro evitando
qualsiasi conflitto con il resto del gruppo. Peccato che non
abbiano alcun tipo di attitudine per le imprese di successo. Ma i
due inizieranno presto a scoprire che l’unione può portare a
risultati incredibili. E chissà, magari anche all’amore.
Ecco il trailer italiano My
Week with Marilyn con Michelle Williams
nei panni della splendida diva. All’inizio dell’estate del 1956 la
star americana
Marilyn Monroe metteva piede sul suolo inglese
per la prima volta.
In luna di miele con il marito, il
famoso drammaturgo Arthur Miller, la Monroe era andata in
Inghilterra per girare Il principe e la ballerina, il film che
doveva interpretare al fianco di Sir Laurence Olivier, leggenda del
teatro e del cinema inglese, e che del film era il regista e il
protagonista. Quella stessa estate il ventitreenne Colin Clark era
per la prima volta nella sua vita su un set cinematografico. Appena
laureato ad Oxford, Clark, che aspirava a diventare un regista,
aveva trovato un modesto impiego sul set de Il principe e la
ballerina. Quarant’anni dopo Clark ha raccontato la sua esperienza
di quei sei mesi di riprese in un’autobiografia in forma di diario
dal titolo The prince, the showgirl and me. Ma nel resoconto di
Clark manca una settimana.E’ stato solo alcuni anni dopo che Clark
ne ha rivelato il perché. Nel suo secondo libro, intitolato My Week
with Marilyn, racconta infatti la vera storia della magica
settimana che aveva trascorso da solo con la più grande star del
mondo:
Marilyn Monroe.
A tratti comico, a tratti
commovente, Marilyn è un ritratto intimo della celebre icona
hollywoodiana e traccia la storia del breve ma intenso legame che
la star stabilì con un ragazzo in grado di capirla meglio di
chiunque altro.
In Marigold Hotel
la vecchiaia è una brutta bestia, chi c’è arrivato lo dice, e chi
ci è prossimo lo ripete. Ma che fare quando l’età e la vita sono
arrivate alla loro naturale fine e ormai ‘manca poco’? Così un
gruppo di pensionati si ritrovano in un fatiscente albergo indiano,
con l’intento di passare lì i loro ultimi anni di vita. Ognuno di
loro ha una sua propria storia e ad ognuno la colorata e caotica
India regalerà esperienze, chiarezza e visione del futuro che prima
sembrava preclusa.
C’è Evelyn, il filo conduttore del
racconto: attraverso i suoi occhi scorgiamo la meraviglia verso la
novità, verso il mistero e l’ignoto che un’avventura offre sempre a
chiunque la sappia intraprendere, a qualunque età. C’è Graham,
Giudice della corte suprema che torna in India alla ricerca del suo
amore perduto. Ci sono Jean e Douglas, ridotti in povertà
dall’impresa della figlia, che sperano di trovare qualcosa di
stimolante nella loro nuova vita, ma la meraviglia pervade solo chi
è disposto ad accoglierla, e così non sarà per Jean, provata
fisicamente ed emotivamente dal soggiorno forzato al
Marigold Hotel. E poi Muriel, scontrosa signora
che subisce un’operazione all’anca e viene spedita in India per
‘saltare la fila’ e fare la riabilitazione e infine c’è chi, come
Madge e Norman, proprio non vuole scendere a patti con il tempo che
passa, che si sente ancora giovane e ha paura di invecchiare,
quando la vecchiaia è ormai una realtà.
Marigold Hotel si
fregia di un cast difficilmente superabile. Conduce il gruppo una
bellissima
Judy Dench, straordinariamente intensa e affascinante,
seguita a ruota da Tom Wilkinson,
Bill Nighy, Maggie Smith, insieme poi a
Penelope Wilton, Celia Imrie, Ronald Pickup e il
giovane
Dev Patel, lo Slumdog Millionaire di Danny
Boyle. John Madden ci porta in questo
mondo colorato e chiassoso, glissando evidentemente sulla povertà
che si trova accanto all’ostentata ricchezza e raccontandoci una
storia che potenzialmente poteva essere davvero preziosa, perché va
ad indagare cosa succede ai personaggi dei film dopo il film.
Spieghiamoci: tutto il cinema è pervaso da gioventù e bellezza che
cerca di trovare il suo posto nel mondo; il film di Madden invece
racconta degli anziani che nessuno vuole e che nessuno cura, che a
loro volta cercano una sistemazione per la loro nuova condizione di
vecchi.
Quando le abitudini si sono
sedimentate nel corso di una vita è possibile cambiarle? Quando la
vita di coppia viene naturalmente interrotta dalla morte è
possibile andare avanti? Quando il nostro corpo non risponde più
alle intenzioni di un tempo è possibile lo stesso accettare se
stessi? Ogni personaggio con la sua storia ci da una risposta, a
volte semplicistica, in altri casi sofferta. Il problema di
Marigold Hotel però è una sceneggiatura, basata
sul racconto di Deborah Moggach, che nella parte
centrale si biforca rendendo disomogenea la struttura corale del
film.
La magia dell’oriente non riesce ad
bucare lo schermo e il film rimane su un binario morto, nonostante
gli incredibili protagonisti e la storia dalle grandi
potenzialità.
E’ stato annunciato lo scorso ottobre
che Marigold Hotel avrebbe avuto un
seguito. Adesso, via Variety, la Fox sembra davvero
intenzionata a portare avanti questa idea, tanto che nel cast del
film sono stati appena confermati Richard Gere,
David Strathairn e Tamsin
Greig.
Ol Parker ha
scritto una sceneggiatura che unirà molti dei personaggi
sopravvissuti al primo film e interpretati da Judi Dench,
Maggie Smith, Bill Nighy, Celia Imrie, Ronald Pickup, Penelope
Wilton, Diana Hardcastle e Dev Patel.
La storia questa volta vedrà i
personaggi di Maggie Smith e di Dev
Patel co-dirigere l’albergo destinato a persone anziane
che vogliono passare vacanze al sole, con un posto ancora da
assegnare. Gere e Grieg saranno nuovi occupanti delle camere
rimaste libere, mentre non sappiamo ancora che ruolo avrà
Strathairn.
“Il film si è presentato a noi
come un’ottima opportunità di continuare una storia che ci siamo
resi conto essere appena all’inizio” ha dichiarato il regista
John Madden. “Non per raccontare la stessa
storia ma per capire dove queste vite di questi personaggi così
diversi andassero a finire, con degli spettatori che già li
conoscono e li amano”.