Il Festival Internazionale del Film di
Roma rende omaggio a uno dei gruppi simbolo degli
anni Ottanta ospitando domani, lunedì 20 ottobre alle ore presso la
Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, il
documentario Spandau Ballet: Il Film – Soul Boys
of the Western World di George Hencken: sul
red carpet delle ore 19.30, i cinque componenti del
gruppo, Tony Hadley, Steve Norman, John Keeble,
Martin e Gary Kemp. L’opera prima di George Hencken –
produttrice di pluripremiati video musicali, film concerto,
documentari su alcune figure chiave della scena musicale moderna e
contemporanea come Jimi Hendrix, Sex Pistols, Madness, Dr. Feelgood
– narra la repentina ascesa e il successivo declino degli
Spandau Ballet, band di ragazzi della classe operaia londinese
divenuta simbolo di un’intera generazione. I protagonisti si
raccontano a trent’anni di distanza dai loro maggiori
successi, attraverso video di concerti, interviste, filmati
personali e materiale inedito: un viaggio nella musica, nella
cultura e nella storia degli anni ’80 raccontato attraverso lo
sguardo e le canzoni di un gruppo capace di conquistare la vetta
delle classifiche mondiali, vendendo venticinque milioni di dischi
e piazzando ventitré singoli nella hit parade.
Festival di Roma 2014: arrivano gli Spandau Ballet
Sleepy Hollow 2×05: anticipazioni e promo
Si intitola The Weeping Lady , Sleepy Hollow 2×05, la quinta puntate dell’atteso secondo ciclo di episodi dello show di successo trasmesso dal network americano della FOX.
In Sleepy
Hollow 2×05 Una donna del passato di Ichabod arriva a Sleepy
Hollow con obiettivi segreti e oscuri. Intanto sia Crane che
Katrina imparano cose inquietanti dal loro passato mentre Abby fa
degli incontri inaspettati.
Sleepy Hollow è una serie televisiva statunitense in onda dal 16 settembre 2013 sulla rete televisiva Fox. Si tratta di un adattamento in chiave moderna del racconto La leggenda di Sleepy Hollow, di Washington Irving.
chabod Crane, morto in combattimento con il misterioso “Cavaliere” circa 250 anni prima degli avvenimenti presenti, si risveglia in una grotta in pieno ventunesimo secolo, nella Sleepy Hollow del presente, in un mondo totalmente diverso da quello che ricordava. Poco dopo scopre che anche il Cavaliere senza Testa si è risvegliato ed è in cerca della sua testa. Ad aiutarlo nel tentativo di fermare il Cavaliere, che si rivela essere uno dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse, è la giovane detective Abbie Mills.
The Big Bang Theory 8×06: anticipazioni e promo
Si intitola The Expedition Approximation, The Big Bang Theory 8×06, la sesta puntata dell’atteso ottavo ciclo di episodi della sit-com di enorme successo trasmessa dal network americano della CBS.
https://www.youtube.com/watch?v=Thl2z8UquTg
In The
Big Bang Theory 8×06 Sheldon Cooper (Jim Parsons) e Raj
Koothrappali (Kunal Nayyar) vogliono provare se riuscirebbero a
sopravvivere a una spedizione per la ricerca della materia oscuro
in un miniera di sale, simulandola in un tunnell per il calore. Non
sarà una passeggiata per i due scienziati. Nel frattempo Leonard
(Johnny Galecki) e Penny (Kaley Cuoco) continuano a litigare per
motivi futili, e principalmente per la gestione dei soldi, più
oculata da parte di lui, più sprezzante da parte di lei. Così
chiedono consiglio a Howard (Simon Helberg) e Bernadette (Melissa
Rauch) che ci sono già passati ma a ruoli invertiti.
Big Bang Theory (The Big Bang Theory) è una sitcom statunitense ideata da Chuck Lorre e Bill Prady e prodotta dalla Warner Bros. Television in collaborazione con la Chuck Lorre Productions. L’episodio pilota è andato in onda il 24 settembre 2007 sul canale CBS.
In Italia la serie viene trasmessa in prima visione pay dalla piattaforma Mediaset Premium dal 19 gennaio 2008, mentre in chiaro è trasmessa dai canali Mediaset dal 20 settembre 2010.
Pasadena. Quattro giovani scienziati di diversi campi – il fisico sperimentale Leonard Hofstadter, il fisico teorico Sheldon Cooper, l’ingegnere aerospaziale Howard Wolowitz e l’astrofisico Raj Koothrappali – lavorano insieme al California Institute of Technology.
Il loro legame d’amicizia è cementato principalmente dalla rispettiva condizione sociale, essendo i ragazzi dei nerd e geek a tutti gli effetti. La grande intelligenza ne fa tra le menti più valide del Paese, ma di contro li rende socialmente degli inetti: fuori dal lavoro, il tempo libero dei quattro trascorre principalmente tra la lettura di fumetti, partite a videogame e giochi di ruolo, e la visione di film e serie TV di fantascienza; l’assenza di ragazze è una costante nelle loro vite.
Questa routine cambia radicalmente quando Leonard s’innamora di Penny, una ragazza di provincia col sogno di diventare attrice, appena trasferitasi nell’appartamento di fronte a quello di Leonard e Sheldon. La nuova vicina di pianerottolo, bella ed esuberante, è l’esatto opposto dei quattro amici; lo strano e complicato mondo dei ragazzi finisce ben presto per scontrarsi con quello semplice e superficiale di Penny, e le loro tranquille esistenze vengono stravolte.
The Millers 2×01: anticipazioni e promo
Si intitola Movin’ Out (Carol’s Song),The Millers 2×01, la prima puntata della seconda stagione della sitcom di successo trasmessa dal network americano della CBS.
In The
Millers 2×01 Carol inizia la ricerca del
suo nuovo appartamento, facendo sì
cheNathan e Debbie inizino
una corsa contro il tempo per assicurarsi che la donna trovi un
appartamento il più lontano possibile dalle loro abitazioni; mentre
è impegnata nella caccia alla
casa, Carol stringe un legame ancora più
forte con Kip Finkle, il suo migliore
amico.
The Originals 2×03: anticipazioni e promo
Si intitola Every Mother’s Son, The Originals 2×03, il terzo episodio del secondo ciclo di puntate della serie televisiva di successo trasmessa dal network americano MTV.
In The Originals 2×03 Klaus ed Elijah ricevono uno strano invito a cena da loro madre,Esther, il cui spirito è ospitato dal corpo della giovane Cassie e cercano di anticipare le mosse della madre con l’aiuto di una giovane strega di nome Lenore e Hayley; durante la cena, Esther rivela notizie sconvolgenti sull’infanzia di Klaus e finalmente rende noti i suoi piani per il figlio.
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Tutte le foto della seconda stagione: [nggallery id=1063]
The
Originals è una serie
televisiva statunitense di genere fantasy, creata
da Julie Plec, che ha debuttato il 3
ottobre 2013 sul network The CW. Si tratta di
uno spin-off della serie televisiva The Vampire
Diaries, il cui backdoor pilot è stato
trasmesso il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio
della quarta stagione della serie principale.
La serie è ambientata nel quartiere francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido Originale Klaus e dei suoi due fratelli Elijah eRebekah.
Niklaus Mikaelson è l’ibrido appartenente alla famiglia dei Vampiri Originali che si trasferisce dalla cittadina di Mystic Falls (Virginia) a New Orleans, città che lui e i suoi fratelli contribuirono a costruire ma che poi abbandonarono per fuggire da loro padre, che gli dava la caccia. Con il suo ritorno, Klaus scopre che Marcel, vampiro che lui stesso trasformò secoli prima, detiene il controllo del quartiere francese della città e di tutte le creature sovrannaturali che lo abitano, comprese le streghe che non possono praticare la magia senza il suo permesso. Quest’ultime, guidate dalla giovane strega Sophie Deveraux, vogliono stipulare un patto con Klaus: se lui le aiuterà ad eliminare Marcel loro proteggeranno Hayley, la giovane licantropa che aspetta un figlio da lui. Klaus, spinto dalla voglia di rubare il controllo della città a Marcel e convinto dal fratello maggioreElijah, accetta il patto e decide di rimanere a New Orleans. Mesi dopo, anche Rebekah, la sorella di Klaus ed Elijah, giunge in città e si ricongiunge con i suoi fratelli.
Castle 7×03: anticipazioni e promo
Si intitola Child’s Play, Castle 7×03, il terzo episodio della settima stagione di Castle, la serie televisiva di enorme successo trasmessa dal network americano della ABC.
In Castle 7×03
quando un venditore di gelati viene sparato, le prove
portano Beckett (Stana Katic)
e Castle (Nathan Fillion) a credere che un bimbo di
sei/sette anni possa avere informazioni di vitale importanza sul
caso. Castle è in una scuola elementare
sotto copertura per provare a identificare il bambino di sei-sette
anni, ma nulla va secondo il piano.
Castle è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2009.
Creata da Andrew W. Marlowe, la serie è interpretata da Nathan Fillion e Stana Katic, e narra le vicende di Richard Castle, un famoso scrittore diromanzi gialli che collabora alle indagini della detective di polizia Kate Beckett.
La serie è trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da ABC dal 9 marzo 2009. In Italia viene trasmessa in prima visione dal canalesatellitare Fox Life dal 16 ottobre 2009 (con il titolo Castle – Detective tra le righe per le prime due stagioni, poi con il titolo originale Castle), e successivamente in chiaro da Rai 2 dal 10 gennaio 2010 (con il solo titolo originale).
Gotham 1×05: anticipazioni e promo
Si intitola Viper, Gotham 1×05, la quinta puntata della prima stagione della serie televisiva Gotham, che andrà in onda sul network americano Fox.
In Gotham 1×05 Gordon e Bullock saranno impegnati nella ricerca di un nuovo tipo di droga che si sta diffondendo a Gotham che porta prima ad uno stato di euforia e poi alla morte; nel frattempo, Oswald Cobblepot cerca di farsi strada per riuscire a farsi notare ed entrare nel circolo particolarmente ristretto di Maroni mentre Fish Mooney continua a tramare alle spalle di Falcone.
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Il cast dello show è
composto da Ben
McKenzie(Detective James
Gordon), Robin Lord
Taylor (Oswald Cobblepot/il
Pinguino), Sean Pertwee (Alfred
Pennyworth), Zabryna
Guevara (Capitano Essen) Erin
Richards (Barbara Kean). Donal
Logue(Harvey Bullock), Jada Pinkett
Smith (Fish Mooney), David
Mazouz (il giovane Bruce
Wayne)e Camren Bicondova (la
giovane Selina Kyle).
Gotham racconta la storia di origine dei grandi supercriminali e vigilantes della DC Comics, e racconta nuovi capitoli mai visti prima sulla schermo.
Gotham sarà caratterizzata da un giovane Bruce Wayne, i primi villain principali saranno Joker, Catwoman, l’Enigmista e il Pinguino. Mentre il produttore esecutivo sarà Bruno Heller (The Mentalist) e a dirigere il pilot ci sarà Danny Cannon (CSI). Il primo dei cattivi noti sarà il Pinguino, ma essendo una storia di origini difficilmente lo vedremo da subito in costume.
Il pilot, che sarà diretto da Danny Cannon, è stato scritto da Bruno Heller (The Mentalist), il quale sarà anche produttore esecutivo; la casa di produzione sarà la Warner Bros. Television.
Scorpion 1×05: anticipazioni e promo
Si intitola Plutonium Is Forever, Scorpion 1×05, la quinta puntata della prima stagione della serie televisiva Scorpion, che andrà in onda sul network americano CBS.
In Scorpion 1×05 Walter ed il suo team dovranno accettare a malincuore di chiedere l’aiuto di un ex membro del loro team che ha dimostrato di avere una serie di disturbi per poter riuscire a fronteggiare una terribile catastrofe, ovvero il possibile collasso di un reattore nucleare di Los Angeles che potrebbe provocare una tragedia di proporzioni epiche.
Festival di Roma 2014: video intervista a Richard Gere sul red carpet
E’ arrivato al Festival di Roma 2014 l’attore nominato all’Oscar Richard Gere per presentare il suo ultimo film Time Out of Mind che lo vede coinvolto come protagonista e produttore.
Il divo di Ufficiale e gentiluomo, Pretty Woman e Chicago sfilerà alle ore 19 come protagonista di Time Out of Mind di Oren Moverman che sarà presentato in prima europea alle ore 19.30 presso la Sala Santa Cecilia (linea di programma Cinema d’Oggi).
La pellicola segna il ritorno dietro la macchina da presa del cineasta israeliano-americano Orso d’Argento alla miglior sceneggiatura (con Alessandro Camon) per l’opera prima Oltre le regole – The Messenger, regista di Rampart, basato su un soggetto dello scrittore di culto James Ellroy, co-autore della sceneggiatura. In Time Out of Mind, Gere interpreta un uomo in grandi difficoltà costretto a trovar rifugio in un centro d’accoglienza. Cercherà di rifarsi una vita ripartendo da zero e riallacciando i rapporti con la figlia, interpretata da Jena Malone (Ritorno a Cold Mountain, Orgoglio e Pregiudizio, Into the Wild, Oltre le regole – The Messenger, Hunger Games – La ragazza di fuoco).
Secondo The Hollywood Reporter, con questo film “Richard Gere regala una delle sue performance più notevoli, una commovente opera di poesia urbana che dimostra come Oren Moverman sia un regista socialmente consapevole, di rara convinzione e autorevolezza”.
Festival di Roma 2014: Richard Gere presenta Time Out of Mind
“Buongiorno a tutti!”, Richard Gere si è presentato come una vera rock star, con una mano in tasca e l’altra a salutare la folla di giornalisti accorsi per sentirlo parlare del suo ultimo film, Time Out of Mind, presentato al Festival di Roma 2014 e per il quale Gere è protagonista assoluto e produttore. Un’esperienza che l’ha messo decisamente in condizione di approcciarsi al progetto in maniera diversa, come lui stesso racconta.
“La sceneggiatura mi è stata mandata più di dieci anni fa e conteneva già il seme di questo film – ha cominciato Richard Gere in merito alla genesi del film – Non pensavo di poter fare quel film allora, ma lo script risaliva addirittura agli anni ’80. E’ una di quelle sceneggiature che mi hanno catturato.”
Durante questo viaggio nel mondo dei senzatetto ha scoperto qualcosa che ancora non sapeva?
“Ho fatto ricerche per tutti i dieci anni in cui ho voluto realizzare questo film, quindi durante quest’ultimo anno non ho scoperto niente che già non sapessi, è stata una sorpresa continua. Abbiamo deciso che la realizzazione del film sarebbe dovuta essere invisibile. Sarei dovuto essere io, sui marciapiedi, ma l’attrezzatura e la troupe sarebbe stata nascosta, per esempio dietro le vetrine. Temevano che non funzionasse, che potessi essere riconosciuto dalla folla, perciò abbiamo fatto il primo test nel cuore di New York, nel Greenwich Village, dove c’è una forte concentrazione di attività artistiche e dove potevano essere concentrati molti dei nostri potenziali spettatori. Con mia grande sorpresa, nessuno mi ha riconosciuto. Avendo girato in digitale, potevamo permetterci riprese prolungate, credo che la prima sia durata circa 45 minuti, ma nessuno si è mai fermato a guardarmi davvero in faccia. La cosa che avvertivo, fin da due isolati di distanza, era l’indifferenza nei miei confronti, poiché mi identificavano come un barbone.”
Cosa ha provato nel chiedere l’elemosina?
“Vengo dalla tradizione britannica, dove il gesto dell’elemosina (‘begging’ chiedere pregando in inglese, ndr) ha un significato diverso da molte altre culture. Nella maggior parte dei casi chi elemosina viene visto come qualcuno che cerca denaro per se stesso, per mangiare, bere o anche drogarsi. Ma per noi l’elemosina equivale a un’offerta, cioè offrire ai passanti la possibilità di compiere un’azione positiva, e avere perciò del merito. Nella nostra condizione di cineasti, noi stavamo facendo la stessa cosa, offrivamo ai passanti una possibilità. Ovviamente non potrò mai provare cosa voglia dire elemosinare, non mi servono né soldi né cibo per sopravvivere, e rimarranno perciò esperienze completamente diverse.”
La sua è una scelta
che va verso piccoli film, girati in tempi stretti e con budget
irrisori, che si piazzano al di fuori degli schemi e degli studios.
Secondo lei è questo il futuro?
“Penso che sia il futuro non solo per la mia carriera ma per il cinema serio in generale. Queste produzioni indipendenti realizzano film diversi, che magari anni fa trovavano spazio nella produzione degli studios, ma che ora non essendo commercialmente appetibili non vengono più fatti, e bisogna allora trovare il modo di farceli da soli. Nessuno fa soldi con questi film, ve lo assicuro, ma è comunque il futuro.”
Qual è stata la differenza nell’interpretare questo ruolo, così diverso dai suoi precedenti di uomini ricchi e di successo?
“La tecnica attoriale è la stessa, la differenza è a livello filmico. Non è un film che segue una trama, ci interessava rendere l’idea della sensazione, di cosa può essere vivere in questo modo, e dovevamo capire non solo come farlo ma anche come renderlo efficace per due ore.”
Che accorgimenti tecnici ci sono stati da parte del regista?
“Guardando il film vi accorgerete che in ogni inquadratura vi è una stratificazione di densità, la camera è fissa, a volte si muove ma in maniera impercettibile, non suggerisce dove allo spettatore dove guardare e spesso è difficile capire dove mi trovo esattamente nell’inquadratura. Allo stesso modo funziona l’uso del suono, che qui non sottolinea banalmente l’azione, ma le va contro, creando una cacofonia, un contrappunto.”
RFF9, Scrivimi Ancora: video intervista a Sam Claflin e Lily Collins
Guarda la nostra video intervista ai protagonisti di Scrivimi Ancora Sam Claflin e Lily Collins che hanno sfilato sul red carpet del Festival di Roma 2014 acclamati dai loro fan.
Quarto giorno al Festival
di Roma 2014 ricco di star. Si inizia Alle ore 17 presso la Sala
Sinopoli dove si terrà in prima internazionale la proiezione
di Love, Rosie (#ScrivimiAncora),
adattamento cinematografico del best seller “Scrivimi ancora” della
scrittrice Cecelia Ahern: il film, nella
linea di programma Gala, è diretto dal regista e sceneggiatore
tedesco Christian Ditter, autore dei
pluripremiati cortometraggi Enchanted e Grounded, e del successo di
botteghino French for Beginners – Lezioni
d’amore. Il film racconta la storia di due ragazzi,
Rosie e Alex, amici per la pelle fin da bambini, costretti a
separarsi: il loro rapporto proseguirà grazie a e-mail, lettere,
sms, cartoline, fra riavvicinamenti e distacchi, sempre in bilico
fra amicizia e amore.
Protagonista femminile del film è Lily Collins, attrice e modella resa celebre dal film Biancaneve, al fianco di Julia Roberts. Con lei, Sam Claflin, giovane attore di “Hunger Games”, Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare e di Biancaneve e il cacciatore, famoso per il suo ruolo nella serie televisiva “I pilastri della Terra”), e Christian Cooke (Mercuzio nel Romeo and Juliet di Carlo Carlei presentato al Festival di Roma 2013). I due beniamini del pubblico giovane, Lily Collins e Sam Claflin, saranno sul tappeto rosso alle ore 16.30.
Festival di Roma 2014: Giulio Cesare Compagni di scuola presentato oggi
E’ stato presentato oggi il film documentario
Giulio Cesare Compagni di scuola, primo
lungometraggio di Antonello Sarno, critico
cinematografico per le reti Mediaset e autore di oltre venti
documentari presentati a festival internazionali, ottenendo molti
riconoscimenti tra cui il Nastro d’Argento, il David di Donatello
della Critica, il Globo d’oro e il Leone di cristallo della Mostra
di Venezia alla carriera.
Il documentario racconta la storia di un liceo romano che ha ormai la ragguardevole età di ottant’anni, uno dei più famosi, che ha avuto come allievi ragazzi poi divenuti tasselli importanti della storia politica e culturale italiana.
Marco Pannella, Maurizio Costanzo, Tullio De Mauro, Chiara Ingrao, Gian Luigi Rondi, Zero Assoluto, sono solamente alcuni degli ex studenti del liceo romano Giulio Cesare, che, insieme al prezioso materiale di repertorio dell’Istituto Luce, compongono un efficace mosaico di ricordi e testimonianze. Tra i tanti ospiti figura anche Antonello Venditti, che per l’occasione ha eseguito dal vivo in aula magna il famoso brano omonimo dedicato alla scuola.
Oltre a tanti ospiti del passato ci sono anche gli studenti attuali, sospesi tra il futuro e un passato che sembra quasi non riguardarli più. Per Sarno l’emozione più grande è stata fare un film sulla sua scuola e afferma con una punta di orgoglio: “Il Giulio Cesare l’ho fatto anch’io.”
Festival di Roma 2014: Benicio Del Toro e Josh Hutcherson raccontano il loro Paradiso Perduto
E’ uno degli attori più amati del momento e il suo ruolo nella saga Hunger Games lo accompagna anche quando va in giro per Festival a presentare progetti che con Panem non c’entrano nulla. Così anche al Festival di Roma 2014, Josh Hutcherson è stato accompagnato da frotte di ragazze che hanno passato la notte sotto le stelle per riuscire a prendere posto davanti al red carpet. Hutcherson non è venuto da solo, ma ha portato con sé il regista del suo film, Andrea Di Stefano, e le sue co-star, la bella Claudia Traisac e nientemento che Benicio Del Toro, che in Escobar Paradise Lost interpreta proprio il temibile e celeberrimo Re della Cocaina, Pablo Escobar.
– Josh il tuo personaggio è molto simile a quello di Peeta in Hunger Games, entrambi cercate di fare l’impossibile per proteggere il vostro amore.
Hutcherson: “Nick e Peeta sono molto diversi, ma in questo è vero, si somigliano perché entrambi farebbero di tutto per salvare il loro amore.”
-Come è nato il film e cosa sapevate di Escobar prima del film?
Di Stefano: “L’idea nasce da una storia vera, un mio amico mi ha raccontato di un uomo che credeva di essere amico di Escobar e che poi è diventato uno delle sue prede. La cosa particolare di questo criminale era proprio che non seguiva nessuna regola, neppure quelle dei criminali stessi che difendono i loro amici. Ho cominciato a studiare il personaggio leggendo le biografie e sentivo che c’era una storia da raccontare perché Escobar è quasi un personaggio mitologico. Volevo fare un film su di lui e su un’anima pura che arrivava a conoscerlo, e che poi veniva danneggiato, ferito proprio da questo incontro.”
Hutcherson: “Non sapevo molte cose su di lui, immaginavo che fosse una specie di Robin Hood che faceva i soldi con la droga e che poi donava i soldi alla povera gente. Poi ho scoperto quanto fosse terribilmente violento, come manipolava le persone dandogli la sua fiducia e come poi le tradiva per i suoi scopi. Ho conosciuto un altro aspetto del personaggio. Un aspetto mostruoso.”
-Come mai Benicio Del Toro sceglie soltanto personaggi cupi e cattivi? Farebbe un ruolo comico?
Del Toro: “Certo, mi piace molto ridere. Ci sono momenti nel film in cui sono molto divertente, ma faccio film in cui sono cattivo perché sono un bad boy!”
-Come è partito il progetto?
Di Stefano: “In un modo molto classico, ho scritto la sceneggiatura e nella mia idea c’era da subito Benicio per il ruolo di Escobar.”
-Del Toro ha diretto Josh in Sette Giorni all’Havana. Com’è stato lavorare insieme da regista e attore e adesso da compagni di set?
Del Toro: “Ma io non l’ho diretto, gli ho lasciato fare quello che voleva e poi ho fatto i miei tagli al montaggio! Scherzi a parte, Josh è fantastico.”
Hutcherson: “Dai! Mi hai dato qualche indicazione! In realtà è stato bellissimo, mi ha dato molta libertà perché il mio personaggio era molto simile a me e quindi ho avuto molto margine per divertirmi.”
Del Toro: “Per me dirigere è dare libertà. Abbiamo lavorato insieme molto bene. Quando lavori con gli attori devi cercare la verità e Josh è uno di quegli ragazzi che davanti alla macchina cerca sempre di creare questa verità e di essere credibile.”
-Josh il film è girato quasi tutto in spagnolo, che difficoltà hai avuto con la lingua?
Hutcherson: “Beh io sono americano e parlo solo inglese, quindi è stato difficile. Ho imparato alcune cose perché ero circondato da una troupe che parlava prevalentemente spagnolo, ma ero più impegnato a imparare le mie battute. E’ stata una sfida interessante.”
-Che differenze hai trovato nell’interpretare Escobar e Che Guevara, che sono due figure molto famose e opposte?
Del Toro: “Entrambi i ruoli sono stati di documentazione, ma mentre Che era raccontato in prima persona, questo Escobar era visto attraverso gli occhi di Nick interpretato da Josh. La cosa che mi è piaciuta tanto di tutti e due i personaggi è stata la documentazione necessaria, mi piace molto fare ricerca per i miei personaggi.”
-Per Claudia Traisac, il tuo personaggio è in adorazione per Escobar all’inizio del film, poi però capisce che è pericoloso. Come hai vissuto questa mutazione in lei?
Traisac: “Il mio personaggio è in continuo conflitto. Vedevo tutte le cose terribili che ha fatto, ma nel mio personaggio dovevo esprimere adorazione e affetto, poi lentamente Maria doveva capire che Escobar era un criminale, una persona terribile e quindi ha dovuto prendere la difficile decisione di provare ad andare via, per salvarsi e per salvare il suo amore.”
Festival di Roma 2014: Recensione Lucifer
L’America del Sud continua a configurarsi come un territorio innovativo e sperimentale, anche quando fa solo da sfondo alle idee immaginifiche di un regista olandese come Gust Van Den Barghe e alla sua particolare rilettura della cosmogonia dantesca.
Lucifer, come
suggerisce già il titolo, vede muoversi sulla scena un Lucifero
caduto sulla terra durante il tragitto dal Paradiso all’Inferno,un
essere a metà strada tra la condizione di angelo caduto e quella di
signore delle tenebre: è l’unico essere vivente in grado di
comprendere il confine tra il bene e il male, avendo totale
consapevolezza. nel suo errare vagabondo, si ritrova in Messico,
nello sperduto paesino di Parìcutin, dove il tempo sembra essersi
fermato e le stagioni sono immutabili ed impermeabili al progresso.
Qui conosce Lupita e sua nipote Maria, due donne povere che vivono
pascolando le pecore in una baracca insieme al fratello di Lupita
Emanuel, che si finge gravemente invalido dopo un incidente sul
lavoro, ma solo per potersi dedicare al gioco d’azzardo e
all’alcol. Lucifero vede in tutto questo un’opportunità e si
presenta come un guaritore: prima costringe Emanuel a camminare di
nuovo, poi seduce Maria- abbandonandola incinta- e infine fa
vacillare la fede incrollabile di Lupita. Ma il suo intento non è
quello di sconvolgere le tre vite senza una ragione:
involontariamente ha solo illuminato il confine tra bene e male lì
dove non era mai esistito.
Film pregevole e ricco di spunti di riflessione filosofici, letterari e religiosi, restituisce la stessa sensazione visiva di un incontro tra un quadro fiammingo di Bosch e le atmosfere dei ritratti di Frida Kahlo: il paesaggio vulcanico, suggestivo e fuori dal tempo, del villaggio messicano viene immortalato e circoscritto nella bellezza dell’inquadratura “tonda”, un formato circolare che Van Den Barghe ha deciso- coraggiosamente- di adottare perché, a parer suo, lo spazio ultramondano è circoscritto e vede il Paradiso al suo centro. però, nonostante dei presupposti di partenza interessanti, Lucifer rimane vittima proprio dei suoi punti di forza, trasformandosi in una pellicola ermetica per intellettuali ed appassionati: il formato circolare dopo 110′ stanca lo sguardo dello spettatore, la fotografia che in alcuni momenti rasenta la bellezza visiva e visionaria di un’opera fiamminga è suggestiva ma controbilanciata da un messaggio sotteso troppo criptico da decifrare dopo una semplice visione. Si presenta, insomma, come un film pretenzioso ben lontano dai felici esiti visivi del Faust di A. Sokurov, ad esempio.
Saw: James Wan pronto a tornare
Con la
serie Saw pronta a festeggiare
il suo decimo anniversario questo Halloween, sembrerebbe
che qualcosa sia in procinto di cambiare nel prossimo futuro
dell’icona del genere horror.
Quando dieci anni fa il duo composto da James Wan e Leigh Whannell presentò un film capace di dare nuovo lustro ad un genere da tempo in decadimento, in pochi avrebbero potuto immaginare che il brand sarebbe stato spremuto talmente tanto da ridursi all’ombra di sé stesso.
Ebbene, un po’ per cavalcare l’onda dei festeggiamenti, un po’ perché ultimamente la nostalgia ha contagiato molti nomi altisonanti del cinema, i produttori della serie hanno aperto sul ritorno di James Wan a capo dei futuri progetti legati al marchio Saw.
“James [Wan] e Leigh [Whannell] dopo l’uscita di Saw erano dispiaciuti di essere cosiderati ‘quelli di Saw’ […] ma ora che hanno avuto i giusti riconoscimenti sono pronti a tornare. Il nostro obiettivo è di presentarci al prossimo Comic-Con (non questa estate, ma la prossima) e dire: ‘James e Leigh sono felici del successo che hanno ottenuto ed ora è tempo di tornare.”
Una trovata, questa, che forse potrebbe risollevare il destino di Saw, ma che allo stesso tempo potrebbe non rispettare le alte aspettative che ne deriverebbero.
Fonte: Total Film
X-Files 3: Gillian Anderson apre al crowfunding
Che il crowfunding possa aprire nuove vie nella
produzione cinematografica sembra una cosa ormai assodata, basti
pensare ai risultati raggiunti, nei casi più recenti, dal film di
Veronica Mars o
dal Wish I Was
Here di Zach Braff, ma a
rafforzare quest’idea giungono le parole
dell’attrice Gillian Anderson che, attraverso
una recente intervista, avrebbe dichiarato che il crowfunding
sarebbe potuto essere una via per giungere alla realizzazione
di X-Files 3.
Queste le parole dell’attrice, pronta a vestire nuovamente i panni dell’agente Dana Scully:
“David [Duchovny], io e Chris [Carter], il nostro produttore esecutivo nonché creatore, siamo tutti interessati a tornare insieme in qualche modo […] Potremmo usufruire del crowfunding per un film su X-Files. Ciò che ci impedisce di realizzarlo sono i fondi ed il via libera da parte della Fox, un non piccolo intoppo, ma sì, credo che il acrowfunding possa essere un’ottima idea”.
Non ci resta dunque che attendere l’evolversi delle situazioni e sperare che l’idea possa prendere piede nei prossimi mesi.
Fonte: comicbook.com
X-Men Giorni di Un Futuro Passato: Quicksilver in alcuni concept art
In X-Men Giorni di Un Futuro Passato è stato certamente Quicksilver (Evan Peters) il personaggio che si è reso protagonista di alcune tra le sequenze più interessanti del film. Ebbene, a distanza di mesi dall’uscita nelle sale dell’ultimo film diretto da Bryan Singer, vi riportiamo alle origini del mutante più veloce di sempre attraverso una serie di concept art che ci svelano come fosse stato pensato in principio.
Il film X-Men – Giorni di un futuro passato
La trama di X-Men – Giorni di un futuro passato, tratta dall’omonimo fumetto del 1981, ripercorre un arco temporale ambientato in un imprecisato futuro in cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle, mentre i mutanti vivono confinati in campi di concentramento. Kitty Pride torna indietro nel tempo e impedisce dal passato che gli eventi precipitino a tal punto da trasformare la vita dei mutanti del futuro in un inferno di reclusione.
Vi ricordiamo che nel cast di X-Men – Giorni di un futuro passato sono confermati Jennifer Lawrence, Michael Fassbender, James McAvoy, Jason Flemyng, Ian McKellen, Patrick Stewart, Nicholas Hoult, Hugh Jackman, Anna Paquin, Ellen Page, Peter Dinklage, Halle Berry, James Marsden, BooBoo Stewart, Evan Peters, Shawn Ashmore, Lucas Till, Daniel Cudmore, Omar Sy, Bingbing Fan, Adan Canto. Il film è ispirato ai fumetti di Chris Claremont e John Byrne dal titolo: ”Uncanny X-Men” # 141 e 142 nel 1981.
Fonte: comicbookmovie
Beetlejuice 2: secondo Michael Keaton manca uno script
Da tempo ormai molti di noi
sono in trepidante attesa per vedere, ancora una
volta, Micheal Keaton indossare i panni
dell’irriverente Beetlejuice di
Burtoniana memoria, tuttavia a gettare acqua sul fuoco ed a
spegnere, momentaneamente, i nostri sogni, ci ha pensato lo
stesso Keaton attraverso le seguenti
dichiarazioni:
“Ho sempre detto che è una cosa che mi piacerebbe fare nuovamente. Ma richiederebbe che Tim [Burton] ne faccia parte, in un modo o nell’altro. Sembrerebbe che ora sia coinvolto e senza dire troppo ne abbiamo parlato, anche via mail, e se lui ne farà parte per me sarebbe difficile non esserci”
L’attore, ha poi parlato dello script del film che, attualmente, sembrerebbe non essere ancora pronto e dello sceneggiatore Seth Grahame-Smith:
“Non c’è nessuno script per il sequel, o almeno credo… E’ un ragazzo ricco di talento, l’ho incontrato una volta, è molto divertente. Gli dissi di chiamarmi e aggiunsi che in quello che stava scrivendo ci sarebbe potuto essere un potenziale scivolone, che al posto suo non lo avrei fatto poiché a volte i sequel si rivelano degli errori. Il problema, a riguardo, è che molto del primo film lo creammo io e Tim sul set. Molto non esisteva nella sceneggiatura, erano cose che non avresti potuto scrivere. L’idea e l’immaginario erano di Tim, tutte sue. Io non vi ho avuto nulla a che fare. Ma in merito a come fai le cose, cosa dici, quando e dove cambi e canti e balli, questo genere di cose… sono cose che non puoi scrivere.”
Dunque sembrerebbe essere ancora lunga la strada che conduce al tanto agognato Beetlejuice 2, tuttavia è cosa certa che il sequel si farà, seppure abbia tutt’intorno un alone di mistero.
Fonte: MTV
Festival di Roma 2014: #ScrivimiAncora conferenza stampa con Sam Claflin e Lily Collins
#ScrivimiAncora è il film di Christian Ditter presentato nella sezione Gala del Festival di Roma, alla conferenza hanno partecipato gli attori Lily Collins e Sam Claflin ed il produttore Martin Mosszkowick.
Una delle cose che veramente funziona nel film è questo rapporto incredibilmente credibile tra di voi è c’è un senso di armonia tra i due, come avete creato questo rapporto?
Lily Collins: la prima volta che io e Sam ci siamo incontrati è stato con Cris in un albergo. E ci ha fatto sedere così vicini e dovevamo dire qualcosa l’uno dell’altra che ci ha costretto ad abbattere qualunque confine scomodo perché è stato veramente imbarazzante per due persone che non si sono mai conosciute, così faccia a faccia, condividere delle cose l’uno sull’altra. Questa è stata un’esperienza che abbiano condiviso, avevamo già una base, una storia, un vissuto era impossibile creare una scena migliore, è venuto tutto così solo perché avevo lui e l’impressione è stata quella che ci conoscessimo da tanto ed è una cosa molto rara. Si può cercare di ricreare una cosa del genere ma nel nostro caso non è servito.
Sam Claflin: Prima di iniziare a girare abbiamo fatto colazione insieme, siamo stati insieme e abbiamo capito che il nostro senso dell’umorismo era simile e che ci piaceva divertirci insieme…scherzo! Ma essenzialmente abbiamo trascorso molto tempo insieme, senza rendercene conto abbiamo imparato a conoscerci, non ci siamo messi a tavoli e dire “allora cosa facevi ad undici anni?” “qual è il tuo colore preferito?” no in realtà è stato molto più facile dall’inizio. Essenzialmente il film lo abbiamo trascorso uno a fianco all’altra, lo abbiamo sempre insieme e quindi questo è un rapporto che è cresciuto in maniera molto naturale ed organico e perciò ti affezioni, un discorso che si applica a tutto il cast artistico e tecnico, data la natura intima di questo film. Quindi diciamo che è stato una situazione N.A.R. “Not acting required” – non serve recitare -.
Quale aspetto conta di più
per produrre un film adolescenziale?
Martin Mosszkowick: Quello che contava era il materiale e
il cast, la chimica che vediamo sullo schermo è incredibile ed è
questo che rende possibile i film a prescindere se nella storia ci
sono adolescenti, adulti o bambini. Quello che conta è che la
storia sia appassionante e la recitazione che sia credibile.
Quanto spazio vi siete
presi per creare i personaggi e quanto invece siete stati fedeli ai
personaggi del libro?
L.C.: Io non ho letto il libro prima di iniziare a girare,
ho già preso parte ad alcuni film che erano tratti dai libri e a
volte può essere difficile quando hai una sceneggiatura definita e
i libri hanno più pagine o sono una saga. Quindi la situazione
diventa complessa se si cerca di passare dal libro alla
sceneggiatura di continuo, avere Cecilia con noi sul set ed avere
la sua approvazione per noi è stato più importate che riferirmi al
libro. Ed è perfetto quando l’autore del libro è lì per dare
sostegno e la sua approvazione. Per quanto riguarda questa
sceneggiatura mi sono identificata subito con Rosie, c’erano tanti
Rosismi che si fondevano con i LiLismi e quindi mi sono ritrovata
naturalmente nel personaggio. Io volevo mostrare l’essenza di Rosie
ma era così simile alla mia che in realtà era come vivere quello
che leggevo nella sceneggiatura.
S.C.: Il libro io lo avevo letto prima di iniziare a girare il film, ma non prima di leggere la sceneggiatura la prima volta. Per ovvi motivi l’interpretazione della sceneggiatura è leggermente diversa e di conseguenza anche i personaggi devono modificarsi leggermente però al tempo stesso non vi è stata un’esclusione di caratteristiche essenziali né di aggiungerne altre. Come ha detto Lily, sul fatto che si sentiva molto vicina a Rosie, io non posso dire di essermi sentito come Alex, ero Alex, non nel senso del metodo, non sono andato a vivere come Alex a Boston e frequentare la facoltà di medicina. Ma le nostre caratteristiche sono identiche, le sue scelte le avrei fatte anch’io, giuste o sbagliate, quindi è facile affrontare una sceneggiatura in questo modo.
Il film non sembra
rapportarsi con il destino ma con le scelte, giuste e sbagliate, se
si fanno quelle sbagliate ad un certo punto nella vita c’è il
rischio che non si riesca ad aggiungere la felicità e questa si
rimanda di continuo.
L.C.: “Tutto
accade per un motivo” questo è il mio motto da sempre, la decisione
la prendiamo per noi stessi in quel momento, non credo che la
decisione possa considerarsi giusta o sbagliata sono decisioni che
vengono prese in un certo momento, poi magari le cose non vanno
come avremmo sperato anche se non si capisce, bisogna crede che
avverrà qualcosa di buono o cattivo, ma poi il modo in cui affronti
questa situazione ti definisce. Si parla sempre che quello che
conta è “il viaggio e non la destinazione” così Rosie ed Alex
conoscono tanto di loro stessi che le decisioni sono solo dei
catalizzatori che permettono di avviare questo viaggio e quindi
dobbiamo pensare che il loro destino dipende da questo.
S.C.: Per me il film come il romanzo, non tratta solamente delle scelte giuste o sbagliate, quello che conta è la tempistica cioè il tempo per esplorare altre cose per avere esperienze e se il personaggio avesse voluto veramente evitare questo stravolgimento lo avrebbe potuto fare. C’è sempre un motivo per cui accadono certe cose, si può parlare di destino, di fato ma comunque sia c’è un motivo che ti accade una certa cosa. “Io non ho mai rimpianti” questo è il mio motto altrimenti non sarei qui se avessi cambiato qualche decisione o fatto.
Christian Ditter: Per me nei film in genere ci sono delle situazioni in cui se ci fosse un consulente lì direbbe “sei proprio stupido questa è la scelta sbagliata” ma in quel momento quelle sembravano le scelte giuste del personaggio, forse questo è il messaggio nascosto del film, se si fa quello che riteniamo siamo giusto e non quello che si aspettano gli altri, forse gli altri potrebbero considerarlo un errore, anche il pubblico in quel momento potrebbe pensare che è un errore.
Festival di Roma 2014: 12 Citizens recensione del film di Ang Xu
In una scuola di legge
viene messo in scena un processo in stile americano, con quindi una
giuria popolare formata da 12 persone tra loro sconosciute e di
diversa estrazione sociale. Il gruppo deve decidere su di un caso
di parricidio, ma la quasi unanimità iniziale verrà messa in crisi
da un giurato che spiegherà le sue ragioni.
La Cina è un paese in veloce cambiamento e nonostante quello che appare è destinata così come tutte le culture a mettere in discussione i suoi principi di millenaria tradizione per mescolarli alla globalizzazione che ormai è un dato di fatto. Aprire le porte al forestiero e ad altre culture.
Ang Xu, giovane regista proveniente dalla scuola del teatro di Pechino, mette in scena 12 Citizens, un classico del teatro americano e del cinema hollywoodiano: La parola ai giurati – 12 angry men che Sidney Lumet realizzò nel 1957 con protagonista Henry Fonda.
Qui, a ricoprire il ruolo del giurato dissidente che mette in crisi quella che sembrava una decisione già presa è Bing He, esponente del nuovo teatro cinese.
La messa in scena è interessante soprattutto perchè è attenta a mostrare 12 aspetti diversi della vecchia e nuova Cina, alcuni stereotipati altri assolutamente nuovi.
A dimostrare il cambiamento, c’è un riferimento quasi continuo ai media e soprattutto ai social media che diventano così come succede in Occidente un involontario patibolo o luogo di salvazione, a seconda delle opinioni prominenti.
Anche questo film si allinea al filo rosso di buona parte della selezione di questo festival: i protagonisti giovani, a muovere questa storia è infatti un ragazzo viziato e ricco sospettato di aver ucciso il disastrato padre biologico, l’apparenza e la comunicazione tramite i nuovi mezzi, internet e i social media.
Quello che emerge, è che dopo tanto discutere, i principi di vita di morte e di rispetto reciproco travalicano anche le culture diverse.
Wonder Woman: la Marvel pensa ad una controffensiva?
Dopo l’annuncio
della Warner Bros. in merito al futuro
sviluppo di un film interamente dedicato a Wonder
Woman, interpretata in Batman V Superman Dawn of
Justice da Gal
Gadot, in molti si chiedevano cosa
la Marvel avesse in
serbo per contrastare al botteghino il nuovo film ambientato
nell’universo DC.
A rompere il silenzio a riguardo è stata Victoria Alonso che, intervistata da Variety, si è così pronunciata sulla possibilità di vedere un film dedicato ad un’eroina Marvel:
“Se dipendesse da me lo farei anche oggi.”
Continuando, poi, in merito ad un’eventuale pressione esercitata sulla Marvel stessa dall’annuncio fatto in casa Warner:
“Abbiamo così tanta pressione già per tutto quello che facciamo che non abbiamo bisogno di pressioni esterne. Siamo sempre sull’attenti. Il successo dei supereroi, che siano nostri o meno, è un successo per tutti noi. Ma sarei onorata di essere parte di un film incentrato su di una figura femminile.”
A questo punto non ci resta che attendere che siano svelati ulteriori piani in vista delle nuove fasi del Marvel Cinematic Universe.
Vi ricordiamo, inoltre, che Wonder Woman vedrà la luce nel 2017, dopo che assisteremo al debutto del personaggio in Batman V Superman Dawn of Justice di Zack Snyder.
Fonte: comicbookmovie
Benicio Del Toro vorrebbe tornare ad interpretare Il Collezionista
Benicio Del Toro ha presentato oggi al Festival di Roma 2014 Escobar Lost Paradise, il suo ultimo film in cui interpreta Pablo Escobar.
L’attore ha anche dichiarato, tra le altre cose, che non ha altri progetti a breve termine e quindi, sapendo che l’attore fa parte della grande famiglia della Marvel ed ha interpretato il Collezionista in una breve scena di Thor The Dark World e in una parte altrettanto piccola in Guardiani della Galassia, gli abbiamo chiesto se avesse in programma di continuare ad essere il particolare personaggio di cui ha già vestito i panni.
Ecco cosa ci ha risposto:
“Penso che Guardiani della Galassia uscirà in Italia in questa settimana. Il contratto è personale, ma spero che mi chiamino e che mi facciano rifare Il Collezionista. Quando entri in un personaggio, alla fine del film, all’ultima giornata, all’ultima ripresa, ti sembra di aver capito davvero tutto del personaggio. Però a me piacerebbe davvero tornare nel personaggio.”
Sils Maria: trailer italiano con Kristen Stewart
Sils Maria, nuovo film diretto da Olivier Assayas, interpretato dal trio composto da Juliette Binoche, Kristen Stewart e Chloe Grace Moretz, si mostra nel nuovo trailer ufficiale in lingua italiana:
A rendere pubblico il trailer è la Good Films, casa di produzione e distribuzione cinematografica, attraverso il proprio canale ufficiale Youtube.
La trama di Sils Maria vede protagonista un’attrice al culmine della sua carriera internazionale, Maria Enders (Juliette Binoche) alla quale viene chiesto di esibirsi nuovamente nella piéce teatrale che l’ha resa famosa venti anni prima. Mentre all’epoca la donna ha interpretato il ruolo di Sigrid, una giovane ragazza seducente che disarma e alla fine spinge il suo capo Helena al suicidio, il ruolo di Sigrid viene invece questa volta assegnato alla giovanissima Jo-Ann Ellis (Chloe Grace Moretz). A Maria viene chiesto di interpretare il ruolo della più vecchia Helena, ritrovandosi come dall’altra parte di uno specchio. A causa di tutto ciò Maria decide di ritirarsi assieme alla sua assistente e amica Valentine (Kristen Stewart) nella città svizzera di Sils Maria, in una remota regione delle Alpi.
Vi ricordiamo che il film è stato in concorso allo scorso Festival di Cannes e che giungerà nelle sale cinematografiche del nostro paese il prossimo 6 novembre.
Fonte: Good Films
I Milionari: recensione del film con Francesco Scianna
Alessandro Piva torna alla regia realizzando il suo quarto lungometraggio, una storia- vera- di malavita ambientata nei dedali di Napoli: I Milionari vede protagonisti Francesco Scianna e Valentina Lodovini insieme ad un ricco cast di comprimari.
I Milionari segue l’ascesa, la caduta e la conseguente resurrezione di Marcello Cavani detto “Alen Delòn”, boss della malavita napoletana, dai loschi affari di famiglia negli anni ’70, passando poi alla conquista- nei successivi trent’anni- dell’intera città tramite appalti, affari illeciti, racket, politica, traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro. Nel frattempo, per il giovane malavitoso mantenere un equilibrio tra il suo “lavoro” e la sua famiglia, costituita da tre figli e dalla moglie Rosaria, diventa sempre più difficile; come diventa ormai un vero e proprio azzardo sopravvive agli agguati e ai tradimenti da parte degli altri membri del clan, in una vera guerra senza esclusione di colpi.
Ispirato forse dal ritmo e dalle gesta criminali narrate da Michele Placido nel suo Romanzo Criminale, anche il regista qui prova a costruirne una sua personalissima versione: manca però il ritmo nella narrazione e la costruzione diegetica non è incalzante almeno fino alla prima metà del film, dilatando il tempo e rallentando l’inesorabile processo di ascesa del protagonista. Quando subentrano “i guai” e le prime sanguinose peripezie il film ritrova smalto, ma la storia raccontata non aggiunge niente al genere del gangster movie tradizionale e il regista non ha un occhio originale e uno sguardo tecnico tali da renderlo un prodotto distinguibile nel mare di cloni che sono stati realizzati nella storia del cinema. La prima parte è oltretutto appesantita da una ricostruzione storica imperfetta e confusa che non migliora col procedere del film: quasi trenta- e passa- anni di storia vengono scanditi solo da qualche sporadica musica e da un pantalone a zampa d’elefante o da un ray- ban a specchio che compaiono casualmente qua e là.
A I Milionari manca l’aggressività e la sfrontatezza di un Blow, ad esempio, pur avendo in mano una storia convincente, dal forte impatto, e un cast di abili attori che, purtroppo, ogni tanto corrono il rischio di trascendere nella classica macchietta “neomelodica” assolutamente non richiesta visto lo spessore della pellicola.
Birdman: Zach Galifianakis con Micheal Keaton nella nuova clip
È Zach Galifianakis il protagonista dell’ultima clip pubblicata di Birdman, atteso film diretto da Alejandro Gonzalez Inarritu. Nella clip, insieme a Galifianakis, c’è ancora una volta Micheal Keaton. Eccola:
Birdman, il film
Birdman è diretto da Alejandro Gonzalez Innaritu (21 grammi) e vede nel cast Michael Keaton, Edward Norton, Emma Stone, Andrea Riseborough, Naomi Watts e Zach Galifianakis. Il film racconterà la storiadi un attore (Keaton) reso famoso dalla sua interpretazione cinematografica di un iconico supereroe. L’attore cerca di sfondare in teatro, mettendo in scena una commedia per Broadway, e lo troviamo, nei giorni precedenti alla prima del suo spettacolo, combattere con il proprio ego per cercare di recuperare i rapporti con la sua famiglia, la sua carriera e se stesso.
Sono passati diversi anni da quando Keaton ha avuto a che fare l’ultima volta un supereroe, era infatti il 1992 quando l’attore divenne per la seconda volta l’Uomo Pipistrello per Tim Burton in Batman Returns.
Fonte: CBM
The Good Wife 6×05: anticipazioni e promo
Si intitola Shiny Objects, The Good Wife 6×05, la quinta puntata della serie televisiva di enorme successo trasmessa dal network americano della CBS.
In The Good Wife 6×05 Alicia e Dean accettano di difendere una donna in un caso di discriminazione sessuale sul lavoro e trovano una solida opposizione, dato che si scontreranno in tribunale contro Elsbeth Tascioni e Rayna Hecht; intanto, un hacker riesce a penetrare nella rete di sicurezza della Florrick/Agos/Lockhart e porterà parecchio scompiglio quando chiederà un riscatto per non cancellare tutti i file della società.
Escobar – Paradise Lost: recensione del film con Josh Hutcherson
Pablo Escobar è senza dubbio uno dei criminali più famosi della storia, un uomo che è riuscito, anche nel tempo, a creare un culto della sua persona, e a porsi come figura positiva e benevola agli occhi di coloro che hanno vissuto nella sua ombra. Questa figura è diventata ora soggetto di Escobar – Paradise Lost, esordio alla regia dell’attore Andrea Di Stefano che ha cercato un modo alternativo per raccontare la grandezza e soprattutto la caduta del Re della Cocaina.
Escobar – Paradise Lost assume il punto di vista di Nick (Josh Hutcherson), un giovane canadese che si trasferisce in Colombia con il fratello per cambiare vita, alla ricerca di un Paradiso Perduto che ai loro occhi è quell’esotico paese del Sudamerica. Nick incontra e si innamora di Maria (Claudia Traisac) una giovane donna del posto che ha legami di parentela con Pablo Escobar (Benicio Del Toro), figura misteriosa che gode del sostegno popolare e sta avviando una carriera nella politica del paese. Appena Nick viene introdotto in famiglia dalla bella Maria, capisce che c’è qualcosa che non va, che i sorrisi, le riverenze, i grazie riservati al Signor Escobar nascondono qualcosa di misterioso e che Pablo non è la figura paterna e protettiva che mostra in pubblico.
Escobar – Paradise Lost, il film
Escobar – Paradise
Lost è nettamente diviso in due parti, una lunga
introduzione, la costruzione di un antefatto dai contorni confusi,
raccontato attraverso salti temporali che confondono lo
spettatore e lo disorientano. La seconda parte invece ha una
struttura più coesa e racconta il momento in cui la parabola di
Escobar è in discesa: l’urgenza della fuga, lo scoppio di violenza,
il radicale nel cambio di ritmo trasformano la seconda metà del
film in una incalzante caccia all’uomo che coinvolge e emoziona lo
spettatore.
Ottimi sono invece i protagonisti della vicenda; Josh Hutcherson si conferma un buon interprete, permettendo allo spettatore di affezionarsi al suo personaggio e donandogli molto più spessore di quello che invece fa una regia incerta e non ancora ben definita. Benicio Del Toro invece offre un’interpretazione misurata, precisa, fondata principalmente sugli sguardi, sui movimenti, sulla postura, e riesce apparentemente senza fatica, a restituire la gravitas, lo spessore che un personaggio del genere richiede.
Pur avendo momenti interessanti, Escobar – Paradise Lost si riduce ad un progetto confuso che probabilmente nell’inesperienza dietro al macchina da presa del regista trova il suo punto debole.
Roma 2014: video intervista a Rooney Mara, Stephen Daldry e Richard Curtis
Guarda la nostra intervista a Rooney Mara, Stephen Daldry e Richard Curtis al Festival Internazionale del film di Roma, dove hanno presentato il loro ultimo film, Trash.
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Trash è il nuovo lavoro del pluripremiato
cineasta inglese Stephen Daldry, autore di alcuni dei film più
amati dell’ultimo decennio, tutti candidati
all’Oscar: Billy Elliot, The Hours, The
Reader – A voce alta e Molto forte,
incredibilmente vicino. Con Trash, Daldry porta
sul grande schermo l’omonimo romanzo di Andy
Mulligan sceneggiato da Richard Curtis, autore di
commedie di successo come Quattro matrimoni e un
funerale, Notting Hill, Il diario di
Bridget Jones e Love Actually – L’amore
davvero. Nel cast, Rooney Mara, la giovane attrice
celebre per i suoi ruoli in Social
Network, Millennium – Uomini che odiano le
donne, Her (a Roma nel 2013) e Martin
Sheen, straordinario attore cinematografico e televisivo,
protagonista di capolavori come La rabbia
giovane di Terrence Malick e Apocalypse
Now di Francis Ford Coppola, Golden Globe per la
serie West Wing – Tutti gli uomini del
Presidente. Rooney Mara sfilerà sul red carpet
dell’Auditorium alle ore 19, con gli altri protagonisti del film:
Eduardo Luis, Rickson Tevez, Gabriel Weinstein. La pellicola è
proiettata in collaborazione con Alice nella città.
Resurrection 2×04: anticipazioni e promo
Si intitola Old Scars, Resurrection 2×04, la quarta puntata del secondo ciclo di episodi della serie di successo trasmessa dal network americano della ABC.
In Resurrection 2×04 Margaret convince Lucille a
organizzare una cena per festeggiare il
ritorno di Jacob, ma alcuni ospiti del tutto inattesi mettono alla
prova le relazioni nella famiglia Langston portandole fino al punto
di rottura. Nel frattempo, Bellamy continua a
indagare sulla storia
delle misteriose ossa, e Rachael riceve
alcune notizie sconvolgenti riguardanti
il suo bambino.
#ScrivimiAncora: recensione del film con Sam Claflin
#ScrivimiAncora è la classica commedia americana sentimentale che gioca sulle incomprensioni e il destino, in cui l’amore sconfigge il tempo e “le avversità”. Il film usa un mix che richiama alla mente sequenze di celebri film quali Un amore di testimone, Il matrimonio del mio migliore amico, La casa sul lago del tempo, One Day e tanti altri ancora senza quindi lasciare il segno per originalità e scrittura. Christian Ditter dirige così l’adattamento del libro omonimo dell’autrice Cecelia Ahern (P.S I Love You), seguendo e sottolineando le tappe che Alex e Rosie affrontano insieme, trovando i sogni e le speranze sul futuro nell’età adolescenziale, le prime aspettative durante l’età adulta ed infine, l’inevitabile vita che arriva e che fa riflettere sui i primi bilanci tra rimorsi e rimpianti.
La trama di #ScrivimiAncora
In #ScrivimiAncora Rosie ed Alex sono migliori amici dall’età di 5 anni. Crescono sognando di viaggiare per il mondo e di lasciare la piccola cittadina in cui vivono per trasferirsi in America e frequentare insieme l’università. Nella realtà, quando si tratta di amore, vita e di fare le scelte giuste, i due amici sono però i nemici di loro stessi. Tra un imprevisto e un’opportunità mancata, il destino li spinge inesorabilmente in direzioni opposte, lontani l’una dall’altro.
L’amore sconfigge il tempo e “le avversità”
La sceneggiatura, adattata da Juliette Towhidi, riesce a dosare con cura tutte le corde di #ScrivimiAncora, il romanticismo dei ragazzi si alterna a momenti comici e drammatici, in cui i loro messaggi, le lettere e le chat oltre a segnare l’elemento temporale del film punteggiano e rafforzano la matrice narrativa della storia. Lavoro che viene ribadito anche dalle musiche, tormentoni di repertorio, che trascinano lo spettatore nel vortice emotivo della commedia. Il film è credibile nella sua struttura grazie al cast, Lily Collins e Sam Claflin, bucano lo schermo riuscendo ad instaurare da subito una buona alchimia che arriva dritto al punto con il semplice scambio di battute.
#ScrivimiAncora è un film divertente e patinato, inverosimile in alcuni punti ma che viene messo in secondo piano visto il vortice sentimentale. Il film riesce quindi a ritagliarsi un posto nelle commedie romantiche americane, in cui tra una battuta e una dichiarazione d’amore lo spettatore si fa trascinare in una complicata storia d’amore che si risolve con il più classico degli happy ending.