Rachel Hannah Weisz ha uno
di quei nomi che non sai mai bene come pronunciare: “Uaiz”? “Ueiz”?
Che diamine! Comunque, si dice “Vais”, con la W alla tedesca, dato
che il papà è ungherese (e la mamma austriaca). Entrambi ebrei, i
genitori fuggono in Inghilterra alla vigilia della II guerra
mondiale e la piccola nasce quindi a Londra (nel 1970).
Dopo aver frequentato scuole per
sole ragazze, Rachel studia letteratura inglese a Cambridge,
laureandosi con ottimi voti. Fra un esame e l’altro, però, trova il
tempo di dedicarsi anche al teatro e, anzi, è tra le fondatrici del
gruppo Cambridge Talking Tongues, che nel ’91 si fa notare
al celebre Festival di Edimburgo, portandosi a casa uno Student
Drama Award. La strada è già segnata. La gavetta televisiva procede
come da copione, finché nel 1996 la fanciulla non approda al cinema
con un ruolo in Reazione a catena e un altro in
Io ballo da sola di Bertolucci (il film che la
battezza come “English rose”). Ancora una manciata di titoli e poi
il successo commerciale del ‘99 con La mummia, dove
Rachel interpreta l’egittologa Evelyn al fianco di un avventuroso
Brendan Fraser.
Il film viene bistrattato dalla
critica, ma gli incassi fanno il loro dovere e nel 2001 eccoti il
sequel La mummia – Il ritorno, che se la cava ancora
meglio al botteghino. De gustibus. Certo, quando nel 2006
proporranno all’attrice un terzo capitolo della saga
simil-archeologica, lei rifiuterà per le cosiddette ‘divergenze
artistiche’ di rito (alibi ormai gettonatissimo, che poi è la
versione politically correct del
‘non-me-lo-sogno-nemmeno-di-farlo-quel-film’) e lascerà il posto
alla collega Maria Bello. Tornando al 2001, troviamo Miss
Weisz anche nel battagliero Il nemico alle porte,
seguito da ben due adattamenti letterari: la commedia agrodolce
About a Boy, dal romanzo di Nick Hornby
(2002), e il legal-thriller La giuria, tratto da
Grisham (2003). Nel 2005, poi, Rachel si sdoppia in due
pellicole abbastanza antitetiche, sebbene entrambe siano ancora una
volta delle trasposizioni letterarie: la prima,
Constantine, è ispirata al graphic novel
Hellblazer e la vede affiancare l’esorcista
Keanu Reeves; la seconda, The Constant Gardener – La
cospirazione, è una storia molto più impegnata e a dir poco
drammatica, tratta da Le Carré.
La sua Tessa, impavida attivista
tra i diseredati del Kenya, nel 2006 le fa guadagnare un Golden
Globe e un Oscar da non protagonista, incoronandola anche come
British Artist of the Year con un bel BAFTA Britannia Award. Ormai
attrice affermatissima, Rachel non ha che l’imbarazzo della scelta:
proprio nel 2006 la vediamo collaborare col compagno (nonché padre
di suo figlio) Darren Aronofsky, che la dirige in The
Fountain – L’albero della vita, mentre l’anno successivo è
la volta di Wong Kar-wai, che la sceglie per Un bacio
romantico. Suo è anche il volto dell’eroica Ipazia
d’Alessandria nello storico Agora di Alejandro
Amenàbar (2009), altro regista del suo folto carnet, cui
successivamente si aggiungeranno Peter Jackson con
Amabili resti e Terrence Malick con To
the Wonder.
Ma la Weisz non è una che se ne sta
con le mani in mano e partecipa a molti altri progetti, fra cui
Passioni e desideri, in cui torna a collaborare con
Ferdinando Meirelles dopo il sodalizio vincente di The
Constant Gardener, e Dream House, dove riesce a
prendere due piccioni con una fava (o, se preferite, a unire dovere
& piacere). Sul set del film, infatti, Rachel ritrova una vecchia
conoscenza, Daniel Craig, e si entusiasma a tal punto da
sposarselo nel giro di pochi mesi (in una cerimonia privatissima).
Una precisazione: la storia con Aronofsky è finita da un pezzo
(anche se i due hanno dichiarato di essere comunque in buoni
rapporti e di voler crescere insieme il loro bambino) e non è che
Mr Craig gliel’ha sfilata di soppiatto. Certo, è più che probabile
che Daniel non farà mai un film con Darren, ma ci sono tanti altri
registi a questo mondo e non sarà proprio l’ex a frenare la
carriera del biondissimo Bond. Intanto i due sposini, non contenti
di dividere casa, hanno diviso pure il palco: idea azzeccatissima,
visto che la loro pièce, Betrayal, si è piazzata al
secondo posto per gli incassi a Broadway del 2013. È vero, il
titolo è di quelli da scongiuri (“betrayal” = “tradimento”), ma non
è detto che la realtà debba per forza imitare la finzione, giusto?
E comunque, se anche fosse, con Il grande e potente
Oz Rachel ha dimostrato di avere poteri sovrumani e le cose
le sistemerebbe in un batter d’occhio.
Noi abbiamo sistemato torta e
candeline, e siamo pronti a stappare lo spumante. HAPPY BIRTHDAY
RACHEL!