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Berlino: la spiegazione del finale della serie Netflix

Berlino: la spiegazione del finale della serie Netflix

Il finale della prima stagione di Berlino (qui la nostra recensione), disponibile su Netflix, ha proposto diversi grandi piani per rapine per la squadra di rapinatori protagonista, ma anche necessarie conclusioni per le molteplici storie d’amore. L’episodio 8 propone infine una sorta di conclusione per questa serie, spin-off de La casa di carta, incentrata su Berlino, il personaggio interpretato da Pedro Alonso. Come sempre, non mancano scenari volutamente inverosimili, momenti oltraggiosi e agganci per una possibile seconda stagione. Si rende quindi necessaria una spiegazione del finale della serie Netflix.

Il viaggio di Roi e Cameron verso la fuga

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Il finale di Berlino si apre con Roi e Cameron circondati dalla polizia. I due fuggono attraverso comodi tunnel sotterranei e lasciano alcuni oggetti all’interno fingendo di essere ancora lì. Sierra (uno strano cameo) si accorge però che non c’è nessuno all’interno e trova il tunnel. Sfuggendo alla polizia, Roi e Cameron si nascondono furtivamente sotto un telo di plastica sopra un camion. La polizia ispeziona il camion, ma i due riescono a non destare sospetti. Roi e Cameron riescono dunque a fuggire in Spagna, fuori dalla vista delle autorità di polizia. Roi racconta poi a Cameron della sua infanzia travagliata con il padre, mostrando quanto si sia innamorato di lei.

Il padre gli ha infatti bruciato le nocche per insegnargli l’autocontrollo, motivo per cui indossa dei guanti per nasconderle. La sua vita travagliata lo ha portato a Berlino. Dopo aver raccontato questa storia, Roi e Cameron inizialmente prendono strade diverse anche se si guardano frustrati mentre si allontanano l’uno dall’altra. Cameron finalmente si ferma e si guarda indietro. Corre dietro a Roi e lo bacia, confermando la forza del loro legame.

Lo sforzo eroico di Bruce per salvare Keila e la successiva fuga

Berlino recensione Netflix
BEGONA VARGAS è CAMERON, JULIO PEñA è ROI, TRISTáN ULLOA è DAMIáN, PEDRO ALONSO è BERLINO, JOEL SANCHEZ è BRUCE, MICHELLE JENNER è KEILA nell’episodio di Berlino. Cr. TAMARA ARRANZ/NETFLIX © 2023

In modo sensazionale, Bruce usa l’auto della polizia per attraversare l’ospedale e salvare Keila, che era stata morsa da un serpente velenoso nell’episodio precedente. Bruce e Keila nascondono poi i poliziotti in ostaggio su una barca e li addormentano. Keila mette in acqua l’auto della polizia per rimuovere le prove e poi fuggono su un motoscafo. Anche Bruce e Keila scappano in Spagna. Keila ringrazia Bruce per averla salvata e rivela di essersi innamorato di lei. Keila si abbandona ai suoi sentimenti e i due si baciano.

La fuga di Damian e Berlino

Berlino trama cast

Camile controlla la stanza d’albergo di Berlino e si rende conto che il ladro è sempre stato lui, non suo marito. Prima che la situazione peggiori, Damian e Berlino ripuliscono però la stanza e distruggono tutte le prove che li coinvolgono nel furto. Nel frattempo, Racquel (interpretata da Itziar Ituño, altro volto noto de La casa di carta) scopre che il signor Polignac è stato spiato dall’altra parte della strada come parte della rapina. Racquel e Sierra controllano allora l’hotel, mentre Berlino chiama Keila e le chiede di cancellare i filmati delle telecamere a circuito chiuso delle ultime tre ore in hotel.

Camile si rende allora conto che entrambi gli uomini della sua vita l’hanno ingannata: suo marito ha avuto una relazione e un figlio con un’altra donna, e crede che Berlino l’abbia usata per compiere il colpo. Berlino e Damian attraversano il paese in bicicletta per fuggire. Sono gli ultimi ad arrivare al nascondiglio concordato con gli altri. Il resto della squadra è lì. È un momento di estasi per tutti loro, che sono riusciti a mettere a segno un colpo ambizioso.

Camile tenta di ricattare Berlino

Berlino spiegazione finale

 

Cinque mesi dopo, Berlino ha un appuntamento con una donna a Madrid. Ammette che sta lottando per superare una relazione fallita. Camile, che lo ha spiato, affronta finalmente Berlino a casa sua. È evidente che Berlino ha condiviso troppo della sua vita, perché lei sapeva dove si trovava. Camile ammette di volerlo rivedere. Ha una cimice addosso e Susie è fuori a registrare l’intera conversazione: intendono usare la registrazione per minacciarlo. Camile dice a Berlino che sa che è lui il ladro.

Berlino ammette apertamente di aver compiuto il furto e rivela il suo vero nome, Andres. Spiega che si è innamorato di lei mentre incastrava il marito. Camile lo bacia ma poi si ferma, va in bagno e si toglie il microfono. Più tardi, Camile torna a casa di Berlino con Susie e chiede il 40% del suo bottino, altrimenti consegnerà le prove alla polizia. Sconfitto Berlino, alla fine dell’episodio, Berlino dice a Damian che devono pianificare un altro colpo. Una conclusione che apre perfettamente alla realizzazione di una seconda stagione con cui continuare a raccontare le avventure di Berlino.

Berlino: iniziate le riprese della seconda stagione dello spin-off de La Casa di Carta

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È iniziata la produzione della seconda stagione di BERLINO, lo spin-off de La Casa di Carta, che continua a essere nella top 10 delle serie non inglesi più viste nella storia di Netflix.

Pedro Alonso assume ancora una volta il ruolo dell’iconico “Berlino” e, insieme a lui, ritorna tutta la sua banda: Michelle Jenner (Isabel) interpreta Keila, un genio dell’ingegneria elettronica; Tristán Ulloa (Il caso Asunta) è Damian, un professore filantropo e confidente di Berlino; Begoña Vargas (Benvenuti a Eden) è Cameron, una ragazza che vive sempre al limite; Julio Peña Fernández (Attraverso la mia finestra) interpreta Roi, il fedele scudiero di Berlino; e Joel Sánchez è Bruce, l’implacabile uomo d’azione della banda.

La trama di questa seconda stagione si sposta in Spagna e la nuova rapina avrà luogo a Siviglia. Lì, Berlino e la sua banda incontreranno nuovi personaggi come Candela, un’imprevedibile e capricciosa donna sivigliana interpretata da Inma Cuesta (Il caos dopo di te); l’eccentrico ed edonista Duca di Malaga Álvaro Hermoso de Medina, interpretato da José Luis García-Pérez (Honor); e la sua misteriosa e raffinata Duchessa di Malaga Genoveva Dante, interpretata da Marta Nieto (Madre).

Gli otto episodi della serie, creata da Álex Pina (La Casa di Carta, Sky Rojo) ed Esther Martínez Lobato (La Casa di Carta, Sky Rojo), sono scritti proprio da loro insieme a David Barrocal, Lorena G. Maldonado e Itziar San Juan, e saranno diretti da Albert Pintó (Nowhere, Sky Rojo), David Barrocal (Sky Rojo, Il rifugio atomico) e Jose Manuel Cravioto (Il rifugio atomico, Diablero).

Le riprese di questa seconda stagione si svolgeranno nell’arco di diverse settimane a Madrid, Siviglia, San Sebastián e in altre località della Spagna.

Nella settimana della sua uscita, la prima stagione di BERLINO è stata la serie più vista a livello globale e ha raggiunto la Top 10 in 91 paesi. La serie continua a essere nella Top 20 delle serie non in lingua inglese più viste nella storia di Netflix.

Berlino: il trailer dello spin-off Netflix de La casa di carta

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Berlino: il trailer dello spin-off Netflix de La casa di carta

Berlino, lo spin-off de La casa di carta, debutterà il 29 dicembre su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo e seguirà la storia dell’iconico personaggio interpretato da Pedro Alonso durante una delle sue rapine più incredibili. In attesa di quel momento, Netflix ha ora rilasciato il trailer ufficiale della serie, offrendo dunque uno sguardo più completo a quello che ci si può attendere dalla serie. Gli otto episodi sono stati ideati da Álex Pina (La casa di carta, Sky Rojo) ed Esther Martínez Lobato (La casa di carta, Sky Rojo), scritti da Álex Pina, Esther Martínez Lobato, David Barrocal, David Oliva e Lorena G. Maldonado. La serie è invece diretta da Albert Pintó (Sky Rojo, Malasaña 32), David Barrocal (Sky Rojo) e Geoffrey Cowper (Day Release).

Accanto a Alonso, di nuovo nei panni del furbo e libertino Berlino, c’è una nuova banda. Questa è composta da Michelle Jenner (Isabel), interprete di Keila, genio dell’ingegneria elettronica; Tristán Ulloa (Fariña – Cocaine Coast) interprete di Damián, professore filantropo e il consigliere di Berlino; Begoña Vargas (Benvenuti a Eden) nel ruolo di Cameron, kamikaze che vive sempre al limite; Julio Peña Fernández (Dalla mia finestra) è invece Roi, il fedele seguace di Berlino; mentre Joel Sánchez interpreta Bruce, l’instancabile uomo d’azione della banda. Itziar Ituño (La casa di carta) e Najwa Nimri (La casa di carta) riprendono i ruoli delle poliziotte Raquel Murillo e Alicia SierraSamantha Siqueiros (Señora Acero), Julien Paschal (Un anno, una notte), Masi Rodríguez e Rachel Lascar (Dalla mia finestra: Al di là del mare) completano il cast di Berlino.

La trama della serie tv Netflix Berlino

La sinossi ufficiale della serie recita: “Ci sono solo due cose in grado di trasformare una brutta giornata in una giornata fantastica: l’amore e un giorno di lavoro che frutta milioni. Questo è ciò che porta Berlino a rivivere i suoi anni d’oro, un periodo in cui non sapeva ancora di essere malato e non era rimasto intrappolato all’interno della zecca spagnola. Qui è dove inizia a preparare una delle sue rapine più straordinarie: far sparire gioielli per un valore di 44 milioni grazie a una specie di trucco magico. Per farlo, chiederà aiuto a una delle tre bande con cui ha rubato in passato“.

Berlino: codice rosso, la nuova dramedy in arrivo su Apple TV+

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Berlino: codice rosso, la nuova dramedy in arrivo su Apple TV+

Apple TV+ ha annunciato che Berlino: codice rosso (precedentemente “KRANK Berlin”), il nuovo hospital drama in lingua tedesca co-creato dall’ex medico di pronto soccorso – diventato sceneggiatore – Samuel Jefferson e da Viktor Jakovleski, farà il suo debutto il 26 febbraio con i primi due episodi degli otto totali, seguiti da un episodio settimanale fino al 9 aprile.

Berlino: codice rosso vede protagonisti Haley Louise Jones (“La mia prediletta”, “Paradise”) e Slavko Popadić (“Crooks”), affiancati da un cast che comprende Şafak Şengül (“Una mamma contro G. W. Bush”), Aram Tafreshian (“Dogs of Berlin”), Samirah Breuer (“Il Grifone”), Bernhard Schütz (“Barbari”) e Peter Lohmeyer (“I don’t work here”) e Benjamin Radjaipour (”Fidanzata in affitto”).

La trama di Berlino: codice rosso

Gestire un pronto soccorso caotico nell’ospedale più complicato e sovraffollato di Berlino non è un compito da poco per la giovane dottoressa Parker (Haley Louise Jones), che cerca un nuovo inizio nella grande città dopo l’implosione della sua vita privata a Monaco. Quando cerca di attuare le riforme necessarie, Parker si scontra con la resistenza del personale ospedaliero, sottopagato, mal equipaggiato e costantemente stremato, che sopravvive solo grazie a un’indispensabile dose di umorismo nero. Eppure, di fronte a un sistema sanitario sempre più spietato, questa squadra malconcia deve mettere da parte le proprie differenze e unire le forze per salvare delle vite.

La serie è prodotta da Violet Pictures e Real Film Berlin per ZDFneo e Apple TV+, con Alexis von Wittgenstein (“Oktoberfest: birra e sangue”) di Violet Pictures e il nominato agli Emmy Henning Kamm (“Unorthodox”) di Real Film come produttori esecutivi. “Berlino: codice rosso” è diretto da Alex Schaad (“Skin Deep”) e Fabian Möhrke (“Eichwald MdB”). I diritti internazionali sono stati gestiti da Beta Film.

Berlino: annunciata la data di uscita dello spin-off de La casa di carta

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BERLINO debutterà il 29 dicembre su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. Lo spin-off de La casa di carta segue la storia dell’iconico personaggio interpretato da Pedro Alonso durante una delle sue rapine più incredibili.  Pedro Alonso (La casa di carta) torna nel ruolo del furbo e libertino Berlino. Insieme a lui, la sua nuova banda: Michelle Jenner (Isabel) interpreta Keila, un genio dell’ingegneria elettronica; Tristán Ulloa (Fariña – Cocaine Coast) veste i panni di Damián, un professore filantropo e il consigliere di Berlino; Begoña Vargas (Benvenuti a Eden) è Cameron, un kamikaze che vive sempre al limite; Julio Peña Fernández (Dalla mia finestra) dà vita al ruolo di Roi, il fedele seguace di Berlino; e Joel Sánchez interpreta Bruce, l’instancabile uomo d’azione della banda. Itziar Ituño (La casa di carta) e Najwa Nimri (La casa di carta) fanno il loro ritorno rispettivamente come le poliziotte Raquel Murillo e Alicia Sierra.  Samantha Siqueiros (Señora Acero), Julien Paschal (Un anno, una notte), Masi Rodríguez e Rachel Lascar (Dalla mia finestra: Al di là del mare) completano il cast di BERLINO.

Gli otto episodi della serie, creata da Álex Pina (La casa di carta, Sky Rojo) ed Esther Martínez Lobato (La casa di carta, Sky Rojo), sono scritti da Álex Pina, Esther Martínez Lobato, David Barrocal, David Oliva e Lorena G. Maldonado. Sarà diretta da Albert Pintó (Sky Rojo, Malasaña 32), David Barrocal (Sky Rojo) e Geoffrey Cowper (Day Release).

La trama della serie tv Netflix Berlino

Ci sono solo due cose in grado di trasformare una brutta giornata in una giornata fantastica: l’amore e un giorno di lavoro che frutta milioni. Questo è ciò che porta Berlino a rivivere i suoi anni d’oro, un periodo in cui non sapeva ancora di essere malato e non era rimasto intrappolato all’interno della zecca spagnola. Qui è dove inizia a preparare una delle sue rapine più straordinarie: far sparire gioielli per un valore di 44 milioni grazie a una specie di trucco magico. Per farlo, chiederà aiuto a una delle tre bande con cui ha rubato in passato.

Berlino, la recensione dello spin-off di La casa di carta

Berlino, la recensione dello spin-off di La casa di carta

Apparsa su Netflix nel 2017, la serie spagnola de La casa di carta è stato uno dei più grossi successi, e non senza una certa sorpresa. Anche per la capacità di alcuni suoi personaggi di colpire l’immaginario del pubblico, mentre le evoluzioni del colpo alla Zecca di Stato spagnola e delle vicende dei singoli soggetti coinvolti ci accompagnavano fino al dicembre 2021. È quindi una sorta di speciale compleanno, un riallacciare un discorso interrotto, quello che offre la serie prequel/spin-off Berlino. Sulla piattaforma della N cremisi dal 29 dicembre – in tempo per chiudere l’anno in bellezza, e magari con uno binge watching in compagnia – è di nuovo il momento del fascinoso e (non così) algido criminale interpretato da Pedro Alonso, probabilmente il motivo principale per rituffarsi in quel flamenco action-noir che sembrava aver detto tutto quel che aveva da dire.

Berlino è su Netflix, la trama

È ancora lui il protagonista principale, qui sempre più mastermind e – all’epoca – ancora convinto che solo due cose riescano a trasformare una giornata “di M” in memorabile: l’amore e tanti soldi facili. Almeno, questo è ciò che ha sostenuto Berlino nei suoi anni migliori, quando ancora non sospettava di essere malato e non era rimasto intrappolato come un topo in un caveau di formaggio spagnolo. Quando, soprattutto, la sua priorità era portate a termine uno dei suoi colpi più spettacolari, facendo sparire con una magia gioielli del valore di 44 milioni da un altro sotterraneo con l’aiuto di una delle tre squadre con le quali ha lavorato. Ma cosa succede se il “cervello” del piano perde lucidità per questioni personali, se gli ormoni travolgono i giovani componenti della banda e se lo stesso burattinaio sembra aver cambiato le proprie priorità in merito a quel che vuole ottenere dal colpo?

Berlino, cosa aspettarsi dalla serie Netflix

C’è di nuovo Álex Pina dietro gli 8 episodi nei quali si sviluppa la prima stagione (prepariamoci…) di questo prequel/spin-off, emblematicamente negli annali con il titolo completo di La casa di carta – Berlino a rendere incontrovertibilmente chiaro quale sia l’ambito in cui ci si muove e cosa sia bene aspettarsi. Ma soprattutto a identificare – e chiamare a raccolta – un pubblico di fedelissimi che, dopo aver tentato di colmare il vuoto lasciato dal Professore & Co. con il remake coreano, ora potranno contare su una nuova dose di quel mix di dramma, azione e romanticismo, per altro sapientemente affidato a due degli stessi registi dell’originale, David Barrocal e Albert Pintó, con l’aggiunta del quasi esordiente Geoffrey Cowper, e servito dalla co-sceneggiatrice Esther Martínez Lobato.

Nonostante tanta cura – produttiva, in primis – era inevitabile che fosse impossibile replicare la sensazione di novità e il seducente magnetismo di quei personaggi e di quella tenzone intellettuale prima che criminale. Sbagliato aspettarselo, forse, anche se appare un progetto furbo e di comodo (al solito) quello di riproporre ingredienti apprezzati dagli abbonati senza preoccuparsi di dosi e ricetta, con il risultato di avere una presentazione potenzialmente e sicuramente instagrammabile, ma senza una propria originalità e connotazione.

BLUE MONKEYS (L to R) BEGONA VARGAS as CAMERON, JOEL SANCHEZ as BRUCE, TRISTáN ULLOA as DAMIáN, PEDRO ALONSO as BERLíN, MICHELLE JENNER as KEILA, JULIO PEñA as ROI in episode 01 of BLUE MONKEYS. Cr. TAMARA ARRANZ/NETFLIX © 2022

I personaggi di Berlino e l’amore

E così, per quanto i nuovi protagonisti (la doppia coppia Michelle Jenner, Begoña Vargas, Julio Peña Fernández e Joel Sanchez) regalino buoni momenti ed eseguano il compito richiesto loro, a spiccare è più il ‘vecchio’ Tristán Ulloa, anche per il suo farsi carico di dinamiche che fecero la fortuna del Berlino di Pedro Alonso nella Casa di carta che fu… ma solo in parte. O fino a un certo punto. L’abile alternarsi della descrizione della rapina – modellini e ricostruzioni comprese – con le altre linee narrative proposte è una sorta di marchio di fabbrica, ma stavolta la scelta di puntare sull’amore, la passione e la conquista sentimentale come vere chiavi di volta della caratterizzazione dei personaggi (ciascuno con le sue modalità) e motori degli eventi finisce per rivelarsi la principale debolezza del racconto giallo.

Una casa di carta velina

Dal riferimento al colpo alla zecca del primo episodio a quello, più vago, al professore nel terzo, la continua rassicurazione degli spettatori affezionati non va oltre l’ammiccamento, ma soprattutto la scelta di puntare sullo stesso Berlino come narratore non fa che sbilanciare ulteriormente la serie. Che promette più di quanto possa mantenere e a tratti sembra contentarsi di affascinare le proprie vittime in un ininterrotto – anche verboso – flirtare. Da Madrid a Parigi, tra notti brave più pop che punk in localini fumosi o su piste da corsa, poliziotte sopra le righe e una cover live della “Felicità” di Al Bano e Romina, è un profluvio di cliché (donne e uomini, spagnoli e francesi, etc), pose e forzature quello che si sostituisce all’intrigo e a un vero redde rationem. Che rischiamo di non trovare nemmeno nella prossima stagione, che pare abbiano già iniziato a girare a Roma con Berlino a bagno nella fontana di Trevi.

Berlino 73: The Good Mothers vince il primo Berlinale Series Award

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The Good Mothers, la serie drammatica sulle donne della ‘Ndrangheta di Disney+, ha vinto il primo Berlinale Series Award. Realizzato in collaborazione con Deadline, il premio è il primo del suo genere per la TV in un importante festival cinematografico.

La serie drammatica di co-produzione italiana e firmata dallo sceneggiatore di Baghdad Central Stephen Butchard racconta la vera storia di come tre donne coraggiose all’interno della famigerata mafia calabrese della ‘Ndrangheta hanno lavorato con il procuratore Alessandra Cerreti, per abbattere abbattere un impero criminale.

The Good Mothers è diretto da Julian Jarrold ed Elisa Amoruso e vede nel cast Gaia Girace, Valentina Bellè, Barbara Chichiarelli, Simona Distefano e Micaela Ramazzotti. I produttori sono House Productions e Wildside. Sarà disponibile in streaming su Disney+ dal 5 aprile.

The Good Mothers, presentata a Berlino 73 la nuova serie originale italiana Disney+

Berlino 73: i numeri del Primo Studio sull’adozione di Protocollo Green nelle Produzioni audiovisive ideato da Trentino Film Commission

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Sono stati divulgati, a Berlino, nella cornice dello European Film Market, i primi risultati del Green Film Research Lab, il progetto di studio e ricerca triennale finanziato tra i progetti speciali del MiC nel 2021 e supportato dalla collaborazione di CineRegio, Anica e APPA. Il Green Film Research Lab è volto a ottenere informazioni utili per una corretta ed efficace connessione tra audiovisivo e ambiente, in grado di proporre soluzioni e fornire strumenti che permettano una crescita della cultura della sostenibilità all’interno delle competenze cinematografiche.

Alla base del progetto ci sono il disciplinare e la certificazione GREEN FILM, progetto sviluppato nel 2016 da Trentino Film Commission, area di Trentino Sviluppo Spa,  per incentivare le produzioni ecosostenibili, che ha assunto una dimensione internazionale grazie ad una rete di Film Commission e fondi regionali e nazionali europei che hanno deciso di utilizzarlo. Questa ricerca vuole porsi come punto di partenza per le industrie cinematografiche che oggi sono chiamate a dare il proprio contributo per sostenere la lotta ai cambiamenti climatici.

I risultati ottenuti provengono dalla comparazione tra i dati raccolti su alcune produzioni che hanno ottenuto la certificazione Green Film nell’arco del biennio 2021-22 e i dati raccolti su alcune produzioni girate in modo tradizionale , in modo da valutare qual è l’impatto ambientale ed economico dell’applicazione del disciplinare. L’analisi comparativa è stata portata avanti dall’azienda Punto3 in collaborazione con APPA Trento, e con la revisione critica di ARPAE Emilia-Romagna per garantire la scientificità dell’approccio.

Gli aspetti fondamentali emersi da questo studio sono due:

  • La conferma che l’applicazione di ciascuno dei criteri del disciplinare GREEN FILM permette di ridurre gli impatti ambientali in termini di emissioni climalteranti;
  • Il fatto che l’applicazione del disciplinare comporta il più delle volte anche un risparmio economico.

Dal punto di vista delle emissioni climalteranti, rispetto a tutti gli ambiti presi in considerazione dal disciplinare, i due che impattano maggiormente in termini assoluti sono quelli relativi agli alloggi e ai trasporti.

Le azioni specifiche che riducono notevolmente l’impatto in termini di emissioni climalteranti sono:

  • L’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili che comporta un risparmio del 96% di emissioni di CO2 rispetto all’utilizzo di energia proveniente da combustibili fossili;
  • L’approvvigionamento di acqua dalla rete idrica, che comporta un risparmio del 93% di emissioni di CO2 rispetto all’utilizzo di bottiglie di plastica usa e getta;
  • L’eliminazione delle comunicazioni in formato cartaceo che comporta un risparmio di emissioni di CO2 del 75% ;
  • La raccolta differenziata dei rifiuti che comporta un risparmio di emissioni di CO2 dell’85%

Dal punto di vista economico è stato evidenziato che l’applicazione del disciplinare Green Film sui set è un vantaggio anche a livello produttivo, in quanto non implica necessariamente un costo maggiore che i produttori devono sostenere ma, anzi, costituisce spesso un risparmio:

Con riferimento agli stessi criteri, emerge che la loro applicazione costa:

–  L’utilizzo di energia da fonti rinnovabili 2 % in più

–  L’utilizzo di acqua potabile (non in bottiglie di plastica) 45 % in meno

–  Il non utilizzo di comunicazioni in formato cartaceo 100 % in meno

–  La raccolta differenziata 54 % in meno

GREEN FILM è stato già scelto a livello europeo dall’associazione Cine Regio come standard di riferimento per la certificazione delle produzioni sostenibili e diversi Fondi europei si stanno impegnando per adottarlo.

Berlino 68: Wes Anderson apre il Concorso con L’Isola dei Cani

Berlino 68: Wes Anderson apre il Concorso con L’Isola dei Cani

Si è aperto con L’Isola dei Cani (Isle of Dogs) Berlino 68, la nuova edizione della Berlinale che ha visto protagonisti, nel suo giorno di inaugurazione, Wes Anderson e tutti i doppiatori del suo nuovo incontro con la stop motion, a nove anni di distanza da Fantastic Mr. Fox.

Bryan Cranston, Koyu Rankin, Jason Schwartzman, Bob Balaban, Liev Schreiber, Kunichi Nomura, Greta Gerwig, Bill Murray, Jeff Goldblum e Tilda Swinton hanno partecipato alla conferenza stampa con il regista.

Ecco l’incontro dall’account ufficiale di Facebook della manifestazione:

L’Isola dei Cani: il trailer del nuovo film di Wes Anderson

Il film si sposterà decisamente dallo stile di Fantastic Mr. Fox, l’altro gioiellino in stop motion diretto da Anderson.

Trai vari attori che presteranno il loro contributo per la realizzazione del film ci sono Edward Norton, che compare anche nel video, Bill Murray, Jeff Goldblum, Bob BalabanBryan Cranston, Scarlett Johansson, Tilda SwintonGreta Gerwig tra gli altri.

L’ultimo film del regista, The Grand Budapest Hotel, ha riscosso un enorme successo, sia al box office, diventando il maggior successo economico di Anderson, che presso la critica, oltre ad essere stato trai principali protagonisti della stagione dei premi 2015, arrivando a conquistare quattro premi Oscar per il reparto tecnico (costumi, trucco, colonna sonora e scenografia). Con L’Isola dei Cani, il regista si mette di nuovo in gioco con una tecnica che ha imparato a padroneggiare molto bene e che non pone limiti alla sua creatività così vivida.

Berlino 68: Isle of Dogs di Wes Anderson film d’apertura

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Berlino 68: Isle of Dogs di Wes Anderson film d’apertura

Sarà l’atteso film in stop-motion di Wes Anderson  Isle of Dogs, il film d’apertura della 68esima edizione del Festival internazionale di Berlino, Berlino 68.

Wes Anderson è stato presente con ben tre film in concorso nelle edizioni passate della Berlinale: I Tenenbaum (2002), Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2005) e Grand Budapest Hotel (2014), che ha aperto il 64 ° Festival Internazionale del Cinema e che ha vinto l’Orso d’argento, Gran Premio della Giuria.

“Sono lieto che Wes Anderson stia di nuovo inaugurando il concorso della Berlinale. Con Isle of Dogsm un film d’animazione incantevole in perfetto style Wes Anderson” ha commentato il direttore del festival Dieter Kosslick.

GUARDA ANCHE Isle of Dogs: il trailer del nuovo film di Wes Anderson

Trai vari attori che presteranno il loro contributo per la realizzazione del film ci sono Edward Norton, che compare anche nel video, Bill Murray, Jeff Goldblum, Bob BalabanBryan Cranston, Scarlett Johansson, Tilda SwintonGreta Gerwig tra gli altri.

L’ultimo film del regista, The Grand Budapest Hotel, ha riscosso un enorme successo, sia al box office, diventando il maggior successo economico di Anderson, che presso la critica, oltre ad essere stato trai principali protagonisti della stagione dei premi 2015, arrivando a conquistare quattro premi Oscar per il reparto tecnico (costumi, trucco, colonna sonora e scenografia). Con Isle of Dogs, il regista si mette di nuovo in gioco con una tecnica che ha imparato a padroneggiare molto bene e che non pone limiti alla sua creatività così vivida.

Berlino 68: i primi titoli del concorso ufficiale

Berlino 68: i primi titoli del concorso ufficiale

Dopo Isle of Dogs, il nuovo film di Wes Anderson in stop-motion che aprirà Berlino 68, arrivano i primi titoli che sfileranno sul tappeto rosso della Berlinale 2018.

Trai primi titoli che spiccano per interesse c’è Figlia mia, il nuovo film di Laura Bispuri, che torna a dirigere Alba Rohrwacher, dopo l’esordio Vergine Giurata.

Inoltre, sono stati annunciati nel concorso ufficiale Benoit JacquotGus Van SantAlexey German Jr.Ma?gorzata SzumowskaPhilip GröningThomas Stuber, oltre a Isabel Coixet Lars Kraume nella sezione Berlinale Special.

Ecco i titoli annunciati fino a ora, in attesa della conferenza ufficiale del 6 Febbraio prossimo:

Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot (USA)
Gus Van Sant (Milk, Promised Land)
con With Joaquin Phoenix, Jonah Hill, Rooney Mara, Jack Black, Udo Kier
International premiere

Dovlatov (RUS/POL/SER)
Alexey German Jr. (Paper Soldier, Under Electric Clouds)
con Milan Maric, Danila Kozlovsky, Helena Sujecka, Artur Beschastny, Elena Lyadova
World premiere

Eva (FRA)
Benoit Jacquot (Three Hearts, Diary of a Chambermaid)
con Isabelle Huppert, Gaspard Ulliel, Julia Roy, Richard Berry
World premiere

Figlia mia (ITA/GER/SVI)
Laura Bispuri
con Valeria Golino, Alba Rohrwacher, Sara Casu, Udo Kier
World premiere

In den Gängen/In the Aisles (GER)
Thomas Stuber (Teenage Angst, A Heavy Heart)
con Franz Rogowski, Sandra Hüller, Peter Kurth
World premiere

Mein Bruder heißt Robert und ist ein Idiot (GER)
Philip Gröning (Into Great Silence, The Police Officer’s Wife)
con Josef Mattes, Julia Zange, Urs Jucker, Stefan Konarske, Zita Aretz, Karolina Porcari, Vitus Zeplichal
World premiere

Twarz/Mug (POL)
Ma?gorzata Szumowska (In the Name of, Body)
con Mateusz Ko?ciukiewicz, Agnieszka Podsiadlik, Ma?gorzata Gorol, Roman Gancarczyk, Dariusz Chojnacki, Robert Talarczyk, Anna Tomaszewska, Martyna Krzysztofik
World premiere

Berlinale Special Gala

The Bookshop (SPA/UK/GER)
Isabel Coixet (Things I Never Told You, My Life Without Me, The Secret Life of Words)
con Emily Mortimer, Bill Nighy, Patricia Clarkson
German premiere

Das schweigende Klassenzimmer/The Silent Revolution (GER)
Lars Kraume (The People vs. Fritz Bauer)
con Leonard Scheicher, Tom Gramenz, Lena Klenke, Jonas Dassler, Florian Lukas, Jördis Triebel, Michael Gwisdek, Ronald Zehrfeld, Burghart Klaußner
World premiere

Berlino 68: grande successo per Figlia mia di Laura Bispuri

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Variety (Jessica Kiang) osanna Figlia Mia di Laura Bispuri, con Valeria Golino e Alba Rohrwacher, in concorso al Festival di Berlino, accolto con grandi applausi e commozione alla berlinale ieri, 18 febbraio (in uscita il 22 febbraio con 01 Distribution).

Così Variety: “Un’esplorazione della maternità che guadagna autenticità ed emozione grazie a un cast superbo… Un mirabile sguardo che esplora con passione opposte idee di maternità”. E continua Variety: “È passato tempo dallo splendore del melodramma italiano, da quando Anna Magnani riparava i suoi occhi dal riflesso abbagliante del mare luccicante nell’oscurità, o da quando Ingrid Bergman barcollava salendo su Stromboli. Ma anche allora sarebbe stato raro imbattersi in un film in cui la contesa d’amore non coinvolge un uomo ma una bambina dai capelli rossi e le due donne che chiama Mamma”. Anche Screen International esalta la Bispuri e le due straordinarie attrici che offrono un “esempio perfetto di conflitto” così come Hollywood Reporter che loda la “recitazione coinvolgente” delle due attrici.

Figlia Mia, il poster del nuovo film di Laura Bispuri

Figlia Mia è una produzione Vivo Film e Colorado Film con Rai Cinema.

Prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa per Vivo film e Maurizio Totti e Alessandro Usai per Colorado Film, è una coproduzione internazionale con la tedesca Match Factory Productions e la svizzera Bord Cadre Films, in coproduzione con ZDF/arte e RSI Radiotelevisione svizzera.  Il film ha ottenuto il sostegno di Eurimages, del MibacT – Direzione Generale Cinema, della Regione Sardegna e della Fondazione Sardegna Film Commission.

Berlino 2025: annunciato il programma, Richard Linklater, Jessica Chastain e molti altri

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Il Festival del cinema di Berlino 2025 ha svelato l’elenco completo dei titoli in concorso ufficiale insieme alle sezioni laterali di prospettive e speciali. Sono stati selezionati in totale 19 film per il concorso internazionale.

Tra i titoli salienti c’è l’ultimo lungometraggio di Richard Linklater Blue Moon, con Ethan Hawke, Margaret Qualley, Bobby Cannavale e Andrew Scott. Il regista messicano Michel Franco lancia il suo ultimo titolo Dreams in concorso. Il film è interpretato da Jessica Chastain, Isaac Hernández e Rupert Friend. Franco ha lavorato di recente con Chastain sul titolo in concorso a Venezia Memory.

Altrove, il regista rumeno Radu Jude entra in competizione con Kontinental ’25, Hot Milk di Rebecca Lenkiewicz con Emma Mackey, Fiona Shaw e Vicky Krieps entra anche in competizione con l’ultimo What Does that Nature Say to You di Hong Sangsoo e la veterana del Mumblecore Mary Bronstein torna come regista con If I Had Legs I’d Kick You con A$AP Rocky e Rose Byrne. Scorri verso il basso per la scaletta completa. Il Festival del cinema di Berlino si svolge dal 13 al 23 febbraio.

Il programma completo di Berlino 2025

Competition Films

Blue Moon by Richard Linklater | with Ethan Hawke, Margaret Qualley, Bobby Cannavale, Andrew Scott USA / Ireland 2025 World premiere

La cache (The Safe House) by Lionel Baier | with Dominique Reymond, Michel Blanc, William Lebghil, Aurélien Gabrielli, Liliane Rovère Switzerland / Luxembourg / France 2025 World premiere

Dreams by Michel Franco | with Jessica Chastain, Isaac Hernández, Rupert Friend, Marshall Bell Mexico 2025 World premiere

Drømmer (Dreams (Sex Love)) by Dag Johan Haugerud | with Ella Øverbye, Selome Emnetu, Ane Dahl Torp, Anne Marit Jacobsen Norway 2024 International premiere

Geu jayeoni nege mworago hani (What Does that Nature Say to You) by Hong Sangsoo | with Ha Seongguk, Kwon Haehyo, Cho Yunhee, Kang Soyi South Korea 2025 World premiere

Hot Milk by Rebecca Lenkiewicz | with Emma Mackey, Fiona Shaw, Vicky Krieps, Vincent Perez United Kingdom 2025 World premiere | Debut film

If I Had Legs I’d Kick You by Mary Bronstein | with Rose Byrne, A$AP Rocky, Conan O’Brien, Danielle Macdonald, Ivy Wolk USA 2024 International premiere

Kontinental ’25 by Radu Jude | with Eszter Tompa, Gabriel Spahiu, Adonis Tanța Romania 2025 World premiere

El mensaje (The Message) by Iván Fund | with Mara Bestelli, Marcelo Subiotto, Anika Bootz, Betania Cappato Argentina / Spain 2025 World premiere

Mother’s Baby by Johanna Moder | with Marie Leuenberger, Hans Löw, Claes Bang, Julia Franz Richter Austria / Switzerland / Germany 2025 World premiere

Reflet dans un diamant mort (Reflection in a Dead Diamond) by Hélène Cattet, Bruno Forzani | with Fabio Testi, Yannick Renier, Koen De Bouw, Maria de Medeiros, Thi Mai Nguyen Belgium / Luxembourg / Italy / France 2025

Sheng xi zhi di (Living the Land) By Huo Meng │with Wang Shang, Zhang Chuwen, Zhang Yanrong, Zhang Caixia, Cao Lingzhi People’s Republic of China 2025 World premiere

Strichka chasu (Timestamp) by Kateryna Gornostai | with Olha Bryhynets, Borys Khovriak, Mykola Kolomiiets Ukraine / Luxembourg / Netherlands / France 2025 World premiere | Documentary form

La Tour de Glace (The Ice Tower) by Lucile Hadžihalilović | with Marion Cotillard, Clara Pacini, August Diehl, Gaspar Noé France / Germany 2025 World premiere

O último azul (The Blue Trail) by Gabriel Mascaro | with Denise Weinberg, Rodrigo Santoro, Miriam Socorrás, Adanilo Brazil / Mexico / Chile / Netherlands 2025 World premiere

Was Marielle weiß (What Marielle Knows) by Frédéric Hambalek | with Julia Jentsch, Felix Kramer, Laeni Geiseler, Mehmet Ateşçi, Moritz Treuenfels Germany 2025 World premiere

Xiang fei de nv hai (Girls on Wire) by Vivian Qu | with Liu Haocun, Wen Qi, Zhang Youhao People’s Republic of China 2025 World premiere

Yunan by Ameer Fakher Eldin | with Georges Khabbaz, Hanna Schygulla, Ali Suliman, Sibel Kekilli, Tom Wlaschiha Germany / Canada / Italy / Palestine / Qatar / Jordan / Saudi Arabia 2025 World premiere

Berlinale Special Gala

After This Death by Lucio Castro | with Mia Maestro, Lee Pace, Rupert Friend, Gwendoline Christie, Philip Ettinger USA 2025 World premiere

A Complete Unknown (Like A Complete Unknown) by James Mangold | with Timothée Chalamet, Edward Norton, Elle Fanning, Monica Barbaro, Boyd Holbrook USA 2024 German premiere

Heldin (Late Shift) by Petra Volpe | with Leonie Benesch, Sonja Riesen, Urs Bihler, Margherita Schoch, Jürg Plüss Switzerland / Germany 2025 World premiere

Lurker by Alex Russell | with Théodore Pellerin, Archie Madekwe, Zach Fox, Havana Rose Liu, Sunny Suljic USA / Italy 2025 International premiere | Debut film

Das Deutsche Volk by Marcin Wierzchowski Germany 2025 World premiere | Documentary form

Kein Tier. So Wild. (No Beast. So Fierce.) by Burhan Qurbani | with Kenda Hmeidan, Verena Altenberger, Hiam Abbass, Mona Zarreh Hoshyari Khah, Mehdi Nebbou Germany / Poland / France 2025 World premiere

Leibniz – Chronik eines verschollenen Bildes (Leibniz – Chronicle of a Lost Painting) by Edgar Reitz, Anatol Schuster | with Edgar Selge, Aenne Schwarz, Michael Kranz, Lars Eidinger, Barbara Sukowa Germany 2025 World premiere

Michtav Le’David (A Letter to David) by Tom Shoval | with David Cunio, Eitan Cunio, Sharon Aloni-Cunio, Silvia Cunio, Luis Cunio Israel / USA 2025 World premiere | Documentary form

My Undesirable Friends: Part I – Last Air in Moscow by Julia Loktev | with Anna Nemzer, Elena Kostyuchenko, Ksenia Mironova, Sonya Groysman, Alesya Marokhovskaya USA 2024 International premiere | Documentary form

Perspectives Films

Baksho Bondi (Shadowbox) by Tanushree Das, Saumyananda Sahi | with Tillotama Shome, Chandan Bisht, Sayan Karmakar, Suman Saha India / France / USA / Spain 2025 World premiere

BLKNWS: Terms & Conditions by Kahlil Joseph | with Kaneza Schaal, Hope Giselle, Shaunette Renée Wilson, Funmilayo Akechukwu, Peter Hernandez USA 2025 International premiere | Debut film

Come la notte (Where the Night Stands Still) by Liryc Dela Cruz | with Jenny Llanto Caringal, Tess Magallanes, Benjamin Vasquez Barcellano Jr. Italy / Philippines 2025 World premiere

El Diablo Fuma (y guarda las cabezas de los cerillos quemados en la misma caja) (The Devil Smokes (and Saves the Burnt Matches in the Same Box)) by Ernesto Martinez Bucio | with Mariapau Bravo Aviña, Rafael Nieto Martínez, Regina Alejandra, Donovan Said, Laura Uribe Rojas Mexico 2025 World premiere | Debut film

How to Be Normal and the Oddness of the Other World by Florian Pochlatko | with Luisa-Céline Gaffron, Elke Winkens, Cornelius Obonya, Felix Pöchhacker, David Scheid Austria 2025 World premiere | Debut film

Kaj ti je deklica (Little Trouble Girls) by Urška Đukić | with Jara Sofija Ostan, Mina Švajger, Saša Tabaković, Nataša Burger, Staša Popović Slovenia / Italy / Croatia / Serbia 2025 World premiere | Debut film

Mad Bills to Pay (or Destiny, dile que no soy malo) by Joel Alfonso Vargas | with Juan Collado, Destiny Checo, Yohanna Florentino, Nathaly Navarro USA 2025 International premiere | Debut film

Mit der Faust in die Welt schlagen (Punching the World) by Constanze Klaue | with Anton Franke, Camille Moltzen, Anja Schneider, Christian Näthe, Johannes Scheidweiler Germany 2025 World premiere | Debut film

Al Mosta’mera (The Settlement) by Mohamed Rashad | with Adham Shoukry, Ziad Islam, Hajar Omar, Mohamed Abdel Hady, Emad Ghoneim Egypt / France / Germany / Saudi Arabia / Qatar 2025 World premiere

On vous croit (We believe you) by Arnaud Dufeys, Charlotte Devillers | with Myriem Akheddiou, Laurent Capelluto, Natali Broods, Ulysse Goffin, Adèle Pinckaers Belgium 2025 World premiere

Le rendez-vous de l’été (That Summer in Paris) by Valentine Cadic | with Blandine Madec, India Hair, Arcadi Radeff, Matthias Jacquin, Lou Deleuze France 2025 World premiere | Debut film

Berlino 2023: Orso d’Oro a On the Adamant di Nicolas Philibert, c’è anche l’Italia nel palmares

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A Nicolas Philibert con il suo On the Adamant è stato assegnato l’Orso D’Oro a Berlino 2023. Nonostante fosse in concorso con un solo film, l’Italia è riuscita a conquistare l’ìOrso d’Argento per il migliore contributo artistico, andato alla fotografia di Hélène Louvart per Disco Boy opera prima di Giacomo Abbruzzese. L’Italia porta anche a casa l’Orso d’Oro di Berlinale Serie a The Good Mothers.

La giuria è stata presieduta da Kristen Stewart e formata da l’attrice franco-iraniana Golshifteh Farahani, il regista tedesco Valeska Grisebach, il regista romeno Radu Jude, la casting director Francine Maisler, la regista spagnola Carla Simón, e l’iconico produttore e regista di Hong Kong Johnnie To. Ecco tutti i premi:

Premi della giuria internazionale

Silver Bear for an Outstanding Artistic Contribution
Hélène Louvart for the cinematography in Disco Boy.

Silver Bear for Best Screenplay
Angela Schanelec for Music

Silver Bear for Best Supporting Performance
Thea Ehre for Till the End of The Night

Silver Bear for Best Leading Performance
Sofía Ortero for 20,000 Species of Bees

Silver Bear for Best Director
Philippe Garrel for Le grand chariot (The Plough)

Silver Bear Jury Prize
Bad Living (Mal Viver) by Joᾶo Canijo

Silver Bear Grand Jury Prize
Roter Himmel by Christian Petzold

Golden Bear for Best Film
On the Adamant by Nicolas Philibert

Encounters Jury

Special Jury Award
Orlando, My Political Biography by Paul B. Preciado
Samsara by Lois Patino

Best Director
Tatiana Huezo

Award For Best Film
Here by Bas Devos

GWFF Best First Feature Award
The Klezmer Project (Adentro mío estoy bailando) by Leandro Koch and Paloma Schachmann

Berlinale Documentary Award
The Echo by Tatiana Huezo

Berlino 2019: l’Orso d’Oro alla carriera a Charlotte Rampling

Charlotte Rampling, attrice nominata agli Oscar, la cui carriera vanta oltre 100 film, sarà onorata con l’Orso d’Oro alla carriera al prossimo Festival di Berlino 2019. Il festival proporrà anche una selezione del film dell’attrice, per renderle omaggio e il premio le sarà assegnato il 14 febbraio, nella serata dedicata alla proiezione di Il portiere di Notte, di Liliana Cavani.

“Sono molto felice che l’omaggio di quest’anno sia dedicato alla sublime Charlotte Rampling – ha dichiarato Dieter Kosslick, direttore della Berlinale – lei è un’icona per il cinema non convenzionale e eccitante.” L’attrice ha vito l’Orso d’Argento alla Berlinale del 2015 per 45 anni, ruolo che le ha anche regalato la nomination agli Oscar. Nel 2006 ha partecipato alla Giuria del festival.

La 69° edizione del Festival di Berlino si svolgerà da 7 al 17 febbraio 2019.

Festival di Berlino 2019: il film d’apertura sarà The Kindness of Stranger

Fonte: Variety

Berlino 2018: l’Orso d’Oro a Touch Me Not, Wes Anderson miglior regia

Si è conclusa la sessantottesima edizione del Festival di Berlino e di seguito vi riportiamo i premi assegnati dalla Giuria Internazionale della Berlinale 2018, presieduta dal regista, sceneggiatore, produttore e compositore Tom Tykwer.

A completare la giuria c’erano l’attrice Cécile de France, il giornalista e critico cinematografico Chema Prado, la produttrice cinematografica Adele Romanski, il musicista e compositore Ryuichi Sakamoto, la giornalista e critica cinematografica Stephanie Zacharek.

Ecco i premi di Berlino 2018

  • Orso d’oro per il miglior film: Touch Me Not di Adina Pintilie
  • Orso d’argento, gran premio della giuria: Twarz di Małgorzata Szumowska
  • Orso d’argento per il miglior regista: Wes Anderson per L’isola dei cani
  • Orso d’argento per la migliore attrice: Ana Brun per Las herederas di Marcelo Martinessi
  • Orso d’argento per il miglior attore: Anthony Bajon per La prière di Cédric Kahn
  • Orso d’argento per la migliore sceneggiatura: Manuel Alcalá e Alonso Ruizpalacios per Museo di Alonso Ruizpalacios
  • Orso d’argento per il miglior contributo artistico: Elena Okopnaya per i costumi e la scenografia di Dovlatov
  • Premio Alfred Bauer: Las herederas di Marcelo Martinessi

Premi onorari

  • Orso d’oro alla carriera: Willem Dafoe
  • Berlinale Kamera: Jiří Menzel, Katriel Schory, Beki Probst

Fonte foto

Berlino 2016: Where To Invade Next recensione del film di Michael Moore

Gli Stati Uniti d’America, praticamente sin dalla loro fondazione, hanno sempre avuto una particolare passione per le invasioni d’oltremare. Bersaglio preferito, a partire soprattutto dagli anni ’90, il Medio Oriente ovviamente, terra piena di problemi, di contraddizioni e di gustoso petrolio, l’oro nero che ha fatto la fortuna di più di una corporazione, più di una multinazionale, più di un governo. Peccato però che si scelga di invadere un territorio sempre per i motivi sbagliati, per questo uno stanco ed esausto Michael Moore ha deciso di prendere d’impegno la questione e di conquistare vari Paesi in giro per il Mondo, cercando tutto fuorché il liquido nero. Armato – si fa per dire – della sola bandiera americana, da issare fieramente dopo ogni vittoria, l’autore di documentari cult come Bowling a Columbine e Fahrenheit 9/11 ha viaggiato attraverso l’Europa, la Tunisia, l’Islanda, cercando le migliori idee che questi luoghi avessero da offrire per rubarle ed esportarle in patria. Idee talvolta semplici ma incredibilmente geniali, come il sistema d’istruzione rivoluzionario usato in Finlandia, le ferie pagate e le tredicesime in Italia, il rapporto con la memoria della Germania, la gestione delle mense scolastiche in Francia, solo per ricordarne alcune. Tutte meccaniche inesistenti in America, dove invece i lavoratori hanno poche ferie e neppure pagate, oppure i bambini delle scuole sono costretti a mangiare cibi precotti dall’aspetto terrificante, le tasse sono mascherate da servizi aggiuntivi che al contrario figurano fra i servizi base di molte nazioni europee. A differenza degli ultimi lavori del regista di Flint, Where To Invade Next torna ad avere una struttura solida e un senso del racconto assoluto.

ZZ04E633A7Accanto all’ironia tagliente, che come tradizione ha il complicato compito di alleggerire i lavori dell’autore, c’è tantissimo contenuto e un minuzioso lavoro di ricerca; addirittura rispetto ai due film più riusciti di Moore, che ricordavamo sopra, vi è un senso di speranza oltre al classico tono di denuncia. Non si parla di conquiste inarrivabili, o di fantascientifici viaggi alla volta di Nettuno, ma di piccole enormi vittorie sociali che il governo degli USA potrebbe iniziare a vagliare da subito, senza troppi fronzoli. Basterebbe innanzitutto tagliare le spese belliche, che fra le altre cose succhiano gran parte delle tasse americane (se solo i cittadini vedessero indicate le cifre nelle buste paga…), per iniziare a pensare alla sanità, all’istruzione, agli altri e non al singolo, al futuro di un Paese che potrebbe essere il più avanzato fra tutti. Questo perché, forse, cercando bene fra le pieghe di una nazione troppo obesa, troppo colma d’odio, di rabbia, di repressione e paura, quelle idee vi sono già, non è necessario rubarle ad altri Paesi. Un documento di straordinaria lucidità, essenziale e ricco di spunti, costruito in modo da divertire lungo la prima parte e far riflettere profondamente nella seconda, sino ad arrivare ad un epilogo all’ombra del muro di Berlino, così alto e insormontabile eppure fragile e friabile, avendo uno scalpello e un martello fra le mani.

Berlino 2016: Tom Hiddleston, Elizabeth Debicki, Hugh Laurie

Continua il Festival di Berlino 2016, arrivato alla sua 66esima edizione, e come ogni anno grandi star del cinema internazionale stanno sfilando sul red carpet. Di seguito le immagini di una delle ultime giornate della Berlinale 2016, con Hugh Laurie, Tom Hiddleston, Elizabeth Debicki.

Ecco tutte le foto dal tappeto rosso:

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La sessantaseiesima edizione della Berlinale si svolgerà nella capitale tedesca dall’11 al 21 febbraio.

Berlino 2016: Spike Lee alla sua Chicago in fiamme “bisogna reagire”

È così paradossale che è difficile crederlo, esiste una città degli Stati Uniti che ogni anno ha più morti delle guerre e le invasioni in Medio Oriente. Parliamo di Chicago, dove in dodici mesi muoiono più di 7000 persone in media, molte delle quali bambini o ragazzi del tutto estranei alle meccaniche delle gang e dei traffici di droga. Un tema talmente drammatico che però passa spesso inosservato e che il regista Spike Lee ha preso a cuore. Chi-Raq (qui la nostra recensione) è infatti la Lisistrata di Aristofane ambientata però nel presente, nei quartieri desolati della città americana. Un musical che omaggia implicitamente West Side Story che, nonostante la leggerezza e l’ironia, denuncia e alza la voce contro una delle storie più assurde del nostro secolo.

“Chicago si può definire una zona di guerra vera e propria, dall’inizio del 2016 sono già morte 53 persone. In America invece muoiono ogni giorno 99 persone a causa della violenza e delle armi da fuoco, e nulla sembra migliorare con il tempo, anzi. L’obiettivo di questo film era proprio attirare l’attenzione dei media, lanciare un allarme forte, e ho scelto di farlo con la satira, con l’ironia estrema, con la commedia, perché è un po’ la caratteristica di tutti i miei film” ci ha detto il regista al Festival di Berlino 2016, dove il film è in concorso per l’Orso d’Oro.

Chi+Raq+Press+Conference+66th+Berlinale+International+Mvp4zcqr-JDx“Negli Stati Uniti è il denaro che gestisce tutto” ha continuato, “in ogni strato della società, dalla vendita delle armi sino ad arrivare ai premi Oscar. Anche in questo caso è tutto in mano ai soldi, è su questo che la giuria sceglie le sue nomination. Se nessuno alza la voce, le cose continuano come stanno, anche quando sono sbagliate.” Una dichiarazione che si trascina ancora le polemiche delle settimane scorse, quando proprio il regista aveva accusato l’Academy di essere imparziale con gli autori e gli attori di colore.

Decisamente più pacato John Cusack, nel film è un prete che aiuta la comunità in rivolta, che ha dedicato il film alla città di Chicago “e agli attivisti che lottano ogni giorno per una società migliore, contro questa scia di sangue. La chiesa raccontata nel film è la chiesa che piace a me, quella che respira e vive nelle strade, che si attiva accanto alla gente per raggiungere la pace. Sono stato entusiasta di partecipare al film sin dalla lettura del soggetto, la sceneggiatura non ha fatto che conquistarmi ancora di più.”

Berlino 2016: Saint Amour recensione del film con Gerard Depardieu e Benoit Poelvoorde

Jean e Bruno sono padre e figlio, entrambi agricoltori e allevatori francesi ma con ambizioni diverse: il primo, che ha ereditato il lavoro e la fattoria dalla famiglia, ha il lavoro e la dedizione nel sangue, il secondo è più scapestrato, svogliato, con il desiderio di lasciare tutto e inventarsi una nuova vita altrove. Per visualizzare meglio i due personaggi basta immaginare Gerard Depardieu e Benoit Poelvoorde, due volti caratteristici del cinema francese e belga perfetti per incarnare due caratteri agli antipodi. Questa lontananza caratteriale non li fa comunicare a dovere, facendoli sembrare più distanti di quanto in realtà siano, l’occasione per ritrovarsi è un viaggio on the road in lungo e in largo per la Francia, inseguendo i migliori vini della regione e la speranza di vincere il primo premio per il toro migliore al Salone dell’Agricoltura di Parigi. A bordo di uno sgangherato taxi guidato dal terzo incomodo, Vincent Lacoste, da spettatori si viene scarrozzati in un trip sempre più lisergico, dove con il passare dei minuti la realtà si scolla sempre più dalle immagini. Si passa dall’ingurgitare bottiglie di vino solo per il gusto di ubriacarsi sino a comprendere la loro essenza, il loro gusto, assaporando piano ogni sorso; il ricordo e i sentimenti sospesi, ancora legati a un lutto non del tutto superato, ritrovano nuove strade su cui scorrazzare, nuova linfa vitale.

201610054_2La cosa più importante riguarda però la rinnovata fiducia di un figlio nei confronti del padre, che passa dal non sopportarlo più all’idolatrarlo di nuovo, con la conseguente voglia di continuare le sue orme lavorative. Girato in modo lineare, senza particolari ambizioni tecniche, Saint Amour – che prende il titolo dall’omonimo vino francese – rispecchia esattamente il carattere popolare degli uomini e delle donne che racconta. Accompagnato da una colonna sonora semplice, quasi ripetitiva e scolastica, concentra ogni attenzione sul rapporto padre-figlio e sulle dinamiche della morte, capace di lasciare ferite profonde. Come guarirle? Secondo i registi Benoît Delépine e Gustave Kervern, anche sceneggiatori del film, con il perfetto contrario: con la vita, con il lavoro appassionato, con una donna da amare (sullo schermo la bellissima Céline Sallette), un neonato da aspettare, un nuovo albero da piantare. Nonostante possano sembrare temi monotoni, per nulla originali e pedanti, sono trattati in questo caso con estrema ironia. Saint Amour vince infatti, oltre che per la sua schiettezza e sincerità, per il suo modo di essere: si ride praticamente dall’inizio alla fine, ci si diverte anche quando le cose si fanno più serie, figurarsi quando tutto vira sul surreale. Un’opera che non mente al suo pubblico, che si presenta sullo schermo per come realmente è, una caratteristica sempre più difficile da ritrovare nei prodotti contemporanei.

Berlino 2016: Quand on a 17 ans recensione del film di André Téchiné

Dopo aver raccontato le morbosità e le miserie dei ricchi in L’Homme qu’on aimait trop, un melò pomposo molto difficile da digerire, il regista settantatreenne André Téchiné torna sui giusti binari con un film di formazione. Quand on a 17 ans (Avere 17 anni), un viaggio lungo un anno complicato dell’adolescenza, il diciassettesimo, crocevia delle prime esperienze sessuali, delle prime grandi responsabilità della vita adulta, delle battaglie più brutali della guerra universale fra necessità e desiderio. Voci di un coro a due, Tom e Damien, ragazzi irrequieti a loro modo ribelli e solitari, sempre scelti per ultimi quando si tratta di formare una squadra nella palestra della scuola a causa di evidenti difficoltà nel comunicare e nel socializzare. Del resto il primo vive in una fattoria sperduta fra le Alpi francesi, affondata nella neve e a tre ore di autobus dalla scuola, l’unico luogo che alimenta una voglia sana nel ragazzo: diventare veterinario per accudire gli animali con cui divide i suoi giorni.

Andre Techine

Il secondo ha un padre arruolato nell’esercito, per la maggior parte del tempo impegnato in missioni di Guerra in Medio-Oriente, dunque assente; in reazione alla sua solitudine, il giovane ripone ogni sua passione nella cucina. Dopo alcuni mesi di lotta feroce nei corridoi dell’istituto, fra pugni e lividi, fra i due inizia a insidiarsi un senso sconosciuto di fiducia, pronto a cambiare ogni prospettiva nel quadro generale degli equilibri. Trimestre dopo trimestre, attraverso le stagioni, il regista e sceneggiatore francese compone un’opera ricca di contrasti, all’interno della quale ogni estremismo viene forzatamente mescolato. Ogni convinzione di ogni personaggio, adulti inclusi, viene spinta a cambiare dagli eventi della vita, immutabili e solenni, ai quali si può soltanto obbedire accettandone le conseguenze. Se da una parte i giovani protagonisti Kacey Mottet Klein e Corentin Fila stupiscono per la loro spontaneità sullo schermo, dall’altra colpisce ancor di più l’esperienza di Sandrine Kiberlain, perfetta nell’incarnare tutti i dubbi e le insicurezze proprie anche della maturità.

Resa instabile dalle fatiche quotidiane e dai continui viaggi del marito, la mente della sua Marianne vacilla come ogni essere umano, diventando a sua volta – come il figlio che sta scoprendo il mondo – un filamento malleabile fra le grinfie del desiderio. Téchiné, nei panni dello sceneggiatore che tutto crea e tutto distrugge, è però misericordioso con le sue pedine: qualsivoglia dolore o sfida ha presto o tardi la sua ricompensa, come ogni passo obbligato della vita. Non si smette mai di crescere, di imparare, di fronteggiare nuove esperienze, così come si è ciclicamente schiavi della paura, ma è ciò che implicitamente accettiamo col venire alla luce, e il cinema – come noi – lo sa bene.

Berlino 2016: Julianne Moore e Greta Gerwig insieme per Maggie’s Plan

Con un cast stellare e tutto al femminile, che vede il premio Oscar Julianne Moore e la promettente musa di Noah Baumbach Greta Gerwig, la figlia d’arte Rebecca Miller ha presentato alla Berlinale 66 Maggie’s Plan, una commedia romantica che uscirà nel nostro Paese nel corso di questo 2016. L’abbiamo definita una regista figlia d’arte non per denigrarla ovviamente, anzi per rendere omaggio al padre Arthur Miller, uno dei più grandi drammaturghi del secolo scorso. Cos’ha mai avrà ereditato, artisticamente? “È una regista fantastica, capace di trasformare l’ordinario in straordinario, inoltre sa lasciare una grande libertà ai suoi attori, è fondamentale per lavorare al meglio” ha raccontato la Gerwig.

“Sono sposata da vent’anni e questo è un film sul matrimonio” ha invece precisato la Moore, “in ogni relazione ci sono alti e bassi, questa volta però raccontiamo quanto sia importante andare avanti nonostante tutto. È vero, nella finzione mio marito mi lascia per inseguire una donna più giovane, ma prima del mio ‘io’ c’è l’amore, ci sono i figli, c’è qualcosa per cui andare oltre la superficie.” Una grande lezione, dunque, quella della Moore, che sul set ha ritrovato un amico di lunga data, Ethan Hawke: “È stato bello lavorare con lui, non era mai successo, nonostante ci conoscessimo sin dalla scuola. È un grande attore ma anche un grande uomo, ci adoriamo allo stesso dei protagonisti, il che ha facilitato le cose.”

Berlino 2016: Joel Edgerton, Michael Shannon e Kirsten Dunst sul red carpet

Ecco le foto della premiere di Midnight Special di Jeff Nichols, presentato in concorso al Festival di Berlino 2016. Nelle immagini vediamo il regista e il cast del film: Kirsten Dunst, Joel Edgerton, Michael Shannon e Jaeden Lieberher.

LEGGI LA RECENSIONE DI MIDNIGHT SPECIAL

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La sessantaseiesima edizione della Berlinale si svolgerà nella capitale tedesca dall’11 al 21 febbraio.

Berlino 2016: Jeff Nichols presenta Midnight Special “ispirato da mio figlio”

È una dichiarazione d’amore al cinema sci-fi di Steven Spielberg, ma soprattutto un’opera che rende omaggio a tutti quei padri e quelle madri pronti a tutto per i loro stessi figli. Il primo giorno ufficiale del Festival di Berlino 2016 è tutto di Midnight Special e del suo regista Jeff Nichols, che si è ispirato ad una vera storia accaduta al figlio. Nel film un ragazzo di otto anni, Alton, scopre di avere degli strani poteri: vede mondi inesistenti, lancia luce dagli occhi, comanda oggetti elettronici tramite onde elettromagnetiche. Nella vita reale, a solo un anno di vita, il figlio di Nichols ha invece avuto una grave crisi respiratoria insieme a una terribile febbre: “È stato un momento terribile per me e mia moglie, abbiamo vissuto una sorta di shock, siamo corsi in ospedale e nel tragitto ero terrorizzato dal fatto che non potesse farcela.”

201614406_2Tutto è poi andato a lieto fine, il piccolo si è rimesso completamente, “ma in quei momenti ho creduto che qualsiasi cosa fosse possibile, soprattutto mi sono sentito assolutamente impotente” ha raccontato il regista. “Forse il motivo per cui amiamo alla follia i nostri figli dipende proprio da questa paura.” Forte di un cast che vede protagonisti Michael Shannon, Joel Edgerton, Kirsten Dunst, Adam Driver, Jaedan LieberherSam Shepard, Midnight Special uscirà nei cinema americani il 18 marzo prossimo. “Il film racconta come ogni uomo può complicare o semplificare una storia, dipende tutto dalle scelte che si fanno. Molti saranno d’accordo con i protagonisti, altri no, ognuno crea la propria storia.”

Midnight Special è il quarto film di Jeff Nichols, la continuazione spirituale di Take Shelter, poiché si continua a esplorare un mondo fatto di poteri straordinari e sovrumani. Per saperne di più, è in arrivo la nostra recensione dal Festival di Berlino 2016, subito dopo l’inizio della prima mondiale.

Berlino 2016: Indignation recensione del film con Logan Lerman

Berlino 2016: Indignation recensione del film con Logan Lerman

Stati Uniti d’America, 1951, mentre infuria il secondo anno della guerra di Corea, il giovane Marcus Messner racconta il suo personale secondo anno di studi al Winesburg College, in Ohio. Due campi di battaglia estremamente differenti su cui si combatte però per i medesimi fini, la libertà, l’indipendenza (personale, di Stato, poco importa perché forse parliamo della stessa cosa).

Marcus, che prende vita dalla penna di Philip Roth nel romanzo Indignazione, ha conquistato con forza la possibilità di frequentare l’università, fuggendo da un padre e una madre estremamente protettivi e religiosi, in parole povere asfissianti all’estremo. Atteggiamenti che da adulto, ormai, lo hanno portato a rifiutare la severità ebraica, le ipocrisie comportamentali, spingendolo dritto nelle braccia di Olivia Hutton, una biondina pelle e ossa decisamente irrequieta e senza la minima vergogna nei confronti del sesso. L’emblema di tutto ciò che fino ad allora – per Marcus – era stato vietato, ostentato, trasformato in tabù.

Riadattato partendo dal libro originale da James Schamus, collaboratore assiduo di Ang Lee e autore delle sceneggiature di La Tigre e il Dragone e Tempesta di Ghiaccio, Indignation su grande schermo rievoca tutte le atmosfere del periodo raccontato in maniera dettagliata, seguendo in modo lineare e prevedibile tutte le fasi del testo. Il vero valore del progetto risiede infatti nei numerosi dialoghi fra i personaggi, sia principali che secondari, redatti con intelligenza e interpretati ottimamente dal cast. Laddove il lavoro sulle inquadrature e sul montaggio non offre coefficienti esagerati di originalità, spiccano Logan Lerman, Sarah Gadon e Tracy Letts, gonfiando le vele del progetto. Mentre gli ultimi due sono degli ottimi alleati, il bambino prodigio che sfidò gli Dei dell’Olimpo nei panni di Percy Jackson si consegna ufficialmente all’età adulta, mettendo a segno una performance matura, bilanciata, piena di carattere.

Il suo Marcus, ribelle ed emancipato, paga cara ogni singola scelta compiuta, poiché ogni rivoluzione ha un prezzo. Prezzo che Philip Roth quasi mai sconta nei suoi romanzi, al contrario lo carica di significato, di fatica, di dolore e – spesso – umiliazione. Qui a indignarsi è la comunità ecclesiale di fronte all’anarchia, è la società rispetto al sesso istintivo, sono i genitori verso i figli cresciuti in modo contrario al loro desiderio e alla loro morale. Imperturbabile invece la morte, sia davanti ai tentativi di suicidio che in piena guerra fredda, attiva spettatrice di un conflitto senza vincitori, ma solo vinti.

Berlino 2016: il programma completo della 66esima edizione

Berlino 2016: il programma completo della 66esima edizione

È stata ufficialmente annunciato il programma completo della sessantaseiesima edizione del Festival di Berlino 2016. Ecco di seguito tutti i titoli presentati. Tra questi ricordiamo il film di apertura, Ave Cesare! dei Fratelli Coen.

18 dei 23 film in competizione careggeranno per il l’Orso d’Oro o d’Argento, 19 sono premiere mondiali. Il Festival si terrà dall’11 al 21 febbraio a Berlino.

Ecco la lista:

Concorso:

Boris sans Béatrice (Boris without Béatrice)
Canada
di Denis Côté, con James Hyndman, Simone-Elise Girard, Denis Lavant, Isolda Dychauk, Dounia Sichov
World premiere

Genius
United Kingdom / USA
di Michael Grandage, con Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney, Guy Pearce, Dominic West
World premiere – first feature

Jeder stirbt für sich allein (Alone in Berlin)
Germany / France / United Kingdom
di Vincent Perez, con Brendan Gleeson, Emma Thompson, Daniel Brühl, Mikael Persbrandt
World Premiere

Midnight Special
USA
di Jeff Nichols, con Michael Shannon, Joel Edgerton, Kirsten Dunst, Adam Driver, Jaedan Lieberher, Sam Shepard
World premiere

Zero Days
USA
di Alex Gibney, documentario

Cartas da guerra (Letters from War)
Portugal
di Ivo M. Ferreira, con Miguel Nunes, Margarida Vila-Nova
World premiere

Ejhdeha Vared Mishavad! (A Dragon Arrives!)
Iran
di Mani Haghighi, con Amir Jadidi, Homayoun Ghanizadeh, Ehsan Goudarzi, Kiana Tajammol
International premiere

Fuocoammare (Fire at Sea) – documentario
Italy / France
di Gianfranco Rosi
World premiere

Hele Sa Hiwagang Hapis (A Lullaby to the Sorrowful Mystery)
Philippines / Singapore
di Lav Diaz, con John Lloyd Cruz, Piolo Pascual, Hazel Orencio, Alessandra De Rossi, Joel Saracho, Susan Africa, Sid Lucero, Ely Buendia, Bernardo Bernardo, Angel Aquino, Cherie Gil
World premiere

Kollektivet (The Commune)
Denmark / Sweden / Netherlands
di Thomas Vinterberg, con Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Helene Reingaard Neumann, Marta Sofie Wallstrøm Hansen, Lars Ranthe, Fares Fares, Magnus Millang, Anne Gry Henningsen, Julie Agnete Vang
International premiere

L’avenir (Things to Come)
France / Germany
di Mia Hansen-Løve, con Isabelle Huppert, Roman Kolinka, Edith Scob, André Marcon
World premiere

Quand on a 17 ans (Being 17)
France
di André Téchiné, con Sandrine Kiberlain, Kacey Mottet Klein, Corentin Fila, Alexis Loret
World premiere

Smrt u Sarajevu / Mort à Sarajevo (Death in Sarajevo)
France / Bosnia and Herzegovina
di Danis Tanović, con Jacques Weber, Snežana Vidović, Izudin Bajrović, Vedrana Seksan, Muhamed Hadžović, Faketa Salihbegović-Avdagić, Edin Avdagić
World premiere

Zjednoczone Stany Miłosci (United States of Love)
Poland / Sweden
di Tomasz Wasilewski, con Julia Kijowska, Magdalena Cielecka, Dorota Kolak, Marta Nieradkiewicz, Łukasz Simlat, Andrzej Chyra, Tomek Tyndyk
World premiere

24 Wochen (24 Weeks)
Germany
di Anne Zohra Berrached, con Julia Jentsch, Bjarne Mädel, Johanna Gastdorf, Emilia Pieske
World premiere

Chang Jiang Tu (Crosscurrent)
People’s Republic of China
di  Yang Chao, con Qin Hao, Xin Zhi Lei
World premiere

Des nouvelles de la planète Mars (News from planet Mars)
France / Belgium
di Dominik Moll, con François Damiens, Vincent Macaigne, Veerle Baetens, Jeanne Guittet, Tom Rivoire
World premiere – Out of competiton

Inhebbek Hedi (Hedi)
Tunisia / Belgium / France
di Mohamed Ben Attia, con Majd Mastoura, Rym Ben Messaoud, Sabah Bouzouita, Hakim Boumessoudi, Omnia Ben Ghali
World premiere – First feature

Soy Nero
Germany / France / Mexico
di Rafi Pitts, con Johnny Ortiz, Rory Cochrane, Aml Ameen, Darell Britt-Gibson, Michael Harney
World premiere

Fuori concorso:

Chi-Raq
USA
By Spike Lee, con Nick Cannon, Wesley Snipes, Teyonah Parris, Jennifer Hudson, Angela Bassett, John Cusack, Samuel L. Jackson
International  premiere – Out of competition

Mahana (The Patriarch)
New Zealand
di Lee Tamahori, con Temuera Morrison, Akuhata Keefe, Nancy Brunning, Jim Moriarty, Regan Taylor, Maria Walker
World premiere – Out of competiton

Saint Amour
France / Belgium
di Benoît Delépine e Gustave Kervern, con Gérard Depardieu, Benoît Poelvoorde, Vincent Lacoste, Céline Sallette
World premiere – Out of competiton

Ave, Cesare!
USA
dei fratelli Coen, con Josh Brolin, George Clooney, Scarlett Johansson
World premiere – Out of competiton

Berlinale Special:

The Music of Strangers: Yo-Yo Ma and the Silk Road Ensemble
USA
di Morgan Neville, documentario
European premiere

The Seasons in Quincy: Four Portraits of John Berger
United Kingdom
di  Colin MacCabe, Christopher Roth, Bartek Dziadosz, Tilda Swinton, documentario
World Premiere

Where To Invade Next
USA
di Michael Moore, documentario
European premiere

A Quiet Passion
United Kingdom / Belgium
di Terence Davies, con Cynthia Nixon, Jennifer Ehle, Keith Carradine, Jodhi May, Catherine Bailey, Emma Bell, Duncan Duff
World premiere

Creepy
Japan
di Kiyoshi Kurosawa, con Hidetoshi Nishijima, Yuko Takeuchi, Teruyuki Kagawa, Haruna Kawaguchi, Masahiro Higashide
World premiere

Den allvarsamma leken (A Serious Game)
Sweden / Denmark / Norway
di Pernilla August, con Sverrir Gudnason, Karin Franz Körlof, Liv Mjönes, Michael Nyqvist, Mikkel Boe Følsgaard
World premiere

Miles Ahead
USA
di Don Cheadle, con Ewan McGregor, Don Cheadle, Keith Stanfield, Michael Stuhlbarg, Austin Lyon
International premiere – First feature

National Bird – documentary
USA
By Sonia Kennebeck
World premiere
 

Panorama:

Já, Olga Hepnarová (I, Olga Hepnarová)
Czech Republic / Poland / Slowak Republic / France
di Tomáš Weinreb, Petr Kazda, con Michalina Olszanska, Marta Mazurek, Ondrej Malý
World premiere

Junction 48
Israel / Germany / USA
di Udi Aloni, con Tamer Nafar, Samar Qupty, Salwa Nakkara, Sameh Zakout, Ayed Fadel
World premiere

Les Premiers, les Derniers (The First, the Last)
France / Belgium
di Bouli Lanners, con Albert Dupontel, Bouli Lanners, Suzanne Clément, Michael Lonsdale, David Murgia
International premiere

Maggie’s Plan
USA
di Rebecca Miller, con Greta Gerwig, Ethan Hawke, Julianne Moore, Bill Hader, Maya Rudolph
European premiere

Nakom
Ghana / USA
di Kelly Daniela Norris, TW Pittman, con With Jacob Ayanaba, Grace Ayariga, Abdul Aziz, Justina Kulidu, Shetu Musah, Esther Issaka, Thomas Kulidu, James Azudago, Felicia Awinbe, Sumaila Ndaago
World premiere

Remainder
United Kingdom / Germany
di Omer Fast, con Tom Sturridge, Cush Jumbo, Ed Speleers, Arsher Ali, Shaun Prendergast
International premiere

S one strane (On the Other Side)
Croatia / Serbia
di Zrinko Ogresta, con Ksenija Marinković, Lazar Ristovski
World premiere

Starve Your Dog
Morocco
di Hicham Lasri, con Jirari Ben Aissa, Latifa Ahrrare, Fehd Benchemsi
European premiere

Sufat Chol (Sand Storm)
Israel
di Elite Zexer, con Lamis Ammar, Ruba Blal-Asfour, Haitham Omari, Khadija Alakel, Jalal Masarwa
European premiere – debut feature film

Théo et Hugo dans le même bateau (Paris 05:59)
France
di Olivier Ducastel, Jacques Martineau, con Geoffrey Couët, François Nambot
World premiere

The Ones Below
United Kingdom
di David Farr, con Clémence Poésy, David Morrissey, Stephen Campbell Moore, Laura Birn
European premiere – debut feature film

War on Everyone – United Kingdom
By John Michael McDonagh
With Michael Peña, Alexander Skarsgård, Theo James
World premiere

Aloys
Swiss / France
di Tobias Nölle, con Georg Friedrich, Tilde von Overbeck
World premiere

El rey del once (The Tenth Man)
Argentina
di Daniel Burman, con Alan Sabbagh, Julieta Zylberberg, Usher Barilka, Elvira Onetto
World premiere

Goat
USA
di Andrew Neel, con Ben Schnetzer, Nick Jonas, James Franco
International premiere

Grüße aus Fukushima (Fukushima, mon Amour)
Germany
di Doris Dörrie, con Rosalie Thomass, Kaori Momoi
World premiere

Indignation
USA
di James Schamus, con Logan Lerman, Sarah Gadon
International premiere – debut

Jonathan
Germany
di Piotr J. Lewandowski, con Jannis Niewöhner, André Hennicke, Julia Koschitz, Thomas Sarbacher, Barbara Auer
World premiere – debut

Kater (Tomcat)
Austria
di Händl Klaus, con Lukas Turtur, Philipp Hochmair
World premiere

La helada negra (The Black Frost)
Argentina
di Maximiliano Schonfeld, con Ailín Salas, Lucas Schell, Benigno Lell
World premiere

Lantouri
Iran
di Reza Dormishian, con Navid Mohammadzadeh, Maryam Palizban, Baran Kosari
International premiere

Little Men
USA
di Ira Sachs, con Jennifer Ehle, Greg Kinnear, Alfred Molina
International premiere

Ranenyy Angel (The Wounded Angel)
Kazakhstan / France / Germany
di Emir Baigazin, con Nurlybek Saktaganov, Madiar Aripbai, Madiar Nazarov, Omar Adilov
World premiere

 

Panorama Dokumente:

Don’t Blink – Robert Frank
USA / France
di Laura Israel
International premiere

Hotel Dallas
Romania / USA
di Livia Ungur, Sherng-Lee Huang, con Patrick Duffy
World premiere – debut feature film

Der Ost-Komplex (The GDR Complex)
Germany
di Jochen Hick
World premiere

Mapplethorpe: Look at the Pictures
USA / Germany
di Fenton Bailey, Randy Barbato, con Edward Mapplethorpe, Debbie Harry, Patti Smith, Gloria von Thurn und Taxis
International premiere

Mariupolis
Lithuania / Germany / France / Ukraine
di Mantas Kvedaravicius
World premiere

Uncle Howard
United Kingdom / USA
di Aaron Brookner, con Jim Jarmusch, Sara Driver, Tom DiCillo, Brad Gooch, Frederic Mitterand
European premiere

Panorama Special:

While the Women Are Sleeping
Japan
di Wayne Wang, con Hidetoshi Nishijima, Shioli Kutsuna, Sayuri Oyamada, Lily Franky, Beat Takeshi
World premiere

 

Forum:

A Magical Substance Flows into Me
by Jumana Manna, Palestinian Territories / United Kingdom / United Arab Emirates – WP

Akher ayam el madina (In the Last Days of the City)
by Tamer El Said, Egypt / Germany / United Kingdom – WP

And-Ek Ghes…
by Colorado Velcu, Philip Scheffner, Germany – WP

Aru michi (A Road)
by Daichi Sugimoto, Japan – IP

Baden Baden
by Rachel Lang, Belgium / France – IP

Barakah yoqabil Barakah (Barakah Meets Barakah)
by Mahmoud Sabbagh, Saudi Arabia – WP

Bein gderot (Between Fences)
by Avi Mograbi, Israel / France – WP

Dans les bois (The Wandering)
by Guillaume Nicloux, France – WP

Deadweight
by Axel Koenzen, Germany / Finland – WP

Dubina dva (Depth Two)
by Ognjen Glavonić, Serbia – WP

Eldorado XXI
by Salomé Lamas, Portugal / France – WP

Elixir
by Daniil Zinchenko, Russian Federation – IP

Fantastic
by Offer Egozy, USA – WP

Fei cui zhi cheng (City of Jade)
by Midi Z, Taiwan / Myanmar – WP

Le Fils de Joseph (The Son of Joseph)
by Eugène Green, France / Belgium – WP

Die Geträumten (The Dreamed Ones)
by Ruth Beckermann, Austria – WP

Havarie
by Philip Scheffner, Germany – WP

火Hee
by Kaori Momoi, Japan – WP

Homo sapiens
by Nikolaus Geyrhalter, Austria – WP

How Heavy This Hammer
by Kazik Radwanski, Canada – IP

Ilegitim (Illegitimate)
by Adrian Sitaru, Rumania / Poland / France – WP

Inertia
by Idan Haguel, Israel – IP

Kate Plays Christine
by Robert Greene, USA – IP

Landstück (Piece of Land)
by Volker Koepp, Germany – WP

Lao Shi (Old Stone)
by Johnny Ma, People’s Republic of China / Canada – WP

Liliom Ösvény (Lily Lane)
by Bence Fliegauf, Hungary – WP

Makhdoumin (A Maid for Each)
by Maher Abi Samra, Lebanon / France / Norway – WP

Manazil bela abwab (Houses without Doors)
by Avo Kaprealian, Syria / Lebanon – WP

Maquinaria Panamericana (Panamerican Machinery)
by Joaquín del Paso, Mexico / Poland – WP

Nikdy nejsme sami (We Are Never Alone)
by Petr Vaclav, Czech Republic / France – WP

P.S. Jerusalem
by Danae Elon, Canada – EP

Posto avançado do progresso (An Outpost of Progress)
by Hugo Vieira da Silva, Portugal – WP

The Revolution Won’t Be Televised
by Rama Thiaw, Senegal – WP

Rio Corgo
by Maya Kosa, Sergio da Costa, Switzerland / Portugal – IP

Les Sauteurs (Those Who Jump)
by Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibé, Denmark – WP

Short Stay
by Ted Fendt, USA – WP

Ta’ang
by Wang Bing, Hong Kong, China / People’s Republic of China / France – WP

Tales of Two Who Dreamt
by Andrea Bussmann, Nicolás Pereda, Canada / Mexico – WP

Tempestad
by Tatiana Huezo, Mexico – WP

Toz bezi (Dust Cloth)
by Ahu Öztürk, Turkey / Germany – IP

Triviṣa
by Frank Hui, Vicky Wong, Jevons Au, Hong Kong, China – WP

Vlažnost (Humidity)
by Nikola Ljuca, Serbia / The Netherlands / Greece – WP

Yarden (The Yard)
by Måns Månsson, Sweden / Germany – IP

Zhī fán yè mào (Life after Life)
by Zhang Hanyi, People’s Republic of China – WP

Berlino 2016: i Coen e Ave Cesare! tagliano il nastro di partenza

Comincia oggi, 11 febbraio, la sessantaseiesima edizione del Festival di Berlino, la kermesse cinematografica continentale per eccellenza, che all’inizio dell’anno cinematografico comincia a sfoderare i titoli e i nomi che ci accompagneranno per tutta la durata dei prossimi 12 mesi di cinema.

Taxi Theran e The Club ci hanno seguiti per tutto lo scorso anni, mentre la migliore attrice dell’edizione 2015, Charlotte Rampling per 45 anni, concorre adesso agli Oscar 2016 come migliore protagonista femminile.

berlino 2016Insomma un altro grande anno di cinema si apre oggi a Berlino 2016 e ad inaugurare la prima serata del festival ci saranno i Fratelli Coen con Ave Cesare!, e con loro una parata di stelle di prim’ordine. Da George Clooney a Scarlett Johansson, passando per Josh Brolin, Tilda Swinton e Ralph Fiennes, sono tutti attesi all’ombra dell’Orso per aprire le danze di un nuovo festival (e di un nuovo anno) all’insegna del cinema.

Nella giuria ufficiale del Festival di Berlino 2016, presieduta da Meryl Streep, figurano: Alba Rohrwacher, Clive Owen, l’attore tedesco Lars Eidinger, la filmaker polacca Malgorzata Szumowska, il critico inglese Nick James e la fotografa francese Brigitte Lacombe.

Berlino 2016: Gianfranco Rosi è Orso d’Oro, tutti i vincitori

Berlino 2016: Gianfranco Rosi è Orso d’Oro, tutti i vincitori

BerlinaleCon la cerimonia di premiazione terminata proprio qualche minuto fa, i riflettori su Berlino 2016 si sono definitivamente spenti anche quest’anno, l’anno della 66a edizione. Un’edizione, lasciatecelo dire poiché alla fin della fiera è il nostro compito, un po’ sotto tono rispetto agli anni passati. Nonostante questa sensazione, gli ottimi film di certo non sono mancati, come Fuocoammare del nostro Gianfranco Rosi, L’Avenir di Mia Hansen-Løve, Quand on a 17 ans di André Téchiné, ma anche eventi fuori concorso come Indignation, con i promettenti Logan Lerman e Sarah Gadon, Where to Invade Next, il nuovo documentario capolavoro di Michael Moore. Abbiamo vissuto sulla nostra pelle anche lo strambo caso del regista Lav Diaz, che ha tenuto in scacco l’intero festival per una giornata dalla mattina alla sera, con il suo mostruoso A Lullaby To The Sorrowful Mistery da 485 minuti (si, 8 ore e 5 minuti). Mentre consegnamo tutto questo ai ricordi, ecco i vincitori di questo Festival di Berlino 2016.

orso d'oro berlino 2016 gianfranco rosiOrso d’Oro al miglior film
FUOCOAMMARE di Gianfranco Rosi

Orso d’Argento Gran Premio della Giuria
DEATH IN SARAJEVO di Danis Tanović

Orso d’Argento Alfred Bauer
A LULLABY TO THE SORROWFUL MYSTERY di Lav Diaz

Orso d’Argento per la miglior regia
Mia Hansen-Løve con L’AVENIR

Orso d’Argento alla migliore attrice
Trine Dyrholm 
in KOLLEKTIVET

Orso d’Argento al miglior attore
Majd Mastoura in INHEBBEK HEDI

Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura
UNITED STATES OF LOVE di Tomasz Wasilewski

Orso d’Argento per l’apporto artistico
CROSSCURRENT di Mark Lee Ping-Bing

Miglior Opera Prima
INHEBBEK HEDI di Mohamed Ben Attia

Orso d’Oro per il Migliore Cortometraggio
BALADA DE UM BATRAQUIO di Leonor Teles

Orso d’Argento Jury Prize (Cortometraggio)
A MAN RETURNED di Mahdi Fleifel

Audi Short Film Award
JIN ZHI XIA MAO (Anchorage Prohibited) di Chiang Wei Liang

Nella giuria ufficiale del Festival di Berlino 2016, presieduta da Meryl Streep, figurano: Alba Rohrwacher, Clive Owen, l’attore tedesco Lars Eidinger, la filmaker polacca Malgorzata Szumowska, il critico inglese Nick James e la fotografa francese Brigitte Lacombe.

Berlino 2016: George Clooney, Tilda Swinton, Josh Brolin e…

Ecco le prime immagini direttamente dal Festival di Berlino 2016, la sessantaseiesima edizione della Berlinale che si svolgerà nella capitale tedesca dall’11 al 21 febbraio.

Ecco le immagini:

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Berlino 2016: George Clooney incontra la cancelliera Merkel

Berlino 2016: George Clooney incontra la cancelliera Merkel

George Clooney e la moglie Amal Alamuddin, giunti a Berlino per la premiere dell’ultimo film dei fratelli Cohen Ave, Cesare! al Festival di Berlino 2016, hanno incontrato oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel per discutere della crescente crisi dei rifugiati e delle politiche sui migranti in Europa.

L’attore americano e la moglie, noto avvocato internazionale, si impegnano da tempo per i diritti umani: Clooney è nel Comitato internazionale di soccorso.

In occasione della Berlinale, ha deciso di portare l’attenzione sulla crisi dei profughi della guerra in Siria. Clooney ha dichiarato di appoggiare pienamente la politica della cancelliera tedesca di accoglienza verso i profughi siriani.

L’incontro si è tenuto nell’ufficio della cancelliera, è durato un’ora. Una foto è stata pubblicata su Twitter dal portavoce della cancelliera, Steffen Seibert, senza altri dettagli.

Ai giornalisti l’attore americano ha detto di aver chiesto alla Merkel in che modo poter essere d’aiuto, quale messaggio far passare. Vorrebbe che anche gli Stati Uniti si facessero carico di una parte dei rifugiati per aiutare l’Europa.

In precedenza, alla conferenza stampa di Ave, Cesare!Clooney aveva ribattuto ad un giornalista che gli aveva chiesto cosa facesse di pratico per aiutare i rifugiati: “Passo un sacco di tempo a lavorare su queste cose. Sono stato in posti molto pericolosi per questo. Mi piacerebbe sapere cosa fai tu per migliorare la situazione”.

Sull’ipotesi di un seguito di Syriana o altri film che trattino il tema della guerra, Clooney ha risposto: “Affrontare questi temi è difficile, ho provato a lungo a fare un film sul Sudan e il Darfur, ma non è facile trovare il tono e la sceneggiatura giusti”.

Fonte: Hollywood Reporter

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