Cresce l’attesa per la messa in
onda di Beauty and The Beast 3, il
terzo ciclo di episodi della serie televisiva di successo trasmessa
dal network americano The CW. Ebbene oggi vi sveliamo alcune
anticipazioni.
Austin Basis che
interpreta J.T. Forbes ha dichiarato quanto segue:
Il collegamento
romantico tra Catherine e Vincent viene
ripristinato ed è fondamentale per l’arco della stagione. Tutto ciò
fa parte della loro vita, che si tratti di lottare
contro queste forze sconosciute, o lavorare sulla loro relazione, e
la loro casa, e rendere il loro rapporto più
solido e più sicuro e protetto. Ovviamente, ci
sarà molta roba stravagante, roba veramente
romantica, e molti alti e bassi, come al solito, ma credo che
l’obiettivo sia quello di riportarli insieme per
il bene, e in un modo molto romantico.
Beauty and
the Beast è una serie
televisiva statunitense in onda dal 2012 sul
network The CW e liberamente ispirata alla
serie La bella e la bestia, andata in onda sul canale
televisivo CBS tra il 1987 e il 1990.
In Italia ha
debuttato in prima visione il 29 maggio 2013 su Rai
2.
Catherine
Chandler è un’intelligente detective della squadra omicidi
di New York, che lavora con la sua partner di polizia, Tess.
Nove anni prima, Catherine assistette all’omicidio di sua madre da
parte di due uomini armati, che avrebbero ucciso anche lei, se non
fosse intervenuto qualcuno che le ha salvato la vita. Oggi,
Catherine è cresciuta ed è una donna competente e forte, ma crede
ancora che non fu un uomo a salvarle la vita, ma un animale. Mentre
indaga su un omicidio recente, un indizio conduce al dottor Vincent
Keller, un uomo che apparentemente è stato ucciso mentre prestava
servizio in Afghanistan nel 2002. Si scopre, invece,
che Vincent è vivo ed è lo stesso uomo che le salvò la vita. Cavia,
come altri commilitoni della sua unità, di un esperimento genetico
per creare il prototipo di supersoldato, nei momenti di stress
l’adrenalina innesca una trasformazione a livello fisico,
facendogli aumentare a dismisura forza e sensi e trasformandolo in
una bestia furiosa. Quando la multinazionale a capo degli
esperimenti capì di aver creato delle macchine assassine
inarrestabili e incontrollabili, decise di eliminarle tutte.
Vincent, scampato per pura fortuna al massacro, si è nascosto negli
ultimi dieci anni. Dopo averlo incontrato e aver sentito la sua
storia, Catherine fa un patto con lui: lei manterrà il suo segreto
se Vincent l’aiuterà con l’omicidio di sua madre.
Si intitolerà Deja
Vu, Beauty and The Beast 2×22,
il ventiduesimo e ultimo episodio della seconda stagione
dello show di successo Beauty and the Beast con
protagonisti Kristin
Kreuk e Jay Ryan.
In Beauty and The Beast
2×22, Cat (Kristin Kreuk) cerca un modo per
contrastare Gabe (Sendhil Ramamurthy) e trova la
sua risposta in un luogo davvero inaspettato: il diario di suo
antenato, il che convince Cat del timore che l’unico modo per
fermare Gabe è uccidendo Vincent (Jay Ryan)
Beauty and the Beast è una serie
televisiva statunitense in onda dal 2012 sul
network The CW e liberamente ispirata alla
serie La bella e la bestia, andata in onda sul canale
televisivo CBS tra il 1987 e il 1990. In
Italia ha debuttato in prima visione il 29
maggio 2013 su Rai 2.
Catherine
Chandler è un’intelligente detective della squadra omicidi
di New York, che lavora con la sua partner di polizia, Tess.
Nove anni prima, Catherine assistette all’omicidio di sua madre da
parte di due uomini armati, che avrebbero ucciso anche lei, se non
fosse intervenuto qualcuno che le ha salvato la vita. Oggi,
Catherine è cresciuta ed è una donna competente e forte, ma crede
ancora che non fu un uomo a salvarle la vita, ma un animale. Mentre
indaga su un omicidio recente, un indizio conduce al dottor Vincent
Keller, un uomo che apparentemente è stato ucciso mentre prestava
servizio in Afghanistan nel 2002. Si scopre, invece,
che Vincent è vivo ed è lo stesso uomo che le salvò la vita. Cavia,
come altri commilitoni della sua unità, di un esperimento genetico
per creare il prototipo di supersoldato, nei momenti di stress
l’adrenalina innesca una trasformazione a livello fisico,
facendogli aumentare a dismisura forza e sensi e trasformandolo in
una bestia furiosa. Quando la multinazionale a capo degli
esperimenti capì di aver creato delle macchine assassine
inarrestabili e incontrollabili, decise di eliminarle tutte.
Vincent, scampato per pura fortuna al massacro, si è nascosto negli
ultimi dieci anni. Dopo averlo incontrato e aver sentito la sua
storia, Catherine fa un patto con lui: lei manterrà il suo segreto
se Vincent l’aiuterà con l’omicidio di sua madre.
Si intitolerà Cold Case, Beauty and the Beast 2×19, la
diciannovesima puntata della seconda stagione della serie
televisiva Beauty and the Beast, che
andrà in onda sul network americano CW
In Beauty and the Beast 2×19, la sorella
di Cat (KristinKreuk),
Heather (guest star Nicole Gale Anderson),
arriva per una visita a sorpresa proprio nel peggior momento
possibile, e esattamente quando Gabe
(SendhilRamamurthy)
sospende Cat e Tess (Nina Lisandrello) dalla
squadra nel tentativo di forzare Vincent
(JayRyan) ad uscire dal suo
nascondiglio.
Si intitolerà Ever
After, Beauty and the Beast 2×20,
il ventesimo episodio della seconda stagione dello show di
successo Beauty and the Beast con
protagonisti Kristin Kreuk e Jay
Ryan.
Beauty
and the Beast è una serie
televisiva statunitense in onda dal 2012 sul
network The CW e liberamente ispirata alla
serie La bella e la bestia, andata in onda sul canale
televisivo CBS tra il 1987 e il 1990. In
Italia ha debuttato in prima visione il 29
maggio 2013 su Rai 2.
Catherine Chandler
è un’intelligente detective della squadra omicidi di New York,
che lavora con la sua partner di polizia, Tess. Nove anni prima,
Catherine assistette all’omicidio di sua madre da parte di due
uomini armati, che avrebbero ucciso anche lei, se non fosse
intervenuto qualcuno che le ha salvato la vita. Oggi, Catherine è
cresciuta ed è una donna competente e forte, ma crede ancora che
non fu un uomo a salvarle la vita, ma un animale. Mentre indaga su
un omicidio recente, un indizio conduce al dottor Vincent Keller,
un uomo che apparentemente è stato ucciso mentre prestava servizio
in Afghanistan nel 2002. Si scopre, invece, che
Vincent è vivo ed è lo stesso uomo che le salvò la vita. Cavia,
come altri commilitoni della sua unità, di un esperimento genetico
per creare il prototipo di supersoldato, nei momenti di stress
l’adrenalina innesca una trasformazione a livello fisico,
facendogli aumentare a dismisura forza e sensi e trasformandolo in
una bestia furiosa. Quando la multinazionale a capo degli
esperimenti capì di aver creato delle macchine assassine
inarrestabili e incontrollabili, decise di eliminarle tutte.
Vincent, scampato per pura fortuna al massacro, si è nascosto negli
ultimi dieci anni. Dopo averlo incontrato e aver sentito la sua
storia, Catherine fa un patto con lui: lei manterrà il suo segreto
se Vincent l’aiuterà con l’omicidio di sua madre.
Beautiful Minds è un film di
genere drammatico del 2021, diretto da Bernard Campan
eAlexandre Jollien, che
interpretano anche i due protagonisti. In uscita il 10 febbraio
2022 nelle sale italiane, il film sarà distribuito da Notorious
Pictures.
Beautiful Minds: un incontro
salvifico
Alexandre Jollien è
un filosofo e scrittore svizzero, specializzato in filosofia greca,
oltre che docente, ed è intervenuto più volte sul tema della
disabilità: ha ideato, scritto e diretto Beautiful
Minds assieme all’amico Bernard Campan,
con cui lavora da diversi anni, compagno ideale per sostenere il
soggetto di una pellicola incentrata sull’importanza e la forza
della differenza: un invito a cambiare il modo in cui si giudica
chi non conosciamo, per adottare una prospettiva più fluida,
abbracciando l’amore incondizionato che si è rivelato risolutivo
nell’esperienza quotidiana e personale di Jollien,
che ha vissuto in prima persona il disprezzo di sé connaturato al
personaggio da lui interpretato: un’ interiorizzazione degli
sguardi negativi, che distruggono la consapevolezza della propria
persona: “C’è molto disprezzo di sé quando si fissano le altre
persone ogni giorno, il che è degradante. Ci vogliono anni per
guarire da questo trauma. Quando hai una disabilità, quando la tua
autostima è abbastanza distrutta, penso che sia stato molto
catartico essere sostenuto da Bernard, da una squadra. Alla fine,
viviamo grazie alla solidarietà“.
Louis
(Bernard Campan) è un becchino sessantenne dalla
quotidianità piuttosto metodica; tratta con fornitori e colleghi
con lo stesso pragmatismo (e cura) dispensato al trucco dei
cadaveri per i rispettivi funerali. In parallelo, ci viene
presentato Igor (Alexandre
Jollien), un uomo vicino ai 40 anni che consegna verdure
biologiche su un triciclo, sfidando così quotidianamente non solo
il traffico, ma anche la sua condizione di disabile – ha avuto una
temporanea paralisi cerebrale alla nascita. La sceneggiatura
(firmata dai due protagonisti) suggerisce rapidamente che le vite
di queste due figure completamente diverse si incroceranno; non
sorprende, quindi, che sia esattamente quello che succede.
E’ allora che emerge prepotentemente
la volontà del regista Bernard Campan di rompere
certi cliché senza perdere di vista il viaggio reciprocamente
vantaggioso dei personaggi; nella maggior parte delle opere con una
premessa simile, gli equivalenti di Louis mostrano un’immensa
difficoltà nel trattare le particolarità della condizione fisica
dei personaggi come Igor e, poco a poco, imparano tramite le
differenze a essere persone migliori. Qui c’è la consueta
acquisizione di nozioni benefiche per l’interlocutore e spettatore,
ma in una strada a doppio senso: anche Igor si appropria – e rivela
– la sua soggettività.
Beautiful Minds: lasciamoci
abbracciare
Approcciandoci a questa visione,
abbiamo tutte le ragioni per credere che Beautiful
Minds sarà un film convenzionale, in cui i membri di
gruppi discriminati giocano un ruolo chiave nel rendere qualcuno
una persona migliore e di solito quel privilegiato proviene da una
parte meno vulnerabile della popolazione. Pensate al numero di film
in cui un omofobo impara il rispetto interagendo con i membri della
comunità LGBTQIA+ o, in modo simile, al numero di personaggi
razzisti che ricevono lezioni vivendo con uomini o donne di colore;
naturalmente, il messaggio di accettazione e di cambiamento di
prospettiva è importante; tuttavia, non quando questa “lezione di
vita” avviene a spese della subordinazione del discriminato, in
diversi casi quando diventa un mero strumento per l’evoluzione
morale/spirituale/comportamentale dell’oppressore.
Beautiful Minds non
crea un’opposizione così forte tra le realtà dei protagonisti.
Louis sembra avere tutta la pazienza del mondo di fronte alle
impertinenze ricorrenti di Igor; in nessun momento l’impresario
funebre mostra una difficoltà specifica nel trattare con una
persona con bisogni speciali. La presenza di Igor si attesta come
emotivamente pedagogica in definitiva, ma non nel senso di
abbattere un pregiudizio stretto/tattico: gli insegnamenti che
elargiscono l’uno all’altro sono di natura più emotiva che
comportamentale. E come regista, Bernard Campan
non delimita in maniera didattica ogni passo del viaggio,
rendendolo una naturale conseguenza del famigerato
apprendistato.
A volte Louis sembra rassegnato alla
presenza di Igor, altre volte è effettivamente entusiasta della
compagnia dello straniero sulla strada. In nessun momento le
motivazioni sono comunque dettagliate fino al punto di esaurire i
dubbi: nel processo di avvicinamento e allontanamento dalle
convenzioni, il lungometraggio costruisce un viaggio per far
incontrare due solitari. La logica del road movie è spesso
utilizzata in questo tipo di trama, soprattutto perché permette uno
spostamento costante e un aggiornamento delle figure di supporto,
che contribuiscono a modificare la storyline principale.
Beautiful Minds è
una piacevole commedia drammatica del tipo da guardare e
riguardare, che ricorda la potenza espressiva di Quasi Amici: la filosofia del personaggio – e
della mente – di Alexandre Jollien arricchisce il
testo filmico in maniera inedita e mai stucchevole, mettendo nero
su bianco come la tentazione di nascondere le ferite sarà sempre
controbilanciata dalla solidarietà e umanità di chi ci sta attorno,
se ci lasciamo abbracciare.
Arriva il 10 febbraio in sala
distribuito da Notorious Pictures Beautiful Minds,
il film di e con Berbard Campan e
Alexandre Jollien.
Ecco il poster di Beautiful Minds
“Amor Fati”, diceva Nietzsche.
Questa è l’ultima ricerca intrapresa da questi due uomini, che
avanzano a passo lento lungo i sentieri di una saggezza colta nel
cuore della vita quotidiana, nei suoi alti e bassi. Il film
ripercorre il viaggio di questo “sì” all’esistenza, di questa gioia
nel diventare ciò che siamo. La tragedia dell’esistenza, la morte,
l’esperienza di una differenza inscritta nel cuore della carne,
l’handicap, tutto diventa un trampolino di lancio, una chiamata
alla gioia della solidarietà.
Salite a bordo di questo carro
funebre, unitevi a questi due viaggiatori, abbandonate le vostre
preoccupazioni e riponete la vostra armatura. Igor e Louis
impareranno tutto sulla vita e soprattutto impareranno a
vivere.
Alexandre Jollien è nato in Svizzera nel 1975 con un grave handicap
cerebrale-motorio causato dal parto difficile. Ha trascorso 17 anni
in un centro specializzato per handicappati, avendo difficoltà a
camminare, leggere e parlare. La scoperta della filosofia gli ha
cambiato la vita. Una volta diplomatosi in un istituto commerciale,
studia filosofia e greco prima all’Università di Friburgo e poi a
Dublino. Il suo ultimo libro Cara Filosofia, dove, attraverso una
serie di lettere ai filosofi che l’hanno aiutato a superare
l’angoscia dell’handicap e a costruire se stesso, racconta il suo
itinerario intellettuale, ha venduto in Francia 120.000 copie nei
primi cinque mesi di vita ed è stato per sette settimane al secondo
posto nella classifica dei libri di saggistica più venduti.
A conclusione della quarta,
sanguinosa stagione di Game of Thrones, arrivano la
Beautiful Deaths, le belle morti che
questa stagone, più delle altre, ci ha regalato.
Si chiama Beautiful Deaths
il ciclo di poster speciali che il disegnatore Robert
Ball ha dedicato alla serie tv Game of Thrones e
nei quali vengono rappresentate in maniera artistica le morti più
significative, o anche le più “belle”, che la serie ha fino ad ora
mostrato agli attoniti spettatori.
Il Trono di
Spade (Game of Thrones) è una serie
televisiva statunitense di genere
fantasy creata da David
Benioff e D.B. Weiss, che ha
debuttato il 17 aprile 2011 sul canale via
cavo HBO. È nata come trasposizione televisiva del ciclo di
romanzi Cronache del ghiaccio e del fuoco (A
Song of Ice and Fire) di George R. R. Martin.
La serie racconta le
avventure di molti personaggi che vivono in un grande mondo
immaginario costituito principalmente da due continenti. Il
centro più grande e civilizzato del continente occidentale è la
città capitale Approdo del Re, dove risiede il Trono di Spade.
La lotta per la conquista del trono porta le più grandi famiglie
del continente a scontrarsi o allearsi tra loro in un contorto
gioco di potere. Ma oltre agli uomini, emergono anche altre forze
oscure e magiche.
Lo
scrittore George R. R. Martin, autore della serie di
romanzi Cronache del ghiaccio e del fuoco, aveva
ricevuto diverse proposte di
adattamenti cinematografici della sua opera, ma aveva
sempre rifiutato, dal momento che un film non sarebbe bastato a
contenere la trama; un altro problema sarebbero state le numerose
scene di sesso e violenza, difficilmente ammesse sul mercato
cinematografico.
Il regista e sceneggiatore
Richard LaGravanese adatta la storia tratta dal libro
Beautiful Creatures – La Sedicesima (in Italia
La Sedicesima Luna edito da Mondadori) di Kami
Garcia e Margaret Sthol. La storia racconta dell’amore
tra una maga, Lana Duchannes e un mortale, Ethan Wate, ma ciò che
ostacola la loro unione è una maledizione, antica quanto la
cittadina di Gatlin, realtà chiusa e pettegola nel sud Carolina, ed
un destino a cui Lana sembra non possa sottrarsi.
In Beautiful
Creatures le dinamiche della storia vengono caratterizzate
da una buona prima parte in dialoghi ironici sulle usanze del posto
viste dall’occhio cinico ma ottimista di Ethan che assumono
connotazioni sempre più sospette e dark mentre incontra e cerca di
conquistare Lana, nel mentre la storia richiama il conflitti
adolescenziali ma alleggeriti dall’intramontabile tema della lotta
tra il bene e il male. Con il proseguire della storia si aggiungono
le sfumature della redenzione che cercano personaggi come Malcom,
nel aver vissuto nelle tenebre, oppure di protezione come Amma nei
confronti di Ethan e Malcolm per Lana, ma il sentimento che emerge
più di tutti è il sacrificio, incanalato in diverse intenzioni ma
che hanno conferito una sorta di veridicità nella storia.
Tra gli attori spicca la freschezza
di Alden Ehrenrich, convincente nel ruolo di Ethan, il
ragazzo più popolare della scuola che sogna qualcosa di diverso
grazie ai viaggi che percorre leggendo tutto ciò che gli capita a
tiro e Alice Englert, conscia e forte nella veste della maga
ma incerta e fragile sul suo futuro. Jeremy Irons da conferma di essere grande attore di
scena, infatti, in numerosi primi piani riesce a trasmettere la
promiscuità del personaggio, che trova il massimo della sua
estensione nella scena della chiesa con Emma Thompson, quest’ultima, nella duplice veste di
Signora Lincoln e Seraphine, ruoli chiave che riesce a
differenziare grazie al lavoro sulla voce e sulla differenza di
postura, tra una signora bigotta e una potente maga delle tenebre.
Altro personaggio su cui c’è un profondo lavoro è quello di Ridely
interpretato da Emmy Rossum,
che essendo una sirena gioca molto sul look e sul modo di porsi con
gli uomini, simpatiche sono le rievocazioni a Rita Hayworth e
Marilyn Monroe.
LaGravanese dirige con
consapevolezza e senza cercare di deludere le aspettative del best
seller, mantenendo in rilievo l’essenza della storia ben
equilibrata dagli effetti visivi e speciali che una storia di Maghi
richiede. Un racconto posato per raccontare l’ennesima declinazione
della grande storia di Giulietta e Romeo ma lungi da essere il
successore di Twilight o altre saghe per teenager, ma
rientrando comunque nella categoria di quelle storie d’amore tra
immortali che nell’ultimo decennio sono sempre più protagoniste sul
grande schermo. Sicuramente i due attori e la trama riuscirà a
ritagliarsi un pubblico e un seguito di fan tutto suo. Dal 21
Febbraio al cinema.
La Warner Bros.
Pictures ha cominciato a trasmettere il primo spot TV di
Beautiful Creatures – La Sedicesima, adattamento del
romanzo firmato da Kami Garcia e Margareth
Stohl.
Il cast di
Beautiful Creatures – La Sedicesima include
Alden Ehrenreich, Alice Englert,
Jeremy Irons, Emma Thompson,
Viola Davis, Emmy Rossum,
Thomas Mann e Zoey
Deutch. Il film, scritto e diretto da Richard
LaGravenese, racconta dell’incontro tra Ethan, un ragazzo
che sogna di fuggire dalla sua piccola città, e la misteriosa Lena;
i due scopriranno oscuri segreti riguardo entrambe le proprie
famiglie e la loro storia e l’intera città.
Ecco tre character poster per
Beautiful Creatures – La
Sedicesima, nuova saga
cinematografica che mescola fantasy e love story e che potrebbe
essere, per fan e botteghini, un buon surrogato della saga di
Twilight, appena conclusa.
Ecco i tre protagonisti del film:
Lena Duchannes interpretata da Alice Englert,
Ethan Wate interpretato da Alden Ehrenreich e la
sempre pià bella Emmy Rossum nei panni di Ridley
Duchannes.
Nel cast di
Beautiful Creatures – La Sedicesima anche Emma
Thompson, Jeremy Irons e Viola Davis.
Breautiful Creatures: la sedicesima luna
uscirà in Italia in prossimo 21 febbraio.
Ecco il primo teaser trailer di
Beautiful Creatures – La Sedicesima, film tratto dal
primo romanzo della serie di best-seller nata dalle penne di
Kami Garcia e Margaret Stohl. Nel
film Ethan (Alden Ehrenreich), un giovane che
desidera fuggire dal suo paesino, si innamora della nuova arrivata
Lena (Alice Englert), e insieme scoprono oscuri
segreti sulle loro famiglie e sulla loro piccola città.
Beautiful Creatures – La Sedicesima diretto da
Richard LaGravenese (P.S. I Love You),
vede nel cast Emmy Rossum, Viola
Davis, Jeremy Irons e Emma
Thompson.
Le riprese di
Beautiful Creatures – La Sedicesima Luna dopo una
gestazione di due anni, inizieranno il mese prossimo a New Orleans.
Oggi la Warner Bros conferma gli attori protagonisti della nuova
pellicola. Confermati i protagonisti Jack
O’Connell e Alice Englert,
rispettivamente nei panni di Ethan e Lena. Nelle ultime ora
un’aggiunta eccellente è quella di Jeremy Irons, che va ad
affiancare altri attori del calibro di Viola Davis, Emma
Thompson, Emmy Rossum e Thomas Mann.
Tratto dall’omonimo romanzo fantasy
per ragazzi – primo di una serie best seller scritta da Kami Garcia
e Margaret Stohl – il film potrebbe così dare vita a una nuova
grande saga cinematografica. La storia ruota intorno a Tra
creature magiche, antichi incantesimi e una spolverata di voodoo,
la saga segue la vicenda di Ethan Wate, un liceale del South
Carolina: Ethan si annoia perché nella sua sonnacchiosa cittadina
non accade mai niente di interessante… finché non si trasferisce lì
Lena, una bellissima sedicenne in cerca di un po’ di tranquillità.
Si scopre che da secoli la famiglia di Lena è tormentata da una
maledizione, e che la ragazza ha poteri soprannaturali…
Il film sarà diretto da
diretto da Richard LaGravanese (P.S. I Love You) .
Prodotto dalla Warner Bros e
distribuito dalla Eagle Pictures, l’Urban fantasy
Beautiful Creatures – La Sedicesima arriverà sui
nostri schermi il 13 febbraio. Scritto e diretto da Richard
LaGravenese, il film è tratto dall’omonimo romanzo di Kami
Garcia e Margaret Stohl, il primo della collana
The Caster Chronicles, e edito in Italia
dalla Mondadori, con il titolo La sedicesima
luna.
Al centro della storia è Ethan
Wate, un adolescente in apparenza come tanti, stanco della
normalità e annoiato dalla vita lenta e sempre uguale di Gatlin,
piccola cittadina del Sud Carolina. Il suo unico desiderio è
abbandonarla quanto prima.
Un giorno però si materializza
davanti a sé il sogno ricorrente delle notti passate: una
bellissima ragazza, sua coetanea, mai vista o conosciuta nella vita
reale, e destinata a sconvolgergli l’esistenza. Il suo nome è Lena
Duchannes e si è appena trasferita in città dal parente Macon
Ravenwood, noto per i suoi atteggiamenti da eremita, e la sua
esistenza nella periferia triste e desolata.
La ragazza, in difficoltà nel nuovo
ambiente e tenuta a distanza da tutti, entra invece subito nel
cuore di Ethan: l’unico che la capisce e che sembra legato a lei da
qualche forza sovrannaturale, che gli permette di comunicare con la
forza del pensiero. Tra i due nascerà ben presto un amore profondo,
misterioso, ricco di sorprese sconvolgenti e costretto al limite:
tra i confini del bene e del male.
Il tema di certo non è nuovo e
l’accostamento alla ben più nota saga vampiresca di
Twilight è quantomeno spontaneo e naturale,
ma non per questo da relegare a priori nelle “brutte copie di”. A
tale proposito le autrici del romanzo, scrittrici non di
professione (Kami Garcia è un insegnante, la Stohl proviene invece
dalle sceneggiature per videogiochi) hanno precisato che la loro
storia è nata durante una semplice conversazione familiare,
incentrata sul piacere della lettura e su quali vicende sarebbe
bello imbattersi. Quanto emerso era la necessità di trovare su
carta dei personaggi femminili forti, giovani, adatti ai propri
figli, e immersi in un universo fantasy, lontano però da vampiri e
mostri simili. Quel che è certo è che il libro ha convinto e
incuriosito i produttori cinematografici che hanno affidato lo
script e la regia a R. LaGravenese, nel 1991
candidato all’Oscar per la sceneggiatura della Leggenda
del re pescatore e autore di altri soggetti importanti
come quello dei Ponti di Madison County
(1995) o dell’Uomo che sussurrava ai
cavalli (1998). Dietro la macchina da presa l’autore
statunitense si cimenta invece un numero di volte relativamente
ridotto, realizzando dal ’98 ad oggi sei film, di cui i più recenti
sono Freedom Writers (2007) e la commedia romantica
P.S. I Love You (2007), interpretata da
Hilary Swank.
Per quanto riguarda la scelta degli
attori i ruoli principali sono stati assegnati all’esordiente
Alice Englert e a Alden
Ehrenreich, classe 1989, ingaggiato da Francis
Ford Coppola in Segreti di
famiglia (2009), nei panni del diciottenne Bennie, e
nel suo successivo Twixt (2011). Il giovane
attore è anche apparso nelle serie televisive
Supernatural e CSI: Scena del
crimine.
Grazie al grande successo della saga
di Twilight, hanno preso
vita sul grande schermo numerose storie d’amore per giovani di
carattere fantasy, dove uno dei due amanti si rivelava appartenere
ad una sempre diversa specie di creature fantastiche. Tra i titoli
più famosi di questo genere vi è Beautiful Creatures –
La sedicesima luna (qui la recensione), uscito in
sala nel 2013. A dirigerlo vi è Richard
LaGravanese, già celebre per aver firmato le sceneggiature
di titoli come La leggenda del re pescatore, I ponti di Madison
County, e P.S. I Love You. Esperto di storie d’amore al
cinema, questi ha così dato vita alla vicenda di Ethan e Lena,
giovani destinati tanto ad innamorarsi quanto a dover affrontare
numerosi ostacoli.
La storia qui narrata è
l’adattamento cinematografico di quella raccontata da Kami
Garcia e Margaret Stohl nell’omonimo
romanzo. Pubblicato nel 2009, questo è il primo della serie The
Caster Chronicles,composta da 4 libri e un e-book. Divenuto da
subito un grande successo per gli amanti del genere, questo ha
infatti visto prendere vita i seguiti Beautiful Darkness,
Beautiful Chaos e Beautiful Redemption. Acquisiti i
diritti sul primo della serie, i produttori speravano di dar vita
ad un nuovo successo cinematografico, sulla scia proprio di quello
ottenuto da Twilight. Avvalsosi di un cast di grandi
attori, il film è però arrivato ad un incasso di soli 60 milioni a
fronte di un budget di 50.
Un risultato, questo, che non ha
permesso la realizzazione dei sequel sperati. Anche come opera a
sé, però, Beautiful Creatures rimane un film interessante,
ricco di quel fascino e di quel mistero tanto necessari per un
prodotto di questo genere. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle differenze tra il libro e il
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Beautiful Creatures – La
sedicesima luna: la trama del film
Al centro della storia è
Ethan Wate, un adolescente stanco della normalità
e annoiato dalla vita lenta e sempre uguale della sua città,
Gatlin. Il suo unico desiderio è abbandonarla quanto prima. Un
giorno però si materializza davanti a sé il sogno ricorrente delle
notti passate: una bellissima ragazza, sua coetanea, mai vista o
conosciuta nella vita reale, e destinata a sconvolgergli
l’esistenza. Il suo nome è Lena Duchaness e si è
appena trasferita in città dal parente Macon
Ravenwood, noto per i suoi atteggiamenti da eremita, e la
sua esistenza nella periferia triste e desolata. La ragazza, in
difficoltà nel nuovo ambiente e tenuta a distanza da tutti, entra
invece subito nel cuore di Ethan. Tra i due nascerà ben presto un
amore profondo, misterioso, ricco di sorprese sconvolgenti e
costretto al limite tra il bene e il male.
Beautiful Creatures – La
sedicesima luna: il cast del film
Protagonista del film nei panni di
Ethan Wate è l’attore Alden Ehrenreich, oggi noto
per essere stato il giovane Han Solo in Solo: A Star Wars
Story. La parte era originariamente stata affidata a
JackO’Connell, celebre per il
film Il ribelle – Starred
Up, ma questi dovette rinunciare a causa di altri impegni.
Assunti i panni di Ethan, Ehrenreich si è poi trovato dinanzi a
difficoltà inaspettate. La principale tra queste è stata il
recitare una poesia di Bukowski, della quale non riusciva a
ricordare i versi. Il regista decise tuttavia di mantenere anche
nel film tale difficoltà nel personaggio, così da renderlo più
umano e credibile. Alice Englert, recentemente
vista nella serie Ratched, è invece interprete di Lena
Duchaness. Per il film, l’attrice non si è però limitata alla
recitazione, sfoggiando anche un talento per il canto. Sua è la
voce del brano che si può ascoltare durante la sequenza della
nevicata.
Nel cast sono poi presenti diversi
noti attori di Hollywood, alcuni dei quali anche vincitori del
premio Oscar. La prima di questi è Viola Davis, la
quale dà vita ad Amma. Questo è la combinazione di due personaggi
presenti nel libro, ovvero Amma e Marian. Per la parte, il regista
desiderava attrarre un attore di grande fama, e la Davis fu da
subito la sua prima scelta. Jeremy Irons è Macon
Ravenwood, lo zio di Lena, mentre Rachel
Brosnahan ricopre i panni di Genevieve Duchaness. Alla
stessa famiglia appartiene il personaggio di Ridley Duchaness,
interpretato da Emmy Rossum,
celebre per i suoi ruoli in Mystic River e The Day After Tomorrow.
Nonostante il suo sia uno dei personaggi principali, l’attrice
appare nel film soltanto per un totale di quindici minuti. Infine,
Emma Thompson
ricopre il doppio ruolo di Sarafine e Mrs. Lincoln.
Beautiful Creatures – La
sedicesima luna: le differenze tra il libro e il film
Nell’adattare il romanzo in film, il
regista e sceneggiatore si è curato di rimanere quanto più fedele
possibile al racconto delle due autrici. Letteratura e cinema
presentano però ovvie differenze di linguaggio, e come sempre è
stato necessario apportare diverse modifiche, al fine di rendere la
storia più adeguata ai canoni del racconto cinematografico. La
prima differenza rispetto al romanzo è la presenza di una storia
d’amore molto più coinvolgente tra i due protagonisti. LaGravanese
ha infatti accentuato i lati dolci del loro rapporto, permettendo
così una maggior presa sul pubblico. Allo stesso modo, rispetto al
romanzo nel film viene spiegato quasi subito il mistero che
circonda la protagonista, introducendo altrettanto presto anche
l’importante personaggio di Sarafine, che nel romanzo si manifesta
più tardi.
Un significativo elemento del
romanzo che viene, per ovvi motivi, a perdersi nel film è quello
della capacità dei due protagonisti di comunicare telepaticamente.
Sarebbe stato difficile e insolito dar vita a tale espediente, che
si è preferito abbandonare. Allo stesso modo, sono diversi i
personaggi del libro che non sono stati inseriti nel film. Tra
questi si ritrovano la bibliotecaria Marian Ashcroft, il tuttofare
Boo Radley e diversi membri della famiglia di Ethan. Anche il padre
di questi, che nel libro ricopre un ruolo importante, è qui
assente. Infine, anche il finale presenta diverse differenze. La
principale tra queste prevede che sia la stessa Lena ad allontanare
Ethan, sottoponendolo ad un incantesimo che porta il ragazzo a
scordarsi di lei. Ai fini del film, tale conclusione è sembrata la
più adeguata, trovando il favore anche di molti dei fan del
romanzo.
Beautiful Creatures – La sedicesima
luna: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Beautiful Creatures – La sedicesima luna
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 25 agosto alle ore 21:15
sul canale Italia 2.
Timothée Chalamet torna a caccia di Oscar con
Beautiful Boy, pellicola biografica tratta dai
romanzi “Beautiful Boy: A Father’s Journey Through His Son’s
Addiction” scritto da David Sheff e da “Tweak: Growing Up
on Methamphetamine” scritto invece da suo figlio Nic
Sheff.
Nel film l’attore, già nominato lo
scorso anno per la sua performance in Chiamami col tuo
nome di Luca Guadagnino, interpreta Nic,
tossicodipendente che attraversa un viaggio di recupero insieme
alla sua famiglia, percorso non privo di difficoltà e
contraddizioni.
Amazon Studios,
che produce insieme alla Plan B Entertainment di Brad
Pitt, ha appena rilasciato il primo teaser (che trovate
qui sotto:
Scritto
da Luke Davies (Lion) e diretto dal
belga Felix Van Groeningen (sua la regia di
Alabama Monroe), Beautiful Boy vede nel
cast anche Steve Carell, Amy
Ryan, Maura
Tierney, Timothy
Hutton, Amy
Forsyth, Ricky Low,
e Kaitlyn Dever.
L’uscita nelle sale è
fissata al 12 ottobre 2018, in tempo per entrare
nella corsa della Award Season del prossimo anno.
Beautiful Boy, la recensione del film con Steve
Carell
Ecco il primo trailer di
Beautiful Boy, il nuovo film Amazon Studios, tratto dai romanzi
“Beautiful Boy: A Father’s Journey Through His Son’s
Addiction” scritto da David Sheff e da “Tweak: Growing Up
on Methamphetamine” scritto invece da suo figlio Nic
Sheff.
Nel cast del film, insieme ai
protagonisti Steve Carell e Timothée Chalamet, anche Maura
Tierney e Amy Ryan. Ecco il trailer:
Scritto
da Luke Davies (Lion) e diretto dal
belga Felix Van Groeningen (sua la regia di
Alabama Monroe), Beautiful Boy vede nel
cast anche Steve Carell, Amy
Ryan, Maura
Tierney, Timothy
Hutton, Amy
Forsyth, Ricky Low,
e Kaitlyn Dever.
L’uscita nelle sale è
fissata al 12 ottobre 2018, in tempo per entrare
nella corsa della Award Season del prossimo anno.
Beautiful Boy, la recensione del film con Steve
Carell
Arriva alla Festa del
Cinema di Roma 2018, dopo essere stato
annunciato in pompa magna sin dall’inizio delle riprese,
Beautiful Boy, il film diretto da Felix
Van Groeningen e basato su due libri di memorie, quello di
David Sheff (padre) e quello di Nic Sheff (figlio). Entrambi i
volumi parlano dell’adolescenza turbolenta di Nic, preda della
dipendenza da alcol e da ogni tipo di droga. Van Groeningen si
avvale di Steve Carell e Timothée Chalamet per dare il volto ai suoi
protagonisti, portando sullo schermo una storia unica, che
abbraccia i due punti di vista, e che, nella sua semplice
tragicità, è la storia di un padre che vuole a tutti i costi
salvare suo figlio, ma che si scopre di volta in volta impotente di
fronte al mostro della dipendenza, che attanaglia il ragazzo.
In Beautiful Boy
David è un giornalista freelance di grande successo, con un figlio
nato dal suo primo matrimonio, Nic, appena diciottenne. Vive a San
Francisco, in una casa di legno, un ambiente stimolante pieno di
libri e quadri, dipinti dalla sua nuova moglie, dalla quale ha
avuto altri due bambini, entrambi devotissimi (e ricambiati) al
fratellastro maggiore. Nic, giovane di belle speranza, brillante,
interessato alla lettura, alla scrittura e al disegno, inciampa
nell’abuso di droghe. Appena il padre scopre il vizio del figlio,
cerca in tutti i modi di aiutarlo, dando origine ad un lungo
circolo vizioso, in cui ogni volta sembra che il ragazzo possa
davvero allontanarsi dal baratro aperto sotto i suoi piedi, ricade,
per rabbia, noia o debolezza.
Certamente non estraneo alle storie
dolorose (si pensi ad Alabama Monroe – Una storia
d’amore), Felix Van Groeningen
sceglie di raccontare tutto il percorso di Nic e David, dalla prima
rehab all’ultima disperata richiesta d’aiuto del figlio al padre.
Un’altalena dolorosa che determinano un ritmo ripetitivo che mina
la capacità del film di entrare in connessione con lo spettatore.
Una scelta poco mirata che si causa il mancato “aggancio emotivo”
con il pubblico, nonostante l’utilizzo di una musica invadente che
arriva puntualmente a sottolineare, come una fastidiosa tautologia
sonora, lo stato d’animo che la scena di volta in volta dovrebbe
generare nello spettatore.
Di fronte alla poca
incisività del film si stagliano però i due protagonisti,
straordinari. Da una parte c’è l’ormai consolidato Steve Carell, che offre una performance tutta
in sottrazione, ritraendo con intensità un padre addolorato e
spaventato, un uomo vittima anche di un senso di impotenza
devastante di fronte alla possibilità, ogni volta più concreta, di
veder morire il figlio. Di fronte a lui, spalle sempre più forti e
talento brillante, c’è quel Timothée Chalamet che
ha fatto battere il cuore di tutti gli spettatori nella scorsa
stagione cinematografica in Chiamami col tuo
nome, di Luca Guadagnino. Sembra
chiaro che questo film, o almeno queste performance, sono già con
il collo allungato a guardare in avanti, verso la stagione dei
premi.
Nella sua natura più elementare,
Beautiful Boy è la storia di un padre che cerca in
tutti i modi di aiutare il figlio, scoprendosi ogni volta impotente
di fronte alla sua dipendenza. Un racconto che vorrebbe e potrebbe
far leva su sentimenti comuni (il desiderio di un padre di
proteggere sempre il proprio figlio), ma che per non rinunciare a
raccontare tutti i fatti, fallisce nel raccontare le emozioni.
Il cinema, come noto, attraverso le
sue storie mira anche a proporre importanti riflessioni su
tematiche su cui è sempre bene tenere aperto un discorso. Rientrano
in questa tipologia di opere quei film incentrati sulla droga e
sull’effetto che questa ha sui giovani. Da un film divenuto ormai
un classico di questo filone come Christian F. – I ragazzi
dello zoo di Berlino fino a Ritorno dal nulla, con
Leonardo DiCaprio, fino al più recente Ben is Back, sono tanti
i titoli che si occupano di questa problematica. Rientra tra questi
anche Beautiful Boy (qui la recensione).
Diretto nel 2018 dal belga
Felix van Groeningen, celebre per il film
candidato all’Oscar Alabama Monroe – Una storia
d’amore, Beautiful Boy è tratto da una storia
vera, riportata nelle autobiografie Beautiful Boy: A Father’s
Journey Through His Son’s Addiction, scritta da David
Sheff, e Tweak: Growing Up on Methamphetamines,
scritta dal figlio di David, Nicolas. La vicenda si concentra
dunque sul difficile rapporto tra un padre e i suoi disperati
tentativi di salvare la vita del figlio tossicodipendente, cercando
di ricostruire il loro rapporto nel corso di questo processo.
Apprezzato per il suo realismo e per
il suo tenere sempre alla base l’amore tra padre e figlio,
Beautiful Boy ha dunque raccontato con tatto una difficile
storia vera, ricordando l’importanza della sensibilizzazione su
tale tema. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
vera storia. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Beautiful Boy: la trama e
il cast del film
Protagonista del film è
Nicolas Sheff, bravo studente di 18 anni che
scrive per il giornale della scuola, recita nello spettacolo
teatrale di fine anno e fa parte della squadra di pallanuoto. Nic
ama leggere e possiede una spiccata sensibilità artistica. Da
quando ha 12 anni però, ama sperimentare le droghe e in breve da
semplice adolescente che fa uso sporadico di stupefacenti, si
trasforma in un vero e proprio tossicodipendente. Venuto a
conoscenza della disperata situazione di suo figlio,
David cercherà di accompagnare con tutte le sue
forze il figlio nella difficile lotta contro l’assuefazione, nel
tentativo di salvargli la vita.
Ad interpretare Nicolas vi è l’ormai
celebre Thimothée
Chalamet, protagonista di Chiamami col tuo
nome e Dune. Per dar vita ad un credibile ragazzo
tossicodipendente, l’attore ha dovuto perdere circa 8 chili. Sul
set aveva anche un consulente e un medico per assicurarsi che la
sua recitazione fosse realistica e autentica. Nei panni di suo
padre vi è invece l’attore Steve Carell,
il quale ha nuovamente dimostrato le sue doti drammatiche. Nel film
sono poi presenti le attrici Maura Tierney nei
panni di Karen Sheff e Amy Ryan in quelli di Vicky
Sheff. Andre Royo è invece Spencer, lo sponsor di
Nic.
Beautiful Boy: la vera
storia dietro al film
Pubblicato nel 2008, il libro
scritto da David Sheff ripercorre il difficile processo di
disintossicazione di Nic dalla droga e le azioni che il padre ha
compiuto per aiutarlo in tale percorso. Pur operando alcuni
cambiamenti e omissioni al momento di dover rendere questa storia
un film, gli autori si sono preoccupati di rimanere quanto più
possibile fedeli alla vera vicenda di Nic e David. Partendo
dall’inizio, è vero che Nic iniziò a far uso di droghe all’età di
12 anni e all’età di 18 provò la metanfetamina. A spingerlo verso
le droghe fu in particolare il divorzio dei genitori, avvenuto
quando egli aveva solo 4. Un evento mai realmente superato a
livello emotivo.
Inizialmente i suoi genitori
negarono la possibilità che il figlio fosse un tossicodipendente,
almeno fino al momento in cui non fu più possibile negare né
nascondere la cosa. Come viene narrato nel film, anche David ammise
di aver fatto uso di droghe in gioventù, sostenendo inoltre che se
ne avesse parlato con suo figlio magari avrebbe potuto aiutarlo ad
evitare questo tipo di sostanze pericolose. Ormai schiavo della
droga, nei momenti di maggior declino mentale e fisico Nic arrivò
anche a fuggire di casa e a prostituirsi per strada pur di poter
comprare dell’altra droga. Per farlo, arrivò anche a rubare dei
soldi al suo fratellino di 7 anni.
Come mostrato nel film, inoltre, più
volte David si trovò a dover chiamare gli ospedali nel tentativo di
sapere se suo figlio era ricoverato in overdose presso di loro. La
situazione di Nic era così critica che egli rischiò quasi di
perdere un braccio dopo essersi bucato con una siringa infetta. Un
evento non mostrato nel film. Egli accettò infine di andare in
rehab, riuscendo dopo numerose fatiche ad uscire dal tunnel della
droga. Sia lui che suo padre hanno poi pubblicato dei libri a
riguardo, che fungono anche da monito nei confronti dei pericoli
della droga.
Beautiful Boy: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Beautiful Boy grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 21 giugno alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Amazon Studios ha
diffuso il secondo trailer di Beautiful Boy, il
film tratto dai romanzi “Beautiful Boy: A Father’s
Journey Through His Son’s Addiction” di David Sheff e da
“Tweak: Growing Up on Methamphetamine” del figlio Nic
Sheff.
Nel cast del film, insieme ai
protagonisti Steve Carell e Timothée Chalamet, anche Maura
Tierney e Amy Ryan.
Dati i trascorsi di
Carell e Chalamet con l’Academy, è probabile che le loro
interpretazioni vengano considerate per una nomination agli Oscar
2019, cosa che non sorprenderebbe affatto. Dopotutto con Chiamami
col tuo nome, il giovane attore ha dimostrato di essere un
interprete brillante e sensibile, mentre Carell conferma a ogni
titolo ormai il suo poliedrico talento.
Scritto
da Luke Davies (Lion) e diretto dal
belga Felix Van Groeningen (sua la regia di
Alabama Monroe), Beautiful Boy vede nel
cast Timothée Chalamet, Steve
Carell, Amy Ryan, Maura
Tierney, Timothy
Hutton, Amy
Forsyth, Ricky Low,
e Kaitlyn Dever.
L’uscita nelle sale è
fissata al 12 ottobre 2018, in tempo per entrare
nella corsa della Award Season del prossimo anno.
Beautiful Boy, la recensione del film con Steve
Carell
Vari nuovi progetti in cantiere per
Cameron Crowe: tra questi, l’adattamento di Beautiful Boy: A
Father’s Journey Through His Son’s Addiction di David Sheff. Il
regista sarebbe inoltre interessato ad un altro libro dello stesso
autore, Tweak: Growing Up On Methamphetamines, anch’esso basato su
uno scontro padre – figlio sullo sfondo di una
tossicodipendenza.
Beautiful Boy viene portato avanti
dalla Paramount assieme alla Plan B di Brad Pitt, che hanno
acquisito i diritti del libro nel 2008. Crowe è stato coinvolto fin
dall’inizio, tuttavia in seguito tutto ha subito un rallentamento
dopo che l’autore del libro aveva espresso il proprio disappunto
per il modo in cui era stato ritratto nella sceneggiatura. Al
momento, la Paramount sembra essere uscita definitivamente dal
progetto, che resta nelle mani della Plan B; confermato invece il
coinvolgimento di Crowe.
Le anticipazioni delle nuove puntate
di Beautiful, la saop che va in
onda alle ore 13.40 su Canale 5. Di seguito le
anticipazioni di oggi Giovedì 25 ottobre 2018.
Nella puntata di
oggi Hope rivela
a Steffy il nome dell’albergo in
cui Liam sta
alloggiando. Steffy, senza esitare, corre
subito da lui decisa ad implorare per l’ennesima volta il suo
perdono. Nel frattempo anche Wyatt è
andato a trovare Liam. Il giovane spera di
convincere il fratellastro a non rinunciare al matrimonio con
Steffy solo per un errore. Wyatt gli chiederà di perdonarla in nome
del bambino che porta in grembo.
Beautiful Anticipazioni
Beautiful(The
Bold and the Beautiful) è una soap
opera statunitense, creata da William J. Bell e Lee Phillip
Bell per la CBS, che va in onda
dal 23 marzo 1987.
La soap viene trasmessa in circa
100 paesi ed è seguita da 300 milioni di spettatori in tutto il
mondo ogni giorno con punte di 500 milioni, ed è la soap opera più
seguita al mondo. Ha vinto negli anni 31 Daytime Emmy
Awards di cui 3 consecutivi come Miglior serie
drammatica del daytime (nel 2009,
nel 2010 e nel 2011).
In Italia la soap è
trasmessa dal 4 giugno 1990, prima su Rai 2 ed
in seguito, dal 5 aprile 1994, su Canale 5.
Nell’ultima stagione, del cast
iniziale del 1987 sono rimasti solo due attori: John
McCook (Eric Forrester) e Katherine Kelly
Lang (Brooke Logan, il personaggio più presente nella storia
della soap). Altri attori che hanno fatto parte del cast sin dalla
prima puntata per molto tempo sono stati Susan
Flannery (Stephanie Douglas Forrester) e Ronn
Moss (Ridge Forrester), entrambi hanno però lasciato il cast
nel 2012 (il personaggio di Ridge è poi ritornato
nel 2013, ma interpretato da un nuovo attore, Thorsten
Kaye); altre attrici che hanno partecipato a gran parte degli
episodi della soap sono state Darlene Conley (Sally
Spectra) nel cast fisso dal 1989 al 2007 (anno
di morte dell’attrice) e Hunter Tylo (Taylor Hamilton)
nel cast fisso dal 1990 al 2002 e
dal 2005 al 2013, con apparizioni da guest star
nel 2014.
Le anticipazioni delle nuove
puntate di Beautiful, la saop che
va in onda alle ore 13.40 su Canale 5. Di seguito le
anticipazioni di oggi Giovedì 18 ottobre 2018.
Nella puntata di
oggi Hope rivela
a Steffy il nome dell’albergo in
cui Liam sta
alloggiando. Steffy, senza esitare, corre
subito da lui decisa ad implorare per l’ennesima volta il suo
perdono. Nel frattempo anche strong>Wyatt è andato a
trovare Liam. Il giovane spera di convincere
il fratellastro a non rinunciare al matrimonio con Steffy solo per
un errore. Wyatt gli chiederà di perdonarla in nome del bambino che
porta in grembo.
Beautiful Anticipazioni
Beautiful(The
Bold and the Beautiful) è una soap
opera statunitense, creata da William J. Bell e Lee Phillip
Bell per la CBS, che va in onda
dal 23 marzo 1987.
La soap viene trasmessa in circa
100 paesi ed è seguita da 300 milioni di spettatori in tutto il
mondo ogni giorno con punte di 500 milioni, ed è la soap opera più
seguita al mondo. Ha vinto negli anni 31 Daytime Emmy
Awards di cui 3 consecutivi come Miglior serie
drammatica del daytime (nel 2009,
nel 2010 e nel 2011).
In Italia la soap è
trasmessa dal 4 giugno 1990, prima su Rai 2 ed
in seguito, dal 5 aprile 1994, su Canale 5.
Nell’ultima stagione, del cast
iniziale del 1987 sono rimasti solo due attori: John
McCook (Eric Forrester) e Katherine Kelly
Lang (Brooke Logan, il personaggio più presente nella storia
della soap). Altri attori che hanno fatto parte del cast sin dalla
prima puntata per molto tempo sono stati Susan
Flannery (Stephanie Douglas Forrester) e Ronn
Moss (Ridge Forrester), entrambi hanno però lasciato il cast
nel 2012 (il personaggio di Ridge è poi ritornato
nel 2013, ma interpretato da un nuovo attore, Thorsten
Kaye); altre attrici che hanno partecipato a gran parte degli
episodi della soap sono state Darlene Conley (Sally
Spectra) nel cast fisso dal 1989 al 2007 (anno
di morte dell’attrice) e Hunter Tylo (Taylor Hamilton)
nel cast fisso dal 1990 al 2002 e
dal 2005 al 2013, con apparizioni da guest star
nel 2014.
Il titolo di Beau Is
Afraid sembra davvero sintetizzare appieno la
premessa, almeno a giudicare dal primo trailer ufficiale diffuso.
Il film A24 è
l’ultimo del regista di Midsommar e Hereditary
Ari Aster e vede Joaquin Phoenix nei panni di un ragazzo
stressato che intraprende “un’odissea epica per tornare a casa da
sua madre”.
Apparentemente, questa odissea implica
viaggiare attraverso un mondo fantastico di papercraft e incontrare
versioni di se stesso di vari periodi di tempo. Per far capire
quest’ultimo punto, il film presenta una
versione estremamente invecchiata di Joaquin Phoenix che è decisamente inquietante,
anche se Beau Is Afraid non sembra essere così
terrificante come il precedente lavoro di Aster. Tuttavia potrebbe
essere solo il primo trailer, però.
Se ciò non bastasse, il film presenta anche un cast di supporto di
primossimo piano , tra cui Nathan Lane, Amy Ryan, Parker
Posey e Patti LuPone.
L’uscita nelle sale è prevista negli USA per il 21
aprile.
A24 ha rilasciato una nuova featurette backstage
di Beau ha paura (qui
il trailer), l’attesissimo nuovo film di Ari
Aster. Beau ha paura promette di condurre
il pubblico in un viaggio psichedelico dalla nascita alla morte,
con Joaquin Phoenix che interpreta il personaggio
principale in diverse età della vita.
Nella nuova featurette, Aster dice:
“Penso a questo film da tipo dieci anni. C’è una parte di me
che non riesce a credere che lo stiamo girando”. Anche se non
sappiamo ancora molto della trama di Beau ha
paura, Aster ha pubblicato un cortometraggio intitolato
Beau nel 2011, su un uomo che ha troppa paura di
lasciare il suo appartamento e che mantiene un costante contatto
telefonico con sua madre. Beau ha
paura sembra essere in qualche modo collegato a
questo primo cortometraggio, poiché la trama ruota attorno al
personaggio di Phoenix che cerca di raggiungere la casa di sua
madre e sperimenta ogni sorta di cose stravaganti lungo la strada.
Come dice Aster, “È come un ebreo Il Signore degli Anelli, ma
sta solo andando a casa di sua madre”.
Dopo
Hereditary,
presentato al Sundance Film Festival nel 2018 e Midsommar, inserito fra i 10 migliori
film indipendenti del 2019 dal National Board of Review Awards, il
pluripremiato autore di culto Ari Aster tornaa stupire il pubblico
con un’opera che intreccia mistero e humor nero in un viaggio folle
e immersivo.
Scritto, diretto e
prodotto da Ari Aster, Beau ha paura
presenta Joaquin Phoenix nel ruolo del titolo
affiancato da un cast che include Nathan Lane
(vincitore di un Emmy per “Only Murders in the Building” Tv, “The
Producers – Una gaia commedia neonazista”), la candidata all’Oscar
e al Golden Globe Amy Ryan (“Il ponte delle spie”,
“Birdman”,“Gone Baby Gone”), con l’attrice nominata al Golden Globe
Parker Posey (la serie tv “The Staircase – Una
morte sospetta”, “Café Society”, “Scream 3”, “Superman Returns”,
“Blade Trinity”) e la vincitrice di Grammy Patti
LuPone (“American Horror Story” Tv, “L’accademia del bene
e del male”).
In arrivo nelle sale italiane il
27 aprile, Beau
ha pauraè il nuovo attesissimo
film di Ari Aster, regista di Hereditary e Midsommar, che già dal
trailer ha generato forte curiosità e interesse verso quella che
sembra essere una storia piuttosto folle. Le prime reazioni in
arrivo dagli Stati Uniti confermano tale sensazione definendolo
“il progetto più sfrenato del regista“. Stando alla
sinossi ad oggi rilasciata, il film segue il personaggio titolare,
interpretato da Joaquin
Phoenix, un uomo ansioso che, dopo la morte di sua
madre, decide di tornare a casa, incontrando una serie di incidenti
surreali e soprannaturali lungo la strada.
“Beau ha paura di Ari Aster è
un audace mix di umorismo e horror. In parte splendido carburante
da incubo esistenziale, in parte odissea comica nera come la pece,
è un incredibile pilastro del suo genio artistico.”, scrive su
Twitter Courtney Howard di Variety,
mentre Meagan Navarro di Bloody
Disgusting lo definisce come una “odissea folle,
fantasiosa e oscuramente comica attraverso il senso di colpa e la
repressione”. “Ho appena visto Beau ha paura. Sono così felice che
esistano cineasti come Ari Aster. Tre delle ore più estenuanti,
spiacevoli, orribili della mia vita. Ho bisogno di circa 2-3 mesi
lavorativi per capire se mi è piaciuto tutto o l’ho odiato”,
scrive invece Jess Joho del Los Angeles
Times.
Quest’ultimo parere, in
particolare, mette in risalto la durata del film, 3
ore, e lascia immaginare che Beau ha paura si
affermerà come un titolo particolarmente divisivo, che
difficilmente lascerà indifferenti i suoi spettatori. Non resta
dunque che attendere la sua uscita anche nelle sale italiane per
scoprire di più, dopo aver potuto avere un assaggio del tutto
grazie al trailer ufficiale. Oltre a
Phoenix, ricordiamo che il film è interpretato anche da
Patti LuPone, Nathan Lane,
Amy Ryan, Parker Posey,
Richard Kind e Stephen McKinley
Henderson.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU BEAU HA PAURA
Il terzo lungometraggio di
Ari Aster, al cinema dal 27 aprile, è sicuramente
avvincente per quanto sgangherato. Ci sono molti momenti
esilaranti, ma anche qualche scena che meriterebbe un
approfondimento e una spiegazione, dal momento che è la prima volta
che Aster ci pone di fronte a un racconto così involuto, laddove i
suoi film precedenti erano inquietanti ma relativamente semplici
nelle loro conclusioni.
Beau ha paura ci porta invece in
territori sconosciuti e il suo finale non è proprio diretto ed
esplicativo. Dopo che Beau ha affrontato il mondo per tornare dalla
madre, che crede morta in un incidente, si trova a fare sesso con
la sua cotta d’infanzia, che però muore dopo che lui aveva
raggiunto l’orgasmo. L’uomo non aveva mai fatto sesso proprio per
paura di morire, e invece si trova a gestire l’improvvisa morte
della sua partner e in quel momento, la madre ricompare e gli
confessa che tutti i suoi incubi erano veri (compresi un fratello
gemello chiuso in soffitta, un padre mostruoso con la forma di
fallo gigante) e che la donna gli ha sempre mentito.
Il processo a Beau
Arrabbiato per le menzogne della
madre, Beau comincia a strangolarla in un impeto di rabbia. Quando
torna in sé, si interrompe improvvisamente, ma lei continua a
soffocare e in un rantolo, cade di faccia su un tavolino di vetro.
Sconvolto da quello che ha fatto, Beau fugge rapidamente dalla
casa, stordito, con la sua espressione congelata in una smorfia di
paura. Poi si imbatte in un motoscafo lungo l’argine di quello che
sembra il mare, comincia una breve navigazione che lo porta,
attraverso un tunnel, in una specie di stadio, dove, ad attenderlo,
c’è un numeroso pubblico e persino sua madre, tornata di nuovo
dalla morte.
Con Beau al centro di questo stadio,
che galleggia nell’acqua, inizia un processo. Si tratta di un
momento in cui tutti i suoi numerosi difetti vengono passati al
setaccio. A perseguire il processo c’è il dottor Cohen,
interpretato da Richard Kind in una forma rara, un
amico di famiglia che, fino a questo momento, avevamo sentito solo
nelle telefonate.
Il suo avvocato difensore è
minuscolo in confronto, riesce a malapena ad alzare la voce quanto
basta per farsi sentire prima di essere gettato sugli scogli e
ucciso. È un processo farsa in cui la colpevolezza di Beau è quasi
certa. Questo culmina con la barca che viene capovolta con lui che
presumibilmente annega sotto di essa mentre la folla, come se fosse
annoiata dall’intera faccenda, si allontana mentre scorrono i
titoli di coda. È quasi deludente, come scena, considerata l’enfasi
che era stata la cifra distintiva del viaggio, fino a quel
momento.
Tutto è uno scherzo?
Detto questo, dovrebbe essere chiaro
che il film potrebbe tranquillamente essere uno scherzo. Dalla
telefonata in cui Beau viene informato della morte di sua madre
alla scoperta fatta in soffitta, Aster sta sfoderando un tono di
racconto che era presente in maniera sottintesa nei suoi lavori
precedenti. Ha creato uno spettacolo dell’orrore esistenziale che
si intreccia con l’umorismo assurdo per mettere a nudo la rottura
di un uomo. Nel film, quest’uomo è Beau, e porta con sé molti
traumi. Riprendendo quel punto, è chiaro che il film parla del modo
in cui la vita può essere un accumulo di fallimenti che si rivelano
troppo pesanti da sopportare. Si potrebbe leggere Beau come il
frutto dell’immaginazione di Aster che dà vita a un personaggio
basato sulle sue paure profondamente radicate. Con questo in mente,
possiamo anche fare il passo successivo e ipotizzare che il film
parli anche del suo rapporto con il pubblico.
Beau e Aster hanno più paura di
noi
Quando Beau raggiunge la fine del
suo cammino, non trova la salvezza. Ha intrapreso un viaggio da
eroe quasi classico, completo dell’attraversamento di una soglia
letterale per uscire dal suo appartamento, anche se in realtà non è
stato realizzato nulla. Dato che Beau è costretto a guardarsi
indietro e a esaminare tutto ciò che ha fatto, adesso ha anche
tutta una serie di testimoni, gli spettatori, che possono sezionare
e smontare ogni passo che ha fatto per arrivare dov’è.
Indipendentemente dal fatto che Beau
debba essere letteralmente una versione di Aster o meno, c’è
qualcosa che ogni creatore lascia di se stesso quando crea
qualcosa. Ogni decisione che prendono i personaggi viene quindi
passata al microscopio per essere analizzata. Mentre Beau viene
quindi annientato, incapace di difendersi da tutto ciò che gli
viene posto contro, Aster si umilia davanti al pubblico. Sebbene
molti si siano affrettati a definire il film pretenzioso, c’è anche
qualcosa di profondamente senza pretese in questo finale.
Il fatto che ci ritroviamo a vedere
il pubblico apparentemente ambivalente allontanarsi, come se non
gli importasse davvero di quello che è successo, è significativo.
Anche dopo che il personaggio che abbiamo conosciuto è morto, la
storia non è finita. C’è un’iper-consapevolezza di come tutti
coloro che vi hanno preso parte (inclusi noi come pubblico) ora
vivranno le proprie vite. Noi come spettatori abbiamo trascorso tre
ore a dare un’occhiata nella mente di Aster proprio come nella
mente di Beau. Il processo si è concluso con l’annullamento di
quest’ultimo. Questa distruzione non è una risurrezione o rinascita
come accadeva in Midsommar o
Hereditary.
Invece, c’è una finalità, un
riconoscimento da parte di Aster che tutto ciò che realizzerà può
essere morto e dimenticato dagli innumerevoli membri del pubblico
che se ne andranno senza mai più pensarci. Serve come confronto
finale con la paura. Che si tratti di un giudizio sul proprio
lavoro, sulla propria vita o su una combinazione di entrambi,
questa distruzione porta con sé una desolazione. Non importa quanto
uno dia di se stesso per raccontare una bella storia, come lo
stesso Beau ha immaginato in vividi dettagli a metà film, c’è
sempre la cupa possibilità che morirai annegato, nell’indifferenza
di tutti.
Arriverà nelle sale italiane dal 27
aprile il nuovo film di Ari Aster, Beau
ha paura. Questo nuovo lungometraggio del regista di
Hereditary e Midsommar ha già
genereato forte curiosità e interesse verso quella che sembra
essere una storia piuttosto folle. Le prime reazioni in arrivo
dagli Stati Uniti hanno infatti confermato tale sensazione
definendolo “il progetto più sfrenato del regista“. Stando
alla sinossi rilasciata, il film segue il personaggio titolare,
interpretato da Joaquin
Phoenix, un uomo ansioso che, dopo la morte di sua
madre, decide di tornare a casa, incontrando una serie di incidenti
surreali e soprannaturali lungo la strada.
Proprio Phoenix ha ora
scherzosamente avvisato gli spettatori di non guardare Beau
ha paurase si sono ingeriti funghi
allucinogeni. “Mi è stato detto da qualcuno dell’esistenza di
una sfida tra amici, dove si assumono funghi allucinogeni e si va a
vedere questo film“, ha detto Phoenix nel corso di
un’intervista. “E volevo solo fare un annuncio di servizio
pubblico e dire di non fare una cosa del genere, non prendete
funghi prima di vedere questo film.” Phoenix ha poi però
aggiunto: “Ma se lo fate, almeno filmatevi. Ma, seriamente, non
fatelo”.
Come dimostrato dal trailer, il
film sembra a tutti gli effetti essere un’esperienza visiva
particolarmente affascinante, dove si mescolano tecniche di ripresa
diverse tra live action e animazione. Non resta dunque che
aspettare ancora qualche giorno l’arrivo in sala del film, per
poter poi scoprire quanto folle di suo possa risultare, anche senza
l’assunzione di funghi allucinogeni. Scritto, diretto e prodotto da
Ari Aster, Beau
ha paurapresenta
Joaquin Phoenix nel ruolo del titolo
affiancato da un cast che include Nathan Lane, la
candidata all’Oscar e al Golden Globe Amy Ryan,
con l’attrice nominata al Golden Globe Parker
Posey e la vincitrice di Grammy Patti
LuPone.
Ari Aster è
tornato. Il suo nuovo, visionario e fantasmagorico Beau
ha paura arriverà nei cinema italiani ad aprile con
I Wonder Pictures. Protagonista il premio Oscar
Joaquin Phoenix(“Lei”,
“Joker”), un individuo paranoico che deve affrontare una
strabiliante odissea per tornare a casa da sua madre in questo film
audace e genialmente adrenalinico.
Dopo
Hereditary,
presentato al Sundance Film Festival nel 2018 e Midsommar, inserito fra i 10 migliori
film indipendenti del 2019 dal National Board of Review Awards, il
pluripremiato autore di culto Ari Aster tornaa stupire il pubblico
con un’opera che intreccia mistero e humor nero in un viaggio folle
e immersivo.
Scritto, diretto e
prodotto da Ari Aster, Beau ha paura
presenta Joaquin Phoenix nel ruolo del titolo
affiancato da un cast che include Nathan Lane
(vincitore di un Emmy per “Only Murders in the Building” Tv, “The
Producers – Una gaia commedia neonazista”), la candidata all’Oscar
e al Golden Globe Amy Ryan (“Il ponte delle spie”,
“Birdman”,“Gone Baby Gone”), con l’attrice nominata al Golden Globe
Parker Posey (la serie tv “The Staircase – Una
morte sospetta”, “Café Society”, “Scream 3”, “Superman Returns”,
“Blade Trinity”) e la vincitrice di Grammy Patti
LuPone (“American Horror Story” Tv, “L’accademia del bene
e del male”).
Prodotto da A24 e da
Lars Knudsen and Ari Aster, Beau ha paura
uscirà nelle sale italiane ad aprile distribuito da I
Wonder Pictures.
Dopo il complesso e
ambizioso Midsommar, che guardava al linguaggio del folk – horror
riadattandone i criteri, Ari Aster si presenta,
completamente a briglia sciolta, con il suo terzo film,
Beau ha paura, in sala dal 27 aprile distribuito da
I Wonder Pictures.
Accompagnato da uno
sciame di critiche negative, il film con
protagonista un attonito e impaurito Joaquin Phoenix non
arriva nelle nostre sale con la migliore delle presentazioni, e
probabilmente già soltanto la durata del film, tre ore, basterà a
scoraggiare gli spettatori, a meno che non siano proprio estimatori
del regista di Hereditary.
E non sarebbe poi una
scelta tanto sbagliata andare a vedere il terzo film
di quel regista che tanto ha fatto parlare bene di sé e che,
insieme a Robert Eggers e Jordan Peele, ha dato una
spinta d’autore al genere horror, con molte declinazioni e punti di
vista personali. Tuttavia, Beau ha paura non si muove dentro
gli argini di un genere soltanto, rivelandosi più una
Odissea sotto allucinogeni, una specie di film
d’avventura, un road movie a piedi (scalzi) in cui il protagonista
si perde dentro le sue stesse paranoie.
Beau ha paura, la
trama
E in fondo il film è
questo: il racconto della vita di un uomo paranoico, dentro la
sua stessa testa. Beau ha paura di ogni cosa, sembra avere una vita
normale che gestisce con una immensa fatica, ma, con
l’approssimarsi dell’anniversario della morte del padre, deve
intraprendere un viaggio per raggiungere la casa della madre, che
lui ama e teme in egual misura. Questo viaggio obbligato lo
spingerà a interrompere la sua routine e a mettersi in gioco in un
mondo che, in ogni sua singola manifestazione, lo atterrisce.
Una progressiva discesa
nella mente di Beau
Mentre nella prima parte
ci vengono dati strumenti e coordinate per capire cosa stiamo
guardando, con tutte le esagerazioni, le paure, gli inseguimenti, i
ritmi incalzanti e, appunto, le paranoie che sono solo nella testa
di Beau, nella parte centrale il film deraglia in una fiaba, una
passeggiata in un bosco esistenziale in cui moltissime
contaminazioni narrative si influenzano e si mescolano,
sfilacciando non solo la forma del racconto, ma anche quella del
linguaggio che si contamina con segmenti animati. Se dal punto di
vista linguistico e visivo siano quindi di fronte a una forma se
non nuova almeno interessante, dal punto di vista narrativo siamo
già completamente persi nella mente di Beau, e vengono meno tutte
quelle coordinate che avevamo acquisito nella prima parte del
film.
Sembra che Aster guardi
al cinema di Charlie Kaufman, provando a mettere in scena
situazioni surreali e bizzarre che trovano un’eco nel cinema del
cineasta newyorkese, là dove in Kaufman però c’è una maggiore
consapevolezza dei limiti e forse anche della potenza del racconto,
oltre che una costante e innata dolcezza. Aster invece perde il
senso della misura, e così abbonda, aggiunge situazioni, senza
procedere organicamente con il racconto ma sovrapponendo
suggestioni le une sulle altre, scivolando sempre di più in un
mondo che non è più solo la rappresentazione delle paure di Beau,
ma è un delirio di input, colorato e senza forma.
Il confronto con il
“mostro” finale
Nel terzo atto, poi, ci
confrontiamo direttamente con ciò di cui Beau ha veramente paura.
Tra complessi freudiani, inibizioni sessuali, incomprensioni e
traumi, la paura più grande del protagonista si rivela essere
proprio quella madre, il mostro di fine livello, dalla quale, per
tutto il film, tenta di tornare, ma dal cui è irrimediabilmente
spaventato. In questo rapporto così contraddittorio con una madre
manipolatrice e effettivamente spaventosa Beau può trovare un punto
di contatto con il pubblico, tra cui ci saranno sicuramente persone
con un rapporto complicato con la figura materna. Ma ovviamente lui
è un paranoico, e quindi tutto viene esagerato, esasperato,
addizionato, sovrapponendo strati di significato su strati di
metafora, con il risultato che, alla fine, lo spettatore risulta
stordito e sfiancato dal fiume in piena dei pensieri di Ari
Aster, che, dal canto suo, sembra estremamente compiaciuto del
proprio lavoro, senza risparmiarsi niente, neppure la più piccola
idea bizzarra, che sia un gemello cattivo o un mostro/padre
rinchiuso in soffitta.
Un racconto a briglia
sciolta
La sensazione è che,
fuori dal linguaggio di genere, Ari Aster abbia perso le briglie
del suo stesso racconto, dando libero sfogo al suo immaginario e
così auto-sabotandosi, senza una macchina filmica che gli abbia
offerto sponde e limiti per razionalizzare al meglio la sua idea
che comunque è intrigante, ma disordinatamente realizzata. Ma forse
lo spirito di Beau ha paura è proprio questo: la paura è
irrazionale e incontrollata, non ammette ragionevolezza né limiti
di azione, a maggior ragione se si annida dentro la testa di un
paranoico che ha avuto paura di tutto dal momento in cui è nato,
ancora prima di emettere il primo vagito.
Un enorme contenitore di
idee
Più che un film
ambizioso, come spesso si legge, Beau ha paura è un film
contenitore, in cui Ari Aster ha riversato, senza riguardo
per nulla e nessuno, idee, traumi, sensazioni, situazioni e forse
anche paure personali.
È un film squilibrato, un
flusso di coscienza per immagini senza però la profondità e il
bisogno di riflessione e confronto che ha una vera coscienza quando
si mette a nudo sullo schermo. Beau ha paura è delirio
cinematografico, addizione di suggestioni e incontrollata
glorificazione del proprio ego. Sicuramente si tratta di una
visione ostica e per niente rassicurante, ma forse era giusto
aspettarsi qualcosa del genere da Aster, perché il cinema non deve
sempre per forza essere organico e rassicurante.
Ari
Aster è tornato. Il suo nuovo, visionario e fantasmagorico
Beau ha paura arriverà nei cinema
italiani ad aprile con I Wonder Pictures.
Protagonista il premio Oscar Joaquin Phoenix(“Lei”,
“Joker”), un
individuo paranoico che deve affrontare una strabiliante odissea
per tornare a casa da sua madre in questo film audace e genialmente
adrenalinico.
Dopo
Hereditary,
presentato al Sundance Film Festival nel 2018 e Midsommar, inserito fra i 10 migliori
film indipendenti del 2019 dal National Board of Review Awards, il
pluripremiato autore di culto Ari Aster tornaa stupire il pubblico
con un’opera che intreccia mistero e humor nero in un viaggio folle
e immersivo.
Scritto, diretto e
prodotto da Ari Aster, Beau ha paura
presenta Joaquin Phoenix nel ruolo del titolo
affiancato da un cast che include Nathan Lane
(vincitore di un Emmy per “Only Murders in the Building” Tv, “The
Producers – Una gaia commedia neonazista”), la candidata all’Oscar
e al Golden Globe Amy Ryan (“Il ponte delle spie”,
“Birdman”,“Gone Baby Gone”), con l’attrice nominata al Golden Globe
Parker Posey (la serie tv “The Staircase – Una
morte sospetta”, “Café Society”, “Scream 3”, “Superman Returns”,
“Blade Trinity”) e la vincitrice di Grammy Patti
LuPone (“American Horror Story” Tv, “L’accademia del bene
e del male”).