Wall Street: Il denaro non
dorme mai – In questo sequel di un primo film conclusosi
con lo squalo Gekko condannato alla galera, si assiste ad un
tentativo di reinserimento in quella che era la sua vita, e che
ovviamente dopo vent’anni sembra non esserci più. Nel riallacciare
i rapporti con la figlia, legata ad un giovane finanziere di Wall
Street, Gekko approfitta della situazione per segnalare alla
comunità finanziaria, di cui ormai non è parte, la crisi
imminente.
Niente di speciale: la sensazione è che si sia cercato un
argomento qualsiasi, che avrebbe anche potuto essere moda o cucina,
per scarabocchiarvi su le linee di una storia banale. Nulla da dire
sugli attori, che assumono, soltanto a tratti, una lieve
rilevanza.
Figli delle
stelle
Un’agrodolce commedia all’italiana
che si dilata in un panorama attuale abitato da ancor più attuali
figure antropologiche, un precario, un portuale, un ricercatore
universitario, una giornalista ed un uomo appena uscito di
galera. Quando i cinque si riuniscono e prendono la decisione
di rapire un ministro, si assiste alla variopinta convivenza dei
rappresentanti delle categorie forse più colpite dalla crisi
italiana. In cui i più piccoli non riescono a trovarsi mai da
sopra.
Ironico e godibile, anche se un po’
confuso nella trattazione dei temi, come se la narrazione non fosse
stata organizzata prima di girarlo. Un bel Battiston, che rivediamo
volentieri da “La Passione” di Mazzacurati.
Paranormal Activity
2
E’ un sequel, ma al contrario del
primo, è chiaramente intenzionato a fare dell’horror puro marciando
sulla scia del successo del prequel. Fallisce. Nessun fil
rouge che permetta di immedesimarsi a tal punto da provare la
scarica adrenalinica di qualcosa che ci stia succedendo. Alcune
scene appaiano chiaramente volute per impressionare, e si
scardinano dal resto. Non assistiamo più a terribili avvenimenti
che potrebbero accadere anche in casa nostra. Assistiamo ad un film
dell’orrore. E questo non spaventa quasi più nessuno.
Fair Game
Dalla storia vera di Joe Wilson e
Valerie Plame, un impari lotta politica tra cittadini impegnati e
governo. Lei, agente della CIA, messa da parte quando lui,
ambasciatore, scrive sul New York Times un’aperta critica
dell’operato di Bush in Iraq.
Narrazione esplicitamente,
politicamente schierata. Già visto, e rivisto, perché Hollywood
sembra, da alcuni anni a questa parte, esplicitamente,
politicamente impegnata. Beato chi con questi film ci vive, e chi
con questi film si diverte.
Uomini di Dio
Ecco un buon film francese che
qualcosa ci lascia. Degli otto monaci cristiani volontariamente
isolati dal mondo sulle montagne algerine, vediamo le anime. La
fotografia della Champetier mette in risalto la purezza dei gesti
quotidiani che rimangono immutati nel corso di una vicenda che
degenera. Il clima dignitoso e contemplativo traspare in ogni
sequenza, ogni gesto discretamente sostenuto dalla regia lucida e
gentile di Xavier Beauvois.
Non vi dico altro. Ricordate i nomi
sopracitati, e andateli a cercare quando non ne sentirete parlare.
Seguiteli, perché nel loro piccolo, per i pochi che li seguono,
quei due fanno cinema. Ed un cinema che lascia, e non si prende
niente.
Seraphine
Film impressionista, fatto di luce
e colori. Cercatelo, non lo troverete facilmente. Ma ne varrà la
pena. Narra la storia di una sguattera che con i suoi piccoli
mezzi, dipingendo piccoli quadri, diventerà il precursore della
piccola arte naif. Se vi dico che anche questo film è francese, che
i colori ve li sentite sulle mani, e in quelle luci vi sembrerà di
esserci voi, che percepirete addosso il freddo e le screpolature, e
che sarete voi, ad essere degli artisti per i pochi istanti che vi,
ci verranno concessi dalle mani del regista Martin Provost? Se me
lo dicessero, e non avessi ancora visto il film, io correrei.
Un plauso alla Moreau, piccola
grande attrice del panorama cinematografico francese.