L’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, insieme al Marnau Istitute di Stefano Bessoni, ha aperte le iscrizioni al corso di formazione professionale dedicato alle tecniche del cinema fantastico, gotico, horror, visionario. Si chiamera’ “Corso per Filmmaker con indirizzo visionario e fantastico”.
Se sei così ti dico si: recensione del film
In Se sei così ti dico si Un agente televisivo è in cerca di un certo Piero Cicala (Emilio Solfrizzi), vecchio gloria della musica che negli anni ’80 ha spopolato con una sola canzone Io, te e il mare, per portarlo a I Migliori Anni, la nota trasmissione Tv condotta da Carlo Conti. Dopo l’iniziale titubanza, Piero accetta la sfida e va a Roma dove il suo cammino si incrocia per sbaglio con quello di Talita Cortès (Belén Rodríguez), famosissima modella e ‘azienda’ vivente che lo travolgerà.
Se sei così ti dico si, il film
Una storia, quella di Se sei così ti dico si, apparentemente molto ordinaria, con un plot (la storia d’amore) che sembra condurre il racconto ma che diventa appena accennato per dare spazio al protagonista, struggente figura malinconica dell’insuccesso che affossa i sogni e si prende la speranza, trasformando le persone in essere viventi che semplicemente esistono, senza vivere. Questo è Piero Cicala, un sorprendente Emilio Solfrizzi truccato da 50enne, che viene trascinato di nuovo nel suo passato da una volontà che non è tanto sua quanto della gente che gli sta intorno, che gli chiede qualcosa, volendo continuamente e di nuovo splendere della piccola luce che un tempo ha emanato. Alla profonda tristezza di questa figura malinconica si affianca quella del personaggio della Rodrìguez, che invece è il presente, il successo sfolgorante e la notorietà.
La showgirl che tutti gli italiani amano è straordinariamente convincente in questo ruolo, è vero che è una parte cucitale addosso, che spesso non indossa nulla per cui il suo bel corpo parla per lei, ma Belén alla sua priva prova come attrice sorprende non poco, regalandoci belle espressioni. I due protagonisti, pur se a livelli diversi, sono dunque molto ben assortiti e calzano a pennello i loro personaggi, tuttavia il film non si regge su di loro, o meglio non sono abbastanza per portare un film ‘addosso’. Se sei così ti dico si diretta da Eugenio Cappuccio infatti presenta la sua crepa più grande nella cattiva narrazione degli eventi, mal distribuiti lungo l’arco di Se sei così ti dico si. Ai dilatati tempi iniziali corrispondono poi inevitabili contrazioni della storia che lasciano il racconto appeso a mezz’aria, abbozzando caratteri e situazioni senza poi svilupparli tutti e dando l’impressione di un nulla di detto che lascia sul film un’impronta di imperfezione, nel mancato compiersi delle storie dei personaggi che vengono solo mostrati.
Faster: recensione del film con Dwayne Johnson
Arriva anche in Italia distribuito da Sony Pictures, Faster, il film diretto da George Tillman Jr., con Dwayne Johnson e Billy Bob Thorton.
In Faster Driver (Dwayne Johnson) è un animale feroce che freme per consumare la sua vendetta. Eliminare chi ha ucciso suo fratello. Le sue intenzioni sono ben chiare fin dall’inizio del film. Nel breve prologo, costruito sotto forma di un vorticoso climax, sono racchiusi tutti gli elementi propri del protagonista: è un uomo solo, desideroso di vendetta, forte fino all’inverosimile, un eccellente guidatore e naturalmente sprezzante del pericolo. Sulle sue tracce Cop (Billy Bob Thorton), un poliziotto “malconcio” e tossicodipendente, e Killer (Olivier Jackson-Cohen), ex disabile ora omicida con la passione per lo yoga.
Driver oltre a essere il cacciatore pronto alla vendetta è anche preda all’interno di un gioco dove il vincitore è uno solo: il più veloce. Andando avanti nella visione del film il protagonista, che mantiene instancabilmente la medesima espressione contrita in ogni singola scena, sembra trasformarsi in una sorta di essere immortale, una divinità, con il potere di decidere sul destino degli altri poveri umani. Non mangia, non dorme, non sente il minimo dolore. Solo una vendetta che dovrebbe essere catartica. Un action movie dal ritmo sicuramente incalzante e caratterizzato da un clima da western surreale dove il farsi giustizia da solo è una necessità da cui non si può prescindere. I pochi dialoghi, costruiti per lo più su frasi a effetto, lasciano spazio all’azione che descrive e rivela i personaggi senza il bisogno di tante parole.
Dwayne Johnson si era cimentato anche in ruoli più soft, ricordiamo L’acchiappadenti (2010), per poi tornare al ruolo, tanto amato, di vero duro dal fisico possente. Il tempo è scandito dalle didascalie che indicano i giorni che passano, la vendetta che si consuma. George Tillman Jr gioca molto con il montaggio alternato, per mantenere alta la suspense e con il ralenti, cercando di sedurre il pubblico con immagini patinate ai limiti dell’improbabile.
Uscite al Cinema del 15 Aprile 2011
Scream 4: Ghostface ormai è storia passata, negli ultimi 10 anni non si è più sentito parlare di lui…Nel frattempo Sidney Prescott ha pubblicato un bestseller di grande successo su come superare i traumi personali, tra le varie città in cui deve presentare il suo libro c’è anche Woodsboro.
Qui Sid si ricongiunge con sua cugina Jill, sua zia Kate e i vecchi amici: lo sceriffo Dewey e sua moglie Gale. Proprio ora che Sid sembra aver superato il suo oscuro passato, che si sia ricostruita una vita serena….gli omicidi di Ghostface ricominciano! Sid e gli altri dovranno di nuovo confrontarsi con il terribile assassino.
Sarà Bradley Cooper il nuovo Corvo?
Il remake de Il corvo The Crow, sembra abbia avuto una decisa spinta in avanti dopo la conferma di Juan Carlos Fresnadillo. Infatti, arriva notizia che Bradley Cooper è in trattative per interpretare il ruolo del protagonista Eric Draven.
Alla produzione del film c’è infatti quella Relativity Media con cui l’attore ha appena ottenuto il successo di Limitless. Che la cosa possa spingere l’attore ad accettare il ruolo? … Inoltre, recentemente intervistato da Comingsoon, durante la presentazione proprio di Limitless, l’attore a smentito il suo coinvolgimento nel prossimo Il grande Gatsby di Baz Luhrmann, dichiarando di essere libero da altri impegni.
Il progetto di remake de Il corvo, The Crow, tratto dal comic book cult di James O’Barr, sta finalmente partendo: dopo la conferma di Juan Carlos Fresnadillo alla regia, adesso arriva notizia che Bradley Cooper è in trattative per interpretare il ruolo del protagonista Eric Draven.
Alla produzione del film c’è infatti quella Relativity Media con cui l’attore ha appena ottenuto il successo di Limitless. Come abbiamo già accennato nell’intervista che ci ha concesso per la presentazione romana di Limitless, Cooper al momento è libero da impegni lavorativi, in quanto ha smentito la notizia della sua partecipazione al prossimo Il grande Gatsby di Baz Luhrmann: il ruolo per cui era stato accreditato finirà probabilmente a Ben Affleck.
Quale sarà il nuovo film di Michael Mann?
Di ritorno dall’impegno nello sviluppo della serie Luck per la HBO, per cui ha diretto anche l’episodio pilota, Michael Mann è alla ricerca di una storia con cui riaffacciarsi al grande schermo dopo Nemico Pubblico.
Lanterna verde: ecco il costume nel dettaglio!
Sono state diffuse dalla Warner Bros. alcune dettagliate foto di Ryan Reynolds in Lanterna Verde dove è possibile osservare il costume nei minimi particolari. Per vedere le foto…
L’Atlante delle Nuvole riadattato dai Wachowski e Tom Tykwer!
L’adattamento di “L’Atlante delle Nuvole” di David Mitchell sarà diretto ufficialmente nientemeno che da i Wachowski e Tom Tykwer e si chiamerà: Cloud Atlas. Confermato nel cast Tom Hanks, le riprese inizieranno a settembre…
Tom Hanks vuole portare al cinema Cloud Atlas
Cloud Atlas, di David Mitchell, può rappresentare una vera sfida per chiunque volesse trarne un film. Ma Tom Hanks vuole a tutti i costi realizzare questa difficile impresa, e trasformare il romanzo dalla narrazione multi-livello in un film, interpretandone ovviamente il protagonista.
Cappuccetto Rosso Sangue: recensione del film di Catherine Hardwicke
Prendete una bel tegame, non troppo grande né troppo spesso, mettetelo su fiamme ardenti. Buttate dentro un po’ di melodramma, assieme a gran parte degli spunti che caratterizzavano Twilight, aggiungete le atmosfere poco dark del recentissimo Dyland Dog “made in USA”, una sceneggiatura precaria, musiche banalmente utilizzate e per finire una favola dal fascino immortale (in questo caso morta e sepolta) e otterrete: Cappuccetto Rosso Sangue. Che Catherine Hardwicke avesse una smania di sentimenti e romanticismo smielato si era capito da tempo ma che volesse ripetere l’exploit di Twilight ridicolizzando questa volta una favola come Cappuccetto rosso non era propriamente scontato, soprattutto se della partita fanno parte attori del calibro di Gary Oldman, o produttori (meglio Attore Leonardo DiCaprio) con un certo tipo d’esperienza. Resta il fatto che il film è davvero debole e si sente echeggiare lontano un miglio il triangolo amoroso esasperante che fu tra Bella, Edward e Jacob-testuggine-Black.
Partendo da uno spunto niente male che è una delle favole più paurose per bambini, il film racconta la storia di Valerie (Amanda Seyfried), una bellissima giovane donna contesa tra due uomini. Lei è innamorata di Peter, ma la sua famiglia ha organizzato il suo matrimonio con il facoltoso Harry. I due, non volendo rinunciare al loro amore, decidono di fuggire ma la morte della sorella di Valerie per mano di un lupo mannaro, che si aggira nella foresta intorno al loro villaggio, mette in seria difficoltà il loro piano. Per anni gli abitanti del villaggio hanno mantenuto una tregua con la bestia, offrendo un sacrificio animale ogni mese. Ma con l’arrivo della Luna Rossa il lupo alza la posta in gioco, pretendendo un sacrificio umano. In preda alla disperazione, la gente del villaggio, chiama il cacciatore di lupi mannari, Padre Soloman (Gary Oldman), nella speranza di potersi liberare della maledizione. Ma l’arrivo del prete porta conseguenze non previste, il cacciatore rivela infatti che il lupo, durante il giorno, assume sembianze umane e che quindi ogni singolo cittadino del posto potrebbe essere la bestia. A questo punto Valerie inizia a sospettare che il lupo mannaro possa essere una persona che le è molto cara…
Uno dei primi problemi di una storia come questa è certamente l’eccessivo spazio concesso al triangolo amoroso che in questo caso non è un plot secondario che arricchisce e rende maggiormente avvincente il film, ma è bensì trattato e approfondito come se fosse il plot principale, al contrario il vero cuore pulsante della storia, il lupo mannaro, è quasi bistrattato. Cappuccetto Rosso Sangue risulta essere eccessivamente sbilanciato su un registro amoroso che invade troppo spesso la scena. Da qui a rendere il tutto troppo smielato e a tratti involontariamente comico il passo è facile. Non basta un attore seppur scenicamente imponente come Gary Oldman a salvare il film che inderogabilmente frana sulla sua natura eccessivamente twilightiana. Di certo non aiuta anche un’atmosfera dichiarata dark, ma che in realtà non lo è affatto; a dirla tutta vengono fuori atmosfere patinate e a tratti televisive. E’ sicuramente un peccato perché i presupposti di fare un buon film c’erano.
Cercando di salvare l’insalvabile, una lancia va spezzata per la Seyfried, che da talentuosa attrice in ascesa fa sempre il suo, come la veterana Julie Christie, affascinante e inquieta nonna di Valerie. Il resto ahimè è poca roba e purtroppo il risultato è un film insufficiente e deludente.
Chi interpreterà il nuovo Robocop?
La MGM sembra interessata a aportare avanti il progetto, nato un po’ per gioco, di un remake del film del 1987 diretto da Paul Verhoeven, Robocop, divenuto ormai un classico. Si era parlato addirittura di nomi per la regia, trai quali quello di Darren Aronofski.
Daniel Sunjata si aggiunge a The Dark Knight Rises
Daniel Sunjata, che ha lavorato in TV con Grey’s Anatomy e Rescue Me, non ha ancora un ruolo definito, ma il The Tracking Board informa ufficialmente che l’attore sarà un nuovo componente del sempre più ricco cast di The Dark Knight Rises. Sia lui che Marion Cotillard e Juno Temple non hanno ancora un ruolo definito, o meglio, non ufficialmente, quindi atendiamo nelle prossime ore di avere qualche dettaglio in più. Sunjata si aggiunge ai fedelissima del Batman di Nolan Bale, Freeman, Caine e Oldman.
Fonte: badtaste
Daniel Sunjata si aggiunge a The Dark Knight Rises
Daniel Sunjata, che ha lavorato in TV con Grey’s Anatomy e Rescue Me, non ha ancora un ruolo definito, ma il The Tracking Board informa ufficialmente che l’attore sarà un nuovo componente del sempre più ricco cast di The Dark Knight Rises.
Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare: dietro le quinte!
La Disney ha rilasciato una nuova featurette di Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare. Le immagini raccontano il primo giorno di riprese del film di Rob Marshall in esterni e l’ingresso in scena di Johnny Depp nei panni di Jack Sparrow. La location è la spiaggia Honopu Beach a Kauai, Hawaii..
Justin Bieber Never say never 3D sarà distribuito!
A grandissima richiesta l’Universal Pictures International Italy ha deciso di distribuirenelle sale italiane Justin Bieber: Never Say Neverin 3D. Ecco l’elenco degli schermi…
Machete: recensione del film di Robert Rodriguez
Torrez, boss messicano che controlla il traffico di droga con gli States, fa fuori la famiglia di Machete, federale incorruttibile, che però riesce a scappare allo stesso destino. Dopo tre anni, clandestino in Texas, Machete viene assoldato da Booth per uccidere un senatore. L’incarico si rivela essere una trappola e il nostro, coinvolto anche dalla battaglia contro l’immigrazione clandestina dei suoi connazionali, si troverà a difendere innocenti, salvare donzelle e vendicare finalmente la sua famiglia.
Machete di Robert Rodriguez
Perfetta summa dello stile di Rodriguez, a sua volta mutuato dal collega e amico Tarantino, Machete mantiene tutto ciò che promette: tantissimo sangue, donne bellissime e pericolose, violenza, armi e soprattutto coltelli. Partito da una costola di Grindhouse, il film risale in realtà molto più in la con gli anni, da quando Rodriguez, amante dei film di John Woo, voleva realizzarne una controparte messicana, aiutato nella sua idea dalla conoscenza del ‘magnifico’ Danny Trejo.
E’ lui la star del film: parla poco ma il suo viso segnato dice tutto il necessario, si esprime quasi per aforismi, parlando di sé in terza persona e senza ombra di dubbio ha un irresistibile, inspiegato, appeal sulle belle donne! Il film può essere ad oggi considerato forse il capolavoro di Robert Rodriguez, che segue la produzione nel più singolo dettaglio, corredando la narrazione non solo di azione e sfacciato divertimento, ma anche di un tema politico, quello dell’immigrazione clandestina, che resta sempre presente per tutta la pellicola.
Film anarchico, senza
capo né coda, Machete è il perfetto esempio di
entertainment senza secondi scopi; lo stesso tema politico al quale
si è accennato, sebbene per molti sia un vero e proprio problema
sociale molto grave e sentito, viene tratteggiato come se fosse
riferito ad un mondo parallelo, senza regole né forza di gravità,
dove le macchine schiacciano gli uomini alzandosi sulle ruote
posteriori con la naturalezza di un Decepticon (i
cattivi di
Transformers) e uomini di Dio forniscono i propri
confessionali di registratori audio e video perché non si può mai
sapere a chi possono servire. Al volto espressionistico di Trejo si
affianca un cast vario e improbabile: da Lindsay
Lohan e
Robert De Niro, Rodriguez non si è fatto mancare
nessuno.
E sebbene proprio la Lohan sia il personaggio forse meno riuscito, il suo momento di gloria nei panni di ‘Suor Vendetta’ ce la farà ricordare per un po’. Oltre a Lindsay, altre due bellezze, sicuramente più di spessore: Jessica Alba, nei panni di Sartana, agente addetto all’immigrazione, un po’ appannata in confronto alla prorompente Michelle Rodriguez, sempre a suo agio tra le armi e incredibilmente tosta e sexy, è Luz scintilla della rivoluzione che riuscirà a smuovere l’animo di Machete alla causa degli immigrati.
Divertimento e risate,
questo è Machete, soprattutto quando
l’inverosimile lascia spazio all’impossibile e allora succede
qualunque cosa, anche che spiegazioni di medici alle infermiere,
relative alla lunghezza dell’intestino umano, possano essere utili
in combattimento! Il mostro finale, quello che nei videogiochi è
l’ultimo della lista, nel film è Torrez, interpretato da uno
Steven Segal che ha perso forse irrimediabilmente
la sua forma e che, contro il nostro Machete, non
fa certo una bella figura. Il film metterà probabilmente tutti
d’accordo e chi è appassionato del genere amerà certo anche questo
exploitation al guacamole.
Peter Jackson a 48 fotogrammi per The Hobbit
Finalmente arriva conferma direttamente da Peter Jackson che sulla sua pagina di Facebook conferma lui stesso il fatto che sta girando il film a 48 fotogrammi al secondo invece dei classici 24. Nella spiegazione che il cineasta ha fornito per questa novità è che raddoppiare la velocità di ripresa porta all’immagine maggiore chiarezza e fluidità. Anche le sfocature durante i movimenti più veloci possono in questo modo essere ridotte al minimo, così come i sussulti.
Ecco alcune foto postate recentemente:
Fonte: facebook, Comingsoon.it
Peter Jackson a 48 fotogrammi per The Hobbit
Finalmente arriva conferma direttamente da Peter Jackson che sulla sua pagina di Facebook conferma lui stesso il fatto che sta girando il film a 48 fotogrammi al secondo invece dei classici 24.
James Cameron porta Pandora a Manhattan Beach
Giunge notizie che per la produzione di Avatar 2 James Cameron ha scelto di ricostruire parte del pianeta Pandora a Manhattan Beach. Ovvero nel MBS Media Campus, dove la Lightstorm Entertainment (Compagnia dello stesso Cameron), avrà la sua base per le operazioni. Avatar 2 e 3 saranno girati in sequenza.
Pochi mesi fa anche la Marvel Studios aveva affittato una parte della MBS per realizzare alcune location del regno di Asgardian per l’imminente Thor. Da annuncio ufficiale Avatar 2 uscira nel Dicembre del 2014, mentre il terzo capitolo lo stesso mese dell’anno successivo.
Fonte:Adriano Ercolani per comingsoon.it
James Cameron porta Pandora a Manhattan Beach
Giunge notizie che per la produzione di Avatar 2 James Cameron ha scelto di ricostruire parte del pianeta Pandora a Manhattan Beach. Ovvero nel MBS Media Campus, dove la Lightstorm Entertainment (Compagnia dello stesso Cameron), avrà la sua base per le operazioni. Avatar 2 e 3 saranno girati in sequenza.
Per Woody Allen in Rome: Alec Baldwin nel cast!
Giunge notizie che dopo Penelope Cruz che nei giorni scorsi aveva dato conferma di alcune voci riguardante la sua partecipazione nel film romano di Woody Allen, oggi un altro nome importante è stato ufficializzato per il cast del prossimo film di Allen, nientemeno che Alec Baldwin.
Krokodyle Trailer!
E’ stato rilasciato il primo trailer ufficiale di Krokodyle, ultimo film di Stefano Bessoni. Il cast comprende Lorenzo Pedrotti Jun Ichikawa Franco Pistoni Francesco Martino e Orfeo Orlando ed è prodotto da Intezone Visions e Leonardo Cruciano Workshop.
Box Office ITA 11/04/2011
Box Office ITA 11/04/2011 – The Next Three Days debutta come prevedibile al primo posto, seguito dalle new entry C’è chi dice no e Drive Angry 3D. Incassi più dignitosi rispetto allo scorso weekend, ma i dati non sono comunque soddisfacenti.
Dopo quattro settimane, un film americano conquista la vetta della classifica italiana dei film più visti. Si tratta di The Next Three Days, l’ultimo film dell’acclamato Paul Haggis, che guadagna 999.969 euro. Il risultato sotto il milione non è particolarmente positivo, ma considerando il periodo di inizio fuga dalle sale italiane, prima dell’arrivo dei blockbuster estivi, occorre accontentarsi.
Secondo e terzo posto per altre due novità del fine settimana, ovvero C’è chi dice no, che ottiene 549.000 euro, e Drive Angry 3D, che esordisce con 381.000 euro. Nel primo caso, si potrebbe forse parlare di stanca per il genere, o almeno di un inizio. Nel secondo, il dato è tutt’altro che incoraggiante, visto che ancora una volta il 3D porta il pubblico a disertare pellicole non particolarmente attese e per le quali non si è disposti a pagare il biglietto maggiorato.
Nessuno mi può giudicare scende in quarta posizione, raccogliendo altri 376.000 euro per 7,1 milioni complessivi. Calo anche per Mia moglie per finta (298.000 euro) e Hop (261.000 euro), che giungono rispettivamente a 1 milione di euro e 879.000 euro.
Secondo weekend deludente per
Boris – Il film, che precipita al settimo
posto con altri 189.000 euro e 871.000 euro totali.
La fine è il mio inizio conferma una
buona media nonostante i 139.000 euro conquistati negli ultimi tre
giorni, con i quali giunge a quota 423.000 euro.
Amici, amanti e… arriva a 1,5 milioni con altri 119.000 euro, mentre Kick-Ass chiude la top10 e conferma il flop, raccogliendo altri 89.000 euro per 401.000 euro complessivi.
I diari della motocicletta
I diari della motocicletta è un film del 2004 diretto da Walter Salles sulle avventure del giovane Ernesto “Che” Guevara, ispirato dai diari di viaggio Latinoamericana (Notas de viaje) dello stesso Guevara e Un gitano sedentario (Con el Che por America Latina), del compagno di viaggio del “Che”, Alberto Granado. È stato presentato in concorso al 57º Festival di Cannes.
Alberto Granado ed Ernesto Guevara sono due giovani studenti universitari argentini prossimi alla laurea. Il primo, prima di compiere 30 anni, invita il secondo a risalire il Sud America in motocicletta (una Norton 500 M18 del 1939 soprannominata “Poderosa II”). Un’impresa ardua, che quando si è ancora giovani e spensierati non è proibitiva. Comincia così una straordinaria avventura, con la moto che si guasta già dopo qualche mese, ma i due non demordono e con vari passaggi di fortuna, e spacciandosi per due medici-ricercatori, attraversano il Cile, il Perù, la Colombia, fino ad arrivare in Venezuela. Conosceranno tanta disperazione popolare e ingiustizia sociale. Un’esperienza profonda che li farà maturare moltissimo, al punto che in Ernesto crescerà una gran voglia di rendersi utile per quella gente; anche al costo di rinunciare alle proprie ambizioni personali. Quelle motivazioni lo consegneranno alla storia come il “Che”.
Con I diari della motocicletta, il regista brasiliano Walter Salles traspone sul grande schermo una vera leggenda. L’entusiasmo dei due, spinti dall’incoscienza e dalla voglia di esplorare quel Mondo a loro fisicamente così vicino ma tanto lontano nella percezione, è forte al punto da superare le molte avversità che un siffatto viaggio presenta: il clima spesso ostico, una motocicletta decadente come mezzo di trasporto, il procurarsi da mangiare, l’asma di Ernesto. Un viaggio che gli farà conoscere non solo le bellezze paesaggistiche del Sud America, ma anche la disperazione popolare. Il viaggio è raccontato con naturalezza, privato di qualsiasi ricerca sofisticata nel montaggio o nell’inquadratura. Il volto della gente segnato dalle malattie o dalla disperazione, e i paesaggi mozzafiato latino americani, rendono molto più di qualsiasi trucco registico.
Durante i titoli di coda è possibile apprezzare foto autentiche di Alberto e Ernesto durante il viaggio. Alberto Granado è scomparso pochi giorni fa, all’età di 88 anni.
Quinto film per Walter Selles, il quale ha esordito con il drammatico Arte mortale (1991), originale storia di stampo poliziesco e dal ritmo serrato, a cui segue il malinconico Terra estrangeira (Terra straniera, 1995). Ben evidenti in queste due prime pellicole sono le tematiche care al regista: l’attento studio della sceneggiatura che cura in prima persona, lo sguardo pensoso sulla realtà del suo paese, la scelta di personaggi «scomodi» e poco simpatici, le opzioni narrative fuori dal comune. Il successo in campo internazionale arriva con il lirico e triste Central do Brasil (1998, Orso d’oro a Berlino), storia della ricerca di un padre e acuta riflessione sui sentimenti umani.
Le pellicole successive non ottengono lo stesso successo e tranne qualche raro esempio – come il documentaristico Midnight (1998) – non circolano neppure in Europa. Nel 2001 presenta a Venezia Disperato aprile, fosco melodramma di faide e vendette ambientato nelle praterie brasiliane degli anni ’10, tratto da un romanzo di I. Kadaré; mentre nel 2004 arriva I diari della motocicletta, film molto apprezzato.
David di Donatello: vince il Doc. “E’ stato morto un ragazzo”
È stato annunciato il vincitore della cinquantacinquesima edizione dei David di Donatello, per la sezione documentari: si tratta di “È stato morto un ragazzo”, di Filippo Vendemmiati, giornalista della Rai di Bologna, che ricostruisce la vicenda di cronaca che coinvolse Federico Aldrovandi, il 18enne studente ferrarese morto il 25 settembre del 2005 a Ferrara durante un intervento di polizia.
Box Office USA dell’11 aprile 2011
Questa settimana il box office statunitense ha nelle prime tre posizioni tre film con titoli monoparola: Hop, un nuovo innesto di film di animazione su film normale, resta in prima posizione, raggiungendo, con i 21 milioni di dollari di incasso di questa settimana, una cifra che arriva a 68 milioni di dollari, realizzata in sole due settimane di uscita.
Lo segue Arthur, remake del film del 1981 con Dudley Moore, le cui vesti ora sono indossate da Russell Brand, che viene affiancato da Jennifer Garner e Helen Mirren che ricopre il ruolo del maggiordomo del protagonista che al tempo fu di John Gielgud. Il film incassa 12 milioni di dollari. In terza posizione si ferma invece Hanna, film del regista di Espiazione, Joe Wright, che dá alla protagonista di Amabili resti di Peter Jackson, Saorsie Ronan la chance di mettersi alla prova in un action movie, al fianco di Eric Bana e Cate Blanchett.
In quarta posizione, troviamo Soul Surfer, basato sulla storia vera di una ragazza, appassionata di surf, che supera il trauma di aver perso un braccio a causa dell’attacco di uno squalo, e torna a cavalcare le onde superando pregiudizi, paure e difficoltá. Nel cast ci sono Dennis Quaid e Helen Hunt. In quinta posizione arriva Insidious un thiller realizzato l’anno scorso e non ancora uscito nelle sale in cui due genitori si trovano a combattere perché il loro figlio in coma non passi nell’aldilá. James Franco ritrova il regista di Pineapple Express, David Gordon Green, in Your Highness, nuovo film demenziale che nella prima settimana di uscita guadagna quasi 10 milioni di dollari, nel cast c’é anche Natalie Portman, in evidente necessitá di sfogarsi dopo il dramma psicologico interpretato ne Il cigno nero.
Il settimo incasso della settimana é Source code, nuovo film del regista di Moon, Duncan Jones, con Jake Gyllenhall che, presentando il film alla stampa in Italia ha dichiarato di essere perseguitato dai conigli, lavorativamente parlando: è diventato una star grazie a Donnie Darko in cui il protagonista era ossessionato da un coniglio gigante ed ora al botteghino si trova a scontrarsi con Hop, il cui protagonista è un altro roditore dalle lunghe orecchie. Con gli incassi di questa settimana, il film raggiunge quota 28 milioni di dollari di incasso. Limitless, con Bradley Cooper dotato di superpoteri, è in discesa nella classifica dei film più visti, lo troviamo infatti in ottava posizione ma con un incasso totale di 64 milioni di dollari. E’ seguito dalla commedia per teenager Diary of a Wimpy kid: Rodrick rules, mentre The Lincoln lawyer con Matthew McConaughey chiude la classifica.
La prossima settimana si attendono le uscite di alcuni film che dovevano uscire in questa settimana ma che sono stati evidentemente rimandati, come Henry’s crime con Keanu Reeves, Rio, il nuovo film di animazione del creatore de L’era glaciale, e anche il nuovo film di Robert Redford che racconta una sfaccettatura poco nota dell’assassinio del presidente Abraham Lincoln in The conspirator.
Logan Lerman racconta il suo D’Artagnan
“Questa una versione più contemporanea, è una versione mai raccontata, in cui i Moschettieri sono esperti di armi”. Così Logan Lerman, nei panni di un giovanissimo D’Artagnan, parla dei Moschettieri di Paul W.S. Anderson.
Elijah Wood parla del suo ritorno nella Terra di Mezzo
Elijah Wood racconta a Comingsoon.net i dettagli riguardo al suo cammeo come Frodo Baggins nei film dello Hobbit. L’attore ha confessato di essere molto emozionato e impaziente.
“Io sto solo aspettando con impazienza di tornare in Nuova Zelanda e passare un po ‘di tempo lì. Ci saranno un sacco di amici di vecchia data che partecipano anche a questo film (dopo Il Signore degli Anelli ndr). In realtà mi immaginavo che i componenti di cast e troupe sarebbero stati in gran parte gli stessi. Quindi, in qualche modo penso che sarà un viaggio molto surreale. Sarà come viaggiare indietro nel tempo. Ma io sono eccitato. Ci sono un sacco di nuovi elementi in questo caso, a partire dalla Red Camera e dalle riprese che saranno in 3D. Punto su queste cose per rendere il mio soggiorno ancora più interessante”.
Fonte: theonering.net
Elijah Wood parla del suo ritorno nella Terra di Mezzo
Elijah Wood racconta a Comingsoon.net i dettagli riguardo al suo cammeo come Frodo Baggins nei film dello Hobbit. L’attore ha confessato di essere molto emozionato e impaziente.
Michael Shannon è Zod in Superman
Michael Shannon è ufficialmente entrato a far parte del cast del Superman di Snyder. Il film si intitolerà Man of Steel e le riprese inizieranno a Vancouver la prossima estate. Shannon, una nomination agli Academy Awards per Revolutionary Road, interpreterà il Generale Zod.“Zod non è solo uno dei nemici più formidabili di Superman – ha commentato Snyder – ma anche uno dei più significativi perché capisce Superman come nessun altro. Michael è un attore di grande talento, che riesce a proiettare sia l’intelligenza che la malizia di questo personaggio, il che lo rende perfetto della parte.”
Già parte del film sono: Henry Cavill (The Tudors) sarà Superman/Clark Kent, Amy Adams sarà Lois Lane, Diane Lane sarà Martha Kent e Kevin Costner suo marito Jonathan. Il film ha un cast tecnico se possibile di qualità ancora superiore a quello artistico: Nolan compare come autore della storia e in veste di produttore, mentre la sceneggiatura è stata scritta di David S. Goyer.
Fonte: Badtaste