Il 2023 si preannuncia
un anno particolarmente interessante per il mondo delle
serie tv, dal momento che
il 16 gennaio arriva The Last Of Us, la serie tratta
dall’omonimo videogioco Naughty Dog e che abbiamo visto in
anteprima.
Parliamo di
adattamenti
È un grande momento
storico per gli adattamenti televisivi, un periodo in cui la
serialità, conquistatasi i suoi spazi di pregio nel mercato
audiovisivo, tenta adesso la scalata alle grandi opere di
narrazione, siano esse letterarie o di origine più “moderna”. Lo
abbiamo visto nel corso degli ultimi 10 anni con
Il Trono di Spade, e di recente con
House of the Dragon con
Gli Anelli del Potere, e più in silenzio con
His Dark Materials, arrivata alla sua conclusione nelle
scorse settimane, e adesso, la HBO (artefice di tre
delle quattro serie citate) ripropone la storia di Joel e
Ellie a un pubblico pronto ad accogliere o a respingere
quello che vedrà, con amore incondizionato o con spietato
disappunto.
The Last of Us, la
trama della serie
L’arco narrativo della
prima stagione di The Last of Us ricopre tutto il
percorso del primo capitolo del videogioco: è il 2003 e il mondo
viene travolto da una
pandemia causata dalla mutazione del fungo Cordyceps. Joel
Miller (Pedro
Pascal), papà single dell’adolescente Sarah
(Nico Parker), vive in Texas e, allo scoppio della
prima violenza con cui il mondo reagisce a questo spaventoso
“invasore botanico”, decide di andare via con la ragazza e suo
fratello Tommy (Gabriel Luna). Il suo piano però
avrà vita breve, dal momento che si scontrerà fin troppo presto con
le terribili conseguenze della follia collettiva. Ritroviamo Joel
dopo 20 anni, in una zona di quarantena di Boston.
Due decenni di pandemia
lo hanno indurito, non c’è più traccia in lui del padre affettuoso
che abbiamo conosciuto nel prologo. Separato da suo fratello, ha
intrecciato il suo cammino con Tess (Anna
Torv), anche lei segnata profondamente da quella vita.
I due sono contrabbandieri, ma Joel non ha ancora rinunciato a
riabbracciare il fratello che non vede da anni, così fa un patto
con Marlene (Merle Dandridge), leader dei
terroristi noti come Fireflies (Luci nella versione italiana del
videogioco): lei gli darà una batteria per l’auto così da potersi
spostare verso ovest, dove si trova Tommy, e lui effettuerà una
“consegna” per lei. Incontriamo così Ellie (Bella
Ramsey), una quattordicenne sfacciata e sveglia che
sembra essere importantissima per il futuro dell’umanità. Così Joel
e Tess, insieme a Ellie, si avviano nei territori invasi dai
contagiati, persone rese pazze e letali dal fungo.
Un ottimo adattamento,
autonomo rispetto all’originale
Gli elementi per una
storia ricca di azione e adrenalina ci sono tutti, le vibrazioni
à-la
The Walking Dead pure, l’impegno produttivo da
parte di HBO sono tutti elementi che, soprattutto per chi non ha
mai giocato a The Last of Us, sono delle bussole
che si possono usare per capire di che prodotto stiamo parlando.
Tuttavia non c’è niente che possa preparare alla
visione della serie di The Last Of Us: se da
un lato il videogioco è rispettato, specialmente nei toni e nelle
ambientazioni, nella costruzione dei personaggi, nei dialoghi
(alcuni presi letteralmente dal gioco) e nella trama di fondo,
dall’altra è chiaro il desiderio di dare al prodotto seriale una
sua autonomia, una sua anima, tradendo, contraendo ed espandendo
l’originale, affinché dello show si possa tranquillamente dire che
è un’opera a se stante, che non ha bisogno di altro che di se
stessa per essere apprezzata.
Il risultato
sorprendente della serie di The Last of Us
E il risultato è
sbalorditivo: Craig Mazin di Chernobyl sia
allea con Neil Druckman (autore del videogioco) e
il risultato del lavoro a quattro mani sono nove episodi di
raffinata narrazione, grande scrittura, approfondimenti dei
personaggi, delle situazioni, parentesi che alimentano un world
building, il quale si srotola davanti agli occhi man mano che si
procede nell’avventura. La regia è sempre ben calibrata, affidata a
diverse mani, tutte sapienti e al servizio della storia (citiamo
tra gli altri firmatari delle regia
Ali Abbasi e Jasmila Zbanic).
C’è molta meno azione di quella che ci si poteva aspettare perché
la serie di The Last of Us prima di essere un
racconto dispotico è innanzitutto la storia di due umanità che si
incontrano e trovano il modo di compenetrarsi in una maniera
inaspettata e profondissima.
Pedro Pascal e Bella
Ramsey sono il cuore della storia
Joel e Ellie,
Pedro Pascal e
Bella Ramsey sono il vero nucleo della
serie che non reggerebbe neanche per un secondo se questa coppia,
personaggi scritti in maniera eccellente e interpreti dedicati ed
eleganti, fosse anche solo un pochino meno eccezionale di quanto si
rivela dal primo secondo in cui i due appaiono in scena nello
stesso momento. “You are cargo” (Sei un carico) dice Joel
più di una volta a Ellie, e all’inizio va bene così, per entrambi,
non c’è personalizzazione, non c’è curiosità reciproca, solo
l’istinto di sopravvivenza che spinge i due ad appoggiarsi l’uno
all’altra. Non durerà molto, la scorza di entrambi viene piano
piano grattata dalle unghie dell’altro, una ricerca reciproca che
sfocerà in un legame viscerale, profondo, affettivo, potente e
apparentemente ingiustificato come quegli amori che non dipendono
dal sangue ma che nascono in condizioni estreme.
“You are
cargo”, ripete Joel, ma è chiaro che ad un certo punto neanche
lui ci crede più. O meglio, quel carico è diventato un bagaglio
emotivo, quasi familiare, è un pezzo di sé, e la stessa Ellie,
curiosa, vivace, ignara del mondo di prima, nata nella distruzione
e nella morte della speranza, scoprirà in Joel una persona
speciale, un senso di appartenenza e una famiglia. Sarebbe
semplicistico dire che il loro rapporto diventa quello di
padre-figlia, Joel e Ellie sono molto di più, sono compagni legati
da un patto tacito di mutuo soccorso, sono soli contro il mondo,
sono fedeli l’uno all’altra, sono l’umanità che resta nel mondo che
muore, la scintilla di quella speranza che permane anche se forse
non ha più senso.
Bella Ramsey è la vera
rivelazione
Bella Ramsey e
Pedro Pascal sono una coppia mozzafiato,
e siamo certi che ruberanno il cuore di ognuno degli spettatori di
The Last of Us. Pascal ha finalmente l’opportunità
di scavare in profondità nelle sue corde drammatiche, dopo tanti
ruoli action o che richiedevano altre sfumature caratteriali;
Ramsey è però la vera rivelazione. Abbandonato l’aspetto e il tono
ruvido e diretto di Lady Mormont, come l’abbiamo conosciuta nel
Il Trono di Spade, la giovane attrice si rivela
spiritosa e intensa, vivace e spietata, spaventata e capace di atti
di grande coraggio, una folgorazione e un regalo prezioso a tutti i
fan, anche a quelli che avevano aspramente criticato il suo casting
perché non convenzionalmente bella come la Ellie del
gioco.
Una serie
lussuosa
The Last of
Us è un adattamento fedele, lussuoso per la bellezza
tecnica e artistica che mette in campo, ma anche perché si impone e
concede allo spettatore il lusso di perdersi completamente in una
storia, di sentirla fino in fondo. Soprattutto The Last of
Us riesce a vivere di vita propria nonostante sia così
legato al suo originale. È una serie che ha vita autonoma e che,
come gran parte delle opere dell’ingegno umano meglio riuscite, è
in grado di parlare alla contemporaneità, allo spettatore, a chi si
lascia inglobare nel racconto trascinante di queste due anime perse
che nella loro unione trovano un nuovo significato, un rinnovato
scopo per lottare e sopravvivere.